IL DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE: INDICAZIONI E … · ... INDICAZIONI E LINEE TECNICHE PER...

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ALLEGATO D.G.R. N. 2217 DEL 22.06.1999 1 IL DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE: INDICAZIONI E LINEE TECNICHE PER L’ISTITUZIONE PREMESSE Al perseguimento degli obiettivi di prevenzione, cura e riabilitazione nell’area ad elevata integrazione sociosanitaria delle dipendenze da sostanze psicoattive concorrono molteplici unità operative e servizi appartenenti a tutte le strutture primarie dell’Azienda U.L.S.S. (distretto, dipartimento di prevenzione e ospedale), nonché molteplici servizi appartenenti ad altri Enti o Istituzioni pubbliche e del privato-sociale e il volontariato, per cui è necessario individuare una unica entità di coordinamento operativo e metodologico che ne faciliti l’integrazione intra ed extra-aziendale. La soluzione organizzativa più adeguata per garantire l’integrazione sia a livello intra-aziendale che a livello extra-aziendale nell’area ad elevata integrazione sociosanitaria delle dipendenze da sostanze psicoattive è rappresentata dal Dipartimento (funzionale) per le Dipendenze. Il presente documento fornisce indirizzi e linee tecniche per l’istituzione del Dipartimento per le Dipendenze, che vanno recepite con atto formale dalla Conferenza dei Sindaci e dalla stessa Azienda U.L.S.S., dalle Amministrazioni comunali, dagli Enti e organismi che aderiscono al Piano di Zona dei servizi sociali. Gli Enti di cui sopra si impegnano a rispettare e a far rispettare questi indirizzi e linee tecniche dalle proprie strutture o servizi, nonché dalle altre strutture o servizi che aderiscono alla rete dei servizi che operano nell’area ad elevata integrazione sociosanitaria delle dipendenze da sostanze psicoattive. CONSIDERAZIONI DI BASE Con il presente documento si vuole introdurre anche nel sistema delle dipendenze della Regione Veneto una nuova filosofia che porti nel tempo ad una acquisizione di una cultura ed operatività tecnico-scientifica ed organizzativa basata su pochi e chiari criteri. I criteri generali in ambito organizzativo, adottati per la stesura di questo documento e la strutturazione del modello dipartimentale sono stati i seguenti: 1. Incentivare e premiare soprattutto lo sviluppo di sistemi di lavoro organizzati in maniera tale da essere intelleggibili e quindi verificabili nelle risorse impiegate, nei processi utilizzati, nella loro struttura e nei risultati prodotti 2. introdurre e rispettare permanentemente la “logica dell’empowerment” e cioè della piena assunzione delle responsabilità delle risorse assegnate e dei risultati da conseguire 3. attuare, nel definire le forme organizzative i centri di responsabilità e di costo, il principio della “responsabilità diffusa” evitando quindi le concentrazioni di incarichi, con valutazione permanente dei risultati prodotti e dei costi generati sulla base dei quali riconfermare gli incarichi.

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ALLEGATO D.G.R. N. 2217 DEL 22.06.1999

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IL DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE: INDICAZIONI E LINEETECNICHE PER L’ISTITUZIONE

PREMESSE

Al perseguimento degli obiettivi di prevenzione, cura e riabilitazione nell’area adelevata integrazione sociosanitaria delle dipendenze da sostanze psicoattive concorronomolteplici unità operative e servizi appartenenti a tutte le strutture primarie dell’AziendaU.L.S.S. (distretto, dipartimento di prevenzione e ospedale), nonché molteplici serviziappartenenti ad altri Enti o Istituzioni pubbliche e del privato-sociale e il volontariato, percui è necessario individuare una unica entità di coordinamento operativo e metodologicoche ne faciliti l’integrazione intra ed extra-aziendale.

La soluzione organizzativa più adeguata per garantire l’integrazione sia a livellointra-aziendale che a livello extra-aziendale nell’area ad elevata integrazionesociosanitaria delle dipendenze da sostanze psicoattive è rappresentata dal Dipartimento(funzionale) per le Dipendenze.

Il presente documento fornisce indirizzi e linee tecniche per l’istituzione delDipartimento per le Dipendenze, che vanno recepite con atto formale dalla Conferenzadei Sindaci e dalla stessa Azienda U.L.S.S., dalle Amministrazioni comunali, dagli Enti eorganismi che aderiscono al Piano di Zona dei servizi sociali.

Gli Enti di cui sopra si impegnano a rispettare e a far rispettare questi indirizzi elinee tecniche dalle proprie strutture o servizi, nonché dalle altre strutture o servizi cheaderiscono alla rete dei servizi che operano nell’area ad elevata integrazionesociosanitaria delle dipendenze da sostanze psicoattive.

CONSIDERAZIONI DI BASE

Con il presente documento si vuole introdurre anche nel sistema delledipendenze della Regione Veneto una nuova filosofia che porti nel tempo ad unaacquisizione di una cultura ed operatività tecnico-scientifica ed organizzativa basata supochi e chiari criteri.

I criteri generali in ambito organizzativo, adottati per la stesura di questodocumento e la strutturazione del modello dipartimentale sono stati i seguenti:

1. Incentivare e premiare soprattutto lo sviluppo di sistemi di lavoro organizzati inmaniera tale da essere intelleggibili e quindi verificabili nelle risorse impiegate, neiprocessi utilizzati, nella loro struttura e nei risultati prodotti

2. introdurre e rispettare permanentemente la “logica dell’empowerment” e cioè dellapiena assunzione delle responsabilità delle risorse assegnate e dei risultati daconseguire

3. attuare, nel definire le forme organizzative i centri di responsabilità e di costo, ilprincipio della “responsabilità diffusa” evitando quindi le concentrazioni di incarichi,con valutazione permanente dei risultati prodotti e dei costi generati sulla base deiquali riconfermare gli incarichi.

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4. introdurre sistemi di valutazione e comparazione esplicita e quali-quantitativa dellecompetenze del personale a cui attribuire incarichi di responsabilità, incentivando diconseguenza l’uso di meccanismi premianti ed incentivanti il merito. Tutto questo alfine di creare una più razionale selezione di operatori realmente competenti epreparati a cui attribuire incarichi di responsabilità incrementando così la qualità delservizio offerto all’utenza e alle loro famiglie.

5. Prevedere sistemi di alternanza delle cariche di responsabilità nel coordinamento deidipartimenti al fine di ridurre le situazioni di autoreferenzialità e di possibile privilegioche si potrebbero creare a scapito della funzionalità del sistema in generale

6. introdurre ed incentivare modalità operative, organizzative e decisionali “evidencebased” cioè basate sull’utilizzo di criteri e logiche scientifiche con forte orientamentoad adottare sistemi e processi di dimostrata efficacia e non basati sulle sole opinioni.

Sulla base di questi criteri generali si ritiene fondamentale fornire alle aziendeULSS le presenti indicazioni e linee tecniche, che non scendono nel dettaglio ma nedefiniscono però precisamente i criteri principali e le forme organizzative complessivesulla base delle quali si vuole vengano organizzati i dipartimenti per le dipendenze nellanostra Regione. Questo al fine di connotare precisamente il sistema regionale delledipendenze verso forme più moderne, più elastiche e propense al cambiamento ancheper il futuro, nella considerazione del fatto che gli scenari delle dipendenze da sostanzepsicoattive sono particolarmente variabili con necessità di risposte altrettanto tempestiveed efficaci.

I PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI

Nell'ambito delle dipendenze da sostanze psicoattive i due più importantiriferimenti normativi che riportano indicazioni di programmazione sono il D.P.R. 309/90l, ilD.M. 444/90, la L. 45/99 e l’Accordo Stato-Regioni del 14.1.1999. In questi riferimentilegislativi, é possibile ritrovare un orientamento generale, anche se non specifico, versoforme di organizzazione integrate tra i vari ambienti di intervento, anche se nonesplicitamente definite di tipo dipartimentale. La necessità e l'opportunità però di uncoordinamento tra le varie unità operative è attuale e sentita da più parti soprattutto alivello aziendale. La Regione Veneto con Legge Regionale n. 5 /96 (Piano socio sanitarioregionale 1996-1998) ha istituito i dipartimenti per le dipendenze definendoli di tipo"Funzionale" per obiettivi (al pari degli omologhi dipartimenti ospedalieri) efunzionalmente inseriti in un Distretto. Il PSSR attribuiva quindi al responsabile delDipartimento per le Dipendenze il ruolo di "coordinatore di progetto".

LE NUOVE TENDENZE ORGANIZZATIVE:IL CONCETTO DI “SISTEMA” PREVENTIVO ASSISTENZIALE

Alla luce dei nuovi scenari emergenti, si identifica facilmente un bisogno diinnovazione dell'organizzazione dei servizi tenendo conto anche dei criteri aziendalisticiintrodotti nelle Ulss.

Per migliorare la qualità dei servizi, però, è necessario sviluppare una nuovacultura di intervento ed a tal fine, si dovranno perseguire attività per ridefinire, aggiornare

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e diffondere una modalità di intervento preventivo, terapeutico e riabilitativo che siascientificamente e pragmaticamente orientato, con particolare riguardo alla prevenzionedelle patologie correlate ad alta letalità (overdose e malattie diffusive), alla fase delreinserimento sociale ed alla verifica quantitativa dei risultati.

Al fine però di soddisfare le esigenze di continuità assistenziale, non si può piùquindi considerare solo la realtà dei Ser.T come unico centro operativo ma bisognaoperare promuovendo la logica di "Sistema" preventivo-assistenziale per letossicodipendenze.

Un sistema cioè formato da varie componenti coordinate ed integrate per creareuna continuità assistenziale che passi attraverso il primo e precoce contatto "in strada",l'offerta di programmi a bassa soglia di accesso, l'inserimento in programmi terapeuticiambulatoriali, l'inserimento in programmi residenziali, fino (una volta abbandonato l'uso didroga ed acquisito un sufficiente grado di autonomia personale) all'attivazione di specificiprogrammi di reinserimento e prevenzione delle ricadute,

Questo sistema ha come base organizzativa la realizzazione di DipartimentiFunzionali.

I livelli di intervento

I principi generali su cui basare la riorganizzazione sono quelli del coordinamentofunzionalmente integrato tra vari ambienti che attuano azioni diversificate nel tempo conobiettivi multipli ed in vari ambiti di intervento.

Il fine è quello di avere a disposizione degli ambienti diversi in base alle necessitàdell’utenza e alle sue caratteristiche ma soprattutto alle sue potenzialità terapeutiche equindi ai programmi di intervento attuabili.

In considerazione di quanto sopra esposto, vi é la necessità di strutturarel’operatività a diversi livelli.

I livelli essenziali previsti sono quattro, ognuno dei quali con obiettivi, strategie emodalità operative diversificate ma integrate.

La rete assistenziale per i tossicodipendenti, pertanto, dovrebbe essere cosìstrutturata:

1. Il primo livello (bassa soglia di selezione in entrata)Il primo livello prevede Centri di prima accoglienza (Drop-in-Center), unità mobili

ed interventi in strada al fine di raggiungere la fascia di tossicodipendenti con breve storiatossicomanica, utilizzo di nuove sostanze o cronici refrattari ai trattamenti che si sonoallontanati dai servizi. Dovrebbero far parte di questo livello anche i medici di medicinagenerale che risultano essere un punto di notevole importanza sia per il primo contattoche per la terapia farmacologica, la prevenzione e la cura per esempio delle patologiecorrelate alla dipendenza cronica da eroina.

Le funzioni principali di questo livello sono: il primo contatto, il primo soccorso,l’applicazione di tecniche per la riduzione dell'incidenza delle patologie correlate, ladistribuzione di materiali sterili, la terapia farmacologica (sostitutiva e non) su programmia breve termine, l’informazione e la creazione di opportunità per interventi ad alta soglia,l’assistenza sociale, la prevenzione, una prima gestione medica delle patologieinternistiche ed il supporto psicologico nel breve-medio termine.

Questo livello, prevede anche l’accoglienza e la selezione dei pazienti ed il lorosmistamento nei vari ambienti superiori di intervento.

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2. Il secondo livello (media soglia)Il secondo livello riguarda i Ser.T che dovrebbero gestire ambulatorialmente tutti

quei pazienti che, contattati dal primo livello e successivamente parzialmente stabilizzati emotivati, possono affrontare percorsi programmati e più impegnativi in terminifarmacologici, psicoterapici e socio/riabilitativi.

Le funzioni principali del livello ambulatoriale possono essere: gli interventiintegrati medici, psico-sociali specialistici con programmi complessi e nel medio-lungotermine, il supporto alle famiglie, la preparazione per l’invio in comunità, i rapporti con lescuole, il carcere ed altri enti ed istituzioni comunitarie ecc..

3. Il terzo livello (alta soglia)Il terzo livello riguarda le comunità terapeutiche nella loro forma residenziale e

diurna. I programmi sono rivolti a quella fascia di utenti che accettano l’inserimento in talistrutture, sottoponendosi a programmi terapeutici e socioriabilitativi specialistici nel lungotermine.

Le funzioni principali di questo livello possono essere: i programmi terapeutici esocioriabilitativi nel lungo termine ed i training di apprendimento professionale.

Fa parte di questo livello anche la gestione delle eventuali ospedalizzazionifinalizzate al trattamento della dipendenza, prevedendo un collegamento funzionale con ilSERT.

4. Il quarto livello (alta soglia)Il quarto livello riguarderebbe appositi settori che dovrebbero curare i programmi

di reinserimento sociale e di prevenzione delle ricadute. L’importanza di questo livello èfacilmente intuibile.

Le funzioni principali sarebbero quelle di preparare la persona all’inserimentosociale una volta ultimato il percorso terapeutico e preparare anche l’ambiente socialeche accoglierà il paziente (famiglia, ambiente di lavoro). Nel contempo risultaindispensabile promulgare specifici programmi per ridurre lo possibilità di riutilizzo dellesostanze stupefacenti.

La funzione di valutazione sistematica e costante (quantitativa e qualitativa) dell’efficaciadegli interventi , risulta essere invece una funzione trasversale a tutti e quattro i livelli chein varia forma e con specifici indicatori, dovranno prevedere specifiche attività in tal senso.

ORGANIZZAZIONE DEL DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE

Alcune definizioni generali

Il DipartimentoCon il termine Dipartimento si deve intendere una particolare forma di

organizzazione costituita da unità operative che perseguono comuni finalità e sono quinditra loro interdipendenti, pur mantenendo la propria autonomia e responsabilità tecnico-funzionale e gestionale.

Si connota con il termine dipartimento una riorganizzazione del sistemaassistenziale per le tossicodipendenze al fine di ottenere una operatività coordinata e

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contemporaneamente decentrata, promossa e perseguita da varie unità operative conproprie responsabilità, funzioni, competenze e diritti/doveri professionali.

La tabella successiva riporta le caratteristiche generali del Dipartimentofunzionale al fine di ottimizzare il livello di efficacia ed efficienza del sistema

Tab. 1: Caratteristiche e compiti generali del sistema dipartimentale funzionale alfine di ottimizzare il livello di efficacia dell’intervento

AMBITI CARATTERISTICHE

FUNZIONI DICOORDINAMENTO

Raggruppare le unità operative per ottimizzare le funzioni assistenziali,didattiche, di ricerca e ottimizzare l’uso delle risorse e dei processiassistenziali

FINALITÀASSISTENZIALI

Finalizzato ad assistere (tramite le unità operative) persone che utilizzanosostanze stupefacenti o psicoattive, con caratteristiche omogenee cherichiedono affinità operative

ELASTICITÀ DELLAORGANIZZAZIONE

Elasticità dell’aggregazione organizzativa con possibilità di agevolimodellamenti futuri sulla base della variazione del fenomeno

METODOLOGIA Definire ed applicare “linee guida cliniche” come principale strumento difunzionamento e “un sistema gestionale comune” per la valutazionedell’efficacia e dell’efficienza

INTER –DIPARTIMENTALITÀ

Possibilità di inserire unità operative in più dipartimenti funzionali

INTEGRAZIONE Possibilità di integrare unità operative extra aziendali ed appartenenti alprivato accreditato

Il Dipartimento ha come finalità generale quella di sviluppare una serie di azioniconcertate e coordinate nell’area ad elevata integrazione sociosanitaria delle dipendenzeda sostanze psicoattive, tendenti a perseguire gli obiettivi della politica sociosanitariaRegionale ed aziendale.

Le unità operativeI SERT all'interno del Dipartimento per le dipendenze sono Unità operative con

compiti in ambito preventivo, diagnostico, clinico-assistenziale e socioriabilitativo.Le unità operative che costituiscono il Dipartimento per le Dipendenze sono

aggregate in una specifica tipologia organizzativa, che deve dare risposte unitarie,tempestive, razionali e complete rispetto ai compiti assegnati. Per tale motivo, esse,adottano regole condivise di comportamento assistenziale, didattico, di ricerca, bioetico,medico-legale e gestionale.

Le unità operative, presuppongono una autonomia tecnico-funzionale e gestionalecon riferimento alle attività professionali ed organizzative interne, in accordo con gliindirizzi definiti in sede di Dipartimento per le Dipendenze.

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Le Unità Operative possono prevedere nel loro interno ulteriori assettiorganizzativi in base a specifiche esigenze, e dove sono richieste, particolari competenzee specializzazioni professionali.

Le unità operative sulla base della loro attività prevalente nel campo delletossicodipendenze e della loro dislocazione possono essere distinte tra U.O di settore(es. Ser.T e Comunità terapeutiche) e non di settore (es. Pronto Soccorso, Repartiospedalieri, ecc.), e tra U.O. intra ed extra Azienda ULSS.

Le comunità terapeutiche pubbliche sono da considerarsi unità funzionali delSer.T. Le comunità terapeutiche private, per essere considerate unità operative delDipartimento per le Dipendenze, dovranno essere autorizzate al funzionamentoaccreditate dalla Regione e convenzionate dall’Azienda ULSS.

OBIETTIVI DEL DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE

Ferma restando l’autonomia tecnico-funzionale delle unità operative che fannoparte del Dipartimento per le Dipendenze, esso promuove il perseguimento dei seguentiobiettivi:1. Attuare il coordinamento delle unità operative interessate, attraverso lo studio e la

definizione delle procedure operative concordate e comuni al fine di far convergereesperienze scientifiche, tecniche ed assistenziali;

2. Coordinare ed integrare le attività di registrazione ed archiviazione centralizzata deidati;

3. Promuovere l'allineamento con le indicazioni aziendali e regionali;4. Concorrere al controllo e alla verifica della qualità dell'assistenza fornita e dello

sviluppo dei programmi comuni concordati;5. Studiare e proporre soluzioni per ottimizzare le procedure con particolare riguardo alla

riduzione dei tempi di attesa per l'entrata in trattamento, dei trattamenti impropri e dellariduzione del tasso di mancata presa in carico, in collaborazione con le strutturecompetenti della ULSS;

6. Incentivare l'umanizzazione dei rapporti tra le strutture sanitarie i pazienti e le lorofamiglie;

7. Individuare le soluzioni operative per l'ottimizzazione dell'accesso degli utenti alla retedei servizi sociosanitari pubblici e privati (Ser.T, Reparti ospedalieri, Comunità,Cooperative sociali).

8. Promuovere le attività di aggiornamento e formazione sulla base delle indicazioni dellediverse unità operative;

9. Garantire il raccordo nell’attuazione della programmazione nel settore delledipendenze tra Aziende ULSS e Privato Sociale, Scuola, Enti Locali, Comunitàterapeutiche, Volontariato, ecc., sulla scorta degli indirizzi contenuti nel Piano di zonadei Servizi sociali.

CARATTERISTICHE DEL DIPARTIMENTO FUNZIONALE PER LE DIPENDENZE

Il Dipartimento funzionale per le Dipendenze si caratterizza soprattutto per lapossibilità di mettere in linea diverse unità operative non gerarchicamente subordinate,anche appartenenti ad Enti diversi e con la propria autonomia.

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Il Dipartimento per le Dipendenze come tale non può essere confuso con una“struttura operativa” ma deve essere ritenuto una “forma organizzativa” e come talecondotto e gestito. A questo proposito va ricordato quindi che le prestazioni deldipartimento sono le attività di coordinamento e non le prestazioni preventive, assistenzialie riabilitative che sono invece erogate, e come tali imputabili, dalle singole unità operative.

Il dipartimento funzionale ha un forte bisogno di avere bene chiaro il programmadi intervento esplicitato in un “progetto di dipartimento”. I meccanismi interni dicollaborazione tra le varie unità operative si basano soprattutto sul principio di decentrare ilivelli decisionali e promuovere politiche di vero consenso tra i vari responsabili delle unitàoperative. Tutto questo si esprime nel concordare azioni, metodologie, indicatori divalutazione e momenti di verifica periodica su obiettivi chiari e prefissati, muovendosiquindi in una moderna logica orientata soprattutto al “project management” (gestione diprogetto) ed “empowerment” (piena assunzione di responsabilità dei risultati e dellerisorse da parte dei responsabili delle unità operative).

La tabella successiva mostra in sintesi le principali caratteristiche deldipartimento funzionale.

Tab. 2: Caratteristiche principali del Dipartimento per le Dipendenze

CARATTERISTICHE DEL DIPARTIMENTO FUNZIONALE PER LE DIPENDENZE

COORDINATORE Coordinatore di progetto con competenze organizzative

ATTIVITÀ PRINCIPALI Promuovere e controllare l’applicazione delle Linee Guida

LEADERSHIP Partecipata – Delegante (bassa guida, alta relazione)

SER.T Unità operative autonome (responsabilità diretta di risultato conpiena gestione delle risorse necessarie a tal fine)

BUDGET DEL DIPARTIMENTO Solo per le attività di coordinamento

BUDGET DELLE UNITA'OPERATIVE

Per le attività clinico assistenziali

PERSONALE Dipendente dal responsabile delle Unità Operative

MODALITÀ DI COORDINAMENTO Intra Azienda ULSS: protocolli e linee guida

Extra Azienda ULSS: su progetto o protocollo d'intesa

PRINCIPIO DI RESPONSABILITÀAPPLICATO

Diffusa, a ciascuna unità operativa

LA FUNZIONE DI PROGRAMMAZIONE

Al fine di comprendere la finalità principale del Dipartimento per le Dipendenze, iruoli e le funzioni, è indispensabile chiarire che il dipartimento è una “forma organizzativa”dell’azienda ULSS, definita sulla base delle indicazioni Regionali, tramite la quale essa

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realizza gli obiettivi della programmazione, che gli è propria, degli interventi sul territoriodi competenza. Questa funzione è quindi di piena competenza dell’azienda pubblica chela esercita, ricercando attivamente il consenso e l’adesione di tutte le componentiinteressate ed istituzionalmente riconosciute, alle attività da svolgere a favore dellepersone tossicodipendenti e delle loro famiglie.

L’espletamento di questa funzione si concretizza nella preparazione e stesura del“programma di intervento” che, per essere considerato valido dovrà essere coerente conle indicazioni e le priorità regionali e nazionali, riportare il parere sintetico ed esplicito deicomponenti del comitato operativo del Dipartimento per le Dipendenze.

Nell’esercizio della funzione di programmazione degli interventi, l’azienda ULSSdeterminerà anche le risorse necessarie, sulla base dei bisogni individuati in sededipartimentale. A questo fine potrà decidere di utilizzare anche strutture extra-aziendaleopportunamente accreditate dalla Regione ed autorizzate al funzionamento, sulla basedelle effettive esigenze rilevate, precisamente definite e non soddisfabili con risorse intra-aziendali. L’esercizio della funzione di programmazione non può comunque essere lesivao restrittiva delle autonomie delle singole unità operative siano esse extra o intra-aziendali, che hanno comunque il dovere di coordinarsi e concertare metodologie,prestazioni offerte ed interventi sul territorio.

L’IMPIANTO ORGANIZZATIVO DEL DIPARTIMENTO FUNZIONALE PER LEDIPENDENZE

Rapporti con il distretto socio sanitario

La specificità e la complessità del settore impone che tale dipartimento abbia unapropria identità e propria autonomia, rispetto alla quale appare del tutto inadeguatol’eventuale inserimento nel dipartimento di salute mentale o in altri dipartimenti territoriali,con i quali ovviamente appare invece auspicabile una interrelazione funzionale suiprogrammi di lavoro. La peculiarità del dipartimento consiste nel coordinarefunzionalmente le attività svolte dalle diverse unità operative, al fine di armonizzare laricaduta a livello inter distrettuale, con azioni a forte valenza integrativa sugli obiettivispecifici nei confronti delle altre strutture primarie dell'azienda. Il coordinatore deldipartimento si rapporta quindi anche con il coordinamento dei responsabili di distretto perle materie di competenza.

I Sert sono unità operative autonome del Distretto socio sanitario, con operativitàche puo’ esprimersi anche a valenza inter distrettuale. Il distretto rappresenta quindi lasede organizzativa generale anche dei Sert al pari delle altre unità operative territoriali. Iresponsabili dei Sert per per gli aspetti organizzativi generali e per le attività territoriali sirapportano direttamente con il responsabile del distretto competente. Per le attivita’ diinteresse aziendale generale e a valenza strategica essi afferiscono alla Direzionestrategica dell’Azienda ULSS e in particolare, per quanto di rispettiva competenza, allaDirezione per i Servizi Sociali e alla Direzione Sanitaria, le quali devono garantire unaforte integrazione sociosanitaria.

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Impianto organizzativo generale

Il "sistema tossicodipendenze" deve coinvolgere una serie di "organismi" chedevono trovare la giusta collocazione all'interno del dipartimento. Componenti di talesistema sono: i Ser.T presenti nel territorio di competenza della ULSS, le comunitàterapeutiche, i reparti ospedalieri di malattie infettive e di medicina, le unità di emergenza,i medici di medicina generale, i servizi di psichiatria, il sevizio sociale del comune, l'ufficioeducazione alla salute ed altre istituzioni socio sanitarie eventualmente presenti coinvoltenella cura dei tossicodipendenti.

Sarà indispensabile prevedere in ambienti operativi a parte, coordinamenti con lascuola, prefettura, il CSSA ed il tribunale, il carcere, i carabinieri, la polizia di stato, laguardia di finanza e le associazioni del volontariato.

La figura successiva riporta in schema le possibili relazioni tra le varie unitàoperative ed organizzazioni distinguendo tre livelli di coordinamento in base alle funzioniprevalenti (e conseguenti ruoli e responsabilità) in ambito preventivo, curativo eriabilitativo.

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Fig. 1: L’IMPIANTO ORGANIZZATIVO DEL“SISTEMA” DELLE TOSSICODIPENDENZE

CON UNA ORGANIZZAZIONEDIPARTIMENTALE DI TIPO FUNZIONALE

Strutture sociosanitarie SpecialistichePRIMO LIVELLO di coordinamento

Strutture non specialisticheSECONDO LIVELLO

Strutture non sociosanitarie/AssistenzialiTERZO LIVELLO

DISTRETTO

OSPEDALE- Pronto Soccorso

- Degenze

ALTRI SERVIZIULSS

INTERESSATI

SERT 1

SERT 2

SERT 3

SERT …

PREFETTURATRIBUNALE

FORZEDELL’ORDINE

COMITATOOPERATIVO DI

DIPARTIMENTO(nucleo ristretto )

COMITATOALLARGATO

(nucleo di consenso)

GRUPPI DI LAVOROPER TEMI

ECOLLABORAZIONI

COMUNITA’Terapeutica

pubblica

COMUNITA’TerapeuticaAccreditata

2Strutture diriabilitazione

………

COMUNE

SCUOLA

CARCERE

UFFICIO DICOORDINAMENTO

(coordinatore)DIPARTIMENTO

AZIENDA ULSS

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Nella tabella successiva vengono riportate le componenti del dipartimentofunzionale ed i loro principali ruoli e funzioni . Appare chiaro che un ruolo centrale intermini di proposizione e promozione appartiene al “comitato operativo” che si avvale poidel “comitato allargato di dipartimento” con un rapporto periodico e permanente, per lacreazione delle politiche di consenso e la verifica dei propri orientamenti.

Tab. 3: Componenti del Dipartimento funzionale per le Dipendenze

COMPONENTI DEL DIPARTIMENTO PRINCIPALI RUOLI E FUNZIONI

COORDINATORE Promuove, attiva e verifica l’attuazione delle linee guida e deiprotocolli d’intesa tra le unità operative (coordinamento di progetto)

Agevola le attività di integrazione culturale ed operativa

Promuove la verifica della qualità

COMITATO OPERATIVO

(Nucleo Ristretto)

Identifica le priorità e le possibili soluzioni

Elabora e propone gli indirizzi e le linee guida al Comitatoallargato di dipartimento

COMITATO ALLARGATO DIDIPARTIMENTO

(Nucleo di consenso)

Discute gli orientamenti proposti dal comitato operativo, proponevariazioni o innovazioni, condivide le priorità e le linee guida,evidenzia nuove problematiche, accoglie e licenzia le linee guida ei protocolli d’intesa

UNITÀ OPERATIVE:

- Intra Azienda ULSS (specialistiche enon)

- Extra Azienda ULSS (specialistiche)

Forniscono assistenza sociosanitaria e/o socioassistenziale,specialistica multidisciplinare (in via prevalente o secondaria)

Partecipano al comitato di dipartimento

GRUPPI DI LAVORO ECOLLABORAZIONI

Elaborano proposte e protocolli di intesa per temi specifici daproporre al Comitato operativo sulla base delle priorità identificate,promuovono e attuano iniziative concrete.

Tra le diverse unità operative (es. Ser.T, reparti ospedalieri, ecc.) o con le diverseorganizzazioni extradipartimentali (es. forze dell'ordine) si rende necessario a volteistituire dei gruppi operativi finalizzati al coordinamento e collegamento, in viatemporanea o permanente, su specifiche problematiche. Questi gruppi hanno un valorefunzionale e sono molto importanti soprattutto per la possibilità di affrontare in manierainterdisciplinare specifici aspetti e temi arrivando alla stesura di linee guida e protocolli diintesa. I gruppi quindi elaborano proposte e protocolli di intesa per temi specifici daproporre al Comitato Operativo di dipartimento sulla base delle priorità identificate,promuovono e attuano iniziative concrete.

Le unità operative, i coordinamenti esterni ed i gruppi di lavoro per temi vengonoriportati in sintesi nella tabella successiva. Com’è facilmente osservabile appare chiaroche esistono delle strutture che vengono poste all’esterno del dipartimento in quanto

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hanno funzioni istituzionali e compiti derivanti estremamente diverse e non confondibilicon le organizzazioni sociosanitarie quali ad esempio le organizzazione deputate alcontrollo e d alla repressione in ambito di ordine pubblico e criminalità.

Tab. 4: Le unità operative, i Coordinamenti esterni e i Gruppi di Lavoro per temi delDipartimento delle Tossicodipendenze

UNITÀ OPERATIVE EALTRI PARTI DELLA RETEDEI SERVIZI

COORDINAMENTI ESTERNI GRUPPI DI LAVORO PERTEMI

Ser.T 1 e Prefettura Prevenzione primariaServizi di alcologia Forze dell'ordine Standardizzazione delle

diagnosiComunità terapeutiche Tribunale – Ufficio di

SorveglianzaGestione terapiefarmacologiche

MEDICI DI MG Tribunale – Centro ServizioSociale Adulti

Gravidanza

Reparti ospedalieri (medicina,malattie infettive)

Tribunale – Centro ServizioSociale Minori

Minori

Servizi di Emergenza Carcere Prevenzione patologie correlateServizi di Psichiatria Organizzazioni degli

ImprenditoriTerapia HIV/AIDS, Epatiti

Consultori Familiari Sindacati e Cooperative Detossificazioni rapide

Servizio di Medicina Legale Ufficio Collocamento epatronati

Inserimenti Lavorativi

Servizio Educazione allaSalute

Associazioni del Volontariato Verifica dei Risultati

Comune, Scuola ecc. Standard gestione, analisi deicosti

ecc. ecc.

ORGANIGRAMMA: RESPONSABILITÀ E FUNZIONI

1. Coordinatore di dipartimentoLe funzioni di coordinamento del Dipartimento delle dipendenze verranno affidate

ad un Coordinatore di Dipartimento, che agirà in accordo con i responsabili dei Ser.T edelle altre unità operative, in armonia anche con le altre strutture interessate nonsociosanitarie.

Il coordinatore del dipartimento sarà scelto dal direttore generale dell’AziendaUlss tra i responsabili delle unità operative per le tossicodipendenze che compongono ilDipartimento. L’incarico di coordinatore potrà essere affidato anche a personale non

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dipendente dell’Azienda Ulss. Qualora venga individuato quale coordinatore ilresponsabile di una comunità terapeutica accreditata, questi abbandonerà qualsiasiincarico presso la comunità e verrà assunto con contratto di diritto privato direttamentedall’Azienda Ulss. Termini e modalità con i quali l’incarico di coordinatore deldipartimento potrà essere affidato anche a personale non dipendente dell’Azienda Ulsssaranno oggetto di apposito provvedimento.

L’incarico di coordinatore del dipartimento sarà affidato a un dirigenteresponsabile di una unità operativa con documentate qualifiche, riconoscimenti eprecedenti incarichi in ambito delle tossicodipendenze (con valutazione comparata delcurriculum formativo professionale) nel campo della programmazione, dell'organizzazionedell'assistenza, della formazione e del coordinamento di progetti di ricerca/intervento dienti ed organizzazioni istituzionali.

Il Direttore Generale, in base alla valutazione del fabbisogno locale, stabilirà seattribuire al coordinatore del dipartimento anche le funzioni di referente dell’area specificaa tutela della salute “tossicodipendenze e alcolismo”, di cui alla L.R. 56/94, art. 17.

L’incarico di coordinatore di dipartimento dovrà essere a termine con duratamassima biennale, sottoposto a verifiche e riconferme annuali sulla base dei risultatiraggiunti relativamente agli obiettivi concordati.

Il ruolo dei coordinatore di dipartimento si configura esclusivamente come“coordinatore di progetto”. Il dipartimento, si coordinerà, mediante modelli operativi definitida linee guida e da protocolli concordati ed adottati da tutte le unità operative individuatecome facenti parte del dipartimento stesso, riunite in un comitato di dipartimento. Le lineeguida e i protocolli operativi assunti dal dipartimento dovranno essere redatte sulla basedi criteri, standard ed evidenze scientifiche di efficacia.

Il coordinatore di dipartimento potrà avere a disposizione un “ufficio dicoordinamento” dotato di un proprio limitato staff segretariale dedicato, di un piccolobudget economico per le funzioni di coordinamento, riconosciuto alla Unità Operativa diappartenenza del Coordinatore. Tale ufficio opererà a supporto del coordinatore, potràavere sede presso l'unità operativa sede del coordinatore.

Le principali attività del coordinatore di Dipartimento sono riportate nella tabellasuccessiva.

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Tab. 5: Principali attività

• Promuove ed organizza i gruppi finalizzati alla produzione di documenti intesa e linee guidasulla base delle necessità individuate dal Comitato di Dipartimento

• Raccoglie formalizza e divulga le linee guida prodotte dai gruppi

• Stende e divulga il Progetto Generale di Intervento (PGI) definito dal Comitato diDipartimento

• Controlla l’attivazione delle linee di intervento sociosanitario definite nel comitato diDipartimento

• Raccoglie le proposte, propone e prepara l’ordine del giorno al Comitato di Dipartimento

• Coordina il Comitato di Dipartimento da cui riceve i mandati operativi

• Promuove ed organizza ed assicura periodicità agli incontri di aggiornamento, scambio diinformazione e formazione interna al dipartimento su temi tecnico-scientifici

• Stimola il confronto tecnico-scientifico tra le varie unità operative, accogliendo le istanze ed iquesiti ed organizzando riunioni specifiche di confronto

• Studia e propone al Comitato di Dipartimento procedure operative per assicurare lacontinuità terapeutica e la multidisciplinarità dell’intervento

• Studia e propone al Comitato di Dipartimento procedure diagnostiche e protocolli terapeuticistandard alla luce delle nuove acquisizioni ed evidenze scientifiche

• Promuove il controllo costante e periodico dell’efficacia degli interventi (esiti dei trattamenti) edell’applicazione delle tecniche di valutazione da parte delle singole U. O.

• Provvede a fornire alle singole U.O. una sintesi degli aggiornamenti bibliografici tecnico-scientifici e dei convegni e congressi

• Provvede all’aggiornamento degli operatori sulle tematiche di prevenzione del rischioprofessionale

• Studio delle procedure produttive assistenziali per ottimizzazione dei tempi dedicati e deicosti (project management)

• Raccolta e comparazione dei tempi di attesa dei pazienti afferenti alle diverse unitàoperative.

• Raccolta della normativa e degli atti deliberativi e diffusione degli stessi alle U.O.

• Provvede alla raccolta e preparazione dati per la Prefettura, e per i Ministeri

• Organizzazione meeting periodici di aggiornamento per i responsabili delle U.O. su temi dicompetenza.

2. Comitato Operativo (nucleo ristretto esecutivo)Il Comitato Operativo ristretto è formato dai responsabili dei Ser.T, delle

comunità terapeutiche accreditate e tutti gli altri "organismi" che in via prevalente sioccupano di tossicodipendenza formalmente accreditate dalla Regione. Questo Comitato,considerate le componenti, ha una valenza intra ed extra aziendale. Il Comitato Operativoè il vero organo di programmazione interna e coordinamento del Dipartimento per leDipendenze , e gli compete la predisposizione del “progetto generale di intervento “.

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Questo organo dovrà garantire pluralità, trasparenza e pari dignità tra le varie unitàoperative consentendo di incentivare l’applicazione del moderno modello aziendale a“responsabilità diffusa e coordinata “evitando concentrazione di poterederesponsabilizzanti e demotivanti le singole unità operative .

Le singole unità operative dovranno conservare l'autonomia nei progetti di ricerca,mentre per quelli di intervento che riguardino prestazioni "trasversali" sull'utenza anchedelle altre unità operative, dovranno essere coordinati all'interno del comitato.

Il Comitato identifica le priorità e le possibili soluzioni, elabora e sottopone leproposte di linee guida al comitato allargato di dipartimento. Svolge attività operative inambito di pianificazione operativa e preparazione dei documenti di base tecnico-scientificiper la preparazione delle linee guida.

3. Comitato allargato di dipartimentoIl Dipartimento per le Dipendenze avrà un Comitato Allargato di Dipartimento,

presieduto dal coordinatore, a cui parteciperanno tutti i responsabili delle unità operativeimpegnate anche in maniera non prevalente nelle attività di prevenzione cura eriabilitazione ai tossicodipendenti. Il comitato allargato è il vero organo di creazione diconsenso e opererà secondo criteri in sintonia con le strategie aziendali e regionali e siriunirà almeno due volte all’anno.

4. Responsabili delle Unità OperativeAi Responsabili dei Ser.T saranno affidati compiti di direzione e controllo

dell'assetto organizzativo complessivo del Servizio e le responsabilità relative alle risorseassegnate, previste dal D.M. n. 444/90 e dalla L. 45/99, ferme restando quindi le lororesponsabilità dirette e non delegabili al coordinatore di dipartimento.

Il Responsabile del SerT avrà un proprio centro di responsabilità e di costo,mantenendo autonomia di gestione delle risorse assegnate e quella tecnico-funzionale.

ALTRE SPECIFICHE

Il ruolo dei Ser.T nel Dipartimento per le DipendenzeI Ser.T rappresentano le U.O. specialistiche intra Azienda ULSS ed i loro

responsabili, assieme ai responsabili delle altre unità operative, danno origine al“comitato operativo di dipartimento” ( nucleo ristretto). In caso di più Ser.T nella stessaAzienda ULSS dovrà essere definita una competenza territoriale su base distrettualeidentificando i distretti di competenza per ciascun Ser.T che avrà valore soloorganizzativo.

Tale competenza territoriale non potrà comunque connotarsi in alcun modo lesivadei diritti di scelta del medico curante e del luogo di cura da parte delle personetossicodipendenti che potranno accedere liberamente a qualsiasi Ser.T .Tutto questonell’ottica di agevolare e garantire il contatto precoce con le persone tossicodipendentievitando attese e rinvii in altre sedi ( che potranno essere comunque fatti in un secondomomento se opportuni e concordati con il paziente) in grado di fare aumentare il tasso diperdita dei pazienti.

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Carcere

Ogni Ser.T dovrà inoltre provvedere direttamente sia nella fase organizzativa cheassistenziale, all'assistenza dei tossicodipendenti carcerati sulla base del distretto diprovenienza, ed in caso di più Ser.T presenti nella stessa ULSS, distribuendo sui variSer.T, in modo proporzionale al personale in dotazione ai singoli Ser.T, gli altritossicodipendenti carcerati provenienti da fuori ULSS.

Si ricorda che la titolarità della gestione dei tossicodipendenti carcerati anche pergli aspetti di responsabilità giuridica derivante è del Ser.T competente per residenza dellapersona. I tossicodipendenti detenuti in istituti penitenziari in sede diversa da quella dellapropria residenza, sotto il profilo terapeutico-riabilitativo, sono di competenza dei Ser.Tove ha sede l’istituto, ma il relativo programma di intervento dovrà essere concordato conil Ser.T di residenza del tossicodipendente, al quale permane la competenzaamministrativa per l’imputazione dei costi.

Relativamente all’organizzazione dell’assistenza interna degli istituti penitenziari, iSer.T non potranno essere “gerarchizzati” ad altri Ser.T, ma dovranno assumersi in pienola responsabilità dei programmi (anche se concordati con i colleghi di altri Ser.T) esoprattutto dei rapporti che dovranno essere diretti con la struttura carceraria finalizzatiall’ottenimento dei permessi di entrata degli operatori.

L’incremento della dotazione organica previsto dal decreto ministeriale n. 444/90per le attività presso le strutture carcerarie sarà previsto per tutti i Ser.T nel cui territorio dicompetenza insiste una struttura carceraria, che espletano realmente tali attività intesecome erogazione “diretta” di prestazioni mediche, psicologiche e sociali e quant’altronecessario in base alle richieste dei tossicodipendenti detenuti e ai bisogni rilevati. Taleincremento di dotazione organica non potrà quindi essere giustificato per il solo Ser.T cheespleta attività di coordinamento di tali interventi. L’attività di coordinamento, infatti, rientratra le funzioni del dipartimento e non tra quelle di un singolo Ser.T e come tale deveessere organizzata mediante uno specifico gruppo di lavoro (che non da titolo adincrementi di organico) composto dai rappresentanti di tutti i Ser.T interessati e coinvoltiper legge nell’assistenza.

Le richieste di assistenza dei tossicodipendenti detenuti, al fine di velocizzare esburocratizzare le procedure, saranno inviate dagli uffici degli istituti penitenziaridirettamente ai singoli Ser.T del distretto di residenza del tossicodipendente detenuto (seresidente nella ULSS dove è collocato l’istituto penitenziario), tenuto conto anche dellespecifiche opzioni espresse dal tossicodipendente nel rispetto del diritto di scelta dellostaff curante, valido anche per le persone detenute. Per i tossicodipendenti non residentivale quanto riportato precedentemente, restando valido anche per loro il diritto di sceltadello staff curante.

Comunità terapeutiche pubbliche

Le comunità terapeutiche pubbliche, residenti all'interno dei singoli distretti,dovranno far capo per gli aspetti organizzativi, gestionali e di controllo del personale, alSer.T competente per territorio distrettuale (nel cui budget rientreranno) fornendocomunque servizio a tutti i Ser.T, salvo il caso di unità operative già previste comeautonome ed autorizzate dalla Regione in tale assetto. La Comunità terapeutica pubblicaquindi, di norma si connoterà come unità funzionale del Sert competente per territorio.

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Unità funzionali interne ai Sert

Al fine di rendere più omogenea l’offerta assistenziale sul territorio Regionale ecoerente con le priorità di intervento individuate dalla Regione Veneto, i Sert potrannoessere organizzati nel loro interno in unità funzionali anche sulla base di particolari bisognilocali. Le unità funzionali potranno essere attivate sulla base dell’esistenza di effettiveattività che investano un alto numero di pazienti, connotino rilevanti e reali responsabilitàcon derivanti specifici incarichi dirigenziali di posizione e non facciano riferimento a soleattività legate a progetti a termine. Esempi di Unità funzionali (U.F.) che possono essereattivate dalle Aziende ULSS sono: U.F. per le attività di prevenzione primaria, U.F. per ilcontatto precoce dei tossicodipendenti anche tramite unità mobili, U.F. per prevenzione ela cura delle patologie correlate, U.F. per il reinserimento sociale e la prevenzione dellaricaduta, l’ U.F. di alcologia e l’ U.F. per la valutazione dei trattamenti con attività di ricercae sviluppo.

Rivalutazione dei Sert

I Ser.T saranno rivalutati e adeguati secondo i criteri di classificazione di taliservizi e di determinazione delle relative dotazioni organiche contenuti nel decretoministeriale n. 444/90 come recepiti con appositi provvedimenti regionali, mediante uncoerente ripristino delle dotazioni organiche e dei relativi livelli dirigenziali dei responsabilidei Ser.T. Questi livelli dovranno essere consoni e corrispondenti con il ruolo svolto(come peraltro previsto dalle vigenti normative contrattuali) sulla base dell’utenza reale(persone assistite direttamente con esclusione dei gruppi di auto-aiuto) e dellaconseguente dimensione della dotazione organica attualmente riconosciuta dallaRegione, secondo i parametri contenuti nel decreto del Ministro della Sanità n. 444/90. Atal fine seguirà apposito provvedimento regionale.

Di seguito si riporta una tabella contenente indicazioni di “buona pratica clinica”presso i Ser.T.

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Tab. 6: Principali indicazioni di “buona pratica clinica” nei Ser.T

INDICAZIONI PER I SERT

1. Presenza e utilizzo di formali protocolli diagnostici e terapeutici seguiti dal servizio,scientificamente accreditati

2. Presenza di procedure operative esplicite, formali e costantemente controllate secondo le “GoodClinical Practice”

3. Presenza di un approccio multidisciplinare con impostazione Bio-Psico-Sociale, centrato sullapersona

4. Costante utilizzo degli indicatori sociosanitari specifici per la valutazione delle attività dei Ser.T edel livello di performance dell’organizzazione (quality oriented) basato sulla valutazionedell’efficienza strettamente correlata agli esiti dei trattamenti (efficacia)

5. Utilizzo dei farmaci (sostitutivi e non) nel rispetto delle loro caratteristiche farmacocinetiche efarmacodinamiche e delle indicazioni e modalità applicative riconosciute dalla letteratura scientificainternazionale

6. Operare con metodologie tese a facilitare l’accesso precoce al servizio (outreach) ed agevolarel’aderenza ai trattamenti

7. Operare nel rispetto delle linee guida nazionali e regionali con una logica “evidence based” (basatasull’evidenza scientifica) e non “opinion based” (basata sulla sola opinione)

8. Essere in grado di erogare tutte le “prestazioni primarie” previste per i Ser.T con metodologiecliniche che permettano la personalizzazione degli interventi

9. Presenza di un sistema e di una metodologia clinica orientata alla valutazione anche dellasoddisfazione del cliente e delle famiglie

10. Presenza di sistemi che assicurino intelligibilità, trasparenza e visibilità delle procedure interne edelle metodologie usate dal servizio, ma soprattutto dei criteri decisionali nei confronti dei clienti edegli amministratori

Le comunità terapeuticheComponenti fondamentali del dipartimento sono le comunità terapeutiche, le quali

(se accreditate a livello regionale) devono essere considerate “unità operative” a tutti glieffetti ed inserite nel comitato operativo. Le comunità terapeutiche svolgono un ruolo ed unimportante funzione nel percorso terapeutico-riabilitativo della persona tossicodipendentee devono essere viste come organizzazioni complementari e non alternative o addiritturain opposizione ai Ser.T con i quali però vi è la necessità di ridefinire i sistemi diregolazione e di rapporto. Tutto questo alla luce delle nuove tendenze nazionali chesempre più, con gradualità, si orientano a modelli impostati a superare ed abbandonare ilconcetto di “ente ausiliario” per arrivare a quello di “ente autonomo fortemente coordinato”con le strutture pubbliche, con le quali si dovranno condividere (in una di sistema),principalmente: obiettivi, metodi di valutazione, criteri di selezione per l’accesso alle varieforme di trattamento, modalità di invio e orientamento ai vari trattamenti.

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Tutto questo predisponendosi all’implementazione di sistemi quindi “centrati sullapersona”, dove il cliente potrà esercitare il suo diritto di scelta direttamente tra più opzioni.Risulta evidente però che per tale nuovo orientamento le comunità terapeutiche avrannocome vincolante criterio di accreditamento, il fatto di accettare la condivisione (in unsistema dipartimentale) dei criteri sopra esposti.

E’ auspicabile quindi che in futuro si attivino trasformazioni al fine di acconsentirel’accesso diretto alle comunità terapeutiche delle persone tossicodipendenti econtemporanea introduzione della logica budgettaria anche per le comunità terapeutiche,oltre che per i Ser.T.

La Regione auspica l’attivazione di forme sperimentali in questo senso ma a talfine le aziende ULSS interessate dovranno preconcordare appositi programmi con lestrutture regionali competenti.

Vi è però anche la necessità di studiare ed applicare sistemi che garantiscanouna costante valutazione esplicita dei criteri utilizzati per singola persona perl’ammissione o l’esclusione, per la permanenza o per la dimissione. Tali sistemi dovrannocomunque essere contestualmente utilizzati anche per i servizi pubblici. A tal fine èauspicabile l’attivazione di apposite modalità di lavoro che potrebbero basarsi sul modellodelle unità operative distrettuali (U.O.D).

Inoltre dovranno essere studiate e messe in opera specifiche procedurefinalizzate ad evitare il possibile fenomeno del “inserimento improprio” adottando formaliprocessi e protocolli diagnostici e di valutazione dell’outcome standard, concordati in sededipartimentale. E’ ovvio che per l’introduzione di sistemi così orientati è necessariaestrema cautela e tempi compatibili con la formazione di nuovi modelli culturali ecompetenze ad oggi non esistenti. Ciò non toglie che si debba iniziare oggi un percorsoche troverà sicuramente forte sviluppo negli anni a venire. La naturale conseguenzapotrebbe essere quella di arrivare ad un sistema ”di mercato” dove diverse realtà offronoprestazioni ed opportunità in maniera coordinata e vengano opzionate dal cliente eselezionate sulla base dei risultati ottenuti, dei processi utilizzati e delle garanzietecnicoscientifiche presenti.

In questa logica bisogna essere consapevoli che le comunità terapeutichedovranno acquisire “in proprio” (anche se in maniera coordinata) le funzioni sulla singolapersona di: riconoscimento e definizione del bisogno, generazione della spesa,responsabilità del caso, definizione degli obiettivi e del programma.

A questo proposito il dipartimento per dipendenze può essere la sede adatta doveiniziare a studiare e sperimentare tali nuovi orientamenti e per questo si ritieneindispensabile, per le aziende ULSS che intendano sperimentare tali iniziative, unvincolante e forte coordinamento con le strutture regionali competenti.

Infine risulta utile ribadire che i sistemi di valutazione necessari per controllarequeste trasformazioni e i risultati prodotti dovranno essere applicati in forma uguale siasui Ser.T che sulle comunità.

I Medici di Medicina GeneraleUna componente importantissima a tutt'oggi pochissimo coinvolta, é quella dei

medici di medicina generale (MG). A questo proposito è stato sottolineata più voltel'opportunità di coinvolgere questi professionisti sin dall'inizio dei programmi terapeutici,instaurando un rapporto dinamico con reciproci scambi di informazioni e consegne. Essi,ad oggi, svolgono un ruolo marginale nella gestione del tossicodipendente. Considerando

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che praticamente, salvo eccezioni, un medico di MG é in grado di seguire in modoottimale 4-5 tossicodipendenti, la loro valorizzazione e l’utilizzo delle potenzialità di questimedici e delle proficue relazioni che si possono instaurare con i Ser.T, fa sì che essidebbano entrare a tutti gli effetti come componente attiva del Dipartimento per leTossicodipendenze. Non va dimenticato che il medico di medicina generale é medicodella persona e molto spesso della famiglia, ed é in grado di cogliere aspetti e condurreinterventi nel quotidiano che nessun servizio specialistico può attuare.

Per perseguire il coinvolgimento dei medici di MG è auspicabile lasperimentazione di modalità di lavoro basate sul modello dell'Unità Operativa Distrettuale el'applicazione delle norme delegate della Legge 419/98 con particolare riferimento allaridefinizione del ruolo del medici di MG e alla loro integrazione nell'organizzazionedistrettuale.

NUOVE NECESSITÁ

All’interno del Dipartimento per le Dipendenze andranno promosse attività anchetramite l’attivazione di una Unità funzionale specifica per la Prevenzione Primaria dell’usodi sostanze stupefacenti e la riduzione della domanda con il compito di definire esviluppare dei protocolli di intervento che avviino programmi operativi a livello di comunitàlocale in questo settore. Tali protocolli di intervento prevederanno tra l’altro:1. iniziative di sensibilizzazione e animazione per la promozione della salute con il

concorso attivo dei giovani attuate anche in forma autogestita, intese comunque qualeparte di un programma più articolato di interventi;

2. iniziative di informazione e di sensibilizzazione rivolte alle famiglie concernenti leproblematiche dell'adolescenza, le difficoltà educative, i fattori di rischio e di protezionedal disagio, il miglioramento della comunicazione intergenerazionale, la trasmissione divalori positivi alla crescita, alla autoresponsabilizzazione e alla emancipazione;

3. iniziative di sensibilizzazione alla promozione della salute rivolte agli insegnanti di ogniordine e grado;

4. campagne di informazione sui rischi connessi all'uso di droghe ed in particolare alledroghe ricreazionali nei luoghi di aggregazione quali le discoteche, gli stadi con ilcoinvolgimento degli opinion leaders (disk jockey, animatori, leaders di tifosi,calciatori);

5. interventi di contatto con gruppi di adolescenti a rischio sulla strada;6. iniziative di sensibilizzazione rivolte alla comunità locale con la costituzione di

operatori informali di quartiere.

All’interno di ogni Azienda Ulss verrà altresì istituita una “unità funzionale” di alcologia(inserita in un Sert), con compiti di prevenzione, diagnosi trattamento dei problemialcolcorrelati e delle acoldipendenze.L’organizzazione generale della rete alcologica regionale verrà precisata da unsuccessivo documento che dovrà essere coerente con le indicazioni del presenteprovvedimento.

BUDGET

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L’azienda ulss dovrà prevedere per ogni u.o. del dipartimento specifici budgetconnotati come sarà previsto all’interno del distretto socio-sanitario. Inoltre un budgetspecifico per le attivita’ dell’ufficio di coordinamento del dipartimento per le dipendenzeaffidato in gestione al coordinatore. Fermo restando quanto già detto per la negoziazionedel budget, si ribadisce che il coordinatore del Dipartimento non dovrà avere funzionenella definizione dei budget delle unità operative.

Al fine di razionalizzare gli impegni di spesa e quindi le risorse assegnate, saràindispensabile mettere a punto un sistema di valutazione in grado di rendere visibili ecomprensibili gli effetti prodotti (outcome) a fronte delle risorse impegnate (input) in mododa poter precisamente definire i singoli budget.

A questo proposito un principio da assumere come tendenza nella definizione delbudget sarà quello di finanziare l’attività produttiva e cioè i risultati, anziché i fattoriproduttivi impegnati, e cioè la spesa.

Per una migliore definizione del budget sarà indispensabile inoltre predisporresistemi di monitoraggio anche delle prestazioni erogate. A tal fine sarà indispensabile checiascun Ser.T rilevi le prestazioni erogate con sistemi di registrazione in grado di imputareper ogni singolo paziente le prestazioni erogate dal singolo operatore.

Molta attenzione dovrà essere posta affinché le modalità di raccolta e verifica delleprestazioni, siano standardizzate tra le singole unità operative omogenee per compiti efunzioni.