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CORSO DI AGGIORNAMENTO AZIENDALE
ASL 2 LANCIANO VASTO CHIETI
ANNO 2012
ILDOLORENEUROPATICO
DOCENTI : LEONTINA LA PACE MMG ‐ SPECIALISTA IN NEUROLOGIA
ANTONIO DI MUZIO SPECIALISTA IN NEUROLOGIA
NEUROLOGIA OSPEDALE “SS. ANNUNZIATA” CHIETI
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IL DOLORE NEUROPATICO
Il dolore è sempre stato una delle maggiori preoccupazioni dell’umanità ; è certo che il dolore è insito in
ogni forma di vita cosciente, ritroviamo testimonianze di preghiere, incantesimi, esorcismi in tavolette di
terra cotta babilonesi, in papiri egiziani dei tempi delle piramidi, in documenti in pelle persiani, in iscrizioni
micenee ed in rulli di pergamene di Troia, documenti sul dolore appaiono attraverso i secoli in tutte le
civiltà e le culture del mondo. L’umanità non avendo trovato un rimedio una cura per esorcizzarlo, lo ha
elevato a condizione universale connaturata all’esistenza umana, Interi capitoli di filosofia occidentale sono
stati scritti per spiegare come fare a sopportare il dolore, trasformando uno stato infelice in un’occasione
insostituibile per attivare tutte le passioni nobili dell’uomo: la pazienza, il coraggio, la dignità. Ma nel
vissuto di ognuno di noi , il dolore è avvertito come un’umiliazione, come una condanna , percepita tanto
più acutamente quanto più procede l’età .Ed è proprio il dolore il motivo che porta più frequentemente
l’individuo a rivolgersi al medico.
Il dolore è stato definito come esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata a danno tissutale
in atto o potenziale o descritta in termini di danno.
Ma il dolore come l’ansia è una risposta corretta di adattamento, essenziale, per evitare danni tissutali,
diventa patologico quando sussiste un’alterata risposta di adattamento ad un insulto tissutale nervoso o
non nervoso. Il dolore viene poi distinto in dolore acuto e dolore cronico, non necessariamente come
eventi consequenziali, ma come due eventi che possono anche coesistere e che riconoscono meccanismi
patogenetici diversi. Il dolore acuto è prodotto da lesioni e da attivazione di trasduttori nocicettivi presenti
nella sede del danno , danno che altera le caratteristiche di reazione dei nocicettori e delle loro
connessioni, centrali e del sistema neurovegetativo. Il dolore diventa cronico quando viene meno la
capacità dell’organismo di riportare alla norma le afferenze sensoriali e gli eventi scatenati nel sistema
nervoso centrale
Meccanismi fisiopatogeneti
Il Dolore esiste perché esiste un’entità anatomofunzionale complessa deputata all’analisi dei fenomeni
potenzialmente dolorosi, interni ed esterni, capace di integrarli in un’elaborazione multimediale che ne
esprime le peculiarità in quel determinato individuo,in quel determinato momento
Il dolore pertanto deve essere considerato come una , ” la malattia”, determinata dalla disfunzione
dell’entità anatomo‐funzionale deputata all’analisi dei fenomeni dolorosi che riconosce meccanismi
fisiopatogenetici diversi e complessi e necessita di una valutazione e quantificazione obiettiva accurata , di
un inquadramento diagnostico dei segni e dei sintomi, ma a differenza delle altre malattie è necessario che
la terapia sia basata sui meccanismi patogenetici che l’hanno determinato piuttosto che sui fattori causali.
Una lesione del sistema nervoso provoca attività abnorme direttamente lungo le vie periferiche o centrali
che trasmettono il dolore
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Sistema NocicettivoSistema limbico
Talamo
Cortecciasomatosensoriale
Sistemamediale
Formazionereticolare
Sistema laterale
Troncoencefalo
Cornodorsale
Ganglio
Fasciascendenti
Midollo
Nocicettori
Nervo
Nel caso del dolore neuropatico sono le terminazioni o le fibre nervose che non funzionano
adeguatamente.
Si possono generare segnali abnormi direttamente lungo le fibre periferiche o centrali, oppure i neuroni
centrali possono diventare iperattivi, sia per eccesso di segnali dalla periferia, sia per la deafferentazione
che segue il processo di degenerazione dei neuroni sensitivi periferici
Per meglio capire la differenza tra dolore nocicettivo e dolore neuropatico possiamo dire che:
Quando i danni potenziali o in atto eccitano i recettori del dolore, parliamo di “dolore nocicettivo”.
Quando, invece, segnali abnormi si generano direttamente nelle vie sensitive parliamo di “dolore
neuropatico”, periferico o centrale, a seconda che la lesione interessi il nervo o il sistema nervoso centrale.
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Gli eventi potenzialmente lesivi dei tessuti extra‐nervosi producono la liberazione dei mediatori algesici
dell’infiammazione da parte dei tessuti stessi, dei vasi e dei terminali nervosi.
I nocicettori svolgono il proprio compito, segnalando il pericolo al centro, per promuovere manovre di
evitamento.
È dimostrato sperimentalmente che i mediatori dell’infiammazione, come la bradikinina, l’istamina e molti
altri, riducono la soglia di eccitabilità dei nocicettori e ne aumentano la frequenza di scarica.
L’impiego di farmaci che contrastano queste sostanze, come gli analgesici‐aninfiammatori, è pertanto
concettualmente corretto.
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Dolore Neuropaticogeneratori ectopici lungo fibra
nervo normale
ganglio
nervo leso
stimolazionemeccanica
ganglio
stimoli meccanici sede di danno
cronico
nervonormale
rec
fino a 25 min
Nel caso del dolore neuropatico sono le terminazioni o le fibre nervose che non funzionano
adeguatamente.
Si possono generare segnali abnormi direttamente lungo le fibre periferiche o centrali, oppure i neuroni
centrali possono diventare iperattivi, sia per eccesso di segnali dalla periferia, sia per la deafferentazione
che segue il processo di degenerazione dei neuroni sensitivi periferici.
In condizioni normali uno stimolo meccanico può riuscire a produrre una breve attivazione in sede
“ectopica”, cioè fuori dalle sedi corrette (i recettori periferici o le sinapsi centrali).
Ma il medesimo stimolo, se portato a livello del ganglio spinale (per esempio dal contatto con processi
osteofitici) o di fibre nervose disfunzionanti (per demielinizzazione, compressione cronica, dismetabolismo
ecc.) produce una raffica di potenziali in alta frequenza (dolori parossistici, di tipo trafittivo o a scossa
elettrica), che talvolta è seguita da una attività postuma di lunga durata.
Meccanismi analoghi si possono presentare nelle vie centrali.
Se le fibre periferiche degenerano, che cosa succede ai neuroni midollari?
La degenerazione delle fibre nervose determina modificazioni di eccitabilità e rimaneggiamento sinaptico a
livello del neurone nocicettivo midollare. Altre connessioni diventano più potenti ed alterano la percezione.
La membrana pos‐tsinaptica può diventare ipersensibile ai mediatori circolanti (dolore costante da
deafferentazione) o essere reinnervata da afferenti tattili (allodinia).
Meccanismi analoghi si possono presentare alle stazioni successive
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Dolore Neuropatico
modificazioni sinaptiche
Formazione di nuove connessioni aberranti
Ipersensibilità a trasmettitorie modulatori
Sinapsiinefficace
Terminalisinaptici degenerati
Sinapsi precedentemente inefficacidivengono attive
A
Incremento di efficacia delle sinapsi residue
B
C
D
E
Nella pratica clinica il dolore è spesso misto, conseguente sia alla attivazione del recettore per gli stimoli
lesivi (dolore nocicettivo), sia alla lesione delle vie nervose (dolore neuropatico), come può verificarsi nel
dolore oncologico o in una semplice lombosciatalgia.In questi casi è opportuno somministrare sia farmaci
per il dolore nocicettivo sia per quello neuropatico.È importante contrastare il dolore, non solo per ridurre
la sofferenza e migliorare la qualità di vita del paziente, ma anche per ridurre la possibilità che si sviluppi
una ipersensibilità centrale.
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Dolore Misto
MISTOquando i sintomi del
si sommano a quelli del
NOCICETTIVO NEUROPATICO
dolore neuropaticodolore nocicettivo
CRONICIZZAZIONE DEL DOLORE Le cause piu’ frequenti del dolore cronico sono:
l’aumento dell’attività afferente (di origine nocicettiva o neuropatica)
l’eccessiva depolarizzazione
l’attivazione canali Ca++ e NMDA
la neurotossicità indotta da aminoacidi eccitatori e ingressodi ioni Ca++
le modificazioni della memoria cellulare
l’ipereccitabilità e perdita di controlli inibitori
DOLORE PERSISTENTE
Se l’input dolorifico (originato con meccanismo nocicettivo o neuropatico) si mantiene di alta intensità e
lunga durata, l’eccesso di depolarizzazione della membrana postsinaptica del neurone midollare favorisce
l’ingresso del Calcio sia attraverso i canali voltaggio‐dipendenti sia attraverso il recettore NMDA.
L’eccessivo ingresso di Calcio ha effetti neurotossici, con disfunzioni a catena che si possono ripercuotere
anche sulle vicine cellule di tipo inibitorio e che possono portare a modificazioni persistenti dell’eccitabilità
dei circuiti midollari
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VALUTAZIONE DEL PAZIENTE ALGICO
La valutazione del paziente deve basarsi su:
anamnesi clinica
esame obiettivo generale e specifico
raccolta dati algologici e sintomatologici
analisi dati strumentali
analisi dei dati laboratoristici
raccolta dati funzionali
raccolta dati di contesto
ANALISI DATI STRUMENTALI COMUNI
Radiologia tradizionale
T.A.C. eventualmente spirale
R.M.N.
E.M.G.
P.E.S.S.
Scintigrafia ossea total body
Ecografia
ANALISI DATI STRUMENTALI NON COMUNI
P.E.T.
Valutazioni funzionalità sensitive
Valutazioni ergonomiche
Termografia
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ANALISI DEI DATI LABORATORISTICI
EMATOCHIMICI: ‐ flogosi aspecifica
‐ flogosi specifica
‐ infettivologici
‐ markers oncologici
‐ endocrini
URINARI
FECI ED ALTRI SECRETI
LA CLASSIFICAZIONE DEL DOLOR NEUROPATICO E’BASATA SU
Meccanismi Patogenetici
E SU
Sintomi e segni
IN BASE POI
Al meccanismo patogenetico che lo determina
VA PRESCRITTA LA
Terapia specifica del dolore SINTOMI: DOLORE SPONTANEO: Dolore che compare indipendentemente da un evento causale evidente
DOLORE EVOCATO : Dolore che compare solo dopo un evento causale
SINTOMI/SEGNI POSITIVI
MOTORI :Fascicolazioni Distonia
SENSITIVI :Parestesia,Disestesia ,Iperestesia , Allodinia , Iperalgesi
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SINTOMI /SEGNI NEGATIVI
MOTORI :Paresi,Paralisi
SENSITIVI :Ipoestesia , Ipoalgesia
SINTOMI DEL DOLORE :
SPONTANEO ‐ CONTINUO
Dolore bruciante
Parestesie/Disestesie
PAROSSISTICO
Dolore intermittente, lancinante, a fitta
Parestesie/Disestesie
SEGNI DEL DOLORE EVOCATO
Iperalgesia
Allodinia : meccanica statica, meccanica dinamica, termica
segno di TINEL
iperalgesia alla puntura o termica
“”L’IPERALGESIA e’ una risposta dolorosa incrementata e sproporzionata verso stimoli che SONO DI SOLITO
DOLOROSI L’ALLODINIA e’ una risposta dolorosa conseguente a stimoli DI SOLITO NON DOLOROSI””
PER VALUTARE IL DOLORE
bisogna considerare alcune CARATTERISTICHE
1) QUALITATIVE
a) definite di solito con aggettivi come : URENTE, A SCARICA, COMPRESSIVO, A TENAGLIA, A
MORSA, A PUNTURA
b) che definiscono anche le caratteristiche del dolore
CAUSALI: che cosa lo provoca e che cosa lo calma
SPAZIALI: dove nasce e dove si irradia
2) QUANTITATIVE valutabili attraverso scale di vario tipo :
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a) Semantiche :aggettivi quantitativi come assente, lieve, forte, fortissimo (4 items)
Assente, leggero, medio, forte fortissimo (5 items)
b) Numeriche : 0‐10, 0‐100, 0‐3
c) Analogiche: lineari : vas verticale ,orizzontale
Colori: bianco verso grigio, bianco verso rosso
Per valutare bene le caratteristiche quantitative è fondamentale adeguare sempre la scala di
valutazione al paziente, utilizzare per lo stesso episodio sempre la stessa scala, e definire
sempre un minimo ed un massimo dell’intenstà del dolore.
3) TEMPORALI: la durata, di notte o di giorno, la ciclicita’
Altri parametri vengono sempre più spesso presi in considerazione e sono:
4) IL CONSUMO DI ANALGESI
5) INDICI E SCALE DI AUTONOMIA (ADL)
6) INDICI DI QUALITA’ DELLA VITA
7) ALTRI SINTOMI CORRELATI
la raccolta dei dati anamnestici algologici attraverso un’attenta analisi delle caratteristiche del
dolore e’ in grado di facilitare la diagnosi patogenetica.
l’obiettivo di questa valutazione e’ quella di valutare l’autonomia del paziente, l’aspettativa di vita,
le possibili tecniche di approccio terapeutico , elaborare una strategia terapeutica e valutarne
l’efficacia
NON SI PUO’ PRESCINDERE DALL’ESAME OBIETTIVO
CHE DEVE ESSERE :
fisico generalizzato, deve esaminare la regione dolente, ed altre regioni e deve comprendere un
attento esame neurologico .
ALLODINIA: si valuta con l’ esame clinico al letto del paziente,cercando le risposte positive.
con uno stimolo meccanico statico :pressione digitale della cute che evoca un dolore sordo
meccanico puntorio:pressione con oggetto appuntito che evoca un dolore pungente superficiale
meccanico dinamico: strofinamento della cute con cotone ed ottenendo un dolore bruciante
superficiale
con stimolo caldo >40 °c evocando un dolore bruciante
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con stimolo freddo <20 ° c evocando un dolore bruciante
CLASSIFICAZIONE DEL DOLORE SECONDO lOESER
DOLORE TRANSITORIO:
attivazione dei nocicettori senza danno tissutale. Scompare con la cessazione dello stimolo
DOLORE ACUTO:
attivazione dei nocicettori per un danno tissutale. Scompare con la riparazione del danno
DOLORE PERMANENTE:
attivazione dei nocicettori per un danno tissutale che non può essere riparato. Non scompare
anche se trattato.
IL DOLORE NOCICETTIVO
È la risposta “fisiologica”ad uno stimolo algogeno transitorio, acuto o permanente è un “DOLORE‐
SINTOMO”
IL DOLORE NEUROPATICO
È una risposta patologica collegata ad una lesione o disfunzione del sistema nervoso periferico
e/o centrale transitoria, acuta o permanente, è UN “DOLORE‐MALATTIA”
LA MALATTIA “DOLORE NEUROPATICO” SI PRESENTA CON I SEGUENTI SINTOMI:
Dolore urente continuo
Crisi parossistiche di dolore intermittente, lancinante a scossa elettrica
Parestesie (percezione, spontanea o provocata,
di sensazioni abnormi non spiacevoli)
Disestesie (percezione di sensazioni abnormi spiacevoli tipo puntura di spillo)
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Ipo/iperestesia, iporeflessia, ipostenia, ipotrofia muscolare
Dolore proiettato :(il dolore è avvertito nel campo periferico
di innervazione della sede algogena:, tipo sciatica!)
i sintomi possono essere stimoli‐dipendente (dolore provocato), iperalgesia,iperpatia, allodinia.
o sintomi indipendenti ( dolore spontaneo)
E’IN PERCENTUALE meno frequente, rispetto al dolore nocicettivo (12%‐13%)
Conseguenza di danni al SNC e/o SNP con alterazioni patologiche nei rapporti neuro‐funzionali
NON SENSIBILE AI FANS ED AGLI OPPIODI !!!!
(criterio diagnostico differenziale, IMPORTANTE, con il dolore nocicettivo)
Persiste per periodi prolungati indipendentemente dal processo di guarigione
Con sensazioni di “Spiacevolezza/dolore”
NON RISPONDE AL TRATTAMENTO CON FANS ED OPPIOIDI
QUANDO E PERCHE’ SOSPETTARE UN DOLORE NEUROPATICO?
Quando è presente un dolore spontaneo, con caratteristiche diverse dal dolore nocicettivo
somatico o viscerale,
Quando sono presenti segni positivi come l’allodinia e l’iperalgesia collegati ad eventi sviluppatisi
nel sistema spinale,
IL DOLORE SPONTANEO PUO’ ESSERE CAUSATO dalla generazione ectopica d’impulsi in
corrispondenza di una lesione delle diverse fibre
LE FIBRE INTERESSATE SONO:
Fibre C PER IL DOLORE URENTE (NEUROPATIE TRAUMATICHE, NEURINOMI, POLINEUROPATIE CRPS
II E CPRPS I (RECETTORI ALFA 2)
Fibre A DOLORE PUNGENTE (NEUROPATIE TRAUMATICHE , NEURINOMI,POLINEUROPATIE)
Fibre A DISESTESIE , PARESTESIE( S.S. DA INTRAPPOLAMENTO, POLINEUROPATIE)
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OPPURE :
DALLA STIMOLAZIONE DEI NOCICETTORI (COMPRESI I NERVA NERVORUM) DOLORE SORDO
(LESIONI TISSUTALI O DEL NERVO,CPRS I RECETTORI ALFA 2)
DA MECCANISMI CENTRALI SENZA UNO STIMOLO PERIFERICO DOLORE URENTE E SORDO
(SINDROME DA DEAFFERENTAZIONE PER LESIONE DEL GANGLIO E DELLA RADICE, SONO PRESENTI
SEGNI POSITIVI COME L’ALLODINIA E L’IPERALGESIA COLLEGATI AD EVENTI SVILUPPATESI NEL
SISTEMA SPINALE, LA PRESENZA DI QUESTI SINTOMI CI DICE CHE E’ COINVOLTO IL SNC E CHE
ALCUNE FIBRE SONO RESPONSABILI DI TALI SEGNI
IL DOLORE NEUROPATICO È DETERMINATO DA
scariche parossistiche da focolai ectopici lungo fibra
meccanismi di sensibilizzazione centrale da input nocicettivo persistente
modificazioni di eccitabilità sinaptica da deafferentazione
In condizioni normali uno stimolo meccanico può riuscire a produrre una breve attivazione in sede
“ectopica”, cioè fuori dalle sedi corrette (i recettori periferici o le sinapsi centrali).
Ma il medesimo stimolo, se portato a livello del ganglio spinale (per esempio dal contatto con processi
osteofitici) o di fibre nervose disfunzionanti (per demielinizzazione, compressione cronica, dismetabolismo
ecc.) produce una raffica di potenziali in alta frequenza (dolori parossistici, di tipo trafittivo o a scossa
elettrica), che talvolta è seguita da una attività postuma di lunga durata.
Meccanismi analoghi si possono presentare nelle vie centrali.
Gli afferenti dolorifici primari penetrano nel midollo. I loro terminali contraggono sinapsi con i neuroni di
secondo ordine della via dolorifica.
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Quando un potenziale d’azione proveniente dalla periferia raggiunge il terminale pre‐sinaptico determina
liberazione di sostanza P e glutammato nello spazio sinaptico.
La sostanza P si lega al recettore post‐sinaptico NK e il glutammato al recettore AMPA, determinando un
certo grado di depolarizzazione, che in condizioni normali può riuscire o meno ad eccitare il neurone post‐
sinaptico. In ogni caso il recettore NMDA per il glutammato non si attiva.
Quando la frequenza di scarica del neurone periferico diventa molto elevata, si liberano grandi quantità di
sostanza P e glutammato, che si accumulano nello spazio sinaptico, sicché la depolarizzazione della
membrana post‐sinaptica aumenta in modo abnorme.
L’intensa depolarizzazione della membrana post‐sinaptica favorisce l’ingresso del Calcio sia attraverso i
canali Calcio voltaggio‐dipendenti ,sia attraverso l’attivazione del recettore NMDA del glutammato (in
condizioni normali il canale attraverso il recettore NMDA è bloccato da un “tappo” di ioni Magnesio).
La degenerazione delle fibre nervose periferiche determina modificazioni di eccitabilità e riarrangiamento
sinaptico a livello del neurone nocicettivo midollare. Altre connessioni diventano più potenti e perturbano
la sensazione. La membrana post‐sinaptica può diventare ipersensibile ai mediatori circolanti (dolore
costante da deafferentazione) o essere reinnervata da afferenti tattili (allodinia). Meccanismi analoghi si
possono presentare alle stazioni successive lungo le vie dolorifiche centrali. Le membrane nervose
consentono il passaggio “controllato” di ioni con carica positiva o negativa, attraverso “canali”.La capacità
di generare e trasmettere i potenziali d’azione si fonda sul fatto che in condizioni di riposo la membrana
nervosa è “polarizzata”, con cariche positive all’esterno e negative all’interno.Questa polarizzazione è
ottenuta principalmente pompando il Sodio all’esterno e impedendone l’ingresso.Quando però si produce
un certo grado di depolarizzazione (lungo la fibra per l’arrivo di un potenziale d’azione, a livello sinaptico
per l’azione di neurotrasmettitori eccitatori) i canali Sodio si aprono e il Sodio si precipita all’interno
producendo una inversione di polarità, che corrisponde ad un nuovo potenziale d’azione. Per un breve
periodo successivo il canale non si può riaprire (periodo refrattario).
Alcuni farmaci antiepilettici (tra cui carbamazepina, valproato e lamotrigina) agiscono aumentando la
durata del periodo refrattario di questi canali: consentono così il passaggio di singoli potenziali d’azione e
bloccano le scariche in alta frequenza.
Anche per il Calcio esistono canali direttamente voltaggio‐dipendenti (più abbondanti a livello presinaptico)
e canali nell’ambito di recettori postsinaptici di trasmettitori eccitatori (per esempio il recettore NMDA).
L’ingresso del Calcio produce la depolarizzazione (eccitazione) ma in quantità elevate ha anche effetti
neurotossici. Alcuni farmaci antiepilettici sono in grado di bloccare i canali Calcio con meccanismo
frequenza‐dipendente (gabapentin, topiramato), cioè sono tanto più efficaci quanto più è elevata la
frequenza di scarica.
Nella sinapsi tra afferente dolorifico primario e secondo neurone midollare si liberano sostanza P e
glutammato. In precedenza abbiamo visto che l’eccesso di attività nel terminale presinaptico determina
una eccessiva depolarizzazione del neurone postsinaptico e un accumulo di glutammato nella spazio
sinaptico, che, congiuntamente, portano all’attivazione del recettore NMDA e all’indesiderato flusso di
Calcio attraverso questo canale.
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Sul recettore NMDA agiscono, riducendo il flusso di Calcio, sia la carbamazepina che il valproato; il
topiramato blocca il recettore AMPA; la lamotrigina riduce indirettamente il rilascio di glutammato
attraverso il blocco dei canali Sodio presinaptici;
gabapentin riduce la disponibilità di glutammato presinaptico attivando l’enzima decarbossilasi specifico
(GAD) che trasforma il glutammato in GABA.
La sinapsi tra afferente dolorifico primario e secondo neurone nel corno dorsale del midollo è sottoposta
ad una serie di controlli inibitori.
Tra gli altri meccanismi, vi è quello di un sistema di “autocontrollo”. Quando segnali dolorifici continuano a giungere dallo stesso territorio e non sono possibili manovre di evitamento, la stessa via dolorifica attiva centralmente alcune strutture del troncoencefalo, in particolare il grigio periacqueduttale mesencefalico (PAG), da cui partono vie discendenti che attivano interneuroni inibitori (sia pre‐ che postsinaptici) del corno dorsale del midollo
Attualmente è noto che l'effetto analgesico della stimolazione mesencefalica è da attribuire all'attivazione di circuiti modulanti il dolore che si proiettano attraverso il midollo allungato alle corna dorsali del midollo spinale. Questo circuito discendente, modulante il dolore, contiene elevate concentrazioni di peptidi oppioidi endogeni e può essere attivato da analgesici oppiacei quali la morfina. Nell'uomo la SPA viene attivata tramite una stimolazione mesencefalica nella regione Queste vie sono sia di tipo endorfinergico (E), che noradrenergico (NE) e serotoninergico (5HT).
Gli oppiacei agiscono sui recettori oppioidi sia nel troncoencefalo sia direttamente sui terminali presinaptici
degli afferenti dolorifici primari.
Gli antidepressivi potenziano le vie di modulazione discendente noradrenergiche e serotoninergiche.
Gli antidepressivi triciclici sono la classe di farmaci di riferimento nella terapia del dolore neuropatico.
Recentemente, è stata documentata un’azione antalgica nel dolore neuropatico anche per alcuni dei
farmaci antidepressivi serotoninergici selettivi.
L’efficacia di tali farmaci sul dolore neuropatico è principalmente conseguente all’incremento del tono
serotoninergico e noradrenergico delle vie inibitorie discendenti sul dolore.
Diversi studi hanno documentato l’efficacia della amitriptilina nella nevralgia posterpetica. In base a tali
risultati, l’ amitriptilina è stata sino a tempi recenti la terapia ottimale per tale sindrome e, in generale, per
le condizioni di dolore neuropatico che comportano dolore urente costante.
L’utilizzo degli antidepressivi triciclici nella terapia antalgica può essere frequentemente limitato dagli
effetti collaterali dose‐dipendenti.
Nella popolazione anziana, più spesso affetta da nevralgia posterpetica e da altre sindromi dolorose
neuropatiche, tali effetti indesiderati possono essere non tollerabili così da non permettere l’assunzione del
farmaco a dosaggio idoneo.
Nella classe di farmaci antiepilettici sono in realtà compresi farmaci con proprietà diverse tra loro, e che
presentano come comune denominatore un’azione modulatoria inibitoria sulle afferenze nervose.
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Da molti anni gli antipilettici sono usati nel trattamento del dolore neuropatico. In realtà, con l’eccezione
del trattamento della nevralgia trigeminale con la carbamazepina, l’efficacia di tali farmaci nel dolore
neuropatico non è stata documentata in modo convincente, sino all’introduzione del gabapentin.
Antiepilettici - meccanismo d’azione
FenitoinaCarbamazepinaLamotriginaValproato
EtosuccimideGabapentin
BarbituriciBenzodiazepine
GabapentinTiagabinaVigabatrinValproato
FelbamatoTopiramatoCarbamazepina
Gabapentin
Canali Na+
Canali Ca++
Recettori GABA
Metabolismo GABA
Recettori glutammato
Metabolismo glutammato
Tecniche antalgiche e livelli d’azione
MIDOLLO
RECETTORE
FARMACI E TECNICHE AD AZIONE LOCALE
Anestetici topiciAntiinfiammatori non steroideiElettrostimolazione (T.E.N.S.)
NEURONE DI SECONDO ORDINE
NEURONE DI PRIMO ORDINE
ENCEFALOTalamo
TECNICHE E FARMACI AD AZIONE CENTRALE
Analgesici ad az. centrale (oppiodi)Antidepressivi, Neurolettici,Anticonvulsivanti, Elettrostimolazione (D.B.S.)
TECNICHE E FARMACI AD AZIONE
SULLA CONDUZIONEAn. locali, Anticonvulsivanti,
Elettrostimolazione (SCS)
NEURONE DI TERZO ORDINE
TECNICHE E FARMACI
AD AZIONE SINAPTICA
(oppioidi)
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