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EDITORIALE

Riporto questo grido di speranza che labattagliera Maria Rosaria Randaccio,l’ultimo vero e legittimo Intendente di

Finanza di Cagliari sta gridando da anni percercare di risvegliare i sardi dal torpore diri-dare loro la speranza concreta per ridarebenessere e lavoro a tutti i sardi. La Sardegnasi sta spopolando, i giovani sono costretti ademigrare perché nell’Isola non c’è nessunaprospettiva. Ogni tanto ne muoiono, sia neilavori per le campagne di pace promossedalle Forze Armate o per incidenti stradali,come quello dell’altro giorno in Francia, doveè morto un ventisettenne di un piccolo paesedell’interno, emigrato per lavoro e per crear-si un futuro.I paesi dell’interno si stanno spopolando,rimangono anziani e vecchi che sopravvivo-no con misere pensioni sociali, mentre degliidioti cianciano di ripopolarli con gli immi-grati che le navi europee ci scaricano perio-dicamente, fatti passare tutti come fuggitidalle guerre, quando in realtà sono giovanimuscolosi ed in salute, muniti di smartpho-ne, capaci solo di avanzare pretese e diritti,senza nessun dovere.Il turismo sta morendo per la fuga dellecompagnie aeree che negli anni scorsi hannopermesso ai sardi di viaggiare in tuttaEuropa. Le tariffe di una continuità territo-riale fasulla e dei trasporti in nave sono tal-mente esose da ostacolare l’arrivo dei turisti.I nostri politici non sono riusciti a trovaredelle soluzioni in grado di migliorare gli spo-stamenti, di mantenere almeno le condizio-ni degli anni precedenti e nemmeno dicopiare ciò che altre isole del Mediterraneohanno ottenuto dai loro governi francesi espagnoli.Eppure basterebbe che alla Sardegna siariconosciuta la Zona Franca Integrale affin-ché nessun giovane debba più emigrare, ipaesi dell’interno possano ripopolarsi con isardi e non con i disperati del terzo mondo.Potrebbe ridiventare una terra dove il lavoroe le attività economiche possano rifiorire, dalturismo all’agricoltura, dall’agro industria alcommercio. Il porto franco di Tangeri, in

http://www.ilconsumatore.eu/unc2012/index.php?page=articolo&id=126 , ma non sispiega il silenzio dei media locali, dalla cartastampata alle radio televisioni, in grado diinformare e di inculcare nelle conoscenzedei sardi, soprattutto dei giovani, l’unica real-tà che può risolvere la crisi occupazionale edeconomica in cui versa la Sardegna. Forse l’Ue non vuole che i porti di unaSardegna tutta Zona Franca, con il raddoppiodel canale di Suez, possa fare concorrenza aMalta,e quindi all’Inghilterra; a Tangeri, equindi alla Francia; ad Amburgo, e quindialla Germania; a Rotterdam, e quindiall’Olanda, facendo risparmiare alle grandiportacontainer provenienti dall’EstremoOriente giorni di navigazione e trovare fisca-lità agevolate? Gli unici sviluppi ai quali assi-stiamo giorno per giorno sono l’aumentodella povertà delle famiglie, la disoccupazio-ne, soprattutto giovanile, e la sfiducia neldomani. Perché i nostri politici, sia quellilocali o che stanno a Roma ed a Bruxellesnon la smettono di litigare tra loro per spar-tirsi le poltrone, soprattutto del sottogoverno,e pretendere che alla Sardegna ed ai sardi siariconosciuto ciò che le spetta già dal trattatodi Roma e da quelli che si sono succedutinegli anni?

SARDEGNA SVEGLIATI, DOV’È FINITOL’ORGOGLIODEI TUOI PADRI?

Marocco, ha uno sviluppo tale che sono previsti 250.000posti di lavoro! Aprite il seguente link postato dall’avv. Scifoper mostrare la situazione del nostro porto canale diCagliari:https://www.youtube.com/watch?v=Yw1NX-bGOtg,Sembra che i 6 ridicoli ettari previsti per la zona francaportuale di Cagliari, appena sufficienti per un outlet delcommercio, possano diventare 36 su un progetto delComune di Cagliari da sviluppare in nove mesi; è lecito

chiedersi a chi appartengano i terreni dove si prevede que-sto ampliamento?In Sardegna assistiamo ad un silenzio totale, non sapreiquanto complice o quale ne sia la ragione, di tutti i medialocali, dalla stampa alle radio televisioni. La dottoressaMarisa Rosaria Randaccio continua a documentare ad adimostrare il diritto delle imprese sarde ad avere una fisca-lità agevolata: (vedi questo link)

Ricordiamoci che alla Sardegna compe-te un regime fiscale diverso e più leg-gero rispetto alle altre regioni italianeche non sono isole ultraperiferiche (inquanto circondate da 10 mila chilometriquadrati di mar mediterraneo) e tanto-meno spopolate come la Sardegnadove non esistono più posti di lavoro.Il "regime di franchigie fiscali" è obbli-gatorio per tutti i territori dichiarati zonafranca dal dlgs 75/98, dal dpr 43/73 art.34 e dal regolamento comunitario n.918/83 che disciplina le franchigie fisca-li.

FRANCHIGIA FISCALE significa esen-zione dal pagamento di tutti i tributi, unregime fiscale riservato esclusivamenteai territori svantaggiati. noi sardipaghiamo almeno il doppio dei tributiche dovremmo pagare a termini dilegge sia italiana che comunitaria.Difendiamoci dall'ignoranza dell'agen-zia delle entrate e di quella di equitaliache ci massacra!Svegliamoci, popolo di addormentati!

Maria Rosaria Randaccio

La SARDEGNA è un'isola circondata da 450 chilometri quadrati di Mar Mediterraneo,pertanto ai sensi del PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA non può avere lo STESSO REGIME FISCALEdelle ALTRE REGIONI ITALIANE che non hanno i nostri SVANTAGGI! (lo capiscono anche i bambini)

www.zonafrancasardegna.it

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 - ANNO XXIX

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IN COPERTINA:SARDEGNA, PERLA DEL MEDITERRANEO

I Giganti di Mont’e Pramafoto ripresa dal sito della Regione Sardegna

PROGETTO GRAFICO, IMPAGINAZIONEIl Graffio di Stefano Soddu

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Per avere una VOCE FORTEnon serve gridare

scompostamente, ma averecapacità di risposta, dialogo,

iniziativa

(Vincenzo Dona fondatore dell’Unione Nazionale

Consumatori)

6- Una storia come tante9- Quali differenze tra farina

comune e grani antichi?10- La tracciabilità delle carni in

Italia garantisce qualità esicurezza

11- Integratori alimentari,l'Italia capofila in Europaper la sicurezza

14- Truffe sul Web: una giornatainformativa dell’UNCSardegna in collaborazionecon la GdF

16- Dove sta andandoil comparto oleario italiano

17- Ancora sul formaggio rumeno importato inSardegna

19- Animaletti nella pasta20- Poveri consumatori se

Loacker non è più dolce…20- L’Oms assolve il caffè:

non è cancerogeno21- Una forma di dittatura22- Iss: Il calo vaccini

preoccupa, grande pericolo

SOMMARIO

LE NOSTRE RUBRICHE

2- l’Editoriale5- Lettere al Direttore8- la Rubrica di Fabio25- la biblioteca del

Consumatore26- Le nostre Recensioni27- Diritto & Rovescio33- il Condominio

23- Come si conservano i farmaci d’estate? Scaricagratuitamente la guidaAIFA

28- “Diabesità”: efficace trattamento con by-pass intestinale rimovibile e liraglutide

30- Le baruffe on line32- Pagamenti online,

quale scegliere?34- Cosa è davvero

“democrazia"35- Tra ignoranza e menzogne36- Scuola: risparmiare sulle

ripetizioni37- Glifosate:

dobbiamo diffidarne?38- Piante curate con

antibiotici, in pochi losanno!

39- I tuoi diritti in aeroporto39- Le novità del 73040- Bollette: quale la migliore?41- Quando è la compagnia di

assicurazione a farci causa(ingiustamente)

42- La prenotazione e il contrattodell’autonoleggio

Unione StampaPeriodica Italiana

ASSOCIATO

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Sono appena tornato da una settimana divacanza con mia moglie in Puglia; abbia-mo alloggiato in un albergo 4 stelle, masiamo rimasti molto delusi dalla struttu-ra che classificherei, volendo esseregenerosi, massimo un 3 stelle. Solo percitare alcuni dei disservizi: non avevamointernet in stanza e il cambio degli asciu-gamani era previsto una volta a settima-na: come è possibile?

Giovanni P.-Milano

La classificazione delle stelle deglialberghi è una questione tanto dibat-tuta, ma di difficile soluzione soprat-tutto fino a quando non ci sarà unanormativa nazionale che disciplini ilsettore. Ad oggi la competenza è regio-nale, il che implica delle notevoli diffe-renze tra un posto e l’altro. In genera-le per evitare spiacevoli disguidi consi-gliamo in fase di prenotazione di nonaffidarsi soltanto al numero di stelleper scegliere una struttura, ma guar-dare il materiale fotografico presentesul sito internet, contattare la struttu-ra, chiedendo informazioni dettagliatee leggere con senso critico le recensio-ni presenti sui principali portali diprenotazione (o comunque sul web).Venendo al caso specifico, dovrebberoesserci dei criteri minimi per orientar-si tra le stelle, stabiliti da un decretoufficiale del 2009, ma purtroppo nonsempre sono rispettati (anche perché icontrolli sono quasi inesistenti). Glialberghi quattro stelle dovrebberooffrire, oltre al servizio di pulizia gior-naliero della camera, anche un rias-setto pomeridiano e il cambio dellabiancheria ogni giorno, salvo diversescelte del cliente; sono dotati inoltre diservizio di lavaggio e stiratura della

biancheria dei clienti, parcheggio peralmeno il 50% delle camere, cameredoppie di almeno 15 metri quadrati ebagno di 4. Il servizio di portineriadeve essere garantito 16 ore su 24, ilpersonale è in divisa e deve conoscerealmeno due lingue straniere. Il servi-zio al bar e in camera, come il traspor-to dei bagagli, devono essere garantitiper 16 ore al giorno. Nessun riferimen-to, dunque, alla connessione wifi gra-tuita, ma il cambio della biancheriadoveva essere garantito.In questi casi il consiglio che possiamodare è di contestare subito sul postoeventuali insoddisfazioni sui serviziresi cercando una soluzione in loco; incaso non sia possibile risolvere il pro-blema suggeriamo di documentare ildisservizio per un eventuale reclamoal rientro, e magari rivolgersi alla sedepiù vicina dell’Unione NazionaleConsumatori.

LETTERE AL DIRETTORE

LE STELLE DEGLI ALBERGHI

Sono un disabile ed ho il contrassegnoeuropeo. Mi hanno detto al Comune diCagliari che ogni volta che debba circo-lare in altri Comuni o parcheggiarenegli stalli riservati, devo comunicaread ogni Comune la targa della mia autoed i giorni in cui transito nelle relativeZTL. Se dovessi viaggiare in diversiPaesi europei come faccio a comunicarea tutti i Comuni i dati richiesti? Questocontrassegno non è valido in tuttaEuropa e quindi in grado di esentare datutte queste incombenze? Rimanendonel nostro Comune, se vado nei Comunidell’Hinterland, specialmente in quei17 che fanno parte di CagliariMetropolitana, non è assurdo che nonsia stato previsto un incrocio di dativalido in tutti questi Comuni? Anzi, non

dovrebbe esserci un sistema integratoesteso in tutta Europa?

Luigi-Cagliari

E’ una bella domanda, perché dovreb-be esserci in tutta l’Europa un siste-ma integrato che contenga tutti i datidei disabili che hanno diritto ad usu-fruire dei parcheggi riservati e dellacircolazione in tutte le ZTL.Soprattutto per CagliariMetropolitana deve esserci un siste-ma che esenti i disabili dal comuni-care i giorni in cui si dovrà circolarea Quartu, Monserrato, Selargius,Elmas, ed in tutti i Comuni che fannoparte dell’area metropolitana.Avrebbero dovuto già pensarci.

DISABILI E CIRCOLAZIONE

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di Fabio Barbarossa

- Buongiorno signor Giovanni- Buongiorno dottor Fabio- Come sta?- Io bene, grazie. Lei?- Non c’è male, grazie- Giuseppa?- Eccola qui. Sempre serena, lei.Seduta su una sedia a rotelle, inuna stanza grande e confortevole,illuminata da una bellissima gior-nata di primavera, una poveradonna col sorriso sulle labbra, matotalmente assente. L’Alzheimerquesto fa. Mi siedo su una sedia escambio due parole con Giovanni.Giovanni, classe 1936, non dimo-stra i suoi 80 anni. Uomo di gran-de integrità morale e lucidità men-tale, grande lavoratore, sardo vera-ce, di Escalaplano, manifesta conorgoglio le sue origini. Nel tempoche ha a disposizione, dopo averaccudito amorevolmente lamoglie, si dedica alla campagna,nella quale ha sempre creduto. - Signor Giovanni, dove ha vissu-to?- Caro dottore, la mia vita mi hariservato tante sorprese. Quandola nostra terra non mi ha dato lapossibilità di vivere dignitosamen-

te, sono partito per il Belgio allaricerca di lavoro.- Cosa faceva in Belgio? - Il minatore, in una miniera dicarbone. Ci facevano fare una visi-ta attitudinale a Verona e poi, se tidavano l’idoneità, potevi entrarein miniera a lavorare.- Com’era il suo lavoro? Glielochiedo perché io sono nato in unpaese di miniera, nel SulcisIglesiente, e i miei parenti, da miononno in poi, erano minatori.- Ho lavorato in una miniera dicarbone, tristemente famosa. Laminiera di Marcinelle.Lavoravamo coricati per terra,strisciando sul fondo, anche amillequattrocento metri di pro-fondità. Ero presente quandoavvenne la tragedia. Morirono 262minatori di cui 136 Italiani. Ci fuun incidente tecnico che feceesplodere il grisù, drammatica-mente presente in quel tipo diminiera. Tanti morti e pochissimisuperstiti. - Come funzionava sotto? C’eranomisure di sicurezza?- Le misure di sicurezza - rispon-de con un sorriso – erano i topiche vivevano in miniera. Quandoloro scappavano, era segnale

rosso. Raccontavano di un padree un figlio, ritrovati sotto terra,abbracciati nella morte.

Si rattrista, e così succede anche ame. Penso ai miei avi e a tutti colo-ro che partirono dalla Sardegna,con la valigia di cartone legata aspago, alla ricerca di un lavoroonesto.L’8 agosto del 1956, alle ore 8,10,a Marcinelle, zona mineraria delBelgio, si consumò una delle piùgrandi tragedie che hanno mai col-pito lavoratori italiani nel mondo.Per una fortunata circostanza nonmorì neanche un sardo perché illoro turno era quello pomeridiano.140 mila emigranti italiani, attra-verso un accordo Italia Belgio, ven-nero attratti da manifesti che com-parivano in tutte le città italiane.Dicevano “Solo 18 ore per arri-vare in Belgio”, erano indicati isalari, certamente superiori aquelli italiani. Promettevano“Assenze giustificate permotivi di famiglia, carbonegratuito, biglietti ferroviarigratuiti, premio di natalità,ferie, vito e alloggio presso lacantina della miniera, con-tratto annuale” e poi, per acce-

lerare la decisione, “compiute lesemplici formalità, la vostrafamiglia potrà raggiungerviin Belgio”. Ma non era vero nien-te. Nei manifesti non si parlava disilicosi, non si parlava di grisù, gasche inesorabilmente si sprigionavadalle pareti e facilmente si incen-diava. Non si parlava dei topoliniche i minatori tenevano in tasca edei tanti canarini in gabbia che conla loro morte avrebbero segnalatola presenza del gas micidiale, alcu-ne volte quando ormai era giàtroppo tardi.Questo erano i nostri conterranei,e questa era la loro vita. Quandoqualcuno, tendenzialmente igno-rante, dice che anche noi sardisiamo stati emigranti e abbiamoavuto tutti i confort, accettati eintegrati in tutti gli ambienti esteri,dovrebbe farsi un esame dicoscienza ed ascoltare, magari perpochi minuti, ciò che uno dei tantiGiovanni Agus o Mario Cabboi,possono ancora raccontare.Chiaramente se ne avesse il corag-gio e senza che le lacrime scenda-no dai suoi occhi.

UNASTORIACOMETANTE

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Tutto si può augurare ad un medico, ma essere chia-mato a domicilio in un piccolo paese di provincia perun parto precipitoso, questo no! E’ troppo anche per unmedico scafato e coraggioso come me. Primi giorni diottobre di oltre venti anni fa. La serata, intendo quellaprofessionale, volgeva al termine e nella mia mente eracontemplato solo il ritorno a casa per godere, final-mente, il meritato e sofferto riposo. Mentre varcavo l’u-scio dell’ambulatorio vedo in lontananza il sopraggiun-gere di una mottocarrozzella con dentro un signorevisibilmente agitato. Vuoi vedere che sta cercando me?Ebbene si!- SU DOTTORI, PO PRESCERI, POIDI BENNI ADOMMU? FILLA MIA ESTI ANGIENDI!!!! ( TraduzioneSardo-Italiano: Dottore, per favore, può venire a casache mia figlia sta partorendo?)Tale terminologia derivava dalla vita agro pastorale edatosi che il signore di professione faceva il pastore, siadattava perfettamente all’uso.Sul momento, li per lì, non ho capito bene e mi sonoilluso che “angiendi” volesse dire tutt’altro che “parto-rendo”.Niente da fare. Stava proprio partorendo. Dico al signo-re che avrei preso i ferri del mestiere e sarei arrivato dili a poco.Cosa passi per la mente di un medico di campagna, asettanta chilometri dal primo ospedale, investito di taleresponsabilità non è facile sapere. So solo che in quelmomento sono stato colto da una crisi confusionale e amalapena ho realizzato che essendo mammiferi lenascite avvenivano attraverso il parto e non per gem-mazione o con la deposizione delle uova.Fortunatamente il sangue freddo, tipico delle bisce e dei

medici di campagna, mi ha consentito di ragionare e dicercare, nella mia nutrita libreria, un testo sacro e pra-tico che mi illustrasse, anche con schizzi e fotografie,intanto qual’ era la direzione d’uscita del feto e qualefosse la tecnica più evoluta del semplice “signora spin-ga”!Dopo aver realizzato la strategia ed essermi dotato dimateriale adatto, flebo, farmaci, alcool, cotone, aghi el'immaginetta di Sant'Anna, protettrice delle partorien-ti, mi sono recato violentemente nella casa del parto.La visione che mi si prospettò poteva essere paragona-ta solo ad un attentato a Beirut nei tempi caldi. Oggi nesarebbe stata sconsigliata la visione ai minori, ai debolidi cuore e con particolare sensibilità al sangue. La puer-pera giaceva adagiata in un letto, per l’occasione e conmolta fantasia, ginecologico. Sotto di lei un lenzuolo inorigine bianco intriso di sangue. Il bambino, malgradotutto già nato, piangeva disperatamente, e l’ostetrica,presente dall’inizio del parto, casalingo e premeditato,giaceva su una poltrona, penzoloni e con la testa iper-estesa verso la schiena. Dopo aver chiesto informazio-ni all’ostetrica ed everne ricevuto in cambio solo bofon-chi senza senso, mi dedicai immediatamente alla puer-pera e, con una fleboclisi di Syntocinon, bloccai imme-diatamente l’emorragia. Messo tutti in sicurezza, oste-trica compresa, inviai madre e figlio in ospedale per lecure del caso. Col poco fiato rimastomi, ringraziai tuttie ripresi la strada del ritorno con grande soddisfazione.Ancora oggi incontro questo grande givanottone, miopaziente, a cui solo recentemente ho raccontato, trauna risata e l’altra, la sua rocambolesca venuta almondo.Fatto realmente accaduto.

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LA RUBRICA DI FABIO

Fabio Barbarossaè un medico di base

che da oltre cinque lustri nonsolo segue la salute

degli abitantidell’interno, ma è anche

il confessore,l’amico, il punto

di riferimentoper ridare speranza

ed un sorriso ai suoi pazienti.Ama passare i week-end

scorrazzandoper la Sardegna

con la sua amata moto

La filosofiain pillole di Fabio

UNA ZIA IN PRESTITO- Buonasera zia Grazietta.- Buonasera. Chini sesi? (chi sei ?)- Mamma, è su dottori. Dottor Barbarossa -

risponde velocemente la figlia.- Ah, Don Ferdinando. Sieda qui che preghia-

mo.- Si - rispondo per non deluderla.- Allora: Nel nome del Padre, del Figlio e dello

Spirito Santo. Padre nostro che sei nei Cieli,sia santificato il tuo nome…

E così via, insieme a lei recito il Padre Nostroe un Avemaria. Non che mi faccia male,miscredente come sono.Non vedente e con l’udito che comincia a nonfarla sentire, zia Grazietta, appena compiuti100 anni, è seduta su una poltrona in unacucina candida, con due figlie che le fannocompagnia e l’accudiscono in ogni cosa.Dopo la preghiera e un paio di brebus antigus(parole magiche antiche, sarde, capaci di gua-rire malattie o preservare gli uomini da male-fici e dalla presenza del Diavolo) recitati dazia Grazietta con lucidità mentale inimmagi-nabile, mi faccio riconoscere.- Zia Grazietta. Sono il dottore!- Dottor Barbarossa?Mi prende le mani e, con lo sguardo perso nelvuoto, mi risponde:- Dottore, sieda qui, vicino a me. Sono con-tenta che sia venuto a trovarmi.

- Sono contento anche io di rivederla.- Mangi un gelato. Lo vuole?- Si. Grazie. Volentieri.E mentre mangio il gelato, cortesementeoffertomi dalle figlie, zia Grazietta mi raccon-ta cose di altri tempi. E’ un fiume in piena.Lucida, cortese, non perde mai il filo del dis-corso. Quanto c’è da imparare ad ascoltare lasaggezza e la bontà in persona. Ogni qualvol-ta cerco di salutarla per continuare le mie visi-te domiciliari, mi stringe le braccia e mi trat-tiene con una forza insospettabile. - Mamma. Il dottore deve andare. - Ah si. Va bene. Torni presto, dottorBarbarossa. Venga a trovarmi. Mi fa piacere.- Certo, zia Grazietta. Tornerò a trovarla al piùpresto.E dopo aver salutato mi accingo ad uscire econ la coda dell’occhio vedo zia Grazietta cheabbassa la testa e in silenzio piange con lelacrime che le scendono sulle ancora giovaniguance.Dentro di me piango anch’io, esattamentecome sto facendo in questo momento.Storie meravigliose di vita vissuta.

Fabio BarbarossaMedico di campagna

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Igrani antichi - spiega Domenico Privitera,presidente Fic Regione Sicilia - stanno viven-do una nuova primavera, grazie alle caratteri-

stiche e alle proprietà nutrizionali che li diffe-renziano. Io li sto riscoprendo ultimamente, egià me ne sto innamorando. Sono stato abitua-to per più di 30 anni a cucinare con le farine piùcomuni, perché in grado di rendere le brioches

leggere, e il pane soffice e alto, mentre un panepreparato con farina derivata da grano anticolievita in larghezza più che in altezza. Tuttavia,anche se diverso da come siamo abituati, unprodotto preparato con farina integrale deriva-ta da grani antichi come i nostri, quelli sicilia-ni, cucinato in forno a legna, non solo è piùsalutare, ma riprende una tradizione che èradicata nella nostra terra e nei nostri ricordi"."È giusto e importante riscoprire i grani anti-chi - sostiene Fabio Tacchella, consigliere Fic

Promotion - fanno parte della nostra tradizione,in Italia ve ne sono diverse varietà, che tuttaviain molti casi sono andate perse. Recuperarlesignifica conoscerle, prediligerle magari adaltri grani coltivati all’estero, dei quali moltospesso non sappiamo nulla, dai metodi dicoltivazione ai controlli effettuati. Chiaramenteogni grano antico ha proprie peculiarità, pro-

prie caratteristiche nutrizionali, che si adattanopiù o meno bene a seconda della preparazioneche si è scelto di fare. Se ad esempio una cottu-ra a 180°C rischia di vanificare le proprietà diun determinato grano, dovrò sostituirlo. Eccoperché è importante non solo il recupero, maanche la conoscenza, e per conoscere è semprenecessario divulgare e promuovere una tradi-zione che, in questo caso, ci appartiene storica-mente, e che dev’essere rivalorizzata per garan-tire al consumatore un prodotto migliore,tenendo sempre un occhio di riguardo alla salu-te».

N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 9

Al giorno d’oggi siamo tutti abituati a consumarela tradizionale farina di grano tenero, con la quale si

preparano pane, pasta, pizza, dolci, ecc. Questa farina è ilrisultato di un grano selezionato, modificato e incrociato nel

corso dei secoli per favorire la coltivazione intensiva e laproduzione su larga scala, a scapito del potere nutritivo

degli alimenti. Per questo oggi si stanno semprepiù riscoprendo i grani antichi, anche in Sardegna, oltre che

in Sicilia. Per “grani antichi” si intendono varietà di granorimaste genuine e autentiche come erano in origine, che non

hanno subito alcuna modificazione da parte dell’uomo

QUALI DIFFERENZE TRA FARINACOMUNE E GRANI ANTICHI?

LO SPIEGANO DOMENICO PRIVITERA E FABIO TACCHELLA

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La gestione in filiera minimizzai rischi e semplifica la realizza-zione di efficaci piani di con-

trollo, in quanto consente una piùagevole comprensione dei dati diqualità e sicurezza alimentare,generalmente più dettagliatirispetto alle prescrizioni minimedi legge; ma anche un maggiorcontrollo degli standard di prodot-to rispetto alle aspettative del con-sumatore. In Italia, si stima checirca il 40% della carne bovina e diquella suina siano prodotte in filie-ra, mentre per la carne avicola laproduzione in filiera è pressochétotale.Quando si parla di tracciabilitàdelle carni, i principali controlliriguardano davvero l’intera filiera:si parte dalla produzione dei man-gimi, incluse le analisi sulle mate-rie prime e sugli alimenti dati aglianimali; in seguito si effettua uncostante controllo della correttagestione dell’allevamento e delrispetto delle norme sul benessereanimale, molto importanti anchein fase di macellazione e di lavora-zione della carne, insieme ovvia-mente al rispetto delle normesanitarie; si hanno poi la distribu-zione e la “catena del freddo” che,oltre alla verifica delle giuste tem-perature per la conservazione deiprodotti, includono controlli ditipo qualitativo.

Tutte le filiere delle carni, negliultimi decenni, hanno aumentatoo migliorato i controlli, ma quellain cui questi si sono fatti più rigidiè sicuramente quella bovina.L’indicazione dell’origine sull’eti-chetta è infatti obbligatoria per lecarni bovine fresche in tuttaEuropa. In Italia ancora una voltasi è andati oltre: già dal 2000 èstata infatti introdotta l’anagrafebovina che ha contribuito a poten-ziare in maniera efficace l’attendi-bilità delle informazioni di originelegate al sistema obbligatorio dietichettatura della carne previstodal reg.(CE) 1760/2000. Inoltre, apartire dallo stesso anno è statapotenziata l’anagrafica degli stabi-limenti che lavoravano dette carni,prevedendo stringenti misure digestione (distruzione) dei materia-li a rischio specifico di BSE. Alcunedi tali misure sono state recepite alivello Ue l’anno successivo, nel2001, imponendo in particolare alivello comunitario il divieto divendita, già vigente in Italia, dialcune parti anatomiche a rischioBSE.Per quanto riguarda le carni suine,con il regolamento di attuazione èstato introdotto l’obbligo di indica-zione del Paese in cui l’animale èstato allevato e macellato, normache permette così di individuareanche lo Stato in cui l’animale ha

passato almeno gli ultimi 4 mesidi allevamento, o il periodo dalmomento in cui ha raggiunto i 30kg di peso. Nel caso della filiera avi-cola, invece, dal 2004 i produttorihanno potuto scegliere di utilizza-re un sistema di etichettaturavolontaria delle carni per fornire alconsumatore informazioniaggiuntive sui prodotti quali origi-ne, sistema di allevamento e tipodi alimentazione. Questa etichetta-tura, scelta già a suo tempo dallaquasi totalità dei produttori nazio-nali, dal dicembre 2014 è diventa-ta obbligatoria per tutti.Nonostante si possa pensare ilcontrario, soprattutto a causa degliscandali che di tanto in tanto ven-gono riportati dai mass media (aconferma del fatto che i controlli cisono, e funzionano), si può direveramente che il modello italianodi tracciabilità delle carni è un’ec-cellenza a livello europeo, e quindimondiale. In ogni punto della filie-ra, infatti, il nostro sistema di con-trolli garantisce una qualità e unasicurezza impensabili in molti altricontesti.Per quanto riguarda i controllisanitari nelle stalle, ne sono effet-tuati migliaia ogni giorno e riguar-dano ogni singolo punto della filie-ra. Ci sono ad esempio controllicostanti della salmonella negliallevamenti avicoli, ci sono visite

incrociate dei veterinari della Usl,dei Carabinieri che fanno capo alMinistero agricolo, o di quelli perla tutela della salute o dei Nas. Cisono poi il Corpo Forestale, i tecni-ci dell’associazione allevatori e cosìvia. Certo, c’è purtroppo anche chia volte non rispetta le regole, fra gliallevatori, ma nella maggior partedei casi questi sono appunto sma-scherati dai controlli. Che ci sono,non dimentichiamolo mai: in stal-la, nei macelli, nei punti vendita.Lo dicono le cronache.E a proposito di cronache, si è fattoun gran parlare in queste ultimesettimane di somministrazione diantibiotici negli allevamenti.Cogliamo l’occasione per ripeterloancora una volta: gli antibioticinon possono essere e non vengo-no somministrati preventivamente(pratica vietata in tutta Europa),ma soltanto nei casi di effettivanecessità e sotto controllo veteri-nario. Quando somministrati,inoltre, si deve rispettare il cosid-detto “periodo di sospensione”,ossia il tempo necessario all’ani-male per smaltire l’antibioticoeventualmente assunto.Nelle carni che in Italia finisconosulle tavole dei consumatori,insomma, è praticamente impos-sibile trovare traccia di antibiotici.

Fonte: Assocarni

N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 201610 www.ilconsumatore.eu

Nonostante la complessità dell’attuale sistema agroalimentare e la maggiore difficoltànel realizzare efficaci sistemi di tracciabilità e di controllo in un mondo dai commerci

sempre più globalizzati, ci sono ancora sistemi semplici, in cui i prodotti vengono realizzatiin filiera. Questo succede spesso nel settore delle carni, in cui gli attori della filiera sono

maggiormente integrati ed è possibile un controllo diretto e completo dei sistemidi produzione sia agricoli che industriali

LA TRACCIABILITÀDELLE CARNI IN ITALIAGARANTISCE QUALITÀE SICUREZZA

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 11

La missione di Integratori Italia di AIIPA è di“contribuire alla crescita della conoscenza,del corretto utilizzo e della qualità dell’inte-

gratore alimentare, per favorire scelte semprepiù consapevoli del consumatore e lo sviluppodi questo settore in Italia” – afferma AlessandroColombo, Presidente di Integratori Italia, cheprecisa: “Siamo orgogliosi di aver contribuito arealizzare quest’opera, che certamente nonesaurisce un tema così ampio ma che costitui-sce un passo avanti per fare il punto e contri-buire alla conoscenza scientifica sul ruolo degliintegratori alimentari nei moderni stili di vita”.Da diversi anni la ricerca scientifica si è data l’o-biettivo di validare il ruolo delle sostanze pre-senti negli integratori alimentari nel coadiuvarele funzioni fisiologiche in soggetti sani.Nonostante la difficoltà oggettiva di dimostrarescientificamente un beneficio clinicamente rile-vante sul mantenimento dello stato di salute edel benessere, possiamo oggi disporre di unsignificativo numero di pubblicazioni di altolivello qualitativo che conferma quanto i

diversi compo-nenti degliintegra-t o r i ,

dalle vitamine e minerali, ai prebiotici e probio-tici, agli estratti vegetali sino alle numerose

molecole biologica-mente attive deriva-te dagli organismianimali e vegetali,svolgano effettiva-

mente taleruolo.

Uno stile di vita sano, costruito su una dietacontrollata e varia, un costante esercizio fisico e

l’adozione di comportamen-ti virtuosi per la salute,

evitando un eccessivoconsu-

m od i

INTEGRATORI ALIMENTARI,L'ITALIA CAPOFILA IN EUROPAPER LA SICUREZZA

Un pool di otto tra i maggiori esperti italiani ha fatto chiarezza, dopo oltre un anno di lavoro,sia su principi attivi, sia sulle diverse esigenze nelle varie fasi della vita.

Sono stati numerosi e ampi i temi trattati

Nota stampa di Marco Fanini. Integratori Italia presenta un importante passo avanti nella

conoscenza del ruolo e delle evidenze scientifiche sull’integra-zione alimentare, uno stato dell’arte delle evidenze scientifi-che più significative e sulle frontiere più promettenti dell’ali-

mentazione e della salute. Un pool di otto tra i maggioriesperti italiani ha realizzato, dopo oltre un anno di lavoro, la

prima edizione della Review sull’Integrazione Alimentare chefa chiarezza sia su principi attivi che sulle diverse esigenze

nelle varie fasi della vita. Numerosi e ampi i temi trattati:ruolo degli integratori alimentari nei moderni stili di vita; inte-gratori a base di vitamine e minerali, estratti vegetali e probio-tici; integratori per la salute e la bellezza della donna; integra-tori e loro ruolo per la salute cardiovascolare e per contrastare

il declino cognitivo; qualità e sicurezza

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alcool e il fumo, rappresentano la base irrinun-ciabile del mantenimento della salute in ognifase della vita di persone giovani, adulti o anzia-ni. Esistono però periodi nei quali il nostro statodi benessere viene messo alla prova, e può esse-re necessario integrare la nostra dieta con ele-menti concentrati di sostanze che si sono dimo-strate utili per affrontare al meglio determinatesituazioni. L’uso oramai molto diffuso nelnostro Paese di questi alimenti “particolari” cheoffrono benefici funzionali è diventato una con-ferma indiretta dei vantaggi che gli integratorioffrono per il mantenimento dello stato dibenessere dell’individuo.Una recente ricerca di GfK Eurisko perIntegratori Italia sul tema “Il mondo degli inte-gratori alimentari” ha infatti evidenziato nonsolo che sette italiani su dieci hanno usato unintegratore alimentare, ma anche l’elevato livel-lo d’interesse dei consumatori ad avere infor-mazioni sugli integratori: oltre quattro personesu dieci desiderano ricevere consigli e notizie, inparticolar modo sui benefici per l’organismo,sui rischi e le controindicazioni, sul corretto uti-lizzo e sui diversi principi attivi. Su questo fron-te, giocano un ruolo fondamentale il medico dimedicina generale – che è, infatti, secondo il53% degli intervistati interessati a ricevere infor-mazioni sugli integratori, la prima fonte infor-mativa - seguito dai medici specialisti e dal far-macista (citati dal 49% della popolazione);segue in termini d’importanza il web con il 40%di risposte.

“Per rispondere sempre più e sempre meglio atali bisogni informativi – concludeColombo - abbiamo realizzatoquesto progetto, che ciauguriamo possa costi-tuire un utile comple-mento a supporto dell’at-tività di counselling dei pro-fessionisti della salute e unulteriore stimolo alle accresciuteesigenze d’informazione daparte di consumatori emedia”.“Sebbene l’adozione diuno stile alimentare vario ed equilibra-to sia ritenuta sufficiente per garantire inutrienti necessari, sempre piùosservazioni epidemiologiche sup-

portano la neces-sità diuna mag-giore attenzionealla copertura del fabbisogno nutri-zionale e al sostegno delle funzio-ni fisiologiche – afferma FrancaMarangoni, Responsabile RicercaNutrition Foundation of Italy. Gliintegratori possono rappresentareuna valida e sicura opportunità per

favorire l’assunzione ottimale di una o piùsostanze e il sostegno di funzioni fisiologiche,contribuendo anche alla prevenzione di fattoridi rischio di malattia. Ad esempio nelPhysicians’ Health Study, uno tra i maggioristudi d’intervento condotti recentemente, suuna popolazione di oltre 14.000 medici ameri-cani di 50 anni o più seguiti per 11 anni, l’as-sunzione di un multivitaminico è risultata asso-ciata a una riduzione, modesta ma significativa,del rischio di tumori, soprattutto tra i soggetti inetà più avanzata”.

PER INVECCHIARE BENECome invecchiare in salute, oggi? “Le principalidirettrici della ricerca biochimica dell’invec-chiamento sono indirizzate nella riduzione del-l’infiammazione silente, dei processi perossida-tivi e nella necessità di mantenere l’efficienzamitocondriale, vero motore della cellula”– sot-tolinea Benvenuto Cestaro, Direttore dellaScuola di Specialità in Scienzadell’Alimentazione dell’Università degli Studi diMilano. “L’infiammazione silente è il primomezzo di difesa dell’organismo per inattivarevirus, batteri, allergeni ambientali. Si tratta diun processo di bassa intensità ma cronico, chepuò portare ad un esaurimento del sistemaimmunitario. Per contrastarlo, è utile una dietaantiinfiammatoria, con limitata assunzione diacidi grassi idrogenati, acidi grassi saturi e acidigrassi omega-6 (privilegiando quelli monoinsa-turi come l’olio di oliva), una ridotta assunzio-ne di zuccheri semplici e un incremento di car-boidrati integrali. Utile anche l’integrazione a

base di acido lino-lenico, cardio-

l ip i -

n ee/o specifici

fosfolipidi precur-sori delle cardiolipine, che si sta rive-

lando di estrema utilità a prevenire e riparare idanni mitocondriali”.

ALLEATI DEL CERVELLOA proposito d’invecchiamento e declino cogniti-vo, Giovanni Scapagnini, Associato diBiochimica Clinica al Dipartimento Scienze perla Salute dell’Università degli Studi del Molise,precisa: “Il cervello è estremamente espostoallo stress ossidativo e di conseguenza invecchiapiù precocemente; la dieta rappresenta uno trai fattori più in grado di influenzare il nostro statodi salute e la qualità dell’invecchiamento. Oltreal glucosio, da cui dipendono le funzioni cere-brali, risultano fondamentali per una correttafisiologia neuronale le vitamine, in particolaredel gruppo B, gli omega 3 per la trasmissionedell’impulso nervoso, la memoria e l’apprendi-mento; i fosfolipidi, alla base della strutturadelle membrane cellulari; L-acetil carnitina(LAC), assimilabile anche attraverso il cibo e lasupplementazione, per la sua azione neuropro-tettiva. Ulteriori sostanze “non nutrienti” chehanno evidenziato capacità di ridurre il dannoossidativo, sostenere il normale tono dell'umo-re e migliorare le capacità mnemoniche sono leantocianine e le procianidine del mirtillo, lecatechine del tè, i flavanoli del cacao, il resvera-trolo e la curcumina, le epicatechine del cacaoe l’omotaurina, presente in alcune alghe mari-ne”.

AMICI DEL CUORE“Stile di vita corretto e alimentazione equilibra-ta, con il supporto di un’appropriata supple-mentazione, sono efficaci anche sul fron-te della prevenzione delle malattie,ad esempio di quelle cardiova-scolari” – sottolinea AndreaPoli, PresidenteNutrition Foundationof Italy. “Le

osservazioni epi-demiologiche e i

grandi studi di inter-vento hanno documenta-

to l'importanza della gestio-ne del profilo lipidico, princi-

pale fattore di rischio per lemalattie coronariche. Numerosi

integratori alimentari sono dotati diuna documentata efficacia su tale

parametro: tra questi, particolarmentepromettenti sono i fitosteroli, gli integrato-

ri a base di riso rosso fermentato, il beta-glu-cano, la berberina, i grassi polinsaturi dellafamiglia degli omega-3”.

PER LA SALUTE E LABELLEZZA DELLE DONNE“Per quanto riguarda la salute della donna,meno colpita dai problemi cardiovascolari, lo

stile di vita oggi però la espone comunque a

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 13www.ilconsumatore.eu

fattori di rischio importanti, come stress, ali-mentazione irregolare, scarsa attività fisica efumo. Molto studi evidenziano una carenza cro-nica di alcuni elementi come ferro, acido folico,calcio, magnesio e molte vitamine, sia duranteil periodo adolescenziale che in età adulta” –afferma Vincenzo de Leo, Dipartimento diMedicina Molecolare e dello Sviluppo, Sezionedi Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studidi Siena. “La ricerca oggi ci sta dando interes-santi riscontri da integratori alimentari conte-

nenti specifiche sostanze naturali, come adesempio la cannella per la dismenorrea, tratta-menti a base di vitamina B1 per alleviare i sin-tomi fisici e psichici della sindrome preme-struale, fitoestrogeni di origine vegetale in asso-ciazione a calcio, vit. D, agnocasto, iperico percontrastare i sintomi neurovegetativi nella deli-cata fase della vita legata alla menopausa.Interessanti anche i dati relativi a sostanzecome la caffeina, il retinolo, il loto (Nelumbonucifera), la carnitina per il trattamento dellacellulite, problema che inizia solitamente nelperiodo dell’adolescenza ed è presente a varigradi in circa il 90% delle donne”.

GLI ITALIANI AMANOI BOTANICALSUn approfondimento speciale meritano gli inte-gratori a base di erbe, che stanno trovando unlargo consenso nella popolazione generale eche sempre più entrano a far parte delle abitu-dini quotidiane. Patrizia Restani, delDipartimento di Scienze Farmacologiche eBiomolecolari dell’Università degli Studi diMilano, commenta: “Per inquadrare il mercatodegli integratori a base di piante, sono interes-santi i risultati del Progetto PlantLIBRA, che hacoinvolto 2400 consumatori in 6 paesi europei- Finlandia, Germania, Italia, Romania, Spagna,UK - e che nel nostro Paese ha interessato quat-tro città: Milano, Venezia, Roma e Catania.

Emerge un profilo del consumatore d’integrato-ri a base di erbe mediamente colto e con unsano stile di vita; il 71% degli intervistati ha unlivello d’istruzione medio o alto, il 63% fa attivi-tà fisica moderata, il 65% è normopeso, il 48%non fuma. Oltre l’80% dei consumatori hadichiarato di trarre beneficio dall’uso d’integra-tori a base di erbe, sempre o talvolta. Le piantepiù amate e richieste degli italiani: Aloe,Finocchio, Valeriana, Ginseng, Mirtillo,Passiflora, Melissa, Guaranà, Tarassaco,Carciofo (www.plantlibra.eu)”.

I PROBIOTICI AL SERVIZIO

DI SALUTE E BENESSEREUn altro ambito che riveste grande interesse intermini di ricerca e innovazione, nonché digrande richiesta da parte dei consumatori, èquello dei probiotici, definiti da FAO/OMS nel2001 come “microrganismi vivi e vitali almomento dell’uso, la cui efficacia è legata alconsumo di un’adeguata quantità e il cui usodeve portare un beneficio per la salute o ilbenessere". A questo proposito Lorenzo Morelli,Preside Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari eAmbientali dell’Università Cattolica del SacroCuore di Piacenza precisa: “La ricerca da 20anni ritiene quello dei probiotici un settore incui investire risorse per l’avanzamento delleconoscenze del rapporto fra salute e batteri,identificando questi ultimi non più nei soliagenti patogeni bensì come potenziali mezzi peril mantenimento di un buono stato di salute.Tuttavia, pur a fronte dell’imponente quantità diricerca e sviluppo svolta, allo stato dell’arte l’u-nico claim ammesso da EFSA è relativo all’azio-ne idrolitica sul lattosio delle colture battericheusate per produrre lo yogurt”. Prosegue: “Oggile linee di ricerca ammissibili sui probioticisecondo EFSA sono principalmente focalizzatesulle aree: discomfort gastro-intestinale (adultiaffetti da sindrome da colon irritabile, neonaticon coliche gassose); difese immunitarie controagenti patogeni (i probiotici si sono rivelati utili

nella riduzione delle infezioni delle vie respira-tore superiori e nell’incidenza delle infezioni daClostridium difficile) e benefici nella rispostaagli allergeni”.

QUALITA’ E SICUREZZADEGLI INTEGRATORiALIMENTARI: ITALIA CAPOFILA D’EUROPAConcludiamo con un punto fermo che riguardala sicurezza degli integratori alimentari, a curadi Giancarlo Cravotto, Direttore delDipartimento di Scienza e Tecnologia delFarmaco, dell’Università degli Studi di Torino,

che commenta: “La forza del sistema di sicu-rezza italiano per alimenti e integratori è diven-tato un riferimento per molti Paesi: la nostraorganizzazione è basata su un modello “onehealth” dove la visione è unitaria, quindi unasola salute che include tutta la catena alimenta-re, dal ciclo di vita di vegetali e animali arrivan-do all’uomo. E’ un processo pianificato e con-trollato dai campi alla tavola, attuato sulla basedelle direttive e regolamenti UE; la direttiva2002/46/CE del Parlamento europeo - recepitain Italia con il decreto legislativo n. 169 del 21maggio 2004 - l’impegno scientifico e di verificadi EFSA, l’istituzione di riferimento per la valu-tazione del rischio per la sicurezza di alimentinell’UE, la legislazione alimentare italiana edeuropea, hanno costruito un’architettura diprotezione e di garanzie per il consumatore ita-liano unica; i produttori d’integratori alimenta-ri in Italia vantano un elevato standard produt-tivo e un efficiente sistema di assicurazionedella qualità, che li colloca ai primi posti inEuropa. Non dimentichiamo infine che l’Italia èuna tra le nazioni tecnologicamente più avanza-te per lo sviluppo di protocolli di “green extrac-tion”: selettivi, efficienti e a basso impattoambientale”.

Fonte: olioofficina.it

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www.ilconsumatore.eu14 N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016

Foto e testo di Francesca Checcacci

Il 30 giugno scorso, presso il ComandoRegionale della Guardia di Finanza diCagliari, con il patrocinio del Ministero dello

Sviluppo Economico, nell’ambito del ProgettoNO PROBLEM-Servizi ai Consumatori,l’Unione Nazionale Consumatori Sardegna haorganizzato una conferenza-dibattito con ogget-to le truffe sul Web.Nella sala Polivalente del Comando Regionaledella GdF, ospitati dal Gen.B. Giampiero Ianni,l’avv. Massimiliano Dona, segretario Generaledell’Unione Consumatori, ha intrattenuto i par-tecipanti con una lectio magistralis sul tema:

“Le pratiche commerciali scorrette sul web tranorma e giurisprudenza Antitrust , sicurezzadei pagamenti e garanzie post vendita”.L’interesse delle tematiche ha richiamato la pre-senza di giornalisti di RAI 3-Sardegna eVideolina. Gli acquisti tramite il web coinvolgo-no sempre più consumatori che hanno la pos-sibilità di acquistare direttamente da casa senzarecarsi nei negozi. Ora non si acquistano piùsolo libri o biglietti aerei, ma anche vestiario,prodotti per la casa, elettronica, alimentari,vacanze, noleggi di auto. Di conseguenza anche i pagamenti si effettuanotramite carte di credito o prepagate, per cuiaccanto ad aziende serie, anche nelle garanzie

post-vendita, è nato quel sottobosco di truffato-ri che raggirano soprattutto i consumatorisprovveduti. Ha chiuso la giornata il T.Col.Andrea Taurasi, Comandante del Gruppo TutelaEconomia del nucleo di P.T. di Cagliari, con unarelazione su: “IL ruolo della G.d.F. nella repres-sione delle truffe sul web”.Fautori del Convegno, al quale ne seguirannoaltri, è stata l’A.N.F.I. tramite il ConsigliereNazionale, Cap. (ris) Salvatorico Cuccuru, ed ilGen. (ris) Adriano Siuni, presidente dellaSezione di Cagliari.

Nelle foto: in alto, il T. Col. Taurasi.

a sinistra l’Avv. Massimiliano Dona

TRUFFE SUL WEB: UNA GIORNATAINFORMATIVA DELL’UNC SARDEGNA

IN COLLABORAZIONE CON LA GDF

Nella foto, da sinistra: Monica Satolli, Massimiliano Dona, Romano Satolli ,Gen. G. Ianni, S.Cuccuru e Col. A. Taurasi

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di Luigi Caricato

Le brutte figure che stiamo collezionandoall’estero non hanno precedenti. In patrianon si fa che parlare delle virtù dell’olio

made in Italy (che di fatto non esiste, visto chedobbiamo per forza importarne intorno al 70%,per soddisfare il fabbisogno di prodotto), men-tre all’estero facciamo il possibile per offrire dinoi una cattiva immagine, perfino dicendo cheè tutto sotto il controllo della mafia. Già, l’oliocon il sangue della mafia. Insomma, siamol’Italia dei soliti teatranti, e qualcuno ci prendeper davvero sul serio. E’ una grande disfatta.Solo che questa volta a essere pesantemente incrisi sono le Istituzioni.A gettare fango sull’Italia sono alcuni organismidi controllo che combattono molto spesso unabattaglia ideologica al fianco di una organizza-zione agricola che fa il possibile per sostenere,in base a come si alzano al mattino, o che lametà degli extra vergini italiani siano finti, o che,addirittura, sia ben l’80% degli extra vergini aessere frutto di imbrogli. Ora, mettetevi neipanni di chi ascolta o legge questa gente (cheper me blatera). C’è da rinchiudersi in casa enon uscirne più. Per la paura. Infatti, parados-salmente, proprio nel periodo d’oro del mondooleario italiano, con qualità delle produzionidecisamente migliori rispetto al passato, alcunisoggetti nemici dell’Italia (anche tra le stesseIstituzioni) gettano fango sulle imprese nostra-ne, sostenendo l’ipotesi di immettere in com-mercio oli adulterati, o comunque non rispon-denti alla categoria merceologica di appartenen-za.Nello stesso tempo, altri organismi di controllosostengono che i dati sulle frodi siano dati fisio-logici, e che non esista un fenomeno frodi. E’

tutto nella norma, insomma. Non che le frodinon ci siano, ma rappresentano un dato estre-mamente contenuto, sotto il 5%. Purtroppoperò circolano tante storie assurde, che se solosi estendessero con la medesima tenacia concui si concentrano sugli oli da olive, anche adaltri prodotti alimentari, sarebbe la fine delmade in Itay.L’accanimento è nei confronti delle grandiimprese è paradossale. Se sei grande, in Italia,devi abbassare la guardia, altrimenti sei preso dimira. Ti entrano in azienda le forze dell’ordine,con tanto di armi, come se fosse una retata, eanche con elicotteri che sorvolano l’azienda,mentre, se per puro caso ti va bene, si limitanoa sputtanare il buon nome di un marchio cheha impiegato decenni o secoli per guadagnare econsolidare una reputazione, sostenendo coneccessiva spensieratezza che in bottiglia vi ètutto tranne che l’extra vergine: olio vergine dioliva, se non addirittura olio lampante, noncommestibile; e, visto che ci siamo, tutto, tran-ne che olio italiano, magari anche siriano, comehanno sostenuto alcuni signori. Perché, si sa, inanni di duro conflitto in Siria, c’è tutto il tempoe la serenità per raccogliere le olive, molirle,prendere l’olio e farlo passare indenne dallafrontiera verso l’Italia, facendo magari unoscambio merci, olio da olive contro armi.Siamo dei grandi commedianti, questa è la veri-tà. Incapaci di gestire un’economia, e impegna-ti a contrastare quelli che l’economia la portanoavanti, preferiamo infangarci da soli, con gran-de euforia dei concorrenti spagnoli che si ritro-vano la strada spianata. Ecco, di questo passo, ilfuturo io già lo immagino, con coloro che fan-tasticano con il Km 0, mentre le aziende reali,insoddisfatte, migrano all’estero, come quellaparte di italiani che già lo fa in altri settori, alla

ricerca disperata di un Paese normale che liaccolga. Forse è anche un bene che alcuneaziende olearie abbiano già delocalizzato,aprendo sedi di produzione all’estero, ancheperché in Italia non si piantano più olivi, mancal’olio, e, paradosso nel paradosso, i magistratileccesi stanno facendo il possibile per metterealla prova il Paese.

N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 www.ilconsumatore.eu16

DOVE STA ANDANDO IL COMPARTOOLEARIO ITALIANO

Questo articolo dell’amico Luigi Caricato lo trovo molto interessante da far leggere ai nostri lettoriperchè si rendano conto di chi e come danneggia i nostri prodotti agricoli, la nostra agricolturaanche da chi dichiara di proteggerla. Stampa, TV, giornalisti ignoranti fanno a gara a chi più emeglio spaventa i consumatori, li disorienta, se ne esce con trasmissioni e articoli disfattisti. Nonsono solo le tasse, le iniziative di un governo incapace di diminuire il debito, eliminare il cancrodella democrazia, fare finte riforme che rovina la nostra economia, ma soprattutto la nostra insi-pienza e la mancanza di orgoglio nazionale.

Si invoca troppo spesso la tradizione come fosse una parola magica, ma la tradizione non è nellafissità ma in qualcosa in continuo mutamento. Dinanzi a una repulsione verso tutto ciò che è ilnuovo, l’Italia olearia offre di sé una immagine stantìa, terribilmente plastica, di immobilità – aparte le dovute (quanto rare) eccezioni. Piaccia o non piaccia, è così. Questo quadro riflette, infondo, lo stato dell’Italia oggi. Fotografa ciò che avviene in molti (se non tutti) i settori dell’econo-mia e della società. Siamo senza meta, e chi ne ha una viene brutalmente avversato da chi sta dal-l’altra parte

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Così la Xylella che già affligge gli alberi secolariper lo più abbandonati, può probabilmenteestendersi di regione in regione, fino a esiti dis-astrosi. La migliore soluzione, come sempre, èandare via dall’Italia, ma non è una sconfitta, èanzi una opportunità. Anche i ristoratori, inquesta fase delirante del Paese, sono stati imbri-gliati nella rete dell’accanimento di alcuni orga-ni dello Stato. Non che la ristorazione non abbiaresponsabilità, visto che la primitiva pratica delrabbocco delle bottiglie d’olio è stata per anniprassi comune, ma la sola idea di pensare direprimere con dure sanzioni tale pratica latrovo rivoltante, segno di una pesante sconfittaculturale. Nessuno infatti pensa di educare, dicostruire qualcosa, di formare dei professioni-sti. Si ritiene che tutto possa risolversi con l’in-troduzione di nuove leggi, reprimendo.Nessuno invece che si preoccupi di formare,istruire, educare. Tutti che si ritengono maestri,pronti a giudicare e mai a giudicare il propriooperato.Così, tanto per fare un esempio, abbiamo inon-dato l’Italia di attestazioni di origine – cosabuona e giusta, per carità – ma senza approda-re a nulla, facendone una pura esibizione dimuscoli, senza tuttavia giungere a nulla di con-creto, visto che nel caso dell’olio, le Dop sonocommercialmente risibili, in quanto – a partealcune aree già note, pochi le certificano, ealtrettanto pochi sono i consumatori che dimo-strano interesse nell’acquistarle, dal momentoche percentualmente nemmeno le si notano. Vipiaccia o meno, questa è l'Italia olearia.

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di Romano Satolli

Se non fosse stato per l’eccesso di zelo dellaPolizia Stradale di Pistoia, nel sequestrareprovvisoriamente il carico di pecorino

sardo prodotto in Romania e destinato inSardegna, non sarebbe tornato d’attualità unpasticcio - a quanto pare perfettamente lega-le, a meno che non si approfondiscano leindagini, scoprendo magari che dai movi-menti di import-export i consumatori sardied italiani potevano essere stati indotti ininganno sulla vera origine del latte che hadato origine a certi prodotti commercializzatidall’Azienda Casearia dei F.lli Pinna di Thiesi.Dalle dichiarazioni riportate sulla stampa,uno dei Pinna ha dichiarato che il latte rume-no è migliore di quello sardo, denigrando incerto qual modo le pecore sarde e chi vive dipastorizia. Dichiarazione tanto più infelice sedichiarata da un sardo e componente deiConsorzi di tutela dei formaggi DOP sardi. Haanche aggiunto che il formaggio sequestrato epoi liberato, era destinato ad essere grattugia-to a Thiesi e poi completamente esportato.Possibile che nel caseificio rumeno nonabbiano l’attrezzatura per grattugiarlo, imbu-starlo ed esportarlo? Non aumentano i costicon questo andirivieni?

I F.lli Pinna, accusati in passato di una con-correnza sleale nei confronti dei formaggisardi, dichiararono che in Romania non pro-ducevano formaggi DOP (ci mancherebbealtro!), che lo esportavano interamente inEuropa e negli Stati Uniti, ma è lecito chie-dersi per quali motivi usano marchi di fabbri-ca, come “Dolce vita”, “Toscanella”,“Pecorino”, “Grattugia”?Commercializzare formaggi rumeni utilizzan-do nomi di fantasia italiani è facile indurre inerrore i consumatori europei, statunitensioltre a italiani e sardi, poiché ben pochi leg-gono - nelle scritte riportate sempre in picco-lo sulle etichette - il nome ed il luogo dellostabilimento produttore (che l’Ue, tra l’altro,vorrebbe abolire).Se poi consideriamo che quel caseificio, dovei F.lli Pinna hanno una quota del 70%, è statofinanziato dal nostro Stato con 5 milioni dieuro, non meravigliamoci se 4.000 pastori edagricoltori sardi hanno manifestato a Cagliaritutta la loro rabbia per dover vendere il lattedelle loro pecore ad un prezzo a litro chenon copre i costi aziendali e che permetta dinon abbandonare un’attività che dura da mil-lenni.

ANCORASUL FORMAGGIORUMENO IMPORTATOIN SARDEGNA

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 19

Alcuni consumatori hannoscritto agli sportelli

dell’UNC spaventati peraver trovato nei pacchi dipasta insetti e animaletti.Cosa fare in questi casi?

Secondo l’esperto di salutealimentare, Agostino Macrì,

la prima cosa da fare èsegnalare il problema al

punto vendita dove è avve-nuto l’acquisto del prodotto

di Rebecca Manacorda

Èinfatti nella fase della vendita o dello stoc-caggio del prodotto che può verificarsi l’in-festazione. In particolare, in presenza di

non corrette condizioni igieniche nel luogo doveil prodotto viene conservato o proposto alla ven-dita che possono verificarsi condizioni favorevo-li all’insorgenza del problema.Tutti gli studi accademici condotti in tal sensohanno confermato che le elevate temperaturedel processo produttivo eliminano in nuce qua-lunque possibilità di sopravvivenza di eventualilarve di insetti ed hanno quindi individuatonelle fasi successive al ciclo produttivo, quali adesempio distribuzione, stoccaggio e conserva-zione domestica il momento in cui possanodeterminarsi infestazioni da insetti.COME CONSERVARE LA PASTAIl primo passo è sempre la prevenzione: perconservare adeguatamente la pasta e preserva-re tutti i pregi nutrizionali e le sue caratteristi-che qualitative, è necessario riporla in dispensecorrettamente ordinate, pulite e fresche. Oltrealla pulizia dello scaffale, bisogna fare attenzio-ne a non mettere la pasta insieme con altricereali come riso oppure ai legumi. Infatti unadelle cause scatenanti l’invasione può essere lamigrazione di parassiti da altri prodotti. Ciò puòaccadere sia nei depositi del supermercato chenelle dispense domestiche. Una non correttaconservazione può incidere anche sulla fra-granza e sul colore della pasta che non dovreb-be mai essere esposta alla luce diretta. Se inve-ce, accadesse di trovare insetti - i cosiddetti pun-teruoli - in confezioni nuove, appena acquista-te, è bene sapere che questo può accadere nonper mancanze igieniche durante il processoproduttivo, ma a causa di disattenzioni nellesuccessive fasi di distribuzione e commercializ-zazione, come indicano anche alcuni studi dellafacoltà di Agraria dell’Università di Milano chehanno analizzato lo sviluppo di infestanti nel

caso della produzione della pasta e dimostrano,come si diceva, che le uova di piccoli insetti nonsopravvivono ai valori di pressione e alle tempe-rature che si sviluppano nel corso del processodi trasformazione industriale (macinazione,gramolatura, trafilazione, essiccazione, raffred-damento, confezionamento).Per rincuorare i consumatori ricordiamo che daoltre 40 anni in Italia la legge stabilisce, per ilprodotto secco, un tenore massimo di umidità

del 12,5% creando così le condizioni per rende-re la pasta stabile dal punto di vista microbiolo-gico. Vige, oltretutto, la “legge di purezza” cheprescrive l’obbligo di produrre pasta esclusiva-mente con frumento duro nel rispetto di preci-si parametri analitici che, uniti alla bontà dellamateria prima accuratamente selezionata e alknow-how produttivo, compongono i principaliaspetti caratterizzanti la qualità della pasta e ilrispetto dei controlli igienico sanitari.

ANIMALETTI NELLA PASTA

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 www.ilconsumatore.eu20

di Massimiliano Dona

Ho partecipato al concorso promosso dallaLoacker, nota azienda produttrice diwafer: in apparenza tutto semplice, basta-

va inserire online dei codici per avere premisicuri. Il bando "La bontà ti premia sempre"aveva scadenza 18 aprile: tuttavia nei giorni pre-cedenti il sito del concorso impazzisce, tuttobloccato, non si apre alcuna pagina! E’ questoil tenore di una delle molte testimonianze chestanno giungendo agli sportelli dell’UnioneNazionale Consumatori.I consumatori provano e riprovano, ma il risul-tato non cambia: pagina bloccata senza possibi-lità di fare l'inserimento dei codici, inutili letelefonate ai numeri indicati sulle confezioni.Alcuni operatori dichiarano di attivarsi persegnalare il problema, altri si incaricano di cari-care loro stessi i codici per conto dei parteci-panti.

Tuttavia, nonostante le rassicu-razioni, improvvisamente, allascadenza del termine, Loackercomunica la brutta notizia ai con-sumatori che non sono riusciti a parte-cipare per colpa del sito bloccato: non è piùpossibile dar seguito alla richiesta, nientepremi!I consumatori non si arrendono: provano acontattare la Loacker compilando il moduloche si trova sul sito, si tenta con Messenger eFacebook, ma è tutto inutile! Nessuna spiega-zione sulle motivazioni per le quali non fossepossibile caricare i punti del concorso.Ma non è tutto, altri consumatori che hannopartecipato alla raccolta punti Loacker ci segna-lano di aver elevato i propri consumi proprioper conquistare molti premi. Tuttavia l'aziendaLoacker comunica tramite che farà dei “con-trolli a campione” e che (stranamente) sonostati selezionati proprio gli ordini delle famiglie

c h eavevano acquisito ilmaggior numero dipunti: la richiesta è

di inviare copia dei codici caricati tramite rac-comandata (entro 5 giorni!), ma molti consu-matori li avevano nel frattempo cestinati.Il sospetto di alcuni (ex) consumatori diLoacker è che l'azienda avesse già pianificatotutto non avendo le risorse per evadere gli ordi-ni. Certo, se fosse vero che Loacker abbia usatola raccolta punti per incentivare l'acquisto deiprodotti per poi bloccare il sistema, beh chedire…. Anche i celebri wafer non sarebbero piùdolci come prima.Per raccontarci la tua storia, c’è lo sportello“segnalaci il tuo problema” dell’UnioneNazionale Consumatori.

POVERI CONSUMATORISE LOACKER NON ÈPIÙ DOLCE…

Escluso anche dall’elenco dei “possibili can-cerogeni” Assolto il caffè. L'Oms, attraversola sua agenzia per la ricerca sul cancro

(Iarc), non lo ha classificato fra i cancerogeni,nemmeno fra quelli ritenuti 'possibili'. Ad ana-lizzare gli studi sinora condotti sul tema è statoun gruppo di 23 esperti internazionali, fra cuiitaliani, convocati dalla Iarc. Per il caffè si trattadi una nuova valutazione, visto che già una pre-cedente monografia della Iarc (n.51) pubblica-ta nel 1991, inseriva la bevanda più amata dagliitaliani nel gruppo '2b', la lista dei possibili can-cerogeni, sulla base di studi epidemiologici sulcancro alla vescica. Si trattava, però, di "eviden-ze limitate" di un aumento del rischio di que-sto tumore, escluso ora dalla nuova analisi.

Fonte:Federanziani

L’OMS ASSOLVE IL CAFFÈ:NON È CANCEROGENO

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 21

di Alberto Guidorzi

Il fenomeno della domanda di biologico e delrifiuto degli OGM si inserisce in un comples-so più vasto di scarsa riflessione sull'evolu-

zione dell'agricoltura, dei suoi scopi, di una cul-tura scientifica che fa acqua da tutte le parti e daun battage pubblicitario fatto proprio anchedalla professione medica, pseudomedica e far-maceutica. Ciò droga il pensare di una moltitu-dine di persone, al punto da convincerle checoloro che non hanno le loro stesse idee sono persone colpevolmente in errore e quindida combattere. Da qui ne discende il formarsidi una ideologia che ormai influenza le sceltepolitiche e fa pressione perché gli eletti agiscanoin sintonia con il loro pensare.Evidentemente vi sono vari gradi di questo

modo di pensare, ma tutti concorrono a fomen-tare il rafforzarsi di questo modo di pensare esoprattutto a trovare sempre più adepti. Io sinceramente sono preoccupato di questaevoluzione, perché piano piano sta diventandouna forma di dittatura. I Romani avevanoconiato la locuzione "de gustibus non est dis-putandum" e a questo ci siamo attenuti per duemillenni, ora, però, se vogliamo mantenere lalocuzione latina, dobbiamo togliere il "non" eciò non mi va proprio giù.Un onnivoro normale con il vegano o con ilvegetariano non va più d’accordo. Eppure, se siè del parere di rispettare le reciproche convin-zioni in tema alimentare, perché allora a chimangia carne viene attribuito un comporta-mento quasi delittuoso? Perché, a quanti voglio-no nutrirsi di carne, glielo si vuole impedire?

Purtroppo, molto vicini a questo modo di pen-sare patologico, vi sono ormai gli animalisti.Non esiste più nemmeno la possibilità di undialogo. Provate a spiegare a un vegano, o a unanimalista, che gli agnelli si producono affinchéle pecore entrino in lattazione e si possa pro-durre formaggio, e che se i nuovi nati fosseroportati alla morte naturale si provocherebbeuna sovrappopolazione di ovini che bisogneràcomunque equilibrare uccidendoli prima chequesti creino disastri: rendendo antieconomicol'allevamento o desertificando il pianeta.Purtroppo non c'è più verso di convincere vega-ni e animalisti, anzi ormai questi ti consideranoun nemico da abbattere.Purtroppo, questi atteggiamenti di chiusura eostilità stanno diventando patologici, e non ècerto una questione di poco conto.

UNA FORMA DI DITTATURA

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Una bambina di quattro anni muore perun'encefalite causata dal morbillo.Bologna: una neonata di soli 28 giorni

muore di pertosse. E ancora a Roma: tre lattantidi due, tre e cinque mesi colpiti da meningiteda Haemophilus Influenzae di tipo B. Questialcuni dei più rilevanti casi italiani che hannoportato alla ribalta della cronaca, malattie infet-tive considerate pressoché sconfitte grazie allevaccinazioni, ma che sono ricomparse nume-rose in tutta Europa. La comunità scientifica ècompatta nell'individuare la causa: l'Italia è trai Paesi meno virtuosi in tema di vaccinazioni ele coperture sono oggi in preoccupante calo.Secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità edel ministero della Salute, le coperture vaccina-li per malattie come poliomielite, tetano, difte-rite ed epatite B oggi sono al di sotto del 95% (lasoglia di sicurezza) e la copertura scende sottola soglia dell'86% per morbillo, parotite e roso-lia, patologie per cui, secondo i dati diffusi dallaSocietà italiana di Pediatria, oltre 358.000 bam-bini non sono stati vaccinati negli ultimi 5 anni.'La vaccinazione rappresenta uno degli inter-venti di sanità pubblica maggiormente efficaci esicuri- spiega Walter Ricciardi, presidentedell'Istituto superiore di Sanità- attraverso lacosiddetta immunità di gregge, anche i non vac-cinati beneficiano degli effetti positivi della vac-cinazione, sempre che la copertura sia superio-re alla soglia del 95%, al di sotto della quale l'a-gente patogeno continuerebbe a circolare. Ilcalo delle vaccinazioni costituisce un grave peri-

colo per la salute di tutti: per fare un esempio,la mancata vaccinazione antinfluenzale di tan-tissimi anziani dopo un falso allarme sui rischidel vaccino è stata una delle cause del 'boom' dimortalità nel 2015'. Secondo l'Oms, i vaccinisono in grado oggi di salvare 2,5 milioni di vitel'anno nel mondo, eppure il valore della pre-venzione vaccinale non è adeguatamente com-preso e rischia di essere seriamente in pericoloa causa della disinformazione e di falsi miti che,seppur privi di base scientifica, riescono ad'attecchire' sull'opinione pubblica.L'informazione sui vaccini, il ruolo sociale deimedia e la corretta informazione scientifica nel-l'era digitale sono al centro del corso di forma-zione professionale 'La corretta informazione atutela della salute di tutti: il 'caso' vaccini, trafalsi miti e pregiudizi', promosso dal master 'Lascienza nella pratica giornalistica' (Sgp) dellaSapienza università di Roma con il supportoincondizionato di Sanofi Pasteur Msd. 'La colla-borazione con i media è importantissima- spie-ga Walter Ricciardi- abbiamo appena finito didire che un talk show non deve invitare a parla-re di vaccini persone che non se ne intendono.Perché' oggi l'opinione di una persona famosaha lo stesso peso di persone che dedicano lapropria vita alla scienza. E gli scienziati devonoimparare a comunicare meglio. I mediatorisono la carta stampata, la radio, la televisione.E' importante che i giornalisti sappiano di doveraffrontare questa sfida che, se si perde, costavite umane'. Le vaccinazioni in età pediatrica

'sono indispensabili poiché' i vaccini praticatiriguardano malattie per le quali le cure dispo-nibili non sono efficaci- dichiara Alberto Villani,responsabile dell’Unità operativa complessa diPediatria generale e Malattie infettive dell'ospe-dale pediatrico Bambino Gesù Ircss di Roma-un esempio è la meningoencefalite per la quale,nonostante i progressi fatti per ciò che riguardale terapie intensive, la mortalità è rimasta inva-riata. Bisogna superare l'ignoranza e la diffiden-za e per questo è necessario avvalersi di fonticertificate, identificabili e autorevoli. Quanto aimedici e ai pediatri, la Società italiana di pedia-tria sta facendo tutto il possibile perché' la cul-tura vaccinale sia sentita e diffusa. È fonda-mentale l'educazione così come l'alleanza trasanità, stampa e magistratura'. Anche in etàadolescenziale le vaccinazioni sono fondamen-tali: il vaccino contro il Papilloma virus umano(Hpv) e' in grado di proteggere ragazzi e ragaz-ze da vari tipi di cancro, come il tumore delcollo dell'utero, il cancro anale, le lesioni pre-cancerose di cervice, ano, vulva e vagina e i con-dilomi genitali. 'Nel piano vaccinale è prevista lavaccinazione contro Hpv per le femmine di 12anni di età ma alcune Regioni hanno ampliatoa più classi d’età (17 e 25 anni) e hanno ancheprevisto i maschi di 12 anni- spiega MicheleConversano, direttore del dipartimentoPrevenzione di Asl di Taranto- tutto questo èstato facilitato sia dalla riduzione del costo delvaccino contro il Papilloma virus sia dalla sem-plificazione della schedula di somministrazione(due dosi invece di tre). Allargando ai maschiquesta vaccinazione, oltre a prevenire le malat-tie da Hpv nel maschio stesso, si intervieneriducendo il serbatoio infettivo. Adesso attendia-mo il nuovo Piano nazionale vaccini nel qualela vaccinazione dovrebbe essere offerta amaschi e femmine gratuitamente in tutte leRegioni: le ricadute positive sarebbero moltorilevanti'. La comunicazione in ambito vaccina-le ha sempre rivestito un ruolo cruciale nel pro-cesso di accettazione o resistenza verso le prati-che vaccinali, ma negli ultimi anni l'avvento delweb ha moltiplicato la velocità e la quantitàdelle informazioni disponibili, facilitando lapubblicazione di dati spesso errati e privi dibase scientifica. 'La principale criticità informa-tiva è costituita dai siti contrari alle vaccinazio-ni, che rappresentano il 35% delle fonti infor-mative sul web quando si utilizzano le parolechiave 'vaccino/i' e 'vaccinazione/i'- spiegaAntonio Ferro, direttore sanitario dell'azienda

N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 www.ilconsumatore.eu22

Bambini e anziani sono e categorie più a rischioper il calo delle coperturevaccinali. Secondo l'Oms,i vaccini sono in gradooggi di salvare 2,5 milionidi vite l'anno nel mondo

ISS: IL CALO VACCINIPREOCCUPA,

GRANDE PERICOLO

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Ulss 22 Bussolengo (Vr) e responsabile del sito webVaccinarsi'- attraverso argomentazioni di caratterepseudo-scientifico o attraverso vere e proprie 'bufa-le mediatiche' questi siti catturano l'attenzione dipersone e famiglie non necessariamente contrariealle vaccinazioni, che cercano risposte in merito allasicurezza, ai calendari vaccinali e ai nuovi vaccini.Ritengo fondamentale che i mass-media faccianorete con gli operatori sanitari e che si crei una fittarete di messaggi positivi e significativi sulle vaccina-zioni, affinché' si riesca ad aiutare il pensiero criticodella nostra popolazione'. Il dibattito sulle vaccina-zioni è ampliamente presente anche su social net-work, blog e forum, dove i genitori condividonodubbi, perplessità e diffidenza: in queste 'piazze vir-tuali' spesso le informazioni non sono verificate eviaggiano senza filtri. 'La cattiva informazione relati-va alla sicurezza e all'efficacia delle vaccinazioni eall'incontrollata diffusione di tesi senza alcuna basereale- spiega Roberto Burioni, professore ordinariodella facoltà di Medicina e Chirurgia all’universitàVita-Salute San Raffaele di Milano- è un chiaroesempio della natura 'orizzontale' di internet, cheintrinsecamente pone sullo stesso livello qualunquefonte. L'avversione alle pratiche vaccinali è tantoantica quanto i vaccini, ma le nuove modalità dicomunicazione fanno emergere nuove problemati-che estremamente complesse riguardo alla libertàdi opinione ed alla necessità di garantire un falsopluralismo in presenza di affermazioni riconosciutefalse in modo unanime dalla comunità scientifica,ma capaci di indurre comportamenti pericolosi peril singolo e per la società'. Per il sistema-Italia, nonvaccinare contro una malattia prevenibile rappre-senta un costo rilevante non solo in termini di salu-te pubblica, ma anche economici: uno studio(Cicchetti, Mennini et al, 2010) ha evidenziato comeil costo complessivo per l'influenza, tra spese delSsn, dell'Inps, delle aziende e delle famiglie (costidiretti ed indiretti), sia pari a circa 2,86 miliardi dieuro; vaccinando tutta la popolazione maggiore di18 anni, i costi complessivi si ridurrebbero a 1,56miliardi. 'L'utilizzo dei vaccini per prevenire malat-tie in bambini, adulti e anziani si traduce in unnumero minore di visite mediche, esami diagnosti-ci, trattamenti, ricoveri ospedalieri e, di conseguen-za, in notevoli risparmi sui costi sanitari', spiegaFrancesco Saverio Mennini, professore di Economiasanitaria e direttore del Centre for economic evalua-tion and Hta (Eehta) del Ceis, università di RomaTor Vergata.

Fonte: Federanziani.it

N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 23

COME SI CONSERVANOI FARMACI D’ESTATE?

SCARICAGRATUITAMENTE

LA GUIDA AIFA

Conservare e trasportare i medicinali inmodo corretto è fondamentale sem-pre per garantirne l’integrità e quindi

l’efficacia e la sicurezza, ma questa buonaprassi vale soprattutto in estate, quando lealte temperature, l’umidità, l’escursionetermica possono deteriorare il principioattivo, alterarne le proprietà o favorire lacrescita microbica nei contenitori in casodi esposizione prolungata a fonti di caloree irradiazione solare diretta (es. gli antibio-tici, i farmaci adrenergici, l’insulina, glianalgesici, i sedativi). Non solo: alcuni far-maci, per via del loro meccanismo d’azio-ne, possono interferire con la termoregola-zione o alterare lo stato di idratazione del-l’organismo, amplificando gli effetti delcaldo (anticolinergici, antipsicotici, antista-minici, antidepressivi, ansiolitici, antiadre-nergici e beta-bloccanti, antipertensivi ediuretici, antiepilettici ecc.).Proprio per evitare questi spiacevoli incon-venienti legati alla cattiva conservazione (otrasporto) dei medicinali in presenza ditemperature elevate, l’Agenzia Italiana delFarmaco (AIFA) suggerisce alcuni semplicima utili accorgimenti, realizzando un pra-tico opuscolo “Farmaci & estate”. L’opuscolo potrà essere condiviso e diffusodagli operatori sanitari, che avranno a dis-posizione uno strumento in più per sensi-

bilizzare il paziente su queste buone prati-ca a tutela della salute.“È noto che i medicinali vanno in genere

conservati in luogo fresco e asciutto e nona diretto contatto con fonti di calore" -afferma il Direttore Generale, Pani, nel sitoAifa - "In estate, però, occorre maggioreattenzione e qualche accortezza in più pernon rischiare di ritrovarsi ad assumere far-maci inefficaci o peggio dannosi per lasalute. L’AIFA suggerisce alcune buone pra-tiche e raccomanda di leggere sempre conattenzione il foglio illustrativo e consultareil medico o il farmacista in caso di dubbisull’integrità di un prodotto”.“Gli effetti del caldo sull’organismo – affer-ma sempre sul sito Aifa il Presidente,Melazzini - possono essere acuiti dall’as-sunzione di farmaci che interferiscono conalcuni processi quali la termoregolazione,causando, specie in soggetti più a rischio,come chi soffre di problemi cardiaci, circo-latori e respiratori, conseguenze a volteanche gravi. Inoltre va posta particolareattenzione ad alcuni medicinali, comequelli a base di ketoprofene, che in caso diesposizione diretta al sole possono provo-care reazioni da fotosensibilizzazione. Perquesto è opportuno essere ben informatisu come comportarsi nella stagione calda,quando si assumono farmaci”.

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 25

LA BIBLIOTECA DEL CONSUMATORE

di Elena TibilettiCollana i Pratici Edagricolewww.edagricole.it - www.tecnichenuove.comeuro 9,90

PIANTE GRASSEIn casa e sul balcone

8 capitoli che spieganol'ABC per mantenere inottima forma le vostrepiante grassem in casa osul balcone.

29 schede illustrate dovetrovare in breve le indica-zioni specifiche per ognipianta e i consigli dell'e-sperta.

114 foto per farvi vederetutte le piante citate, tutti ipassaggi di coltivazione e

le malattie e i parassiti che le colpiscono.

di Mario Giannonewww.edagricole.itEuro 23,00

GLI OVINI DA LATTEAllevamento, gestione,cura dell’animale

Il volume vuole fotografa-re lo stato dell'arte nell'al-levamento moderno degliovini da latte, riassumen-do la corretta gestione del-l'animale sotto il profilodell'alimentazione e delbenessere animale nell'ot-tica dell'ottimizzazionedella produzione.L'autore sottolinea comequest'ultimo aspetto nonpossa prescindere da scel-te rispettose dell'animale

e orientate ad una gestione integrata dell'azienda, vista comecontesto produttivo unico e polifunzionale, adeguato ad unpastore che è oggi allevatore e imprenditore a tutti gli effetti.Indice: Il mondo degli ovini - Conoscere la pecora - Razze etipi genetici - Tecnica della riproduzione e gestione degli alle-vamenti - Alimentazione - Le foraggere e il pascolamento - Ipredatori e i rischi per il bestiame allevato all'aperto -Profilassi e cure - Ovili, annessi e servizi - Benessere animalee allevamento.

a cura di Nicola Todeschini

LA RESPONSABILITÀ MEDICASECONDO ME:IN LIBRERIA L’OPERA DITODESCHINI PER UTETInquadramento, profili civile e penali,assicurazione, procedimento giudizialee stragiudiziale, casistica

La responsabilità medica occupa ormai lamaggior parte del mio tempo professionale.Ho iniziato a studiarla in modo approfonditoall’Università, ho chiesto ed ottenuto la tesi dalcompianto Prof. Giovanni Gabriellidell’Università di Trieste, e non l’ho mai abban-donata: anzi, ne ho fatto la mia ragione profes-sionale continuando giornalmente a trattarecasi, ormai da anni in tutta Italia ed a studiareper offrire agli interpreti una ricostruzionesistematica utile.Durate qui mesi di lavoro ho conosciuto il Prof.Paolo Cendon e sono stato catturato dal suo desiderio di parlare dei diritti dellapersona facendone anche la mia personale missione.Anche quando ne parlo ai convegni, durante le giornate di studio, non dimenticodi essere un pratico che, come molti miei colleghi, cerca soluzioni appunto prati-che, ma non ad ogni costo, non a costo di risolvere un caso e non gli altri, non acosto di forzare le regole ma a condizione di rispondere ad un’esigenza di coeren-za e tutela dei diritti della Persona.Chi mi conosce sa quando tempo ho dedicato alla forme rimediali, in particolaremodo quando ad essere violato è il diritto del paziente all’autodeterminazione con-sapevole, e credo che il risultato dei miei sforzi, unito a quello di tutti gli autori,che ringrazio e con i quali festeggio tale pubblicazione, e del Prof. Paolo Cendon,curatore della collana, che ha avuto fiducia nel mio lavoro, sia confezionato inquest’opera in modo soddisfacente ed innovativo.Mi auguro che il lettore riconosca questo sforzo e il disegno, appunto di coerenza,che domina lo sfondo, perché altrimenti le nostre fatiche sarebbe state inutili.Con orgoglio posso affermare, quale direttore dell’opera, ed autore di diversi con-tributi, che non sono assecondati fini diversi, trasversali, non esiste ossequio aisoliti poteri forti, non stringo l’occhiolino a nessuno se non al desiderio di rac-contare la responsabilità medica, fuori dai denti, a chi vuole conoscere il nostropunto di vista dopo tanti anni di studio: non avrebbe per me avuto senso alcunopensare ad un’opera teorica frutto di approcci accademici e lontana dalla pratica.Troverete in quest’opera l’esperienza di centinaia di casi risolti, problematici,affrontati applicando proprio queste regole.Apprezzerete la vicinanza, che ancora mi mette in soggezione, tra lo sviluppo dellemie tesi in materia di consenso informato e risarcimento del danno e le più avan-zate sentenze della Corte di Cassazione che costituiscono un premio a percorsi diricerca che vent’anni fa facevano sorridere i miei avversari, ma che oggi rendonovittoriosi giudizi di primo grado ma anche e soprattutto appelli che avrei perdutose mai mi fossi appassito su posizione consuetudinarie e stanche ma per certiversi domestiche, accoglienti, facili.Gli schemi rotti allora hanno fruttato una nuovo modo di guardare al tema del-l’informazione adombrando un concetto di “salute” non come assenza di malat-tia ma di tendenziale benessere psicofisico e sociale (come suggerisce l’O.M.S.).Ne consegue un ribaltamento, epocale, (che allora appellavo rivoluzione coperni-cana) del rapporto paternalistico, destinato a soccombere dinanzi alla necessità direndere il paziente protagonista della cura.Gli altri autori hanno accettato con profitto e coraggio la sfida, quella non della soli-ta opera collettanea zeppa di contributi slegati tra loro ma della ricostruzione omo-genea e moderna della responsabilità guidati dalla libertà d’opinione, dalla sforzodi aggiornamento ma anche dall’approccio critico; il risultato mi rende orgogliosodi una fatica che è stata, lo ammetto, importante e che condivido con loro.

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 www.ilconsumatore.eu26

LE RIVELAZIONI DI GIORGIO SABANEL SUO NUOVO LIBRO SULLA STORIAANTICA DELLA SARDEGNA

“Scusidov’èl’Ade”

da dovenascel’idea

di questolibro?

Verso la metà degli anni ’80 mi iscrissi alCorso di Perfezionamento in Archeologiadell’Università di Cagliari; là conobbi i pro-

fessori Giovanni Lilliu ed Enrico Atzeni con iquali portai a termine numerose visite a impor-tanti siti nuragici. Dopo il primo anno smisi di frequentare ilcorso, non trovando risposta alle mie curiosità.Continuai a leggere un po’ a caso i testi più sva-riati; mi incuriosì, in particolar modo L’enigmadei Fenici, un libro scritto nel 1982 da SabatinoMoscati ed ebbi la prima intuizione che inSardegna ci fosse qualcosa di più di ciò che allo-ra si raccontava. Poi quindici anni fa leggendo illibro di Sergio Frau “Le Colonne d’Ercole” miresi conto di conoscere i luoghi che venivanoraccontati come miti, per averli visitati nelle mienumerose escursioni in barca a vela nelMediterraneo.Il libro di Frau si basa principalmentesugli scritti di Platone, ma Platone era unfilosofo.I filosofi greci erano scienziati, amanti dellaconoscenza a tutto campo; in particolare il“Crizia” e il “Timeo” di Platone trattano anchedi morale e di comportamento, ma prevalente-mente sono testi di storia, di geografia, dicosmogonia, di fisica e chimica. Una volta cor-retto l’errato posizionamento delle Colonned’Ercole, risulta sin troppo evidente che Platonedescrivesse il Mediterraneo occidentale e noncerto l’Atlantico.

Se ne ha già parlato Frau a che scopo scri-vere un altro libro sullo stesso argomento?Io non mi discosto di tanto dalle intuizioni diFrau, mi limito a individuare con precisione laposizione delle Colonne, dell’Arcipelago delleEsperidi col giardino dalle “poma d’oro”, del

regno di Gerione, dell’Ade appunto, e dellaMauritania che, come i Sardi ben sanno,indica ed indicava un’ampia zona dellaSardegna meridionale e non solo quelloche oggi si chiama Marocco. Da qui diven-ta facile spiegare perché Atlantide si chia-mava anche Isola Iperborea, visto che percosteggiarla si doveva puntare la pruaverso nord, per giorni e giorni, sempre piùsu, in rotta “iperborea”Quali sarebbero le mitiche Colonned’Ercole?Il mito è la parte trascendentale che portaa raccontare un luogo o un avvenimentostorico in modo enfatico; ma estraendo laparte eziologica si può arrivare a indivi-duare i luoghi dove quei miti sono statiambientati, utilizzando le conoscenze sto-riche e la logica. Le “Colonne“ si trovanoancora oggi in un luogo molto vicino a noiin una località, a suo tempo, dettagliata-mente descritta da Euctemone e costitui-scono quello che Pindaro diceva essere il“messaggio” d’illeso ritorno Oggi possonoessere fotografate da chi abbia voglia diandare a visitarle.

Platone - Timeo"infatti tutto quanto è compreso nei limiti del-l’imboccatura di cui ho parlato, appare comeun porto caratterizzato da una stretta entra-ta".

LE NOSTRE RECENSIONI

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Oggetto del contendere è un corridoio postoa piano terra di un edificio condominiale,corridoio al quale si accede tramite una

porta sita accanto alla scala e dal quale è possi-bile fare ingresso in unità immobiliari di pro-prietà esclusiva.La porta di questo corridoio, ad un certomomento, viene chiusa con un lucchetto daBruto, il quale, nonostante ripetute promesse,non ne consegna le chiavi a Thelma e Louise,usufruttuaria e nuda proprietaria di un appar-tamento al primo piano. Le due donne, così,non sono più in grado di accedere al corridoio.Thelma e Louise propongono un’azione pos-sessoria davanti al pretore di Bari, che peròrespinge la loro domanda di tutela del possesso.Citano allora Bruto e l’altro condomino dell’e-dificio davanti al tribunale di Bari, al quale chie-dono di accertare la natura condominiale delcorridoio di disimpegno e della relativa porta diaccesso oggetto di causa, con conseguente dirit-to su di essi delle attrici in quanto parti comu-ni; ovvero, in subordine, per sentir dichiarareacquisito per usucapione ventennale il corri-spondente diritto di passaggio, con ordine dirimessione in pristino.Si costituisce in giudizio il solo Bruto, il qualeeccepisce la proprietà esclusiva del corridoio edei vani annessi, rileva che l’uso di detto corri-doio da parte delle attrici è stato sporadico esempre meramente tollerato, e chiede il rigettodelle domande proposte da Thelma e Louise.Il tribunale di Bari, con sentenza del 16 maggio2005, dichiara la natura condominiale del cor-ridoio e della porta.Bruto propone appello davanti alla corte d’ap-pello di Bari, che lo rigetta con sentenza dell’11aprile 2011.Si arriva in cassazione su ricorso di Bruto, fon-dato su tre motivi. La causa viene assegnata allaseconda sezione della corte, che decide consentenza n. 13450 del 13 maggio 2016, deposi-tata il successivo 30 giugno. Col primo motivoBruto si duole che tribunale e corte d’appellonon abbianoconsiderato il giudicato esterno costituito dallasentenza del pretore di Bari, la quale esclude

espressamente "il vantato compossesso ... sulcorridoio oggetto di causa".Motivo infondato secondo la corte: la questionepossessoria, oggetto del giudizio davanti al pre-tore di Bari, non influisce su quella relativa allaproprietà (‘petitoria’, secondo il linguaggiocuriale). Davanti al tribunale Thelma e Louisehanno chiesto solo in via subordinata la dichia-razione di usucapione della servitù di passaggio,con una domanda non riproposta in appello.In altre parole (lo dico io perché la corte si limi-ta a sottintenderlo): la sentenza che esclude ilpossesso può danneggiare chi esercita l’azionepetitoria solo se costui allega un titolo di acqui-sto, come l’usucapione, che sul possesso sifonda.Il secondo e il terzo motivo del ricorso di Bruto,esaminati congiuntamente dalla corte, sonoparimenti ritenuti infondati: "Ora, ai sensi del-l’art. 1117, n. 1, cc, rientrano tra le parti comu-ni spettanti ai proprietari delle singole unità sitenell’edificio condominiale, tra l’altro, le scale, ivestiboli, gli anditi, ovvero comunque tutte leparti necessarie all’uso comune ed essenzialialla funzionalità del fabbricato, e quindi anchegli annessi pianerottoli, passetti, corridoi, pur seposti in concreto al servizio di singole proprietà.Per sottrarre tali beni alla comproprietà dei con-domini e dimostrarne l’appartenenza esclusiva

al titolare di una porzione esclusiva, è necessa-rio un titolo contrario, contenuto non già nellacompravendita o nella donazione delle singoleunità immobiliari (come suppone il ricorrente[…]), bensì nell’atto costitutivo del condomi-nio. Titolo idoneo a vincere la presunzione dicondominialità ex art. 1117 cc infatti, è non l’at-to di acquisto del singolo appartamento condo-miniale, quanto il negozio posto in essere dacolui o da coloro che hanno costituito il condo-minio dell’edificio, in quanto tale negozio, rap-presentando la fonte comune dei diritti dei con-domini, ne determina l’estensione e le limita-zioni reciproche. Pertanto, per accertare se ilcorridoio di accesso ai singoli appartamentidelle parti in lite fosse escluso dalla comunionee riservato in proprietà esclusiva di alcuno oaltro dei condomini titolari di essi, il ricorrenteavrebbe dovuto decisivamente indicare, piutto-sto, quale fosse stato l’atto costitutivo del con-dominio di via (omissis), spettando certamenteal proprietario, che rivendichi la proprietàesclusiva di un bene presuntivamente attribuitoal condominio, l’onere di dare la prova del pro-prio diritto individuale sulla res".Anche l’ultimo grado di giudizio si concludecosì con la sconfitta di Bruto, che paga anche lespese del giudizio di legittimità.

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CASI DI GIURISPRUDENZA

a cura di Agostino Mela, avvocato cassazionistawww.avvocatoagostinomela.it

DIRITTO & ROVESCIO

RIDE BENE CHI È PROPRIETARIO

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(Reuters Health) – Una nuova ricerca condotta nel Regno Unito suggerisce che un dispositi-vo di by-pass intestinale rimovibile, in combinazione con il liraglutide, può aiutare i pazienti

obesi e con diabete 2 a perdere peso e tenere sotto controllo il diabete, con esiti migliori diquanti si ottengono col solo dispositivo o con il solo farmaco

“DIABESITÀ”: EFFICACETRATTAMENTO

CON BY-PASSINTESTINALE

RIMOVIBILEE LIRAGLUTIDE

LO STUDIOPer il by-pass intestinale è stato usato un dispo-sitivo lungo 60 cm, impermeabile e flessibile,ancorato al bulbo duodenale con un’àncorarimovibile e inserito tramite endoscopicamentenel lume duodenale del paziente, con l’obietti-vo di ridurre l’assorbimento di cibo creandoappunto una barriera tra cibo e mucosa intesti-nale. Il dispositivo è stato impiantato su ungruppo di pazienti con scarso controllo del dia-bete e obesità manifesta che erano già stati trat-tati con liraglutide, come ha spiegato Bob Ryderdel Sandwell and West Birmingham HospitalsNational Health Service Trust di Birmingham,che ha guidato la ricerca. “La caduta conse-guente del livello di HbA1c – emoglobina glico-silata – ha rappresentato un significativomiglioramento clinico, molto più di quanto sipossa vedere in studi clinici con le solite terapiealternative”, ha aggiunto Ryder. La media delcalo del peso era considerevole, rispetto allaterapia usuale con insulina, che avrebbe porta-to ad un aumento di peso in soggetti già sovrap-peso. “I pazienti trattati con questo dispositivo –ha sottolineato Ryder – hanno riportato notevo-li benefici e miglioramenti nella salute generaletra cui notevoli miglioramenti nella tolleranza

allo sforzo, riduzione della dispnea e un sensodi benessere generale. E sono stati particolar-mente soddisfatti per la sostanziale riduzionedella necessità di assumere altri farmaci per ildiabete, in particolare l’insulina, che spessonon è più necessaria dopo l’inserimento deldispositivo”.

I RISULTATINello studio sono stati coinvolti 70 pazienti, condiabete tipo 2 obesi che, nonostante un prece-dente trattamento con liraglutide, avevano note-voli problemi di controllo della glicemia. Tutti ipartecipanti avevano un’età compresa nellaprima metà degli anni 50 e mediamente ave-vano un Indice di massa corporea (Imc) dicirca 41 kg/m2. I ricercatori hanno randomiz-zato pazienti in tre gruppi: 24 partecipantihanno ricevuto il by-pass più liraglutide; 24hanno ricevuto solo il by-pass; e 22 hanno rice-vuto solo liraglutide. Per le prime due settima-ne, tutti i pazienti hanno ricevuto le stesse infor-mazioni dietetiche e mantenuto la stessa dieta.Coloro che ricevevano il dispositivo lo hannoavuto per un anno e sono stati esaminati ognitre mesi. Così si è dapprima evidenziato chetutti i 57 pazienti che hanno raggiunto un anno

di osservazione, hanno perso una quantitàsignificativa di peso. In particolare, 19 pazientitrattati con EndoBarrier più liraglutide hannoperso 11,3 kg, rispetto a 11,7 kg tra i 23 trattaticon il solo EndoBarrier e 4,5 kg tra i 15 pazien-ti trattati con solo liraglutide. Inoltre, il livelloplasmatico di Hb1Ac è sceso dal 9,7% al 7,6%(p <0,0001) nei pazienti trattati con entrambii trattamenti; dal 9,3% al 8,1% (p = 0.001) neipazienti che hanno ricevuto solo il dispositivo; edal 9,8% al 8,3% (p = 0,004) in quelli chehanno ricevuto solo liraglutide.Complessivamente si è visto anche che 5(11,9%) dei 42 pazienti impiantati con il dispo-sitivo avevano dovuto rimuoverlo precocementeper la comparsa di sintomi gastrointestinali (3erano del gruppo che aveva ricevuto solo by-pass). I ricercatori ritengono in sostanza che ildispositivo sia stato complessivamente ben tol-lerato e che il suo impiego in abbinamento conil liraglutide sia molto promettente per contra-stare l’epidemia di ‘diabesità’ che sta dilagandoa livello mondiale.

Fonte: endo 2016Lorraine L. Janeczko (Versione italiana

Quotidiano Sanità/Popular Science)

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LE BARUFFE ON LINE

di Alfonso Pascale

Isocial network ripropongono forme comuni-cative che hanno alcuni punti in comune conquelle tipiche delle società tradizionali, spe-

cialmente quando ossessioni e polarizzazioniestreme dei punti di vista, in mancanza di unospirito laico e critico, portano inesorabilmentealla contrapposizione e al conflitto irriducibiletra i partecipanti. Nella rete, l’azione e la reatti-vità, non mediate dalla riflessione e dall’indu-gio, diventano istintive e assumono spesso lesembianze di quelle che caratterizzavano la vitadelle popolazioni quando l’esistenza era caden-zata dalla bizzarria del clima, dalla siccità e dalletempeste, dai terremoti e dai dissesti idrogeolo-gici. Dinanzi alla catastrofe tutto era possibileper uscirne o per alleviarne l’angoscia.A uno smottamento distruttivo oppure a unafrana si reagiva con la maledizione, l’impreca-zione, la bestemmia. Si punivano le statue deisanti immergendole nei fiumi o in riva al mare,con una sardina in bocca. E dovevano stare inquella posizione fino a quando non finiva unasiccità o una pestilenza. Si praticavano riti di fla-gellazione. E si offendevano e si additavano alpubblico ludibrio persone ritenute responsabilidella calamità perché accusate di tradimento, diessere passate al nemico e di aver disonorato lacomunità di appartenenza. Il tutto rimanevaappeso in una zona di confine tra scherzo eseriosità, tra ironia e paura che la maledizione,l’imprecazione, la gogna si rivelassero davveroefficaci. I litigi on line rimandano alle baruffe

che avvenivano quasi ogni giorno ai lavatoi o alforno per un turno non rispettato. Le donnecoinvolte si alzavano le vesti e le sottane. Poi sisollevavano da terra come furie possedute, leva-vano le braccia al cielo e imprecavano. Girandole spalle, battevano sulle natiche con le maniche voleva dire “Ti tegnu allu culu”, come ricor-da l’antropologo Vito Teti. Ingiuriavano, maledi-cevano, offendevano. E pochi minuti dopo, lepersone che se le erano cantate in tutte le tona-lità e che si erano lanciate le più terribili male-dizioni, anche di morte, tornavano dalla fonta-na a casa assieme e sorridenti, miracolosamen-te riappacificate, come se a litigare e ad esseresul punto di strapparsi a vicenda i capelli fosse-ro state altre persone.C’è, tuttavia, una differenza di fondo tra quei ritiantichi, che nascevano tra calamità e penurie, ele burrasche odierne tra persone comodamen-te sdraiate sui divani di casa o dietro scrivanieaffollate di pratiche da sbrigare oppure tra auto-mobilisti immersi nel traffico caotico delle città.Quelle ritualità e quegli anatemi erano fatti digesti e linguaggi particolari, avevano un lorofascino, richiedevano abilità, accortezza, capaci-tà di muovere assieme mani, anche, fianchi,busto, testa. Le persone che si trovavano a pas-sare, si fermavano ad osservare divertite e altempo stesso impaurite, senza intromettersi,per non farsi cogliere dalla maledizione. E sta-vano a guardare fino a quando le litiganti non sigiravano furenti verso gli impiccioni. Solo allorasparivano, come comparse di una rappresenta-zione drammatica, senza girarsi indietro. Una

teatralità coinvolgente ed emozionante, densadi umanità. Le scornate odierne sono, invece,tediose e fatte di frasi sconnesse e senza grazia.Una violenza gratuita che si sgretola nell’incon-sistenza e nell’irrealtà. I riti antichi erano messiin opera da persone che lavoravano dalla matti-na alla sera senza tregua, in campagna, in casa,dappertutto, e nelle occasioni del litigio si tra-sformavano. Gli alterchi contemporanei nellarete s’inseriscono in vite perennemente espo-ste, alla ribalta, vissute di corsa ed hanno incomune coi litigi del passato la repentinità delconflitto e il ritorno immediato alla normalitàsenza bisogno di scusarsi e senza conservarerancori.Lungo i millenni le società tradizionali hannosperimentato forme comunicative a cui hannodato forma armoniosa. Forse i digitali nativiriusciranno a raggiungere quel livello di perfe-zione e bellezza in qualche decennio. Ma sareb-be un errore madornale confondere i litigi online con l’hate speech: le espressioni d’odio cor-relate alla religione, alla razza e all’omofobia; leforme aggressive di stalking e cyberbullismo;l’adescamento di minori e la propaganda terro-ristica. Quando l’incitamento all’odio arriva aquesti livelli, occorre intervenire con normegiuridiche. Se invece la discussione sui più dis-parati temi politici e sociali assume le forme dellitigio anche offensivo, resta solo il rammaricodi un dialogo infecondo. Esclusivamente un’e-ducazione allo spirito laico e critico, all’interro-gazione e al dubbio, potrà, nel tempo, allenarcial dovere e al rischio del dialogo fino in fondo.Per ora cerchiamo almeno di rendere aggrazia-ta – come sapevano fare i nostri antenati – lagirandola delle litigate furibonde e delle riappa-cificazioni repentine perché anche il rito dellabaruffa on line abbisogna di una sua bellezza.

Fonte: Olioofficina.it

Oggi i social network ripropongono i riti del litigio che siconsumavano un tempo nelle comunità rurali. C’è, tuttavia,una differenza di fondo tra quei riti antichi e le burrascheodierne

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di Simona Volpe

La carta ricaricabile o prepagata non è colle-gata invece a un conto corrente, ma funzio-na grazie a un versamento di denaro che va

a “caricare” il plafond prima dell’utilizzo: èquindi soggetta a costi di ricarica e all’addebitoimmediato delle transazioni. Anch’essa è accet-tata in Italia e generalmente anche all’estero,consente acquisti in totale anonimato ed è indi-cata per i giovani che non hanno entrate fisse néconto corrente e che usano questo strumentosaltuariamente, anche perché è accettata per gliacquisti su internet generalmente senza speseaggiuntive.Sono una buona soluzione per coloro che anco-ra diffidano dal comprare su internet, ma i van-taggi non finiscono qui: le prepagate sono facilie veloci da ottenere, impediscono (anche al piùdistratto tra i consumatori) di sforare il budgetdovendosi attenere alla ricarica della carta; nonriservano la sorpresa degli interessi (come alcu-ne carte di credito tradizionali o le revolving),negli acquisti su internet non comportanospese aggiuntive e anzi, nel caso di truffe, ildanno è “limitato” perché è circoscritto allaricarica.

Non manca tuttavia qualche inconveniente, acominciare da certi costi accessori: molte pre-vedono una quota di attivazione (tra 5 e 30euro), mentre il costo di ogni ricarica può arri-vare fino a 5 euro. Ma soprattutto non sono con-sigliate qualora si intenda acquistare un servizioche si paga periodicamente (come può essere,ad esempio, uno spazio web o un abbonamen-to) perché la carta prepagata deve essere suffi-cientemente ricaricata o la si deve ricaricare divolta in volta di piccoli importi (pagando nuova-mente le commissioni di ricarica). Ma ciò chemaggiormente può imbarazzare un consuma-tore che sia intenzionato a usare una carta rica-ricabile per lo shopping on-line riguarda il fattoche appoggiandosi a diversi circuiti internazio-nali, variano le commissioni sulle transazioni equalche esercente potrebbe addebitarci costisignificativi (senza dire che sarà bene verificareche il rispettivo circuito sia accettato presso i sitisui quali faccio shopping abitualmente).PayPal è un sistema di pagamento on-line chepermette a qualsiasi azienda o consumatoreche disponga di un indirizzo e-mail di inviare ericevere pagamenti. Registrandosi gratuitamen-te, è infatti possibile aprire il proprio account

(che consente di effettuare pagamenti utilizzan-do la e-mail e la relativa password) al quale èanche possibile associare una carta di creditooppure una prepagata, oppure si può ricaricaresenza spese dal conto corrente bancario. L’ideadi base consiste nell’effettuare transazionisenza condividere i dati della carta con il desti-natario finale del pagamento: il sistema infattinon trasmette i dati sensibili delle carte collega-te al conto.In conclusione, va detto che bonifico bancario econtrassegno sono senz’altro i metodi menocomodi o economici da usare: nel “costo” diqueste modalità consideriamo che, ad esempio,il pagamento con bonifico bancario ritarda lagestione dell’ordine perché il venditore aspettal’accredito sul suo conto. In genere possono tra-scorrere anche 4-5 giorni prima che l’ordinevenga preso in considerazione. Il pagamentocon contrassegno, invece, può aumentare ilcosto della merce poiché il corriere che la con-segna fa pagare un sovrapprezzo per questo tipodi pagamento, ma mette al riparo sia per quan-to riguarda una truffa bancaria che da parte delvenditore stesso (il quale potrebbe non conse-gnarti la merce).

PAGAMENTI ONLINE,QUALE SCEGLIERE?

Nei pagamenti online qualemetodo è più sicuro? Eccouna carrellata dei mezzi piùdiffusi e una descrizione dipregi e difetti: La carta di cre-dito è il metodo di pagamen-to più tradizionale: è collega-ta a un conto corrente banca-rio, ha un plafond elevato eprevede un addebito postici-pato delle transazioni (solita-mente a metà del mese suc-cessivo all’acquisto), sonoaccettate sia in Italia siaall’estero e godono di unatutela elevata contro le frodi.Sono consigliabili a queiconsumatori che hannoentrate fisse e adottano unbuon controllo sulle propriespese

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LA MANUTENZIONESTRAORDINARIA. COMEGESTIRE L’ESECUZIONECORRETTA DEI LAVORI

Il bel tempo, favorisce gli interventi edilistraordinari negli stabili condominiali, chevanno dalle impermeabilizzazioni dei lastri-

ci solari alle ristrutturazioni delle facciate. Inprossimità dei lavori, i condòmini entrano nelpanico. La preoccupazione è grande, in quan-to è obbligatorio versare anticipatamente, conbonifico, le quote straordinarie deliberate dal-l’assemblea, in un apposito “fondo” dedicatoesclusivamente ai lavori straordinari. Di con-seguenza l’amministratore dovrà utilizzaredetto fondo, unicamente per far fronte allespese dei lavori straordinari a cui lo stesso èdestinato. Cercherò di spiegare nel dettaglio,quali passaggi siano necessari ed obbligatoriper garantire il più possibile ai condòmini, lacompleta esecuzione dei lavori, senza “sorpre-se”. Il primo passaggio avviene in assemblea, dovel’amministratore preparerà un apposito puntoall’ordine del giorno, nel quale dovrà essereprevista la nomina del Direttore dei lavori chedovrà essere in possesso di apposita polizzaassicurativa di responsabilità civile per coper-tura dei rischi professionali - con i massimaliadeguati all’importo dei lavori da eseguire - ilquale avrà anche l’incarico di predisporre, inbase alle priorità dei lavori straordinari che icondomini segnaleranno, il computo metricoestimativo. In sostanza la descrizione detta-gliata, quotata e prezzata dei lavori da esegui-re. Una volta che il computo è completato, icondòmini potranno averne copia, priva deiprezzi, in maniera che ognuno possa richiede-re, ad imprese specializzate di propria fiducia,uno o più preventivi. Il Direttore dei lavoriacquisirà tutti i preventivi, forniti dai condò-mini, e dopo averli messi a confronto, ne sele-zionerà almeno tre, da sottoporre, in bustachiusa, ai condòmini in assemblea. A questopunto l’amministratore convocherà l’assem-blea ed il Direttore dei lavori, inserendo all’or-dine del giorno il punto specifico per delibera-re la scelta dell’impresa che si aggiudicheràl’appalto. Il Direttore dei lavori, in questa fase,ha un’importanza fondamentale in quantodovrà verificare i requisiti e le prescrizioni pre-viste dalla legge, per poter regolarmente con-sentire all’assemblea di assegnare l’incaricoalla ditta prescelta. Contestualmente, nellastessa assemblea, si delibererà la costituzione

del “fondo straordinario”, dove sarannoaccantonate le quote versate con bonifico daicondòmini, calcolate per millesimi di proprie-tà, in base all’importo complessivo dei lavori edei compensi dei tecnici coinvolti. Sarebbeconsigliabile nominare in questa fase ancheun “revisore” esterno, così come previsto dallalegge sul condominio n. 220/12, il quale veri-ficherà che tutti i passaggi di denaro, sia i ver-samenti nel fondo straordinario che i paga-menti all’impresa, siano corretti e rispettino lasequenza e le modalità previste dalla citatalegge. Il Direttore dei lavori, predisporrà “ilcontratto d’appalto”, che è l’accordo tra il con-dominio - rappresentato dall’amministratore -e l’impresa aggiudicataria, nel quale dovrannoessere indicati ed accettati i diritti e i doveri diognuno nell’ambito dei lavori. Es: le modalitàdi pagamento all’impresa, mediante stato d’a-vanzamento (SAL), stabilito di volta in volta dalDirettore dei lavori, le penali per ritardata ese-cuzione dei lavori, la polizza assicurativa R.C.ed a garanzia della perfetta esecuzione deilavori come da contratto, con i massimalicoerenti con l’importo dei lavori da eseguire,ecc… A questo punto, si apre il cantiere, dicui l’unico responsabile è il Direttore deiLavori, il quale provvederà a stabilire, attraver-so i verbali sottoscritti dallo stesso, con speci-fica dichiarazione, che lo stato d’avanzamentoè stato completato e che i lavori sono stati ese-guiti a perfetta regola d’arte. A seguito del ver-bale, il tecnico darà il nullaosta all’ammini-stratore affinché esegua il pagamento all’im-presa. L’amministratore ha solo il compito diprovvedere all’incasso delle quote straordina-rie, firmare il contratto d’appalto e ad effettua-re i pagamenti secondo i SAL decisi dal D.L.,nonché gestire i rapporti tra i condòmini e laDirezione lavori. Non gli è dovuto alcun com-penso aggiuntivo, in quanto non svolge nessunaltro incarico extra, al di fuori del mandatoordinario. A fine lavori, il tecnico stilerà il ver-bale di fine lavori e dichiarerà la chiusura delcantiere, confermando che tutti i lavori previ-sti dal contratto sono stati completati ed ese-guiti a perfetta regola d’arte, con la sua com-pleta assunzione di responsabilità civile epenale!

IL CONDÒMINIO

Conosci i tuoi diritticondominiali? Sei sicuroche il tuo amministratore

si comporti secondo i canonidella legalità e della corret ta

tenuta della contabilità?Mauro Cardia, esperto

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o telefona al mattino al n. 070/485040”

diritti e doveridel condomino

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 www.ilconsumatore.eu34

di Daniele Tirelli

Presidente di Popai Italia,l’Associazione internazionaleper lo sviluppo del Retail

Marketing, ricopre incarichi didocenza presso la Iulm di Milano(corso avanzato di “Stile e tenden-ze di consumo”), l’UniversitàStatale di Milano (corso avanzatodi “Consumer & ShopperBehaviour”) e l’Università diModena-Reggio Emilia (corso di“Economia Politica II”). Ha inoltreinsegnato “Economia & statistica”presso l’Università di ScienzeGastronomiche di Pollenzo.Collabora inoltre con le principalitestate italiane specializzate nelcampo del marketing e della distri-buzione.Dopo il caso Regno Unito, permet-tetmi di spiegare un concetto ele-mentare e salutare per tutti, a pro-posito di democrazia diretta edemocrazia rappresentativa.Almeno il 30 e lode in "Storia delpensiero politico" guadagnato ingioventù sarà servito a qualcosa.Potete stabilire qual è la volontà del"popolo" del Regno Unito a propo-sito di Brexit in base alla figuraposta in paertura alle mie riflessio-ni? Ogni pallino rappresenta unmilione di voti!Coloro che hanno costruito ledemocrazie moderne occidentalihanno sempre diffidato dei refe-

rendum e non a caso hanno edifi-cato ciò che chiamiamo “demo-crazia rappresentativa”."Il peggior metodo di governo, seescludiamo tutti gli altri tentativi"diceva Churchill.In essa, gli elettori delegano ai loro

rappresentanti il compito di deci-dere cosa serve all'interesse delPaese, in quanto più competenti di

ogni membro del "popolo". Non chiedono loro di metteresemplicemente in atto ciò che hadeciso il "popolo"!Il principio di far decidere questio-ni complesse direttamente al"popolo" è sempre stato foriero di

disgrazie e di irrazionalità. Le leggierrate di un parlamento possonoessere emendate. Le decisioni di

un referendum no.Il referendum (come dimostra ilcaos politico dell'UK) non prevedeun iter legislativo, ciò nonostantetutto deve essere tradotto in legge,piaccia o no, e questo è il proble-ma.

"Ut corpora nostra sine mente, siccivitas sine lege suis partibus"scrisse Cicerone.La “democrazia rappresentativa”attua il volere della maggioranza,ma tutela la minoranza. La“democrazia diretta” no.Gli ateniesi votarono a maggioran-za per mettere a morte Socrate.Gli italiani in certi momenti (datida ricerche serie) approverebberola pena di morte se interpellatidirettamente.I diritti civili negli USA non sareb-bero mai stati approvati ricorrendoai referendum.I capelli grigi mi consentono didirlo: attenzione al pensiero sem-plificato!

Fonte: oliofficina.it

COSA È DAVVERO“DEMOCRAZIA"

Prima che qualcuno si faccia idee strane intorno a ciò che si intende per de-mo-cra-zì-a,a proposito di democrazia diretta e democrazia rappresentativa, meglio fare un po’di chiarezza. Ogni pallino che vedete nell’immagine rappresenta un milione di voti!

Cosa significa tutto ciò?

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 35

Quando i populisti di ognilatitudine parlamentare, incompagnia degli xenofobi,

sparlano senza ritegnodell’Unione europea come diuna sorta di serraglio da cui

si può uscire solocoi lanciafiamme, le rivolte

o le guerre contro i poteriforti della finanza,dimostrano di non

conoscere i Trattati europei

di Alfonso Pascale

Nigel Farage, parlamentare europeo dal1999, ha salutato l’esito del referendumche si è svolto nel suo Paese con queste

parole: “Abbiamo vinto senza nemmeno spara-re un colpo”. Eppure avrebbe dovuto conoscerel’art. 50 del Trattato Ue: “Ogni stato membropuò decidere, conformemente alle proprienorme costituzionali, di recedere volontaria-mente e unilateralmente dall’Unione".La procedura fissata è la seguente: a) lo Stato membro notifica la richiesta al

Consiglio Europeo; b) l’Unione negozia e conclude un Accordo per

definire le modalità del recesso; c) il Consiglio europeo sigla l’accordo e delibera

a nome dell’Unione, previa approvazione delParlamento europeo.

Ovviamente lo Stato membro in uscita non par-tecipa né alle deliberazioni né alle decisioni che

lo riguardano.Dunque, dall’Unione europea si può sempreuscire quando si vuole. Nessun Paese, una voltaentrato, è obbligato a rimanervi.Nigel Farage non ha mai proposto di avviare for-malmente la procedura prevista dall’art. 50 delTrattato ma ha dovuto fronteggiare il referen-dum concesso dal premier David Cameron ebattersi per vincerlo anche ricorrendo alle men-zogne. Altrimenti avrebbe decretato la sua finepolitica. Con molta probabilità si è trattato diuna sfida di cui avrebbe volentieri fatto a meno.I populisti, gli xenofobi e gli euroscettici nonsanno che anche dall’Unione economica emonetaria si può sempre uscire utilizzando laprocedura dell’art. 50 del Trattato. Spesso silamentano che nei Trattati non si dice come siesce dall’Euro. Ma lo fanno per ignoranza e sup-ponenza. Quando fu scritto il Trattato diMaastricht non si volle ripetere la formula del-l’art. 50 per non dare ai mercati un segnale di

debolezza della moneta. Ma la procedura esisteeccome.In Italia, alcune forze politiche si sono spessodichiarate favorevoli all’uscita dall’Euro, manessun parlamentare ha mai presentato unaproposta di legge per avviare la procedura previ-sta dall’art. 50 del Trattato Ue. Fortunatamente,noi non possiamo sottoporre a referendum laratifica di trattati internazionali perché i padricostituenti vollero evitare di affidare al votopopolare materie incandescenti e complicate.Ma questo non significa che non ci sia il modoper cambiare i propri rapporti con altri Paesi econ l’Unione europea. Bisogna avere il coraggiodi farlo, presentando specifiche proposte dilegge in Parlamento e mettendo nel conto leconseguenze degli impegni che si prendono.Per non trovarsi in questa condizione scomoda,Beppe Grillo ha modificato il proprio pensierosull’Europa. Lo faranno anche gli altri?

TRA IGNORANZA E MENZOGNE

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 www.ilconsumatore.eu36

Il record, ovviamente, spetta ai docenti uni-versitari che danno ripetizioni ad uno stu-dente universitario, mentre il prezzo più

abbordabile è quello di uno studente di liceoche dà ripetizioni ad un ragazzo delle medie(scuola secondaria di primo grado).In media, comunque, il costo orario è pari a 25

euro e le ore di lezioni private necessarie perrecuperare le lacune di uno studente sono soli-tamente di 25 ore (costo medio finale: 625euro, 25 x 25), anche se può arrivare, per chi èparticolarmente indietro, a 40 ore complessive.Considerato che in media si fanno 4 ore di ripe-tizioni a settimana, si tratta di un esborso men-sile pari a 400 euro, ma la cifra sale a settem-bre, quando le ore di lezione si intensificano.Con 4 ore a settimana, si tratta di 400 euro almese.Per uno studente delle superiori che ricevelezioni da un docente, il costo medio è di 37euro all’ora per greco, 35 euro per matematica,30 per italiano o lingue straniere. La stangatamediamente fluttua, quindi, a seconda dellamateria, tra 925 e 750 euro. Mensilmente, con4 ore a settimana, si può arrivare, quindi, aduna cifra pari a 592 euro (16 ore x 37 euro all’o-ra), ossia quasi 600 euro.La spesa scende, invece, intorno ai 20-25 euroall’ora se il tutor è uno studente universitario.Se a ricevere le lezioni è un alunno delle medie,il prezzo è di 10/15 euro all’ora.Inutile dire che il 95% delle ripetizioni è rigoro-samente in nero. Solo alcune agenzie che forni-scono servizi di ripetizioni private fornisconoregolare ricevuta.Fermo restando che le scuole dovrebbero atti-

varsi per fare corsi di recupero seri e dare unsupporto alle famiglie in difficoltà, ecco alcuniconsigli per risparmiare:– le ripetizione collettive costano meno rispetto

di quelle individuali;– andare al domicilio del professore costa

meno che farlo venire in trasferta.– il costo delle ripetizioni sale con il variare

della qualifica dell’insegnante. Un docenteuniversitario costa di più rispetto ad un pro-fessore di liceo e via a scendere. Inoltre undocente che di professione insegna la mate-ria costa di più rispetto ad un laureato nellamateria, a sua volta più caro rispetto ad unostudente non ancora laureato. Per questasola voce si può risparmiare anche più del50%.

– sharing economy: esiste la possibilità di barat-tare lezioni gratuite per il proprio figlio met-tendo al servizio di altri le competenze dellafamiglia. Sono le cosiddette banche deltempo. Non c’è bisogno di essere avvocati,può bastare saper cucire, stirare o saper farebuone torte.

E per risparmiare sul corredo scolastico? Neparleremo prossimamente.

Finita la scuola, inizia peralcuni studenti l’incubo

ripetizioni … incuboper la verità condiviso

anche dai genitori che siritrovano a dover spendereparecchie centinaia di europer aiutare i figli a recupe-

rare debiti e lacune.I costi variano a secondadella materia (greco è lapiù cara), di chi le dà (in

ordine di prezzo: docente,laureato, studente) e di chi

le riceve (universitario,superiori, medie)

SCUOLA: RISPARMIARESULLE RIPETIZIONI

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 37

di Agostino Macrì

Grazie alle tecniche OGM è stato possibileottenere una soia resistente al glifosato;quindi sono stati possibili dei trattamenti

diserbanti anche in presenza della pianta di soiacon ulteriori vantaggi produttivi.Un altro uso che viene fatto è quello come “dis-seccante” delle piante, che consiste nell’accele-rare i tempi di essiccamento della pianta facili-tando la raccolta e accorciando i tempi di pro-duzione.Viene anche usato in ambiente urbano per eli-minare le erbe considerate infestanti.Il glifosate si degrada piuttosto velocemente; diconseguenza nei casi in cui viene utilizzato pereliminare le “erbacce” dai campi i problemilegati alla presenza di residui sono modesti.Diversa è la situazione quando viene impiegatocome disseccante; in questi casi è relativamen-te più facile che nei semi siano presenti residuidel glifosato.Un aspetto molto dibattuto è la pericolosità del-l’erbicida per l’uomo.Lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricercasul Cancro che fa capo all’OrganizzazioneMondiale della Sanità) ha classificato il Glifosatecome potenziale cancerogeno.Al contrario l’EFSA (Autorità AlimentareEuropea) ritiene che non sia cancerogeno.La differente valutazione probabilmente dipen-de dal fatto che l’EFSA ha valutato il Glifosatocome sostanza pura, mentre lo IARC ha valuta-to i “formulati” dove sono presenti anche altresostanze potenzialmente pericolose.Sulla base delle valutazioni scientifiche leAutorità sanitarie devono prendere delle deci-sioni sulla possibilità di continuare a utilizzareo meno il Glifosate.I cittadini però dovrebbero essere informati cor-rettamente su quali siano i reali pericoli cui pos-

sono andare incontro. Un aspetto fondamenta-le è che i residui di Glifosate negli alimenti sonomolto contenuti se non del tutto assenti e diconseguenza gli eventuali pericoli sono mode-sti.Diversa è la situazione per le persone che perragioni di lavoro sono esposte direttamente alglifosate e che ovviamente possono subire idanni provocati dalla sostanza. In questi casi ènecessario adottare misure protettive precau-zionali.Il danno vero è quello ambientale poiché, difatto, il trattamento con glifosate provoca ladistruzione delle piante nelle aree interessatecon danni importanti agli ecosistemi. Ciò vale

non soltanto per le aree coltivate, ma anche perle zone urbane, dove, per eliminare le “erbac-ce”, di fatto si eliminano anche altri esseriviventi che con esse si trovano in equilibrio.Ancora una volta si tutela in modo molto atten-to la sicurezza degli alimenti, ma si trascura lasalute dell’ambiente in cui ci troviamo.Giustamente ci preoccupiamo di mangiare cosesane; però pensiamo che distruggere le “erbac-ce” ai bordi delle strade o nei nostri giardiniirrorandoli con erbicidi, oppure trattare interearee con insetticidi per uccidere le zanzare o lemosche sia un’ottima cosa.Forse un minimo di educazione ambientale,oltre a quella alimentare, non guasterebbe.

GLIFOSATE: DOBBIAMODIFFIDARNE?

Il Glifosate è una sostanzachimica che uccide i vegetalicon un meccanismodi azione molto efficace.Dopo essere stato assorbitodalle foglie penetranell’interno della piantaimpedendone la possibilitàdi utilizzare i sali minerali eprovocandone la morte nellospazio di pochi giorni. Il trattamento con Glifosateelimina quindi dal terrenotutti i vegetali; le piante dacoltivare, successivamenteseminate, si trovano senza“competitori”, cresconomeglio e danno maggiorirese produttive

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 www.ilconsumatore.eu38

di Agostino Macrì

Per fronteggiare le malattie batteriche, alcu-ni Paesi hanno autorizzato l’irrorazionedegli antibiotici direttamente sulle piante a

scopo preventivo prima dello sviluppo dei frut-ti; in questo modo si previene il pericolo dellapresenza di residui.Anche se sembra poco credibile, in alcuni casisi fanno iniezioni di ossitetraciclina direttamen-te nel fusto delle piante.L’impiego tuttavia non è legale in tutti i Paesi: sihanno informazioni certe della legalizzazionenegli USA, in Israele, nella Nuova Zelanda, nelCanada, nel Messico e nel Giappone (per ilriso); in casi di emergenza anche in Europa: laGermania, l’Austria e la Svizzera possono con-sentire l’uso degli antibiotici nei frutteti.Secondo quanto riportato da Stokwell e Duffynel 2012, non si sa bene quale sia la situazionein altri Paesi grandi produttori come la Cina, maprobabilmente l’impiego è piuttosto elevato.Nell’Unione Europea invece, l’impiego degliantibiotici in campo vegetale non è consentitoanche se l’impiego degli antibiotici nei frutteti èun aiuto molto importante per gli agricoltori:basti pensare che in Italia nel 1990 è statonecessario tagliare 500.000 alberi di pere infet-ti che potevano essere salvati con una cura diantibiotici.I motivi che hanno portato a non autorizzare gliantibiotici sono legati al pericolo che un tratta-mento di questo tipo possa portare alla com-

parsa di microrganismi farmacoresistenti. Inquesto caso il problema non riguarda soltantole piante, per le quali non ci sarebbero mezziterapeutici efficaci, ma (e soprattutto) per glianimali e per l’uomo. Il carattere della “farma-coresistenza” potrebbe essere “trasferito” adaltri microrganismi potenzialmente patogenianche per l’uomo.Il divieto d’impiego degli antibiotici nei vegetalisembra quindi essere pienamente giustificato;infatti a fronte di un indubbio beneficio per leproduzioni vegetali, si presenta un rischio

importante per la salute pubblica.Resta comunque il fatto che i nostri frutticolto-ri si trovano in una situazione svantaggiata neiconfronti di quelli di altri Paesi; in caso dimalattie batteriche delle piante i nostri subisco-no gravi danni e i costi di produzione sonomolto più elevati.Insomma, produrre in sicurezza in questi casinon paga e la nostra frutticoltura di eccellenzacorre il rischio di essere sopraffatta dalla con-correnza di chi può adoperare in modo disin-volto gli antibiotici, a nostra insaputa.

PIANTE CURATE CONANTIBIOTICI, IN POCHILO SANNO!

Le piante, come gli anima-li, sono soggette a malattieprovocate da virus, batteri,funghi e parassiti. Quando

a essere colpite sono lepiante che producono ali-

menti è necessario interve-nire con cure adeguate

per evitare di perderei raccolti. Noi tutti siamo a

conoscenza dell’uso di fito-farmaci quali gli insettici

di e i fungicidi e cipreoccupiamo della possi-

bile presenza di residuinella frutta e nella verdura,pochi sanno però che alcu-

ne malattie batterichevegetali si curano con gli

antibiotici. Le piante sensibili alle

malattie batteriche sono imeli, i peri, i peschi, i kiwi,il riso e, come si è recente-mente visto anche in Italia,

gli olivi con la xilella

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016www.ilconsumatore.eu 39

di Emanuela Dona

Tempo di vacanze e di viaggi in aereo. Ecco idiritti dei passeggeri in aeroporto:- Se ti viene negato l’imbarco su un volo, la

compagnia aerea deve offrire ai passeggeri lapossibilità di scegliere tra il rimborso delbiglietto o un volo alternativo, oltre che garan-tire la necessaria assistenza (cibo, telefonate,una o più notti in hotel) e i trasferimenti da eper l’aeroporto.

- Se il tuo volo è in ritardo, hai diritto a ricevereassistenza da parte della compagnia (telefo-nate, possibilità di inviare fax o email, snack,cibo, alloggio, trasferimenti da e per l’aero-porto) a seconda dell’entità del ritardo e dellatratta da percorrere. Se il ritardo supera lecinque ore, si può scegliere di non prosegui-re il viaggio: si ha quindi diritto al rimborsodel biglietto e a essere imbarcati nuovamentesu un volo di ritorno verso il luogo di parten-za. Se si arriva a destinazione con un ritardodi tre ore o più, si ha diritto a un’indennitàpari a quella dovuta in caso di cancellazionedel volo, a meno che la compagnia aerea sia

in grado di dimostrare che il ritardo è statocausato da circostanze eccezionali.

Nel caso invece di bagaglio smarrito, per quan-to riguarda il risarcimento:- Per quanto riguarda l’entità, occorre distin-

guere tra le Compagnie aeree comunitarieche aderiscono alla Convenzione di Montrealdel 1999 (la maggior parte) e quelle che inve-ce non vi aderiscono.

- Nel primo caso, il passeggero ha diritto ad unrisarcimento fino 1.000 DSP (Diritti Specialidi Prelievo), pari a circa 1.164 euro, per cia-scun bagaglio registrato e in relazione aldanno effettivamente subito.

- Nel secondo l’entità del risarcimento è limita-ta a 17 DSP, pari a circa 19 euro per kg dibagaglio trasportato.

In entrambi i casi (voli nazionali e voli interna-zionali) è possibile aumentare il livello del risar-cimento mediante la cosiddetta “dichiarazionedi valore“, da effettuarsi al momento del check-in, che consente di elevare il limite di responsa-bilità della compagnia previo pagamento diun’apposita tariffa aggiuntiva da parte del pas-seggero: tale dichiarazione deve essere presen-

tata sugli appositi moduli da richiedersi agliaddetti al check-in.- Sarà bene prestare attenzione ai regolamenti

delle varie compagnie (reperibili presso gliaeroporti) o comunque di leggere attenta-mente quanto riportato sul biglietto. Infatti,alcune compagnie indicano espressamentequali articoli non vengono accettati comebagaglio registrato.

I TUOI DIRITTI IN AEROPORTO

Per completare tutte le operazioni c’ètempo fino al 7 luglio per chi usa il 730(30 settembre per chi utilizza Unico).

Lo scorso anno solo 665.000 contribuenti, il3,5% dei 19 milioni di soggetti che ha utiliz-zato il 730, ha accettato la precompilata senzaintegrazioni. Quest’anno, però, le coseandranno meglio dato che saranno riportate

anche le spese sanitarie per 11 milioni di cit-tadini. Sono ancora esclusi, però, i farmaci dabanco che verranno conteggiati a partire dalprossimo anno e le spese per alcuni profes-sionisti come psicologo e fisioterapista. Tra lenovità, l’aggiunta delle spese universitarie, lespese funebri, i contributi per la previdenzacomplementare, il bonus ristrutturazioni e

risparmio energetico fin dal primo anno.Sono ancora escluse spese come quelle spor-tive dei figli o le donazioni alle onlus.

Per il secondo anno, l’Agenzia delle Entrate mette a dis-posizione degli italiani la dichiarazione dei redditi pre-

compilata, ossia una dichiarazione dei redditi nella qualesono già stati inseriti i nostri redditi e alcune spese detrai-

bili o deducibili, come gli interessi passivi sui mutui ed ipremi assicurativi

LE NOVITÀ DEL 730

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N° 255 - LUGLIO/AGOSTO 2016 www.ilconsumatore.eu40

di Marco Vignola

Come previsto dalla deliberadell’AEEGSI, tutti i fornitorisono obbligati a inserire nelle

bollette alcuni elementi: dati delcliente e della fornitura (numerocliente, POD o PDR, indirizzo difornitura, codice fiscale, tipologiadi utenza e di tariffa, ecc); importoda pagare, data di emissione e discadenza; letture, consumi edeventuali ricalcoli; informazioni supagamenti e rateizzazioni; sintesidegli importi fatturati (spesa per lamateria energia, spesa per il tra-sporto e la gestione del contatore,spesa per oneri di sistema, even-tuali bonus sociale e altre partite,imposte e iva); costo medio unita-rio e spesa per la materia energia.Ai venditori è lasciata però pienalibertà nella scelta della graficadelle bollette e, quindi, ciascunfornitore ha organizzato i contenu-ti in maniera diversa (layout, tipodi carattere, materiali di accompa-gnamento, ecc). Ecco perchéabbiamo provato a valutare, assie-me ai nostri associati e grazie alleloro segnalazioni, la comprensibi-lità delle nuove Bollette 2.0 andan-do a comparare quelle delle prin-cipali aziende del settore. Nelnostro test sono stati utilizzati iseguenti criteri: chiarezza e impat-to grafico, organizzazione dei con-tenuti, completezza delle informa-zioni (con gli eventuali migliora-menti rispetto al set minimo previ-sto dall’AEEGSI), qualità dei mate-riali di accompagnamento e dellaguida alla lettura inviati assiemealla nuova bolletta e, infine, abbia-mo inserito una categoria chevaluta le pagine on-line e le appche le aziende mettono a disposi-zione dei propri clienti poiché sitratta di un obbligo che accompa-gna la Bolletta 2.0. Nella tabella quisotto abbiamo indicato per ognisingola azienda una valutazioneespressa in stelle (5 stelle la più

alta e 1 stella la più bassa). Nellepagine che seguono, troverete unaanalisi più ampia delle singole bol-lette.

Il nostro test comparativo vedespiccare la Bolletta 2.0 di A2A: illayout è, allo stesso momento,semplice ma completo, particolar-mente interessante è l’utilizzo didomande a introduzione delle sin-gole sezioni che aiutano a capirequello che troveremo all’interno(“Quanto devo pagare?”, “Comepossiamo contattarvi?”, “Com’ècomposta la mia spesa?”, ecc).Graficamente l’alternanza di colorie la presenza di grafici (“a torta”per le spese e “a barre” per i con-sumi) rende immediatamentecomprensibile quanto viene fattu-rato. Peccato non aver riportato ilvalore netto della componenteenergia applicata, cosa che nonagevola la comparazione, e pernon aver ancora un formato digita-le interattivo e un’App per smart-phone. Al secondo posto la Bolletta2.0 di Enel: un layout semplice echiaro, tutte le informazioniimportanti facilmente identificabilie i diagrammi a torta aiutano lacomprensione delle voci di spesa.Come per altre aziende, non vieneriportata, per quanto riguarda l’e-lettricità, la matricola del misura-tore (cosa purtroppo permessadalla delibera dell’AEEGSI), né ladistribuzione mensile dei consumi

che sarà prevista una volta all’an-no. Inoltre notiamo che per i clien-ti del Mercato libero la nuova bol-letta è colorata, cosa che aiuta la

leggibilità, mentre per i clienti delServizio di maggior tutela è statoscelto il bianco e nero rendendopiù difficoltosa la comprensionesoprattutto dei grafici. Buoni imateriali di accompagnamentoche dettagliano efficacemente lecaratteristiche della nuova bolletta.Per quanto riguarda Eni il model-lo proposto, nonostante l’utilizzodi box, di alternanza di caratteri edi colori risulta eccessivamentecompresso (con font e grafici didimensioni ridotte) cosa che nonaiuta la leggibilità. Abbiamoapprezzato la scelta della società diinserire, su nostra richiesta, l’indi-cazione del mercato di riferimento(libero o di tutela). I materiali diaccompagnamento, considerandoil bisogno informativo del consu-matore medio, però risultano pocoadatti sebbene possa essere utile ilrinvio alla pagina on-line cherisulta densa di contenuti e stru-menti. Stessa cosa dicasi per laApp disponibile per i clienti.La Bolletta 2.0 di Hera (la mul-tiutility operante prevalentementein Emilia Romagna) si distingueda tutte le altre per l’utilizzo di unformato orizzontale e non vertica-le. Di per sé la scelta non aggiungemolto alla leggibilità, ma le solu-

zioni grafiche rendono l’impattovisivo di buon livello. Le informa-zioni risultano però eccessivamen-te compresse e di non immediata

lettura perché concen-trate tutte nella secondapagina. Ottima è invecela guida alla lettura cosìcome il sito dedicato incui vengono approfon-dite le novità introdotte.Davvero peccato nonaver ancora pensato adun’App!La scelta di Edison diconcentrare tutte leinformazioni in un’uni-ca facciata, pur determi-nando una utile sempli-ficazione del documen-to, non aiuta la leggibili-tà. Soluzioni grafichepiù accattivanti e boxdedicati per le informa-zioni avrebbero guidatomeglio i clienti nellacomprensione deldocumento. Per quanto riguardamateriali di accompagnamento esito, i contenuti sono eccessiva-mente semplificati senza offrire lapossibilità di approfondimenti.Molto apprezzabile invece è ladecisione della società di inserirele voci nette di costo della compo-nente energia che applica ai loroclienti (dato non richiesto, incredi-bilmente, dall’AEEGSI), cosa che

BOLLETTE: QUALE LA MIGLIORE?Dal 1° gennaio di quest’anno sono cambiate le bollette di elettricità e gas e le societàdi vendita stanno recapitando la nuova Bolletta 2.0.Le nuova modalità di fatturazione

(come spiegato nello scorso numero del nostro mensile) sono state volute dall’Autoritàper l’Energia Elettrica il Gas ed il Sistema Idrico (AEEGSI) con l’obiettivo di rendere più

comprensibili i documenti di fatturazione: la bolletta ha oggi un formato più asciuttoed essenziale riportando tutte le informazioni fondamentali in un’unica pagina fronte-retro

Chiarezza e impatto grafico ***** **** *** **** *** *** ****

A2A ENEL ENI HERA EDISON IREN ACEA

Completezza informazioni *** *** *** *** **** *** ****

Guida alla lettura e materialidi accompagnamento ***** ***** *** ***** **** *** **

Web/App a disposizione dellaclientela *** **** ***** *** ** *** *

Voto Finale 21/25 20/25 18/25 18/25 17/25 16/25 15/25

Organizzione contenuti ***** **** **** *** **** **** ****

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di Massimiliano Dona

Mi sono già occupato di recupero cre-diti scorretto perchè è davvero unfenomeno dilagante: spesso accade

che siano gli operatori telefonici, le aziendeelettriche o le finanziarie a dare mandatoper riscuotere crediti talvolta contestati daiconsumatori: lettere minatorie, telefonateo sms intimidatori.Proprio per questo l'Unione NazionaleConsumatori si era attivata per segnalareall'Autorità Garante della Concorrenza e delMercato alcune pratiche scorrette: oggiarriva la notizia di nuove sanzioni (percomplessivi tre milioni e 310mila euro)irrogate dall’Antitrust a tre compagnie assi-curative: rispettivamente, un milione e800mila euro a UnipolSai, 850mila a HdiAssicurazioni e 660mila a UniqaAssicurazioni.Secondo l’Authority, le società hannomesso in atto pratiche commerciali aggres-sive per il recupero crediti: le condotte sisono manifestate attraverso l’inoltro siste-matico di ricorsi per decreto ingiuntivo(Hdi) e atti di citazione in giudizio (Uniqa eUnipolSai), senza rispettare il foro territo-riale competente, quello cioè di residenza

del cliente.Si tratta davvero di una scorrettezza moltograve: un consumatore residente a Roma,viene citato in giudizio a Milano o vicever-sa. Chiaramente già non fa piacere riceve-re un atto dal Tribunale, ma figuriamoci seciò ci costringesse a fare un processo inun'altra città… Risultato? La maggiorparte di noi pagherebbe anche somme nondovute pur di evitare costi esorbitanti!Ed infatti l’Antitrust nel suo provvedimentospiega che le pratiche sanzionate sonovolte proprio a determinare nel consuma-tore medio (“indipendentemente dall’e-sercizio di un legittimo diritto di recuperodel credito in sede giudiziale”!) un indebi-to condizionamento, ingenerando la con-vinzione che fosse preferibile pagare l’im-porto richiesto piuttosto che esporsi ad uncontenzioso giudiziario presso un forodiverso dal proprio, per evitare una com-parizione in giudizio più onerosa e difficol-tosa.Ritengo vergognoso che aziende di questaimportanza adottino escamotages cosíbassi per indurre il consumatore a pagare:un'altra macchia sulla (già non candida)immagine delle compagnie di assicurazio-ne!

QUANDO È LA COMPAGNIADI ASSICURAZIONE A FARCI

CAUSA (INGIUSTAMENTE)

facilita la comparabilità dell’offerta.Iren è il gestore che opera prevalentemente inPiemonte. Dall’esame della sua Bolletta 2.0emerge che le scelte grafiche non premiano laleggibilità non utilizzando colori, box e sezioni acontrasto, con un risultato un po’ piatto. Si èpreferita la semplicità ma soluzioni grafiche piùaccattivanti avrebbero sicuramente invogliatomaggiormente i clienti ad approfondirne la let-tura. Anche il sito e la guida ricalcano purtrop-po lo stesso stile limitandosi a fornire le infor-mazioni base. Al contrario, è di ottimo livello,una delle migliori, l’App che la società mette adisposizione dei propri clienti.Acea è l’azienda multiservizi che opera preva-lentemente a Roma. Da un punto di vista grafi-co e della completezza, la sua Bolletta 2.0 risul-ta di buon livello. I grafici (“a torta” per le vocidi spesa e “a colonne” per la distribuzione deiconsumi) aiutano ad avere un quadro chiarodella spesa e dei consumi. Insieme a Edison,Acea è l’unica ad inserire le voci nette di costodella componente energia agevolando la com-parazione delle offerte. Purtroppo i materiali diaccompagnamento non aiutano il consumato-re e sono densi di pubblicità (scelta che pena-lizza fortemente il giudizio sulla comunicazio-ne). Insufficienti anche gli strumenti on-lineche non consentono una gestione efficace dellapropria utenza.

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di Raffaele Caracciolo

Ecco, dunque, a cosa prestare attenzioneprima di noleggiare un’auto:

In generale: la vettura è coperta da assicura-zione RCA e Kasko, ma voi siete responsabili pereventuali danni che eccedono la franchigia dellapolizza Kasko; vi sarà richiesto se accettate unsupplemento alla tariffa giornaliera per cancel-lare la franchigia, che vi raccomandiamo diaccettare, a scanso di difficili discussioni al rien-tro. Vi sarà anche proposta una tariffa giornalie-ra per l’assicurazione del conducente, in caso didanni fisici nel corso del noleggio: valutate benele coperture che già avete e il costo che vi vieneproposto perché di solito è abbastanza vantag-gioso. Per quanto riguarda la riconsegna, se èun punto diverso da quello di noleggio vi potràessere richiesto uno specifico supplemento;inoltre potrebbero essere previste tariffe acces-sorie per seggiolino bimbo, catene da neve,navigatore (fate attenzione: il seggiolino bimbodeve essere specificato nella prenotazione).Infine se riconsegnate la vettura senza il pieno,è previsto un costo aggiuntivo a quello del car-burante, salvo diversi accordi con il noleggiato-re.

Alla prenotazione: siate molto precisi su

luogo e data di ritiro e di riconsegna; chiedetecosa fare in caso di cambio di programma, a chicomunicarlo e a quale costo. Siate anche moltoprecisi sul tipo di veicolo che vi serve; le grandicatene offrono una scelta molto ampia, ma nontutti i punti noleggio hanno disponibile l’interagamma, quindi, se vi serve ad esempio unamulti spazio, è bene che vi accertiate in tempose è disponibile nel punto di noleggio di riferi-mento. Verificate i criteri di ammissibilità delcliente e dei guidatori alternativi. Vi sarà richie-sto il numero di una carta di credito, al qualeaddebitare eventuali penali, nel caso che nonritiriate il veicolo secondo prenotazione; è pras-si comune che vi sia richiesto un anticipo avalere sul costo finale del noleggio. Per tariffe“flat” vi può essere chiesto di versare l’interoimporto, salvo conguaglio al rientro a cura delpunto di noleggio. Abbiate cura di chiedere econservare con cura la documentazione dellaprenotazione (cosa avete prenotato, quantopagato e a che titolo).

La relazione contrattuale: se state noleggian-do come privati consumatori, il contratto dinoleggio rientra nella tipologia di contratto diservizi ed è tutelato dal Codice del Consumo.Il pagamento in contanti è normalmente esclu-so, salvo il deposito di un corposo anticipo, cheper legge non può superare i 1.000 euro; il

mezzo di pagamento più utilizzato è la carta dicredito, che sarà verificata prima della firma delcontratto.È prassi comune, che vi sia chiesto di autoriz-zare preventivamente un futuro addebito agaranzia di eventuali danni non coperti dall’as-sicurazione; la vostra firma non genera unaddebito, ma una specie di impegno sul vostroconto: la banca non eroga denaro, ma abbassala disponibilità sul conto, fino a quando lasomma non sarà incassata come parte del costodel noleggio o annullata, quindi attenzione anon trovarvi scoperti da disponibilità della cartadurante le agognate vacanze.Al momento del noleggio, dovrete esibire paten-te e documento di riconoscimento, vostro e diogni altro eventuale guidatore del veicolo.Tenete conto che ogni azienda di noleggio puòlegittimamente stabilire criteri di ammissibilitàdel cliente, quali età minima, età massima,anzianità di patente, e quindi rifiutare il noleg-gio se tali criteri non sono rispettati. Infine, se iltipo di vettura che avete prenotato non è dispo-nibile e vi siete presentati nel rispetto degliaccordi di prenotazione, il punto vendita deveoffrirvi un mezzo di categoria superiore allestesse condizioni di quello che avete prenotato.Attenzione però: se lo accettate, non potrete poirivendicare il maggior costo di carburante.

LA PRENOTAZIONE E IL CONTRATTODELL’AUTONOLEGGIO

L’offerta nel settore dell’autonoleggio è molto ampia, con una forte concorrenza chepermette di risparmiare, ma che nasconde alcune trappole. E’ possibile scegliere tra piccole

organizzazioni locali di autonoleggio oppure le grandi catene con prenotazionecentralizzata, ideali se l’auto serve come proseguimento del viaggio in aereo o in treno

Page 43: IL CONSU n.255-Lug-Ago2016 CONSU n_255-Lug...gliamo in fase di prenotazione di non affidarsi soltanto al numero di stelle per scegliere una struttura, ma guar-dare il materiale fotografico
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