Il contributo della psicologia allo sviluppo organizzativo
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Il contributo della psicologia allo
sviluppo organizzativo
Mario D’Andreta
Significato del termine
� Dal greco ὅργανον (órganon), ‘strumento’
� Deriva da ‘organizzare’, che inizialmente indica il‘formarsi degli organi’ e dal ‘600 ‘ordinare, disporre’
� Ha il duplice significato di:
� ‘Complesso di persone e beni coordinati in funzione di unoscopo’
� ‘Atto ed effetto dell’organizzare’
[Dizionario etimologico DELI Zanichelli]
Esempi di organizzazioni
� Aziende agricole
� Industrie
� Aziende commerciali e di servizi
� Banche
� Ministeri
� Scuole
� Servizi Pubblici
� Ospedali e Cliniche
� Prigioni
� Forze armate
� Organizzazioni religiose
� Società Sportive
� Partiti politici
� Etc.
Elementi delle organizzazioni
� Persone
� Strutture
� Tecnologie
� Ambiente
� Obiettivi
� Prodotti
Attività delle organizzazioni
� Realizzazione di prodotti/servizi
� Comportamenti individuali e di gruppo
� Modalità decisionali ed esecutive
� Gestione di risorse in vista di obiettivi
� Gestione del potere
� Influenza sul benessere delle persone e delle comunità
Temi trasversali
� Conflitto e negoziazione
� Comunicazione
� Stress e benessere
� Valutazione
Prospettive di analisi
� Strutturale
� Funzionale
Dimensioni strutturali
� Organigramma
� Modelli organizzativi
� Mansionario
Dimensioni funzionali
� Ruoli
� Processi
� Cultura
� Clima
Organigramma
Rappresentazione grafica della struttura
organizzativa di un’Azienda
Scopo dell’organigramma
� Rappresentare le funzioni
� Assegnare le responsabilità
� Individuare i rapporti tra le funzioni
Struttura semplice
Struttura funzionale
Struttura divisionale
Struttura a matrice
Struttura per processi
Struttura a rete
MansionarioDocumento che definisce formalmente funzioni e
compiti del personale
RuoloL’insieme dei comportamenti tipici che caratterizzano
la posizione di una persona nei contesti di lavoro
Concetto di ruolo
Centralità delle aspettative proprie e altrui
rispetto alla posizione ricoperta
nell’organizzazione
Elementi costitutivi del ruolo
� Identità
� Competenze
� Lavoro
� Organizzazione
I processi organizzativi
Direz
AmmMktg Prod
Risultati
ObiettiviATTIVITA’
PROCESSO
ATTIVITA’
Elementi di un processo
INPUT
RisorsePersone
Impianti
Materiali
Conoscenze
Etc.PROCESSO OUTPUT
RISULTATIProdotti
Servizi
Classificazione dei processi
Processi di supportoContabilità Gestione R.U.
Pro
cessi
pri
mari
Progettazione
Produzione
Processi primari� Sviluppo strategie di business
� Sviluppo nuovi prodotti/servizi
� Progettazione e supporto cliente
� Produzione/erogazione servizio
� Comunicazione con i clienti
Processi di supporto� Gestione materiali
� Manutenzione impianti
� Definizione budget
� Gestione risorse umane
� Gestione qualità
� Gestione sicurezza e ambiente
Cultura organizzativa� Collante che tiene insieme l’organizzazione attraverso la condivisione
di schemi di significato
� Insieme di valori, credenze e aspettative condivise dai membri
(Siehl e Martin, 1984)
� Schema di assunti fondamentali inventati, scoperti o sviluppati da un gruppo mentre affrontava problemi di adattamento esterno o integrazione interna
� Insieme di elementi risultati efficace nel risolvere tali problemi e quindi proposti come il modo corretto di percepire, pensare e sentire in relazione ad essi
(Schein, 1985)
Livelli della cultura organizzativa
Artefatti
Valori
Assunti di base
Espressioni e creazioni:
•tecnologia
•architettura e arredi
•comportamenti/processi manifesti
Strategie, obiettivi, filosofie:
•verificabili nell’ambiente fisico
•verificabili nell’ambiente sociale
Presupposti fondanti valori e azioni:
•percezioni
•pensieri di base
•sentimenti
Visibili ma spesso non decifrabili
Maggior livello di consapevolezza
Convinzioni inconsapevoli e
date per scontate
[E. Schein, 1985]
Tipologie di culture organizzative
(ENRIQUEZ, 1970)
VALORE
DOMINANTE OBBEDIENZA
CRITERI DI
CARRIERA
SUBORDI-
NAZIONE
BISOGNI
INDIVIDUALI
SODDISFATTI
DIPENDENZA
APPARTENENZA
PER
COOPTAZIONE
FORMALI/
INFORMALI
POTERE E
AFFILIAZIONE
COMPETENZA
MERITO
COMPETITIVI
RICERCA
DELLA
ECCELLENZA
CULTURA
BUROCRATICA
CULTURA
PATERNALISTICO
CLIENTELARE
CULTURA
TECNOCRATICACULTURA
AUTORITARIA
CULTURA
COOPERATIVA
NORMA
ANZIANITA'
FORMALI
SICUREZZA
PARTECIPAZIONE
A ROTAZIONE
FLUIDI E
DIALETTICI
AFFILIAZIONE
RAPPORTI
INTERPERSONALI
SCARSA
COLLABORA-
ZIONE
Clima organizzativo� Metafora usata per indicare l’”atmosfera
relazionale” che caratterizza un gruppo
� Fattore che influisce sul morale dei membri del gruppo e sulla sua capacità di realizzare i propri compiti/obiettivi
Elementi del concetto di clima
� Insieme di percezioni soggettive, socialmente condivise dai membri di un’organizzazione
� Espressione di sensazioni, emozioni, vissuti e stati d’animo presenti nella relazione tra individui e organizzazione
� Indicatore della salute di un’organizzazione rispetto alla percezione della qualità delle relazioni interne
(Quaglino et. al. 1995)
Evoluzione del costrutto di clima
� Approccio strutturale (il clima come manifestazione oggettiva della struttura dell’organizzazione, Guion 1973)
� Approccio percettivo (il clima come prodotto di elaborazioni percettivo-cognitive del contesto in base a ciò che è ritenuto significativo, James & Jones, 1974)
� Approccio interazionista (il clima come prodotto dell’interazione tra gli individui all’interno di un contesto e con il contesto, in funzione dei significati attribuiti agli eventi organizzativi, Depolo, 1988)
� Approccio culturale (il clima come espressione dei modelli culturali condivisi dalla maggioranza dei membri di un’organizzazione, Sells1968)
Effetti del clima organizzativo
� Sicurezza e infortuni sul lavoro
� Benessere e salute (soddisfazione lavorativa, sviluppo personale, stress, burn-out e mobbing, malattie psicosomatiche, etc.)
� Produttività e competitività aziendale
� Qualità prodotti/servizi e soddisfazione del cliente
� Marketing (immagine aziendale e capacità di vendita)
Il contributo della psicologia allo
sviluppo delle organizzazioni
� L’organizzazione scientifica del lavoro
� Il movimento delle relazioni umane
� Le dinamiche di gruppo
� L’approccio sistemico
� La psicosociologia
L’organizzazione scientifica del
lavoro (F. Taylor)
- II rivoluzione industriale: sfruttamento intensivo dei fattori produttivi
- Industria siderurgica di fine ‘800
- Ricerca del modo migliore di fare le cose (l’uomo giusto al posto giusto)
- La macchina come modello per il lavoro umano
- Analisi tempi di lavoro, movimenti degli operai e strumenti usati
- Sistemi retributivi e produttività
- Selezione e addestramento della manodopera
La scuola delle relazioni umane(E. Mayo)
� L’uomo è motivato da bisogni di natura sociale e relazionale (effetto Hawthorne)
� il lavoro è privo di significato intrinseco; esso si forma entro i rapporti sociali sul lavoro
� Il lavoratore è più influenzato dalla forza sociale del gruppo che da incentivi e controlli della Direzione
� Il lavoratore risponde alla Direzione nella misura in cui essa ne rispetta i bisogni sociali
Le dinamiche di gruppo (K. Lewin, 1946)
� Studio delle caratteristiche comuni ai
gruppi
� Nascita del T- Group (il piccolo gruppo come
strumento per il cambiamento organizzativo)
Le dinamiche di gruppo (W. Bion)
� Esperienze nei gruppi (riorganizzazione reparti
psichiatrici, 1943-1952)
� Gruppi di lavoro (“il cosa”) e gruppi di base (“il come”)
� Assunti di base (dipendenza, attacco/fuga,
accoppiamento)
Il Tavistock Institute of Human
Relations (E. Jacques, K. Lewin, W. Bion)
� Approccio psico-socio-analitico
� Centralità emozioni, inconscio e relazioni nelleorganizzazioni
� Focus sui gruppi di lavoro
� Apprendimento esperienziale
� Approccio sistemico (azienda come sistemaaperto)
La teoria dei sistemi (Bertalanffy, 1951)
“sistema come insieme di elementi in interazione
dinamica, organizzati in vista di uno scopo”
L’azienda come sistema aperto
Fornitori
Sistema azienda
Risorse strumentali
Risorse umane
vincoli normativi
processi
Clienti
Concorre
nti
Istitu
zio
ni
Dalla ricerca-azione lewiniana
all’intervento psicosociologicoRicerca-azione:
� ricerca condotta fuori del laboratorio universitario, in contesti divita, collegati a problemi e pertanto orientata da valori
� il ricercatore accede alla realtà attraverso l’analisi di ciò che accadenelle relazioni con e tra gli attori nella ricerca
Intervento psicosociologico:
� istituisce dispositivi (interviste, focus group, osservazioni) chefacilitano gli scambi tra gli attori interessati e sostengono un lavoro a partire dalle loro percezioni, rappresentazioni e sentimenti
� aiuta gli attori a comprendere il significato delle situazioni vissute e del loro ruolo in esse, mobilitando le loro energie per trovaresoluzioni ai problemi
[J. Dubost, A. Lévy, 2000]
La psicosociologia delle organizzazioni
� Dimensione socio-relazionale delle organizzazioni
� Influenza delle dinamiche di gruppo sui processiproduttivi e la realtà organizzativa
� Ruolo dell’interazione delle persone con la struttura e le norme dell’organizzazione
� Utilizzo del T-group per la gestione del cambiamento nelle organizzazioni
[C. Kaneklin, F. Olivetti Manoukian]
Le variabili del comportamento
organizzativo
� Variabili organizzative
� Variabili del compito
� Variabili soggettive
� Variabili del ruolo
[Avallone, 1994]
Le variabili organizzative
• Obiettivi organizzativi
• Struttura organizzativa
• Sistemi tecnologici
• Ambiente e organizzazione del lavoro
• Cultura organizzativa
Le variabili del compito
� Compiti operativi
� Compiti tecnico-specialistici
� Compiti gestionali
� Compiti manageriali
Le variabili soggettive
� Abilità
� Caratteristiche personali
� Motivazioni al lavoro
� Analisi della realtà e presa di decisioni
� Soddisfazione lavorativa
Le variabili del ruolo
• Relazioni interpersonali e ruoli lavorativi
• La dinamica del potere
• La leadership
grazie per l’attenzione
Mario D’Andreta
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Tel. + 39 3400700757
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