IL CASO «LA FIORITA» Fitto assolto in Appello «Nessuna ... · Prima di Tutto» in cambio di un...

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Mercoledì 30 settembre 2015 IL PROCESSO IL CASO «LA FIORITA» ANGELUCCI L’imprenditore ed editore romano, nel giugno 2006, finì ai domiciliari. Anche lui, ieri, è stato giudicato estraneo ai fatti IL «FATTO NON SUSSISTE» L’ex governatore Raffaele Fitto in aula durante il processo in primo grado In alto è tra i suoi due difensori, gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Luciano Ancora [foto Luca Turi] Fitto assolto in Appello «Nessuna corruzione» L’eurodeputato: «Soddisfatto ma amareggiato». La Procura si difende GIOVANNI LONGO l BARI. È stato assolto con formula piena dall’accusa più infamante per un politico: ave- re preso una mazzetta in cambio di un appalto. Se il diretto interessato, l’ex governatore della Regione Puglia Raffaele Fitto, mantiene un profilo basso («sono molto soddisfatto, ma al tempo stesso molto amareggiato», dice), la Pro- cura di Bari puntualizza: la prescrizione per alcuni reati conferma la fondatezza della no- stra impostazione, è il ragionamento. Fiorita, dieci anni dopo. Le polemiche non si fermano. Nel maxiprocedimento erano confluiti più epi- sodi che sarebbero stati commessi tra il 1999 e il 2005. Al centro della vicenda una presunta tangente da mezzo milione di euro versata dall’imprenditore ed editore romano Giampao- lo Angelucci al movimento politico la «Puglia Prima di Tutto» in cambio di un appalto da 198 milioni di euro per la gestione di 11 residenze sanitarie assistite. Angelucci, per questa ac- cusa finì ai domiciliari. Era il giugno 2006. Anche lui, ieri, è stato assolto in appello con formula piena. «Non è il giorno delle valutazioni o dei com- menti nè tantomeno delle polemiche o dei fe- steggiamenti - dice Fitto, oggi parlamentare europeo, per il quale la Camera dei Deputati disse «no» alla richiesta di arresto -. In pochi minuti - sottolinea l’allora «protesi» di Ber- lusconi, oggi leader dei Conservatori e rifor- misti - mi sono passati nella mente quasi 10 anni della mia vita. Il mio pensiero va so- prattutto a mia moglie, ai miei figli a tutta la mia famiglia che nei momenti più difficili sono stati sempre al mio fianco con discrezione ed affetto insieme a tanti amici che non hanno mai dubitato della mia onestà. Ringrazio i miei avvocati Francesco Paolo Sisto, Luciano An- cora e Angelica Loiacono per la straordinaria dedizione e competenza». I giudici d’appello, ieri, hanno ribaltato la sentenza di condanna inflitta in primo grado a Fitto (quattro anni, anche per le ipotesi di illecito finanziamento ai partiti e una ipotesi di abuso d’ufficio, relativa alla legge sui finan- ziamenti agli oratori) e Angelucci (tre anni e sei mesi). Riqualificato in abuso d’ufficio (e prescritto) un presunto peculato (il cosiddetto «fondo del presidente») e dichiarato il non luo- go a procedere, sempre per prescrizione, in relazione all’altra faccia della presunta cor- ruzione, l’ipotesi di finanziamento illecito al suo movimento: mezzo milione di euro sarà restituito al partito. Ma il decorso del tempo, secondo la Procura di Bari incide sino a un certo punto nella valutazione nel merito della complessa vicenda. Per il procuratore barese Giuseppe Volpe, ad esempio, «dichiarando la estinzione per prescrizione del reato di as- sociazione per delinquere relativo alla vicen- da» i giudici hanno «confermato la fondatezza dell’ipotesi accusatoria». Ma per Fitto l’accusa di associazione cadde già al termine dell’udien- za preliminare. «Tutte le illazioni, tutti i so- spetti, tutte la mezze parole su Raffaele Fitto devono lasciare spazio a questa sentenza che ha avuto il coraggio, nonostante il reato fosse prescritto, di dichiararne la insussistenza», hanno dichiarato gli avvocati Sisto e Ancora, difensori di Fitto. «Per la difesa è una grande soddisfazione - hanno detto i legali - ma anche per l’uomo e per l’uomo politico, crediamo sia il recupero di quello che non aveva mai perso». Per l’avvocato Gianni Di Cagno (studio Po- lis), difensore di Giampaolo Angelucci, «poichè da 10 anni non si fa altro che parlare di una presunta tangente e di una corruzione che non è mai esistita, credo che a questo punto non solo l’opinione pubblica ma alcuni organi dello Stato debbano delle scuse a qualcuno. Questa vicenda ha creato un gravissimo danno eco- nomico al consorzio San Raffaele. Riteniamo che azioni di questo tipo, quando incidono così pesantemente sul tessuto economico, forse do- vrebbero essere avviate con maggiore pruden- za».

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Mercoledì 30 settembre 2015 5PRIMO PIANO

LE REAZIONI L’ON. PALESE: È LA PROVA DI QUANTO NOI ABBIAMO SEMPRE SOSTENUTO

Alfano: «Caro Raffaelefinalmente giustizia è fatta»

IL PROCESSOIL CASO «LA FIORITA»

A N G E LU C C IL’imprenditore ed editore romano, nelgiugno 2006, finì ai domiciliari. Anche lui,ieri, è stato giudicato estraneo ai fatti

IL «FATTONONSUSSISTE»L’exgovernatoreRaffaeleFitto in auladurante ilprocesso inprimo gradoIn alto è trai suoi duedifensori, gliavvocatiFr a n c e s c oPaolo Sisto eLucianoAncora [fotoLuca Turi].

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Fitto assolto in Appello«Nessuna corruzione»L’eurodeputato: «Soddisfatto ma amareggiato». La Procura si difende

GIOVANNI LONGO

l BARI. È stato assolto con formula pienadall’accusa più infamante per un politico: ave-re preso una mazzetta in cambio di un appalto.Se il diretto interessato, l’ex governatore dellaRegione Puglia Raffaele Fitto, mantiene unprofilo basso («sono molto soddisfatto, ma altempo stesso molto amareggiato», dice), la Pro-cura di Bari puntualizza: la prescrizione peralcuni reati conferma la fondatezza della no-stra impostazione, è il ragionamento. Fiorita,dieci anni dopo. Le polemiche non si fermano.Nel maxiprocedimento erano confluiti più epi-sodi che sarebbero stati commessi tra il 1999 e il2005. Al centro della vicenda una presuntatangente da mezzo milione di euro versatadall’imprenditore ed editore romano Giampao-lo Angelucci al movimento politico la «PugliaPrima di Tutto» in cambio di un appalto da 198milioni di euro per la gestione di 11 residenzesanitarie assistite. Angelucci, per questa ac-cusa finì ai domiciliari. Era il giugno 2006.Anche lui, ieri, è stato assolto in appello conformula piena.

«Non è il giorno delle valutazioni o dei com-menti nè tantomeno delle polemiche o dei fe-steggiamenti - dice Fitto, oggi parlamentareeuropeo, per il quale la Camera dei Deputatidisse «no» alla richiesta di arresto -. In pochiminuti - sottolinea l’allora «protesi» di Ber-lusconi, oggi leader dei Conservatori e rifor-misti - mi sono passati nella mente quasi 10anni della mia vita. Il mio pensiero va so-prattutto a mia moglie, ai miei figli a tutta lamia famiglia che nei momenti più difficili sonostati sempre al mio fianco con discrezione edaffetto insieme a tanti amici che non hannomai dubitato della mia onestà. Ringrazio i mieiavvocati Francesco Paolo Sisto, Luciano An-cora e Angelica Loiacono per la straordinariadedizione e competenza».

I giudici d’appello, ieri, hanno ribaltato lasentenza di condanna inflitta in primo grado aFitto (quattro anni, anche per le ipotesi diillecito finanziamento ai partiti e una ipotesi di

abuso d’ufficio, relativa alla legge sui finan-ziamenti agli oratori) e Angelucci (tre anni esei mesi). Riqualificato in abuso d’ufficio (eprescritto) un presunto peculato (il cosiddetto«fondo del presidente») e dichiarato il non luo-go a procedere, sempre per prescrizione, inrelazione all’altra faccia della presunta cor-ruzione, l’ipotesi di finanziamento illecito alsuo movimento: mezzo milione di euro saràrestituito al partito. Ma il decorso del tempo,secondo la Procura di Bari incide sino a uncerto punto nella valutazione nel merito dellacomplessa vicenda. Per il procuratore bareseGiuseppe Volpe, ad esempio, «dichiarando laestinzione per prescrizione del reato di as-sociazione per delinquere relativo alla vicen-da» i giudici hanno «confermato la fondatezzadell’ipotesi accusatoria». Ma per Fitto l’accusadi associazione cadde già al termine dell’udien -za preliminare. «Tutte le illazioni, tutti i so-spetti, tutte la mezze parole su Raffaele Fitto

devono lasciare spazio a questa sentenza cheha avuto il coraggio, nonostante il reato fosseprescritto, di dichiararne la insussistenza»,hanno dichiarato gli avvocati Sisto e Ancora,difensori di Fitto. «Per la difesa è una grandesoddisfazione - hanno detto i legali - ma ancheper l’uomo e per l’uomo politico, crediamo sia ilrecupero di quello che non aveva mai perso».

Per l’avvocato Gianni Di Cagno (studio Po-lis), difensore di Giampaolo Angelucci, «poichèda 10 anni non si fa altro che parlare di unapresunta tangente e di una corruzione che nonè mai esistita, credo che a questo punto nonsolo l’opinione pubblica ma alcuni organi delloStato debbano delle scuse a qualcuno. Questavicenda ha creato un gravissimo danno eco-nomico al consorzio San Raffaele. Riteniamoche azioni di questo tipo, quando incidono cosìpesantemente sul tessuto economico, forse do-vrebbero essere avviate con maggiore pruden-za».

LA STORIA PER DUE IMPRENDITORI. ALTRI 8 ASSOLTI

Confermate solodue condanne

l BARI. Il processo «La Fiorita» si è concluso insecondo grado con due condanne a 1 anno e 10 mesidi reclusione per un episodio di riciclaggio e 21 fraassoluzioni piene (per 11 imputati, compreso Fitto eAngelucci) e proscioglimenti per prescrizione deireati. I giudici della Corte di Appello di Bari hannoconfermato soltanto le due condanne inflitte in pri-mo grado agli imprenditori Angelo Boccardi e Ni-cola Longo. Prescritto il reato di associazione perdelinquere contestato a cinque imputati, fra i qualigli imprenditori salentini Dario e Piero Maniglia(condannati in primo grado rispettivamente a 4 anni6 mesi e 4 anni di reclusione) e all’ex direttoregenerale della Asl di Taranto Giuseppe Brizio (con-dannato in primo grado a 1 anno e sei mesi dire cl u s i o n e ) .

Assolti dall’accusa di truffa relativa all’illecitaaggiudicazione di appalti milionari nelle Asl pu-gliesi altri otto imputati, fra i quali l’i m p re n d i t o retarantino Luigi Solidoro (condannato in primo gra-do). Per i reati per i quali è stata dichiarata laprescrizione e non l’assoluzione nel merito (l’illecitofinanziamento ai partiti contestato a Fitto e An-gelucci e i due abusi d’ufficio contestati a Fitto), igiudici hanno confermato i risarcimenti danni neiconfronti della parte civile Regione.

La Corte di Appello ha inoltre confermato la di-chiarazione di responsabilità di due delle dieci so-cietà imputate, «La Fiorita» assorbita per incor-porazione nella cooperativa «La Cascina» e «Due-mila», rideterminando le sanzioni pecuniarie in140mila e 100mila euro ma revocando le confischeperchè la correlata truffa è prescritta. Esclusa invecela responsabilità del Consorzio San Raffaele e dellealtre sette società del gruppo Tosinvest dell’impren -ditore Angelucci che rispondevano degli illeciti am-ministrativi collegati alla corruzione venuta meno.

l BARI. C’è anche il messaggiodi soddisfazione del ministrodell’Interno e leader di Ap-Ncd,Angelino Alfano: «Caro Raffae-le, la giustizia in cui confidavi eche auspicavamo, è finalmente ar-rivata. Se non ti restituisce gli an-ni di buio e di dolore, dà atto dellatua integrità morale e politica».

«Dopo quasi 10 anni finalmentela giustizia trionfa. L’assoluzionedi Raffaele Fitto è la prova di quelche noi abbiamo sempre saputo edin cui sempre abbiamo creduto: lasua innocenza e la sua condottasempre improntata alla traspa-renza, alla legalità ed alla buonaamministrazione», afferma inuna nota Rocco Palese, vicepre-sidente Commissione bilanciodella Camera, che era assessoreregionale quando l’ex ministroera presidente della Regione Pu-glia. «Nessuno potrà restituire alui e alla sua famiglia questi diecianni di calvario giudiziario – ag -giunge – ma oggi sono state ri-stabilite verità e giustizia».

Gli fa eco il senatore Luigi

D’Ambrosio Lettieri (CoR):«L'assoluzione in appello con for-mula piena di Raffaele Fitto nonmi sorprende affatto, certo dellasua estraneità ai fatti contesta-tigli. Onestà e trasparenza sonosempre stati, infatti, i tratti di-stintivi della sua azione politica eamministrativa. Esprimo, dun-que, grande soddisfazione per unaassoluzione che da una parte ren-de giustizia a Raffaele Fitto che atesta alta ha affrontato ben diecianni di calvario sul piano perso-nale e politico difendendosi nelprocesso e dall’altra fa giustizia diun certo deleterio qualunquismoche non sa cos'è la presunzione diinnocenza fino a prova contra-ria».

In Puglia soddisfazione delgruppo regionale «Oltre con Fit-to». In una dichiarazione con-giunta Ignazio Zullo, Erio Con-g edo, Francesco Ventola e Re -nato Perrini sottolineano: «Oraguardiamo avanti con più forzaalla costruzione di un progetto po-litico nuovo e di rinnovamento di

tutto il centrodestra».Mentre il senatore di Forza Ita-

lia, Francesco Nitto Palma, pre-sidente della Commissione Giu-stizia, si dice «allibito per comu-nicato Procura di Bari»: «'Prendoatto con soddisfazione dell'asso-luzione dell'onorevole Fitto perreati per i quali, giova ricordare,la Procura di Bari aveva chiestol'arresto. Arresto non concessoper esistenza di fumus persecu-tionis. Sono allibito per il comu-nicato diramato dal Procuratoredella Repubblica di Bari, che ap-pare personalizzare oltremisurauna vicenda meramente proces-suale e parla suggestivamente difondatezza dell' ipotesi accusato-ria, dimenticando il reale signi-ficato della prescrizione secondola costante giurisprudenza dellaCorte di Cassazione. Il che equi-vale a dire che, se le indagini con-dotte dalla Procura di Bari fosserostate contenute in un tempo ra-gionevole, l'onorevole Fitto sareb-be stato assolto anche per i reatidichiarati prescritti».

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