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il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia [email protected] ANNO XXXIX - N°. 12 - euro 0.50 30 Marzo 2013 www.ilpontenews.it “Et veritas liberabit vos” Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino METAL PLAST zona industriale San Bartolomeo in Galdo (BN) www.metalplastitalia.com [email protected] é RISORTO!

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il ponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

[email protected] XXXIX - N°. 12 - euro 0.5030 Marzo 2013

www.ilpontenews.it

“Et veritas liberabit vos”

Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

METALPLAST

zona industrialeSan Bartolomeoin Galdo (BN)

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é RISORTO!

Il PonteIl Ponte2 30 Marzo 2013

I l concorso è organizzato dal Serviz io C.E.I . per la promozione del sostegno economico al la Chiesa cattol icain co l laboraz ione con l ’Uff ic io Naz iona le C.E. I . per l ’educaz ione, la scuola e l ’un ivers i tà e con i Caf Ac l i .

330 Marzo 2013Il PonteIl Ponte AttualitàUn PAPA dIvERSO

di Luigi Barbarito*

L’elezione imprevista dell’arcivescovo di BuenosAires e cardinale argentino a succedere a

Benedetto XVI, ha dato luogo ad una esplosionedi gioia, di simpatia e di speranza. Per chi èsopravvissuto ai giorni dell’inizio del ConcilioVaticano Secondo sembra di rivivere quella pri-

mavera di speranza e di grande attese nella Chiesa e nel mondo.Papa Francesco, votato a grande maggioranza dai cardinali elet-tori riuniti in conclave nel pomeriggio del 13 marzo del 2013,entra con l’aureola della novità e della sorpresa nel magnificoelenco dei Papi del dopo Concilio- Egli succede a Pietro, il pesca-tore di Galilea, investito da Cristo con il compito di pascere il suogregge a partire dalla Chiesa che è in Roma, della quale fuvescovo e la irrorò col suo sangue, rendendola degna di presie-dere nella carità a tutte le altre Chiese.Papa Francesco, come ha voluto chiamarsi il nuovo eletto, inten-de riportare la Chiesa tra la gente di ogni razza e condizione, masoprattutto tra i più poveri, umili e indifesi e deboli, preferiti dal-l’annunzio evangelico di Cristo. Questa specificità è confermataanche dal fatto di essere il primo Papa che viene da molto lon-tano, “dalla fine del mondo” come egli stesso ha detto, da unnobile paese di quel continente latino-americano che è diventa-to il serbatoio della fede e delle speranze della Chiesa Cattolica. Jorge Mario Bergoglio è figlio di italiani emigrati dal Piemonte alvasto e ricco paese del Rio della Plata in cerca di un futuro miglio-re, e conosce pertanto le dure realtà dell’emigrazione, gli inizidifficili, la sofferenza e la fatica, le delusioni e le rinunzie, maanche l’ amore e il caldo degli affetti familiari, la fede dei padri e

la solidarietà, la tenacia e la dignità di uomini liberi. Egli è ancheil primo religioso della Compagnia di Gesù a sedere sulla catte-dra di Pietro, capace di portarvi la profonda spiritualità ignazia-na, fatta di preghiera, di studio, di disciplina, di apostolato e diazione missionaria. Ci ha anche piacevolmente sorpreso pren-dendo il nome di “Francesco”, il Poverello di Assisi appassionatodi Cristo, amante del Creato, simbolo della tradizione italica diumanità, di bellezza e di solarità. Con questo nome egli ha volu-to evidenziare la sua preferenza per una Chiesa povera e dipoveri, che fu aspirazione di non pochi Padri del Concilio, sensi-bili alle miserie e all’umiliazione di milioni di esseri umani special-mente dei paesi sottosviluppati del mondo. Nel nuovo Papadiventerà più sentito e convincente il grido di giustizia e di liber-tà che viene dai paesi colpiti dalla indigenza, dal sottosviluppo edalle malattie. Nella scelta di questo Papa, insolito e diverso, fuoridal contesto culturale italo-europeo, la Chiesa guidata dalloSpirito Santo ha dato al mondo incredulo e diffidente un chiarosegno di vitalità e di vigore, di fede e di ottimismo.Fin dal primo contatto con la folla entusiasta il nuovo Papa havoluto ricordare che la misericordia di Dio è senza limiti perquanti la invocano e accoglie chiunque ad essa fa appello. La Chiesa è ministra di questa misericordia e si mette a serviziodegli uomini per ridare ad essi fiducia, pace e certezze per unavita operosa e serena nella solidarietà e nell’amore reciproco.Il nuovo Papa ha anche ricordato a quanti hanno autorità, sianella Chiesa che nella società civile, che il modo migliore di usareil potere è di servire gli altri e non di usarli per la propria vanitàe interessi. Un chiaro messaggio il suo, semplice ed essenziale,tanto più apprezzabile in quanto offerto con umiltà e rispetto.Egli è conscio, come pastore sperimentato di anime, che il suoservizio da Papa sarà tanto più accettato e fecondo quanto piùesso apparirà centrato su Cristo e sul Vangelo e lontano dallatentazione di autoreferenza alla sua privilegiata posizione e dallapopolarità che la circonda. Solo spogliandosi dalle manifestazio-ni pompose e arcaiche dell’autorità, egli potrà meglio identificar-si con la missione di maestro, sacerdote e profeta che gli vieneda Cristo. Solo così egli potrà riuscire a riaprire le finestre delVaticano e dei dicasteri della Curia Romana alla ventata di veri-tà, di coerenza morale e di fedeltà da tutti avvertita. La collegia-lità episcopale effettiva, le strutture amministrative semplificatee la partecipazione del laicato rafforzata faranno sentire almondo che la Chiesa è veramente madre e maestra, esempio dicomunione fraterna e di fede, dove i poveri sentiranno di nuovodi essere i più amati.

*Nunzio Apostolico Emerito

é RISORTO PER nOI di Mario Barbarisi

E’ Pasqua! Risorgiamo anche noi. Risorgere significarinascere, nascere a vita nuova. E’ questo il senso

dell’augurio che scambiamo con amici e parenti in que-sti giorni. La Quaresima è il tempo di preparazione chedovrebbe servire a ciascuno di noi per cambiare, per ri-nascere. I segni della liturgia hanno un significato preci-so:il periodo ha avuto inizio con la funzione del Mercoledìdelle ceneri; durante la celebrazione chinando il capo ilsacerdote ha lasciato cadere su di noi la cenere dellepalme e ha pronunciato la frase: “Convertitevi e credeteal Vangelo”. La Quaresima è tempo di conversione percelebrare la Pasqua, tempo di rinascita. Ma la ri-nascitaè solo una questione di fede? Secondo San Paolo, lamorte è il prezzo del peccato (Romani 6,23), Satana hail potere sulla morte (Ebrei 2,14), ma è solo Dio che

salva, l’Altissimo dà la vita ai morti e chiama all'esistenza anche ciò che non esiste. Cristo resuscita per la nostra giustifica-zione (Romani 4,25). Il Salvatore ha fatto diventare l'uomo nuova creatura e gli ha donato nuova vita. Viviamo con gioia eletizia questo tempo. Come ha detto Papa Francesco, durante la prima omelia, “l’odio, l’invidia e la superbia sporcano la vita”,

essi sono un vero ostacolo alla ri-nascita di ogni cristiano. Se, in questa Quaresima, abbiamo davvero imparato a cammi-

nare con Cristo, non dobbiamo e non possiamo avere paura, come ha sottolineato il Papa, della bontà e neanche della tene-

rezza, di custodire la gente, aver cura di tutti, di ogni persona e cosa (Creato), con amore, specialmente dei bambini, dei

vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.

Auguri di Buona Pasqua a tutti Voi e alle persone a cui volete bene.

L’invito di Papa Francesco ai giovani: «Non fatevi rubarela speranza» suona come un monito significativo alla

cultura dominante, fortemente influenzata da visioni eco-nomicistiche che considerano le persone o come merimezzi per produrre profitti o come esuberi superflui eingombranti. Una delle implicazioni negative di questa ridu-zione economica del valore persona è la rottura dei legamisociali e delle relazioni comunitarie: l’uomo nega di esse-re il custode di suo fratello e afferma – praticandolo con unaleggerezza spaventosa – il diritto di abbandono. Una socie-tà civile che conosce solo il valore d’uso e il valore di scam-bio, non sa più vedere i volti e le storie di vita, il valore dellerelazioni umane, le bellezze del mondo naturale, la luce delfuturo. Da questa deriva Papa Francesco invita i giovani anon scoraggiarsi, non solo, ma ad essere attivi e vigilantiper non farsi rubare il più prezioso patrimonio da essi pos-seduto, la speranza, facendo chiarezza anche su unaespressione molto abusata – la speranza è sempre l’ultimaa morire – riaffermando la capacità dei giovani per custo-dire una speranza che non muore mai. L’invito del Papaai giovani ha come destinatari tutti coloro che giovani nonlo sono più, ma hanno esperienza, strumenti, potere edovere di costruire legami comunitari, propositi e proposteper testimoniare la nostra speranza. In particolare per i cri-stiani laici, impegnati nel vasto mondo del terzo settore, sitratta di ri-costruire (imparando nuovamente dallavita di Gesù) forti relazioni personali e comunitariedi vicinanza, di libertà e di coraggioso annuncio allaresurrezione. Si tratta di ri-apprendere a vivere e di ri-proporre legami gratuiti (liberi, reciproci, che rispondono aduna logica del dono); di vivere e testimoniare la nostra fedenella gratuità in cui la riceviamo; di difendere sempre i dirit-ti dei poveri, ossia di tutti coloro – e sono tanti oggi anchenella nostra società italiana- che debbono conquistarsi ognigiorno il pane con il proprio lavoro (pensiamo alla persone

che non hanno tutele, che sperimentano sulla propria pellela precarietà); di essere vicini particolarmente agli ultimi, aipiccoli, ai portatori di disabilità, a coloro che vengonoabbracciati da Papa Francesco, fuori dagli schemi precosti-tuiti dagli addetti alla sua tutela personale. Convertirsi aipiccoli e ai poveri comporta cambiamenti nell’orientamen-to profondo del nostro cuore, come conversione a Dio. Nonbasta la simpatia per i piccoli e i poveri, non basta la dispo-nibilità ad aiutarli quando è possibile in tutti i loro bisogni.Non basta impegnarsi in progetti per la loro crescita e perla loro liberazione. E’ necessario riconoscere che sono loroi nostri liberatori: occorre farsi liberare da loro perpoterli aiutare, a nostra volta, a liberarsi. Di questadinamica incarnata dal magistero di Papa Francesco, siamocerti perché è la dinamica del regno che Dio ci ha rivelatoin Gesù Cristo (Mt, 25-40).

Gerardo Salvatore

«NoN fatEvi rubarE la spEraNza»Monito significativo del Papa alla cultura dominante, fortemente influenzatada visioni economicistiche che considerano le persone o come meri mezzi

per produrre profitti o come esuberi superflui e ingombranti

4 30 Marzo 2013 Il PonteIl PontePolitica

Da più parti ci si chiede: riu-scirà Bersani a formare il

governo? Quando il Ponte andrà in edicola leconsultazioni si saranno concluse,il leader del PD sarà già salito alColle e Napolitano avrà già deciso.Ora, malgrado ogni buona volontàè quasi certo che il risultato noncorrisponderà ai desideri ed alle

aspettative di Bersani e del suo partito.Innanzitutto, perché c’è il NO deciso delMovimento 5Stelle: un rifiuto motivato dall’op-portunità di rispettare l’impegno con l’elettorato,con l’impossibilità di dare la fiducia ad un parti-to indicato tra i corresponsabili della mala politi-ca. La risposta è stata facile: non possiamo

fidarci!

Dall’altro lato, c’è la posizione conflittuale con ilPDL di Berlusconi. Non convince l’idea di rifiutareogni possibile intesa di governo con gli uomini delCavaliere e nel contempo immaginare di poterraggiungere un’intesa sulle riforme istituzionali(legge elettorale inclusa).Sul punto, è emblema-tica la posizione di chi, nella destra, dice: se

siamo impresentabili per governare insie-

me il Paese lo siamo, allo stesso modo, per

fare le riforme che servono!

Perciò, il tentativo Bersani non andrà a buon fine!L’idea degli otto punti per il cambiamento nonbasta a far cambiare idea a Grillo. Un possibilecompromesso sulla scelta del nuovo Presidentedella Repubblica non è sufficiente a convincereBerlusconi. Né servirà a qualcosa l’ipotesi di ungoverno di rinnovamento, con la partecipazionedi tante intelligenze e capacità esterne ai partiti. Eppure un’idea potrebbe scompaginare ognisoluzione studiata a tavolino.Ecco, ci chiediamo: se il PD vuole, veramente,il cambiamento, se vuole, finalmente, fare leriforme che propone e vuole dare un segna-le di novità ai cittadini, perché non sceglie lastrada dell’umiltà e del servizio rispetto alprogetto che dice di voler realizzare? In altre parole, la soluzione è questa, i dirigentidel PD dicano al M5S: è vero, ci avete circondati

e noi ci arrendiamo! Perciò, tocca a Voi guidare il

governo del cambiamento, se veramente lo

volete! Noi vi daremo i nostri voti, determinanti,

purché le vostre scelte, relativamente al governo,

siano scelte di qualità: persone competenti,

capaci, oneste e preparate, a partire dal

Presidente del Consiglio. Quanto al programma,

ci riserviamo di votare (o concordare) le scelte

che riterremo utili ed efficaci per realizzare il

cambiamento che anche noi vogliamo realizzare!

Per dirla in breve: niente politichese; tutto allaluce del sole ma finalizzato a quei risultati cheappaiono inevitabili ed assolutamente necessariper ricostruire la fiducia dei cittadini nella Politica.Qualcuno potrebbe chiedere: perché il PDdovrebbe fidarsi del M5S? La risposta èsemplice: perché potrebbe essere l’unicomodo per dimostrare di potersi fidare di séstesso! Cioè per verificare se effettivamentetutti, nel partito, vogliono cambiare laPolitica! Parliamo d’altro.Quelli che stiamo vivendo sono giorni moltoimportanti anche per il futuro della nostra città.Si preparano le liste elettorali, si scelgono i candi-dati a sindaco, si organizzano i programmi e simettono in campo tutte le risorse utili per vince-re. Vi saranno centinaia di candidati sicché in ognifamiglia si creeranno tensioni ed attriti: perchéuna volta accettata la candidatura ognuno vorràfare, almeno, bella figura! Perché pochi avrannol’intelligenza, prima di accettare la proposta dicandidarsi, di chiedere un consenso preventivoad amici e parenti.

Un amico che stimo mi ha già chiesto di dargliuna mano per le primarie del PD: gli ho dato deiconsigli e non nego che mi piacerebbe che vin-cesse! Tuttavia, mi sto convincendo che, questavolta, non debbo lasciarmi tentare dalla stimapersonale per qualche candidato: debbo fare unascelta coerente con le idee più aderenti alle mieaspettative!Ecco, sono convinto, come molti avellinesi, che laclasse politica che ci ha guidato negli ultimitrent’anni merita di essere mandata a casa!Tutti, nessuno escluso: anche quelle perso-ne, intelligenti e preparate, che hanno maleutilizzato le qualità ed i carismi di cui eranodotati!Credo, per questo, che nessuna delle scelte chesaranno fatte da questi partiti e da questi schie-ramenti politici meriti apprezzamento. In altreparole, non possiamo fidarci più, né di costo-ro, né dei loro amici e nemmeno di tantebrave persone, provenienti dalla cosiddettasocietà civile, che saranno disponibili a fareinutili trasfusioni di “buone idee, buoni pro-positi o buoni comportamenti”. Perché,l’esperienza ci insegna che, quando ci si trova difronte ad un brutto cancro, le trasfusioni servono,solo, ad allungare i tempi del trapasso!Questa volta, gli avellinesi potrebbero vin-cere la loro battaglia di “liberazione” dacerta politica, da certi comportamenti e dacerti personaggi!

Il Movimento 5Stelle, senza l’apporto dei singolicandidati, ha raggiunto il 18% dei voti. E’ in crescita, perché è scontato il giudizio nega-tivo sugli amministratori e sui partiti di opposizio-ne. Non solo, ma considerate le divisioni neglischieramenti, è probabile che possa arrivare alballottaggio.Allora che fare? L’idea è semplice ed è rivolta agliavellinesi, stanchi di sopportare la mala politica ela cattiva amministrazione che ha messo inginocchio la nostra città: innanzitutto ai giovani,poi a quei professionisti, impiegati, operai, pen-sionati, artigiani, insegnanti, commercianti edimprenditori che non sopportano più l’incapacitàdi questa classe dirigente!Aiutiamoli a vincere! La soluzione più effica-ce potrebbe essere quella di organizzareuna “lista della speranza che appoggi il can-didato sindaco del Movimento 5Stelle. Simettano insieme tutte le persone “libere edi buona volontà” che vogliono rendere unservizio alla città! Trovino le occasioni per discu-tere, per ragionare e per decidere un impegnonuovo e diverso a favore della nostra comunità:non per occupare un posto in ConsiglioComunale ma per dare un contributo al cambia-mento altrimenti impossibile! E’ un’occasioneunica che potrebbe non capitare più!Se dovessero ripetersi i riti e le scelte del passa-to, dopo, sarà inutile piangere o lamentarsi. I soli-ti noti avranno prevalso ancora una volta. Vi sarà,pure, qualche faccia nuova ma la musica noncambierà: anzi i soliti direttori d’orchestra si sen-tiranno ancor più autorizzati a guidare la “banda”ed a decidere (il peggio) per tutti. Anche per noi,modesti sognatori di provincia!

AlfonsoSantoli

Bisaccia e Sant’Angelo dei Lombardi, inaugurata

l’elisuperficie senza l’elicottero, spesi oltre 500mila euro

Dopo aver descritto per tante volte gli sprechi italiani ci interessiamo per la prima volta anchedell’Irpinia.

Nei giorni scorsi è stata inaugurata l’elisuperficie, abilitata anche ai voli notturni, adiacentela struttura polifunzionale per la salute di Bisaccia, costruita conforme alle norme previ-ste dal regolamento emanato dall’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile). Però l’elicot-tero a causa delle difficili condizioni meteorologiche (della neve, della nebbia e del vento) nonè arrivato.La Sanità irpina, per la seconda volta, dopo quella di Sant’Angelo dei Lombardi, ha scrit-to con quella di Bisaccia un’altra inqualificabile pagina nera nella sua storia.Come si ricorderà, il 1° febbraio dello scorso anno, a Sant’Angelo dei Lombardi, a causa delforte vento e della neve l’elicottero non riuscì ad arrivare a destinazione, nonostante la eli-superficie da poco inaugurata nei pressi della struttura ospedaliera, per portare in due occasio-ni in un altro ospedale attrezzato due malati gravi. Non mancarono in quelle occasioni lerisentite proteste da parte degli amministratori e dei sindacati.Per quanto riguarda il flop di Bisaccia, il direttore sanitario Ingegnere Florio si è così giustifica-to “L’elicottero è pronto ad arrivare, ma ci sono problemi non certamente di neve, ma di visi-bilità e quindi si sta aspettando una schiarita per dare la possibilità all’elicottero di sca-valcare le montagne …” nonostante, aggiungiamo noi, l’elisuperficie di Bisaccia fosse lapiù moderna del sistema dell’Italia Centromeridionale. Per fortuna si trattava di un’inau-gurazione e non di un caso reale, che poteva portare anche ad esiti mortali.Alla luce di quanto accaduto, ci vengono spontanee due domande, dopo il flop di Bisaccia: 1) Eraproprio necessario sprecare per le due elisuperfici (quella di Sant’Angelo e quella diBisaccia) 500mila euro (pari a un miliardo delle vecchie lire) dal momento che gli elicotterida utilizzare, sembra, non abbiano le caratteristiche necessarie ed essenziali per que-ste zone di montagna? – 2) i progettisti e i collaudatori degli eliporti in questione sono mai stati sui posti prescelti?Conoscevano l’orografia della zona, la velocità del vento che in alcuni posti (sulFormicoso, ad esempio, dove sono le pale eoliche, supera spesso i 100Km orari)? Le con-dizioni proibitive del tempo da settembre a giugno?Una cosa è certa ed inconfutabile, almeno fino ad oggi, che le elisuperficie che avevano ilcompito di salvaguardare i cittadini irpini in caso di emergenza, nonostante fossero statecostruite in base alle normative previste dall’Ente Nazionale per la Protezione Civile, sisono dimostrate inidonee alle zone prescelte, e, quindi, morale della favola, se voglia-mo ancora sopravvivere dobbiamo raccomandarci solo al Signore.Purtroppo l’Alta Irpinia sta pagando a proprie spese certe discutibili decisioni prese a tavo-lino (a cominciare dal Piano Sanitario Regionale) da coloro i quali, ignorando le caratteristichee le esigenze delle nostre zone, hanno effettuato indiscriminati tagli alla Sanità locale conil ridimensionamento degli Ospedali “Criscuoli” di Sant’Angelo dei Lombardi e “DiGuglielmo” di Bisaccia, spendendo al tempo stesso inutilmente migliaia di euro peropere (elisuperfici) che si sono rivelate non rispondenti alle esigenze problematiche, emer-genziali e sanitarie in Alta Irpinia, anche in assenza del piano complessivo emergenziale.Le Organizzazioni sindacali, nel criticare le scelte fatte dall’Asl richiedono un incontro con tutte leparti sociali, al fine di evitare la realizzazione di altre costose ed inefficienti strutture dicontorno e di promuovere per contro un modello organizzativo che tenga davvero conto dellarealtà della provincia e non di astrusi studi o ragionamenti effettuati solo sulla carta…

SpreCOpOlI FIdARSI O nOn FIdARSI

MicheleCriscuoli

530 Marzo 2013Il PonteIl Ponte

6 30 Marzo 2013 Il PonteIl PonteFisco

MODIFICATe le perCeNTUAlI DI DeTrAIBIlITA’ DeI COSTI AI FINI IrpeF

““AA TTUU PPEERR TTUU CCOONN IILL FFIISSCCOO”” a cura di Franco Iannaccone

nOvITA’ FISCALI PER LE AUTO

Il rapporto tra il fisco e le auto non ècerto dei più semplici e tranquilli. Infatti

le modifiche normative alla deducibilitàdei costi delle auto aziendali e della detra-zione dell’IVA sono, purtroppo, molto fre-quenti.Dopo una tregua normativa durata addiritturasei anni, il regime di deducibilità fiscale delleauto è stato nuovamente rivisto nel corso del2012 attraverso un’operazione il cui unicoscopo è stato quello di apportare nuovo getti-to alle casse dell’Erario.Durante il 2012 sono state addirittura duele modifiche normative al regime di dedu-cibilità dei costi delle auto di imprese eprofessionisti dal reddito d’impresa.Nessuna novità, invece, sul fronte delladetrazione dell’IVA che rimane ferma allaregola generale del 40%, salvo le ipotesidi detraibilità integrale.Entrambe le suddette novità sono in vigo-re dal 1° gennaio 2013 e, pertanto, possonoessere riassunte e spiegate assieme.La prima modifica al regime di deducibili-tà dei costi delle auto aziendali è stataintrodotta dalla c.d. Riforma Fornero(Legge n. 92/2012) con la quale si è stabili-to, come decorrenza appunto dal 1° gennaio2013, la riduzione delle percentuali dideducibilità fiscale delle auto aziendali dal40% al 27,50% e la riduzione dal 90% al70% dei veicoli concessi in uso promiscuoai dipendenti per la maggior parte delperiodo d’imposta.Prima ancora che le suddette modifiche entras-sero in vigore, la legge di stabilità 2013(legge 24 dicembre 2012, n.228) ha pre-visto, sempre con decorrenza dal 1° gen-naio 2013, un ulteriore abbattimento delladeducibilità delle auto utilizzate da impre-se e professionisti dal 27,50% al 20%superando, così, almeno sotto questo aspetto,le modifiche introdotte dalla riforma del merca-to del lavoro.Tali percentuali vanno applicate su uncosto massimo di €. 18.075,99, indipen-dentemente dal vero costo di acquisto chepuò essere superiore al predetto limite.Lo stesso trattamento vale per i costi di eser-cizio del veicolo indipendentemente dallo loronatura specifica, sono essi quelli di impiego, dicustodia, di manutenzione e riparazione, ecce-tera. Analogo trattamento è da applicarsi per gliinteressi maturati sul finanziamento per l’acqui-sto dell’auto.Tali novità sul fronte della deducibilitàdelle auto aziendali non hanno modificato,in alcun modo, il regime di deducibilità deicosti per gli agenti e rappresentanti dicommercio. Per essi è rimasta valida ladeducibilità nella misura dell’80% su di unvalore massimo di €. 25.822,84.Nessuna modifica, invece, è stata adottata alregime di detraibilità dell’IVA afferente alle autoaziendali né ai limiti di valore su cui calcolarel’ammontare massimo dei costi deducibili nel-l’ipotesi di acquisto in proprietà dei veicoli o dinoleggio o locazione degli stessi.L’intervento normativo in oggetto, operatoperaltro all’interno di una legge non tributariaquale è la c.d. “Riforma del mercato del lavoro”(legge n. 92/2012) in spregio, come avvienesovente, delle disposizioni contenute nelloStatuto del contribuente, è destinato adimpattare negativamente sull’utilizzodelle auto aziendali per almeno due ordinidi motivi.Il primo di essi è ovviamente costituito dalminor appeal fiscale dell’utilizzo delle autoaziendali che obbligherà molte imprese a rive-dere le attuali politiche di gestione del loroparco auto.A tal proposito, si evidenzia che, da un punto divista finanziario, l’effettivo aggravio per leimprese e lavoratori autonomi avverrà già coni versamenti delle imposte che saranno effet-tuati nel 2013 in poi, dal momento che gliacconti dovranno già tenere conto delle riduzio-ni di deducibilità con il conseguente aumentodel reddito imponibile.Il secondo motivo è, invece, di ordine pret-tamente amministrativo ed è direttamen-te riconducibile alle problematiche gestio-nali che, inevitabilmente, tale modifica norma-tiva finirà per apportare. Infatti i possessori diautovetture immatricolate negli anni passati eper le quali finora si è applicata la percentuale

di deducibilità dei costi di acquisto in misurapari al 40% degli stessi, dovranno ora rivederesia il piano di ammortamento del costo diacquisto sia le percentuali di deducibilità relati-ve ai costi di uso e manutenzione dei veicoli inquestione.Le nuove limitazioni al regime di deducibilitàdelle auto aziendali finiranno, inoltre, per inci-dere, negativamente, su un settore che stamostrando evidenti segnali di difficoltà con calia doppia cifra del numero di vetture immatrico-late in Italia su base annua.Quelli esaminati in precedenza sono i casi dideduzione parziale dei costi delle auto.Però, bisogna dire che, viceversa, solopoche volte, nell’ambito del reddito diimpresa, è ammessa la deducibilità di tuttii costi che sono legati all’auto; più in parti-colare in quei casi in cui le auto sono con-siderate “beni senza i quali l’attività diimpresa non può essere esercitata”.Nella sostanza si tratta di casistiche nelle qualil’attività propria dell’impresa viene esercitata inmodo essenziale proprio per effetto degli auto-mezzi ovvero di altri mezzi di “locomozione”.Può dunque trattarsi di casi come quelli:• dei conducenti di taxi;• degli autotrasportatori;• di poche altre categorie come, adesempio, la scuola di volo con riferimen-to agli aeromobili.A tal proposito la norma di riferimento, che èl’art. 164 del TUIR (Testo unico delle impostesui redditi) statuisce che la deducibilità deicosti in questione è ammessa “per l’interoammontare” relativamente “agli aeromobilida turismo, alle navi e imbarcazioni da dipor-to, alle autovetture ed autocaravan, di cui allelettere a) e m) del comma 1 dell’articolo 54del D.Lgs. 30 aprile 1992, n.285, ai ciclomo-tori e motocicli destinati ad essere utilizzatiesclusivamente come beni strumentali nell’at-tività propria dell’impresa”.Come si è accennato in precedenza que-sta modifica delle percentuali di detraibi-lità dell’auto che è stata introdotta ai finidell’IRPEF non è stata estesa ancheall’IVA, per cui la detrazione ai fini di que-sta imposta è rimasta del 40% senzaalcun limite di valore.Si ricorda che detta percentuale è operante setali veicoli non sono utilizzati esclusivamentenell’esercizio dell’impresa, dell’arte o della pro-fessione. La disposizione non si applica, in

ogni caso, quando gli autoveicoli formanooggetto dell’attività propria dell’impresa, non-ché agenti e rappresentanti di commercio.Le regole in materia di detrazione ai finiIVA, pertanto, possono in sintesi così rias-sumersi:a) per i veicoli stradali a motori non utiliz-zati esclusivamente per l’attività economi-ca, la detrazione è del 40%;b) per i veicoli stradali a motore utilizzatiesclusivamente per l’attività economica, ladetrazione spetta integralmente;c) per i veicoli stradali a motore che for-mano oggetto dell’attività propria dell’im-presa e per quelli utilizzati dagli agenti erappresentanti di commercio, la detrazio-ne spetta nella misura in cui il veicoloviene impiegato nell’attività, secondo iprincipi generali. A tal proposito, ed in par-ticolare, per gli agenti di commercio cheutilizzano il veicolo aziendale anche perfini estranei all’attività possono, in appli-cazione del principio espressamenteenunciato dal comma 4 dell’art.19, deter-

minare l’Iva detraibile in rapporto all’uti-lizzo professionale del veicolo, adottandouna percentuale di detrazione compresatra il 41 ed il 99%, naturalmente cononere della prova.Fermo quanto detto fin qui in ordine alla detra-zione sotto il profilo oggettivo (forfetaria, inte-grale o proporzionale), ovverosia in relazioneall’impiego del veicolo nell’attività, si deve ricor-dare che la detrazione, dal punto soggettivo,può risultare limitata o addirittura essere esclu-sa per effetto di altre disposizioni.Si pensi ad esempio, all’impresa che svolgeattività di intrattenimento avvalendosi del regi-me speciale di cui all’art.74, sesto comma, delDPR 633/72 istitutivo dell’IVA che non preve-de la detrazione dell’Iva sugli acquisti; oppurel’impresa che effettua congiuntamente opera-zioni esenti (senza diritto a detrazioni) edimponibili (con diritto a detrazione) che puòrecuperare l’Iva per la quota corrispondente alc.d. pro-rata.

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

proprietà Diocesi di Avellino

fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

editrice “Coop. Il ponte a.r.l.”

Direttore responsabileMario Barbarisi

redazione:

Via Pianodardine - 83100 Avellino telefono e fax 0825 610569

Stampa: Poligrafica Ruggiero - Avellino

registrazione presso il Tribunale di Avellino del 22 dicembre 1975

Iscrizione al rNS n. 6.444 Iscrizione rOC n. 16599

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

730 Marzo 2013Il PonteIl Ponte Vangelo

Nelle ultime set-timane in città

si è parlato moltodelle nostre pover-tà, soprattutto daparte della CaritasDiocesana, chesvolge un ruolomolto importantein questo campo

così delicato, dove sono emerse lenuove povertà delle nostre zone.“Un segno della misericordia di Dio,scriveva il Beato Giovanni Paolo IIin occasione del grande Giubileo del2000, è quello della carità, che aprei nostri occhi ai bisogni di quantivivono nella povertà e nell’emargi-nazione. Il genere umano si trova difronte a forme di schiavitù nuove epiù sottili di quelle conosciute nelpassato. Le nazioni più povere sonooppresse da un debito che haassunto proporzioni tali da rendereimpossibile il pagamento. Così nonsi può raggiungere un progresso

reale senza la collaborazione ditutti. Si deve creare una nuova cul-tura di solidarietà e cooperazionedove tutti si assumono le proprieresponsabilità per un modello dieconomia al servizio di ognuno”.Sono passati ben tredici anni daqueste affermazioni del BeatoGiovanni Paolo II e non sembra chenel mondo, oltre alle tante chiac-chiere, sia cambiato molto, anzi inalcuni casi la situazione internazio-nale è sensibilmente peggiorata.Oggi mancano i rapporti umani, main compenso il progresso ci ha datopiù soldi, più libertà, più cose. Perchi e per quanti? In Amazzonia, peresempio, la maggiore foresta plu-viale del mondo, si muore ancoradisidratati per una gastroenteriteperché non c’è acqua potabile. Intante zone l’acqua è quella dovebevono gli animali e gli esseriumani. Thomas Sankara, presiden-te del Burkina Faso, tentò di svilup-pare il Paese valorizzando le risorse

locali senza lasciarsi condizionaredalle imposizioni del sistema finan-ziario internazionale. Durante unariunione dell’organizzazione perl’unità dell’Africa, prese posizionecontro lo sfruttamento, la corruzio-ne, l’acquisto di armamenti e ildebito estero. Fu trucidato da uncommando militare che prese ilpotere uniformandosi alle direttivedegli organismi internazionali. Inquesti giorni Papa Francesco cichiede di cambiare atteggiamentoe di convertirci. Dobbiamo parlaredi perdono solo se c’è un vero cam-biamento di cammino, un nuovoinizio; l’essere battezzati comportaun cambio di direzione: andaredalla parte dei poveri. Gesù ha por-tato l’annuncio del Padre ai lebbro-si, ai samaritani, alle prostitute. Dioè Padre dei drogati, degli alcolizza-ti, dei malati di Aids; è Padre deibambini di strada del Brasile, degliIndios e degli agricoltori che vivononella foresta amazzonica: sono loro

i destinatari prediletti dell’annuncio.Dobbiamo denunciare il nostromodello economico rinunciando allesue tentazioni, liberandoci dellecose inutili che ci fanno perdere divista quelle veramente necessarie.Riscopriamo la saggezza dei popoliche ci hanno preceduto; un capoirochese due secoli fa diceva: “Noi

siamo responsabili dei nostri popo-li, siamo chiamati a prendere deci-sioni che devono tenere conto delbenessere, non solo nostro, maanche dei nostri figli. é la regola dicondotta di un vero capo che pensaal popolo”. Dobbiamo assumerescelte e stili di vita evangelici.Cominciamo da noi.

SOLIdARIETà SEnzA COnFInI

“ LE POvERTà NASCOSTE”

PasqualeDe Feo

Il sorgere di ungiorno nuovo è

sempre precedutodal buio dellanotte; si tratta diuna legge fisicainesorabile, che,nell’esperienzaquotidiana, ci con-

sente di apprezzare più a fondo ilsorgere del sole e l’esperienza dellaluce, che questo porta. Di certo,molti di noi son cresciuti con il rac-conto delle favole; in questomomento, mi viene in mente lafavola di “Biancaneve”. Mi ha sem-pre colpito il dramma di questabambina. Questa, non solo a suainsaputa costituiva un pericolo perla perfida matrigna, ma, per scam-pare alla morte, che avrebbe dovu-to infliggerle l’arciere, è costretta afare la terribile esperienza del buio,in cui tutti i sensi vanno in tilt e lenostre percezioni non ci danno piùcertezze. Questa stessa esperienzadel buio l’avrà fatta la prima comu-nità cristiana, nella persona diMaria di Magdala che, recandosi alsepolcro quando ancora era buio,non vede altro che una pietra roto-lata via e un corpo, quello deldefunto Gesù, trafugato. Era buio,come ci dice l’evangelista Giovanni,perché la donna, insieme ai duediscepoli che correranno, poi, alsepolcro, non aveva ancora com-preso la Scrittura. Era buio, perchévivevano nell’ignoranza della fede.Era buio, non perché vivevano inuna fede che li rendeva ignorantied indifferenti rispetto alla realtà;era buio, perché non avevano quel-la fede che poteva mostrar loro l’ef-fettiva realtà dei fatti. Maria diMagdala, infatti, si era recata alsepolcro, per eseguire tutti quei ritiprescritti, dalla cultura e dalla reli-

gione giudaica, per la “cura” di unmorto. Lei si reca alla tomba,aspettando il primo giorno dopo ilsabato: fedele alla Legge, che vie-tava nel giorno di sabato qualsiasitipo di attività, la donna si reca alsepolcro il giorno successivo e vi sireca in un atteggiamento luttuoso,di chi piange l’amico o il parente,strappato via da una “destino” infa-me. Proprio questo atteggiamentoluttuoso le impedirà di vedere oltrequella tomba vuota e proprio ilrispetto rigoroso della Legge, chepur Gesù aveva combattuto in vita,tarderà ancora l’esperienza dellaresurrezione. Appunto, è quel-l’esperienza del buio che rallenta eche rende i propri passi incerti.All’annuncio allarmante delladonna, due dei discepoli di Gesùcorrono verso il sepolcro; uno èSimon Pietro, l’altro è un discepoloanonimo. Molti hanno riconosciutoin lui “il discepolo amato”, il cuinome è taciuto per “ragioni diplo-matiche”. In realtà, l’espressionegià impiegata nel contesto dellaresurrezione di Lazzaro, indica nelcontesto della Passione, Morte eResurrezione di Gesù, il discepoloche sa relazionarsi con il Maestrosino alla croce. Il discepolo checorre più veloce è quello che hafatto esperienza dell’intimità colSignore, sin dalla Cena, in cui simette a servizio di Gesù e conGesù, è colui che lo segue sino allacroce, è colui che, nel buio, vede latomba piena di Resurrezione. Lafede, infatti, consente di vedere lavita, là dove gli occhi di carne vedo-no solo simboli di morte. Chi vivenella fede, e nell’amore, riesce avivere una fede che supera lamorte!

Buona Pasqua!

«Hanno portato via il signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!»(Giovanni 20,1-9)

La Liturgia della Parola: Pasqua di Resurrezione

Egli doveva risuscitare dai morti. Dal vangelo secondo Giovanni (20,1-9)

il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era

ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.

Corse allora e andò da simon pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse

loro: «Hanno portato via il signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».

pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e

due, ma l'altro discepolo corse più veloce di pietro e giunse per primo al sepolcro.

si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.

Giunse intanto anche simon pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati

là, e il sudario - che era stato sul suo capo -

non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.

allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

infatti non avevano ancora compreso la scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Stefania De Vito

8 30 Marzo 2013 Il PonteIl PonteMedicina

Non si parla d’altro, anche neisalotti. Siamo arrivati a gran-

di progressi in campo medico echirurgico grazie all’utilizzo dellecellule staminali e l’umanità soffe-rente si aspetta grandi cose daquella che appare sui media di

tutto il mondo come la panacea di tutti i mali.Vediamo allora da vicino che cosa sono, a cheservono ed a cosa serviranno negli anni a veni-re. Le staminali sono cellule “primitive”, capacidi trasformarsi in diversi altri tipi di cellule delnostro corpo. Per avere “successo”, devonosapersi rinnovare ed essere potenti, cioè esse-re capaci di dare origine a più linee di tipi cellu-lari. Vengono classificate in base alla capacità didifferenziarsi. Possono essere totipotenti, capa-ci di dividersi e produrre tutti i tipi delle nostrecellule, pluripotenti che hanno il limite di nonpoter dare origine ad un organismo adulto,multipotenti sono quelle che possono dare ori-gine solo ad alcune linee cellulari come quelledel sangue. Le oligopotenti (cellule vascolari) ele unipotenti (cellule del fegato) non sono incoda alla classifica dell’importanza per l’uomo,ma per il livello meno avanzato della ricerca. Le cellule staminali possono derivare dal liquidoamniotico grazie alle amniocentesi, dal cordoneombelicale e dagli embrioni, mentre dall’uomoderivano le cosiddette staminali adulte.L’applicazione delle staminali è a 360 gradi. Siparte dalla possibilità di guarire la sterilitàmaschile, l’atrofia muscolare spinale, malattierare come la Sindrome di Niemann-Pick, il dia-bete “rinnovando” direttamente il pancreas. Sipotranno “fabbricare” i tessuti ricostruendo lavescica, i vasi sanguigni, il tessuto nervosocerebrale e si potranno curare le incurabilimaculopatie, la cecità, si potranno ottenere leriparazioni dirette delle ossa senza operazionechirurgica e sarà sferrato l’attacco alla terribilesclerosi multipla.Per quanto riguarda il capitolo delle patologieossee è probabile che scompariranno le prote-si. Secondo uno studio pubblicato su “Lancet”tre anni or sono e da poco ripropostoall’Università di Medicina della Columbia a NewYorK, stanno sulla strada per riparare articola-zioni rotte o fuori uso. I risultati sono legati a

fratture delle zampe anteriori di conigli, masecondo gli scienziati statunitensi il sistema diutilizzare sostanze chimiche che attraggonocellule staminali delle ossa e della cartilaginenelle zone della rottura sta avendo successocon intere superfici recuperate alle proprie fun-zioni. Ovviamente siamo solo a dieci fratture diconigli, per arrivare alla fase clinica sull’uomo ipassi sono ancora lunghi e difficili, soprattuttose si tiene conto delle fratture di spalla e diginocchia. Comunque, il discorso con le stami-nali utili alle problematiche dello scheletro èoramai avviato. Avevamo accennato ai proble-mi della vista e della possibile risoluzione con lestaminali. Bisogna dire che uno studio pubbli-cato a gennaio scorso da due università scoz-zesi apre uno spiraglio di luce sul buio di chi nonvede. I medici scozzesi hanno messo insiemeventi ciechi per problemi corneali ed hanno tra-piantato sulla superficie della cornea dei volon-tari cellule staminali adulte prelevate da dona-tore cadavere dopo averle coltivate. Ci sonostati lusinghieri miglioramenti, tanto che lostesso studio è stato riprodotto negli Stati Uniti,

in Pennsylvania, su pazienti con cecità congeni-ta ed i primi risultati hanno mostrato un miglio-ramento della capacità visiva.Nel mondo della ricerca sull’efficacia delle sta-minali l’Italia non sta certo a guardare, anzi ilPoliclinico di Milano sta portando avanti conl’autorizzazione ed il supporto dell’IstitutoSuperiore di Sanità, lo studio su come prolun-gare la sopravvivenza delle cellule nervosemalate di Parkinson. I primi due successiriguardano due pazienti a cui sono state prele-vate cellule mesenchimali del midollo osseo edintrodotte per via transcatetere nelle arteriecerebrali. Tali cellule sono state in grado di pro-durre fattori di crescita che hanno contribuitoa prolungare la sopravvivenza delle cellule ner-vose malate. Sono già pronti per l’esperienzapositiva altri cinque parkinsoniani e si stannoarruolando un gruppo di altri venti pazienti cheverranno trattati per sei mesi in “doppio cieco”,che significa che i medici e gli ammalati nonsanno chi sarà veramente sottoposto adimpianto di cellule staminali, tutto ciò per noninfluenzare il risultato. Gli studiosi meneghini

hanno coinvolto nella loro ricerca i neuroradio-logi per l’acquisizione delle immagini, i medicinucleari ed un gruppo di bioingegneri dellastessa università per le analisi multifattorialicomputerizzate della funzione motoria che neiparkinsoniani è particolarmente compromessa.Una fondazione milanese sta sostenendo ilpeso economico della ricerca che costa 26.000euro a paziente, molto per la nostra bistrattataricerca universitaria, ma nulla in confronto alvalore incommensurabile della scoperta diassoluto livello mondiale per la terapia di unadelle malattie più diffuse e invalidanti dellanostra epoca. E’ dal 1960 che scienziati di tutto il mondo stu-diano queste cellule, grazie anche a bancheper la loro conservazione. Questi studi e la pos-sibilità di conservazione farà in modo che nelfuturo si potrà addirittura ovviare anche ai tra-pianti, perché gli organi potranno essere rige-nerati in situ e si potranno così anche curare,oltre la cecità ed il Parkinson, le patologie deibambini ancor prima che nascano.

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MEdICInA a cura di Gianpaolo Palumbo

IL FUTURO dELLA MEdICInA: LA CELLULA STAMInALE

LLAA   TTEELLEEVVIISSIIOONNEE   éé   DDOOVVEE   SSEEII   TTUU!!

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930 Marzo 2013Il PonteIl Ponte MedicinaSALUTE E BEnESSERE

CURARSI MAnGIAndO (lifegate.it)

Quale medicina più efficace di un ingre-diente che troviamo ben preparato in

un piatto? Meglio di pillole, fiale o punture.Eppure, spesso si sottovaluta il poterecurativo del cibo. E' risaputo: la salute si costruisce a tavola."Abitudine" inevitabile, quella di mangiare,che c'impegna almeno tre volte giorno.Molti degli alimenti che noi consumiamo ea cui dedichiamo soprattutto la nostra pas-sione gastronomica, contengono invecedei veri e propri principi attivi medicamen-tosi, di cui spesso nemmeno sospettiamol'esistenza. A chi avesse bisogno di conferme sullaveridicità di quest'ultima affermazione,basterà consigliare di leggere le pagine deigiornali, dove non passa settimana senzache si citino le scoperte di qualche istitutodi ricerca sulle mille virtù, anche antican-cro, di certi ingredienti. Le novità e le pre-cisazioni che arrivano dagli studi condottidalla scienza dell'alimentazione ci permet-tono dunque di conoscere in modo moltodettagliato principi attivi, azioni terapeuti-che, applicazioni sui soggetti con leggeridisturbi o malattie manifeste, in modo cheognuno di noi si possa avvicinare con piùconsapevolezza al cibo non solo per nutrir-si, ma anche per curarsi. Grazie ai viaggi e al commercio internazio-nale, che caratterizzano la nostra epoca,possiamo avvantaggiarci in Occidenteanche di alimenti, che la tradizione di altreculture ci segnala come preziosi. Unesempio sono le alghe dei giapponesi, o lafrutta esotica come il mango o la papaya.Alcuni "puristi" ci mettono in guardia, tut-tavia, dal mescolare troppo le carte: perogni ecosistema e i suoi abitanti sono iprodotti locali quelli più adatti alla salute

dell'individuo, questo perché la natura haorganizzato una sorta di sapiente sintoniatra le caratteristiche ambientali e le esi-genze degli uomini del luogo. La stessa sintonia che possiamo osserva-re anche tra la produzione di frutta e ver-dura e le esigenze stagionali dell'organi-smo. Per aiutarci nel cambio di stagione laprimavera ci offre il carciofo, potente disin-tossicante, mentre ci offre melone e angu-ria per combattere la disidratazione estiva.Castagne, cavolo, noci e affini sono invecetutti alimenti calorici o protettivi contro larigidità del clima invernale.

Dopo la grande abbuffata di carne che hacaratterizzato il secondo dopoguerra,quasi fosse una rivalsa contro le privazionialimentari della prima metà del '900, l'ini-zio del XXI secolo segnala invece una forterivalutazione degli alimenti vegetali, ancheda parte delle società più ricche comequella americana. Proteina è sinonimo dicarne o pesce, ma al consumatore si ricor-da sempre più spesso che un'assunzioneeccessiva provoca non pochi scompensinutrizionali, oltre che economici. In condi-zioni "normali", infatti, per allevare un bueche dia 50 Kg di carne ci vorrebbero tre

anni. È ovvio che una produzione intensi-va nell'epoca dei fast food induca a pren-dere scorciatoie, soprattutto nei Paesieuropei che non sono attrezzati di prate-rie, dove il bestiame può nutrirsi allo statobrado. Sappiamo che una dieta equilibrata inclu-de la presenza di tutti i componenti dellapiramide alimentare, ma scegliere gliingredienti in base alle loro caratteristicheterapeutiche, quasi fossero delle medicine,deve essere un altro traguardo da rag-giungere.

Licia Borgognone

Le allergie di primavera sono davvero fasti-diose. Possono essere stagionali o perenni,

alimentari o respiratorie. Sono le tanto temuteallergie che, scattata la primavera, tornano afarsi sentire e ad importunare i circa 9 milioni diitaliani che ne soffrono. Prime fra tutte, quelledi origine respiratoria.Sono molti i sintomi che si possono presentare:se si è fortunati, ci si limita ad avere starnutifrequenti, occhi arrossati che lacrimano e nasoche cola e prurito. Se, come spesso accade,invece, si è molto sensibili ai pollini, si hannosituazioni più invalidanti con asma, congiuntivi-ti, dermatiti e vere e proprie crisi allergiche.Alcuni cibi conosciuti che possono aiutarci acombattere le allergie primaverili sono: gliagrumi, uva rossa, broccoli, cavolo verde, noci,mele, pesce, cipolle e aglio. Con una dietaarricchita con questi alimenti, gli individuiallergici alla primavera possono trovare con-forto e sollievo.E’ bene però, non sottovalutare cosa si mangia.In alcuni cibi, infatti, ci possono essere allerge-ni comuni tra i pollini. Bisogna pertanto evitareil consumo di cibi sospettati di sviluppare unareazione incrociata con i pollini che scatenano lemanifestazione allergiche.Se si è allergici alle Betulacee, ad esempio, èmeglio evitare di mangiare mele, banane,finocchi, prugne, carote, mandorle, sedano,nespole, pere, nocciole, patate, pesche, lampo-ni, prezzemolo, albicocche, noci, fragole, ciliegiee kiwi. Chi è sensibile alla fioritura delleGraminacee dovrebbe invece accantonaremeloni, angurie, pomodori, pesche, albicocche,prugne, mandorle e agrumi e di nuovo ciliegiee kiwi. Se il fattore scatenante sono leParietarie, escludere dalla dieta piselli, meloni,basilico, ciliegie e ortica.Infine, chi soffre per le Composite è bene stialontano da sedano, meloni, angurie, mele,

banane, zucca, camomilla, cicoria, tarassaco,castagne, prezzemolo, finocchio, olio di giraso-le, margarina e miele.Di seguito alcuni alimenti che offrono sollievodalle allergie primaverili:

AGRuMICi sono diversi studi che dimostrano il poteredella vitamina C. E quale modo migliore perottenere un carico di vitamina C se non consu-mando agrumi ? Arance, limone e pompelmo,tra gli altri, sono fonti ricche di questa vitamina.

uVA ROSSAUno degli effetti più fastidiosi delle allergie è l’in-fiammazione che ne deriva. Mangiare cibi ricchidi antiossidanti può aiutare a ridurre l’infiam-

mazione che si può verificare in tutto il corpo.Gli antiossidanti lavorano per proteggere lecellule dai danni ossidativi che possono causa-re diverse malattie. Inoltre, la buccia dell’uvarossa è anche ricca di resveratrolo, che è ugual-mente efficace come anti-infiammatorio.

BROCCOLIQuesto ortaggio è ricco di vitamina C. È un datodi fatto, secondo i ricercatori, che una tazza dibroccoli crudi contiene fino a 80 mg della vita-mina.

CAVOLO VERDEContiene sostanze fitochimiche, in particolarecarotenoidi, ben noti per alleviare reazioniallergiche.

NOCCIOLINESono piene di magnesio e vitamina E. Il magnesio può lavorare contro il respiro sibi-lante che viene spesso con l’ asma, la vitami-na E può contribuire a migliorare l’immunità.Questa vitamina funziona anche per aiutare laprotezione del corpo contro i radicali liberi,impedendo così l’infiammazione e danni sultessuto.

MELESecondo uno studio sulla dieta realizzato aCreta, le persone che mangiano regolarmentemele, hanno maggiori probabilità di protezioneda allergie e asma. Questo frutto contienequercetina che è un tipo di flavonoide che è effi-cace contro l’infiammazione. La buccia di melaè anche ricca di antiossidanti, in particolare poli-fenoli che proteggono le cellule dai danni.

PESCEIl pesce è una grande fonte di omega-3 acidigrassi noti per le loro proprietà anti-infiamma-torie. Omega-3 possono anche contribuire a miglio-rare il sistema immunitario, in modo che ilcorpo può combattere meglio le allergie.

CIPOLLE E AGLIOCipolle e aglio sono ricchi di quercetina e pos-sono agire in modo molto simile ad un antista-minico.Gli individui che sono inclini a soffrire di allergieprimaverili dovrebbero garantire nella lorodieta, questi otto tipi di cibo per proteggersimeglio ed evitare la sofferenza di reazioni aller-giche scomode e fastidiose che la stagione pri-maverile porta con sé.

I CIBI ChE AIUTAnO A COMBATTERE LE ALLERGIE

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12 30 Marzo 2013 Il PonteIl Ponte

Un irpino al Conclave in vaticano tra idieci segretari dei Cardinali

Mentre gli occhi dei fedeli di tutto il mondo erano rivolti alla Basilica di San Pietro,in occasione dell’elezione del nuovo Papa, uno dei pochi al mondo a conoscere

cosa stava accadendo all’interno della Cappella Sistina, della Domus SanctaeMarthae e del Palazzo apostolico Vaticano era l’irpino professor FiorentinoVecchiarelli, presidente dell’Accademia dei Dogliosi di Avellino e docente di storiamedievale presso l’Università di Barcellona, che fa parte dei 10 “Dignitari laicidella Famiglia Pontificia”, meglio conosciuti come i “Gentiluomini di Sua Santità”.Il Papa in persona, con nomina a vita, conferisce il titolo, che a discrezione dellaSanta Sede stessa può essere revocato. Vengono insigniti dell’onorificenza i perso-naggi che sul campo hanno acquisito specifiche benemerenze, non meglio identifi-cate, presso la Santa Sede. Quest’altissima onorificenza fu istituita da Papa PaoloVI con lettera apostolica nel “motu proprio” del 28 marzo 1968. Venivano così sop-pressi i camerieri segreti di spada e cappa (nobili di nascita) e i camerieri d’onoredi spada e cappa (eminenti personali internazionali). Seguì, dopo qualche anno,anche lo scioglimento dei Corpi armati pontifici, ad eccezione della Guardia Svizzera.Il loro compito principale è quello di ricevere ed accompagnare i capi di Stato e digoverno dal Cortile di San Damaso alla Sala delle udienze Pontificie, nonché gliambasciatori della Santa Sede.La loro uniforme ufficiale è costituita dal collare con le chiavi decusse, frac e spa-rata bianca.Il professore Vecchiarelli con la sua associazione organizza, tra l’altro, interessantiviaggi culturali per i suoi associati in Italia e all’estero.

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PROGRAMMA:

Ore 9.00 Inizio “GIORNO DELLA DIVINA MISERICORDIA”Ore 9.15 Accoglienza con canti di lodeOre 9.30 Una corona del Santo Rosario meditato,intervallato da cantiOre 10.10 Coroncina alla “Divina Misericordia”Ore 10.30 Catechesi di un Frate Francescanodell’ImmacolataOre 12.30 Intervallo pranzo (per chi vuole pranzare dalle suore, prenotarsi entro il 2 aprile

(contattare il 3332506853 ------3478668301).

Ore 14.45 Di nuovo tutti insieme con “GESU’ E MARIA”Ore 15.00 Esposizione del Santissimo Sacramento -Coroncina alla “Divina Misericordia” Ore 15.20 Santo Rosario meditatoOre 16.00 Adorazione Eucaristica con canti e preghiereOre 16.30 Catechesi di un Frate Francescanodell’ImmacolataOre 17.30 Prepararsi per la Santa Messa

Ore 18.00 Celebrazione Eucaristica presieduta da unFrate Francescano dell’ImmacolataAl termine atto di affidamento all’Immacolata con l’imposi-zione della medaglia miracolosa per tuttiOre 19.30 Conclusione del “GIORNO DELLA DIVINAMISERICORDIA” e saluti.

DuRANTE LA GIORNATA C’E’ LA POSSIBILITA’ DICONFESSARSI RICORDANDO CHE SI CONCEDE L’IN-DuLGENZA PLENARIA ALLE CONSuETE CONDIZIO-NI (CONFESSIONE SACRAMENTALE, COMuNIONEEuCARISTICA E PREGHIERA SECONDO L’INTENZIO-NE DEL SOMMO PONTEFICE).

M.I.M. Missione dell’ImmacolataMediatrice Cenacolo di AvellinoResponsabili del Cenacolo G. Lombardi cell. 3496790854 - A.Mauta cell. 3487219238G. Preziuso cell. 3496792203 E-mail: [email protected]

PRESSO LE SuORE BENEDETTINE DI MERCOGLIANO

1330 Marzo 2013Il PonteIl Ponte Cultura

Quasi quasi è proprio il caso di dire che lacittà di Avellino potrebbe diventare il “polo

culturale” di Napoli. Tale ipotesi prende corpodal fatto che, recentemente, l’ingegnere Mario

Perrotta, ex assessore all’Urbanistica alComune Capoluogo, ha lanciato la proposta direalizzare ad Avellino la “Città della Scienza”,polo culturale napoletano andato distrutto circa

un mese fa in seguito ad un incendio doloso.L’ingegnere Perrotta, infatti, ha lanciato la pro-posta in argomento, in quanto ad Avellino visono diverse strutture, patrimonio comunale,che pur essendo state ristrutturate, tutt’oggirappresentano delle “scatole vuote”, in quantoad esse non è stato ancora dato un “ruolo” uffi-ciale. Ci riferiamo, per esempio, all’asilo “Patriae Lavoro” e alla Villa Amendola. Quindi, anchesecondo un nostro giudizio, i locali dei suddettifabbricati potrebbero essere destinati a fini cul-turali.Noi, all’inizio di questa nota, facevamo appun-to presente che Avellino potrebbe avere unruolo molto importante per quanto concerne ilsettore della cultura, tenendo anche in conside-razione il fatto del trasferimento nella nostracittà della Biblioteca dell’Istituto Italiano per gliStudi Filosofici di Napoli costituita da ben tren-tamila volumi. Infatti, per quest’ultima, laProvincia di Avellino si è messa a disposizionedel suddetto Istituto, per evitare di dilapidareun patrimonio così importante. Certamente,tale progetto potrebbe realizzarsi qualora la

Regione non dovesse intervenire nei confrontidell’Istituto napoletano, alle prese con seri pro-blemi economici. Per il momento, infatti, i volu-mi di detta biblioteca, ritenuta un autenticoscrigno della culturale internazionale, sono statisistemati in scatoloni e depositati presso unanonimo capannone di Caloria. Qualora doves-se realizzarsi il progetto del trasferimento adAvellino della biblioteca in questione, essa ver-rebbe allocata nel piano terra della struttura diCorso Europa, dove erano esposti i reperti delMuseo Irpino, con il trasferimento di questi ulti-mi in alcuni locali dell’ex Carcere Borbonico.Tale ipotesi, infatti, è stata anche evidenziata inoccasione della recente celebrazione dei centoanni della Biblioteca “Scipione e Giulio Capone”.A conclusione di questa nota, facciamo presen-te che, se dovessero giungere in porto le dueiniziative sopra citate, Avellino potrebbe ambi-re ad essere definita una “città colta”.

Alfonso d’Andrea

Una ipotesi si affaccia riguardo al trasferimento della Città della Scienza

Si sta svolgendo in questi giorni la mostra d'ar-te ceramica “Domino”, presso il CentroArredamenti Loffredo di Atripalda e resteràaperta fino al 31 marzo, per poi spostarsi amaggio al Palazzo Ducale di Genova. L’eventoè stato realizzato da “Arteuropa”, in collabora-zione con il “Circolo degli artisti di AlbissolaMarina (Sv)” e con la “Fondazione Centofiori”.Alla mostra, si potranno ammirare venti opereispirate al celebre gioco da tavolo cinese, ilDomino appunto. Gli artisti coinvolti con le lorocreazioni sono: Enzo Angiuoni , Maria RosariaFrancese , Antonio Di Rosa Domenico Carella, Anna Magistro, Francesco Sannicandro,

Nicola Guarino, Generoso La Sala, MariaTeresa Di Nardo, Beatrice Cardenas, MichelaAngiuoni, Edoardo Iaccheo, AugustoAmbrosone, Giancarlo Caneva, Rosa Spina,Anna Manna e Generoso Vella. In occasione dell’inaugurazione della mostra, ilprofessore Nicola Scontrino, dell'Universitàdegli Studi di Salerno, ha fatto una presenta-zione molto eloquente. La riflessione ha presospunto dal rapporto tra il gioco (in questo casoil Domino) e l’arte, e in particolare sul modo incui l’artista manipola la realtà del gioco, dandoun nuovo significato alle regole. Altro elemen-to messo in luce dal critico è stato il contrastodei quattro elementi fondamentali, presentinelle opere: terra, aria, acqua e fuoco. Anche ilrapporto con l’argilla (di cui sono composte leopere), per Scontrino, simboleggia il rapportocon la “madre terra”, mentre questo tipo dicomunicazione artistica permette di intendereil gioco come uno strumento di conoscenza. La mostra è visibile al pubblico gratuita-mente; non sarà aperta durante i giornifestivi.

Flavio uccello

IL DOMINO IN CERAMICA AD ATRIPALDA

Ad AvELLInO IL POLO CULTURALE dI nAPOLI

REdAzIOnE CULTURA, SPORT E SPETTACOLI

COORdInATRICE Eleonora davide [email protected]

LAuREA MATARAZZOLo scorso 20 Marzo ha conseguito brillantemente la laurea magistrale in Sociologia,Metodologia e Tecniche della Ricerca Sociale e Valutazione delle risorse umane, presso laUniversità degli studi "La Sapienza" di Roma, il dottor Matarazzo Giuseppe. La direzione e la redazione formulano gli auguri al neodottore,al padre Paolo, alla mammaMaria Rita e a tutti i familiari. Auguriamo a Giuseppe di conseguire tanti altri successi professionali, per se stesso e per lagioia di tutte le persone che gli sono state vicine e che gli vogliono un mondo di bene.

LAuREA TARANTINOFelicitazioni dalla redazione de IL PONTE a Viviana Tarantino, che il 18 marzo a Trieste haconseguito la Laurea Magistrale in Traduzione specialistica e interpretazione di conferenza,dando compimento ai suoi studi e grande gioia alla sua famiglia e ai suoi amici.

LAuREA CANDELAUn meritato 110/110 è stato il premio per Serena Candela che il 21 marzo scor-so ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università “LaSapienza” di Roma.Interessante e particolare l’argomento della tesi: “Target terapeutico nella ische-mia celebrale: Studio osservazione in soggetti con stroke acuto” che la neo dot-toressa ha discusso con professionalità, competenza e spunti personali. Ai felici ecommossi genitori Michele e Cinzia Vitale, al fratello Egidio ed ai parenti tutti i

nostri più affettuosi auguri. Alla cara Serena le congratulazioni e l’augurio di un futuro meravi-glioso protetto dall’amore dei suoi cari.

gh

La Direzione e la Redazione de “Il Ponte” formulano gli auguri all’ingegnerVincenzo Esposito, già console regionale dei Maestri del Lavoro, per esserestato eletto, nei giorni scorsi a Roma, Vice presidente nazionale dei Maestri delLavoro.

LLIIEETTEE  NNOOTTIIZZIIEE

L’InTERnAUTA - Guida al web

netCrIM, Un PORTALE PER dIFFOndERE LA PAROLA dI dIO

Il titolo parla chiaro: Risorse Cristiane on line.NetCrIM vuole essere un punto di riferimento

per quanti, sia sul web, sia nella vita di ogni gior-no, hanno bisogno di uno spunto o di un aiuto perdiffondere la Parola di Dio nel mondo.NetCrIM nasce dall’entusiasmo di alcuni giovanidella parrocchia Cuore Immacolato di Mariadi Brindisi che, nel Maggio 2001, decisero di farconoscere in tutto il web l'esaltante esperienzavissuta nel cammino parrocchiale. Dopo alcuni rudimentali tentativi il 1 Febbraio2002 nasce NetCrIM - Risorse Cristiane on line.Nel Dicembre 2003 nasce la Comunità Virtuale diNetCrim - Risorse Cristiane on line, strettamentecollegata al gioco del TotoCrIM, un'idea originaleper invogliare i visitatori a spingersi sempre piùverso la conoscenza del messaggio evangelico.Il 2005 è l’anno del grande salto dal mondo vir-tuale a quello reale: in Agosto si svolge la primaesperienza nazionale dei raduni della comunità; èstata l’occasione che ha fatto incontrare personeda tutta Italia. L’interattività del Portale aumenta ancora di piùcon il primo concorso nel dicembre con l’edizionedei “presepi sul web”. Nell’anno pastorale 2005/2006 l’Arcivescovo,Monsignor Talucci, piacevolmente colpito dal-l’esperienza e dalle proposte di NetCrIM ha volutoinserire questa realtà nelle linee pastoralidell'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. Nel maggio 2007 NetCrIM viene presentato alconvegno nazionale del WeCA (Webmaster

Cattolici) come esempio brillante di comunità vir-tuale, per la sua voglia di non essere solo appro-do virtuale, ma comunità viva e vitale che cammi-na, seppur nelle mille difficoltà e con tutti i suoilimiti, alla sequela del Signore.L’esperienza di incontro tra le pagine di NetCrIMcontinua e si arricchisce di giorno in giorno, tantoda divenire necessaria una riprogrammazione eriorganizzazione del Portale per far fronte allenuove necessità. Nasce così il 31 maggio 2008la terza versione di NetCrIM, nel giorno in cui laliturgia celebra Maria, a cui il sito è dedicato e affi-dato.A Lei chiedono di guidare i passi che ogni giornopotranno compiere nel web al servizio dell’evan-gelizzazione.Naturalmente consapevoli della difficoltà nel rag-giungere tale obiettivo, ma altrettanto certi del-l'aiuto del Cuore Immacolato di Maria(Cr.I.M.), da cui il sito ha preso il nome: NetCrIM.

www.netcrim.org Vittorio Della Sala

Si abbassa l’età media dei giovani che fanno uso di droghe

“AL VIA LA DIAGNOSI PRECOCE”

Non sempre i soggetti coinvolti sono monitorati nei tempi idonei dalle varie Agenzie Territorialidi Servizio alla Persona. Per questo motivo il Dipartimento Nazionale Politiche Antidroga ha

proposto su tutto il territorio nazionale il Progetto “AL VIA LA DIAGNOSI PRECOCE”, a cui aderi-sce il Ser.T. dell’ASL di Avellino, diretta dall’Ingegner Sergio Florio. Responsabile del progetto è ladottoressa Filomena Romano, direttore del Ser.T. L’attività di prevenzione e diagnosi precoce sul-l’uso delle sostanze da parte dei minorenni sarà esplicata attraverso la totale offerta gratuita delDRUG TEST URINARIO e di un CONSUELING EDUCATIVO motivazionale pre- test e post-test alminore (con sua adesione volontaria) e con il coinvolgimento della famiglia (con adesione volon-taria di entrambi i soggetti).Sedi dell'attività diagnostica e di supporto alla famiglia saranno (previo appuntamento) sia il SerTdi Avellino (tel 082536474; mail [email protected];) che quello di Grottaminarda(0825441232; mail [email protected]).

14 30 Marzo 2013 Il PonteIl PonteRubriche

IL CAPAnnInOterza puntata

di Antonietta urciuoli

Inizia una nuova avventura con questo racconto di Antonietta urciuoli, che pubblicheremo apuntate, dedicato ai giovani lettori de IL PONTE. I disegni sono stati realizzati dagli alunnidell’Istituto Comprensivo San Tommaso di Avellino, diretto dalla dottoressa ImmacolataGargiulo, con la collaborazione della professoressa Robertina Festa.

La storia di Giulia non si differenzia-va troppo da quella di Franco:entrambi, anche se in modo diver-so, avevano strade difficili da per-correre. Ella era una bimba daicapelli color dell'oro e gli occhiazzurri, grandi, splendenti da illumi-narti dentro, era molto carina avedersi, appariva felice e raggiante,ma non lo era a causa di un dolorestraziante che aveva nel suo piccolocuore. Sapeva accoppiare i colori e,quando indossava gli abiti, apparivamolto elegante perché li adornavacon spille colorate, collanine e fou-lard di ogni genere, dando queltocco d'eleganza proprio di quellebimbe che si avviano a diventaredonne. Aveva il suo unico fratello

handicappato e avrebbe tanto desiderato averlo sano come tanti bambini. Nel suo tenero cuore c'eraun unico desiderio: giocare con lui nei giardini pubblici sull'altalena azzurra messa da pochi mesi in quel-la piazza del paese. Avrebbe, come ogni bambina di questa terra, voluto spingere in alto, nell'aria, quelbimbo dal colore del viso sempre bianco e avrebbe desiderato vederlo felice, ridere e gridare: "Spingimi,spingimi sempre più in alto, fammi toccare le nuvole con la mano". Al contrario, il suo Cannine vivevain un mondo tutto suo, aveva una malattia difficile che Giulia non sapeva spiegare, l'unica cosa chefaceva trapelare nei suoi racconti era una grande sofferenza che avvertiva dentro di lei, un'angoscia, unrancore, una rabbia contro tutti, contro un mondo che non considerava suo amico. I genitori non sierano accorti che lei aveva bisogno d'amore, di tenerezze, di coccole, essi vivevano solo ed esclusiva-mente per quel bimbo malato a cui dedicavano tempo ed attenzioni e con lui passavano da un ospe-dale all'altro, lasciandola per interi mesi con una vecchia zia che la teneva in casa solo per pietà, trat-tandola con indifferenza perché persona molto fredda che non sapeva amare. I genitori di Giulia eranoconvinti che il piccolo potesse guarire e, rincorrendo questa illusione, non si accorgevano neppure mini-mamente delle sofferenze di quella bimba il cui unico conforto era quello di far parte di quel gruppo dicoetanei più felici o meno felici di lei che l'ascoltavano interessati nel capanno, un vecchio casolareabbandonato diventato per tutti la loro vera casa. Giulia piangeva quando parlava del fratello perchédovete sapere che quando si ammala un nostro caro, ci si lega di più a lui, lo si ama maggiormente edogni sua sofferenza penetra dentro di noi, come se un ferro rovente ferisse il nostro cuore.Nell'asciugarsi le lacrime e facendosi forza nel parlare, raccontava le sofferenze del piccolo e dell'interafamiglia che nel vederlo piangere e gridare non sapeva come aiutarlo. Essi si sentivano inermi di fron-te al dolore, non potevano far niente ed avevano l'impressione di avere le mani ed i piedi legati da unaforza oscura che non permetteva loro di fare un minimo passo. A quel racconto straziante nei minimiparticolari, a quella bimba in difficoltà, tutti zittivano ed ascoltavano senza batter ciglio, dividendo conlei quell'amarezza di questa nostra vita fatta di tanti perché a cui non è facile dare risposta.All'improvviso Franco, con le sue trovate sempre pronte, distolse l'attenzione di tutti facendoli ridere perl'entrata improvvisa di un piccolo rospo che indisturbato si spostava gracidando da un lato all'altro delcapanno. Franco cominciò a gridare, a correre cercando di saltellare, cercando di spaventare quel brut-to ospite che, entrato senza essere invitato, saltellava come per sfidare chi voleva catturarlo. Risate acrepapelle, mescolate a grida. Franco incitò i compagni a scaricare o catturare il rospo e in quel luogoaccadde il finimondo: all'improvviso cominciarono tutti a correre, divertendosi a crepapelle, cercando dibuttare fuori quell'animale che tra tanta baldoria era riuscito a far sorridere quei marmocchi che ave-vano tanti problemi.

Passa... Tempo

Soluzione della settimana precedente

Segui il giornale,gli eventi della città

e della diocesi sul sito internet:

www.ilpontenews.it

L’editore “Scuderi” festeggia la giornata mondiale della poesia

“IL vIzIO InELUTTABILE dELLA SCRITTURA”

La Giornata Mondiale della Poesia è stata isti-tuita dalla XXX Sessione della Conferenza

Generale UNESCO nel 1999 e celebrata per laprima volta il 21 marzo seguente. La data, chesegna anche il primo giorno di primavera, rico-nosce all’espressione poetica un ruolo privilegia-to nella promozione del dialogo interculturale,della comunicazione e della pace. Giovedì 21marzo 2013, presso la Sala Penta della BibliotecaProvinciale di Avellino, la Casa Editrice Scuderi hapresentato un pomeriggio all’insegna della poe-sia dal tema “Il vizio ineluttabile della scrittura”.Un percorso nel mondo della scrittura femmini-le: dal vizio di parlare a se stessa di GaliardaSapienza, alla necessità di Maria Zambrano di scrivere per salvare parole ed emozioni dalla loro condi-zione effimera. L’itinerario poetico è stato intervallato dalle voci e dai versi di autori campani: Amalia Leo,Paola De Lorenzo Ronca, Rosa Battista, Agostina Spagnuolo, Angela Ragusa, Vera Mocella, GiuseppeVetromile, Velio Cilano, Carlo Parente, Raffaele Urraro, Nino Evangelista, Giovanni Moschella, GennaroIannarone, Marciano Casale e Gaetano Calabrese. Ha condotto l’evento Gaetana Aufiero, scrittrice e storica, accompagnata dalla voce e dai versi di SoniaDe Francesco; l’iniziativa ha vantato la collaborazione di Costanza Fiore. Inoltre, é stato avanzato l’invitoa tutti coloro che conservino dei “versi nel cassetto” o brani di prosa e che abbiano interesse a condivi-dere e a divulgare le proprie creazioni, a partecipare ad una rassegna che sarà organizzata nel mese diaprile, nella giornata dedicata al “vizio” di scrivere.

Grazia De Girolamo

1530 Marzo 2013Il PonteIl Ponte Rubriche

B A S K E TOrmai la SIDIGAS Avellino non si ferma più! é

stata conquistata, infatti, la quinta vittoriaconsecutiva sul campo dell’ENEL Brindisi con ilpunteggio finale di 76 a 72.Questa volta anche senza tifosi al seguito per motivi di sicu-rezza e con le assenze di LAKOVIC ed IVANOV (infortuna-tosi nel preriscaldamento), la SIDIGAS, ridotta all’osso, hacompiuto l’impresa grazie ad un gioco di squadraben organizzato, specialmente in difesa, dovequesta volta è stato DEAN (nella foto) il mattato-re della serata con 24 punti realizzati, di cui cinquetriple su cinque.A questo punto si può affermare che la salvezza ècosa fatta, se si tiene conto che l’ultima in classifica, l’Angelico Biella, è distanziata di 8 lun-ghezze e si può intravedere, all’orizzonte, ben altro traguardo.Coach PANCOTTO, a fine gara, ha esaltato la grande personalità che il gruppo hain sé in quanto tutti gli atleti scesi in campo (solo sette gli uomini a disposizione) hannosaputo fare grandissime cose tanto in attacco quanto in difesa, nessuno escluso.Lo stesso Pancotto ha detto di restare con i piedi a terra e di non fare, per il momento, sognidi gloria.Mentre il giornale va in stampa, si sta svolgendo l’incontro di recupero contro laSAIE3 Bologna rinviato, a suo tempo, causa neve. Anche in questa occasione si è certi chela SIDIGAS affronterà questo impegno con il solito piglio determinato e con l’au-spicio che possa allungare la serie positiva anche in vista dell’incontro casalingo che sidisputerà lunedì di pasquetta e che la vedrà contrapposta al MONTEPASCHI Siena, squa-dra che ormai non fa più paura e che sta alquanto deludendo in questo campionato.Auguri di un buon prosieguo del campionato e di una felice Pasqua alla dirigenza,all’allenatore, ai giocatori, alle loro famiglie e a tutti i tifosi.

Franco Iannaccone

Più forti di tutto. Oltre gli errori diPezzuto di Lecce (l'arbitro colpevole

di aver lasciato la Nocerina in undiciuomini nonostante il fallaccio di Chiosasu Biancolino), oltre la forza di una squa-dra come la Nocerina (costruita per tor-nare immediatamente in cadetteria),oltre la tensione che accompagna sem-pre ogni derby. L'Avellino merita questa promozione, piùdelle inseguitrici: quello di Rastelli hainfatti dimostrato di essere un gruppounito e, soprattutto, capace di reagire

alle sconfitte difficili da mandar giù (vedi la gara di andata a Nocera Inferioreoppure lo stop interno contro il Benevento).Ormai il traguardo è vicino, ma occhioa non distrarsi.Dopo la (salutare) sosta di Pasqua ci attendono, infatti, le ultime cinque giorna-te: due trasferte dure (non impossibili) a Gubbio e Latina, prima del trittico fina-le (speriamo abbordabile) con Andria, Catanzaro e Pisa. E a proposito delCatanzaro, durante questa stagione l'allenatore dei calabresi, Ciccio Cozza, ha piùvolte escluso gli irpini dalle squadre che avrebbero lottato fino in fondo per il saltodi categoria. A questo punto immaginiamo si sia ricreduto (e con lui tanti altri, daStellone a Pecchia).Tutti vicini alla squadra, ora più che mai. La serie B ci attende, e noi non voglia-mo certo farla aspettare.

Antonio Iannaccone

OLTRE OGnI OSTACOLOAvellino - Calcio

Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica

notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino

inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00

ORARIO SAnTE MESSE PARROCChIE dI AvELLInO

a cura di Fabrizio Gambale

CHIESA ORARIO

Cuore Immacolato della B.V.Maria Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00Feriali:17.00 (18.00)

S. Alfonso Maria dei Liguori Festive: 08.00, 11.00Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19.00)Feriali: 08.30(est.), 9.00 (inv.), 18.00 (19.00)

Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.00Feriali: 18.00

S. Francesco d'Assisi Festive: 08.30, 11.00Feriali:18.00 (19.00)

S. Maria Assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.30, 18.00 (18.30)Feriali:18.00 (18.30)

Chiesa dell'Adorazione perpetua(Oblate)

Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)

San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00

Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00

S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 07.30, 18.00 (19.00)

S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00Feriali: 17.30 (18.30)

SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00)

SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00Feriali: 08.00, 10.30, 19.00

Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00

Chiesa S. Antonio Feriali: 07.30Festive: 11.30

Fraz. ValleS. Maria Assunta in Cielo

Festive: 10.00 (centro caritas), 11.30(Feriali:18.00 (19.00)

Rione Parco Festive: 10.30

Chiesa Immacolata Festive: 12.00

Contrada Bagnoli Festive: 11.00

Ospedale San Giuseppe MoscatiCittà Ospedaliera

Festive: 10.00 Feriali: 17.00

Villa Ester Festive: 09.00Feriali: 07.00

Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30Feriali: 09.00

Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso) Festive: 10.00Feriali: 08.00

Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00)

Numeri utiliEmergenza Sanitaria 118Vigili del fuoco 115Carabinieri 112Polizia 113Guardia di Finanza 117Guardia medica Avellino 0825292013/0825292015Ariano Irpino 0825871583Segnalazione GuastiEnel 8003500Alto Calore Servizi 3486928956Sidigas Avellino 082539019Ariano Irpino 0825445544Napoletana Gas 80055300

Farmacie di Turnocittà di Avellino

dal 1 al 7 Aprileservizio notturnoFarmacia Mazzone

Corso Vittorio Emanueleservizio continuativo

Farmacia FaretraVia Capozzi

Sabato pomeriggio e festiviFarmacia Mazzone

Corso Vittorio Emanuele

16 30 Marzo 2013 Il PonteIl Ponte