portfolio iuav giacomo casarin
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Università IUAVdi VeneziaFacoltà di Architettura
Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura
Anno Accademico2011-2012
III sessione di LaureaMarzo 2013
La matita sulla carta è in grado di creare forme complesse, linee che delimitano spazi e racchiudono un’idea che può evolversi in un progetto. Tutto questo si concretizza a partire dalla mente e dalla mano dell’architetto, il progetto non è altro che un dis-egno dell’uomo.
Il procedimento che appare diretto è quello più semplice? Due colonne che sorreggono una trave sono architettura, e questo semplice schema è modello per ulteriore costruzione. Un’architettura alimenta se stessa: è formata da tante pic-cole architetture, come questa frase è composta da tante pic-cole parole. Più ci si inoltra nel progetto, più il processo diventa complesso. Quando parlo di costruzione immagino solidità, con-cretezza, intendo qualcosa che sta su da solo, qualcosa che ha tutto quello che serve per essere e mantenersi. Questa forma di costruzione appare semplice, ma ha bisogno di essere control-lata.
L’uomo, fin da quando esiste, tende all’architettura, non solo per utilità, ma perché è nella sua natura: ogni uomo è tendente a creare e costruire qualcosa. Desiderio profondo e primitivo, solo con gli strumenti giusti e necessari, l’arte di costruire diventa architettura, diventa immagine stessa dell’uomo.
L’idea più immediata, deve trasformarsi nella più finita per di-ventare architettura; tanto semplice quanto complessa, nel senso di composta, fatta di segni e forme e vuoti, l’architettura è tale se avente un fine, se finita appunto.
Ecco che la vera architettura, quella forma di creazione che è già dentro di noi, si manifesta realmente quando è costruzione utile all’uomo, ed è concepita a sua forma.
Per me l’architettura è l’immagine dell’uomo, del suo bisogno di creare, della sua vanità e del suo genio.
Giacomo Casarinmat. 269073
3
Rilievo dell’Architettura
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Disegno dell’Architettura
Workshop 2011
Workshop 2012
Progettazione II
Progettazione I
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ESPLORARE
APPLICARE
CONOSCERE
78 8189
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Rilievo dell’Architettura
Architettura degli Interni
Storia dell’Architettura
Storia dell’ArchitetturaContemporanea
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Viaggio Studio 2010Francia - Svizzera
Viaggio Studio 2011Praga
Viaggio Studio 2012New York
ProgettazioneUrbanistica
ProgettazioneArchitettonica e Urbana
2315
4555
63
109
115121
Workshop 2012
Progettazione II
73
89
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C O N O S C E R Edal latino COGNOSCERE composto di CO O CON = CUM con particella intensiva o di semplice appoggio della voce, oppure indicante mezzo, stru-mento dell’azione, e GNOSCERE conoscere, dalla radice GNA che è nel lat. gnàrus che conosce, nòmen per gnòmen (= gr. ò-noma per ò-gnoma) nome, nel gr. (attico) gi-gnòsco conosco, gnòme mente, nòos per gnòos intelletto.Apprendere con l’intelletto a prima giunta l’essere, la ra-gione, il vero delle cose; avere idea, notizia, di checchessia, ac-quistata per mezzo dei sensi, dell’intelletto o della memoria.
Disegno dell’Architettura
Anno Accademico 2009/2010
Prof. Fabrizio Bertan
Disegno della Jacobs Second Residence di Frank LLoyd Wright1944
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Il corso ha fornito la conoscenza del disegno di progetto attraverso lo studio delle tecniche della rappresentazione con una serie di lezi-oni sui metodi del disegno per l’architettura e sulla normativa del disegno tecnico.Ogni lezione è stata seguita da un’esercitazione svolta in aula sui temi delle proiezioni or-togonali, delle assonometrie e della pros-pettiva, redatta a mano libera al fine di affinare le proprie capacità nel disegno.Sono stati trasmessi i principi geometri-co-descrittivi del disegno e dell’analisi configurativa di organismi complessi.Inoltre si è svolta un’indagine sulle architet-ture progettate da Frank Lloyd Wright, con particolare riferimento alle Usonian Houses. Questo specifico approfondimento ha con-sentito di affinare le conoscenze sulle tec-niche della rappresentazione permettendo di affrontare il lavoro di stesura di un progetto completo scelto tra i modelli di Usonian sug-geriti dal docente. Un particolare approfondi-mento finale è stato dedicato alle tecniche del colore con l’uso dei pastelli e dell’acquarello.Questo corso mi ha fornito il metodo e la prati-ca per tenere in mano quello che si considera forse l’unico vero strumendo dell’architetto, tramite l’analisi di una delle importanti re-alizzazioni dell’architetto statunitense Frank Lloyd Wright: the Jacobs Second Residence.E’ la prima casa progettata da Frank Lloyd Wright che ha usato la caratteristica so-lare di emi-ciclo. È stato dichiarato monu-mento storico nazionale nel 2003. La casa è stata progettata per il giornalista Her-bert Jacobs e si trova a Madison, Wisconsin.
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sezioni
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Rilievo dell’Architettura
Anno Accademico 2010/2011
Prof. Dario Toffanello
Rilievo di un edificio razionalista Municipio di Torviscosa
Acquisti i fondamenti geometrico-descrittivi del disegno e l’analisi configurativa della forma architettonica, sono state introdotte le sue applicazioni iconografiche orien-tate alla possibilità di ideare e descrivere il progetto nei suoi contenuti tecnici e formali in modo compiuto, sino a esplorare le frontiere della rappresentazione digitale.Il rilievo architettonico è strumento basilare per la con-oscenza e l’analisi metrica e qualitativa delle forme, dello spazio ambientale e architettonico, è la con-oscenza delle metodologie per rilevare, e in seguito poter lavorare, su un’opera architettonica esistente.Il corso si è posto l’obiettivo di far acquisire le com-petenze neccessarie per poter padroneggiare il rilievo manuale e strumentale, il rilievo critico, il rilievo fotografico, il ridisegno degli elementi architetto-nici e l’utilizzo di programmi di approccio tridimen-sionale alla ricostruzione virtuale dello spazio finito.Gli elaborati finali hanno avuto come tema l’analisi e il rilievo di un’architettura del periodo fascista, nel caso specifico il municipio di Torviscosa, attra-verso l’uso delle tecniche sia manuali che di com-puter grafica sviluppate durante il corso, al fine di produrre un rilievo dell’architettura nel suo insieme e di alcuni suoi particolari in modo da ottenere un’analisi completa dei metodi compositivi e delle proporzioni usate nella realizzazione dell’opera.
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Storia dell’Architettura
Anno Accademico 2009/2010
Prof. Andrea Guerra
In immagine:cupola di Santa Maria del Fiorea Firenze di Filippo Brunelleschi
Pantheon di Apollodoro di Damasco a Roma
Saint Philibert a Tournus
Ospedale degli Innocenti di Filippo Brunelleschi a Firenze
Sant’Ivo alla Sapienza di Francesco Borromini a Roma
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Santa Maria Novella di Leon Battista Alberti a Firenze Piazza San Pietro di Gian Lorenzo Bernini a Roma
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Storia dell’ArchitetturaContemporanea
Anno Accademico 2010/2011
Prof.ssa Maria BonaitiProf. Francesco Dal Co
In immagine:Unitè d’Habitation a Firminydi Le Corbusier
Postsparkasse di Otto Wagner a Vienna
La Tourette di Le Corbusier a Eveux
Casa Batllò di Antoni Gaudì a Barcelona
IIT di Ludwig Mies van der Rohe a Chicago
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Oltre ai contenuti studiati nel corso, come es-ercitazione d’esame era consigliato un argo-mento a scelta da esporre approfonditamente. La mia scelta è ricaduta sull’Architetto italiano Carlo Scarpa e nello specifico nel suo rappor-to con il Giappone. Ho letto i libri “Carlo Scarpa e il Giappone” di J.K. Mauro Pierconti e “Tac-cuino Giapponese” di Giangiorgio Pasqualotto.La prima opera visitata da Scarpa fu l’abitazione imperiale Katsura Rikyu, dove sono evidenti alcuni principi costitutivi dell’architettura tradizionale gi-apponese, come le pareti che servono a “fasciare” lo spazio interno, piuttosto che a sostenere il tetto.
Ne deriva la continuità tra spazi interni e spa-zi esterni, garantita dalla possibilità di aprire completamente gli shoji, le porte-finestre a tutta parete, mentre la continuità fra spazi in-terni è garantita dalla possibilità di far scorrere le pareti divisorie (fusuma), in modo da incre-mentare al massimo la flessibilità distributiva.Pazienza, tecnica, sobrietà al posto dello sfarzo, ris-ervatezza, al posto dell’esibizione, semplicità natu-rale al posto di ornamenti artificiali, arte “operaia”, gusto non sofisticato, povero: questi sono concetti chiave dell’architettura giapponese che si possono riassumere nel termine Wabi : “sobria raffinatezza”
L’autore, Kobari En-shu, pretese soltanto di non dover obbe-dire ad alcuna data di consegna, e che nes-suno lo importunasse durante il suo lavoro.
Mario GromoTaccuino giapponese
“”
KATSURA RIKYU, KYOTO
C’è qualcosa di primordiale, qualcosa che unisce l’antichità di quelle rocce all’inesauribile silen-zio che le accompagna. L’impronta lasciata sulla pietra non mima una distruzione della materia, ma la rende riconoscibile nel tempo come fattura dell’uomo, come messaggio attraverso il tempo di un’esistenza oramai dissoltasi ma tuttora presente, e capace di trasmetterci la sua testimonianza di vita.
J.K. Mauro PiercontiCarlo Scarpa e il Giappone
“”
Nel viaggio del 1969 Carlo Scarpa visitò le città di Kyoto, Tokyo Kamakura, Hakuse, Ise, Nara, Osaka, ma oltre al Giappone l’architetto ebbe il tempo di visitare la Cambogia, la Thailandia e il Vietnam. Una delle opere che lo toccarono di più fu il tempio di Ankor Vat, a cui si ispirò per il progetto del suo capolavoro degli ultimi anni di vita: la Tomba Brion nel cimitero di Altivole.
Angkor Wat in Cambogia
“Le rovine piegate e fratturate dal tempo di An-gkor risuonano nelle pieghe lavorate con al-trettanta forza da Scarpa” scrive J.K. Mauro Pierconti, sottolineando quanto fu fondamen-tale il viaggio del 1969, “Non è proprio un caso che Scarpa sia arrivato a definire parti impor-tanti della tomba, come la stessa cappella, pro-prio nei mesi successivi al suo ritorno in Italia.”
La città di Nikko è l’unica grande meta assente nel viaggio di Scarpa del 1969. Nikko la vis-itò invece Frank Lloyd Wright: l’impostazione planimetrica del santuario di Nikko Taiyu-in-byo viene ripresa nell’Unity Church di Oak Park. Ma il vero punto di riflessione di Nikko ruo-ta intorno alla natura della decorazione, essa può “sfondare” lo spazio, può trasformarlo.Wright usò il “potere” della decorazione nel suo progetto dell’Imperial Hotel costruito a Tokyo.J.K. Mauro Pierconti scrive: “Decorazione portata all’estremo limite. Si avverte quell’eccesso in più che fa scolorire la definizione della forma, come un’immagine fortemente ingrandita che, ugualmente perde i suoi confini, i suoi punti di riferimento. E allora le forme finiscono con il confondersi insieme […]”
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Imperial Hotel a Tokyo
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Su Nikko Scarpa ha un giudizio del tutto convenzionale, condizionato dalla lettura delle pagine del Taccuino giapponese di Mario Gromo: “[…] si ha il fasto per il fasto, un seg-no dovunque profuso di ricchezza e di potenza, fin troppo concrete, fin troppo terrene.”La sua riflessione non si sposta sulla decorazione, come Wright, ma rimane fedele alle magnificienze viste nelle altre città: nella Tomba Brion la “Porta della Luna”, tipica dei giardini tradizionali giapponesi, i pan-nelli mobili e la leggera copertura lignea, le molte aperture, che inducono ad una radicale trasformazi-one dello spazio sono manifesto di quanto Scarpa abbia conservato del Giappone. L’effetto percettivo è formidabile, la cappella è letteralmente trapassata da correnti di spazio, proprio come in Katsura Rikyu.
Tomba Brion ad Altivole
A P P L I C A R Edal lat. APPLICARE accostare o apporre un oggetto ad un al-tro, per modo che si tocchino (come avviene dei lati di una cosa che si pieghi), dalla partic. AD a e PLICARE piegare.Oltre al senso materiale ha pure quello fig. di darsi, mettersi a fare una cosa con proposito ( che è come se dicesse applicare la mente, lo studio o simili).
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Progettazione 1
Anno Accademico 2009/2010
Prof. Giancarlo CarnevaleProf.ssa Esther Giani
Progettazione di una casaunifamiliare, partendo da due muri, destinata ad unpersonaggio illustre della storia, della letteratura o dell’arte.
In immagine:particolare del giardino della Petite Maison di Le Corbusier
I due muri delimitavano uno spazio: l’oggetto della progettazione, un tratto che è diventata l’abitazione. I due muri hanno definito un allog-gio, una piccola abitazione per una figura il-lustre della storia, dell’arte o della letteratura. La mia scelta è ricaduta sul giovane Werther. Werther è un piccolo borghese solitario, vive in una casa di modeste dimensioni, da solo.Il riferimento scelto per l’abitazione è Le Corbusier e nello specifico il primo richi-amo è alla Petite Maison [1] del Maestro .Werther è un uomo colto: al piano terra è presente un salottino-libreria in cui poter discutere con am-ici intellettuali e al primo piano c’è uno studiolo. Qui Werther scrive le lettere per la sua amata Lotte. La speranza di poter ospitare la ragazza è indicata dalle due sedie accostate sia al tavolo da pranzo all’interno, sia a quello in giardino, e dai due sgabelli davanti al bancone della cucina, inoltre al primo piano c’è un letto matrimoniale.
La progettazione è un difficile equilibrio interno al triangolo vitruviano: Firmitas, Utilitas e Venustas.Anche in architettura, l’invenzione è frutto di cultura, riguarda la capacità di trovare riferi-menti logici, soprattutto tra i Grandi Maestri o dalla Tradizione Popolare. Un esercizio pro-gettuale semplice in realtà è un concentrato di quasi tutti i nodi problematici del progetto.All’inizio si è stati chiamati ad una prima scel-ta compositiva arbitraria ed elementare: dis-porre due muri in un luogo la cui topografia verrà definita a posteriori, un preciso sistema di vincoli regolerà il campo delle scelte possibili.La prima mossa è stata quasi del tutto un gesto di libertà che ha portato a ragionamenti sem-pre più precisi, fino ad arrivare al progetto. Questi due segni generatori si sono combi-nati liberamente, ma osservando due vincoli metrici: la distanza minima tra i due muri è di quattro metri e la distanza massimadi sette.
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planimetria con i due muri principali particolari ripresi dalla petite maison
Come nella Petite Maison, la casa del Werther è situata in riva ad un lago e la soluzione del tavolino esterno che si appoggia al muro forato consente di godersi la bella vista [2]. Il panorama, la natura in generale, è fondamentale. Werther è un romantico e da essa trae ispirazione per i suoi componimenti. Per questo motivo la parete sud-ovest che si affac-cia sul lago è interamente finestrata. Questa fac-ciata prende come modello le vetrate dei Duplex dell’Unitè d’Habitation di Marsiglia [3]. Anche la scala interna è ispirata a quella lecorbuseriana [4].I due piani dell’abitazione simboleggiano i due aspetti contrapposti della personalità di Werther. Il piano terra è caratterizzato da una distribuzi-one matematica e logica degli spazi, vi regna una proporzione aurea tra l’area della cucina/tavola da pranzo e quella del salotto/libreria. Gli spazi sono ampi e illuminati. Il piano terra simbo-leggia la razionalità del personaggio, la logica dello studioso, la proporzione dello scrittore.
Il primo piano individua invece il lato romantico del Werther: la scala è seguita nella sua ascesa dallo stes-so tetto che, inclinato di 10 gradi, trasporta lo sguar-do dell’osservatore attraverso la grande parete sud-ovest completamente finestrata, verso il cielo.Grazie al soppalco la vista tende all’infinito ispirando il Werther poeta. La distribuzione è seg-nata dalla parete curva del bagno che con-sente la presenza di un letto rotondo; curvi sono anche i lati del terrazzo della parete nord-est.Il terrazzo è un altro elemento di tensione verso l’ignoto, verso l’ispirazione poetica. Il primo pi-ano è il più illuminato, dato che il terrazzo e le terminazioni curve dei muri che lo sostengono, oscurano parzialmente il piano terra. E’ un luogo sacro, un luogo in cui Werther segue la sua fede, cioè l’amore, in cui invoca la sua dea, Lotte, per-fino luogo funebre, in cui scrive il suo testamento prima di suicidarsi. Il primo piano simboleggia l’irrazionalità del personaggio, la ricerca del poeta.
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2
3 4
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prospetto nord -est prospetto sud-ovest
pianta piano primopianta piano terra
prospetto nord-ovest
Progettazione 2
Anno Accademico 2010/2011
Prof. Angelo Villa
Progettazione di una casa per studenti vicino al campusuniversitario di Ca’ Foscaria Mestre
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Il corso ha avuto come tema la pro-gettazione di un edificio polifunzionale nel quale funzioni residenziali e pubbli-che si integrino nell’ area universitaria di Mestre. L’esercitazione progettuale è stata incentrata, principalmente, sul tema dell’abitare, indagato come questione tipologica, e funzionale, fi-nalizzata all’apprendimento dei principi distributivi, in termini quantitativi e quali-tativi, dall’organizzazione dello spazio, alle questioni tettoniche e costruttive.
ProgettazioneArchitettonica e Urbana
Anno Accademico 2011/2012
Prof.ssa Patrizia Montini Zimolo
Progettazione di un CentroUniversitario Polifunzionalea Parigi
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N
studenti:Pietro Bellini 268800Giacomo Casarin 269073Alberto Vivianetti 269242
Prof.ssa Patrizia Montini Zimolo
corso di progettazione architettonica ed urbanaanno accademico 2011/12
TAVOLA
CAMPUS UNIVERSITARIO Parigi, Hopital Saint- Vincent de Paul
02attacco a terra
scala 1:500
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planimetria generale
N
studenti:Pietro Bellini 268800Giacomo Casarin 269073Alberto Vivianetti 269242
Prof.ssa Patrizia Montini Zimolo
corso di progettazione architettonica ed urbanaanno accademico 2011/12
TAVOLA
CAMPUS UNIVERSITARIO Parigi, Hopital Saint- Vincent de Paul
02attacco a terra
scala 1:500
pianta piano terra
pianta piano primo
pianta piano secondo
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Progettazione Urbanistica
Anno Accademico 2011/2012
Prof. Fabrizio Paone
Progettazione di un nuovo polo residenziale a sud del parco Irisa Padova
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Il corso ha approfondito gli strumenti critici e operativi indispensabili per affrontare la complessa costruzione del progetto urbanistico. Attraverso un’esperienza di tipo progettuale abbiamo appreso a porre in relazi-one tra loro le molteplici dimensioni e declinazioni dello spazio urbano (morfologico, sociale, d’uso, simbolico, etc), acquisendo la capacità di prefigurarne le tras-formazioni utilizzando una pluralità di operazioni pro-gettuali e di tecniche di rappresentazione (rilievo de-scrittivo, costruzione di scenari, master plan, ecc.).La zona di progetto è una grande area verde che si trova a sud del parco Iris a Padova. L’obiettivo è stato creare una zona chiusa sui due fronti stradali, collegan-dolo invece al parco a nord e all’argine a sud, garan-tendo la continuità del verde. Collocando gli edifici sui fronti stradali, si crea un polmone verde interno che è stato integrato con i percorsi ciclo-pedonali preesistenti.Gli edifici sono di tre tipologie abitative: case per stu-denti, case per famiglie e una biblioteca; queste dis-posizioni seguono i caratteri distintivi del luogo e generano un grande parco protetto (le cui entrate dalla strada sono selezionate), vivibile sia dai resi-denti della zona sia da coloro che non ci abitano.
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Architettura degli Interni
Anno Accademico 2010/2011
Prof. Martino Doimo
Progettazione di una galleria espositiva all’interno delcastello di Nogarole Roccain provincia di Verona
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E S P L O R A R Edal lat. EXPLORARE composto di EX e PLORARE nel senso ge-nerico di scorrere, correre, andare, in forza del radicale PLU nel senso di scorrere. Andare investigando, spiare, cercar di scoprire.
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Workshop 2011
Anno Accademico 2010/2011
Prof.ssa Sara Marini
Riqualificazione dell’ex industria metalmeccanica Elba in un centro artistico e culturale per la città di Bassano del Grappa
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NUOVA VITACENTRO ARTISTICO-CULTURALE NELL’AREA EX-ELBA, BASSANO DEL GRAPPA
1/500giacomo casarin, michele tozzi
1/1000
1/2000
NUOVA VITACENTRO ARTISTICO-CULTURALE NELL’AREA EX-ELBA, BASSANO DEL GRAPPA
1/500giacomo casarin, michele tozzi
1/1000
1/2000
area ex-elba
poli culturali di secondaria importanza
poli culturali di primaria importanza
aree per eventi esteni
MAPPA DELLE STRATEGIE URBANE NECESSARIE ALA TRASFORMAZIONE DELL’AREA EX-ELBA
collegamenti principali
rivalutazione delle rive del fiume brenta
riutilizzo delle aree dismesse
centro storico
MAPPA DELLE STRATEGIE URBANE NECESSARIE ALLA TRASFORMAZIONE DELL’AREA EX.ELBA
84
85
tema di progetto:
area ex-elba
poli culturali di secondaria importanza
poli culturali di primaria importanza
aree per eventi esteni
MAPPA DELLE STRATEGIE URBANE NECESSARIE ALA TRASFORMAZIONE DELL’AREA EX-ELBA
collegamenti principali
rivalutazione delle rive del fiume brenta
riutilizzo delle aree dismesse
centro storico
Workshop 2012
Anno Accademico 2011/2012
Prof. Marco Navarra
Riqualificazione dell’exalluminificio Sava a Margherain un campus universitario
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Il termine anatomia significa incidere, tagliare, sezionare, disseccare o dissezionare. Il workshop ha sperimentare queste metodiche dissettorie nella pratica dell’architettura prestando parti-colare attenzione alle sezioni tomografiche. Per tomografia (dal greco témno, tagliare, o tòmos, nel senso di strato, e gràphò, scrivere) si intende la tecnica spettroscopica mirata alla rappre-sentazione del corpo umano o di campioni a strati, in contrapposizione alla radiografia con-venzionale, che dispone sulla superficie bidimen-sionale della lastra tutto lo spessore del corpo o dell’oggetto. La tomografia trova impiego anche in archeologia, chimica e scienze dei materiali.
Le sezioni tomografiche lavorano per sequenze e accostamenti esplorando le pieghe della geogra-fia e degli insediamenti. La sovrapposizione su un unico piano, intercettando linee e relazioni ines-presse, permette di scoprire nodi e intersezioni tra strati lontani. Il dissezionamento libera il campo a nuove possibili relazioni che vengono sperimen-tate attraverso un certo grado di astrazione. A partire dall’area Sava (ex alluminificio) a Margh-era, il workshop ha cercato di utilizzare la pratica delle sezioni tomografiche per sviluppare un pro-getto di architettura. La sovrapposizione delle sezioni ha creato forme che abbiamo cercato di far evolvere in spazi per un campus universitario.
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In una sezione-tipo erano presenti tre piani dove poter costruire. I tre piani dove-vano formare un prospetto a T, generato dal piano terra stretto e di maggiore altezza, per ospitare gli ambienti co-muni e dai piani superiori, che si potevano espandere in larghezza per ospitare gli appartamenti degli studenti.
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La sovrapposizione delle sezi-oni su un unico piano gen-era figure da esplorare. Nella coniugazione tra sezione e pianta si sono create forme astratte, dalle quali abbiamo ottenuto spazi consoni alle funzioni di un campus uni-versitario, che abbiamo dis-tribuito seguendo lo schema dei tre piani interni alla T.
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piano terra - orti
piano primo - living
piano secondo - living e sala proiezioni
piano quarto - alloggi
copertura
piano terzo - alloggi e aree comuni
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