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il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia [email protected] ANNO XXXVIII - N °. 14 - euro 0.50 sabato 21 aprile 2012 www.ilpontenews.it “Et veritas liberabit vos” il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia i nostri servizi: • servizi di pulizia pubblica e privata • servizi di pulizie professionali per uffici, comunità ed enti pubblici • disinfezione • disinfestazione e derattizzazione • Pulizia e trattamento pietre naturali e di grande valore estetico • Pulizia e trattamento pavimenti e rivesti- menti in cotto • lavaggio grandi vetrate, vetri e finestre • Pulizia aree verdi Via Due Principati n° 22 83100 Avellino – Italia Telefono +39 0825 756360 Fax +39 0825 768847 mail: [email protected] www.sis.av.it “EducazionE E nuova EvangElizzazionE in un mondo chE cambia” al vi a il XX iX convegno E cclesiale diocesano Aprirà i lavori il Segretario Generale della Cei Monsignor Mariano Crociata

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il ponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

[email protected] XXXVIII - N °. 14 - euro 0.50sabato 21 aprile 2012

www.ilpontenews.it

“Et veritas liberabit vos”

il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia

i nostri servizi:

• servizi di pulizia pubblica e privata

• servizi di pulizie professionali per uffici,

comunità ed enti pubblici

• disinfezione

• disinfestazione e derattizzazione

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menti in cotto

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Via Due Principati n° 22 83100 Avellino – Italia

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“EducazionE E nuovaEvangElizzazionE in un

mondo chE cambia”al via il XXiX convegno Ecclesiale diocesano

Aprirà i lavori il SegretarioGenerale della Cei

Monsignor Mariano Crociata

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il Ponteil PonteSpeciale Diocesi2 21 aprile 2012

DIOCESI DI AVELLINO

“Oggi con Te mi risveglio Risorto”

(dalla liturgia bizantina)

Il Vescovo, il presbiterio, i diaconi affidano nella preghiera al Signore Risorto l’anima fedele di

PAOLO SPAGNUOLOpadre del rev. Don Vincenzo Spagnuolo parroco della “SS. Trinità di Avellino, passato da questo

mondo al Padre nel Sabato Santo della Pasqua di Risurrezione dopo una vita lunga e feconda.

La Direzione e la Redazione partecipano al dolore che ha colpito il reverendo Don Vincenzo Spagnuolo

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Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se è morto vivrà (Gv 1,25)

Il Vescovo, il Presbiterio e i Diaconi affidano nella preghiera al Signore Risorto l’anima fedele di

CARLO DENTEfratello di Monsignor Antonio Dente, Parroco del “SS. Salvatore” in Picarelli - Assistente unitario

dell’Azione Cattolica Diocesana - Direttore dell’Ufficio di Pastorale Scolastica, passato repentinamente

da questo mondo al Padre.

La Direzione e la Redazione partecipano al dolore che ha colpito monsignor Antonio Dente

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Alla vigilia dell’inaugurazione delXXIX Convegno Ecclesiale“Educazione e Nuova Evangelizza-zione in un mondo che cambia” ,si ètenuta presso il palazzo vescovile la

conferenza stampa di presentazione. Il vicario Don Sergio Melillo ha intro-dotto ai giornalisti intervenuti le prin-cipali direttrici della tre giorni ( 19 –20 – 21 aprile), sottolineando l’im-portanza dell’evento per la Chiesalocale e per l’intera comunità.“È cambiato lo scenario geopolitico e

con esso il modo di formare lecoscienze, determinando, talvolta,una rottura con la tradizione – ha sot-tolineato il vicario generale – pertan-to questo convegno costituisce

necessariamente un’occasione direcupero dei fondamenti della nostrafede, in linea anche con l’Anno dellaFede, indetto dal Santo Padre, cheavrà inizio l’11 ottobre 2012.Certamente sono cambiati gli oriz-zonti culturali, per cui si rende neces-saria un’iniziativa concreta rivolta

all’intera società per impiantare unnuovo cammino di spiritualità, perquesto dopo la giornata inaugurale,sono stati organizzati dei laboratori,dei veri e propri momenti formativi edi confronto.”“Diversi sono gli aspetti indagatidurante la tre giorni, proprio peressere al passo con i numerosi cam-biamenti che investono numerosiaspetti della società – ha ribadito ilvescovo Francesco Marino, illustran-do in maniera più dettagliata le prin-cipali tematiche oggetto dell’incontro- “per l’esattezza sono 10 temi cheabbracciano tutto l’orizzonte delpanorama ecclesiale : l’affettività, lacittadinanza, il lavoro e la festa, latradizione, l’iniziazione cristiana, lecomunità ecclesiali, la famiglia, i gio-vani, la vita parrocchiale, la fragilità.Di fronte al cambiamento l’atteggia-

mento della Chiesa non può cheessere di Ascolto perché la Chiesa èe deve essere dentro la comunità. Sitratta di un evento in cui tutte lecomponenti ecclesiali si incontranoper confrontarsi, fare il punto dellasituazione e rilanciare il cammino,ma soprattutto per abbracciare l’inte-ra comunità, in questo particolaremomento di emergenza economica esociale. È impensabile infatti crederedi poter combattere la crisi solo conla ricerca di soluzioni economiche,perché c’è tutto un insieme di valorispirituali che possono infondere all’in-dividuo energia, orientamento, dire-zione, fiducia nell’uomo. Solo con laSperanza e con la Fede si può supe-rare la crisi. Oggi nelle nostre comu-nità aleggia un diffuso pessimismo, sisente parlare di “anti-politica”, mal’opposizione , la contestazione senza

orientamento non porta a nulla.Occorre allora rafforzare la consape-volezza che esiste il Vangelo, che ci èstato dato e che è Verità dentro ilcambiamento, è uno sguardo oltre ilmutare delle cose.”“La Chiesa è l’unica istituzione ingrado di generare nuovi percorsi diaggregazione e di formazione – haosservato Gerardo Salvatore,Presidente della Consulta delleAggregazioni Laicali - la nostra dioce-si ha tutte le carte in regola per intra-prendere questa missione, grazieall’impegno delle associazioni laicali,del clero e dei mezzi di comunicazio-ne, un percorso che travalica certa-mente i confini locali e che costituisceuna significativa opportunità di rilan-cio per le nostre comunità.”

Luigia Meriano

XXiX convegno Ecclesiale diocesanoLa conferenza stampa di presentazione

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321 aprile 2012il Ponteil Ponte Speciale Diocesi

«Andate dunque e fatediscepoli tutti i popoli, bat-tezzandoli nel nome delPadre e del Figlio e delloSpirito Santo, insegnandoloro a osservare tutto ciòche vi ho comandato» (Mt28, 19-20). Con questeparole, Gesù Cristo, primadi salire al cielo e sedersialla destra di Dio Padre (cf.Ef 1, 20), ha inviato i suoidiscepoli a proclamare laBuona Notizia al mondo

intero. Essi rappresentavano un piccolo gruppo di testimoni diGesù di Nazaret, della sua vita terrena, del suo insegnamento,della sua morte e soprattutto della sua resurrezione (cf. At 1,22). Il compito era immane, al di sopra delle loro possibilità. Perincoraggiarli, il Signore Gesù promette la venuta del Paraclito,che il Padre invierà nel Suo nome (cf. Gv 14, 26) e che li «gui-derà a tutta la verità» (Gv 16, 13). Inoltre assicura la Sua pre-senza costante: «ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino allafine del mondo» (Mt 28, 20).Dopo l’evento di Pentecoste, quando il fuoco dell’amore di Diosi è posato sugli Apostoli (cf. At 2, 3), uniti nella preghiera«insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù» (At 1,14), il mandato del Signore Gesù ha cominciato a realizzarsi. LoSpirito Santo che Gesù Cristo dona in abbondanza (cf. Gv 3, 34)è all’origine della Chiesa, che è per sua natura missionaria.Trasformati dal dono dello Spirito, i discepoli si sono sparsi peril mondo allora conosciuto ed hanno diffuso il «Vangelo di GesùCristo, Figlio di Dio» (Mc 1, 1). Il loro annuncio ha raggiunto leregioni del bacino del Mediterraneo, dell’Europa, dell’Africa edell’Asia. Guidati dallo Spirito, dono del Padre e del Figlio, i lorosuccessori hanno continuato tale missione che rimane attualefino alla fine dei secoli. Finché esiste, la Chiesa deve annuncia-re il Vangelo della venuta del Regno di Dio, l’insegnamento delsuo Maestro e Signore e, soprattutto, la persona di Gesù Cristo.La parola “il Vangelo”, τò εύ αγγέλιον, è adoperata già dai tempidella Chiesa nascente. Essa è spesso usata da San Paolo perindicare la predicazione del Vangelo, che Dio gli ha affidato (cf.1 Tes 2, 4) «in mezzo a molte lotte» (1 Tes 2, 2), e tutta lanuova economia della salvezza (cf. 1 Tess 1, 5ss; Gal 1, 6-9ss).Oltre a Marco (cf. Mc 1, 14. 15; 8, 35; 10, 29; 13, 10; 14, 9;16, 15), il termine Vangelo è adoperato anche dall’evangelistaMatteo, spesso nella combinazione specifica «il Vangelo delRegno» (Mt 9, 35; 24, 14; cf. 26, 13). San Paolo adopera ancheil termine evangelizzare (εύ αγγελίσασθαι, cf. 2 Cor 10, 16), chesi trova pure negli Atti degli Apostoli (cf. in particolare At 8, 4.12. 25. 35. 40), e il cui uso ha avuto un notevole sviluppo nellastoria della Chiesa.In tempi recenti con il termine evangelizzazione ci si riferisceall’attività ecclesiale nel suo complesso. L’Esortazione ApostolicaEvangelii nuntiandi, pubblicata l’8 dicembre 1975, entro talecategoria comprende la predicazione, la catechesi, la liturgia, lavita sacramentale, la pietà popolare, la testimonianza della vitadei cristiani (cf. EN 17, 21, 48ss). Nell’ampio contesto dell’evangelizzazione, un’attenzione parti-colare è riservata all’annuncio della Buona Notizia alle personee ai popoli che tuttora non conoscono il Vangelo di Gesù Cristo.Ad essi è rivolta la missio ad gentes. Con il Decreto Ad gentes,il Concilio Vaticano II ha sottolineato la natura missionaria ditutta la Chiesa. Secondo il mandato del suo fondatore GesùCristo, i cristiani sono chiamati essi stessi a contribuire alla dif-fusione del Regno di Dio nel mondo, secondo i modi e la voca-

zione propri. Tale incarico diventa particolarmente urgente nel-l’attuale fase di globalizzazione nella quale, per varie ragioni,non poche persone che non conoscono Gesù Cristo immigranonei Paesi di antica tradizione cristiana e, dunque, vengono incontatto con i cristiani, testimoni del Signore risorto, presentenella Sua Chiesa, in modo speciale nella Sua Parola e neiSacramenti.Negli ultimi decenni si è parlato anche dell’urgenza della NuovaEvangelizzazione. Essa è piuttosto indirizzata a quanti si sonoallontanati dalla Chiesa nei Paesi di antica cristianità. Per taleragione Sua Santità Benedetto XVI, dopo aver sentito il pareredei confratelli nell’episcopato, ha deciso di convocare la XIIIAssemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema“La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cri-stiana”, che avrà luogo dal 7 al 28 ottobre 2012. L’Assise sino-dale avrà per finalità di esaminare la situazione attuale nelleChiese particolari, per tracciare nuovi modi ed espressioni dellaBuona Notizia da trasmettere all’uomo contemporaneo con rin-novato entusiasmo. Dal Concilio Vaticano II in qua, la Nuova Evangelizzazione si èproposta con sempre maggiore lucidità come lo strumento gra-zie al quale misurarsi con le sfide di un mondo in accelerata tra-sformazione, e come la via per vivere oggi il dono dell’essereradunati dallo Spirito Santo a fare esperienza del Dio che ci èPadre, testimoniando e proclamando a tutti la Buona Notizia –il Vangelo – di Gesù Cristo.

il dovere di evangelizzareLa Chiesa che annuncia etrasmette la fede imita l’agiredi Dio stesso che si comunicaall’umanità donando il Figlio,vive nella comunione trinita-ria, effonde lo Spirito Santoper comunicare con l’umani-tà. In questo modo riscoprela sua vocazione di Ecclesiamater che genera figli alSignore. Al cuore dell’annuncio vi èGesù Cristo creduto e testi-moniato. Trasmettere la fede

significa essenzialmente trasmettere le Scritture, e massima-mente il Vangelo, che permettono di conoscere Gesù, ilSignore.Proprio Papa Paolo VI, rilanciando la priorità dell’Evangelizzazione,ricordava a tutti i fedeli: «Non sarà inutile che ciascun cristianoe ciascun evangelizzatore approfondisca nella preghiera questopensiero: gli uomini potranno salvarsi anche per altri sentieri,grazie alla misericordia di Dio, benché noi non annunziamo loroil Vangelo; ma potremo noi salvarci se, per negligenza, perpaura, per vergogna – ciò che S. Paolo chiamava “arrossire delVangelo” – o in conseguenza di idee false, trascuriamo diannunziarlo?»(1). La domanda, ci pone di fronte al’assolutacentralità del compito dell’Evangelizzazione per la Chiesa dioggi. La parola dei discepoli di Emmaus (cf. Lc 24, 13-35) è emble-matica della possibilità di un annuncio fallimentare di Cristo,perché incapace di trasmettere vita. I due di Emmaus annun-ciano un morto (cf. Lc 24, 21-24), narrano la loro frustrazionee la loro perdita di speranza. La domanda circa il trasmettere la fede, che non è impresa indi-vidualistica e solitaria, ma evento comunitario, ecclesiale, deveessere declinata come domanda che riguarda il soggetto inca-ricato di questa operazione spirituale. Deve divenire una

domanda della Chiesa su di sé. Pone in causa la Chiesa tuttanel suo essere e nel suo vivere. Riguarda la capacità o menodella Chiesa di configurarsi come reale comunità, come verafraternità, come corpo e non come macchina o azienda.«La Chiesa peregrinante è per sua natura missionaria»(2).Questa affermazione del Concilio Vaticano II riassume in modosemplice e completo la Tradizione ecclesiale: la Chiesa è mis-sionaria perché trae origine dalla missione di Gesù Cristo e dallamissione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio Padre(3).Inoltre, la Chiesa è missionaria perché assume da protagonistaquesta origine, facendosi annunciatrice e testimone di questaRivelazione di Dio. Le affermazioni dell’apostolo Paolo «annun-ciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessi-tà che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9, 16) si possono così applicare e declinare per la Chiesanel suo insieme. Come ci ricorda Papa Paolo VI: «Evangelizzaretutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa.Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, lasua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare»(4). In questa duplice dinamica missionaria ed evangelizzatrice, laChiesa non riveste dunque soltanto il ruolo di attore, di sogget-to della proclamazione, ma anche quello riflessivo dell’ascolto edel discepolato. Evangelizzatrice, la Chiesa comincia con l’evan-gelizzare sé stessa(5).

Evangelizzazione e discernimentoRiconoscere questa dimensione di ascolto e di discepolato iscrit-ta nell’opera di Evangelizzazione è importante per la Chiesa perun secondo motivo. La Chiesa si riconosce frutto di questaEvangelizzazione, oltre che agente, perché è convinta che laregia di tutto questo processo non è nelle sue mani, ma in quel-le di Dio che la guida nella storia tramite il Suo Spirito. La Chiesasa che la regia dell’azione di Evangelizzazione è dello SpiritoSanto: a Lui si affida per riconoscere gli strumenti, i tempi e glispazi di quell’annuncio che è chiamata a vivere. Il processo di Evangelizzazione si trasforma in un processo didiscernimento; l’annuncio richiede che prima ci sia un momen-to di ascolto, comprensione, interpretazione.Già più di quarant’anni fa il Concilio Vaticano II affermava:«L’umanità vive un periodo nuovo della sua storia, caratterizza-to da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente siestendono all’intero universo»(6). Ci troviamo a vivere un momento storico ricco di cambiamentie di tensioni, di perdita di equilibri e di punti di riferimento. Inun tempo così prolungato e anche così differenziato di cambia-menti e trasformazioni, è utile per la Chiesa istituire spazi eoccasioni di ascolto e di confronto reciproco, affinché si manten-ga ad un livello alto di qualità l’esercizio di quel discernimentoche ci è domandato dall’azione di Evangelizzazione che comeChiesa siamo chiamati a vivere. La Chiesa stessa è stata tocca-ta in modo diretto da questi cambiamenti, obbligata a confron-tarsi con interrogativi, fenomeni da comprendere, pratiche dacorreggere, cammini e realtà a cui comunicare in modo nuovola speranza evangelicaQuesto nostro esercizio di discernimento è chiamato a mettereal centro del nostro ascolto i capitoli essenziali di questa praticaecclesiale: la nascita, il diffondersi e il progressivo affermarsi diuna “Nuova Evangelizzazione” dentro le nostre Chiese; lemodalità con cui la Chiesa fa suo e vive oggi il compito di tra-smettere la fede; il volto e la declinazione concreta che assu-mono nel nostro presente gli strumenti di cui la Chiesa disponeper generare alla fede (iniziazione cristiana, educazione), e lesfide con cui sono chiamati a misurarsi.

“vERSo una nuova EvangElizzazionE”nell’ampio contesto dell’evangelizzazione, un’attenzione particolare è riservata all’annuncio della

buona notizia alle persone e ai popoli che tuttora non conoscono il vangelo di gesù cristo.

La sede del Convegno

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4 21 aprile 2012 il Ponteil PonteSpeciale Diocesi

“nuova Evangelizzazione”. il significato di una definizione

“Nuova Evangelizzazione” rimane un termine apparso di recen-te nell’universo della riflessione ecclesiale e pastorale. Ai Vescovidell’America Latina così si rivolge: «La commemorazione delmezzo millennio di evangelizzazione avrà il suo pieno significa-to se sarà un impegno vostro come Vescovi, assieme al vostroPresbiterio e ai vostri fedeli; impegno non certo di rievangeliz-zazione, bensì di una Nuova Evangelizzazione. Nuova nel suoardore, nei suoi metodi, nelle sue espressioni»(7). La NuovaEvangelizzazione è il coraggio di osare sentieri nuovi, di frontealle mutate condizioni dentro le quali la Chiesa è chiamata avivere oggi l’annuncio del Vangelo; è l’azione che segue al pro-cesso di discernimento con cui la Chiesa in America Latina èchiamata a leggere e valutare la situazione in cui si trova.In questa accezione, il termine viene ripreso e rilanciato nelMagistero di Papa Giovanni Paolo II rivolto alla Chiesa universa-le. «Oggi la Chiesa deve affrontare altre sfide, proiettandosiverso nuove frontiere sia nella prima missione adgentes sia nella Nuova Evangelizzazione di popoliche hanno già ricevuto l’annuncio di Cristo. Oggi atutti i cristiani, alle Chiese particolari e alla Chiesauniversale sono richiesti lo stesso coraggio chemosse i missionari del passato e la stessa disponi-bilità ad ascoltare la voce dello Spirito»(8): laNuova Evangelizzazione è un’azione anzitutto spi-rituale, la capacità di fare nostri nel presente ilcoraggio e la forza dei primi cristiani, dei primi mis-sionari. Siamo ormai in grado di cogliere il funzionamentodinamico affidato al concetto di “NuovaEvangelizzazione”: ad esso si ricorre per indicare losforzo di rinnovamento che la Chiesa è chiamata afare per essere all’altezza delle sfide che il contestosociale e culturale odierno pone alla fede cristiana,al suo annuncio e alla sua testimonianza, a segui-to dei forti mutamenti in atto. A queste sfide laChiesa risponde non rassegnandosi, non chiuden-dosi in sé stessa, ma lanciando un’operazione dirivitalizzazione del proprio corpo, avendo messo alcentro la figura di Gesù Cristo, l’incontro con Lui,che dona lo Spirito Santo e le energie per unannuncio e una proclamazione del Vangelo attra-verso vie nuove, capaci di parlare alle cultureodierne.Durante il Giubileo del 2000, “NuovaEvangelizzazione” diventa sinonimo di rilancio spi-rituale della vita di fede delle Chiese locali.Sufficientemente sintetiche ed esemplari sono leparole di Papa Giovanni Paolo II alla Chiesa inEuropa: «è emersa l’urgenza e la necessità della“Nuova Evangelizzazione”, nella consapevolezzache l’Europa non deve oggi semplicemente fareappello alla sua precedente eredità cristiana: occorre infatti chesia messa in grado di decidere nuovamente del suo futuro nel-l’incontro con la persona e il messaggio di Gesù Cristo»(9). L’immagine del “cortile dei gentili” ci viene consegnata comeulteriore elemento della riflessione sulla “NuovaEvangelizzazione”, che mostra di essere l’audacia dei cristiani dinon rinunciare mai, di cercare positivamente tutte le vie perimbastire forme di dialogo che intercettino le attese più profon-de degli uomini e la loro sete di Dio. Papa Benedetto XVI, nelsuo viaggio apostolico nella Repubblica Ceca ebbe a dire: «Miviene qui in mente la parola che Gesù cita dal profeta Isaia, checioè il tempio dovrebbe essere una casa di preghiera per tutti ipopoli (cf. Is 56, 7; Mc 11, 17). Egli pensava al cosiddetto cor-tile dei gentili, che sgomberò da affari esteriori perché ci fosse lospazio libero per i gentili che lì volevano pregare l’unico Dio,anche se non potevano prendere parte al mistero, al cui servi-zio era riservato l’interno del tempio. Spazio di preghiera pertutti i popoli – si pensava con ciò a persone che conoscono Dio,per così dire, soltanto da lontano; che sono scontente con i lorodèi, riti, miti; che desiderano il Puro e il Grande, anche se Diorimane per loro il “Dio ignoto” (cf. At 17, 23). Essi dovevanopoter pregare il Dio ignoto e così tuttavia essere in relazione conil Dio vero, anche se in mezzo ad oscurità di vario genere. Iopenso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di“cortile dei gentili” dove gli uomini possano in una qualchemaniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbia-no trovato l’accesso al Suo mistero, al cui servizio sta la vitainterna della Chiesa»(10).

gli scenari della nuovaEvangelizzazione

La Nuova Evangelizzazione è dunque un’attitudine, uno stileaudace. È la capacità da parte del Cristianesimo di saper legge-re e decifrare i nuovi scenari che in questi ultimi decenni sonovenuti creandosi dentro la storia degli uomini, per abitarli e tra-

sformarli in luoghi di testimonianza e di annuncio del Vangelo.Questi scenari sono stati individuati analiticamente e descritti piùvolte(11); si tratta di scenari sociali, culturali, economici,politici, religiosi.a. Primo fra tutti, va indicato lo scenario culturaledi sfondo. Ci troviamo in un’epoca di profonda secolarizzazione, che haperso la capacità di ascoltare e di comprendere la parola evan-gelica come un messaggio vivo e vivificante. La secolarizzazio-ne si presenta oggi nelle nostre culture attraverso l’immaginepositiva della liberazione, della possibilità di immaginare la vitadel mondo e dell’umanità senza riferimento alla trascendenza.Una mentalità in cui Dio è di fatto assente, in tutto o in parte,dall’esistenza e dalla coscienza umana. In un simile scenario, laNuova Evangelizzazione si presenta come lo stimolo di cuihanno bisogno comunità stanche e affaticate, per riscoprire lagioia dell’esperienza cristiana, per ritrovare «l’amore di untempo» che si è perduto (Ap 2, 4), per ribadire la natura dellalibertà nella ricerca della Verità.b. Accanto a questo primo scenario culturale, ne possia-

mo indicare un secondo, più sociale: il grande fenomenomigratorio.Da esso deriva un incontro e un mescolamento delle culture chele nostre società non conoscevano da secoli. L’esito culturale diquesti processi è un clima di estrema fluidità e “liquidità”, den-tro il quale c’è sempre meno spazio per le grandi tradizioni, com-prese quelle religiose, e per il loro compito di strutturare in modooggettivo il senso della storia e le identità dei soggetti. A questo scenario sociale è legato quel fenomeno che va sottoil termine di globalizzazione. Può essere letta come un feno-meno negativo, se di questa realtà prevale un’interpretazionedeterministica, legata alla sola dimensione economica e produt-tiva; può però essere letta come un momento di crescita, in cuil’umanità impara a sviluppare nuove forme solidaristiche enuove vie per condividere lo sviluppo di tutti al bene(12). La Nuova Evangelizzazione, in un simile scenario, vuol direavere le energie per porre la questione di Dio in tutti quei pro-cessi di incontro, mescolamento, ricostruzione dei tessuti socia-li che sono in atto in ognuno dei nostri contesti locali.c. Questo profondo miscuglio delle culture è lo sfondo sul qualeopera un terzo scenario che va segnando in modo sempre piùdeterminante la vita delle persone e la coscienza collettiva. Sitratta della sfida dei mezzi di comunicazione sociale, cheoggi offrono enormi possibilità e rappresentano una delle gran-di sfide per la Chiesa. La Nuova Evangelizzazione chiede ai cri-stiani l’audacia di abitare questi “nuovi areopaghi”, trovandogli strumenti e i percorsi per rendere udibile anche in questi luo-ghi ultramoderni il patrimonio educativo e di sapienza custoditodalla tradizione cristiana(13). d. Un quarto scenario che segna con i suoi mutamentil’azione evangelizzatrice della Chiesa è quello economico.Innumerevoli volte il Magistero dei Sommi Pontefici ha denun-ciato i crescenti squilibri tra Nord e Sud del mondo, nell’accessoe nella distribuzione delle risorse, come anche nel danno al crea-to. La perdurante crisi economica nella quale ci troviamo segna-la il problema di utilizzo di forze materiali, che fatica a trovare le

regole di un mercato globale capace di tutelare una convivenzapiù giusta(14). Nonostante la comunicazione mediatica quoti-diana riservi sempre meno spazio ad una lettura di queste pro-blematiche a partire dalla voce dei poveri, dalle Chiese ci siaspetta ancora molto in termini di sensibilizzazione e di azioneconcreta.e. Un quinto scenario è quello della ricerca scientifica etecnologica. Tutti possiamo sperimentare nella vita quotidianai benefici arrecati da questi progressi. Tutti siamo sempre piùdipendenti da questi benefici. La scienza e la tecnologia corronocosì il rischio di diventare i nuovi idoli del presente. Assistiamoall’affermarsi di nuovi culti. Essi finalizzano in modo terapeuticole pratiche religiose che gli uomini sono disposti a vivere, strut-turandosi come religioni della prosperità e della gratificazioneistantanea.f. Un sesto scenario infine è quello politico. Dal ConcilioVaticano II ad oggi, i mutamenti intervenuti possono esseredefiniti a giusta ragione epocali. È giunta la fine della divisionedel mondo in due blocchi con la crisi dell’ideologia comunista.Ciò ha favorito la libertà religiosa e la possibilità di riorganizza-zione delle Chiese storiche. L’emergere sulla scena mondiale dinuovi attori economici, politici e religiosi, come il mondo islami-co, mondo asiatico, ha creato una situazione inedita e totalmen-te sconosciuta, ricca di potenzialità, ma anche piena di rischi edi nuove tentazioni di dominio e di potere. In questo scenario,l’impegno per la pace, lo sviluppo e la liberazione dei popoli; ilmiglioramento delle forme di governo mondiale e nazionale; lacostruzione di forme possibili di ascolto, convivenza, dialogo ecollaborazione tra le diverse culture e religioni; la custodia deidiritti dell’uomo e dei popoli, soprattutto delle minoranze; la pro-mozione dei più deboli; la salvaguardia del creato e l’impegnoper il futuro del nostro pianeta, sono tutti temi e settori da illu-minare con la luce del Vangelo.

da cristiani di fronte a questi nuovi scenari

Di fronte a simili cambiamenti è naturale che la primareazione sia di smarrimento e di paura, PapaBenedetto XVI ci invita a sviluppare una rilettura delpresente a partire dalla prospettiva di speranza cheil cristianesimo porta in dono(15). Imparando di nuovoche cosa è la speranza, i cristiani potranno operare, nelcontesto delle loro conoscenze e delle loro esperienze,dialogando con gli altri uomini, intuendo cosa possonooffrire al mondo come dono, cosa possono condivide-re, cosa possono assumere per esprimere ancorameglio questa speranza, su quali elementi invece ègiusto resistere. “Nuova Evangelizzazione” vuol dire, quindi, operarenella nostra Chiesa locale per costruire percorsi di let-tura dei fenomeni sopra indicati che permetta di tra-durre la speranza del Vangelo in termini praticabili. Ciòsignifica che la Chiesa si edifica accettando di misurar-si con queste sfide, diventando sempre di più l’artefi-ce della civilizzazione dell’amore.Di più, “Nuova Evangelizzazione” vuol dire avere l’au-dacia di portare la domanda su Dio all’interno di que-sti problemi, realizzando lo specifico della missionedella Chiesa e mostrando in questo modo come laprospettiva cristiana illumina in modo inedito igrandi problemi della storia. Questa è la forma chela martyria cristiana assume nel mondo d’oggi. In un simile contesto, “Nuova Evangelizzazione” vuoldire per la Chiesa sostenere in modo convinto lo sfor-zo di vedere tutti i cristiani uniti nel mostrare al mondola forza profetica e trasformatrice del messaggio evan-gelico. La giustizia, la pace, la convivenza tra i popoli,la salvaguardia del creato sono le parole che hannosegnato il cammino ecumenico di questi decenni.

“nuova Evangelizzazione”e domanda di spiritualità

Questo sforzo di portare la questione di Dio dentro i problemidell’uomo d’oggi intercetta il ritorno del bisogno religioso e ladomanda di spiritualità che a partire dalle giovani generazioniemerge con rinnovato vigore. I grandi raduni mondiali della gio-ventù, i pellegrinaggi verso luoghi di devozione antichi e nuovi,la primavera dei movimenti e delle aggregazioni ecclesiali sonoil segno visibile di un senso religioso che non si è spento. La “Nuova Evangelizzazione” in questo contesto chiede allaChiesa di saper discernere i segni dello Spirito all’opera, indiriz-zandone ed educandone le espressioni, in vista di una fede adul-ta e consapevole «fino a raggiungere la misura della pienezza diCristo» (Ef 4, 13)(16).

nuovi modi di essere chiesaQueste nuove condizioni della missione ci fanno intuire che il ter-mine “Nuova Evangelizzazione” indica che la pratica cristianapossa guidare la riflessione in un lento lavoro di costruzione di unnuovo modello di essere Chiesa, che eviti gli scogli del settarismoe della “religione civile”, e permetta di continuare a mantenere laforma di una Chiesa missionaria. In altri termini, la Chiesa habisogno, dentro la varietà delle sue figure, di non perdere il voltodi Chiesa “domestica, popolare”. La Chiesa non può perdere lasua capacità di restare accanto alla vita quotidiana delle perso-ne, per annunciare da quel luogo il messaggio vivificante delVangelo. Come affermava Papa Giovanni Paolo II, “NuovaEvangelizzazione” vuol dire rifare il tessuto cristiano della societàumana, rifacendo il tessuto delle stesse comunità cristiane(17);vuol dire aiutare la Chiesa a continuare ad essere presente «inmezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie»(18), per animar-ne la vita e indirizzarla al Regno che viene.

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521 aprile 2012il Ponteil Ponte Speciale Diocesi

Inoltre è tempo di Nuova Evangelizzazione per quella situazio-ne diffusa, dove molti che hanno ricevuto il battesimo vivonocompletamente al di fuori della vita cristiana e sempre più per-sone conservano sì qualche legame con la fede, ma ne cono-scono poco e male i fondamenti. È tempo di NuovaEvangelizzazione per quell’Occidente in cui «interi Paesi eNazioni, dove la religione e la vita cristiana erano un tempoquanto mai fiorenti e capaci di dar origine a comunità di fedeviva e operosa, sono ora messi a dura prova, e talvolta sonopersino radicalmente trasformati, dal continuo diffondersi del-l’indifferentismo, del secolarismo e dell’ateismo. Si tratta, in par-ticolare, dei Paesi e delle Nazioni del cosiddetto Primo Mondo,nel quale il benessere economico e il consumismo, anche seframmisti a paurose situazioni di povertà e di miseria, ispiranoe sostengono una vita vissuta “come se Dio non esistes-se”»(19).

Prima Evangelizzazione, curapastorale, nuova Evangelizzazione

Il compito missionario con cui si chiude il Vangelo (cf. Mc 16,

15s; Mt 28, 19s; Lc 24, 48s) è ben lungi dall’essere concluso; èentrato in una nuova fase. Già Papa Giovanni Paolo II ricordavache «i confini fra cura pastorale dei fedeli, NuovaEvangelizzazione e attività missionaria specifica non sono net-tamente definibili, e non è pensabile creare tra di esse barriereo compartimenti stagni. […] Le Chiese di antica cristianità, alleprese col drammatico compito della Nuova Evangelizzazione,comprendono meglio che non possono essere missionarie versoi non cristiani di altri Paesi e continenti, se non si preoccupanoseriamente dei non cristiani in casa propria: la missionarietà adintra è segno credibile e stimolo per quella ad extra, e vicever-sa»(20). L’essere cristiano e la Chiesa sono missionari o nonsono. La mancanza di zelo missionario è mancanza di zelo perla fede. Al contrario, la fede si irrobustisce trasmettendola. Iltesto del Papa sembra voler tradurre il concetto di NuovaEvangelizzazione in una domanda critica e abbastanza diretta:siamo interessati a trasmettere la fede e a guadagnare alla fedei non cristiani? Abbiamo veramente a cuore la missione?La Nuova Evangelizzazione è il nome dato a questa nuovaattenzione della Chiesa alla sua missione fondamentale, alla suaidentità e ragione d’essere. La sua tematica più originaria e spe-cifica: l’annuncio del Regno di Dio, iniziato in Gesù Cristo.

Non c’è situazione ecclesiale che si possa sentireesclusa da un simile programma.Nuova Evangelizzazione è allora sinonimo di mis-

sione; è il contrario dell’autosufficienza e del ripie-gamento su sé stessi, della mentalità dello statusquo e di una concezione pastorale che ritiene suffi-ciente continuare a fare come si è sempre fatto.

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà Diocesi di Avellino

fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

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Mario Barbarisi

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del 22 dicembre 1975

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Filiale P.T. Avellino

Note bibliografiche1) Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre1975), n. 80: AAS 68 (1976), 74.2) Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto sull’attività missionariadella Chiesa Ad gentes, n. 2.3) Cf. Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. Dogmatica Lumen gen-tium, n. 2.4) Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre1975), n. 14: AAS 68 (1976), 13.5) Cf. ibid., n. 15: AAS 68 (1976), 13-14.6) Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. Pastorale Gaudium etspes, n. 4.7) Giovanni Paolo II, Discorso alla XIX Assemblea del CELAM (Portau Prince, 9 marzo 1983), n. 3: AAS 75 I (1983), 778.8) Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Redemptoris missio (7dicembre 1990), n. 30: AAS 83 (1991), 276. Cf. anche i nn. 1-3,ibid.: AAS 83 (1991), 249-252.9) Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesiain Europa (28 giugno 2003), n. 2: AAS 95 (2003), 650, che peral-tro rimanda al n. 2 della dichiarazione finale della Prima AssembleaSpeciale del Sinodo dei Vescovi per l’Europa (1991). Cf. ancheEcclesia in Europa (28 giugno 2003), n. 45: AAS 95 (2003), 677.10) Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana (21 dicembre2009): AAS 102 (2010), 40. La medesima immagine del “cortiledei gentili” viene ripresa da Papa Benedetto XVI nel Messaggio perla Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (24 gennaio2010): AAS 102 (2010) 117. In questo testo i nuovi “cortili dellegenti” sono gli spazi di socializzazione che i nuovi media hannocreato, e che vanno popolandosi sempre più: NuovaEvangelizzazione vuol dire immaginare sentieri per l’annuncio delVangelo anche in questi spazi ultramoderni.11) Cf. ad esempio Giovanni Paolo II, Lettera EnciclicaRedemptoris missio (7 dicembre 1990), n. 37: AAS 83 (1991),282-286.12) Cf. Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate (29 giu-gno 2009), n. 42: AAS 101 (2009), 677-678.13) Cf. Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Redemptoris missio (7dicembre 1990), n. 37: AAS 83 (1991), 282-286; Benedetto XVI,Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali2010 (24 gennaio 2010): AAS 102 (2010) 117.14) Cf. Benedetto XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate (29 giu-gno2009), n. 42: AAS 101 (2009), 678: «Per molto tempo si èpensato che i popoli poveri dovessero rimanere ancorati a un pre-fissato stadio di sviluppo e dovessero accontentarsi della filantropiadei popoli sviluppati. Contro questa mentalità ha preso posizionePaolo VI nella Populorum progressio. Oggi le forze materiali utiliz-zabili per far uscire quei popoli dalla miseria sono potenzialmentemaggiori di un tempo, ma di esse hanno finito per avvalersi preva-lentemente gli stessi popoli dei Paesi sviluppati, che hanno potutosfruttare meglio il processo di liberalizzazione dei movimenti dicapitali e del lavoro. La diffusione delle sfere di benessere a livellomondiale non va, dunque, frenata con progetti egoistici, protezio-nistici o dettati da interessi particolari. Infatti il coinvolgimento deiPaesi emergenti o in via di sviluppo, permette oggi di gestire megliola crisi. La transizione insita nel processo di globalizzazione presen-ta grandi difficoltà e pericoli, che potranno essere superati solo sesi saprà prendere coscienza di quell’anima antropologica ed etica,che dal profondo sospinge la globalizzazione stessa verso traguar-di di umanizzazione solidale. Purtroppo tale anima è spesso sover-chiata e compressa da prospettive etico-culturali di impostazioneindividualistica e utilitaristica».15) Cf. Benedetto XVI, Lettera Enciclica Spe salvi (30 novembre2007), n. 22: AAS 99 (2007), 1003-1004.16) Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera su alcu-ni aspetti della meditazione cristiana Orationis formas (15 ottobre1989): AAS 82 (1990), 362-379.17) Cf. Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Christifideles laici(30 dicembre 1988), n. 34: AAS 81 (1989), 455.18) Ibid., n. 26: AAS 81 (1989), 438.19) Ibid., n. 34: AAS 81 (1989), 455, ripreso nel «motu proprio»Ubicumque et semper con cui si è istituito il Pontificio Consiglio perla Promozione della Nuova Evangelizzazione (21 settembre 2010):L’Osservatore Romano, 13 ottobre 2010, pp. 4-5.20) Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Redemptoris missio (7dicembre 1990), n. 34: AAS 83 (1991), 279-280.

Avellino - La Cattedrale

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6 21 aprile 2012 il Ponteil Ponte

Decidere, ad un certo punto del pro-prio cammino, di rivolgere l’attenzio-ne a chi, lontano da dove viviamo,lontano dai nostri ritmi frenetici, lon-tano dalla routine del nostro quoti-diano, deve fare i conti per sopravvi-vere, credo sia responsabile e civil-mente doveroso.Il progetto la casa di Egidio, prevedela costruzione di un centro polivalen-te, con una sala di alfabetizzazione,una scuola materna, una scuola sar-toria, un ambulatorio, una cucina eun refettorio. Obiettivo primario chesi vuole conseguire è di aiutare lagente sul posto a sviluppare le pro-prie capacità di crescita, utilizzando le

potenzialità soffocate dalle condizio-ni socio –politiche avverse che hannofermato il processo di rinascita dellaCosta d’Avorio. Il progetto, “La casadi Egidio” Guiembè, nasce dall’unio-ne di due idee:la prima, è quella di un papà chelascia l’eredità morale a sua figliaLucia, di origini irpine, oggi volontariadella Croce Rossa di Padova, il sognodi aiutare la gente di un’Africa chesoffre e che, per sfuggire ad un futu-ro fatto di miseria e di guerra, siavventura in viaggi della speranzaverso terre lontane e straniere incerca di un futuro migliore. E’ gentecostretta a lasciare i propri affetti, le

proprie cose, le proprie radici,la pro-pria cultura, e il più delle volte, que-sti viaggi spezzano la vita di uomini,donne e bambini.La seconda idea, è quella di un sacer-dote, P.Albert, studente ivoriano aPadova, presso Santa Giustina, chevuole vedere crescere la sua comuni-tà, favorendo le condizioni di svilup-po, potenziando e sfruttando lerisorse di cui la sua terra è ricca. Talirisorse, purtroppo, vengono deprez-zate e mortificate da logiche cheasservono solo ai poteri dei più forti.La guerra ha provocato tanta soffe-renza e miseria nel paese. Ciò chefavorisce la guerra nei paesi africani

è la povertà e l’indigenza. Il salariominimo non supera i 50 euro al mesee la differenza di classe si divaricasempre di più, tale per cui i poverirestano sempre più poveri. Una per-sona che non guadagna più di 50centesimi al giorno, se trova l’illusio-ne davanti alla proposta di ricevere10 euro al giorno dai ribelli, questapersona si sente autorizzata a salvar-si dalla fame. A Guiembè la povertàha ceduto il posto alla miseria ma lagente, nonostante tutto, conservauna dignità esemplare. La donna viene sempre relegata alleattività domestiche e non va oltre leprime classi delle elementari. Il pro-getto vuole essere un modo per aiu-tare le ragazze a far valere le propriecompetenze e potenzialità. Una donna educata e formata, ha piùpossibilità per inserirsi nel contestosociale e nel processo economico delsuo Paese. Una donna preparata adaffrontare la vita, acquisisce la consa-pevolezza ed il coraggio di essereprotagonista nella gestione dellafamiglia e della società stessa. Lacasa di Egidio vuole essere un centrodi formazione e di educazione fami-gliare, dove i bambini, i ragazzi e leragazze, abbiano l’opportunità diricevere un minimo di conoscenzeper formare la loro vita.Come impegno della casa, si vuoleinsegnare ai ragazzi nuovi metodi dilavoro, con l’aiuto di mezzi che ren-dano meno duro il lavoro dei campi epermetta di sfruttare meglio e favo-revolmente le potenzialità dei terre-ni; usando i buoi per arare i campi. Siè intrapreso un allevamento di polli emaialini, che ha messo in moto unamicro economia, con la vendita dipolli e uova, e nel contempo ha for-nito nutrimento più completo ai bam-bini, visto che la loro alimentazione sibasa soprattutto su farinacei e riso.La casa di Egidio vuole impegnarsi adare un minimo di soccorso sanitariogratuito a tutti coloro che non hannola possibilità di pagare l’assistenza in

ospedale. Guiembè è una sub-prefettura, con15.000 abitanti distribuiti su 22 vil-laggi satelliti. Ha il triste primato di

un alto tasso di mortalità infanti-

le e malnutrizione. Alto il numerodi malati di HIV. L’aspettativa di vita èdi 48 anni. L’accesso ai servizi sanita-ri è praticamente nullo, anche se c’èun dispensario, con un infermiere edun’ostetrica. Ci sono due scuolegovernative e una scuola musulma-na. La religione predominante èmusulmana; la comunità cristiana èsolo del 20%, ma di fatto la parroc-chia è un punto di incontro aperta atutti. L’accesso all’acqua potabile è garan-tita da qualche pozzo, non sufficienteper tutti. Le donne e i bambini devo-no percorrere diversi chilometriprima di trovarne uno. A Guiembè, per la conduzione delprogetto, si è insediato un “bureau “con un presidente, un segretario,una tesoriera e una direttrice deilavori; l’obiettivo è quello di rendereprotagonisti gli stessi abitanti del vil-laggio al loro sviluppo e crescita,donando loro fiducia e consapevolez-za che non sono più soli. I bisogni sono ancora molteplici: peraiutare la comunità servirebbe unfurgone, un rigeneratore di correntee un trattore, e ancora tanti tantimattoni. Nella casa di Egidio si vuole realizza-re l’insegnamento evangelico ”per-ché io ho avuto fame e mi avete datoda mangiare, ho avuto sete e miavete dato da bere; ero forestiero emi avete ospitato, nudo e mi avetevestito, malato e mi avete visitato. Inverità vi dico: ogni volta che avetefatto queste cose a uno solo di que-sti miei fratelli più piccoli, l'avete fattoa me». (dal Vangelo SecondoMatteo)

Monopoli Lucia

un PonTE d’amoRE PER l’aFRica la caSa di Egidio Il racconto e l’esperienza di una volontaria di origini irpine

Centro Polivalente a Guiembè diocesi di Korhogo

Foto - Lucia e Abel – Parrocchia di Guiembè 2009

il segretario della cEi - monsignor mariano crociata ha ricordato, adun mese dalla scomparsa, l’impegno di monsignor giuseppe cacciami

“un PRETE comunicaToRE moSSo dal vEnTo”

“Un sacerdote che ha profondamente creduto nella comunicazionedella Chiesa e per la Chiesa sia sul territorio, attraverso la Federazioneitaliana settimanali cattolici (Fisc), sia a livello nazionale con il Sir eAvvenire. Una vita donata per un’informazione religiosa che, nellacorrettezza professionale, potesse comunicare fedelmente la vita e ilpensiero della Chiesa, a fronte di ricorrenti interpretazioni frettolose oideologiche”. Così Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale dellaCei, ha ricordato questa mattina Mons. Giuseppe Cacciami, un padredella Fisc e l’ideatore del Sir, durante la messa concelebrata con Mons.Domenico Pompili e Don Ivan Maffeis, rispettivamente direttore evicedirettore dell’ufficio Cei comunicazioni sociali, a un mese dallamorte del sacerdote giornalista. “Dobbiamo - ha aggiunto Mons.Crociata - lasciar entrare nella nostra stanza spesso chiusa il ventodello Spirito perché rinnovi ilnostro pensiero e il nostro impe-gno. Questo vale anche per chi fainformazione, come ha testimo-

niato Mons. Cacciami che è sempre stato mosso dal vento delloSpirito”. “L’immagine del vento - ha commentato Paolo Bustaffadirettore del Sir - riassume simpaticamente anche la storia el’eredità di Mons. Giuseppe Cacciami perché esprime la suaimpetuosità, il suo coraggio, il suo ‘vibrare’ nello scrivere e nelparlare e il suo ‘far vibrare’ lettori e ascoltatori”.

Tanti auguri a Papa Benedetto XVI per il settimo anniversario del pon-tificato e per il compleanno. Oggi (19 di Aprile 2012) ricorre l’anniversa-rio della sua elezione al soglio pontificio avvenuta, appunto, il 19 apriledel 2005. Un coro di "tanti auguri a te" in tedesco e' stato intonato,durante l'udienza generale in piazza San Pietro, per Benedetto XVI chelunedì scorso ha compiuto 85 anni. A quel coro si aggiunge il messag-gio di auguri della Diocesi di Avellino, dei fedeli e della Redazione del set-timanale “Il Ponte”.

Il 19 Aprile monsignor Luigi Barbarito, Nunzioapostolico emerito, e illustre collaboratore dellanostra testata giornalistica ha compiuto 90 anni.Nella sede di Roma, dove il vescovo emerito abitae segue con attenzione l’Irpinia, sua terra di origi-ne, e il nostro giornale di cui è prezioso collabora-tore, giungano con affetto, dalla Diocesi, dallaDirezione e Redazione del settimanale “Il Ponte”,i più fervidi auguri di buon compleanno.

S. Ecc.Za Mons.M. Crociata

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721 aprile 2012il Ponteil Ponte

Il prossimo XXIXConvegno Diocesano

di Avellino sul nucleotematico “ Educazione eNuova Evangelizzazionein un mondo che cam-bia” si sintonizza noncasualmente con ladecisione della Chiesaitaliana di dedicare un

intero decennio alla questione educati-va. E’ di appena poco più di un anno fa– febbraio 2011- che la casa editriceGuanda, ha presentato in libreria unsaggio, dal titolo molto significativo“Togliamo il disturbo. Saggio sulla liber-tà di non studiare.” Autrice è un’inse-gnante di liceo che ama i suoi ragazzi,Paola Mastrocola, già affermata scrittri-ce che proprio per la sua amorevolefranchezza ha evidenziato come “lamaggior parte dei quindicenni di oggiche arrivano al liceo non sanno né leg-gere, né scrivere, né parlare. Hannoperduto il dono della parola: balbettanoper qualche minuto e restano in silenzioimbarazzante”. In realtà “perdere il donodella parola” non riguarda solo la scuo-la, i docenti, l’ortografia, l’insegnamento.Riguarda la vita: come è possibile vive-re- vivere bene, vivere come personelibere e responsabili – senza la parola?Un docente di italianistica all’Universitàdi Bologna, qualche anno fa, descrivevacosì la situazione: “mi trovo di fronte agiovani che non hanno minimamenteidea di quello di cui parlo, se cito ilCantico dei Cantici vedo il loro sguardoperso nel vuoto (…). Manca a questi

ragazzi l’enciclopedia di base. Credo siautile tener presente questo sfondo, percomprendere la decisione della Chiesaitaliana di dedicare un intero decennioalla questione educativa. Il documento“Educare alla vita buona del Vangelo”–Orientamenti pastorali dell’Episcopatoitaliano per il decennio 2010- è un serioinvito alla pastorale perché rinnovi il suoimpegno educativo e renda più viva efeconda l’iniziazione alla fede cristiana:l’invito va alle famiglie cristiane, allecomunità ecclesiali, alle associazioni e aimovimenti, ai docenti e a tutte le agen-zie educative presenti sul territorio. E’necessario però individuare i puntinodali che rendono molto problematicotale impegno ed evidenziare le motiva-zioni e le risorse che offrono un fon-damento solido all’opera educativa,al contesto delle Chiese locali. Valeallora la pena che il prossimo Convegno

Ecclesiale Diocesano di Avellino facciaemergere ciò che ispira e qualifica inquesto particolare momento storico ildocumento pastorale della CEI. In parti-colare merita di essere precisato ilsenso della scelta educativa che laChiesa italiana vuole attuare nelprossimo decennio: una scelta chesfida la cultura oggi dominante, laquale appare poco interessata, pra-ticamente e spesso teoricamente,all’educazione. La Chiesa di Avellino rac-coglie con umiltà e determinazione que-sta sfida, la raccoglie con un elementonuovo e significativo che il Convegnostesso evidenzia: lo spirito di corre-sponsabilità fraterna e filiale deifedeli laici in cammino sui percorsipastorali e socio-educativi dell’antica egloriosa terra irpina, terra di martiri e digrandi maestri di fede e di dottrina. LaChiesa di Avellino, attraverso le accora-

te parole di presentazione del Convegnodel nostro Vescovo, Mons. FrancescoMarino, considera l’impegno educa-tivo come elemento essenziale dellasua missione e valuta con grandeinteresse il corresponsabile contri-buto dei fedeli laici impegnati, comepopolo di Dio, alla rigenerazione diuna comunità cristiana forte nellafede e solidale nell’azione della con-divisione fraterna dei bisogni e delleemergenze quotidiane e straordinariedell’attuale cambio epocale. Si educaalla vita di fede avendo a cuore l’uomo:questa cura dell’uomo diventa for-mazione completa ed integrale nel-l’incontro con Cristo che conducel’uomo alla sua piena verità. In real-tà non si tratta di sollecitare un maggio-re impegno educativo da parte dellacomunità cristiana: questo aspetto esor-tativo è ovvio, ma sarebbe decisamentelimitativo. Oggi appare decisivo porre lascelta educativa al centro dell’impegnopastorale: le ragioni della scelta edu-cativa motivano l’ispirazione, i con-tenuti e il metodo del documento eproiettano lo sforzo del prossimoConvegno Diocesano verso unanuova primavera di risveglio eccle-siale complessivo di tutto il popolodi Dio di Avellino. In alternativa c’è lamessa in gioco in proprio dell’uomo,l’humanum. Ma chiediamoci con onestàse nella odierna paideia– per usare que-sto termine così significativo ed impe-gnativo nella cultura classica, anche inquella pagana- l’uomo non sia oggi trop-po precario, incerto, sfuggente.

Potremmo dire che oggi l’umano èappena balbettato come fanno i giovanipoc’anzi ricordati, per fortuna non tuttiuguali. Per questo oggi emerge comeun’urgenza immediata l’impegno perla valorizzazione di ciò che è vera-mente umano, per una sua traspa-rente identità, per un suo precisoorientamento ed apertura al tra-scendente. Questi aspetti, non trascu-riamo di sottolinearlo, erano per moltiversi assicurati dalla paideia classica-mente intesa. Per cui era possibile – siveda in proposito la straordinaria capa-cità di Sant’Agostino – realizzare il dialo-go e il confronto critico alla luce dellaragione e della rivelazione. L’attuale crisieducativa è crisi di fiducia, anche perchési è diffusa una rinuncia, spesso compia-ciuta alla capacità di cogliere e di inten-dere la realtà e poi di interpretarlasecondo categorie condivisibili e tra-smissibili. Accanto alla grande preoccu-pazione dei Vescovi italiani per l’attualequestione educativa, emerge la lorofiducia sul possibile e doveroso impegnoeducativo. Benedetto XVI ci aiuta asostenere questo sforzo quando invitatutti, Vescovi e uomini di buona volontà,ad avere “fiducia nella vita e nell’uomo,nella sua ragione e nella sua capacità diamare. Essa non è frutto di un ingenuoottimismo, ma ci proviene da quellasperanza affidabile (Spe salvi, n.1) checi è donata mediante la fede nellaredenzione operata da Gesù Cristo”.

Dirigente Nazionale ACLI

“Fiducia nella vita e nell’uomo, nella sua ragione e nella sua capacità di amare. Essa non è fruttodi un ingenuo ottimismo, ma ci proviene da quella speranza affidabile (Spe salvi, n.1)

GerardoSalvatore*

Il dono della Parola e l’impegno educativo

La “nostra” Chiesa cioffre un’occasione

unica per riflettere sulruolo dei cattolici, anchequelli irpini, nella vitasociale e politica dellenostre comunità. E’un’occasione da non

perdere, perché inserita nel grandedisegno di “Educazione e NuovaEvangelizzazione” che la CEI ha pro-posto ai fedeli laici italiani per ildecennio 2010-2020. La nostra risposta non può che esse-re un atto di ragione responsabile:l’atto di chi è convinto, per quanto ilsuo contributo possa essere mode-sto, di potere e di “dovere” collabo-rare ad orientare il futuro dellenostre comunità. La sollecitazioneinterpella le nostre coscienze ed ilnostro essere seriamente cristiani:perciò non possiamo disertare népossiamo fingere di non aver capito!L’obiettivo più alto, quello più audacee più rischioso, dovrà essere quellodi dedicare ogni nostro sforzo alla “ri-organizzazione” della Politica. Con laconsapevolezza che la prospettivafinale dovrà abbracciare tanto il“suo” spirito quanto le “sue” struttu-re: quest’ultime sono essenziali alsistema democratico ma, se nonsono “animate” dall’adesione e dal-l’impegno civile della popolazione,esse non saranno altro che un’illusio-ne forse, persino, una turlupinatura.Non a caso, nel sistema disegna-to dai Padri Costituenti, la“democrazia” (in parte traditadal “porcellum”) è garantita daquei principi e da quelle regoleche rendono l’uomo non più unsuddito ma un cittadino, in altreparole, un attore responsabiledella vita della comunità.Purtroppo, oggi, siamo costretti ariflettere sulle ragioni che hanno stra-volto il sistema democratico distrug-gendo (o riducendo al lumicino) quelpatrimonio di ideali e di valori chehanno portato alla nascita della nostragiovane democrazia parlamentare(pensiamo alla legge elettorale,all’anomalo finanziamento ai partiti,alla corruzione, per fare, solo, alcuniesempi di stringente attualità).

Appare fin troppo semplice indi-viduare i “colpevoli”. Sembraquasi scontato indicare nellapartitocrazia e nella classe diri-gente di tutti i partiti la causa,prima ed unica, dello sfaceloetico, sociale, economico e politi-co che vivono le nostre comuni-tà. E poi? E dopo aver lanciato l’en-nesimo anatema nei confronti deipersonaggi “senza qualità” e “senzapudore” che calpestano il palcosceni-co politico, locale e nazionale,avremmo forse risolto qualcosa?Quale futuro ci aspetta se e quandoil malessere crescente nella pubblicaopinione si dovesse trasformare in“odio e rancore” per tutta la classepolitica? Ed infine, se la politicadovesse dichiarare fallimento a chiaffideremo il domani dei nostri figli:alla finanza? Ai mercati? Ai tecnocra-ti? O arriveremo ad auspicare, addi-rittura, una dittatura per “fare puli-zia” e “mettere ordine” nel nostrosistema istituzionale? Ed infine,saranno queste le uniche rispostepossibili o dovremo, piuttosto, inter-rogarci sulle nostre “corresponsabili-tà” rispetto al degrado delle istituzio-ni, al fallimento dei partiti politici, allacorruzione dilagante? Dovremoarrenderci, abdicare alla nostra fun-zione o lasciarci strumentalizzare daqualche “falso” salvatore dellapatria?Ora, ci hanno insegnato che allabase della vita pubblica di ognicomunità debba, sempre, avereun ruolo di primaria importanzail semplice cittadino. La caratte-ristica della democrazia è l’esi-stenza di questo tipo di “uomo”,perché gli altri sistemi politicinon conoscono che dei sudditi.Sapendo bene che quando si usail termine “cittadino” si dice ele-mento attivo e responsabiledella vita politica, con il suo voto,con il suo impegno civico, con lasua influenza sulla pubblica opi-nione. Ecco perché l’unica rispo-sta al degrado ed al malessereche viviamo non potrà che esse-re la riscoperta del ruolo di “cit-tadinanza responsabile” allaquale ci chiama principalmente

la nostra fede cristiana! Un ruolo ed un impegno che in que-sta fase di grave crisi economicadeve vedere raddoppiati i nostri sfor-zi. Dovremmo riuscire a dimostrare,in concreto, di essere veri testimonidella Parola (“nessuno tra loro erabisognoso, perché quanti possede-vano campi o case li vendevano,portavano il ricavato di ciò che erastato venduto e lo deponevano aipiedi degli apostoli; poi veniva distri-buito a ciascuno secondo il suo biso-gno”cfr Atti degli Apostoli), rifiutandodi rinchiuderci a protezione dei nostriinteressi individuali ma riconquistan-do il diritto-dovere di promuovereuna visione comunitaria della nostrasocietà! Perciò, dobbiamo essere semprepronti e preparati ad assumerci lenecessarie responsabilità. Sarebbe,infatti, un sofisma trincerarsi dietrola portata limitata di ciò che è possi-bile, per non fare nulla! Sarebbe ungrave peccato di omissione e disuperbia fuggire nell’isolamento“protetto” delle nostre sacrestie!Abbiamo il dovere di rifiutare la pigri-zia della mente, che è sempre unadimissione dell’uomo e, per un cri-stiano, è inammissibile!

Paul Valery diceva, giustamente,che occorrono “uomini pronti adaffrontare ciò che non è maistato”. Ecco perché dovremmoincoraggiare la partecipazioneattiva e responsabile di quanti,soprattutto tra i giovani, scopro-no una sana vocazione politica esociale. Dovremmo preoccuparcidi aiutarla, di sostenerla, di solle-citarla e, soprattutto, di formarla!In questo si devono distinguere lenostre comunità cristiane: le parroc-chie, le associazioni, i gruppi di fede-li laici. Che senso ha dirsi cristiani e,poi, ignorare, trascurare o, addirittu-ra, rifuggire dagli insegnamenti dellaDottrina Sociale Cristiana? E’ possi-bile costruire una società “cristiana-mente ispirata” se la Chiesa, contutte le sue forze, culturali e sociali,non è, costantemente, impegnata aformare i nostri giovani, educandoliall’etica della partecipazione respon-sabile alla vita sociale e politica?Siamo, fermamente, convinti che ilnostro Paese (anche la nostra comu-nità locale) ha un urgente bisogno diuomini di questa tempra: non diburocrati, né tanto meno di sudditi,di questuanti o di carrieristi politici!Ecco perché dovremo avere la forza

ed il coraggio di formare una nuovaclasse dirigente che sia capace disconfiggere, e di mandare definitiva-mente in pensione, quella “brutta”aristocrazia politica che ha dominatogli ultimi decenni della storia nazio-nale vivendo, impunemente, deldisprezzo dell’intelligenza e delladignità delle persone. Dobbiamoavere l’audacia di immaginare che leregole democratiche potranno risor-gere e riaffermarsi se ognuno di noifarà la sua parte; se ci rifiuteremo didelegare a “certi” politici, a “certi”sindacalisti, a “certi” economisti lasoluzione dei nostri problemi. Sappiamo bene che non è uncompito facile. Sappiamo che, amolti, tutto ciò potrà sembrareun sogno, un’utopia! A noi sem-bra, piuttosto, un’utopia neces-saria, perché siamo sinceramen-te convinti, per dirla con La Pira,che quando c’è coerenza nellafede, quando c’è disponibilitàall’impegno e spirito di sacrificio,“di la dalle cose del tempo, fiori-sce nel cuore e nella mente del-l’uomo un primo inizio delle cosedell’eterno”.

MicheleCriscuoli

ciTTadinanza RESPonSabilEAbbiamo il dovere di rifiutare la pigrizia della mente, che è sempre una dimissione dell’uomo e, per un cristiano, è inammissibile!

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8 21 aprile 2012 il Ponteil PonteMedicina

anchE l’u.ma.c.a. conTRo i TumoRiLe statistiche per i tumori sono

progressivamente migliorativenon in senso di numero di amma-lati, che invece aumenta, ma innumero di guarigioni e di viterisparmiate. L’ultimissima buonanotizia riguarda il tumore allamammella, che per le donne euro-

pee è la prima causa di morte da tumore.L’Istituto Mario Negri di Milano ha pubblicatodue mesi or sono su di una rivista specializza-ta uno studio che riporta i dati del quinquennio2002-2006, da cui si evince chiaramente che ilcarcinoma mammario è diminuito nel quin-quennio indicato del 7%. Si è passati da 17,9donne morte su 100.000 a 16,7 ed il trendfavorevole prevede nell’anno in corso di arriva-re a -9%. Il calo maggiore, sempre per il can-cro al seno, si è avuto nel Nord Europa, dovein Inghilterra è diminuito del 38%. La diminu-zione delle morti per tumore alla mammella vadi pari passo con la costante flessione che siregistra anche per altre patologie tumorali, trale più “difficili”, sia per le ripetizioni a distanza(metastasi) che per quelle alle quali il medicoarriva alla determinazione della sede della neo-plasia dopo lunghi iter. Ovviamente tali successi sono principalmentedovuti, oltre a vaste campagne di prevenzione,ad una cultura sempre più diffusa nel leggere i“messaggi” che arrivano dal proprio corposenza sottovalutare nulla, ad una diagnosticasempre più approfondita, al progressivomiglioramento dell’approccio terapeutico, maanche alla personalizzazione dei farmaci ed alnuovo modo di prepararli e gestirli. I presidiantitumorali sono considerati dai farmaci “ter-ribili”, perchè oltre ad avere potere irritante percute e mucose, possono dare effetti tossicilocali (flebiti, allergie, necrosi dei tessuti, ecc.)e sistemici (allergie, shock, e tossicità su orga-ni). Possono “colpire”, inoltre, organi vitali ecreare nel cuore turbe del ritmo e scompenso,nei polmoni la fibrosi, nel pancreas la pancrea-tite, nel fegato la fibrosi e nel rene la tubulone-crosi. Sono secondi agli anestetici per il rischiochimico che comportano. Dopo ci sonoin…classifica i disinfettanti/sterilizzanti ed i fis-sativi/conservanti.

Gli antitumorali non danno solo manifestazionitossiche nei pazienti, ma possono addiritturafar “comparire” un secondo tumore o, nelledonne, aumentare l’abortività e procurare mal-formazioni alla nascita per neonati da madretrattata precedentemente con antineoplastici.I farmaci antitumorali sono, per questo moti-vo, nell’occhio del ciclone, e tante sono leattenzioni che meritano, per cui esiste inmateria una serie di protocolli per la lorogestione. Anzi, in Italia è in vigore una circola-re del Ministero della Sanità del giugno del1999 che regola la manipolazione in sicurezzadei farmaci antiblastici. L’esposizione e l’assor-bimento di questi farmaci da parte degli ope-ratori sanitari comporta effetti potenzialiimportanti, tanto da arrivare a sviluppare neo-plasie professionali. La pericolosità non va lettasolo in dipendenza di ingestione di cibi obevande contaminate o di spruzzi in fase dipreparazione e di somministrazione negli occhie in bocca. Le manovre a rischio sono anche lamanipolazione delle confezioni e la preparazio-ne dei farmaci antiblastici come l’apertura dellefiale, la rimozione degli aghi, il riempimentodella siringa, il trasferimento del farmaco dalflacone alla fleboclisi, il cattivo funzionamento

di un deflussore, lo smaltimento del materialeutilizzato per la preparazione e la somministra-zione. Per evitare tutte le problematiche cheabbiamo citato, l’Azienda Ospedaliera di RilievoNazionale ad Alta Specialità “San GiuseppeMoscati” di Avellino ha scelto la via del progres-so in questo campo, costosa, ma alla fine lamigliore in senso assoluto. E’ stata istituita, con l’entrata in funzione alcompleto della Città Ospedaliera, una specifica“Unità di Manipolazione di ChemioterapiciAntiblastici (U.Ma.C.A.)”, dedicata allo stoccag-gio, preparazione, trasporto, somministrazio-ne, smaltimento, eliminazione degli escreticontaminati e manutenzione degli impianti, alfine di ridurre al minimo il rischio professionaledi tutti gli operatori legati al settore specifico didue fondamentali Unità Operative del Moscati,quali Oncologia ed Ematologia, con i rispettiviDay Hospital ed Ambulatori.Lo scopo dell’istituzione dell’ U.Ma.C.A. è quel-lo di allestire medicinali personalizzati per laterapia oncologica per i pazienti ospedalizzati enon, garantendo tempestività di erogazione,sicurezza del prodotto fornito, e l’adeguatosupporto tecnico agli operatori sanitari.Descriviamo in sintesi come funziona

l’U.Ma.C.A., molto poco …lumaca. I repartiinteressati fanno pervenire alla FarmaciaOspedaliera la richiesta di allestimento di medi-cinale personalizzato per terapia oncologica/ematologica o le variazioni alla prescrizione peri pazienti già in trattamento. Le prescrizionipossono essere giornaliere o settimanali/perio-diche. Dopo la validazione delle prescrizioni ilfarmacista sceglie tra i preparati disponibili incommercio il prodotto più idoneo per compati-bilità, stabilità e per sicurezza degli operatori, alfine di ridurre il numero delle operazioni daeffettuare per completare la preparazione.L’operatore addetto alla preparazione procedeall’allestimento dei prodotti seguendo le istru-zioni operative interne, attivando la strumenta-zione del materiale da utilizzare in asepsi e perla propria protezione, e dopo l’etichettatura, iltrasporto dedicato nei settori richiedenti.Il fine di tutto il processo che vi abbiamo rias-sunto per sommi capi è la fornitura del medici-nale personalizzato al richiedente. Il “richie-dente” al momento è solo il “Moscati”, ma èprevisto anche l’allestimento per altre case dicura od ospedali che abbiano bisogno di prepa-razioni antitumorali. Al momento usufruiscedella struttura solo il Dipartimento Onco-Ematologico, cui si rivolgono tutti gli ammala-ti che provengono dalla Campania ed in buonapercentuale anche da fuori regione. A taledipartimento appartengono sia l’UnitàOperativa Complessa di Oncologia, diretta dalProfessor Cesare Gridelli, che quella diEmatologia e Trapianto del Midollo, diretta dalDottor Nicola Cantore.Un altro passo avanti sulla via del progresso èstato fatto, ed è un passo in avanti non solotecnologico, come la descrizione può aver fattoapparire, ma la questione importante è chel’Azienda Ospedaliera “Moscati” di Avellino,proseguendo la sua “mission” di istituto per lasalute di rilievo nazionale e di alta specialità,offre un servizio di avanguardia senza costo disalute umana nel produrlo. Tutto nel rispettodelle leggi e con la capacità di mettere in sicu-rezza il personale, al cui benessere si è anchegiustamente guardato nell’organizzare l’unitàdi manipolazione.

mEdicina E SaluTE a cura di gianpaolo Palumbo

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921 aprile 2012il Ponteil Ponte

DIOCESI DI AVELLINO

Figli carissimi,nella prima Lettera di Pietro, apostolo chiamato ad essere la prima pietra, i credenti sono inseriti in questa sintesi

grandiosa: «Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale» (1Pt 2,4-5).

Siamo ben certi che non è sufficiente un cumulo di belle pietre per costruire una chiesa. Perché il tutto precede le parti. L’edificio precede le pietre che lo innalzano. L’edificio, per governare la collocazione delle pietre che lo costitu-iranno, in un certo modo, deve già esistere. È come un figlio che cresce. Va amato e curato, così la Chiesa.

Con questa consapevolezza, in questa città benedetta di Atripalda, edifichiamo il nuovo complesso parrocchiale «progetto pilota», con l’indispensabile contributo dei fondi dell’otto per mille della Chiesa Cattolica.

È per la Chiesa di Avellino una tessera del mosaico della fede che proprio da Atripalda nei primi secoli si è irradiata nei nostri territori.

Rendiamo così con gioia, gloria a Dio e alla Vergine del Monte Carmelo, celeste patrona della Parrocchia! Con ogni benedizione.

† Francesco Marino, vescovo

BENEDIZIONE E POSA DELLA PRIMA PIETRA

25 aprile 2012 ore 17.30

PARROCCHIA SANTA MARIA DEL CARMINEATRIPALDA

DEL NUOVO COMPLESSO PARROCCHIALE

Contrada Spagnola - Atripalda

Carissimo,il nostro vescovo Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Francesco Marino, il 25 aprile 2012 alle ore 17.30

presiederà la celebrazione per la benedizione e la posa della prima pietra del nuovo complesso parrocchiale di Santa Maria del Carmine, alla Contrada Spagnola, in Atripalda.

Siamo lieti di condividere con te questo importante evento, ti aspettiamo.Il parroco

Sac. Ranieri Picone

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10 21 aprile 2012 il Ponteil Ponte

SI PARTE, COME SEMPRE, CON LA PRESENTAZIONE DEL MODELLO 730

““AA TTUU PPEERR TTUU CCOONN IILL FFIISSCCOO”” a cura di Franco Iannaccone

dichiaRazioni dEi REddiTi: PRonTi, via

Anche quest’anno la stagionedelle dichiarazioni fiscali si

può dire che è già iniziata. Il primoappuntamento, come al solito, ècon il modello 730, la dichiarazio-ne facile, quella che si può compi-lare in famiglia. Non bisogna fare icalcoli delle imposte, basta indicare iredditi, le spese detraibili o deducibili epoco altro (la parte che deve esserecompilata dal contribuente quest’an-no è di solo quattro pagine), il resto lofa o il datore di lavoro o il CAF, e cioèil centro di assistenza fiscale.Per semplificare ulteriormente lacompilazione, l’Agenzia delleEntrate quest’anno ha messo adisposizione il modello 730 in for-mato “edittale”, cioè con i singolicampi che possono essere compi-lati direttamente a video (online oscaricando il file pdf sul proprio com-puter di casa). E’ sufficiente, a tal pro-posito, il programma comunementeutilizzato per la lettura e la stampa deipdf. Si fa presente che il file edittaleaiuta solo la compilazione del 730, chedopo essere riempito può essere solostampato ma non anche salvato oinviato direttamente al fisco.Quest’anno vi sono alcune novitànel modello che più avanti esami-neremo mentre per quantoriguarda le scadenze per la conse-gna del modello 730/2012 riman-gono quelle canoniche, salvo pro-roghe dell’ultima ora che non pos-sono mai mancare così comeaccadde l’anno scorso. Le date datenere presente sono:• 30 aprile: termine di consegnase il 730 viene presentato al dato-re di lavoro o all’ente previdenzia-le. Entro il successivo 31 maggio2012 l’azienda o l’ente devono resti-

tuire al contribuente una copia delladichiarazione elaborata e il prospettodi liquidazione modello 730-3 con l’in-dicazione delle trattenute o dei rim-borsi che saranno effettuati;• 31 maggio: termine di consegnase il 730 viene presentato al CAF(Centro assistenza fiscale) o alprofessionista abilitato (commer-cialista, eccetera). Il Caf o il profes-sionista devono restituire entro il 15giugno al contribuente la copia delladichiarazione elaborata e il prospettodi liquidazione.Va ricordato, altresì, che il 730 è una

dichiarazione per molti ma non pertutti, infatti ne sono esclusi coloro chehanno redditi di impresa o di lavoroautonomo o di partecipazione aziona-ria. Più dettagliatamente, sonoautorizzati alla presentazione delmodello 730 i contribuenti che nel2011 sono stati:• pensionati o lavoratori dipen-denti;• soggetti che hanno percepitoindennità sostitutive di reddito dilavoro dipendente (per esempio iltrattamento di integrazione sala-riale, l’indennità di mobilità);

• soci di cooperative di produzio-ne e lavoro, di servizi, agricole e diprima trasformazione dei prodottiagricoli e di piccola pesca;• sacerdoti della Chiesa cattolica;• giudici costituzionali, parlamen-tari nazionali ed altri titolari dicariche pubbliche elettive (consi-glieri regionali, provinciali ecomunali);• soggetti impegnati in lavorisocialmente utili;• soggetti che nel 2011 hannoavuto (ed hanno anche nel 2012almeno nel periodo compreso tragiugno e luglio) redditi di collabo-razione coordinata e continuativae conoscono i dati del sostitutod’imposta che dovrà effettuare ilconguaglio;• lavoratori della scuola con con-tratto a tempo determinato; se ilcontratto dura almeno da settem-bre 2011 a giugno 2012 devonorivolgersi ad un Caf-dipendenti o aun professionista abilitato;• lavoratori con contratto a tempodeterminato per un periodo infe-riore all’anno; questi soggetti pre-sentano il modello 730:- al sostituto d’imposta, se il rap-porto di lavoro dura almeno daaprile a luglio 2012;- ad un Caf-dipendenti o a un pro-fessionista abilitato se il rapportodi lavoro dura almeno da giugno aluglio 2012 e si conoscono i datidel sostituto che dovrà effettuareil conguaglio.Si ricorda, a tal proposito, che tuttii soggetti innanzi detti sono tenu-ti a presentare il mod. 730 soltan-to se in aggiunta al reddito certifi-cato da CUD 2012 possiedonoaltri redditi da dichiarare o speseda detrarre (nel primo caso è unobbligo, nel secondo una facoltàche comporta il rimborso dell’ec-cedenza d’imposta direttamentein busta paga o nella rata di pen-sione), in caso contrario il contri-buente non è tenuto a fare altro,cioè non è obbligato a presentareil 730 o altra dichiarazione. Varicordato, altresì, che non è con-siderato un reddito da dichiararela prima casa di proprietà, per cuiin presenza di Cud e reddito dafabbricato adibito ad abitazioneprincipale non vi è obbligo di pre-sentazione del 730.Abbiamo detto in precedenza che ilmodello di quest’anno presenta alcu-ne novità che sono state la conse-guenza dei vari provvedimenti ema-nati dall’esecutivo per aggiustare iconti pubblici, ultimo, in ordine ditempo, la manovra di Natale, la cosid-

detta “salva Italia” che ha introdottocambiamenti che hanno avuto impat-to sulle dichiarazione dei redditi, apartire, appunto, dal 730.Vediamo in breve sintesi le novitàpiù salienti:

CEDOLARE SECCA.Nel Quadro B – Redditi dei fabbri-cati appare la nuova colonna 11dedicata, appunto, alla cedolaresecca, la nuova forma (peraltrofacoltativa) di tassazione degliaffitti. Le caselle di questa colonna(una per ogni immobile dato in loca-zione) vanno barrate se si è sceltoquesto regime alternativo di tassazio-ne (con due aliquote fisse del 21% o19%, a seconda che il contratto sia acanone libero o concordato).Nella colonna 5, anch’essa nuova,va indicato un codice che indivi-dua la percentuale di canone cheviene riportata nella colonna suc-cessiva:- nel caso di tassazione con le ali-quote Irpef ordinarie dev’essereriportato l’85% del canone ( o il75% se l’edificio è situato nel-l’area di Venezia) e nella colonna5 va indicato il codice 1 (o 2 per gliimmobili situati nel Comune diVenezia);- nel caso di cedolare seccadev’essere riportato il 100% enella colonna 5 va indicato il codi-ce 3.

CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’.Va indicato nella dichiarazione di que-st’anno anche il cosiddetto “contri-buto di solidarietà”, ovvero il pre-lievo del 3% sulla quota di reddi-to che supera i 300mila euro. Perquesto motivo nel Quadro C –Redditi di lavoro dipendente eassimilati è stata aggiunta lanuova sezione VI.

BONUS DEL 36% PER LERISTRUTTURAZIONI.Dall’anno scorso è stato soppressol’obbligo di inviare la comunicazione diinizio lavori al Centro Operativo diPescara e, conseguentemente, i daticatastali identificativi dell’immobileristrutturato vanno riportati in dichia-razione. A questo scopo è statacreata la nuova sezione III-B nelQuadro E – Oneri e spese.

RIDUZIONE DELL’ACCONTO.Il 730/2012 tiene conto, altresì, dello“sconto” (o meglio del differimento )dell’anno scorso, nella misura di 17punti percentuali, dell’acconto Irpef(82% invece del 99%) e della cedola-re secca (68% invece dell’85%). NelQuadro F- Acconti e ritenute sonostati, infatti, inseriti due nuovicampi per indicare il credito d’im-posta eventualmente già com-pensato, in fase di pagamento conil modello F 24, nel caso in cui ilcontribuente abbia versato l’ac-conto in misura piena.

IMU (IMPOSTA MUNICIPALEUNICA).Altro importante debutto è quellodell’IMU, che sostituisce la vecchiaICI. Il Quadro I, ex Ici, è statoribattezzato Imu ma il suo utilizzonon cambia: vanno indicati gliimporti a credito 2012 da utilizza-re o compensare nel modello F 24.

CINQUE PER MILLE.Novità, infine, anche per la scheda didestinazione del 5 per mille. Da que-st’anno, infatti, appare una casel-la in più a cui potrà essere desti-nata la quota della nostra Irpef.Non si tratta di destinatari specifi-ci ma di un generico “Sostegnoalle attività di tutela, promozionee valorizzazione dei beni culturalie paesaggistici”.

AlfonsoSantoli

dal 2009 al 2011 le Regioni hanno

aumentato le spese di oltre 66 milioni di euro

Secondo il Dipartimento Politiche territoriali dell’UIL èstato accertato, nonostante le promesse,” che le

spese di funzionamento delle Giunte e dei Consigliregionali sono aumentate del 5,9% tra il 2009 e il2011. L’aumento è ben ripartito tra Nord, Centro eSud, al di là del “colore” delle singole Giunte”.L’aumento più consistente, rispetto all’anno prece-dente, si è registrato in Umbria: per il funzionamentodel Consiglio regionale e della Giunta si è passati dai21,3 milioni di euro, a 29,3 milioni di euro. InPiemonte si sono spesi per i politici locali 74 milioni dieuro (9 milioni in più di euro rispetto al 2010).In Puglia, tra il 2010 e il 2011, i costi del Consiglio edella Giunta sono aumentati del 7,2%. 143 milionidi euro, circa 3 milioni di euro in più rispetto al

2010.Nel Lazio, nell’ultimo biennio, c’èstato un aumento del 2,9%. Dai 99,8milioni di euro si é passato a oltre123,3 milioni di euro del 2010, rag-giungendo la soglia dei 132 milio-ni del 2011.Nel triennio la maggiore spesa per-centuale è stata del 32,2%.La spesa più alta si registra inSicilia, dove per Giunta e Consiglioregionale si sono sborsati oltre 162milioni di euro; seguono la Sardegnacon 102 milioni di euro, laCalabria con 84 milioni di euro e laCampania con 83 milioni di euro.Alle suddette Regioni sprecone fannoriscontro quelle più virtuose. Troviamo la diminuzione più alta inLiguria con i costi del 12,3% in menorispetto all’anno precedente; nellaProvincia Autonoma di Trento inmeno del 7,2%, nella ProvinciaAutonoma di Bolzano meno 5,4%,

in Toscana meno 4,1%.In Italia la rappresentanza politica regionale è compo-sta di 1.100 consiglieri e di 250 assessori ed ècostata complessivamente nel 2011 oltre 1miliardo 177 milioni di euro. Circa 66 milioni dieuro in più rispetto al 2009.Fa gridare allo scandalo il Segretario confederaledell’UIL, Guglielmo Loy “…proprio in un momento in cuisi chiedono pesanti sacrifici ai pensionati e ai lavoratoridipendenti. E’ del tutto evidente che occorrerivedere al ribasso le indennità dei parlamen-tari e dei consiglieri regionali, così come i lorovitalizi, se non altro per un atto di equità e digiustizia sociale…”.

SPRECOPOLI

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1121 aprile 2012il Ponteil Ponte Vangelo

Molte volte, lenarrazioni evan-

geliche, impiegatenella Liturgia, comin-ciano con espressionidel tipo “in queltempo”, “in quei gior-ni”. Queste servonoa collocare il raccontoe, al tempo stesso,destano in noi lettori

un desiderio di ricerca e di compren-sione; mossi dalla domanda “in qualetempo si colloca la scena”, proviamoproprio a calarci in quel tempo. Da Lc24,1, sappiamo che la scena si svolgeil giorno dopo il sabato. Si tratta di unagiornata tutta particolare, perché erala giornata, successiva alla morte diGesù, in cui le donne, al mattino pre-sto, si recano alla sua tomba per svol-gere tutti i riti di carità prescritti, dallareligiosità giudaica, per i defunti. IlVangelo di Giovanni, proclamato ilgiorno di Pasqua, ci dice che le donnesi erano recate al sepolcro quandoancora il buio imperversava, Luca,invece, annota che era già mattino.Con questa diversa indicazione l’evan-gelista ne aggiunge delle altre circa lafede delle donne: esse, pur essendocerte ed impaurite, ricordano l’annun-cio che Gesù stesso aveva fatto dellasua morte e resurrezione, e l’annun-ciano agli Undici. Dunque, la fede nellaResurrezione faceva uscire alcuni dalleombre della paura, grazie all’annunciodelle donne e di questi due dei disce-poli, che “scappando” dal sepolcrovuoto, in Gerusalemme, sono incon-trati dal Risorto e proprio Lui si rende“vivo” in mezzo ai suoi. L’annuncio del-l’angelo alle donne recitava così:“Perché cercate tra i morti colui che è

vivo?” (cfr. Lc 24,5). E Gesù si presen-ta come un uomo vivo, fatto di ossa edi carne, un uomo che si può toccaree di cui si può fare esperienza, con cuici si può relazionare. E proprio que-st’uomo vivo, dopo aver spezzato ilpane con i due di Emmaus, spezza laParola e apre loro la mente alla com-prensione della Scrittura. Gesù nonrende semplicemente questi uominiatti a comprendere un messaggio incodice, ma li rende disponibili all’acco-glienza della Parola sostenuta dallapromessa del dono dello Spirito Santo.In altre parole, Gesù rende i suoi, cheavevano chiuso le porte a Cristo, con-sapevoli del loro ruolo nel mondo enella Chiesa nascente: loro, e non altri,sono stati costituiti e rinnovati, pur neiloro timori, testimoni di un eventogrande: la Resurrezione. E in questo sisottolinea proprio il potere della Parola,che è in grado di aprire le menti percomprendere che il posto che ilSignore ha pensato per me è unico esolo io lo posso occupare. Questa èl’intelligenza delle Scritture, questo è ildialogo con Cristo Risorto. BuonaPasqua!

«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti

i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni»

la liturgia della Parola: iii domenica di Pasqua

Stefania De Vito

Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.Dal Vangelo secondo Luca (24,35-48)

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via ecome avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fan-tasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemie guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credeva-no ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiòdavanti a loro.Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, neiProfeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo gior-no, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Questa settimana riporto l’esperienza di Padre Gian Paolo Pezzi, missionarioComboniano che più volte, nell’arco degli ultimi trent’anni, è venuto a salutarci qui

ad Avellino e portare la sua lunga esperienza nei vari continenti dove ha lavorato; attual-mente si trova negli Stati Uniti. Carissimi – ci scrive Gian Paolo – negli ultimi mesi ho fattole solite cose, la lettera mensile e il programma radio su Giustizia e Pace, il ministerosacerdotale nella nostra parrocchia e in quelle vicine, gli incontri alle Nazioni Unite e lenostre ONG (Organizzazioni non governative) ma soprattutto due esperienze hannoassorbito queste settimane. La prima: un mese in Ecuador, dove ho diretto una settima-na di esercizi spirituali, dettato un seminario su cultura e carisma, animato le comunità

di una congregazione religiosa con conferenze al nuovo senso della missione. Un’attività,questa, che mi ha portato in ben dieci città del Paese, una maratona in cui “alla tua etàpuoi lasciarvi qualche penna”, mi sconsigliavano; é che dovevo passare dai 2.800 metri di

Quito a zero quota in Machala, dai 3.500 di San Gabriel alla sponda dell’Oceano in Esmeraldas.Tutto invece è andato bene, anzi; l’accoglienza, la facilità con cui mi sono ritrovato con lo spagnolo e le tec-niche di comunicazione, i ringraziamenti dei numerosi partecipanti -laici e religiose-, la soddisfazione di chiaveva organizzato questi servizi, hanno lasciato in me una grande soddisfazione e, perché non confessar-lo, un certo orgoglio professionale, subito però ridimensionato, al rientro, nelle fredde e, a volte, vuote chie-se delle comunità inglesi in New Jersey. Poi la seconda: da alcuni anni avevo un problema a un piede; mene sono accorto durante il Cammino di Santiago, che forse lo ha acuito. Niente di grave, potevo cammi-nare e stare in piedi anche a lungo. Il sorriso un po’ ironico dei due specialisti consultati mi lasciava capi-re la scelta da fare: se intendi morire prima dei 74 anni è un’operazione inutile, se conti di vivere e cam-minare molto fino agli 80 è necessaria. Chiaro, nessuno mi voleva anticipare il futuro. Poi, la lettera di unacara persona con cui ho condiviso la missione in Burundi: “Non ti stancare mai di andare” mi ha fatto deci-dere. E ora ne sono contento. Non solo perché tutto sembra sia andato bene, ma anche perché le settimane d’immobilità mi hanno inse-gnato un paio di cosette sopra me stesso e il processo operatorio, mi hanno fatto capire tante cose delsistema americano. Medici e infermieri sono stati gentili ed efficienti, certo; ma, forse perché i chirurghi perla maggior parte affittano a ore le sale operatorie, l’impressione è di essere su una catena di montaggiomentre passi la trafila di controlli all’ingresso dell’ospedale, del reparto, della sala pre-operatoria, di quelladell’anestesia e quella operatoria: e le stesse domande ripetute sulle operazioni precedenti, le allergie, l’età,l’intervento da subire, eccetera. Se uno azzarda una risposta fuori degli scontati sì e no e dei convenevo-li, vede la catena incepparsi: “Come si sente?”, “Comeuno che ha 70 anni!”. “Scusi?”, come chi dice, “Perchénon stai al gioco?”. E allora ho capito uno dei proble-mi oggi per un’esperienza di fede: gli strumenti dicomunicazione, l’opinione pubblica, la cultura globaliz-zante, le comunità virtuali ci riducono a numeri nellamassa. Credere, percepire, sentire, vivere l’amorepersonale di Dio per ciascuno, “per me”, diviene diffi-cile. Che Dio “passi” proprio nella mia vita, perché perLui sono unico, importante, suona qualcosa di strano,fuori dal “normale”. Eppure questa è la Pasqua. SeCristo è risorto, significa - parafrasando Paolo-, che io–tu- siamo realtà profondamente personali, chiamatie capaci di risorgere oggi e ogni giorno. Un saluto edun abbraccio a tutti gli amici di Avellino e ai tanti bene-fattori che mi sostengono dal vostro Gianpaolo.

SolidaRiETà SEnza conFini

“una voce dalla missione”

Pasquale De Feo

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12 21 aprile 2012 il Ponteil PonteEcclesia

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PovERTa’ locali, nEllo SPEciFico:

1. centro di ascolto “zaccheo” – povertà delle famiglie italiane;2. centro di ascolto “babele” – povertà delle persone immigrate;3. centro di ascolto foraniale “Emmaus”:4. centro di ascolto foraniale “maria SS. di montevergine”;5. centro di ascolto foraniale “il Samaritano”;6. centro di ascolto “barabba” – povertà dei detenuti c. c. di bellizziirpino - avellino;7. centro di ascolto “i care” – povertà delle persone Senza Fissadimora;8. osservatorio diocesano sulle Povertà e delle Risorse;9. Promozione del volontariato e del Servizio civile volontario;10. casa di accoglienza “amato nicodemi x la vita” per ragazze madri;mamme con figli e sostegno all’infanzia;11. casa della fraternità “mons. antonio Forte”, mensa – dormitorio.

inviToUn Gruppo di Pellegrini di Medjugorje, insieme con Don Giuseppe Iasso, Parrocodella Chiesa dell’Annunziata e San Guglielmo, hanno ripreso il Programma diTestimonianze sulle Apparizioni e sui Messaggi della Madonna a Medjugorje, chenon si è potuto realizzare a Febbraio a causa della grande nevicata, ed INVITANOtutti i Fedeli di Mercogliano e tutti i Pellegrini devoti della Madonna di Medjugorjea partecipare:

“Testimonianze sulle Apparizioni e sui

Messaggi della Madonna a Medjugorje”.Si terranno nella Chiesa della SS. Annunziata e San Guglielmo in Mercoglianonelle seguenti date ed orari:

5 Maggio 2012 ore 17,30: Relatore Padre Tarcisio Pagnozzi O.F.M., Direttoredel Santuario Mariano di Santa Maria a Parete - Liveri di Nola (NA).Seguirà: Celebrazione della S. Messa 12 Maggio 2012 ore 17,30: Relatore Ing. Antonio Strocchia, Organizzatoredei Pellegrinaggi Mariani a Medjugorje – San Vitaliano (NA).Seguirà: Celebrazione della S. Messa19 Maggio 2012 ore 17,30: Relatore Mons. Pasquale Maria Mainolfi, Direttoredell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor hominis” – Benevento.Seguirà: Celebrazione della S. Messa

Il Parroco Don Giuseppe Iasso

5 maggio - celebrazione anniversario dellascomparsa di don Ferdinando Renzulli.

il prossimo 5 maggio ricorre l’anniversario della morte del nostro caro fratelloFerdinando, che ci ha lasciato dopo una lunga malattia per tornare alla casa del Padre.Ferdinando è stato per tutti noi un riferimento costante, un amico caro e un padreattento a tutte le necessità della nostra comunità. Un uomo grande e un sacerdotesempre impegnato nella sua missione vocazionale; la storia ci ricorda che dove lui èstato è nata un “Opera segno” della presenza di Dio e di testimonianza allacarità. La carità, infatti, è stata per lui la strada sulla quale ha sempre camminato;la carità lo ha sempre caratterizzato; la carità è la croce che lui ha abbracciato finoalla fine della sua vita terrena.In occasione del suo anniversario, il 5 maggio lo vogliamo ricordare e ringraziare.Abbiamo organizzato una giornata di commemorazione con questo programma:- ore 11,00 presso la Parrocchia S. Francesco d’Assisi – rione Ferrovia –Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Francesco Marino –Vescovo di Avellino;- ore 12,00 alla fine della Celebrazione presenteremo il bando di concorso “Premiodella fratellanza Mons. Ferdinando Renzulli”;- ore 20,00 il Teatro d’Europa di Cesinali ci offrirà lo spettacolo “Io Pierrot”.Vi chiedo di partecipare per commemorare il nostro caro fratello Ferdinando.Vi abbraccio fraternamente.

Il Direttore p. t.Carlo Mele

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1321 aprile 2012il Ponteil Ponte Cultura

Un film che racconta la vita della Beatad'Irpinia, Teresa Manganiello, vissuta

nell'Ottocento, che caratterizza le condizionisocio-economiche della realtà meridionale con-trassegnata dal passaggio dal Regno di Napoli edelle Due Sicilie al Regno Sabaudo.L’Opera filmica è una favola tenera e commo-vente, intrisa di buoni sentimenti e grande spiri-tualità, dove riveste un ruolo primario la natura,madre e sovrana, insieme al rapporto di rispettoe gratitudine. Concepito come un ideale documentodell’Ottocento“Teresa Manganiello, Sui Passidell’Amore” si alimenta di una verità di ricostru-zione sfaccettata e trasferita sin nei minimi det-tagli.

Dai costumi, replicati nel rispetto minuzioso deimodelli originali, agli scenari, tutti rigorosamen-te reali e mai ricostruiti in studio, via via sino aipiù insignificanti particolari degli arredi e delleacconciature, il film fonda la propria attendibilitàraffigurativa, narrativa ed etica sulla fedeltà, suuna veridicità socio-antropologica assoluta. La trama racconta che la giornalista FabriziaGregorini trascorre un periodo di degenza ospe-daliera a causa di una ferita riportata mentresvolgeva il suo lavoro di inviata di guerra inAfghanistan. Le giornate della paziente sono scandite dallalettura di un manoscritto, inviatole da un colle-ga, di cui è autore suo padre Alberto, con il qualenon ha più rapporti da diverso tempo. Il testo racconta del viaggio dello stesso Albertoin Irpinia alla ricerca di documenti e notizie sullaBeata Teresa Manganiello: la figura protagonistadel suo prossimo libro. Alberto, visitando quei luoghi e leggendo i docu-menti di Padre Lodovico Acernese, confessoredella Manganiello, rivive come in una rêverie lavicenda di Teresa e della famiglia Manganiello inanni di grande miseria e tormento: quelli delpassaggio dal Regno di Napoli e delle Due Sicilieall’Unità d’Italia. I Manganiello sono costretti a negare a Teresa lapossibilità di farsi suora a causa delle particolaricondizioni d’indigenza della famiglia. Teresa, tuttavia, decide di continuare da laica lasua “missione” nell’aiutare i più bisognosi e difondare, sotto l’ala protettrice di Padre Lodovico,il Terzo Ordine Francescano, che avrebbe avutocome obiettivo quello di istruire e formare lapopolazione locale; progetto che non viene inter-rotto neanche con la prematura morte di Teresaa soli ventisette anni. Alberto, cercando spunti per il suo lavoro, riescea trovare qualcosa per se stesso, qualcosa che loriavvicinerà all’amata figlia.

Vittorio Della Sala

PRESENTATO ALLA STAMPA IL FILM

SULLA BEATA DI ORIGINI IRPINE

Presentato ad Avellino il libro del giovane Vito Limone, edito da Bompiani

ORIGENE, commEnTo al vangElo di San giovanniLo scorso 3 aprile alla Biblioteca Provinciale di Avellino è stato presentato il libro: “Origene,

Commento al Vangelo di Giovanni”. L’autore è l’avellinese Vito Limone, di 21 anni. Allievo diCacciari e Girgenti, si è laureato nel 2011 alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute SanRaffaele di Milano con una tesi su Origene, appunto. Con il Commento al Vangelo di GiovanniOrigene oppose agli gnostici un’interpretazione giusta dell’evangelista; per farlo usò la tradizio-ne platonica: ”come l’Essere proviene dall’Uno, che è al di là dell’Essere, e nell’Uno ritorna, cosìil Figlio proviene dal Padre(l’Uno), e in lui ritorna”. Per saperne qualcosa di più, abbiamo inter-vistato l’autore:Scrivere un libro è impegnativo. Dove trovi la forza quando studi?Scrivere un libro è una delle esperienze più straordinarie che si possano avere. Lavorando allatraduzione del "Commento a Giovanni" ho potuto sviscerare il pensare di Origene in ogni reces-so, angolo, lato e dettaglio. Ho potuto pensare come lui, con lui e dentro di lui. Ho cercato dicapire cosa pensa, dice, crede e come crede che si possa sapere per credere, per avere fede,come sia riuscito a trovare la fede nel sapere, nella conoscenza, nel concetto di Dio. Ed entra-re nel suo pensiero, pensare con lui e come lui significa accogliere in sé una profondità e com-plessità abissale, che dà forza e, al contempo, fa tremare i polsi. Ma soprattutto trovo forzadall'amore della mia famiglia e per essa, che crede e ha sempre creduto in me, e di quelli chemi sono stati sempre vicini e mi sono adesso vicini in ogni mio lavoro e pensiero. Si tratta,chiaramente, della forza della verità: quando pensi a qualcosa di vero te ne rendi subito conto,lo senti e te ne accorgi subito. Tutto si fa luce. Tutto è chiaro, evidente. E’così evidente chenon lo metti in dubbio e lotti perché nemmeno gli altri ne dubitino. L'amore per la verità èamore per la luce.

Come è nata la tua passione per la filosofia?E’ nata all'incirca quando ero al ginnasio, precisamente mi sono innamorato della filosofia leg-gendo Benedetto Croce. E lessi tutto Croce e da lì i grandissimi Hegel, Kant, Marx, fino aSchelling e alla scoperta di quel connubio di filosofia e teologia che è la Patristica Greca- dun-que Origene. E più la studiavo più me ne innamoravo. Una passione nata semplicemente ecoltivata nel tempo. E quanto più l'ho coltivata, tanto più me ne sono innamorato, ne sonorimasto affascinato. Perché? Nel fare filosofia, secondo me, c'è qualcosa che non vedo in nes-sun'altra pratica, perché fare filosofia significa non solo pensare - cosa che tutti fanno - maprovare a pensare nel modo più alto. In questo senso, è evidente che fare filosofia non puònon essere anche pensiero di Dio. Fare filosofia mi sembra che sia pensare il limite estremodei nostri pensieri, ossia fino a dove e fino a quanto il nostro pensiero può spingersi. Significavedere se il nostro pensiero può spingersi -perché no - oltre se stesso. L’iniziativa “Borgo dei filosofi” sensibilizza al pensiero. Credi sia utile realizzare unforum irpino, luogo di dibattito culturale e sociale,che proponga alla gente progettiapplicabili? Il Borgo dei Filosofi consente la presentazione di voci di filosofi ed intellettuali del panoramanazionale ed internazionale al pubblico, è un'iniziativa che viene dall'alto e si immerge nellacittà. Secondo me, dovrebbero nascere iniziative"dal basso", dalla città stessa. Esistono nume-rosissime associazioni ed organizzazioni culturali ad Avellino e credo che l'ideale sarebbe pro-grammare incontri periodici in cui tutte queste organizzazioni ed associazioni -che contano unacospicua partecipazione anche di giovani- si confrontino su temi diversi. Questa, direi, deveessere la vera sfida:unire le diverse voci che già esistono. é bene cercare delle voci dall'ester-no, ma è anche bene -secondo me- sfruttare le potenzialità che la città ha già.

Francesco Varricchio

REdazionE culTuRa, SPoRT E SPETTacoli

cooRdinaTRicE Eleonora davide

[email protected]

Quattordicesima “giornata della cultura”di Alfonso d’Andrea

Anche quest’anno il Ministero per i BeniCulturali ha indetto la Settimana della

Cultura, che è giunta alla sua quattordi-cesima edizione. Essa ha avuto iniziosabato scorso, 14 aprile, e si concluderàdomani, domenica 22 aprile.Lo scopo di questo evento è quello di faci-litare l’incontro dei cittadini con l’immen-so patrimonio artistico e culturale italianoOrmai, è da ventisette anni (prima comeSettimana per i Beni Culturali, poi dal1998 ribattezzata Settimana dellaCultura) che questo appuntamento apregratuitamente i luoghi statali dell’arte diproprietà del Ministero per i Beni Culturali(monumenti, musei, aree archeologiche,archivi, biblioteche), per attuare unagrande festa diffusa sul territorio.Con questa iniziativa – è il caso di sottolineare – si vuole ribadire che il Patrimonio culturaleappartiene al quotidiano di tutti noi e che oltre ad usufruire per la nostra crescita ed arricchi-mento personale, siamo chiamati anche a proteggerlo e ad assicurarne la trasmissione allegenerazioni future. Anche per questa quattordicesima edizione le iniziative organizzate ad Avellino ed in provinciasono state diverse. Infatti, il sipario sulla edizione di quest’anno si è alzato il 14 aprile con ilconvegno organizzato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno eAvellino, sul tema: “I catasti storici post-unitari dei centri urbani dell’Irpinia”, che si è svoltopresso l’ex Carcere Borbonico. Per tale occasione è stato presentato il volume di Cristina Iterarsu “Ricostruzione/rifondazione dei centri dell’Irpinia dopo i terremoti storici di epoca moderna.Le politiche di intervento urbanistico”. Ne hanno discusso il professor Francesco Barra,dell’Università di Salerno; la professoressa Teresa Colletta, dell’Università di Napoli; l’architet-to Paolo Mascilli Migliorini, della Soprintendenza dei Beni Architettonici di Napoli e Provincia. Adintrodurre il convegno è stato il soprintendente di Avellino, dottor Gennaro Miccio.A cura dell’Archivio di Stato di Avellino, invece, è stato organizzato il convegno sul tema:“Protoindustria e manifatture nelle aree del Principato Ultra: i percorsi cartografici”, che si èsvolto ieri, 20 aprile. All’assise, che si è svolta nei locali dell’Archivio di Stato, hanno preso partela padrona di casa, dottoressa Gerardina Rita De Lucia, i docenti universitari Francesco Barrae Giuseppe Cirillo.Le mostre organizzate per questa Settimana della Cultura sono state: “I catasti storici post-unitari e le piante ricostruttive dei centri urbani dell’Irpinia”, presso l’ex Carcere Borbonico, equella cartografica allestita nei locali dell’Archivio di Stato.Gli appuntamenti in provincia sono stati a Montefusco con l’apertura dell’ex Carcere Borbonicoe la mostra “Fior di tombolo: pizzilli e poesie tra le sbarre” ed il convegno “Dall’antico Spielbergagli istituti di pena moderni” e la conferenza regionale Volontariato e giustizia e la Federazioneinternazionale città sociale con l’intervento di Luigi Fandelli, in rappresentanza della Caritas dio-cesana di Avellino.

TERESa manganiEllo,Sui PaSSi dEll’amoRE

Nel Carcere Borbonico di Montefusco si conclude la quattordicesima Settimana della Cultura. La“prigione” che è sede del Museo “Lo Spielberg del Risorgimento Meridionale”, ospiterà la mostra“Pizzillo e poesia tra le sbarre (la libertà ha il volto dei fiori)”, nella sezione “La Bottega del Tombolo"e nella sezione storica “Lo Spielberg dell'Irpinia”. Una mostra che combina la tradizione del mer-letto al tombolo, apprezzata in tutto il mondo, e il tema della carcerazione, generando spontanea-mente le dovute riflessioni su temi come la libertà e la giustizia. A tal proposito, è giusto ricorda-re la collaborazione della Conferenza Regionale Volontariato e Giustizia della Regione Campania edella Federazione Internazionale Città Sociale. Mancano ancora due giorni per visitare la mostra,che terminerà il 22 aprile. Gli orari di visita vanno dalle 10,00 alle 12,00 di mattina e dalle 16,00alle 20,00 il pomeriggio, mentre la domenica dalle 10,00 alle 13,00.

Flavio Uccello

monTEFuSco, QuaTToRdicESima

SETTimana dElla culTuRa

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14 21 aprile 2012 il Ponteil Ponte

un TuFFo nEl PaSSaTo di Antonietta Urciuoli

LA VENDITRICE DI NOCIIl sisma del 23 novembre 1980 cancellò del tutto Piazza del Popolo. Conquesta nuova rubrica, intendiamo rievocare il ricordo di questa piazza con“Un tuffo nel passato”, nella speranza che tanti avellinesi, nel rivedere iluoghi della propria infanzia, possano rivivere il proprio ieri, per ritrovaregli intramontabili valori del loro vissuto e della loro terra.

La venditrice di noci fresche aveva tra le mani ungrande piatto spiano che mostrava ai passanti.In esso in bella vista, invitanti all’acquisto, c’erano nociaperte a metà, dal gheriglio color bianco rivestito diuna leggera pellicola.A terra aveva due cesti, in uno di essi spiccava il verdedegli involucri che ricoprivano le noci.In un altro c’erano le noci fresche prive del mallo.Quando la venditrice lo spaccava si tingeva le mani diun colore rugginoso che era difficile da far sparire.Le noci con il guscio venivano acquistate per prepara-re il “nocino”, un liquore digestivo che non dovevamancare nelle nostre case.Le noci senza il mallo si presentavano ai nostri occhicon il loro guscio legnoso e rugoso di un colore mar-rone molto chiaro che sapeva tanto di nuovo.Prima di mangiare le noci fresche, bisognava toglierela pellicola, minuziosamente, ma quella perdita ditempo veniva compensata dal sapore squisito che siprovava nel gustarle e che è differente da quello chesi prova con le noci secche.

Il gheriglio è diviso in quattro spicchi, in alcune famiglie povere, degli spicchi venivano dati aibambini che li accompagnavano con il pane e quella era la loro cena. Le noci più pregiate matu-rano a Sorrento ma anche le nostre, quelle irpine, sono ottime e vengono regalate durante ilperiodo natalizio insieme alle nocciole.

Auguri Mario

Domenica 22 Aprile 2012, Mario Spina avrebbe compiuto 18 anni. Ma il Signore lo haanzitempo chiamato a sé, perché aveva bisogno di un Angelo, di un Angelo Speciale.Mario sostienici e proteggici sempre con il tuo amore e con la tua immensa fede.

Un angelo tra noi

Quando nasce un angelo,la sua casa la sceglie il Signore

tra quelle dei suoi figli prediletti.

Egli, subito, volge lo sguardo alcuore della madre, perché sa

che potrà contenere tuttol’amore che quel figlio speciale,

dal primo suo vagito, saprà donare.

Fin dai suoi primi incerti passi,l’angelo avrà chiaro il suo cam-mino. Le sue parole, dense disenso, saranno udite da chi

saprà ascoltare.La sua vita sarà un esempio

per chi saprà vedere.

I puri di cuore avranno la gioiadi condividere con lui la propria

vita, per il tempo che NostroSignore avrà avuto la bontà di

donarlo al mondo.

E il suo amore abiterà per sem-pre nei loro cuori, e sovrasterà ildolore del distacco, e non per-

metterà al rimpianto di spegnereil sorriso per la gioia di averimparato da lui ad amare.

A Mario per i suoi 18 anniLucia Ausiello

Domenica 22 Aprile alle ore 18.00 la Corale Polifonica Monteforte terràun concerto in ricordo di Mario presso la Parrocchia S.Maria Assuntain via Nazionale Torrette, Mercogliano.

O F F E R T E P E R I N O S T R I S AC E R D O T I . U N S O S T E G N O A M O LT I P E R I L B E N E D I T U T T I .

C H I E S A C A T T O L I C A - C . E . I . C o n f e r e n z a E p i s c o p a l e I t a l i a n a

I SACERDOTI AIUTANO TUTTI.AIUTA TUTTI I SACERDOTI.Ogni giorno 38.000 sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità,

conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto:

di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento

Clero e vengono distribuite tra tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose,

che possono contare così sulla generosità di tutti.

Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalità:

Conto corrente postale n° 57803009Carte di credito: circuito CartaSi chiamandoil numero verde 800.82.50.00o via internet www.insiemeaisacerdoti.itBonifico bancario presso le principali banche italianeDirettamente presso l’Istituto Sostentamento Clero della tua diocesi.

L’offerta è deducibile:

Per mag gior i informazioni consul ta i l s i to : w w w. ins iemeaisacerdot i . i t

Per chi vuole, le offerte versatea favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero sono deducibili fino ad un massimo di 1032,91 euro annui dal proprio reddito complessivo ai fini del calcolo dell’Irpefe delle relative addizionali.

A MANOCALZATI SI INAUGURA L’ORGANODI SAN MARCO EVANGELISTA

Domenica 22 aprile alle ore 19,00, presso la Chiesa di San Marco Evangelista aManocalzati S.E. il vescovo Francesco Marino presiederà l’inaugurazione dell’orga-no restaurato dalla ditta abruzzese Bottega d’Arte Organaria “PonzianoBevilacqua” di Torre dei Nolfi. Dopo la cerimonia l’organista Maurizio Severino eil soprano Romilda Festa eseguiranno un concerto di musica sacra.

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1521 aprile 2012il Ponteil Ponte

Dal 20 al 22 aprile presso il nuovo centro fieristico “Fiere della Campania” sito ad Ariano Irpino, nella valledell’Ufita, Sud con Gusto presenta il meglio delle produzioni agro-alimentari del Meridione. L’evento, così come il centro fieristico, nasce con l’intenzione di favorire il rilancio dell’economia locale fatta ditante piccole e medie imprese, quotidianamente impegnate nella produzione e salvaguardia delle eccellenzeenogastronomiche che hanno reso famoso il Sud Italia.L’appuntamento con Sud con Gusto prevede la presenza di aziende di qualità nel mondo della gastronomiaper valorizzare e migliorare, attraverso lo scambio di idee e gli incontri, la produzione tipica del Sud Italia. All’interno di Sud con gusto troverete piccole e medie imprese che presenteranno i loro prodotti realizzati concura e seguendo la tradizione alimentare del sud per garantire il sapore unico e la freschezza dei prodotti. Contoalla rovescia, quindi, per l’inaugurazione del nuovo Centro Fieristico Fiere della Campania, che aprirà i battentivenerdì 20 aprile. Il Centro Fieristico sorge nel cuore della Valle dell’Ufita, sul territorio del Comune di Ariano Irpino, in una posi-zione strategica a ridosso dell’Area Industriale e a pochi chilometri dall’uscita del casello autostradale diGrottaminarda. L’opera, realizzata dalla Comunità Montana dell’Ufita, iniziata con il Presidente GiuseppeSolimine e completata dall’attuale Presidente Oreste Ciasullo, con un investimento regionale di circa 6 milionidi euro, si trova in una fortunata area geografica, al centro tra il Tirreno e l’Adriatico, facile punto di incontro tra Campania, Lazio, Molise, Puglia e Basilicata. Il Centro Fieristico si candida, dunque, ad essere futuro protagonista dello sviluppo locale e un efficace volano per la ripresa dell’ economia delle aree interne della Regione Campania, come dimostra l’am-pio calendario di iniziative previste per il 2012.L’Inaugurazione Ufficiale coincide proprio con la prima di queste: la fiera “Sud con gusto. Guarda, Scegli, Assaggia, Compra.”, che è stata inserita dalla Regione Campania nel calendario delle FiereNazionali Italiane. Indirizzo: Località Casone-Ariano Irpino (Av)Sito web: www.fierecongressi.eu

Vittorio Della Sala

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16 21 aprile 2012 il Ponteil Ponte