IL MONDO ANIMALE I PERICOLI CHE NON TI ASPETTI solo cuore... · molluschi cefalopodi crudi o poco...
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L’Anisakidosi è una malattia trasmessa all’uomo da vermi tondi che
colpiscono soprattutto i pesci di acqua salata.
Con il termine di Anisakis in realtà si considera un gruppo di parassiti molto
diversi fra loro.
I più importanti da ricordare sono:
1) Anisakis
2) Pseudoterranova
3) Contracaecum
4) Hysterothylacium
ANISAKIDOSI
Larva di Anisakis
Larve di Pseudoterranova
IL CICLO DEL PARASSITA
L’uomo si ammala
mangiando pesce o molluschi cefalopodi crudi o poco cotti
Larva L2 nel piccolo crostaceo
detto “Krill”
Il pesce si nutre di crostacei contenenti la larva del parassita
L3
Uova libere nell’acqua
I mammiferi marini ingeriscono i pesci infestati
Dalle uova si formano le larve
L1
ANISAKIDOSI
ALCUNI OSPITI DEFINITIVI DEGLI ANISAKIDI
Foca grigia
Stenella striata Pinguino di Magellano
Capodoglio
ANISAKIDOSI
Adulti di Anisakis spp. in
Stenella striata
IL CICLO DEL PARASSITA
► L’infestazione nei mammiferi marini (nei delfini è conosciuta fin dal XIV secolo).
► Nello stomaco dei cetacei il parassita penetra nella mucosa e nella
sottomucosa, causando ulcere.
Ospite Definitivo
2 ° Ospite intermedio
1 ° Ospite intermedio
un ecosistema marino in “buona salute” è quello con organismi marini
che hanno elevati livelli di infestazione da Anisakis !!
Eccessivo sforzo di pesca
(overfishing)
Contaminazioni
Caccia
Catture accidentali
(by catch)
Malattie virali
Riscaldamento terrestre
Inquinamento
Acidificazione dei mari
“UN PARADOSSO PER ANISAKIS”
COME SI INFESTA L’UOMO ?
L’uomo si infesta consumando
preparazioni gastronomiche a base
pesci o molluschi cefalopodi crudi
praticamente crudi (debolmente salati
pesci marinati o affumicati a freddo),
contenenti larve di Anisakis.
ANISAKIDOSI
Le preparazioni gastronomiche a rischio
Pesce affumicato a freddo (Giappone)
Cebiche – Pesci ed ovai marinati (Sud America)
Aringhe giovani marinate o aringhe verdi o maatje (Paesi nord europei)
Gravad lax - Salmone marinato (Paesi nord europei)
Boquerones en vinagre (Spagna - Portogallo)
Aringhe leggermente salate
Lomi-lomi - Salmone marinato (Hawaii)
Merluzzo fermentato (Paesi nord europei)
Uova di Salmone
Poisson cru: pesce marinato (Francia)
Acciughe marinate o all’ammiraglia (Italia)
Piatto di cebiche
COME SI INFESTA L’UOMO ?
ANISAKIDOSI
Una volta ingerita, la larva spesso
muore nel giro di pochi giorni o di
qualche settimana senza dare sintomi.
La larva può essere eliminata
con le feci o vomitata per “risalita”
dell’esofago (forma non invasiva).
Nelle forme invasive le larve penetrano
nella mucosa del tratto digerente
causando diversi tipi di lesioni e quadri
patologici.
LA MALATTIA NELL’UOMO
ANISAKIDOSI
La capacità invasiva della larva è correlata al
l’azione di potenti enzimi proteolitici ed istolitici
prodotti dalla ghiandola dorsale esofagea e dalla
ghiandola escretoria della larva, e rilasciati
attraverso i pori escretori dell’apertura orale.
Inoltre la larva è in grado di produrre
sostanze ad azione anticoagulante.
(Questo spiega l’esistenza di lesioni multiple
ben definite, erosive e/o emorragiche
riscontrate in prossimità della lesione principale).
La malattia rappresenta l’esito combinato:
- dell’azione meccanica diretta della larva durante l’invasione dei tessuti;
- della complessa interazione con il sistema immunitario dell’ospite;
- dalle sostanze rilasciate dal parassita per invadere la mucosa.
LA MALATTIA NELL’UOMO
ANISAKIDOSI
L’infezione umana da Anisakis causa una sintomatologia
gastrointestinale associata a reazioni immunologiche
(allergiche) da lievi-moderate a gravi.
LA MALATTIA NELL’UOMO
Sono conosciute cinque forme cliniche ben distinte:
1) Gastrica
2) Intestinale
3) Extra-intestinale
4) Gastro-allergica
5) Reazioni allergiche
ANISAKIDOSI
Forma gastrica
► La malattia esordisce con dolore addominale acuto tra una e
settandue ore dal consumo di pesce crudo contenente larve infettanti (in
media sei ore).
► Sintomi : dolore epigastrico, nausea, vomito, diarrea e orticaria.
► Generalmente si tratta di una malattia autolimitantesi.
► Alcuni casi possono non essere riconosciuti ed assumere un
andamento cronico.
In questi casi il dolore addominale intermittente, la nausea ed il vomito
possono protrarsi per settimane o mesi.
1 LA MALATTIA NELL’UOMO
ANISAKIDOSI
Forma intestinale
► E’ interessato prevalentemente l’intestino tenue e nel 2% dei casi il
colon.
► Il tempo intercorrente tra l’ingestione del parassita e la comparsa dei
sintomi non è sempre valutabile, ma è quantificabile in 48-72 ore.
Nei casi di risoluzione spontanea, la durata dei sintomi varia tra 1 e 5
giorni.
► I segni clinici (dolore, nausea, vomito, sub occlusione intestinale,
febbre moderata, leucocitosi) sono poco caratteristici ed è necessaria
effettuare una diagnosi differenziale con altre forme patologiche come
l’appendicite, la perforazione, la briglia aderenziale, il volvolo, l’infarto
intestinale, la BID (Inflammatory bowel disease), l’ileite, la tubercolosi ed
il cancro.
► La diagnosi è chirurgica ed anatomopatologica. La maggior parte dei
pazienti va incontro a laparotomia e, talora, a resezione intestinale.
LA MALATTIA NELL’UOMO 2
ANISAKIDOSI
LA MALATTIA NELL’UOMO
Forma extra-intestinale (“Sindrome da "larva migrante")
► Occasionalmente le larve possono penetrare la cavità
peritoneale ed altri organi e causare granulomi eosinofili e
versamenti.
► Sono descritte in letteratura diverse localizzazioni:
mesentere, omento, pleura, fegato, polmone, gangli linfatici,
tessuti peritesticolari, gengive e lingua.
ANISAKIDOSI
3
La malattia nell’uomo
Reazioni allergiche
► Anisakis simplex è capace di indurre risposte immuno-allergiche di
tipo IgE mediate.
LA MALATTIA NELL’UOMO
► I sintomi sono rappresentati da angioedema e/o orticaria, gravi
sintomi respiratori e gastroenterici, collasso e shock anafilattico.
► I primi sintomi di una reazione allergica normalmente compaiono entro
60 - 120 minuti dall’ingestione di pesci, ma possono manifestarsi anche
dopo 6 ore.
ANISAKIDOSI 5
► Antigeni somatici
- Antigeni più numerosi (alcuni hanno cross-reattività con Ag di Ascaris sp).
► Antigeni Escretivi-Secretivi (ES)
- molecole proteiche rilasciate da ghiandole e cellule escretrici del tratto
digerente;
- proteasi ad azione istolitica (aiutano il parassita a perforare i tessuti);
- hanno forte potere antigenico.
► Antigeni di superficie
- cross reagiscono con antigeni di altri parassiti nematodi;
- presentano un potere antigenico inferiore rispetto ai primi.
LA MALATTIA NELL’UOMO
ANISAKIDOSI
Gli allergeni di Anisakis simplex sono altamente resistenti al calore e al
congelamento (antigenicità delle larve è conservata).
I trattamenti che uccidono il parassita dei prodotti della pesca non proteggono
del tutto i consumatori contro il rischio di allergie da Anisakis.
Reazioni allergiche
Al fine di valutare l’effettiva presenza di fenomeni di ipersensibilità ed
allergia ad Anisakis nella popolazione italiana, nel 2011 è stato
recentemente (AAITO-IFIACI) realizzato uno studio che ha coinvolto 34
centri di allergologia e sottoposto a screening 10.570 soggetti sul territorio
nazionale.
ANISAKIDOSI
5 LA MALATTIA NELL’UOMO
I risultati hanno evidenziato che 66 individui testati (0,6%) sono
risultati positivi al Skin Prick Test (SPT) per Anisakis simplex e ad
alcuni altri allergeni, mentre solo 34 (0,3%) sono risultati positivi al
SPT esclusivamente per Anisakis simplex.
DIAGNOSI
ANISAKIDOSI
- Indagini radiologiche - Endoscopia (gastroscopia – colonscopia) - Esame istologico post-operatorio - Ecografia - Test sierologici - Esame delle feci
ANISAKIDOSI
Negli ultimi 30 anni, c'è stato un marcato aumento di casi di Anisakiasi
in tutto il mondo. Tale incremento è probabilmente dovuto a: una più vasta
applicazione di tecniche diagnostiche, in particolare l'endoscopia.
Poiché i sintomi della Anisakiasi non sono specifici, la malattia è
spesso mal diagnosticata.
Oltre il 60% dei casi sono stati diagnosticati, in fase preoperatoria, come
appendicite, addome acuto, cancro gastrico o morbo di Crohn.
Nelle casistiche di Giappone e Corea si osserva una netta prevalenza
delle forme gastriche, mentre in Italia e Spagna sono prevalenti le forme
intestinali.
Questo dato epidemiologico è da attribuire alla mancata abitudine, da parte
dei clinici italiani e spagnoli, all’uso di indagini gastroscopiche
(poca conoscenza dell’anisakiasi ?).
DIAGNOSI
LA TERAPIA E LA PREVENZIONE
ANISAKIDOSI
il trattamento più efficace resta la “prevenzione”.
La malattia si può evitare attraverso:
- l’educazione sanitaria;
- l’eviscerazione dopo la pesca per evitare la migrazione delle larve nel
muscolo;
- il controllo visivo;
- i trattamenti del prodotto ittico idonei ed efficaci a devitalizzare le larve.
Non esistono trattamenti farmacologici specifici e mirati
all’effettiva uccisione del parassita (opinione dell’’Autorità Europea
per la Sicurezza Alimentare - EFSA).
Albendazolo ???
ANISAKIDOSI
Salagione:
► L’uso di concentrazioni di sale superiori al 20% (salatura forte) permette
l’inattivazione delle larve in 3 settimane;
Marinatura:
► Il solo aceto è efficace solo dopo due settimane;
LA PREVENZIONE
Cottura:
► 60°C per almeno 1 minuto;
► L’affumicatura a freddo:
spesso utilizzata nella preparazione di aringhe e salmone, risulta insufficiente a
devitalizzare le larve (oltre 87% di sopravvivenza di larve);
► Basse temperature
- 20 °C per almeno 24 ore (Reg. UE n. 1276/2011);
- 35 °C per almeno 15 ore (Reg. UE n. 1276/2011);
- 18 °C per almeno 96 ore (Decreto Ministero della Salute 17 luglio 2013)
per le preparazioni casalinghe.
Malattia trasmessa all’uomo da parassiti trematodi che colpiscono i pesci di
acqua dolce.
OPISTORCHIDOSI
Opisthorchis viverrini
verme adulto
Carpa
Tinca
L’Opistorchidosi è una malattia diffusa
in Cina e nel Sud Est asiatico
(Laos,Thailandia, Vietnam e Cambogia).
In queste zone le persone ammalate di
sono diverse decine di milioni.
In Europa è ben conosciuta soprattutto
nei paesi ricchi di laghi e fiumi come la
Germania, la Polonia, i Paesi Baltici, la
Russia e la Siberia.
OPISTORCHIDOSI
DIFFUSIONE DELLA MALATTIA
CASI UMANI IN ITALIA DA OPISTORCHIS FELINEUS
Anno 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Luogo di consumo
Ristorante Ristorante casa Ristorante Ristorante Cena pubblica
Cena pubblica
Ristorante
Pesce consumato
Tinca Aff. a freddo
Tinca marinata
Tinca marinata
Tinca marinata
Tinca marinata
Tinca marinata
Tinca marinata
Tinca marinata
Origine del pesce
Lago Trasimeno
Lago Trasimeno
Lago Bolsena
Lago Bolsena
Lago Bolsena
Lago Bolsena
Lago Bolsena
Lago Bolsena
Numero casi 2 8 20 2 2 10 46 20
Luogo casi Perugia Perugia Viterbo Rieti/Terni Viterbo Bomarzo Aosta Viterbo
Fra il 2003 ed il 2008 l’Opistorchidosi è stata segnalata più volte soprattutto nelle
regioni del centro Italia (Umbria e Lazio).
Tutte le persone ammalate hanno dichiarato di aver consumato piatti a base di Tinche
crude pescate nel Lago di Bolsena o nel Lago Trasimeno.
Le preparazioni di pesce sono state generalmente consumate al ristorante e più
raramente in casa.
In molti casi la malattia ha richiesto il ricovero all’ospedale.
OPISTORCHIDOSI
Il 24 luglio 2010 in un ristorante della Valle d’Aosta, viene proposto un
piatto a base di Tinca marinata (Tartare di Tinca marinata al profumo di
arancia e aneto su marepois di verdurine, panna acida della latteria e
semi di finocchio).
OPISTORCHIDOSI
OPISTORCHIDOSI LA MALATTIA NELL’UOMO
I parassiti adulti vivono nei canali biliari del fegato dove possono
sopravvivere da 10 a 26 anni.
Casi mortali: 16 %.
All’inizio della malattia (meno di 100 parassiti):
sintomi sono lievi e poco caratteristici: mancanza
di appetito, astenia, febbre, rush cutanei, dolore
addominale e disturbi allo stomaco ed all’intestino
con diarrea.
Forme acute gravi acute (25.000 parassiti):
ittero ostruttivo, epatiti e colecistiti
(1 - 4 settimane di incubazione).
In alcuni casi i danni al fegato possono
dare origine a carcinomi delle vie biliari).
Forme silenti sono frequenti (pochi parassiti).
il trattamento più efficace resta la “prevenzione” . (nei pesci le larve del parassita non sono visibili ad occhio nudo).
La malattia si può evitare attraverso:
- congelamento a – 20 °C per almeno 1 settimana i prodotti da consumare
crudi o praticamente crudi;
- cottura dei pesci ad almeno + 65 °C, a cuore dell’alimento, per almeno
1 minuto.
- non consumare di pesce e prodotti ittici di acqua dolce crudi o poco cotti;
- informazione adeguata e l’educazione sanitaria del personale addetto ai
controlli, degli operatori e dei consumatori.
DIAGNOSI, TERAPIA E PREVENZIONE
OPISTORCHIDOSI
Terapia: albendazolo, praziquantel.
Diagnosi: ricerca delle uova con esame delle feci.