Il Dal Molin è l’aeroporto civile di Vicenza. Mai · sezione di intelligence con ogni diavoleria...

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Il Dal Molin è l’aeroporto civile di Vicenza. Maidecollato come scalo locale, ospita al propriointerno un Aeroclub; fino alla fine del 2006 la torredi controllo e una parte delle installazioni eranosotto il controllo dell’Aeronautica militare italiana,la quale ha ceduto definitivamente la gestione del-l’intera area ai civili solo con l’inizio del 2007.

Il Dal Molin si trova nella zona nord della città;esso è ormai l’unica grande area verde restataall’interno del capoluogo berico. Si trova in unazona già fortemente urbanizzata (è circondato daiquartieri S. Bortolo e Laghetto e dalla frazione diCaldogno, Rettorgole) e molto trafficata: proprio inquesta zona, infatti, si intersecano con Viale DalVerme (“tangenziale” non dichiarata della città) lestade statali che collegano il capoluogo berico aMarostica-Bassano e Schio-Thiene. L’aeroporto,inoltre, si affaccia su Strada S. Antonino, conge-stionata direttrice tra Caldogno e Vicenza.Esso dunque, anche alla luce dell’area in cui èinserito, funge oggi da polmone verde per l’interoquadrante nord della città. Nel sottosuolo sonopresenti importanti falde acquifere.

Gli Stati Uniti hanno chiesto al Governo italiano laconcessione di quest’area per poter costruire unanuova installazione militare e riunificare la 173°Brigata Aerotrasportata - oggi divisa tra Vicenza eRamstein (Germania). E’ questa la Brigata che nel2003 è stata lanciata nel nord dell’Iraq durante iprimi giorni dell’invasione per aprire la stradaverso Bagdad.Nelle parole del generale James L. Jones, coman-dante delle forze Usa in Europa, pronunciatedavanti al Senato americano nel marzo 2005, “la173° Brigata aerotrasportata sarà ampliata inBrigate Combat Teame”, cioè un unità di interven-to rapido con la potenza di fuoco di una divisione.Insomma, quella che Vicenza si candida ad ospi-tare sarà la più potente unità da combattimentoschierata al di fuori dei confini statunintensi, pron-ta ad intervenire velocemente in qualsiasi teatro di

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IL DAL MOLINOGGI

DOV’E’

L’INTERESSEUSA

La più importanteunità da combattimen-to schierata fuori dagli

Usa

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guerra e sottoposta alle competenze dirette delPentagono. “Rafforzata come organico (è previstol'arrivo di altri 1.800 militari) e come dotazioni: 55tank M1 Abrams, 85 veicoli corazzati da combatti-mento, 14 mortai pesanti semoventi, 40 jeep hum-vee con sistemi elettronici da ricognizione, duenuclei di aerei spia telecomandati Predator, unasezione di intelligence con ogni diavoleria elettro-nica, due batterie di artiglieria con obici semoven-ti i micidiali lanciarazzi multipli a lungo raggio Mrls,quanto basta per cancellare una metropoli. A parteil nome della brigata, cambia tutto e la forza belli-ca cresce a dismisura” (fonte: l’Espresso, 22 set-tembre 2006).

Attualmente a Vicenza è già presente una caser-ma americana - la Ederle - ed altre installazioniminori. La caserma Ederle, situata nella zona estdella città, ospita circa 2.500 soldati, il comandoSetaf e tutte le strutture necessarie alla formazio-ne e all’addestramento dei militari. Vi è, inoltre,un’area commerciale e diversi hangar con funzio-ne di deposito. Altri siti sono il Villaggio - dove alloggiano le fami-glie dei militari, alcuni depositi nella zona indu-striale di Marola e il sito Pluto presso Longare.Quest’ultimo rappresenta da sempre un interroga-tivo per i vicentini: composto da una serie di galle-rie e bunker sotto i Colli Berici, nessuno ha maisaputo con certezza che tipo di materiale vi siastoccato. E’ stato apparentemente abbandonatoper alcun anni, ma sembra che negli ultimi tempisiano iniziati nuovi lavori per l’espansione e il raf-forzamento della struttura.

Il progetto Dal Molin, presentato nel giugno 2006(ma discusso segretamente a partire almeno dal2003) prevede la cementificazione di circa600.000 mq equivalenti a 1900 appartamenti di100m ciascuno. All’interno dell’attuale aeroporto -che diventerà una zona militare del tutto inacces-sibile ai cittadini - verranno costruti dormitori per1.200 soldati, due parcheggi multipiano, officine

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Il sito Pluto: un inter-rogativo per i vicentini

GLI USAA VICENZA

IL PROGETTO

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per la riparazione dei mezzi e silos per il depositodi materiali e armamenti, impianti sportivi e uncentro commerciale. I vertici militari statunitensiripetono che non hanno nessuna ambizione sullapista dell’aeroporto - dove, sostengono, potrannocontinuare ad atterrare aerei civili - ma più di qual-che vicentino si è chiesto come mai e con tantadeterminazione gli emissari degli Stati Uniti abbia-

no richiesto proprio quest’area.

Ai cittadini vicentini Amministrazione comunale egenerali americani si sono affrettati ad elencare ipresunti benefici economici; in particolare, la que-stione occupazionale è stata utilizzata come ricat-to (“le caserme portano lavoro, se non si fa il DalMolin chiude anche la Ederle”) per tentare di con-vincere i vicentini ad accettare l’imposizione diuna nuova installazione militare; ma, di questopasso, potremmo trasformare anche la guerra dastrumento di morte ad opportunità occupazionale.

Si è poi molto parlato di ricadute positive sull’eco-nomia locale e nel settore del commercio: nessu-

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Il ricatto occupazionale

BENEFICI?

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no, però, ha saputo portare prove reali a dimostra-zione di questivantaggi.

Prove certe, inve-ce, esistono per icosti che i cittadinidovranno soste-nere per la pre-senza della nuovainstallazione mili-tare.

Intanto economi-ci; perchè nessu-no dice agli italia-ni che il 41% dellespese di manteni-mento delle basiUsa in Italia èsostenuto dallo

Stato Italiano: i contribuenti, dunque, pagano ognianno centinaia di milioni di euro alle strutture mili-tari a stelle e strisce.

Poi ambientali. La costruzione della base, infatti,costituirebbe un’immensa cementificazione diun’area oggi verde con la costruzione di strutturealte anche più di 12m; è noto, inoltre, che nellevicinanze delle installazioni militari molti agentipericolosi per la salute dei cittadini presentanovalori anormali (non è un caso che ad Aviano ci siail più grande centro contro i tumori d’Italia). E’bene ricordare, inoltre, che gli Stati Uniti nonhanno firmato l’accordo di Kyoto: all’interno dellebasi (che godono dell’extraterritorialità) non vi èdunque alcun limite alle emissioni nocive. Infine,facendo riferimento ai progetti di adeguamentodell’acquedotto di AIM, la base - destinata ad ospi-tare 2.500 soldati - consumerà tanta acqua quan-ta quella di cui hanno bisogno 30.000 cittadini, unvero spreco. Non solo: la nuova base consumeràtanto gas naturale quanto quello utilizzato da

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I COSTI

L’Italia paga le basiamericane

La distruzione dell’ambiente

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5.500 vicentini e energia elettrica pari al consumodi 26.000 cittadini (fonte: ing. Vivian, 25 novembre2006).

Dal punto di vista urbanistico la nuova base rap-presenta una follia, tanto che ben 19 noti urbanistiitaliani si appellano a Prodi perchè impedisca que-sto scempio; è bene ricordare che Vicenza èun’importante città d’arte tutelata dall’Unesco.

Non da ultimo, vi sono i costi sociali. In primoluogo dal punto di vista della sicurezza: Vicenza,ospitando un’unità d’elite dell’esercito nord-ameri-cano, diventerà un’obiettivo sensibile per coloroche vogliono colpire gli interessi statunitensi. Ivicentini, dunque, saranno quotidianamente sotto-posti al rischio di attentati. Non bisogna dimenticare, inoltre, gli episodi dicronaca nera (stupri, risse, ecc.) sempre più fre-quenti. Tra l’altro, difficilmente un reato commessoda un militare americano potrà essere giudicatoda un magistrato italiano: in tal senso il Cermisinsegna.

Il progetto è stato tenuto segreto ai cittadini peralmeno 3 anni. E’ nel 2003, infatti, che gli StatiUniti chiedono all’allora Governo Berlusconi lapossibilità di costruire una nuova base militareall’interno del Dal Molin. Il Sindaco EnricoHullweck, messo al corrente, non ritiene necessa-rio informare il Consiglio comunale e la città checosì rimangono all’oscuro di tutto fino alla prima-vera del 2006.

Il caso esplode nel maggio 2006, quando i cittadi-ni scoprono il progetto e costituiscono i primi comi-tati; il Sindaco nega, ma appena due giorni dopol’Assessore Claudio Cicero si presenta inConsiglio Comunale accompagnato da alcunigenerali e, con il supporto di alcune diapositive,illustra il progetto sottolineando che tutti gli edificisaranno costruiti in stile palladiano per non avereun impatto sulla città - che, è bene ricordarlo, è

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I costi sociali

TRATTATIVESEGRETE

CADE IL MURODEL SILENZIO

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L’ASSEMBLEAPERMANENTE

CONSIGLIOCOMUNALE

L’INCONTROCON PARISI

tutelata dall’Unesco.

Il tentativo di minimizzare la portata devastantedel progetto non inganna nessuno ed iniziano leprime mobilitazioni. La prima manifestazione NODAL MOLIN è datata 3 luglio 2006. Nello stessomese estivo si susseguono in Parlamento le inter-rogazioni. A fine luglio Romano Prodi, nel corsodel Question Time, impegna il Governo a “riconsi-derare complessivamente il progetto che avevagià avuto un assenso informale da parte del pre-cendente Governo”. Le forze politiche localidell’Unione si schierano tutte per il no, mentre il 9agosto, anniversario dell’atomica su Hiroshima,circa mille persone sfilano in fiaccolata.

A settembre nasce l’Assemblea permanente, unluogo trasfersale nella quale cittadini, comitati,associazioni ecc si riuniscono per costruire l’oppo-sizione alla nuova base militare. Tra Roma eVicenza, intanto,continua il rimpallo di responsabi-lità che vede da una parte l’Amministrazionecomunale, dall’altra il Governo.

Settembre ed ottobre sono ricche di iniziativelocali. La politica istituzionale, invece, stenta adesprimersi sull’argomento. Dopo un incontro con ilMinistro Parisi, però, il Sindaco decide di portarein Consiglio Comunale la questione; il si allacostruzione vince di misura - 21 a 18 - ma la gior-nata sarà ricordata non per quello che è successodentro l’Aula, bensì per quello che è accadutoall’esterno: migliaia di persone, infatti, contestanoil consiglio comunale provocando sette ore ininte-rotte di assordante baccano sotto le finestre delMunicipio. Gli strumenti di quest’insolita seratasono pentole, fischietti, tamburi e qualunque altrooggetto produca rumore.

La mobilitazione continua. Dopo aver minacciatola calata su Roma con pentole e fischietti,l’Assemblea permanente ottiene un incontro con ilMinistro Parisi; l’incontro si svolge il 24 novembre

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IN PARLAMENTO

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e il Ministro assicura che per il Governo è priorita-rio conoscere l’opinione della comunità locale: intal senso la strada migliore potrebbe essere quel-la del referendum (che però l’Amministrazionecomunale non concederà mai).

Il 2 dicembre si svolge la prima manifestazionenazionale. Erano previsti 5.000 manifestanti, ne

arrivano 30.000. I manifestanti sfilanolungo un percorso di circa 8 km, dallaEderle al Dal Molin. Nonostante i tentatividi criminalizzazione preventiva e i tantifalsi allarmi lanciati dall’Amministrazionecomunale (ma anche da alcuni esponentidell’Unione) non vi è la minima tensionetra forze dell’ordine e manifestanti.

A gennaio la situazione precipita. Il 9l’Ambasciatore americano in Italia RonaldSpogli visita Vicenza. Incontra il Sindaco,il Prefetto, la Presidente della Provincia e

le categorie economiche. Non i tanti cittadini checontestano la sua visita e che, con un sit-in pacifi-co, bloccano per circa un ora la sua auto parcheg-giata all’esterno del Municipio.

Il giorno successivo, a Roma, Spogli comunical’ultimatum statunitense a Prodi: “decidere entrodieci giorni”. Le voci sul possibile esito della vicen-da si rincorrono mentre Vicenza si mobilita.

Domenica 14 gennaio si inaugura la Fiera dell’oro:i cittadini manifestano ma non vengono lasciatiavvicinare agli ingressi dei padiglioni. La vetrina ètroppo importante per quegli stessi industriali che,pochi giorni prima, si sono piegati ai ricatti dell’am-basciatore americano e sono scesi pesantementein campo a favore del si al Dal Molin.

Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio si inizia a mon-tare il Presidio Permanente; i lavori vanno avantiper l’intera giornata.

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NASCE ILPRESIDIO

IN FIERA

L’ULTIMATUM

SPOGLI AVICENZA

30.000 IN PIAZZA

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In serata il colpo di scena. Romano Prodi, dalla

Romania, comunica che “il governo non si oppo-ne” alla costruzione della nuova installazione mili-tare. Solo due giorni prima il Ministro Parisi avevaripetuto che “prima di qualunque decisione biso-gna fare il referendum”. I cittadini, insomma, sonostati traditi da quello stesso Governo che avevasempre posto come imprescindibile l’opinionedella comunità locale (secondo un sondaggio con-dotto da Ilvo Diamanti, il 63% dei vicentini è con-trario alla nuova base). La sinistra si ribella, madal Governo arrivano soltato chiusure: “la decisio-ne è presa e non si torna indietro”, sentenziaRutelli.

Appena due ore dopo la conferenza stampa diProdi, migliaia di vicentini scendono in piazza peresprimere la propria rabbia e la propria indignazio-ne. Una lunghissima fiaccolata si snoda per lestrade della città e, dopo aver attraversato il cen-tro storico, si dirige verso la stazione ferroviaria. Ibinari vengono occupati da donne, uomini, bambi-ni, anziani. Il blocco durerà circa 2 ore, dopodichèin molti parteciperanno all’inaugurazione delPresidio Permanente.

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VICENZAREAGISCE

Occupata la stazione

L’EDITTORUMENO

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Nei giorni successivi si moltiplicano le inizia-tive: gli studenti scioperano, Municipio ePrefettura vengono presidiati più volte. Latensione in città sale, così come la rabbia ela determinazione a non arrendersi. IlPresidio Permanente viene attraversato damigliaia di persone, le assemblee sono par-tecipatissime, la solidarietà fortissima.Vicenza decide di non arrendersi e continua-

re la propria battaglia per fermare questo scem-pio. Ormai, è un’intera comunità locale che si èmessa in cammino.

Tappe principali del NO al Dal Molin

2003-2006 TRATTATIVE SEGRETEIl Sindaco Huellweck e l’allora Presidente delConsiglio Berlusconi trattano segretamente con gliamericani la cessione dell’Aeroporto Dal Molin edanno una disponibilità informale per la militariz-zazione della città.

25 maggio ‘06: CROLLA IL MURO DEL SILENZIOVicenza scopre il progetto segreto. L’AssessoreCicero, accompagnato dai militari, presenta lanuova base militare al Consiglio Comunale

3 luglio 06: NASCE IL DISSENSOPrima manifestazione No Dal Molin

5 luglio ‘06: PRESIDIO AL DAL MOLINCirca 500 persone presidiano per alcune ore l’in-gresso dell’Aeroporto

23 luglio ‘06: DAL MOLIN IN PARLAMENTOUna delegazione di vicentini va a Roma per sotto-porre la questione ai Parlamentari. Seguono alcu-ne interrogazione e Prodi si impegna a riconside-rare la disponibilità accordata agli Usa dal precen-dente Governo

9 agosto ‘06: FIACCOLATA

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12 settembre ‘06 BLOCCATA LA FIERA

19 settembre ‘06: NASCE L’ASSEMBLEA PERMA-NENTE

23 settembre ‘06 SCUOLE IN PIAZZA3.000 studenti sfilano in corteo

21 ottobre ‘06: BLIZ AL DAL MOLINUn centinaio di persone invadono pacificamentel’Aeroporto dove viene tenuta una conferenzastampa

26 ottobre ‘06: PENTOLE SOTTO IL MUNICIPIOIl Consiglio Comunale discute - e approva - il pro-getto. in piazza migliaia di persone manifestanocon pentole, tamburi, fischietti e ogni altro oggettorumoroso. Sette ore di baccano accompagnano lasvendita della città dal parte del Comune

24 novembre ‘06: PARISI ASCOLTA VICENZADopo aver annunciato di voler portare la protestasotto le finestre del Ministero della Difesa, unadelegazione dell’Assemblea Permanente vienericevuta da Parisi

2 dicembre ‘06: MANIFESTAZIONE NAZIONALE30 mila persone sfilano in corteo dalla Ederle alDal Molin

16 gennaio ‘07: GIORNATA DELLA VERGOGNARomano Prodi annuncia dalla Romania che “ilGoverno non si oppone al progetto”. Migliaia dipersone manifestano e occupano per due ore lastazione. Nasce il Presidio permanente

VERSO IL 17 FEBBRAIO... iniziativa quotidianeal Presidio e in città. Da tutta Italia arriva un calo-roso sostegno. Vicenza è stata tradita dalGoverno, ma non è affatto sola...

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