Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

40
All’interno il nuovo “#RampaFò” da staccare e conservare! Compagni di viaggio Anno 3 | N.ro 1 | Marzo 2015 Periodico dell’Unità Pastorale di Verdellino e Zingonia

description

Periodico dell'Unità Pastorale di Verdellino e Zingonia

Transcript of Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

Page 1: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

All’interno il nuovo“#RampaFò”

da staccare e conservare!

Compagni di viaggio

Anno 3 | N.ro 1 | Marzo 2015 Periodico dell’Unità Pastorale di Verdellino e Zingonia

Page 2: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

2

MOSTRATI SIGNORE

A tutti i cercatori del tuo volto

mostrati, Signore;

a tutti i pellegrini dell’assoluto,

vieni incontro, Signore;

con quanti si mettono in cammino

e non sanno dove andare

cammina, Signore;

affiancati e cammina con tutti i disperati

sulle strade di Emmaus;

e non offenderti se essi non sanno

che sei tu ad andare con loro,

tu che li rendi inquieti

e incendi i loro cuori;

non sanno che ti portano dentro:

con loro fermati poiché si fa sera

e la notte è buia e lunga, Signore.

David Maria Turoldo

Page 3: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

3

Uomini e donne capaci di eucarestia, ma anche eu-carestia capace di far diventare le persone veri uomini e vere donne. E’ anche questo che il nostro Vescovo intende in quanto ha scritto nella sua lettera pastorale e dove il primato spetta alla grazia di Dio, cioè all’eu-carestia che fa maturare comportamenti volti al bene. E’ perciò un percorso di conversione sostenuto dallo Spirito Santo che tende al rinnovamento della mente e del cuore. Tutto ciò richiede una crescita culturale oltre che operativa.José Casanova, uno dei massimi studiosi di sociologia della religione, docente presso il dipartimento di Socio-logia presso la Georgetown University, in una intervista durante un Convegno tenutosi all’Università Gregoria-na di Roma dice: «La profonda capacità di intelligenza e la provata dedizione al bene comune rappresenta-no una delle risorse e degli assets più significativi del-la Chiesa cattolica nell’età globale. La Chiesa è global, universale e particolare insieme, quindi più è se stessa più è fedele alla sua missione. I processi della globaliz-zazione presentano il popolo di Dio con grandissime opportunità di diventare sempre più “cattolico”, cioè sempre più universale e sempre più globale, nella sua missione di portare la Buona notizia e servire tutta l’u-manità. Ma le sue ineguagliabili opportunità possono essere realizzate soltanto se la Chiesa cattolica, riaffer-mata e guidata dal messaggio di papa Francesco, lascia dietro di se le sue più recenti ossessioni autorefenziali e si muove verso le piazze del mondo, per contribuire alla globalizzazione della fraternità». Oggi, secondo nuove stime, si sa che quasi 1 miliardo di persone in più si troveranno in condizioni di estrema povertà se i leader del mondo non prenderanno deci-sioni chiave su povertà, disuguaglianza e cambiamenti

climatici. Decisioni che dovrebbero essere assunte nei due cruciali summit di New York e Parigi alla fine di questo anno, mentre miliardi di bambini e adulti con-tinuano a fare i conti con una vita di stenti e difficoltà. E’ l’allarme sollevato in tutto il mondo da più di 1.000 organizzazioni con il lancio di una nuova campagna “action/2015” che chiede con forza ai leader mondiali di mettere in atto azioni concrete per arrestare i cam-biamenti climatici prodotti dall’azione umana, sradica-re la povertà e rimuovere le disuguaglianze. Secondo le stime della coalizione “action/2015”, anche facendo delle previsioni abbastanza conservative, il numero di persone in povertà estrema, cioè che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, potrebbe ridursi sensibilmen-te passando da oltre 1 miliardo a 360 milioni entro il 2030: sulla base dei calcoli effettuati dall’Università di Denver, nel 2030 circa il 4% della popolazione globale vivrebbe in povertà estrema (a fronte del 17% attuale) se quest’anno si avrà il coraggio di muoversi con decisione. Altre ricerche, che considerano un numero maggiore di variabili, dimostrano che lo sradicamento della povertà estrema - obiettivo chiave della campagna - è raggiun-gibile per la prima volta nella storia. Tuttavia se i leader non si impegneranno con slancio e al massimo per un ambizioso accordo allo Special Summit ONU sullo Svi-luppo Sostenibile di settembre a New York e ai colloqui ONU sul Clima a Parigi in dicembre, e indietreggeranno nei loro sforzi, il numero di persone che vivono in po-vertà estrema potrebbe crescere di 1,2 miliardi entro il 2030. Ci auguriamo che i, così chiamati, “grandi della terra” siano aperti al soffio dello Spirito Santo per dare al mondo una prospettiva di resurrezione.

Buona Pasqua a tutti.Don Marco

Lettera del MAF

Sostegno economico del NotiziarioCarissimi parrocchiani,il nostro Notiziario, “Il Germoglio”, ha superato l’anno di vita. L’inizio della sua pubblicazione è stato un se-gno importante verso l’Unità Pastorale che poi è stata istituita lo scorso 05 ottobre. Come lancio per la dif-fusione, il Notiziario lo abbiamo distribuito gratuita-mente nella forma cartacea e a disposizione di lettura sul sito dell’Unità Pastorale. Alcuni di voi hanno subito voluto partecipare alle spese anche se gli incaricati alla distribuzione spiegavano che era gratuito e non c’era una quota di abbonamento. Ringraziamo quanti con zelo subito hanno voluto esserne sostenitori.

Arrivati ad avere una certa stabilità di copie e di lettori ora dobbiamo anche puntare ad una stabilità econo-mica che permetta di coprire le spese di stampa e di grafica che beneficiano sia chi riceve a casa il Noti-ziario sia chi lo legge dal sito. Mantenendo per ora la linea della distribuzione senza abbonamento, vi chie-diamo un offerta libera come contributo di copertura delle spese. Trovate in questo numero una busta che potete utilizzare per la vostra offerta libera. La potete consegnare nelle due chiese parrocchiali nei conte-nitori destinati a questo oppure anche consegnan-dola agli incaricati della distribuzione del Notiziario, ma solo se ben conosciuti. Vi ringraziamo in anticipo delle vostre offerte che ci permetteranno di prose-guire la diffusione de “Il Germoglio”.

Don Marco

Page 4: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

4

Cari fratelli e sorelle,la Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un “tempo di gra-zia” (2 Cor 6,2). Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di es-sere indifferente a quello che ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo co-modi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuo-re cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimen-sione mondiale, a tal punto che possiamo parlare di una glo-balizzazione dell’indifferenza. Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare. Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le ri-sposte a quelle domande che continuamente la storia gli pone. Una delle sfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messaggio è quella della globalizzazione dell’indiffe-renza. L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano.Dio non è indifferente al mondo, ma lo ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo. Nell’incarnazione, nella vita terrena, nella morte e risurrezione del Figlio di Dio, si apre defi-nitivamente la porta tra Dio e uomo, tra cielo e terra. E la Chie-sa è come la mano che tiene aperta questa porta mediante la proclamazione della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la testimonianza della fede che si rende efficace nella carità (cfr Gal 5,6). Tuttavia, il mondo tende a chiudersi in se stesso e a chiudere quella porta attraverso la quale Dio entra nel mondo e il mondo in Lui. Così la mano, che è la Chiesa, non deve mai sorprendersi se viene respinta, schiacciata e ferita. Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in se stesso. Vorrei proporvi tre passi da meditare per questo rinnovamento.

1. “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono” (1 Cor 12,26) – La Chiesa

La carità di Dio che rompe quella mortale chiusura in se stessi che è l’indifferenza, ci viene offerta dalla Chiesa con il suo inse-gnamento e, soprattutto, con la sua testimonianza. Si può però testimoniare solo qualcosa che prima abbiamo sperimentato. Il cristiano è colui che permette a Dio di rivestirlo della sua bontà e misericordia, di rivestirlo di Cristo, per diventare come Lui, servo di Dio e degli uomini. Ce lo ricorda bene la liturgia del Giovedì Santo con il rito della lavanda dei piedi. Pietro non voleva che Gesù gli lavasse i piedi, ma poi ha capito che Gesù non vuole essere solo un esem-pio per come dobbiamo lavarci i piedi gli uni gli altri. Questo servizio può farlo solo chi prima si è lasciato lavare i piedi da Cristo. Solo questi ha “parte” con lui (Gv 13,8) e così può servire l’uomo.La Quaresima è un tempo propizio per lasciarci servire da Cri-

sto e così diventare come Lui. Ciò avviene quando ascoltiamo la Parola di Dio e quando riceviamo i sacramenti, in particolare l’Eucaristia. In essa diventiamo ciò che riceviamo: il corpo di Cristo. In questo corpo quell’indifferenza che sembra prendere così spesso il potere sui nostri cuori, non trova posto. Poiché chi è di Cristo appartiene ad un solo corpo e in Lui non si è indifferenti l’uno all’altro. “Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui” (1 Cor 12,26). La Chiesa è communio sanctorum perché vi partecipano i san-ti, ma anche perché è comunione di cose sante: l’amore di Dio rivelatoci in Cristo e tutti i suoi doni. Tra essi c’è anche la rispo-sta di quanti si lasciano raggiungere da tale amore. In questa comunione dei santi e in questa partecipazione alle cose sante nessuno possiede solo per sé, ma quanto ha è per tutti. E poi-ché siamo legati in Dio, possiamo fare qualcosa anche per i lontani, per coloro che con le nostre sole forze non potremmo mai raggiungere, perché con loro e per loro preghiamo Dio affinché ci apriamo tutti alla sua opera di salvezza. 

2. “Dov’è tuo fratello?” (Gen 4,9) – Le parrocchie e le comunità

Quanto detto per la Chiesa universale è necessario tradurlo nella vita delle parrocchie e comunità. Si riesce in tali realtà ecclesiali a sperimentare di far parte di un solo corpo? Un cor-po che insieme riceve e condivide quanto Dio vuole donare? Un corpo, che conosce e si prende cura dei suoi membri più deboli, poveri e piccoli? O ci rifugiamo in un amore universale che si impegna lontano nel mondo, ma dimentica il Lazzaro seduto davanti alla propria porta chiusa ? (cfr Lc 16,19-31). Per ricevere e far fruttificare pienamente quanto Dio ci dà vanno superati i confini della Chiesa visibile in due direzioni.In primo luogo, unendoci alla Chiesa del cielo nella preghiera. Quando la Chiesa terrena prega, si instaura una comunione di reciproco servizio e di bene che giunge fino al cospetto di Dio. Con i santi che hanno trovato la loro pienezza in Dio, formia-mo parte di quella comunione nella quale l’indifferenza è vinta dall’amore. La Chiesa del cielo non è trionfante perché ha vol-tato le spalle alle sofferenze del mondo e gode da sola. Piutto-sto, i santi possono già contemplare e gioire del fatto che, con la morte e la resurrezione di Gesù, hanno vinto definitivamente l’indifferenza, la durezza di cuore e l’odio. Finché questa vittoria dell’amore non compenetra tutto il mon-do, i santi camminano con noi ancora pellegrini. Santa Teresa di Lisieux, dottore della Chiesa, scriveva convinta che la gioia nel cielo per la vittoria dell’amore crocifisso non è piena finché anche un solo uomo sulla terra soffre e geme: “Conto molto di non restare inattiva in cielo, il mio desiderio è di lavorare anco-ra per la Chiesa e per le anime” (Lettera 254 del 14 luglio 1897).Anche noi partecipiamo dei meriti e della gioia dei santi ed essi partecipano alla nostra lotta e al nostro desiderio di pace e di riconciliazione. La loro gioia per la vittoria di Cristo risorto è per noi motivo di forza per superare tante forme d’indifferenza e di durezza di cuore. D’altra parte, ogni comunità cristiana è chiamata a varcare la soglia che la pone in relazione con la so-cietà che la circonda, con i poveri e i lontani. La Chiesa per sua natura è missionaria, non ripiegata su se stessa, ma mandata a tutti gli uomini. Questa missione è la paziente testimonianza di Colui che vuole portare al Padre tutta la realtà ed ogni uomo. La missione è ciò

Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2015

“Rinfrancate i vostri cuori” (Gc 5,8)

Page 5: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

5

Fin dal 1971, nell’Istruzione Pastorale sui Mezzi di Comunica-zione Sociale, la Chiesa, citando Papa Pio XII, «riconosce in questi strumenti dei “doni di Dio” destinati, secondo il disegno della Provvidenza, a unire gli uomini in vincoli fraterni, per ren-derli collaboratori dei Suoi disegni di salvezza». I mezzi di comunicazione, frutto dell’ingegno umano, lungo la storia hanno contribuito -e ancora lo fanno- a far crescere il progresso umano. Quanti e quali sono gli strumenti usati dall’u-manità? Segnali, lettere, fax, telefoni e, soprattutto negli ultimi decenni, internet.Nel 2002, il Pontifico Consiglio delle Comunicazioni Sociali si è espresso a proposito del rapporto fra la Chiesa e Internet, affermando che «contribuisce ad apportare cambiamenti ri-voluzionari nel commercio, nell’educazione, nella politica, nel giornalismo, nel rapporto fra nazione e nazione e cultura e cul-tura, cambiamenti riguardanti non solo il modo in cui le perso-ne comunicano, ma anche quello in cui interpretano la propria vita». E Benedetto XVI, ha definito internet un «vero dono per l’umanità».Un’indagine del 2009 commissionata dall’Associazione Web-cattolici evidenziava che il 16% delle 26 mila parrocchie italiane ha un proprio sito, e 7 parrocchie su 10 hanno una connessione ad Internet. In 5 anni lo stato di fatto della diffusione del web è senza dubbio aumentato.Da poco più di un anno anche le nostre comunità parrocchiali si sono lanciate in rete. Digitando in uno dei principali motori di ricerca la parola “verdellinozingonia”, compare subito l’indirizzo del “Sito internet ufficiale dell’Unità Pastorale”.Il nostro sito si rivolge in prevalenza ai vicini, a coloro cioè che frequentano con assiduità o meno gli ambienti della Parroc-chia. Il primo intento è quindi quello di rinnovare o intensificare le relazioni già esistenti comunicando gli appuntamenti previsti nell’ambito della pastorale parrocchiale. In seconda battuta il nostro portale aiuta a entrare in comunicazione con altre isti-tuzioni che vanno oltre i confini dell’Unità Pastorale come ad esempio il Vicariato e la Diocesi, senza dimenticare i collega-menti ai più grandi media di comunicazione cattolica, il quoti-diano Avvenire e TV2000.Nei suoi intenti il sito internet vuole anche offrire un piccolo aiuto alla preghiera quotidiana con il collegamento alla pagina del Vangelo di giorno.Strumento certamente valido e al passo coi tempi, internet non deve in alcun modo soppiantare il primo mezzo di comuni-cazione e di relazione, il face to face (il faccia a faccia!) che resta lo stile più bello dell’incontro. Del resto ogni Domenica il Signore continua a invitarci a fare Eucaristia, ossia a sederci tutti alla stessa tavola per celebrare la Fede guardandoci negli occhi!

don Francesco

“Internet, dono per l’umanità”

che l’amore non può tacere. La Chiesa segue Gesù Cristo sulla strada che la conduce ad ogni uomo, fino ai confini della terra (cfr At 1,8). Così possiamo vedere nel nostro pros-simo il fratello e la sorella per i quali Cristo è morto ed è risorto. Quanto abbiamo ricevuto, lo abbiamo ricevuto anche per loro. E parimenti, quanto questi fratelli possiedono è un dono per la Chiesa e per l’umanità intera. Cari fratelli e sorel-le, quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, di-ventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’in-differenza! 3. “Rinfrancate i vostri cuori !” (Gc 5,8) – Il singolo fedele

Anche come singoli abbiamo la tentazione dell’indifferenza. Siamo saturi di notizie e immagini sconvolgenti che ci nar-rano la sofferenza umana e sentiamo nel medesimo tempo tutta la nostra incapacità ad intervenire. Che cosa fare per non lasciarci assorbire da questa spirale di spavento e di im-potenza? In primo luogo, possiamo pregare nella comunio-ne della Chiesa terrena e celeste. Non trascuriamo la forza della preghiera di tanti! L’iniziativa 24 ore per il Signore, che auspico si celebri in tutta la Chiesa, anche a livello diocesa-no, nei giorni 13 e 14 marzo, vuole dare espressione a questa necessità della preghiera.In secondo luogo, possiamo aiutare con gesti di carità, rag-giungendo sia i vicini che i lontani, grazie ai tanti organismi di carità della Chiesa. La Quaresima è un tempo propizio per mostrare questo interesse all’altro con un segno, anche pic-colo, ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità. E in terzo luogo, la sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e ac-cettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. E po-tremo resistere alla tentazione diabolica che ci fa credere di poter salvarci e salvare il mondo da soli.Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipoten-za, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresi-ma come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett. enc. Deus caritas est, 31). Avere un cuore misericordioso non significa avere un cuore debo-le. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro.Per questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo in questa Quaresima: “Fac cor nostrum secundum cor tuum”: “Rendi il nostro cuore simile al tuo” (Supplica dalle Li-tanie al Sacro Cuore di Gesù). Allora avremo un cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigine della globalizzazione dell’indifferenza.Con questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’i-tinerario quaresimale, e vi chiedo di pregare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca.

Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2015

“Rinfrancate i vostri cuori” (Gc 5,8)

Page 6: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

6 Catechesi Adulti

I nostri sacerdoti hanno invitato noi catechisti e tutti gli operatori delle nostre due parrocchie a partecipare alla proposta diocesana di “Itinerario di formazione dei ca-techisti degli adulti”.La proposta è stata organizzata presso l’oratorio di Stezzano e composta da sei incontri avvenuti tra no-vembre e dicembre 2014 e che continuerà con altret-tanti appuntamenti nel 2015.La proposta diocesana realizza l’intento contenuto nel-la Lettera pastorale del Vescovo Francesco.

“Donne e uomini capaci di Vangelo”. Il modello di formazione applicato è stato quello del LABORATORIO.Le tematiche affrontate pongono l’attenzione in modo particolare a due priorità così presentate:- Coinvolgere e responsabilizzare i LAICI adulti: la let-tera pastorale chiede alla comunità di individuare laici adulti che assumano la ministerialità dell’essere an-nunciatori, compagni di viaggio, di altri uomini e donne nelle diverse forme di catechesi agli adulti.- Favorire e promuovere un METODO, che sia anche CONTENUTO della catechesi e dell’annuncio secondo la proposta dello schema vita-parola-vita: non si tratta solo di una tecnica di conduzione, ma di ritrovare già nell’esistenza di ciascun uomo i segni della presenza di Dio o le occasioni in cui si è testimoni della sua presen-za. Quindi non tanto e solo un semplice apprendere, ma un rivisitare in chiave di fede ciò che ciascuno già vive. In altre parole l’obiettivo è di aiutare gli adulti a rileggere le loro esperienze alla luce della fede, pren-dendo consapevolezza della presenza costante dell’a-more di Dio nel loro quotidiano.Nei prossimi notiziari verranno presentate più detta-gliatamente le diverse tematiche trattate: il volto dell’a-dulto, passaggi di vita, incontri di fede, raccontare Dio agli uomini.

Vincenza

Compagni di viaggioItinerario di formazione per catechisti degli adulti

L’informazione che vi aspettavatesull’Unità Pastorale di Verdellino e Zingonia...

Distribuito dai nostri volontari, a oltre 1.000 abbonati!

La grande possibilità di far conoscere la tua attività...

a portata di tutti!1/8 di pagina € 100,00*1/4 di pagina € 150,00*

1/2 pagina € 250,00*1 pagina €400,00*

* i costi si intendono su proposte annuali, per personalizzare la vostra proposta, o maggiori info contattaci

Per info e prenotazioni: Andrea 340 16 58 281 oppure contattare i Sacerdoti

Page 7: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

7Sindone

La Sacra Sindone è uno dei gran-di misteri della religione cristiana. È un lenzuolo funerario di lino su cui si può scorgere l’immagine di un uomo, torturato e crocefisso. I tratti e i segni di questa figura sono compatibili con quelli descritti nel-la Passione di Gesù, di conseguen-za i fedeli e anche alcuni esperti sostengono che quel lenzuolo sia stato usato per avvolgere il corpo di Cristo nel sepolcro. Ovviamen-te, non esiste una prova certa della sua autenticità ed è considerato un oggetto di grande fascino, mistero e un segno di fede.La Sindone è conservata nel Duomo di Torino e periodicamente viene mostrata. L’esposizione si chiama ostensione.   La Sindone è un len-zuolo color giallo ocra con trama a spina di pesce (tessitura tipica di duemila anni fa), con forma rettan-golare (4,41m per 1,13m), tagliato su uno dei lati lunghi. Secondo una tesi accreditata, il lenzuolo dovreb-be risalire al Primo secolo e prove-nire dalla Palestina: la dimostrazio-ne sono i ritrovamenti nelle fibre del lino di pollini di diverse specie vegetali originari della Palestina. Ma c’è di più. Il lenzuolo è davvero un pezzo di storia che ha attraversato i secoli, non solo della religione, in-fatti, presenta diversi segni che da-tano alcuni eventi e che purtroppo lo hanno parzialmente danneggia-to. Tra questi, ci sono le bruciature causate dall’incendio della Sain-te-Chapelle du Saint-Suaire, in cui era conservato nel 1532.Ciò che però rende davvero parti-colare questo lenzuolo sono le im-magini riportate sulla tela: troviamo una doppia “fotografia” di un corpo umano nudo di grandezza naturale. Si parla di doppia immagine, perché abbiamo il lato frontale del corpo e

quello posteriore. Questo fa sup-porre che Cristo sia stato avvolto.C’è anche il segno della testa, per-fettamente allineata con la figura, ma sollevata però dal busto.  È una cosa plausibile, perché il collo per posizione potrebbe non aver la-sciato segni. Iniziano, però, proprio dall’analisi di queste immagini i pri-mi dubbi. I segni presenti sembrano la proiezione di una figura umana, non quella che si potrebbe ottenere avvolgendo il corpo nel lenzuolo.La presenza della Sindone è stata accertata nel 1353, quando il cava-liere Goffredo di Charny annunciò a Lirey, in Francia, di essere in pos-sesso del telo che aveva avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro. Mar-gherita di Charny, discendente di Goffredo, vendette nel 1453 il telo ai duchi di Savoia che lo portarono

La sacra sindone: tra storia e fede

Page 8: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

8

a Chambéry. Gli esami sull’autenticità arrivarono diversi secoli dopo. La Sindone fu fotografata per la prima vol-ta nel 1898 ed è stata proprio in quest’occasione che si capì che quell’immagine era un negativo (e non un positivo). Apparve chiaro che si trattava della figura di uomo, con la barba e i capelli lunghi. Molto evidenti erano i segni delle torture subite: i tagli su costato, le ferite ai polsi e la piaga causata dallo sfregamento di una grossa trave di legno portata a spalle (la croce pro-babilmente). È ovvio che la comunità scientifica si stia, ancora oggi, interrogando sull’autenticità.Una prova molto interessante è quella ricavata nel 1988 dall’analisi del carbonio 14, che ha permesso di datare il lenzuolo tra il 1260 e il 1390.  La datazione potrebbe però dipendere dal prelievo dei campioni analizzati da parti rammendate dopo l’incendio, che colpì il lino, nel 1532 a Chambéry. Ecco dunque che anche qui non si può essere sicuri. Dopo la rovina di Chambéry, la Sacra Sindone, il 15 settembre 1578, è stata portata a Torino dalla famiglia Savoia. Purtroppo nel 1997 un altro in-cendio ha minacciato l’incolumità del lenzuolo, quan-do le fiamme nella notte tra l’11 e il 12 aprile hanno de-vastando la Cappella del Guarini nel Duomo, dove era conservata.Nel corso degli anni molti studi e molti esperti han-no analizzato la Sindone e hanno cercato una prova sull’autenticità. La questione è estremamente delicata e dibattuta, tanto che la Chiesa Cattolica non si è mai espressa all’unisono sull’autenticità. Ci sono però gesti, che a volte hanno più peso delle parole. Roma, infat-ti, ha autorizzato il culto della reliquia nel 1506, con il Papa Giulio II, mentre Giovanni Paolo II e Pio XI si sono espressi in modo ancor più chiaro, ammettendo di cre-dere nell’autenticità del lenzuolo.   Ricordiamo l’invito del 24 maggio 1998, di Papa Giovanni Paolo II in visita alla Sindone: “La Chiesa esorta [gli scienziati] ad affron-tare lo studio della Sindone senza posizioni precostitu-ite, che diano per scontati risultati che tali non sono; li invita ad agire con libertà interiore e premuroso rispetto sia della metodologia scientifica sia della sensibilità dei credenti“.Sulla Sindone, è estremamente interessante la tesi di Lillian Schwartz, docente alla “School of Visual Arts” di New York, che attraverso la raffigurazione grafica, ha supposto che quel viso, con barba e capelli lunghi, sia il volto di Leonardo da Vinci e che quel telo sia un espe-rimento del maestro per mettere appunto tecniche “pre-fotografiche”. Questa teoria però è stata sfatata dalla datazione della Sindone, che anticipa la nascita di Da Vinci ci circa 100 anni. Ma ricordiamo quanto detto prima, sono solo studi e ipotesi, nulla è sicuro. Ad ag-giungere mistero, infine, è stato il pittore e restauratore veneto, Luciano Buso, che il 6 giugno 2011 ha affer-mato che sul lenzuolo è visibile la firma di Giotto (con la data 1315).  L’artista avrebbe utilizzato una tecnica di scrittura nascosta, ma la data avrebbe in questo caso più senso perché confermerebbe l’analisi al carbonio

14. Anche quest’ipotesi è stata smentita.Le ultime ostensioni della Sindone sono state nel 2010 (dal 10 aprile al 23 maggio) e il 30 marzo 2013.

Il prof. Bruno Barberis fa il punto sul mistero del telo

di Maria Chiara PetrosilloROMA, venerdì, 8 giugno 2012 (ZENIT.org).- La penul-tima conferenza dell’edizione 2011-2012 del Diploma di specializzazione in Studi Sindonici ha visto come protagonista il Prof. Bruno Barberis, Direttore del Cen-tro Internazionale di Sindonologia. […] È autore di una ventina di libri e di oltre 150 articoli sulla Sindone sia a livello scientifico sia a livello divulgativo, pubblicati su riviste scientifiche nazionali e internazionali e su mensili e quotidiani sia italiani che stranieri. Ha tenuto più di 2000 conferenze sulla Sindone sia in Italia che all’este-ro.Il 23 maggio ZENIT ha avuto il privilegio di incontrarlo prima della sua conferenza “Il dibattito intorno alla Sin-done” nell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e di porgergli qualche domanda.

Prof. Barberis, quali sono, secondo lei, i criteri di valutazione degli studi e delle ricerche sulla Sindone?Nei cento e più anni che ci separano dalla famosa pri-ma fotografia della Sindone del 1898 sulle ricerche e sugli studi effettuati sulla Sindone sono stati versati fiu-mi d’inchiostro e la bibliografia sindonica conta ormai migliaia di opere scritte e pubblicate in tutti i continenti. Non sempre è facile però districarsi tra le varie pubbli-cazioni che spesso riportano nuove teorie, critiche più o meno costruttive a ricerche già effettuate, proposte di nuovi studi e di nuove indagini. Come fare a selezio-nare in questa ampia produzione i lavori seri e significa-tivi? Un primo ed importante aspetto da tenere presen-te è legato al fatto che l’argomento Sindone coniuga necessariamente motivi ed interessi sia scientifici sia religiosi. Ciò ovviamente non ha nulla di negativo, anzi è di enorme fascino ed interesse. Spesso però si corre il rischio di confondere o mescolare impropriamente i due piani con il risultato di togliere valore e validità alla comunicazione, soprattutto quando si commette il grave errore di affrontare problemi di carattere religio-so con metodi scientifici e, viceversa, problemi stretta-mente scientifici con metodologie di tipo religioso.Un altro rischio serio è quello di lasciare che le convin-zioni personali riguardanti la fede influenzino le consi-derazioni e i risultati degli studi storico-scientifici. Ciò conduce spesso a conclusioni forzate, dettate dalla vo-lontà di dimostrare a tutti i costi tesi preconcette o di controbattere a priori quelle tesi che non coincidono con le proprie convinzioni.Si rischia così di cadere in un fondamentalismo che è tutto tranne che seria ricerca scientifica e che provoca spesso confusione nei lettori che hanno l’impressione di assistere ad una guerra tra tesi contrapposte piutto-

Sindone

Page 9: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

9

sto che ad un dialogo serio e rigoroso, che può anche essere serrato, ma che, per essere veramente scienti-fico, deve essere costruttivo, rispettoso delle opinioni altrui e improntato esclusivamente alla ricerca della ve-rità.Il compito dello scienziato serio è quello di informare in modo corretto, distinguendo sempre tra notizie e dati certi e ipotesi basate su dati e documenti solo in parte o per nulla attendibili. Molti dei volumi e degli artico-li scritti sulla Sindone sono viziati del tutto o in parte da questi problemi e non sempre è facile distinguere a prima vista e in modo netto e chiaro tra quelli assoluta-mente seri e rigorosi e quelli che non lo sono.

Alla luce della sua esperienza, la scienza e la fede sono in dialogo o in conflitto?

[…] Personalmente ritengo che i due tipi di approccio siano non solo compatibili, ma anzi tra loro comple-mentari, costituendo le due parti, entrambe indispen-sabili, di una corretta, efficace e completa presentazio-ne della Sindone. Essi possono benissimo coesistere a patto che ne vengano rispettati i diversi piani di com-petenza e non si voglia a tutti i costi mescolarli forzan-do le conclusioni senza rispettarne le peculiarità. A tale proposito è importante ricordare, a scanso di equivoci, che la fede cristiana non si fonda né si fonderà mai sulla Sindone. Più volte mi sono sentito chiedere da giorna-listi e intervistatori che cosa ne sarebbe stato della mia fede nel caso in cui venisse dimostrata la non autentici-tà della Sindone e ovviamente ho sempre risposto che non sarebbe cambiato assolutamente nulla. La fede cristiana si basa su ben altri presupposti, ma la Sindone può esserne un valido supporto se vista come un pre-zioso strumento che, mediante il linguaggio dell’imma-gine, contribuisce alla riflessione sul pilastro portante della fede: la passione, morte e risurrezione di Cristo.A tutti coloro che si pongono di fronte alla Sindone li-beri da preconcetti e da pregiudizi una presentazione corretta dà la possibilità di percorrere un prezioso cam-mino di riflessione alla scoperta del mistero della pas-sione di Gesù, narrata in forma letteraria dai testi evan-gelici. Tale percorso ha bisogno di essere sostenuto sia dalle conferme e dalle scoperte che provengono dagli studi scientifici dell’impronta sindonica, sia da quella ri-flessione che consente di andare oltre all’immagine per cogliere nella sua interezza il messaggio di salvezza e di redenzione donatoci dalla sofferenza di Cristo nel lun-go e doloroso cammino della sua passione. La Sindone ha pertanto assolutamente bisogno di essere studiata e capita seguendo entrambi gli approcci: quello della scienza e quello della fede. Altrimenti sarà impossibile coglierne ed approfondirne appieno il profondo mes-saggio.

La Sindone può essere oggetto di dialogo multiconfessionale?

La mia risposta è senza alcun dubbio positiva. Non

dovrebbe stupire nessuno il fatto che all’argomento Sindone s’interessino uomini e donne non solo appar-tenenti alle varie confessioni cristiane, ma anche di re-ligioni diverse o dichiaratamente atei. La storia, anche quella recentissima delle ultime Ostensioni, è piena di tali esempi. Durante l’ostensione del 2010 mi è capi-tato di discutere a lungo e in modo assai costruttivo con un gruppo di musulmani arrivati a Torino apposita-mente per vedere la Sindone: per me è stata un’espe-rienza indimenticabile. Così come le conferenze che ho tenuto nel 1998 in Danimarca e in Finlandia dialo-gando con uomini e donne luterani molto interessati

Sindone

Bruno Barberis ha con-seguito la laurea in Matematica presso l’U-niversità di Torino nel 1975. Dal 1983 è Pro-fessore Associato di Fi-sica Matematica presso la stessa Facoltà. Nel 1975 ha iniziato ad occuparsi della Sindo-ne dal punto di vista della ricerca scientifica e dal 1977 è membro della Confraternita del Santissimo Sudario di Torino (di cui è stato presidente dal 1988 al 2002) e del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino (che attualmente presiede), che si occupano di coordinare a livello internazionale gli studi e le ricerche sulla Sindone e di promuoverne la conoscen-za. Durante la sua presidenza, ha promosso il restauro della Chiesa del SS.Sudario di Torino e la costruzione della nuo-va sede del Museo della Sindone nella cripta della suddetta chiesa, museo unico al mondo nel suo genere, dotato delle più moderne attrezzature. Ha collaborato all’organizzazione delle Ostensioni della Sin-done, tenutesi a Torino nel 1978, nel 1998, nel 2000 e nel 2010. Ha tenuto più di 1700 conferenze sulla Sindone sia in Italia che all’estero.È autore di una decina di libri e di oltre cento articoli sulla Sindone sia a livello scientifico sia a livello divulgativo, pub-blicati su riviste scientifiche nazionali e internazionali e su mensili e quotidiani sia italiani che stranieri. Ha partecipato a numerose trasmissioni radiofoniche e televisive sulla Sindo-ne sia in Italia che all’estero e ha collaborato come redattore ed esperto alla realizzazione di numerosi film, documentari e DVD sulla Sindone.  Nel 2002 ha lanciato un progetto formativo interdisciplinare sulla Sindone destinato a tutte le scuole di ogni ordine e grado della Provincia di Torino, con l’obiettivo di consentire agli studenti di conoscere la Sindone sotto i suoi vari aspetti e di far prendere coscienza ai ragazzi dell’importanza nella ricerca moderna dell’interdisciplinarietà. Nel 2003 è stato insignito dalla Città di Torino del Premio San Giovanni per la sua attività di scienziato e di divulgatore della cultura torinese in Italia e all’estero.

Page 10: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

10

alla Sindone e al suo messaggio, oppure nel 1999 in Corea del Sud. Queste esperienze hanno confermato ulteriormente una convinzione che da tempo avevo in cuore, generata da numerosi fatti e incontri vissuti in prima persona o a me raccontati. La convinzione che il messaggio che trasmette l’immagine della Sindone è veramente universale e parla a uomini e donne di ogni razza e religione. Non ho dubbi sul fatto che ogni pel-legrino che nelle recenti ostensioni è sfilato di fronte alla Sindone è tornato a casa spiritualmente più ricco e più maturo e difficilmente dimenticherà quell’imma-gine inquietante che parla in modo così eloquente agli uomini di ogni epoca, cultura, religione e razza. Ecco perché sono perfettamente d’accordo con Mechthild Flury Lemberg, l’esperta svizzera di tessuti antichi di confessione luterana che nel 2002 ha cucito la Sindone sul suo nuovo supporto, che in un’intervista ha definito l’immagine sindonica “un prezioso strumento che può favorire il dialogo ecumenico”. La Sindone c’è; è lì, di fronte a tutti gli uomini, senza alcuna eccezione. A noi il compito di non sprecare il suo preziosissimo messag-gio, prodigandoci per fare in modo che tutti gli uomini possano vederla e conoscerla a fondo.

La Sindone è stata definita dai Pontefici “provocazione all’intelligenza”, “specchio del Vangelo”, “ico-

na del Sabato Santo”. Qual è la sua personale definizione?Una delle caratteristiche tipiche della Sindone è quella di essere stata definita in decine di modi diversi. Segno delle molteplici sfaccettature sotto le quali è possibile leggere quest’immagine unica e irripetibile. Non esiste una definizione più significativa delle altre perché tutte contribuiscono a definirne un aspetto fondamentale. Tra le tante mi piace ricordare quella che definisce la Sindone “un’immagine inspiegabile”, perché sottolinea un fatto realmente sorprendente: tutte le teorie propo-ste fino ad oggi per tentare di spiegare la modalità di formazione dell’immagine sindonica, pur interessanti di per sé, sono sempre risultate carenti perché sono state corredate da verifiche sperimentali che hanno eviden-ziato sulle immagini ottenute caratteristiche fisico-chi-miche molto diverse da quelle possedute dall’immagi-ne sindonica. Il processo che ha causato la formazione dell’immagine sindonica rimane pertanto ancora non noto e per tentare di giungere alla sua identificazione saranno necessari ulteriori studi sia teorici sia speri-mentali.

Sindone

Page 11: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

11Scuola dell’infanzia

3, 2, 1 …… Si apre il sipario!!! La parrocchia segna il tutto esaurito. Dal buio Maria e Giuseppe, assopiti, fanno il loro ingres-so e attendono il prosieguo di questa stravagante storia.Una fantastica notte stellata fa da sfondo a tanti piccoli candidi angioletti. Una soave melodia esce dalle loro timide bocche e stupisce il numeroso pubblico . Stranamente mille scatoloni e immondizie coprono parte del palcoscenico….. Che succederà?I due protagonisti si rendono conto di essersi addor-mentati in mezzo a una strada vicino a dei senza-tetto che sobbalzano sentendo la voce di Maria. Dopo un breve racconto, si rimettono in cammino in cerca di una dimora per far nascere il figlio tanto atteso.Da qui un magico susseguirsi di battute e ambienti dei giorni nostri. Una fantastica trama, tra centri commer-ciali, slogan, negozi e modernità:“A Natale non fare il puzzone, regalati almeno un sapo-ne!!!” – Chi ha partecipato non può non ricordarsela!!!Che dire poi del Parroco seguito da una ciurma di par-rocchiani in attesa della messa di mezzanotte? Sem-brava di essere nella vita vera, sul sagrato della chiesa, e ascoltare le donnette bisbigliare. Stupendi!!!A coronare questo momento, l’avvento di Gesù annun-ciato dagli Angeli …. E la frase sottolineata dagli attori senza-tetto è verità infinita: “Se fosse davvero Natale, Gesù, sarebbe qui che avrebbe voluto nascere. In mez-zo ai poveri, ai semplici, agli emarginati…”Un applauso ghermisce la chiesa. I bambini fanno l’in-chino di ringraziamento: sono stati meravigliosi! C’è chi piange di emozione, chi si diverte e chi canta ancora le canzoni che hanno accompagnato questo racconto. Non possiamo che essere orgogliosi del lavoro delle maestre, di Suor Anna e di tutte le persone che hanno messo a disposizione il proprio tempo per il miracolo di Natale, che rinasce tutti gli anni in questo periodo, che ci fa diventare più buoni e ci insegna ad amare proprio come fanno i bambini!Grazie.

Recita di Natale: Scuola Materna Madonna dell’Olmo di Verdellino – dicembre 2014

Page 12: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

12 Intervista

Qual è stato il percorso e le motiva-zioni che l’hanno portata a prendere la decisione di consacrarsi al Signore?Quando ero una giovane, diventare suora era l’ultimo dei miei pensie-ri, perché mi piaceva essere libera. Mi ricordo un fatto mentre facevo la catechista: una suora mi disse di in-traprendere la sua strada ma la mia ri-sposta fu di rifiuto totale e non le par-lai più, anche perchè, proprio in quel periodo, frequentavo un ragazzo.Dopo un paio d’anni, mi sono resa conto che nonostante ci volessimo bene io non ero contenta e serena perché percepivo nettamente che il mio cuore potesse essere indirizzato verso qualcosa di più grande e che mi sarei sentita più realizzata in un altro tipo di amore, l’amore per il Signore. All’inizio ho fatto di tutto per contra-stare questa scelta perché al pensiero di stare chiusa in convento, per me che amavo essere libera, voleva dire stare in prigione, ma dopo varie lotte interiori ho capito che era la mia vo-cazione e quando ho finalmente det-to “si” ho sentito una grande pace.In che cosa consiste la sua missione?Io sono di Medolago ma sono stata parecchi anni a Verdellino, anche se in tre periodi distinti. Nel primo periodo sono arrivata da suora giovane junio-res dal 1978 al 1982 come insegnante di scuola materna e impegnata nelle diverse attività della parrocchia. Poi sono andata via per qualche anno e sono ritornata dal 1992 al 1994 e in-fine nel 1996, quando volevano chiu-dere la comunità di suore per man-canza di persone.Il parroco di allora mi ha chiesto di tornare a impegnarmi nella direzio-ne della scuola e per quello che era possibile, anche nelle attività della parrocchia, appoggiandomi a una comunità di suore prima a Solza e poi a Grassobbio. Quindi è da allora che faccio la pendolare, restando a dor-mire qui solo se c’è qualche impegno

o riunione di sera.Io appartengo alla congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù di Asola in provincia di Man-tova. E’ una congregazione di vita apostolica dedita alle attività delle parrocchie, alla catechesi, agli anzia-ni, ai malati negli ospedali. Oggi pos-so dire, nonostante le difficoltà che s’incontrano nella vita, che mi sento una persona realizzata, non tanto per quello che faccio, ma perché sento la mia appartenenza al Signore.Il rapporto che ho con Lui e con le persone è ciò che riempie la mia vita, quindi qualsiasi cosa che faccio è ri-volta al Signore. La capacità di rela-zione con il Signore e con le persone mi fanno sentire una persona che vive con gioia la propria vita.Se dovessi ritornare indietro, farei la stessa scelta.Cosa pensa del fatto che il 2015 è stato indetto come anno della vita consacrata?Prima di tutto credo che sia stato in-detto per risvegliare lo slancio alla vita consacrata, in cui si deve avere al primo posto non le attività ma il Si-gnore. Appartenere a Lui dona grande gioia, rifiutando una vita che si trasci-

na stancamente. La vita consacrata è una vita in cui ci si sente realizzati, pur nelle difficoltà che s’incontrano, e si è contenti di essere testimoni di un AMORE GRANDE. Inoltre quest’anno della vita consacrata deve far prende-re coscienza al popolo di Dio che la vita religiosa appartiene alla santità e alla vita della Chiesa, cosa che veniva già detta ai tempi del Concilio Vatica-no II nella GS. Dobbiamo testimonia-re quella che sarà la vita futura, quella in cielo, facendo capire che seguire il Signore significa vivere un pezzo di Paradiso già su questa terra. La vita religiosa è chiamata a essere profezia di quello che sarà la vita futura.Per quanto riguarda invece la mia persona, quest’anno è importante perché mi obbliga a ripensare alle ori-gini, alla scelta fatta e capire se l’entu-siasmo che c’era allora esiste ancora anche se con più consapevolezza. Quest’anno della vita consacrata è uno stimolo in più per vedere se quel-lo che faccio è una mia realizzazione personale o se c’è sempre il Signore al primo posto, seguendo i sentimenti del Sacro Cuore di Gesù: la mitezza, l’umiltà, la comprensione, la miseri-cordia, il perdono, la dolcezza.

INTERVISTA A SUOR ANNA CARMINATI

2014-15 ANNO DELLA VITA CONSACRATA

Page 13: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

13Intervista

Qual è stato il percorso e le motivazioni che l’hanno portata a prendere la decisio-ne di consacrarsi al Signore?Chiamandomi alla vita, Dio mi ha “invitata” (come invita ogni persona) a viverla in pie-nezza, ma accogliere e soprattutto realizza-re questo invito non è stato sempre facile.È stato un cammino impegnativo, un cammi-no illuminato dalla gioia di vivere cui si alter-navano momenti d’incertezze, accompagnati a volte da non poca paura.Dove andavo? Qual era la mia rotta, cosa cer-cavo, desideravo e soprattutto chi volevo?Quando l’inquietudine interiore tentava di occupare il cuore mi rifugiavo nella natura e cercavo il silenzio; era questo (e lo è tut-tora) il mio riposo preferito, era la realtà in cui ritrovavo me stessa e ritrovavo il senso di tutto.Nel silenzio ho compreso l’amore alla vita, ho capito che se volevo viverla in pienezza non potevo rinunciare all’amore, per questo ero nata e questa era la pista su cui mi ero incamminata.Era necessario allora passare dal pensiero all’azione, dal pensare all’amore al vivere l’amore; dovevo incontrare quel “tu” che mi avrebbe permesso quella relazione inter-personale intima e profonda che solo l’a-more sa creare.Avevo tanti amici, anche un ragazzo che era più di un amico ma … c’era qualcosa che non mi soddisfava pienamente, che non mi rendeva completamente felice. “...Se vuoi ...” era una voce discreta che da qualche tempo, non so come, aveva trova-to la strada per entrare nel mio spazio vitale

in quei momenti di silenzio tanto cercati e amati e, nonostante la discrezione, riusciva sempre a inserirvi una nota di disagio, per dirla chiara riusciva a guastare tutto.Solo di una cosa ero certa: volevo amare non in un modo platonico, solo col senti-mento, volevo amare con tutta me stessa, con la mia intelligenza, col mio cuore di carne...“Se vuoi...”, quella voce non proveniva da una idea, da un pensiero filosofico, ma ap-parteneva a Cristo e Cristo è persona viva, concreta, tangibile per un certo aspetto.Quando capii questo, compresi di essere ... innamorata!Non è poi così ovvio pensare che la recipro-cità si possa vivere solo nel matrimonio; da quando timidamente ho detto il mio sì, ho scoperto (e scopro continuamente) la gioia di essere donna e dono. Amare davvero è cosa ardua perché amare è essenzialmente donarsi agli altri, non è un’inclinazione istintiva; amare è una decisione cosciente della volontà.Ho accettato il dono di entrare in un istituto secolare che mi offre la possibilità di servire la famiglia e continuamente mi richiama alla spiritualità di Nazareth.Amo il silenzio di Nazareth, amo la vita di questa famiglia sempre accompagnata da una povertà dignitosa, dalla rinuncia all’ap-parire, al sentirsi superiori. Essa ha vissu-to sempre in una realtà evangelica fatta di semplicità, povertà e purezza, realtà, dove ho sempre cercato di attingere a piene mani il gusto e il sapore della gioia di vivere.Rileggendo ora il cammino percorso, dove non tutto è stato facile e scontato, rimango stupita davanti alla meraviglia del dono rice-vuto e sento vera anche per me l’espressio-ne biblica: “ ho contemplato e contemplo le meraviglie dell’amore del Signore”.In che cosa consiste la sua missione?Appartenere a un istituto secolare significa aderire o meglio entrare in una comunità di Chiesa dove ci si consacra a Dio impe-gnandosi a vivere i consigli evangelici (ca-stità, povertà e obbedienza) rimanendo nel mondo come luogo privilegiato della propria vocazione e responsabilità cristia-na per “riconsacrarlo a Dio”. Non è quindi possibile appartenere a un istituto secolare senza assumere dentro di noi i componenti fondamentali che lo costituiscono: “consa-crazione, secolarità, apostolato”. Questo significa vivere rispetto al mondo un atteggiamento non di fuga ma di presenza,

di accettazione, di competenza, di servizio.Vi sono istituti secolari inseriti nel mondo con l’attenzione a una realtà ben determi-nata: la Compagna della Santa Famiglia è il mio istituto: il suo campo è il matrimonio e la famiglia, il suo fine “ promuovere nel-la famiglia e nella comunità dei credenti la crescita dell’amore consacrato e dell’amore coniugale”.A me è stato donato di vivere la consacra-zione in questo istituto secolare meglio co-nosciuto come “Istituto Pro Familia”.Come missionaria ho ricevuto il dono di impegnarmi, come ha indicato molto chia-ramente il fondatore don Giovanni Battista Zuaboni, a “… servire Cristo in quella parte del suo corpo mistico che è la famiglia” in altre parole, la missionaria sceglie di non formare una propria famiglia per fare di se stessa un dono continuo a disposizione del-le famiglie dei fratelli.Nelle comunità parrocchiali in cui viviamo, siamo a disposizione per sostenere le va-rie iniziative in favore degli adolescenti, dei giovani, dei fidanzati, e per l’ascolto e l’ac-compagnamento di coppie di sposi in un cammino di crescita e di formazione per-manente.Cosa pensa del fatto che il 2015 è stato in-detto come anno della vita consacrata?Sinceramente non me lo aspettavo, quando l’anno scorso ne sono venuta a conoscenza, sono rimasta piacevolmente sorpresa. Cre-do che non mi abituerò mai alle meraviglie che lo Spirito santo riserva alla sua Chiesa. È un grande dono che accolgo con gioia ri-conoscente, ma allo stesso tempo mi solle-cita sempre più a lasciarmi interpellare dalla Parola di Dio tentando di viverla, per quanto mi è possibile, con radicalità e coerenza.Paolo VI ha detto che il mondo non ha biso-gno di maestri (sono già molti) ma di testimoni.Sono certa che quest’anno sarà ricco di grazie per tutta la Chiesa; riscoprire o sco-prire i valori della vita consacrata permette di accogliere i doni (carismi) diversi che lo Spirito suscita per il bene di tutti, favorisce la comunione fra noi, arricchisce e fa crescere tutta la comunità dei credenti.Ringrazio il Signore che l’anno della Vita consacrata coincida con il Sinodo sulla fa-miglia. Consacrazione e sacramento del matrimonio sono due vocazioni non in con-trapposizione ma complementari, portatrici di ricchezza e di grazia per tutta la Chiesa.

INTERVISTA A MARIA TERESA NAZARI

2014-15 ANNO DELLA VITA CONSACRATA

Page 14: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 15: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

15Accadde l’anno

Corre l’anno 1971 e Don Felice Belli-ni prosegue la stesura del suo diario parrocchiale. Zingonia ha ormai pre-so forma, ma emergono difficoltà le-gate al luogo da destinare all’edifica-zione della nuova chiesa. Don Felice deve trattare con la ZIF e con Zingo-ne stesso. Inoltre dalle cronache del parroco emerge come Zingonia, con il passare degli anni, non essendo più zona depressa, avesse perso i van-taggi che questo status comportava.

11/02/1971La ZIF (Zingonia Iniziative Fondia-rie) tramite l’Avv. Garatti mi infor-ma di sgomberare la chiesa di via Venezia, entro e non oltre 5 giorni dall’11/09/1971, pena lo sfratto; mi minaccia di sfratto e di ricorso in tri-bunale se non regolo i conti penden-ti per la Chiesa di Piazza Affari.

13/02/1971Riunisco una cinquantina di capifa-miglia per il problema dello sfratto della chiesa. Si conclude con il se-guente ordine del giorno: a) infor-mare la popolazione alle messe di domani; b) cercare un incontro con il signor Zingone; c) raccogliere tra la popolazione offerte per dilazionare lo sfratto in attesa di iniziare i lavori del complesso parrocchiale e di tro-vare un’altra soluzione per la cappel-la di Via Venezia.

14/02/1971A tutte le messe avverto la popola-zione della minaccia di sfratto. I fe-deli hanno reagito diversamente. Qualcuno ha proposto di occupare la chiesa, altri di non uscire ma resi-stere, altri di fare uno scandalo sul-la stampa. I più hanno proposto di trattare con il signor Zingone, e nel caso fallisse, indire una riunione dei capifamiglia.

Maggio 1971Ho un incontro con il Comm. Zin-gone a Milano. Comunico di lasciare

libera la cappella di via Venezia 5, per la metà di giugno.

27/06/1971Mons. Faggioli è in Zingonia per l’i-naugurazione e la benedizione della nuova cappella acquistata, in via Bo-logna 4.

31/12/1971Ecco in breve la cronaca del 1971:La ZIF ha chiuso l’ufficio in corso Eu-ropa, per trasferirlo al “Grand Hotel Zingonia”. Il motivo è unico. Ormai da tempo non si vende più nulla o quasi nulla. Il comprensorio di Zin-gonia non è più zona depressa, per cui sono rari gli insediamenti indu-striali. Manca la manodopera specia-lizzata, mancano i trasporti, continua la crisi nel settore dell’edilizia e quel-lo industriale.Il comune di Verdellino ha approvato il piano regolatore nuovo, che preve-de sul terreno della chiesa, l’edilizia intensiva. Così siamo rimasti senza terreno della chiesa. Il piano regola-tore prevede l’area a centro religioso l’area compresa tra corso Asia e via Oleandri, di fronte alla scuola. Il sin-daco e il vicesindaco hanno avviato trattative con la ZIF per una permuta tra l’area donata alla Chiesa, e la nuo-va area destinata a Centro Religioso. Il Comm. Zingone pare favorevole alla permuta.Durante il 1971 sono stati creati: tre gruppi del Vangelo, il catechismo dei bambini, le messe domenicali. Io anche quest’anno ho continuato a fungere da cappellano alla Clinica S. Marco. Questo servizio mi impegna per 2-3 ore al giorno e spesso anche di notte. Gli impegni della parrocchia, dell’ospedale, della scuola mi fanno correre il rischio di isolarmi dalla mia comunità parrocchiale. Per l’anno 1972 penso di lasciare la scuola.Le comunioni di circa 5000 dell’anno scorso, sono passate a 13000. Sono in aumento di comunioni, ma in di-minuzione le confessioni.

Zingonia, 1971

Page 16: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

16 Mondo missione

Periferia è andare verso i poveri...Chi sono i poveri oggi?

Riporto una descrizione che il documento di Aparecida fa dei poveri che s’incontrano più frequentemente in America Latina. Non è una descrizione completa, ma sicuramente amplia, perché ci mette di fronte a perso-ne che soffrono.“Questo ci dovrebbe portare a guardare i volti di coloro che soffrono. Tra loro ci sono le comunità indigene e afro-americani che spesso non sono trattate con digni-tà e parità di condizioni. Molte donne sono escluse a causa del loro sesso, razza o status socio-economico; i giovani ricevono scarse opportunità di istruzione e di entrare nel mercato del lavoro; molti poveri, disoccu-pati, immigrati, profughi, contadini senza terra cerca-no di sopravvivere; molti bambini sono sottoposti alla prostituzione minorile; milioni di individui e famiglie vivono in condizioni di povertà e fame. Ci preoccupia-mo anche di coloro che dipendono dalle droghe, delle persone con disabilità, delle vittime e dei portatori di gravi malattie come la malaria, la tubercolosi e l’HIV - AIDS, che soffrono di solitudine e sono esclusi dalla vita sociale e familiare; non dimentichiamo gli ostaggi e vit-time di violenza, terrorismo, conflitti armati e insicurez-za. Anche gli anziani, oltre a sentirsi esclusi dal sistema di produzione sono spesso rifiutati dalle loro famiglie come persone fastidiose e inutili. Fanno male, infine, le condizioni disumane in cui la grande maggioranza dei detenuti vivono: hanno anche loro bisogno della nostra solidarietà e del nostro aiuto fraterno. La globalizzazio-

ne senza solidarietà lede le categorie più povere. Non è più semplicemente il fenomeno di sfruttamento e di oppressione, ma qualcosa di nuovo: esclusione sociale. Nello stesso documento si parla anche di una categoria di poveri nuova e propria del nostro tempo: “Uomini e donne che hanno fame e sete di Dio”. E’ possibile che questa sia anche una realtà italiana?E’ una povertà che va legata molte volte alle povertà di carattere economico e sociale, ma è soprattutto una povertà che va, mano nella mano, con le situazioni di disagio sociale crescente nel nostro paese: disoccupa-ti, famiglie divise, giovani senza lavoro, anziani soli.Dovrebbe farci riflettere il numero crescente delle fa-miglie che mensilmente chiedono di ricevere il pacco viveri: dietro l’emergenza e povertà si nasconde sicura-mente un dramma umano che deve essere conosciuto, ascoltato e accompagnato. Ci devono far riflettere le famiglie che vivono in si-tuazioni pastorali irregolari, la violenza intra familiare, l’intolleranza verso chi è diverso, i fenomeni giovani-li come il bullismo, gli immigrati, i naufragi, gli sbarchi di gente disperata che lascia la loro terra in cerca di un’opportunità per loro e le loro famiglie, il sentimento di ostilità, d’insofferenza o non accoglienza rifiutando di vedere il problema in modo globale, come parte di un mondo che crea e vive ingiustizie profonde.Dobbiamo prendere in considerazione quelle categorie di persone, che pur sazie di tante cose (potere, ricchez-za, fama), sono povere dentro perché non permettono che Dio entri nella loro vita e la orientino, ma di fronte

Periferia, cuore della missione(terza parte)

Page 17: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 18: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 19: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 20: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 21: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 22: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 23: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 24: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio
Page 25: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

17Mondo missione

Ci trovi anche su smartbeauty.itOggi mi amo!

alle quali anche noi abbiamo una responsabilità perché stiamo venendo meno al nostro dovere di accompa-gnamento spirituale e orientamento a partire dalla dot-trina sociale della Chiesa. Ci lamentiamo e critichiamo i politici, i grandi manager, ma cosa facciamo noi per accompagnare i nostri amministratori locali, gli opera-tori nel campo della salute o della scuola, i gruppi o associazioni sociali, sportive?

Ascoltare e fare nostre le angosce e le speranze...Di fronte a queste situazioni, bisogna avere un cuore aperto che sappia ascoltare con l’atteggiamento mise-ricordioso del Padre, che sappia farsi prossimo come il buon samaritano con il viandante attaccato, ferito e de-rubato dai briganti.Quanto è importante ascoltare le persone! Come cri-stiani, come agenti di pastorale sentiamo di dover par-lare sempre, di sapere tutto e di dover sempre dire qual-cosa, ma dalla cattedra del maestro. Prima di parlare, però, bisogna saper ascoltare. Gesù è maestro dell’a-scolto. Lui ascolta la tristezza e delusione dei due disce-poli di Emmaus; permette che manifestino i loro dubbi, le paure e le angosce. Gesù ascolta prima di parlare.Non è possibile orientare le persone se ci si avvicina loro con la lezione già fatta o il discorso già pronto, senza sapere come sta la gente, cosa sentono. Quanto è importante ascoltare la gente nell’attività pastorale, quanto è importante essere accoglienti, aperti e attenti ad ascoltare la situazione in cui vivono.Ascoltare significa assumere il criterio pastorale di non essere in possesso della verità e delle risposte a tutte le situazioni. C’è una verità cui dobbiamo arrivare tutti, però insieme, nel dialogo. Non è debolezza o insicurez-za di fronte alle grandi verità della nostra fede, è invece un atteggiamento umile che ci permette di capire che la verità sulla vita non è data una volta per sempre, ma è un’illuminazione progressiva che rispetta la persona umana, la fa camminare e le permette di unire dono e accoglienza del dono, grazia e partecipazione umana.

Per illuminare la loro vita con il Vangelo di Gesù Cristo vivo...

E’ importante anche parlare, dopo aver ascoltato. Il mondo di oggi ha bisogno di conoscere la luce del Vangelo. Dobbiamo però essere attenti: la luce è umile; il discepolo missionario deve aiutare a scoprire la luce; lui non è la luce. La luce è Cristo e il suo Vangelo. La luce non s’impone, si offre. Bisogna avere uno spirito di profonda preghiera perché questa luce offerta sia ac-colta. In un mondo confuso, stordito da tante cose, è un miracolo dello Spirito che questa luce sia accolta e possa guidare la vita dei discepoli.Con l’umiltà e nella carità bisogna avere il coraggio del-la verità, di una verità che s’incarna, che non ha paura di farsi sentire di fronte alle ingiustizie; bisogna avere il coraggio di parlare alle coscienze con il Vangelo nella mano. I criteri di rispetto umano, di non intromissione in temi sociali o politici non sono sempre espressione di “misericordia”; possono essere espressione di como-dità, di paura delle critiche, o per lo meno di un atteg-giamento che è lontano dalla gente e dalla loro vita.

Cosa ci rivela il volto misericordioso del Padre...Papa Francesco insiste nella necessità di mostrare il volto misericordioso del Padre e non principalmente il volto severo e giudicante. Le sue parole ci fanno riflet-tere su come unire le esigenze morali del messaggio evangelico e la misericordia di Dio. La risposta è l’at-teggiamento di Gesù nel Vangelo. Lui non difende né giustifica l’adulterio, però difende e non condanna l’a-dultera. La Chiesa deve essere come una madre che sa comprendere e capire il figlio, lo sa correggere; ma lo fa con il volto che dimostra tutto il suo amore e la sua compassione. Siamo presenti nel mondo per perdona-re e manifestare il volto misericordioso del Padre, per essere testimoni dell’azione liberatrice che il Signore compie con e in ciascuno di noi. Se abbiamo incontra-to Gesù e ci siamo riempiti di gioia, possiamo parlare di Lui al mondo di oggi. Il mondo ha bisogno di testimoni autentici, credibili e gioiosi più che di maestri.

Mons. Eugenio Scarpellini, Vescovo di El Alto (Bolivia)

Page 26: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

18

Il nome Giuseppe è di origine ebraica e sta a significare “Dio aggiunga”, estensivamente si può dire “aggiunto in fa-miglia”. Può essere che l’inizio sia avvenuto col nome del figlio di Giacobbe e Rachele, venduto per gelosia come schiavo dai fratelli. Ma è sicuramente dal padre putativo, cioè ritenuto tale, di Gesù e con-siderato anche come l’ultimo dei patriarchi, che il nome Giuseppe andò diventando nel tempo sem-pre più popolare. In Oriente dal IV secolo e in Occidente poco prima del XI secolo, vale a dire da quando il suo culto cominciava a diffon-dersi tra i cristiani. Non vi è dubbio tuttavia che la fama di quel nome si rafforzò in Europa dopo che nell’Ottocento e nel Novecento molti personaggi della storia e del-la cultura lo portarono laicamente, nel bene e nel male: da Francesco Giuseppe d’Asburgo a Garibaldi, da Verdi a Stalin, da Garibaldi ad Un-garetti e molti altri ancora.San Giuseppe fu lo sposo di Maria, il capo della “sacra famiglia” nella quale nacque, misteriosamente per opera dello Spirito Santo, Gesù figlio del Dio Padre. E orientando la propria vita sulla lieve traccia di alcuni sogni, dominati dagli angeli che recavano i messag-gi del Signore, diventò una luce dell’esemplare paternità. Certamente non fu un assente. È vero, fu molto silenzioso, ma fino ai trent’anni della vita del Messia, fu sempre accan-to al figliolo con fede, obbedienza e disponibilità ad accet-tare i piani di Dio. Cominciò a scaldarlo nella povera culla della stalla, lo mise in salvo in Egitto quando fu necessario, si preoccupò nel cercarlo allorché dodicenne era “sparito” nel tempio, lo ebbe con sé nel lavoro di falegname, lo aiutò con Maria a crescere “in sapienza, età e grazia”. Lasciò probabilmente Gesù poco prima che “il Figlio dell’uomo” iniziasse la vita pubblica, spirando serenamente tra le sue braccia. Non a caso quel padre da secoli viene venerato anche quale patrono della buona morte.Giuseppe era, come Maria, discendente della casa di Da-vide e di stirpe regale, una nobiltà nominale, perché la vita lo costrinse a fare l’artigiano del paese, a darsi da fare nell’accurata lavorazione del legno. Strumenti di lavoro per contadini e pastori nonché umili mobili ed oggetti casa-linghi per le povere abitazioni della Galilea uscirono dalla sua bottega, tutti costruiti dall’abilità di quelle mani ruvide e callose.

Di lui non si sanno molte cose sicure, non più di quello che canonicamente hanno riferito gli evangelisti Matteo e Luca. Intorno alla sua figura si sbizzarrirono invece i co-siddetti vangeli apocrifi. Da molte loro leggendarie notizie presero però le distanze personalità autorevoli quali San

Girolamo (347 ca.-420), Sant’Ago-stino (354-430) e San Tommaso d’Aquino (1225-1274). Vale la pena di riportare soltanto una leggenda che circolò intorno al suo matri-monio con Maria. In quella occa-sione vi sarebbe stata una gara tra gli aspiranti alla mano della giova-ne. Quella gara sarebbe stata vinta da Giuseppe, in quanto il bastone secco che lo rappresentava, come da regolamento, sarebbe improv-visamente e prodigiosamente fio-rito. Si voleva ovviamente con ciò significare come dal ceppo inaridi-to del Vecchio Testamento fosse rifiorita la grazia della Redenzione.San Giuseppe non è solamente il patrono dei padri di famiglia come “sublime modello di vigilanza e provvidenza” nonché della Chiesa universale, con festa solenne il 19 marzo. Egli è oggi anche molto fe-steggiato in campo liturgico e so-

ciale il 1° maggio quale patrono degli artigiani e degli ope-rai, così proclamato da papa Pio XII. Papa Giovanni XXIII gli affidò addirittura il Concilio Vaticano II. Vuole tuttavia la tradizione che egli sia protettore in maniera specifica di falegnami, di ebanisti e di carpentieri, ma anche di pionieri, dei senzatetto, dei Monti di Pietà e relativi prestiti su pegno. Viene addirittura pregato, forse più in passato che oggi, contro le tentazioni carnali.Che il culto di San Giuseppe abbia raggiunto in passato vette di popolarità lo dimostrano anche le dichiarazioni di moltissime chiese relative alla presenza di sue reliquie. Per fare qualche esempio particolarmente significativo: nella chiesa di Notre-Dame di Parigi ci sarebbero gli anelli di fi-danzamento, il suo e quello di Maria; Perugia possiedereb-be il suo anello nuziale; nella chiesa parigina dei Foglianti si troverebbero i frammenti di una sua cintura. Ancora: ad Aquisgrana si espongono le fasce o calzari che avrebbero avvolto le sue gambe e i camaldolesi della chiesa di S. Ma-ria degli Angeli in Firenze dichiarano di essere in possesso del suo bastone. È sicuramente un bel “aggiunto” di fede.

Tratto da “Santi e Beati.it”

San Giuseppe

In compagnia dei santi

Sposo della Beata Vergine Maria (19 marzo)

Page 27: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

19Associazioni

Dona il tuo 5x1000Associazione IL SOLE

930 26 56 016

Page 28: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

20 Associazioni

L’AVIS, associazione volontari italiani del sangue, è un’associazione di volonta-riato costituita da coloro che donano volontariamente, gratuitamente, perio-dicamente e anonimamente il proprio sangue; è apartitica, aconfessionale, senza discriminazione di razza, sesso, religione, lingua, nazionalità, ideologia politica ed esclude qualsiasi fine di lucro perseguendo finalità di solidarietà.L’AVIS di Verdellino-Zingonia è perciò impegnata nella gestione delle dona-zioni periodiche al Policlinico S. Mar-co e nel garantire la salute di chi dona il proprio sangue assicurando ai propri volontari/donatori (cittadini in buona salute tra i 18 e i 65 anni) controlli sa-nitari che prevedono visita medica ed esami ematici di routine a ogni dona-zione, realizzando così il duplice obiet-tivo di contribuire a salvare una vita tu-telando anche chi lo dona. Nonostante la sempre più attenta e ponderata utiliz-zazione del sangue (indispensabile nei servizi di primo soccorso, in chirurgia durante i trapianti e nella cura di alcune malattie, nella produzione di medici-nali), il fabbisogno è costantemente in aumento e non è ancora riproducibile in laboratorio!!!Come funziona; il donatore, presentan-dosi a digiuno in un centro di raccolta il mattino, compila un questionario che poi verifica con un medico che lo certi-fica; vengono quindi valutati alcuni pa-rametri quali peso, emoglobina, pres-sione arteriosa, e frequenza cardiaca; se viene ritenuto idoneo, viene invitato

a distendersi sul lettino, dove inizia il prelievo di circa 450 ml di sangue. Tale operazione dura in media 10-15 mi-nuti.  Tutto il materiale utilizzato per la donazione è sigillato e monouso. Ter-minato il prelievo, al donatore gli viene offerto un piccolo ristoro. Oltre a queste attività l’Associazione propone anche una serie d’iniziative volte alla sensibilizzazione, promozione e salvaguardia di un buono stato di sa-lute della nostra popolazione.La collaborazione con la Dirigenza sco-lastica e gli insegnanti del locale Isti-tuto Comprensivo Scolastico hanno permesso negli ultimi anni una varietà di esperienze che ci hanno consentito di sollecitare i nostri giovani a gesti di solidarietà concreta (quale l’atto della donazione di sangue) e ad approfondire tematiche riguardanti il funzionamento del nostro corpo:• Percorsi di ripresa delle conoscenze

su sangue e circolazione sanguigna (classi 2° - scuola secondaria di 1° grado; prossimamente con le classi 5° - scuola primaria di Verdellino)

• Progetto “Rosso sorriso – La meravi-glia del donare” (classi 1° e 2° - scuola primaria di Verdellino)

• Percorso di educazione nutriziona-le, in fase di realizzazione con tutte le classi della Scuola secondaria di 1° grado, con la preziosa partecipazione d’infermieri, di studenti universitari di Scienze infermieristiche, degli stessi insegnanti e con l’appoggio di tutto il personale scolastico.

Il 2013, in particolare, è risultato l’anno in cui i disegni, realizzati dai ragazzi del-le classi 2°della scuola secondaria, sono stati premiati con il loro inserimento nei calendari 2014 diffusi in tutta la zona AVIS n°11, di cui anche la nostra sezione fa parte, dando a tutti noi motivo di sod-disfazione e orgoglio. L’AVIS non “lavora” soltanto con i più giovani ma anche per gli anziani con il “Progetto Salute”; progetto di preven-zione attiva delle malattie in collabora-zione con altre associazioni locali (Aido, Admo, Anteas, Bersaglieri, Paolo Belli, Scout e il Sole), per la misurazione della pressione arteriosa, dosaggio di glice-mia e anche colesterolo, per cercare di rispondere alle necessità espresse an-che da questa fascia di popolazione.Inoltre, da qualche anno la gestione di-retta con i propri volontari del merca-tino dell’antiquariato di Verdellino ga-rantisce la possibilità di assicurare fondi diretti al sostenimento di borse di studio di ricerca medica, a dimostrazione di un impegno di solidarietà che non si può esaurire solo localmente.Ad oggi la nostra Sezione è composta da più di 120 volontari/donatori perio-dici di sangue e da altri che, pur non avendo più requisiti d’idoneità per farlo, supportano l’associazione nelle diverse iniziative e attività.Non ci sono quindi limiti per esprime-re concretamente la tua solidarietà con noi, in AVIS!

Avis

Per chi volesse, c’è la possibilità di contribuire destinando il 5 per mille con il C.F. : 93004990169.Se ci vuoi incontrare, la nostra sede è aperta il giovedì dalle ore 21,00 alle ore 22,30 in via Santuario dell’Olmo, n° 23/B;

Telefono sede: 3668033519.

Page 29: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

21Sporting OVZ

Come già anticipato nell’articolo apparso la volta prece-dente, stiamo lavorando alla programmazione delle pros-sime stagioni e al futuro del gruppo. Un lavoro che darà i suoi risultati entro la fine di marzo e nel quale il consiglio direttivo sta facendo tutti gli sforzi possibili per tenere in considerazione quanto emerso nella consulta dei genitori: una quota fissa che comprenda la possibilità di avere gli in-dumenti (stabiliti come obbligatori) e la visita medica. Oltre ciò, stiamo riflettendo anche in merito all’utilizzo di pulmini per le trasferte dei ragazzi più grandi (allievi e juniores).Nel ridisegnare questo quadro, l’obiettivo, che chiaramen-te ci poniamo, è quello di semplificare al massimo le pos-sibili varianti; quest’anno, infatti, che sapevamo esser “di passaggio”, ossia un anno chiamato alla quadra dei conti e al lavoro verso l’ASD, ci ha presentato numerosi casi che hanno richiesto una maggiore attenzione rispetto ad altri. Gli stessi indumenti gestiti extra quota hanno messo i già pochi volontari nella condizione di un lavoro extra: a tal proposito ringrazio tutte quelle famiglie che con reale spi-rito collaborativo hanno pazientato sostenendoci in que-sto non facile compito in un anno di transizione. Entro la fine di marzo vi presenteremo dunque le pro-poste per la prossima stagione, illustrandovi anche quali allenatori/educatori si faranno carico della formazione dei vostri figli; fatto ciò, per una migliore programmazio-ne, vi verrà richiesta nel mese di aprile una pre-iscrizione con caparra a garanzia reciproca per la prossima stagio-ne. Nulla di nuovo per quanti hanno preso parte all’ulti-ma consulta dei genitori, organo che come abbiamo più volte detto, dà spazio concreto alle idee dei genitori che insieme agli allenatori sono protagonisti nella crescita umana dei ragazzi.A tal proposito ricordo che il nostro ruolo è soprattutto quello di formare delle persone, di far giocare tutti i ra-gazzi che vengono accolti all’interno del gruppo. E la di-mostrazione che è così sta anche tutta nei numeri: due stagioni fa, il nostro gruppo contava 124 tesserati, la scor-sa stagione 159 e questa stagione 187 tesserati! Specchio della stima che le famiglie hanno nel sistema Oratorio, un sistema basato da sempre sulla reale relazione con le fa-miglie. Non facciamo insomma selezione, per un semplice mo-tivo: non saremmo noi! E di questo il GRAZIE va tutto agli allenatori: facile allenare una squadra di “tecnicamente portati”, meno facile riuscire a dar spazio a tutti indistinta-mente. Detto ciò confermo che stiamo lavorando a quan-to promesso lo scorso anno circa la guida di alcuni allena-menti da parte di professionisti, per la crescita comunque

anche tecnica di tutti, siano essi allenatori o ragazzi. E per finire, permettetemi di farvi un invito: presentateci eventuali potenziali sponsor che, condividendo il nostro progetto, siano disposti a darci un sostegno economi-co che ci consenta di tenere le quote d’iscrizione il più accessibili possibili; i contributi che il comune eroga in ambito sportivo, come ribadito anche di recente dall’as-sessore allo sport, vengono erogati a due condizioni: che la squadra sia composta da minorenni residenti nel nostro comune e a patto che si utilizzino le strutture comuna-li. Seppur oggi, probabilmente, siamo tra i gruppi con il maggior numero di tesserati, non siamo nella condizione di poter distribuire alcun contributo alle famiglie per le attività sportive che svolgiamo in oratorio: in assenza di sponsor e contributi non possiamo far altro che autofi-nanziarci.

Lo Sporting OVZ programma il futuro

Page 30: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

22 Bilanci parrocchiali

RELAZIONE BILANCIO 2014 PARROCCHIA DI VERDELLINO GESTIONE ORDINARIA

ENTRATE1 Elemosine (questua in chiesa, ricavato candele votive, offerte varie) € 45.725,00

2 Offerte per servizi liturgici € 6.250,00

3 Attività parrocchiali € 64.869,36

4 Attività oratoriali € 202.678,02

Totale entrate ordinarie € 319.522,38

USCITE1 Spese generali (acqua, gas, telefono, enel) € 13.017,69

2 Spese attività parrocchiali e pastorali € 70.988,30

3 Spese attività oratoriali € 191.269,27

4 spese ordinarie di culto € 9.811,70

5 Remunerazione Parroco, Curati e collaboratori (Predic, confessori) € 12.237,20

6 Manutenzione ordinaria € 272,67

7 Altre spese (imposte e tasse, spese bancarie, ecc…) € 7.210,62

8 Assicurazioni € 6.602,50

9 Spese ufficio e cancelleria € 2.108,99

Totale uscite ordinarie € 313.518,94

utile gestione ordinaria € 6.003,44

GESTIONE STRAORDINARIA

ENTRATE1 offerte e raccolte straordinarie € 90.307,05

Totale entrate straordinarie€ 90.307,05

USCITE1 Manutenzioni straordinarie € 1.078,62

2 Acquisto immobili, mobili, arredi, macchinari, ecc… € 1.748,31

3 Altre uscite straordinarie € 88.573,77

Totale uscite straordinarie € 91.400,70

perdita gestione straordinaria -€ 1.093,65

Utile Bilancio 2014 € 4.909,79

Page 31: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

23Album

Epifania

Page 32: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

VERDELLINO/PORTO/BRAGA 1º giorno - 05 giugno Ritrovo dei partecipanti nella Piazza della Chiesa parrocchiale di Verdellino; con pullman riser-vato trasferimento all’aeroporto di Milano/Orio al Serio. Operazioni d’imbarco e partenza per Oporto (Porto). Arrivo all’aeroporto di Oporto, sistemazione in bus e visita guidata alla città posto allo sbocco del fiume Douro sull’Atlantico. Visita ad una cantina del tipico vino Porto. Pranzo. Nel pomeriggio si parte per Braga, bella città di origine romana. Visita al centro storico e della Cattedrale. Salita al Santuario del Bom Jesus e S. Messa. Sistemazione in albergo per la cena e il pernottamento. BRAGA/COIMBRA/FATIMA 2º giorno - 06 giugno Prima colazione in albergo. Partenza per Coimbra e mattinata dedicata alla visita del centro storico di Coimbra, graziosa città storica e sede universi-taria di lunga tradizione. Si potranno ammirare il Duomo, il Monastero delle Suore Carmelitane, dove è vissuta (in clausura) Suor Lúcia (Lucia dos Santos, una delle tre bambine dell’apparizione a Fatima) e la Chiesa di Santa Croce, dove Santo António (S. Antonio da Padova, nativo di Lisbona) si fece frate. Pranzo. Nel pomeriggio si rag-giunge Fatima. Prima visita al Santuario e partecipazione alle celebrazioni. Cena e pernottamento in albergo.

FATIMA 3º giorno - 07 giugno Prima colazione cena e pernottamento in albergo. A Fátima giornata intera di visite e partecipazione alle varie funzioni presso il Santuario dedicato alla Madonna, luogo di pellegrinaggi ove si vive intensamente la fede cattolica, visitato annualmente da oltre quattro milio-ni di pellegrini; S. Messa alla Cappellina delle Apparizioni, Via Crucis e visita ai luoghi dei veg-genti. In serata partecipazione alla suggestiva fiaccolata.

FATIMA/NAZARE’/MAFRA/LISBONA 4º giorno - 08 giugno Prima colazione in hotel. Al mattino si parte per Batalha dove si visita la celebre basilica in stile manuelino. Quindi si raggiunge Alcobaça, visita del monastero cistercense de Santa Maria. Si riparte quindi per Nazaré, il più colori-to villaggio di pescatori del paese. Tempo a disposizione per una passeggiata lungo la spiaggia e pranzo in ristorante sul mare. Nel pomeriggio si parte per Mafra, visita al Real Convento de Mafra, imponente monumento al rè portoghese Dom João V che include il palazzo reale in stile barocco, la basilica e le torri campanarie, il convento, la magnifica biblioteca. Al termine della visita trasferimento a Lisbona. Sistemazione in hotel, cena e pernottamento.

UNITA' PASTORALE VERDELLINO-ZINGONIA

PARROCCHIA

S. AMBROGIO VESCOVO E DOTTORE PARROCCHIA

MARIA MADRE DELLA CHIESA

Diocesi di Bergamo

Pellegrinaggio

FATIMA E IL PORTOGALLO

da venerdì 05 a giovedì 11 giugno 2015

Cattedrale di Braga

Santuario di Nostra Signora di Fatima

Cattedrale vecchia di Coimbra

Luogo delle apparizioni

Lisbona

Page 33: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

LISBONA/Escursione EVORA 5º giorno - 09 giugno Prima colazione in hotel. In mattinata si parte verso il sud attraverso il ponte Vasco da Gama (il più lungo in Europa) per Évora, città dichiarata Patrimonio Mondiale sotto l'egida dell’UNESCO. Pranzo in ristorante e proseguimento per Palmela, villaggio a 200 metri d’altezza con l’imponente Castello e il Convento di Santiago. Rientro in hotel a Lisbona, cena e pernottamento. LISBONA / escursione SINTRA 6º giorno - 10 giugno Prima colazione in hotel. Partenza per Sintra, la residenza estiva dei sovrani portoghesi e sicura-mente fra i più ricchi e bei villaggi del paese, ispirazione per poeti come Lord Byron che la denominò “il Giardino dell’Eden”. Visita del Palazzo. Breve tempo libero e Rientro a Lisbona. Pranzo. Pomeriggio dedicato alla visita di Lisbona, città del cielo azzurro, del dolce clima e strette vie medievali dove, a volte, capita di sentire le note malinco-niche di una chitarra che accenna un Fado. Inizio delle visite al quartiere di Belém, dove si ammireranno la Torre di Belém, e il Padrão (monumento alle Scoperte). Visita quindi del Monastero dei Jerónimos, l'esempio emblematico del Manuelino, il singolare stile architettonico portoghese. Al termine si rientra in hotel per la cena ed il pernottamento. LISBONA/MILANO/MALPENSA/ORIO 7º giorno - 11 giugno Prima colazione in albergo. Il Mattino visita al giardino di S. Pedro di Alcântara. Passeggiata nei quartieri tipici Bairro Alto e Chiado. Alla Piazza do Rossio, centro della città bassa si riparte in pullman, lungo il fiume Tejo, sino al Parco delle Nazioni, ove si potranno ammirare opere di grande valore architettonico contemporane-o: il ponte Vasco da Gama (il più lungo in Europa), la Gare do Oriente (stazione centrale per mezzi pubblici progetta-ta dall’architetto Santiago Calatrava) ed il Padiglione Atlântico (moderno centro multiuso per spettacoli e eventi di grandi dimensioni). Trasferimento all’aeroporto di Lisbona. Operazioni di imbarco e partenza per Milano/Orio con volo di linea. Proseguimento per Verdellino con Bus riservato. QUOTA DI PARTECIPAZIONE Minimo 30 partecipanti € 885,00 + quota volo SUPPLEMENTO SINGOLA € 200,00 QUOTA VOLO € 250,00* *soggetta a riconferma fino a definitiva emissione del biglietto LA QUOTA COMPRENDE

Trasferimento da/per aeroporto di partenza Tour in pullman riservato come da programma Sistemazione in hotel 4 stelle in camere a due letti con bagno o doccia Trattamento di pensione completa dal pranzo del primo giorno alla colazione dell’ultimo giorno Guida accompagnatrice come da programma Ingressi previsti a programma Assicurazione medica, bagaglio e annullamento viaggio Axa Assistance Mance

LA QUOTA NON COMPRENDE

Volo a/r Italia/Portogallo/Italia Bevande Ingressi non a programma Extra personali Tutto quanto non espressamente indicato alla voce “La quota comprende”

Iscrizioni: entro domenica 29 marzo 2015

con acconto di almeno € 200,00 Al termine del periodo di iscrizione consegna del saldo per il totale previsto* di € 1.135,00

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al Parroco don Marco Tasca, tel. fisso: 035 883238 / e-mail: [email protected]

Organizzazione: Centro Diocesano

Pellegrinaggi

Agenzia tecnica: OVET

Viale Papa Giovanni XXIII, 110 Bergamo

Seguirà serata di Presentazione del Pellegrinaggio

in data da stabilirsi

Page 34: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

Unità Pastorale Verdellino-Zingonia della Diocesi di Bergamo Parrocchia S. Ambrogio Vescovo e Dottore

Parrocchia Maria Madre della Chiesa

Vacanza estiva per famiglie

da sabato 01 agosto a sabato 08 agosto 2015

Località Gisse S. Giovanni in Valle Aurina (BZ) - Alto Adige

La vacanza è organizzata in autogestione: ogni famiglia è tenuta all’ordine e pulizia della propria camera, è inserita in un gruppo, che a turno con altri svolgerà mansioni legate alla vita quotidiana della casa. Le giornate saranno caratterizzate da attività di escursione, di gioco e da momenti di preghiera. La proposta è orientata a vivere una esperienza comunitaria familiare di vita cri-stiana. Ogni famiglia iscritta è tenuta a partecipare al programma stabilito ed è necessaria la disponibilità alla vita di gruppo. I partecipanti verranno coin-volti nella preparazione, organizzazione e gestione della vacanza. La vacanza è guidata da don Marco (Parroco di Verdellino e di Zingonia). La casa di vacanza in autogestione si chiama Rotbach e si trova nella località Gisse a S. Giovanni, frazione di Valle Aurina (BZ), nell’omonima Valle, a m 1.017 s.l.m., in Alto Adige.

Le camere della casa sono da 2, 3, 4, 5 e 6 posti letto e tutte do-tate di servizi privati. Il n° max di recezione della casa è di 73 persone, ma in 20 camere. Perciò il n° delle famiglie accolte sarà subordinato alla composizione delle famiglie iscritte e fino alla disponibilità dei posti. La Valle Aurina (Ahrntal, in tedesco) è considerata una delle valli più incontaminate di tutto l’Alto Adige perché circondata da oltre 80 montagne che raggiungono e superano i tremila me-tri di altitudine, e ha mantenuto inalterati usi, costumi e tradizio-ni delle popolazioni alpine. La valle Aurina è la parte più setten-trionale del territorio italiano e fa parte del Parco naturale Ve-drette di Ries-Aurina. La località verrà raggiunta dal gruppo partecipante con i mezzi propri di ciascuna famiglia che deve essere autonoma per gli spostamenti in loco.

Page 35: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

Destinatari della proposta di vacanza: coppie di fidanzati; coppie di sposi; famiglie (anche nonni con nipoti in grado di

partecipare alle escursioni). Può partecipare una famiglia anche senza il nu-cleo familiare completo. Hanno la priorità nella partecipazione le fami-glie dell’Unità Pastorale Verdellino-Zingonia. Possono aderire anche famiglie provenienti da altre parrocchie se ci sono ancora posti alla chiusura delle iscrizioni.

Quota di partecipazione: comprende Vitto (colazione-break-pranzo

-merenda-cena), Alloggio e Tassa di sog-giorno del Comune Valle Aurina;

€ 35,00 al giorno per un totale di € 245,00 per giovani e adulti;

€ 31,00 al giorno per un totale di € 215,00 per preadolescenti e adolescenti (11-18 anni);

€ 200,00 per bambini 6-11 anni; € 185,00 per bambini 0-6 anni. La famiglia o la coppia è considerata iscritta so-lo al versamento della quota di partecipazione. Le spese di spostamento, per l’uso degli im-pianti di risalita e per eventuali ingressi in ca-stelli, miniere, musei, ecc., sono a carico di cia-scuno.

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a don Marco

Tel. e fax: 035 883238

Cell.: 335 8020500 E-mail: [email protected]

Iscrizioni entro il 28 marzo salvo esaurimento posti

Serata di Presentazione della Vacanza

Mercoledì 04 marzo 2015 Ore 20,45

presso l’Oratorio di Verdellino

L’incontro è aperto a tutti, senza nessun obbligo di partecipa-zione; verranno proiettate immagine della casa e dei dintorni, e un video sulla vacanza nell’estate 2014 che ne mostra le caratteristiche.

Page 36: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

28 Album

Anniversari di Matrimonio e Memoria del Battesimo

Page 37: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

29Bilanci parrocchiali

RELAZIONE BILANCIO 2014 PARROCCHIA DI ZINGONIA GESTIONE ORDINARIA

ENTRATE1 Elemosine (questua in chiesa, ricavato candele votive, offerte varie) € 23.105,85

2 Offerte per servizi liturgici € 2.730,00

3 Attività parrocchiali € 17.741,94

4 Attività oratoriali € 20.018,66

5 Compenso e offerte varie Policlinico S.Marco € 13.101,03

Totale entrate ordinarie € 76.697,48

USCITE1 Spese generali (acqua, gas, telefono, enel) € 14.272,55

2 Spese attività parrocchiali e pastorali € 25.128,18

3 Spese attività oratoriali € 21.164,17

4 spese ordinarie di culto € 6.885,77

5 Remunerazione Parroco, Curati e collaboratori (Predic, confessori) € 2.952,00

6 Manutenzione ordinaria € 1.625,00

7 Altre spese (imposte e tasse, spese bancarie, ecc…) € 4.716,80

8 Assicurazioni € 1.009,00

9 Spese ufficio e cancelleria € 791,92

Totale uscite ordinarie € 78.545,39

perdita gestione ordinaria -€ 1.847,91

GESTIONE STRAORDINARIA

ENTRATE1 offerte e raccolte straordinarie € 10.969,99

Totale entrate straordinarie € 10.969,99

USCITE1 Manutenzioni straordinarie € 3.801,72

2 Altre uscite straordinarie € 4.000,00

Totale uscite straordinarie € 7.801,72

utile gestione straordinaria € 3.168,27

Utile Bilancio 2014 € 1.320,36

Page 38: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

30 Feste e ricordi

BATTESIMI30 novembre 2014 nella parrocchia di Zingonia

Merelli Daniel di Fabio e Perna ValeriaNastasi Edoardo di Sante Fabio e Giordano Francesca

Lussana Giulia di Dario e Tura DianaBako Bryan Adams di Raful e Oppong Gladys jnr

07 dicembre 2014 nella parrocchia di VerdellinoRossoni Francesco di Andrea Alessandro e Saladino

Michela Girolama

08 dicembre 2014 nella parrocchia di ZingoniaDjobo Yannick di Norou e Pamaze Jeanne Essohanam

14 dicembre 2014 nella parrocchia di VerdellinoDel Prato Diego di Alan e Zucchinali Emanuela

18 gennaio 2015 nella parrocchia di VerdellinoMariconti Christian diAldo e Ardigò Stefania

15 febbraio 2015 nella parrocchia di VerdellinoContino Beatrice Anna di Federico e Bacis Veronica

Nespoli Petra di Lorenzo e Meraviglia Melissa

MATRIMONI26 dicembre 2014

Cambareri Stefano e Fontanella Maria Cristina nella Parrocchia di Zingonia

DEFUNTICattaneo Giacomo di anni 78 morto il 26 novembre 2014 della Parrocchia di VerdellinoAntonucci Pietro di anni 80 morto il 05 dicembre 2014 della Parrocchia di ZingoniaGagliano Vincenzo di anni 85 morto il 17 dicembre 2014 della Parrocchia di ZingoniaNervi Clementina di anni 76 morta il 19 dicembre 2014 della Parrocchia di VerdellinoPrimofrutto Giuseppe di anni 81 morto il 25 dicembre 2014 della Parrocchia di ZingoniaBoffetti Antonio di anni 70 morto il 02 gennaio 2015 della Parrocchia di VerdellinoTura Angelo di anni 68 morto il 16 gennaio 2015 della Parrocchia di ZingoniaBaccanelli Lucia (detta Nelda) di anni 75 morta il 23 gennaio 2015 della Parrocchia di VerdellinoMazzola Maria di anni 64 morta il 29 gennaio 2015 della Parrocchia di VerdellinoTantucci Rosa di anni 81 morta il 21 febbraio 2015 della Parrocchia di VerdellinoCoacci Vasco di anni 78 morto il 16 febbraio 2015 della

Parrocchia di VerdellinoTantucci Rosa di anni 81 morta il 20 febbraio 2015 della parrocchia di VerdellinoPagliarini Francesco di anni 72 morto il 09 marzo 2015 della parrocchia di Zingonia

***

Rossoni Chiaram. 25/03/2007

***

La foto dei defunti (anche per anniversari) è pubblicata solo su espli-cita richiesta dei familiari e consegna della relativa foto in formato digitale e inviata all’indirizzo mail [email protected]

Il necrologio con foto ha un costo di € 10,00.

Torna a sorridere!Trattamenti per la salute dei denti

di adulti e bambiniVerdellino (BG) - Via Principe Amedeo, 26

035 48 21 579

Page 39: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

verdellinozingonia.itNUMERI UTILI

Parroco:Don Marco Tasca | Via S. Ambrogio, 1 Verdellino

035 88 32 38 | 335 80 20 500 | [email protected] di ricevimento del Parroco: ogni giovedì dalle 17.30

alle 18.30 e ogni sabato dalle 14.30 alle 16.00

Vicari interparrocchiali:Don Francesco Sanfilippo | Via Roma,3 Verdellino

035 88 21 76 | 380 36 91 515 | [email protected] Alberto Bongiorno | Corso Asia, 15 Zingonia

035 88 21 51 | 333 66 01 281 | [email protected]

Scuola dell’Infanzia Parrocchiale:Direttrice Suor Anna Carminati | Via Santuario, 2 Verdellino | 035 88 23 46

DISPONIBILITÀ CONFESSORIVenerdì dalle 16.00 alle 17.00 a Verdellino (don Francesco)

Venerdì dalle 17.00 alle 18.00 a Zingonia (don Alberto)Sabato dalle 8.00 alle 9.00 a Verdellino (don Marco)

VISITA AI MALATI E UNZIONE DEGLI INFERMISi pregano i parenti di informare i sacerdoti in caso di malattia di un familiare

ORARI APERTURA SEGRETERIA ORATORIO DI VERDELLINOmartedì 15:30/16:30 | mercoledì 15:30/17 | giovedì 9:30/11:30 | venerdì 17:30/19 | sabato 15:30/16:30 | domenica 9:00/11:00

Tel. e Fax 035 88 21 76e-mail: [email protected]

ORARI APERTURA CENTRO DI PRIMO ASCOLTO E COINVOLGIMENTO Martedì dalle 14.00 alle 17.00 | Tel. 035 882176 – Cell 340 4921283 – [email protected]

SANTE MESSE

Verdellino Zingonia

Giorni feriali 7.30-17.00 18.00

Cimitero ogni giovedì alle 9.30sospesa messa di Verdellino delle ore 7.30

Sabato prefestiva 18.00 18.00

Domenica 8.00-10.00-18.00 8.00-10.30-16.00**al Policlinico San Marco

Direttore Editoriale: Don Marco Tasca

Sede della redazione: Oratorio di Zingonia C.so Asia 15 Zingonia di Verdellino035 88 21 51

Comitato di redazione: PIETRO TOGNI - MONIA GHILARDI - FRANCESCA GAMBA - FEDERICA MARCOLIN - VINCENZA PISCITELLI - LAURA PRIMOFRUTTO - DON ALBERTO BONGIORNO

Hanno collaborato a questo numero: don Marco Tasca, don Francesco Sanfilippo, mons. Eugenio Scarpellini, Genitori Scuola dell’Infanzia, Suor Anna Carminati, Maria Teresa Nazari, Gruppo Sporting OVZ, Gruppo AVIS, Redazione #RampaFò

Periodico delle Parrocchie di Sant’Ambrogio Vescovo e Dottore in Verdellino e di Maria Madre della Chiesa in Zingonia

Supplemento al Giornale NEW ENTRYSede: Via Tresolzio, 4824030 Brembate di Sopra (Bg)Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000

Direttore Responsabile:Gianluca Boffetti

Grafica e stampa a cura di:

v. Sora, 24 - Nembro BG340 16 58 281

Controllo qualità:Andrea Madaschi

[email protected]

Page 40: Il Germoglio n.ro 1/2015 - Compagni di viaggio

Buona Pasqua

di Resurrezione!