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RICERCA PROGETTO IL LIBERO ABITARE = = = COMUNICAZIONE DEI CARATTERI DISTRIBUTIVI E DEGLI ELEMENTI DI ARREDO ARIANNA GENNARO PROPOSTA DI RESET & RE-DESIGN

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RICERCA PROGETTO

IL LIBERO ABITARE

=

=

=

COMUNICAZIONE

DEI CARATTERI DISTRIBUTIVI E DEGLI ELEMENTI DI ARREDO

ARIANNA GENNARO

PROPOSTA DI RESET & RE-DESIGN

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ANNO ACCADEMICO 2007-2008

TESI DI LAUREA

di ARIANNA GENNARO

IL LIBERO ABITAREPROPOSTA DI RESET & RE-DESIGN

DEI CARATTERI DISTRIBUTIVI E DEGLI ELEMENTI DI ARREDO

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anno 2007· 2008ARIANNA GENNARO

MISSION_ la tesi propone di fare una rilettura dello spazio abitativo e del suo

vivere tenendo conto di un nuovo modo di intendere la casa, secondo una

funzione d’uso legata al tempo e ai nuovi fenomeni estetici ed antropologici.

RAGIONI DI PROGETTO_la necessità di trattare il tema della casa e

dei caratteri distributivi nasce dal fatto che, nelle abitazioni “standard”

in Italia dal secondo dopoguerra ad oggi, risulta evidente la totale as-

senza di un’ evoluzione, sia dal punto di vista strutturale che distributivo.

In pratica, in Italia gli architetti tendono ancora a seguire quella manualis-

tica che ha visto la sua nascita negli anni ‘50 e che tuttora risulta invariata.

Di conseguenza le abitazioni sono strutturalmente compos-

te da elementi fi ssi che rendono impossibile una personalizzazi-

one dello spazio, o un mutamento di esso nel corso del tempo.

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INDICE

PARTE PRIMA_LA RICERCA STORICA E LO STATO DELL’ARTE

CAPITOLO 1_LA RICERCA STORICA

1.1_RAGIONI DELLA RICERCA STORICA

1.2_DALLO SPAZIO CONDIVISO ALLO SPAZIO DIVISO

1.3_DAL FUNZIONALISMO ALLA MACCHINA PER ABITARE

1.4_PERCHE’ CONSIDERARE LE “UTOPIE” ABITATIVE

1.5_DALLO SPAZIO “RIGIDO” ALLO SPAZIO FLESSIBILE

1.6_DALLO SPAZIO FLESSIBILE ALLO SPAZIO FLUIDO

CAPITOLO 2_LO STATO DELL’ARTE

2.1_LA CASA DEL FUTURO SECONDO MORACE

2.2_L’IDENTITA’ ABITATIVA OGGI

PARTE SECONDA_IL PROGETTO

1_CONSIDERAZIONI COMPORTAMENTALI ED ESIGENZE DIPROGETTAZIONE

2_CONCEPT PROGETTUALI E ABACO DEGLI ELEMENTI

3_SCELTA TIPOLOGICA DEI NUCLEI FAMILIARI

4_STUDIO DEI “POSTI”

BIBLIOGRAFIA

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PARTE PRIMALA RICERCA STORICA E LO STATO DELL’ARTE

CAPITOLO 1_LA RICERCA STORICA E LO STATO DELL’ARTE

1.1_RAGIONI DELLA RICERCA STORICA

Il tema dell’analisi e dello sviluppo dei caratteri distributivi all’interno di una tipologia abitativa “standard”, parte prendendo in considerazione innan-zitutto il mutamento del comportamento, quindi di quello che è lo spazio del corpo, da cui dipende il modo di concepire lo spazio abitativo e gli elementi che lo caratterizzano.La ricerca storica ha come obiettivo quello di tracciare una sorta di fi lo conduttore attraverso i secoli, in modo da riuscire a compiere così un percorso trasversale che, partendo dall’analisi dei comportamenti, arri-va ad individuare le esigenze che dettano le principali tipologie abitative.

1.2_DALLO SPAZIO CONDIVISO ALLO SPAZIO DIVISO

PIANTA TIPO DELLA DOMUS ITALICA POMPEI27 a.c.

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Le tipologie abitative di Pompei ed Ercolano sono importanti per la compo-nente narrativa e celebrativa legata ad ogni ambiente della casa. Nella domus gli spazi comuni e quelli per il ricevimento degli ospiti occupano circa il 70% della casa e vengono disposti seguendo l’asse centrale di attra-versamento di essa. Si crea quindi una sorta di percorso fi sso tra la zona di ingresso/accoglienza e la zona in cui si consumano i pasti (cioè tra fauces e tablinum), questo è attribuibile al fatto che accogliere un ospite avesse uno stretto legame con l’atto di condividere con lui anche il pasto come segno di apertura della propria dimora.Il rapporto delle stanze in questa tipologia abitativa è strettamente legato alle funzioni d’uso degli ambienti stessi. Le due stanze ai lati dell’ingresso(8),che servivano a svolgere mansioni di vario tipo e che in un secondo momento vengono aperte nel lato comunican-te con la strada, hanno più o meno la stessa grandezza della zona adibita alla preparazione dei cibi(4). Lo spazio calcolato per le funzioni “lavorative” è quindi importante come quello in cui si mangia.Durante il Medioevo le abitazioni com-prendono sempre (a causa dello svi-luppo delle attività artigianali e mer-cantili) una parte a pian terreno adibita a bottega che comunica direttamente con la strada e una o più stanze sul retro o nel piano superiore.La parte adibita ad abitazione è orga-nizzata intorno ad un salone principale in cui convergono sia cucina che sala da pranzo, e che di notte si trasforma in un dormitorio diviso da tende per di-stinguere lo spazio riservato alle donne da quello per gli uomini.Il ruolo centrale che il focolare assume nel medioevo è riscontrabile anche nel contemporaneo, in cui la cucina ha un ruolo primario. Lo spazio diviso in 2 o 3 ambienti al massimo fa si che il mobilio inizi ad assumere un ruolo polifunzionale (ad es. le cassapanche) e che sia quindi facilmente traspor-tabile. All’interno delle stanze vengono create “nicchie” o posti intimi in cui svolgere delle attività. C’è un largo uso di tendaggi per dividere gli ambienti

ROMA VIA MONSERRATO, 1300 ca.a_INGRESSOb_BOTTEGAc_STANZA

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o anche solo per salvaguardarne delle parti (ad esempio letti circondati da tende).Il fatto di creare delle divisioni con l’uso di arredi mobili o di tendaggi è estre-mamente contemporaneo perchè a seconda delle occasioni si può modi-fi care un determinato ambiente, che magari non è di grandi dimensioni e in questo modo può essere sfuttato in modi pratici. Infatti è caratteristica odierna che in una stanza si compiano molte azioni differenti e talvolta in-compatibili tra loro.

L’abitazione durante il rinascimento diventa un modo per comunicare lo sta-tus symbol borghese. Anche se ancora non si può parlare di una divisione studiata dei caratteri distributivi, sicuramente però gli ambienti iniziano ad essere più articolati in base alla funzione d’uso. Tuttavia la divisione su più piani implica che le relazioni tra gli ambienti siano fi sse. Inoltre comincia lentamente a prendere corpo lo sviluppo in lunghezza dei palazzi (prima in-vece la pianta era rigorosamente quadrata), e questo comporta il nascere del “percorso” e quindi del corridoio come strumento distributivo primario dell’edilizia borghese.Per quanto riguarda il rapporto interno/esterno, durante il Rinascimento per la prima volta l’area adibita a giardino non è più interna alle abitazioni (come invece succedeva in epoca romana e medioevale), ma viene proiet-tata all’esterno.Così vengono create zone semiaperte per mettere le stanze abitative in di-

PIANTA DI PALAZZO FARNESE, ROMA 1544 PALAZZO DEI COMMISSARI, CASTROCARO TERME1549

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retta comunicazione con esso, ad esempio le logge coperte o i porticati.Come si può notare da queste prime considerazioni, fi no al ‘700 lo spazio abitativo è caratterizzato da un comportamento che privilegia il vivere co-mune, quindi la condivisione degli ambienti e delle funzioni d’uso ad essi correlate.Con l’avvento della borghesia, nascono invece per la prima volta spazi de-stinati ad uso pubblico e privato.Il concetto di “privato”, comporta una particolare esigenza di poter avere uno spazio intimo e raccolto. Questa esigenza rivoluziona per sempre la concezione dello spazio, che risulta da quì in poi diviso in maniera molto più rigida.

1.3_DAL FUNZIONALISMO ALLA MACCHINA PER ABITARE

“...e fi nestra e fi nestra e fi nestra e fi nestra e fi nestra e altra porta altra porta altra porta altra porta altra porta.

Fino al duro infi nito moderno con il suo inferno di fuoco quadrato, e poi la patria della geometria si sostituisce alla patria dell’uomo”

Pablo Neruda

A partire dagli anni ‘20, ma in particolare durante gli anni ‘50, a seguito della fondazione del Bauhaus, si sviluppa in Europa il Movimento Moderno, che vede come suoi principali esponenti Le Corbusier, Walter Gropius e Mies Van Der Rohe.Si incomincia a pensare per la prima volta all’architettura come ad uno stru-mento capace di migliorare la condizione umana attraverso un’organizza-zione degli spazi funzionale e razionale. Nel 1941 viene inoltre redatta la Carta di Atene, a seguito del quarto con-gresso del CIAM (il Congresso Internazionale d’architettura Moderna), do-cumento in cui vengono stabiliti i canoni costruttivi riguardanti l’edilizia residenziale e che rimarrà un punto di riferimento per molto tempo a se-guire. Durante il corso dl 1930, sotto l’infl uenza delle esperienze tedesche e del-le esemplifi cazioni presentate al CIAM di Francoforte, in tutta l’Europa si moltiplicano gli studi sullo standard abitativo per case economiche e di

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dimensioni minime. La soluzione più adottata è quella di “alloggi tipo” con superfi ci molto ri-

dotte (da 25 a 60 metri quadrati). In Italia il tema dell’abitazione popolare è uno dei principali tra quelli svi-luppati alle Triennali di Milano del 1933 e del 1936, in cui viene proposto in modo più concreto il problema del rinnovamento radicale della produzione edilizia italiana.Di particolare interesse è il tentativo di mettere in connessione l’analisi fun-zionale e dimensionale dell’alloggio, con l’applicazione degli arredi visti in ambito di una progettazione integrale che prevede la produzione di mobili componibili e standardizzati nei tipi e nelle dimensioni.La grande utopia degli anni ‘30, al fi ne di “valorizzare la libertà individuale al-l’interno di una organizzazione collettiva” , è la teoria messa in pratica da Le

W. GROPIUSEDIFICIO RESIDENZIALE DIHASELHORST-SPANDAUBERLINO, 1929/1930PIANTA DEGLI ALLOGGI, SCALA 1:200

E. GRIFFINI, FALAUDI, MANFREDI, PIERO BOTTONIQUARTIERE CASE POPOLARI A S.SIROMILANO, 1932PIANTA DEGLI ALLOGGI, SCALA 1:200

LE CORBUSIER - UNITÈ D’HABITATIONMARSIGLIA, 1945,1952PIANTA TIPO DEGLI ALLOGGI

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Corbusier con “L’Unitè d’Abitation”, secondo cui la casa moderna destinata alla classe media è vista come “macchina per abitare”. L’innovazione distributiva sta nel fatto che la “cellula” non è più un sistema di camere ma un’ambiente unitario diversamente articolato, in cui la fl uidità spaziale è data da:- separazione della zona pranzo dalla cucina per mezzo di arredi bassi- spazi a doppia altezza tra soggiorno e camera per i genitori- divisorio mobile tra le due camere pensate per i fi gli- servizi igienici separati per genitori e fi gli- creazione di spazi dedicati a varie funzioni: armadi a muro, scaffalature,

CONSIDERAZIONINonostante le intenzioni iniziali di Le Corbusier fossero mirate a creare una progettazione ad ok per i suoi abitanti, in realtà la “machine abitè” non è altro che una gabbia in cui non vi è nessuna libertà di cambiamento.Ogni spazio della casa è costruito in modo così attinente alla funzione da ricoprire, che risulta del tutto impossibile pensare ad un suo mutamento nel corso del tempo o anche solo ad un uso differente di esso.Il tipo di progettazione funzionale è stato preso in considerazione per evi-denziare la totale assenza di una possibile personalizzazione dello spazio, fattore problematico che ritroviamo oggi nella gran parte delle abitazioni.

1.4_PERCHE’ CONSIDERARE LE “UTOPIE” ABITATIVE

Le cosiddette “utopie abitative” comprendono quei progetti che introduco-no l’idea della fl essibilità come componente primaria del vivere. Questa necessità è dettata dal mutamento degli stili di vita e delle categorie sociali, che, essendo sempre più varie, richiedono un cambiamento dei caratteri distributivi e delle tipologie abitative nel corso del tempo.

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1.5_DALLO SPAZIO “RIGIDO” ALLO SPAZIO “FLESSIBILE”

Come soluzione alla crisi della città dovuta al boom economico e demogra-fi co di quegli anni, si sviluppa l’utopia quantitativa su scala mondiale, in Ita-lia esplicata dai progetti del gruppo Archizzom, in Inghilterra da Archigram e in Giappone dal gruppo Metabolism.

* Il gruppo Archizzom sviluppa una concezione del tutto personale secondo cui “La pianta non è più generatrice nell’architettura, ma una matrice neutra capace di sopportare il maggior numero di varianti.” Lo spazio viene inteso come luogo in cui ognuno organizza la propria casa e il proprio lavoro.Gli interni sono caratterizzati da grandi piani attrezzati, cioè illuminati artifi -cialmente e micro-climatizzati, dentro i quali è possibile organizzare nuove tipologie abitative aperte e continue, per nuove forme associative e comu-nitarie.L’architettura non rappresenta più la società ma la contiene con grandi mar-gini di libertà d’uso.

PROGETTO CONSIDERATO:_Piano tipologico continuo, 1972

* Nei progetti di Archigram, il movimento è inteso come “nomadismo” e l’architettura diventa progettazione di “kit” per l’abitare trasportabili e sosti-tuibili.La capsula spaziale è intesa come unità modulare aggregativa per accre-

SCHEMA DI MONTAGGIO DI ABITAZIONI TEMPORANEE,PIANO TIPOLOGICO CONTINUO, 1972

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scere la mobilità personale, le libertà di scelta del consumatore e la qualità della vita. La città diventa un network su grande scala in cui nessun ele-mento è fi sso.

PROGETTO CONSIDERATO:_W.Chalk, Capsule Homes, 1964

* come sostenuto da Wachsmann durante il M.I.T. di Chicago nel 1955, si può dire che l’opera svolta dal gruppo Metabolism trovi una forte consona-naza con i principi espressi dalla religione Scintoista giapponese, il cui tema è basato sull’eterna mutevolezza di tutte le cose. Questa nozione di transitorietà fa si che in Giappone anche gli elementi re-putati fi ssi, come gli edifi ci e la casa stessa, non siano percepiti come qual-cosa di inamovibile, bensì soggetti a un cambiamento perpetuo. I metabolisti intendono la “megastruttura” come intelaiatura fl essibile in cui trovano posto diverse unità funzionali che vengono al suo interno ordinate e armonizzate.

ARCHIGRAM (W. CHALK) CAPSULE HOMES, 1964PIANTA E VISTA DALL’ALTO DI UNA CAPSULA ABITATIVA;CAPSULE UNIT TAWER, 1964

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PROGETTI CONSIDERATI:_K. Kikutake, Round Hou-ses, 1960

Sono grappoli di cellule abi-tative di forma circolare. A seconda del numero di per-sone che vi abitano (che va da 2 a 8), l’autore predispo-ne sette differenti tipologie in base all’età, allo standard di vita e al tipo di lavoro di chi ci andrà ad abitare. Essendo inoltre attaccate ad un’asta posizionata al centro della casa (all’interno della quale passano gli impianti) hanno la possibilità di ruotare e di assumere l’orientamento che si preferisce.

NAKAGIN TOWER, FOTO E ASSONO-METRIA DI UNA CAPSULA

K. KIKUTAKE, ROUND HOUSES 1960

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_K.Kurokawa, Nagakin Capsule Tower Building, 1972

Sono 140 capsule metalliche prefabbricate contenenti o un piccolo alloggio o un’uffi cio. Sono dotate di un unica fi nestra rotonda e attrezzate con bagno monoblocco, letto, ar-madi, frigorifero, televisore e aria condiziona-ta. Gli arredi sono concepiti come elementi componibili, e inoltre la capsula è stata pen-sata per essere rapidamente sostituita dopo un determinato periodo di tempo.Con questo progetto Kurokawa persegue un nuovo modello di vita per l’uomo, l’Ho-mo movens, poichè ritiene che l’architet-tura debba giocare un ruolo fondamentale nell’ invogliare gli uomini stessi a ripudiare il concetto tradizionale di abitazione stabile, a vantaggio di una casa-capsula sostituibile e variabile che gli appartenga solo per il tem-po in cui vi soggiorna.

Se i progetti precedentemente elencati soluzionano la capsula abitativa come modulo minimo e l’aggregazione come principio or-dinatore, sono invece basati sulla fl essibilità quelli portati avanti da MVRDV e Shigeru Ban.

* I progetti dello studio olandese MVRDV sono caratterizzati da una grande varietà di situazioni e tipologie residenziali, al fi ne di integrare in un unico edifi cio gruppi sociali e stili di vita diversi. Ne è un esempio l’edifi cio Mirador costruito a Madrid.

K.N. KUROKAWA, NAKAGIN TOWERTOKYO, 1971 - 1972

EDIFICIO “MIRADOR”, MADRID 2005

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Nel progetto dell’edifi cio residenziale/commerciale Silodam (Amsterdam) è stato preso in considera-zione un nuovo concetto di sviluppo spaziale, in cui gli ambienti sono distribui-ti sia in orizzontale che in verticale per mezzo di pia-ni che si intersecano con molta fl essibilità. Questo progetto è un esempio di tematica urbana legata al-l’alta densità di popolazio-ne, per cui sono state stu-diate soluzioni progettuali

che prevedono il massimo utilizzo dello spazio a disposizione.* Il progetto “Naked House” dell’architetto giapponese Shigeru Ban con-siste in un’unico grande spazio a doppia altezza in cui 4 stanze su ruote possono essere spostate liberamente.Per ridurre il peso e ottimizzare la mobilità, le stanze non sono molto gran-di e contengono un minimo di cose utili e personali. Inoltre il loro soffi tto può funzionare da pavimento supplementare su cui i bambini giocano. Se accostate tramite le pareti scorrevoli possono formare un’ambiente unico. L’unico ambiente chiuso della casa è il bagno, mentre la cucina, il ripostiglio e la lavanderia sono aree defi nite da tende.Questo è un’esempio di “fl exible living” che si evolve secondo i bisogni che il cliente stesso ha a seconda del proprio vivere e della sua famiglia.

NAKED HOUSE, SAITAMA (GIAPPONE) 2000

EDIFICIO RESIDENZIALE “SILO DAM”AMSTERDAM 1996/2002VISTA DI UN INTERNO

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1.6_DALLO SPAZIO FLESSIBILE ALLO SPAZIO FLUIDO

* Kazuo ShinoharaSviluppa il concetto di caos in base al quale nelle città giapponesi non esi-ste nessun ordine non solo negli edifi ci, ma anche nelle strade e negli spazi aperti.La città giapponese appare priva di un qualsiasi contesto. Per questo ogni forma diventa possibile indifferentemente in ogni punto delle città.Propende per la dimensione simbolica, anche se nelle sue strutture c’è sem-pre l’impiego di una forte dimensione tecnologica.Nelle sue progettazioni l’interno è l’elemento generatore di quella che sarà la forma dell’edifi cio, quindi possiamo dire che l’interno esplode verso l’esterno.

PROGETTO CONSIDERATO: _Huse in Yokohama, Giappone 1984

* “Il migliore edifi cio è quello che non esiste: è lo spazio naturale dove nessun muro ostacola o veicola il corpo.”Così Rem Koolhas parla della sua teoria della dematerializzazione, secon-do la quale i muri sono i ostacolo al libero movimento e per questo vengono

KAZUO SHINOHARA - HUSE IN YOKOHAMA, GIAPPONE 1984

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utilizzati il meno possibile. La fl uidità trasforma gli ambienti in in percorsi, innescando circuiti aperti in cui i piani si susseguono senza interruzioni e la trasparenza è usata per eliminare l’idea di divisorio.

PROGETTO CONSIDERATO:_Ville con patio, Rotterdampatio come elemento centrale che serve per l’illuminazione, “muro libero”, cioè parete che contiene condutture e mobili, uso di grandi pannelli scorrevoli come collegamneti tra le varie parti della casa.

* Frank o. GehryNei suoi progetti le forme vengono scomposte, svuotate, spezzate e rias-semblate senza seguire un ordine.L’architettura torna ad essere fl uida, continua, imprendibile. La necessità dell’uomo di instaurare un rapporto con la natura è perfettamente espressa all’interno di spazi continui e luminosi in cui muoversi liberamente.

REM KOOLHAAS - THE MC CORMICK TRIBUNE CAMPUS CENTERCHICAGO, 2003

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PROGETTI CONSIDERATI:_Casa danzante, Praga 1994-’96_The “Big Fish”, Barcellona 2006_DZ Bank, Berlino 2007

* I progetti di Zaha Hadid sono la testimonianza contemporanea della teoria della fl uidità intesa come massa “decostruita” in cui muoversi liberamente. Il suo lavoro si confronta sempre con innovativi concetti spaziali intensifi can-do il paesaggio urbano esistente nell’inseguimento continuo di un’estetica visionaria che va a coinvolgere tutti i campi della progettazione, dalla scala urbana, all’industrial design, dagli interni ai complementi d’arredo.

PROGETTI CONSIDERATI:_Arts Center, Abu Dhabi 2007_Polytechnic University, Hong Kong 2007-2001

FRANK O. GEHRYDZ BANK, BERLINO 2007

FRANK O. GEHRY THE “BIG FISH”, BARCELLONA 2006

FRANK O. GEHRYCASA DANZANTE, PRAGA 1994-’96

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ZAHA HADID - POLYTECHNIC UNIVERSITY, HONG KONG 2007-2001

ZAHA HADID - ARTS CENTER, ABU DHABI 2007

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CAPITOLO 2_LO STATO DELL’ARTE

2.1_LA CASA DEL FUTURO SECONDO MORACE

Come evidenzia Francesco Morace nell’articolo riportato sull’inserto “Nova” del Sole 24 Ore del Maggio 2007:

“La casa del futuro saprà garantire sia uno spazio privato sia una comu-nicazione continua con l’esterno, e contemporaneamente la tecnologia migliorerà la vita di chi vi abita.L’ambiente domestico sarà una continua oscillazione tra il materiale e l’immateriale. Le qualità strutturali e fi siche saranno vicine a quelle esistenti oggi in architettura, caratterizzate però da una fruizione dello spazio più fl essibile e informale. Il parallelismo appropriato per la casa del futuro è il modello di abitazione giapponese, dove gli interni sono scatole intercon-nesse in modo semplice, secondo la funzione dell’esperienza (e non del-l’oggetto), in un contesto defi nito solamente dai muri esterni, dove i confi ni interni sono tangibili e intangibili: le tre qualità di base saranno conviven-za, sostenibilità e feeling. Tra le mura della casa del futuro i suoi abitanti cercheranno protezione e silenzio ma anche occasioni di socializzazione e di espressione personale. Il bisogno di esplorazione sarà soddisfatto dalla tecnologia e il desiderio di fuga dal contesto urbano sarà gratifi cato dalla presenza di micro-luoghi sostenibili.”Morace coglie in pieno la necessità sempre maggiore di riuscire a far convi-vere all’interno dell’ambiente domestico la sfera del privato e contempora-neamente connettere questo luogo con quelle che sono le esigenze lavora-tive e comunicative. Grazie poi al continuo miglioramento tecnologico che caratterizza la nostra epoca, gli edifi ci non devono più essere pensati come un tutt’uno tra l’ involucro esterno e ciò che contiene, ma bensì come for-mati da più componenti a se stanti, in grado di interagire tra loro nel modo più dinamico possibile. Questo fa sì che aumenti all’interno dello spazio abitativo il grado di perso-nalizzazione dettato dalle esigenze dei nuclei familiari che vi abitano, e sta-bilisce inoltre la possibilità di un mutamento costante all’interno di esso.

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2.2_L’IDENTITA’ ABITATIVA OGGI

“ Nel contemporaneo si è perso il riferimento statico ed è rimastosolo il riferimento al movimento.Ci troviamo di fronte ad una nostalgia crescente di simboli che riescano a sottarrre lo spazio all’arbitrio pretenzioso del progetto ar-chitettonico”

“ La casa, una vera e propria estensione dell’organismo, il nostro cor-po inorganico”

Edward T. Hall

“ La casa è come un corpo assimilato al corpo di colui/colei che la abita”

Marc Augè

“ Lo spazio come luogo di percorsi in cui regola principale è non osta-colare i fl ussi, quindi niente pareti ma spazi aperti e muri circolari”

Michael de Certeau

Il contemporaneo è caratterizzato dallo scambio di informazioni e di servizi che circolano. Il progresso tecnologico crea un continuo movimento. Perciò non si può più fare una distinzione tra luoghi statici e luoghi dinamici.L’abitazione è un prolungamento di ciò che avviene fuori, il movimento all’in-terno del luogo abitativo genera la forma degli ambienti e la loro grandezza. La casa non deve essere luogo in cui si è isolati dal mondo esterno, ma anzi luogo che comunica con tutto ciò che lo circonda mantenendo però un ca-rattere “intimo e personale”.Mentre tutte le utopie dell’abitare portano all’esasperazione la “quantità”, che viene gestita tramite la tecnologia, oggi l’abitazione deve avere una qualità resa tramite aspetti tecnologici e formali

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ARIANNA GENNARO anno 2007· 2008

24

1_CONSIDERAZIONI COMPORTAMENTALI ED ESIGENZE DI PROGETTAZIONE

COMPORTAMENTI ESIGENZE

_continuo movimento

_comunicazione con l’esterno

_necessità di un rapporto con il “naturale”

_importanza per gli aspetti immateriali (luce,suono,I-Life)

_economia legata agli spazi

pianta fluida/rapporti sempre variabili tra le parti/spazio flessibile/ possibilità di cambiamento continuo

elementi naturali e immateriliresi tramite la tecnologia

presenza di micro-luoghi sostenibili

divisori interni non vincolati

spazi agerarchici

PARTE SECONDA_IL PROGET-

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IL LIBERO ABITARE. Proposta di Reset & Re-design dei caratteri distributivi e degli elementi di arredo

25

2_CONCEPT PROGETTUALI E ABACO DEGLI ELEMENTI

ABACO DEGLI ELEMENTI

DIVISORI

IMPIANTISTICA

LUCE

TECNOLOGIA

ARREDI

CONCEPTPROGETTUALI

MOBILITA’ CONTINUA

MANUTENZIONE MINIMA

SICUREZZA GARANTITA

MASSIMA ECONOMIA

FACILE GESTIONE

RIVESTIMENTI

ECO-COMPATIBILITA’ VERDE

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ARIANNA GENNARO anno 2007· 2008

26

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IL LIBERO ABITARE. Proposta di Reset & Re-design dei caratteri distributivi e degli elementi di arredo

27

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ARIANNA GENNARO anno 2007· 2008

28

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TE

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IL LIBERO ABITARE. Proposta di Reset & Re-design dei caratteri distributivi e degli elementi di arredo

29

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tut

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i.N

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zial

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iger

e il

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ARIANNA GENNARO anno 2007· 2008

30

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IL LIBERO ABITARE. Proposta di Reset & Re-design dei caratteri distributivi e degli elementi di arredo

31

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Page 32: IL LIBERO ABITARE - uniluna.com · 1.1_RAGIONI DELLA RICERCA STORICA Il tema dell’analisi e dello sviluppo dei caratteri distributivi all’interno di una tipologia abitativa “standard”,

ARIANNA GENNARO anno 2007· 2008

32

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IL LIBERO ABITARE. Proposta di Reset & Re-design dei caratteri distributivi e degli elementi di arredo

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3_SCELTA TIPOLOGICA DEI NUCLEI FAMILIARI

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ARIANNA GENNARO anno 2007· 2008

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35

CONSIDERAZIONI SUI GRAFICI I.S.T.A.T.

Per qunto riguarda la struttura dei nuclei familiari, dal primo grafi -co emerge che sono in costante diminuzione le coppie con fi gli, mentre sono in aumento le coppie senza fi gli e i genitori singoli o monogenitori.Considerando poi le fasce di età , si nota che nella fascia compresa tra i 14-24 anni il 68% abita con studenti o amici; nella fascia compresa tra 25-34 anni il 35% abita con studenti/amici e il 21,5% abita con il partner; nella fascia compre-sa tra 35-44 anni il 30,4% abita con il partner e il 28,5% abita con genitori/fi gli.

VERRANNO CONSIDERATI TRE TIPOLOGIE DI NUCLEI:_COPPIA SENZA FIGLI (ETA’ COMPRESA TRA 25-34 ANNI)_COPPIA CON UN FIGLIO (ETA’ COMPRESA TRA 35-44 ANNI)_TRE STUDENTI/LAVORATORI (ETA’ COMPRESA TRA 18-24 ANNI)

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Per “POSTO” si intende “UN LUOGO AD ALTO TASSO DI SIMBOLICITA’”, cioè un luogo che si specializza a seconda della persona che lo sente non seguendo un comportamento imposto da altri a cui adattarsi, ma semplicemente in modo che “esso si adatti alle sue personali, private esigenze, tanto da far sentire la persona autrice di ciò che sta vivendo.”I “posti” corrispondono quindi ad un modo del tutto personale di vivere lo spazio e sono stati pensati “per l’uomo contemporaneo che vuole esplicitare la sua personalità attraverso una casa che lo rappresenti nel pubblico e nel privato.

Da Gran Bazar, agosto- settembre 1985:

_Progetto “Cubic”: è una casa prefabbricata giapponese che non supera i 180 mq. Consiste nell’elencazione dei tuoi desideri sezionati per “posti”, luoghi a cui, nella scelta, dare privilegio, e per sommatoria poi, e assemblaggio di questi spazi, scoprire un progetto che davvero ti appartiene.L’aspetto fi nale sarà la fi sionomia del comportamento della persona che abiterà la casa. Questo è un esempio di ORDER MADE, cioè una progettazione personalizzata ma non prefabbricata in senso tradizionale, ma su un’ossatura fi ssa e tamponamenti variabili con l’ampia scelta di opzional.

Se “Cubic” è basato su una composizione di elementi strutturali scelti dall’utente che rispecchiano quindi il suo “modus vivendi”, allo stesso modo si sviluppa questo il mio progetto considerando però solamente gli elementi che caratterizzano gli interni e tralasciando quelli di struttura.

4_STUDIO DEI “POSTI”

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