IL LIBRO ANTICO - DidatticaWEBdidattica.uniroma2.it/assets/uploads/corsi/135186M386/IL_LIBRO... ·...
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1. Che cos’è un libro antico
Obiettivo di queste slides è l‟apprendimento della definizione di libro antico e la conoscenza a livello minimo della sua manifattura, al fine di comprendere cosa sia e come è stato fatto l‟oggetto di questa specifica registrazione bibliografica.
Definizione merceologica o
bibliologica
Un libro antico è un libro prodotto a mano, il
cui testo è stato composto con caratteri
mobili e stampato su carta fatta a mano con il
torchio a un colpo o a due colpi.
Tale definizione merceologica di libro antico è
accettata anche da standard e codici di
descrizione
2. Carta e caratteri
Esaminiamo dunque gli elementi costitutivi
del libro antico:
carta,
caratteri,
torchio.
CARTA
Per fabbricare la carta s‟impiegava la polpa
ottenuta dalla fermentazione di stracci.
Tale polpa riempiva le così dette tine entro le
quali s‟immergeva la forma, ossia un telaio
costituito da una rete di fili metallici (i filoni
maggiormente distanziati ed equidistanti; le
vergelle più serrate e perpendicolari rispetto
ai filoni).
CARTA
Il foglio di carta, che si otteneva dalla colatura
della polpa, presentava l‟impronta del
reticolato (formato dai filoni e dalle vergelle),
della filigrana (un disegno costruito con fili
metallici sul reticolato, posizionato al centro
della forma e ispirato a una varia simbologia)
e della contromarca (in genere costituita dalle
iniziali del proprietario della cartiera,
posizionate in un angolo della forma).
FORMATO
Le dimensioni di una pubblicazione antica
dipendevano dal numero delle piegature che
il foglio di carta fatta a mano riceveva per
ottenere il formato desiderato (formato
bibliologico).
Osservando la posizione dei filoni, della
filigrana e della contromarca deduciamo il
formato di un libro.
Filoni, vergelle, filigrana e contromarca, a
seconda del numero delle piegature ricevute
dal foglio, si trovano dislocati in varie
posizioni nel foglio.
Diamo un prospetto dei principali formati e
rinviamo per un approfondimento alla lettura
delle pagine che i manuali dedicano a questo
tema (v. Giuseppina Zappella, Il libro antico a
stampa: strutture, tecniche, tipologie,
evoluzione, Milano, Editrice Bibliografica,
2001, p. 325–355).
Formato Filoni Filigrana Contromarca
1°: in plano orizzontali al centro della
metà
superiore o
inferiore,
intera
in posizione
coricata
nella stessa
posizione
della
filigrana,
nella metà
opposta
2°: in folio
Ottenuto con una
piegatura del foglio
di stampa, lungo
l’asse verticale.
Verticali
al centro di una
delle due
carte
coerenti
prodotte a
partire dal
medesimo
foglio,
intera,
diritta,
capovolta
nella stessa
posizione
della
filigrana,
nell’altra
carta non da
questa
contrassegn
ata
4°: in quarto
Ottenuto con due
piegature: la prima
lungo l’asse verticale,
la seconda lungo
l’asse orizzontale.
Orizzontali al centro della
piegatura
dorsale
divisa a
metà
superiore e
inferiore, in
posizione
coricata (2
carte su due)
nella stessa
posizione
della
filigrana,
nelle due
carte ove
essa non è
presente
8°: in octavo
Ottenuto con tre
piegature: la prima
lungo l’asse verticale
mediano, la seconda
lungo l’asse
orizzontale mediano
e la terza lungo l’asse
verticale.
Verticali divisa in
quattro,
diritta o
capovolta,
nell’angolo
superiore tra
il margine di
testa e
quello
interno (4
carte su 8)
nella stessa
posizione
della
filigrana,
nelle quattro
carte ove
essa non è
presente
In 12°comune
Ottenuto con un taglio
lungo l’asse verticale a
un terzo della
larghezza, dal quale si
originano due frazioni
che vengono poi
piegate tre e due volte.
La frazione minore
(feulleton, quaderno)
viene aggregata alla
maggiore o all’interno o
all’esterno. Nel tipo
detto all’olandese il
feulleton costituisce un
fascicolo separato,
cosicché si ha
l’alternanza regolare di
fasc. di 8 e 4 carte.
Orizzontali divisa a metà,
coricata, nella
parte alta del
margine
esterno (2
carte su 12)
nella stessa
posizione
della filigrana
in due carte
ove essa non
è presente
In 12° lungo
Ottenuto con 4 piegature
senza taglio (due
piegature lungo la
larghezza, in modo da
fare tre sezioni; poi una
piegatura lungo
l’altezza del foglio;
l’ultima a metà
dell’altezza del foglio);
oppure tre e due
piegature con taglio
delle due frazioni.
Nel caso che sia ottenuto da
due frazioni il feulleton
costituisce un fascicolo
separato, cosicché si ha
l’alternanza regolare di
fascicoli di 8 e 4 carte.
Verticali divisa a metà,
diritta o
capovolta, nel
centro del
margine di
testa (2 carte
su 12)
nella stessa
posizione
della filigrana
in due carte
ove essa non
è presente
In 16°: in sedicesimo
Ottenuto con quattro
piegature, oppure un
taglio e quattro e due
piegature (delle
frazioni maggiori e
minori).
Orizzontali divisa in
quattro, in
posizione
coricata,
nell’angolo
superiore tra
il margine di
testa e
quello
esterno (4
carte su 16)
nella stessa
posizione
della
filigrana, in
quattro carte
non
contrassegn
ate
In 24°: in
ventiquattresimo
Viene piegato in modo
che l’altezza sia
divisa in 6 parti e la
larghezza in 4.
Intervengono due
tagli: il primo
verticale al centro
della larghezza ed il
secondo orizzontale
ad un terzo
dell’altezza.
Orizzontali divisa in
quattro,
coricata
nell’angolo
tra il
margine di
testa e
quello
interno (4
carte su 24)
nella stessa
posizione
della
filigrana in
4 carte non
da essa
contrassegn
ate
I caratteri tipografici, ottenuti da una lega di
piombo (80%) e stagno (20%), erano disposti
nella cassa tipografica di una serie di caratteri
(distinti per tipo, tondo o romano, corsivo o
italico, gotico, etc. e dimensioni), suddivisa in
due scomparti: la cassa alta contenente le
lettere maiuscole e i segni speciali; la cassa
bassa contenente le lettere minuscole.
Una serie di caratteri era sufficiente per la
composizione di pochissime pagine, perciò, non
appena le due forme di un foglio erano state
stampate nel numero previsto di copie, il
compositore le smontava e ridistribuiva i
caratteri, dopo averli lavati, nei singoli cassettini
della cassa tipografica.
3. Il torchio e il processo di
stampa Il processo tipografico manuale ha come
unità base di lavoro la composizione e
l‟impressione della singola facciata del foglio
originale.
Si chiama forma di stampa la forma
composta da un numero variabile di pagine
(dipendente dalla struttura dei fascicoli),
disposte nell‟ordine richiesto da tale struttura
(imposizione).
Esemplifichiamo: per stampare le quattro
pagine di un formato in folio (2°) si
disponevano nella forma le pagine 4 e 1 da
stamparsi sulla facciata A (forma esterna,
detta anche forma di bianca) e le pagine 2 e
3 per la facciata B (forma interna, detta
anche forma di volta).
Finita l‟operazione di stampa, piegando il
foglio una volta lungo l‟asse verticale, si
otteneva l‟esatta successione delle pagine
per la lettura.
Per stampare le otto pagine di un formato in
4° si disponevano nella forma esterna le
pagine: 8, 5, 1, 4 e nella forma interna le
pagine: 6, 7, 3, 2.
Per stampare le sedici pagine di un formato
in 8° si disponevano nella forma esterna le
pagine: 5, 12, 9, 8, 4, 13, 16, 1 e nella forma
interna le pagine: 7, 10, 11, 6, 2, 15, 14, 3.
Il torchio tipografico era una struttura in legno costituita da due gruppi di parti mobili: il carro (che comprendeva il timpano e la fraschetta, la quale serviva a tenere fermo il foglio e ad impedire che si macchiasse d‟inchiostro nei margini) e la pressa.
per il torchio link con immagine tav. 24 e: http://classes.bnf.fr/page/feuill/feuille1/index.htm
La forma di stampa veniva collocata sopra il carro; i
battitori con i mazzi di inchiostro la inchiostravano,
chiudevano il carro (ossia la fraschetta veniva
piegata a compasso sul timpano e questo a sua
volta era piegato a compasso sulla forma) e lo
facevano scorrere con un mulinello fin sotto al
piano, la così detta platina, un blocco di legno (o
una lastra di metallo) collegato al torchio.
Nell‟epoca più antica era comune il torchio “a
due colpi”, che stampava mezza facciata di
foglio alla volta, poiché il piano per lo più era
grande come la metà di una forma; era
pertanto necessario ripetere questa
operazione due volte, spostando
opportunamente il carro sotto al torchio, per
stampare l‟intera forma.
Durante la tiratura di una forma era possibile
intervenire per correggere errori tipografici, o
grammaticali, per introdurre cambiamenti nel testo e
nella disposizione delle parti; si poteva, dunque,
verificare la presenza di variazioni (varianti) rispetto
alla primitiva composizione. È dunque possibile
trovare esemplari con varianti testuali, poiché i
tipografi non eliminavano (causa l‟alto costo della
carta) i fogli con il testo „scorretto‟, e li adoperavano
per costituire copie di un‟edizione.
Durante la tiratura di una forma era possibile
intervenire per correggere errori tipografici, o
grammaticali, per introdurre cambiamenti nel testo e
nella disposizione delle parti; si poteva, dunque,
verificare la presenza di variazioni (varianti) rispetto
alla primitiva composizione. È dunque possibile
trovare esemplari con varianti testuali, poiché i
tipografi non eliminavano (causa l‟alto costo della
carta) i fogli con il testo „scorretto‟, e li adoperavano
per costituire copie di un‟edizione.
4. Edizione, emissione, impressione,
stato
Le varianti si classificano in due tipi:
consce (volontarie): dovute all‟intervento
correttorio intenzionale da parte dell‟editore,
del tipografo, del correttore e dell‟autore.
Inconsce (involontarie): incidenti intervenuti
nel procedimento di stampa,
indipendentemente dalla volontà del tipografo
o del correttore.
Tenuto contro del procedimento di stampa manuale,
la fenomenistica si riconduce alle seguenti
definizioni
‘Edizione’: Tutte le carte di una pubblicazione prodotte a partire da una base sostanzialmente identica. Per le pubblicazioni monografiche antiche tutte le copie di una pubblicazione a stampa prodotte da una determinata composizione, senza riguardo ai cambiamenti avvenuti durante il processo di stampa (vedi anche ‘Ristampa facsimilare’, ‘Impressione’, ‘Emissione’, ‘Stato’, ‘Variante’).
SBN antico: IT\ICCU\CFIE\001447 [fare link!]:
Le Satire di m. Lodouico Ariosto stampate
nouamente, con diligenza reuiste, & corrette.
[Venezia : Alessandro Viani, non prima del 1551].,
In Venetia per Alessandro de Vian
[32] c. ; 8°.
Segn.: A-D8. - Ritratto dell'A. sul front. inserito in
una cornice rettangolare di mm. 86x67 ca. - Variante
B cfr. Edit16. - Cfr. Agnelli-Ravegnani v.2, p.32 (la
trascrizione del front. è alquanto diversa). - Per la
data dell'ed. cfr. Edit16.
Dictionarium Syro-Chaldaicum, Guidone Fabricio Boderiano collectore et auctore .Antuerpiae : excudebat Christophorus Plantinus, prototypographus regius, 1572.
[4], 12, 198, [2] p.
Autore reale Guillaume Postel, cfr. A. Serrai, Storia della bibliografia, 2,p.22 nota. - Marca (D18331) sul front. – Per altra ed. o variante dat. 1573, cfr. Voet, The Plantin Press, n. 644, 6.4.B.]
Discorso della virtù feminile, e donnesca, del sig.
Torquato Tasso. Alla serenissima sig. duchessa di
Mantoua, & c .In Venetia : appresso Bernardo
Giunti, e fratelli, 1582.
8 c. ; 4°.
Marca di Bernardo Giunta (Z1147) sul front. - Cors. ;
rom. - Segn.: A-B4. - Iniziale xil. - Variante B:
stemma sul front. (Camerini p. 463 n°[1]).]
Alla luce di questa definizione si ricordi
dunque che „Nuova edizione‟ si deve
intendere non in relazione alla modifica del
testo, ma al processo di composizione delle
forme; e che, per contro, edizione „nuova‟, sul
piano filologico, è quella che presenta
cambiamenti testuali o interventi critici.
‘Emissione’: 1. Quelle copie di una tiratura che
costituiscono un’unità di pubblicazione pianificata,
distinguibile dalle altre copie di quella tiratura da una
o più differenze (p.e. un nuovo frontespizio, o
colophon che espressamente identifica le copie
come un’unità distinta (vedi anche ‘ Impressione,
‘Stato’, ‘Variante’); 2. Una delle parti successive di
un seriale; il termine si usa per designare la parte
successiva di un seriale esistente al livello più
basso.
L‟emissione comprende tutti gli esemplari di un‟edizione o di un‟impressione offerti al pubblico in una volta per la vendita; dunque, presuppone un progetto editoriale intenzionale, non lasciato al caso.
Le Nouueau Testament, c'est à dire la nouuelle alliance de nostre seigneur Jesus Christ, reueu & corrigé de nouueau sur le grec, par l'aduis des Ministres de Geneue, auec annotations reueuës & augmentees par m. Augustin Marlorat .A Lyon : par Antoine Vincent, 1564. (A Lyon) : par Symphorien Barbier
[32], 824, [24] p. ; 16°.
Segn.: -28a-z8A-Z82A-2G8. - Marca sul front. variante (S442). - Altra emissione con note tip.: A Lyon, par Jean Frellon, 1564, cfr. B. T. Chambers, Bibliography of French Bibles fifteenth and sixteenth century, Genève, 1983, 341.
Historie di Giouanni Zonara monaco, diligentissimo scrittore greco, dal cominciamento del mondo insino all'imperadore Alessio Conneno: diuise in tre libri, tradotte nella uolgar lingua da m. Lodouico Dolce; con una tauola delle cose, che in esse si contengono, separatamente per ciascuna parte .In Vinegia : appresso Gabriel Giolito de' Ferrari, 1564.
Edizione che è stata reimmessa con ricomposizione del frontespizio, dei preliminari e di parte degli indici nel 1570, 1571 e 1572 (cfr. Bongi II, p. 195 e scheda BVEE018800). - Var. B: 1565.].
Il Negromante. Comedia di messer Lodouico
Ariosto .1538 (Stampata in Vinegia : per
maestro Bernardino venitiano Di Vitali)
[36] c. ; 8°.
Trattasi di una variante di edizione di quella
del 1535, con la sola c. del front. rifatta e
sostituita.
A giudizio di Fredson Bowers e di Conor
Fahy, non rientrano nella casistica di
emissione quelle pubblicazioni in cui la
differenza riguarda solo la data di
pubblicazione.
Bowers, inoltre, non considera emissione il
caso di variante del nome dell‟editore sul
frontespizio, mentre Fahy accetta le edizioni
condivise (quelle in cui tipografo ed editore
hanno ripartito le spese di produzione, le
quali presentano diverse note tipografiche o
sono emesse in luoghi distinti o in diversi
formati o su supporto diverso) come due
emissioni simultanee della stessa edizione.
Come esemplificazione si veda nell‟opac SBN antico
la registrazione bibliografica dal seguente codice
identificativo: IT\ICCU\BVEE\018392 = Biblia quid in
hac editione praestitum sit, vide in ea quam operi
praeposuimus, ad lectorem epistola .Lutetiae : ex
officina Roberti Stephani, typographi regii, 1545.
5 pt. ([12], 15, 172, 116, 180 [i.e. 184], 128, [40] c.) ;
8º.
Contiene la Vulgata e la versione latina di Zurigo. -
Altra emissione con data sul front.: 1565.
‘Impressione’: Tutte le copie di un’edizione
prodotta in una volta o in una sola operazione
(vedi anche ‘Emissione’, ‘Stato’, ‘Variante’).
Nel processo di stampa manuale „edizione‟
ed „impressione‟ vengono a coincidere,
poiché non appena le due forme di un foglio
erano state stampate nel numero previsto di
copie, il compositore le smontava. Quindi
quella che impropriamente viene chiamata
„ristampa linea per linea‟ è da considerarsi
una nuova edizione, giacché si
ricompongono le forme per stamparla.
‘Stato’: variante all’interno di una
pubblicazione che la differenzia da altre copie
all’interno della stessa impressione o
emissione con riguardo al fatto che l’editore
non l’ha intesa rappresentare un’unità di
pubblicazione distinta (vedi anche‘Edizione’,
‘Emissione’, ‘Impressione’).
Fahy precisa che il nuovo stato di una forma
abbraccia tutti i cambiamenti introdotti in
quella forma in una volta; ne consegue che
mentre la presenza di una o più varianti è
determinate per la categoria di un nuovo
stato, il concetto di stato non è identico a
quello di variante.
[Nota redazionale: per esemplificazione link con opac SBN antico con la registrazione bibliografica seguente dal codice identificativo: IT\ICCU\CNCE\005759 = La Biblia quale contiene i sacri libri del Vecchio Testamento, tradotti nuouamente de la hebraica verita in lingua toscana per Antonio Brucioli. Co diuini libri del nuouo testamento ... tradotti di greco in lingua toscana pel medesimo .In Venetia, 1532 (Impresso in Vinegia : ne le case di Lucantonio Giunti fiorentino, nel mese di maggio 1532). - Var. B: variante di stato (es. Impr. Rés.A. 363 della Bibliothèque Nationale de France) con front. del v. 2 (Nuovo Testamento) ricomposto, privo della cornice xil., variazioni negli spazi del titolo, cfr. BNCF, La Bibbia. Ed. del 16. sec., Firenze, 2000, n. 70].
5. Segnatura dei fascicoli
I primi libri a stampa, è noto, assomigliavano
nell‟aspetto e nella confezione ai libri
manoscritti.
I tipografi ripresero dalla tradizione manoscritta
anche l‟abitudine di contrassegnare i fascicoli di un
libro con una serie di simboli (generalmente le
lettere dell‟alfabeto latino e/o altri segni
convenzionali) la cui successione indicava al
rilegatore quale dovesse essere l‟assiemaggio dei
fogli.
Per indicare, in linguaggio convenzionale e
non naturale, il sistema di piegatura del foglio
originario di stampa, l‟imposizione e il numero
fogli che occorsero per la stampa di una
copia di un‟edizione impieghiamo la formula
collazionale.
Essa è una stringa alfa–numerica molto eloquente; impariamo a decodificarla.
Per esempio, la formula «4° A–Z4» sta a significare che ogni fascicolo è di quattro carte, poiché ciascun foglio originario di forma ha ricevuto due piegature (misurerà dunque 19 cm o più) e che sono occorsi 23 fogli per stampare ogni singola copia di quell‟edizione.
Il sistema d‟imposizione delle pagine in questo caso è:
facciata A: 1, 8, 4, 5
facciata B: 7, 2, 6, 3.
Una simulazione di collazione può essere fatta su Brown, William. A compendious and accurate treatise of fines upon writs of covenant : and recoveries upon writs of entry in the post, with ample and copious instructions how to draw, acknowledge and levy the same in all cases : being a work performed with great exactness. London: Printed by the assigns of Rich. and Edw. Atkins Esquires; for Isaac Cleave at the Star in Chancery Lane, 1693. On loan from Biddle Law Library. KH/KD 992 B76 1693 all‟indirizzo:
http://books.google.it/books?id=NIc0AAAAIAAJ&printsec=frontcover&dq=Brown,+William.+A+compendious&source=bl&ots=4Y1tMUcIJt&sig=Cj5yKcebQwRFEy-etuMnyAH7Llw&hl=it&ei=z_25TNn5J87MswaXgsXMDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CBUQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false
Letture:
Manuali
Lorenzo Baldacchini, Il libro antico, Nuova
ed. aggiornata, Roma, Carocci, 2001.
Valentino Romani, Bibliologia: avviamento
allo studio de libro tipografico, Milano,
Bonnard, 2000.
Giuseppina Zappella, Il libro antico a stampa:
strutture, tecniche, tipologie, evoluzione,
Milano, Editrice Bibliografica, 2001.
Singoli temi
Conor Fahy, Introduzione alla bibliografia testuale, «La
bibliofilia», 82, 1980, p. 151–180
Conor Fahy, Saggi di bibliografia testuale, Padova, Antenore, 1988: in particolare il saggio Edizione, impressione, emissione, stato, p. 65–88
Conor Fahy, La carta nell’analisi bibliologica, in Sul libro antico: bibliografia – filologia – catalogo – spazi della funzione bibliografica, a cura di A. Scarsella, Viterbo, Betagamma editrice, p. 3–19.
Conor Fahy, Appunti sui concetti di emissione e di stato, in Progetto biblioteche, a cura di Rosaria Campioni, Bologna, Edizioni Analisi, 1989, p. 124–131 (Emilia Romagna. Biblioteche Archivi, 14).