IL CONSULENTE DEL LAVOROAlessandro Bonzio (Componenti del Consiglio dell’Ordine) Silvia Barbarino...

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Dossier Previdenza complementare e TFR gennaio 2007, n° 4 IL CONSULENTE DEL LAVORO della provincia di Venezia rivista trimestrale dei consulenti del lavoro Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L: 27/02/2004 n¡ 46) art. 1, comma 1, DR Venezia. Dossier Previdenza complementare e TFR

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  • DossierPrevidenza complementare e TFR

    gennaio 2007, n° 4

    IL CONSULENTEDEL LAVOROdella provincia di Venezia

    rivista trimestrale dei consulenti del lavoro

    Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L: 27/02/2004 n¡ 46) art. 1, comma 1, DR Venezia.

    DossierPrevidenza complementare e TFR

  • Consiglio e commissioniComposizione del Consiglio Provinciale dell’Ordinedei Consulenti del Lavoro di Venezia 2005-2008PresidenteAntonio VegnaSegretarioChiara ZorzettoTesoriereGiovanni LanzaConsiglieriPatrizia GobatMichele MartellatoAntonio AsquinoAlessandro Bonzio

    Composizione del Collegio dei Revisori dei ContiPresidenteLuca ScalabrinRevisoriMarco SartoNicola BrunatoDelegata alla Cassa di Previdenza (ENPACL)Patrizia Gobat

    Composizione delle Commissioni dell’Ordine deiConsulenti del Lavoro di Venezia 2005-2008Commissione Praticanti:Componenti Effettivi:Patrizia GobatChiara Zorzetto(Componenti del Consiglio dell’Ordine)Componenti Supplenti:Michele MartellatoAntonio Asquino(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Commissione tenuta Elenco Iscrittie Regolamento ParcelleAntonio VegnaGiovanni LanzaMichele Martellato(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Commissione Formazione ContinuaAntonio VegnaChiara ZorzettoGiovanni LanzaPatrizia GobatMichele MartellatoAntonio AsquinoAlessandro Bonzio(Componenti del Consiglio dell’Ordine)Silvia BarbarinoMaria CasarinMarco GottardoNicola LongoMariano MontefuscoFabiola Pigozzo(Iscritti all’Ordine di Venezia)

    Commissione Rapporto Nuovi IscrittiAntonio VegnaChiara ZorzettoAntonio AsquinoNicola Brunato(Presidente, Segretario, Consigliere del Consigliodell’Ordine e Revisore del Collegio dei Revisori)Marco GottardoEnrica MagginoMattia Restuccia(Iscritti all’Ordine di Venezia)

    Commissione Rapporti Enti Pubblici e PrivatiAntonio VegnaChiara ZorzettoGiovanni LanzaPatrizia GobatMichele MartellatoAntonio AsquinoAlessandro Bonzio(Componenti del Consiglio dell’Ordine)Silvia BarbarinoMario BenatelliPaolo Mario BustreoMauro CarraroGiovanni Del RioMarco GottardoEnrica MagginoGiulio MaioGianluca MioFabiola PigozzoSergio PoliPaolo PorzionatoLoris PretinRoberto RavagnanSusanna RossiLuisa Sarto

    Daniela SavianRiccardo SchionaGiorgio VitLoris Zanellato(Iscritti all’Ordine di Venezia)

    Gruppo di Lavoro Inail Provinciale VeneziaPatrizia GobatAntonio AsquinoLuca Scalabrin(Componenti Consiglio e Collegio Revisori dell’Ordine)Massimiliano GattoFabiola PigozzoRoberto RavagnanAlessandro Vianello(Iscritti all’Ordine di Venezia)

    Gruppo di Lavoro Inps Provinciale di VeneziaAntonio VegnaChiara, ZorzettoPatrizia GobatAntonio Asquino(Componenti Consiglio dell’Ordine)Silvia BarbarinoMario BenatelliPaolo Mario BustreoMauro CarraroGiovanni Del RioMarco GottardoEnrica MagginoGiulio MaioGianluca MioFabiola PigozzoSergio PoliPaolo PorzionatoLoris PretinRoberto RavagnanSusanna RossiLuisa SartoDaniela SavianGiorgio VitLoris Zanellato(Iscritti all’Ordine di Venezia)

    Rapporti con Veneto LavoroAntonio VegnaPatrizia Gobat(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Rapporti con Agenzia delle Entrate Venezia 1Giovanni Lanza(Tesoriere dell’Ordine)

    Rapporti con Agenzia delle Entrate Venezia 2Michele MartellatoAntonio AsquinoLuigi Paronuzzi(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Gruppo di Lavoro per l’EditoriaAntonio VegnaGiovanni LanzaPatrizia GobatAntonio Asquino (Componenti del Consiglio dell’Ordine)Fabiola ArtusoIsabella FaggianGiovanna GalendaElisabetta GrandiNicola LongoEnrica MagginoMarco ManninoAlberto MaselliElisabetta NovelloPaolo PorzionatoRoberto RavagnanValeria Tavella(Iscritti all’Ordine di Venezia)Laura BincolettoAndrea CasagrandeMaurizio MoffaFerruccio Piccoli(Praticanti Consulenti del Lavoro)

    Commissione Consiliare per i rapporti con leAssociazioni DatorialiAntonio VegnaChiara ZorzettoGiovanni LanzaPatrizia Gobat(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Commissione Consiliare per i rapporti con laDirezione Provinciale del LavoroAntonio VegnaChiara ZorzettoGiovanni LanzaPatrizia Gobat

    Michele MartellatoAlessandro BonzioAntonio Asquino(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Responsabile del sito webwww.consulentidellavoro.venezia.itPatrizia Gobat(Componente del Consiglio dell’Ordine)Valerio Bergamini(Iscritto all’Ordine di Venezia)

    Commissione rapporti con Eletti cariche istituzionaliAntonio VegnaPatrizia GobatMichele Martellato(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Commissione Provinciale di ConciliazioneAntonio VegnaGiovanni Lanza(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Commissione di Certificazione Direzione Provincialedel Lavoro di VeneziaLuca Scalabrin – Componente Effettivo(Presidente Collegio Revisori dell’Ordine)Loris Zanellato – Componente Supplente(Iscritto all’Ordine di Venezia)

    Commissione Tributaria Regionale di VeneziaSusanna Rossi - Componente Effettivo(Iscritta all’Ordine di Venezia)Luca Scalabrin - Componente Supplente(Presidente Collegio Revisori dell’Ordine)

    Commissione Tributaria Provinciale di VeneziaSusanna Rossi - Componente Effettivo(Iscritta all’Ordine di Venezia)Luca Scalabrin - Componente Supplente(Presidente Collegio Revisori dell’Ordine)

    Rapporti istituzionali con l’UniversitàCa’ Foscari di VeneziaAntonio VegnaPatrizia Gobat(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Rapporti istituzionali con la Provincia di VeneziaAntonio VegnaChiara ZorzettoPatrizia Gobat(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Rapporti istituzionali con la Regione VenetoAntonio VegnaPatrizia Gobat(Componenti del Consiglio dell’Ordine)

    Rappresentante presso l’Osservatorio Ditte C.C.I.A.A.Mariano Montefusco(Iscritto all’Ordine di Venezia)

    Rappresentante presso la Camera Arbitrale di VeneziaLuigi Paronuzzi(Iscritto all’Ordine di Venezia)

    Rappresentante presso la Direzione Regionale delLavoro della Regione Veneto per l’apprendistatoPaolo Mario Bustreo(Iscritto all’Ordine di Venezia)

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    Sommario

    numero 4gennaio 2007

    Pubblicazione trimestrale edita dal’Ordine dei Consulenti del Lavorodella Provincia di Venezia

    direttore responsabileAntonio Vegna

    gruppo di lavoro per l’editoria:Antonio Vegna, Patrizia Gobat, Giovanni Lanza(Componenti del Consiglio dell’Ordine)Fabiola Artuso, Isabella Faggian, GiovannaGalenda, Elisabetta Grandi, Nicola Longo, EnricaMaggino, Marco Mannino, Alberto Maselli, PaoloPorzionato, Roberto Ravagnan, Valeria Tavella(Iscritti all’Ordine)Laura Bincoletto, Andrea Casagrande, MaurizioMoffa, Elisabetta Novello, Ferruccio Piccoli(Praticanti Consulenti del Lavoro)

    contributi di:Patrizia GobatUmberto MargiottaMariano MontefuscoLuca Scalabrin

    progetto grafico:Charta Bureauvia Fondamenta, 2 - Dolo VEtel. 0415128217 - fax [email protected]

    stampa:NovagraficaCamponogara VE

    registrazione:tribunale di Venezian. 1518 del 27 ottobre 2005

    foto:archivio dell’ Ordine dei Consulenti del Lavorodella Provincia di Venezia

    Consulenti del Lavoro di Venezia - Galleria Matteotti 6/2 Mestre (Ve)tel. 041978305 - email:[email protected]

    Antonio VegnaPPrrooffeessssiioonniissttii ““QQuuaarrttaa GGaammbbaa””nneell ppaarrtteennaarriiaattoo eeccoonnoommiiccoo ssoocciiaallee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 4

    DDiiaallooggoo ppuubbbblliiccoo--pprriivvaattooppeerr uunnaa mmooddeerrnnaa aammmmiinniissttrraazziioonnee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 7

    Umberto MargiottaUUnniivveerrssiittàà ee iimmpprreessaa,,uunnaa ppaarrttnneerrsshhiipp ppeerr ll’’nnnnoovvaazziioonnee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 8

    DossierPatrizia GobatPPrreevviiddeennzzaa ccoommpplleemmeennttaarreeee ccoonnffeerriimmeennttoo ddeell TTRRFF . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 10

    Luca ScalabrinLLeeggggee SSmmuurraagglliiaaee ccooooppeerraattiivvee ssoocciiaallii . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 14

    Mariano MontefuscoRReeggiissttrroo ddeellllee IImmpprreessee::uunnoo ssttrruummeennttoo pprreezziioossoo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 17

    ““AAzziieennddaa SSaannaa””pprreemmiiaa llaa ssaalluuttee iinn aazziieennddaa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 18

    AAttttiivviittàà ccoonnvveeggnniissttiiccaaddaall 22000022 aall 22000066 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 19

    EElleennccoo ddeeii CCoonnssuulleennttii ddeell llaavvoorrooiissccrriittttii aallll’’OOrrddiinnee ddii VVeenneezziiaa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 21

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    Professionisti “quarta gamba”nel partenariato economico-sociale

    Il ruolo delle amministrazioni locali e regionali nell’attuazione degli obiettivi diLisbona, così come enunciati nel libro bianco del 2001 ed evidenziati dallaCommissione Europea nella revisione di metà percorso, è diventato essenziale per ilconseguimento degli obiettivi dell’Agenda di Lisbona attraverso l’attuazione di pater-nariati, accordi territoriali e azioni sinergiche efficaci, che mobilitino il sostegno e lapartecipazione di tutti gli attori coinvolti. Questo grazie ad una più incisiva espressio-ne di Governance del territorio più vicina ai cittadini europei per l’attuazione efficacedelle linee portanti della strategia di Lisbona e rappresentate dall’equilibrio dei trepilastri: competitività economica, coesione sociale e sviluppo sostenibile ambientale.Le amministrazioni locali e regionali possono e devono intensificare gli sforzi perpoter assolvere al loro ruolo chiave nell’attuazione delle seguenti politiche: sviluppoeconomico; occupazione; innovazione; inclusione sociale, invecchiamento attivo e coe-sione; sviluppo sostenibile dell’ambiente; istruzione e formazione permanente; e-government.Sono inoltre responsabili dell’attuazione dei programmi dei fondi strutturali, che rap-presentano uno strumento importante sulle conseguenze a livello locale e regionaledegli obiettivi di Lisbona. Per garantire la partecipazione reale delle collettività locali eregionali alla pianificazione ed attuazione dei programmi nazionali sulla strategia diLisbona, è necessario prendere atto definitivamente dei profondi cambiamenti interve-nuti negli ultimi anni.L’Italia è particolarmente esposta al rischio di declino per due ordini di fattori: la que-stione demografica e il pericoloso rallentamento delle azioni di riforma del sistema,divenute ormai indispensabili per poter competere nell’economia dell’era della globa-lizzazione. Sul primo punto occorre ricordare che il tasso di fertilità è tra i più bassi d’Europa con1,28 bambini per donna. Secondo le proiezioni di numerosi uffici studi se non avverràuna inversione di tendenza, entro il 2030 in Italia ci saranno 10 milioni di abitanti inmeno e una età media degli abitanti pari a 52 anni. Nel 2050 un italiano su tre avràpiù di 65 anni, con gravissime ripercussioni sugli assetti legati alla previdenza e sullasostenibilità dell’intero sistema alla luce delle proiezioni sulla crescita economicaannuale che nei prossimi 25 anni potrebbe assestarsi su una media dell’uno per cento.Tali proiezioni devono indurci ad una valutazione più lungimirante delle migliori poli-tiche da utilizzare per regolare i flussi migratori in entrata nel nostro Paese. Occorrepertanto sviluppare azioni che favoriscano e accompagnino i processi di inclusionesociale, utilizzando figure adeguatamente formate e professionali che sono riconduci-bile a quel vasto mondo di soggetti identificati come lavoratori della conoscenza, favo-rendo lo sviluppo di forme di collaborazione tra enti locali, ordini professionali, scuo-la e università.La responsabilità dell’attuazione della strategia di Lisbona spetta agli Stati membri,che hanno il compito di coinvolgere la tutti i livelli i poteri locali sulle azioni che essihanno intenzione di intraprendere nel quadro dei nuovi Piani d’Azione Nazionali sullastrategia di Lisbona e delle strategie nazionali che la riguardano. Attraverso un piùampio riconoscimento del ruolo delle collettività locali in queste iniziative, si potràformare un maggiore interesse e partecipazione che contribuirà all’attuazionedell’Agenda di Lisbona che prevede entro il 2010 il raggiungimento dei seguenti obiet-tivi: tasso di crescita dell'economia pari al 3% ; tasso di occupazione pari al 70% dellapopolazione attiva; tasso di partecipazione della forza lavoro femminile attiva pari al60%.Lo sviluppo locale rappresenta oggi una tematica di primo piano nelle agende pro-grammatiche dei governi al fine di rafforzare la competitività dei sistemi territoriali. Inquesto quadro, si evidenzia l’importanza dei sistemi di governance, ovvero dei mecca-nismi istituzionali di governo innovativi, capaci di garantire un ruolo attivo da parte

    Antonio VegnaPresidentedell’Ordine dei Consulenti del Lavorodella provincia di Venezia

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    dei cosiddetti stakeholders, sia nella fase della di pianificazione che in quella successi-va di realizzazione. La definizione di obiettivi e strategie integrate puntano, dunque, suuna maggiore sinergia tra le diverse iniziative sul territorio, dando vita a buone prassidi sviluppo locale, che a loro volta, possono influenzare le politiche nazionali e regio-nali.Associare le regioni europee nell’ambito di solidi partenariati è un elemento centraledella nuova iniziativa volta a promuovere la crescita e l’occupazione in Europa varatadalla Commissione Europea nella Comunicazione "Le regioni, soggetti attivi del cam-biamento economico". La Comunicazione propone nuove vie per aiutare le reti regio-nali e urbane ad operare in più stretta collaborazione con la Commissione al fine ditestare idee innovative da introdurre rapidamente nei programmi di portata generale.Nel marzo del 2000 per fronteggiare la competizione internazionale, la bassa crescitaeconomica, l'allargamento dell'Unione e la conseguente diminuzione del reddito mediopro-capite, al Consiglio Europeo di Lisbona, i capi di Stato e di Governo decisero divarare una serie di riforme per consolidare il mercato interno, incrementare la ricerca,l'innovazione e l'educazione, affinché l'Unione europea possa diventare, entro il 2010,l'economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. Gli eventi politiciinternazionali avvenuti negli anni immediatamente successivi , le difficoltà economichesubentrate, hanno influito in misura del tutto negativa sulla tabella di marcia che erastata indicata per raggiungere il traguardo nei tempi indicati. Ciò ha portato nel 2005ad una revisione della strategia di Lisbona e alla presentazione da parte dellaCommissione, di una nuova Agenda Sociale che pone l’accento sul piano di sviluppo2007 – 2013 e sulla necessità delle condizioni macroeconomiche che consentano l’in-cremento della crescita e dell’occupazione.Il rilancio della strategia di Lisbona è fondato sui seguenti quattro punti: Conoscenzae innovazione, motori della crescita sostenibile; Spazio per investire e lavorare;Crescita e occupazione al servizio della coesione sociale; Migliorare la governance conle modalità riportate precedentemente.Potrebbe essere questa l’occasione per rivedere in Italia il rapporto tra il governo cen-trale e gli ordini professionali, troppo spesso liquidati frettolosamente come corpora-tivi, mentre potrebbero invece rappresentare una importante cinghia di trasmissionetra le amministrazioni locali e regionali e il territorio dando un importante contributoalla realizzazione della rinnovata Agenda di Lisbona. Il nodo cruciale sta nel fatto cheIl legame tra il mondo dei professionisti e i meccanismi della produzione è essenziale,in quanto quel mondo rispecchia direttamente le due esigenze senza le quali nessunaproduzione moderna può sopravvivere: la conoscenza scientifica e la creatività intellet-tuale.Molti devono ancora prendere atto che il mondo è profondamente cambiato nel corsodegli ultimi due decenni. È cambiato il modo di produrre e si è evoluto lo stesso con-cetto di capitalismo legandosi ad un concetto di fattori della produzione che mette inrisalto la conoscenza e i saperi. Il capitalismo di oggi non è più soltanto economico,ma per competere sui mercati internazionali deve attingere dai fattori scientifici avva-lendosi in misura sempre più ampia dell’apporto dei lavoratori della conoscenza, por-tatori di saperi concreti e specialistici. Oggi la scienza sta diventando il fattore chiavedella competizione internazionale, condizionando le strategie economiche che interes-sano gli attori tradizionali dello scenario produttivo mondiale e i nuovi colossi econo-mici che emergono in oriente (Cina e India in primis) e in sud-america (Brasile). Dalla alleanza tra capitalismo moderno socialmente responsabile, scienza e creativitàderiva il vantaggio competitivo che potrebbe mettere in grado l’Italia e l’Europa diaffrontare le grandi sfide sugli scenari mondiali che aumenteranno di intensità con ilpassare del tempo. Assume quindi una importanza strategica anche il tema dell’istru-zione e più in generale della formazione che deve accompagnare l’individuo ben oltre itradizionali percorsi scolastici e universitari. È interessante notare che in una classifica delle prime 20 università al mondo, stilatain base a numerosi indicatori presi in esame dall’università Jiao Tong di Shangai, risul-tano essere presenti soltanto due università europee, Cambridge e Oxford mentre nes-suna università italiana risulta essere presente tra le prime 20 università europee. Purrisultando abbastanza alto il tasso di iscrizione all’università della popolazione tra i19 e i 25 anni (36%), risulta però significativo il tasso di abbandono degli studi uni-versitari che si attesta sul 40%. L’importanza della scienza quale fattore determinanteper la competizione globale è ulteriormente confermata dal fatto che gli Stati Uniti

    LLaa ccoommppeettiizziioonnee gglloobbaallee rriicchhiieeddee nnuuoovvee ssiinneerrggiiee ppeerr llaa ccrreesscciittaa ee ll’’iinncclluussiioonnee ssoocciiaallee

  • impiegano il 70% dei premi nobel ditutto il mondo e gli Stati Uniti spendonoil 2,7% del Pil per l’istruzione superiorecontro l’1,1% dei paesi europei. Ma isono i dati che provengono dall’Asia adoverci far riflettere e interrogarci atten-tamente sugli scenari futuri. In Cina glistudenti iscritti al College sono passatida un milione nel 1999 a 3,4 milioni nel2005. India e Cina stanno producendopiù laureati di tutta l’Unione Europeacon un trend in costante aumento.Di fronte a tali profondi quanto rapidimutamenti il tema di una azione digovernance del territorio che sappiaveramente individuare e coinvolgeretutti gli attori presenti nel territorioassume una importanza strategica. Glistrumenti per trovare risposte adeguatealle nuove esigenze di governance passano attraverso il documento strategico prelimi-nare nazionale 2007-2013 prodotto dal Formez che recita: “In base alle “LineeGuida” approvate da Stato centrale, Regioni e Enti Locali, con Intesa dellaConferenza Unificata del 3 febbraio 2005 e alla successiva delibera Cipe del 15 luglio2005, dodici Amministrazioni centrali incaricate, raccolte in un Comitato coordinatodal Ministero dell’economia e finanze-Dipartimento per le politiche di Sviluppo eCoesione, hanno predisposto attraverso valutazioni tecniche e un confronto con leparti istituzionali, economiche e sociali, il Documento strategico preliminare naziona-le. Assieme ai documenti strategici predisposti dalle singole Regioni e al documentostrategico per il Mezzogiorno, il presente Documento ha il fine di avviare il confrontotecnico e amministrativo per la predisposizione del Quadro Strategico Nazionale2007-2013 con cui, nel 2006, l’Italia programmerà nel successivo settennio la “politi-ca regionale”, ossia le risorse della politica di coesione comunitaria e le risorseNazionali del Fondo per le Aree sotto utilizzate che attua l’art. 119 c. 5 dellaCostituzione”.Il documento prodotto è di grande interesse e tratta i vari scenari nei quali L’Italia el’Europa si trova ad operare. Ciò che balza agli occhi è che nel Partenariato economi-co-sociale non si trova traccia delle rappresentanze degli ordini professionali e solo inminima parte del restante mondo dei lavoratori della conoscenza(Unionquadri).Troviamo invece ampiamente rappresentate le tradizionali parti sociali,sindacati dei lavoratori e associazioni dei datori di lavoro, dimostrando l’incapacitàdel sistema di allargare i confini della partecipazione ai nuovi attori sociali e produttivie muovendosi all’interno di una visione di ispirazione fordista che appartiene ad untempo passato.Occorre invece aggiungere al tradizionale tavolo a tre gambe del confronto sociale:Stato, sindacati, associazioni datoriali, una quarta gamba rappresentata dal mondodelle professioni e del sapere. Questo obiettivo si può raggiungere favorendo lo svilup-po di forme di cooperazione tra tutti gli attori che operano localmente nei vari territo-ri per l’attuazione di politiche di sviluppo locale, anche attraverso i Progetti IntegratiTerritoriali (PIT) tenendo nella giusta considerazione non solo gli indirizzi comunitarima anche gli aspetti applicativi legati alla metodologia fondata sull’uso di strumentivalutativi e decisionali. È quantomeno auspicabile che lo Stato, le Regioni e gli Entilocali rivolgano la loro attenzione agli oltre 1.827.000 professionisti presenti in Italiache rappresentano l’8,1% dell’occupazione del Paese, accettando formalmente e rico-noscendo il contributo che possono dare alla maggiore competitività dell’Azienda e delSistema Italia. È giunto il momento della partecipazione diretta dei lavoratori dellaconoscenza e delle professioni di far parte del partenariato economico-sociale delloStato, delle Regioni e degli Enti Locali a tutti i livelli di intervento per migliorare ilivelli di governance.

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  • Università e impresa,una partnership per l’innovazione

    L’Università è sede primaria di ricercascientifica ed istruzione superiore e tra lesue azioni occupa una posizione di rilie-vo l’adeguamento della propria offertadidattica all'evoluzione delle realtà diriferimento, finalizzata all’arricchimentodel proprio patrimonio culturale e scien-tifico e delle risorse disponibili. In questoscenario, una particolare attenzione vaquindi rivolta al mondo del lavoro,all’innovazione tecnologica e a quellascientifica, che vivono un processo conti-nuo e veloce di automizzazione: non c’èforma di lavoro che non esplichi, nellasua riflessività, soglie di metacognizionee di soggettività, adottando strumenti,linguaggi e codici che costituiscono imattoni del processo di critica e di cresci-ta della conoscenza. Insomma, la scienzaeffettuale non è più solo nell’Università.Si rende pertanto necessario un ripensa-mento dell’Università, che deve risultarepiù accessibile, attrarre più larghi settoridi cittadini alle opportunità di formazio-ne continua e permanente, coniugare

    innovazione del sistema universitario esua tradizione di eccellenza con la realtàdel mondo industriale, degli ordini edelle associazioni. L’università è, oggi, alla ricerca di un suonuovo posizionamento strategico. Ciòimplica un ripensamento generale a piùlivelli, e con ottica sistemica dei suoipiani e della sua organizzazione, attra-verso la rivalutazione della sua forzastrategica e il posizionamento dell'istitu-zione nel suo contesto competitivo loca-le/regionale e, per quanto possibile,nazionale e internazionale.Ciò che emerge dall’analisi della situazio-ne attuale è:la difficoltà del sistema universitario diassicurare competenze significative espendibili per il middle management;la volontà del mondo universitario divoler intercettare le esigenze di employa-bility del capitale umano in formazione,ma nello stesso tempo, la resistenza adun arricchimento dell’offerta formativaverso un più alto livello professionaliz-

    Umberto Margiottapro rettore Università Ca' Foscari di Venezia

    zante, necessaria per rispondere alle esi-genze di flessibilità organizzativa e diprocesso tipiche dell’innovazione e dellainternazionalizzazione produttiva; la sostanziale non permeabilità tra cono-scenza, innovazione e formazione nellosviluppo dei sistemi organizzativi e ope-rativi nel mondo accademico e nelmondo del lavoro e delle professioni.La sfida che le Università devono affron-tare oggi è connessa alla loro capacità difare sistema e di ragionare non più in ter-mini di trasferimento di know-how daun mondo all’altro, bensì di cogenerazio-ne e comune invenzione di un nuovo,inedito punto di leva, in virtù del qualefar con-crescere insieme innovazione,conoscenza e formazione. Il punto focaleè il passaggio dalla knowledge sharingalla knowledge creation, vale a dire laconsiderazione del capitale umano comefonte continua di potenziale innovativo einventivo. Università, Impresa e Governinazionali e locali sono obbligati ad assu-mere compiti che trasformano ciascunadello loro sfere istituzionali in una pro-vincia dell’altra, e reciprocamente. Inparticolare il ruolo dei governi nazionalimuta secondo direzioni apparentementecontraddittorie nell’offrire incentivi enell’incoraggiare le Università a trasfor-mare le loro tradizionali funzioni di con-servazione della memoria culturale, di

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  • formazione e di ricerca, per offrire unpiù incisivo contributo alla creazione delvalore aggiunto dei diversi sistemi-Paese.Una spinta all’innovazione del mondouniversitario è stata data ad esempio conil DM 17 aprile 2004, che ha introdottoe quasi “obbligato” le Università adapprocciarsi alle ICT e a prevedere siste-mi alternativi (basati appunto sullenuove tecnologie e la rete), per l’eroga-zione della loro offerta formativa.

    In questo contesto si inserisce Univirtual,un Ente strumentale promossodall’Università Ca’ Foscari e dallo IUAVdi Venezia, tramite il Centro diEccellenza Interateneo per la Ricerca,l’Innovazione e la Formazione Avanzata,finalizzato alla implementazione e indu-strializzazione del marchio e del sistemaUnivirtual. In un’ottica di sviluppo conti-nuo e di rinnovamento dell’offerta didat-tica, il Consorzio Univirtual intende sup-portare l’espansione dei bacini di utenzadelle Università e degli Enti Soci, miran-do a coprire l’intero territorio nazionale,con l’adesione di enti localizzati su tuttala penisola (tra cui l’Ordine deiConsulenti del Lavoro della Provincia diVenezia), consolidandosi, poi, comegruppo di interesse europeo, attraversol’erogazione di corsi in lingua inglese ecollaborando con enti ed istituzioni stra-nieri. Caratteristica fondamentale e distintivadi Univirtual è la promozione di partner-ship formative per lo sviluppo di tecnolo-gie e metodologie di qualità nella forma-zione a distanza, in ambito universitario,nell’alta formazione e nella formazionecontinua. Univirtual si radica lungo questo solco

    concettuale e fonda la sua azione di rac-cordo su tre assi paralleli di sviluppo: 1) Formazione universitaria: erogazionedi percorsi di formazione universitaria esuperiore in modalità e-learning e multi-mediale (attraverso servizi multipiat-taforma), e in forma mista o integrata(formazione on-line e formazione in pre-senza) che si innestano nella didatticauniversitaria come processo interno dirinnovamento e qualificazione ricorsiva.2) Formazione continua: sviluppo di lea-dership condivisa nella progettazione,ingegnerizzazione e offerta di formazionecontinua, capace di dialogare con i siste-mi produttivi e socio-economici esistenti,allo scopo di assicurare interventi modu-lari alle diverse famiglie professionali,accreditabili nello spazio europeo dell’i-struzione superiore; nonché per facilitarei processi di riconversione, ma soprattut-to per incrementarne l’indice di mobilitàculturale e professionale in Europa.3) Internazionalizzione: percorsi formati-vi di nicchia e posizionamento nel merca-to europeo dell’Alta Formazione e dellaFormazione Continua, attraverso l’atti-vazione di partnership per l’erogazionein lingua Inglese di percorsi formativi cuiassicurare anche servizi di accreditamen-to e certificazione. Si intende così lavora-re sullo sviluppo di nuove figure profes-sionali capaci di operare in ambienteweb per il raggiungimento dei traguardifissati dall’Agenda di Lisbona (2005).

    Nella logica delle economie dell’appren-dimento, i knowledge assets, vale a dire i“luoghi e contesti” dell’apprendimento,diventano determinanti. Ciò implica unriposizionamento dell’offerta formativauniversitaria. In questa dimensione, le

    tecnologie non sono più intese comehardware o software, bensì come netwa-re, cioè come rete di tecnologie per larete delle conoscenze.Attivando un dialogo con il sistema uni-versitario e socio-economico sia naziona-le che europeo, Univirtual punta a diven-tare un organismo facilitatore e attivato-re dell’innovazione in ambito universita-rio e di formazione continua, sia a livellotecnico che a livello delle relazioni istitu-zionali. Una tale missione acquista anco-ra più spessore in un momento in cui siosserva una corsa al posizionamento daparte di molti soggetti pubblici e privati,per conquistare il timone dei rapporti trasistema formativo e sviluppo del territo-rio.Per animare questa rete, Univirtual faràleva sulle competenze, sulla qualità e sulrigore di un approccio scientifico e insie-me pragmatico alle problematiche incampo. Per questo si candida a generare,partendo da differenti filiere ed esperien-ze formative universitarie, strategie e per-corsi intermodali che assicurino visibi-lità, valore culturale ed economico,attrattività alle azioni formative comun-que intraprese dai suoi partner.

  • PREVIDENZA COMPLEMENTAREE CONFERIMENTO DEL T.F.R.

    Patrizia GobatConsulente del Lavoro

    La previdenza complementare in Italia hauna storia assai recente (Dlgs. N. 124/93).Dal 1993 ad oggi l’ammontare del patri-monio e il tasso di adesione alle diverseforme pensionistiche complementari risul-ta assai modesto. Alla fine del 2005 è pariall’incirca al 1.5% del totale delle attivitàfinanziarie delle famiglie italiane.

    La necessità di istituire un moderno sistemadi previdenza complementare si è resa parti-colarmente evidente a seguito della entratain vigore della legge n.335/1995 (RiformaDini) che ha modificato il sistema di calcolodelle pensione, introducendo un criteriodenominato “contributivo”, basato sulla con-tribuzione versata nell’arco di tutta la vitalavorativa. Tale sistema si differenzia dalsistema “retributivo”, (precedentementeadottato) che fonda il calcolo delle pensionisulla media delle retribuzioni percepite negliultimi anni della vita lavorativa; per i lavora-tori autonomi si considerano i redditi dichia-rati ai fini fiscali, nell’ambito dei minimali emassimali.Con il passaggio al sistema contributivo sideterminerà una notevole riduzione del tassodi sostituzione offerto dalla previdenzaobbligatoria. Per “tasso di sostituzione” s’in-tende il rapporto fra l’ammontare della primapensione percepita rispetto all’ultimo redditoderivante dall’attività lavorativa, cui si riferi-sce la pensione stessa.Per dare un esempio concreto del fenomenosi pensi che un lavoratore stabile con 35 annidi contribuzione e con un livello salarialemedio aveva la garanzia di ottenere dallapensione pubblica, un tasso di sostituzionepari al 67-68%. Viceversa, con l’attualesistema il tasso di sostituzione scende al50% e si attesterà attorno al 40% verso lametà del secolo corrente.Per attenuare tali effetti, la riforma ha previ-sto la possibilità di aderire alle forme pensio-nistiche complementari per affiancare allapensione obbligatoria una pensione aggiunti-va volta a contribuire al sostegno del tenoredi vita nell’età anziana. Al fine di incrementare l’entità dei flussi difinanziamento alle forme pensionistichecomplementari, collettive ed individuali loStato favorisce tale scelta prevedendo, perchi si iscrive ad una forma pensionisticacomplementare, particolari vantaggi fiscali

    non altrimenti ottenibili scegliendo altreforme di investimento del risparmio. Il decreto legislativo 5 dicembre 2005 n. 252prevede che i lavoratori dipendenti possanoscegliere di destinare alle forme pensionisti-che complementari il proprio TFR. Il disegnodi legge finanziaria approvato dal Governo eattualmente all’esame del Parlamento aannttii--cciippaa aall 11°° ggeennnnaaiioo 22000077 l’entrata in vigoredel citato decreto legislativo 252/2005 (ini-zialmente fissata al 1° gennaio 2008).Con ildecreto legge 13 novembre 2006, n. 279 èstato peraltro previsto che il versamento deiflussi di TFR e altri contributi, relativi alperiodo compreso tra il 1° gennaio 2007 e il30 giugno 2007, sia differito al 1° luglio2007 e possa avvenire solo a condizione chela forma pensionistica complementare desti-nataria della scelta del lavoratore abbia nelfrattempo ricevuto l’approvazione dellaCOVIP.

    1.1 Chi è interessato dalla Riforma Sono interessati alla riforma della previdenzacomplementare attuata con il decreto legi-slativo n. 252/2005 che, secondo il disegnodi legge finanziaria, entrerà in vigore dal 1°gennaio 2007, tutti i lavoratori dipendentidel settore privato, i lavoratori autonomi e iprofessionisti

    1.2 Forme pensionistiche complementariLe forme pensionistiche complementari sonoforme di previdenza finalizzate alla costitu-zione di una prestazione pensionistica inte-grativa, autorizzate e sottoposte alla vigilan-za di una Autorità pubblica, la Commissionedi vigilanza sui fondi pensione –COVIP(Comitato di vigilanza sui Fondi pensione). Secondo il disegno di legge finanziaria, dal 1°gennaio 2007 entrerà in vigore il"http://www.tfr.gov.it/TFR/MenuAlto/dlgs51205n252.htm" \o "Disciplina delle forme pen-sionistiche complementari (G.U. n. 289 del13-12-05, Suppl.Ordinario n. 200)" Decretolegislativo 5 dicembre 2005, n.252 che pre-vede una nuova disciplina delle forme pen-sionistiche complementari. Sono forme pensionistiche complementari: ifondi pensione negoziali, i fondi pensioneaperti, i contratti di assicurazione sulla vitacon finalità previdenziali e i fondi pensionepreesistenti (istituiti anteriormente alnovembre 1992).

    La scelta di aderire o meno ad una formapensionistica complementare è semprevolontaria e personale. Il lavoratore può decidere di avvalersi:di una forma pensionistica collettiva, istituitain base di contratti o accordi collettivi ancheaziendali stipulati tra le rappresentanze deilavoratori e dei datori di lavoro o, in determi-nati casi, prevista da regolamenti di enti oaziende, che individuano specifiche categoriedi destinatari (es.: lavoratori di un determi-nato comparto, di una determinata azienda ogruppo di aziende);oppuredi una forma pensionistica individuale, inbase esclusivamente alla scelta individualedel lavoratore, anche se destinatario di unaforma pensionistica prevista da contratti oaccordi collettivi

    1.3 Fondi pensione negoziali (o chiusi)I fondi pensione negoziali nascono da con-tratti o accordi collettivi o regolamentiaziendali che individuano i soggetti ai quali ilfondo si rivolge sulla base dell’appartenenzaad un determinato comparto, impresa ogruppo di imprese o ad un determinato terri-torio (es. regione o provincia autonoma).Il fondo pensione negoziale è un soggettogiuridico autonomo, la cui attività consisteprevalentemente nella raccolta delle adesionie dei contributi e nell’individuazione dellapolitica di investimento delle risorse, chevengono affidate in gestione a soggettiesterni specializzati nella gestione finanzia-

    Dossier

  • ria. L’assemblea è formata dagli associati o lororappresentanti e gli organi di amministrazio-ne e controllo sono costituiti per metà dairappresentanti dei lavoratori iscritti e perl’altra metà dai rappresentanti dei datori dilavoro. Per lo svolgimento di alcune attività, il fondopensione negoziale si avvale di soggetti spe-cializzati ed esterni alla sua struttura.L’impiego dei contributi raccolti, infatti, èaffidato al gestore delle risorse finanziarie(banca, società di intermediazione mobiliare,compagnia di assicurazione, società digestione del risparmio); le risorse del fondosono depositate presso la banca depositaria ele pensioni sono erogate da una compagniadi assicurazione o direttamente dal fondo

    1.4 Fondi Pensione Aperti I fondi pensione aperti sono istituiti diretta-mente da banche, società di intermediazionemobiliare, compagnie di assicurazione esocietà di gestione del risparmio.Costituiscono un patrimonio separato edautonomo finalizzato esclusivamente all’ero-gazione delle prestazioni previdenziali. L’adesione ai fondi aperti può avvenire informa individuale o collettiva. Si ha adesione in forma collettiva quando irappresentanti dei lavoratori e dei datori dilavoro, invece di decidere di istituire unfondo pensione negoziale, stipulano unaccordo per l’adesione collettiva ad uno o piùfondi aperti. La gestione finanziaria del fondo aperto èsvolta generalmente dalla stessa società chelo ha istituito. La banca depositaria, come per i fondi nego-ziali, deve essere un soggetto esterno. Il responsabile del fondo aperto svolge lapropria attività in modo autonomo rispettoalla società che ha istituito il fondo aperto eha il compito di verificare che la gestioneavvenga nell’esclusivo interesse degli aderen-ti e nel rispetto di norme, regolamenti e con-tratti.

    1.5 Contratti di assicurazione sulla vitacon finalità previdenziali

    Le forme pensionistiche complementari indi-viduali possono essere realizzate anchemediante specifici contratti di assicurazionesulla vita. In tal caso le regole che disciplinano il rap-porto con l’iscritto sono contenute, oltre chenella polizza assicurativa, in un appositoregolamento, redatto in base alle direttivedella COVIP al fine di garantire all’aderentegli stessi diritti e prerogative delle altreforme pensionistiche complementari. Così come stabilito per le altre forme pensio-nistiche, le risorse finanziarie accumulatemediante tali contratti costituiscono patri-monio autonomo e separato. Analogamenteai fondi pensione aperti, inoltre, è prevista lafigura del responsabile del fondo.

    1.6 Fondi pensione preesistentiI fondi pensione preesistenti sono forme pen-sionistiche complementari già istituite alladata del 15 novembre 1992.

    L’adesione a questa tipologia di fondo è subase collettiva e l’ambito dei destinatari èindividuato dagli accordi aziendali o intera-ziendali.

    2. FinanziamentoAlle forme pensionistiche complementari sipuò contribuire mediante:il TFR futuro; contributi a carico del lavoratore; contributi a carico del datore di lavoro.Dal 1° gennaio 2007, si può aderire alleforme pensionistiche complementari anchemediante il solo conferimento del TFR futuro.Tale adesione non comporta l’obbligo di ver-samento di altri contributi, né da parte dellavoratore né del datore di lavoro. L’aderente può tuttavia decidere di versareulteriori contributi, determinandone libera-mente l’importo; in tal caso, se gli accordi ocontratti collettivi lo prevedono, ha diritto alversamento dei contributi a carico del datoredi lavoro. Il datore di lavoro può comunquedecidere, pur in assenza di accordi collettivi,di versare un contributo a proprio carico allaforma pensionistica complementare allaquale il lavoratore abbia aderito.Nelle forme pensionistiche collettive, gliaccordi e i contratti possono stabilire lamisura minima della contribuzione (in cifrafissa o in percentuale della retribuzione) deilavoratori e dei datori di lavoro. Nelle forme pensionistiche individuali, illavoratore, nel caso in cui versi contributi aproprio carico, ha diritto anche alla contribu-zione a carico del datore di lavoro, in base aquanto previsto dagli accordi collettivi.

    3. InvestimentoPer ogni lavoratore che aderisce, la formapensionistica complementare forma unaposizione individuale dove confluiscono icontributi versati (TFR ed eventuali contributidel lavoratore e del datore di lavoro). I con-tributi versati vengono investiti da gestorispecializzati in strumenti finanziari (azioni,titoli di Stato e altri titoli obbligazionari,quote di fondi comuni di investimento) inbase alla politica di investimento stabilitadalla forma pensionistica e producono neltempo rendimenti variabili in funzione del-l’andamento dei mercati e delle scelte digestione. I contributi gestiti dai gestori spe-cializzati costituiscono patrimonio separato eautonomo, destinato esclusivamente al fineprevidenziale e sottratto all’esecuzione daparte dei creditori del gestoreUna specifica disciplina prudenziale determi-na rigorosi criteri di individuazione e riparti-zione del rischio nella scelta degli investi-menti. La COVIP vigila sull’osservanza e ilrispetto di tali regole. Fondi monocomparto: la politica di investi-mento delle risorse è unica per tutti gli ade-renti che beneficiano allo stesso modo deirisultati della gestione finanziaria.Fondi pluricomparto: l’investimento è diffe-renziato su più linee di investimento, diversetra loro per natura e rischiosità. In questocaso l’aderente sceglie il comparto (la linead'investimento) a cui aderire sulla base divalutazioni personali.

    La scelta della linea di investimento piùadatta deve tenere conto delle proprie condi-zioni socio-economiche, dell’età, della mag-giore o minore distanza dal momento delpensionamento e della propensione personaleal rischio finanziario. I lavoratori più giovanipotrebbero essere più propensi a sceglierelinee di investimento più aggressive, a preva-lenza azionaria, che presentano un maggiorgrado di rischio ma anche maggiori probabi-lità di alti rendimenti nel "lungo periodo".Invece, i lavoratori più vicini alla pensionepotrebbero preferire l’adesione ad un com-parto gestito in modo più "prudente", a pre-valenza obbligazionaria.La nuova disciplina prevede che il TFR, incaso di adesione alle forme pensionistichecomplementari con modalità tacite, sia con-ferito nella linea di investimento a contenutoprudenziale, tale da garantire la restituzionedel capitale e rendimenti comparabili al tassodi rivalutazione del TFR.

    4. La Pensione ComplementareLa funzione della previdenza complementareè quella di permettere al lavoratore di inte-grare con le prestazioni pensionistiche lapensione di base corrisposta dagli Enti di pre-videnza obbligatoria. Dal 1° gennaio 2007, si ha diritto alla pensio-ne complementare dopo aver maturato irequisiti di acceso alla pensione obbligatoria,con almeno cinque anni di iscrizione alla pre-videnza complementare. L’iscritto può scegliere di percepire la presta-zione pensionistica:interamente in rendita, mediante l’erogazionedella pensione complementare parte in capitale (fino ad un massimo del 50%della posizione maturata) e parte in rendita. Ai fini della determinazione dell’anzianità diiscrizione necessaria per ottenere le presta-zioni, sono considerati utili tutti i periodi dipartecipazione alle forme pensionistichecomplementari maturati dall’aderente senzache lo stesso abbia esercitato il riscatto.

    4.1 AnticipazioniIn modo analogo a quanto avviene per il TFRlasciato presso il datore di lavoro, la leggeprevede la possibilità di usufruire di anticipa-zioni. La somma da anticipare è calcolatasulla posizione individuale maturata, formatadai versamenti effettuati e dai rendimentirealizzati fino a quel momento.Dal 1° gennaio 2007, l’iscritto può ottenerel’anticipazione della posizione individuale:

    in qualsiasi momento della partecipazionealla forma pensionistica:fino al 75 % della posizione individuale matu-rata per sostenere spese sanitarie conseguentia gravissime condizioni relative a sé, al coniu-ge e ai figli (terapie e interventi straordinaririconosciuti dalle competenti strutture pub-bliche).dopo 8 anni di iscrizione al fondo: fino al 75 % della posizione maturata perl’acquisto e per la ristrutturazione della primacasa di abitazione per sé e per i figli;fino al 30 % della posizione individuale, perulteriori esigenze dell’iscritto.

  • 4.2 Trasferimento Della PosizioneIndividuale

    Dal 1° gennaio 2007, l’iscritto può trasferirela posizione individuale ad altra forma pen-sionistica complementare nei seguenti casi: perdita dei requisiti di partecipazione (adesempio per cambiamento di attività lavorati-va): L’iscritto che prima del pensionamentoperde i requisiti di partecipazione alla formapensionistica complementare può, in alterna-tiva al riscatto, trasferire la posizione indivi-duale maturata alla forma pensionistica com-plementare alla quale può accedere in basealla nuova attività lavorativa;volontariamente: decorsi due anni di iscrizio-ne ad una forma pensionistica complementa-re, l’aderente può trasferire l’intera posizioneindividuale presso un’altra forma pensionisti-ca complementare sia collettiva che indivi-duale. In caso di trasferimento, il lavoratore hadiritto alla prosecuzione dei versamenti allaforma pensionistica prescelta sia del TFR siadell’eventuale contribuzione a carico deldatore di lavoro, nei limiti e secondo lemodalità stabiliti da contratti o accordi col-lettivi.

    4.3 Riscatto della posizione individualeDal 1° gennaio 2007, l’aderente che prima delpensionamento, perde i requisiti di partecipa-zione alla forma pensionistica complementa-re, in alternativa al trasferimento della posi-zione ad un’altra forma pensionistica com-plementare, può: chiedere il riscatto della posizione, vale a direla restituzione della posizione individualeaccumulata; mantenere la posizione individuale accanto-nata presso il fondo, anche in assenza di con-tribuzione Il riscatto può essere chiesto nei seguenticasi e misure: nel caso in cui il periodo di disoccupazioneconseguente alla cessazione dell’attivitàlavorativa sia compreso tra 12 e 48 mesi o incaso di ricorso da parte del datore di lavoro aprocedure di mobilità, cassa integrazioneguadagni ordinaria o straordinaria, è possibileriscattare fino al 50% della posizione indivi-duale maturata. nel caso in cui il periodo di disoccupazioneconseguente alla cessazione dell’attivitàlavorativa sia superiore a 48 mesi o nel casodi invalidità permanente che comporti lariduzione della capacità di lavoro a meno diun terzo, è possibile riscattare l’intera posi-zione.

    4.4 Le agevolazioni fiscaliAl fine di favorire l’adesione alle forme diprevidenza complementare, la nuova discipli-na prevede alcune agevolazioni fiscali.

    Contributi:I contributi versati alle forme di previdenzacomplementare, escluso il TFR, saranno inte-ramente deducibili dal reddito Irpef fino adun massimo di Euro 5.164,67. Ne deriverà perl’aderente un risparmio fiscale che varia infunzione del livello del reddito. Ad esempio,ipotizzando che, per un lavoratore che versa

    alla previdenza complementare contributipari a 500 Euro, l’aliquota Irpef più alta siadel 29%, il versamento effettivo sarà pari a355 Euro, con un risparmio fiscale pari a 145Euro.Ai fini dell’applicazione del limite massimo dideducibilità, saranno conteggiati anche glieventuali contributi a carico del datore dilavoro

    Rendimenti:I rendimenti, vale a dire gli incrementi positi-vi conseguiti a seguito della gestione finan-ziaria delle risorse, saranno sottoposti all’im-posta sostitutiva dell’11%, aliquota più bassarispetto a quella applicata sui rendimentirealizzati attraverso forme/strumenti di inve-stimento del risparmio di natura puramentefinanziaria (es. fondi comuni di investimen-to).

    4.5 Prestazioni, anticipazioni e riscatti:Le prestazioni pensionistiche erogate informa di capitale e rendita costituiranno red-dito imponibile solo per la parte che non ègià stata assoggettata a tassazione durantela fase di accumulo (sono esclusi dunque icontribuiti non dedotti e i rendimenti giàtassati).La parte imponibile delle prestazioni pensio-nistiche in qualsiasi forma erogata sarà tas-sata nella misura del 15%, che si ridurrà diuna quota pari allo 0,30% per ogni anno dipartecipazione successivo al quindicesimo,fino ad un massimo del 6%. L’aliquota appli-cata potrà pertanto scendere sino al 9%dopo trentacinque anni di partecipazione.Tali aliquote sono particolarmente favorevolise confrontate a quelle previste per il TFRlasciato in azienda. Il TFR infatti è tassato, inlinea generale, con l’applicazione dell’aliquo-ta media di tassazione del lavoratore.Attualmente l’aliquota IRPEF più bassa è del23% per i redditi fino a 26.000 Euro, quindil’aliquota applicata al TFR lasciato in azien-da non potrà essere inferiore a 23%.Anche le somme percepite a titolo di antici-pazione e riscatto saranno tassate unica-mente per la parte già dedotta dal reddito onon tassata. Le anticipazioni percepite per sostenerespese sanitarie e le somme perce-pite a titolo di riscatto, sarannotassate, come le prestazioni, nellamisura del 15% con una riduzionedello 0,30% per ogni anno di par-tecipazione a forme di previdenzacomplementare successivi al quin-dicesimo, fino ad un massimo diriduzione del 6%.In tutti i casi, nella determinazio-ne dell’anzianità necessaria perusufruire della riduzione percen-tuale dello 0,30%, si terrà conto ditutti gli anni di partecipazione alleforme di previdenza complemen-tare che non siano stati riscattati.Le anticipazioni percepite per altrimotivi (acquisto e ristrutturazionedella prima casa e per altre esi-genze del lavoratore) sarannoinvece tassate nella misura fissadel 23%.

    5. Organi di Vigilanza sui fondi pensioneNell’ambito del sistema di garanzie previstodall’ordinamento a tutela dei lavoratori che siiscrivono a forme di previdenza complemen-tare, fondamentale importanza assume l’e-sercizio di un’efficace attività di vigilanza.È proprio avendo riguardo all’importanza ditale aspetto che la riforma, insieme alla forteincentivazione allo sviluppo delle forme diprevidenza complementare e all’incrementodei flussi contributivi, ha posto particolareattenzione al rafforzamento e al potenzia-mento del complessivo sistema di vigilanzasulle forme pensionistiche complementari,affidato ad una specifica Autorità pubblica,la Commissione di vigilanza sui fondi pen-sione (COVIP)La COVIP esercita le seguenti funzioni:vigila e controlla le forme pensionistichecomplementari. E’ sottoposta all’alta vigilan-za del Ministero del Lavoro e della previdenzasociale.opera a tutela degli iscritti alle forme di pre-videnza complementare, con lo scopo di per-seguire la trasparenza e la correttezza deicomportamenti e la sana e prudente gestionedelle forme pensionistiche complementariautorizza le forme pensionistiche comple-mentari all’esercizio dell’attività dopo aververificato il rispetto delle condizioni previstedalla legge e dalle istruzioni generali fornitedalla stessa Commissione. gestisce l’apposito “albo delle forme pensio-nistiche complementari” a cui devono obbli-gatoriamente iscritti i gestori della previden-za complementaredefinisce le regole volte a garantire la traspa-renza delle forme pensionistiche complemen-tari in modo che siano chiari e comprensibiliper l’aderente. In particolare: il funzionamen-to del fondo, la politica di investimento dellerisorse, l’ammontare della posizione indivi-duale, le spese per la gestione amministrativae finanziaria, i diritti che possono essereesercitati dagli aderenti (trasferimento,riscatto, anticipazioni e prestazioni).

  • 6. Agevolazioni per le impreseDEDUZIONE FISCALEImprese fino a 49 addetti: deducibilità fiscale del 6% del Tfr versato aiFondi pensione.Imprese con oltre 49 addetti: deducibilità fiscale del 4% del Tfr versatoai Fondi pensione o all’Inps.ESONERO CONTRIBUTIVOLe imprese sono esonerate dal versamento del contributo Inps (0,20%)al Fondo di garanzia Tfr con riferimento al Tfr versato ai Fondi pensioneo all’Inps.RIDUZIONE COSTO DEL LAVORODal 1.01.2008, le imprese fruiranno di un’ulteriore riduzione contributi-va in misura variabile e crescente nel tempo:0,19% dall’anno 2008; 0,21% dall’anno 2009;0,23% dall’anno 2010; 0,25% dall’anno 2011;0,26% dall’anno 2012; 0,27% dall’anno 2013; 0,28% dall’anno 2014.

    7. Adempimenti dei datori di lavoroL’articolo 8 del Decreto legislativo n. 252 del 05.12.2005 pone a caricodei datori di lavoro l’obbligo di informare i lavoratori dipendenti sulle possibili scelte daeffettuare ai fini della destinazione dell’importo del Fondo di tratta-mento di fine rapporto maturando a partire dal 1 gennaio 2007:

    entro il 31 dicembre 2006 predisporre e consegnare ai propri dipen-denti un documento informativo sul percorso di scelta: se destinare ilTfr a forme di previdenza complementare e, nel caso di accordi colletti-vi precisarne le caratteristiche, le garanzie di rendimento, eventualirischi e costi, o se continuare ad accantonarlo in azienda (ipotesi previ-sta solo per i datori di lavoro con meno di 50 addetti)

    entro 3O giorni dalla scadenza dei sei mesi utili ad effettuare il confe-rimento del T.f.r. (31.05.2007 per tutti i lavoratori in forza al31.12.2006) predisporre una ulteriore informativa da consegnare ailavoratori che, a quel momento, non abbiano ancora manifestato alcu-na volontà.

  • Legge Smuragliae cooperative sociali

    La legge 193/2000, è stata emanata perfavorire il lavoro dei detenuti, incenti-vando le offerte provenienti dalle coope-rative sociali e dalle imprese private, tra-mite agevolazioni contributive e fiscali.Le cooperative sociali, sono sempre statei soggetti maggiormente rappresentativiall’interno del mondo carcerario.La volontà del legislatore di voler incre-mentare le possibilità occupazionali deidetenuti, trova pertanto nelle cooperativesociali un partner privilegiato per darenuovo impulso di lavoro dei carcerati,all’interno o all’esterno delle strutturepenitenziarie. Gli articoli 1 e 2 della legge Smuragliavanno in tale direzione, modificando eampliando la legge 381 del 91 in tema dicooperative sociali.In particolare, vengono ritenute personesvantaggiate, non solo i condannatiammessi ad alcune misure alternative,ma anche i detenuti all’interno degli isti-tuti di pena (sia condannati che giudica-bili), gli internati e tutte le fattispeciepreviste dall’art. 21 della legge 354 del75 cioè, le persone a cui viene data lapossibilità di lavorare all’esterno dellastruttura carceraria.Il 2° comma dell’art. 1 di tale legge, sta-bilisce che le aliquote contributive dovu-te sulle retribuzioni corrisposte dalle coo-perative sociali ai soggetti sopra descritti,vengano ridotte o in misura percentualeindividuata ogni due anni con decretodel Ministero di Grazia e Giustizia oridotte a zero, a seconda della tipologiadi detenuto.Risultano invece azzerate le aliquotecomplessive dovute dalle cooperativesociali per le persone svantaggiate, previ-ste nella prima stesura della legge (art.47 L. 354/75) per i soggetti ammessi allemisure alternative all’esterno dell’istitutodi pena e non dunque per i soggetti indi-cati nel comma 3-bis L. 381, cioè le per-sone detenute o internate ed i soggetticondannati ammessi al lavoro all’esternoai sensi dell’art. 21 del T.U. ordinamentopenitenziario.Tale distinzione può destare sicuramentequalche perplessità perché, prevede unregime meno favorevole per il lavoropenitenziario rispetto a quanto previsto

    per le cooperative sociali nelle loro gene-ralità.Le agevolazioni contributive, risultantidal comma 3-bis della L. 381/91, cosìmodificato dalla Smuraglia, sono esteseanche alle imprese pubbliche o privateche organizzano attività di servizio oproduzione all’interno degli istituti peni-tenziari. Pertanto, solo le cooperativesociali, e non anche le aziende pubblicheo private, possono usufruire del beneficiocontributivo nei confronti dei detenutiammessi al lavoro all’esterno.Riassumendo, si può affermare, che lalegge Smuraglia è costituita da due diver-se discipline, l’una che ha inciso sullapreesistente normativa in materia di coo-perativa sociale e l’altra che ne ha estesole agevolazioni contributive a nuovi sog-getti svantaggiati con agevolazioni con-tributive e fiscali.Relativamente agli sgravi fiscali c’è dasegnalare che, non pochi problemi hacausato il termine utilizzato dal legislato-re di “imprese” e “aziende”.Nel diritto civile i due termini hanno unsignificato ben preciso, dove per aziendegeneralmente viene inteso il settore pub-blico e del no-profit. Le cooperative per-tanto potevano non rientrare nel concet-to di impresa. Problema risolto dalla cir-colare D.A.P. del 18 luglio 2002 che haconsiderato le cooperative sociali inseritenel novero delle imprese.Come per gli sgravi contributivi, anchegli sgravi fiscali operano secondo decre-to. L’art. 3 della L. 193/2000 così recita:“sgravi fiscali devono essere concessi alleimprese che assumono lavoratori detenu-ti per un periodo di tempo non inferiorea 30 gg. o che svolgono effettivamenteattività formative nei confronti dei dete-nuti, e in particolare dei giovani detenuti.Le agevolazioni di cui al presente commasi applicano anche nei sei mesi successivialla cessazione dello stato di detenzio-ne”, e il successivo art. 4 aggiunge “lemodalità ed entità delle agevolazioni edegli sgravi di cui all’art. 3 che vengonodeterminate annualmente, sulla basedelle risorse finanziarie” ............... “conapposito decreto.”Il decreto di riferimento, poi emanato,risulta essere quello del 25 febbraio 2002

    n° 87, lo stesso contiene le direttive perl’applicazione dello sgravio fiscale.Innanzitutto il legislatore ha scelto lostrumento del credito d’imposta per con-cedere l’agevolazione; l’importo stabilitoè pari a 516,46 ? per ogni lavoratore, dariproporzionare per il part time in basealle ore di lavoro prestate.L’assunzione deve avvenire con contrattodi lavoro subordinato per almeno 30 gg.ed ai lavoratori deve essere garantito untrattamento economico non inferiore aquello previsto dal C.C.N.L. applicato.Le norme vigenti per il lavoro carcerario(art. 22 L. 354/75) prevedono la possibi-lità di ridurre la retribuzione fino ad unmassimo di 2/3 per trattamento econo-mico previsto dal C.C.N.L.A questo punto sarà compito delle con-venzioni previste dalla legge Smuraglia,tra l’impresa e l’amministrazione peni-tenziaria, a stabilire l’esatto obbligo, peril datore di lavoro sia in “tema” fiscaleche contributivo, che a nostro pareredovrà tendenzialmente prevedere nelloschema concordato il rispetto dei minimiprevisti dal C.C.N.L. applicato.C’è da notare che il beneficio fiscale èattuabile anche per un ulteriore periodopari a 6 mesi dopo la cessazione dellostato di detenzione, ed è usufruibileanche alle imprese che svolgono attivitàdi formazione a favore di detenuti ointernati.Il rapporto di lavoro, in ogni caso èesclusivamente di tipo subordinato. La

    Luca ScalabrinConsulente del Lavoro

  • SINTESI BENEFICI CONTRIBUTIVI E/O FISCALI

    La tabella schematizza i contenuti dell’art. 4 della legge n° 381/1991 prima e dopo le modifi-che apportate dalla legge n° 193/2000 e le percentuali di sgravio applicabili

    SINTESI DISPOSIZIONI OPERATIVE INPS PER LA FRUIZIONE DEGLI SGRAVI CONTRIBUTIVI

    Rif. Circ. D.A.P n. 0321376 del 19.07.2002Cir. Inps n. 134 del 25 luglio 2002.

    * Al riguardo si informa che, dopo il primo finanziamento, disposto dall’art.6 della legge 193/00 per il triennio 2000/2002, i fondi per l’ap-plicazione della legge 193/00 sono stati consolidati sugli ordinari capitoli di bilancio gestiti dal Ministero della Giustizia e l’importo vieneaccreditato automaticamente all’inizio di ogni esercizio finanziario. Non sono quindi necessari ulteriori provvedimenti legislativi chedispongano l’assegnazione di fondi per gli anni seguenti. Inoltre, nelle more dell’emanazione dei nuovi decreti di attuazione, continuano aprodurre i loro effetti quelli attualmente in vigore. (Nota Ministero della Giustizia Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria direzio-ne generale dei detenuti e del trattamento)

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    scelta di escludere le Co.Co. a progettopotrebbe risultare un limite della discipli-na, in particolar modo per le cooperativesociali, che prevedono espressamente taletipologia lavorativa nei loro statuti eregolamenti, spesso l’unica utilizzabileviste le forti peculiarità dell’ambientecarcerario. In conclusione si fa notare che gli sgravidescritti hanno una decorrenza ormaidatata; dal punto di vista fiscale sono giàscaduti, anche se, in mancanza del previ-sto decreto da attuarsi entro il 31 maggiodi ogni anno e in base alle previsioni dispesa diramate da Ministero dellaGiustizia, le scelte operative delle azienderisultano le più disparate. *Per la parte contributiva, visto che la sca-denza non è prevista dalle norme dilegge, si può continuare a beneficiarne.D’altro canto la L. 381 non ha una sca-denza determinata.Il legislatore potrà, in ogni caso, proce-dere alla rettifica della percentuale disgravio applicabile in base ai fondidisponibili in bilancio.

    Sicuramente la dinamica del lavoro puòdefinirsi una strategia vincente per“ricollocare” il carcere nella società e lasensibilizzazione delle imprese e dellasocietà civile all’inserimento lavorativodei soggetti svantaggiati in questo casodetenuti o internati.Il sistema penitenziario va sicuramenteaiutato e incentivato anche con l’utilizzodegli strumenti, di una legge, che pur conle difficoltà e divergenze interpretative,ha contribuito a promuovere il lavoro eil reinserimento sociale di una categoriadi persone spesso lasciata ai marginidella società.

  • Dialogo pubblico-privato per una moderna amministrazione

    La relazione pubblico-privato rappresenta un rapporto cardine per il futuro di unoStato moderno e il tema del ruolo tra privati e Pubblica Amministrazione ci riportaal più antico paradigma amministrazione-cittadini. Tra questi modelli spicca quellodell’amministrazione della sussidiarietà, che offre una amministrazione pubblicamoderna che opera con il concorso attivo dei cittadini.I tredici saggi che compongono il volume “Il ruolo del privato nel dialogo con lepubbliche amministrazioni” si soffermano sul connubio pubblico-privato, che puòdiventare l’architrave di una governance urbana innovativa, sulla crescente impor-tanza della società terziaria dei servizi e dei servizi pubblici in particolare e sullacollaborazione nella loro prestazione, sul rafforzamento del management pubblico,sulla globalizzazione che ha comportato una concorrenza sempre più serrata tra leimprese e una sensibile crescita della mobilità di merci, capitali e persone, sulloschema del contratto e l’autonomia negoziale con il rapporto tra lex mercatoria ediritto amministrativo.Il curatore del volume, Gianfranco Perulli insegna diritto amministrativonell’Università IUAV di Venezia. Presiede il CIRGA – Centro Italiano di RicercaGiuridico Amministrativa.I testi all’interno del volume sono firmati da importanti autorità del mondo politi-co ed accademico, assicurando uno sguardo attento e reale alla materia e illustran-do altresì le proposte formulate in sede politica che presumibilmente andranno aformare le prossime normative. Lettore e Legislatore si incontrano dunque neltesto prima ancora che le ipotesi formulate divengano leggi, consentendo di vivereil processo di studio e discussione che precede la normazione.I saggi del presente volume sono a firma di:Francesco Rutelli, deputato al Parlamento, vice presidente del Consiglio deiMinistri, Ministro per i Beni e le Attività Culturali;Tiziano Treu, senatore, presidente della Commissione Lavoro del Senato, professore ordinario di diritto del lavoro all’Università Cattolica di Milano;Alberto Maritati, senatore, Sottosegretario alla Giustizia;Gianmaria Gros Pietro, presidente della Società autostrade SpA, Professore di economia dell’impresa, Direttore del Dipartimento di scienze economiche e aziendali alla LUISS di Roma;Giuseppe Mele, direttore politiche industriali e territoriali di Confindustria;Eugenio Francesco Schlitzer, docente di contabilità pubblica facoltà di giurispru-denza dell’Università degli Studi di Lecce, avvocato, consigliere Corte dei Conti;Elena Brandolini, magistrato della Corte dei Conti;Alberto Mingarelli, magistrato della Corte dei Conti;Antonio Vegna, consigliere della Fondazione nazionale Consulenti per il lavoro,consulente del lavoro;Stefano Smocovich, dirigente pubblico;Luca Fazio, magistrato della Corte dei Conti;Claudio De Rose, Procuratore generale della Corte dei Conti

    IL RUOLO DEL PRIVATONEL DIALOGO CON LE PUBBLICHEAMMINISTRAZIONI (2006) 168 pagine, 23 euro

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  • La celebrazione, nel 2006, del decennaledall’ istituzione del Registro delleImprese è stata l’occasione per riflettere– attraverso un seminario promosso aMestre dalla Camera di Commercio diVenezia – sull’innovazione portata daquesto importante strumento.Al seminario, oltre al Conservatore dellaCamera di Commercio di Venezia chepresiedeva la riunione quale moderatore,si sono susseguiti i qualificati interventidi altri dirigenti di Unioncamere,Infocamere, i l Conservatore dellaCamera di Commercio di Ravenna,docenti dell’Università Cà Foscari diVenezia e dell’Università Lum JeanMonnet di Bari. Ad una così qualificataschiera di relatori ha fatto da contraltarela presenza in sala di esponenti del nota-riato e del Tribunale di Venezia, oltre amolti professionisti appartenenti aidiversi ordini professionali delle materiecontabili. Il seminario, oltre alla celebrazione deldecennale del Registro Imprese, coinci-deva con l’importante ricorrenza delbicentenario istitutivo della Camera diCommercio di Venezia. Gli aspetti celebrativi hanno prestolasciato spazio alle più interessanti que-stioni giuridiche ed economiche che diecianni orsono hanno determinato la nasci-ta del Registo Imprese. L’interessanterelazione del professor Vincenzo

    Donativi, docente dell’università LumJean Monnet di Bari, con i suoi accennistorico-giuridici delle funzioni del regi-stro delle imprese e dell’intero organi-smo camerale, è stata l’elemento per-meante dell’intero seminario. Prendendospunto da un proprio libro di prossimapubblicazione, Donativi ha indicato leprincipali funzioni del Registro delleImprese anche alla luce del nuovo dirittosocietario. L’analisi, non priva di ele-menti critici in ordine ad alcune miopielegislative, ha ben illustrato, giuridica-mente, le funzioni del Registro delleImprese evidenziando le peculiari ten-denze evolutive di questo importanteorganismo camerale. Nei successivi interventi, i relatori hannofatto una analisi della funzione economi-co politica del Registro delle Imprese. Èstata giustamente esaltata la primarietàeuropea dell’istituto che, ad oggi, con-sente di reperire dati economici di 15paesi europei. Per rendere un’idea inordine all’importanza dei dati conservatidalle Camere di Commercio, basti pen-sare che nel solo 2005 hanno avuto oltre26 milioni di interrogazioni sugli attidetenuti.I singoli interventi hanno avuto comun-que un unico comune denominatore: ilRegistro delle Imprese quale strumentogiuridico per la certezza dei rapporti di

    mercato. Troppo spesso questa impor-tante peculiarità dell’istituto viene tra-scurata limitandone le funzioni a merocontenitore di dati.Risulta evidente come la Camera diCommercio, nell’ambito dei pubbliciservizi, si stia adoperando per assumereuna posizione di centralità e leadershipche senz’altro, alla luce dei risultati otte-nuti, le compete. L’eliminazione del con-trollo omologatorio del Tribunale per lesocietà, la soppressione dei riferimenticodicistici alla pubblicazione sul Busarl,la soppressione del FAL, la distribuzionedella Carta Nazionale dei Servizi, laposta elettronica certificata, senza dub-bio sono traguardi che giustificano leambizioni delle Camere di Commercio. I docenti dell’università Cà Foscari diVenezia, nell’intervento di chiusura delseminario, hanno ben illustrato le poten-zialità dei dati ricavati dal RegistroImprese evidenziando, attraverso unloro studio, elementi di analisi chehanno fatto emergere impensabili valu-tazioni politico economiche legate ad unpreciso territorio.Concludendo questi appunti sulla gior-nata celebrativa del Registro delleImprese, mi auguro che questa positivaesperienza, resasi tale anche per la colla-borazione sinergica di noi professionisti,possa essere condivisa da altri enti .

    Registro delle Imprese:uno strumento prezioso

    Mariano MontefuscoConsulente del Lavoro

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    SSttrruummeennttoo ggiiuurriiddiiccooppeerr llaa cceerrtteezzzzaa ddeeii rraappppoorrttii ddii mmeerrccaattoo..NNeell 22000055 oollttrree 2266 mmiilliioonnii ddii iinntteerrrrooggaazziioonnii

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    “Azienda Sana”premia la salute in azienda

    La terza edizione del concorso “Aziendasana - La salute in azienda” entra nelvivo. A sei mesi dal termine per la pre-sentazione delle domande di partecipa-zione, fissato al 30 aprile 2007, ilComitato Fondatore dell’iniziativa orga-nizza una serie di incontri nelle provincedel Veneto destinati alle imprese pubbli-che e private, ai professionisti e a quantisi occupano di promuovere la salute e lasicurezza nei luoghi di lavoro.Nel corso degli incontri, chiamati “A tuper tu con Azienda Sana”, saranno illu-strate le tematiche e i concetti chiave delconcorso: formazione, sistemi di gestionedella sicurezza, responsabilità sociale ecertificazione etica, miglioramento deglistili di vita e benessere organizzativo. Gliincontri sono tenuti da esperti del comi-tato tecnico scientifico e vedono la parte-cipazione, in qualità di testimonial, diimprese ed enti che hanno partecipato alconcorso nelle edizioni precedenti.“Azienda Sana”, infatti, non è solo unpremio alle aziende che investono insalute e sicurezza, ma anche una rete dicontatti e know-how per aiutare impresee lavoratori a prevenire gli infortuni emigliorare il proprio ambiente di lavoro.L’incontro programmato in provincia diVenezia si terrà martedì 14 novembrealle ore 16 nella sede di UnindustriaVenezia (via delle Industrie 19 –Marghera).Per il 2007 il concorso “Azienda Sana”mette in palio cinque premi da 7milaeuro per altrettante categorie: categoriagrandi aziende; categoria piccole e medieaziende; categoria aziende pubbliche;progetto ancora da realizzare; progettoche integri due o più temi a concorso. Leaziende possono presentare in formacongiunta i loro progetti anche tramiteuna società/studio di consulenza, cui saràattribuito un attestato di riconoscimentonel caso in cui il progetto risulti premia-to.Lo sviluppo dell’iniziativa e l’interessecrescente attorno alle tematiche del con-

    corso sono testimoniati sia dal recenteallargamento del protocollo d’intesa adaltri nove enti del Veneto, portando ilnumero complessivo a 44 enti, sia dallemigliaia di contatti registrati dal sitointernet www.aziendasana.it dove è pos-sibile scaricare il bando, i documenti col-legati e tutte le informazioni sull’iniziati-va.

    Le domande, corredate dalla relazioneillustrativa e da altri eventuali documen-ti, dovranno pervenire entro e non oltreil 30 aprile 2007 alla segreteria organiz-zativa del concorso “Azienda sana - Lasalute in azienda 2006” pressoUnindustria Venezia.Per informazioni tel. 0415499128 -www.aziendasana.it.

    RRiiccoonnoosscciimmeennttoo aallllee aazziieennddee cchhee iinnvveessttoonnoo ssuullllaa ssiiccuurreezzzzaa..DDoommaannddee eennttrroo iill 3300 aapprriillee

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    L'attività convegnistica svolta dalConsiglio Provinciale dell'Ordine deiConsulenti del Lavoro di Venezia da2002 ad oggi.

    24/10/2002 tema: L’emersione del lavorosommerso – Interventi: Prof. GaetanoZilio Grandi, dott. Giuseppe Greggio,dott. Gennaro Porcaro D’Ambrosio,dott. Michele Monaco, D.ssa EldaFerrari, D.ssa Bianca Lubreto. Ospiti:Segretario Consiglio Nazionale Avv.Rosario De Luca, Presidente OrdineProvinciale di Treviso AnnamariaGiacomin, Presidente Ordine ProvincialePordenone Pierluigi Giol, ProcuratoreGenerale dott. Ennio Fortuna, Guardiadi Finanza Comando Prov.le di VeneziaCapitano Luca Elidono, NucleoRegionale Polizia Tributaria Col.Giovanni Mainolfi, Inps Prov.le S. Donàdi Piave dott. Cuomo, Agenzia delleEntrate Venezia 2 dott. Giuseppe Russo,Direttore EBAV dott. Paolo Barausse.

    30/11/2002 tema: Il lavoro atipico e lariforma del lavoro – Interventi: Avv.Innocenzo Megali e CdL Enzo De Fusco.Ospiti: Presidente Consiglio NazionaleAlfio Catalano, Consigliere NazionaleAttilio Miotto, Commissione StudiSettore Consiglio Nazionale GiuseppeMarini, Presidente Ordine Provinciale BlFlora Da Rolt, Presidente OrdineProvinciale Bologna Sergio Stelitano,Guardia Finanza Comando Prov.le diVenezia Cap. Luca Elidoro, Inail Reg.leVeneto dott. Alessandro Crisci, DirettoreDirezione Regionale del Lavoro diVenezia dott. Sandro Orlandi,Responsabile Centro per l’Impiego diVenezia dott. Paletto, SegretarioGenerale Filcams CGIL Prov. VeneziaGiuseppe Sforza, Confartigianato Prov.Venezia dott. Francesco Rizzardo,Dirigente Provincia Venezia SettoreLavoro-Formazione Prof.le BrunoCacciavillani, Provincia di Venezia d.ssaAnnalisa Vegna, Ascom S. Donà di PiaveDanilo De Nardi, Università Ca’ Foscariprof. Zilio Grandi,

    14/12/2002 Seminario sul tema:

    Regolamento della formazione continua– Intervento CdL Attilio Miotto.

    19/02/2003 tema: La Legge finanziaria2003 (in questa occasione è stato conse-gnato il nuovo Albo) – Interventi CdLEnzo De Fusco e Rag. Mauro Comin.Ospiti: Presidente e Vice PresidenteEnpacl Vincenzo Miceli e GiovanniCirmi, Revisore Nazionale dell’OrdineFranco Marchetti, Direttrice Inail Prov.leVenezia d.ssa Elda Ferrari, Direttore EBTArea Veneziana dott. Simone Domenico,Comando Carabinieri Ten. GiovanniLiaci, Guardia di Finanza Cap. LucaElidono.

    04/04/2003 tema: Il rapporto di lavoronegli Enti locali – Relatori Avv.Gualtierotti e Avv. Vanna Stracciari.

    10/04/2003 seminario sul tema: Le formeprevidenziali nelle libere professioni –Interventi: On. Prof. Renato Brunetta,Sen. Prof. Tiziano Treu, dott. AdelioBertolazzi, dott. Mario Cascinelli.

    23/05/2003 tema: Lavoro stagionale elavoro nero nella realtà veneta –Relatori: dott. Francesco Miceli, Prof.Luca Meldolesi, dott. Bruno Anastasia.

    02/07/2003 seminario sul tema: Decretodi attuazione della Legge di riforma delmercato del lavoro – Legge Biagi –Intervento Avv. Flavio Mattiuzzo.

    23/10/2003 seminario sul tema: Basilea2: Nuove prospettive e opportunità –Relatori: dott. Andrea Bologna, dott.Gianni Allicini, Ing. Massimo Albonetti eSig. Paolo Martin.

    11/12/2003 incontro annuale sul tema:Le maggiori novità nel settore lavoro,fiscale e societario – Interventi: Prof.Adalberto Perulli, Rag. Mauro Comin,Rag. Enrico De Sordi. In tale occasione siè presentato il nuovo sito dell’Ordine(www.consulentidellavoro.venezia.it) –Ospiti: una rappresentanza del ConsiglioProvinciale dell’Ordine di Bari, il VicarioEpiscopale Monsignor Fausto Bonini e ilPresidente Commissione Statuto RegioneVeneto Carlo Alberto Tesserin, RevisoreOrdine Nazionale Graziella Montagner,Presidente Ordine Provinciale Padova

    Gino Fior, Presidente Ordine ProvincialeRovigo Giancarlo Micheletti, PresidenteCollegio Ragionieri Venezia EzioTagliaro, Responsabile U.O. PrivateCA.RI.VE. Paolo Zaffalon, VeneziaOpportunità Moretti Vincenzo,VicePresidente Enpacl Giovanni Cirmi,Nucleo Reg.le Polizia Tributaria Ten.Dario Greci, Associazione CostruttoriEdili Responsabile Servizio SindacaleLuca De Lazzari, Gente VenetaElisabetta Colecchia. Sono stati, tra l’al-tro consegnati agli Iscritti dei riconosci-menti per l’anzianità professionale.

    20/11 – 24/11 – 05/12 e 11/12/2003incontri Ipsoa sul tema: Il nuovo mercatodel lavoro – Relatori: dott. MicheleMonaco, dott. Sergio Rosato, Rag.Maria Rosa Gheido, CdL AlfredoCasotti, dott. Eufranio Massi.

    28/02/2004 – sul tema: Legge Finanziaria2004, Novità concordato preventivo econdoni – Riforma Biagi: somministra-zione di lavoro e lavoro intermittente –Relatori: Avv. Flavio Mattiuzzo e Rag.Mauro Comin. Ospiti: Presidente OrdineProvinciale Bologna Sergio Stelitano,Consigliere Prov.le Padova FilibertoBattistello, Direttore Agenzia EntrateUfficio Locale Venezia-Mestre AntonioCucinotta, Direttore Agenzia Entrate S.Donà Piave dott. Amilcare, VicePresidente e Consigliere Ass. AlbergatoriCarole Luca De Vecchi e Fabio Catto,Presidente Umana SpA Luigi Brugnaro.

    28/04/2004 – sul tema: Le nuove regolesul part-time e il nuovo codice della pri-vacy: D.Lgs 196/2003 - Relatori: Avv.Flavio Mattiuzzo e Sig. Di Braida Paolo.Ospiti: Presidente Ordine Prov.le RovigoGaincarlo Micheletti, Dirigente VicarioInps Prov.le Venezia Giuliana Miante,Inps Regionale Venezia dott. LucianoMessina, Veneto Lavoro dott.PieroAndrea Breda, Delegata QuestoreVenezia d.ssa Stefania Niro, ComandoNucleo Regionale P.T. della GdF VenetoCap. Giacomo Mastai, Ascom Mestrerag. Ennio Mezzalira.

    Dal 19 Aprile al 11 Maggio 2004Seminari di Studio in materia di immi-

    Attività convegnistica dal 2002 al 2006

  • grazione con la Provincia di Venezia.

    24/05/2004 Convegno della FondazioneStudi Nazionale sul tema: Codici etici epolitica dell’occupazione. Quale dialogofra le parti sociali nel nuovo mercato dellavoro? - Relatori Avv. Gian PaoloPradstraller, Prof. Renato Brunetta eProf. Antonio Vallebona.

    31/05/2004 Convegno sul tema: IlVeneto davanti alle nuove sfide economi-che tra competizione e responsabilitàsociale – Partecipanti Vice Prefetto diVenezia Giustiniani Leonardo, VicePresidente Provincia Venezia DavideZoggia, Prof. Ferruccio Bresoli,Presidente C.C.I.A.A. Ing. MassimoAlbonetti, Monsignor Angelo Centenaro,Presidente Commissione Statuto CarloAlberto Tesserin, Senatore Tiziano Treu,Sottosegretario Ministero Welfare On.Maurizio Sacconi, e altre importanti per-sonalità.

    30/06/2004 Seminario sul tema: IlContratto di inserimento e stage ;Relatore Avv. Flavio Mattiuzzo.

    03/11/2004 Convegno sul tema: La rifor-ma dei Servizi Ispettivi – Aspetti norma-tivi e tecnici; Relatore CdL Enzo DeFusco.

    19 e 24/11/2004 Incontri Seminarialisulla riforma del diritto societario –Relatore rag. Comin;

    23/11/2004 Incontro dal titolo: LaFondazione Consulenti per il Lavoro e lefunzioni previste per la Categoria dallaLegge Biagi – Partecipano: Presidente delConsiglio Nazionale dell’Ordine deiConsulenti del Lavoro Alfio Catalano,del Presidente della Provincia di VeneziaDavide Zoggia, di Maurizio SorcioniResponsabile Comunicazione di ItaliaLavoro, di Mauro Di GiacomoCoordinatore Comunicazione BorsaNazionale Lavoro, di Andrea BettiniResponsabile di progetto dellaFondazione Lavoro, di Stefano Cacace eMaurizio Coruzzo Responsabili sistemiinformativi della Fondazione Lavoro.

    19 e 24/11/2004 Incontri seminarialisulla riforma del diritto societario.Relatore Mauro Comin.

    07-14 e 21/12/2004 incontri sull’attivitàdell’Inail Provinciale di Venezia, a curadel dott. Santoro e altri funzionari.

    13/12/2004 e gennaio 2005 incontriseminariali in materia fiscale. RelatoreMauro Comin.

    25/01/2005 Convegno sul tema: LaLegge Finanziaria 2005 el’Autoliquidazione Inail. Relatori: rag.Mauro Comin e Sig.ra Patrizia LastrucciResponsabile della ComunicazioneIstituzionale Ianil Venezia.

    24/02/2005 Convegno Osra Veneto suNovità della Dichiarazione IVA 2005 ealtre Novità Fiscali; Relatore dott.Gigliotti.

    15/03/2005 Incontro Inps DirezioneRegionale di Venezia sulla mensilizzazio-ne dei flussi retributivi.

    30/03/2005 Convegno sul tema: La pre-videnza dei CdL e la previdenza integra-tiva.

    21/04/2005 Incontro di studio su Lamensilizzazione dei flussi retributivi ed ilnuovo apprendistato.

    06 e 07/10/2005 Convegno di Studiorganizzato da Università Ca’ Foscari diVenezia, Dipartimento di ScienzeGiuridiche sul tema: Dopo la flessibilitàcosa? A quattro anni dal libro biancodel lavoro.

    18/11/2005 Convegno organizzatodal Comune di Portogruaro sul tema: Illavoro che c’è – Riforma del mercato dellavoro e pari opportunità.

    13/12/2005 Convegno organizzatodall’Ordine degli Avvocati, dei DottoriCommercialisti, dal Collegio Ragionieri,dalla Direzione Provinciale del Lavoro diVenezia sul tema: La certificazione deicontratti di lavoro.

    16/12/2005 Convegno sulle novitàriguardanti l’inserimento lavorativo deicittadini immigrati.

    19/12/2005 Incontro organizzatodall’Inail Prov.le di Venezia su “DURC”.

    23/01/2006 In collaborazione con Il Sole24 Ore convegno sul tema: Finanziaria2006 e novità contributive e fiscali difine anno.

    28/03/2006 Incontro in Portogruaro sultema: Il lavoro degli stranieri nel Veneto– Immigrazione e politiche di inserimen-to.

    31/03/2006 In collaborazione con laFondazione Studi del CNO e l’Ordine diTv convegno sul tema: Lo stato di attua-zione della Riforma Biagi e il ruolo deiConsulenti del Lavoro nellaCertificazione dei Contratti di Lavoro.

    26/05/2006 Incontro di aggiornamentoprofessionale sul tema dell’antiriciclaggio,relatori il Generale Comandante MarioD’Alonzo della G.d.F. Regionale Veneto erag. Matteo Robustelli; avvenuto gemel-laggio con Ordine di Roma.

    16,23,30/06 e 07/07/2006 in collabora-zione con l’Ordine degli Avvocati diVenezia incontri di studio su La Nuovalegge fallimentare.

    21/06/2006 giornata formativa in colla-borazione con la Fondazione Consulentiper il Lavoro.

    29/06/2006 momento di Formazionesulla Certificazione dei Contratti diLavoro – Relatori prof. Perulli e dott.Scalabrin.

    15/09/2006 convegno in collaborazionecon l’Università degli Studi di Padova,Facoltà di Giurisprudenza eDipartimento di Sociologia e la Consultadegli Ordini dei Consulenti del Lavorodelle Province del Veneto dal titolo: IlConsulente del Lavoro: dinamica di unaprofessione nel Veneto.

    13/10/2006 convegno sul tema: LeNovità introdotte dal Decreto Bersani;relatore il rag. Mauro Comin.

    24/11/2006 Convegno in collaborazionecon ANCL U.P. di Venezia sul tema: Lariforma previdenziale – Le novità deisistemi obbligatorio e complementare – Ildestino del T.F.R.

    20/12/2006 – Convegno sui temi: 1)Miglioramenti retributivi tra supermini-mi, premi produttività e interventi degliEnti Bilaterali - Relatore l’Avv. FlavioMattiuzzo. 2) La responsabilità civile eprofessionale dei Consulenti del Lavoro– Relatore il rag. Matteo Crispino –Responsabile Broker DAG.

    foto del convegno tenutosi il 16 dicembre 2005, presso il Centro Culturale Candiani di Mestre

  • Elenco dei Consulenti del Lavoroiscritti all’Ordine di Venezian° cd cognome indirizzo città telefono e fax e-mail1 154 Agnoletto Giuseppe Via M.te Bianco 27 30030 Favaro Veneto Ve 041.631181 - fax 041.631510 [email protected] 430 Agostini Manuela Via Aleardi 33 30172 Mestre Ve 041.940413 [email protected] 495 Ambruoso Raffaele Via S. Gallo 173 30126 Venezia Lido 041.5260303 - fax 041.2420070 [email protected] 132 Anastasia Giacomo Via Argo 5/7 30020 S. Michele Tagl.to Ve 0431.43331 - fax 0431.437833 [email protected] 241 Andriolo G. Barbarino Corso Del Popolo 61/ 4 30172 Mestre Ve 041.959733 - fax 041.959932 [email protected] 494 Angileri Alessandro Via G. Mameli 78 30017 Jesolo Ve 0421.382060 - fax 0421.382204 [email protected] 542 Arba Maria Letizia Via Aquileia 45/5 30017 Jesolo Ve 0421.93460 [email protected] 522 Artusi Marco Via Roma 15 30030 Pianiga Ve 041.469563 - fax 041.5195517 [email protected] 400 Artuso Fabiola Via Cavin Di Sala 33 30035 Mirano Ve 041.430570 - fax 041.430570 [email protected] 438 Asquino Antonio Via Capuccina 17/A 30172 Mestre Ve 041.950118 - fax 041.974330 [email protected] 450 Badalin Giancarlo Via Garibaldi 3 30016 Jesolo Ve 0421.952858 - fax 0421.369182 [email protected] 248 Baldan Nerio Via Fausta 401/C 30013 Cavallino Ve 041.5370585 - fax 041.5370639 [email protected] 490 Baldan Sergio Via Roma 15 30030 Pianiga Ve 041.469563 - fax 041.5195517 [email protected] 478 Barbarino Silvia Corso Del Popolo 61/4 30172 Mestre Ve 041.959733 - fax 041.959932 [email protected] 538 Barbiero Alessia Via Sardegna 34 30026 Portogruaro Ve 0421.394556 - fax 0421.770935 [email protected] 231 Bardellotto Luigi Via Trieste 1 30027 S. Donà Di Piave Ve 0421.42830 - fax 0421.220222 [email protected] 380 Bari Alvaro Via Pilacorte 5 30026 Portogruaro Ve [email protected] 227 Barteselli Carlo Via Dello Zodiaco 10 30020 Bibione Ve 0431.521134 - fax 0431.521134 [email protected] 274 Benatelli Mario Campo Cadorna 5 30021 Caorle Ve 0421.210190 - fax 0421.218406 [email protected] 472 Benussi Arianna Via E. Mattei 8 31059 Zero Branco Tv 0422.486080 - fax 0422.487379 [email protected] 388 Beretta Giuliana San Marco 805 30124 Venezia 041.5208420 - fax 041.5286715 [email protected] 548 Bergamini Chiara Strada Dei 100 Anni 14 30039 Stra Ve 049.9899812 - fax 049.9800745 [email protected] 372 Bergamini Graziano Via Angi 14 30039 Stra Ve 049.9899811 - fax 049.9800745 [email protected] 156 Bergamini Valerio Via Angi 14 30039 Stra Ve 049.9899811 - fax 049.9800745 [email protected] 519 Berto Sandra Via Castellana 8 30037 Scorzè Ve 041.445083 - fax 041.445083 [email protected] 492 Bobbo Michele Via Carpaccio 3/1 30174 Zelarino Ve 041.5460848 - fax 041.909502 [email protected] 293 Bonamico Ferdinanda Via Bernardi 17 30175 Marghera Ve 041.5381254 - fax 041.2529406 [email protected] 544 Boncompagni Marco Via Bissa 33 30038 Mestre Ve 041.961055 - fax 041.961450 [email protected] 376 Bonet Tiziano Viale Ancona 15-17 30172 Mestre Ve 041.5322604 - fax 041.5322609 [email protected] 459 Bontempi Patrizia Viale S. Marco, 58 30020 Marcon Ve 340.4674822 - fax 041.5950609 [email protected] 344 Bonzio Alessandro Via Giudecca 1 30035 Mirano Ve 041.434666 - fax 041.434209 [email protected] 541 Borgato Alessandra Viale Ancona 15-17 30172 Mestre Ve 041.5322604 - fax 041.5322609 [email protected] 524 Boscolo Steny Manera Viale Veneto 19 30019 Chioggia Ve 041.5500303 - fax 041.5500303 [email protected] 167 Boso Mario Via Roma 11 30020 Eraclea VE 0421.232240 - fax 0421.231579 [email protected] 533 Bottacin Natalina Via N. Machiavelli 58/B 30020 Torre Di Mosto Ve [email protected] 413 Braidotti Claudio Viale Garibaldi 36/38 30173 Mestre Ve 041.5369805 - fax 041.5351933 [email protected] 457 Brichese Giuliano Via Toscana 28 30026 Portogruaro Ve 0421.276205 - fax 0421.5831190 [email protected] 529 Brovazzo Giorgia Via Bembo 2/A 30174 Mestre Ve 041.5321353 - fax 041.5316777 [email protected] 483 Brunato Nicola Via J. Castelli 44 30175 Marghera Ve 041.922185 - fax 041.5388862 [email protected] 420 Bugin Giuseppe Via Guolo 15 30031 Dolo Ve 041.413534 - fax 041.413502 [email protected] 287 Buoso Luciano Via Strada Nuova 8 30021 Caorle Ve 0421.81974 [email protected] 480 Busato Rafaella Via Bellini 5/2 30038 Spinea Ve 041.990475 - fax 041.990475 [email protected] 507 Bustreo Paolo Mario Via Cavin Di Sala 60/1/B 30035 Mirano Ve 041.5702852 - fax 041.5702549 [email protected] 434 Cais Pierpaolo Via Mazzini 37/A 30026 Portogruaro Ve 0421.71446 - fax 0421.285839 [email protected] 516 Calzavara Lorena Via Dei Dori 13 30035 Mirano Ve 041.5702338 - fax 041.432195 [email protected] 455 Campici Roberto Calle Marangoni 99 30015 Chioggia Ve 335.5434709 - fax 041.405259 [email protected] 514 Canetto Paolo Via C. Rezzonico 24 35131 Padova 049.654338 - fax 049.8210013 [email protected] 275 Capecce C. Maselli Via Mestrina 62/C 30172 Mestre Ve 041.972372 - fax 041.980866 [email protected] 250 Capogrosso Giovanni Via Miranese 460/B 30030 Chirignago Ve 041.5442321 - fax 041.5446308 [email protected] 298 Cappelletto Giorgio Viale Duca D’aosta 12/4 30024 Ceggia Ve 0421.329709 - fax 0421/322547 [email protected] 511 Carraro Mauro Via Castellana 24/B 30037 Scorze' Ve 041.5841311 - fax 041.5849301 [email protected] 391 Carnio Valter Via Manzoni 9 30020 Salzano Ve 041.437515 [email protected] 256 Casagrande Antonio Via Martiri 20 30024 Musile Di Piave Ve 0421.54240 - fax 0421.330578 [email protected] 255 Casagrande Fiorindo Via Gorizia 1 30038 Spinea Ve 041.5411320 [email protected] 240 Casarin Maria Via Napoli 27/A 30172 Mestre Ve 041.5319955 - fax 041.5319983 [email protected] 398 Caselotto Franco Via Barcis 4/2 30027 S. Donà Piave Ve 0421.220011 - fax 0421.2211