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N. 3 a.s. 2011/2012 Edizione Pasquale Il giornalino della scuola “A. Manzoni”

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N. 3 a.s. 2011/2012

Edizione Pasquale

Il giornalino della scuola “A. Manzoni”

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• Campionessa italiana 2012

• Per augurarvi Buona Pasqua

• Qualche ricorrenza passata…

• ...e futura…

• Le nostre “gite”

• La scuola...in francese

• Pianeta adolescenza

• Accendi una stella

• Territorio e tradizioni

• Spazio Musica

• Non solo musica

• L’angolo del relax

La Redazione

Beatrice O., Marta R., Roberta A., Chiara R., Micol B., Giada G., Eva F., Noemi Q., Ve-ronica Z., Lorenzo B., Giada M., Davide A., Chiara A., Justine D., Stefania F., Enrico F., Rosa M., Salhi N., Riccardo O., Nicola B., Damiano B., Davide C., Silvia C., Daniel G., Carlotta M., Gaia P., Melissa S., Marco S., Giorgia Z. Insegnanti: Matteo Doria, Antonella Lotto, Elena Mengardo Vi augura una

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È una ragazza che tutti noi ben conosciamo colei che è riuscita a raggiungere l’importante traguardo di cam-pionessa italiana di tiro con l’arco: Laura Borella di 2^A ci ha offerto una piccola intervista nella quale ha risposto alle nostre domande: 1. Quando hai iniziato a tirare con l’arco? Circa 4 anni fa, tirando alla Marciliana di Correzzola. Nell’ultimo anno, però, sono stata seguita da un allena-tore di livello nazionale. 2. Perché pratichi questo sport? Pratico questo sport, perché fin dalla prima volta che ho provato a tirare, è stato “amore a prima vista”, ma anche perché nella vita di tutti i giorni mi aiuta ad essere più responsabile ed equilibrata, mi aiuta ad essere più sicura e decisa ad andare avanti. 3. Con chi lo pratichi? Con l’associazione “Arcieri Sagittario” del Veneto, e con il mio allenatore Mario Calzavara. 4. Quali sono i giorni stabiliti per l’allenamento? I giorni sono il martedì e il sabato per i giovani, mentre il martedì sera e venerdì per gli adulti. Io invece con il mio allenatore ci alleniamo martedì, giovedì, sabato e se non ho gare anche la domenica. 5. Dove vai a praticarlo? Durante l’inverno in una palestra a Pernumia e durante l’estate nell’area da tiro con l’arco della società “Arcieri Sagittario”a Monselice. 6. Come ti sentivi mentre aspettavi il momento della gara? Tesa, anche se mi veniva ripetuto di stare tranquilla. L’attesa è stata molto stressante, ma non vedevo l’ora che arrivasse, di conoscere le mie avversarie e di testare le mie capacità. 7. Mentre tiravi a cosa pensavi e cosa provavi? Pensavo ad applicare gli insegnamenti dei tanti allenamenti, anche se era difficile sotto pressione. 8. Come ti sei sentita quando ti hanno nominato vincitrice? La gioia era immensa, mi veniva quasi da piangere, ma stranamente sono stata l’unica a trattenermi, non riu-scivo a crederci! 9. A quale obiettivo punti? Ora, mi sto preparando per le lunghe distanze all’esterno per i campionati Fita, che sono delle gare ai 50-40-30-20 m per la mia categoria, anche se mi sto preparando ai 60-50-40-30 m. Spero veramente di qualificar-mi e far parte dei campionati italiani. 10. Quali emozioni provi? Hai avuto momenti oscuri e di luce? Di emozioni ne provo sempre sia di gioia, che di tristezza. Di momenti oscuri ne ho avuti molti, ma li ho presi come insegnamento per migliorare me stessa. Ovviamente i miei momenti di luce sono state tutte le vittorie, e anche ritrovare le mie avversarie e confrontarmi con loro.

Damiano B.

Daniel G.

Marco S.

Eva F.

Micol B.

Campionessa italiana 2012!

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La vera storia del coniglietto pasquale

C ’era una volta, una piccola città in Scozia, dove tutti i bambini stavano aspettan-do la Pasqua. Ce n’ erano molti, di bambini, ma solo un coniglio Pasquale. Era un co-niglio rosa, molto grande, che portava tutte le uova di Pasqua in una grande sacca azzurra, chiusa da un lungo fiocco rosso, che portava in spalla. Lui era il creatore delle uova che regalava ai bambini, scegliendo il cioccolato che più gli piaceva e i regali che gli chiedevano. Il giorno seguente era Pasqua. Tutti i bambini erano fuori a giocare e ad aspettare il coniglio, che però non avevano mai visto, perché voleva restare segreto. Come ogni anno, i genitori avevano inventato una lunga caccia al tesoro che li avrebbe tenuti occupati, mentre il coniglio rosa avrebbe lasciato le uova ai piedi dei loro letti. I bambini giocarono a lungo, ma il coniglio non arrivava. Aveva un problema: il lungo fiocco rosso era andato perduto. Tutte le sue colombe aiutanti era molto preoccupate, perché non potevano far felici i bambini. Senza quel fiocco, infatti, la sacca non si sarebbe chiusa e tutte le uova sarebbero cadute lungo la strada. Il coniglio iniziò a cercarlo, ma non lo trovò, così lo aiutarono anche le co-lombe, volando sopra la città. Intanto i bambini erano tristi: nessuno gli aveva ancora portato le uova di Pa-squa. I genitori correvano nelle altre case, ma da nessuna parte era ancora arrivato il coniglio. Il fiocco non si trovava, così le colombe decisero di aiutarlo. Ognuna di loro si staccò una piuma, la più lunga che avevano. Poi insieme le intrecciarono fino a formare una lunga corda bianca. Più lunga ancora del fiocco rosso. La casa del coniglio era oramai tristissima, più di quella dei bambini, perché sapeva che era colpa sua, se loro erano tristi. In quel momento qualcuno bussò alla porta: erano le colombe! Con i loro becchi tenevano la “fune”. Il coniglio era felicissimo, e baciò tutte le colombe. Poi non perse tempo: corse in garage e chiuse con quella strana fune la sacca. Dopo corse verso la città, ormai addormentata. Tutti erano andati a letto molto tristi e senza le uova di Pasqua. Silenziosamente il coniglio entrava in ogni casa, regalando le uova e la felicità della Pasqua. La notte sembrava più lunga del solito, per i bambini tristi. La mattina, però, tutti gridavano per strada: <<Evviva! Evviva! È passato il coniglio rosa!!!>> e si riunirono per le strade della città per giocare con i loro doni... Correndo, un gruppo di bambini si accorse che, appeso ad un albero, portato dal vento, c’era qual-cosa che apparteneva al coniglio rosa. <<Guardate! È il fiocco rosso!>> arrampicandosi lo presero, e lessero: “The Pink Rabbit”. Felici decisero di fare un loro regalo al coniglio. Lavorarono tutto il giorno di Pasqua per preparare un dono perfetto, aiutati dai genitori e dalla gente del paese. Quando fu pronto tutti applaudiro-no: era un uovo grandissimo, tutto colorato e con dentro tante carote fresche, molto difficili da trovare in quel periodo. La gente portò insieme l’uovo fino alla casa del coniglio rosa. Bussarono alla porta, e gli fecero la più bella sorpresa del mondo. Quando il coniglio vide l’uovo sorrise: era chiuso con il suo fiocco rosso!

Rosa M.

Eva F.

Micol B

Per augurarvi Buona Pasqua...

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A Pasqua,niente sorprese! Una festa che più tradizionale di così si muore, merita di essere festeggiata secondo tradizione. Fate un salto dal vostro fornaio, starà sicuramente preparando qualcosa di buono. Lo so che sono di parte… ma chi non lo è? È così ogni anno. La Pasqua l’aspetti, anche se non sei credente. Semplicemente perché… mette fine all’inver-no. Eppure è un peccato aver perso il senso di una festa così importante e antica. Pasqua è una festa “mobile” che cade nella domenica successiva al primo plenilunio che segue l’equinozio di primavera… e io mi sono già perso. Vabbé: per fortuna esistono i calendari. In ogni caso, questa festività era già celebrata dalla religione ebraica per ricordare l’esodo del popolo d’Israele dall’Egitto,sotto la guida di Mosè,che dettò anche la scelta degli alimenti e la loro preparazione. (Un precisino,niente da dire): agnello maschio che non deve raggiungere l’anno e deve essere arrostito intero, con testa e viscere; e poi pane senza lievito ed erbe amare. I cristiani, invece a Pasqua festeggiano la Resurrezione di Cristo, ma conservano l’usanza di cibarsi l’agnello e pane, ag-giungendo il lievito al secondo ed eliminando le erbe. Entrambe le religioni predicano l’Amore verso il prossi-mo, ma devono avere un conto aperto con gli ovini. In ogni caso, come spesso succede, ai nostri giorni il pote-re cibo ha preso il soppravvento sulla simbologia della festa. Si mangiava in abbondanza anche una volta, è vero, ma almeno questo comportamento era giustificato dal fatto che, per quel che riguarda i Cristiani, si proveniva da un periodo di rinuncia (La Quaresima). Mi sono sempre chiesto perché noi Italiani finiamo sem-pre con le gambe sotto il tavolo: forse perché abbiamo la cucina migliore al mondo o forse perché, tra preparativi e pasti veri e propri, sfruttia-mo le poche occasioni che ci sono rimaste per stare in famiglia. E anche in questo caso il pane fa da treit d’union: sulla tavola pasquale, infatti non può mancare il pane fatto con uova e farina, simbolo spesso della Pasqua. Questo pane, tradizionalmente casalingo, oggi, con l’aggiunta di qualche ingrediente, ha assunto le fattezze di una colomba, a ricordarci che la Pace è ancora merce rara su questa terra. Un dolce così delizioso di pasta lievitata che molti fornai e pasticceri preparano con amore, insieme alle uova, è diventato il vero simbolo di questa festività perché da sempre a questo animale viene attribuito un forte valore simbolico di Pace, Rinascita e Amore. Secondo la Bibbia, infatti, fu proprio una colomba, con un ramoscello d’ulivo nel becco, a tornare da Noè dopo il diluvio universale per testimoniare l’avvenuta ri-conciliazione fra Dio e il suo popolo. Gli ovini a questo punto protestano e hanno ragione: è proprio vero che avere amicizie importanti ti cambia la vita. E anche la morte! Alcune leggende metropolitane vorrebbero far risalire le origini del più famoso lievi-tato pasquale all’epoca longobarda. C’è chi narra di come il re longobardo Alboino, durante l’assedio di Pavia si vide offrire in segno di pace un gran dolce a forma di colomba; altri conducono la sua creazione a una leg-genda che coinvolge la regina longobarda Teodolina e il santo abate irlandese San Colombano. La colomba, però, diventò il dolce simbolo della Pasqua italiana solo nei primi decenni del novecento, quando l’azienda Motta decise di lanciare sul mercato un dolce simile al panettone d’uvetta e canditi, dalla forma di una co-lomba e ricoperta con una glassa. Fu Dino Villani, direttore marketing della ditta milanese, già celebre per i suoi panettoni, che la creò per sfruttare gli stessi macchinari e la stessa pasta dei dolci natalizi. La grande popolarità arrivò definitivamente nel 1930, quando l’azienda commissionò a Cassandre, artista specializzato in manifesti pubblicitari, un disegno che riportava lo slogan: “Colomba pasquale Motta, il dolce che sa di pri-mavera”. Da allora, con la bella stagione, sono fiorite anche moltissime varianti arricchite di creme e farci-ture varie. Attenzione però: l’impasto originale è quello a base di farina, burro, uova, zucchero, e scorza d’a-rancia candita, con una ricca glassatura alle mandorle. Vanno comunque bene tutte le colombe, purché siano artigianali e portino la Pace. Marco S.

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Qualche ricorrenza passata... Come si festeggiava la Befana La Befana arriva il 6 di gennaio, a cavallo della sua scopa, portando delle calze fatte da lei personalmente, contenenti dolciumi o carbone per quelli che si sono comportati male durante l’anno. Ma quanto è “vecchia” questa generosa nonnina? Si hanno delle notizie risalenti già dall’epoca dei romani, con la Ninfa Egeria, consi-gliere soprannaturale di Numa Pompilio. Si è poi evoluta con la figura della divina Strennia, che regalava a tutti i bambini dell’epoca biscotti dolci a forma di bamboline e di animaletti, insieme a fave e frutta fresca. Il termine “befana” deriva dal greco “epifaneia”, trasformata nei vari dialetti italiani in bifania, befania, pi-fania. Questa festa è dunque la personificazione femminile dell’anno, simbolo della natura giunta alla fine del suo ciclo, perciò raffigurata come vecchia e raggrinzita. Anche noi alunni abbiamo voluto festeggiare a scuo-la l’Epifania. Infatti la Pro loco è tornata a trovarci per farci vedere come si attendeva la Befana una volta, con una scenetta molto divertente e coinvolgente . Nell’atrio della scuola è stata allestita una stanza simile alle case di una volta, con un letto e un materasso fatto con i “scartosi” delle pannocchie, un caminetto finto e una tavola in legno attorno al quale erano seduti, fingendo di cenare, il nonno e il papà di quella improvvi-sata famiglia. Accanto al camino, per terra, c’era una stuoia dove erano seduti sei “figuranti”, cioè i piccoli della famiglia interpretati dagli alunni delle elementari. Una bambina di nome Rebecca aveva appena 3 anni! All’inizio la maestra Dorina ci ha raccontato che i bambini la sera dell’Epifania non erano mai stanchi, anzi, non volevano andare a letto neanche quando era tardi. Per questo i genitori raccontavano che se non avesse-ro chiuso gli occhi e iniziato a riposare, la Befana avrebbe tirato dritto senza fermarsi nella loro casa. Prima che mamma e papà andassero a letto, lasciavano sopra il tavolo una scodella con del latte per la vecchietta, in modo che si scaldasse un po’. Poi c’è stato il momento più divertente della scenetta, cioè quando i bambini sono andati a dormire e la Befana, quatta quatta si è avvicinata al camino e ha appeso tre calze, due rosse e una nera. Quando i bambini poi si sono alzati, sono subito andati verso il camino, e hanno dato la calza nera al prof Doria, che l’ha aperta, trovando del carbone, due mandarini, una mela, un salamino, la carrubba e una cipolla! Le altre due calze, quelle rosse, contenevano invece caramelle e dolcetti alla frutta. Tutti gli alunni presenti hanno cominciato ad urlare ai “figuranti” di lanciare i dolciumi! Dopo esserci riempiti le tasche di tante dolcezze, è suonata la campanella. Tuttavia, la Pro Loco tornerà a trovarci molto presto!! Rosa M.

Giornata della Memoria: 27 Gennaio Ricorrenza dell'apertura dei cancelli di Auschwitz 27 Gennaio 1945

La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso del-l'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (maggiormente nota con il suo nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberando-ne i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamen-te per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista. In realtà i sovietici erano già arrivati prece-dentemente a liberare i campi, Chełmno e BełŜec, detti più comunemente di "annientamento". Erano vere e proprie fabbriche di morte dove i prigionieri e i deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo pochi "sonderkommando", che in italiano vuol dire unità speciale. Tuttavia l'apertura dei cancelli ad Au-schwitz, dove 10-15 giorni prima i nazisti si erano rovinosamente ritirati, portando con sé in una "marcia della morte" tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa, mostrò al mondo non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento del lager. In Italia, sono ufficialmente più di 400 le persone insignite dell'alta onorificenza dei Giusti tra le Nazioni per il loro impegno a favore degli ebrei perseguitati durante l'Olocausto. Veronica C.

ShoahShoahShoahShoah

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San Valentino nel mondo Il 14 febbraio è San Valentino, una festa ormai diffusa in tutto il mondo amata soprattutto dagli adolescen-ti. Questo giorno ha origini e tradizioni antichissime. Si dice che tali tradizioni furono diffuse dai benedet-tini, primi custodi della basilica dedicato al Santo di Terni. Dalla storia si è fatta strada l’ usanza di regala-re i cioccolatini o un altro piccolo pensiero all’amato/a. Ed ecco un elenco del giorno di San Valentino festeg-giato nelle varie parti del mondo:

Germania In Germania San Valentino si festeggia più o meno come in Italia: gli innamorati infatti scrivono bigliettini ed acquistano piccoli regali e fiori per il proprio partner. Anche i tedeschi si concedono cene a lume di can-dela con musica soft per celebrare il proprio amore. Olanda In Olanda gli innamorati si scambiano doni come testimonianza del proprio amore, ma alcune persone, come in Inghilterra, spediscono biglietti e decidono di non rivelare la propria identità. Uno dei doni più diffusi è un cuore di liquirizia. Inghilterra In Inghilterra hanno una lunga tradizione gli ammiratori anonimi: biglietti romantici e fiori vengono inviati anonimamente. Giappone In Giappone la Festa di San Valentino è più sentita tra i giovani e la tradizione prevede che siano le ragazze a regalare una scatola di cioccolatini ai ragazzi. La differenza è che il regalo non è necessariamente diretto a fidanzati e mariti: le ragazze possono donare cioccolatini anche al proprio datore di lavoro o collega di uf-ficio. Gli uomini che ricevono del cioccolato a San Valentino devono ricambiare il dono ricevuto regalando cioccola-to bianco un mese dopo San Valentino (cioè il 14 Marzo). Il 14 Marzo è conosciuto infatti come il White Day. Spagna Per tradizione gli spagnoli sono uno dei popoli più passionali: questa loro caratteristica si riscontra anche nel giorno di San Valentino in cui vengono regalate rose rosse alla persona amata. Stati Uniti San Valentino viene festeggiato da tutti: anche i bambini si scambiano biglietti raffiguranti i loro eroi dei cartoni animati. Salhi N. Chiara A.

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Ogni anno nella scuola di Correzzola organizza “la scuola sulla neve” per le classi seconde a Sappada di Cado-re. Noi alunni siamo partiti il 10/01/12 alle 6:30…eravamo stanchissimi, ma allo stesso tempo eravamo impa-zienti. Il viaggio è stato abbastanza lungo, ma quando siamo arrivati siamo stati sorpresi dalla bellezza di quel meraviglioso luogo. Durante il viaggio, tra le varie bellezze del posto, abbiamo visto delle cascate di ghiaccio e il corso del Piave. Il villaggio turistico Get.tur, a Piani di Luzza, era ben arredato, molto accoglien-te e in più c’era il self-service in cui si poteva scegliere le varietà di cibi dal primo piatto al dolce. Le camere erano spaziose e ben accessoriate. Abbiamo subito disfatto le valigie e poi siamo andati a pren-derci il materiale necessario per lo sci. Infine siamo corsi a tuffarci in piscina. Alla fine della giornata era-vamo sfiniti. Il giorno dopo alle 7:00 ci siamo svegliati per poi prepararci alla dura giornata che ci aspettava tra lo sci alpino e il nordic walking. E’ stata dura ma ce l’abbiamo fatta!!! Sappy, la mascotte di Nevelandia, è un piccolo orsetto di colore giallo con il berretto blu e rosso, che ci ha accolti calorosamente. Lo sci è stato abbastanza complicato, sembrava di avere dei piedoni enormi e abbiamo imparato lo spazzane-ve e a fare le curve. Il nordic walking sembra facile ma in realtà è un po’ impegnativo, serve a coordinare le azioni del corpo mentre si cammina. La sera abbiamo guardato un filmato di un viaggio in Africa del prof. Pi-store. Il giorno seguente, dopo una buona colazione, siamo partiti per lo sci, ed eravamo già molto migliorati. Alcuni hanno sciato anche al pomeriggio, altri sono andati sul bob, altri hanno pattinato… La sera, dopo cena, ci sia-mo divertiti molto a giocare a tombola e tutti hanno vinto qualcosa. Il pomeriggio seguente siamo andati a comprare dei souvenir per la città... QUANTE BELLE COSE!! Finalmente era arrivato uno dei momenti più belli della settimana bianca: la DISCOTECA!! È stato bellissimo e indimenticabile, abbiamo ballato tutta la serata e quando siamo andati a letto eravamo distrutti, non ci sentivamo più i piedi!!! Cercavamo di ricordarci tutti quei bei momenti perché eravamo consapevoli che il giorno dopo avremo lasciato quei luoghi meravigliosi. Appena siamo tornati a Correzzola, eravamo felici di ritrovare le nostre famiglie ad aspettarci, ma eravamo tristi di aver già concluso quell’avventura fuori dal “comune” ed eravamo quindi pronti ad affrontare verifi-che, interrogazioni e temi.

Noemi Q. Giada G. Veronica Z. Eva F. Giada M. Micol B.

E nel prossimo numero un resoconto dettagliato della gita delle classi terze a Praga e Mathausen...

Le nostre gite...

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L’ECOLE DE MES REVES

Pas de cour mais un jardin fleuri Pas de monstres mais des professeur gentils Pas de murs salis mais de parois colorées Pas de proviseur mais un guide éclairé Pas de cahiers mais des tablettes numériques Pas de devoirs mais des activités pratiques L’ école de mes rêves, l’ école de demain Pourquoi pas, peut-être bien Cela dépend aussi de moi Ecole de la découverte et de la conquête du savoir Savoir etre et savoir faire partagés dans l’ espoir. III A III B

LA SCUOLA DEI MIEI SOGNI

Non un cortile ma un giardino fiorito Non mostri ma professori gentili Non dei muri sporchi ma pareti colorate Non un preside ma una guida illuminata Non quaderni ma tablet numerici Non compiti ma attività pratiche La scuola dei miei sogni, la scuola del domani Perché no, forse dipende anche da me Scuola della scoperta e della conquista del sapere Saper essere e saper fare, condivisi nella speranza

Nicola B. Melissa S.

La scuola...in francese

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FUMO E ALCOL L’abuso di fumo, alcool e droga è diventato un problema per i giovani d’oggi. .

FUMO Secondo le statistiche si inizia a fumare maggiormente sulla soglia dei 13/14 anni. I ragazzi lo fanno non per necessità ma per gioco, per farsi vedere “grandi” ma in verità sono molto piccoli. Le conseguenze ?

• Blocca la crescita dell’organismo • Fa male alla pelle • Ingiallisce i denti • Provoca tosse • Provoca molti tumori ( il 30 per cento di questi sono dati dal

fumo) • Crea dipendenza • Crea danni alle vie respiratorie Insomma il fumo fa malissimo…

ALCOOL L’alcol è molto diffuso tra i giovani. È molto facile iniziare a bere. Per una serata diversa di svago e di divertimento qualcuno ti offre da bere e qui ci sono 2 opzioni:

• O accetti pensando di poterti fermare • O rifiuti dicendo che non vuoi iniziare a bere adesso

La seconda opzione sarebbe quella più giusta perché quando provi è troppo tardi per fermarsi; nonostante ciò molti giovani preferiscono la prima per essere accettati dai ragazzi più grandi. I ragazzi iniziano a bere per attirare l’attenzione e conquistare le ragazze. Esistono sicuramente tecniche più semplici e più salutari per conoscere qualcuno e poi è consigliabile essere sempre vigili e consapevoli delle proprie scelte.

Justine D. - Stefania F. Nawal S. - Chiara A.

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Caro diario, vorrei parlarti di un interesse che ha cambiato molto le mie passioni negli ultimi mesi; tutto è nato leggendo un semplice manga. Questo mi ha stimolato a disegnare dappertutto, a riempire di schizzi album e fogli vo-lanti e a fare delle ricerche in Internet e in biblioteca per capire che cos’ era il graffitismo. E’ proprio da qui che parte il mio grandissimo desiderio:diventare il piu’ grande writer nella storia dei graffiti. Quanto mi piacciono quelle scritte che danno un pizzico di colore a palazzi abbandonati, smorti, a vecchi treni arruggini-ti, quelle che servono per rallegrare un po’ le persone… Sono convinto che il colore riempie di luce e di gioia i momenti più tristi della vita. E poi il colore diffonde energia e ottimismo, insomma è un toccasana e un otti-mo antidepressivo. Ovviamente per coronare questo sogno bisogna viaggiare, andare in altri paesi, terre e continenti. Un desiderio che credo non potrà avverarsi per quanto mi riguarda. Tanti lo considereranno un sogno stupido, ma per me non lo è, ed è giusto che mi conceda di sognare di poter, almeno una volta nella vi-ta, sentirmi importante, degno di rispetto e non un semplicissimo ragazzo un po’ “sfigato”, che studierà e da grande, come nella normalità dei casi, farà carriera e metterà su famiglia. Ovvio, che si potranno incontrare postacci pericolosi, poliziotti, bande rivali ed è molto alto il rischio di essere coinvolto in cricche o in liti tra persone poco affidabili che cercheranno di “farti le scarpe”. Ma sono i rischi che bisogna correre. Partirei dal nord dell’ Italia fino a scendere sempre di più. Poi risalirei i continenti e girerei il mondo. Sono convinto di possedere le doti artistiche e la voglia di viaggiare anche se per ora è la pigrizia che mi tarpa le ali. Con i graffiti si possono esprimere emozioni, come la paura e l’allegria, i propri stati d’animo: è un’arte espressiva. I capelli bianchi sono i graffiti de Signore diceva un mio amico, un graffitaro. I graffiti si possono suddividere in molti stili:vanno dai wild-style, scritte complicate decorate soprattutto con frecce, i throw-up, tag anch’esse complicate usati per coprire altri pez-zi,bomb-style, graffiti bombati, appunto che si fanno nei posti più elevati e pericolosi, cartier, che rappresentano disegni, non scritte e puppets, personaggi di cartoni animati. Mi ricordo che un giorno d’ ottobre sono andato a vedere una galleria d’arte dove 20 artisti padovani mettevano in mostra le loro migliori opere. Sono rimasto abbagliato dai graffiti in PVC , dai Blackbook cioè i quaderni dove si fanno gli schizzi, dalle bombolette usate, dai quadri su tela e su stoffa. Il più bello secondo me era “I-Twist” realizzato in PVC da Peeta, un wild-style disordinato e irregolare dove si intravedevano poco le lettere. Il graffitismo vive tra legalità ed illegalità. Si realizzano disegni, scritte e firme all’ interno del tessuto urbano, su muri sia pubblici sia privati. Questo movimento fu una vera e propria rivoluzione sociale e culturale. La tendenza si sviluppò intorno agli anni ’80 nelle metropoli statunitensi dove ragazzi riuniti in bande si trovavano per ballare la break-dance, andare in skateboard e graffitare appunto. Il writing fa parte della cultura hip-hop e ha molte parti in comune con la Street Art. Il più grande esponen-te di quest’ultima fu Keith Haring che disegnava sui vagoni dei treni la tv e la pubblicità come mostri, che rubano la vita e che vogliono dominare il mondo. Un altro personaggio importante fu T-Kid ovvero Terrible Kid che ha iniziato a fare graffiti dove è nato, nel Bronx, poi si è espanso alle stazioni e ai treni. Al ritorno da questa mostra mi regalarono un videogioco per la Play-Station 2: Getting Up che significa “Mi sto alzan-do”. Be’ questo gioco mi fece impazzire: tu sei Trane, un graffitaro corrotto dalla cattiveria del sindaco Sung che vuole depistare tutti i graffitari ma tu, che possiedi doti atletiche fuori dal normale e una gran voglia di metterti nei guai, devi farti strada nella giungla urbana, fino ad arrivare al capo dei capi, il sindaco. In realtà, oggi, diversi assessori di molte città permisero la costruzione di “Hall of Fame”, spazi dedicati a chi fa graffiti, dove si possono colorare i muri senza il rischio di finire nei guai. Io lo so che sarà difficile coronare questo sogno, ma chi sogna è già a metà strada. D’altronde questa è la mia vita, devo poter decide-re cosa posso sperare per me. E’ un desiderio stupido, lo so, ma ci crederò fino all’ultimo. E chi pensa che sia un sogno inutile che non porta a niente, che sia sperare in qualcosa di difficile realizzazione, lasciatemelo fare, lasciatemi provare e forse potrò raggiungere tutto questo. I sogni non costano nulla e danno tanta for-za nella vita, proprio come i miei schizzi, i miei disegni che non smetterò di fare e con i quali forse potrò an-dare lontano. In ogni caso, caro diario è stato bello parlarti, dovrò scriverti più spesso, ciao… Davide A.

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Per un mondo migliore Come potremmo noi neo-adolescenti migliorare, nel nostro piccolo, il mondo? È un quesito molto particolare da porsi, soprattutto se si è ancora nell’età in cui non si ha tanta voglia di far-si domande così impegnative e difficili! Però, dalle nostre discussioni, è emerso qualcosa di interessante. Per prima cosa abbiamo scritto su un foglio tutti gli AMBITI dove, secondo il nostro parere, “c’è qualcosa che non va”; poi abbiamo scritto analizzato i COMPORTAMENTI che non quadrano; infine, abbiamo esposto delle IDEE per risolvere i problemi. Il primo ambito dove si deve intervenire è quello della scuola: noi ragazzi pas-siamo una buona parte della giornata sui banchi, confrontandoci costantemente con professori, coetanei,

operatori, ognuno con un carattere e un modo di pensare diverso dal nostro. Per questo motivo si tende, quando si deve avere un confronto, ad alzare il tono del-la voce, credendo che così facendo l’altro accetti le nostre convinzioni. Un com-portamento del genere è enormemente sbagliato, perché non solo aggredendo le persone si passa subito dalla parte del torto, ma anche perché comportandoci in questo modo, risultiamo bambini ancora immaturi e che non sanno accettarsi fra loro, andando solo incontro a conseguenze peggiori. Non ci si deve arrabbiare con il professore per un voto che ci sembra ingiusto, perché lui ha le competen-ze giuste e anni di studi alle spalle che lo rendono in grado di valutare le nostre conoscenze e la preparazione. Non ci si può adirare con i compagni, perché han-no tutto il diritto di esprimere la loro opinione, senza essere giudicati e offesi. Non si deve parlare con tono di strafottenza agli operatori, perché sono sempre disponibili a venirci incontro in qualsiasi momento! Il secondo ambito è quello della famiglia. Proprio perché abbiamo confidenza o spesso siamo molto stanchi dalle mille attività e dallo studio, o siamo scossi da

un turbinio di emozioni differenti tipiche dell’età adolescenziale, tendiamo ad essere aggressivi con genitori, fratelli, sorelle, nonni, ecc… e a sbuffare quando ci viene chiesto di aiutare in casa, causando litigi strato-sferici e malumori. È difficile evitare che ciò accada, ma ci si può riuscire cercando di controllare sempre ciò che si dice, perché si può offendere senza volere o causare fraintendimenti. Ogni tanto, anche senza un preciso scopo, è bene dare un gesto d’affetto ai familiari, come un abbraccio o una carezza, in modo che si regali un sorriso e che si consolidi il rapporto genitore- figlio. Infine, il terzo ambito dove si deve migliorare il rapporto sociale, è quello dello sport: chi ha fatto parte di una squadra, sa che ci possono essere all’interno di essa vari “gruppetti” che si parlano male l’uno con l’altro. In questo caso è bene ricordare che nel momento in cui si è in campo, si devono dimenticare tutti i problemi e le discordie personali, per mettersi a completo servizio e disposizione dello sport. Queste sono le idee di cui abbiamo discusso in classe ed è ciò che abbiamo realizzato. Non è detto che in questo modo si possa cambiare il mondo o cancellare tutto il male che vive dentro di noi, ma provarci non co-sta niente. E siamo convinti che se ognuno si comportasse in questa maniera, si farebbero grandi passi avan-ti. Rosa M

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IL NOSTRO CAMPANILE Qualche mese fa è venuta a trovarci la storica locale Elisa Santinato, che oltre a presentare il suo libro “Storia di Correzzola” ci ha dato le fotocopie dei vecchi registri parrocchiali sul campanile di Correzzola. Così un gruppo di alunni di prima e terza della redazione del giornalino scolastico Lion Express si è dedicato a decifrare la calligrafia del parroco del tempo che spiegava il perché della sospensione del suono delle cam-pane. Dopo aver tradotto il testo (un lavoraccio!) l’abbiamo trascritto al computer. In questo registro par-rocchiale il parroco dice che ha bisogno di costruire il nuovo campanile perché si è ritrovato un affresco del Mantegna e il vecchio campanile con il conseguente suono della campane avrebbe potuto rovinarlo. Il parroco passa così mesi e mesi correndo dalle Autorità per trovare dei fondi per costruire il nuovo campanile, ma non li ottiene. Ad un certo punto decise di riunire i capi famiglia per mettersi d’accordo su cosa fare e quindi si costruì il nuovo campanile. Eccone una parte del documento.

E la relativa “traduzione”

Sospensione del suono delle campane Necessità di un nuovo campanile

1907 – 1908 La scoperta del bellissimo affresco del Mantegna che mi fu motivo di conforto mi fu causa di grandi pensieri e sacrifici. Alcuni mesi dopo la scoperta e dopo la relazione della Commissione al Ministero di B. A. un bel giorno mi capitò una Nota della R. Prefettura di Padovanella quale si diceva così «Considerata la screpollatu-ra del muro sul quale sta l’affresco del Mantegna si deve ritenere prodotto dallo scuottimento del Campanile prodotto dal suono delle campane e considerato che questo suono continuerebbe a peggiorare lo stato dell’o-pera d’arte si ordina l’immediata sospensione del suono delle campane stesse, sospensione assoluta sotto qualsiasi pretesto>> Si pensi ognuno l’imbarazzo in cui venni a trovarmi. Corsi a destra e sinistra presso le Autorità per ottenere un mitigamento a questo ordine assoluto. Non ci fu verso di ottenere revoca alcuna. Protestai, dissi della impossibilità di costruire un nuovo Campanile. Tempo perduto. Chiesi un forte aiuto qua-lora mi sentissi in capo di pensare ad un lavoro che mi sbalordiva alla sola idea. Mi garantirono solo Duemila Lire da parte […]

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“dell’Economato Generale. Bisognò rassegnarsi. Intanto passavano i mesi e la popolazione strillava e faceva colpa al Parroco della mancanza del suono delle campane. Mi decisi finalmente di radunare i capi famiglia e sentire che cosa pensassero. Dissi a loro e sempre così a sobbarcarsi e sacrifici **armi perché il peso del nuovo campanile sarebbe rimasto sulle nostre spalle. Come era facile a prevedersi (il popolo ragiona grosso) tutti furono favorevoli e lasciavano a me ogni pensiero. La fabbriceria come sempre, come quasi ovunque era pacifica e il più che fece fu di non ostacolarmi da principio i miei progetti altro non fece. Quindi il Nuovo Campanile!!!” Invece i ragazzi di territorio e tradizioni con questo materiale hanno creato dei Power Point per partecipare al concorso …………………………………, improntato sulle tradizioni locali di tutti i comuni che vi partecipavano. Speriamo di arrivare in una buona posizione! Rosa M. Davide C.

IGNAZIO CANESSO

Venerdì 2 marzo è venuto il signor Canesso assieme all’ associazione “Vita d’ altri Tempi” di Correzzola per presentarci il libro che ha scritto,“Così era la vita”. Egli ci ha raccontato le abitudini, le tradizioni e i modi di vivere della nostra comunità 40 anni fa e dei cambiamenti e delle trasformazioni economico-sociali avve-nute. Ignazio è nato a Casalserugo il 31 gennaio 1935. E’ stato coltivatore diretto fino all’ età di 25 anni a Casalserugo, su un piccolo appezzamento di terra. Poi per diversi motivi ha dovuto cambiare lavoro, ma è ri-masto molto legato all’ agricoltura e alla vita popolare di una volta. In questo libro racconta con entusiasmo dei giochi da bambino, delle fatiche, del lavoro, dello sport, delle tradizioni, degli usi e costumi legati in particolar modo alla sua giovinezza. Un motivo per cui Ignazio ha scritto questo libro è stato quello di riprovare una forte emozione, quasi un esplosione di gioia quando pensa alla sua fanciullezza e il ricordo dei tanti giochi che faceva assieme con gli amici.

Nicola B. Lorenzo B.

Giochi di una volta Giochi di adesso

-pindolo -fionda -schiciabale - il gioco del bottone - la pincàra

-play station -computer -nintendo -cellulare - e molte altre varie tecnologie

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Spazio Musica La musica: un bene prezioso per la nostra anima

La musica accompagna da sempre l’uomo fin dalla nascita dei tempi. Ogni civiltà, dalle più antiche fatto ai giorni nostri ha sviluppato un proprio sistema musicale, dall’estremo oriente all’Africa, dall’Europa all’Ameri-ca; vi siete mai chiesti il perché? La risposta è semplice, la Musica è un bene prezioso del quale non possiamo fare a meno. Essa esiste in natura da sempre, sotto forma di ritmo e suoni; pensiamo ad esempio all’alternanza delle sta-gioni, del giorno e della notte, alla cadenza di gocce su uno specchio d’acqua, o alle regolari pulsazioni del no-stro cuore, tutto questo è ritmo; pensiamo alle note sviluppate dall’incontro fra il vento e determinati ogget-ti, al cinguettio di un uccellino o all’ululato di un lupo nella foresta tutto questo è suono; tutto questo in natu-ra è Musica. L’uomo da sempre ha sentito l’esigenza di sviluppare questo tipo di linguaggio e di accompagnare le proprie esperienze, anche quotidiano con la Musica; dai momenti impegnativi come il lavoro a momenti ludici e ricrea-tivi. Il 62° Festival della Canzone Italiana di Sanremo si è svolto a Sanremo al Teatro Ariston. Ecco qui i partecipanti della sezione Big con le loro canzoni: 1-Dolcenera: Ci vediamo a Casa 2-Irene Fornaciari: Grande Mistero 3-Nina Zilli: Per Sempre 4-Samuele Bersani: Un Pallone 5-Pierdavide Carone: Nanì (scritta con Lucio Dalla) 6-Noemi: Sono solo Parole (scritta da Fabrizio Moro) 7-Matia Bazar: Sei Tu 8-Arisa: La Notte 9-FrancescoRenga: La tua Bellezza 10-Emma Marrone: Non è l’ Inferno 11- Gigi D’ Alessio e Loredana Bertè: Respirare 12- Chiara Civello: Al posto del Mondo 13- Eugenio Finardi: E tu lo chiami Dio 14- Marlene Kuntz: Canzone per un Figlio Tra gli “immancabili” cantanti provenienti dai talent, hanno partecipato Emma Marrone e Pierdavide Carone usciti dalla scuola di Amici di Maria De Filippi, da X-Factor è arrivata solo Noemi. Già l’ anno scorso Emma Marro-ne aveva partecipato a Sanremo 2011 insieme ai Modà con la canzone Arriverà (seconda classificata a Sanremo 2011). Per il Festival di Sanremo 2012, Emma Marrone si è presentata invece da sola in gara con la canzone Non è l’ Inferno. La canzone di Emma Marrone racconta la disperazione di un uomo che si sente tradito dal suo Paese. Pierdavide Carone è salito invece per la prima volta sul palco di Sanremo con la canzone Nanì scritta a quat-tro mani insieme a Lucio Dalla. Pierdavide Carone aveva scritto per Valerio Scanu la canzone Per Tutte le Volte Che, canzone con cui Valerio Scanu ha vinto Sanremo 2010. Per l’ edizione del Festival di Sanremo 2012, Pierda-vide Carone è salito invece da protagonista sul palco dell’Ariston.

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Noemi aveva già partecipato a Sanremo 2010 con la canzone Per Tutta la Vita; per il 2012 Noemi è tornata a Sanremo con la canzone Sono Solo Parole, un brano scritto per lei da Fabrizio Moro e arrangiato da Corrado Rustici. Per il Festival di Sanremo 2012 ci sono stati anche diversi “ritorni”. È tornata sul palco Arisa con la canzone La Notte. Arisa è stata la vincitrice di Sanremo Giovani 2009 con la canzone Sincerità. Arisa ha poi anche partecipa-to a Sanremo 2010 tra i cantanti Big con la canzone Malamorenò (cantata con Le Sorelle Marinetti). Per Arisa quindi l’ edizione di Sanremo 2012 è stata la terza volta sul palco dell’ Ariston. Un altro ritorno a Sanremo è stato quello di Dolcenera con la canzone Ci vediamo a Casa. Dolcenera ha partecipato a Sanremo 2002 tra le Nuove Proposte con la canzone Siamo Tutti là Fuori, brano che ha lanciato Dolcenera sul panorama della musica italiana. Nel 2009 Dolcenera è tornata a Sanremo tra i cantanti Big con la canzone Il Mio Amore Unico. In merito alla sua nuova canzone Ci Vediamo a Casa scritta per Sanremo 2012. Anche Irene Fornaciari è tornata a Sanre-mo tra i cantanti Big con la canzone Il mio grande Mistero. Irene Fornaciari aveva partecipato a Sanremo 20-09 tra le Nuove Proposte con la canzone Spiove il Sole. Nina Zilli è salita sul palco di Sanremo 2012 tra i cantanti Big in gara con la canzone Per Sempre. Nina Zilli aveva partecipato a Sanremo 2010 tra i cantanti delle Nuove Proposte con la canzone L’ Uomo che Amava le Don-ne. Il podio è stato in rosa con al primo posto Emma Marrone, seguita da Arisa e Noemi. Il vincitore della sezione Giovani invece stato Alessandro Casillo (all’età di 15 anni, uscito dalla trasmissione “Io canto”) con la canzone E’ Vero. Veronica Z. Giada G. Noemi Q. Giada M.

I primi passi dell’amore... Eh già… l’amore per noi alunni delle medie è uno dei sentimenti che più influenza il nostro umore. Quante vol-te un ragazzo o una ragazza guardano come degli ebeti il display del cellulare, aspettando con il cuore a mille un messaggio da lui o da lei. Oppure quante volte gli adulti intuiscono le varie cotte di figli solo osservando il loro umore. Quanti gli sguardi, quanti i gesti apparentemente insignificanti che possono renderci la giornata positiva o negativa. Le ragazze spesso si domandano se quello che provano è lo stesso che provano anche i ragazzi, e perché le femmine devono maturare prima dei maschi. Quindi sono costrette a guardare quelli più grandi, con i quali possono avere un rapporto più serio! I maschi invece non vogliono ancora avere relazioni importanti, quindi preferiscono giocare con i sentimenti andando da quelle più piccole, ma ovviamente non tutti sono così! Per confessare i nostri sentimenti scriviamo lettere ( è così brutto dirlo solo per messaggio!), biglietti e de-dichiamo canzoni d’amore. A volte restiamo molto colpiti dal testo di alcune canzoni perché sembrano scritte apposta per noi. Allora, se non abbiamo il coraggio di confessarci in altre maniere, possiamo dire alla persona a cui vogliamo bene “questa canzone ha le parole che ti vorrei dire”. Ora mettiamo una canzone d’amore fa-mosa che ci trasmette molto e ci fa pensare e sospirare: SOMEONE LIKE YOU-ADELE I heard That you're settled down That you Found a girl And you're Married now I heard That your dreams came true I guess she gave you things didn't give to you Old friend, why are you so shy? It ain't like you to hold back or hide from the lie. I hate to turn up out of the blue uninvited, But I couldn't stay away, I couldn't fight it, I had hoped you'd see my face, And that you'd be reminded that for me it isn't over, Never mind, I'll find someone like you, I wish nothing but the best for you, too, Don't forget me, I beg,

QUALCUNO COME TE-ADELE Ho sentito che ti sei sistemato che hai trovato una ragazza e che adesso sei sposato ho sentito che hai realizzato i tuoi sogni immagino che lei ti abbia dato ciò che non ti ho dato io Vecchio amico perché sei così timido non è da te esitare o nascondersi dalla luce detesto saltar fuori dal nulla quando non sono invitata ma non potevo stare lontana, è più forte di me speravo che vedendo la mia faccia ti saresti ricordato che per me non è finita non importa troverò qualcuno come te spero solo nel meglio

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I remember you said, "Sometimes it lasts in love, But sometimes it hurts instead," Sometimes it lasts in love, But sometimes it hurts instead, yeah, You know how the time flies, Only yesterday was the time of our lives, We were born and raised in a summer haze, Bound by the surprise of our glory days, I hate to turn up out of the blue uninvited, But I couldn't stay away, I couldn't fight it, I had hoped you'd see my face, And that you'd be reminded that for me it isn't over, Never mind, I'll find someone like you, I wish nothing but the best for you, too, Don't forget me, I beg, I remember you said, "Sometimes it lasts in love, But sometimes it hurts instead," Nothing compares, No worries or cares, Regrets and mistakes, they're memories made, Who would have known how bittersweet this would taste? Nevermind, I'll find someone like you, I wish nothing but the best for you, Don't forget me, I beg, I remember you said, "Sometimes it lasts in love, But sometimes it hurts instead," Nevermind, I'll find someone like you, I wish nothing but the best for you, too, Don't forget me, I beg, I remember you said, "Sometimes it lasts in love, But sometimes it hurts instead," Sometimes it lasts in love, But sometimes it hurts instead.

Ci teniamo a dire che a quest’età è presto per innamorarsi del tutto e trovare il vero amore, ma se queste esperienze vanno vissute pienamente e con testa e cuore, lasciano un segno indelebile nell’anima di chi le pro-va. Justine D. Nawal S. Rosa M.

anche per te non dimenticarmi ti prego ricordo che dicevi a volte dura, l'amore ma a volte, invece, fa male a volte dura, l'amore ma a volte, invece, fa male sai che il tempo vola solo ieri erano i momenti più belli della nostra vita siamo nati e cresciuti nella foschia estiva trattenuti dalla sorpresa dei nostri giorni felici detesto saltarmene fuori dal nulla quando non sono invitata ma non potevo stare lontana, è più forte di me speravo che vedendo la mia faccia ti saresti ricordato che per me non è finita non importa troverò qualcuno come te spero solo nel meglio anche per te non dimenticarmi ti prego ricordo che dicevi a volte dura, l'amore ma a volte, invece, fa male niente regge il confronto né preoccupazioni o cure rimpianti o errori e ricordi chi l'avrebbe detto che avrebbe avuto un sapore così agrodolce non importa troverò qualcuno come te spero solo nel meglio anche per te non dimenticarmi ti prego ricordo che dicevi a volte dura, l'amore ma a volte, invece, fa male non importa troverò qualcuno come te spero solo nel meglio anche per te non dimenticarmi ti prego ricordo che dicevi a volte dura, l'amore ma a volte, invece, fa male a volte dura, l'amore ma a volte, invece, fa male

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HIP-HOP! L'hip hop è un movimento culturale nato in prevalenza nelle comunità Afroamericane e Latinoamericane , nei quartieri di New York nel 1973 .Il movimento ha probabilmente mosso i primi passi con il lavoro di DJ Kool Herc che, competendo con DJ Afrika Bambaataa, si dice abbia inventato il termine "hip hop" per descrivere

la propria cultura. Cuore del movimento è stato il fenomeno dei Block party: feste di strada, in cui i giovani afroamericani e la-tino americani interagivano suonando, ballando e cantando. Pa-rallelamente il fenomeno del writing contribuì a creare un'iden-tità comune in questi giovani che vedevano la città sia come spa-zio di vita sia come spazio di espressione. Negli anni novanta, gli aspetti di questa cultura hanno subito una forte esposizione mediatica varcando i confini americani ed espandendosi in tutto il mondo. Il riflesso di questa cultura "urbana" ha generato oggi un imponente fenomeno commerciale e sociale, rivoluzionando il mondo della musica, della danza, dell'abbigliamento e del design. I passaggi che caratterizzano la storia di questa musica così

popolare sono illustrati ripercorrendo la parabola dei diversi stili, i tanti Dj, MCs, b-boy che hanno lasciato un segno importante sulla musica, il graffitismo, il ruolo dell’ideologia nazionalista nera, i single e gli album più importanti, oltre alle feste di strada che hanno dato forza al movimento radicandolo fin da subito nella consapevolezza della gente

L’ HIP- HOP IN ITALIA:

L'hip hop nell'anno 1991 ha iniziato a diffondersi in Italia. Ha mantenuto nella stragrande maggioranza del suo movimento una connotazione tipicamente underground, quest'ultimo termine viene utilizzato per indicare l'ambiente in cui vengono prodotti dischi e mixtape, in cui si improvvisano freestyle, da parte di chi orgoglio-samente si definisce "esponente del vero hip hop", ovvero quello distante dalle classifiche di vendita ma so-prattutto dalle influenze delle grandi etichette discografiche. Oggi l’ hip hop è diventato una delle danze e degli stili musicali più belli e più ammirati dai ragazzi italiani.

LA MODA DELL’HIP –HOP

Anche la moda è un elemento importante per questa danza e quindi è giusto parlarne. Le T-shirt devono essere strette e colorate, al contrario dei pantaloni che devono essere assolutamente larghi e colori solitamente sobri. Le scarpe, la parte più importante, devono essere di marca (Nike,Converse,Adidas…) e originali. Non possono mancare polsini e cappelli; i capelli (sia maschili che femminili) devono essere con acconciature moderne e molto strane.

Giada M. Noemi Q.

Non solo Musica...

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INDOVINELLI: 1. Più è grande e meno lo vedi, che cos’è??? 2. In una stanza ci sono due padri e due figli, quante persone ci sono nella stanza??? 3. Inizia per C e finisce però O e da questa cosa esce un liquido bianco, che cos’è??? 4. E’ figlio di mio padre e di mia madre ma non è mio fratello ne mia sorella, chi è?? 5. Se tre gatti prendono tre topi in tre minuti, in quanti minuti 100 gatti prendono 100 topi??? 6. Passa davanti al sole ma non crea ombra, che cos’è??? 7. Li puoi fare belli e brutti, li puoi raccontare, ma nessuno li può vedere, cosa sono??? 8. Che cosa fa un numero razionale illimitato in edicola??? 9. Che cosa fa un piccione di 20 kg sopra un tavolo??? 10. La mamma di Pierino ha tre figli…qui, quo e…. 11. Cosa fa un ragno nello zucchero??? 12. In un auto che affronta una curva, quale la ruota che gira di meno??? 13. Quanti animali ha portato Mosè sull’arca quando ci fu il diluvio universale??? 14. Che ci fa una tv in mezzo al mare??? 15. Cosa fa Zidane su un giornale??? SOLUZIONE INDOVINELLI:

#1 Il buio #2 Ci sono 3 persone Nonno, padre, figlio #3 Cocco #4 Sono io #5 Tre minuti #6 L’aria #7 I sogni #8 Il periodico #9 I piccioni non pesano 20 kg #10 Pierino #11 Lo zucchero filato #12 La ruota di scorta #13 Mosè? Forse era Noè #14 Va in onda #15 La testata

L’angolo del relax...

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IL TEST DI EINSTEIN Ci sono 5 case, di 5 colori diversi, in ogni casa vive una persona di nazionalità diversa. Ognuna di queste per-sone beve una bibita differente, fuma una diversa marca di sigarette e hanno un animale diverso. La domanda è: CHI HA I PESCI? Per scoprirlo avete i seguenti indizi - l’inglese vive nella casa rossa - lo svedese ha cani - il danese beve tè - la casa verde è a sinistra della bianca - l’abitante della casa verde beve caffè - la persona che fuma Malboro alleva uccelli - l’abitante della casa gialla fuma Dunhill - l’abitante della casa al centro beve latte - il norvegese vive nella prima casa - la persona che fuma Blend vive accanto a quella che ha gatti - la persona che ha cavalli vive accanto a quella che fuma Dunhill - la persona che fuma Camel beve birra - il tedesco fuma Pall Mall - il norvegese vive accanto alla casa blu • la persona che fuma Blend ha un vicino che beve acqua

I COLMI: LE SOLUZIONI:

…Per il sole? Avere la luna storta.

…Per un pompiere innamorato? Avere un ritorno di fiamma.

…Per un postino? Perdere la posta in gioco.

…Per un cintura? Prendere in giro i passanti per tutta la vita.

…Per un serpente? Sentirsi a terra.

…Per un muratore? Mettere….una pietra sul passato.

…Per un fotografo? Avere il figlio sottosviluppato.

…Per un barista? Ritirarsi in un convento per fare il cappuccino.

…Per un’ape? Andare in luna….di miele.

…Per un callista? Avere gente fra i piedi.

…Per un agnello? Avere una fame….da lupi.

…Per un astronauta? Avere gli occhi fuori dalle orbite.

…Per un sub? Perdersi in un bicchier d’acqua.

…Per un canguro? Avere le borse sotto gli occhi.

…Per un piccione? Avere la pelle d’oca.