Il Ducato 2 - 2011

16
il Ducato Periodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino Quindicinale - 4 marzo 2011 - Anno 21 - Numero 2 Ducato on line: ifg.uniurb.it Distribuzione gratuita Poste Italiane Spa-Spedizione in a.p. - 70% - DCB Pesaro Da Urbino a Pesaro senza posto a sedere. I mezzi e il personale di Adriabus non bastano a garantire un servizio a norma di legge, che vieta la presenza di passeggeri in piedi nelle trat- te extra urbane. “La crisi ha col- pito tutti, anche il nostro setto- re, ma stiamo lavorando a un incremento delle corse” replica il presidente Giorgio Londei. a pagina 4 Tutti in piedi sull’autobus Trasporti 343 famiglie urbinati non hanno accesso all'Adsl. Montesoffio, Trasanni e Tufo le zone più critiche, bacini di utenti troppo scarsi perché le compagnie telefoniche possano interessarsene. Un bando da 4,5 miliardi di euro permetterà di realizzare le infrastrutture necessarie per colmare il digital divide. Ancora in corso le pro- cedure della gara d'appalto. a pagina 7 Delle 150 stanze del Collegio Colle, solo 55 sono assegnate a studenti fuori sede con bando di concorso. Le restanti sono adibite a foresteria: docenti, studenti e familiari possono soggiornare in stanza singola con bagno per brevi periodi a costi molto contenuti . Confcommercio e albergatori denunciano: concorrenza slea- le. a pagina 13 “Ma il Colle è un albergo?” Università Effetto tagli, servizi a rischio Lo Stato toglie due milioni. Dalla cultura ai mezzi pubblici, ecco cosa cambierà La giunta: grandi sacrifici ma non tocchiamo la spesa per il sociale L’EDITORIALE S ilvano Rizza, grande maestro di giornalismo, per dodici anni motore e anima della Scuola di Urbino (oltre che direttore dei corsi e delle testate), indicava ai docenti dell’Ifg un obiettivo preciso: creare una classe giornalistica diversa da quella esistente. Per “clonare” e moltiplicare la categoria così com’è – diceva Rizza – non servono le Scuole, bastano le redazioni. Ma la tecnologia ha profondamente cam- biato l’organizzazione, il modo di lavorare e i rapporti all’interno delle redazioni che, di conseguenza, non formano più i praticanti come avve- niva in passato. Ed è proprio per questa semplice constatazione che l’Ordine, vent’anni fa, ha deciso di creare un nuovo percorso formati- vo. Università di Urbino e Ordine dei giornalisti delle Marche sono stati i primi a raccogliere quel mes- saggio. In vent’anni l’Ifg di Urbino ha for- mato trecento giornalisti che oggi lavorano (molti anche con incarichi di responsabilità) in tutti i principa- li media italiani e anche all’estero. Alcuni sono volti noti della Tv; altri sono firme impor- tanti dei maggiori quotidiani; molti hanno trovato occupazione nei nuovi media; altri ancora (vincendo i concorsi) lavorano nell’informazione pubblica (Uffici stampa) o si sono affermati come free lance. Diversi sono anche apprezzati autori di libri o di impor- tanti inchieste. Abbiamo rag- giunto l’obiettivo fissato da Silvano Rizza? Guardando i dati, sembre- rebbe di sì: quasi tutti gli allievi pieghe del potere. Ma che Scuola sarebbe se qui si praticasse quel- l’ossequio ai potenti così ben radi- cato in molti filoni della professio- ne? Nessuno, invece ha mai pensato all’enorme patrimonio che l’Ifg di Urbino ha costruito nei vent’anni della sua attività: trecento giornali- sti, inseriti in tutti i principali media, che hanno Urbino e le Marche nel cuore, che conoscono il territorio, le sue ricchezze e i suoi problemi e dove tornano spesso per le “rimpatriate” organizzate dall’Associazione degli ex allievi. I trecento giornalisti, che si sono for- mati qui, sono i primi testimonial di questa regione, invidiata per le enormi potenzialità, ma purtroppo nascosta, appartata e sonnacchio- sa, tanto da essere quasi sconosciu- ta. Quei trecento giornalisti sono un po’ come le nostre colline, i nostri borghi e le nostre spiagge: appena mettiamo il naso fuori casa ci ren- diamo conto cosa valgono. Esistono anche patrimoni e ricchezze invisi- bili e intangibili. Cominciamo a dare un reale valore anche a loro. Le ricchezze intangibili del giornalismo A pochi giorni dalla presentazio- ne in Consiglio comunale del bilancio di previsione 2011, su Urbino irrompe l’effetto dei tagli statali. La manovra finanziaria estiva riduce drasticamente i trasferimenti dello Stato agli enti locali. Tradotto in cifre, la città ducale riceverà due milioni in meno nei prossimi due anni: 722 mila per il 2011, il resto nel 2012. Pesanti le conseguenze per diversi settori chiave: le spese per la formazione, le relazioni pubbliche, le attività di consu- lenza e la manutenzione di infrastrutture, edifici e mezzi pubblici saranno decimate, met- tendo a rischio servizi essenziali per i cittadini. A risentirne sarà soprattutto la cultura: in base al decreto, Urbino potrà spendere solo il 20% delle risorse del 2009, men- tre saranno vietate le sponsoriz- zazioni. “I fondi per le attività culturali ci permettono di valo- rizzare il nostro territorio: senza risorse il governo spinge alla morte gli enti locali” replica il sindaco Corbucci. Nonostante i tagli, il Comune proverà a garantire servizi di qualità: maggiori entrate sono previste grazie a controlli rigidi sull’evasione Ici e al taglio del personale, considerato anche il blocco delle assunzioni deciso dalla manovra. U n padre musicista, l’infanzia tra Beatles e Jerry Lee Lewis, lo strepitoso successo nei locali urbinati e gli studi al Conservatorio Rossini di Pesaro. Così è cresciuto Raphael Gualazzi, da Urbino fino al palco di Sanremo. Gli amici lo descrivono come un ragazzo sensibile e introverso; un vero musicista, non un esecutore. Il Presidente di Marche Jazz Network Adriano Pedini: “Raphael ha nelle mani un fuoco sacro che lo rende spontaneo e singolare. Una vera rarità”. “Quando Raphael suonava al Caffé del Sole” Con il 36% di percentuale del riciclo, Urbino si colloca nella media nazionale. Un primo passo rispetto al 17% di tre anni fa, realizzato grazie a 400 isole ecologiche, ai kit per l’or- ganico distribuito ai cittadini e alla raccolta porta a porta in alcune frazioni. La sfida dei prossimi anni sarà raggiungere l’elevata soglia di legge. alle pagine 2 e 3 Rifiuti, avanza la differenziata “Obiettivo 65%” Inchiesta Niente Internet ad alta velocità per uno su venti Economia dell’Ifg di Urbino fanno i giornalisti e vivono di giornali- smo (oltre il 90%); più del 50% ha un contratto giornali- stico a tempo inde- terminato (e in tempi di precariato è un risultato signi- ficativo). L’Ifg di Urbino è un patrimonio impor- tante di questa regione e non solo. Qualcuno, a Urbino e dintorni, può anche aver pensato che è una bella scocciatura avere sempre fra i piedi 32 giornali- sti che vanno a cercare le cose che non funzionano o a scavare fra le Gli allievi della Scuola sono i primi testimonial delle Marche nel mondo dei media alle pagine 5 e 9 a pagina 10

description

Il quindicinale dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino

Transcript of Il Ducato 2 - 2011

Page 1: Il Ducato 2 - 2011

il DucatoP e r i o d i c o d e l l ’ I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o

Quindicinale - 4 marzo 2011 - Anno 21 - Numero 2Ducato on line: ifg.uniurb.it

Dis

trib

uzio

ne g

ratu

ita P

oste

Ita

liane

Spa

-Spe

dizi

one

in a

.p.

- 70

% -

DC

B P

esar

o

Da Urbino a Pesaro senza postoa sedere. I mezzi e il personaledi Adriabus non bastano agarantire un servizio a normadi legge, che vieta la presenzadi passeggeri in piedi nelle trat-te extra urbane. “La crisi ha col-pito tutti, anche il nostro setto-re, ma stiamo lavorando a unincremento delle corse” replicail presidente Giorgio Londei.

a pagina 4

Tutti in piedisull’autobus

Trasporti

343 famiglie urbinati nonhanno accesso all'Adsl.Montesoffio, Trasanni e Tufo lezone più critiche, bacini diutenti troppo scarsi perché lecompagnie telefoniche possanointeressarsene. Un bando da4,5 miliardi di euro permetteràdi realizzare le infrastrutturenecessarie per colmare il digitaldivide. Ancora in corso le pro-cedure della gara d'appalto.

a pagina 7

Delle 150 stanze del CollegioColle, solo 55 sono assegnate astudenti fuori sede con bandodi concorso. Le restanti sonoadibite a foresteria: docenti,studenti e familiari possonosoggiornare in stanza singolacon bagno per brevi periodi acosti molto contenuti .Confcommercio e albergatoridenunciano: concorrenza slea-le.

a pagina 13

“Ma il Colleè un albergo?”

Università

Effetto tagli, servizi a rischioLo Stato toglie due milioni. Dalla cultura ai mezzi pubblici, ecco cosa cambierà

La giunta: grandi sacrifici ma non tocchiamo la spesa per il sociale

L’EDITORIALE

Silvano Rizza, grande maestrodi giornalismo, per dodici annimotore e anima della Scuola di

Urbino (oltre che direttore dei corsie delle testate), indicava ai docentidell’Ifg un obiettivo preciso: creareuna classe giornalistica diversa daquella esistente. Per “clonare” emoltiplicare la categoria così com’è– diceva Rizza – non servono leScuole, bastano le redazioni. Ma latecnologia ha profondamente cam-biato l’organizzazione, il modo dilavorare e i rapporti all’interno delleredazioni che, di conseguenza, nonformano più i praticanti come avve-niva in passato. Ed è proprio perquesta semplice constatazione chel’Ordine, vent’anni fa, ha deciso dicreare un nuovo percorso formati-vo. Università di Urbino e Ordinedei giornalisti delle Marche sonostati i primi a raccogliere quel mes-saggio.In vent’anni l’Ifg di Urbino ha for-mato trecento giornalisti che oggilavorano (molti anche con incarichidi responsabilità) in tutti i principa-li media italiani e anche all’estero.

Alcuni sono voltinoti della Tv; altrisono firme impor-tanti dei maggioriquotidiani; moltihanno trovatooccupazione neinuovi media; altriancora (vincendo iconcorsi) lavoranonell’informazionepubblica (Ufficistampa) o si sonoaffermati comefree lance. Diversi sono ancheapprezzati autori di libri o di impor-tanti inchieste. Abbiamo rag-giunto l’obiettivo fissato da SilvanoRizza? Guardando i dati, sembre-rebbe di sì: quasi tutti gli allievi

pieghe del potere. Ma che Scuolasarebbe se qui si praticasse quel-l’ossequio ai potenti così ben radi-cato in molti filoni della professio-ne? Nessuno, invece ha mai pensatoall’enorme patrimonio che l’Ifg diUrbino ha costruito nei vent’annidella sua attività: trecento giornali-sti, inseriti in tutti i principalimedia, che hanno Urbino e leMarche nel cuore, che conoscono ilterritorio, le sue ricchezze e i suoiproblemi e dove tornano spesso perle “rimpatriate” organizzatedall’Associazione degli ex allievi. Itrecento giornalisti, che si sono for-mati qui, sono i primi testimonial diquesta regione, invidiata per leenormi potenzialità, ma purtropponascosta, appartata e sonnacchio-sa, tanto da essere quasi sconosciu-ta. Quei trecento giornalisti sono unpo’ come le nostre colline, i nostriborghi e le nostre spiagge: appenamettiamo il naso fuori casa ci ren-diamo conto cosa valgono. Esistonoanche patrimoni e ricchezze invisi-bili e intangibili. Cominciamo adare un reale valore anche a loro.

Le ricchezze intangibilidel giornalismo

A pochi giorni dalla presentazio-ne in Consiglio comunale delbilancio di previsione 2011, suUrbino irrompe l’effetto dei taglistatali. La manovra finanziariaestiva riduce drasticamente itrasferimenti dello Stato agli entilocali. Tradotto in cifre, la cittàducale riceverà due milioni inmeno nei prossimi due anni:722 mila per il 2011, il resto nel2012.

Pesanti le conseguenze perdiversi settori chiave: le speseper la formazione, le relazionipubbliche, le attività di consu-lenza e la manutenzione diinfrastrutture, edifici e mezzipubblici saranno decimate, met-tendo a rischio servizi essenzialiper i cittadini.A risentirne sarà soprattutto lacultura: in base al decreto,Urbino potrà spendere solo il20% delle risorse del 2009, men-tre saranno vietate le sponsoriz-zazioni. “I fondi per le attivitàculturali ci permettono di valo-rizzare il nostro territorio: senzarisorse il governo spinge allamorte gli enti locali” replica ilsindaco Corbucci.

Nonostante i tagli, il Comuneproverà a garantire servizi diqualità: maggiori entrate sonopreviste grazie a controlli rigidisull’evasione Ici e al taglio delpersonale, considerato anche ilblocco delle assunzioni decisodalla manovra.

Un padre musicista, l’infanzia tra Beatles e Jerry Lee Lewis, lo strepitoso successo nei localiurbinati e gli studi al Conservatorio Rossini di Pesaro. Così è cresciuto Raphael Gualazzi, da

Urbino fino al palco di Sanremo. Gli amici lo descrivono come un ragazzo sensibile e introverso;un vero musicista, non un esecutore. Il Presidente di Marche Jazz Network Adriano Pedini:“Raphael ha nelle mani un fuoco sacro che lo rende spontaneo e singolare. Una vera rarità”.

“Quando Raphael suonava al Caffé del Sole”

Con il 36% di percentuale delriciclo, Urbino si colloca nellamedia nazionale. Un primopasso rispetto al 17% di treanni fa, realizzato grazie a 400isole ecologiche, ai kit per l’or-ganico distribuito ai cittadini ealla raccolta porta a porta inalcune frazioni. La sfida deiprossimi anni sarà raggiungerel’elevata soglia di legge.

alle pagine 2 e 3

Rifiuti, avanzala differenziata“Obiettivo 65%”

Inchiesta

Niente Internetad alta velocitàper uno su venti

Economia

dell’Ifg di Urbinofanno i giornalisti evivono di giornali-smo (oltre il 90%);più del 50% ha uncontratto giornali-stico a tempo inde-terminato (e intempi di precariatoè un risultato signi-ficativo). L’Ifg di Urbino è unpatrimonio impor-tante di questa

regione e non solo. Qualcuno, aUrbino e dintorni, può anche averpensato che è una bella scocciaturaavere sempre fra i piedi 32 giornali-sti che vanno a cercare le cose chenon funzionano o a scavare fra le

Gli allievidella Scuolasono i primitestimonial

delle Marchenel mondodei media

alle pagine 5 e 9 a pagina 10

Page 2: Il Ducato 2 - 2011

il Ducato

2

La raccolta del futuroDalle isole ecologiche alla moderna discarica di Ca’ Lucio

Decolla la percentuale dei rifiuti differenziati, obiettivo 65% entro il 2012

Urbino riciclapiù di un terzodei suoi rifiutiurbani, ma lasoglia di leggedel 65% previ-

sta dal Decreto legislativo152/2006 per il 2012, sembraancora lontana. Nel 2006 la raccolta differen-ziata in città si fermava al17%, una cifra molto bassaparagonabile solo a quelladelle città meno virtuosed’Italia. Nel 2008, Megasspa, l’ex aziendamunicipalizzatadi gas e acque-dotto, è stataassorbita daAspes, l’AziendaServizi Pesaresiche si occupavadella raccoltadei rifiuti, esono confluitein MarcheMultiservizi, cheattualmente è ilgestore dalla raccolta rifiuti. Nello stesso anno, il Comunee la nuova società hannoavviato un progetto di speri-mentazione e potenziamentodella raccolta differenziata,che in tre anni ha portato lapercentuale del riciclo al36%, al livello della medianazionale.

Conferimento di prossimità .

Le iniziative che hanno resopossibile il raggiungimento diquesto risultato sono diverse.A partire dal “conferimento diprossimità”: 400 isole ecolo-giche dislocate in tutti i puntidella città dove si raccolgonoin contenitori separati carta,plastica, vetro, organico eindifferenziato. In alcuneisole, sono stati aggiuntianche contenitori per le latti-

ferenziata: la plastica e lacarta vengono prima compat-tate nelle presse, e poi vengo-no caricate dai camion peressere portate alla Cartfer diPesaro, dove successivamen-te sono trattate e trasformatein grandi balle. La plasticaviene poi acquistata dal con-sorzio Corepla, mentre lacarta dalle cartiere. Il vetroviene acquistato da una dittacesenate e poi trasportato inVeneto, dove viene fuso inuna vetreria di Vicenza. E’molto importante che i citta-

ne in alluminio. Inoltre a tutti i cittadini èstato distribuito un kit per laraccolta dell’organico: uncontenitore marrone e sac-chetti biodegradabili, reinte-grati ogni sei mesi. Per le attività commercialiche ne fanno richiesta algestore Marche Multiservizi,è possibile avere nel proprioesercizio contenitori di rac-colta differenziati adatti almateriale di scarto prodotto.

Porta a porta.

Una delle principali novità èstato l’avvio del servizio diraccolta “porta a porta” nellezone di Mazzaferro,

Montesoffio eVilla Teresa.Il direttore ope-rativo diM a r c h eM u l t i s e r v i z i ,L e o n a r d oTombari, spiegai motivi di que-sta scelta: “Ilcomune diUrbino copreun territorioprincipalmenterurale, moltovasto e frazio-

nato. Sarebbe troppo dispen-dioso attuare dappertutto unsistema di raccolta dei rifiutiporta a porta. Di conseguen-za Marche Multiservizi hadislocato diversamente leisole ecologiche: sono circauna ogni 40 abitanti. Per lealtre province marchigianeinvece, la media è di un’isolaecologica ogni 60/70 abitan-ti”.

Centro di raccolta del Sasso.

“Da quando sono arrivato aUrbino, nel 2008, l’azienda hariorganizzato il centro di rac-colta del Sasso” affermaMichele Magi, responsabileServizio igiene ambientaleMarche Multiservizi. “In que-sto centro giornalmente arri-vano tutti i camion che fannoil giro dei cassonetti della dif-

dini facciano correttamentela raccolta differenziata:infatti se le percentuali diimpurità sul totale del mate-riale riciclato sono superiorial 6%, siamo costretti a paga-re delle penali ai nostri com-pratori”. Un operatore dedi-cato assiste gli utenti del cen-tro raccolta, spiegando lorodove sistemare i rifiuti, e con-trollando che non siano pre-senti materiali estranei alprocesso di riciclaggio, chealtrimenti verrebbe compro-messo.

Isolaecologica

di Via girodei Debitori.Al centro, ladiscarica di

Cà Lucio.A destra

rifiuti Raeedel centro diraccolta del

Sasso.Nella pagina

a fianco,l’Assessore

all’AmbienteLorenzo

Tempesta eSalvatore e

MarisaLiberto di

CittadinanzaAttiva.

NOEMI BICCHIARELLI

MADDALENA OCULI

ANTONIO RICUCCI

Porta a portatroppo

costosoper il centro

Meglioaumentare icassonetti

Page 3: Il Ducato 2 - 2011

3

CITTÀ

Attenzione c’è il furgone

verde

Pronte nuove iniziative

“Modificatequestatariffa”

Cittadinanzattiva chiede

Grandi progressi nell’ambito dellagestione dei rifiuti per il Comune diUrbino. L’assessore all’ambiente

Lorenzo Tempesta spiega come i risultatipositivi siano stati raggiunti grazie a un pro-getto di sperimentazione e potenziamentodella raccolta differenziata che il Comune incollaborazione con l’azienda MarcheMultiservizi ha intrapreso dal 2008 e che haprovocato un’impennata nella percentualedella raccolta differenziata. Dal 17% si è pas-sati ad oggi al 36%.

Lo si può considerare un risultato positivoanche se le soglie nazionali prevedono ilraggiungimento nel 2010 di una percentualedi raccolta differenziata del 55%?

«Sì, perché il progetto si dato l’obiettivo disuoperare una situazione difficile, e ci siamoriusciti in tempi brevi. Inoltre il nostro mate-riale differenziato è di buona qualità infattiviene riutilizzato per oltre il 90%. MoltiComuni che possono sembrare particolar-mente virtuosi perché raggiungono percen-tuali di differenziazione che superano l’80%,in realtà poi si ritrovano materiale scadente edifficile da recuperare».

La soglia nazionale è stata alzata entro il2012 al 65%. Cosa pensa di fare l’ammini-strazione per raggiungerla?

«Ora che abbiamo tirato le somme del pro-getto ci siamo resi conto che molto è già statofatto, i cittadini, se vogliono, hanno tutte lepossibilità di differenziare i rifiuti. L’unicoambito in cui si può ancora insistere è quellodella sensibilizzazione e dell’educazione deicittadini, anche attraverso misure sanziona-torie laddove necessario».

In che modo?

«Verrà presto introdotta la figura dell’ispetto-re ambientale, dipendenti di MarcheMultiservizi che monitorano le isole con unfine di controllo e intervento educativo einformativo. Se noteranno comportamentiscorretti recidivi potranno intervenire condelle sanzioni.A scopo puramente educativo è stato creatoun portale sul sito del Comune interamentededicato alla raccolta differenziata. Inoltreda Marzo un furgone verde girerà nelle piaz-ze di Urbino e dintorni nelle giornate dell’8,10,15, 17 con una funzione di sportello itine-rante informativo».

Non pensa che un servizio di porta a portapotrebbe essere la soluzione di svolta?

«Migliorerebbe la situazione, ma per la realtàdel nostro Comune, estremamente frazionatae rurale sarebbe troppo dispendioso. Saràperò attivato in primavera e estate un servi-zio di porta a porta per gli scarti vegetali per-ché sono proprio questi che nelle stagionicalde riempiono i bidoni di indifferenziata».

Marisa Liberto, dell’associazione“Cittadinanzattiva” impegnata insiemea Legambiente nella sensibilizzazione

alla raccolta differenziata, attende al più prestoun tavolo di confronto con il Comune per unavalutazione complessiva dei risultati e dei costidel piano di potenziamento triennale 2008-2011. L’attività dell’associazione è partita a otto-bre 2008 con la creazione dello sportello“Raccolta differenziata” che si occupava d’infor-mare i cittadini e di raccogliere i loro suggeri-menti.

Quali rapporti avete con l’ amministrazionecomunale?

«L’ultimo incontro ufficiale risale a marzo 2010,durante il quale noi abbiamo chiesto che laTariffa di Igiene Ambientale, la Tia, venga modi-ficata, perché attualmente la quota fissa incidesulla spesa totale dei cittadini per il 70%. Inoltresulla tariffa ambientale si paga anche il 10% diIva, una beffa. Questo significa che, a parità disuperficie, non vi è differenza tra le famiglie piùnumerose e i singoli, ciò la rende meno equa pergli utenti».

C’è un sistema di sconti in bolletta per chi fa laraccolta differenziata?

«Si, è previsto uno sconto fisso del 20% per chipossiede la compostiera domestica. C’era l’ideadi una card elettronica, che dava diritto a deglisconti in bolletta agli utenti più virtuosi checonferivano al centro del Sasso, ma attualmentenon è in funzione. In questi tempi di crisi ancherisparmiare un euro, incentiva i cittadini a esse-re più attenti al riciclo».

Quali sono i punti dolenti del servizio di raccol-ta differenziata?

«Vorremmo che il Comune attuasse più campa-gne di sensibilizzazione, e che venissero megliopubblicizzate. Le isole ecologiche non sempresono rapportate al numero dei cittadini. Inoltre,se pensiamo che metà della popolazione diUrbino è costituita da studenti, bisognerebbesensibilizzare anche loro anche se non sonoresidenti in città. Alcune volte i cassonetti sonosporchi e maleodoranti. La cartellonistica infor-mativa andrebbe riformulata meglio, in partico-lare per gli anziani».

Ci sono dei controlli adeguati?

«Oggi manca ancora la figura dell’Ispettoreambientale: i controlli dell’amministrazione, siasulla società che gestisce la raccolta dei rifiuti,che su taluni cittadini indisciplinati, sono caren-ti».

Ha notato cambiamenti significativi nelle abi-tudini quotidiane?

«Si, penso alle buste di plastica della spesa cheadesso sono vietate per legge. Ho visto che cia-scuno si è dotato di una borsa di stoffa o utilizzale buste biodegradabili».

Tutto ciò che non può essere riciclato (vetri a specchio einfrangibili, rifiuti indifferenziati, ceramica, rifiuti spe-ciali non pericolosi, umido e ramaglie) finisce nella dis-

carica di Ca’ Lucio, situata a circa 10 chilometri dall’abitato,con una capacità di sversamento di 330 mila metri cubi, dicui però ne rimangono disponibili solo 100 mila, anche sel’azienda ha progettato di allargarla fino a 700 mila metricubi. Questa discarica è il sito di riferimento per il territoriodell’entroterra provinciale, dopo la chiusura delle discarichedi Cagli e Montecalvo in Foglia. Negli ultimi tre anni, perogni anno Urbino ha conferito in discarica oltre 6 mila ton-nellate di Rsu (rifiuti solidi urbani).Il sito di Ca’ Lucio dispone di un sistema di recupero di ener-gia da biogas, gestito da una società privata, e di un impian-to di compostaggio: la frazione umida e gli scarti vegetalimiscelati vengono fatti fermentare per almeno due settima-ne all’ interno di apposite “biocelle” (container scarrabilichiusi) appositamente aerati. Il risultato è il “compost”, unterriccio adatto alla agricoltura biologica e ad usi domestici,che viene poi distribuito gratuitamente da MarcheMultiservizi ai cittadini che si recano presso le isole ecologi-che. Daniela Ugolini, tecnico ambientale di MarcheMultiservizi, ci spiega che “ogni 3 mesi un laboratorio ester-no effettua dei rilievi campionari. Inoltre, siamo obbligati asottoporre una relazione alla Provincia e al dipartimentoprovinciale dell’Arpa ogni anno”.

Da Urbino oltre seimilatonnellate di immondizia

Page 4: Il Ducato 2 - 2011

il Ducato

4

“Così perònon vab e n e ” ,d i c esconsola-to l’auti-

sta della rapida Urbino-Pesarovoltandosi a guardare i 15 pas-seggeri. Sono in piedi su unbus che prevede solo posti asedere. Ci sono e non dovreb-bero esserci.La legge (delibera regionale1061/2002) stabilisce che lepersone a bordo di bus contratta superiore ai venti chilo-metri debbano essere tutticomodamente seduti e quiinvece sono scomodamente inpiedi. Ma a Urbino l’Adriabusè solista incontrastata del col-legamento con Pesaro, quindipuò permettersi di fare orec-chie da mercante.Ed ecco un giovedì, quando lacompagnia, pur ricevendo lasegnalazione del conducente,nega un secondo bus per lacorsa rapida. Le persone rima-ste senza una poltrona sonopoche per giustificare unnuovo mezzo. Stanno per faretrentacinque chilometri inpiedi. Le più fortunate scende-ranno alla fermata intermediadi Morciola. I passeggeri sonosoprattutto studenti di ritornoa casa. Alcuni siedono sui gradini enel corridoio dell’automezzoperchè “è troppo pericolosostare in piedi, vieni strattonatoqua e la”; allora “meglio seder-si sulle scale” come a iniziocorsa una signora consiglia auna ragazza. Una giovanedonna si sporge e dice: “Menomale che sono arrivata presto:sono riuscita a trovare unposto”. Molti restano coraggio-samente in piedi, si tengonoforte, il tratto non è dei miglio-ri, tutto curve.

Montellabbate, e nessuna cidegna di uno sguardo. “Bisognerebbe fare un espo-sto”suggerisce il conducente. Iragazzi si lamentano, Sara, unastudentessa di Filosofia, rac-conta di altre corse fatte inpiedi. Ma non farà l’esposto.Il problema pare non sia solo lamancanza di mezzi:all’Adriabus manca il persona-le. C’è un solo conducente d’e-mergenza per le linee di ognigiorno” Per l’intera compa-gnia. A volte si sopperisce conl’intervento di part-time, manon sempre sono disponibili

“Nelle linee extraurbane tuttidevono esser seduti-dice l’auti-sta- Se ci sono 200 persone lorodevono caricare 200 persone.Sedute . In queste condizioni semi fermano che cosa glidico?La responsabilità e mia”.Il bus va veloce: passeggeri econducente si rassegnano allasituazione. Tanto “normal-mente non ci fermano, è diffi-cile che gli autobus venganofermati se non commettonoinfrazioni” dice il conducente.Detto fatto. Incrociamo trepattuglie di polizia stradale,l’ultima vicino a

Dopo il viaggio in piedi abbia-mo chiamato il presidentedell’Adriabus Giorgio Londei.

Tra il secondo semestre del 2011 e il2012 la Regione ha previsto unariduzione dei finanziamentiall’Adriabus per più di dieci milionidi euro.Si parlava di tagli regionaliall’Adriabus, quali possono esserele conseguenze?“Con la crisi finanziaria il taglio èstato previsto per tutte le regioni eanche per le Marche. Per ora i taglisono stati scongiurati”. Abbiamo viaggiato in piedi sullalinea extraurbana Urbino-Pesaro.Questo non sarebbe permesso.Allora?“Siamo una delle pochissime compa-gnie di autobus che grazie all’attenzio-ne per la clientela alle innovazioni haavuto un grande incremento di passeg-geri e non,come altre, un decremento.La conseguenza è che si possono verifi-care casi come questi. Noi comunque

stiamo già lavorando ad un aumentodelle corse e a nuovi orari che verrannoformulati in base alla richiesta. Giàqualche volta abbiamo organizzatocorse straordinarie”.A proposito degli orari, il motivo percui alcuni passeggeri stanno in piedi sualcune corse sembra essere la carenzadi bus soprattutto nel finesettimana.

“Stiamo monitorando gli studentiverso Urbino perché ci rendiamoconto che dobbiamo fare in modoche a Urbino ci si arrivi meglio e chele corse siano quanto più possibilein coincidenza con i treni.”Un’altra causa di questa diminu-zione è la carenza di personale. E’vero che avete un solo conducentedi “emergenza” per tuttol’Adriabus?” “Guardi che la crisi ha investito tuttii settori e anche il nostro. Noi peròabbiamo a disposizione anche per-sonale esterno che viene impiegatoper queste corse”.L’ultima corsa domenicale parte daPesaro molto presto. Alcuni stu-

denti si sono lamentati con noi. Non sipuò provvedere?“La ringrazio per la segnalazione.Avevamo già notizia del problema estiamo per questo rivedendo non solo laUrbino-Pesaro e la Pesaro-Urbino feria-li, ma studiando una soluzione per ladomenica”. v.g.

Il nostro viaggio, sballottati a ogni curva, conquindici passeggeri “irregolari”. I conducentipreoccupati per i controlli della polizia stradale

Sulla corriera rapidain piedi e sedutiin barba ai regolamenti

Il presidente Londei: la colpa è dell’aumento dei clienti

Promesso, miglioreremo gli orari

L’Adriabus non rispetta la delibera regionale

fuori dal loro orario di lavoro.Di recente la compagnia si èlamentata dei possibili tagliregionali e ha minacciato unariduzione dei già limitati orari.In particolare la linea rapida,usata dai chi torna il fine setti-mana a Roma, Milano, Bolognache prevede una corsa all’ora,non ha quella delle 17.Risultato: i passeggeri si accal-cano su quella predente. Per non parlare della domeni-ca: la rapida è limitata a trecorse e l’ultima possibilità pergli studenti di rientrare Urbinoscade allo scoccare delle 20.58.

I disagi dei passeggeriin piedi su una delle

corse extraurbanegestite dalla Adriabus

e che collegano Urbino e Pesaro

VALENTINA GERACE

Page 5: Il Ducato 2 - 2011

5

CITTÀ

ALBERTO SOFIA

Cultura, formazione,manutenzione deimezzi pubblici,consulenze e per-sonale: gli effettidella manovra esti-

va, che riduce i trasferimentistatali agli enti locali, colpisco-no duramente anche Urbino.Il provvedimento, convertito inlegge lo scorso luglio, prevede iltaglio drastico dei costi dellepubbliche amministrazioni. Peril Comune la spesa sarà ridottadi due milioni in due anni: 722mila euro nel 2011, il resto nel2012.“Abbiamo difficoltà a mantene-re in ordine i bilanci” afferma ilsindaco Franco Corbucci. “Itagli ingenti alla spesa pubblicamettono a rischio anche lesemplici funzioni di ammini-strazione. Una situazionepesante, che costringe ilComune a limitare il suo inter-vento in settori essenziali, abdi-cando di fatto alla valorizzazio-ne del territorio”. Il Comune di Urbino, che discu-terà nel prossimo consiglio ilbilancio di previsione per il2011, dovrà ridurre al minimole quote attribuite ai settori delturismo e della cultura, storicipunti di forza della città ducale,considerata dal 1998 patrimo-nio dell’Unesco. I capitoli di spesa sono infattivincolati alle novità introdottedal decreto: Urbino potrà quin-di spendere solo il 20% deifondi utilizzati lo scorso annoper relazioni pubbliche, conve-gni, mostre, pubblicità e rap-presentanza. Tradotto in cifre,si passerà da 152 mila euro asoli 31 mila, ovvero quellinecessari al mantenimentodell’ufficio stampa. “I vincolidel decreto ci impongono un’i-nevitabile riduzione dellaspesa: il passaggio dai 409milaeuro del 2010 ai 291 mila nelbilancio 2011 è una sceltagrave, ma obbligata. Investiresu cultura e turismo è indispen-sabile per rilanciare la crescita econtrastare la crisi”. Il decretovieta anche le sponsorizzazioni,con la sola eccezione dell’ambi-to sociale: “Da quest’anno nonci è permesso di collaborare adeventi che fanno parte dell’identità e della tradizione delnostro territorio - prosegue l’as-sessore Muci - come le Feste delDuca e dell’Aquilone o ilFestival di Musica Antica”.Nonostante il divieto, Urbinonon si limiterà ad offrire il sem-plice patrocinio, favorendo laricerca di finanziamenti esternida parte delle associazioni.Il taglio agli enti locali non inve-ste però solo il settore culturale.Tra i vincoli imposti anche itagli dell’80% agli incarichi diconsulenza, del 50% alle speseper le attività formative e quel-lo del 20% per l’acquisto e lamanutenzione di autovetture. Ildecreto prevede inoltre il bloc-co del trattamento economicoal personale per il triennio2011/2013 e il divieto di assun-zioni per quegli enti che, come

Urbino, utilizzano per le spesedel personale più del 40% dellespese totali. “Urbino non potràassumere – ricorda la Muci – inquanto la spesa ammonta al41,8%: a causa del taglio deitrasferimenti statali, però,quasi tutti i comuni superanola soglia”. Il numero dei dipen-denti comunali è comunque indiminuzione. “Grazie ai pen-

sionamenti, il personale è pas-sato da 203 a 165 unità in solicinque anni”. Secondo le previ-sioni, nel 2011 la spesa graveràal Comune per circa sei milionie mezzo, con un risparmio di500 mila euro rispetto alloscorso anno. Per sopperire aitagli statali, ai quali si aggiun-gono quelli indiretti prove-nienti dalla Regione (290mila

euro per il 2011), il Comunecercherà di risparmiare in varisettori. Alla minore spesa per ilpersonale e a quella obbligatanel settore cultura, si aggiun-gono nuove entrate derivantida un maggiore controllo all’e-vasione dell’Ici, all’incrementodi 20 mila euro sull’addiziona-le Irpef e alla rinegoziazionedei mutui. I risparmi investi-

ranno anche le spese minori:“Ad Aprile avvieremo la sostitu-zione dei punti luce con lam-padine a basso consumo.Tagliaremo il 50% del costoattuale per la corrente elettri-ca”. Nonostante i correttivi, lasituazione resta grave: “Il pattodi stabilità stringe la spesa inmodo eccessivo. Da annirispettiamo i nostri impegni,ma non vediamo l’autonomiadelle risorse”, aggiungeCorbucci, che sottolinea come,nonostante i richiami al fede-ralismo fiscale, il governo cen-trale attui politiche centraliste.“Oltre a tagliare, il governo vin-cola la spesa delle poche risor-se trasferite: senza l’alienazio-ne del patrimonio immobilia-re o l’uso dei contributi provin-ciali non avremmo potutogarantire servizi essenziali”,come nel caso della manuten-zione delle scuole di Gadana ePiansevero. “Crediamo priori-tario offrire garanzie ai nostricittadini: i nostri sforzi sarannoorientati al mantenimento deiservizi alla persona (mense,asili, sostegno alla disabilità ealla terza età)” conclude laMuci, che non nasconde peròle difficoltà:“La politica si attuamediante l’uso delle risorse.Senza un’inversione di rotta lasituazione diventerà prestoinsostenibile”.

Giovedì 24 febbraio, piazza dellaRepubblica: abbiamo contato oltre50 bottiglie abbandonate da chi beve

e “dimentica” che esistono i contenitori.Forse questo cimitero del vetro sta per fini-re. Il Comune prenderà nuovi provvedi-menti per sanzionare un malcostume not-turno: “Stiamo pensan-do di intensificare i con-trolli”, dice il sindacoCorbucci. La decisione, da appli-care entro l’estate conpiù turni per la poliziamunicipale, potrebbecolpire una vecchiamaleducazione, anchese – assicura il sindaco –“non è prevista nessunam i l i t a r i z z a z i o n e ”.Intanto i ragazzi che siritrovano in piazzanascondono nelle bustebottiglie di rum, vodka obirre. Sarà la crisi, chepermette di risparmiare comprando dabere dai supermercati, o semplicemente lasoluzione per superare i limiti dell’orario dichiusura dei locali, resta il fatto che la modaspagnola dei botellón è sbarcata nel centrostorico.Urbino è stata tra i primi comuni in Italia aimporre la vendita delle bevande in bic-

chieri di plastica. Per la maggior parte deigestori quella decisione è del tutto inutilese agli alimentari non viene imposto alcunlimite. “C’è un negozio laggiù che vendetranquillamente il vetro mentre per noi èvietato. Che vadano da lui a fare i controlli”,lamenta il titolare di un bar in centro. A dilatare le polemiche è la famosa ordi-nanza del 2007, che ha anticipato i nuoviorari di chiusura di bar e pub alle due di

notte. Secondo molti titolari quel provvedi-mento costringe i ragazzi, che non voglionocontinuare la serata in discoteca, a rimane-re in centro e, molto spesso, continuare abere (con bottiglie proprie) rendendo vanaquella restrizione: una proroga di mezz’orao un’ora, almeno per il giovedì e il sabato,permetterebbe di smaltire le persone senza

costringere di buttarle fuori ed evitare ver-bali per piccoli ritardi nella chiusura. Basta chiacchierare con i gestori per capireche di grattacapi ce ne sono tanti, compre-so il limite delle 22.30 per i concerti live.Negli ultimi anni diversi bar sono staticostretti a chiudere o cambiare gestione.Perché tra crisi economica, calo degli iscrit-ti, aumento dei pendolari, controlli nottur-ni sull’alcol e rincari Siae, la guerra che

qualcuno chiama ‘franuovi poveri’, deveaffrontare questa nuovatendenza giovanile. Per il sindaco invecenon c’è alcun dubbioche quell’ordinanza haavuto i suoi effetti posi-tivi: “Le lamentele di chiabita vicino ai locali sisono dimezzate. Restarein un pub fino alle tre epoi dover studiare almattino, non era ilmiglior segnale per unacittà universitaria”.Non tutti ritengono chechiudere più tardi aiute-

rebbe i locali. “Deve cambiare la mentalitàdelle persone. Non è pensabile che in unacittà universitaria tutto ruoti intorno all’al-col”, è il pensiero di Marco, titolare delDaubailò. Gli fa eco Emanuele del centroAcli: “Fino alle due fai in tempo a divertirti.La crisi non si combatte inseguendo unvizio”.

Entro l’estate nuove misure contro le bottiglie abbandonate

I settori colpiti

* Percentuali calcolate sulla base degli investimenti del settore nel bilancio 2009. Nel 2011 sonovietate le sponsorizzazioni del Comune per gli eventi culturali, eccetto nel settore sociale

** Il Comune di Urbino non ha previsto spese di consulenza per il 2009, quindi non potrà utilizzarefondi nello stesso settore per il 2011

*** Le spese attuali per il personale superano il tetto del 40% delle spese totali fissato dal decreto

Fonte : Comune di Urbino

CULTURA

FORMAZIONE

CONSULENZE

COSTI AUTOVETTURE

TOTALE

-39.280 euro

-722.000 euro (2011)

PERSONALE

-121.000 euro

-10.524 euro

azzerate

-20%

assunzioni bloccate

-80% *

-50%

-80% **

-1.200.000 euro (2012)

***

La movida ducale va in frantumi

Lo Stato taglia, la città pagaIn due anni due milioni in meno. A rischio cultura, formazione e consulenze

La manovra blocca anche le assunzioni del personale. Corbucci: “Difficile mantenere in ordine i bilanci”

GABRIELE MICELI

Page 6: Il Ducato 2 - 2011

il Ducato

6

Sfida Hoffman-RossiIl turismo in cerca del miglior testimonial

Lo spot piace, ma a Urbino i visitatori calano

Consumiamo, dunque siamoSan Marino di Urbino, un casale alla fine di un

lungo sentiero di strade, le 18 di domenica.Furgoni, macchine parcheggiate e cassette in fila

con generi pregiati: frutta biologica, verdure senzapesticidi, formaggi dal sapore intenso e raffinato.Produttori con tabelle scritte su fogli di carta e calcola-trici. Non si tratta di una vendita al dettaglio, non è unsupermercato ma il ritrovo dei membri del G.A.S(Gruppo di Acquisto Solidale) per la distribuzione dellaspesa. Le persone, tra i tavoli, scorrono con il dito l’e-lenco dei prodotti che devono ritirare. Una famigliaprende tre pacchi di pasta, un’altra due chili di mele.Mezz’ora dopo finisce tutto e ognuno torna a casa conle buste piene. Il punto di forza di un G.A.S è il rappor-to diretto tra produttore e consumatore e l’attenzionereciproca alle esigenze e alle difficoltà. E’una logica di

“filiera corta”, di prodotti a “chilometro zero” che signi-fica vendere alimenti vicino ai luoghi in cui vengonoprodotti, a pochi passi dalla propria casa, dove si cono-scono le persone, i gusti e i sapori tipici. Le cinquantafamiglie di Urbino iscritte al gruppo ricevono via maill’elenco dei prodotti disponibili e i rispettivi prezzi.Pianificata la spesa, trasmettono l’ordine al produttorein un carrello virtuale, che diventa reale il giorno delladistribuzione (una volta al mese per i prodotti secchi,una a settimana per i prodotti freschi). “I tempi sonomaturi, il biologico non è più relegato al negozietto –dice uno di loro – è un fenomeno di massa. Funzionaperché diffonde una pratica di economia diversa e lun-gimirante.” Il gesto abituale di fare la spesa diventa unvalore consapevole che non riguarda solo il portafogliodi chi compra, ma permette di rispettare e valorizzare ipiccoli produttori locali, sempre più schiacciati dalladistribuzione extra large.

Dustin Hoffman saràancora il volto delleMarche nel mondoma Valentino Rossitenta il sorpasso.L’attore americano

è stato riconfermato testimonialdella regione ma si pensa già allacandidatura del campione diTavullia come successore. Lacampagna promozionale firmataHoffman ha riscosso un buonsuccesso in Italia e all’estero.Secondo i dati citati alla Borsainternazionale del turismo diMilano le Marche hanno assistitoall’aumento di visitatori: l’afflussostraniero segna più 7 percento equello italiano più 3 percento, incontrotendenza con i dati nazio-nali che registrano una diminu-zione del 13 percento. Anche gli operatori turistici fannoun bilancio sugli effetti dello spot,costato quasi 2 milioni di euro, eriflettono sulla scelta del testimo-nial. “Lo spot è servito a dare un’i-dentità alle regione – fa notareCarla Rossi, presidente diFederagit Marche –. Hoffman dàun valore aggiunto al territorio. AUrbino però non si è notato unaumento di turisti, anzi i numericalano rispetto agli anni scorsi.Forse Valentino potrebbe coinvol-gere un pubblico più ampio”. Ilpresidente di FederalberghiMarche, Luciano Pompili, collocala nostra provincia all’ultimoposto per afflusso turistico: “LeMarche hanno avuto una ripresaimportante soprattutto nelle pro-vince di Ancona, Ascoli Piceno eMacerata. Lo spot di Hoffman hafatto bene all’immagine dellaregione, ma serve una campagnadi comunicazione più ampia.Valentino sarebbe perfetto cometestimonial, perché è marchigia-no e conosciuto in tutto il

mondo”. Guarda più a lungo termine CarlaDe Angelis, presidente dell’asso-ciazione guide turistiche UrbinoDucale: “Grazie allo spot nel 2010le Marche si sono affermate metaprivilegiata di turismo stabile tra

gli americani pensionati di fasciaeconomica medio-alta. La pro-mozione darà risultati sensibilisolo tra qualche anno”. Secondo Gianluigi Campagna,presidente di Ass Hotel “serveprogettualità. La città ha bisogno

di un piano strategico di rilancio. Iposti di lavoro, gli investimenti, laqualità dei servizi crescono solo sesi incentiva lo sviluppo economi-co. Lo spot di Hoffman è il primopasso al quale devono seguire altri,magari con Valentino si attirerebbe

una fetta di utenza diversa”. Egidio Cecchini, segretario diConfturismo, invece proponeRaphael Gualazzi come volto dellaregione: “Si dovrebbe pensare auna collaborazione con l’artista. Lasua arte tutta marchigiana ormai èconosciuta in Italia e tra poco sifarà notare anche all’estero attra-verso l’Eurofestival”. Lo spot di Hoffman piace aglioperatori ma non ha sfondatonell’utenza. Su 70 turisti intervi-stati soltanto 21 lo hanno visto, 20se lo ricordano vagamente e 29non l’hanno mai visto, tra questiultimi anche 3 stranieri (un irlan-dese, uno spagnolo e un argenti-no). Solo 14 consideranoHoffman il testimonial più ade-guato, perché “è un personaggiodi levatura internazionale che dàprestigio all’immagine dellaregione”, sostiene Claudio Betti daRoma. Sono 28 quelli che preferi-scono Rossi: “E’ più rappresenta-tivo perché è legato al territorio”dice Felice Messina da Milano.Tutti gli altri punterebbero su altripersonaggi, come l’attore NeriMarcoré, originario di PortoSant’Elpidio, “si muove meglio nelcontesto culturale e artistico chesi vuole promuovere” sosottoli-nea Mariarosa Ricciaputi diCesena.

VALENTINA BICCHIARELLI Valentino Rossi candidato

per lo spotdel 2012

(foto: FerminoFraternali).

Più a destraDustin

Hoffman, voltodella Regione

MARTINA ILARI

Fare la spesa con il gruppo di acquisto solidale

Page 7: Il Ducato 2 - 2011

7

ECONOMIA

AUrbino una famiglia ditre persone con un con-sumo annuo di circa 200

metri cubi di acqua spende inmedia 60 euro in più rispettoalla media regionale.Per l’Aato (Autorità AmbitoTerritoriale Ottimale) dellaprovincia di Pesaro-Urbino,infatti, la spesa annuale perfamiglia è di 330 euro all’an-no, pari a quella della provin-cia di Rimini, a fronte di unamedia nelle Marche di 270euro. Ma perché una differen-za del 20% tra la città e laRegione? “Il motivo è sempli-ce - spiega Marco Toni, diret-tore dell’Aato - Il 75% delsistema acquedottistico dellanostra provincia dipendedalle acque superficiali e pre-valentemente dal fiume

Metauro, oltre che dal Fogliae dal Conca, e i costi di pota-bilizzazione dell’acquaimmessa in rete incidono percirca 30 centesimi a metrocubo”. Questa scelta si devealla volontà del legislatore

che nel 2006 ha deciso disfruttare le acque profondesolo in caso di calamità natu-rali per preservare le genera-zioni future, non esaurendole riserve di acqua sotterra-nee, paraltro presenti nel ter-

ritorio ad esempio a Cagli, nelpozzo di Burano.Si è preferito sostenere mag-giori costi per l’approvvigio-namento dell’acqua e per lasua potabilizzazione, piutto-sto che attingere dalle riservenaturali ma scarse, nella logi-ca di uno sfruttamentoambientale sostenibile chenon penalizzi i cittadini deldomani. Le altre realtà mar-chigiane prelevano da acqueprofonde (pozzi) o da sorgen-ti la totalità delle loro risorseidriche, risparmiando suicosti di potabilizzazione e dielettricità. “Rispetto al panorama nazio-nale, la provincia di Pesaro eUrbino si colloca tra la 15° ela 20° posizione per le suetariffe, mentre la media euro-pea è di gran lunga più eleva-ta e colloca l’Italia all’ultimoposto” ha concluso Toni.

ELIS VIETTONE

GLORIA BAGNARIOL

Un urbinate suventi non haaccesso aInternet ad altav e l o c i t à .Nonostante la

rete dell’università renda lacittà ducale un esempio permolti altri comuni garantendola copertura wireless nellezone principali del centro, lasituazione fuori dalle mura èben diversa. Le zone più criti-che sono Montesoffio,Trasanni e Tufo. “Ho scelto diprendere una casa a Trasanniperché mi era stata assicuratala connessione a internet.Ogni volta che apro una pagi-na devo aspettare più di 5minuti prima che si carichi.Pago la bolletta per l’Adsl, manon andrò neanche a 56k!”sbotta Linda Strazzeri da pocostudentessa all’università diUrbino. A penalizzare Linda ealtri cittadini nelle stesse con-dizioni sono sia le ragioni ter-ritoriali che la poca densità dipopolazione. Uno scarso baci-no di utenti non è infattiappetibile per le compagnietelefoniche che non riuscireb-bero a bilanciare la spesa perle infrastrutture con gli even-tuali introiti dei nuovi servizi.La calcolatrice dei guadagnidimentica però che Internetveloce, al pari dell’allaccia-mento della linea telefonica, èconsiderato dal lontano 1997un servizio universale. Le dif-ficoltà con l’Adsl sono di variotipo: ad alcune persone nonviene garantita la coperturada parte di nessun operatore,altri riescono a collegarsi adinternet ma a velocità decisa-mente inferiori da quelle pre-viste dalla legge (il DPR318/1997 indica i 2 megacome velocità minima dagarantire). Internet veloce è quindi undiritto al quale 343 famiglieurbinati, quasi 1000 persone,non hanno accesso (secondole ultime stime disponibilisono 6 mila le famiglie resi-

denti a Urbino). A fornire i dati è il Cst, un entecoordinato dalla provincia diPesaro e Urbino, che ha tra isuoi compiti quello di ridurreil digital divide, ossia il diva-rio tra chi può realmente usu-fruire delle tecnologie dell’in-formazione e chi ne rimanefuori. La possibilità di unacomunicazione web stratifi-cata e uniformata non dipen-de solamente da fattori tecni-ci come la qualità delle infra-strutture, ma anche da aspet-

ti sociali come il livello diistruzione e le condizioni eco-nomiche. Il Cst si impegna per lo svilup-po tecnologico delle aree piùmarginali e a luglio si è fattopromotore di un bando per lacopertura wi-fi in tutto il ter-ritorio regionale. Sono statimessi a disposizione 4,5miliardi di euro per la realiz-zazione delle infrastrutture ela gestione per 10 anni dellarete di proprietà della regio-ne. Il bando è scaduto anovembre, ma ancora non sisa se ad aggiudicarsi la garad’appalto sarà la cordata gui-data dalla Telecom o il con-sorzio capeggiato dalla Servilidi Macerata. Il vincitore avràil compito di risolvere il digi-tal divide di circa 10.000 fami-glie e 3.000 imprese marchi-giane.

Adsl tra promesse e realtàInternet ad alta velocità è ancora un miraggio per 343 famiglie urbinati

Il Cst prevede che a fine mese partiranno i lavori per portare la banda larga su tutto il territorio regionale

Ecco perché l’acqua costa molto cara

Montesoffio,Trasanni e Tufole zone critiche

Spesa annua per famiglia tipo

Bollette salate: 60 euro in più rispetto alla media regionale

URBINO 330 euroMARCHE 270 euroITALIA 240 euroROMA 170 euroMILANO 103 euroBERLINO 968 euroPARIGI 733 euroBRUXELLES 548 euroFonte: Aato-Utilitatis

Page 8: Il Ducato 2 - 2011

il Ducato

8

FRANCESCO MARINELLI zione di Urbino, il 4 e 5 novembredello stesso anno, per esprimersisulle sorti dell’annessione alregno. Un comunicato del consi-glio comunale rivolto ai cittadini,affisso avanti al Duomo, nell’alloraPiazza 8 settembre (oggi Piazzadella Repubblica) e al Mercatalerecitava: “Volete far parte dellaMonarchia Costituzionale del ReVittorio Emanuele II?”. Il plebiscitofu quasi unanime, i sì furono21.111, i no 356, le schede nulle 29.Per le strade scoppiò l’entusiasmoal grido di “Viva l’Italia”, bella eorgogliosa sventolava la bandieraitaliana dalla terrazza di PalazzoAlbani.Anche il comune di Fermignano sidistinguerà per le celebrazioni dei150 anni dell’Unità con un riccoprogramma di eventi e allestizioni,con la volontà di scacciare ognipolemica ricaduta sulla giuntaleghista guidata dal sindacoGiorgio Cancellieri, che ha dichia-rato di tenere moltissimo ai festeg-giamenti, seppur in controten-denza con i dirigenti nazionali delsuo partito. “Abbiamo organizzato la Notte tri-colore il 16 marzo. Ci saranno balliin costumi ottocenteschi, anima-zioni e musica, per proseguire finoal mese di maggio, con convegni emostre dedicate ai grandi perso-naggi delle Marche nei moti delRisorgimento”.Lo spazio più ampio sarà riservatoalle figure di Terenzio Mamiani (ilpersonaggio marchigiano più rap-presentativo del periodo e primoMinistro dell’istruzione delRegno) e quella del commissario

regio Lorenzo Valerio, che rappre-sentò l’anello portante della storiarisorgimentale di tutta la regione,a casa del quale (a Torino, primadi trasferirsi nella città ducale)vennero musicate le parole scritteda Mameli, dando corpo ufficial-mente al nostro inno nazionale.Il segretario comunale PietroPistelli, storico del Risorgimento,è una fonte inestimabile di que-sti particolari. Il suo studio con-tiene moltissimi cimeli, docu-menti autentici e locandine d’e-poca tutte dedicate al patriotti-smo unitario. Ci ricorda adesempio come a Fermignanofurono portate moltissime sche-de del sì e poche del no perchétutti sapevano in anticipo comesarebbe andata la votazione;oppure la memoria di una dis-cussione privata tra Garibaldi eLorenzo Valerio tra cui non scor-reva buon sangue.Sono passati 150 anni da quellelotte, quelle passioni; rivive oggil’orgoglio della città e di tutti icomuni limitrofi, che insieme lot-tarono per l’unità.Nei giornali dell’epoca, i volente-rosi raccontavano le fatiche diquelle giornate a volte sanguino-se, lasciando messaggi scritti aifuturi cittadini di Urbino, comequesto di Luigi Nardini:“Seguiteranno gli Urbinati dagliantichi loro fratelli, a mostrarequanto abbiano cara l’indipen-denza che si unifica alla concor-dia per la generale salute dellaPenisola, per la quale ancoranecessitano sacrifici di volontà.Viva l’Italia Unita!”

Martedì 1 marzoFabio Sanfilippo, exallievo dell’Ifg, oggivice caporedattoredella cronaca al gior-nale radio RAI, hapresentato a Urbino ilsuo libro inchiesta “ALampedusa”, scrittoa quattro mani conAlice Scialoja, giorna-lista dell’ufficio stam-pa di Legambiente edel mensile “LaNuova ecologia”. Ilvolume racconta,attraverso le voci dichi ci vive da sempre,un’isola a metà tradue mondi, in cuiimmigrazione fa rimacon affari, ma anchecon solidarietà.

“A LAMPEDUSA”

Urbinati, l’Italia s’è desta Per i 150 anni dell’Unità, al via le celebrazioni cittadine del 17 marzo

Con la presa di Santa Lucia, la città ducale fu la prima a insorgere per dividersi dallo Stato Pontificio

I Milledi Garibaldi

nel quadro diFattori.

Sopra: leschede del

plebiscito del1860 nel

Comune diFermignano.

In alto adestra:

l’annunciodell’annes-

sione alRegno nelmanifesto

del Comunedi Urbino

I“Grandi Marchigiani” del Risorgimento: il Comune di Fermignano ha in programmamostre e convegni fino al mese di maggio

Gli attori e il regista della compagnia dialettale urbinate al termine di uno spettacolo

“Voi urbinatisiete il miovanto. Per uni-ficarci nellagrande fami-glia italiana

occorreva il concorso dei Cittadinitutti, e bastò che movessi un appel-lo perché questo concorso fossepieno, efficacissimo”. Era il 1861.Così parlò il commissario regioLorenzo Valerio sul palchetto alle-stito sulle scale del Duomo, davantia centinaia di urbinati in festa.Dopo anni di battaglie poteva final-mente ritornare in Piemonte, la suaopera era conclusa: aiutare il popo-lo di Urbino e tutto il suo circonda-rio a conquistare l’Unità d’Italia. La città ducale si appresta a cele-brare il centocinquantenario, traricordi e iniziative che voglionoonorare al meglio l’orgoglio di esse-re stata la prima tra le città marchi-giane a insorgere. Il 17 marzo i fascidi luce allestiti in Piazza dellaRepubblica orneranno l’esibizionedella banda cittadina durante l’ese-cuzione dell’inno di Mameli, men-tre a Pesaro si riuniranno le istitu-zioni, presenti la giunta comunaledi Urbino, Pesaro, Pergola e Fanocon l’organizzazione della prefettu-ra. Molto attive anche le scuoledella città, capofila il Liceo Artistico– Scuola del Libro che ha collabora-to al progetto “Italiae. 150 eventi inpiazza per ridisegnare l’Italia” pro-mosso dal Comitato Nazionale; ilLiceo Classico “Raffaello” invece hacollaborato con l’archivio di Statoper rivivere il passaggio storicodella scuola locale, dallo StatoPontificio a quello Unitario.Gli archivi comunali e di Statoripropongono per queste celebra-zioni moltissimo materiale prezio-so, non solo per informare sugliavvenimenti, ma anche per aiutarea comprendere il presente dellanostra nazione. La storia ricorda lacittà di Urbino per essersi distintanei moti risorgimentali, una città“viva, giovane e pronta per il futuro”– come ricordava nelle sue memo-rie il Commissario Valerio – nomi-nata Provincia sin da subito insie-me alla città di Pesaro. Più di due-cento volontari, organizzati primaautonomamente e poi arruolatisialle truppe piemontesi, inneggia-vano alla libertà della città, fronteg-giando le milizie mercenarie delloStato Pontificio. Il 1860 fu l’annodella vittoria, i giornali dell’epocaricordano come i “papalini” depo-sero le loro armi sulle scale delDuomo, dopo l’irruzione di PortaSanta Lucia. I principali patrioti diUrbino costituirono nella sede diPalazzo Corboli la Giunta diGoverno e tra l’indescrivibile entu-siasmo dei cittadini, mentre veni-vano abbattuti gli stemmi pontifici,annunciava la liberazione dellacittà: era l’8 settembre 1860.Lorenzo Valerio convocò la popola-

Page 9: Il Ducato 2 - 2011

9

CULTURA

I “Veneziani” in alto mareSalva la tradizione del Duca

Le conseguenze dei tagli alla cultura

NADIA FERRIGOVALERIO MAMMONE

“La cultura nonsi mangia”,T r e m o n t idixit. E forsenon si veden e m m e n o.

Potrebbe essere questo, infatti, ildestino della mostra “Venezia,Urbino e le Marche”: una esposi-zione di dipinti, sculture e pezzidi oreficeria, che ripercorre ilsodalizio consumato fra ilTrecento e il Seicento fra i piùgrandi artisti veneziani (tra cuiTiziano e Tintoretto) e i signorimarchigiani. Programmato per la primaveradel 2011, l’evento è slittatoprima a giugno e poi a ottobre.Tutta colpa dei soldi che, comespesso accade, non ci sono. Nel2011, infatti, il Comune diUrbino potrà spendere il 20%rispetto al bilancio 2009: sipassa, cioè, da 152 a 31 milaeuro. Soldi con cui il Comunepotrà coprire le spese per l’uffi-cio stampa, portando a zero ifondi per la cultura. O, viceversa,finanziare mostre e convegniazzerando l’ufficio stampa.Nonostante le difficoltà, VittoriaGaribaldi, soprintendente adinterim ai beni artistici delleMarche, non si dà per vinta: “Èancora presto per dire se lamostra si farà o meno. Per ora, ilnostro obiettivo è trovare spon-sor privati che siano disposti afinanziare l’evento”. Operazione,questa, tutt’altro che agevole: ilcosto preventivato si aggira,infatti, attorno ai 300 mila euro,escluse le spese di promozione.Per evitare di lasciare vuoti isaloni del Palazzo Ducale, l’i-spettore della soprintendenza,Gabriele Barucca, si è detto dis-posto “a ripensare la mostra,riducendo il numero di pezziprevisti, circa 70, e con essianche i costi”. Se i veneziani navigano in catti-

ve acque, c’è invece menopreoccupazione per gli eventitradizionali di Urbino come la“Straducale”, la festa del Duca ela festa dell’Aquilone. Straducale Anche quest’annoUrbino sarà invasa da migliaiadi ciclisti. Almeno questo è l’au-spicio di Gianfranco Fedrigucci,consigliere comunale e mem-bro del comitato organizzatoredella Ciclo Ducale. “Il nostroobiettivo – ha dichiarato – èmantenere la manifestazionesu alti livelli ma l’eccellenza haun costo. Per ora stiamo rosic-chiando i nostri risparmi. I part-ner di sempre ci sono vicini mamanca uno sponsor principa-le”.Festa del Duca I tagli non

impediranno all’associazio-ne “Rievocazioni Storiche” difesteggiare i suoi 30 anni. “Ilprogramma della Festa delDuca c’è già”, ha dichiaratol’Assessore ai Lavori Pubblicie presidente dell’associazio-ne Maria Francesca Crespini.Ospite di eccezione di que-st’anno sarà Paolo Villaggio.Aquilone I contradaioli pos-sono dormire sonni tranquilli.Anche quest’anno, infatti, gliaquiloni torneranno a sfidarsinel cielo sopra il monte delleCesane. Soddisfatto il presiden-te della Urbino Servizi, GiorgioUbaldi: “Gli sponsor ci sono: lafesta dell’Aquilone ha attiratol’interesse di numerose azien-de”.

Attori per caso e per di(a)letto

“Affitt’, affitt’, affitt’/ affitt anca elsuffitt’/ el fond più ruginitt’ ”(Affitta, affitta, affitta/ Affitta

anche la soffitta/ la cantina più arruggini-ta). La compagnia dialettale si diverte atratteggiare la figura dell’urbinate doc, aprenderne in giro i vizi e le virtù. E nonmanca di strizzare l’occhio all’ammini-strazione locale. Come quando, nel testomusicale “Le gru”, ha ironizzato sull’inva-sione di cantieri in città. Nata nell’estatedel 2002 all’interno dell’associazione cul-turale “Pro Urbino”, la compagnia è com-posta attualmente da venti persone, hamesso in scena 12 commedie e si avvicinaal traguardo delle 100 rappresentazioni.Un risultato niente male, se si considerache non può spingersi troppo lontanodalla provincia (Montefeltro e parte dellaRomagna), vista l’area ristretta di com-prensibilità del dialetto. Le Marche, infatti,sono una regione disomogenea da un

punto di vista linguistico e si distinguonoin ben quattro aree: pesarese, anconetana,maceratese e ascolana. L’urbinate, di ori-gine celtica, fa parte del gruppo dei dialet-ti gallo-italici. E paradossalmente è piùvicino al romagnolo che all’ascolano.“Il nostro è un teatro vero, che non puntasolo a far ridere”, spiega AmletoSantoriello, regista della compagnia, “maanche a trasferire il dialetto in contesticlassici”. “La locandiera” di Goldoni, “Lamandragola” di Machiavelli e il“Decameron” di Boccaccio sono soloalcune delle opere che sono state rivisita-te. Ora la troupe sta lavorando al rifaci-mento di “Uomo e galantuomo” diEduardo De Filippo, che andrà in scena il29 e il 30 aprile al Sanzio. Per Attilio Fini,presidente e attore della compagnia, lariscoperta del dialetto “è una ricerca percapire le nostre origini, per preservare lamemoria storica. Non è cultura bassa!”. Eha l’ambizione “di riportare un po’ diumanità e di valori in una società in cui sista perdendo il senso della vita e in cui

trionfa l’egoismo”. Urbino, oggi “invasa”da studenti di tutte le provenienze, nondeve rischiare di perdere la propria identi-tà. “Purtroppo il numero di abitanti cala,la città è vecchia, non c’è vita sociale.Quando sono andato a lavorare in Veneto,raccontavo di un’Urbino viva, in cui tutticollaboravano. Sono tornato dopo 20 annie non so più nemmeno con chi parlare”,dice Fini, e nei suoi occhi si scorge un velodi nostalgia. Poi, con lo sguardo ravvivato,afferma orgoglioso: “Il nostro vanto èquello di aver portato a teatro molta genteche il teatro non l’aveva mai visto… E diaver coinvolto i giovani”. L’ultima comme-dia, “L’appartament”, rappresentata il 5 e il6 gennaio al Sanzio, è stata recitata, infat-ti, da cinque ragazzi dai 18 ai 24 anni. Il piùpiccolo, Davide Bianchi, afferma: “Primadi recitare nella compagnia, parlavo giàun po’ il dialetto in famiglia, qui la tradi-zione si conserva. D’altronde cancellarlavorrebbe dire tagliare una fetta della cul-tura popolare italiana, che fa parte dinoi. Sarebbe una grave perdita”.

A teatro per ascoltare tradizioni locali e classiciDai che te dai, la cpolla dvental’ajA forza di insistere, anche la cipol-la diventa aglioDo du’ sold ma gambin Dò due soldi a gambino (=miincammino in fretta a piedi)O magni sta minestra o salti stafinestraO mangi questa minestra (=quelche passa la casa) o salti dallafinestraTra ‘l corra e ‘l fuggia Tra il correre e il fuggire (=sceglierela “meno peggio” tra due alternati-ve poco allettanti)Va a fe ‘l ben ma i sumarrFai del bene a i somari… ricevi icalci(tratti da “V’l’ arcont in dialettAGENDA 2011”- “X ConcorsoRenzo De Scrilli di poesia dialetta-le urbinate)

DETTI URBINATI

ROSSELLA NOCCA

Page 10: Il Ducato 2 - 2011

il Ducato

10

Cinema

MANUALE D’AMORE 3CinemaDucaleDal 5 al 10marzoSala 1Feriali 20.0022.15

Festivi:17.3020.00/ 22.15

Di Giovanni Veronesi, con Robert De Niro, CarloVerdone, Monica Bellucci,Michele Placido, RiccardoScamarcio.Nel terzo capitolo di

Manuale d’Amore si scopreche l’amore ha diverse età:giovinezza, maturità e oltre.

IL GIOIELLINOCinema Ducale

Dal 5 al 10marzoSala 2Feriali:20.30 /22.30

Festivi: 16:30/ 18:3020:30/ 22.30

Di Andrea Molaioli, con ToniServillo e Remo Girone.Una grande azienda agroali-mentare è quello che si diceun gioiellino. Il suo padrone è

un manager che ha messo aiposti di comando i suoi paren-ti. Il gruppo si indebita e lavoragine si prepara a inghiottire tutto.

LA VITA FACILECinema Nuova LuceDal 4 all’ 8 marzoFeriali 21.15 Festivi 17.30/ 21.15

Di LucioP e l l e g r i n i ,con VIttoriaPuccini eS t e f a n oAccorsi.P e r c h é “ l a

vita facile” è la più difficileda vivere? Mario Tirelli, chi-rurgo di fama, non lo sa edecide all’improvviso di par-tire per l’Africa ad aiutare ilsuo amico di sempre, LucaManzi.

RASSEGNA CINEMANIACinema Nuova LuceDal 23 febbraio al 24marzo ore 21.15 Ingresso ridotto 4 euro

VENTO DI PRIMAVERAmercoledi 9 e giovedì 10marzoWE WANT SEX mercoledì16 e giovedì 17 marzo.

“Quando inizia-va, i presentilo ascoltavanoin religiososilenzio. Eprima di ogni

esibizione curava i suoni inmaniera quasi maniacale, perassicurarsi lo spettacolo migliorepossibile”. Così Mimmo Celi, ilproprietario del Caffè del Sole,ricorda le esibizioni di RaphaelGualazzi ad Urbino, quando eraancora un musicista sconosciuto.Tempi lontani.Ora il 29enneurbinate è candidato a un postonell’Olimpo degli artisti, dopo iltrionfo di Sanremo Giovani, doveha vinto tutto quello che si pote-va vincere: primo posto categoriaGiovani, premio della critica MiaMartini, premio della sala stam-pa Radio Tv, premio Assomusica.Alle origini della sua fortuna c’èanche il suo ambiente familiare:il padre Velio era un musicista, ilbatterista di Ivan Graziani, e nellasua casa si ascoltavano artisticome Buscaglione, Ray Charles,Miles Davis e Beatles, che hannocondizionato i suoi gusti. Il con-tatto con la musica è stato preco-ce: ha ricevuto la prima tastiera a5 anni e a 7 un pianoforte elettro-nico. Poco dopo ha iniziato aprendere lezioni private da mae-stri di musica, che consigliaronoai genitori di mandarlo alConservatorio Rossini di Pesaro.Inizia il conservatorio a 12 anni elo frequenta fino ai 20. MarcoVergini, uno dei suoi amici piùstretti e compagno diConservatorio, lo descrive così:“Raphael è una persona estrema-mente sensibile, che dà moltaimportanza all’amicizia. É unapersona spontanea e un po’introversa. Musicalmente ha lacapacità di reinterpretare inmodo originale pezzi tradiziona-

DOMENICO A. MASCIALINO li”. Contemporaneamente allelezioni di pianoforte, Gualazzisuonava nel tempo libero branidei Beatles e Jerry Lee Lewis.Oltre ai saggi di musica classica,componeva pezzi suoi che poiavrebbe rielaborato. A 17 anniinizia a esibirsi in contesti meno“accademici”: cominciano, inparticolare, i concerti al Caffè delSole. “Ho conosciuto Raphael 12anni fa, quando era già un vir-tuoso – ricorda Mimmo Celi - miconsigliò di prendere un piano-forte e lo acquistai. Avevamoappena aperto: si può dire cheper noi fu un portafortuna”. Nellocale, Gualazzi si esibisce prati-camente fino al contratto con laSugar del 2008, registrando unsuccesso strepitoso: “Il locale erasempre pieno quando suonava -ricorda Celi - e il pianoforte cheabbiamo, praticamente lo acqui-stammo per lui”. In città tutti loconsiderano un ragazzo riserva-to, sincero e appassionato dimusica. “Raphael è un veromusicista – dice GiuseppeMinaudo, un amico batterista –non un esecutore, ma un musi-cista: la sua melodia colpisce alcuore, è uno che con le noteesprime sé stesso. Ed è in gradodi farsi in quattro per gli amici”.Assieme alle esibizioni nei localidi Urbino aumentano le sue col-laborazioni e esibizioni: parteci-pa a “Jazz in città”, suona alTeatro Sanzio e in saggi nellaCappella Musicale di Urbino. Ilsuo stile si evolve sempre più,fondendo lo stile Rag-time, suo-nato ai primi del ‘900, con Jazz,Blues e Soul. Si esibisce semprepiù spesso fuori dalle Marche,fino al Fano Jazz del 2005, cherappresenta il trampolino di lan-cio verso la notorietà. Alla stessaedizione partecipavano mostrisacri del calibro di Ahmad Jamal.“Era certamente emozionato –ricorda Adriano Pedini,

Presidente del Marche JazzNetwork e organizzatore dell’e-vento – ma al contempo sicurodelle sue capacità. Raphael hanelle mani un sacro fuoco che lorende spontaneo, singolare,capace di utilizzare un linguag-gio jazzistico che non segue lemode. Il suo è un genere cherisale ai primi del 900, al stridepiano, una vera rarità”. Da quelmomento la sua fama cominciaa crescere: incide il primo disconel 2005, “Love Outside TheWindow”, distribuito da Edel.Poi iniziano i concerti fuoridall’Italia: in Asia con il Java JazzFestival di Giakarta, in Francia,negli Usa. Viene notato dallaSugar di Caterina Caselli, con cuistipula un contratto nel 2008. Lasua cover di “Don’t stop” deiFletwood Mac viene scelta comecolonna sonora dello spot dellaEni. Fino alla partecipazione aSanremo Giovani, al nuovo disco“Reality and Fantasy” e alla con-sacrazione come artista maturo.Adesso per Raphael inizia latournée: prossime tappe saran-no Roma l’8 e Verona il 9 Marzo.La tournée di un artista che siavvia ad entrare tra i Grandi.

2005 - Love Outsidethe Windows (EdelMusic)

2011 - Reality andFantasy (Sugar)

EP 2010 - RaphaelGualazzi (Sugar)

Singoli 2011 - Folliad’amore (Sugar)

I DISCHI

Dai primi concerti al Caffè del Sole all’Ariston

Alle origini di Gualazzi: storia dell’urbinate che sbancò Sanremo

Raphael Gualazzi in concerto

carte

llone

Page 11: Il Ducato 2 - 2011

11

SPETTACOLI

MostreMOSTRA “ILLUSTRI”

PREMIO DIILLUSTRA-ZIONE CON-TEMPORA-NEAANTONIAMANCINI

Bottega Giovanni Santi,Casa natale di RaffaelloFino al 16 marzodal lunedì al sabato ore10:00-12:30/ 15:00-18:30

A cura di umberto Palestini eSerena Riglietti

SpettacoliLA SIRENA

Teatro SanzioVenerdì 11marzo ore 21:00

Luca Zingaretti,accompagnato dalla fisarmo-nica di Ambrogio Sparagna,legge il racconto La Sirena diGiuseppe Tomasi diLampedusa.

DADDY’N MEURBINO STUDIO MJRASMartedì 15 marzo

La danza diM a r aCassiani, undialogo tra

padre e figlia in cui il corproinsegna la propria grammati-ca a un altro. In apertura unamicroconferenza di SilviaCuppini, “Quando balli inse-gni”.

L’UOMO, LABESTIA E LAVIRTÙ diLuigiPirandello

Teatro Sanzio Martedì 22 marzo ore 21:00

Con la regia di AntonioMingarelli la compagniaVocitinte rappresenta unadelle commedie più belle diPirandello.

Incontri

“LEGGO A...LEGGO CON...”

SEMINARIO SULLA LETTURA PER LA PRIMA INFANZIA

Giovedì 10 marzo 2011Sala Serpieri Collegio Raffaello ore 16:30

L’iniziativa è rivolta prevalen-temente a educatori di nido,docenti di scuola dell'infanziae genitori. Nel corso dell’appuntamentosaranno presentati alcuni“percorsi 'lettura” attivatipresso nidi/scuole dell'infan-zia e sarà possibile iscriversiall'Associazione GruppoNazionale Nidi e Infanzia' perl'anno 2011.

Luca Zingaretti non èsolo il CommissarioMontalbano. Non haresistito al richiamo e,indossato lo smoking,torna al suo primo

amore: il teatro. Lo fa portando inscena uno spettacolo che ognisera fa registrare il tutto esaurito,La Sirena, un racconto diGiuseppe Tomasi di Lampedusa.“Sono molto legato al teatro”,dice l’attore, “propongo questospettacolo da quattro anni pro-prio perché ho piacere nel farlosera dopo sera”. L’ 11 marzo sarà a Urbino alTeatro Sanzio.“Ci ho già recitato molte volte.L’Italia è piena di città meravi-gliose e Urbino è una di queste. Ésorprendente come si è riusciti aconservarla. Di solito quando sipasseggia per queste città si ha lasensazione di passeggiare nelsalotto di casa propria. Si stafuori, ma è come stare dentro. Cosa si prova a tornare sul pal-coscenico dopo tanto tempo? “Mi sono ricordato quanto il tea-tro possa gratificare ed esseredivertente. Ho ritrovato l’impor-tanza di testare il pubblico seradopo sera, recuperando un rap-porto diretto che al cinema e intelevisione è impossibile avere.Ma il teatro ti permette di con-frontarti anche e soprattutto conte stesso. É un po’ come tornaresui banchi di scuola”.Portare in scena la lettura è unascelta coraggiosa. “In realtà il testo di Lighea mi fuproposto per una serataall’Auditorium. Ero molto occu-pato e non volevo neppure leg-gerlo, perciò dissi di non man-darmelo. Rimango molto male senon posso utilizzare qualcosache mi piace. Invece mi fu invia-to e mai nessuna insistenza fu dame più benedetta”. Perché il testo le è piaciuto.“Lessi il testo e rimasi fulminatodalla bellezza di questo racconto.Anche a costo di lavorare dinotte, avrei dovuto portarlo inscena. Quindi è partita quest’av-ventura”.

E’ un racconto straordinario:“Un sorriso che esprimeva unabestiale gioia di esistere, unaquasi divina letizia. In queigiorni, Corbera, ho amatoquanto cento dei vostri DonGiovanni messi insieme pertutta la vita”. Cosa l’ha colpita? “La storia in sé: siamo nel 1938 edue personaggi siciliani di cul-tura e di età molto diverse siincontrano in un caffè di Torino.Paolo Corbera, giovane giornali-sta della Stampa e l’anzianosenatore La Ciura, un grandeellenista. In qualche modo tra idue nasce un’amicizia sincera,al punto che il professore senti-rà il bisogno di raccontare algiovane la particolarità della suavita: l’incontro, da ragazzo, conuna Sirena, Lighea, figlia diCalliope. Un’esperienza talmen-te fuori dal comune che il sena-tore decide di vivere tutta la vitalontano dagli affetti, perché nonall’altezza delle emozioni cheha provato”. Poi l’incontro con il giovanegiornalista.

“É come se gli si fosse apertauna porta, quella del lato affetti-vo della vita. É talmente affasci-nato da questa opportunità chedecide di regalargli la sua storia.La nascita di un’amicizia trapersone diverse mi commuove”. Cosa le piace di GiuseppeTomasi di Lampedusa?“La prosa particolare.I vocaboli,poi, hanno una ricchezza a cuinon siamo più abituati. C’è unitaliano che non si parla più equesto mi affascina”.Alla fine dello spettacolo leggeuna poesia di Montale, “Hosceso dandoti il braccio”.“É una poesia che amo da tantotempo. Quando vado in un tea-tro nuovo mi festeggio leggendoqualcosa, è uno stare insieme alpubblico. La Sirena è il raccontodi una storia d’amore meravi-gliosa e perciò ho deciso di leg-gere questa poesia di Montale acui sono molto affezionato”.Milano, Roma, Firenze, Anconae poi Urbino. É dura affrontareuna tournée come questa? “Non è faticosa e nemmeno

troppo lunga. In quattro anni hofatto solo tre mesi e mezzo ed èl’ideale perché quando accusiun po’ di stanchezza è finita. Ilperiodo è giusto, soprattuttocon uno spettacolo che ti grati-fica. É come quando ci si alza datavola con un po’ di appetito”. Fra poco andranno in ondaquattro nuovi episodi delCommissario Montalbano,tratti dai romanzi di AndreaCamilleri. Quando le personevanno a vedere Luca Zingarettia teatro lo identificano conSalvo Montalbano? “Il pubblico non è mai uno solo.Chi vede molta televisione miidentificherà più facilmente conMontalbano, ma per il pubblicoteatrale non è un meccanismocosì scontato. In caso contrario,significherebbe raccogliere piùpubblico e andrebbe bene”. Quale sarà il suo prossimoruolo?“In questo momento c’è moltacarne al fuoco, devo solo mette-re ordine. Insomma, Viva Dioche c’è abbondanza”.

DORIANA LEONARDO

Luca Zingaretti nei panni delCommissario Montalbano.

Sopra, la locandina dellospettacolo al Teatro Sanzio

Montalbano in scenaVenerdì 11 marzo Luca Zingaretti al Teatro Sanzio con “La Sirena”

“A teatro è come tornare sui banchi di scuola, puoi confrontarti con te stesso”

Page 12: Il Ducato 2 - 2011

il Ducato

12

Tasse universitarie,una commissionecambierà le fasce

di tasse totali, come chi pos-siede un reddito di 60.000euro.” Un bacino d’utenzaampio, dunque, che potrebbeessere meglio segmentato, perfare in modo che i redditi piùalti contribuiscano con unaquota più elevata degli altri.“L’Assemblea Permanente haproposto un piano di revisionedel sistema con l’instaurazio-ne di sette fasce di contribu-zione e un aumento progressi-vo della tassa”, ha detto laFlammini. “La prima rimar-rebbe invariata, ma gli studen-ti che vi rientrano, grazie allaredistribuzione della spesa,potrebbero risparmiare fino a262 euro annui. La secondaandrebbe invece dai 19.000 ai25.000 euro: a ogni scatto delmigliaio di euro si chiedereb-bero 25 euro in più di contri-buzione. La terza andrebbe dai25.000 ai 31.000 euro, con unaumento di contribuzione di50 euro a ogni nuovo migliaio.All’interno della quarta e dellaquinta sono previste poi ulte-riori segmentazioni, mentre lasesta e la settima sono statepensate come blocchi unici.” Ilprogetto prevede anche la pre-sentazione obbligatoria delladichiarazione Isee per tutti glistudenti; oggi quelli inseritinella terza fascia, fino ai 23.100euro, ne sono esenti. Altroveesistono già regole diverse:“L’Università Politecnica delleMarche - spiega la Flammini -lavora su 11 fasce: la quota chepagano gli studenti inseriti inprima fascia qui a Urbino èquasi equivalente a quella chepagano gli studenti di quartafascia di Ancona.” Ora il pro-getto, una volta ottenuto il vialibera dal Consiglio degliStudenti, approderà inCommissione. Bisogneràattendere forse fino ad Aprileper vedere la fine dei lavori.

Confessioni all’Ateneo

SILVIA BALDINI L’ipotesi di redistribuzione

II fascia 19.000,01 25.000I fascia 0 19.000

III fascia 25.000,01 31.000IV fascia 31.000,01 36.000V fascia 36.000,01 50.000VI fascia 50.000,01 60.000VII fascia 60.000,01 in avanti

NOTA: Le cifre sono in euro Fonte: Assemblea Permanente degli studenti

Obiettivo: far risparmiare i redditi più bassi

Psicologi per rimotivare gli studenti in dubbio

Sette fasce di contri-buzione al postodelle tre esistenti euna diminuzionedella tasse per chiverrà inserito in quel-

le inferiori: questo il progettopresentato dai rappresentantidegli studenti universitari e inattesa di essere revisionatodalla Commissione fasce direddito, istituita il 27 gennaiosu delibera del SenatoAccademico. Al suo interno,personale tecnico-ammini-strativo dell’Università e duerappresentanti degli studenti.L’Università, nella persona deldelegato rettorale ToninoPencarelli, si dice “favorevole auna revisione del sistema taleda garantire una maggioreequità tra gli iscritti. Con i rap-presentanti degli studenti c’èun clima di collaborazione chevogliamo far crescere.” Traloro, Gabriella Flammini, pre-sente in Consigliod’Amministrazione e membrodell’associazione Fuorikorso.“L’idea è quella di offrire unaripartizione più equa delletasse tra gli studenti iscritti -ha spiegato - perché ora esi-stono solo tre fasce di contri-buzione”. Simone Fabbrocile,del Senato Accademico pre-sente in Commissione, haaggiunto: “ La richiesta di uncambio del sistema nasceverso settembre, al momentodelle proteste contro il disegnoGelmini. Molti studenti aveva-no espresso il loro disagio neiconfronti dell’attuale sistemadi tassazione, iniquo per unaragione fondamentale: la terzafascia riunisce indistintamen-te tutti i redditi superiori ai23.100 euro. Così chi ha unreddito familiare di 23.100euro lordi paga oggi 1325 euro

“Avrei tanto voluto studiare geografia, mamio padre è stato categorico: non ti pa-gherò gli studi che ti renderanno disoccu-

pata. Così mi sono iscritta a lingue. Adesso che so-no laureata e senza impiego, a volte rimpiango lascelta fatta”. Caterina, 27 anni, guarda sconsolatauna cartina dell’Europa. Almeno lei il suo percorsodi studi l’ha terminato, mentre tanti altri ragazziarrancano sfiduciati tra i corridoi degli atenei ita-liani.Scarsa motivazione, scelte sbagliate, pressioni fa-miliari le cause delle difficoltà incontrate ogni an-no dagli studenti universitari e che spesso portanoi ragazzi ad andare fuori corso, a cambiare facoltào lasciare gli studi. Per battere l’abbandono, sti-mato nel 2010 al 11,2% , l’ateneo ducale risponde-rà dal prossimo mese con il ri-orientamento e laconsultazione psicologica. C’è chi non riesce a su-perare alcuni esami da mesi, chi non è stimolatodagli insegnamenti. A qualcuno il corso di laureanon piace più. Si può arrivare a un blocco, secondoGlauco Ceccarelli, delegato del Rettore all’orienta-mento e docente di psicologia: “Non raggiungereun obiettivo può compromettere l’autostima”. È

qui che interviene il ri-orientamento: si tratta dianalizzare la scelta fatta con l’aiuto di psicologi delsettore. Può un terapista aiutare nella scelta di unpercorso adatto se lo studente ne ha intrapreso unaltro? “Ci sono delle spinte che influenzano quellainiziale: a cominciare dalla famiglia –rispondeCeccarelli- dalle scelte degli amici o dalla distanzada casa. Si può agire su una seconda scelta conl’aiuto di un esperto. Gli elementi che vengonofuori dai colloqui saranno raffrontati a ciò che uncorso di laurea offre invece di un altro”.È possibile però che lo studente si trovi in una dif-ficoltà più ampia, in un disagio nel dover affronta-re gli esami o la tesi. O nel terminare gli studi e do-ver tornare a casa. “Notiamo una tendenza di que-sto tipo tra gli studenti che vengono dal sud Italia.Alcuni si bloccano -continua Ceccarelli- perché siavvicina la fine del corso. Vivono il ritorno comeuna sconfitta”. Per questo si è pensato anche a in-contri di consultazione psicologica, con un esper-to che, insieme allo studente, faccia un’analisi mi-rata di come la persona sta in quel momento”. Lamodalità prevista è il counseling, già sperimenta-to dall’Ersu gli scorsi anni. In caso di serietà dellacondizione, interverrebbe un terapista esterno. Letante Caterine della “Carlo Bo” non sono più sole.

GIORGIA GRIFONI

Page 13: Il Ducato 2 - 2011

13

UNIVERSITÀ

Il trionfo della “dieta” al Cibus

rivolgeremo a chi ha la compe-tenza per giudicare”. Per oral’Ersu non rilascia dichiarazio-ni ufficiali, ma fa sapere che laforesteria del Colle si sta com-portando secondo la legge.Ogni altra dichiarazione èrimandata a dopo il tavolo conla Confcommercio. Intanto tragli albergatori c’è chi non cista. Maddalena Montebovi,direttore dell’Hotel Italia, ospi-ta da parecchi anni un gruppodi studenti di un’associazioneamericana. Una quarantina dipersone, un appuntamentofisso per l’albergo. “Mi ha tele-fonato la segretaria dell’asso-ciazione. Gli studenti hannoautonomamente deciso disoggiornare al Colle. Sono anniche vengono qui, mi ha chiestose potevo fare un’offerta piùconveniente, ma con i costiche ha la mia attività è impos-sibile ”.

Gli albergatori nonl’hanno mandataa dire: “Il Colle èun collegio uni-versitario. Lostanno trasfor-

mando in hotel, facendociconcorrenza”. La denuncia èdella Confcommercio che nonsi è limitata alle parole, ma haraccolto le segnalazioni degliassociati. Il presidente provin-ciale Amerigo Varotti ha chie-sto un incontro con i dirigentidell’Ersu per discutere la que-stione. Nel gennaio del 1966 ilMagnifico Rettore Carlo Boinaugurò il collegio, il primodei quattro progettati daGiancarlo de Carlo. Nacquecosì la cittadella universitaria,a un passo dal centro e incorni-ciata da un paesaggio godibiledalle numerose terrazze chespezzano qua e là il labirinto discale e corridoi. Il collegio delColle ha 150 stanze, tutte sin-gole: l’arredamento è spartano,ma c’è il bagno in camera e gliingressi sono indipendenti. Aprova di sguardi indiscreti. Unsogno per ogni studente, inperenne lotta con bollette epadroni di casa.Gironzolando per il collegio, cisi accorge in fretta che solo unaparte è occupata dagli univer-sitari. Per quest’anno sono 55 iposti letto assegnati agli stu-denti fuori sede con un bandodi concorso. Giancarlo Ugoc-cioni, responsabile del servizio,fa sapere che tutte le stanzesono state occupate e le richie-ste esaudite. Il servizio foreste-ria è attivo dall’ottobre del2008, quando l’Ersu ha desti-nato circa 90 stanze a studentie docenti che si fermano incittà per brevi periodi. Moltovantaggiose le tariffe per unanotte, diverse a seconda che sitratti di studenti (18 euro) odocenti (25 euro), prima cola-zione compresa. Prenotare èfacile: basta indicare le propriegeneralità, il periodo richiestoe il codice Ersu. La strutturapuò ospitare anche convegnistie altri aventi diritto in base adapposite convenzioni conl’Ersu di Urbino. Le porte delcollegio sono aperte anche aifamiliari degli studenti. Papà emamma, accorsi in città perfesteggiare la laurea del lorofigliolo, potranno dormire incittà con una piccola cifra. Unaconcorrenza che si fa sentire inuna realtà che ruota intornoall’università e a un turismoche, come denunciano le asso-ciazioni di settore, fatica adecollare. Ma che succede seoltre alla mamma e al papà siaggiungono la fidanzata, inonni o gli amici di una vita?“Abbiamo ricevuto segnalazio-ni su un’attività che ho timoredi definire abusiva” diceAmerigo Varotti, presidentedella Confcommercio.“Vengono messe a disposizio-

ne stanze che non c’entranoniente con il diritto allo studio.Spero che il problema verràrisolto al più presto, se no ci

Amensa va in scena ilgiallo delle porzioni.“Con l’arrivo del bio-

degradabile sono state forte-mente ridotte e l’ammini-strazione non vuole far nullaper aumentarle”, affermaSimone Lancianese, rappre-sentante degli studenti nelconsiglio d’amministrazionedell’Ersu. Ma dalla cucina,uno dei cuochi della ristora-zione tridente, smentiscequeste voci: “Abbiamo fattole prove: il primo e il secon-do sono rimasti uguali. Soloil contorno è leggermentediminuito, soprattutto alcibus”. In realtà, il piatto unico eranato come pasto leggero evegetariano, con un primo eun contorno. “Con il tempo,gli studenti ci chiedevano diaggiungere un po’ di cibo enoi non glielo abbiamo mainegato. Solo che adesso cisiamo resi conto che c’eranotroppi sprechi. Dai 150grammi di contorno, stiamotornando alla grammaturaprevista dalle tabelle nutri-zionali, cioè 100 grammi.Poi, dipende sempre da chetipo di verdura scegli. Unacosa è certa: mi si stringe ilcuore ogni volta che vedo ilgli avanzi nei piatti”, aggiun-ge il cuoco. E in cucina tuttoè organizzato per evitare cheil cibo venga buttato.“Prepariamo tutto almomento. Si tiene contodelle presenze statistiche, inmodo tale che non ci sianorimanenze. Per esempio, seper pranzo sono previstecinquecento persone, lamattina si preparano i con-

torni per quattrocento e poiil resto si aggiunge almomento del bisogno.Proponiamo le stesse pie-tanze anche al pasto veloceper evitare che il cibo torninelle cucine. Dare da man-giare il giusto senza averesprechi è il nostro motto”.La questione delle porzioninon è la sola a emergere conl’arrivo del biodegradabile. “Le stoviglie si sciolgono.Ogni volta che prendo ilminestrone devo sbrigarmia consumarlo, sennò rischio

di mangiare anche il piatto”sostiene Katia. “Le posate si rompono.Basta tagliare un pezzo dicarne un po’ più duro, osemplicemente una piadinaal cibus, e il coltello rimanemetà in mano e metà sulpiatto”, aggiunge Giuseppe.Il problema è stato in parterisolto con l’introduzione diposate in metallo noleggiateda una società che ha sedein provincia di Bologna. Inrealtà, nel fine settimanaarrivano i guai: le posate

noleggiate finiscono e siritorna a quelle usa e getta.E così un giorno può capita-re di avere il piatto in cocciocon le posate di mais e ilgiorno dopo, o magari lasera stessa, il piatto biode-gradabile con le posate inacciaio. “È un disastro. Non si capi-sce dove dobbiamo buttarele cose. È inutile separare ilbicchiere se poi tutto il restoviene buttato indistinta-mente nel compatattore”,afferma Dennis. E proprio lamacchina per il compost èun altro problema da risol-vere. È troppo piccola, i vas-soi non entrano ed emana-no un brutto odore.“Non èaffatto igienica”, commenta-no gli studenti, mentreaspettano di buttare i piattie i bicchieri. Anche perché,con la riduzione del perso-nale addetto alle puliziedelle stoviglie, i cuochi sonospesso costretti a lasciare lecucine e svuotare le bustedel compost. “Sarebbemeglio lasciare le cose soprai vassoi e poi buttano tuttoloro, come succedevaprima”, continua Dennis.Nonostante le lamentele, glistudenti in fila alla mensasono tutti concordi: “Il bio-degradabile è un’ottimascelta, soprattutto dal puntodi vista ambientale”. E men-tre si cerca di trovare unasoluzione per migliorare ilsistema, con due macchinepiù grandi per il compost eposate in acciaio a ognipasto, il rappresentantedegli studenti sottolinea:“Aspettiamo da due mesi lebuste biodegradabili per ilpasto d’asporto”.

MARIA SARA FARCI

NADIA FERRIGO

Con l’arrivo del biodegradabile i contorni sono stati ridotti

Il sistema è ancora in una fase sperimentale: compattatori pocoigienici, stoviglie troppo fragili

Il Collegio non è un albergoAl Colle dal 2008 sono circa 90 i posti letto destinati al servizio foresteria

Confcommercio: “Vengono messe a disposizione stanze che non c’entrano nulla con il diritto allo studio”

Page 14: Il Ducato 2 - 2011

il Ducato

14

ANTONIO SIRAGUSA

“Il Cagliari e laSampdoria mistanno seguen-do ma è ancorapresto per pen-sare a queste

cose. Ora conta solo finirebene la stagione a Piacenza econquistare la salvezza.”L’emozione del debutto colRimini in serie B è un ricordolontano. L’urbinate AlessandroMarchi, 21 anni, è ormai unacolonna del Piacenza calcio eun giocatore di prim’ordinenella serie cadetta. È con umil-tà e consapevolezza nei proprimezzi che si sta togliendograndi soddisfazioni. Arrivato a Piacenza a iniziostagione per completare larosa, Marchi è diventato uncentrocampista indispensabi-le per la squadra romagnola,con 24 presenze e 3 gol all’atti-vo.Ultimo tassello di una stagio-ne da incorniciare è stata laconvocazione nella nazionaleitaliana di calcio di serie B.Giocherà il 20 Marzo contro laSerbia e poi in amichevolecontro la nazionale under 21.Alessandro Marchi, si aspetta-va questa convocazione?“A inizio stagione non ci avreimai creduto perché non pen-savo nemmeno di giocare tito-lare nel Piacenza. Poi l’allena-tore mi ha dato fiducia, misono fatto notare e ho iniziatoa sperare di essere chiamato inmaglia azzurra.”Ci racconta cosa ha provatoquando ha segnato il suoprimo gol in serie B?“È stato emozionante.Giocavamo contro l’Atalanta,

una grande squadra. Ho dovu-to trattenere la gioia perchécol mio gol eravamo ancora insvantaggio 2-1. Poi però abbia-mo vinto 3-2: non dimentiche-rò quel giorno.”E le altre due realizzazioni?“Contro l’Albinoleffe hosegnato il mio gol più bello,con un tiro a incrociare sucross dalla sinistra. Contro laReggina, invece, ho sfruttatouna delle mie specialità: l’in-serimento in area.” Qual è il suo legame conUrbino?“Molto forte. Certi giorni houn po’ di nostalgia della fami-glia e degli amici. Ma ormai misono abituato a superare que-sti momenti: già da 3 anni vivolontano da casa.”Come è nata la sua passioneper il calcio? “A 6 anni giocavo tutti i giornicon i miei fratelli maggiori neicorridoi di casa e nel cortile.La passione per lo sport mel’ha trasmessa mio padre, cheè un ex atleta, ma un grandemaestro per me è stato il mioallenatore ai tempidell’Urbino, OlivieroCapponi.”Quali sacrifici ha comportatoper lei la carriera di calciato-re?“Negli ultimi anni di superiorigiocavo già a Rimini e viaggia-vo tutti i giorni per non perde-re la scuola a Urbino. Ho sem-pre considerato importante lostudio e per questo ho decisodi iscrivermi all’università, allafacoltà di Scienze della comu-nicazione, ma per i miei impe-gni non sono ancora riuscito adare gli esami. Spero di rime-diare al più presto.”Come passa il suo tempo libe-ro?

Marchi sulla sogliadel grande calcio:“È presto per sognare”

L’urbinate del Piacenza in nazionale di serie B

“Mi piace il cinema, in parti-colare i film d’azione e lecommedie. Ogni tanto escocon gli amici o vado a giocarea basket, l’altra mia grandepassione.”Qual è, secondo lei, la qualitàindispensabile per raggiun-gere grandi traguardi sporti-vi?“È molto importante la testa,la voglia di allenarsi, di nonbuttarsi giù nei momenti diffi-cili e di non esaltarsi tropponei momenti belli.”Un suo pregio e un suo difet-to come giocatore?“I miei pregi sono la corsa e

l’inserimento tra gli spazi. Avolte ho troppa foga con lapalla tra i piedi, sbaglio pas-saggi facili, ma penso di potermigliorare con l’esperienza.”Come si trova al Piacenza?“Ho trovato un ambienteideale per crescere. Ci sonomolti ragazzi giovani comeme e per questo mi sono inte-grato facilmente. Ma ho unbel rapporto anche con i gio-catori di maggiore esperienza,in particolare con Volpi: mi dàspesso consigli e mi sostienenei momenti difficili. Anche col mister vado d’ac-cordo, sono contento del suo

metodo di lavoro e mi aiuta amigliorare giorno per giorno.”Qual è il suo giocatore prefe-rito? “Ambrosini del Milan. Pensodi somigliargli: ha grinta,corre tantissimo ed è bravonegli inserimenti.”Partito dal Piacenza, PippoInzaghi è arrivato al Milan eha vinto la ChampionsLeague. Spera di ripetere lasua carriera?“Magari. Il Milan è la miasquadra del cuore ma pensosia impossibile indossare lamaglia rossonera: non sareb-be un sogno, di più.”

A destra, Marchi dopo ilgol contro l’Atalanta (FotoSpreafico). In basso, con

la maglia del Piacenza

Page 15: Il Ducato 2 - 2011

15

SPORT

BARBARA LUTZU

Da “Sogno delLupo” a sottose-zione del ClubAlpino Italianodi Pesaro. Asette anni dalla

nascita, il gruppo di trekkingurbinate è riuscito finalmentea valicare i confini della pro-vincia.Già un anno fa il Ducato si eraoccupato di questo gruppo diamici, innamorati delle colli-ne, dei boschi e dell’attivitàfisica all’aria aperta. Ma eranostati tali e tanti i problemiburocratici, che avrebberofiaccato anche scalatori piùduri ed esperti. Ora, superatiquesti problemi come si supe-rano salite e ferrate, il 18marzo ci sarà la prima assem-blea dei soci che eleggerà ildirettivo e approverà lo statu-to. Cosa cambierà rispetto aprima? Una copertura assicu-rativa garantita per tutti colo-ro che partecipano alle escur-sioni e la possibilità di con-frontarsi con le altre sezionisparse per l’Italia. Dal puntodi vista organizzativo, invece,ogni gruppo rimane autono-mo; l’unico vincolo, per moti-vi di sicurezza, è quello dimuoversi lungo i sentieri trac-ciati dal Cai. Una bella soddisfazione perchi 30 anni fa, appese al murole scarpe da calcio, ha presouna cartina, un libro e ha ini-ziato a camminare lungo isentieri della sua terra. E hascoperto di amare la monta-gna in tutti i suoi aspetti. “Lospirito di chi va a camminare èmolto naturalistico – spiegaFabio Duro, geologo, uno deifondatori del Sogno del Lupo –ma c’è anche qualcosa di spi-rituale. Quando vai per lemontagne, anche se si è intanti, sei solo con i tuoi pen-sieri”. Non a caso il nome scel-to per il gruppo deriva propriodalla voglia di libertà e dallanecessità di fuggire dalla cao-tica routine quotidiana. Daldesiderio di essere dei lupi,anche solo per un giorno.“La montagna è fatta per tutti,non solo per gli alpinisti” ras-sicura Alberto Crinelli, natura-lista. Per le escursioni piùsemplici, infatti, non è richie-sta alcuna preparazione fisicané attrezzatura particolare:bastano un paio di pantalonicomodi, uno zainetto con uncambio, poco cibo e tantaacqua. Per le escursioni piùimpegnative, invece, comequella sul Gran Sasso o sulmonte Nerone, è necessarioun minimo allenamento e unaspesa per l’attrezzatura chepuò arrivare a 800 euro. Lamaggior parte dei percorsisono a due ore di macchina daUrbino e per questo il numerodei partecipanti è sempre ele-vato: fino a 100 persone diogni età che per tre ore condi-vidono la bellezza del paesag-gio e quella quiete che solo lamontagna sa dare.

La Straducale in cerca di finanziamentiServirebbero 10-15 mila euro. Manca ancora un grande sponsor

Un gruppo di escursionisti durante una gita organizzata dall’associazione”Il sogno del lupo”

A piedi, cercando la libertàSuperata la burocrazia, il gruppo di trekking diventa sottosezione del Cai

Un modo semplice ed economico per scoprire la natura marchigiana. Escursioni programmate fino a novembre

MARZO6 Monti delle Cesane20 Monti SibilliniAPRILE3 Monte Nerone17 Monte CatriaMAGGIO4-8 Trekking in Sardegna22 Monte Carpegna29 Monte TenetraGIUGNO12 Monte San Bartolo25 Monte Catria sotto la lunaLUGLIO2-3 Monti Sibillini 14-17 Sentieri attrezzati delleDolomiti30-31 Direttissima del GranSassoSETTEMBRE11 Dintorni di Pesaro18 Alpe della Luna 25 Monti della LagaOTTOBRE1-2 Isola d’Elba16 Monte Motette23 Monti Gemelli NOVEMBRE6 Monte Nerone

Per info 3333126418 3333345524

CALENDARIO 2011

“Èpura passione, ciò che raccoglia-mo lo dobbiamo soprattutto ainostri iscritti, ed è questa passio-

ne a farci andare avanti”. Il presidente dellaStraducale, Alessandro Gualazzi, non hadubbi sul sentimento sportivo ed'amicizia che lega organizzatori epartecipanti, ma anche la stessacittà. Eppure, la Straducale, quellache è stata premiata come manife-stazione sportiva locale piùimportante del 2010, ora ha pro-blemi di finanziamento. “Le spesepossono variare dai 60mila ai90mila euro - afferma Gualazzi -ma questo è il massimo che abbia-mo raggiunto con l'edizione didue anni fa, quando si sono iscrit-ti in 2.400, e c'erano più soldi. Inmedia servono dai 50mila ai70mila euro, le iscrizioni copronoall'incirca la metà delle spese, e sevengono 1.000, 1.500 partecipanti,si arriva a 35mila o a 40mila euro”.Il resto proviene dalle sponsorizza-zioni di privati e da finanziamentidel Comune. Il problema è che la manovraestiva quest’anno ha vietato agli enti localidi pubblicizzare eventi.Insomma, a far traballare la Ciclo Ducale èuna cifra di 10mila, 15mila euro, che adoggi non è certa. Ma l'associazione non siferma. “Io non ci dormo la notte - dice

Gualazzi - stavo quasi per lasciare a set-tembre, ma ora indietro non si torna. E'una sfida”. "Già c'è un albergo con 60camere prenotate, e vengono appassionatida Germania, Olanda, Svizzera. Come fai adire a chi viene, persino dall'estero, chenon si fa più niente?”Gianfranco Fedrigucci fa parte del comita-

to degli organizzatori. Anche lui non vuolemollare: “Non stiamo a piangerci addosso.Piuttosto chiediamo che albergatori e com-mercianti diano il loro contributo. Le loroattività hanno un certo beneficio economi-co, correlato alla gara, ma servirebbe unamaggiore responsabilità da parte di operato-

ri turistici, associazioni di categoria.Vogliamo coinvolgere il più possibile glialbergatori, suggerendo anche un pacchettoturistico che possa coprire un periodo este-so da marzo fino a dicembre. “Noi aspettia-mo - aggiunge il presidente Gualazzi - e c'èda dire che su 67 finora solo tre, quattroalbergatori hanno risposto positivamente.

Noi garantiamo di più di una sem-plice corsa domenicale, organizzia-mo eventi collaterali già dal giovedìche precede la gara, e a questo scopol'anno scorso abbiamo speso circa12mila euro”. La gara ciclistica è inserita nelUnesco Cycling Tour, che riunisce legran fondo di cinque siti patrimoniodell'umanità sotto l'alto patrociniodell'Unesco (le Cinque Terre, leDolomiti, Urbino, Verona, SanGimignano), ma i finanziamentinon possono provenire dall'organiz-zazione internazionale.Occorrerebbe un main sponsor di

qualche grande impresa del territo-rio (lo stilista Piero Guidi o la societàdi costruzioni Torelli), a cui l’asso-ciazione Ciclo Ducale sarebbeanche disposta ad intitolare la mani-

festazione. Il presidente del comitato degliorganizzatori è anche andato a Roma insie-me a Claudio Ricci, presidente dell'associa-zione dei siti italiani dell'Unesco, per parlaredi una sponsorizzazione della Telecom. Ma èsolo un'ipotesi suggestiva “forse è per ilprossimo anno, anche se è difficile”.

STEFANO STRANO

La corsa 2009: record di iscritti. Foto di Ascanio Scotti

Page 16: Il Ducato 2 - 2011

il Ducato

16

MASS MEDIA

ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: STEFANO PIVATO, Rettore dell'Università di Urbino "Carlo Bo". Vice:GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Università: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-SEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: SIMONE SOCIONOVO, ALFREDO SPARAVENTI; perla Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICOMASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI

IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 www.uniurb.it/giornalismo; e-mail: [email protected] Direttore responsabile: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI Stampa: Arti Grafiche Editoriali Srl - Urbino - 0722328733Registrazione Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991

Le verità dei web lettoriUna ricerca del LaRiCa di Urbino su come si informano gli italiani

E’giovane, istrui-to, preferisce iportali e i socialnetwork alletestate tradizio-nali ed è molto

diffidente: ritiene che i mediasiano schierati e che solamentein rete si possa trovare la verità.E’ il consumatore di notizieonline. Una categoria in crescitasebbene la maggior parte degliitaliani resti legata a tv, radio equotidiani.Il profilo del news online consu-mer emerge dalla ricerca “Lenews e gli italiani: dalla cartastampata, alla rete, al mobile.L’informazione: da rito a puzz-le” prodotta dal Laboratorio diRicerca di ComunicazioneAvanzata (LaRiCa) del diparti-mento di Scienze dellaComunicazione dell’Universitàdi Urbino.L’indagine, che ha coinvolto uncampione di 1200 persone,fotografa come si informano gliitaliani, quali fonti privilegiano,con un’analisi sul rapporto tragli italiani e internet e l’infor-mazione via cellulare. “La ricer-ca è partita da un’analoga inda-gine fatta negli Usa -dichiara laprofessoressa Lella Mazzoli,direttrice del LaRiCa - e in Italiaè ovvio che i media tradizionalisiano i più utilizzati, ma ci stia-mo affacciando al consumo dinews all’interno dei social net-work, anche se con differenzerispetto agli Stati Uniti”. Le cifredell’online news consumersono inferiori rispetto agliStates, ma le analogie non man-cano. “La cosa che ci ha sorpre-so di più è proprio quanto fos-sero simili i comportamenti dichi va in rete in contesti diversi-afferma Fabio Giglietto, coordi-natore della ricerca - Italiani eamericani si informano, parte-cipano alla produzione di con-tenuti e condividono nella stes-sa maniera”.Il passaggio dal rito al puzzleemerge nell’utilizzo di più “tes-sere informative”: il 96% degliitaliani dichiara di utilizzare piùdi due media, il 48,7% si infor-ma su cinque o più media e il50,5% degli italiani utilizza siafonti online che offline. Proprionei giovani il passaggio è piùmarcato: il 71,3% si informaattraverso portali di notiziecome Google News, Msn e

Libero Notizie mentre il 49,2%afferma di ottenere informazio-ni dai propri pari sui social net-work. In entrambi i casi i portalie l’informazione tra amici econoscenti è preferita rispetto aquella proveniente da siti ditestate cartacee o da profili digiornalisti. “Non credo che ci siameno fiducia nei professionistidell’informazione” -affermaGiglietto - il meccanismo èmolto comune anche fuori dallarete: quando noi dobbiamo cer-care informazioni su un tema cifidiamo molto delle persone checonosciamo meglio, mentre sista più attenti a tutte le forme dicomunicazione che vengonodalle organizzazioni che allevolte sembrano artefatte.”Una sfiducia verso il sistema deimedia tradizionali che sembraaumentare nei consumatori dinotizie online rispetto a quellioffline. L’83,3% dei web lettoriritiene che i media siano schie-rati mentre la percentuale siabbassa al 75,9% dei consuma-tori tradizionali di news. Lametà degli online news consu-mer si fida della tv, la percentua-le aumenta fino al 63,2% per iconsumatori offline. Infine il77% dei “nuovi” consumatori dinews ritiene che ci siano notizievolutamente omesse, la percen-tuale scende al 67,8% per quan-to riguarda i consumatori tradi-zionali.Secondo i risultati dell’indagineemerge, quindi, che gli italiani sistanno informando in manierasempre più mobile, personaliz-zata e partecipativa, sebbenesolo il 36,4% degli utenti disocial network ha prodottonews, contribuito a crearle einserito commenti attraversosocial network e mail. SecondoMazzoli “il prosumer, l’indivi-duo che consuma e che allostesso tempo produce informa-zione, è meno presente di quan-to ci aspettavamo, la produzio-ne di notizie non è così forte.Stupisce perché noi avevamopensato che con i social net-work la partecipazione allacostruzione della notizia fossemaggiore” .Un dato che lascia i ricercatoriun po’ con l’amaro in bocca, maassolutamente in linea con la tendenza statunitense. Unacondivisione di contenuti, masenza troppa partecipazione.Una fiducia a volte eccessivanella verità della rete. Ma senzatroppo impegno.

MARIA SARA BERTUCCIOLI

Ecco perché utilizzano i socialnetwork e i portali di notiziema cresce la diffidenzaverso i media tradizionali

Foto Ed Yourdon (Creative Commons)

Fonte: LaRiCa