Il Ducato n. 7 - 20 maggio 2011

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il DucatoP e r i o d i c o d e l l ’ I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o

Quindicinale - 20 maggio 2011 - Anno 21 - Numero 7Ducato on line: ifg.uniurb.it

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Prezzi a confronto fra i banchidell’ortofrutta: Urbino è menocara di Urbania e Fermignano.Al mercato del sabato si rispar-mia da 30 centesimi a 3 euro.Secondo gli operatori, a farlievitare i prezzi di Urbania eFermignano è la scarsa con-correnza. L’indagine ha riguar-dato quasi tutti i prodotti distagione.

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Al mercato il prezzo è giusto

Economia

Paesaggio, cultura e città amisura d’uomo sono i punti diforza del campus urbinate.Anche i cittadini sono favore-voli all’Università per lo svilup-po dell’economia locale. Lepecche: mancanza di parcheg-gi, difficoltà dei trasporti pub-blici e assenza di quelli ferro-viari.

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Vince la prima partita del cam-pionato, qualche pareggio e poiuna sconfitta dopo l’altra. I gio-catori sono delusi: non si sonosentiti supportati dai dirigenti estanno ancora aspettando diessere pagati. Il direttore gene-rale Lamonaca pensa a rilan-ciare la squadra ma ha bisognodi nuovi sponsor.

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Urbino calcioil grande flop

Sport

Raid dei ladri, giallo ai CollegiIn pochi giorni svaligiate quarantacinque camere. E scoppia la protesta

Perquisizioni a tappeto. “È gente che conosce bene il posto”

L’EDITORIALE

“Manderemo i carabinieriin redazione”. È l’an-nuncio-choc fatto dalla

Federazione nazionale della stam-pa, il Sindacato unitario dei giorna-listi. Alcuni giorni prima ilPresidente del Consiglio nazionaledell’Ordine dei giornalisti, EnzoIacopino, proprio qui a Urbino,aveva lanciato pesanti accuse aglieditori definendoli “ladri di sogni edi verità”. Cosa sta avvenendo nelmondo dei media? Eppure è con-vinzione comune che i giornalistisiano una casta di privilegiati, benpagati e intoccabili. In realtà l’im-magine vera della professione non èquella rappresentata da alcuni voltinoti della Tv e di qualche star dellacarta stampata che pontificano indifesa della libertà di stampa soloper giustificare e difendere la lorofaziosità, ottimamente retribuita.Nell’ultimo anno e mezzo gli edito-ri, approfittando di leggi compia-centi, hanno “rottamato” più diottocento professionisti (i piùanziani e quindi con i più alti sti-pendi). Nuove assunzioni: zero. Per“riempire” i giornali si prendonogiovani collaboratori retribuiti con

pochi spiccioli. Chi si lamenta erivendica diritti è messo alla portasenza tante giustificazioni. Peggiodel caporalato!Il Presidente dell’Ordine, EnzoIacopino, in un recente incontro aPerugia ha presentato una realtàsconcertante: “La giornalistadell’Ansa che seguiva Prodi quandoera Presidente del Consiglio pren-deva 5 euro lordi a lancio. Se Prodiun giorno fosse stato indisposto, lacollega non avrebbe scritto alcunanotizia e ci avrebbe rimesso anchela benzina del motorino”. Altriesempi: “Due mesi di lavoro al mat-tino di Napoli pagati 325 euro lordi.Il quotidiano calabrese che fa capoalla Finanziaria Editoriale paga 6euro e 50 lordi, ma il compenso nonpotrà superare mensilmente i 195

proprio all’avventurismo. All’Ordinee al Sindacato stanno arrivandosegnalazioni di incredibili “offerte dilavoro giornalistico” senza compen-so, in cambio di certificazioni per ilrilascio di tesserini da “giornalistapubblicista”. Oppure si propongonofantasiose collaborazioni, natural-mente gratis, per “arricchire il curri-culum professionale”. Proposte dacodice penale! E di fronte a palesiviolazioni di legge non resta chechiamare i carabinieri.Alcune settimane fa i precari delgiornalismo, con una manifestazio-ne a Roma, hanno gridato la lororabbia e la loro indignazione peruno sfruttamento che sublima lepeggiori caratteristiche del preca-riato. Tutto questo nel silenzio deimedia. I giornalisti hanno unimpiegabile pudore nel parlare diciò che avviene nel loro mondo,sulla loro pelle. Solo pochissimihanno raccontato la storia di unacollega che ha fatto lo sciopero dellafame per difendere la dignità delsuo lavoro. E non si sono accorti dilei neppure quei difensori dellalibertà di stampa che pontificanodagli schermi della Tv di Stato.

Quando il precarioè un giornalista

Delle 128 stanze del collegioAquilone, ben 45, tutte doppie,sono state derubate. Chi sonogli autori del maxi-furto? Restaun mistero, reso ancor più fittoda alcuni particolari che per orarimangono senza spiegazione. Dal 23 al 27 aprile, il collegio èrimasto chiuso per le vacanzepasquali.

Quattro notti per un bottinotanto ricco quanto bizzarro:computer, televisori e macchinefotografiche, ma anche oggettidi poco valore come un set perla manicure e una macchinettaper il caffè. Le indagini sono incorso nella tranquilla cittadinaurbinate, scossa per la primavolta in trent’anni da un furto adanno degli universitari.Sorpresi, delusi e amareggiati:gli ospiti del collegio racconta-no il loro triste rientro dallevacanze.

“Ho aperto la porta, era tuttosottosopra. La televisione?Sparita!”. Negli ambienti univer-sitari si vocifera sia stato un“interno”, qualcuno che cono-sceva bene la struttura del colle-gio e non si sarebbe perso nellabirinto di terrazze e corridoi. Iragazzi chiedono all’Ersu il rim-borso, ma l’assicurazione loprevede? L’avvocato EnricoTeresio Panero dà il suo pareresulla possibilità di agire legal-mente contro l’ente.

Misurare il tempo, attraverso i secoli. Le strade e i vicoli di Urbino custodiscono antichioggetti e strumenti che mostrano l’impronta della cultura scientifica sull’arte. Nella

nostra epoca di sviluppo e nuove tecnologie, gli orologi e le meridiane conservano il fasci-no di una lettura insolita dell’orario, calcolato dalle ombre create dalla posizione del Sole.

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Gli orologi che portano indietro nel tempo

La Regione riduce i fondi per itrasporti. Molti chilometri inmeno percorsi dai mezzidell’Adriabus e licenziamentodi 20 precari. Proteste dal pre-sidente Giorgio Londei. Colpitadalle riduzioni anche la trattaferroviaria Fano-Urbino: saràtrasformata in una pista cicla-bile.

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Da luglio i taglialle corsedegli autobus

Città

Gli studentidanno i votiall’Ateneo

Università

euro lordi. Il Giornale di Sicilia, piùdi un mese di lavoro 422 euro lordi.Finegil, mese di marzo, 119 pezziper 512 euro, media di 4,30 euro apezzo lordi…’’ e così via. Situazionemolto simile anche nelle Marche.In Germania un giornalista freelan-ce guadagna in media quasi 2.200euro al mese e 127 euro al giornoper un reportage. In Inghilterra unarticolo è retribuito 170 sterline. InSvizzera, un normalissimo pezzo dicronaca (3.500 battute circa) èpagato 78 euro; 200 euro o più se sitratta di un reportage.I più ottimisti dicono che i nuovimodelli di business nel settore del-l’informazione arriveranno dallasperimentazione in corso sul web.Per ora, nella maggioranza dei casi,siamo allo spontaneismo se non

alle pagine 2 e 3

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il Ducato

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Caccia ai ladri dell’Aquilone Durante le feste di Pasqua, il saccheggio. Dei responsabili nessuna traccia

Qualcosa non quadra: sono spariti computer e televisori, ma anche un rasoio e una moka per il caffè

“Gli autori del furto sapevanodove cercare e cosa avrebberotrovato nelle nostre camere”

La razzia è stata rapi-da, precisa e siste-matica: 45 stanze su128 del collegioAquilone svaligiate,centinaia di oggetti

rubati (alcuni inspiegabil-mente). Senza lasciare tracce,senza essere visti da nessuno.È diventato un giallo il maxi-furto nei collegi che si è con-sumato nei giorni della pausadi Pasqua. Ma soprattutto unrompicapo che gli uomini delcommissariato con pazienzastanno cercando di risolvere.Il precedente è clamoroso. Inpiù di 30 anni a Urbino nonera mai successo niente delgenere e l’immagine rassicu-rante della città ideale rischiadi incrinarsi. I misteri dell’in-cursione sono numerosi. Acominciare dalla refurtiva:qualche computer, televisori,gioielli. Ma anche libretti uni-versitari, appunti presi alezione e libri. E poi vestiti,valigie, una macchinetta per ilcaffè. Una piastra per i capelli.Oggetti di valore insieme arobaccia pressoché inutile.Perché? E poi, chi c’è dietro? Èdifficile immaginare un ladroche prima sfonda una portacon un estintore per rubareun costosissimo computer epoco dopo si attarda a frugarenella stanza di due studentes-se per portarsi a casa un setper la manicure. “A me hannoportato via tutto – raccontauno dei ragazzi – al mio com-pagno di stanza nulla di nulla.Non riesco a capire”. Tutto si svolge durante lapausa di Pasqua. Come sem-pre accade durante la vacanzei collegi universitari, tranne ilTridente, restano chiusi perqualche giorno. Tutti gli stu-

denti consegnano in portine-ria le chiavi delle stanze. Tra icorridoi e le terrazze che ren-dono l’Aquilone un labirintoin cui è facile perdersi, regna ilsilenzio. Difficile orientarsi.“Gli autori dei furti conosce-vano il collegio, sapevano checosa avrebbero potuto trovarenelle stanze” afferma unadelle vittime. Negli ambientiuniversitari non ci sonodubbi: non può che esserestato un “interno”, qualcunoche conosce bene il sistema disicurezza dei collegi. Durantele festività non c’è nessuncustode e delle quattro teleca-mere di vigilanza nessuna èpuntata all’esterno. Quarantacinque camere nonsono poche e se di gruppo sitratta, era un gruppo organiz-zato. E informato. Intrufolarsinelle stanze è facile, se si sacome muoversi: gli infissi dilegno delle finestre sonomarci. Basta fare un po’ diforza ed è fatta, senza bisognodi far rumore. Un gioco daragazzi. Una volta dentro, leporte delle stanze si apronosenza bisogno della chiave:basta girare la levetta e pre-mere. C’è solo una strada che portaall’Aquilone, e poi più in giù,per finire al collegio la Vela.Nascosta tra i boschi c’èanche un’altra via, uno stradi-no di campagna che portafino a Mazzaferro. Di giornopieno di ragazzi che lo percor-rono per arrivare in fretta alsupermercato che sta propriolì sotto, ma deserto di notte edurante le vacanze, quandogli studenti tornano a casa e lacittà si svuota. Forse è propriodi quella scorciatoia che sisono serviti i ladri per portarevia il bottino. Il primo ad accorgersi che

qualche cosa non andava èstato un ragazzo rientrato incollegio verso le 13 di merco-ledì 27 aprile. Dopo aver vistola sua stanza sottosopra hadato l’allarme. Subito dopo èarrivata la polizia, che haispezionato tutte le stanze delcollegio, e sentito almeno 25vittime dei furti. Poi sonoscattate la perquisizioni sulterritorio, che hanno portatoanche al recupero di numero-si oggetti rubati. Ma nulla chericollegasse al saccheggio deicollegi.E in attesa che i responsabilisiano individuati scoppia lapolemica sulla sicurezza deglialloggi. Gli studenti chiedonoall’Ersu un rimborso, che perònon sarà facile da ottenere. Ilcontratto parla chiaro, l’Entenon è responsabile in caso difurti. “Abbiamo attivato inostri legali – spiega MassimoFortini, il direttore dell’Ersu -se sarà possibile provvedere-mo al rimborso”.

NADIA FERRIGO

A dicembre giàdue camere delcollegio Aquiloneerano state visita-te dai ladri.In una delle stan-ze erano statirubati alcuni particolari cappellini. Nelmaxi furto dellevacanze pasquali iladri hanno porta-to a termine illavoro, trafugandol’intera collezionedei copricapi delproprietario dellastanza.

IL PRECEDENTE

La cameredell’Aquilone, In

alto una delle finestre forzate

dai ladri. In basso: lastradina che

porta al super market

di Mazzaferro

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PRIMO PIANO

“Quando ho aperto la portala mia stanza era vuota

e ho pensato allo tsunami”

Le testimonianze dei ragazzi derubati

Parla il legale: poche speranze di risarcimento

“Class action” degli studenti

Che fare adesso? Gli studenti derubati pos-sono sperare di ottenere un risarcimento?Abbiamo chiesto il parere a un legale,

Enrico Teresio Panero, avvocato del Foro diUrbino.Avvocato, allora, cosapossono fare i ragazziderubati? “È grave che i ragazzi nonsiano stati avvisati subito,a prescindere dalle indagi-ni di polizia che si stavanosvolgendo sul posto. È diuna gravità morale eleva-tissima. Gli studentiavrebbero dovuto esssereavvisati tempestivaente diquanto era accaduto aloro danno. È probabileche questa sia unaresponsabilità circoscrittaalla sola cattiva ammini-strazione, ma era un atto dovuto che non è statofatto e - non ne capisco il perché - è doverosoper una gestione efficiente ed economica di unente. Ma, stando così le cose, sull’ipotesi dirisarcimento vedo scarse se non scarsissimepossibilità”.L’azione legale, al di là del risarcimento,potrebbe indurre l’Ersu a ripristinare il servi-

zio di vigilanza esterna che garantiva in prece-denza?“Ci sono state delle riforme importanti nel pro-cesso civile italiano e nell’ordinamento giuridi-co nazionale, che hanno previsto l’introduzionedi uno strumento conosciuto nei paesi anglo-sassoni o americani, connotati da un sistema di

common law. Parlo degliistituti di azione collettiva,della class action. In genere, è uno strumen-to di tutela dei consuma-tori, ma c’è anche un’azio-ne collettiva a favore degliamministrati. L’obiettivonon è tanto il risarcimen-to dei danni patiti, quantoil miglioramento gestio-nale e della struttura, peresempio porte e finestre,una via che i ragazzipotrebbero seguire. Sidovrebbero studiare i rap-porti giuridici, gli obblighi

reciproci, tra studenti ecollegi, e intimare all’amministrazione Ersumisure di sicurezza, quali la sorveglianza ester-na da parte di vigilantes. È auspicabile che l’a-zione legale veda a fianco il rappresentantelegale dell’Ersu e gli studenti. L’Ersu si costitui-rebbe così parte civile, mentre parlo ancoracontro ignoti, nei procedimenti penali apertidagli studenti.”

Icorridoi sono ancoravuoti e silenziosi. Nel labi-rinto di stanze e di scalec’è solo Giuseppe, studen-te di Scienze Motorie.“Sono andato in portine-

ria, ho preso la chiave, comefaccio di solito quando tornodalle vacanze. Sono stato ilprimo ad arrivare. Sono salitosulle scale e sono arrivato incamera. Ho aperto la porta e hospalancato la bocca: i cassettierano aperti e le ante degliarmadi spalancate. La televisio-ne e il computer non c’eranopiù, così come la Playstation, lefotocamere, gli occhiali da sole.Sono ritornato in portineria eho detto al custode: ‘Qualcuno èentrato nella mia stanza e hafatto piazza pulita’ ”. Una scenasconvolgente quella che si èpresentata agli occhi diGiuseppe e degli altri ragazzi delcollegio Aquilone al ritornodalle vacanze pasquali.“Quando sono arrivato ho tro-vato metà camera sotto sopra emetà intatta. Il televisore nonc’era più, così come un registra-tore vocale e più di 50 euro incontanti. L’impressione che hoavuto e che sapessero esatta-mente in quali stanze entrare,anche perché a me hanno ruba-to delle cose che stavano dentroun cassetto chiuso a chiave”, haaggiunto Marco Mercurio, stu-dente di Scienze dellaNutrizione. Ma Marco non è l’u-nico a pensare che dietro ai furtici sia qualcuno che i collegi li

della spazzatura lasciati fuoridalla stanza per mezza giornata,non si è degnata neanche dialzare la cornetta e chiamare”,ha continuato Sara. “Io l’hosaputo da una mia amica, per-ché quelli del collegio non mihanno detto niente”, ha aggiun-to Alessia. “La cosa che mi haveramente fatto arrabbiare èche ho dovuto spendere più di20 euro in telefonate, perchénessuno sapeva dirmi se la miastanza era tra quelle derubate.E, infatti, ho avuto la confermasolo quando sono entrata incamera”. L’unica speranza che rimane airagazzi è quella di un risarci-mento dei danni subiti.“Abbiamo chiesto il parere adun avvocato, ma speriamo diriuscire ad arrivare a una solu-zione diplomatica con l’Ersu,sennò continueremo per vialegale. Le opzioni sono due: ouna bella multa per mancatasicurezza o il rimborso”.

conosce molto bene. “È stato unlavoro organizzato da chi sape-va che il college era chiuso, chesapeva come muoversi e comeentrare senza dare nell’occhio,perché sennò non riesci a ‘visi-tare’ indisturbato quasi cin-quanta camere. E poi, può esse-re che uno che non conosce afondo i collegi possa andare acolpo sicuro verso le porte dellecamere dove ci sono oggetti perpiù di 3.000 euro? È impossibi-le”, sostiene Michela Andrisani.“L’ipotesi più accreditata è quel-la di un saccheggio fatto in casa.In effetti, quanto ci vuole a dareuno sguardo dalla finestra, alasciare la tenda aperta e tuguardi dentro? Poi queste fine-stre non hanno alcun sistema disicurezza, anzi il falegname, cheè venuto quando c’ero io, mi hadetto: ‘Guarda le porte sono piùsicure delle finestre, anche per-ché le porte le chiudi e non puoiaprirle a meno che non le sfon-di. La finestra invece è la via piùfacile: le dai un colpo e si leva’”,ha ribadito Alessia Malizia, stu-dentessa di Scienze dellaNutrizione.Alla scoperta dei furti nelle stan-ze è seguito un lungo tam tam dimessaggi sul cellulare e post suisocial network. Così la notizia(che l’Ersu per diversi giorni hacercato di minimizzare) è inizia-ta a circolare tra gli inquilinidell’Aquilone. “Ho saputo ciòche era successo tramiteFacebook. Ho chiamato la porti-neria per ben tre volte, ma nes-suno ha saputo dirmi qualcosafino a sabato, quando, la signoradella segreteria mi ha dato labella notizia: i ladri erano entra-ti anche nella la mia stanza”, haaggiunto Sara Almonti, studen-tessa di Lingue. Anche Alberto,compagno di stanza di Marco, èstato informato tramite smsdall’amico. “Mi hanno chiamatodue giorni dopo l’accaduto e gliho detto: lo sapevo già, grazie!”.Ed è proprio l’atteggiamentodell’Ente per il diritto allo studioad aver irritato gli studenti.“L’informazione è mancata daogni lato. L’Ersu, che manda imessaggini anche per sacchetti

STEFANO STRANO

MARIA SARA FARCI

L’avvocato Enrico Teresio Panero

Due studenti in una delle stanze dove è avvenuto il furto

Paolo Nonni, un collega e unamico, ci ha lasciato. Era ilcaporedattore regionale delResto del Carlino, quotidia-no dove era entrato trenta-cinque anni fa e dove avevapoi trascorso tutta la sua vitaprofessionale. Giornalistageneroso, era diventato ilpunto di riferimento di tutti igiovani colleghi che a Paolosi rivolgevano per chiedereconsigli, per scambiare leultime idee o verificare, con-fortati dalla sua esperienza,il valore delle notizie. Paoloaveva solo 60 anni, glisopravvive la mamma Lina,una professoressa urbinateormai centenaria. Alla fami-glia di Paolo, l'affettuosapartecipazione del Ducato edell’Istituto per laFormazione al giornalismo.

Addioa Paolo Nonni

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"La Data sarà lo spazioculturale aperto a tutti icittadini e alle associa-

zioni". Franco Corbucci, rispon-de così alle richieste avanzate daigruppi per far rinascere il centro.Dal terzo settore c'è la necessitàdi un luogo in cui confrontarsi,dibattere ma anche di rilevanzaculturale. Quali sono le vostreproposte?"Noi faremo nellaData una strutturasulla base di quel-l'esperienza che èla Biblioteca S.Giovanni di Pesaro.Diventerà la casadelle associazioni,una biblioteca inte-sa come possibilitàdi fruire di tutte leinformazioni e nonsolo di libri, unluogo multimedia-le, di incontri e didibattito. Inoltre,grazie agli spazi modulabili, sipotranno fare mostre ed esposi-zioni di arte contemporanea. Nelfrattempo siamo riusciti, in atte-sa di ricevere i finanziamenti, asfruttare il secondo piano per la‘Biennalina’, dalla metà di giugnoalla fine di novembre".Quando sarà totalmente agibilela Data?"Quando arriveranno gli altri tremilioni che servono per finiretutti gli interventi e quando lanostra domanda, che è tra leprime in graduatoria da finanzia-re, verrà sbloccata dal Ministero aRoma. Intanto riusciamo adaprirla per periodo di tempolimitati rendendola disponibileper mostre d'arte contempora-nea e per altri eventi".Le associazioni ritengono siaimportante continuare coninterventi di edilizia popolareper ripopolare il centro storico.

Qual è la linea adottata dallaAmministrazione?"Il problema dello spopolamentonon è così grave: è vero che i resi-denti sono poco più di mille ma ènecessario considerare che incentro vivono tanti studenti e amio avviso sono come i residen-ti. Detto ciò, le giunte precedentisono intervenute nella riqualifi-

cazione di PalazzoRivera. La giuntaattuale ha propostoall'Erap la riqualifi-cazione di PalazzoDe Rossi, in viaPozzo Nuovo. Inquesto momento sistanno facendo levalutazioni: c'è ilproblema che perc o n f o r m a z i o n estrutturale nonpotranno essererealizzati più dicinque apparta-menti. Vedremo

come andrà a finire".Ci sono proposte di rivalutazio-ne dell'artigianato artistico enecessità di spazi per le bottegheartistiche. C'è chi suggerisce glispazi vuoti sotto le Mura diSant’Andrea."Per quanto riguarda l'artigiana-to, noi abbiamo lanciato unbando e quello che è ne scaturitosono i negozi di qualità sotto iportici dell'ex collegio Raffaello.Riteniamo che in città ci sia uncentro commerciale naturale eSanta Lucia non farà altro cheintegrare l'offerta e calmierà gliaffitti dei negozi. Per la soluzionesotto le mura di Sant’Andrea,c'era stato un progetto, ma laquantità di intervento era scarsa-mente economica. La propostapuò essere interessante anche sele mura sono dell'Università enon dell'amministrazione comu-nale". (msb)

il Ducato

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“Trovate casa alla cultura”Le associazioni per la rinascita della città: “La Data come il Centre Pompidou”

Le altre proposte: incentivi per le giovani coppie, promozione del turismo e dell’artigianato di qualità

MARIA SARA BERTUCCIOLI E il sindaco approva“Il progetto c’è”A

gevolazioni sugliaffitti per le giovanicoppie, palazzi delcentro storico inu-tilizzati trasformatiin case popolari,

valorizzazione delle bottegheartigianali, potenziamento delmix turismo e cultura, masoprattutto la necessità di trova-re uno spazio di aggregazionedove confrontarsi e dibattere.Le associazioni hanno rispostocosì all'appello lanciato sulDucato dal sindaco Corbucciper rilanciare il centro. Sono tre igruppi che hanno avanzato leloro proposte: “Viva Urbino”,“Insieme per Urbino” e“Legambiente”. “La mancanzadi partecipazione da parte deicittadini – sostiene RobertoCioppi di ‘Insieme per Urbino’ -è determinata dal fatto che nonc'è un luogo dove poter leggereun libro, guardare un film e dis-cuterne. Uno spazio di aggrega-zione, una 'piazza del sapere' sulmodello della Sala Borsa diBologna. Inoltre, visto l'altonumero di associazioni del terri-torio, c'è la necessità di una'casa' come sede di queste real-tà”.Tutti d'accordo sul luogo daindividuare: la Data. “Potrebbediventare il Centre Pompidou diUrbino – dice Andrea Aromaticodi ‘Viva Urbino’ – un luogo chetrasformerà la città in un labora-torio”.È d'accordo anche BrunaBernardini di Legambiente: “LaData potrebbe essere un luogoespositivo di arte contempora-nea, un volano che lancerebbeUrbino come città della cultura.Penso – continua Bernardini –che gli spazi della cultura cisiano e non vengano sfruttatiadeguatamente, mentre notoche tali luoghi non sono di certoi centri commerciali”. Altro argomento caro alle asso-ciazioni è il ripopolamento delcentro storico.“Si sono fatti interventi impor-tanti – spiega Bernardini – comequello di Palazzo Rivera adibito

a edilizia popolare, ma nonbasta. Bisogna continuare conazioni di questo tipo, incenti-vare le giovani coppie a sceglie-re Urbino come loro città, age-volare gli affitti e rendere piùfacili i finanziamenti e i mutui”. Anche Cioppi propone unasoluzione allo spopolamento:“Ci sono palazzi dell'Universitàinutilizzati che potrebberoessere adibiti ad appartamentiresidenziali. È necessarioricreare – continua Cioppi – deimeccanismi per cui una perso-na è facilitata ad abitare”.Ripopolamento ma anchenuove forme di economia chenon girino attorno al settorepubblico, dopo che è stato col-pito da tagli. “Solamente inquesto modo i giovani potran-no scegliere se restare o andar-sene – prosegue Cioppi – con lacreazione di imprese dedicate

all'attività turistica ad alto con-tenuto tecnologico”.Anche Andrea Aromatico èsulla stessa linea: “È necessariorecuperare punti persi rispettoal turismo. Urbino non deveessere solo la meta privilegiatadei turisti in Riviera quandonon sanno cosa fare nei giornidi pioggia”. Bernardini invece propone unarivalutazione degli antichimestieri artigianali: “Qui biso-gna creare maggiori legami trale eccellenze artistiche comeIsia, Accademia e Scuola delLibro – afferma la referente diLegambiente Urbino – ma sidevono anche cercare dei loca-li per le botteghe artigianali.C'era un progetto di anni fa cheprevedeva di utilizzare gli spazivuoti sotto le Mura di Sant’Andrea. Perché non riparlar-ne?”.

La Data di Urbino. Sopra nell’altra pagina: i mezzi Adriabus Franco Corbucci

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CITTÀ

La Regione taglieràle corse degli autobus Londei: “Un errore”

Sparisce per sempre la ferrovia Fano-Urbino

binari prevede una pista ciclabi-le, che collegata al tratto già esi-stente Pesaro-Fano, sarà tra lepiù lunghe in Europa. Riccipunta anche sul collegamentotra Urbino e Roma, allungandofino a Fossombrone la tratta esi-stente Fabriano-Pergola. I fandella ferrovia però non si arren-dono. L’associazione FerroviaValle del Metauro, contraria alladismissione della tratta Fano-Urbino, concentra i suoi sforzisul riutilizzo dei binari e mettein evidenza che il tratto daUrbino fino a Fossombrone èutilizzabile, anche da subito. Per Carlo Bellagamba, presiden-te dell’associazione, l’esempioda seguire è quello della ferroviaBolzano-Merano-Malles, riatti-vata in Val Venosta dopo unperiodo di chiusura, dove grazieall’acquisto di apposite carrozzesi può salire a bordo con bici alseguito. “A fronte di un investi-

mento iniziale di 125 milioni dieuro per il recupero della tratta,in un solo anno l’economialocale ha fatturato 22 milioni inpiù, calcolati solo sui turistisvizzeri. I costi di gestione dellaferrovia sono 9 milioni di euro”,dice l’ingegnere Marco Stabile,responsabile della Sicurezza e deiMateriali della FerroviaValVenosta. E a Urbino? La rela-zione presentata dall’ ingegnereSantinelli stima 90 milioni dieuro per costi di riattivazione,“ulteriormente comprimibili aseguito dell’ intervento del Genioferrovieri”. Anche il vicesindacourbinate, Lorenzo Tempesta, ècontrario alla dismissione dellatratta perché “è un’infrastrutturastrategica di collegamento con lacosta, prevista anche dal pianoregolatore. Per quanto riguarda ipasseggeri, sono convinto che sesolo ci fosse, la gente tornerebbea prendere il treno”.

L’Autovelox sposa l’EtilometroI vigili: “Non siamo esattori, chiediamo solo più prudenza”

Tra la borsa e la vita, i vigili diUrbino scelgono la vita. Stanchi diessere considerati come degli

esattori mascherati, rispolverano laloro figura di angeli custodi dei cittadi-ni e scelgono di puntare sull’etilometropiuttosto che sull’autove-lox.I Comuni italiani sono tri-stemente noti per sceglierele contravvenzioni come lavia più semplice peraumentare gli introiti: ilrecord, secondo un’indagi-ne della fondazioneCaracciolo, è del 2008 concirca un miliardo di euroincassati grazie a strisce blue rilevatori di velocità. Ilgioco è semplice: basta untratto di strada ben traffica-to, qualche macchinettastrategicamente sistemataed è meglio delle slotmachine: il banco vincesempre. Urbino però non citiene a giocare sporco e a entrare nellalista nera dei comuni che fanno cassaattraverso le multe.Di autovelox ce ne è uno, mobile, ed èsempre accuratamente segnalato. Unapattuglia esce ogni giorno diretta versoTrasanni, Gadana, ma soprattutto indirezione di Canavaccio dove gli abi-tanti si sono lamentati per l’incuranzadegli automobilisti che attraversano ilcentro abitato ad una velocità netta-mente superiore a quella consentita (50km/h). I maligni potrebbero dire che ildispositivo registra solo le macchine in

entrata a Urbino, più probabilmentequelle dei turisti ignari, ma l’autoveloxè ben visibile e vengono rispettate lenorme del codice stradale grazie alposizionamento di un segnale mobile a500 metri di distanza.Secondo RobertoMatassoni, comandante dei vigili:“L’autovelox è essenzialmente un servi-

zio per i cittadini. Le strade sono pienedi rilevatori di velocità che altro nonvogliono che invitare gli automobilisti arallentare”. Non tutti i rilevatori di velo-cità sono infatti autovelox, esempiolampante i cartelli che si incontrano indirezione di Pesaro che si limitano amisurare la velocità per avvertire il con-ducente che sta superando i limiti.Non è di questo però che vogliono par-lare a via Gagarin (sede della poliziamunicipale di Urbino) piuttosto dell’ul-timo nato in casa: l’etilometro. Il dispo-sitivo è arrivato solo da alcuni giorni

nelle disponibilità dei vigili e sembraessere molto più produttivo. Non eco-nomicamente, ovviamente, sempre intermini di sicurezza. La municipale haaccettato di partecipare alla campagnadel Ministero della Salute “un soffio perla vita”, dotandosi quindi di un disposi-tivo in grado di controllare il consumo

di alcol. Già sabato scorso, il14 maggio, sono stati effet-tuati i primi controlli: sonostate fermate 15 persone ed èstata ritirata la patente a unragazzo di 23 anni. Se il datosi dovesse confermare il 6%della popolazione sarebbe arischio. Il vicecomandateBruno Felici ci ha spiegatocome funzionano i controlli:“Inizialmente invitiamo l’u-tente a fare una prova attra-verso un pre-test: si soffia e siattende la risposta dopopochi secondi. Se il tassoalcolico è superiore al limiteindicato dalla legge, 0.50, laluce diventa rossa e solo aquel punto si chiede al con-

ducente di sottoporsi al vero e proprioalcol test che viene ripetuto due volte adistanza di cinque minuti. Da 0.50 a0.80 la sanzione è di tipo amministrati-vo, poi diventa penale”. I due differenticontrolli sono necessari per evitare ilnoto effetto “Mon chéri”: se ci si doves-se mettere al volante dopo aver man-giato un cioccolatino al liquore, il tassoalcolemico risulterebbe alterato e sipotrebbe rischiare di falsare il test. Gliurbinati non hanno scuse: meglio fer-marsi a un bicchiere di vino il giovedìsera.

GLORIA BAGNARIOL

ANTONIO RICUCCI

Tagli al trasporto pubblicodestinati al fondo alluvioni

-3 mln

Stima della Provincia per lapista ciclabile

10 mln

Stima per ripristinare la fer-rovia Fano-Urbino, fonte: sitoFerrovia Valle Metauro.www.ferroviafvm.it

90 mln

La Regione Marche hadeciso di tagliare 3milioni di euro al tra-sporto pubblico loca-le: soldi che sono statidestinati al risarci-

mento delle imprese colpitedalle alluvioni del marzo scorso.Già da luglio partirà una ridu-zione del totale dei chilometripercorsi dagli autobus che coin-volge anche l’Adriabus.L’assessore regionale ai traspor-ti, Luigi Viventi, però non haancora quantificato la percen-tuale esatta di questo taglio:“Stiamo incontrando i rappre-sentanti delle compagnie di tra-sporto, i sindacati e i comunicapoluogo per fare il punto.Sicuramente razionalizzerò lespese”. La Regione Marche,infatti, ha ricevuto 170 milionidi finanziamenti statali in menorispetto al 2010. “Significa cheeviteremo ‘doppioni’ su quellelinee che sono già adeguata-mente coperte dal treno” garan-tisce Viventi.L’ Adriabus, il consorzio di dittedi trasporto locale che dal 2008gestisce i collegamenti nellazona Pesaro-Fano-Urbino è inallarme: il presidente, GiorgioLondei, chiede che si abbando-ni l’idea di tagliare i chilometripercorsi. “Si ritiri questa propo-sta. Chiediamo maggiori fondiper compensare aggravi sugasolio, assicurazioni e ricambi-stica”. Un taglio del 5%, cosìcome discusso in una primaopzione, significherebbe perAdriabus 600.000 km in menoall’anno su un totale di 11,5milioni di chilometri complessi-vi. “Così sarò costretto a licen-ziare 20 precari” aggiungeLondei. Nel dettaglio, il presidente diAdriabus si lamenta per unaggravio di 150.000 euro sullespese per carburante determi-nate nel preventivo 2011 maesclude l’aumento dei biglietti:“Non ho alcuna intenzione dipenalizzare gli studenti chesono la nostra migliore cliente-la. Piuttosto puntiamo ad incre-mentare il numero di passegge-ri”. Per ogni euro di incasso diAdriabus, circa il 65% deriva dasovvenzioni pubbliche, cheammontano a 1,48 euro perogni chilometro percorso, men-tre il restante 35% resta a caricodell’utente. Un altro tasto dolente è quellodelle assicurazioni: a fine annoscadrà il contratto d’assicura-zione che lega Unipol eAdriabus, e a luglio ci sarà unanuova gara d’appalto: “Il pro-blema è – spiega Londei – chenessuno vuole assicurarci acondizioni di mercato. Nel casodi Unipol, abbiamo fatto prima

una gara d’appalto partendo da350.000 euro, andata deserta, epoi concluso una trattativa pri-vata per un valore di 470.000euro. Ma già dall’anno prossimoquesta cifra potrebbe raddop-piare”. I trasporti a Urbino sono unaquestione strategica, accentua-ta dalla mancanza di un collega-mento alternativo al bus. La fer-rovia Fano-Urbino, infatti, saràdefinitivamente dismessa. Lo ha riferito l’assessore aiLavori Pubblici della provinciadi Pesaro-Urbino, MassimoGalluzzi, a margine del conve-gno “Urbino e la Ferrovia”.Il presidente della provincia,Matteo Ricci, è fautore dellapista ciclabile sul vecchio trac-ciato ferroviario: “La linea Fano-Urbino non è elettrificata e icosti di recupero della trattasono fuori misura”. Il progettodella Provincia, al posto dei

L’autovelox sulla strada di Canavaccio

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il Ducato

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Alla ricerca del peperoneConfronto fra i banchi ortofrutta: Urbino meno cara di Urbania e Fermignano

Al mercato del sabato, risparmi da 30 centesimi a 3 euro. I più convenienti: asparagi, fragole e kiwi

VALERIO MAMMONE

Frutta e verdurafanno bene allasalute. A Urbino,anche al portafo-glio. È quantoemerge confrontan-

do i prezzi esposti nella secon-da settimana di maggio neimercati di Urbania,Fermignano e Urbino.L’indagine ha coinvolto untotale di 11 banchi ortofrutta:guardando i listini si scopreche un chilo di carote acqui-stato al mercatodel sabato costa, inmedia, 60 centesi-mi in meno rispet-to a Fermignano e30 rispetto aUrbania; per unchilo di arancetarocco si spendo-no 80 centesimi inmeno mentre, perun chilo di radic-chio, il risparmioarriva fino a 1 euro.Come illustra latabella, il divariocresce se nellabusta della spesa finisconoasparagi, finocchi, peperoni,fragole e kiwi. Certo, “la quali-tà dei prodotti può cambiareda banco a banco - dice uncommerciante di Fermignano- ci sono fagiolini da 4 euro alchilo e fagiolini da 2. La diffe-renza non la vedi, ma la sentimentre li mangi”. La tendenzaè confermata, però, per quasitutti i prodotti di stagione(l’indagine ha riguardatopatate novelle, piselli, aspara-gi, carciofi, finocchi, radic-chio, lattuga romana, pomo-dori pachino, lunghi e a grap-polo, carote, peperoni, zuc-chine scure, arance tarocco,ciliegie, fragole e kiwi) e allafine il risparmio è evidente:fare la spesa a Urbania eFermignano costa, rispettiva-mente, 13 e 14 euro in piùrispetto a Urbino. Ma come sispiegano queste variazioni diprezzo? “Di certo non dipendedalla spesa per il trasporto

delle merci - dice il titolare diun banco ortofrutta a Urbania- la maggior parte di noi sirifornisce al mercato all'in-grosso di Rimini e le spese peril carburante sono identicheper tutti". A svelarlo è un altrocommerciante, che con la suabancarella fa la spola fraUrbino, Urbania e Fermi-gnano: “Se i banchi sonopochi, come a Urbania oFermignano, alziamo un po’ iprezzi, ma senza eccessi; sesono tanti, come a Urbino, liabbassiamo, portandoli su pergiù allo stesso livello per evita-

re di farcic o n c o r r e n -za”. I primi adapprofittarnesono gli stu-denti: in tantihanno rac-contato diaspettare ilsabato perfare la spesa.“Due giornifa – diceChiara, stu-dentessa diScienze della

Comunicazione – ho compra-to una scatola di pomodoripachino al supermercato,spendendo 2 euro e 50. Con lastessa cifra, al mercato, neavrei comprati un chilo”. Ilprezzo è giusto? La domanda,spesso, sorge spontanea. Nontutti sanno che esiste unostrumento per scoprirlo: sitratta di SMS Consumatori(www.smsconsumatori.it), unservizio gratuito messo a dis-posizione dal Ministero dellepolitiche agricole, alimentarie forestali per avere informa-zioni sui prezzi dei prodottiagro-alimentari. Per usarlo,basta inviare un sms al 47947,scrivendo il nome del prodot-to: nella risposta, vengonoindicati i prezzi all’origine eall’ingrosso su scala nazionalee il prezzo medio di vendita alNord, al Centro e al Sud.Attenzione però: il tetto mas-simo è di 5 sms al giorno e 30mensili.

Urbania UrbinoFermignanoDati rilevati il 12, 13 e 14 maggio. Prezzi in euro al chilogrammo

Peperoni

4,5 3,5 2,5Asparagi

3,9 5 2,5Finocchi

2,5 2,5 1,5Fragole

5,9 8 5Kiwi

2,9 4,9 2

Fare la spesain città

costa, inmedia, 13

euro in menorispetto aglialtri mercati

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ECONOMIA

Si inizia con la lezionedi tagliatelle fatte amano e si concludecon una visita allecantine, passandoper una gita in

mountain bike. È uno dei wee-kend che “Viaggi e MiraggiMarche” propone nelMontefeltro, secondo i princi-pi del Turismo Responsabile:l’incontro tra visitatore ecomunità ospitante al centrodel viaggio, la diffusione deivalori di una economia etica edel rispetto ambientale. Siviaggia in piccoli gruppi, perlimitare l’impatto sul territo-rio, e con i giusti tempi, perprendere coscienza del luogoin cui ci si trova.Monica Gambato, di Padova,ha trascorso dieci giorni nel-l’entroterra marchigiano conla sua famiglia: “L’idea era diandare anche al mare, ma allafine abbiamo passato tutto iltempo in campagna con lepersone incontrate nel nostroostello e nelle aziende biologi-che dei dintorni. C’è stata unatotale condivisione di pensie-ro e stili di vita, una cosa chenon mi era mai successadurante una vacanza”.“Viaggi e Miraggi Marche”,parte dell’agenzia di viagginazionale omonima, è nata nel2009 e ha costituito il primoSistema Locale di TurismoResponsabile in Italia, una reteche unisce tutti gli operatori dieconomia sostenibile sul terri-torio. Vengono valorizzatestrutture ricettive che adottanofonti di energia rinnovabile,oppure gestite da cooperativeper il recupero di personesvantaggiate. “Non si tratta diuna certificazione. Per entrarenella rete più che di requisiti eparametri parliamo di condivi-sione di principi e pratiche”,chiarisce Rodolfo Aji, uno deifondatori. E il costo?“Pratichiamo il principio delprezzo trasparente: specifichia-mo le voci su cui viene suddivi-sa la quota, in modo che il par-tecipante sappia a chi andrà ilproprio denaro. Il costo di unavacanza eco-sostenibile non èmai superiore a quello di unavacanza tradizionale, spesso èpiù basso”.A Urbino fanno parte dellarete “Vivi e Gusta ilMontefeltro”, un’associazionedi attività unite dal rispettodell’ambiente e delle tradizio-ni, e “Galleria Altra Economia”,il negozio dove piccole azien-de locali vendono i propri pro-dotti direttamente ai consu-matori, senza intermediari.Proprio da qui, con una degu-stazione nella galleria-negoziodi Collegio Raffaello, partonogli itinerari urbinati di “Viaggie Miraggi”.“Sempre più persone cercanoalternative alle vacanze dimassa”, conclude Rodolfo Aji.“Negli ultimi quattro anni, ilTurismo Responsabile in Italiaè cresciuto del 30 per cento”.Per Urbino, potrebbe essere larisposta alla crisi del turismotradizionale.

GIULIA FOSCHI

Quando lavacanza èresponsabile

I nuovi turismi

La corsa? Sette euro Taxi in crisi. Venticinque anni fa erano 14, sono rimasti in 5

Nella tratta urbana quattro tassisti su cinque spengono il tassametro. Il prezzo è fisso

DORIANA LEONARDO

“Pronto? Untaxi daP i a z z ad e l l aRepubbli-ca ai colle-

gi, grazie”. Sono appena duechilometri e si potrebberopercorrere a piedi o in auto-bus, ma se si hanno valigie,pacchi e pacchetti portati dacasa dopo le vacanze, un taxipotrebbe essere utile. Si parte,si scambiano chiacchiere conil tassista e informazionivarie. Il tassametro, però, èspento e all’arrivo sono setteeuro. Viene meno la principa-le garanzia per il consumato-re: il calcolo visibile del costodella corsa. A Urbino, su cin-que, quattro tassisti tengonol’apparecchio spento nelletratte urbane e sembra cheabbiano concordato un prez-zo che non si discosta poimolto dalla corsa minima.Sette euro per raggiungere ilcollegio Tridente, otto europer la Vela, e se si trasportanobagagli si applica una sopra-tassa di ottanta centesimi.L’unico caso in cui il tassame-tro è rimasto acceso, è stataapplicata la tariffa minima,sei euro e cinquanta centesi-mi, quando il tassametroaveva calcolato 5 euro e 30centesimi. Il prezzo non sidiscosta poi di molto dal costostabilito dalla delibera n.196del 2007, ma gli studenti se nelamentano. “Non credo siagiusto lasciare il tassametrospento e anche se la differen-za è poca, mi sembra unamancanza di trasparenzaverso la clientela”, denunciauna studentessa. Forse è l’abi-tudine che porta i tassisti anon accendere il tassametro, ècomodo chiedere una tariffafissa all’interno delle mura.Ma conversando con i tassistidurante il tragitto emergonogrossi problemi per questacategoria. Venticinque anni faerano quattordici, poi sonopassati a nove e ora sonorimasti in cinque. Si trovanoalla fontana di Piazza dellaRepubblica e nei bar del cen-tro storico i tassisti di Urbino,che aspettano “il clientebuono” e sembrano superstitidi una specie in via d’estinzio-ne. Sono diminuiti più dellametà e il motivo è che il lavo-

ro nella città ideale è poco.Non c’è più movimento nelcentro storico e i tassisti nerisentono. I turisti preferisco-no gli autobus per i minimispostamenti necessari a visi-tare le principali attrazioniculturali. Alcuni tassisti spe-rano che si rompa qualchemacchina e che le personesiano costrette a chiamarli.Ma, come dice GiorgioAngelini, “manca la culturadel taxi e se si ha un proble-ma, chiamarci è l’ultima cosaa cui si pensa. Solo durante lenotti bianche abbiamo lavo-

Gli affari a portata di mouseIn città avanza il mercato dell’e-commerce

GABRIELE MICELI

rato un po’ di più, abbiamoportato a casa le persone cheavevano bevuto troppo. Amancare, infatti, è anche illavoro da discoteca, come aRimini e Riccione”. Ma Urbinoè una città universitaria ed eraquesta la principale risorsaper i taxi: accompagnavano idocenti alle stazioni. “Fino aqualche anno fa l’Universitàci dava una piccola sovven-zione per andare a prendere iprofessori, 8 euro per Pesaro e15 euro per Fossato di Vico eRimini. Sono circa cinque an-ni che l’Università non dà più

nulla. Ora molti professorisono andati via e sono statisostituiti da ricercatori - diceFernando Savini - che rara-mente prendono un taxi,magari preferendo l’autobus.A fine anno vado via anche io,ma devo prima vendere lalicenza. Per adesso non c’ènessuno pronto a comprarla”.Fare il tassista in questa cittànon è remunerativo, secondoAn-gelini il guadagno mensilesi aggira intorno ai 1.200 euro.In cinque sono anche troppiperché la domanda è insuffi-ciente e le spese sono troppe.

Il commercio elettronico si sta diffondendoanche a Urbino. Su Ebay ci sono 9 negozionline registrati entro i 10 chilometri dalla

città. Uno di questi è gestito da un giovane fer-mignanese. La sua storia spiega come possanobastare un computer, una connessione a inter-net e un pizzico di iniziativa per investire nelsettore dell’e-commerce. Ilvantaggio? Uscire dalla logicalocale per poter vendere intutto il mondo.Marco Mignano, giovane uni-versitario di Fermignano conla passione per l’informatica,ha aperto un anno fa, a soli 21anni, il suo negozio su Ebay.L'amore per il computer è ini-ziato sin da piccolo ed è conti-nuato nel tempo: coi primisoldi in tasca si è avvicinatoallo shopping online riuscen-do a comprare a prezzi piùbassi. Un’esperienza che gliha permesso di conoscerediversi venditori sparsi nelglobo e gli ha dato l’input periniziare questa nuova attività:“Acquisto principalmentedalla Cina. Faccio una primaricerca per confrontare i prez-zi e poi - continua - inizio aprendere contatto coi gestori dei negozi. Cisentiamo via mail, ma anche in chat, comuni-cando in inglese. Di solito spendo dalle 800alle 1.000 euro per acquistare uno stock di pro-dotti”.Il pericolo di incappare in venditori poco affi-dabili è una possibilità: “Se compro da qualcu-no che non conosco, spendo intorno ai 200euro al primo ordine, riducendo così il rischio

di perdere troppi soldi”. Marco tratta princi-palmente prodotti di abbigliamento e oggetti-stica per nautica e campeggio, dalle giacche aibicchieri. Ma c’è anche spazio per l’intimofemminile. L’attività richiede una metodologia organizza-tiva: “Controllo con attenzione che ci sia tutto.Non ho bisogno di fare le foto da inserire onli-ne perché mi anticipo il lavoro catalogando gli

articoli prima dell’arrivo delpacco. Sistemo tutto nella miacasa, che è un po' il miomagazzino”. Marco rappresen-ta la nuova generazione che siaffaccia all’e-commerce. Enon ha paura di svelare il suodietro-le-quinte: “Spero chetanti miei coetanei prendanospunto per iniziare a investirein un settore che grazie ainternet è accessibile a tutti”. Ebay permette all’utente diaprire un negozio più facil-mente. Nonostante ciò, biso-gna fare i conti con le entrate.“Io guadagno da 500 a 1.200euro al mese. Gli utili dipendo-no dal periodo e dalle offerte.Durante le festività, per esem-pio, si vende di più”, conclude.Chi si avvicina all’e-commer-ce, però, lo fa per diverseragioni. Gli urbinati Giacomo

Baiardi e Maurizio Magnani, da oltre vent’anniimpegnati nel settore dell’informatica comeconsulenti aziendali, hanno deciso di realizza-re un loro sito per le vendite online: “Lo abbia-mo fatto per aprire il mercato ai privati. Siamoin una fase di investimento e 2-3 ordini al gior-no non bastano per coprire le spese. Superataquesta fase, potremo dire che dall’e-commer-ce si può ottenere un reddito accettabile”.

Le tariffe

Per chilometro di percorrenza

Tratte extraurbane oltre 30km

1,25 euro

libere

Partenza con cliente 3,70 euro

Corsa minima

Supplemento bagagli

6,50 euro

0,80 euro

Supplemento notturno/festivo 25% sul tot

Fonte: Dipartimento Polizia Amministrativa, Comune di Urbino

EBAY URBINO

I negozi online registratientro 10 km dalla città.Ebay è il primo sito di e-commerce in Italia

9

EBAY ITALIA

I negozi online registrati:818 gestiti da donne e 3.139 da uomini.

Utenti iscritti: oltre 5 mln

3.957

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il Ducato

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Gli orologi del tempo perdutoViaggio tra Porta Santa Lucia e via Saffi alla ricerca dei simboli del passato

Esplorare con curiosità i luoghi in cui la cultura scientifica incontra l’arte e scandisce i ritmi quotidiani

Luce e buio, nellaloro alternanza.L'uomo primitivomisurava il temposeguendo il sorgeree il tramontare del

sole. Poi qualcuno scrutò ilgioco delle lunghe ombre chedal nascere del giorno diven-tano lentamente più corteper tornare ad allungarsi,fino al tramonto. Le primetestimonianze di meridiane,dette anche orologi solari,risalgono al Neolitico; stru-menti di misurazione deltempo che scorre, tracciatodalla posizione del Sole, ilriferimento assoluto. Entrando tra i vicoli, i palaz-zi, le chiese, le piazze diUrbino, osservando le meri-diane e gli orologi, si viaggiaattraverso la storia, nell'in-treccio profondo tra arte ecultura scientifica e i segnicuriosi e imprevedibili chequesto legameporta con sé. L'uso dell'oro-logio solareproseguì fino alm e d i o e v o ,quando inizia-rono a diffon-dersi gli orologim e c c a n i c i .Installati sulletorri e sui cam-panili dellechiese, avevanoil vantaggio dinon dipenderedai movimenti solari mapagarono le iniziali impreci-sioni di una tecnologianascente. Secoli di scoperte,progressi e perfezionamentisempre più raffinati, in real-tà, hanno mantenuto intattoil fascino di un'ombra cheindica le ore segnate su untracciato. Il segreto di questofascino è oltre la macchiascura, è il poter percepire il"Sole nel cielo", le stagioni,gli equinozi e i solstizi e incerti orologi persino l'orbitaellittica che la Terra percorreintorno al Sole. In meno di un chilometro, daPorta Santa Lucia a Via Saffi,si concentrano splendori escoperte appaganti per occhiche esplorano. Lungo vialedon Minzoni, in uno degliangoli cardinali della città eal civico numero 4 di piazzaPascoli, incontriamo duemeridiane a ore francesi cioècon le linee orarie che hannocome riferimento la mezza-notte, dove l'ombra segnaquindi le ore trascorse daquel momento.Nella fontana marmorea delgiardino pensile di Palazzoducale è presente una rarissi-ma meridiana a rifrazione o,come veniva nominata anti-camente, "orologio solare coiraggi rifranti". In origine la fontana nonconteneva quest'orologio enegli anni '60 era completa-mente rovinata; anni dopo è

stata restaurata e rimessanella posizione attuale, alcentro del cortile.E'caratterizzata da un altrotipo di misurazione: le lineedelle 'ore italiche'. Vengonoindicate le ore che mancanoal tramonto; perchénell'Italia medievale e secon-do la tradizione biblica, ilnuovo giorno, suddiviso in 24ore di 60 minuti, iniziava conil tramonto.La meridiana più recente diUrbino, o più propriamentedefinita dal suo fondatoreGiovanni Flora, quadrantesolare, si trova nel cortile diPalazzo Brandani, oggi sededella Facoltà di Economiadell'Università, in via Saffi.Fu realizzata nel 1996 inonore del magnifico rettoreCarlo Bo, con inciso il motto:"Invecchia chi vuole invec-chiare". Il creatore parla diun disegno caratterizzato da"iperboli corrispondenti alladeclinazione che il sole assu-me rispetto a Urbino al 21 di

ogni mese, rico-noscibili dalproprio segnoz o d i a c a l e " .Proseguendo indiscesa, sullastessa strada,troviamo lachiesa diSant'Agostino.Edificio del XIIIsecolo, conser-va una rarissi-ma meridianaorizzontale acamera oscura,

una delle 74 presenti in Italiae la terza delle Marche, dopoquelle di Fossombrone eMacerata.Nella parete, a otto metrid'altezza, è stato realizzatoun foro disposto in modo daproiettare un raggio solaresul pavimento, dove è trac-ciata una linea retta, corri-spondente al meridiano loca-le. Lo scopo non è segnare leore ma, nei diversi periodidell'anno e per ogni giornata,indicare il passaggio del solea mezzogiorno. Le meridianea camera oscura servivanoprincipalmente per regolaregli orologi meccanici; si pre-sume che questo pezzo veni-va utilizzato per controllarel'esattezza dell'orologio dellavicina chiesa di San Polo,sempre su via Saffi. Le grandi meridiane, col lorofascino, vivono ancora nellestrade e nelle cattedrali.Se si ha la sensazione di esse-re stati catturati "nei più sub-limi rapimenti della scienza",si potrà osservare un legameancora più stretto tra arte ecultura scientifica, per esem-pio in via Barocci, la via degliscienziati e dei laboratoridegli artigiani, o nelle stanzedi Federico da Montefeltro onella strumentazione scienti-fica che tanto nobilitanoquesta città.Ma servirebbe un'altra sto-ria, un altro viaggio. Intantoil tempo, si ferma ancora.

La meridianapiù

affascinanteè quella

che la cittàha dedicato a Carlo Bo

MARTINA ILARI

OROLOGIOFACCIATA PALAZZO DUCALE

QUADRANTEINTERNO DEL DUOMO

La meridiana dedicata a Carlo Bo a Palazzo Brandani e,nelle foto piccole, gli orologi antichi sparsi nella città.Sotto, Amor Vincit Omnia, e l’autore, Andrea La Rocca

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CULTURA

Dall’Accademia alla Biennale di Venezia

“Amor vincit omnia”, l’amore chetrionfa su tutto, è un ragazzo deinostri tempi con la scritta “love”

tatuata sulle dita, piercing su viso ecorpo, un filo di perle rosse al collo comesimbolo di erotismo, e un laccio emosta-tico al braccio. Ci guarda direttamentescrutandoci e mostrandosi in una silen-ziosa metamorfosi, di cui già si vedono lecorna di un cervo, segno di prosperità elongevità.E proprio questo “amore che trionfa sututto”, un disegno su carta realizzato agrafite, china e acquerello, ha fatto trion-fare il suo autore, Andrea La Rocca. Giovane siciliano di 28 anni, da pocouscito dall’Accademia di Belle Arti diUrbino, vedrà la sua opera all’arsenale diVenezia dal 4 giugno al 27 novembrenella sezione del Padiglione italianodella Biennale dell’arte dedicata ai gio-vani delle accademie italiane, voluta ecurata da Vittorio Sgarbi. “Per me è una grande vittoria che mi gra-

tifica molto, soprattutto perché la bien-nale di Venezia è uno degli eventi artisti-ci internazionali più importanti, quindirappresenta per me una bella occasionedi visibilità. Tanto più che in questa edi-zione sarà dedicato ampio spazio agliautori delle accademie, tornando cosìalla tradizione delle Biennali degli anni‘80 quando si dava l’occasione ai giovanidi esporre a livello mondiale.”Ma prima di raggiungere Venezia e rice-vere l’approvazione dell’occhio critico diSgarbi, “Amor vincit omnia”, ne ha dovu-ta fare di strada. Il primo passo è statopassare, a Urbino, una prima selezioneinterna all’Accademia delle Belle Arti.Una cinquantina di quadri da prediligeretra quelli degli artisti che si sono diplo-mati negli ultimi dieci anni.“Il metodo di scelta che ci era stato indi-cato dagli organizzatori della biennale,era quello della valutazione del curricu-lum e della professionalità dell’artista,più che dell’opera in sé”, spiega il diret-tore Sebastiano Guerra.In effetti La Rocca vanta un breve maintenso passato di premi, mostre perso-

nali e collettive, in Italia e all’estero.“Sono attivo nel campo dell’arte dal2004. Sin da quando ero studente aUrbino c’è stato qualcuno che ha credu-to in me, nelle mie qualità e mi ha lan-ciato con mostre interne organizzatedall’accademia stessa. Poi ho fattomostre una dopo l’altra in Italia e ancheall’estero. Nel 2010 ho vinto il premioItalian Factory, premio biennale nazio-nale rivolto alla giovane figurazione ita-liana, e quest’anno sarò finalista alPremio Cerez4art in collaborazione conMtv.” Un giovane autore che da due anni aquesta parte è riuscito a realizzare ilsogno di tutti gli artisti contemporaneiin erba: vivere solo di arte. “Quando mi chiedono che lavoro faccioè difficile per me rispondere l’artista,perché è un mestiere che non ha unariconoscibilità nella società di oggi. È unlavoro astratto e la possibilità sfondarein questo mondo dipende dal potenzialeche si è disposti a spendere. Mi sveglio lamattina e non so mai a cosa andròincontro durante la giornata.”

“Amor vincit omnia”, la grande avventura di Andrea La Rocca

Teatro e Raffaellocinema e balletto:Urbino è cultura

Le associazioni culturali della città

NOEMI BICCHIARELLIC’è chi si occupa di musicacome “Dicks and Decks”,associazione che organizza epromuove concerti di artistiindipendenti: “Speriamo che inostri investimenti in futurodiano i loro frutti, che lagente capisca la sensibilitàcon la quale trattiamo questogenere di attività”, dichiara laresponsabile AlessandraNarcisi. Di musica si occupa-no anche la “CappellaMusicale”, mamma dellabanda cittadina e del coropolifonico e l’associazione“Animapopuli” che organizzacorsi di ballo popolare, danzegreche, francesi e festival dimusica.Né potevano mancare leassociazioni di amanti e pro-tettori del teatro. Si va dal“CUST” centro universitariodi sperimentazione teatrale eformazione, all’associazione“Il Vento” che crea laboratoriteatrali per ragazzi dai 14 ai18 anni, fino ai “Poliedrici”:“Creiamo attività, ci sono icantastorie, spettacoli e viag-gi itineranti dentro le muradella città, il teatro non siferma mai” afferma il presi-dente Michele Catalano. C’èanche una “CompagniaDialettale Urbinate” e un’as-sociazione che promuovepersino il teatro di strada congiochi antichi, maschere etrampoli, il “Circateatro”.Altra attività praticata è laceramica, mostre, conferen-ze, premi: se ne occupano l’“Associazione Paolo Sgarzini”e “Kèramos”.C’è attenzione anche per ladonna, “Aditi Urbino” svolgeattività di supporto e il“Centro Donna Urbino” è unluogo d’incontro soprattuttoper le donne straniere.“La nostra associazione è uncontenitore di tutte le arti,pittura, scultura, incisione,musica e letteratura – affermaOliviero Gessaroli, presidentedi “Arte in Arte” – la cultura èun’opportunità per conosceree farsi conoscere, per impara-re e sperimentare”. Forteanche la partecipazione stu-dentesca alla vita culturaledella città, le associazioni“Fuori Korso”, “Pantarei”,“Open House” e “Linea 21”promuovono l’aggregazionesocio-culturale e s’impegna-no in conferenze, incontri,cineforum e nuovi progetti.Trova posto anche la poesiacon l’associazione “Pelagos”,lo sport con la “CompagniaFeltria Aquile Ducali Arcieridi Urbino” e l’ “Acli Circolo”,l’arte sacra, i viaggi all’esteroe infine la salvaguardia deldecoro urbano. Tutte vantanonumerosi progetti per il futu-ro: “È importante crearesinergie tra tutte le associa-zioni per dare un nuovo futu-ro alla città e ai giovani chehanno così un’alternativa allanoia e allo sballo del giovedìsera – dichiara DonatellaMarchi, presidente del CUST– la cultura non deve esseresolo intrattenimento, maspessore e formazione”.

MERIDIANA A RIFRAZIONEPALAZZO DUCALE

MERIDIANA PIAZZA PASCOLICASA FUSTI CASTRIOTTI

MERIDIANA PORTA SANTA LUCIA

MERIDIANA CHIESA DI SANT’AGOSTINO

OROLOGIO CHIESA DI SAN POLO

MADDALENA OCULI

“Urbino èla ca-p i t a l ed e l l ac u l t u -ra”.

Sarà pure un luogo comune,ma a volte ci sono luoghi micatanto comuni, se è vero che inUrbino si contano la bellezzadi 37 associazioni culturali.Fatte le proporzioni, è comese New York ne contasse più di70.000. E se, come affermaSabina Marcolini, presidentedell’associazione “Arte M”, “lacultura è il sale della vita”,allora il gusto della città duca-le sarà sicuramente saporito.Dietro queste sigle, infatti,non si nasconde il vuoto, anzi,tutte le associazioni sono atti-ve e lavorano per mettere inluce le bellezze di Urbino,valorizzandone l’arte in tuttele sue espressioni. Si va dall’ “AccademiaRaffaello” che, come dice l’ac-cademico Luciano Ceccarelli,“ha lo scopo di alimentarel’alto ideale di arte e umanitàche s’irradia dal genio deldivin pittore”, fino ad arrivareall’associazione “La Piantata”,piccola organizzazione checrea eventi per riunire tra loroi quartieri della città. C’è poi l’“Associazione RievocazioniStoriche Urbino Medievale”che conta più di 100 iscritti e,afferma la presidenteRosanna Saltarelli, “intenderievocare ogni anno un episo-dio della storia della signoriadi Urbino, attraverso la Festadel Duca, per esportare l’infi-nita cultura che Urbino portacon sé, aiutando altre città arievocare la loro storia”.

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CinemaI PIRATI DEI CARAIBICinema Ducale

Feriali:21,00Sabato: 20,0022,30domenica:17,30 20,0022,30

Di Rob Marhall, con JohnnyDepp. Ian Mc Shane,Penelope Cruz.Jack Sparrow si allea con ilcapitano Barbarossa perandare alla ricerca della fon-tana dell’eterna giovinezza. Idue non saranno soli nella“caccia al tesoro”.

UN PERFETTOGENTILUOMO

CinemaDucaleFeriali: 20,3022,30Festivi:16,3018,30 20,3022,30

Di Shari Springer Berman,Robert Pulcini, con KevinKline, Katie Holmes, Louis Ives è un giovane inse-gnante di letteratura al liceodi Princeton, con un grossoproblema di timidezza eun'ossessione per la bianche-ria intima femminile.

THE BEAVERCinema Nuova Luce

Spettacolounico ore 21,15

Di Jodie Foster. Con MelGibson, Jodie FosterWalter Black, presidente diun'azienda di giocattoli sull'or-lo del fallimento, soffre didepressione. Quando la moglielo caccia di casa, trova lamarionetta di un castoro (bea-ver) e inizia ad animarla.

CineforumNEUESIS - INCONTRI INTERNAZIONALIDELL’ALTRO CINEMA9/10/11 giugnoProiezioni:Cinema Nuova Luce,Sala del Maniscalco inPiazza Mercatale

Il Cineclub “Il Posto delleFragole” porta a Urbino laproiezione di cortometraggiprovenienti da 6 festivalinternazionali.Gli stessi direttori/curatoridei festival introdurranno alpubblico le opere seleziona-te.

ROSSELLA NOCCA

Squilli di tromba dalla fortezza in una nottedi mezz’estate: non è l’esercito del Duca,non si combatte, ma si balla. La musica

potrebbe essere quella di Roy Paci.I ragazzi di Confederazione degli Studenti diUrbino ci provano, per festeggiare il decenna-le della Festa dello Studente stanno facendo ditutto per portare l’artista siciliano a Urbino.“Anche quest’anno la Confederazione deglistudenti - dice la vice presidente AngelaSpagnulo - stiamo lavorando per regalare aglistudenti la presenza di artisti importanti, manon voglio certo rovinare la sorpresa”. Di sicuro dal 23 al 25 giugno la FortezzaAlbornoz si trasformerà in palcoscenico natu-rale per serate in musica. È diventata unasorta di istituzione: la sessione estiva degliesami va in archivio, i libri per un po’ sugliscaffali e arrivano i tre giorni della fortezza.Sono gli studenti che aspettano l’evento a farealtri nomi dei possibili cantanti: si sussurra dicontatti con Giuliano Palma & TheBlueBeaters. Dopo il pienone di Daniele Silvestri nel 2008, i“Cento Passi” dei Modena City Ramblers nel2009 e il successo della Bandabardò lo scorsoanno è lecito aspettarsi un ricco parterre di

carte

llone

tesa per l’esito del processo aisospetti colpevoli: la balia,Pietro, servo di Romeo, frateLorenzo e il farmacista diMantova. Intanto nascononuovi amori contrastati. UnMontecchi e una Capuleti. Lastoria sembra ripetersi. “Amoperché amo. Non so spiegareperché. Vorrei prenderla tra lebraccia, dichiararle il mioamore, chiedere la sua clemen-za. Cambiare il suo nome”, diceBenvolio della sua Rosalina, cheperò è ancora innamorata diRomeo.Il regista spiega la scelta dell’o-pera: “Il testo parla di unavicenda d’amore in un contestodi faida tra due famiglie.Spettatore e attore si trovano avivere una situazione parallelaa quella della società attuale.Una realtà in cui viviamo nellatensione, ma anche nella spe-ranza di vivere con normalità edi lasciarci andare a sentimenticome l’amore”. “Romeo èmorto” non necessita di un pal-coscenico, ma nasce per adat-tarsi a “spazi altri”, a luoghi nonconvenzionali, anche alla stra-da. La scenografia è pratica-mente inesistente. I costumisono moderni, tendenti a unostile alternativo, che sfugge aicanoni tradizionali. La rappre-sentazione è accompagnatadalle note di un percussionistae di un flautista. Levantesi non chiede alla suacompagnia solo di recitare unaparte, ma di riportare il copionealla vita quotidiana. “Da unagenerazione all’altra si perde lamemoria di quello che è stato.Concetti come amore, pace,democrazia arrivano solo comeparole, non più come contenu-ti. I giovani di oggi sono spaesa-ti, come tutti noi. E il teatro puòaiutare. Perché, tra tutte leforme di comunicazione, è lapiù sincera”.

Lo spettacolo in scena al Sanzio il 30 maggio

Romeo e Giulietta:il loro amore eternoha un sacco di eredi

La decima edizione

Per la Festa dello studenteecco la trombadi Roy PaciMASSIMILIANO COCCHI

“Po t r e b b ee s s e r eVerona oD u b l i n o ,New York oLiverpool.

Potrebbe essere il 1500, il 1900, il2000 o il 3000". O magari potreb-be essere proprio Urbino, nel2011. Romeo e Giulietta hannopiù di 400 anni. Ma non li dimo-strano. Ancora oggi si raccontadel loro colpo di fulmine e sivisitano i luoghi in cui è esplosala passione. Tante sono state lerivisitazioni dell’opera shake-speariana. Ma SharmanMacDonald, drammaturgainglese e madre dell’attrice KeiraKnightley, nel 1999 ha scelto unmodo originale per farla rivivere.Quello di scriverne il seguito,provando a dare una risposta atutti quelli che si sono chiesti:“Cosa succede dopo la morte diRomeo e Giulietta?”.Il 30 maggio, dopo l’esibizionedel 21 a S. Angelo in Vado, lospettacolo approderà a Urbino.Lo rappresenteranno i ventunoragazzi del laboratorio teatraledell’Istituto Raffaello, diretti daSimone Levantesi, giovane atto-re e operatore teatrale anconeta-no, in una nuova rivisitazioneintitolata “Romeo è morto”. Acoordinarli, le insegnanti GiusiGaggini e Federica Cesaroni. Lapièce, pur esplorando nuovipercorsi, non manca di attingeredall’opera originaria diShakespeare. Il prologo e leprime scene sono infatti tratteda “Romeo e Giulietta”.L’occasione per ricordare lavicenda dei due innamorati èofferta dal sogno tormentato diBianca, la più piccola deiCapuleti, alla quale lo spiritodella cugina Giulietta appare insogno. All’indomani della mortedi Romeo e Giulietta, regna l’at-

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Eventi CulturaliCELEBRAZIONI RAFFAELLESCHECONFERENZA DI VITTORIA GARIBALDI

Palazzo Ducale “Sala d’inverno”venerdì 27 maggioore 17,00Precisazioni sulle vicendecostruttive e sulla Pala diRaffaello per Atlanta Baglioni.

TURISTARTH 20114/5/6 giugnoSassocorvaro, Montefeltro,Urbino ore 9,00 -17,30

Il Festival del turismo culturalee delle nuove tecnologie.Il 6 giugno, nella città ducale,incontri, dibattiti e visita guida-ta interattiva del centro. Iscrizioni al sito: www.turistarth.com

ConcertiI MONTEZUMABlack Jack (Trasanni)Sabato 28 maggioore 21,00

I Montezuma presenteranno dalvivo il nuovo disco “Di NuovoLontano”. L’album, fresco distampa per I Dischidell’Apocalisse e Dicks & Decks.Sarà presentato al Black Jack diTrasanni.

SpettacoliROMEO È MORTOTeatro SanzioDomenica 30 maggioore 21,00

Lo spettacolo si ispira alla rivisi-tazione di Sharman MacDonald“After Juliet” per raccontare unseguito ideale di “Romeo eGiulietta”. In scena gli studentidel laboratorio teatrale del-l’Istituto Raffaello.

EventiURBINO PRESS AWARDS3 giugnoPalazzo Ducale

6^ edizione del premio asse-gnato ai personaggi che si sonodistinti nel campo del giornali-smo. L’Urbino Press Award2011 va a Helene Cooper, corri-spondente per il New YorkTimes dalla Casa Bianca.

“L’arte noni n s e g n anulla, senon ils e n s od e l l a

vita”. Lo si legge su un murodella Cappella Musicale.L’aforisma, dell’autore HenryMiller, lo ha scritto anni faNorberto Basili, un musicofiloche ha deciso di donare all’isti-tuto ducale la sua raccolta dis-cografica. Un patrimoniodegno di un grande collezioni-sta, grazie al quale la Cappella èdiventata il maggiore archiviomusicale della provincia.Diecimila i dischi tra vinili, cas-sette e cd, disponibili percuriosi e appassionati, masoprattutto per le scuole chevorranno partecipare ad ascoltiguidati. Un viaggio tra repertori e gene-ri differenti: “Organizzeremodue incontri settimanali, perriavvicinare studenti e urbinatialla musica di qualità”, affermaBasili, per nulla geloso di unarchivio raccolto nel corsodegli anni, in giro per il mondo. Appuntamento ogni mercoledìcon la musica classica, mentreil lunedì sarà riservato agliappassionati del blues, del jazze della musica etnica, da quellaindiana ai canti dei pigmei:“Abbiamo a disposizione unarchivio eterogeneo: dai pri-mordi alla musica bizantina eromana, dai canti gregoriani algenere romantico, fino ai clas-sici moderni e contemporanei”sottolinea Basili. La raccolta riflette l’eclettismodel personaggio: “La mia curio-sità mi ha spinto a scoprire leespressioni artistiche prove-nienti dalle culture più lontane:nei canti dei popoli nordici c’èl’essenza della natura”. Lo con-fermano i suoi gusti musicali:“Tra i contemporanei apprezzole armonie semplici e minima-liste del compositore estoneArvo Pärt”. La sua passione ha radici lonta-ne, assecondata dal padre, stu-dioso di violino: “Avevo 19 anniquando ho comprato, nel 1958,il mio primo 33 giri: una straor-

ospiti che si alterneranno sul palco. “Quello che non mancherà - prosegue AngelaSpagnulo - è l’attenzione ai gruppi emergentidella zona. È una festa degli studenti e per glistudenti, questo non ce lo dimentichiamo mai.Ci arrivano un sacco di richieste per suonare,così in occasione del decennale abbiamo deci-so che anche la seconda e la terza sera daremospazio alle band locali”. Quali siano le prescel-te non è dato saperlo. L’unica cosa certa è chead aprire la rassegna sarà la musica rock degliEcotime, gruppo urbinate che da sempre“inaugura” la tre giorni.“Per mettere insieme questi tre giorni si lavoratanto, ma la fatica è ampiamente compensatadai risultati che abbiamo ottenuto, sia in ter-mini di artisti che di pubblico. Quest’anno -conclude Angela - è stato importantissimo ilsostegno del Comune, e ovviamente l’ingressorimane gratuito”. Insomma, in questi giorni c’èchi lavora intensamente per fare un bel regaloestivo agli studenti della “Carlo Bo” e non solo:gli studenti passeranno ancora qualche gior-nata sui libri con il pensiero dell’ultimoesame, poi potrebbero essere gli squilli ditromba a far decollare la loro estate. La trombadi Roy Paci (si spera).

dinaria interpretazione dellesonate Kreutzer e Primavera diLudwig van Beethoven, esegui-te da Hephzibah e YehudiMenuhin”, ricorda Basili, quasicommosso. C’è grande spazioper i ricordi: “In Italia la musicacostava tanto, così ogni voltache tornavo dai miei viaggiall’estero portavo con me deci-ne di vinili”. Erano gli anni dellaguerra fredda e le grandi esecu-zioni russe e polacche faticava-no a raggiungere l’Occidente:“Maestri come VladimirSofronitskij erano praticamen-te sconosciuti. Capolavori che

l’Europa ha potuto abbracciaresolo a metà degli anni ‘70”.Ogni ascolto è una nuova sco-perta: “La musica è un’artesenza età: l’originalità è nelricreare, rispettando il pattopsicologico dietro l’opera”,spiega Basili, citando l’esempiodi Glenn Gould, “un pianistache suonava Bach come fossejazz”. Una vita accompagnatadalle note: “La musica mi haridato gioia di vivere, adesso ètempo di condividere questeemozioni. Aspettiamo idee ecuriosità da soddisfare: sarà uninterscambio culturale”.

ALBERTO SOFIA

Essere adolescenti e girare un film da veri registi? AUrbino si può, grazie al Laboratorio di cinematografiaper le scuole superiori gestito da Andrea Laquidara,regista e operatore video, e Giovanna Errede. Marco,19 anni, studente del Liceo scientifico di Urbino, dicedi essere “affascinato dalla parte tecnica del corso”,e di volerne sapere di più. Perché a un primo ciclo dilezioni appena terminato sulla storia e sulla critica delcinema, segue ora una parte pratica. Telecamere eprogrammi di montaggio saranno per questi ragazzi ilpane quotidiano ancora per molto. “Presto gireremodue corti e la sceneggiatura sarà tutta nostra”, prose-gue Pietro, 15 anni. “Vogliamo aiutarli a capire il valo-re della narrazione per immagini”, ha detto invece ilregista, “per fare in modo che si pongano in manieracritica nei confronti della realtà, oggi in gran partecostruita per immagini”. (s.b.)

A SCUOLA DI CINEMA

“Venite ad ascoltare la mia vita a 33 giri”

Norberto Basili dona novemila dischi alla Cappella Musicale

Sopra, gli attoridurante leprove. A sinistra, la locandinadellospettacolo.A destra, ilmusicofiloNorbertoBasili

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SPETTACOLI

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Il piacere di studiarea Urbino: un campusa dimensione umana

Gli studenti universitari sod-disfatti della scelta per labellezza del patrimonio arti-stico e del paesaggio

80%

I ragazzi che si lamentanodelle carenze dei trasportipubblici e dell’assenza diquelli ferroviari

52%

MICOL SARA MISITI lità internazionale. Gli studentipendolari, rispetto ai fuorisede, sono meno soddisfatti,apprezzano meno gli aspettipositivi della città, ma sonoanche meno critici sulle suecarenze.Dall’indagine sembrano coesi-stere due città, due mondi:Urbino e l’Università, i cittadi-ni e gli studenti. L’82% degliurbinati valuta con un votofavorevole, almeno sufficientela propria università. I cittadiniriconoscono il ruolo che hal’Ateneo nel tessuto produttivoed economico locale, l’87%

ritiene che senza l’università,l’economia della città andreb-be in crisi. Mentre il 33% degliintervistati pensa che se l’uni-versità perdesse importanzanel tessuto economico, cisarebbe un lato positivo perchési potrebbero sviluppare altreattività produttive.L’Ateneo è motivo di orgoglio,una risorsa per i cittadinianche dal punto di vista identi-tario e del prestigio della cittàperché la rende diversa e viva-ce sotto il profilo culturalerispetto agli altri centri abitatidella zona.

BARBARA LUTZU

Crolla il numero degli stu-denti che si laureano fuoricorso a Urbino. Se nel 1999

erano l’81,6%, nel 2009 la per-centuale è scesa fino al 62,5%. Indieci anni si è dunque passatidai 1.596 laureati fuori corso, suun totale di 1.952, ai 1.754 su untotale di 2.808: una riduzione del19,1%. Ciò significa che sonoraddoppiati gli studenti che silaureano in corso, passando dal18,2% al 37,5%. Tutto merito della riforma del1999, quella che ha trasformatol’università italiana abolendo icorsi di laurea quadriennali eintroducendo il cosiddetto 3+2?“In parte sì” afferma il dottorEduardo Barberis, membro delNucleo di valutazione internadell’Ateneo urbinate che ogni

terminare entro il terzo annorisultava in corso, nonostanteavesse una reale anzianità acca-demica superiore. Sebbene la percentuale dei lau-reati in corso sia in costanteaumento all’Università diUrbino rimane comunque al disotto della media nazionale: il37,5% contro il 42,8% nel 2009.“Tra i motivi del divario c’è latipologia dei corsi attivati. AUrbino – spiega Barberis – man-cano facoltà, come Medicina eIngegneria, che richiedono unafrequenza obbligatoria e dove ingenere gli studenti sono semprein regola con gli esami. Ma adinfluire potrebbe essere anche laqualità degli studenti in ingres-so: quelli con un voto di diplomaalto che si iscrivono alla nostraUniversità sono di meno rispettoalla media nazionale”.

anno ‘fotografa’ lo stato dell’uni-versità. “La regolarità oggi èabbastanza alta, soprattuttonelle specialistiche e nelle nuovemagistrali, perché il corso durasolo due anni ed è quindi piùsemplice concluderlo in tempo.In parte, però, questo risultato èun effetto indiretto dovuto a

dieci anni di riforme e di asse-stamenti”. La riforma ha, infatti,permesso a molti studenti fuoricorso del vecchio ordinamentodi passare al nuovo, con il rico-noscimento degli esami giàsostenuti e l’iscrizione al secon-do anno della laurea triennale.In questo modo chi riusciva a

città comportano anche svan-taggi: una scarsa varietà delleproposte artistico-culturali,una carenza di esercizi com-merciali e un senso di chiusurae provincialismo. Per quantoriguarda l’offerta didatticasono considerati deboli i colle-gamenti tra percorsi di studio emondo del lavoro e la disponi-bilità e le condizioni deglialloggi e dei posti letto. Il 30,2%degli studenti lamenta lasovrapposizione delle lezioni,la concentrazione di queste inalcuni giorni della settimana ele scarse opportunità di mobi-

L’ok degli urbinati: la Carlo Bo è una risorsa

Nel 1999 la maggior parte degli studenti era “irregolare”

La laurea fuori corso è fuori moda

Igiovani scelgono di stu-diare a Urbino perchéricalca il modello idealedella “città campus”. Ilcentro storico è il luogodell’università e degli stu-

denti e così è più facile ambien-tarsi, conoscersi, ritrovarsi econciliare lo studio con il diver-timento. È quanto emerge dairisultati della ricerca “Studiare@ Urbino”, condotta per inda-gare il rapporto degli studenticon le strutture universitarie eil territorio. Più della metà degli intervistatiha scelto l’Ateneo per le suedimensioni contenute che faci-litano la qualità del rapporto tragli studenti e i professori e lapossibilità di essere seguitimaggiormente nel percorso distudi. Non ci sono i disagi che disolito si verificano nelle grandiuniversità, come le aule caoti-che, le code alle segreterie e lesensazioni di spaesamento o dianonimità.Urbino è a misura di studente,tutto è a portata di mano e lestrutture per la didattica e i ser-vizi sono ben raggiungibili apiedi. L’80,5% degli universitariè soddisfatto della scelta per labellezza e la ricchezza del patri-monio artistico e architettonicoe per il pregio del paesaggio incui studia. Gli studenti intervi-stati considerano la città tran-quilla, accogliente e rilassante.Il 79,2% studia a Urbino per iltipo di corsi attivati e il 56% perla vicinanza rispetto a casa. Non mancano, però, elementidi debolezza e criticità. Il 51,8%dei ragazzi denuncia la proble-maticità dei collegamenti stra-dali, l’assenza di quelli ferrovia-ri e la poco disponibilità di par-cheggi gratuiti. Le dimensioniridotte dell’Università e della

Dieci anni di progressi

In corsoEntro il 2° anno fuori corso

18,2%41,3%

Entro il 6° anno fuori corsoOltre il 6° anno fuori corso

33,5%6,8%

37,5%41,1%17,2%4,2%

Laureati o diplomati 1999 2009

Fonte: Università di Urbino, Nucleo valutazione interna

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UNIVERSITÀ

Mensa, mangi 4 e paghi 5Per tutte le università delle Marche, i menù rincareranno del 25 per cento

Gli studenti propongono aumenti differenziati per fasce di reddito. Resteranno le esenzioni per i borsisti

Al Centro non si stampa più

Ne paghi cinquema ne mangiquattro. A par-tire dal nuovoanno accade-mico, i pasti

della mensa universitaria deicollegi aumenteranno del 25per cento, passando, per unmenù completo, dagli attualiquattro a cinque euro. Anchesui singoli piatti e sui piatticombinati, primi e contorni,ci sarà un piccolo aumento:se ora un primo costa 1 euroe 20, si prevede che aumente-rà in proporzione al pastocompleto, arrivando a 1 euroe 40 o 50 centesimi, ma que-sti dettagli sono ancora dastabilire. Il rincaro riguar-derà tutti i poli universitaridelle Marche, (Ancona,Camerino, Macerata eUrbino) e, a sentire laRegione, non c’era altromodo per prendere una boc-cata d’ossigeno, dopo che nel2010 già due milioni e mezzodi euro erano stati destinatialle borse di studio e altriquattro milioni e mezzoerano stati spesi per la manu-tenzione del collegioTridente. La proposta, pre-sentata dall’assessore al lavo-ro e formazione MarcoLucchetti durante la confe-renza regionale sul dirittoallo studio universitario adAncona lo scorso 28 aprile,dovrà ora essere votata nelprossimo consiglio, che siriunirà entro la fine di mag-gio e con tutta probabilitàdiverrà effettiva già da otto-bre. “Abbiamo dovuto piani-ficare un aumento dellamensa universitaria per farecassa dopo che i fondi desti-nati alle Regioni per le uni-versità sono stati tagliati del60 per cento. Non dimenti-chiamo che per noi il prezzodi produzione di ogni pasto èdi otto euro, quindi quandoagli studenti ne facciamopagare cinque, non dovrem-mo parlare di costo ma dicontributo” ha spiegato Gilda

Stacchiotti, funzionaria che sioccupa di diritto allo studioper la Regione. “Ci tengo aprecisare – ha proseguitoStacchiotti - che con l’au-mento del prezzo dei pastialla mensa non viene toccatoil diritto allo studio: l’aumen-to riguarderà infatti solo glistudenti fuori corso dalsecondo anno in poi e coloroche non rientrano nella fasciaIsee (indicatore della situa-zione economica equivalen-te, nda) inferiore ai 18.300euro di reddito annuo. Per icapaci e meritevoli privi dimezzi, cioè i borsisti, noncambierà nulla: non pagava-no niente prima e non paghe-ranno niente ora”. Una delle contropropostepresentata dall’assembleadegli studenti e dal loro rap-presentate nel consiglio diamministrazione dell’Ersu,Simone Lancianese, è stataquella di dividere in fasce direddito tutti gli studenti e poifarli pagare in base alla fasciadi appartenenza. “Un’impostazione di questotipo non è gestibile: si tratte-rebbe di richiedere l’Isee atutti i 15 mila studenti diUrbino, per poi trattarli inmaniera differente rispetto alreddito certificato”, ha repli-cato Gilda Stacchiotti. “Una motivazione debole, se sitiene conto del fatto che inmolte mense universitarie que-sta classificazione è già statarealizzata” ha osservatoLancianese. È il caso, ad esem-pio, di Milano, Piacenza eBrescia, dove gli studenti sonosuddivisi in sei fasce di reddito,dove quella più bassa paga, perun pasto completo tre euro e 50centesimi e la più alta sette e 50.Non sono molto più bassicomunque i prezzi in moltealtre mense, anzi. A Modena e aReggio Emilia il pasto completocosta sette euro, a Bologna seieuro e 70 centesimi. Dellemense prese in considerazionela più economica è quella diPerugia con un pasto completoper i non borsisti a quattroeuro e 50 centesimi.

L’Università aveva un posto con localisuoi, macchine già ammortizzate, dovestampare tutta la modulistica, i fogli di

iscrizione, i test di valutazione, ma anche libri,pubblicazioni dei docenti che riempiono gliscaffali delle biblioteche. Questo spazio non cisarà più a partire dal primo Luglio, quandoDomenico Fulvi, unico dipendente rimasto,abbasserà le saracinesche. Dunque, l’università di Urbino non avrà più unsuo Centro stampa e dovrà affidarsi a entiesterni e altre copisterie per poter stampare ilsuo materiale. Tutte le macchine all’interno del locale inZona Sasso lavorano in bianco e nero. I vade-mecum, ora a colori, non si stampano più quigià da qualche anno. Il reparto ha subìto unprogressivo taglio al personale, che da ottounità nel 2003 è sceso a due negli ultimi cin-que anni. Da settembre, Domenico è rimasto solo agestire l’intera struttura. Giugno sarà il suo

ultimo mese, dopodiché andrà in pensionedopo 35 anni di servizio. Al suo posto non èstato nominato nessuno e nessuno gli è statoaffiancato in questi ultimi mesi, utili per impa-rare il mestiere. Il responsabile Arrigo Donini conferma lo stop.Il direttore amministrativo Luigi Botteghi pre-cisa: “Non è stata ancora dichiarata la chiusu-ra, ma purtroppo non posso più assumere per-sonale, dovendo rientrare con il budget. Lamodulistica sarà sempre di più on line, quelloche non sarà possibile fare al pc sarà esterna-lizzato. In questo modo i costi rimangonoabbastanza ridotti”. I locali restano di proprietà dell’Università cherisparmierà su qualche affitto, mentre alcunimacchinari verranno rivenduti. “Sono anniche sono qui. Lasciare tutto mi spiace. Io houna qualifica di perito elettrotecnico. Quelloche so, l’ho imparato qua dentro. Si imparalavorando. Questo è un mestiere in cui nonpuoi improvvisare” commenta Domenico,mentre le sue mani, le uniche rimaste lì suquel tavolo, lavorano le ultime stampe rimaste.

ELIS VIETTONE

L’Ateneo affida il servizio a copisterie esterne

STEFANIA CARBONI

Studenti infila allamensa delcollegioTridente perritirare lacena

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Urbino calcio, chiuso per golLa società è allo sbando. La liquidazione dopo una stagione disastrosa

Una sola vittoria e 27 sconfitte consecutive. Record negativo che finirà negli annali “neri” dello sport

CATALDO COLLAZZO

Debiti societari,stipendi nonpagati dadicembre, pro-messe maimantenute e

tanta amarezza per chi mettepassione in quello che fa. Nonstiamo parlando dell’ultimafabbrica che chiude e deloca-lizza, ma dell’Urbino calcio.“Siamo stanchi di essere presiin giro, noi abbiamo giocatotutto il campionato rispettan-do l’impegno preso: loro no.Non ci pagano da dicembre”. È racchiuso in queste paroletutto il rammarico dei gioca-tori dell’Urbino calcio per unastagione che è iniziata maleed è finita peggio. “Prima cihanno proposto di ridurre irimborsi spesa, poi ci hannopagato con 15 giorni di ritardoe alla fine non ci hanno piùdato un soldo.” Hanno molto da raccontare ela descrizione che ne vienefuori è quella di una societàche non ha saputo sostenere ipropri ragazzi. “Siamo arrivatial punto che l’acqua e i chio-dini per le scarpette doveva-mo comprarceli noi. Diciamoqueste cose ma preferiamonon essere citati altrimentitroverebbero un’altra scusaper ritardare i pagamenti”. Sutrentotto gare disputatel’Urbino calcio ha ottenutouna sola vittoria, la prima par-tita di campionato, e cinquepareggi poi una sconfittadopo l’altra. Un dato imbarazzante che haconfinato fin dall’inizio lasquadra sul fondo della classi-fica destinandola inesorabil-mente alla retrocessione. Lecause di un tale disastrosecondo il direttore generaleLamonaca sono stati gli infor-tuni verificatisi all’inizio edurante il campionato e lescarse risorse per formare unasquadra in grado di compete-re in un campionato di eccel-lenza.“La responsabilità è di tutti –

ha detto Lamonaca - chi piùchi meno. Ora bisogna ripar-tire con un nuovo progetto”.Non è dello stesso parereinvece il Presidente Scoglio:“I soldi erano certamentemeno rispetto agli altri annima sufficienti a formare unasquadra in grado di giocare enon fare solo otto punti. Poile scelte dei giocatori presinon ricadono su di me, ma suchi questa squadra l’hacostruita e mi riferisco aLamonaca e al direttore spor-tivo”. Uno scambio di battute reci-proche e uno scaricarsi laresponsabilità in manieravelata. Quello a cui si assiste èuno scontro all’arma bianca.Da un lato Scoglio che haespresso la sua volontà diabbandonare la gestionedella prima squadra accol-

landosi i debiti e preferendogestire e investire nel settoregiovanile, dall’altro Lamo-naca: “Insieme ad altre perso-ne stiamo pensando a qual-cosa che rilanci il calcio urbi-nate. Ci servono sponsor”. Aoggi però tutto tace e dinuove prospettive non se nevede neanche l’ombra.Nessuno sembra farsi avantie il rischio è quello di nonavere una squadra per il cam-pionato di promozione. Non solo perché non ci sonostate ancora proposte ufficia-li, ma anche perché molti gio-catori, se dovessero esserci glistessi dirigenti, non hannointenzione di proseguire laloro carriera nell’Urbino cal-cio. Alla fine l’unica cosa chesembra cambiata nel calciourbinate è solo la categoria incui giocare.

La squadra dell’Urbino calcio in campo per l’ultima partita, perduta contro la Fulgor

L’Urbino calcio è ormai re-trocesso e lei ha dichiara-to di lasciare la presiden-

za. Qual è il futuro della società?“La prima squadra non mi inte-ressa più. Ho parlato anche conil sindaco chiedendogli di veri-ficare se esistessero compaginisociali intenzionate a gestire ilcampionato di promozione.Quello che io come le altre per-sone che hanno lavorato con mesiamo disposti a fare è accollar-si i debiti pregressi dando modoalla nuova dirigenza di muover-si in totale libertà. Per il restovorrei occuparmi solo del setto-re giovanile”.Oggi ci sono nuove proposte?“So di alcune dichiarazionipubbliche fatte da un gruppo,coordinato da Lamonaca e Cre-spini, che hanno espresso l’in-tenzione di occuparsi sia dellaprima squadra che del settoregiovanile. A oggi però non ci so-no arrivate proposte concrete.Nell’ultima assemblea dei soci,a cui Lamonaca non è neancheintervenuto, alcuni soci hannoparlato della possibilità di potergestire la squadra per la Promo-zione. Per questo ci siamo datialtri 10-15 giorni per capire seesistono risorse”.Cosa pensa di fare adesso?“Voglio occuparmi del settoregiovanile. Con la vecchia diri-genza ci impegneremo a soste-nere e sviluppare questo setto-re. Per poterne garantire la so-pravvivenza sarà necessario ag-giungere alle somme incassatedalle quote pagate dai genitoritra i 20 e 25 mila euro, mentre perpotenziarlo ne servono 30-35mila. Noi abbiamo deciso dirischiare anche se questo vorràdire sottrarre risorse a un più ra-pido risanamento dei debiti”.

“Mi occuperòdel settoregiovanile”

Parla Scoglio

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32I RISULTATI

Il numero delle sconfittedella squadra

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Il totale dei pareggi intutto il campionato

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È l’unica vittoria dellasquadra, all’inizio dellastagione

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SPORT

PAOLA ROSA ADRAGNA

Henry e Tom, i gemelli delle due ruote

Si arriva alla pista nel primo pomeriggio.Le moto sono già lì e si comincia con-trollando gomme, benzina e temperatu-

ra. Poi si parte: prima qualche giro perscaldarsi. Il preparatore tecnico dàqualche consiglio: corregge qualchedettaglio, suggerisce le traiettoriemigliori per le curve. Poi si parte e allo-ra sono venti minuti serrati, come algran premio si prendono i tempi al cen-tesimo. Qualche minuto di pausa e poisi riparte. Avanti così per tre – quattroore e alla fine si tirano le somme di unagiornata. Ma non stiamo parlando dipiloti professionisti. Parliamo di dueragazzini, due gemelli: Enrico eTommaso Cioppi, che hanno appenadiciassette anni e sulle loro moto, inpista, schizzano già a 170 chilometril’ora.Tommaso ed Enrico, che frequentano il liceoscientifico a Urbino, l’amore per i motori cel’hanno avuto da sempre. “Abbiamo comin-ciato ad appassionarci – racconta Enrico – acinque anni. Prima i go-kart poi le mini-

moto e, un anno fa, le 125”.È un attività quasi familiare la loro: sono statii parenti ad acquistare le due moto 125. Illoro preparatore è Lorenzo Cangini, ex pilotaprofessionista, il meccanico è PaoloGramolelli, loro zio che dice scherzando: “Se

hanno cominciato questa strada è colpamia”. Colpa dello zio o disposizione naturale,oggi Enrico e Tommaso non hanno dubbi:“Questo è il lavoro che vogliamo fare”. Unsogno normale da avere a diciassette anni,ma quali sono le loro possibilità? “Ogni volta

che hanno provato in pista – risponde lo zio- hanno guadagnato rispetto alla prova pre-cedente. Ora sono a due secondi dai pilotiprofessionisti”.C’è del talento, quindi. “Quando alle provepartiamo tutti insieme – raccontano – ci tro-

viamo in mezzo a moto con più deldoppio della nostra cilindrata, alteventi centimetri più di noi e pilotate dagente più vecchia. Ci guardano dall’altoe ci fanno i complimenti, perché vedo-no che siamo dei ragazzini, ma vedonoanche quanto sono consumate lenostre gomme”. Spiega lo zio che cosasignifica: “Con una moto più ti pieghi incurva, più la gomma si consuma sullato. Guardando le gomme quindi, puoicapire quanto un pilota sia bravo”.Il prossimo appuntamento sarà que-st’estate quando parteciperanno allegare del campionato giovanileMetakrit, la loro prima competizione

agonistica. Dalla Benelli motori a ValentinoRossi questo è un territorio con le due ruotenel sangue. E anche se, come dice lo zioPaolo, “uno come Valentino nasce ogni due-cento anni”, l’importante è andare avanticon passione.

Le donne, i cavalier, l’arme...Si chiama i “Poeti della spada” l’associazione che pratica la scherma storica

Ricostruzioni perfette di costumi e ambienti del 1400. Ma per gli iscritti “è soprattutto un vero sport”

A 17 anni, portati in pista dallo zio, i Cioppi già stupiscono

DAVIDE MARIA DE LUCA

A sinistra iPoeti dellaSpada a TempusBelli nel2010.A destra unallenamentoin palestra

Enrico Cioppi in pista nel circuito di Misano

La spada è sguainataed è arrivato ilmomento di com-battere. E di nonchiudere gli occhi.Se chiudi gli occhi

hai già incassato la stoccata.No, non è la battaglia diHastings. Siamo nel 2011, aUrbino, e loro sono i “Poetidella Spada”. A vederli sipotrebbe pensare che qualco-sa non va, che nel XXI secoloindossare un’armaturamedievale e combattare conscudo e spada sia folkloristicoe un po’ fuori moda, ma lascherma storica è uno sport –e non solo – che coinvolge a360 gradi. I Poeti sono nati nove anni fa,anche se si sono potuti costi-tuire come associazione spor-tiva dilettantistica solo nelgennaio 2006, subito dopo laregolamentazione della disci-plina. “La scherma storica –spega Rinaldo, Poeta da dueanni – è un’ arte marzialeoccidentale che purtropponon è stata tramandata comeè successo invece per le artiorientali. Si studiano tavoleiconografiche e manuali risa-lenti al medioevo e li si inter-pretano, dando vita ai movi-menti e alle tecniche. Ne sononati diversi filoni di pensiero,per questo ancora non si hauna federazione che riuniscetutti i gruppi”.L’associazione conta oggi 18tesserati, dai 16 anni agli over40, uniti da una forte passioneper il combattimento e per lastoria. Gli allenamenti sono duri enon si riduce tutto a dueincontri a settimana in pale-stra con più di 30 kg di arma-tura addosso. Il gruppo, infat-ti, si è specializzato nel perio-do che va dal 1380 al 1430 e

non ha tralasciato nessunaspetto dell’epoca, comespiega il fondatore, Gabriele:“I primi anni ci siamo concen-trati solamente sul duello esulla tecnica. Col tempoabbiamo capito l’importanzadella precisione con cui sideve rievocare: le armi, icostumi, gli stendardi, gliaccampamenti. Senza maitralasciare la sicurezza”. Lespade sono riproduzioni fede-li: stesso il peso e il bilancia-mento, ma le lame non sononé affilate né appuntite.

Carolina, la storica del grup-po, li affianca in tutti quegliaspetti che non appartengonoalla dimensione sportiva. Sioccupa in particolare dellaricostruzione fedele dei vesti-ti, anche se, come spiega “illavoro è complicato: ci si deveaffidare ai dipinti e alle illu-strazioni perché per i vestiti,come per le tecniche del com-battimento, non esitono origi-nali”.Il duro lavoro però premia, enon è solo un modo di dire.L’anno scorso, al torneo

nazionale di Pavone Canavese(TO) il maestro d’armi RenzoMusumeci Greco ha assegna-to un premio speciale ai PoetiNicolò e Federico per il loroduello coreografico. Il gruppoha anche partecipato allarievocazione della battaglia diGrunwald, in Polonia, in occa-sione del seicentenario dellasconfitta dell’OrdineTeutonico e della nascita dellostato polacco-lituano.“È stato motivo di grandeorgoglio per noi. È un eventoche ha richiamato 250 mila

spettatori, capi di Stato emaestri d’armi. È stata lanostra olimpiade” affermafiero Gabriele.L’impegno sportivo è poiaccompagnato dall’impegnoculturale. L’associazione hainfatti organizzato aule didat-tiche sulle armi, esposizioni emostre sull’abbigliamentomedievale. E in attesa di apri-re la propria sala d’armi, sioccuperà di organizzare tuttala parte degli Armati allaFortezza Albornoz per la pros-sima festa del Duca.

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il Ducato

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MASS MEDIA

ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: STEFANO PIVATO, Rettore dell'Università di Urbino "Carlo Bo". Vice:GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Università: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-SEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: SIMONE SOCIONOVO, ALFREDO SPARAVENTI; perla Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICOMASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI

IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336; Ducato on line: http://ifg.uniurb.it e-mail: [email protected] Direttore responsabile: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI Stampa: Arti Grafiche Editoriali Srl - Urbino -0722328733 Registrazione Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991

Il lettore non è più solo testimone ma diventa cronista dei fattiche accadono nella sua comunità

Gli utenti della retediventano reporter. Elo strumento dellemappe sul web per-mette di agganciare lenotizie al territorio. È

l’ultima rivoluzione del giornali-smo dal basso, quello che trasfor-ma il cittadino da testimone a cro-nista dei fatti che accadono nellasua comunità locale. L’idea nascein Kenia ma ha già fatto il giro delmondo. In Italia ha incuriosito trequotidiani locali del gruppoEspresso, la Provincia Pavese, ilTirreno di Livorno e la Gazzetta diMantova, che hanno inserito neiloro siti on-line delle crowdmap. Sitratta di vere e proprie mappe dellacomunità in cui i cittadini possonosegnalare direttamente i problemidella loro città: dalle buche sullestrade al traffico, dal decoro urbanoalla quiete pubblica, dalle panchi-ne rotte ai rifiuti abbandonati. Crowdmap è una piattaforma digi-tale gratuita che permette di riuni-re e organizzare informazioni lega-te a un luogo geografico in un’uni-ca mappa. Ogni cittadino può con-tribuire in modo diretto a comple-tare la cartina inviando segnalazio-ni via web o tramite cellulare.L’informazione nasce e si alimentaattraverso il crowdsourcing, ossiagrazie alla partecipazione dellagente comune. Il giornalismo pro-fessionale si intreccia così al gior-nalismo del cittadino in un’otticafortemente localizzata. Crowdmapè uno strumento realizzato daUshahidi (letteralmente “testimo-nianza” in Swahili), una piattafor-ma nata in Kenia nel 2008 a ridossodelle elezioni presidenziali. Il suoscopo è mappare le zone di emer-genze umanitarie per individuare iluoghi di crisi e aiutare i soccorsi.Le segnalazioni su Ushahidi sonostate fondamentali durante i terre-moti a Haiti, in Nuova Zelanda e inGiappone, come anche nel corsodelle proteste in Nord Africa e nelMedio Oriente. La squadra diUshahidi ha deciso così di realizza-re la piattaforma on-lineCrowdmap per metterla a disposi-zione di chiunque abbia bisogno dimappare un territorio. Il suo impie-go si sta espandendo anche in Italianon solo nei siti di informazionelocale ma anche come esperimentidei singoli cittadini che si prendo-no a cuore un problema. “Crowdmap è uno strumento chesi adatta bene alle esigenze dellacronaca locale – spiega Pier VittorioBuffa, giornalista e scrittore del

gruppo Espresso che ne ha pro-mosso l’impiego – per questoabbiamo scelto di sperimentarlo intre quotidiani locali. Il progetto èavviato da appena due mesi e irisultati ci incoraggiano ad andareavanti stando attenti a individuarenelle redazioni dei giornalisti che loseguano, si occupino di verificarele segnalazioni e di interagire conle amministrazione per risolvere iproblemi”. Nell’era del web sempre più inte-rattivo, le segnalazioni sono un’e-voluzione delle lettere al direttore,delle telefonate o e-mail con cui ilettori si lamentano di qualcosache non va. La differenza è che conle crowdmap l’informazione puòessere raccontata direttamente agliutenti con parole e fotografie pro-prie. Sono gli occhi del territorioche vedono e descrivono quelloche accade. Il compito del giornali-sta allora è la verifica sul campo, ildialogo con l’amministrazione e ilcontrollo di ciò che è stato fatto onon fatto per risolvere il problema. Quando però l’esperimento escedall’informazione strutturata delquotidiano e diventa strumento didenuncia messo in piedi da unsingolo utente la partecipazione siaffievolisce. Sono circa una decinale crowdmap autonome a livellonazionale ma nessuna è riuscita acoinvolgere una community capa-ce di farla vivere. Attualmentesono congelate le mappe sullezone terremotate de L’ Aquila e suirifiuti a Napoli, nate con l’obiettivodi mostrare la situazione reale incui versano questi territori facen-do leva sulle testimonianze di chici vive e ci soffre. Fermo anche ilprogetto più ampio Open Foreste,che vorrebbe organizzare tutte leinformazioni utili per prevenire gliincendi boschivi. Elena Rapisardi,fondatrice di Open Foreste e refe-rente della traduzione italiana diUshahidi, ha aperto da pochi gior-ni un’altra crowdmap appoggiatadal Centro intercomunale diProtezione civile CollineMarittime e Bassa Val di Cecinache raccoglie informazioni surischi ed eventi come strade inter-rotte, incendi, frane, allagamenti.“Per avere collaborazione da partedegli utenti – riflette la Rapisardi –occorre avere il supporto di un’isti-tuzione locale di riferimento chedia autorevolezza al progetto e chespinga la gente a fidarsi. La scarsapartecipazione non è un problematecnologico ma culturale: bisognadiffondere l’idea che chiunquepuò usare il web in modo sociale”.

VALENTINA BICCHIARELLI

Crowdmap, ecco come usarla Facile e gratuito. Basta poco per inviare una segnalazione su una crowdmap e lo si può faredal computer di casa od ovunque ci si trovi con un cellulare con accesso a internet. Si può com-pilare il modulo già predisposto nel sito con le informazioni utili per descrivere e localizzare ilfatto oppure inviare la segnalazione per e-mail o con Twitter utilizzando l’apposito hashtag. Èprevisto spazio anche per caricare foto e linkare video. La piattaforma prevede anche la segna-lazione con sms ma l’opzione non è molto diffusa in Italia. Su ogni fatto indicato il curatoredella mappa specifica se è stato verificato. Crowdmap permette anche di ricevere un avviso ine-mail ogni volta che qualcosa è segnalato nel raggio di azione di una località preimpostata.

COSÌ’ SI DIVENTA REPORTER

La mappa diventa un giornaleArrivano in Italia le cartine interattive con notizie scritte dagli utenti della rete

La novità adottata nei siti di tre quotidiani locali del gruppo Espresso per segnalare i problemi in città

La crowdmap del sito del Tirreno di Livorno. I punti rossi corrispondono alle segnalazioni dei lettori. In alto la legenda dei problemi da denunciare, in basso la notifica di un cittadino

Chiunque può usare il web in funzione sociale.

La scarsa collaborazione dei cittadini non è un fatto tecnologico ma culturale’’

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