IL MONDO ANIMALE I PERICOLI CHE NON TI ASPETTI solo cuore... · molluschi cefalopodi crudi o poco...

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IL MONDO ANIMALE I PERICOLI CHE NON TI ASPETTI “l’acciuga” Gualtiero Fazio Genova 28.01.2017

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IL MONDO ANIMALE

I PERICOLI CHE NON TI ASPETTI

“l’acciuga”

Gualtiero Fazio

Genova 28.01.2017

Le zoonosi parassitarie di origine ittica

ANISAKIDOSI

Anisakis spp.

L’Anisakidosi è una malattia trasmessa all’uomo da vermi tondi che

colpiscono soprattutto i pesci di acqua salata.

Con il termine di Anisakis in realtà si considera un gruppo di parassiti molto

diversi fra loro.

I più importanti da ricordare sono:

1) Anisakis

2) Pseudoterranova

3) Contracaecum

4) Hysterothylacium

ANISAKIDOSI

Larva di Anisakis

Larve di Pseudoterranova

IL CICLO DEL PARASSITA

L’uomo si ammala

mangiando pesce o molluschi cefalopodi crudi o poco cotti

Larva L2 nel piccolo crostaceo

detto “Krill”

Il pesce si nutre di crostacei contenenti la larva del parassita

L3

Uova libere nell’acqua

I mammiferi marini ingeriscono i pesci infestati

Dalle uova si formano le larve

L1

ANISAKIDOSI

ALCUNI OSPITI DEFINITIVI DEGLI ANISAKIDI

Foca grigia

Stenella striata Pinguino di Magellano

Capodoglio

ANISAKIDOSI

Adulti di Anisakis spp. in

Stenella striata

IL CICLO DEL PARASSITA

► L’infestazione nei mammiferi marini (nei delfini è conosciuta fin dal XIV secolo).

► Nello stomaco dei cetacei il parassita penetra nella mucosa e nella

sottomucosa, causando ulcere.

Ospite Definitivo

2 ° Ospite intermedio

1 ° Ospite intermedio

un ecosistema marino in “buona salute” è quello con organismi marini

che hanno elevati livelli di infestazione da Anisakis !!

Eccessivo sforzo di pesca

(overfishing)

Contaminazioni

Caccia

Catture accidentali

(by catch)

Malattie virali

Riscaldamento terrestre

Inquinamento

Acidificazione dei mari

“UN PARADOSSO PER ANISAKIS”

LA MALATTIA NELL’UOMO

ANISAKIDOSI

COME SI INFESTA L’UOMO ?

L’uomo si infesta consumando

preparazioni gastronomiche a base

pesci o molluschi cefalopodi crudi

praticamente crudi (debolmente salati

pesci marinati o affumicati a freddo),

contenenti larve di Anisakis.

ANISAKIDOSI

Le preparazioni gastronomiche a rischio

Pesce affumicato a freddo (Giappone)

Cebiche – Pesci ed ovai marinati (Sud America)

Aringhe giovani marinate o aringhe verdi o maatje (Paesi nord europei)

Gravad lax - Salmone marinato (Paesi nord europei)

Boquerones en vinagre (Spagna - Portogallo)

Aringhe leggermente salate

Lomi-lomi - Salmone marinato (Hawaii)

Merluzzo fermentato (Paesi nord europei)

Uova di Salmone

Poisson cru: pesce marinato (Francia)

Acciughe marinate o all’ammiraglia (Italia)

Piatto di cebiche

COME SI INFESTA L’UOMO ?

ANISAKIDOSI

Una volta ingerita, la larva spesso

muore nel giro di pochi giorni o di

qualche settimana senza dare sintomi.

La larva può essere eliminata

con le feci o vomitata per “risalita”

dell’esofago (forma non invasiva).

Nelle forme invasive le larve penetrano

nella mucosa del tratto digerente

causando diversi tipi di lesioni e quadri

patologici.

LA MALATTIA NELL’UOMO

ANISAKIDOSI

La capacità invasiva della larva è correlata al

l’azione di potenti enzimi proteolitici ed istolitici

prodotti dalla ghiandola dorsale esofagea e dalla

ghiandola escretoria della larva, e rilasciati

attraverso i pori escretori dell’apertura orale.

Inoltre la larva è in grado di produrre

sostanze ad azione anticoagulante.

(Questo spiega l’esistenza di lesioni multiple

ben definite, erosive e/o emorragiche

riscontrate in prossimità della lesione principale).

La malattia rappresenta l’esito combinato:

- dell’azione meccanica diretta della larva durante l’invasione dei tessuti;

- della complessa interazione con il sistema immunitario dell’ospite;

- dalle sostanze rilasciate dal parassita per invadere la mucosa.

LA MALATTIA NELL’UOMO

ANISAKIDOSI

L’infezione umana da Anisakis causa una sintomatologia

gastrointestinale associata a reazioni immunologiche

(allergiche) da lievi-moderate a gravi.

LA MALATTIA NELL’UOMO

Sono conosciute cinque forme cliniche ben distinte:

1) Gastrica

2) Intestinale

3) Extra-intestinale

4) Gastro-allergica

5) Reazioni allergiche

ANISAKIDOSI

Forma gastrica

► La malattia esordisce con dolore addominale acuto tra una e

settandue ore dal consumo di pesce crudo contenente larve infettanti (in

media sei ore).

► Sintomi : dolore epigastrico, nausea, vomito, diarrea e orticaria.

► Generalmente si tratta di una malattia autolimitantesi.

► Alcuni casi possono non essere riconosciuti ed assumere un

andamento cronico.

In questi casi il dolore addominale intermittente, la nausea ed il vomito

possono protrarsi per settimane o mesi.

1 LA MALATTIA NELL’UOMO

ANISAKIDOSI

Forma intestinale

► E’ interessato prevalentemente l’intestino tenue e nel 2% dei casi il

colon.

► Il tempo intercorrente tra l’ingestione del parassita e la comparsa dei

sintomi non è sempre valutabile, ma è quantificabile in 48-72 ore.

Nei casi di risoluzione spontanea, la durata dei sintomi varia tra 1 e 5

giorni.

► I segni clinici (dolore, nausea, vomito, sub occlusione intestinale,

febbre moderata, leucocitosi) sono poco caratteristici ed è necessaria

effettuare una diagnosi differenziale con altre forme patologiche come

l’appendicite, la perforazione, la briglia aderenziale, il volvolo, l’infarto

intestinale, la BID (Inflammatory bowel disease), l’ileite, la tubercolosi ed

il cancro.

► La diagnosi è chirurgica ed anatomopatologica. La maggior parte dei

pazienti va incontro a laparotomia e, talora, a resezione intestinale.

LA MALATTIA NELL’UOMO 2

ANISAKIDOSI

LA MALATTIA NELL’UOMO

Forma extra-intestinale (“Sindrome da "larva migrante")

► Occasionalmente le larve possono penetrare la cavità

peritoneale ed altri organi e causare granulomi eosinofili e

versamenti.

► Sono descritte in letteratura diverse localizzazioni:

mesentere, omento, pleura, fegato, polmone, gangli linfatici,

tessuti peritesticolari, gengive e lingua.

ANISAKIDOSI

3

La malattia nell’uomo

Reazioni allergiche

► Anisakis simplex è capace di indurre risposte immuno-allergiche di

tipo IgE mediate.

LA MALATTIA NELL’UOMO

► I sintomi sono rappresentati da angioedema e/o orticaria, gravi

sintomi respiratori e gastroenterici, collasso e shock anafilattico.

► I primi sintomi di una reazione allergica normalmente compaiono entro

60 - 120 minuti dall’ingestione di pesci, ma possono manifestarsi anche

dopo 6 ore.

ANISAKIDOSI 5

► Antigeni somatici

- Antigeni più numerosi (alcuni hanno cross-reattività con Ag di Ascaris sp).

► Antigeni Escretivi-Secretivi (ES)

- molecole proteiche rilasciate da ghiandole e cellule escretrici del tratto

digerente;

- proteasi ad azione istolitica (aiutano il parassita a perforare i tessuti);

- hanno forte potere antigenico.

► Antigeni di superficie

- cross reagiscono con antigeni di altri parassiti nematodi;

- presentano un potere antigenico inferiore rispetto ai primi.

LA MALATTIA NELL’UOMO

ANISAKIDOSI

Gli allergeni di Anisakis simplex sono altamente resistenti al calore e al

congelamento (antigenicità delle larve è conservata).

I trattamenti che uccidono il parassita dei prodotti della pesca non proteggono

del tutto i consumatori contro il rischio di allergie da Anisakis.

Reazioni allergiche

Al fine di valutare l’effettiva presenza di fenomeni di ipersensibilità ed

allergia ad Anisakis nella popolazione italiana, nel 2011 è stato

recentemente (AAITO-IFIACI) realizzato uno studio che ha coinvolto 34

centri di allergologia e sottoposto a screening 10.570 soggetti sul territorio

nazionale.

ANISAKIDOSI

5 LA MALATTIA NELL’UOMO

I risultati hanno evidenziato che 66 individui testati (0,6%) sono

risultati positivi al Skin Prick Test (SPT) per Anisakis simplex e ad

alcuni altri allergeni, mentre solo 34 (0,3%) sono risultati positivi al

SPT esclusivamente per Anisakis simplex.

DIAGNOSI

ANISAKIDOSI

- Indagini radiologiche - Endoscopia (gastroscopia – colonscopia) - Esame istologico post-operatorio - Ecografia - Test sierologici - Esame delle feci

ANISAKIDOSI

Negli ultimi 30 anni, c'è stato un marcato aumento di casi di Anisakiasi

in tutto il mondo. Tale incremento è probabilmente dovuto a: una più vasta

applicazione di tecniche diagnostiche, in particolare l'endoscopia.

Poiché i sintomi della Anisakiasi non sono specifici, la malattia è

spesso mal diagnosticata.

Oltre il 60% dei casi sono stati diagnosticati, in fase preoperatoria, come

appendicite, addome acuto, cancro gastrico o morbo di Crohn.

Nelle casistiche di Giappone e Corea si osserva una netta prevalenza

delle forme gastriche, mentre in Italia e Spagna sono prevalenti le forme

intestinali.

Questo dato epidemiologico è da attribuire alla mancata abitudine, da parte

dei clinici italiani e spagnoli, all’uso di indagini gastroscopiche

(poca conoscenza dell’anisakiasi ?).

DIAGNOSI

LA TERAPIA E LA PREVENZIONE

ANISAKIDOSI

il trattamento più efficace resta la “prevenzione”.

La malattia si può evitare attraverso:

- l’educazione sanitaria;

- l’eviscerazione dopo la pesca per evitare la migrazione delle larve nel

muscolo;

- il controllo visivo;

- i trattamenti del prodotto ittico idonei ed efficaci a devitalizzare le larve.

Non esistono trattamenti farmacologici specifici e mirati

all’effettiva uccisione del parassita (opinione dell’’Autorità Europea

per la Sicurezza Alimentare - EFSA).

Albendazolo ???

ANISAKIDOSI

Salagione:

► L’uso di concentrazioni di sale superiori al 20% (salatura forte) permette

l’inattivazione delle larve in 3 settimane;

Marinatura:

► Il solo aceto è efficace solo dopo due settimane;

LA PREVENZIONE

Cottura:

► 60°C per almeno 1 minuto;

► L’affumicatura a freddo:

spesso utilizzata nella preparazione di aringhe e salmone, risulta insufficiente a

devitalizzare le larve (oltre 87% di sopravvivenza di larve);

► Basse temperature

- 20 °C per almeno 24 ore (Reg. UE n. 1276/2011);

- 35 °C per almeno 15 ore (Reg. UE n. 1276/2011);

- 18 °C per almeno 96 ore (Decreto Ministero della Salute 17 luglio 2013)

per le preparazioni casalinghe.

Le zoonosi parassitarie di origine ittica

OPISTORCHIDOSI

Opisthorchis viverrini

Malattia trasmessa all’uomo da parassiti trematodi che colpiscono i pesci di

acqua dolce.

OPISTORCHIDOSI

Opisthorchis viverrini

verme adulto

Carpa

Tinca

L’Opistorchidosi è una malattia diffusa

in Cina e nel Sud Est asiatico

(Laos,Thailandia, Vietnam e Cambogia).

In queste zone le persone ammalate di

sono diverse decine di milioni.

In Europa è ben conosciuta soprattutto

nei paesi ricchi di laghi e fiumi come la

Germania, la Polonia, i Paesi Baltici, la

Russia e la Siberia.

OPISTORCHIDOSI

DIFFUSIONE DELLA MALATTIA

CASI UMANI IN ITALIA DA OPISTORCHIS FELINEUS

Anno 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Luogo di consumo

Ristorante Ristorante casa Ristorante Ristorante Cena pubblica

Cena pubblica

Ristorante

Pesce consumato

Tinca Aff. a freddo

Tinca marinata

Tinca marinata

Tinca marinata

Tinca marinata

Tinca marinata

Tinca marinata

Tinca marinata

Origine del pesce

Lago Trasimeno

Lago Trasimeno

Lago Bolsena

Lago Bolsena

Lago Bolsena

Lago Bolsena

Lago Bolsena

Lago Bolsena

Numero casi 2 8 20 2 2 10 46 20

Luogo casi Perugia Perugia Viterbo Rieti/Terni Viterbo Bomarzo Aosta Viterbo

Fra il 2003 ed il 2008 l’Opistorchidosi è stata segnalata più volte soprattutto nelle

regioni del centro Italia (Umbria e Lazio).

Tutte le persone ammalate hanno dichiarato di aver consumato piatti a base di Tinche

crude pescate nel Lago di Bolsena o nel Lago Trasimeno.

Le preparazioni di pesce sono state generalmente consumate al ristorante e più

raramente in casa.

In molti casi la malattia ha richiesto il ricovero all’ospedale.

OPISTORCHIDOSI

OPISTORCHIDOSI

Il 24 luglio 2010 in un ristorante della Valle d’Aosta, viene proposto un

piatto a base di Tinca marinata (Tartare di Tinca marinata al profumo di

arancia e aneto su marepois di verdurine, panna acida della latteria e

semi di finocchio).

OPISTORCHIDOSI

OPISTORCHIDOSI LA MALATTIA NELL’UOMO

I parassiti adulti vivono nei canali biliari del fegato dove possono

sopravvivere da 10 a 26 anni.

Casi mortali: 16 %.

All’inizio della malattia (meno di 100 parassiti):

sintomi sono lievi e poco caratteristici: mancanza

di appetito, astenia, febbre, rush cutanei, dolore

addominale e disturbi allo stomaco ed all’intestino

con diarrea.

Forme acute gravi acute (25.000 parassiti):

ittero ostruttivo, epatiti e colecistiti

(1 - 4 settimane di incubazione).

In alcuni casi i danni al fegato possono

dare origine a carcinomi delle vie biliari).

Forme silenti sono frequenti (pochi parassiti).

LA MALATTIA NELL’UOMO

Fegato con evidenti danni provocati da

Opistorchis

OPISTORCHIDOSI

il trattamento più efficace resta la “prevenzione” . (nei pesci le larve del parassita non sono visibili ad occhio nudo).

La malattia si può evitare attraverso:

- congelamento a – 20 °C per almeno 1 settimana i prodotti da consumare

crudi o praticamente crudi;

- cottura dei pesci ad almeno + 65 °C, a cuore dell’alimento, per almeno

1 minuto.

- non consumare di pesce e prodotti ittici di acqua dolce crudi o poco cotti;

- informazione adeguata e l’educazione sanitaria del personale addetto ai

controlli, degli operatori e dei consumatori.

DIAGNOSI, TERAPIA E PREVENZIONE

OPISTORCHIDOSI

Terapia: albendazolo, praziquantel.

Diagnosi: ricerca delle uova con esame delle feci.

Grazie per l’attenzione