ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA

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ROTARY CLUB GOLFO DI GENOVA DISTRETTO 2032 (ITALIA) Notiziario n°6 - gennaio 2014 Riunione Conviviale Mercoledì 8 gennaio Hotel Bristol Palace Il socio Andrea Bruni ci presenta la gita di Primavera del Club. Viaggio in Puglia dal 30 aprile al 5 maggio Resoconto della conviviale di Serena Bagliano. Anche quest'anno le festività natalizie sono passate, ma a guardar bene tra i tavoli, scorgiamo un ospite d'onore La Befana del Rotary Golfo di Genova! Il presidente Viale, dopo il tocco di campana rivolge il proprio plauso, a cui si uniscono tutti i soci, all'instancabile Dadi Parodi che ormai da molti anni, porta avanti uno dei Service del nostro Club: il 6 gennaio, dismessi i vestiti di tutti i giorni, indossa i panni della celeberrima vecchietta, per rendere felici i bambini del Gaslini portando loro doni. La nostra Socia, coadiuvata quest'anno anche da Carolina Mantegazza, ci tiene a sottolineare come sia sempre emozionante incontrare i bambini degenti nell'ospedale ligure e come siano questi ultimi a donare a lei tutto il loro affetto e la loro gratitudine. Il Service ha ottenuto una buona visibilità sui media cittadini. Dopo una piacevole cena la parola viene data al socio Andrea Bruni che presenta la gita di primavera del club: la Puglia! Prima però una breve premessa molto importante: il relatore, facendo un breve excursus sulle gite del club, ci tiene a sottolineare come sia importante partecipare a queste occasioni di aggregazione in quanto è proprio in questi momenti che si vive il club, ed un club, per essere vivo, deve essere vissuto fino in fondo. Segreteria: 3464167627 E-mail: [email protected] www.rotarygolfodigenova.org Bollettino n°46– gennaio 2014 – pag. 1

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Notiziario n°6 - gennaio 2014

Riunione Conviviale

Mercoledì 8 gennaio

Hotel Bristol Palace

Il socio Andrea Bruni ci presenta la gita di Primavera del Club.

Viaggio in Puglia dal 30 aprile al 5 maggio

Resoconto della conviviale di Serena Bagliano.

Anche quest'anno le festività natalizie sono passate, ma a guardar bene tra i tavoli, scorgiamo unospite d'onore La Befana del Rotary Golfo di Genova!

Il presidente Viale, dopo il tocco di campanarivolge il proprio plauso, a cui si uniscono tuttii soci, all'instancabile Dadi Parodi che ormaida molti anni, porta avanti uno dei Service delnostro Club: il 6 gennaio, dismessi i vestiti ditutti i giorni, indossa i panni della celeberrimavecchietta, per rendere felici i bambini delGaslini portando loro doni.

La nostra Socia, coadiuvata quest'anno ancheda Carolina Mantegazza, ci tiene a sottolinearecome sia sempre emozionante incontrare ibambini degenti nell'ospedale ligure e comesiano questi ultimi a donare a lei tutto il loroaffetto e la loro gratitudine. Il Service ha

ottenuto una buona visibilità sui media cittadini.

Dopo una piacevole cena la parola viene data al socio Andrea Bruni che presenta la gita diprimavera del club: la Puglia!

Prima però una breve premessa molto importante: il relatore, facendo un breve excursus sulle gitedel club, ci tiene a sottolineare come sia importante partecipare a queste occasioni di aggregazionein quanto è proprio in questi momenti che si vive il club, ed un club, per essere vivo, deve esserevissuto fino in fondo.

Segreteria: 3464167627

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Andrea Bruni descrive con entusiasmo le tappe del viaggio in Puglia anche grazie all'ausilio di unapresentazione le cui immagini hanno acceso gli entusiasmi di tutti.

1° GIORNO, 30 aprile: ARRIVO IN PUGLIA

2° GIORNO, 1° maggio: CASTEL DEL MONTE – TRANIVisita guidata di “Castel del Monte”, il più famoso e simbolico castello ottagonale, isolato sullaMurgia Pugliese, fatto costruire da Federico II di Svevia.Pranzo in corso d’escursione.A seguire visita guidata di “Trani” – l’Atene della Puglia”, cosi come viene definita grazie al suoricco patrimonio artistico, il cui emblema è sicuramente la splendida cattedrale romanica sul mare,testimonianza dello splendore della Trani Medioevale.

3° GIORNO, 2 maggio: RUVO DI PUGLIA – BARIVisita guidata di Ruvo di Puglia, che custodisce una delle più famose Cattedrali della regione, notaper la particolarità delle linee architettoniche e per la sua armoniosa stratificazione di modifiche erestauri.Seguirà sempre a Ruvo la visita al famoso Museo Archeologico Jatta, unico in Italia per la preziosaesposizione di ceramiche e dipinti dell’era Greco – Romana.Successivamente, visitaguidata di Bari, croceviadi culture sindall’antichità. Lungo ilperimetro della parteantica, si incontra ilmaestoso Castello fattocostruire da Federico II diSvevia. Splendido esempio diarchitettura romanica è lagrande Basilica di SanNicola, che custodisce lespoglie del Santo patrono.Seconda chiesa piùimportante di Bari è laCattedrale, affiancata daun’alta torre campanaria ecostruita su precedentiantichi edifici.

4° GIORNO, 3 maggio: OSTUNI – GROTE DI CASTELLANA – LOCOROTONDO –CISTERNINO

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Visita di un frantoio e degustazione olio extra vergine d’oliva. Visita di Ostuni, la candida CittàBianca di epoca medioevale caratterizzata da strette e tortuose stradine che portano alla MaestosaCattedrale di stile tardo romanico-gotico.Nel pomeriggio visita delle suggestive “Grotte di Castellana” con guida speleologica.Successivamente passeggiata per Locorotondo, pittoresco centro della valle d’Itria caratterizzatodalla pianta circolare e proseguimento per Cisternino, considerato uno dei borghi più belli d’Italia.

5° GIORNO, 4 maggio: LECCE – OTRANTOVisita di Lecce, capitale barocca della Puglia. Il cuore della città è caratterizzato da piazza S.Oronzo occupata in gran parte dagli scavi dell’anfiteatro romano. Suggestiva atmosfera in PiazzaDuomo e massima espressione del Barocco Leccese ammirando la Basilica di Santa Croce conannesso il Palazzo dei Celestini.Tra i vicoli e i palazzi nobiliari si incontrano le botteghe artigiane dei più famosi Cartapestaid’Italia.Nel pomeriggio visita di Otranto, la città più orientale d’Italia e del suo borgo antico,caratterizzato dalla Cattedrale e dal Castello a picco sul mare.

6° GIORNO, 5 maggio:ALBEROBELLOVisita guidata diAlberobello, fiabescacapitale dei Trulli, cheoffre uno spettacolounico al mondo nelsuccedersi dellamiriade di coni, dinotevole interessearchitettonico,urbanistico, e storico-culturale, consideratopatrimonio mondialedell’Unesco.

La serata conviviale ha visto presenti:

Presiede: Carla VialePresenti: Gian Piero Barone, Michele Bellin, Marco Bonini, Andrea Bruni, Stefano Bruschetta,Carlo Camisetti, Francesco Capone, Giovanni Cecconi, Giovanni Cereda, Teresa De Toni, GiorgioFuselli, Corrado Giglio, Giovanni Grimaldi, Mauro La Luce, Lorenzo La Terra, Andrea Lovisolo,Donatella Mascia, Carlo Minuto, Adriana Parodi, Annamaria Parodi, Rosalba Romeo, AlfredoSanguinetto, Tiziana Traversa, Pietro Vassallo, Mario Viano.Visitatori rotariani: Dott. Giovanni Facco RC Ovest e Dott.ssa Gorgetta Alvigini RC GenovaOspiti dei Soci: Prof. Silvio Leonardi, e le Sigg.re Clara Bruni, Simonetta Giglio, Lucia La Terra,Ester Timossi, Antonella Vassallo.

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26 Soci effettivi presenti 8 ospiti

Percentuale di presenza: 41%

Riunione Conviviale

Mercoledì 15 gennaio

Hotel Bristol Palace

Simone Cinotto docente di Storia contemporanea presso l’Università del Gusto di Pollenzo

Spirito d’impresa. Storie di vino tra Italia e California.

Resoconto della conviviale di Serena Bagliano

Serata di particolare interesse: il Prof. Simone Cinotto ci ha fatto conoscere una storia ai piùignota: la ricostruzione storica dell'affascinante ascesa, in territorio americano, dei produttoripiemontesi del nettare di bacco.

Perché un pugno di immigrati da un'unica regione italiana ha occupato uno spazio così importantenell'industria americanadel vino? Il relatoresmonta la narrazionediffusa secondo cuiavrebbero posseduto unacultura del vino"tradizionale"trapiantabile senzadifficoltà in una regione -la California - le cui"colline ricordavano moltoda vicino quelle delleLanghe e del Monferrato",individuando invece nelcomplicato mosaicorazziale e nelle variegatediscriminazioni razzistedella California di inizioNovecento il motivo chelegò gli imprenditori e i lavoratori della vigna gli uni agli altri e che li spinse verso una nicchiaproduttiva molto rischiosa ma altrettanto promettente.

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Arrivarono a poco a poco, prima su carri coperti trainati da muli, poi su carrozze di terza classedella ferrovia gli agricoltori italiani in cerca di buona terra da coltivare. Nella loro speranza c'eraun piccolo appezzamento di terreno da mettere a coltivazione e un futuro meno gravido di fame.Arrivarono in California, una terra così simile a quella lasciata nelle colline italiane, con un soleche ricordava tanto quello di casa. E iniziarono a ricordare anche il loro prodotto più gustoso, quelvino che scaldava le loro serate tra amici.

Ma negli anni della scoperta dell'oro, la California non era terra votata alla paziente arte dellaviticoltura. E fu ancora una volta un missionario gesuita a lanciare il primo segnale per unprodotto che avrebbe fatto la fortuna di numerosi italiani.

Il segno dei missionari non abbandonò in effetti mai la storia dell'America tracciando il suo solcoin ogni attività umana. E se agricoltori furono i liguri, i piemontesi e i lombardi che via viaandavano colonizzando le terre dell'estremo Ovest americano, gesuita fu invece il primo prodottovinicolo californiano di grande successo.

Il piacere di assaggiare il "Gesuit's Black Muscat" si accompagnò al nome di Nicola Congiato: erasuo infatti uno dei migliori vini degli Stati Uniti. Il pio Congiato, preside del collegio S. Ignazio aSan Francisco, accompagnò infatti l'insegnamento evangelico con la produzione di un prodotto cheidentificò nella missione gesuita il suo prestigioso successo, fungendo da vero e proprio pionieredella viticoltura americana.

Gli anni tra il 1880 e il 1890 furono una vera esplosione di produzione vitivinicola per la dolceterra di California e sulle colline degradanti verso il Pacifico nacque Asti, una località nei pressi diCloverdale. Formata da un gruppo di amici italiani capitanati dal vulcanico banchiere ligureAndrea Sbarboro, questo appezzamento di 1500 acri doveva essere in realtà un esperimentocomunitario. Innamorato delle teorie sociali di Owen e Ruskin, il banchiere immaginò una sorta diUtopia italo-americana in terra americana, nel quale fra le altre cose si producesse anche vini diqualità superiore. Pietro C. Rossi,chimico dalla straordinaria abilità vennescelto come direttore dell'industriavitivinicola che era stata battezzata"Italian-Swiss Agricultural Colony" dellaSonoma Valley.

Nulla fermò questo gruppo diappassionati agricoltori italiani esvizzero italiani; essi combatteronocontro le periodiche piene del fiumeRussian e contro la terribile fillosseradella vite ma nessuno acquistò le azionidella compagnia che determinò laricchezza degli investitori. La compagniaprodusse una quantità impressionante divino e si allargò verso i 5000 acri disuperficie. Il 1897 è ancora oggiricordato come l'anno dell'abbondanza e

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in quello stesso anno, per conservare tutta la produzione, si dovette scavare nella roccia viva il piùgrande serbatoio di vino del mondo. Largo 10 metri, lungo 25 e profondo 7, il serbatoio vennelevigato come marmo nelle sue pareti interne e accolse 20 mila ettolitri di genuino vino che venneconsumato nell'arco di un anno. Lo stesso serbatoio, una volta vuoto venne usato per la festadanzante: duecento persone vi trovarono comodamente posto così come un' intera orchestrasistemata sul palco centrale!

I successi della Italian-Swiss Colony furono anche qualitativi. La compagnia vinse nel 1911 ilGrand Prix dell'Esposizione internazionale di Torino per il suo "Golden State Extra Dry", ilmiglior champagne americano. La storia della Italian-Swiss Colony avrebbe comunqueaccompagnato tutto il XX secolo. Passata una prima volta nelle mani dei distillatori dell'Est,ritornò in mani italiane nel 1953 con la famiglia di Angelo Petri. Il capostipite, Raffaello Petri, nel1886 aveva fondato nella San Joaquin Valley una piccola azienda vinicola che negli anni si eraaccresciuta in forma cooperativa con il nome di "Allied Grape Growers".

I Petri nel tempo avevano anche acquistato gli impianti Inglenook di Rutherford, produttori di unopregiatissimo vino californiano, e fabbriche di sigari nel Tennessee. L'attivissima famigliaimprenditrice acquistò gli stabilimenti vinicoli di Asti, Lodi e Clovis e gli impianti diimbottigliamento di Chicago e di Fairview nel New Jersey, oltre alla società di distribuzioneGambarelli & Davito di New York. Questa megafusione portò la gloriosa Italian-Swiss Companynell'olimpo del mercato americano: 1.740 mila ettolitri di vino venivano prodotti nelle terracaliforniane e distribuite, negli inconfondibili fiaschi tipo Chianti

Non raggiunsero la stessa grandezza di produzione le vigne della famiglia Mondavi nella NapaValley. Ma al marchio Mondavi appartenne una delle migliori produzioni di vini bianchi dellaCalifornia, in concorrenza con un 'altra famiglia italiana dal nome illustre. Louis M. Martinidedicò tutta la sua vita nell'attività agricola arrivando a produrre a St. Helena ottimi vini rossi tipoCabernet, Sauvignon e Pinot Noir. Nonostante il grande successo personale, Martini, entrò nel

mito dell'emigrazione italiana di Californiaper la sua innata voglia di rimanere unsemplice agricoltore. Non c'era, in Martini,quel fuoco sacro all'espansione che tantoaveva reso ad altre famiglie italiane.Ciononostante i suoi vini mantenneroaltissimo il nome della qualità vinicolaitalocaliforniana.

Altrettanto fece Secondo Guasti, che nel1881, all'età di 22 anni arrivò nella terradell'estremo Ovest americano conl'intenzione di strappare all'oblio numerosisiti di terra semiarida. Nella zona diCucamonga, laddove nessun altroviticoltore italiano aveva osato investire

soldi e tempo, Guasti piantò la "Italian Vineyard Company", su un terreno sabbioso che non avevamai conosciuto la mano dell'uomo. Fu un azzardo che si trasformò nella fortuna di Guasti. Il vinodi Cucamonga, prodotto nella vigna più grande del mondo, si fece strada con le caratteristiche

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altamente zuccherine. Guasti produsse vino da dessert, ad alto tenore alcolico dando il via ad unaproduzione tipica della zona: ancora oggi vi si producono bevande tipo sherry o porto dalle maniesperti di uomini che hanno installato aziende vinicole nella terra che fu di Guasti.

Il buon nettare di Bacco non conobbe gli anni bui del proibizionismo, nonostante fosse bandito alpari di altri prodotti alcolici. Gli italiani riuscirono sempre a produrre le loro scorte personali divino, insegnando agli americani la qualità della moderazione, tipica degli appassionati cultori delsucco di vite. Nei tempi bui anche il commercio alcolico continuò, sebbene fosse mascherato sottoaltre etichette. I fratelli Vai, concorrenti diretti di Guasti, lanciarono ad esempio sul mercato il"California Padre Wine Elixir", pubblicizzandolo come tonico corroborante, e aprendo la stradaalla produzione su vasta scala, da parte dei grandi produttori vinicoli, di una lunga serie disottoprodotti. Per anni molti italiani avrebbero sofferto di digestione, comprando nelle farmacie i"miracolosi" tonici per la loro salute!

La serata conviviale ha visto presenti:Presiede: Carla VialePresenti: Stefano Barabino, Marco Bonini, Andrea Bruni, Francesco Capone, Roberto Catanini, Giovanni Cecconi, Giovanni Cereda, Edmondo Fresia, Paola Gazzano, Corrado Gazzerro, Enrico Gotelli, Giovanni Grimaldi, Carlo Iachino, Lorenzo La Terra, Andrea Lovisolo, Marco Malaspina. Carlo Minuto, Rosanna Muratori, Adriana Parodi, Tiziana Traversa, Michele Troilo, Pietro Vassallo, Mario Viano.Visitatori rotariani: Grazia Tagliafierro (RC Genova Nord) e Maria Tagliafierro.Ospiti del Club: Prof. Simone Cinotto.Ospiti dei Soci: Prof. Nando Fasce, e le Sigg.re Franca Fresia, Alberta Gazzerro, Anna Tentindo,

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24 Soci effettivi7 ospiti

Percentuale di presenza: 38%38%

Riunione Interclub

Mercoledì 22 gennaio

NH Plaza

Interclub con il RC Genova OvestAmmiraglio Vincenzo Melone, Comandante del Porto di Genova:

"L'immigrazione nel canale di Sicilia. La missione delle Capitanerie diPorto".

Resoconto della conviviale di Serena Bagliano.

Interclub di massimo interesse: l'immigrazione via mare nel nostro Paese, problema politico,umanitario e sociale.

Riguardo al problema, molto grave, dell’immigrazione clandestina, il quadro normativo diriferimento – ha spiegato l’ammiraglio Vincenzo Melone, capo della Capitaneria di Porto diGenova – è la legge Bossi-Fini ora in fase di superamento. La legge impone di fare azione di«contrasto» all’immigrazione clandestina, quando essa avvenga nelle acque territoriali italiane onella zona continua (si tratta di un’area di complessive 24 miglia dalla costa). Inoltre, quando si

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teme l’immigrazione clandestina o reati gravi, come quello dello schiavismo, le motovedette dellaCapitaneria, anche in acque internazionali, sono tenute al “monitoraggio” con possibilità diintervento a bordo.

La legge è, tuttavia, di applicazione molto difficile. In mare, infatti, non si può fare “contrasto”, come pure la legge prescriverebbe. Il contrasto si può fare a terra. In mare si può fare soltanto soccorso.Qual è, in realtà, la situazione?Le imbarcazioni che gli scafisti lanciano verso le coste del nostro Paese sono pericolose, incondizioni pessime, sovraccariche in modo quasi inimmaginabile: mettere oltre cinquecentopersone, forse 545, su una barca di 20 metri, come è accaduto lo scorso 3 ottobre, data del tragiconaufragio avvenuto davanti all’isola dei Conigli, a Lampedusa, è difficile perfino da immaginare.Significa che le persone - disperati di origine africana, quasi tutti - non sono in grado nemmeno dimuoversi per giorni e giorni.Le Capitanerie di Porto sono organizzate in modo piramidale. A Roma, dove si trova la centrale dicomando più alta in grado, vengono monitorate tutte le navi di bandiera nazionale e tutte le navisuperiori alle 300 tonnellate, anche di altra bandiera, in navigazione nel Mediterraneo allargato.Inoltre, vengono monitorati i pescherecci. Si tratta di complessivi 20mila bersagli, tenuticostantemente sotto controllo per mezzo di una tecnologia molto raffinata. Ciò permette, in caso diemergenza, di intervenire rapidamente. La Capitaneria, una volta raccolta la chiamata di soccorso,chiama, infatti, l’unità mercantile più prossima al luogo di richiesta di soccorso, trasmettendo lanecessità di intervento;quindi invia una propriamotovedetta.Dall’unità centraleoperativa di Romadipendono le sale operativedi secondo livello. Genova èuna di queste. Al di sotto visono i circa 300 uffici dellaCapitaneria, distribuiti sututto il territorio nazionale,in grado di dare, soprattuttol’estate, quando è piùnecessario, una rispostaimmediata. Le dimensionidegli interventi sono spessomolto importanti. Lo scorsoanno sono state soccorse43mila persone in un’area,che è quella di competenzaitaliana (SAR), di 500mila chilometri quadrati.Due sono i maggiori problemi. Il primo riguarda l’Europa. Il secondo Malta e i rapporti tra Italia eMalta.

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Veniamo al primo. L’Europa, attraverso l’agenzia Frontex, mette a disposizione aiuti, ancheeconomici, per i paesi che debbano fronteggiare il problema dell’immigrazione (oltre all’Italia,Grecia, Spagna, Francia e altri). Frontex promuove anche la collaborazione tra paesi esposti suquesto medesimo fronte. Il tutto, tuttavia, in modo insufficiente.Per quel che riguarda il secondo problema, ovvero i rapporti con Malta, ci sarebbe moltissimo dadire. Infatti, benché la Convenzione internazionale di Amburgo prescriva che le aree di pertinenzadegli stati debbano non sovrapporsi e incastrarsi fra loro senza lasciare spazi di vuoto, Malta hadichiarato unilateralmente la propria area di pertinenza, che è molto molto grande e, quindi, nonpattugliabile con i mezzi che ha a disposizione.

Malta applica il principio secondo cui un’imbarcazione, se è in navigazione, non ha bisogno disoccorso e non è raro il caso in cui sono stati dati rifornimenti di carburante affinché leimbarcazioni di immigrati potessero raggiungere le coste italiane. Malta non interviene: le areedichiarate di pertinenza sono troppo vaste, ma utili a ottenere dall’Europa sostegni economici chesono proporzionali alla dimensione di tali aree. Tocca all’Italia intervenire in soccorso dei barconidei disperati anche quando questi sono in acque di pertinenza chiaramente maltese. Malta, infatti,non si assume responsabilità e non agisce.Per l’Europa il soccorso in mare prestato alle imbarcazioni di questi disperati – ha conclusol’ammiraglio Vincenzo Melone – non è una priorità. Ci vorrebbero accordi seri e profondi, stipulatitra l’Europa e i paesi da cui partono i flussi migratori. Noi, da parte nostra, dovremmo essere piùcapaci di assistere e accogliere – oltreché di soccorrere. Si tratta quasi sempre di persone in cercadi un riscatto, che soltanto la disperazione trasforma, se mai, in ladri o criminali. Ma il problema èancora una volta europeo. L’Europa dovrebbe essere più forte e coesa. L’Italia – questo è certo –da sola non ce la fa.

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La serata conviviale ha visto presenti:

Presiede: Carla VialePresenti: Michele Bellin, Marco Bonini, Giovanni Cereda, Edmondo Fresia, Nicoletta Garaventa, Paola Gazzano, Carlo Iachino, Andrea Lovisolo, Carlo Minuto, Tomaso Munari, Rosanna Muratori, Annamaria Parodi, Alfredo Sanguinetto, Michele Troilo, Ospiti dei soci: Avv. Paolo Sommella, e la Sig.ra Ester Minetti.

15 Soci effettivi2 ospiti

Percentuale di presenza: 24%

Riunione Interclub

Martedì 28 gennaio

Cisterne Palazzo Ducale

Interclub con il RC Genova ed il RC San GiorgioMario Paternostro: "Se Genova si tinge di giallo".

Resoconto della conviviale di Serena Bagliano.

Nella splendida cornice delle Cisterne di Palazzo Ducale ecco che “la città di Genova” diventaprotagonista, e non solo “fondale scenografico”, di un romanzo giallo.

Genova è un contesto ideale per l’ambientazione di un giallo, e ancor più per immaginare unaserie di misteriosi casi da far risolvere a un qualche simpatico detective: ecco perché la cittàdiventa co-protagonista nel secondo romanzo di Mario Paternostro:“Le povere signore Gallardo”.

Questo noir, confida l’autore stesso, in cui l’indagine del vice questore Ferruccio Falsopepe,pugliese trapiantato a Genova che dalla sua casa di San Fruttuoso guarda romanticamente ilBisagno come se fosse la Senna, è il mezzo che permette all’autore di offrire uno spaccato dellasocietà genovese, della Val d’Ossola e dei suoi protagonisti lungo tutto il Novecento.

Una storia di fantasia che incrocia però la storia reale, quella con la s maiuscola.La storia della lunga serie di misteri attorno alle morti delle signore Gallardo interseca ad esempioquella di Geo Chavez, trasvolatore nel 1910 delle Alpi, espressione di una borghesia vitale e prontaa sfidare la vita che sparirà quasi del tutto nel lungo ventennio fascista; e quella della RepubblicaPartigiana dell’Ossola, un’esperienza di 40 giorni di autogoverno, a partire dal 9 settembre 1944,

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che perse presto l’appoggio degli alleati, ma che seppe comunque lasciare importantitestimonianze della Resistenza italiana.

Un libro che sa raccontare, con affetto, una città piena di contraddizioni come Genova,caratterizzata come poche altre nel suo sviluppo da grandi famiglie di commercianti che necompongono ancora oggi l’ossatura economica. Una città, Genova, che ha spesso sperimentato per prima fenomeni e cambiamenti che hanno poiinteressato l’intero paese.

“Le povere signore Gallardo” è quindi un libro capace di raccontare non solo la storia recente delnostro paese, ma di descrivere anche un paese purtroppo troppo attuale: un paese di grandi misterie ancora troppe zone d’ombra in cui verità giudiziale e verità storica sono ancora troppo spessodisgiunte, un paese drammaticamente intessuto di interessi privati con rapporti poco virtuosi con lavita pubblica.Questo omaggio al capoluogo ligure diviene un invito ai lettori a buttarsi nelle braccia dellaSuperba, nell’intrico di vie, viuzze, creuze, piazze, piazzette e caruggi in cui i protagonisti talvoltasembrano muoversi come formiche.

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La serata conviviale ha visto presenti:

Presiede: Carla VialePresenti: Michele Bellin, Marco Bonini, Stefano Bruschetta, Carlo Camisetti, Francesco Caso, Giovanni Cecconi, Giovanni Cereda, Paola Gazzano, Corrado Gazzerro, Massimo Giordano, Carlo Iachino, Andrea Lovisolo, Cristina Manicardi, Carlo Minuto, Rosanna Muratori, Salvatore Sarpero, Emma Tomaselli.Ospiti dei soci: Dott. Massimo Storace e le Sigg.re Elda Camisetti, Rosa Cecconi, Alberta Gazzerro, Barbara Giordano.

18 Soci effettivi presenti 5 ospiti

Percentuale di presenza: 29%

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