Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

32
Eco del golfo Tigullio O giornale o l'é comme l'äze, quello che ti ghe metti o porta Il giornale è come l'asino, quello che ci metti, porta (Antico proverbio genovese) Associazione Culturale Caroggio Drito Associazione Culturale Anno V - luglio 2012 • Direttore responsabile: Emilio Carta IL MARE è consultabile anche on line sul sito www.marenostrumrapallo.it Fondato nel 1908 € 1,00 FESTE DI LUGLIO • Il programma generale • La Novena dellÊalba • La storia delle Feste • Feste di Luglio in pillole • I fuochi e lÊesame di maturità STORIE DI MARE Il piroscafo „Rapallo‰ GREEN CARPET Una Rapallo da bere ACCATTONAGGIO La città è invasa dai mendicanti METEO SBALLATO Gli albergatori protestano STREGONERIE Cattarina, detta la Cagna corsa VITA DA LIONS Si è chiuso lÊanno sociale RELIGIONE Chiese sempre più vuote

description

numero di luglio 2012

Transcript of Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Page 1: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

O giornale o l'é comme l'äze, quello che ti ghe metti o portaIl giornale è come l'asino, quello che ci metti, porta

(Antico proverbio genovese)

Associazione Culturale

Caroggio Drito Associazione Culturale

Anno V - luglio 2012 • Direttore responsabile: Emilio Carta

IL MARE è consultabile anche on line sul sito

www.marenostrumrapallo.it

Fondato nel 1908

€1,00

FESTE DI LUGLIO• Il programma generale

• La Novena dellÊalba

• La storia delle Feste

• Feste di Luglio in pillole

• I fuochi e lÊesame di maturità

STORIE DI MAREIl piroscafo „Rapallo‰

GREEN CARPETUna Rapallo da bere

ACCATTONAGGIOLa città è invasa dai mendicanti

METEO SBALLATOGli albergatori protestano

STREGONERIECattarina, detta la Cagna corsa

VITA DA LIONSSi è chiuso lÊanno sociale

RELIGIONEChiese sempre più vuote

Page 2: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Fi n a l m e n t el'alta pressio-

ne è arrivata. Ilpensiero va co-munque alle pre-visioni meteo chenei mesi scorsihanno fatto letteralmente impazzire gli al-bergatori e più in generale gli operatori turi-stici. Il meteo, specialmente sulla Liguria,lasciava ben poche speranze ai turisti: unamaledetta nuvoletta nei fine settimana sifrapponeva al sole accompagnata, a buonpeso, da una goccia tremula o da una scaricadi saette. E il ponte andava così a farsi benedire perchécon la crisi martellante muoversi e spendereper poi trovarsi in mezzo a un acquazzonenon piaceva a nessuno. E al dramma econo-mico si aggiungeva poi la beffa perché il piùdelle volte il sole la faceva da padrone. Qualcuno ha pensato bene di muoversi perprotestare debolmente con la Rai e i vari Net-works ma ormai il danno era fatto. Vedremocome andrà a finire ma la torrida estate in-combe e chi ha avuto ha avuto.C'è pure un'altra onda lunga, quella post elet-torale che sta dando già ottimi spunti di ri-flessione: il record di Massimo Pernigotti, adesempio, che, nominato assessore con tanto difoto ricordo, è stato spernacchiato dopo quat-tro ore. Ci sono poi le autonomine per incari-chi poi provvisoriamente congelati, revisoridei conti nominati senza un minimo di bonton, vari ricorsi presentati e poi ritirati (cla-moroso l'autogol avverso a far pagare la spaz-zatura ai rapallesi con una diminuzione del 5percento) e ci fermiamo qua. Tutto regolare,per carità, ma se questo è l'inizio c'è poco dastare allegri.Che Rapallo abbia bisogno di un occhio di ri-guardo – è o no definita malignamente dai no-stri vicini di casa il golfo dei nesci? - è ormairisaputo. Forse è anche per questo che hannodeciso di chiedere aiuto a N.S. di Montallegro.In occasione dello scioglimento del voto infattii rapallesi, con il gonfalone comunale in testa,allungheranno la cerimonia trasferendosi colquadretto miracoloso sino al belvedere delPellegrino punto dal quale verrà impartita labenedizione urbi et orbi alla sottostante città.Per farlo occorrerà percorrere alcune stazionidella Via Crucis e anche questo pare un se-gnale da non sottovalutare.Sono arrivate oltre cento telecamere che au-menteranno la percezione di sicurezza dei cit-tadini, grazie all'apprezzabile interesse dell'ex

assessore a Viabilità e Sicurezza, il leghistaAlessandro Puggioni. La medaglia, però, haspesso due facce. Quella che ci piace di menoè che Rapallo in questi anni ha visto crescere inmaniera esponenziale gli accattoni e i mendi-canti (che sono una cosa ben diversa dalla di-gnità dei meno abbienti). Il celodurismo infattiqui non ha funzionato, anzi.Infine una nota stonata legata al Green Carpet.Un lettore ci segnala l'aumento dei prezzi deivari piatti suggeriti dagli chef rispetto al RedCarpet dello scorso anno. Si dice che l'abbiano fatto per selezionare laclientela che lo scorso settembre con la suamassiccia presenza aveva fatto saltare il banco.Il clamoroso successo dell'iniziativa, che segueil red carpet, dimostra comunque senza alcundubbio, che la strada da seguire è quella. Lamorale è che la gente occorre prenderla per lagola, non per i fondelli.

IL MAREMensile di informazione

Anno V - luglio 2012

€ 1,00

Edito da: Azienda Grafica Busco Editrice

Rapallo - via A. Volta 35,39 [email protected]

tel. 0185273647 - fax 0185 235610

Autorizzazione tribunale di Chiavari n. 3/08 R. Stampa

Direttore responsabile: Emilio Carta

Redazione: Carlo Gatti - Benedetta MagriDaniele Roncagliolo

Hanno collaborato a questo numero:R. Bagnasco - P. Bellosta - P.L. Benatti A. Bertollo - S. Gambèri Gallo - C. Gatti

E. Lavagno Canacari - B. Mancini M. Mancini - I. Nidasio - A. Noziglia

D. Pertusati - L. Rainusso D. Roncagliolo - V. Temperini

Ottimizzazione grafica:Valentina Campodonico - Ivano Romanò

Fotografie: Fabio Piumetti

Archivio Comitato SestieriArchivio Azienda Grafica Busco

La collaborazione a Rapallo Notizie è gratuita e ad invito

IN QUESTO

NUMERO:Piove, governo ladro! di E. Carta 2La città degli accattoni di D. Roncagliolo 3Feste di Luglio: programma 4La Novena dellʼalba di A. Noziglia 5Feste di Luglio nella storia di P.L. Benatti 6/7La tradizione in pillole 8/9La notte prima degli esami di E. Gambèri Gallo 10Tubi di scappamento e turismo di R. Bagnasco 11Un piroscafo chiamato “Rapallo” di C. Gatti 12/13Un verde tappeto volante di I. Nidasio 14Musica rock: Pier Gonella di E. L. Canacari 15La battaglia navale a Capraia di A. Bertollo 16Albergatori: “Danneggiati dal meteo” di P. Bellosta 17Arte: nomadismo e zingari di E. Carta 18Vita da Lions 20/21Ricordo o sogno di M. Mancini 22Come eravamo di B. Mancini 23Chiese sempre più vuote di D. Pertusati 24/25Stregoneria: la “cagna corsa” di E. Carta 26/27Viaggiare: Nigeria/2 di V. Temperini 28Cinema in diagonale di L. Rainusso 29Lettere e notizie 30/31

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i odi Emilio Carta

Piove, governo ladro!

C'è Comandante e comandante

Il neo sindaco Giorgio Costa, se è vero come è veroche manterrà per sé le principali deleghe che pa-revano dovessero andare obtorto collo al suo presi-dente del consiglio comincia a piacere ai rapallesi.Era stato troppo disastroso il suo avvio da primocittadino per essere vero e di re travicelli la cittànon ha certo bisogno. Si racconta che su alcune navi da crociera grechesino a qualche anno fa ci fossero due comandanti:stesse divise immacolate e stesse lasagne dorate (igradi) sulle spalline. Il primo, sempre immusonitoe torvo, non metteva mai il muso fuori dalla plan-cia o dalla propria cabina mentre il secondo, fisicoaitante e sempre sorridente, era sempre presentealle cene di rappresentanza, si faceva fotografarecon i passeggeri ed era estremamente galante conle signore. Il mistero del doppio comandantevenne poi rivelato: il primo, quello vero, si occu-pava del buon andamento della nave, della rotta,dei conti e dell'equipaggio. L'altro era persona dipura rappresentanza, insomma quella che col suoaffascinante ”physique du rôle” doveva simboli-camente rappresentare l'intero equipaggio e laCompagnia di navigazione.Noi tutti speriamo che Giorgio Costa riesca a farconvergere su di sé tutte queste prerogative mi-scelandole sapientemente e con saggezza. Auguri.

Page 3: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Vai al supermercato e ti chie-dono l’elemosina; ti rilassi nei

giardini davanti ai bagni Lido e tichiedono l’elemosina; entri inchiesa e ti chiedono l’elemosina;passeggi per le vie del centro sto-rico e ti chiedono l’elemosina; vai aprendere il treno e ti chiedonol’elemosina. È un continuo. Sarà lacrisi con annesso effetto spread,ma i questuanti in città aumentanoa dismisura, quasi fossero un eser-cito. E a dismisura crescono anchei fastidi. Perché, come diceva Ho-noré de Balzac, il povero e il mendi-cante appartengono a due classimolto differenti: il primo ispira ri-spetto, il secondo eccita la collera.Di mattina, pomeriggio, sera e purela notte. I venditori di rose, maanche di oggetti, spesso indiani opachistani, bazzicano nei localiquando il sole si è nascosto da unpo’. Insomma, altro che Città dei

Trattati, Rapallo ormai è la città deimendicanti, quasi un peccato che ifratelli Grimm si siano fermati inGermania e ai musicanti di Brema.Con le feste di luglio l’immancabilesfondo di “tappeti volanti” farà dacontorno alle luminarie, alle banca-relle e alle orde di turisti che affol-leranno lungomare e vie del centrostorico. Roba che se si sbaglia unpasso o ci si inciampa, si fa unastrage di occhiali: ma almeno gliabusivi del tarocco saranno assicu-rati contro il danneggiamento da in-cauto passeggio? Meglio nondomandarselo e stare attenti adove si mettono i piedi e a non ap-piccicare lo zucchero filato sulla ca-micia di chi ci precede. Passata lafesta, dunque, rimarrà anche ilmendicante. Magari dietro la sta-zione ferroviaria dove per diversotempo ha dimorato una squadra dibarboni. Un’accoglienza turistica

coi fiocchi, le bottiglie di birra e i car-toni. Adesso l’area sembra più ri-pulita, qualcuno ha preso il treno,altri invece si sono spostati nelverde del vialetto a pochi metri.Speriamo che gli amanti delle stati-stiche abbiano avvisato la Regionecosì da inserirli nell’annuale con-teggio delle presenze turistiche sulterritorio. L’accattonaggio, occorrespecificarlo, non è più reato, purchèl’elemosina sia una legittima richie-sta di umana solidarietà volta a farleva sul sentimento della carità eche non intacchi né l’ordine pub-blico né la pubblica tranquillità. Ov-viamente è passibile di punizioni chisimula disabilità, chi riduce personein schiavitù, chi utlizza bambini o ani-mali malnutriti per fare leva sullacompassione delle persone. Un capitolo a parte nell’oceano deiquestuanti lo meritano i rom, gli zin-gari, che qualche settimana fa, peralcuni giorni, hanno sostato coi lorocamper nell’area del Poggiolino.Storie da libro “Cuore” a parte,sono stati prontamente allontanati.

Senza troppo clamore, senza pia-gnistei. Perché i nomadi, inutile na-sconderlo, sono malvisti e nonc’entra l’essere razzisti, visto chesono rumeni e quindi europei al paridei norvegesi. E non c’entrano nem-meno le ampolle con le acque delPo, semmai ciò che preoccupadegli zingari è la cultura familiaredel furto. Secondo l’antropologoGlauco Sanga e il sociologo MarzioBarbagli in alcune comunità no-madi, tra cui quella rom, rubare aiGagè, cioè i non zingari, sarebbeconsiderato positivamente, mentresarebbero vietati i furti ai danni dialtri nomadi. Addirittura si terreb-bero delle lezioni ai piccoli della co-munità per indottrinarli su chi sipuò derubare, i Gagè, e chi no.Ecco perché è più probabile che lemani dei furti nelle stazioni, o in abi-tazioni, siano di giovani zingarellepiuttosto che di energumeni sene-galesi. È cultura anche questa. Nes-suno, per il momento, sembraessere stato colpito dalla sindromedi Stendhal.di Pietro Ardito & C.

Giggia, Rapallo diventerà un mega

set cinematografico!

Grandi eventi...Sì, per il remake

del film Accattonedi Pasolini!

Rapallo città pilota dell’accattonaggio “a prescindere”ELEMOSINE

Li trovi in tutte le vie del centro, ai crocicchi, nei sottopassi. Un fenomeno che non ha pari in tutto ilTigullio. E dire che per cinque anni l’assessorato alla Sicurezza è stato nelle mani della Lega Nord.

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

SICUREZZAdi Daniele RONCAGLIOLO [email protected]

3

Torte su richiestadi qualunque tipo e pesoVia della Libertà 22A - 16035 RAPALLOTel. 0185 51665 - chiuso il lunedì

Page 4: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

I SESTIERIIl termine “sestiere” ricorda l’antica suddivisione del Capitaneato di Rapallo in sei quartieri: Borgo, corrispondente al-l’attuale centro delimitato dalla cinta ferroviaria, Pescino (ovvero il territorio compreso fra Portofino e Santa Marghe-rita Ligure), Olivastro (San Michele, Costaguta, San Lorenzo, San Massimo e S.Andrea di Foggia), Amandolesi (territorioconispondente alle attuali frazioni di San Martino di Noceto, S. Maria del Campo, San Pietro di Novella, Montepegli, SanQuirico e gli attuali sestieri di Cerisola e Cappelletta), Borzoli (che comprendeva San Maurizio di Monti, gli attuali sestieridi Borzoli e di Seglio, S. Ambrogio, Zoagli, Semorile e San Pietro di Rovereto) ed Oltremonte.

COSA SONO LE FESTE DI LUGLIOLe feste dedicate alla patrona, conosciute come Feste di luglio, si svolgono in tre giorni, l’1, il 2 e il 3 luglio, giorni nei quali i vari Sestieri cittadini dannovita a spettacoli pirotecnici notturni. Ogni anno, a rotazione, viene scelto un sestiere cui affidare il compito di rendere onore alla Madonna, specie nelfamoso Panegirico di Mezzogiorno. La mattina del 1 luglio, alle 8 in punto, i due sestieri estratti a sorte con colpi fragorosi (detti reciammi – richiami),effettuati da mortaretti liguri, salutano la messa in cassa (ossia quando la statua d’oro e argento della Madonna viene posta sull’arca argentea). Intantodalle postazioni sul lungomare i restanti quattro sestieri salutano con ventun colpi di mascoli per rendere il loro saluto.Di sera, dopo i vari saluti dei sestieri (detti sparatine) i fuochi d’artificio illuminano lo specchio acqueo rapallese. In attesa dello spettacolo pi-rotecnico vengono posizionati in mare i lumini o lumetti rapallesi (piccoli oggetti cilindrici in carta resistente contenenti un lumino di cera ac-ceso). Il giorno seguente l anniversario dell’Apparizione, a mezzogiorno il sestiere di turno organizza il cosiddetto Panegirico. Sul lungomareVittorio Veneto si posizionano i mortaretti o mascoli liguri (a Rapallo detti anche ramadan, ovvero gran fragore) e dopo l’accensione dei bottiun denso fumo invade il litorale rapallese. Particolarmente suggestiva è la serata conclusiva del festeggiamenti, il 3 luglio, quando una lungaprocessione composta dai portatori di Cristi e dall’arca argentea con la Madonna di Montallegro attraversa il centro cittadino. Di particolareresa spettacolare è infine lo scenografico incendio del Castello sul mare, ovviamente simulato e dal valore prettamente simbolico, per il qualesi utilizzano fumogeni rossi e fuochi che si aprono a cascata sul mare.

1 Luglio 2012

ore 8 “Saluto alla Madonna”Accensione di mortaletti da parte

di tutti i Sestieri;spettacoli pirotecnici “a giorno”dalle chiatte a cura dei Sestieri:BORZOLI eseguito dalla ditta

Catapano Giuseppe (Na), COSTAGUTA eseguito dalla ditta

Bruscella Bartolomeo & f.lli (Ba)* * *

ore 22,15 “Saluto alla Madonna”Accensione di mortaletti da parte

di tutti i Sestieri;* * *

ore 22,30 “Palio dei Sestieri”Spettacoli pirotecnici “a notte” dalle chiatte a cura dei Sestieri:BORZOLI eseguito dalla ditta

Catapano Giuseppe (Na), COSTAGUTA eseguito dalla ditta

Bruscella Bartolomeo & f.lli (Ba)

2 Luglio 2012

ore 12 “Sparata del Panegirico”a cura del Sestiere SAN MICHELEseguito dallo spettacolo pirotecnico

“a giorno” dalla chiatta eseguitodalla ditta Lieto Ugo Fireworks (Na)

* * *ore 22,45 “Saluto alla Madonna”Accensione di mortaletti da parte

di tutti i Sestieri;* * *

ore 23 “Palio dei Sestieri”Spettacoli pirotecnici “a notte” dalle chiatte a cura dei Sestieri:CERISOLA eseguito dalla ditta

La Rosa Fireworks (Pa)CAPPELLETTA eseguito dalla ditta

Pirotecnica Tigullio di BavestrelloGiovanni (Ge)

ore 22,00 c.ca “Saluto alla Madonna”Accensione di mortaletti da parte ditutti i Sestieri, in concomitanza conil passaggio dell’ “Arca argentea”

sul lungomare Vittorio Veneto;* * *

ore 22,15 c.ca “Sparata dei ragazzi”a cura della Sestiere BORZOLI “

seguita dallo spettacolo pirotecnico“a notte” dalla chiatta e dal tradizio-

nale “Incendio del Castello”eseguito dalla ditta B.L.B. Firework

di Liccardo Benito Bruno (Ge)* * *

ore 23,15 c.ca “Saluto alla Madonna”Accensione di mortaletti da parte

di tutti i Sestieri;* * *

ore 23,30 c.ca “Palio dei Sestieri”Spettacoli pirotecnici “a notte”dalle chiatte a cura dei Sestieri:SAN MICHELE eseguito dalla ditta Lieto Ugo Fireworks (Na)

SEGLIO eseguito dalla ditta Pirotecnica Vesuvio

di Castagnozzi E. e Scudo G. (Na)

www.festediluglio.itSi ringrazia per la collaborazione il Comitato dei Sestieri e il sito

3 Luglio 2012

Page 5: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Per noi rapallini c’è un momentodell’anno che ha un sapore tutto

particolare, si percepisce un fer-mento che si diffonde nell’aria cherespiriamo, c’è una gioia specialeche sale dal cuore e si sprigiona neglisguardi festanti che accompagnanoi preparativi per quello che è l’eventodell’anno per eccellenza: le feste di lu-glio in onore di N. S. di Montallegro.Ricordo i racconti di anziane zie, deimiei nonni, i quali mi narravano cheanche nei momenti più difficili dellaloro esistenza, in una vita piena distenti e di problemi, tutto si fermavanel giórno da Madonna e ci si mettevail vestito migliore e le scarpe pe anâ alùggiu.Tanti sono i ricordi e gli aneddoti ri-guardanti la festa del’1, 2 e 3 luglioma c’è un momento particolarissimodi cui spesso non si parla: la Novenadell’Alba, testimonianza autentica diuna fede profonda e radicata che cer-tamente aiuta a capire quanto i rapal-lini tengano a questa festa la cuiesteriorità, spesso criticata, altri nonè che la facciata di un profondo e sen-tito legame con la Madonna di Mon-tallegro. La festa è in Suo onore e intanti faticano per renderla bella e te-stimoniare l’amore che Rapallo ha perla sua patrona.Puntualmente il 23 giugno inizia la No-vena e in tanti, tantissimi, da quellanotte intraprendono un cammino lungonove giorni. La tradizione vuole che siraggiunga Montallegro a piedi permezzo dell’antica mulattiera che dallaChiesa di San Francesco, per San Bar-tolomeo e il Pellegrino, conduce allasommità del monte dove alle 4.30viene recitato il S. Rosario e alle 5.00viene celebrata la S. Messa in modoche alle 7.30 si possa essere di ritorno

a Rapallo per svolgere puntualmente leproprie attività quotidiane. Detta cosìsembra devastante! Effettivamente lafatica è tanta, se si considera l’ora, lasalita, il caldo e il fatto che chi partecipaalla novena ripete questa attività perben nove volte di fila e poi di giorno vaanche a lavorare, però chi non l’ha maifatta non sa quanto speciale sia questomomento e di quanto stupore e mera-viglia si venga pervasi ascendendo alsantuario.La partenza, quasi a notte fonda è de-cisamente traumatizzante, quella sve-glia che puntualmente suona alle duee mezza ti fa seriamente pensare achi te lo fa fare, poi ci si fa coraggio esi parte raggiunto il luogo da cui si pro-cede a piedi e così inizia la salita. E’dura, il caldo che trasuda dalla terra tiavvampa e proprio quando ti sembradi non farcela dietro una curva si apreuno scenario indimenticabile: un verospettacolo. Ecco ai tuoi piedi il golfo as-sopito nelle sue luci, il mare e il Montedi Portofino che pare stia dormendocome un vecchio gigante che giace sul

mare. E’ bello da levare il fiato; allora siiniziano ad assaporare il profumo delleginestre, dell’erba bagnata di rugiada,si ascoltano i silenzi e i rumori dellanotte. Si procede per i tornanti e manmano che si sale la vista è sempre piùbella e in lontananza si sentono lecampane che suonano. Si raggiunge ilrissêu lungo e si prende fiato, ormai lastanchezza è tanta ma ti scivola sopraperché la meta è vicina, tra le frondeappare il santuario illuminato e la sen-sazione che ti pervade è che non vor-resti essere in nessun altro posto.Intorno a te tanti rapallini, e non solo,che hanno scelto di alzarsi e di veniresul monte proprio come te, visi stan-chi, sudati, paonazzi ma felici, volti cheporti nel cuore e che quando durantel’anno incroci per strada saluti pur nonsapendo niente di loro ma dici “si lo co-nosco viene alla novena!”.In chiesa poi chi arriva prima tiene ilposto, perché anche se è l’alba si è intantissimi e spesso è gremito anche ilpiazzale. Si prega e si canta, il cuore èleggero e la fatica è svanita. Anni ad-dietro, quando la burocrazie non la fa-

ceva ancora da padrona, al momentodella Benedizione Eucaristica, i mas-sari dei sestieri stendevano e davanofuoco a una sparata di mortaretti; ri-cordo che la prima volta mia zia midiete una gomitata e mi disse “non tispaventare che adesso sparano”.Ho iniziato ad andare alla novena conmia zia, poi negli anni è diventato unrichiamo a cui non si può non rispon-dere. Ricordo che negli anni dell’uni-versità andavamo alla novena e poi asostenere gli esami ma mai ci sa-rebbe venuto in mente di saltare unasera per essere più freschi il giornodell’esame. Oggi posso dire che gliesami di fine giugno sono sempre an-dati benissimo!Ora ho un bimbo piccino, e so che que-sta volta sarò io a dovergli traman-dare l’amore per la Madonna diMontallegro e la grande gioia di alzarsia notte fonda per ascendere al MonteAllegro, onorando quella fedeltà che inostri avi hanno promesso alla Ma-donna che il 2 luglio del 1557 è ap-parsa a Giovanni Chichizola per noitutti.

COMPRAVENDITACONSULENZA - PERIZIE

Via Cairoli 12 - 16035 RAPALLO (Ge) Tel. 0185 273093 - Tel & fax 0185 50018

www.iltimone.it [email protected] - [email protected] Mauro Cordano e Roberto Orsi

MONTALLEGRO

Per nove giorni i “rapallini” si recano all’alba al Santuario: molti partono a piedi alle quattro del mattino

Feste di Luglio: la Novena dell’alba

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

TRADIZIONIdi Annalisa NOZIGLIA

5

Page 6: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Tornano ancora una volta lefeste patronali con tutto il loro

fascino e Rapallo apre una breveparentesi nella sua esistenza mon-dana di stazione turistica cosmo-polita per tuffarsi avidamente nelfolclore del passato, nel vivo di unaintatta tradizione religiosa.In questi tre giorni Rapallo è dei ra-pallini, si dice, di quelli autentici, sem-pre più rari, e lo sventolio dei vessillidegli antichi sestieri è l’espressionevisiva di una romantica atmosferache rinnova il ricordo di antiche con-tese tra fazioni, di sfide tra quartieri,nel ristretto ambito delle mura del Li-bero Comune. Gli estranei, i “foresti”,non capiscono totalmente quanto av-viene in queste giornate di sagra edalcune espressioni di esaltazione po-polare appaiono perlomeno straneper la loro fragorosità. Ma per il ra-pallese che conserva ancora integranell’intimo la sua fedeltà alla VergineBella scesa oltre quattro secoli fanella calura meridiana sulla cima delMontallegro basterà il rintocco fe-stoso della campana all’alba delprimo giorno di Luglio per risentireveemente lo slancio di una devozioneprofonda e il desiderio irrefrenabiledi correre al lungomare e salutare,col rimbombo dei mortaletti, la festapiù grande, la ricorrenza più attesa.Alle otto del mattino in basilica, le fe-stività patronali si aprono con una ce-rimonia dalla quale traspaionosentimenti di profonda venerazioneper la Vergine di Montallegro intro-nizzata sulla sua antica arca proces-sionale che i rapallesi gelosamente

seppero custodire. Ed è coinvolgenteosservare il gruppo di fabbricieri cherecano trepidanti, dal luogo ove per ilresto dell’anno viene custodita, quellache volgarmente viene chiamata “Acascia da Madonna”. Per i massariche offrono il loro servizio con slan-cio e fedeltà alla parrocchia e per le“zelatrici”, che curano i paramentisacri e gli arredi, si può affermareche questo è il momento più gratifi-cante e non manca la commozionenel toccare la statua in argento ri-producente il testimone Giovanni Chi-chizola, gli angeli che fanno dacorona all’Icona donata da Maria sulMontallegro e l’effige di Colei che ènostra patrona e madre. Un’arcache ha una sua complessa storia eche è giunta sino a noi per l’impegnogeneroso e solidale degli avi. Al 1668risale la realizzazione da parte del-l’argentiere Felice Porrata di unaprima “cassa” processionale, mentre

nel 1779 si commissionò all’artistaLuigi Vitale l’esecuzione di una ancorpiù ricca composizione. Occorsero22 libbre d’argento e pochi annidopo l’arca ricevette ulteriori abbelli-menti. Quando, per gli avvenimentistorici legati a Napoleone, un prov-vedimento, a seguito della Legge 5aprile 1798 della Repubblica Ligure,vide il commissario del Governo prov-visorio Giuseppe Avanzino requisireori e preziosi delle nostre chiese,anche l’arca argentea della Ma-donna venne coinvolta all’azione disequestro.I Rapallesi reagirono vivacemente e,aperta una pubblica sottoscrizione,riscattarono per la cospicua sommadi Lire genovesi 4.126 la “cassa”sulla quale il nuovo regime impose ditogliere lo stemma del nostro Co-mune, sostituito allora dal mono-gramma di Maria.Nel 1838 a Francesco Maria Ca-nepa la masseria commissionò nuoviarricchimenti all’arca, salvaguar-dando gli elementi preesistenti. Laspesa di oltre 20.000 lire vennefronteggiata con la raccolta nei se-stieri di olio, grano e fichi secchi da ri-vendere, coi contributi dei marinaidella Compagnia di S. Erasmo, del-l’Arciprete Domenico Ginocchio e dirapallesi trasferiti in varie parti d’Ita-lia e nelle Americhe. venne ancheproposto alle maestre merlettaie divendere alcuni manufatti. Ne derivò,tra l’altro, una corona d’oro posta sulcapo della statua della Vergine, delvalore di lire 1.400 di allora, chereca la scritta “Le zitelle merlettaierapallesi”.Lo scorrere inesorabile degli anni halogorato ai margini, nei contorni, ilprogramma di queste solennità e leesigenze legate al progresso, la mu-tata fisionomia di Rapallo, hanno im-posto talune rinunzie o modifiche inun cerimoniale che possedeva e

possiede sue proprie regole. “O primmo tio o l’è de Langan”si diceva un tempo, ma da anni ormaile banchine e i moli del porto tac-ciono nel colloquio pirotecnico che siintesse a più riprese. La salvaguardiadegli yachts, dei motoscafi, delle veleche affollano la darsena ha prevalsoe la teoria dei colpi, fragoroso rosarioche si espande sullo specchio delgolfo, si inizia ora dalle prossimità.È scomparsa anche la “Sparata deiragazzi”, almeno nella sua inizialeforma che vedeva teorie di fanciulliapprontare con la classica mezza pa-tata per fissare la polvere (aghigiunà,nel termine tecnico), migliaia di rug-gionsi mortaletti o comprimere amartellate, nelle viscere degli stessi,frammenti di mattone e calcinacci... Il serpente fiammeggiante non si di-stende più nel greto del torrente S.Francesco, oggi ricoperto, e più nonsi vedono le spericolate acrobazie delfochista lungo il corso d’acqua perrecare pronto il suo tizzone affocatoad evitare interruzioni sino all’incen-dio del fantastico “ramadan”.Sempre più difficile per i Sestieri ri-sulta reperire un’area che si affaccisul mare, sgombra di attrezzaturebalneari o marinare, che possa ac-cogliere la serie di “stucci” per lebombe, giganteschi organi dalle milleassordanti canne che lanciano alcielo fiori fantastici e cascate di stelle.Salgono le scale di molte case nuovei “massari” che vanno “a turno”, manon sempre ottengono lo speratocontributo per il loro sestiere, ancheperché non tutti conoscono il valoreed il significato del “panegirico”.Gradatamente si è indebolito e fattopiù tenue, anche il discorso, la vocedelle feste: il rumore. L’esigenza di tu-telare il riposo, la serenità notturnadell’ospite, ha imposto di ridurre l’am-piezza delle “sparate” e così grada-tamente perde il suo valore l’antico

Feste di Luglio nella storiaAMARCORDE c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

TRADIZIONIdi Pier Luigi BENATTI

6

Le solennità in onore della Vergine apparsa a Montallegro. Una secolare devozione che unisce un popolo

Page 7: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

adagio che definiva proverbiale perla pesante sonnolenza generale ilgiorno 4 di luglio... Quando si era re-duci dalla eruzione pirotecnica chefiniva allo spuntare del sole dietro aS. Ambrogio. Ma il fremito che nellegiornate di vigilia percorre la cittàè sempre il medesimo e mani de-vote ancora adornano di fiori e lucigli altarini e le effigi della Verginesulle facciate delle case all’inziodella Novena.Le luminarie nelle vie, il dondolarsipigro dei “lumetti” sulle onde, l’in-cendio del castello, le fastose ceri-monie nella Basilica e lassù alSantuario, l’Arca argentea della

Madonna che passa nell’abitato, icolossali ceri che ardono dinanzi alQuadretto miracoloso, le girandoleed i razzi, le “spaccate” e le “volate”sono, con mille altre le componentidi un prezioso mosaico di devozionemariana che è parte indissolubileed inalienabile dell’animo dei rapal-lesi, che annulla tendenzepolitiche, diffe-renze so-

ciali, contrasti e divergenze. È unprezioso tesoro cui nessuno vuolee può rinunciare perché al di sopradella frenetica e convulsa vita chela società moderna conduce. Lamente vola sempre, e soprattuttonell’ansia della necessità di aiuto,lassù su quella roccia incorniciata

dal verde cupo dei lecci dove sostòbrevemente Maria lasciando undono e la promessa d’una maternaprotezione.Lassù, tra le migliaia di cuori ar-gentei e di quadri che raccontanonaufragi e pericoli scampati, la spe-ranza rifiorisce, la preghierasgorga con fiducia, il futuro apparemigliore. Tutto questo, ogni anno,

all’inzio di luglio, sentono nelcuore i “rapallini” ed è quindi

logico che strappino tregiorni al calendarioper donarli intera-

mente alla loro Madredel Cielo.

Page 8: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Piazza Garibaldi, 23 16035 Rapallo (GE) tel. 018551736Chiuso il mercoledì - orari di servizio: 12,30-14,30 e 19,30-22,00

Trattoria a Rapallo dal1 9 6 3

da Mariowww.trattoriadamario.com - [email protected]

Feste di Luglio in pillole

IL PANEGIRICOViene appunto acceso ai rintocchi delle dodici, ogni due luglio, con attenzione maniacale al rispetto del suoorario storico – tradizionale. Di norma, l’organizzazione spetta ciclicamente a tutti i Sestieri, secondo ilturno dei Reciammi: di anno in anno, l’onere e l’onore organizzativo interessa San Michele, Seglio, Borzoli,Cerisola Cerisola, Cappelletta, Costaguta e… così via, ricominciando da San Michele. Quest’anno per l’edi-zione 2010 l’onore di Onorare Nostra Signora di Montallegro spetta al Sestiere Cappelletta. Non dimenti-

chiamoci il rito dell’ “Andare a turno”, cioè raccogliere le offerte. È una delle ritualità più antiche legate alla festa e coinvolge tutti i volontari dai più giovani aglianziani che, a partire dal 23 maggio al 3 Luglio, si recano casa per casa con la “sacchetta” per chiedere unobolo per i fuochi.

I MORTALETTII mortaretti furono importati, dalla Sicilia, si dice, da un certo signor Pescia, commerciante di cereali che tra-sportava a mezzo di velieri da Palermo a Rapallo grano, avena, fave, vino, agrumi ecc.Questo signore aveva sposato una della famiglia Fontana, allora proprietari dei caseggiati di piazza Orientaleo da Basso (l’attuale piazza Garibaldi), uno dei più ricchi casati di allora.Portò il culto anche in Parrocchia di S. Rosalia e S. Lucia che nel XVII secolo furono proclamate compatronedell’attuale basilica. Dunque i mortaretti furono portati nel detto secolo, mentre i “fuochi” si conoscevano già.I mortaretti erano fino alla fine dell’Ottocento di ferro, mentre coi primi anni di questo secolo i sestieri, manmano che avevano risparmiato qualche soldo, li sostituirono in una miscela di ghisa, materiale più sicuro,”

I LUMETTI “RAPALLINI”Già Agostino Molfino parla dei lumini galleggianti posti nello specchio acqueo, la cui invenzione èattribuita dal canonico Stefano Cuneo ad un anonimo sacerdote. Il metodo e gli ingredienti per laloro fabbricazione furono (e sono tutt’oggi) gelosamente custoditi e costituirono per gli spettatoriun suggestivo mistero. In realtà i lumetti rapallini sono confezionati a mano, ripiegando rettan-goli di carta colorata, ripiegata a mo’ di barchetta, al cui interno è colato grasso fuso e cera chearde grazie ad uno stoppino, posto nel centro, che si accende al momento della posa in mare. Oggila tradizione sopravvive grazie al merito di poche famiglie e di alcuni appassionati, che le hannoaffiancate. Per i festeggiamenti del 1939, secondo centenario della proclamazione della Ma-donna a Patrona del Capitaneato rapallese, furono posti in mare ben settemila lumetti.

LA PROCESSIONE E I “CRISTI”Una delle principali attrattive delle feste di luglio è costituita dalla Processione della sera del 3 luglio, durante la qualel’Arca Argentea della Madonna viene trasportata nelle principali vie cittadine . Nella processione però fra tutte lecomponenti che la animano si segnalano soprattutto i “portatori di cristi“. I Crocifissi sono in genere da cinque adieci ; i più pesanti arrivano sui 170 KG. I “portatöei” avanzano lentamente in cappa bianca e il “ tabarrin” con i co-lori della Confraternita cui appartengono. Ogni tanto la processione si ferma, perchè si fanno avanti gli “stramöei”, cioè le persone che operano il trasferimento del Cristo da un portatore all’altro; è il momento più difficile e pochilo sanno. Gli stramöei sono i più forti. Essi con una mano sul calcio e l’altra sul chiodo, con uno strappo molto de-ciso sollevano il corpo del cristo e lo posano nel “crocco” del nuovo portatore, cioè in quella tasca di cuoio sorrettadal cinturone e dalle bretelle, in cui si colloca il calcio del Cristo. La tradizione delle Confraternite e dei Cristi è an-cora molto forte in tutta la Liguria e continua a resistere al tempo e al mutare delle usanze e dei costumi.

Page 9: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Feste di Luglio in pillole

L’APPARIZIONEE’ venerdì 2 luglio 1557, Giovanni Chichizola, popolano di S. Giacomo di Canevale o, secondo altri, di Coreglia (piccolicentri questi dell’entroterra rapallese), tornando da Genova dove era andato a vendere suoi prodotti, si ritrovò sulmonte Leto (monte di Ponzema) pare a guardare – come sogliono dire i pastori il suo bestiame, forse lasciato in cu-stodia a questi, che ne radunavano di vari padroni custodendoli per essi. Era di primo pomeriggio e il caldo era grande.Per questo e per la stanchezza del lungo viaggio – un mezzo centinaio di Kilometri. – Giovanni Chichizola sentì il bi-sogno di fare una breve sosta all’ombra di un modesto sperone di roccia e si addormentò. Nel risvegliarsi da un brevesonno ristoratore, vide poco distante, quasi a ridosso di una sorgente di acqua freschissima, una “Tavolina” su cui eraraffigurato il Transito di Maria SS. Si tratta di una tavoletta in legno di pioppo, delle dimensioni modeste di cm. 18×15,incavata ad arco nella parte superiore e nella quale, come è stato notato, erano rilevabili già quattro secoli addietro,i segni del tempo e qualche tarlatura, ma che non ha conosciuto poi ulterioricorrosioni e oggi si presenta in tutta la vivezza dei colori originali. Da alcuni fuattribuita a S. Luca evangelista, da altri a S. Luca eremita vissuto nell’XI secolo;e a quest’epoca l’attribuisce la perizia effettuata durante il recente restauro.

Ignorando il prosieguo della strana avventura che già gli sconvolge la quotidianità, il pover’uomo tenta di capire lestrane figure che l’Immagine esprime, ma inutilmente. La pietà popolare, invece, non tarderà a decifrare l’Immaginedonata; e nella “Dormizione” leggerà la ferma decisione di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, di essere ospitatalà, dove è più difficile accogliere le prove di un’esistenza segnata dal dolore. Il “Quadretto”, così lo chiameranno i rapallesi,si rivelerà presto Segno e mediazione misteriosa di un affettuoso e provvidenziale proposito di Maria, madre di Gesù:sostare definitivamente sul monte che sovrasta Rapallo. Dopo l’Evento il monte sarà chiamato Monte Allegro.IL QUADRETTO BENEDETTOL’immagine venerata è una tavola greco-bizantina, su cui sono raffigurati il Transito della Madonna nell’abbraccio dellaSantissima Trinità, che ne accoglie l’anima, espressa quest’ultima nelle fattezze di una bimba. Un’aureola d’oro cir-conda il viso della Madonna. L’icona è incastonata in una cornice d’argento del 1743, ed è collocata sopra l’altare mag-giore del Santuario. Il misterioso quadretto, ritrovato sul luogo dell’apparizione, illustra la “dormitio” della Vergine Santa.Nella dolcezza della raffigurazione manca completamente qualsiasi elemento realista. I personaggi sono rappresen-tati in un atteggiamento fisso- ieratico. La corporeità è “sottilizzata”; l’espressione dei volti è come trasfigurata in unadimensione fuori del tempo e dello spazio, poiché essi appartengono già al mondo celeste e sono rivestiti, a somiglianza del Cristo, di un corpo incorruttibile.I gesti e i movimenti sobri suggeriscono l’immobilità del riposo in Dio. Secondo la tradizione l’icona infatti non si limita a raffigurare il divino, ma ne è essa stessacome imbevuta.

LA SPARATA DEI RAGAZZILa sparata dei ragazzi all’origine si teneva quando l’arca della Madonna si trovava sul ponte SanFrancesco; era nel greto del torrente perché non era stato ancora coperto.Poi i ragazzi, risparmiati pochi soldi, davano fuoco ai mortaretti, magari rubati ai sestieri durante lesparate, e salutavano così a loro modo la Madonna.In seguito si fecero in comitato e, andando a questuare, la sparata divenne una delle più belle at-trattive.Alla fine di questa bella e lunga sparata si alzavano dal castello centinaia di razzi dai colori variopintiche si spargevano nel cielo e la gente al seguito della processione applaudiva a lungo. (da Antonio Scazzola)

1

LIONS CLUBSanta Margherita Ligure Capitaneatodi Rapallo

Portof inoRapalloS. Margherita LigureZoagli

welcometigullio.it

edition 2012-2013 www.welcometigullio.it

- O

ppor

tunities - History Notes - Spo

rt - Cooking

Sightseeing -Shopping - Ma

ps

Associazione“Il Cuore”

Si acquistano nei punti vendita pubblicizzati

disponibilenelle IAT

del Tigullio

È in uscita la nuovaGUIDA

TURISTICA

www.citronbleu.it/Monete.html

Page 10: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Luglio è “il mese più crudele”(parafrasando T.S. Eliot, che

sparlava di aprile), ma anche giu-gno non scherza. Almeno per unacategoria, quella degli studenti -vario ordine e grado – impegnatinegli esami di rito. Ci sono passataanch’io, e con me tanti ex ragazzi:furono le prime prove di un certoimpatto con la vita, sciocchezze ri-spetto a quanto ci attendeva nel fu-turo. Erano giorni di ansia, fuori dallimbo casalingo ovattato, dalle mat-tine soltanto abbiocco e biscotti; cisi immergeva – svelo per me – neicrampi addominali da terrore, primiembrioni della gastrite ora concla-mata.Ho un preciso ricordo della vigilia: inTV trasmettevano “Giochi senzafrontiere” e d’improvviso scopriil’esofago attanagliato da unamorsa, gli occhi a pulsare quanto ibattiti del cuore. L’unico rimediopossibile, mi sembrò quello di duepasticche di Alka Seltzer in altret-tante dita d’acqua bollente: via ingola di botto tappandomi il naso, el’effetto fu quasi immediato. La spa-valda che portava i libri ai “Bagni Ti-gullio”, per poi chiuderli in virtù dei

giochi d’acqua, realizzò che si fa-ceva sul serio. E un team di estraneimi avrebbe giudicata davvero, terri-bile per chi possiede l’ascendentezodiacale in Leone. Notte di incubi,di crampi, di fastidio. E la due-giornidegli scritti, acusticamente, fu unacatastrofe: italiano il 1^ luglio, det-tatura tra il saluto dei Sestieri allaMadonna di Montallegro; matema-tica (orrore!) il 2, tentativi di frode asuon di bisbigli e bigliettini quandoimpazzava la “sparata dei ragazzi”.E dopo fogli protocollo e mortaretti,il cammino insidioso verso gli orali:dovetti ammettere che nella mia ge-stione di studio esisteva qualchepecca, limitare l’impegno alle mate-rie amate non funzionava più. Bum!Un contraccolpo inguaribile, nem-meno quattro Alka Seltzer potevanorimediare. Dovetti chinare la testa(parzialmente, sia chiaro…) e in qual-che modo ne uscii, l’aria tornava li-bera e chiara, nuovamente the ebiscotti – con abbiocco – di mat-tina. Finché… ecco il mondo del la-voro, e più tardi l’università; eancora crampi, nausee, salivazioneazzerata, mani due spugne. Ognigiorno un problema da risolvere,

che in confronto la ro-tazione di un trapezio(“ma a chi serve?” ec-cepivo in classe) erauna passeggiata. Adesso mi scopro avoler rifiatare, trat-tengo esausta i legamicon l’adolescente osti-nata che proclamava il“bianco o nero”. Ho do-vuto digerire molti,troppi grigi; lo farannoanche altri, è una legge non scritta.Ma quando riascolto “Notte primadegli esami” di Venditti, c’è semprequalcosa a provocare un singulto: lì,proprio nell’esofago, negli addomi-nali ormai duri come il legno a furiadi peli cresciuti sullo stomaco. E sela nostalgia è per quei primi versi,con i ragazzi spensierati e una chi-tarra, resta l’ineluttabilità verso quel“giorno che muore”. Quanto è pas-

sato e vorremmo riafferrare, anchesolo cantando, per spiegarlo a chiora c’è immerso e lo vive con glistessi tormenti. Gli ostacoli si ab-battono - soprattutto – con l’unione.E se noi adulti facessimo un passoindietro, rivedendoci, per dare forzaa chi è sulla linea dello starter in at-tesa del via, ecco che “questa” nottee le tante che verranno potrebberoessere condivise. Nostre.

AMARCORD

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

ANNI SETTANTA10

di Silvana GAMBÈRI GALLO

La notte prima degli esami...

“Con il caldo estivo e i botti di luglio che ti rintro-navano nelle orecchie tutto sapeva di congiura...”

Corso Assereto 1A - 16035 Rapallo (+39) 0185 51306(4 linee con ricerca automatica)www.velabus.it [email protected]

04-08 5 giorni Parigi “Ville Lumière” . . . . . . . . . . .da € 610,0004-08 5 giorni La Valle del Reno . . . . . . . . . . . . . .da € 510,0004-08 5 giorni Speciale Amsterdam . . . . . . . . . . . .da € 487,0005-12 8 giorni Spagna Classica . . . . . . .In aereo da € 890,0010-15 6 giorni Valle della Loira . . . . . . . . . . . . . . .da € 690,0011-15 5 giorni Speciale Praga . . . . . . Low cost da € 384,0011-15 5 giorni Speciale Budapest . . . . Low cost da € 398,0013-15 3 giorni Canyon du Verdon . . . . . . . . . . . . da € 310,00

e Isole Porquerolles13-15 3 giorni Provenza e Camargue . . . . . . . . . da € 340,0014-21 8 giorni Tour della Sicilia . . . . . . In aereo da € 935,0018-22 5 giorni Capri e Costiera Amalfitana . . . . . da € 605,0018-24 7 giorni Londra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . da € 1.030,0019-22 4 giorni Lourdes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . da € 395,0019-22 4 giorni Speciale Vienna . . . . . . . . . . . . . . . da € 375,00

19-26 8 giorni Spagna Classica . . . . . . In aereo da € 890,0020-22 3 giorni Il Trenino Rosso del Bernina . . . . .da € 360,0020-22 3 giorni Zermatt . . . . . . . . . . . . . In aereo da € 370,0021-28 8 giorni Soggiorno nel Tirolo Austriaco . . .da € 850,0025-02 9 giorni Normandia e Bretagna . . . . . . . . da € 1.220,0026-29 4 giorni Speciale Disneyland Paris . . . . . . . da € 312,0026-29 4 giorni Tour Alsazia . . . . . . . . . . . . . . . . . . da € 410,0026-29 4 giorni Tour della Foresta Nera . . . . . . . . da € 450,0026-02 8 giorni Spagna Classica . . . . . . In aereo da € 890,0027-29 3 giorni L’isola del Giglio . . . . . . . . . . . . . . da € 360,0027-29 3 giorni L’isola di Ponza . . . . . . . . . . . . . . . da € 360,0027-05 10 giorni Il cammino di Santiago . . . . . . . . . . da € 990,030-08 10 giorni Soggiorno Val Pusteria . . . . . . . . da € 1.050,0030-05 7 giorni Gran Tour dell’Ungheria . . . . . . . . da € 695,0030-05 7 giorni Tour della Croazia . . . . . . . . . . . . . da € 880,00

I viaggi di Luglio

Page 11: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Da troppi anni a Rapallo si conti-nua a parlare di “cultura”, “turi-

smo” e poco di ”rumori”. Se ne parlasenza però affrontare i rispettivi temiseriamente. I primi due da troppotempo latitanti e il terzo invece, indi-sponente per eccesso di presenza.Quest’ultimo poi, da anni, non vienecombattuto; e sì che è uno dei pochi ri-chiami turistici del quale potremmovantarci, se lo combattessimo. È quindiuna battaglia che non costa, ma chegarantisce la vittoria. Con i tempi checorrono, sono poche le Città che pos-sono alzare una ipotetica bandiera con“divieto di segnale acustico”, auspica-bile quanto quella “BLU”, a significareche qui si è dato grande peso allaquiete e al relax; in una parola, al silen-zio. Silenzio che non vuol dire noia oraccoglimento claustrale. Anzi: per-metteremmo ai turisti, ma anche a chiqui vi abita, lavora e…..paga l’IMU, ed èla maggioranza, di sentire i suoni dellanatura anziché quelli degli “scappa-menti” emessi dalle marmitte truc-cate. Da troppi anni subiamo l’incuriacon la quale si è sempre ignorato, adogni estate, il problema dell’incontrol-lato rumore che esaspera chi vor-rebbe dormire, perché di giorno lavorao va al mare ma poi alla sera vorrebbevivere in un’atmosfera non inquinatadai rumori. D’estate poi, con la chiu-sura serale della passeggiata a mareal transito veicolare per permetterneuna miglior fruizione ai tanti attiraticolà dagli eventi che vi si organizzano,succede che la forzata deviazione dellaviabilità sulle vie interne, le più abitate,convoglia colà tutti i rumori, se nonperseguiti per tempo. All’alba poi co-minciano i camion che portano le der-rate deperibili; sostano tenendo imotori accesi per alimentare i loro fri-goriferi. Chi dorme (si fa per dire) conle finestre aperte cercando un po’ direfrigerio, deve sopportare tutto que-sto. Basterebbe fornire a due o tre Vi-

gili urbani dei fonometri, posizionandoliall’inizio e alla fine delle vie incriminate,per documentare i rumori eccessivi ecolpire gli inadempienti con sanzioniimportanti. Potete star sicuri che inbreve le voci si diffondono e i trasgres-sori, una volta multati, saranno i primiad avvisare i “colleghi”. Certo ci vuolerigore, ma questo è un caso in cui lostesso trova il consenso dei cittadini.Dopo i primi penalizzati, l’esperienza in-segna che gli altri trasgressori o cam-biano registro o … pagano. A Senigallia(Ancona) l’hanno fatto e, in un tempoassai più breve del previsto, tutto si èrisolto.Queste cose l’abbiamo già scritte ma,all’epoca, era invalso l’uso da parte diqualche responsabile, di leggere sologli elogi e scartare stizzosamente isuggerimenti.

Vogliamo ora riparlare della Cultura edel Turismo che sono l’una legata al-l’altro. Certo il nostro recente passatosi sperava non essere d’esempio ainuovi Amministratori, se non comecomportamento da stigmatizzare enon seguire. Purtroppo, a dire il vero,non si sono letti nuovi nomi importantiper questi due Assessorati. Anzi pare,da quel poco che si riesce a capire daquesto inizio Giunta, quali siano i ri-spettivi Assessori “mirati”. Non un au-tore di pubblicazioni culturali nè, menoche meno, qualcuno che abbia dimo-strato capacità di organizzare Mostredi richiamo. Con queste premesse,non possiamo che essere pessimisti. Per anni si sono organizzate esposi-zioni di opere di second’ordine, appa-ganti forse solo chi le organizzava.D’altra parte da cotanta ignoranza nonpoteva nascere altro. Ma i nuovi? Sa-pranno organizzare un circuito vir-tuoso che sia di appoggio e sprone alCommercio della nostra Città, perchésono queste manifestazioni che de-vono attrarre visitatori. Per avere un

effetto positivo dovrebbero, non comeè successo nel passato, coordinarsicon i commercianti che finalmente sisono felicemente mossi. Questo abbi-namento offrirà allora ai visitatorieventi concomitanti, generando siner-gie positive, in modo da appagareanche interessi diversi. Un esempioper tutti: in concomitanza con le “ca-sette natalizie”, una mostra dei presepicome quelle che abbiamo visto, che haattratto oltre 15.000 visitatori, rende-rebbe la Rapallo natalizia, una metada non perdere.Il solo “green carpet” rischia, se nonadeguatamente sorretto da una qual-che Mostra o manifestazione impor-tante, di ridursi in una serata passataa mangiare all’aperto. Certo un po’poco per riuscire ad attirare, almeno inostri “vicini”. Cose meno che medio-cri, e noi di quelle in questi ultimi annine abbiamo viste, penalizzano tutte leattività cittadine. Con questa filosofiasiamo andati avanti per anni gestiti dapersonaggi intoccabili, anche se pale-semente mediocri: ma portavano voti.Dio voglia che chi oggi deve recupe-rare il tempo perduto non si limiti aguardare solo la soglia del proprioesercizio commerciale, senza alzareneppure lo sguardo sino a vedere cosa

succede dall’altra parte della strada.Inutile, velleitario e fuorviante conti-nuare a pensare a Congressi o Fiere. Ènotizia ufficiale di questi giorni, che gliuni e le altre, specie quelle importanti,stanno chiudendo i battenti. Non illu-diamoci: non è però un fatto tempora-neo imputabile alla crisi: In tutto ilmondo occidentale sarà così. I con-gressi saranno smagriti, ridotti nel nu-mero e sempre più per pochi e mirati.Per loro basteranno quindi le sale esi-stenti da noi e a Santa per soddisfarea qualsiasi esigenza. Rivolgiamo quindigli sforzi e i pochi mezzi, a dar risalto aRapallo. Il resto sono vuote parole,troppe volte ascoltate.Certo è che se gli incaricati a rilan-

ciare i due settori abbandonati, sonoresponsabili solo “part-time”, la ve-diamo brutta perché non basta unalaurea per fare cultura o, improvvisarsipromotori di turismo senza cono-scerne almeno le tecniche di base.Non vorremmo dover prendere attoche siamo caduti dalla padella alla …brace.Speriamo che gli assessori compe-tenti, ogni tanto, diano un’occhiataanche a questi tutt’altro che secondari“volani”. Non ci resta che sperare e vedere !

Tubi di scappamento, turismo e culturaRAPALLO

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

ESTATEdi Renzo BAGNASCO

11

Occasioni di Primavera

Via La Marmora, 25/A - 16035 Rapallo (Ge) - Tel. 0185 230212 - Fax 0185 270716www.chiavaresearredamenti.it [email protected]

Prezzi fortemente scontatisu TUTTA l’esposizione

-30% - 40% - 50%

Page 12: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

L’avventurosa storia del piroscafo Rapallo

Forse le Sorelle non eranoancora “Sette”, ma all’inizio

degli anni ’20, alcune societàpetrolifere straniere opera-vano già sul nostro territorio econ le loro navi spadroneggia-vano sui nostri mari.Per contrastare questa aggres-siva infiltrazione straniera, fu co-stituito in quegli anni a Milano il“Consorzio Utenti Nafta S.A.”(CUNSA), con l’obiettivo di rifor-nire direttamente le industriedel Nord Italia con l’approvvigio-namento e la distribuzione della“nafta” ad uso industriale. Fuscelto Vado Ligure come portodi discarica delle petroliere, dovegià esisteva un deposito costieroche fu rilevato ed ampliato. Questa idea d’indipendenza eco-nomica poteva realizzarsi, inizial-mente, soltanto con l’acquisto didue navi per il trasporto di pro-dotti petroliferi. All’epoca, tutta-via, non esisteva un vero eproprio mercato di petrolierepronte all’uso, ma furono indivi-duate due navi da ‘carico secco’in costruzione presso i Cantieridi Riva Trigoso. Le due unitàerano state impostate nel 1919con altri nomi, ma al momentodel varo furono chiamate:RAPALLO di 8500 tonnellate diportata (5800 t.s.l). RECCO di 8170 tonnellate diportata (5600 t.s.l.) La trasformazione delle dueunità da ‘navi da carico’ in ‘pe-troliere’ fu realizzata mentreerano ancora sullo scalo. Il risul-tato fu un compromesso tec-nico-costruttivo interessante: lecisterne erano separate da unasingola paratia longitudinale e davarie paratie trasversali, avendocosì solo cisterne laterali (dal1925 in poi, invece, si costrui-rono petroliere con tre file di ci-sterne, due ai lati ed unacentrale). I due scafi avevano an-cora i doppifondi a sistema cel-lulare ed estesissimi raddoppidella coperta per incrementarnela robustezza.Nel complesso l’operazione ‘si-dero-chirurgica’ riuscì bene e

per avviare questa importantis-sima attività nazionale, nacqueun ‘Servizio Marittimo’ condottoda esperti operatori liguri che,facendo capo al gruppo Barba-gelata, svilupparono il nascentesettore navale petrolifero su basimolto moderne.La Rapallo e la Recco naviga-rono per molti anni trasportandola nafta dall'America, dalla Rus-sia e dalla Persia (Iran) per VadoLigure, da dove veniva distribuitaagli acquirenti a mezzo carri-botte ferroviari.Il commercio petrolifero siestese presto anche al Veneto esi rese necessario stabilire unabase a Venezia che non aveva undeposito costiero. Si rimediò, ini-zialmente, noleggiando dalla Ma-rina Militare due piccolemotocisterne di circa 200 ton-nellate di portata: la Stige e laAcheronte, e successivamenteaffittando il deposito della Regia

Marina degli Alberoni, all’imboc-catura del canale di Malamocco.In tal modo la Rapallo e la Reccoallibavano agli Alberoni e, alleg-gerite di parte del carico, pote-vano entrare nel canale dellaBrentella e finire di scaricare alterminale.Nel 1925 la CUNSA, con l’incre-mento delle proprie attività,mutò nome in SNOM (SocietàNazionale Oli Minerali), semprecon sede a Genova, e nel 1926,divenuta Azienda Generale Ita-liana Petroli (AGIP), trasferì lapropria sede a Roma. In pienaespansione commerciale l'AGIPimpostò i nuovi programmi di svi-

luppo e stanziò le risorse neces-sarie per creare una flottad'avanguardia. Furono varate:4 motocisterne di 15.000 t.p.l.(destinate al lungo corso in-sieme alla Rapallo-Recco)

4 motocisterne di 2.000 t.p.l.(destinate al traffico con la Libiae l’Impero)2 motocisterne di 1.000 e 600t.p.l. (destinate al traffico con laDalmazia-Egeo)

Una nave coraggiosa e fortu-nata: ricordi di un “anonimo”comandanteLa pirocisterna Rapallo nel corsodella sua attività cambiò più volteil suo nome. Da una breve ri-cerca, potrei ritenere che ilnome originario dell’unità dovevaessere Vittoria, di bandiera ita-liana e progettata come navemercantile. Acquistata sullo

scalo di Riva Trigoso, fu trasfor-mata in nave cisterna e varatanell’ottobre 1921 e consegnatanel dicembre dello stesso annocon il nome Rapallo.Allo scoppio del conflitto, il 10giugno 1940, (la nave si trovavain Atlantico per andare a cari-care in U.S.A. e si rifugiò vuotaalle Canarie; in seguito uscì dalleacque territoriali Spagnole perandare a prelevare il carico dauna petroliera U.S.A. rientrandopoi alle Canarie - n.d.r.).cercò di raggiungere la Colum-bia e trovò rifugio a Cartagena(Mare Caraibico). Dopo l'8 di-cembre 1941 la nave fu confi-scata dal governo dellaColombia.Con l’entrata in guerra degliStati Uniti, la Rapallo fu acqui-stata dal governo USA e utiliz-zata per il sevizio mercantile. Futrasformata in nave-appoggioper la propria difesa, e fu armatacon un cannone da 4”, una dop-pia mitragliera da 3”, e otto mi-tragliere da 20 mm.Ribattezzata Polonaise e gestitadalla Marine Transport Co. diNew York City, viaggiò sotto ban-diera panamense trasportandofuel oil dai porti del golfo del Mes-sico, da Corpus Christi-Texas aiporti della costa atlantica fino aNew York. Inoltre effettuavaviaggi-shuttle nei carabi tra Cuba

NAVI

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

STORIE DI MAREdi Carlo GATTI

12

Il varo della Rapallo a Riva Trigoso. Fu la prima petroliera dell’AGIP

L’idea di dare nomi di città o re-gioni Italiane alle navi aziendalinasce prima dell’istituzione del-l’AGIP quando, per l’approvvigiona-mento di prodotti petroliferi, vennecostituito il Consorzio Utenti NaftaS.A. (CUNSA)

Page 13: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

e Duch West Indies. Transitòper il canale di Panama il 26 di-cembre 1943 facendo rotta perPearl Harbor, arrivando a Funa-futi Ellice Island ( isola poline-siana a metà strada tra le isoleHawaii e l’Australia) il 3 marzo1944. Da lì fece rotta per Ma-turo (Isole Marshalls) dove, l’8aprile 1944 fu acquistata dallamarina Americana sotto la re-sponsabilità della WSA (WarShipping Administration) e con ilnome di Manileno fu affidata alcomando del Com.te Eugene L.Mc Manus.Assegnata al servizio del 10°Squadrone, la Manileno fu utiliz-zata come nave stoccaggio peril rifornimento delle navi daguerra. In giugno fu allocata aEniwetock (atollo delle isole Mar-shall-Oceano Pacifico) per lostesso uso come nave riforni-mento ed in seguito dopo la con-quista delle isole Marianne,salpò per Guam (ancora oggi éla più importante base aereaamericana nel Pacifico) e lìoperò rifornendo centinaia dinavi e a sua volta rifornita setti-manalmente fino alla fine delconflitto.Nel periodo della sua presenzanel pacifico si calcola che abbiarifornito più di 200.000 tonnel-late di fuel oil alla flotta Ameri-cana.Partita da Guam il 29 ottobre

1945, attraverso il canale di Pa-nama, si diresse a Mobile (Ala-bama-USA) dove arrivò il 20dicembre. Vi rimase in attesa diordini dal 14 gennaio al 7 feb-

braio 1946, quando fu restituitaalla WSA.Cancellata dalle matricole dellaUs Navy il 28 marzo 1946, fuvenduta alla Società Ligure di Ar-

mamento di Genova e poi cedutaall’Agip il 19 maggio 1947, chele ridiede il nome originale Ra-pallo. Nel 1952 la RapaIlo, perquasi due anni, trasportò pro-dotti lavorati dal Mar Nero(costa Russa) al Mar Baltico(costa Russa) toccando i porti diCostanza, Helsinki, Leningrado,Stettino. La Rapallo navigò fino all’apriledel 1955, anno della sua demo-lizione avvenuta a Trieste”.

Fonti: - “Uomini e navi” – La flotta pe-trolifera ENI in ottanta anni distoria- “Le carrette degli armatori ge-novesi” – Pro Schiaffino –N.E.G

VEICOLI NUOVI IN PROMOZIONE FINO AL 31/05/2012

• MARCA VEM MODELLO OPEN, 1.3 BENZINA CON CASSONE RIBALTABILE TRILATERALE, BIANCO, SCONTATO EURO 14.000,00

• MARCA VEM MODELLO OPEN CASSONE FISSO, 1.3 BENZINA,BIANCO, SCONTATO EURO 11.300,00

• MARCA VEM MODELLO COVER, 1.3 BENZINA, BIANCOSCONTATO EURO 12.100,00

• MARCA GIOTTI VICTORIA MODELLO GLADIATOR, 1.3 BENZINA,CON CASSONE RIBALTABILE TRILATERALE, BIANCO,

SCONTATO EURO 14.000,00

• MARCA EFFEDI MODELLO GASOLONE FD29 4X2 RIBALTABILE TRILATERALE, CON KIT EDILIZIA, COLORE ROSSO,

SCONTATO EURO 23.500,00

• TATA XENON CABINA SINGOLA 4X2, 2.2 DICOR, CON ABS, COLORE BIANCO, SCONTATO EURO 14.000,00

• TATA XENON CABINA SINGOLA 4X4, 2.2 DICOR, CON ABS E A/C, COLORE ARGENTO, SCONTATO EURO 18.500,00

Viale Kasman, 35 - 16043 CHIAVARI (GE)Telefono 0185.370031 - Officina 0185.368294 - Fax [email protected]

CENTRO FUORISTRADAOFFICINACARROZZERIACONSULENZA SINISTRI

VEICOLI USATI:

• ALFA ROMEO ZAGATO, IMMATRICOLATO 05/1970, CC1290 BENZINA, COLORE ROSSO EURO 25.000,00

• LAND ROVER RANGE ROVER SPORT, IMM. 03/2007, CC 2720 DIESEL, COLORE NERO, EURO 27.000,00

• LAND ROVER RANGE ROVER SPORT, IMM. 05/2011, 3.0 DIESEL, KM ZERO, COLORE NERO, EURO 65.000,00

Una bella foto della cisterna Rapallo in navigazione

DATI TECNICI DELLA NAVE: RAPALLO: piroscafo (cisterna)5.812 (Stazza lorda) - 8.500 (Portata) costruita nel 1921 nei cantieri navali di Riva Trigoso. Appartenente alla Azienda Generale Italiana Petroli (Agip) con sede a Roma. Iscritto al Compartimento Marittimo di Genova, matricola n. 1072. Eliche 1 – Compartimento: Genova Velocità 11 nodi - Costruzione 1921 –Lunghezza 115 mt - Larghezza 16 mt - Pescaggio 9 mt Motore Vapore T.E.Potenza 2.250 cv - Caldaie 2

Page 14: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Un tappeto verde lungo quantola passeggiata mare, centi-

naia di tavole apparecchiate contovaglie verdi e piantine di basilico,musica in vari punti della città e,naturalmente, ottimo cibo: sonostati questi gli ingredienti delGreen Carpet, l'evento enogastro-nomico che, il 21 giugno, haaperto la stagione estiva rapal-lese. Sulla scia del Red Carpet, chesi è tenuto lo scorso anno a set-tembre, l'edizione “verde”della festaè stata organizzata dall'Ascom e dalCiv cittadini per proporre una Ra-palo in chiave turistica, facendo levasulla gastronomia, un argomentosempre apprezzato. Lontano dal-l'immagine di una sagra di paese, ilGreen Carpet ha trasformato il cen-tro cittadino in un vero e proprio ri-storante a cielo aperto, con tavoliapparecchiati, servizio ai tavoli euna curata selezione di vini comeaccompagnamento ai piatti propo-sti dagli chef. Unica differenza ri-spetto a un vero ristorante è statal'assoluta libertà di scegliere di cam-biare ristorante e trasferirsi in unaltro locale tra una portata e l'altra:

anche il prezzo dei piatti, compresitutti tra i 5 e i 18 euro ha contri-buito al successo della serata, cheha attirato molti visitatori anche dafuori regione. Ma la scelta di chiamare “Green”questo tappeto non è stata dettatasolo dal colore che ha fatto da filoconduttore alla serata: un'altra mo-tivazione sta nel ruolo di assolutapreminenza che è stato riservato algolf, uno sport che a Rapallo vienepraticato con passione da molti gio-catori. Per chi voleva provare a ti-rare i primi colpi è stato allestito uncampo pratica in via Cairoli, mentrei più allenati si sono cimentati a farebuca in una chiatta posta a 75metri di distanza dalla passeggiata.Ai più piccoli, invece, è stato dedi-cato uno spazio davanti al mare perprovare a giocare a tennis con unqualificato istruttore: il tutto ac-compagnato dalla musica prove-niente dal Chiosco. Altri puntimusicali sono stati allestiti in piazzaVenezia, nella zona delle Nagge enella spiaggia di fronte al Castello,dove è stata ricreata una vera epropria discoteca sul mare.

GREEN CARPETE c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

EVENTIdi Ilaria NIDASIO

14

NETTUNORISTORANTE PIZZERIA

Focaccia al formaggioChiuso il lunedì - RAPALLO - L.mare Vittorio Veneto, 28

Tel. 0185 50270 www.nettunorapallo.it

Una serata magica all’insegna dell’enogastronomia,della musica e dello sport

Page 15: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Chitarrista ed insegnante di chi-tarra di professione, laureato in

giurisprudenza e figlio di valenti in-segnanti che hanno istruito una ge-nerazione di studenti del compren-sorio, il giovane Pier Gonella inizia asuonare la chitarra a quindici anni,spinto dalla passione per la musicarock anni 70 – 80. Prende lezionida vari maestri dell'area genovese estudia chitarra classica, elettrica eteoria. Nell'anno 1998 consegue il diplomadi “teoria e solfeggio” presso il Con-servatorio Statale di musica “NicolòPaganini” di Genova, dove studiaanche quattro anni di fagotto. Già dal 1996 aveva iniziato a suonarein varie band nell'area genovese, atti-rando l'attenzione di vari produttoriitaliani per la sua bravura.Nel 2003 entra a far parte della rockband italiana Labirinth, partecipandoai più noti festival italiani ed europei enel 2004 con la band è in tour inOriente, con concerti a Tokyo, Osaka,Taiwan, Pechino e Hong Kong. Negli anni successivi con la band La-

birinth e con la storica band italianaNecrodeath, della quale entra a fareparte, è in tour sia in Europa che nuo-vamente in Giappone, riscuotendoovunque grande successo. Nel 2008, assieme alla cantanteGiorgia Gueglio, fonda la sua nuovaband Mastercastle, che in pochi mesiviene messa sotto contratto dallaCasa Discografica finlandese LionMusic, con la quale stampa il primodisco “The Phoenix “ che viene pubbli-cato in tutto il mondo. Seguono album che vanno ad occu-pare i primi posti nelle classifichemondiali di musica rock. Nell'aprile 2011 i Mastercastle do-nano il brano “Sakura” per il cd “Em-brace the Sun” prodotto dalla LionMusic Records in favore della CroceRossa Giapponese a seguito dello tzu-nami del marzo 2011. Nell'anno 2010 il grande salto: PierGonella si licenzia da tutte le scuole dimusica in cui aveva lavorato fino ad al-lora, per gestire a Rapallo una strut-tura propria, espandendo il suo studiodi registrazione dove erano già stati

prodotti gli album di Mastercastle. La struttura viene chiamata “Musi-cArt” e nei suoi locali Pier Gonellatiene i propri corsi di chitarra e siserve di vari colleghi per le altre ma-terie, tra cui: Giorgia Gueglio per ilcanto moderno, Marco Peso per labatteria, Steve Vawamas per il basso,Andrea Vulpani per il pianoforte edElisa Martello per il canto libero. MusicArt è anche uno studio di regi-strazione professionale dotato ditutte le apparecchiature d'avanguar-dia per la produzione di cd musicali dialto livello per gruppi musicali e solistidi qualsiasi genere musicale. Lascuola è aperta dal lunedì al giovedì,dalle 14 alle 22. Una struttura di assoluta eccellenza,gestita con grande passione e com-petenza da un giovane rapallese cheha fatto della musica lo scopo dellasua vita e che ha saputo portare ilnome dell'Italia ed in particolare diRapallo, in tutto il mondo.Il rapallese Pier Gonella è secondo noil'esempio concreto di come la serietàprofessionale, l'impegno costante e la

passione per i propri ideali, possanoportare a toccare mete insperate epertanto ci auguriamo che la strut-tura creata a Rapallo dal musicistapossa diventare sempre più fucina dinuovi talenti e punto di riferimentoper tanti giovani che possono trovarenella buona musica sia uno sboccoalle loro aspettative di vita, che un in-centivo alla diffusione della culturanel nostro Paese.

PALCOSCENICO

L’avventurosa e singolare storia artistica del rapallese Pier Gonella

Una giovane rockstar alla conquista del “metal”

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

MUSICAdi Elena LAVAGNO CANACARI

15

Quando ho letto queste parole la prima volta,mi è nato spontaneo, il sorriso. Un valore già

acquisito, che si ha dentro, un'informazione incul-cata da sempre nel cuore di tutti noi ma che a voltepurtroppo qualcuno si dimentica... qualcuno che ilcuore non ce l'ha proprio, e per questo deve rovi-nare la vita agli altri, DIVERSI da lui. Brutta parola di-versi, alienante, priva di significato. Davanti a Diosiamo tutti uguali, non hanno peso il colore dellapelle, la lingua o le tradizioni peculiari quando c'è ilcuore, grande.. Il sorriso è il principio di un'amiciziaprofonda.. E le parole sopracitate le ho sperimen-tate dal vivo, le lacrime sono scese e il cuore ha bat-tuto più forte, ora ogni volta che faccio scorrere gliocchi sulla scritta fermata dai miei magneti preferiti

sopra il congelatore della cucina, everybody smilesin the same language …. All'inizio di maggio mi è stato concesso dalla Pre-side Nazaria Persia di partecipare a una meravi-gliosa iniziativa cominciata quattro anni fa, quandoancora non immaginavo la mia passione per la mul-ticultura. Alcuni ragazzi del mio attuale liceo anda-rono in Cina in scambio culturale (in corrispondenzacon la NanJing Xuanwu Secondary VocationalSchool), ma per motivi burocratici non poterono ri-cambiare il favore. Finalmente il permesso è statoloro accordato e gli ospiti il 7 maggio di quest'annosono giunti, sei ragazze e due ragazzi con le relativeprofessoresse, Zhang Hong, sua sorella Ningli, lacara Huang Chunju e il vicepreside, il geniale QuKunhong. La sera dell'arrivo, erano tutti emozionati,ospitanti e ospitati. Un'esperienza amazing, sor-prendente...Il primo giorno all'acquario di Genova l'iniziale mezzodi comunicazione tra noi è stato proprio il sorriso,fondamentale, attraverso il quale è stata possibilela nostra conoscenza, e l'attaccamento reciproco,di conseguenza.. Li abbiamo portati nelle celebri viaS. Vincenzo e via XX settembre per lo shopping, poia Recco, Camogli, Zoagli (dove abbiamo fatto visitaal Duca Canevaro, che ci ha gentilmente accolti), poiPortofino e Pisa, durante la settimana. L'ultimo odiato eppure inesorabile giorno, lunedì,quando è giunta l'ora della partenza, mi ero ripro-

messa di non piangere, ma la mia dolce YuQing miha guardato con gli occhi pieni di lacrime, e alloranon ho più resistito. Anche la sua migliore amica,la più scatenata e simpatica di tutte, RongRon-gBingn (alla quale devo l'invenzione del mio so-prannome RoseBing) mi ha abbracciato forteforte, e mi hanno entrambe fatto giurare che ungiorno (“very very soon, please!” dicevano) sarei an-data a trovarle nella loro città, che in italiano si tra-duce Nanchino. Moltissime foto, ricche di emozioni, fondamentaliper continuare a ricordarli tutti, e le immagini sonoancora qui, vivide nella nostra mente e difficili darimuovere. Per email si può percepire -anche se sicomunica in un anglocinese un po' inusuale ;) - lasofferenza da entrambe le parti, la voglia di rive-dersi ma soprattutto il grande desiderio di pre-stare fede alla promessa: andare in Cina in primapersona, farsi accarezzare dal caldo torrido chec'è in questo periodo laggiù...Mr Qu ha promesso che imparerà bene l'inglesee mi porterà ad ammirare le principali attrazionidel meraviglioso Paese, ma..... a patto che io con-tinui negli anni avvenire a cimentarmi nello studiodel Cinese. Ardua impresa, come per tutti coloroche iniziano, ma, d'altra parte penso che tutti noidovremmo avere limpido lampante impresso nellamente che non importano i suoni che la voceemette, 'cause..

L’angolodi Rossella Everyone smiles in the same language...

Page 16: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

M

In questo breve scritto intendoricordare la sfortunata campa-

gna dal 5 marzo all’8 giugno diquell’anno di cinque pinchi (1) ge-novesi armati da guerra (Capi-tani: Staglieno, Spinola, Cefolini,Catalano e Botto) sotto gli ordinidell’eccellentissimo Agostino Pi-nello, commissario generale, in-viati per il controllo delle costedella Capraia.Essa ci è ricordata da un antico do-cumento siglato dal comandanteche effettuò quotidiane ispezionilungo le coste della Capraia già oc-cupata ad esclusione della For-tezza di San Giorgio dalle truppecorse di Pasquale Paoli. La letturache inizia “In nome del SignoreIddio” riguarda tre mesi ed è moltointeressante per fare luce sulcome si viveva su bastimenti chefunzionavano solo a vela prima del-l’avvento dei “vapori”.La partenza dal porto di Genovaavviene alle otto di mattina del 5 dimarzo 1767 con arrivo alle 10,30(oltre due ore per lo scarso vento)a Sturla, dove il comandante or-dina al capitano di uno dei pinchi difare acqua perché i fusti di quel ba-stimento, non essendo stagni,l’avevano persa. Si riparte il giornosuccessivo e la sera già s’incontrail libeccio che provoca maregrosso. Il comandante misura lavelocità con le ampollette (2). Solo ilgiorno 9 si arriva vicino alla Ca-praia. E’ qui che il comandante Pi-nello ordina ai capitani dei pinchi di

tenersi a levante per “impedire sial’uscita che l’entrata” ai bastimentima, essendovi maltempo, fu gioco-forza tenersi “alla cappa” (3). Alleore 17 del giorno successivo, 10marzo, da terra partirono colpi dicannone che causarono falle alpinco di capitan Staglieno che nonpoteva più tenere il mare nono-stante il continuo pompare.A questo punto il capitano decisedi rivolgere tutte le navi verso larada di Livorno perché, comedetto, un pinco era stato colpito,un’altro era rimasto con provvisteper soli tre giorni ed un terzosenza affatto munizioni da bocca,senza provviste. Con forte vento dilibeccio e pioggia torrenziale, al ca-pitano riuscì di ancorarsi in rada inposizione tale da permettergli, almomento del miglioramento deltempo, di rivolgersi nuovamente indirezione della Capraia.Alle 13 del 12 marzo, ordinò ai ca-pitani Spinola e Staglieno di ras-settare i loro due pinchi e di porsialle vele il più presto che a lorofosse stato possibile e di restituirsiall’altezza della Capraia. La Ca-praia, esclusa la Fortezza, era giàin mano dei ribelli corsi di PasqualePaoli. Scorrendo i libri di storia, cisi può rendere conto della fierezzadei corsi e per quanto tempo ab-biano costituito la spina nel fiancodei genovesi.In questo storico documento vienedescritta la navigazione per più ditre mesi nel mar ligure e nell’arci-

pelago toscano di navi genovesiche, affatto organizzate, vagavanodi porto in porto allo scopo di con-trollare le coste tra punta della Ze-nobito, delle Barbici e di Ca-praia-porto e costrette a procu-rarsi provviste mentre i cannon-neggiamenti dei corsi, burrasche,mare grosso le squassavano eventi contrari impedivano di rag-giungere le mete.L’intera campagna fu una seried’insuccessi: avvistate sì imbarca-zioni di ribelli ma mai sgominate,serie di burrasche (quello preso inconsiderazione è un periodo del-l’anno in cui certo non si può spe-rare in tempi tranquilli), mancanzadi viveri a bordo, disobbedienze,seppur costrette dal maltempo,dei capitani sottoposti; il tutto fu lacausa di pinchi rimasti senza al-bero, di vele stracciate, di cattivoavanzamento verso le mete volute.L’unico risultato di questa spedi-zione fu quello di riportare a Ge-nova, sfiduciati ed emaciati, i

genovesi che erano rimasti nellaFortezza assediati per mesi mache, per la strenua difesa, avevanoottenuto dai corsi l’onore dellearmi.

Note 1 - Bastimento a vela latina con ampia ca-rena e fondo piatto che normalmente hatre alberi con antenne.2 - L’ampolletta è una sorta di piccolaclessidra (detta anche orologio marino)impiegata a bordo nel computo della ve-locità della nave.3 - Tenersi alla cappa significa tenere levele in posizione contraria al vento

STORIA

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

GENTE DI LIGURIAdi Alfredo BERTOLLO

16

Guerra fra genovesi e corsi nel mare di CapraiaL’isola di Capraia nell’arcipelago toscano èsempre stata genovese esclusa la breve pa-rentesi dell’occupazione dei corsi nel 1767

La fortezza di San Giorgio

Pinco genovese

CANACARIti assicura

È sempre meglio

una polizza senza sinistro

che un sinistro senza polizza!

PARRUCCHIERE PER

UOMO

MattiaTel. 0185.230684 - Via Marsala, 17 • 16035 RAPALLO (GE)

APERTO DOMENICA MATTINA

Page 17: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Ora il tempo sembra essersistabilizzato e l'estate è fi-

nalmente cominciata, ma gli ul-timi fine settimana di maggio ei primi giorni di giugno non pro-mettevano nulla di buono, tant'èche diversi albergatori hannoetichettato questo inizio di sta-gione come uno dei peggioridegli ultimi anni. Anche in di-verse giornate soleggiate lo sce-nario sembrava essere semprelo stesso: spiagge semideserte,alberghi praticamente vuoti e in-cassi pari a zero. Infatti, quando iltempo è stato benevolo e le nu-vole hanno risparmiato la nostraRiviera, ci hanno pensato alcuneprevisioni meteo non certo im-peccabili a rimandare l'arrivo dimolti turisti dell'ultimo minuto, ea determinare una vera e propriapioggia di disdette di potenziali vil-leggianti, preoccupati di incap-pare in giornate uggiose. Unasituazione davvero critica peruna regione, come la Liguria, chesul turismo basa la sua econo-mia. Per capirci qualcosina in più sul-l'incognita meteo, sulle gravi per-dite di inizio mese e sulleaspettative della stagione siamoandati a parlare con GiuseppePastine, recentemente nominatoPresidente del Gruppo Alberga-tori di Santa Margherita Ligure ePortofino.Signor Pastine, cosa ne pensadi queste previsioni non semprecosì veritiere? Quanto hanno in-fluito a livello economico?Diciamo che nelle ultime setti-mane non hanno certo aiutato,anzi ci hanno penalizzato in ma-niera evidente. Ormai molti deci-dono di partire all'ultimo minuto,danno un'occhiata ai siti meteo edecidono il da farsi. Ovviamentenon avrebbe senso sobbarcarsi icosti della benzina, dell'auto-strada, del viaggio, se il temponon promette nulla di buono, que-sto è un discorso ovvio. Peccatoche molte volte, più che le nuvole,

siano state certe previsioni un pòtroppo frettolose a rovinare bel-lissime giornate di sole.Economicamente siamo indietrodi un mese, il periodo invernale èstato disastroso e anche aprile emaggio sono stati al di sotto deiconsueti numeri. Spero in unabuona estate per riuscire a com-pensare una prima parte di sta-gione certamente negativa. Già ilperiodo e la crisi attuale non aiu-tano di certo, poi però se ci simette anche il meteo...Secondo Lei cosa si potrebbefare per risolvere, o almeno perlimitare il problema?La questione è molto delicata,purtroppo non vedo molte possi-bilità per migliorare la situazione.L'unica cosa che posso chiedereè una maggiore attenzione,molte volte queste previsioni ven-gono fatte con troppo superficia-lità. Bisogna capire che possonoinfluenzare in maniera deva-stante l'economia di una citta-dina turistica come la nostra.Inoltre non è un problema solodel Levante, ma anche delle zonedella Riviera di Ponente e di tuttala Liguria in generale. Sarà cer-tamente un caso ma negli ultimitempi la nostra Regione non èstata molto fortuna riguardo alleprevisioni meteo.Quali sono le prospettive perl'attuale stagione turistica?Ho parlato con l'Assessore epenso che sia possibile sedercitutti ad un tavolo per discutere erivedere alcuni punti della pro-grammazione turistica. Mi fa-rebbe piacere un confrontosempre vivo, un rapporto digrande sinergia e di reciprocoaiuto tra le istituzioni alberghieree quelle comunali. Non parlo solodi Santa Margherita, mi piace-rebbe che ci fosse maggiore co-municazione anche coi comunilimitrofi, bisognerebbe organiz-zare in maniera oculata ognievento. Che senso ha program-mare due manifestazioni lo

stesso giorno? Rischiamo solo didanneggiarci a vicenda.Parlando delle strutture alber-ghiere la situazione non mi sem-bra certo delle migliori. Avevoletto che molti avevano pensatoa una possibile chiusura inver-nale prolungata, dopo il SaloneNautico fino ai mesi primaverili.Cosa c'è di vero?E' normale la crisi si ripercuotesia sui cittadini che sulle strut-ture private, inoltre anche certicambiamenti prospettati dal go-verno in materia di lavoro nonaiutano di certo. Mi riferisco adesempio ai contratti a tempo de-terminato, ora prima di ogni rin-novo devono trascorrere almenotre mesi. Il problema è che nondecidiamo noi quando c'è lavoro,ovviamente ci sono i periodi dimaggiore attività ma può capi-tare anche nel mezzo della sta-gione invernale di avere un buonnumero di clienti. In questi casi, non potendo ri-chiamare il personale assuntonel periodo estivo, il rischio è dinon riuscire ad offrire un servizioadeguato poichè non avrebbesenso stipulare nuovi contrattiper poche settimane e per un pe-riodo solitamente morto comequello invernale. Inoltre l'IMU haaumentato la tassazione del30% , forse sarebbe oppurtunoagevolare gli alberghi che stannoaperti dieci mesi all'anno, se leimposte non fossero così gra-vose anche altre strutture pen-serebbero a prolungarel'apertura stagionale. Se non cisono incentivi è dura migliorarela situazione, ovviamente le pro-blematiche non sono solamentequeste ma lamentarsi per lachiusura degli alberghi e poi tas-sare ulteriormente quelle pochestrutture che lavorano anche ininverno mi sembra un para-dosso.Dappertutto si parla di questacrisi ma Santa Margherita nonmi sembra poi così in difficoltà.

Come l'anno scorso sono stateorganizzate diverse Notti Bian-che oltre ad altre manifesta-zioni per la stagione estiva,inoltre pur essendo un cumunepiuttosto piccolo, rispetto a Ra-pallo o a Chiavari, è l'unico adavere ben sette assessori alibro paga. Cosa ne pensa?Per quanto riguarda le manife-stazioni programmate perl'estate credo che tutto giri at-torno alla questione economica.Se le spese non sono eccessivee gli introiti pari alle attese pensoche sia una politica vantaggiosa,visto che è il secondo anno chevengono organizzati così tantieventi vorrà dire che i riscontrinon sono stati poi così negativi. Quella dei sette assessori è un'al-tra questione di cui si è discussoe si discuterà molto. Entro le ele-zioni del 2014, per legge, i nu-meri dovranno essereridimensionati, quindi presen-tarsi tra due anni ancora in que-sta situazione non mi sembraun'operazione così sensata. Pro-babilmente gli stessi servizi po-trebbe essere garantiti anchecominciando, già ora, a fare deitagli, ma ,al di là di tutto, mi au-guro solo che svolgano il loro la-voro in maniera adeguata, lacosa più importante in fondo èquesta.

Albergatori contro il meteo: “ci danneggia”SANTA MARGHERITA

Proteste per piogge, tuoni e fulmini previsti nei fine settimana dai vari “Bernacca” ma in realtà inesistenti

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

TURISMOdi Paolo BELLOSTA

17

Giuseppe Pastine

Page 18: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

COS’ÈÈ un dispositivo collegato al telefonodi casa che, in caso di emergenza,semplicemente premendo un tasto diun piccolo telecomando che lʼutenteporta sempre con sè, invia un allarmealla Centrale Operativa che provvedead avvertire le persone preindicate o adinviare soccorso secondo la necessità.

A CHI SERVE?A tutte le persone che vivendo sole passano gran parte della giornata in casa.

COSA OFFRE- Centrale dʼascolto 24 ore su 24.- Almeno due telefonate settimanali

di controllo presenza.- Custodia protetta delle chiavi di casa

da usare in emergenza.

PUBBLICA ASSISTENZA

CROCE BIANCARAPALLESE

Servizio informazioni su servizi sanitari e farmaceutici.

Assistenza telefonica viva-voce in attesa dellʼarrivo dei soccorsi.

PER NON RESTARE MAI SOLOCHIAMACI AL 0185 23.00.00

SERVIZIO DI TELESOCCORSO

Quello degli zingari è un tema sulquale, in oltre cinque secoli di

loro presenza in Europa, si sono con-frontati in molti. L'elenco è lungo ed eterogeneo e tro-viamo nomi come Leonardo da Vinci,Jacques Callot, Correggio,Tiziano,Courbet, Toulouse Llautrec, Matisse,Modigliani, Chagall, Kubin, Kirchnerper non parlare del Giorgione e Cara-vaggio, di Bosch, Bruegel il Vecchio,Georges de La Tour, Picasso e VanGogh. “Fin dalla prima apparizione in Europa,all'inizio del XV secolo, gli zingarihanno suscitato grande interesse –ricorda Francesca Bardi in un suo in-teressante articolo apparso sulla ri-vista Minuti – Il loro stile di vita haprovocato atteggiamenti contrappo-sti di attrazione e repulsione, la ten-denza a vivere di espedienti unita aicostumi e alle tradizioni che li ac-compagnano, infatti, colpisce profon-damente l'immaginario. La libertàfuori da ogni schema che li caratte-rizza ha sempre stimolato la curio-sità anche grazie alle loro attività, inparticolare quelle che riguardano lepratiche occulte - chiromanzia e car-tomanzia – nonché varie forme dispettacoli ambulanti, la musica e l'ar-tigianato”.Gli artisti per oltre cinque secolihanno osservato e indagato questopopolo identificandone i costumi conquelli che inconsciamente avrebberoseguire per fuggire dai modelli di unasocietà troppo uniformante.“L'iconografia che ne è nata ha con-tribuito a crearne l'aspetto simbolico:oltre che sinonimo di libertà lo zingarodiventa al tempo stesso simbolo di de-generazione del vivere civile, punto diincontro tra le forze della natura e leleggi della società – aggiunge Fran-cesca Bardi – L'immagine perciò, ca-ricata dalla simbologia, parla da sola e

certi atteggiamenti anche senza unesplicito chiarimento diventano im-mediatamente attribuibili al mondozingaro”.In effetti una delle caratteristiche piùfrequentate dagli artisti è la chiro-manzia, espressione della contraddi-zione fra credo religioso esuperstizione popolare come apparechiaro nel Trittico del fieno di Hiero-nymus Bosch. Bruegel il Vecchio lacontrappone invece direttamente altema religioso: nella predica del Batti-sta gli zingari diventano addirittura ilpunto focale della composizione percontrastare polemicamente l'atten-zione verso il predicatore.Nel Settecento, il tema dell'indovina ein generale dello zingaro, si riduceperde di incisività mentre nel secolosuccessivo la lettura romantica neaddolcisce i toni raffigurativi per porrein risalto la sensualità che riguarda ilrapporto con la natura, la musica e ladanza. E' tra l'Ottocento e il Novecentoche diversi artisti riprendono a guar-dare tale mondo in modo nuovo inda-gandone con diversa introspezioneaspetti legati al nomadismo come iviaggi, la famiglia, l'accampamento.

“Picasso ad esempiofissa i suoi saltimban-chi durante il riposo ol'allenamento piutto-sto che durante lospettacolo – prose-gue Francesca Bardi– Anche Van Goghnel Bivacco degli zin-gari raccoglie gliaspetti della famigliae dell'accampamentocomprendendo ap-pieno il profondo le-game che lega la vitanomade alla natura”.L'arte, ormai svinco-lata dagli accademi-smi, ha acquisito unaforte libertà espres-siva e la realtà, così come si presenta,conduce alla verità: Manet la ripro-duce in modo esemplare nella Gitanacon sigaretta. che nella sua sempli-cità racchiude i simboli del popolo no-made, dalla vita all'aria aperta allasigaretta in bocca, dal cavallo all'or-goglio zingaro.Un'attenzione che per secoli è sem-brata instancabile ad un certo puntosi esaurisce: l'arte contemporaneaignora quasi completamente l'arte dei

Rom e della vita nomade.“I motivi sono sono ancora da com-prendere appieno – conclude Fran-cesca Bardi – Forse una risposta lapuò dare il cambiamento artistico esociale e il fatto che l'arte sia orien-tata verso un'espressione concet-tuale in un contesto più ampio euniversale. In ogni caso l'iconografiadello zingaro, nell'immaginario collet-tivo, ha attraversato la storia pratica-mente indenne”.

Nomadismo e zingari fra odio e amorePITTURA

L'attenzione degli artisti nei confronti di un popolo che fin dal suo arrivo ha suscitato sentimenticontrastanti, tra repulsione e attrazione

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

ARTEa cura di Emilio CARTA

18

Édouard Manet: Gitana con sigaretta - NewJersey, collezione privata

Vincent van Gogh: Bivacco di zingari - Parigi, Museo d’Orsay

Pablo Picasso: Famiglia di saltimbanchi - Washington, Natio-nal Gallery

Page 19: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012
Page 20: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Il giornalista ed europarlamen-tare Magdi Cristiano Allam e

l'economista Giulio Sapelli sonostati un po' il fiore all’occhiello deivari incontri culturali pubblici sutemi di attualità e di cronaca pro-mossi dal Lions Club Rapallo, nelquadro delle iniziative svolte nel-l’anno sociale 2011/2012. In particolare “L’Europa Cristiana el’Islam”, questo il tema della confe-renza dal noto esperto di politica in-ternazionale, tenutosi ad ottobrealle Clarisse, che ha avuto un ri-chiamo straordinario di pubblico,già dieci minuti prima dell’inizio l’Au-ditorium delle Clarisse era stra-colmo, è stato necessario mettereun’amplificazione esterna nel piaz-zale per permettere a chi non è po-tuto entrare di seguire l’interventodel relatore. Il mese successivo unaltro importante convegno d'attua-lità come “L’evasione fiscale e i me-todi di controllo” che ha registratola partecipazione di noti espertidella materia. Il programma cultu-rale si è concluso il 6 giugno con l'in-tervento dell'economista di famainternazionale Giulio Sapelli che, difronte ad un pubblico numeroso edattento, ha parlato su “La crisi eco-nomica: le origini, situazione attualee prospettive future”.Tra i services più tradizionali dob-biamo ricordare l’assistenza ai po-veri che il Lions Rapallo segue dasempre, con numerosissimi pacchidi alimenti distribuiti tramite gli as-

sistenti sociali del comune, oltre adaltri interventi di urgenza mirati afamiglie in forte disagio sociale, aicorsi di pasticceria che il “ComitatoSignore” ha organizzato all’internodel carcere di Chiavari, per occu-pare i carcerati e dar loro una pro-fessionalità per il futuro. Dall’anno prossimo partirannoanche corsi di giardinaggio. Il rilan-cio del concorso “Ama la tua città”promosso per premiare durante laricorrenza del Confuoco i privati che

hanno realizzato ristrutturazioni diedifici, fregi e quant’altro in piena ar-monia, valorizzando il nostro territo-rio. Altro importante traguardo

raggiunto quest’anno dal Lions ClubRapallo è quello dei cinquant'anni digemellaggio con il Lions Club diLyone Ouest (Francia) cui il club ra-

LIONS CLUB RAPALLO

da Alberto Cipolla ora il testimone per l'anno sociale 2012/2013 passa a Silvano Queirolo

Un anno di lavoro a favore della nostra città

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

VITA DA LIONSa cura di Emilio CARTA

20

L’europarlamentare e giornalista Magdi Allam alle Clarisse. Al suo fianco il presidente Lions Alberto Cipolla e il direttore responsabile de Il Secolo XIX Umberto La Rocca

Gemellaggio con Lione: Alberto Cipolla con Jean Philippe AndriotLo screening cardiovascolare

Page 21: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

pallese è legato da grande affetto eamicizia, che si è concluso con la ce-rimonia del rinnovo del gemellaggiosvoltasi il 19 maggio al Cenobbio deiDogi di Camogli.

Altro service che ha avuto grandesuccesso è stato lo Screening sullemalattie Cardiovascolari, svolto incollaborazione con la Croce BiancaRapallese e i Volontari AssistenzaDiabetici di Chiavari, al “Chioscodella Musica” un sabato e dome-nica di fine maggio, un presidio me-dico mobile ha controllato ilcolesterolo, la glicemia e la pres-sione a oltre 300 rapallesi, il tuttogratuitamente e sotto il controllodel primario di medicina dell’ASL 4

prof. Franceschini. Il presidente Ci-polla ha affermato: “abbiamo avutomolta più gente di quanta potevamoaspettarci, non abbiamo potutocontrollare tutti i concittadini che sisono presentati, anche questo è unsegno tangibile della crisi, la genterisparmia anche sulla salute, l’annoprossimo avremo un presidio piùgrande e meglio organizzato per farfronte alla grande richiesta”.

Tra i services annuali il Lions Clubrapallese ha contribuito all’acquistodi cani guida per i non vedenti allaBanca degli occhi, alla lotta per lacura dei diabete nei Paesi del terzomondo, alla raccolta di montaturedi occhiali per l’Africa.

Sono molto orgoglioso, ma anche un po’ preoccupato, per l’in-carico che mi è stato conferito e che mi appresto a svol-

gere. Orgoglioso, in quanto il fatto di essere stato scelto qualerappresentante di uno dei Lions Club più antichi e prestigiosi,quale è il Lions Club Rapallo, non può che rappresentare per memotivo di grande onore.Preoccupato, poiché la situazione attuale ed in particolare lagrave crisi economica che sta interessando particolarmenteanche il nostro paese, ritengo debba imporre un sempre mag-giore impegno lionistico, con particolare riguardo anche allenumerose situazioni di vera e propria indigenza a livello localeche fino a poco tempo fa neppure erano immaginabili.E’ quindi mia intenzione rapportarmi con le istituzioni locali, inprimis con l’amministrazione del Comune di Rapallo, offrendo lamassima disponibilità per una collaborazione che possa anchecoinvolgere, come già avvenuto in passato, con risultati, peral-tro, molto importanti (ad esempio per la realizzazione del-l’ascensore del Santuario di Montallegro), le competenze e leprofessionalità dei nostri soci con quello spirito di servizio chedeve caratterizzare l’attività lionistica.Indispensabile sarà poi dare continuità alle encomiabili iniziativedei miei predecessori che ormai da anni vengono svolte con ot-timi risultati e mi riferisco, menzionandone soltanto alcune, alconcorso “Ama la tua città”, alle manifestazioni collegate al-l’intesa con il Lions Club Reggio Emilia Host riguardanti il “Primotricolore e la bandiera nazionale”, ma anche a quelle più re-centi quale lo screening cardiovascolare gratuito che è statorecentemente organizzato grazie ad una felice intuizione delPresidente Alberto Cipolla e che ha visto un’enorme partecipa-zione di cittadini.Infine, sempre nell’ambito della continuità delle iniziative del no-stro club, sarà mio impegno mantenere stretti contatti con irappresentati a livello circoscrizionale e distrettuale al fine dicollaborare anche nell’espletamento di “service” di più ampio re-spiro.

L’incontro con l’economista Giulio Sapelli all’Hotel Europa

Il saluto diSilvano Queirolo*

IL NUOVO DIRETTIVO DEL LIONSCLUB RAPALLO

Presidente Silvano QueiroloPast President Alberto Cipolla1° Vice Presidente Roberto De Martini2° Vice Presidente Franco OrioSegretario Paolo RaggioTesoriere Sandro OlceseCensore Luigi Ernesto ZanoniCerimoniere Mario Valentino

Consiglieri Mauro Cordano (termina il biennio)Roberto Franceschini (termina il biennio)Mario Tarantino (termina il biennio)Sinibaldo NicoliniRenzo PajellaMario Restano

Da sinistra nella foto: il presidente uscente Alberto Cipollae il neo presidente Silvano Queirolo

* Nato in Rapallo il 15/6/1954 - Professione AvvocatoPresidente del Lions Club Rapallo per l’anno lionistico 2012 – 2013.

Page 22: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

RICORDO O SOGNO? QUANDO...

di Mauro MANCINI22

RAPALLIN

Avremmo mai potuto, nel nostro”Giö di misci”, non visitare quello

che è il nostro ’salotto’, la passeggiataa mare ( a maenn-a) ? Anche qui, comealtrove nei nostri pellegrinaggi, un mare,ed è proprio il caso di dirlo, di ricordi, disensazioni, di sentimenti.La memoria e le immagini ci riportano altempo in cui essa, a fine ottocento, an-cora non esisteva e le onde frangevanocontro le case la cui base era costruita’a sguscio’ proprio perché l’acqua nonavesse un impatto violento alle fonda-menta, ma fosse accompagnata versol’alto; quelli che sono oggi boutiques elussuosi alberghi erano rimessaggi delleimbarcazioni di pescatori, divisi dal mareda una piccola battigia di ciottoli; all’in-terno di questi depositi, oltre agli attrezziper la pesca venivano creati piccoli ac-quari collegati al mare, dove si conser-vavano vivi i pesci catturati.Perfino i portici di via Marsala ’i porteghiscûi’ erano lambiti dal mare che fre-quentemente, durante forti mareggiate,penetrava attraverso gli stretti vicoli, nelcentro della città.L’attuale piazza ’Martiri per la Libertà’era soprannominata ’marina delle bar-che’ (a maenn-a de barche) per lagrande quantità di lance e gozzi tirati insecco; di fronte due grandi scogli cheerano l’attrazione dei ragazzi per i lorogiochi in acqua: ’a pria ciatta’ (la pietrapiatta) e ’ö schêuggio pighêuggio’ (lo sco-glio pidocchio), sinonimo di luogo dovestare al sole in ozio; a lato, un molo doveattraccavano i rivani o leudi, imbarca-zioni che trasportavano, in assenza distrade e ferrovia, tutti i materiali e le der-rate alimentari che occorrevano allacittà.

’Signori indiscussi’ di questo sito i fratelligemelli Pasquale e Giovanni Canessa ’iBinelli ’ (così soprannominati per la loroforte somiglianza), gestori di una anticaosteria e proprietari di questi natanti avela latina con le quali importavano vinipregiati ”dalle isole”.Confinante con questa zona un’altra pic-cola spiaggia, antistante la casa Gari-balda, denominata (la Marinetta) ’amainetta’, che lo scherno popolareaveva modificato in ’mai-netta’ (mai pu-lita) a causa dei rifiuti portati dalle ma-reggiate invernali o perché usata damolti come luogo per i propri bisogni.Anche lo scrittore Federico Nietzscheospite dell’hotel ”Rapallo et de la Post”(anni dopo hotel Augusta) descrive nelsuo ”Ecce homo” questo habitat nel1982-83: ”L’inverno seguente l’ho tra-scorso in quel leggiadro, tranquillo golfodi Rapallo che si insena fra Chiavari e ilpromontorio di Portofino. La mia salutenon era granchè: l’inverno freddo e in-solitamente piovoso, un piccolo albergoposto immediatamente in riva all’acquasicchè di notte l’alta marea non mi la-sciava dormire…”E’ verso il 1905 che inizierà gradual-mente da ovest l’immissione di detriti eterra per un primo accenno di passeg-giata e con essa i ’primi mugugni’ per l’in-giusta occupazione, anche nel periodoinvernale, degli stabilimenti balneari; pro-blema attualissimo dopo giusto un se-colo e che racconteremo nei prossiminumeri.

La Marina (a maenn-a)

1905 – l’inizio del deposito di detriti trasportati con carri a cavalli, le prime cabineper la balneazione, lo chalet ’Marsala’, il molo dei ’Binelli’.

1905: La spiaggia ’mai-netta’.

1890: la stretta battigia di ciottoli che facilitava il ricovero delle imbarcazionie l’hotel ”Rapallo et de la Post”.

1910: ’i gardetti’ in posa sullo scoglio pidocchio ’ schêuggio pighêuggio’.

Page 23: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

SPORTE c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

COME ERAVAMO

di Bruno MANCINI23

Bar Canessa - RapalloGara di boccette a coppie (lunedì 28 febbraio 1967)

Con un calendario concordato tra i vari gestori dei bar cittadini (Canessa, Centrale, Rane, Roma, Sport ed altri ancora) in quaglianni venivano organizzati tornei di boccette e di stecca.I ricchissimi premi consistevano in medaglie, sterline, marenghi, coppe e targhe; quindi, premi per tutti i partecipanti.Il numeroso pubblico seguiva sportivamente ed in silenzio ogni giocata, accompagnata spesso da scroscianti applausi, in quanto igiocatori rappresentavano il meglio della Liguria.

ristorante il gamberoVia Gramsci 2 - 16035 RAPALLO - Tel. 0185. 65668-50248 gradita la prenotazione

• Sulla passeggiata a mare con terrazza estiva

• Prodotti di primissima qualità e importante carta dei vini

• Sala privé, giardino per cene o party privati

• Sala riunioni

by hotel riviera

Il titolare del bar Angelo “Giulo” Canessa attorniato da tanti amici.

Da sinistra (dietro): Gino Mergotti, GiulianoGaggero, Gino Pagani, Renato Astolfi, MarcoRebecchi, Mario BoeroDa sinistra (davanti): Luca Cella, Angelo “Giulo”Canessa (titolare ed organizzatore gare di boc-cette “Bar Canessa”), Luigi Grondona, BenitoFulle, Giuseppe Di Falco, Antonio Viola, RenatoMassone

I 4 finalisti. Da sinistra: Luca Cella, Gino Mergotti, Gino Pagani, Benito Fulle.Nella foto a destra, i vincitori: Gino Pagani e Benito Fulle

Page 24: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Èquesta una affermazione piuttostoforte che, a dir il vero, provoca una

certa impressione, soprattutto se si ar-riva a scoprirne la provenienza.A prima vista chi l’ha proferita rischia di es-sere ritenuto una persona poco obiettivao con una visione “catastrofica” o addirit-tura “anticlericale”. Non sarei affatto me-ravigliato se qualcuno tra i cattolici rigorosied intransigenti respingesse al mittentequesta valutazione ritenuta “offensiva” edenigratoria, lesiva della fede dei credenti. Senza ulteriori preamboli, dirò che questorigoroso e traumatico giudizio è stato pro-nunciato dal Vescovo di Chiavari nel corsodella celebrazione della messa “in cena Do-mini” della Settimana Santa. Il presuleavrebbe sottolineato ( così è riportato ne IlSecolo XIX pag. 26 Levante del 6 aprile2012: articolo di Fabio Guidoni) come “siatriste vedere spesso le chiese vuote e lagente che si avvicina alla comunione condistrazione, incapace di trasmettere aibambini un buon esempio…”Sono parole di una gravità insolita che me-ritano una attenta riflessione.Non posso non apprezzare il coraggio ditale denuncia tesa ovviamente a porre ri-medio ad una “triste ed avvilente situa-zione”. Conosco il vescovo della nostraDiocesi fin dal periodo della sua giovinezza:ne ho sempre apprezzato le doti intellettive,l’impegno nello studio, la diligente prepara-zione teologica.Questa precisazione mi pare opportunaper rendere meno sgradevoli ai “cattolici diferro” quei rilievi critici che intendo avan-zare.Sono convinto che la scarsa affluenza nellechiese costituisca una notevole preoccu-pazione pastorale, ma non ne condividopienamente la causa, che così come mi èpervenuta appare piuttosto riduttiva. I ge-nitori sarebbero accusati di non trasmet-tere un buon esempio con una presenzacostante e una seria partecipazione ai sa-cramenti.UN SERIO ESAME DI COSCIENZA Mi sia consentito non fermarmi agli effetti,ma risalire alle cause di questo distacco e

disaffezione. Le responsabilità vanno ricercate all’in-

terno della Chiesa, vale a dire in coloro chesono ritenuti i “maestri” della fede e chehanno il compito di offrire una sana e con-vincente formazione cristiana con un te-nore di vita esemplare.Ci sono tante domande che non si pos-sono eludere: vanno accolte con serietà eumiltà. Si dice che la chiesa è una grande famiglia,dove tutti gli aderenti si sentono fratelli.Ma è proprio vero? Non è diventato unluogo comune, cioè una affermazione re-torica? E’ concepibile una così importante famigliache ha un capo assoluto con una serie didelegati che trasmettono i comandi ad unamoltitudine che deve stare sottomessasenza avanzare obiezioni di sorta? Obbedienza pronta, cieca, assoluta: eccoquello che si è sempre preteso nel corso disecoli. Del resto l’insegnamento e l’esem-pio di Ignazio di Loyola, fondatore dellaCompagnia di Gesù, ha fatto scuola ed èstato indicato come un modello da imitare.Insegnò che l’obbedienza va praticata “pe-rinde ac cadaver”: come se si fosse cada-veri! L’opinione del singolo non conta nulladi fronte all’autorità del superiore, anchese può essere in contrasto con la più ovviaevidenza.Il pensiero di Ignazio e il Concilio di Trentosegnarono il percorso di quella Restaura-zione cattolica che impregnò la religiositàcristiana fino al Concilio Vaticano II (1962-65) e che ancor oggi ha i suoi sostenitoriirriducibili sia nei seguaci del vescovo Le-febvre sia in quelle “compagnie” e “movi-menti” di zelanti e rigidi “ conservatori” e“integralisti”.Sono questi che contribuiscono ad allonta-nare i fedeli i quali ormai hanno aperto gliocchi e si rendono conto che l’insegna-mento genuino di Cristo è un’altra cosa.LE VERE CAUSE DELLO “SVUOTAMENTO” DELLE CHIESEI sacerdoti si illudono di incrementare lafede attraverso prediche “conclamate” du-rante le celebrazioni liturgiche. Discorsi

che sovente sono altiso-nanti, perentori e autoritari.Sostengono che eseguonol’ordine di Cristo: “Andate epredicate il Vangelo ad ognicreatura” (Mc.16,15). Oraannunciare il Vangelo non si-gnifica elargire commenti“personali”, idee originali ofrasi ad effetto.Predica lunga, predica nulla.In termini più espliciti più siparla e meno si è ascoltati.Talvolta sono tentato dopoun sermone senza fine dichiedere ai presenti alla ceri-monia di riferire quantohanno recepito. In veritàmolti dicono di non rammen-tare bene o di essersi di-stratti. Come buoni fedelicolpevolizzano se stessi enon l’inutilità di un discorsolungo, ripetitivo, cattedraticoe noioso.Purtroppo la maggior partedei parroci non è disposta asemplificare le cerimonie che accompa-gnano la liturgia. E’ bene precisare che laliturgia non si identifica con le cerimonie dicui è intessuta. Sono utili, ma non essen-ziali. Ricordo sempre la migliore definizioneche un sacerdote genovese competente inmateria soleva ripetere: “La liturgia è ilculto della Chiesa” che nel corso dei secoliè stato espresso con cerimonie varie e ritidiversi. Si tratta dell’Abate Mario Righettiche ho avuto modo di conoscere e apprez-zare: mi confidò che il Card. Schuster, ar-civescovo di Milano, teneva il suo volume diStoria liturgica sul comodino da notte. Eccoperché mi permetto affermare che le ceri-monie non sono un dogma, così come letante genuflessioni, gli inchini, a volte lievi avolte profondi secondo le prescrizioni, le in-censazioni ripetute durante la messa, i “ba-ciamano” al celebrante, i canti solennianche in latino, i paramenti lussuosi e ap-pariscenti e tanti altri accessori superficialiche non concorrono affatto ad aumentarela fede dei partecipanti. C’è assoluto biso-gno di cambiare e rinnovarsi anche nelleforme esteriori. Torniamo al passato, ma a quello delleorigini, quello dei tempi apostolici, quandola chiesa primitiva era trasparente, non fa-ceva scenografia, era semplice e aperta,La celebrazione del Santo Sacrificio avve-niva in modo diverso: semplicità, convin-zione, comprensione e partecipazione. Erapiù che naturale che la lingua usata fossequella del popolo. All’inizio l’aramaico, la lin-gua di Gesù, poi l’ebraico, quindi il greco einfine il latino quando a Roma ci fu l’evan-gelizzazione. Il latino, essendo la lingua uf-ficiale, venne imposta dall’autorità sia

papale sia imperiale anche nelle sacre fun-zioni. Rimettere nel nostro tempo in vigore lamessa in latino è stata una iniziativa piut-tosto strana e poco apprezzata se non daitenaci ed irriducibili laudatores temporisacti, coloro che anziché guardare avanti ri-volgono l’attenzione ai tempi superati. Benedetto XVI li ha accontentati, nella suaeccessiva benevolenza, con il Motu proprio“Summorum pontificum”. Così sono au-mentate le divisioni e le contrapposizioni atutto danno della moltitudine dei cristianiche nulla conoscono del “latinorum” , comesi esprimeva molto contrariato il poveroRenzo dei Promessi Sposi di fronte alle “ar-gomentazioni” arbitrarie e ingannevoli diDon Abbondio.In sostanza, cari sacerdoti, semplificate lecerimonie. Curate l’essenziale. So beneche non dipende dalla vostra volontà, mada chi vi sovrasta e vi comanda.Non è l’apparato esteriore che convince: èsoprattutto l’esempio di vita. Preti apprez-zati sono quelli che, invece di preoccuparsidi “concionare”, sanno ascoltare tuttisenza rimproverare coloro che hanno diche lagnarsi circa le decisioni prese. E’della massima importanza mettersi allapari con tutti, vicini o lontani, ricordandoche “nessuno è senza peccato”.Il Divino Maestro non ha detto “Amate i vo-stri nemici, fate del bene a quelli che viodiano” ? (Lc. 6,27) Se questa è la strada da seguire perchétante scomuniche e condanne anche nelpassato recente? IL DENARO “INQUINA” IL VANGELORiescono ad essere apprezzati quei sa-cerdoti che non si occupano di interessiLe adunate oceaniche sono anche finalizzate ad aggregare gli incerti e a convincere i dubbiosi.

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

CULTURAdi Domenico PERTUSATI

24

“Triste vedere spesso le chiese vuote”

Ignazio di Loyola presenta al Papa Paolo III la regola del suo Ordineche focalizza il valore assoluto dell’obbedienza, che va eseguita senzariserve e senza battere ciglio alla pari di un cadavere. (Jusepe De Ri-bera detto Lo Spagnoletto - Chiesa del Gesù - Roma)

Page 25: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

materiali, che non accumulano ricchezze,che non chiedono soldi tranne che per casiurgenti e straordinari. C’è da domandarsi:quanti sono coloro che disdegnano il de-naro o che addirittura lo rifiutano?E’ innegabile che l’esempio viene dall’alto,cioè dalle supreme autorità.A questo punto sarebbe facile, ma inop-portuno, far riferimento a quanto sta avve-nendo in Vaticano. E’ mia ferma intenzionenon intromettermi in questa delicata que-stione: al momento c’è molta confusioneed è meglio (e doveroso) attendere che sifaccia chiarezza. Mi limito a dire che coloroche sono al vertice della chiesa hanno il do-vere di concorrere a far emergere la ve-rità senza reticenze o attenuazioni.Di fronte ad eventuali errori o comporta-menti scorretti, non coperti, ma umilmentericonosciuti, i veri e convinti credenti non nesubirebbero un danno, ma una confermache tutti siamo peccatori, dall’alto al

basso, bisognosi della misericordia divina.Questo è quanto ci accomuna e ci fa sen-tire chiesa-famiglia.La predica più efficace? L’umiltà di chi co-manda. Comandare è un servizio, non unmerito personale. “Il Figlio dell’uomo non èvenuto per farsi servire, ma per servire”(Mat. 20,28 e Mc. 10,45) Questo monitodi Cristo vale per tutti, in primis per quantisono al vertice della comunità cristiana. E’sempre l’esempio che conquista… LA FORZA “ PERSUASIVA” DELLE MASSEPer ridare entusiasmo e favorire la parte-cipazione, compensando la ridotta pre-senza nelle chiese, vengono organizzatemanifestazioni nazionali ed internazionali,raduni e convegni che raccolgono moltafolla: non mancano gli applausi, le ovazioni,le urla di consenso…Tutto serve a tamponare la crisi…Un esperto di psicologia molto tempo faaveva fatto notare come le adunate cla-morose e solenni riescono a coinvolgereanche chi è dissenziente o per lo meno in-differente o tiepido. Tuffato e immerso inmezzo ad una folla festante ed osannanteviene inconsapevolmente coinvolto e sisente sospinto a uniformarsi, accanto-nando le opinioni personali. Lungo questopercorso emotivo ci si trova integrati eplaudenti. La folla esultante conquista evince le perplessità e i dubbi.

Nella storia non tanto lontana viene spon-taneo rimembrare le adunate oceanicheche promuovevano il consenso di ogni par-

tecipante e accrescevano il prestigio deicapi-popolo. Chi conosce le vicende stori-che sa che il fascismo era su questa linea.Mussolini dal balcone di palazzo Venezia ar-ringava la folla che senza esitazione ap-plaudiva a tutto quanto veniva proposto. Ilcontagio era inevitabile. Prima della se-conda guerra mondiale la gran parte degliitaliani si dichiarava “fascista o, tutt’al più,taceva. Dopo la “liberazione” non c’eranopiù fascisti: tutti, salvo rare eccezioni, di-chiaravano di non aver mai approvato ladittatura fascista e assecondato i piani delduce.Ancora un’annotazione. I lettori ricorde-ranno che in occasione del Giubileo del-l’anno Duemila si tenne a Roma ilCongresso Mondiale della Gioventù. Si cal-colò che i presenti in quella enorme spia-nata (Tor Vergata) non furono inferiori adue milioni. Uno spettacolo imponente edimpressionante. Ricordo che accorsero daogni parte del globo. Mi capitò di incon-trare gruppi di ragazzi e ragazze che inviaggio per la capitale si esibivano in canti,balli, suoni. C’era tanto frastuono e movi-mento con chitarre, tamburi, flauti, sax, fi-sarmoniche e altri strumenti. Insiemetrascorrevano le serate, unendosi a fran-cesi, tedeschi e altri stranieri che transita-vano, bevendo e cantando con sor-prendente euforia. Fra loro notai la pre-senza di alcuni ragazzi che, come le loro fa-miglie, non frequentavano affatto la chiesa:tuttavia erano allegri, pieni di entusiasmo.Durante il soggiorno romano, dormironoall’aperto in un caldo soffocante: interven-

nero gli idranti per rinfrescarli. Tutti eranoentusiasti e soddisfatti,Fu ritenuto un grande trionfo per la chiesa:papa Giovanni Paolo II passò tra loro be-nedicendo e ricevendo scrosci di urla e diapplausi a non finire.Devo precisare che per quei ragazzi cheben conoscevo al loro rientro nulla cam-biò. Ripresero a stare lontani dalla chiesa,come se nulla fosse accaduto. Questo ri-sultato dimostra come sia scarsamenteincisivo e poco persuasivo partecipare agrandi adunate: le adesioni “entusiasti-che” sono in non pochi casi il risultato diuno “stare insieme” gioioso, divertente esuperficiale.Questo vale per tutte le manifestazioni dimassa. Non si dice che spesso “l’appa-renza inganna?” Pertanto la religiosità è soprattutto unaquestione di coscienza, non di esteriorità.Il Divino Maestro lo ha detto senza mezzitermini: “Quando pregate, non siate similiagli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli an-goli delle piazze, amano pregare standoritti per essere visti dalla gente. In verità iovi dico: hanno già ricevuto la loro ricom-pensa.” (Mt. 6,5). Inoltre mise un freno allepreghiere lunghe e rituali “Pregando, nonsprecate parole come i pagani: essi cre-dono di venire ascoltati a forza di parole.Non siate dunque come loro, perché ilPadre vostro sa di quali cose avete biso-gno prima ancora che gliele chiediate”(Mt. 6,7-8).Ritengo che tutti, compresi quelli chestanno “in alto”, debbano farne tesoro.

La messa in lingua latina è stata rimessa in vigoreper attenuare la rivolta di Mons. Lefebvre, uno fra ivari scrupolosi tutori della genuinità della liturgia,grazie alla “ benevola” approvazione di Benedetto XVI(Motu proprio ”Summorum Pontificum”)

Specialità da asportoFocaccia al formaggioFarinata e PizzeProdotti tipici liguri

VICO DEL POZZO 30 - RAPALLOTEL. 0185.66459 APERTO TUTTI I GIORNI

ANCHE RISTORANTE

Page 26: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

La cagna corsa: processo ad una strega rapalleseINQUISIZIONE

Questo saggio apparve originariamente su “Il Mare”, periodico del Tigullio, il 5 Giugno 1909 a firma di Arturo Ferretto

Lo storico Vayra si occupò nel1874 delle Streghe nel Cana-

vese. E’ notabile l’erudizione storico-giuridica, onde si abbellisce la dottamonografia, ed è interessante pureper la storia delle streghe in Liguria,le quali, secondo dice l’autore, si da-vano tutte convegno in un paesello,chiamato Ribordone, nella località,che tuttora ha conservato il nome diPian delle Streghe.La Serenissima di Genova non man-cava di perseguitarle e di farle abbru-ciare sulla Piazza di Banchi. Il 9dicembre 1446 Il doge RaffaeleAdorno ingiungeva al vicario di Porto-maurizio di rimettere nelle mani del-l’Inquisitor d’eresia insignem magam,chiamata Romea Baiardona, presa dalpodestà di Taggia. Contro le stregheperò mostrassi assai più rigoroso ilgoverno nei tempi ch’era soggetto a

Luigi XII di Francia, si come evincesi daun atto del 5 luglio 1505, fungendo al-lora da inquisitore contro le stregone-rie un figlio di Zoagli, il padre StefanoPiaggio, degli Eremitani di Sant’ago-stino.Il 6 luglio 1630 il magnifico Emma-nuele dei signori di Passano, capitanodi Rapallo, scriveva al Senato di Ge-nova:“Hieri mi capitò alla porta una poveradonna, che va di continuo cercando li-mosina e mi fu detto che essa è unastrega. Io per curiosità la feci chia-mare, menassandola di farla porrenelle carceri; allora essa, ancora chenon si poteva movere, si pose a fugire,e fu trattenuta. Mi vennero molte per-sone a dire che questa tale è reputataper strega comunemente, che miparse farne qualche diligenza et hotrovato due che mi hanno detto che le

sono stati guasti ad ognuno di loro doifigliuoli, e che tengono per sicuro chesia stata questa, onde mi parve benedi farla porre in carcere, acciò ve pa-resse di farlo penetrare al P. Inquisi-tore, se no ordinarmi quello doveròfare.”Quella povera mendica che, non po-tendo muoversi, ebbe ancora tantaforza di fuggire, e che fu tosto acciuf-fata, quella voce pubblica popolare,che insorge ed accusa, quell’accozza-glia di particolari, scritti dalla prima au-torità del capitaneato, fece ben tostobreccia nel cervello del Doge e dei Go-vernatori di Genova, i quali, radunatisid’urgenza, con messaggio del 10 lu-glio intimarono al zelante Capitano diporre in chiaro se la strega avea fattomorire i bambini, e di inviare informa-zioni per essere nel caso consegnataal tribunale dell’Inquisizione.Ormai il dado era tratto. Il 13 luglio ilCapitano rispondeva al Senato:“Per la strega carcerata se ne pren-derà quella cognizione che si potrà. Inquesto capitaneato è tenuta per talein tutti quelli luoghi dove è conosciutae, fatto quelle diligenze che intorno aquesto si potrà, ne darò subito conto”.Inoltre con altra lettera del 18 luglioaggiungeva che la donna Catterina,ossia Manola, detta la Cagna Corsa, èrealmente maga e incantatrice, stantei rapporti presentati da personedegne di fede, e che per conseguenzail bargello Giannettino Crocco e il fa-miglio Angelo Oliva la portarono legatanelle carceri del castello.Si cominciò ad istruire il processo.

Siamo nel salotto del molto Illustre Ca-pitano e corre il 23 luglio. Sfilano i te-stimoni e si esamina per la prima laventicinquenne Brigidina, moglie diBartolomeo Cagnone. Così canta: “DiGatturiga detta la Cagna Corsa io vidico che per Rapallo è schivata et è te-nuta publicamente per una strega etuna volta mi domandò della sale, e per-chè non li ne volsi dare mi disse al verorendere, et allora presi sospetto chemi dovesse far qualche affronto allimiei figlioli piccolini, una dei quali mi èmorto quindici anni sono, perchè nac-que grametto”.Più curiosa e la deposizione del tren-tenne Giusepe Arata, fatta lo stessogiorno. E racconta: “Il giorno di sanBartolomeo che fu alli 24 agosto del-l’anno 1628 che fu giovedì capitò acasa mia in la mia villa di san PietroCattarina, detta la cagna Corsa, laquale vidde mia moglie nella sua porta,che aveva un suo figliuolo in bracciod’età di mesi cinque benissimo alle-vato e detta Cattarina mi disse se eramaschio o femmina, ed io che inten-deva che era una strega, è un cancaroche ti mangi, dissi , et essa stette inpiedi e si mise a dire o figliuol mio nondubitate, non dubitate che sebene di-cono che sono una stria, non è vero, epoi se ne andò per fatti suoi, e da dettotempo in qua non è mai più comparsain quelle parti. Alla domenica se-guente io me ne andai a messa e aldopodisnare, essendo andato aspasso, mi fu detto che il mio figliettoera morto che mi parse molto strano:andai subito a casa e trovai detto mio

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

STORIEa cura di Emilio CARTA

26

Via Venezia 105 - RAPALLO (GE) - Tel. 0185 231119È gradita la prenotazione

www.trattoriabansin.it

Il ristorante storico della città

Page 27: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

figlio morto e lo disfasciammo e tro-vammo che aveva in tutte le cosciesegni neri della forma di due mani esegni della forma del dito grosso arri-vavano sino sotto la pancia. Subito mifu detto che erano state le strie cheavevano guasto detta creatura e sol-tanto posso sospettare in detta Cat-tarina, perchè da quel tempo in quaquando mi vedeva si metteva subito afuggire et ho inteso dire pubblica-mente che ne abbi guasto delli altri eche sia una strega”.A questa deposizione schiacciantesegue quella del trentenne Nicolò Mul-tedo, ed è del seguente tenore: “Ponnoessere circa quattro anni, e lo sa-ranno a Carnevale, che Cattarina,detta la Cagna Corsa, venne a casamia a San Pietro, mentre che io nonero in casa, et vedendola Angelettamia moglie nella porta, non voleva cheentrasse in casa, et essa volle entrare:quando fu in casa disse a detta miamoglie quello la è il vostro fante? etessa mia moglie le disse che non sa-peva cosa si fusse e poi detta Catta-rina domandò a detta mia moglie dellecastagne e delle fiche, e le disse chenon ne aveva, e poi addimandò dell’oliochiaro et essa mia moglie le disse chenon ne aveva e detta Cattarina le re-plicò o no averete bene si et essa mia

moglie le disse che l’avea bollito, etessa gli disse che glielo desse comeera e detta mia moglie le disse che an-dasse a prenderselo in una ramarache era ivi, e così andò, e se ne presequando volle per empire un doglio cheaveva, e poi se ne andò via et andan-dosene disse a mia moglie tu facevimeglio a darmelo chiaro, e questosegui al martedì, e poi detto mio fi-glietto che era di un mese e diecigiorni stette sempre male da due oredopo che fu partita detta Cattarina, etall’indomani che era mercoledì, men-tre mia moglie lo fasciava, a tre ora dinotte le uscirono tre stizze di sanguedal naso, e tre stizze le caderono dallabocca e subito morse che alcuno nonse ne accorse e poi facessimo dili-genze per vedere cosa aveva avuto,trovammo che aveva delli segni nerinella gola che pareva le fusse statomesso una mano e io non posso so-spettare salvo in detta Cattarina, per-chè si tiene pubblicamente che sia unastrega perchè disse a mia mogliequelle parole che sopra ho detto”.Si noti la strana coincidenza del nu-mero tre. Tre furono le cose richiestedalla strega, castagne, fichi ed olio, trele goccie di sangue, ed il bambino morìalle tre ore di notte e per di più il terzogiorno della settimana!

Il processo fu sospeso, tanto più che ilCapitano era affaccendato per prepa-rare un degno ricevimento al Cardi-nale di Santa Cecilia, trasmesso legatoa latere della Regina d’Ungheria, ilquale 25 luglio giunse a Portofino, oveil nostro Capitano andò a complimen-tarlo, fermandovisi quattro giorni.Il processo fu ripreso il 10 agosto,giorno di sabato: si apre la secondaudienza e comparisce Vincenzo Aman-dolesi, ed afferma che nella prima cap-pella di San Pietro, il giorno di Nataledell’anno passato, la Catterina guastòun figlioletto di quattordici mesi ad unasua figlia. Anche Massimo Costa giurache aveva dato a mama, cioè a balia,una sua figlioletta a san Pietro; laquale un giorno fu trovata colla bavaalla bocca.Sua moglie, sospettando del maloc-chio “mandò a chiamare Catterinadetta la Cagna Corsa, la quale le fecerispondere che non voleva andare per-chè sapeva quello voleva, e poi feceportare detta foglietta qui a Rapallo incasa nostra e si fece chiamare ilPadre Spirito di Sant’Agostino, il qualele lesse l’Evangelio e li disse che sti-mava che fusse stata guasta dallestrie e de ivi sei o sette ore in circa sene morse”.L’11 agosto 1630, giorno di dome-nica, il Capitano riprende l’audizionedei testi tra i quali Meneghino Ver-nazza d’anni 47 dice che li anni pas-sati morì un suo figlioletto “che vennenero subito e dopo morte vomitòcerte cose nere e tutti stimorno chefusse stato guasto dalle strie”. Pre-sentasi pure Marietta, moglie del Mas-simo Costa, la quale conferma ladeposizione del marito, e, calcando ladose, aggiunge che appena morta lasua figlia stregata “venne nera nelpetto, nel collo e nella gola e aveva le

gambe una più curta che l’altra ed èsicura che fusse detta Cagna corsache guastasse detta mia figlia tantopiù che una volta, essendo dal pon-tetto della Muretti in compagnia dellamia fantesca, trovammo detta Cagnacorsa e dicessimo fra noi che si dicevache era una stria et essa ne senti e nediede una guardata”.Con un sospiro di gioia il Capitano di-chiarò chiusa l’udienza, e l’indomani inplico chiuso coll’impressione in cera-lacca del suo sigillo, trasmise al Se-nato il processo avendo cura diaggiungere nella lettera di trasmis-sione che la strega non mancava diessere grandemente indiziata di averguasto molti figliuoli, e che per conse-guenza attendeva ordini dall’autoritàsuperiore.Il 30 agosto il Senato rispondeva al Ca-pitano di Rapallo: “Si sono viste le in-formazioni da voi prese contro laCattarina detta la Cagna corsa invia-teci con la vostra del 12. Vi diciamoche restando il suo delitto soggettoallo Statuto criminale Cap.10 sotto laRubrica De Veneficiis, tirate innanziquesta causa terminandola con giu-stizia”.Da questo punto mancano le notiziedella strega nelle corrispondenze delSenato, da cui tolsi questa messe pre-ziosa. L’ultimo responso però è chiaro,giacchè la pena, comminata alle avve-lenatrici dallo Statuto criminale, alloravigente, consisteva nel rogo; e certo lapovera Cagna, proveniente forse dallaCorsica, e che per parecchi anni aveabazzicato per le gaie pendici di SanPietro di Novella, seguì il destino ditante altre colleghe, e, portata in Ge-nova, fu arsa viva sulla Piazza di Ban-chi, accrescendo in tal modo il numerodelle tristi vittime della superstizioned’allora.

San Pietro di Novella. Qui nel 1628 avrebbe abitato Cattarina, detta la cagna corsa, accusata di stregoneria

XIII edizionee Golfo del Tigullio20128-12 AGOSTO

RAPALLO

CENTRO STORICOP.zza Garibaldi - P.zza Da Vico

L.mare V. Veneto (lato Antico Castello) P.zza e Vico del Pozzo

Via alla Torre CivicaVia e Piazza Venezia

Via Magenta

Con il patrocinio:

Città di Rapallo

Regione Liguria

Camera di CommercioGenova

Capitaneatodi Rapallo

Pro Loco

Conf. Nazionale

Artigianato

Rapallo

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

S. MARGHERITA L.PORTOFINO

RAPALLO

Richiedi il MenuRapalloExpo 2012

nei ristoranti convenzionati

A.I.S. LiguriaDelegazione Tigullio - Portofino

AGB

- Azie

nda

Graf

ica B

usco

- Ra

pallo

INGRESSO

GRATUITO

1991

���������������������������� ��� ������������ �����������

���������������� � � �@������������

F.I.C.

Page 28: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

VIAGGIARE/2di Vinicio TEMPERINI

28

In Nigeria, anche questo è turismo... (parte II)

AFRICA

Agosto / Settembre 1968. Siste-mato dunque il problema “Drums

di rame”ad Alcabar c’era da affrontarequello del ritorno a casa (Lagos /Apapa) con la situazione militare e po-litica che in tutto il Paese era moltopeggiorata specie al Nord. Eravamo ar-rivati con aereo privato a Kaduna e poiper strada mentre i nostri preziosidrums, debitamente scortati raggiun-gevano Calabar per strada e via fiume. Come già detto, collegamenti aerei e ma-rittimi in quel momento erano solo“di guerra” diffusa ed aspramente com-battuta. Le strade più dirette, come sipuò immaginare, erano …una scom-messa, raramente vinta dal viaggiatoreborghese. Un lungo viaggio sul Niger inquei momenti era precario se non peri-coloso. Restava solo da affidarsi a fer-mezza, esperienza , iniziativa, fantasia esperare in… tanta fortuna.APPUNTI DI VIAGGIOGli Inglesi avevano lasciato la Nigeria in-dipendente da otto anni (1960) ma laloro presenza era ovviamente ancoraforte in tutto il Paese . Un esempio biz-zarro ma indicativo. Viaggiando incon-travi le “Rest houses”. Evidenti (eorribili…) segni del loro passato sog-giorno. I famosi tetti in acciaio corrugato(corrugated iron)che trovavi e trovi soloin Paesi che furono governati dagli Inglesie che nessun costruttore italiano appli-cherebbe mai. Esteticamente un veropugno nello stomaco.Devo anche dire che in tutta la Nigeria –anche al Nord malgrado nascesse già unforte fondamentalismo – c’era (….emeno male) anche una certa presenzaculturale e sociale diciamo “universale”.Citiamo la Scuola di Medicina di AhmaduBello (città non lontana da Kaduna e Ca-labar) con insegnanti anche italiani. In-somma, un momentaccio di guerra,tensioni politiche, religiose e anche pro-blemi di carattere domestico, quotidiano.Moderni Supermercati completamentevuoti. Ebbene, ciononostante trovavi an-

cora qualche galantuomo affidabile (nonimporta di che colore) pronto ad aiutartie non sempre per danaro.RITORNO A “CASA”Dopo accurati esami politici, metereolo-gici , geografici e soprattutto di concretobuonsenso, scelsi quella che pareva la viamigliore – se non l’unica. Buon coeffi-ciente di sicurezza ed anche abbastanzadiretta , viste le circostanze, su percorsivalidi e frequentati. Tre grosse e robusteJeeps attrezzate ad “Albergo e Risto-rante”, con relative provviste, per averevitto ed alloggio sicuri ed indipendenti .Poter decidere insomma se, quando edove fermarsi. Campers non ne trovaima le Jippone erano più affidabili in quellecircostanze.ITINERARIO QUASI OBBLIGATOPrima tranche su strade viabili anchecon meteo pessimo: Katsina, Kaduna,Abuja, Enugu (foto sotto), Owerri. Poi tra-versata , assolutamente diurna, del Nigersu chiatta verso Boli. Poi strada sino aLagos via Benin.

Devo ammettere che copiavamo il per-corso che – temporibus illis – gli Ispet-tori di Sua Maestà (District Officers)utilizzavano nei due sensi (Sud / Nord /Sud) per controllare lo “Stato dell’arte” distrade , impianti elettrici (pochi allora),presidi sanitari (pochi, di nuovo), militarie burocratici (molti). Tutto il Paese in-somma, allora Colonia. Va però detto chegli stessi Ispettori spesso operavano neivillaggi, foreste e paludi, anche come me-

dici, magistrati,sceriffi, mediatori.Portatori anche dipace e progresso.Qualcuno pagòcon sofferenze eanche con la vita.Molti sono ricor-dati con stima egratitudine.Insisto, questa èuna parte positiva– visti tempi e cir-costanze – di que-sta mia avventura.Quasi turismo. Soste ad Abuja ed Enuguin buoni Hotels con cibo accettabile, spe-cie dopo i pasti in auto. Una solavolta,dopo Kaduna, ci siamo regalati unbel pic-nic in un bosco accanto allastrada. Viaggiavamo scrupolosamente inpieno giorno a velocità ridotta. Preferi-vamo infatti essere fermati dai soldatisulla strada piuttosto che dalla classica“raffica di avvertimento”. Viaggio resoemozionante da continui, improvvisi ALTdi militari con mitragliatore puntato. Devoammettere che - a parte qualche sgra-devole, lunga perquisizione – il loro com-portamento era duro e deciso masostanzialmente corretto e civile.Ad Owerri organizzammo il noleggio diuna grossa , efficiente chiatta. Il megliosu piazza…Arruolammo un buon pilota(Nigeriano) che doveva anche restituirladopo nostro sbarco vicino a Boli, dove fi-nivano i nostri noleggio e responsabilità.Certamente ho imparato tante cose nelmio lavoro. Alcune curiose. Per esempiose devi attraversare un fiume grande eforte –come il Niger –devi seguire unarotta “obliqua” che ti rende meno sog-getto alla spinta della corrente che vacon forza, ovviamente…., in una sua dire-zione che è diversa dalla tua. Ingag-giammo scorta per tragitto stradale. UnUfficiale dell’Esercito (Cap. Amir Ahmed)e due civili affidabili di etnia Hausa, vistol’ambiente. Devo ammettere che anche

noi “Turisti” eravamo personalmente ab-bastanza… preparati.Finalmente, vicino a Daonitsha, ecco lanostra chiatta pronta sul Niger. Lepiogge avevano devastato il punto d’im-barco ma per noi allestire una “rampa”non era un problema. Naturalmente –Legge di Murphy – arrivati al centro delfiume si scatena il diluvio. Solo chi ha su-bito personalmente una “pioggia tropi-cale” in piena stagione sa cosa significa.In certi momenti pareva avessimo piùacqua sopra che sotto… Il fiume ribollivanervoso. Confessiamolo, abbiamo avutopaura.Comunque, Deo gratias, arrivammo incirca tre ore, sani e salvi anche se zuppie stanchi morti, a Boli. Da Boli – moltopiù tranquilli –via verso Benin e Lagos.Percorso ancora difficile ma nel SudOvest la situazione era più tranquilla.Sempre di giorno, sempre scortati, sem-pre fermati in punta di mitra e perquisitima ormai ci consideravamo, ben pagati,in gita turistica…. –In pochi giorni, senza problemi, final-mente arrivo a Lagos. Io, uomo di mare,mi trovavo ad aver navigato solo sulfiume. Beh, in fondo il fiume finisce nelgrande padre mare…Rivivendo quei momenti oggi , dopo tantianni, a volte mi dico “”E’ mai possibile cheun giorno abbia visto Apapa come laTerra Promessa ?......... “”

LE COLLINE TRA GAVI E OVADA

SONO SINONIMO DI BUON VINOGROSSO CARLO DAL 1881

DOLCETTO - BARBERA - CORTESE - GAVI E NOVELLOCONSEGNA GRATUITA

CASA VINICOLA CARLO GROSSO & FIGLI

MONTALDEO (AL) - PIEMONTE - ITALIA

www.cantinegrosso.it - e-mail: [email protected] 849137 - 333.2198957

Page 29: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Marilyn di Simon Curtis

Impensabile, almeno fino a ieri, l'idea di un film sulla Monroe, l'Unica, come unicheerano, un tempo, la Garbo, Marlene Dietrich o la Bergman, tutte destinate alla famaeterna, anche dopo la fine del cinema. Ora però c'èquesto piccolo film inglese, tremendamente televi-sivo, gradevole nelle sua modestia, che sembra unanavicella intenta a circumnavigare tranquillamente ilSole, a giusta distanza per non rimanere incenerita.Film che, tra l'altro, arriva al momento giusto, men-tre si celebra in cinquantennale della scomparsa del-l'attrice che, oggi, se fosse ancora viva (e il solopensiero mette i brividi) avrebbe 86 anni.Tutto vero quello che il film racconta, ripreso dai libriscritti da Colin Clarke, il quale ebbe la fortuna di vi-vere accanto alla Diva nei giorni in cui lei girò un filmin Inghilterra con il sommo Laurence Olivier. DellaMonroe l'allora giovanissimo Clarke, nel cinema perla prima volta e in qualità di terzo aiuto-regista, ful'ombra, l'assistente sui set, il confidente, l'accom-pagnatore per la campagna inglese, innamorandosene, senza speranza. Il film evoca questo rapporto con i toni giusti, accenna al difficile momento allora at-traversato dall'attrice, vittima di sonniferi e sedativi, lontana dal marito Arthur Miller, ap-pena sposato. Ricrea il clima arroventato in cui si svolsero le riprese e disegna unpiccolo, convincente ritratto della diva, impersonata da Michelle Williams, sorpren-dentemente brava, capace di restituirne certi stati d'animo, taluni atteggiamenti, la fra-gilità. Ed è già tanto, perché rifare Marilyn è come voler scalare l'Everest, indossandosolamente la divisa dei boy-scout.

Il pescatore di sogni di Lasse Hallstrom

Alla base di questo film un romanzo di successo, intitolato“Pesca del salmone nelloYemen”(scritto da Paul Torday). Ma la distribuzione italiana ha preferito fare appello aisogni che, a dire il vero, aiutano a vivere, pur essendo, per natura (e scusate la rima)

quasi sempre una fregatura. Un sogno però nel film c'èe appartiene ad un ricchissimo sceicco yemenita. Ilquale vuole introdurre la pesca del salmone nell'aridodeserto del suo paese, costruendo un immenso lago ar-tificiale e importando migliaia e migliaia di salmoni dallefredde acque dell'Atlantico. A tale scopo coinvolge, vin-cendone le perplessità più che legittime, un giovanescienziato inglese. Questi incontrerà non poche difficoltànell'attuare il piano dello sceicco, e avrà modo di inna-morarsi, ricambiato, di una splendida assistente legataad un altro che forse (e si sottolinea l'avverbio) è mortoin una lontana terra straniera. Bisogna dire che il filmperde molto per la strada, Perde l'intento iniziale di iro-

nizzare su ambienti e figure tipicamente inglesi (godibile la nevrotica portavoce gover-nativa interpretata da Kristin Scott Thomas). Rinuncia a fornire un valore metaforico alfolle progetto dello sceicco. E smarrisce persino la voglia o il coraggio di affermare chei veri amori, per essere tali, non debbono mai realizzarsi. Ha diretto un regista d'originesvedese, partito per Hollywood dopo aver sfiorato l'Oscar con LA MIA VITA A QUATTROZAMPE, bel film sulla tenera amicizia di un dodicenne e una sua coetanea.

29E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

CINEMAdi Luciano RAINUSSO

I film sono trappole che devono funzionare bene

Niccolò Ammaniti, scrittore

iinn ddiiaaggoonnaalleeiinn ddiiaaggoonnaalleeAL CINEMADiaz di Daniele Vicari

I fatti del G8 a Genova, ricostruiti su testimonianze orali e verbali di udienza conl immediatezza tipica che i servizi televisivi hanno mutuato dal cinema. Gli scontri di piazza, la drammatica irruzione nell'ormai famosa scuola Diaz, lanotte di orrore nella caserma di Bolzaneto sonorievocati con il massimo realismo possibile, la-sciando alle immagini il compito di spiegarequanto avvenne allora: quando il Male e la Vio-lenza ebbero il sopravvento sulla Ragione e siscatenarono gli istinti bestiali degli uomini protettidalla divisa. C'è, la descrizione, dettaglio dopo dettaglio, diquello che passerà alla Storia del nostro disgra-ziato Paese come un autentico atto di “macelleriamessicana” compiuto semplicemente per obbe-dire al più aberrante degli ordini: sgomberare unmanufatto, senza precisare che si trattava di unascuola, occupata in quelle ore soprattutto da ra-gazzi e ragazze, inermi, colti nel sonno. Naturalmente il regista Vicari, di cui si ricorda ILPASSATO E' UNA TERRA STRANIERA, sulla notturna odissea di un laureandonel mondo delle bische clandestine, non aggiunge molto a quello che già si sa-peva. Ma, a seguirlo sullo schermo, il suo film impressiona lo stesso, ingigantiscel'effetto, suscita sgomento e sdegno. Le immagini s'inchiodano nella memoria,come se fossero riprese dal vero. Anche perché a guidare la macchina da presasi avverte che c'erano impegno e sicuro intento etico.

Viaggio in paradiso di Adrian Grunberg

Stando a questo film, nella città messicana di Tijuana esiste un'immensa prigionea cielo aperto. Un' autentica bidonville (se non uninferno vero e proprio), sorvegliato da guardie ar-mate, dove tutti si arrangiano per vivere. Teatro diogni traffico illecito possibile (droga, prostituzione,gioco d'azzardo) e di frequenti sparatorie. Lì dentro,a tirare le fila un boss malavitoso, malato di cirrosi,in attesa di trapianto e interessato alla sorte di unragazzino, destinato ad essere il suo futuro dona-tore di fegato. In questo mondo di dannati arriva unamericano che, dopo aver rapinato una somma in-gente, è caduto nelle mani della polizia messicanache si è impossessata del danaro. Il film è mode-sto, appena salvato dal grottesco con cui sono trat-tati personaggi e situazioni. Siamo dalle parti delcinema alla Tarantino che accumula orrori e ne-

fandezze, risolvendo il tutto con il sarcasmo. Il ritmo è sostenuto, ma il raccontosi abbevera alla fonte del rifritto. E' ben ritagliato sull'orrendo sfondo, il perso-naggio dell'americano che pensa soltanto a come fuggire. (La sua fuga darà il viaad una vera sommossa all'interno della prigione, e il ragazzino sarà sottratto intempo ai ferri del chirurgo). Star e anima del film, Mel Gibson, e un finale che sorprende non poco, data la mo-destia della vicenda: risolto in uno di quei luoghi paradisiaci che ancora esistonoe sono il rifugio sicuro per chi ha molto denaro da nascondere.

SALDIVIA DELLA LIBERTÀ 33 - RAPALLO TEL. 0185.53212

VIA MAZZINI 11 - RAPALLO TEL. 0185.50298

nestisport 1 nestisport 2

TUTTO dal30 al50 %

Equitazione 30% di sconto

Page 30: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

GREEN CARPE(T) DIEM...Egregio Direttore,C’è il tendone della Croce Bianca,per farci vivere (capire?) quanto siacambiata la vita di chi ha subito ilterremoto del 20 maggio scorso:Emilia di pianura ma ancora tellu-rica nelle sue radici, assestamentio no. Ed io che ho frequentato Ca-vezzo e dintorni per legami di scuolae amicizia, non ho tollerato la vi-sione di un paese sbriciolato in unrespiro, l’espressione “il mondo cheti crolla addosso” luttuosamentereale. Ci sono i punti di raccolta pergli aiuti, per le mani tese. Green,verde come la speranza e l’impel-lenza di sentirsi migliori. C’è il “green” golfistico, polmoneverde d’erba ricreato ad hoc, la tra-chea che si dilata felice al solo pen-siero, voglia di cantare e ballare inconseguenza; ben otto punti d’in-contro per chi ne abbia il fisico e lapassione, vocalisti e dj, il “mitico “ AlRambo quale sergente maggiore.Infine – ahimé – c’è il green delle ta-sche italiche, e il mese di giugno(tra Imu e connessi) è sceso sullenostre gole lesto e affilato, come la

peggior ghigliottina. Forse per que-sto, molti concittadini non hanno ap-prezzato le proposte – giudicatespesso onerose – dei ristoratori: al-cuni hanno invocato un costo “poli-tico”, altri di devolvere – per ognicommensale – due euro in favoredei “cugini” emiliani (medesimo im-porto degli sms di solidarietà).Sono ostile, impietosa? Pazienza.Victor Hugo scrisse: “Una calunnianei giornali è come l’erba in unprato. Cresce da sola. I giornalisono di un bel colore verde”.Ma vedi la coincidenza, proprio“green”.Lettera firmata

ONOREVOLI, POCO ONOREVOLICaro Direttore, mi sono stufato disentire dire, in tono trionfalistico, daaccusati di fatti indegni “ma, in fondo,non ci sono fatti penalmente rile-vanti”. Questa frase la posso dire iocittadino normale, ma non chi hafatto o dello sport o della politica, laragione della sua vita. In entrambe leattività prima di tutto c'è la traspa-renza e l'onore. Un tempo, chi ope-

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

Invitiamo i lettori a volerci segnalare suggerimenti, problemi. Pubblicheremo le vostre istanze, raccomandandovi

la brevità dei testi per evitare dolorosi tagli.

Scriveteci a Redazione “IL MARE”Via Volta 35 - 16035 Rapallo E-mail: [email protected]

LETTERE

E NOTIZIE

30

rava in quel campo, se accusato sitoglieva la vita. Staremmo freschioggi; le strade sarebbero ingorgatedai funerali. Ma almeno sentitevi col-pevoli dall'aver, con il vostro atteg-giamento, dato adito a chenascessero quelle accuse senza poivantarsene in TV. “Penalmente irrile-vante!” O sono "vecchio". Grazie ecordialità, R.B.

IL MARE IN EDICOLA Spett.le Redazione,plaudo alla decisione di distribuire ilmensile "Il Mare" ai lettori attraversole edicole al prezzo, davvero modico,di Euro uno a copia, che ne vale molti,molti di più, non fosse altro che per iltipo di carta e la grafica, oltre, ovvia-mente, al contenuto. Detto da unnato Camoglino, che è tutto dire...(anche se non di Origine Control-lata...). Un camoglino con interessi fa-miliari nella Perla del Tigullio, tantoper esser chiaro... e che non man-cherà di acquistare "Il Mare". Marendo noto che l'ultima edizione visi-bile in Internet (www.marenostrum-rapallo.it) è quella di aprile 2012,chemostra i rigogliosi giardini del lungo-mare rapallino...Cordialissimi salutiLuigi Fassone, Camogli

Grazie per il sostegno morale e tan-gibile. Provvederemo a inserire ap-pena possibile i numeri arretrati sulnostro sito.

BARBONI ALLO SCALO F.S.Spett.le redazione, "barboni" e le"barbone" sono riapparsi alla grandeall'ingresso del parcheggio ricavatonella zona dell'ex magazzino ferrovia-rio di Rapallo e bivaccano,ormai stan-ziali anch'essi, protetti dalla capacetettoia, e non disdegnano di impor-tunare i clienti del parcheggio insi-stendo ad infilare il bigliettonell'apposita fessura. Evidentementepensano che i clienti del parcheggiosono diventati d'un colpo cretini. C'èchi, appena finito di abbuffarsi alla vi-cina mensa della Caritas, chiede unEuro per un panino perchè... nonmangia da tre giorni. Amministra-zione vecchia o nuova, purtroppo, ilprodotto...finora non cambia.Lettera firmata

CASELLO AUTOSTRADALEEgregio Direttore,lo svincolo di Rapallo dell'AutostradaA12 sta avviandosi a copiare, se purein altro contesto, la "Saga dei Forsy-the". Dopo le liti sorte un anno fa tra lavecchia Amministrazione e l'Asses-sore Regionale alle Infrastrutture per-chè, così pare, i tre interlocutoriprovenivano dalla Città di Babele e nonriuscivano ad intendersi, ecco la "lunadi miele" tra lo stesso (Raffaella Paita)e il nuovo Sindaco Giorgio Costa. Sivede che i tre (il terzo è il rappresen-tante della Soc. Autostrade) hannofatto corsi accelerati e ora parlano lastessa lingua. Come prima decisioneverrà tolto lo spartitraffico tra le vet-

Volto noto di Rapallo, sia come professore di Economia aziendale al-l’Istituto Liceti sia come consigliere comunale del partito socialista ita-liano negli anni del sindaco GianNicola Amoretti, Corrado Leoni haintrapreso la strada della scrit-tura. Di recente ha presentato neilocali della biblioteca comunale divilla Tigullio il suo ultimo libro: “Mi-grare”, edito da Maremmi EditoriFirenze. Un romanzo affascinanteche racconta la storia di Aldo, unitaliano emigrato in Germania, aFrancoforte sul Meno. Qui incon-tra Clea con la quale instaura unrapporto che andrà oltre la sem-plice amicizia. Insieme affronte-ranno situazioni impreviste,avventure e contrasti, che rinsal-deranno la loro storia di amore.Nel mezzo uno spaccato della cul-tura tedesca con i suoi usi e costumi, che rende il romanzo ancora piùcoinvolgente. Migrare è il secondo libro di Leoni, autore di origine tren-tina che da qualche anno si è trasferito a Casola, in Lunigiana. Il primo, “Nane”, racconta la storia della Resistenza vista dagli occhi diun bambino.

LAUREAUn nostro affezionato lettore, Remo Simonetti, si è laureato il 7 giugnoscorso conseguendo il titolo di Dottore in Chimica e Tecnologia Far-maceutiche, con la votazione di 110/110.Titolo della tesi: “Studi preliminari sulla stabilizzazione di nanoparticellechitosano – foscarnet mediante rivestimento con poloxamero P407 oreticolazione con glutaraldeide”.Relatore: Prof. Eleonora Russo. A Remo le congratulazioni di tutta la redazione de “Il Mare”.

LIBRI

Page 31: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012

Luglio

CASARZA LIGUREVia Annuti 40(Croce Verde)Apertura: Martedi ore 12www.ac-ilsestante.it

Martedì 03 20:52 Luna Piena

Mercoledì 11 03:48 Ultimo Quarto

Giovedì 19 06:24 Luna Nuova: 5A Lunazione dʼOro e dʼArgento

Domenica 22 12:02 Il Sole entra nel segno del Leone Giovedì 26 10:56 Primo Quarto

ture in entrata e quelle in uscita; c'è da sperare(siamo pur sempre in un periodo di sobrietà) chequalche guidatore di quest'ultime, esasperato, (cene sono tanti che se non arrivano "primi allameta" non si sentono realizzati nella vita) non pro-vochi collisioni con qualche suo collega che"entra". Non si capisce, però, cosa c'entri la Regione conlo svincolo di Rapallo. Di solito, quando una deci-sione viene presa tra due, uno di essi già avanza.C'era proprio bisogno del "terzo" che poi è "unaterza"? Attendiamo, in ansia, sviluppi...L.F.

RUMENTANel 1854 il Paladino,secondo Giovanni Casac-cia, era "Quegli, che pagato dal Governo,va per

le strade colla pala raccogliendo il concio perpulir la città". A Rapallo, il "concio" sprizza datutti i pori, pardon, da tutti i cassonetti, diffe-renziamente o no, perchè il Paladino, cioè laDitta Aimeri, non pagata, rifiuta di raccoglierlo.Il concio viene pertanto raccolto dai netturbinirapallesi all' "atimariesci" , ossia non con i mezzimeccanici moderni, ma come faceva il Pala-dino, cioè con la pala. E la raccolta va alle calende greche. Ma l'ano-malìa, credo tutta italica, sta nel fatto che lapaga le viene negata non dalle Amministra-zioni della Perla del Tigullio, non da quella già"antica" e neppure da quell'altra, moderna,modernissima, appena nata, bensì da altreAmministrazioni "varie ed eventuali".Lettera firmata

Il proverbio del meseQuande son figge han quattro braççe, quand'én maiae n'han due ben passe

Quando sono fanciulle hanno quattro braccia, quando sono sposate ne hanno due molto stanche

Spazio Aperto di Via dell’Arco

Associazione di Promozione Sociale

LUGLIOSABATO 7, ore 17.00RIPENSARE L'ITALIACome avviare un percorso virtuoso perfar evolvere socialmente ed economica-mente l'ItaliaFrancis Morandi, esperto di economia e fi-nanza internazionale, autore del libro"Avanti Italia" edito da Il Sole-24 OreFrancis Morandi, un bocconiano, Mana-ging Partner di Tema Consultants e TemaWarren Europe, esprime l'esigenza dicreare una Classe dirigente e politica rin-novata, proattiva e meritocratica che, conun felice neologismo, chiama i "polittec-nici", cioé individui contemporaneamentecapaci politici, esperti tecnici e personedotate di senso etico (non più politici con-trapposti ai tecnici, ma solo politici pro-fondi conoscitori delle materie che devonoamministrare ossia "politici da votare inbase a curricula certificati").

E c o d e l g o l f o Ti g u l l i o

LETTERE

E NOTIZIE

20Lunazioni, Stagioni

e Segni ZodiacaliMESE Giorno Ora./min. Descrizione

12

Torta della Liberazione

Gargantuadi Renzo Bagnasco

INGREDIENTI: Pan di spagna, zucchero, al-kermes, kiwi, lamponi, panna montata ecrema pasticcera al limoneESECUZIONE: Tagliare, per il lungo con unlungo coltello, il pan di spagna, aprendolo. Acaldo, preparare lo sciroppo sciogliendo lozucchero in un po’ d’acqua, aggiungervi l’al-kermes e cuocere per tre minuti, lasciandolopoi freddare. Quindi inumidire con lo stesso idue “fogli” di pan di spagna e, solo su uno,spalmarvi la crema pasticcera. Richiuderlo so-vrapponendogli l’altro foglio e ricoprire tutto,bordi laterali compresi, con panna montata. Infine dividere idealmente in tre parti la facciasuperiore e ricoprirne una con fettine sovrap-poste di kiwi. Nella parte opposta, disporvi ilamponi e, in quella centrale, allinearvi ciuf-fetti di panna sino a ricoprirla. Riporre “il tri-colore” in frigo per almeno un’ora, prima digustarlo.

SABATO 28 LUGLIO - RAPALLO (Ge) - ore 21,15Oratorio dei BianchiFabio Tricomi, polistrumentista - Liuwe Tamminga (NL), organoOre 20,30 Concerto di Campane a cura dellʼAssociazione Campanari Liguri

DOMENICA 29 LUGLIO - CELLE LIGURE (SV) - ore 21,30Chiesa Parrocchiale di San Michele ArcangeloViviane Loriaut (F), organo

MARTEDÌ 31 LUGLIO - S. MARGHERITA LIG. (GE) - ore 21,15Oratorio dellʼAddolorataAram Shahbazians, organo

Page 32: Il Mare Eco del Golfo Tigullio 6/2012