Il cinema per la formazione: una ricerca qualitativa sulle prassi dei formatori
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO
LAUREA MAGISTRALE IN PSICOLOGIAIndirizzo Psicologia della formazione, consulenza e sviluppo organizzativo
IL CINEMA PER LA FORMAZIONE DEGLI ADULTI:IL CINEMA PER LA FORMAZIONE DEGLI ADULTI:UNA RICERCA QUALITATIVA SULLE PRASSI DEI FORMATORIUNA RICERCA QUALITATIVA SULLE PRASSI DEI FORMATORI
Candidato: Alessandro Ledda matr.341314 Relatore: Dott.ssa Paola Gatti
A.A. 2010/2011
““I Film sono come la poesia, arte dell’illusione, con I Film sono come la poesia, arte dell’illusione, con uno specchio adatto, di una pozzanghera si fa uno specchio adatto, di una pozzanghera si fa
oceano.”oceano.”
Jos è SaramagoJos è Saramago
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La narrazione cinematografica è fondata su una logica polisemica, negoziabile e indeterminata, che può fungere da
dispositivo intenzionale foriero di interpretazioni e linee guida per l’azione, che interviene sul piano simbolico del reale e
della costruzione dei significati nella strutturazione dell’identità e della narrazione di sé
(Angrisani, Marone, Tuozzi, 2001)
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CINEMA COME RISORSA PER LA CINEMA COME RISORSA PER LA FORMAZIONEFORMAZIONE
VANTAGGI:
Favorisce un’esperienza coinvolgente (Quaglino, Ghislieri, 2002; Cappa, Mancino, 2005)
Consente allo spettatore un ruolo attivo di riflessione e interpretazione (Champoux, 1999;
Mallinger, Rossy, 2003)
Stimola cognitivamente e affettivamente (Ghislieri, 2006; Hunt, 2001)
Favorisce discussioni e spunti per la riflessione (Champoux, 1999; Smith, 2009)
Apre a problemi inerenti pratiche e abitudini della vita organizzativa (Comer, 2001; Hunt,
2001; Sexton, 2006)
Toglie astrattezza ai concetti presentati (Champoux, 2001; Giacalone, Jurkiewicz, 2001;
Leet, Houser, 2003; Huczynski, Buchanan, 2004)
Offre un apprendimento più incisivo rispetto ad autocasi e libri (Clemens, Wolff, 1999;
Bluestone, 2000)4
CINEMA COME RISORSA PER LA CINEMA COME RISORSA PER LA FORMAZIONEFORMAZIONE
SVANTAGGI:
Non è uno strumento neutro ma polisemico e indeterminato (Angrisani,
Marone, Tuozzi, 2001; Quaglino, Ghislieri, 2002; Agosti, 2004)
Lo spettatore è influenzato, durante la visione, dalle condizioni del contesto
(Agosti, 2004) e dalle proprie condizioni emotive del momento (Ferro, 1999)
Il formatore ha un ruolo delicato e deve saper padroneggiare il materiale filmico
che propone (D’Incerti, Santoro, Varchetta, 2000; Cortese, 2006)
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CINEMA COME RISORSA PER LA CINEMA COME RISORSA PER LA FORMAZIONEFORMAZIONE
Tentativi di sistematizzare l’utilizzo del cinema per la formazione:
Letteratura >Esperienze formative col cinema >Archivi di film riorganizzati per temi specifici
ForFilmFest
Laboratori e workshop AIF
COME SI COMPORTANO I FORMATORI COME SI COMPORTANO I FORMATORI QUANDO DECIDONO DI UTILIZZARE QUANDO DECIDONO DI UTILIZZARE IL CINEMA IN AMBITO FORMATIVO?IL CINEMA IN AMBITO FORMATIVO? 6
FINALITÀ E METODOFINALITÀ E METODO
ObiettiviObiettivi
A. Indagare le prassi di formatori esperti che guidano l’attività formativa con il cinema, dal momento della scelta del materiale fino alla sua gestione in aula
B. Indagare atteggiamenti, credenze, filosofie che sottostanno a queste prassi
Metodo di ricerca: Metodo di ricerca:
interviste qualitative semistrutturate7
TEMI DELLA TRACCIA D’INTERVISTATEMI DELLA TRACCIA D’INTERVISTA
I temi della traccia si riferiscono a quattro macro-aree che rappresentano quattro passaggi chiave per l’utilizzo del cinema nella formazione (Cortese, Ghislieri, 2004):
1. Selezione: fonti, criteri di scelta, tipi di materiale utilizzati
2. Progettazione: ampiezza del materiale, momenti in cui utilizzarlo, modalità di utilizzo
3. Materiali d’aula: caratteristiche del setting, supporti tecnici ed eventuali problematiche, supporti cartacei
4. Azione in aula: briefing, reazioni, ruolo del formatore, attività abbinate
• Fase di apertura: presentazione intervistato, spunto ad utilizzare cinema• Fase di chiusura: valutazione apprendimento con il cinema, vantaggi e svantaggi,
consigli personali
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CARATTERISTICHE DEGLI INTERVISTATICARATTERISTICHE DEGLI INTERVISTATI
10 formatori, di cui 5 operanti a Milano e 5 operanti a Torino
Ricerca nominativi a “scelta ragionata” (Cardano, 2003)
Soggetti scelti in qualità di “testimoni qualificati” (Palumbo,
Garbarino, 2006)
6 su 10 hanno background formativo di tipo psicologico
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DISCUSSIONE DEI RISULTATIDISCUSSIONE DEI RISULTATI
Selezione (1)Selezione (1)
Tipi di materiali utilizzati: Le opere cinematografiche sono il materiale preferito per la loro ricchezza drammaturgica. Vengono tuttavia utilizzati anche cartoons, così come serial, cortometraggi, spot, sketch di cabaret perché vantaggiosi per i tempi. I filmati didattici sono usati soprattutto in maniera didascalica per fornire esempi di comunicazione efficace (es. Steve Jobs)
Un problema è legato all’originalità dei contributi
“… c’è il rischio che anche nella formazione i film siano più o meno gli stessi …”
“… alcuni pezzettini di filmati a me non stancano mai, però c’è il rischio poi che uno li faccia vedere a persone che li hanno già visti.”
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DISCUSSIONE DEI RISULTATIDISCUSSIONE DEI RISULTATI
Selezione (2)Selezione (2)
Fonti: archivio personale, scambio e condivisione dei materiali tra formatori, esperienza altrui (di amici cinefili, formandi, committenti)
“… faccio un’opera di scouting, credo che gli altri abbiano più idee di me, o comunque diverse da me, e chiedo loro cosa userebbero su un certo tema … non solo ai formatori, ma anche ai cinefili incalliti, sono delle ottime fonti.”“C’è un mercato sommerso di clip, tra colleghi e clienti…”
Criteri di scelta: > Pragmatici (traducibilità metafora, coerenza obiettivi formativi) > Legati all’apprendimento (stimolazione cognitiva e affettiva)
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DISCUSSIONE DEI RISULTATIDISCUSSIONE DEI RISULTATI
Progettazione (1)Progettazione (1) Ampiezza del materiale
Si utilizzano soprattutto sequenze perché:
A) I percorsi di formazione sono brevi
“Tendo ad utilizzare cose abbastanza brevi, sicuramente mi
riesce difficile far vedere un film intero.”
B) La committenza non è disposta ad investire su un intero film “… il cliente non è disposto a spendere una giornata di formazione
di cui due ore per andare al cinema.”
C) In termini di obiettivi didattici sembrano avere la stessa potenzialità del film
“… l’obiettivo didattico che noi possiamo ottenere attraverso
la clip è assolutamente identico, se non maggiore …”
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DISCUSSIONE DEI RISULTATIDISCUSSIONE DEI RISULTATI
Progettazione (2)Progettazione (2)
Momenti strategici di fruizione
1. All’inizio del percorso formativo per scaldare l’aula e per stabilire un linguaggio comune
2. Alla fine del percorso come rinforzo
Modalità di utilizzo più frequenti: esempio, caso da analizzare, copione per role play, icebreaker, satira (cfr. Cortese, Ghislieri, 2004)
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DISCUSSIONE DEI RISULTATIDISCUSSIONE DEI RISULTATI
Setting e materiali d’aulaSetting e materiali d’aula
Setting: ideali aule con disposizione a semicerchio, 10-12 persone max
Materiali d’aula: PC portatile, videoproiettore, chiavetta USB; anche utilizzo del Web (Youtube)
Raro utilizzo delle schede di analisi: rimanda ad una situazione scolastica
“… mi sembra un delitto mentre si vede un film avere lì una scheda e dover scrivere
cosa mi suscita. Io non ho mai avuto un bel rapporto con la scuola, quindi
quando ci ritrovo dentro qualcosa che me la ricorda a me non piace …”
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DISCUSSIONE DEI RISULTATIDISCUSSIONE DEI RISULTATI
Azione in aulaAzione in aula
Importanza del briefing: fornisce chiarezza e consapevolezza, evita che il filmato venga visto in maniera passiva o distratta
“Io prima preparo il pubblico a dove deve guardare, in virtù dell’esercitazione
che faranno a valle sennò[…] poi alla fine devono rivederlo.”
Dopo la visione del filmato il formatore può gestire la fase di apprendimento attraverso tre variabili
>Tempi: discussione subito dopo o lasciando sedimentare le emozioni
>Modalità di discussione: plenaria o sottogruppi (max quattro persone)
>Modalità di negoziazione del significato delle sequenze: può essere stabilito a priori in fase di progettazione (es. questo è un comportamento efficace) o co-costruito (spazio all’immaginario)
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POSSIBILI SVILUPPIPOSSIBILI SVILUPPI
Ampliare le domande di ricerca soprattutto per approfondire nuove opportunità date dalla tecnologia del Web (Youtube)
Integrazione della traccia di intervista con delle sessioni di osservazione partecipante durante i corsi
Formulare una traccia di intervista da sottoporre anche ai formandi
Sottoporre la traccia di intervista ad altri formatori di città differenti e con background formativo differente
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI CITATIRIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI CITATI
Agosti, A. (2004) (a cura di), Il cinema per la formazione. Argomentazioni pedagogiche e indicazioni didattiche. Franco Angeli, Milano.
Angrisani, S., Marone, F., Tuozzi, C. (2001), Cinema e cultura delle differenze. Itinerari di formazione. Ets, Pisa.
Bluestone, C. (2000), “Feature films as a teaching tool”. In College Teaching, 48, pp. 141-146. Cappa, F., Mancino, E. (2005) (a cura di), Il mondo, che sta nel cinema, che sta nel mondo.
Mimesis, Milano. Cardano, M. (2003), Tecniche di ricerca qualitative. Percorsi di ricerca nelle scienze sociali.
Carocci, Roma Champoux, J.E. (1999), “Film as a teaching resource”. In Journal of Management Inquiry, 8, pp.
240-251. Champoux, J.E. (2001), “Animated films as a teaching resource”. In Journal of Management
Education, 25(1), pp. 79-100. Clemens, J.K., Wolff, M. (1999), Movies to manage by. Contemporary Books, Lincolnwood,
Illinois. Comer, D. R. (2001), “Not just a Mickey Mouse exercise: Using Disney’s The Lion King to teach
leadership”. In Journal of Management Education, 25, pp. 430-436. Cortese, C. G., Ghislieri, C. (2004), “Il cinema”. In Boldizzoni, D., Nacamulli, R. C. D. (a cura di),
Oltre l’aula. Strategie di formazione nell’economia della conoscenza. Apogeo, Milano. 17
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI CITATIRIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI CITATI
Cortese, C. G. (2006), “L’utilizzo del cinema per la formazione”. In Quaglino, G. P., Piccardo, C. (a cura di), Scene di leadership. Come il cinema insegna ad essere leader. Raffaello Cortina, Milano.
D’Incerti, D., Santoro, M., Varchetta, G. (2000), Schermi di formazione. Guerini e Associati, Milano. Ferro, A. (1999), La psicoanalisi come letteratura e terapia. Raffaello Cortina, Milano. Giacalone, R. A., Jurkiewicz, C. L. (2001), “Lights, camera, action: teaching ethical decision making
through the cinematic experience”. In Teaching Business Ethics, 5, pp. 79-87. Ghislieri, C. (2006), “Il cinema per l’apprendimento: una breve rassegna”. In Quaglino, G. P.,
Piccardo, C. (a cura di), Scene di leadership. Come il cinema insegna a essere leader. Raffaello Cortina, Milano.
Hunt, C. S. (2001), “Must see TV: the timeliness of television as a teaching tool”. In Journal of Management Education, 25, pp. 631-647.
Huczynski, A., Buchanan, D. (2004), “Theory from fiction: a narrative process perspective on the pedagogical use of feature film. In Journal of Management Education, 28, pp. 707-726.
Leet, D., Houser, S. (2003), “Economics goes to Hollywood: using classic films and documentaries to create an undergraduate economics course”. In Journal of Economic Education, 33, pp. 326-332.
Mallinger, M., Rossy, G. (2003), “Film as a lens for teaching culture: balancing concepts, ambiguity and paradox”. In Journal of Management Education, 27, pp. 608-624.
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Quaglino, G. P., Ghislieri, C. (2002), “Tendenze della formazione fine anni 90”. In Quaglino, G.P., ʻ
Scritti di Formazione 3: 1991-2002. Franco Angeli, Milano, 2006. Palumbo, M., Garbarino, E. (2006), Ricerca sociale: metodo e tecniche. Franco Angeli, Milano. Sexton, R. (2006), “Using short movie and television clips in the economics principles class”. In
Journal of Economic Education, 37, pp. 406-417. Smith, G. (2009), “Using feature films as the primary instructional medium to teach Organizational
Behavior”. In Journal of Management Education, 33, pp. 462-489.
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI CITATIRIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI CITATI