Il Brivido Sportivo n.29 del 19/07/2012

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SETTIMANALE DI CRITICA E ATTUALITÀ SPORTIVA FONDATO NEL 1927 ANNO 86 - N. 29 - GIOVEDÌ 19 LUGLIO 2012 COPIA OMAGGIO TRATTORIA Tipica cucina toscana Sabato e domenica aperto a pranzo Serate a tema di carne o pesce Borgo San Frediano, 145/r Firenze - Tel. 055 223449 A4 SICUREZZA srl Tecnologie e sistemi di sicurezza Via D. Alighieri 10, Calenzano www.a4sicurezza.it BAR RISTORANTE Le Bagnese COLAZIONI PRIMI E SECONDI Presso distributore ENI - AGIP Via di Scandicci Firenze - 055 2579251 CUCINA TOSCANA VIENI A VEDERE LA NOSTRA OFFERTA DEL GIORNO A PAGINA 9 APERTO FINO A TARDA NOTTE Viale Fratelli Rosselli 1/r tel. 3395963315 Ristorante/Pizzeria Piazza Manara 5/7 Scandicci Tel. 055/2579075 Pranzo a menù fisso da 7,50 euro 9,00 euro e 12,00 euro Accoglienti sale aperte d’estate Pizze lievitate 24 ore e cotte a legna Aperti tutto agosto All’interno NOVITÀ PER I TIFOSI Scegli la tua TOP 11 IN QUESTO NUMERO Gli esterni di attacco: Baggio, Julinho, Bertoni o Edmundo? OBIETTIVO DIVERTIMENTO Salite sulla giostra di Montella Continua in ultima pagina di Alessandro Rialti C’è chi potrebbe avere la tenta- zione (e qualcuno probabilmente ce l’ha) di lasciarsi andare alla nostalgia, a rimpiangere i bei tem- pi che furono o anche solo quei giocatori che via via, nelle ultime settimane, hanno fatto le valigie. Invece, se c’è una cosa che la Fiorentina e i suoi tifosi non de- vono fare è voltarsi indietro. Mai come adesso bisogna soltanto guardare avanti, concentrarsi sul presente anche se le caselle da ADDIO SENZA RIMPIANTI A CHI SE NE E’ ANDATO BASTA COL PASSATO, BISOGNA SOLO GUARDARE AVANTI

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Settimanale di critica e attualità Sportiva Fondato nel 1927

anno 86 - n. 29 - Giovedì 19 LuGLio 2012 COPIAOMAGGIOtrattoria

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In questo numeroGli esterni di attacco:Baggio, Julinho,Bertoni o edmundo?

ObIettIvOdIvertIMentOSalite sulla giostra di Montella

Continua in ultima pagina

di Alessandro rialti

C’è chi potrebbe avere la tenta-zione (e qualcuno probabilmente ce l’ha) di lasciarsi andare alla nostalgia, a rimpiangere i bei tem-pi che furono o anche solo quei giocatori che via via, nelle ultime settimane, hanno fatto le valigie. Invece, se c’è una cosa che la Fiorentina e i suoi tifosi non de-vono fare è voltarsi indietro. Mai come adesso bisogna soltanto guardare avanti, concentrarsi sul presente anche se le caselle da

ADDIOSENZA RIMPIANTI

A CHISE NE E’ ANDATO

BASTACOL PASSATO,

BISOGNA SOLO GUARDARE

AVANTI

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Il 28 e 29 Luglio 2012 lo splendido borgo medioevale di Vinci è pronto ad accogliere nuovamente l’ottava edizione dell’evento medievale Fantasy toscano. Una edizione imperdibile, che vuo-le offrire al suo sempre più ampio pubblico ancora più spetta-coli, giochi, costumi e divertimento.Il centro storico di Vinci infatti si trasformerà completamente in una nuova città fantastica, suddivisa in cinque aree tematiche dove adulti, bambini, appassionati di Fantasy, di cosplay o di fumetti possano velocemente trovare l’evento a cui sono inte-ressati.E non mancheranno anche le molte proposte gastronomiche del Ristoro di Obelix , dell’Osteria del Gladiatore e delle molte taverne dell’Unicorno Impennato, ovvero ristoranti di Vinci con menù a tema e prezzo convenzionato.

Festadell’Unicorno

a Vinci (Fi)la capitale Fantasy Italiana

sabato 28 - Domenica 29 Luglio 2012

Rocca Incantata (Piazza del Castello, Via Roma)

• Spettacoli di giocoleria con la Compagnia Arti Distratte• Contest Miglior Creatura Fantastica• Concerto dei Jig Rig• Spettacolo con il fuoco a cura dei Giullaracci• Torneo - Il trono di spade• Il Pozzo del Troll• Spettacolo di Giocoleria del Giullare Anulino• Spettacolo delle ragazze di Fuoco e Affini

La coRte DeI sognI (Piazza dei Guidi, Via Uzielli)

• Spettacoli di giocoleria a cura dei Giullaracci• Danze alla Luna del gruppo Timami - Bellydance & fusion• Concerto acustico a cura degli Arcambold• Matrimonio degli elfi a cura della Compagnia Teatrale Marvesio• Parata Elfica

BaIa DeI PIRatI (Via Fucini)

• Caccia al tesoro• Giochi pirateschi con il gruppo Nobiltà e Contado Pistoriense• Battaglia navale• Animazione continua con la ciurma dei Pirati del gruppo Nox• Corteo sbandieratori

La cIttaDeLLa DeI cavaLIeRI (Pinetina della doccia, Via Montalbano, Piazza Leonardo da Vinci)

• Accampamento medievale a cura della Compagnia del cinghiale brado• La gogna dell’inquisizione a cura della Compagnia Boia de li Cipressi• Vicolo della Paura• Mercato Medievale• Stage di scherma medievale• Spettacolo di Falconeria con il Falconiere Fabio Bonciolini• Tiro con l’arco

• Duelli medievali

a cura della Compagnia del Cinghiale Brado

• Rievocazione del Processo alla strega

a cura della Compagnia I soliti Ignoti

• Disfida di Arti Magiche

FUmettI e FoLLIe (Piazza della libertà, via Giovanni XXIII)

• Gara cosplay fantasy

• Gara cosplay classica

• Mostra sul fumetto Nathan Never

della Sergio Bonelli Editore

• Spettacoli giocoleria

• Concerto Cartoon Cover Band -

La famosa squadra G

• La guerra dei mondi e oltre...progetti del

“futuro”! - Incontro con gli autori di Nathan

Never. La prima serie fantasy della Sergio Bo-

nelli Editore - Incontro con gli autori di Dra-

gonero

• Concerto Cartoon Seven Stars

• Canzoni Classici Disney con animazione

Programma:

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19 luglio 2012www.brividosportivo.it

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MOENA – E’ iniziata lunedì scorso l’avventura della Fiorentina in Val di Fassa. I viola sono arrivati all’ho-tel Dolomiti, dove alloggeranno nella splendida lo-calità trentina, intorno alle 12.45 per poi scendere in campo agli ordini del tecnico Vincenzo Montella già nel pomeriggio per il primo allenamento presso il campo sportivo ‘Cesare Benatti’. Ad accogliere la squadra, poche bandiere e poco colore viola in pa-ese, ma un gigantesco giglio posizionato sulla col-lina che sovrasta il campo e soprattutto un ritrovato quanto inaspettato entusiasmo (pur non mancando i contestatori, per il momento decisamente isolati, ed infatti è apparso martedì scorso uno striscione di protesta firmato V.C. Feltre, “Società ridicola, progetto inesistente, adesso basta”). Infatti, nono-stante la giornata di lunedì sia coincisa con l’ufficia-lità della cessione di tre pedine viola importanti (De Silvestri, Gamberini e soprattutto Behrami), gli oltre duecento tifosi presenti non hanno fatto mancare il loro apporto e il loro affetto. Quando i giocatori viola sono scesi in campo la prima volta (ma anche nei giorni successivi) ed hanno effettuato le prime corse, passando davanti alla tribuna gremita dai supporters, hanno ricevuto applausi incoraggianti. E applausi e consensi li ha ricevuti Montella che, col suo numeroso staff, sta lavorando sodo (due allenamenti al giorno) puntando principalmente sull’intensità e sul pallone.squADrA A ImmAGIne e somIGLIAnZA. Tan-to pallone, tanti esercizi tattici basati su possesso palla con scambi rapidi a due tocchi. Nell’idea di calcio di Montella (allenatore che parla anche mol-to col gruppo, così come tutti gli uomini del suo staff che non fanno mancare alla squadra attimi di ilarità e ironia durante le ore di energico e vivace lavoro) spiccano del resto il bel gioco e il diverti-mento. La Fiorentina dovrà essere una squadra che diverte, con un centrocampo che sappia far girare palla e un attacco veloce. Certo, i giocatori presenti in rosa non bastano né a Montella (anche se per adesso sta lavorando col materiale umano a sua disposizione formato da pochi veterani e tan-ti giovani), né ai tifosi. Per far sì che l’entusiasmo

torni straboccante, mancano i nuovi arrivi. El Hamdaoui, Roncaglia e Lupatelli non bastano a riscaldare gli animi e la stella del gruppo, ancora oggi, è e resta Stevan Jovetic (non a caso giocatore messo al centro del pro-getto dalla società che continua a dichia-rarlo incedibile). Se JoJo è la stella, Ljajic è l’osservato speciale di tecnico e tifosi. Dopo la frenata e lo stop alla sua imminente cessione (sembrava destinato al Torino), Montella e il pro-prio staff lo stanno stimolando e in attesa di nuovi arrivi lo stanno provando a sinistra in un tridente offensivo tutta fantasia e qualità formato da Cerci (a proposito, l’esterno romano è diventato uno dei giocatori simbolo della nuova Fiorentina), Jovetic e il giovane serbo appunto. Dall’altra parte, ci sono la

tenacia e l’evidente personalità di El Hamdaoui che già dalle prime uscite ha mostrato il suo rinomato carattere forte, ma anche la voglia di dimostrare il proprio valore, di mettersi in mostra, di far capire a tecnico e tifosi che lui è un giocatore ‘da Fiorentina’. Durante il primo allenamento, per esempio, è nato un piccolo battibecco tra l’olandese di origini ma-rocchine e Vargas. Un battibecco nato (e subito smorzato) da un passaggio sbagliato del peruvi-

ano. C’è voglia di fare bene. Si avverte un sen-so di positività nonostante lo smantellamento. Nonostante le cessioni, alcune eccellenti. No-nostante qualche giudizio troppo affrettato sul lavoro della società. Giudizi che comunque non toccano Montella e la squadra che stanno lavo-rando con serenità e tenacia.

LE DOLOMITI SI TINGONO DI VIOLA, FIORENTINA AL VIA A MOENAIn ritiro da lunedì scorso in Val di Fassa una squadra incompleta ma decisa a rilanciarsi

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19 LUGLIO 2012www.brividosportivo.it

4sorrIsI e foto. La serenità si avver-te anche nell’operazione simpatia che la squadra sta portando avanti conce-dendosi ai tifosi ad ogni fine allenamen-to per dispensare sorrisi e fotografie. Almeno dopo i primi giorni, sembrano lontani i musi lunghi e la freddezza che caratterizzavano la squadra un anno fa a Cortina. Troppi uomini scontenti di ve-stire ancora la maglia viola, grigiore nel tempo e nell’anima: l’immagine di una Fiorentina alla fine del suo ciclo, quella dello scorso anno. Al contrario, nuova e solare (in quasi tutti i suoi elementi, a par-tire da tecnico e staff, e questo non è da sottovalutare) quella di quest’anno che sembra gradire gli insegnamenti di Mon-tella. Questo quanto accade durante il giorno. Quando poi il sole tramonta dietro le cime della Val di Fassa e arriva la sera, la squadra si concede spesso e volentieri dopo cena un giro a piedi nel pittoresco e fiabesco centro di Moena. Gruppetti di tute viola camminano per il paese con tranquil-lità, senza nascondersi e rispettando rigo-rosamente l’orario di rientro imposto dalla società. Giro rilassante per la squadra, ma anche camminate rigeneranti per lo staff. Prima di rientrare e pensare alla giornata seguente, nuovamente ricca di lavoro. Non è dovuto sapere se sarà sempre così, forse col passare dei giorni e l’accumularsi della stanchezza, qualcuno potrà apparire più nervoso, più spossato e meno disponibile. Ma di certo, i primi giorni possono lasciar ben sperare in una nuova sinergia tra squadra, staff e tifosi.LA GAffe. Unica nota negativa (ma pure buffa), una vera e propria gaffe, è la presenza di poster, brochure e mani-festi di benvenuto sparsi in tutta Moena (comprese tutte le strutture ricettive) con stampata l’immagine di un gruppo di giocatori viola dove spicca l’ormai ex Valon Behrami che non è mai arrivato in ritiro col gruppo ma che, al contrario, ha preso la strada di Dimaro (gli altri pre-senti nella foto sono Pasqual, Lazzari e Jovetic). Intanto oggi pomeriggio la Fio-rentina disputerà la prima amichevole contro la squadra locale del Monti Palli-di. L’appuntamento per le 17.30, presso il centro sportivo ‘Cesare Benatti’.

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GUERINI: “ASPETTATE PRIMA DI GIUDICARE,DELLA VALLE RILANCERà”Il club manager viola da Moena lancia appelli e racconta ambizioni e rassicurazioni del presidente

MOENA - La Fiorentina e la Val di Fassa hanno deciso di unire le loro forze e di intraprendere un percorso insieme nella speranza che sia duraturo e redditizio per entrambe. Martedì scorso, pres-so il Centro Sportivo ‘Cesare Benatti’ di Moena, il club manager viola vincenzo Guerini, il presidente dell’Apt enzo Iori, il sin-daco di Moena riccardo franceschetti e la responsabile della Comunicazione del Trentino Marketing paola pancher si sono scambiati ringraziamenti e speranze reciproche: «Ringrazio il sindaco di Moena e il presidente dell’Apt per l’accoglienza che ci è stata riservata dalla Val di Fassa – ha detto Guerini – ci stiamo trovando molto bene a livello di albergo, campo e di organizza-zione. Moena viene chiamata la ‘Fata delle Dolomiti’… beh noi siamo già stregati da questo luogo magnifico. Speriamo che ci porti anche fortuna. Prima di parlare di campo, mi preme portare i saluti dei nostri dirigenti, dell’amministratore delegato Sandro Mencucci e del direttore sportivo Daniele Pradè, che avrebbero voluto essere qui ma che sono impegnati nella fase calda del mercato. Del resto si devono dare da fare sennò – ha esclamato poi con un po’ di buona ironia fiorentina – qui ci rincorrono tutti. Si scusano, dunque, ma sperano di riuscire a venire a trovarci». Gli hanno fatto da eco le tre presenze istituzionali che all’uniso-no hanno auspicato: «Che la Fiorentina possa tornare ai fasti di due anni fa, quando giocava la Champions League. Siamo con-tenti di questa partnership con la squadra viola e ci auguriamo che si consolidi nel tempo. La Toscana per la Val di Fassa è un bacino molto importante e siamo pronti ad ospitare più fiorentini possibili. Moena è alla portata di questa grande squadra e la speranza è portarle fortuna come abbiamo fatto in passato con altre compagini. Siamo certi che il nostro territorio, considerato una palestra a cielo aperto, sia l’ideale per prepararsi in vista di una stagione da protagonista». E allora, che il feeling tra la Fiorentina e Moena abbia inizio e prenda il volo.IL mercAto e L’AttesA. Ma a dover prendere il volo non è soltanto la partnership tra i viola e la Val di Fassa, bensì la squadra di Vincenzo Montella che è molto lontana dall’essere al completo. Guerini, ha commentato a cuore aperto le ultime vi-cende viola: «Su Jovetic mi rimetto al pensiero che i dirigenti più importanti di me hanno già espresso più volte con la massima chiarezza e trasparenza. Per quanto riguarda Behrami, lo dico con amarezza, ma i tempi nel calcio sono cambiati: ho smesso di innamorarmi dei giocatori. Ogni allenatore vorrebbe avere un giocatore come Behrami, ma non stai mai tranquillo: la Fiorenti-na ha fatto il suo proponendogli un contratto importante, ha fatto la sua proposta. Poi capita che arriva un’altra società e vuoi per prestigio, vuoi per obiettivi, vuoi per soldi… Che fai? Lo tieni ‘per forza’? E lui come sarebbe rimasto? Avrebbe potuto spaccare l’opinione pubblica e non sarebbe stato produttivo. La società del resto ha posto dei limiti (ed è giusto così) perché ormai certe condizioni economiche non sono più moralmente accettabili. Poi siamo stati anche sfortunati: Viviano e Della Rocca non sono

ancora qua, ma non è colpa nostra, Cuadrado l’avevamo già fatto poi sono subentrate delle problematiche (il riferimento è al problema di appendicite del giocatore ndd). Se c’è da ave-re fiducia? Assolutamente sì. Per quanto riguarda Viviano, poi, sono più che ottimista perché come ormai tutti sapete lui vuole solo noi, a costo di restare fermo. Il 99% dei giocatori avreb-be già mollato dopo l’ostracismo dell’Inter. In generale, ripeto, invito i tifosi ad aspettare metà agosto, magari anche prima, perché Montella merita di avere la squadra a disposizione prima possibile». Poi una chiusura in chiave mercato su Ljajic: «L’al-

lenatore vuole valutarlo ed è giusto così. La società lo lascia lavorare».

fIDucIA recIprocA. Guerini ha fiducia nella società che ricostruisca una squadra

importante. Ma Montella ha la stessa fidu-cia? «Assolutamente sì. Ve lo garantisco – ha giurato – il nostro allenatore è molto sereno. Certo avrebbe voluto avere tutti gli uomini a disposizione prima possibile per evitare di dover spiegare le cose più volte. Come avrete potuto notare, dal primo gior-

no di lavoro Montella ha puntato su esercizi tattici spiegando ai singoli giocatori i movimen-

ti da fare. Così facendo, ogni volta che arriverà un nuovo volto in maglia viola, dovrà rispiegare tutto

da capo. Ma come si dice, il tempo delle mele è finito e non è più possibile chiedere quanto costa un giocatore e comprarlo senza se e senza ma. Ma lui ha fiducia e noi abbiamo fiducia in lui. Anzi, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle sue capacità. Ha smesso di giocare un anno e mezzo fa e ogni calciatore che appende le scarpe al chiodo per intraprendere la carriera da allenatore, resta per un periodo di tempo anco-ra ‘giocatore’. Lui invece sembra che alleni da dieci anni. Poi ero molto curioso: usa metodologie nuove e questo mi piace. Mi piace come lavora e come gestisce il gruppo. Certo, non è che anche lui possa fare le nozze coi fichi secchi. Ma credo in lui, uno che cura molto sia la fase offensiva che quella difensiva e che vuole una squadra in cui tutti devono parteci-pare all’azione. Vuole una squadra che torni a far divertire. È quello il primo obiettivo: Firenze, dopo gli ultimi due anni, mi sembra di aver capito che abbia voglia di arrivare allo stadio e divertirsi, ancor più di ottenere una buona posizione di clas-sifica. E Montella vuole la stessa cosa: che la sua Fiorentina diverta».L’omBrA DI DIeGo e LA presenZA DI AnDreA. Quel-la parola ‘divertimento’ è ormai nota. L’ultimo a pronunciar-la è stato Diego Della Valle nel ritiro della squadra in quel di Milano alla vigilia di Pasqua. Ma quella famosa regola delle ‘3 D’ (Dignità, Dovere, Divertimento) imposta dal pa-tron, la Fiorentina attuale la sta mettendo in pratica? «Si – ha assicurato Guerini – in questi giorni ho visto disciplina nel gruppo, nei comportamenti, rispetto negli orari. I ruoli sono ben definiti e c’è rispetto. Lo scorso anno mi sem-brava strano accadessero certe cose, quest’anno l’aria è cambiata. C’è volontà di intenti e di rilanciare la squadra. Cosa vorrei che accadesse di diverso dalla passata stagio-ne? Vorrei vedere entusiasmo all’interno dello spogliatoio. Uno spogliatoio diverso… sarebbe già metà dell’opera». Manca all’appello una figura, però, quella più importante, quella di Andrea Della Valle: «Non è vero che manca. Ho sentito il presidente, ci sta molto vicino. Lui vuole sapere tutto da me, da Montella. Lui sa tutto. Ci è vicino come non mai, ha voglia di rilancio e si aspetta di vedere una squa-dra all’altezza delle sue ambizioni. Lui a Moena? Vuole venire e credo che arriverà. Comunque, ricordate, a volte è più lontana la presenza fisica che quella mentale». Forse ha ragione Guerini, ma se Andrea Della Valle arrivasse a Moena, tutto prenderebbe una piega decisamente migliore e l’ottimismo potrebbe tornare a volare alle stelle… ag-grappato al suo ‘Aeroplanino’.

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MONTELLA: “PUNTIAMO ALL’EUROPA,MA ORA ASPETTO I RINFORZI CON FIDUCIA”Il tecnico su Jovetic: Vogliamo che resti, ma ora esca allo scoperto. Behrami? Serve solo gente motivataMOENA – Vincenzo Montella scalpita. Vivace, schietto, ironico e senza peli sul-la lingua, attende rinforzi dal mercato ma ha già ben chiari quali saranno gli obiettivi della Fiorentina per la stagione 2012-13. E dopo i primi giorni di lavoro e di conoscen-za del gruppo (o quello che per adesso è rimasto del gruppo) ha fatto un suo primo bilancio garantendo l’obiettivo minimo e massimo impegno: «Il lavoro prosegue bene. Ci stiamo allenando da dieci giorni, anche se ufficialmente il ritiro è iniziato lu-nedì scorso qui a Moena. Per quanto mi riguarda non posso che essere contento del lavoro che stanno svolgendo i ragaz-zi. C’è la massima disponibilità, anche se per adesso l’entusiasmo non è alle stelle e spero di acquisirlo il prima possibile. Perché manca l’entusiasmo? Perché il gruppo si sente incompleto. Magari qual-cuno qualche pensiero in questo senso può averlo, anche se fuori luogo, ma nel momento in cui arriveranno nuovi giocatori l’entusiasmo crescerà». E allora Montella si rimette al lavoro dei suoi dirigenti e alla passione dei Della Valle con la certezza che il mercato in entrata regalerà presto al gruppo materiale umano e tecnico im-portante: «Sono molto fiducioso perché ho visto l’entusiasmo della società, della proprietà. Ad oggi questo non si può as-saggiare perché ci sono stati pochi arrivi ma, ripeto, sono molto fiducioso. Mi sareb-be piaciuto avere qualche giocatore in più a disposizione e mi auguro che arrivino al più presto, ma mi adatto. Mi aspetto quan-to prima che la squadra venga non dico completata ma almeno integrata». tAntI ADDII e un DuBBIo chIAmAto Jo Jo. Per adesso il neo tecnico viola ha dovuto fare i conti con tante partenze, mol-te delle quali inevitabili. Nessun dramma,

però, neanche per la cessione di Valon Behrami: «È un giocatore di grandissimo temperamento che può ricoprire più ruoli. Nella nostra squadra dopo la sua parten-za, c’è una mancanza in più, non ci sono dubbi. Adesso, oltre a uomini di qualità, avremo bisogno di un giocatore dal suo temperamento da mettere al suo posto, ma non me ne voglia Valon: credo che sia necessario avere giocatori che rimangano contenti di indossare la maglia della Fio-rentina. Abbiamo bisogno di riappropriarci dei nostri tifosi perché siamo in debito con loro e per farlo servono, appunto, calciato-ri motivati». Poi l’attenzione si sposta sul caso Jovetic, sulle voci di un suo possibile trasferimento, sul famoso colloquio tra lo stesso giocatore e l’allenatore. Montella, da parte sua, non nega l’importanza del montenegrino: «Ormai il calcio di oggi, il professionismo di oggi è abituato anche a queste continue voci sui giocatori. È una situazione particolare come ce ne sono tantissime, ma non dobbiamo farci con-dizionare. La società ha espresso chiara-mente la propria volontà. Adesso spetta a Stevan fare le proprie valutazioni e poi ci dovrà essere una squadra che lo vuole prendere. Io sono stato molto chiaro inter-namente e la società conosce i miei pen-sieri perfettamente, ma non voglio farmi facili amici con dichiarazioni su di lui che fanno piacere al pubblico. È chiaro – ha continuato l’Aeroplanino – che Stevan sia un giocatore che mi piacerebbe allenare, ma la situazione è chiara ed è inutile tor-narci sopra. Se è più motivato o pensiero-so? Si può essere sia motivati che pensie-rosi, probabilmente è tutti e due. Col gioca-tore ho parlato il primo giorno per capirne le intenzioni con la promessa che non ne avrei poi esposto a nessuno quello che ci

siamo detti perché credo nel rapporto coi giocatori. Posso dire che lo vedo allenarsi bene, anche se a volte è pensieroso. Ad oggi lo considero un giocatore a tutti gli ef-fetti della Fiorentina, fino a prova contraria. Se poi dovesse andare via e non doves-se arrivare nessuno – ci ha scherzato su l’allenatore viola – giocherei io». Potrebbe essere un’idea affascinante, ma ad oggi il numero 8 fa parte della rosa e allora come lo impiegherebbe Montella? Sul suo ruolo, negli anni, ci sono state polemiche e più idee di pensiero: «Jovetic centravanti? Nel suo paese ha giocato così, ma può giocare anche partendo da sinistra. Ad oggi il giudizio su di lui ce l’ho chiaro: lo farei partire proprio da sinistra perché lo conosco bene in quella posizione. Se mi dispiacerebbe vederlo andare alla Juven-tus? Se devo fare contenti i tifosi dico si, ma non voglio le simpatie della gente per questo. Però mi auguro che rimanga».

L’addio di Jovetic vorrebbe anche dire un altro capitano (o papabile) che se ne va. E a tal proposito Montella è stato categorico: «Quello del capitano è un ruolo importan-tissimo e deve rispettare determinati para-metri comportamentali. La scelta la farò io e non è detto che giochi sempre titolare, così come non è detto che colui che avrà la fascia al braccio nell’amichevole contro il Monte Pallidi l’avrà sempre». ArrIvI e pArtenZe In stAnD-BY. Chiusa la parentesi Jovetic, l’attenzione si sposta su due nomi caldi, uno in entra-ta, Emiliano Viviano, l’altro in uscita, Juan Manuel Vargas: «Viviano lo stiamo aspet-tando – ha detto Montella – ci piace non solo per le sue doti tecniche, non solo per le sue doti di tifoso, ma anche per le doti temperamentali che ha. Mi auguro che la situazione si possa sbloccare quanto pri-ma. Per quanto riguarda Vargas, invece, si sta allenando col suo carattere. Vedo disponibilità, forse non massimale come piacerebbe a me. Però, anche se in pas-sato ha commesso degli errori, non è fa-cile allenarsi sapendo che forse non farà parte della squadra. Mi sembra siano un paio di anni gli succede così e poi alla fine è sempre rimasto». Poi una parentesi sul comportamento che deve tenere la squa-dra: «Il comportamento è molto importante per un giocatore, è un valore aggiunto, anche perché sennò la squadra, com’è successo anche alla Fiorentina in passato, magari rischia di rimanere in dieci in segui-to a momenti di isteria. Sul comportamen-to da tenere in campo sono rigido perché ha lo stesso peso di un bel gol da trenta metri. Fuori dal campo, poi, non importa andare tutti d’accordo. A Roma, quando ho vinto lo scudetto, il gruppo non andava d’accordo. Per vincere non serve andare a

cena insieme».I nuovI voLtI e GLI oBIettIvI. Se esiste poca chiarezza su quei giocatori attorno ai quali veleggiano ancora incer-tezza e mistero, non si può dire la stes-sa cosa su quegli elementi che sono già arrivati a rinforzare la compagine viola. Montella ha già iniziato a tessere le lodi di El Hamdaoui: «Ha grandi qualità e abilità realizzative, lo dice la sua storia. Non può essere al meglio ma ha voglia di imporsi, è motivato. E questo è un valore. Ronca-glia? Mi è piaciuto il modo con cui si è ap-procciato, si vede che anche lui ha voglia e fame di imporsi. Adesso aspettiamo i nuovi arrivi. Quello che conta è che arrivi gente motivata a giocare per questa squadra: lo vogliono i tifosi e lo vuole la società. Solo così si può ricreare entusiasmo. L’obietti-vo principale è quello di ricreare un’idea di gioco per tornare a far divertire la gente. Poi è chiaro che c’è la volontà di tornare a lottare per un posto in Europa, se poi arrivasse qualcosa in più, vediamo se possiamo arrivare più in alto. La mia vo-glia di lavorare sarà massimale – promette Montella – ma (sottolinea) sarà necessario qualche intervento in determinati punti del campo. In base ai giocatori che arriveran-no, fisseremo meglio gli obiettivi. Il repar-to che necessita maggiore intervento è il centrocampo, poi le squadre si possono migliorare anche dove si è già coperti». Più chiaro di così non poteva essere: la Fiorentina vuole e deve tornare in Europa, ma solo dopo aver toccato con mano quel-la che sarà la sua nuova squadra, potrà sbilanciarsi sul traguardo che la Fiorentina potrà centrare. E se tutto va come deve andare, che i signori si accomodino… C’è da salire tutti sulla giostra del divertimento di Montella.

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19 luglio 2012www.brividosportivo.it

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CEDUTI TRE ‘VETERANI’:LA FIORENTINA RIPARTE (qUASI) DA ZEROPer Behrami, Gamberini e De Silvestri è il momento degli addii. Ljajic verso la conferma?

Una cosa è certa. Firenze chiedeva a gran voce un repulisti gene-rale dopo due stagioni di clamoroso anonimato, e repulisti è stato. Daniele Pradè ci ha messo meno del previsto a piazzare in uscita i giocatori che hanno un mercato importante. E’ dunque arrivata la settimana degli addii. Quelli di valon Behrami, Alessandro Gamberini e Lorenzo De Silvestri. Tre ‘veterani’, per così dire, che a Firenze avevano smarrito stimoli ed entusiasmo. E’ il caso (forse) degli ultimi due, per Behrami il discorso è diverso.cessIone DoLorosA. E allora iniziamo proprio da lui, la cui partenza ha lasciato una ferita in una parte dei tifosi mentre un’al-tra non mostra rimpianti. Behrami non indosserà più la maglia viola numero 85. Il dominatore del centrocampo viola ha passato la mano in un’afosa settimana di luglio. Non ha smaniato per an-darsene ma neppure ha fatto nulla per impedirlo anche perché in tutti questi giorni non ha mai dato una risposta alla società viola e alla sua proposta per allungare il contratto fino al 2016 a 1,3 milioni di euro più bonus. Neanche il mancato permesso della Fiorentina per la sua partecipazione alle Olimpiadi di Londra avrebbe pesato più di tanto. E’ stato il mercato a generare questa cessione. L’offerta del Napoli è stata particolarmente allettante per lui e soddisfacente per la Fiorentina: lo svizzero ha firmato un triennale con la società partenopea e nelle casse viola entreran-no circa 10 milioni di euro che comprendono anche il cartellino di Gamberini, valutato circa 1,5 milioni. Molti tifosi nella sua grinta avevano individuato la componente giusta per tornare a sognare e lo avevano designato come il capitano ideale. Se ne va dopo 50 presenze e tanto affetto da parte della gente che in questo anno e mezzo di militanza viola ha imparato ad apprezzarlo per la sua voglia di dare tutto in campo. L’ultima sua immagine da giocatore della Fiorentina è l’esultanza per la salvezza ottenuta sul campo del Lecce, dove volle scendere in campo ad ogni costo nonostan-te avesse una spalla completamente immobilizzata. Non sfugge anche lui, però, alle dinamiche del calcio e le prime parole da giocatore partenopeo non sono particolarmente piaciute ai sup-porter viola: “Non potevo rinunciare a questa possibilità. Napoli è il punto più alto della mia carriera”..fAscIA mALeDettA. Firenze invece non si strapperà i capelli per la cessione di Alessandro Gamberini, anche se con lui se ne va un pezzo della recente storia viola. Sette stagioni non si dimenticano facilmente (sarà così in special modo per lui), so-prattutto quelle in cui è stato protagonista al centro della difesa e durante le quali ha vissuto le magiche notti europee. La parentesi fiorentina rimarrà indubbiamente la più importante di tutta la car-

riera con 221 presenze impreziosite da 6 gol. Viene ceduto da capitano in carica, confermando di fatto la ‘maledizione’ che ha colpito gli ultimi ad indossare la fascia di capitano. Basti pensare a Dainelli e Montolivo. E se poco fa abbiamo scritto di tifosi poco dispiaciuti per la sua partenza un motivo c’è: il ‘Gambero’ sembra ormai nella fase discendente della sua carriera. Dopo aver toc-cato picchi di rendimento alti (coronati dalle convocazioni in Na-zionale) la sua parabola di rendimento a Firenze è calata sempre di più. Qualche problema fisico di troppo e un’assente serenità familiare ne hanno condizionato le prestazioni in campo, tanto che in molti – nello scorso campionato – preferivano una coppia centrale formata da Nastasic e Natali. L’offerta del Napoli, anche in questo caso, è stata vantaggiosa per lui e per la Fiorentina considerando anche che Gamberini la prossima estate sarebbe andato via a parametro zero (di rinnovo del contratto la Fiorentina non ha mai voluto sentir parlare), mentre il giocatore ha sotto-scritto un biennale (più opzione per il terzo anno) da 1,5 milioni di euro a stagione: stipendio discretamente più ricco di quello che percepiva a Firenze.sImpAtIco ALLA Gente. Pure Lorenzo De Silvestri è arri-vato al capolinea (momentaneo, forse) della sua esperienza in viola. La Sampdoria ha versato nelle casse della Fiorentina circa 250.000 euro per il prestito e il riscatto in suo favore fissato sui 4 milioni di euro. L’umore della piazza, in questo caso, è particolar-mente altalenante. Se è vero che le prestazioni in campo di De Silvestri non sono state indimenticabili, è altrettanto vero che il ragazzo romano si è fatto apprezzare fuori dal rettangolo verde nel rapporto con stampa e tifosi. Sempre disponibile e sorridente (al contrario di qualche altro compagno di squadra), non ha mai rifiutato una foto o un autografo. La Sampdoria punta molto sulla sua voglia di riscatto, dopo un paio di stagioni nelle quali sem-brava aver smarrito quelle qualità che ne avevano fatto uno dei terzini destri più forti e promettenti d’Italia.stAnD-BY. Chiudiamo con Adem Ljajic e sveliamo anche un piccolo retroscena. Avevamo in programma di raccontare la sua cessione in prestito al Torino, che fino a qualche giorno fa sem-brava assolutamente scontata. Montella però ha deciso di dare un’altra chance al giovane trequartista e nei primi giorni in cui lo ha potuto tenere sott’occhio sembra essere rimasto soddisfatto dall’impegno e dalle giocate di Adem. Il suo eventuale approdo alla corte di Ventura è rimandato ad agosto, quando Montella farà presente alla società se vuole continuare a puntare su Ljajic op-pure no.

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è situato nella piazza principale di Greve in Chianti, nel cuore del Chianti Classico. Le sue origini ri-salgono al Medioevo, e ne fanno uno dei luoghi di accoglienza più antichi d’Europa: a partire dall’anno 1000 si ha notizia di un grande mercato sito

ove oggi sorge la piazza, e nei loca-li dell’Albergo Ristorante sorge una locanda già nel 1300, il cui ingresso - lo stesso di oggi - si trovava tra le altre due più antiche istituzioni del luogo; l’ospedale e la chiesa.Oggi la stessa ospitalità fatta di amo-

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DIrettore responsABILeMichela [email protected]@brividosportivo.itconsuLente eDItorIALeAlessandro Rialti

eDItore e puBBLIcItàSalvini Editore srlVia S. Quirico 16750013 Campi Bisenzio (Fi)tel. 055.9334666 Fax [email protected]

GrAfIcA e ImpAGInAZIoneMaso Bardi - [email protected] Stampa Editoriale srlGrisignano di Zocco (Vi)foto La Presse

DIstrIBuZIonedistribuzione@brividosportivo.itcoLLABorAtorIAlessandro Rialti, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Luca Capanni, Alessandro Latini, Giampiero Tosi, Duccio Magnelli, Chiara Baglioni

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TELENOVELA VIVIANO,MORATTI OSTACOLA DELLA VALLE. COLPA DI VECCHIE RUGGINI?Ma nelle prossime ore la trattativa dovrebbe sbloccarsiLa trattativa per portare emiliano vi-viano alla Fiorentina somiglia più ad una telenovela piuttosto che ad una normale operazione di mercato. Per chi si fosse perso le puntate prece-denti, ecco un rapido riassunto. La Fiorentina e il Palermo sono già d’ac-cordo per il trasferimento del portiere da almeno una settimana: prestito oneroso con diritto di riscatto della metà (quella dei rosanero appunto) fissato a 5 milioni di euro. L’ostacolo maggiore è rappresentato dall’Inter, che negli stessi istanti in cui il Paler-mo trattava con la Fiorentina ha rice-vuto una proposta interessante del Tottenham di Villas Boas, che sem-brerebbe disposto a mettere subito sul piatto i 5 milioni richiesti per com-prare la metà del cartellino dei neraz-zurri. Branca e Moratti hanno dunque sentito profumo d’affare e, anche se la soluzione scelta dovesse essere quella viola in virtù della ferma volon-tà di Viviano di giocare nella squadra del cuore, i dirigenti nerazzurri vorreb-bero comunque guadagnarci qualco-sa. In questo mercato, un solo milione di euro può fare la differenza anche per un club come l’Inter. Pradè in tutto questo può solo aspettare. Lui la sua trattativa l’ha già conclusa, spetta al Palermo e all’Inter mettersi d’accordo. Zamparini intanto predica fiducia e ot-timismo, ma è letteralmente infuriato per il comportamento di Moratti, che oltre a bloccare la trattativa Viviano blocca inevitabilmente anche quella per Della Rocca e fa rimanere a cari-co del Palermo gli stipendi dei gioca-tori. Nelle prossime ore, in ogni caso, l’intera operazione dovrebbe final-mente concludersi con esito positivo.

vecchI rAncorI. Non era però difficile immaginarsi una certa ostru-zione da parte dell’Inter. Com’è noto, i rapporti tra Diego Della Valle e Massi-mo Moratti si sono bruscamente ina-spriti da quando i due hanno incrocia-to le spade per temi calcistici. In pri-mo luogo fu Luca toni il pomo della discordia. Il giocatore, all’apice della sua carriera nel 2006, sarebbe dovuto passare dalla Fiorentina all’Inter. Tut-to deciso, mancavano solo le firme, quando il ciclone Della Valle si ab-batté sul giocatore e sull’Inter. Niente cessione, con l’attaccante emiliano ‘costretto’ a rimanere in viola per tra-scinare la squadra fuori dalle sabbie mobili di una penalizzazione pesante (-19 punti, poi ne furono restituiti 4 in seguito al processo sportivo di Calcio-poli) e lasciato libero un anno dopo di approdare al Bayern Monaco. Moratti si è legato al dito lo sgarbo dell’allora amico Della Valle, tanto che fra le due società non si è mai concretizzato un affare di mercato. Quello legato a Viviano, anche se indirettamente, sa-rebbe il primo. E a proposito di Calcio-poli, un altro momento di tensione tra Moratti e Della Valle lo si è registrato proprio quando l’imprenditore marchi-giano propose il famoso tavolo della pace per chiarirsi e riconciliarsi dopo Calciopoli. La risposta di Moratti non fu delle più concilianti, appunto, e da lì in avanti i due hanno interrotto ogni tipo di rapporto.espressAmente voLuto. In tut-ta questa vicenda dobbiamo ricordarci anche di francesco Della rocca, che suo malgrado rischia di fare la figura del pacco postale. Mai impressione fu più sbagliata però, perché se è vero che il

suo approdo a Firenze è legato a dop-pio filo a quello di Viviano, lo è altrettan-to il fatto che sia stato proprio Montella a richiederlo espressamente a Pradè. L’Aeroplanino infatti lo avrebbe voluto allenare già quando era a Catania e lo

stima molto per la sua duttilità a centro-campo. Il suo ruolo ideale è quello di mezz’ala sinistra, ma può agire anche dietro le punte e, all’occorrenza, davan-ti alla difesa. Piccola curiosità a margi-ne. Non è la prima volta che Della Roc-

ca rientra in una trattativa che coinvolge Emiliano Viviano. E’ successo anche nel 2009/2010, quando il portiere passò dal Brescia al Bologna e il centrocampi-sta fece il percorso inverso in qualità di parziale contropartita tecnica.

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mo giocare? Le quattro alterna-tive, proposte in collaborazione con le ‘Glorie Viola’ e col ‘Giglio Amico’, offriranno una prima ri-sposta. I quattro nomi gonfiano il cuore d’emozione, sarà davvero diff ici le lasciarne tre fuori, ma anche entusiasmante premiarne uno attraverso i l vostro semplice ma significativo click. Come al solito, sempre e soltanto all ’ indi-rizzo www.brividosportivo.it

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Nasce a Caldogno in provincia di Vicenza il 18 febbraio 1967. Arriva a Firenze dal Vicenza nell’estate del 1985. Ma non può giocare. Il 5 maggio di quello stesso anno si infor-tuna, infatti, gravemente al ginocchio destro a Rimini, in un incontro del campionato di C1. La Fiorentina, però, decide ugualmente di acquistarlo. Resta fermo fino a febbraio del 1986 quando partecipa al torneo di Viareggio e poi disputa uno scampolo di partita in Coppa Italia con l’Udinese. Poi altri infortuni sia pure di lieve entità. L’esordio in campiona-to ed anche in serie A avviene così nella stagione succes-siva al Comunale il 21 settembre 1986 nel match con la Sampdoria vinto dai viola per due a zero. Ma il ginocchio continua a fare i capricci. Così Baggio disputa solo 5 par-tite, realizzando un gol, quello che regala la salvezza alla Fiorentina alla penultima giornata, al San Paolo nell’incon-tro finito uno a uno nel giorno in cui il Napoli di Maradona conquista il suo primo scudetto. Il campione veneto resta a Firenze cinque stagioni, dal 1985/86 al 1989/90, giocan-do 94 partite di campionato (più lo spareggio Uefa con la Roma del 1989 vinto dai viola) e segnando 39 reti. Baggio è un fantasista puro che viene impiegato da seconda pun-ta. E’ in grado sia di impostare l’azione, con dei lanci al bacio, che di finalizzarla. Ha classe cristallina ed è dotato di un dribbling straordinario e di un tiro preciso. Così mol-ti gol li realizza su punizione e anche su rigore. Rimane alla Fiorentina fino al 18 maggio del 1990 quando viene ceduto alla Juventus contro la sua volontà, scatenando le proteste dei tifosi contro la famiglia Pontello, proprietaria della società. Si registrano fermi e qualche contuso. La protesta si estende poi a Coverciano dove la Nazionale sta preparando i Mondiali. Nella sua ultima stagione in riva all’Arno disputa la finale di Coppa Uefa contro la Juven-tus. Al suo ritorno a Firenze con la maglia bianconera il 6 aprile 1991, nell’incontro vinto dalla Fiorentina per uno a zero, si rifiuta di battere un rigore prima di venire sostitui-to. Poi esce dal campo raccogliendo una sciarpa viola tra gli applausi di gran parte dei tifosi gigliati. In Nazionale disputa 56 partite (l’esordio in Italia-Olanda 1-0 del 16 novembre 1988), segnando 27 reti. 13 sono le sue pre-senze da giocatore viola con 5 gol all’attivo. Partecipa a 3 Mondiali, nel 1990 (da tesserato della Fiorentina), nel 1994 e nel 1998. Vince 2 scudetti, con la Juve nel 1994/95 e con il Milan nel 1995/96, una Coppa Italia con la Juve nel 1994/95 e una Coppa Uefa con i bianconeri nel 1992/93. Nel 1993 si aggiudica il Pallone d’oro e il Fifa World Player. r.L.p.

Julio Botelho, per tutti semplicemente Julinho, nasce a San Paolo, in Brasile, il 5 agosto 1929 e muore nella stessa città l’11 gennaio 2003. Arriva a Firenze dalla Portuguesa nell’estate del 1955. E’ soprattutto il tecnico Fulvio Bernardi-ni a volerlo dopo averlo ammirato ai Mondiali in Svizzera del 1954. E’ lui a convincere il presidente Befani ad acquistarlo. Julinho debutta in maglia viola il 18 settembre 1955, alla prima giornata, a Bu-sto Arsizio contro la Pro Patria nel match terminato due a due, festeggiando il suo esordio con un gol. Resta a Firenze per tre stagioni, dal 1955/56 al 1957/58, disputando 89 gare di campionato e realizzando 22 reti. Ma già nell’estate del 1957 manifesta il suo desiderio di torna-re in patria, vinto dalla saudade. Tornato in Brasile per le ferie, vi vuole rimanere. E’ Bernardini a volare in Sud America per convincerlo a rientrare a Firen-ze. L’anno dopo, però, non ce la fa proprio più. La nostalgia per la sua terra è più forte di ogni cosa. Finisce così la sua avventura con la Fiorentina e viene ceduto al Palmeiras. Julinho è la tipica ala

(destra). E’ straordinario nell’eseguire delle finte di corpo che sbilanciano i difensori avversari, facen-doli cadere senza toccarli. Come fa nessuno lo sa.

Ma certo è che i tifosi sono in visibilio per lui. Ma queste finte non sono fini a se stes-

se, perché poi Julinho, nel prosieguo dell’azione, effettua dei cross al ba-

cio rasoterra per i suoi compagni che chiedono solo di essere spinti in rete. E’ più un assistman che gioca al servizio della squadra che non un goleador. Vince lo scudetto nel 1955/56. Al suo atti-vo ci sono, poi, due secondi posti

nel 1956/57 e nel 1957/58 oltre alla finale di Coppa dei Campioni

persa a Madrid con il Real nel maggio del 1957. Disputa 27 partite in Nazio-

nale, segnando 13 reti e vincendo nel 1952 il campionato panamericano. Partecipa ai Mondiali del 1954. E’ il primo brasiliano a vestire la maglia viola. Nel palmarès di Julinho ci sono 3 tornei Rio-San Paolo vinti con la Portuguesa nel 1952 e nel 1955 e con il Palmeiras nel 1965 e 3 campionati Paulista conquistati con il Palmeiras nel 1959, nel 1963 e nel 1966. r.L.p.

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Edmundo Alves de Souza Neto, da tut t i co -nosciuto solo come Edmundo, nasce a Rio de Janeiro, in Brasi le, i l 2 apr i le 1971. La Fiorent ina lo acquista dal Vasco da Gama nel gennaio del 1998, anche se la presenta-zione ai t i fosi avviene nel l ’estate del l ’anno precedente. A Firenze resta una stagione e mezzo, f ino a giugno del 1999, disputando 37 part i te di campionato e real izzando 12 ret i . Debutta in magl ia v io la al Franchi i l 18 gennaio 1998 nel match perso con la Lazio per t re a uno. Edmundo è soprannominato ‘O’animal ’ per i l suo carat tere i r requieto in campo e fuor i . Ama i l suo paese, i l Brasi-le, p iù di ogni a l t ra cosa. E purtroppo la Fiorent ina ne paga le conseguenze. Nel la sua seconda stagione a Firenze i l 7 feb-braio 1999, dopo la part i ta con i l Mi lan e con i v io la in testa al la c lassi f ica, va, con i l consenso dei d i r igent i , a l carnevale di Rio, nonostante che nel l ’ incontro con i rossone-r i s i s ia infortunato Bat istuta. La squadra gigl iata è a corto di at taccant i ma Edmundo non sente ragioni . La formazione di Tra-pattoni anche per questo perde i l pr imato in c lassi f ica. I l brasi l iano è la c lassica se-conda punta. E’ dotato di un bel dr ibbl ing e di un t i ro secco e preciso con i l p iede destro, i l suo prefer i to. Ama svar iare su tut to i l f ronte offensivo. Purtroppo ha un rendimento incostante e non segue sempre le indicazioni degl i a l lenator i . Al l ’Ol impico contro la Roma manda platealmente a quel paese Trapattoni dopo una sost i tuzione. Nel l ’estate del 1999 viene ceduto al Vasco da Gama. Disputa 35 part i te in Naziona -le, real izzando 11 ret i . Partecipa anche ai Mondial i in Franc ia ne l 1998 quando i l Bras i le a r r i va secondo d ie t ro la Franc ia . I l suo pa lmarès è r i cco . S i agg iud ica con i l Vasco da Gama i l campionato car ioca ne l 1992 e que l lo b ras i l iano (d i cu i è ca-pocannon iere con 29 go l ) ne l 1997. Vince con i l Pa lmei ras due campionat i pau l i s ta ne l 1993 e ne l 1994 e neg l i s tess i ann i i l campionato bras i l iano . Con la Naz iona-le conqu is ta la Coppa Amer ica ne l 1997. r.L.p.

Nasce a Bahia Blanca, in Argentina, il 14 marzo 1955. Arriva a Firenze nell’estate del 1980 dal Siviglia. E’ il primo straniero della Fiorentina dopo la riapertura del-le frontiere, rimaste chiuse per quattordici anni (dopo la debacle della Nazionale ai Mondiali in Inghilterra del 1966). Debutta in maglia viola il 14 settembre di quello stesso anno, alla prima giornata, al Comunale nel match con il Perugia vinto dalla Fiorentina per uno a zero. Resta a in riva all’Arno per quattro stagioni, dal 1980/81 al 1983/84 quando viene ceduto al Na-poli. Disputa 97 partite di campionato, realizzando 27 reti. Memorabile resta una sua doppietta alla Juve nel 1983/84 nell’incontro terminato tre a tre. E’ sopran-nominato il ‘Puntero’. E’ dotato di un dribbling secco e di un tiro forte e preciso. E poi ha un ottimo con-trollo di palla, che gli permette anche degli splendidi lanci per i compagni di squadra. Una parte dei tifosi va pazza per lui. A un’altra non piace per il suo ren-dimento un po’ incostante. E’ tra i protagonisti nella stagione 1981/82, quella del secondo posto dietro la Juve quando realizza 9 reti e con Graziani è il capo-cannoniere della squadra. Bertoni disputa anche 31 partite in Nazionale, segnando 12 reti. Vince i Mon-

diali del 1978 giocatisi nel suo paese e andando in gol nella finale con l’Olanda vinta dall’Argentina per tre a uno. Disputa anche i Mondiali in Spagna del 1982. Il suo palmarès è ricco: con l’Independiente si aggiudi-ca il campionato nel 1977, tre coppe Libertadores, nel 1972, nel 1974 e nel 1975 e una Coppa Intercontinen-tale nel 1973. r.L.p.

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Insieme hanno fatto cento gol. Hanno emo-zionato Firenze, l’hanno fatta divertire. Ju-linho, Bertoni, Baggio e Edmundo: genio e sregolatezza, fantasia al comando e capa-cità tecniche. Ricordarli, uno dietro l’altro, fa quasi effetto. Almeno ad Alberto Di chiara, che qualcuno lo ha visto nelle immagini in tv o se lo è immaginato ascoltando racconti diventati leggenda, ma qualche altro lo ha visto crescere e diventare un campione. Alberto, quel 10 maggio del 1987, il giorno della penultima trasferta con la maglia della Fiorentina di Giancarlo Antognoni non lo ha dimenticato mai. Sono passati ventiquattro anni ma la mente è rimasta lì, in un San Pa-olo vestito a festa, con ottantamila persone arrivate solo per festeggiare il primo scu-detto della storia. Maradona, quel giorno, si cucì il tricolore sul petto, ma Roberto Baggio segnò il primo dei suoi 39 gol in maglia viola.Alberto Di chiara che cosa ricorda di quel pomeriggio?«Ricordo un calcio di punizione, di destro, ben tagliato sopra la traversa. E poi la felici-tà di un calciatore reduce da un bruttissimo infortunio. Non era quella la prima partita, è

evidente, ma per un attaccante non riuscire a segnare è terribile. Roberto stava viven-do quel digiuno con certo rammarico e quel giorno ritrovò di colpo la felicità».chi è stato roberto Baggio?«Un fuoriclasse, che ha cominciato a Firen-ze a far intravedere talento, classe, spregiu-dicatezza, fantasia e una dose incredibile di talento. Umanamente era un compagno af-fabile, divertente soprattutto nel raccontare le barzellette: era di una caratura sopra la media. Era un tipo espansivo, anche se ma-gari con qualche allenatore il feeling non è stato immediato o forse non c’è proprio mai stato. I campioni, però, sono anche questo e lui è stato sicuramente uno dei giocatori di più alto spessore tecnico mai avuti dalla Fiorentina».

Che ricordo ha del Baggio fiorentino?«Credo che in viola Roberto abbia fatto ve-dere le cose migliori, salvo naturalmente perfezionarsi nel tempo grazie all’esperien-za accumulata. L’anno della finale Uefa ogni pallone che toccava si trasformava in gol. Tra me e lui c’era una grande sintonia, spe-cie in area. Spesso io conquistavo i calci di rigore e lui li trasformava. Fin quando questa cosa non fu scritta su un giornale e da lì ci negarono anche i falli più evidenti».Daniel Bertoni, invece, chi era?«Daniel ha fatto la storia dell’Argentina di Maradona, ha vinto la Coppa del Mondo nel 1978, ha fatto vedere un altro modo di inter-pretare il calcio. Saltava l’uomo con una faci-lità straordinaria, era estroso, ma allo stesso tempo sapeva trovare il guizzo vincente per liberare un compagno o per inventarsi un gol, di solito nella maniera più complicata possibile. Era un giocatore tecnico, uno di quelli che faceva dell’imprevedibilità il suo punto di forza. I tifosi viola lo soprannomi-narono il Puntero: si affezionarono subito al personaggio e al suo modo di giocare, mai scontato».

Di Julinho che ricordo ha?«Ho visto immagini, ma soprattutto ho ben stampato nella memoria il ricordo dei rac-conti dei tifosi che, non appena mi trasferii a Firenze, mi descrissero le sue gesta in maniera trionfale. Quelli erano altri tem-pi: Julinho ha tracciato un solco indelebile. Dopo Garrincha è stata la migliore ala del calcio brasiliano. E i fiorentini la classe l’han-no sempre saputa individuare da lontano. E’ stato il primo brasiliano a vestire la maglia viola. Mi ripetevano sempre una frase, che era stata di Fulvio Bernardini, allora tecnico viola: «Un’ala può arrivare al livello di Ju-linho, non oltre».e di edmundo?«Edmundo è stato genio e sregolatezza. E’ stato calcio samba, ed è stato calcio dispe-razione, quando se n’è tornato in Brasile per festeggiare il carnevale senza preoccuparsi della situazione della Fiorentina. E’ stato un campione, difficilissimo però da gestire sotto il profilo psicologico. Poteva risolverti le par-tite con un guizzo, ma era capace anche di farti perdere tutto in un istante. Era un cam-pione da prendere con le molle».

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Roberto Baggio riceve palla nella metà campo viola e si invola verso la linea di centrocampo

Renica, che aveva già steso il Divin Codino in area, concedendogli il rigore, gli si para davanti

Baggio salta il difensore senza troppi complimenti con un tocco di destro

Roby è praticamente in area e tra lui e la porta resta solo l’estremo difensore partenopeo, Giuliani

Finalmente il tiro: la palla rotola verso la linea di porta

NON è UN GOL, è UN TRIONFO. Baggio corre, braccia al cielo verso la curva, i tifosi sono in delirio

Giuliani tenta l’uscita, Baggio finta il tiro e lo mette a sedere con un tocco sopraffino, ma ancora non tira: la curva viola esplode

Ormai nell’area piccola si aggiusta la palla sul piede destro. I difensori tentano il recupero: ma è troppo tardi

Il dieci gigliato sembra allungarsi troppo la palla, un difensore lascia la marcatura e tenta l’anticipo

Baggio ruba il tempo al partenopeo, e con un tocco di sinistro lo supera elegantemente e si invola verso la porta

Napoli – Fiorentina 3-2

17 settembre 1989

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C’è da dire che la dea bendata, quando volta le spalle lo fa in maniera totale. La Fiorentina sembra accusare una certa sfor-tuna anche in sede di mercato, dopo che nelle ultime due sta-gioni gliene sono capitate di tutti i colori. Oltre all’intoppo firmato dall’Inter per la trattativa Viviano-Della Rocca, i dirigenti viola de-vono fare i conti anche con l’operazione d’urgenza per l’attacco d’appendicite acuta per Juan cuadrado, giocatore colombiano dell’Udinese che a breve diventerà viola. Un intervento così non può precludere il trasferimento, ma ha rinviato la chiusura della trattativa e l’arrivo a Moena dell’esterno. In ogni caso tutto è stato definito: Cuadrado approderà alla Fiorentina in prestito oneroso e il riscatto della metà è fissato intorno ai 7 milioni. Cuadrado si è fatto conoscere al pubblico italiano per una grande stagione nel Lecce, che grazie ai suoi dribbling e ai gol di Muriel ha tenuto aperto il discorso salvezza fino all’ultima giornata. E’ un esterno tuttofare, che può ricoprire addirittura tutta la fascia destra: dal ruolo del terzino all’esterno d’attacco, la sua fantasia sarà presto al servizio di Montella.centrocAmpIstI cercAsI. La priorità di Pradè, in questo momento, è quella di inserire nella rosa almeno un paio di cen-trocampisti. Ed è per questo che, Cuadrado e Della Rocca a par-te, il ds viola ha intensificato i contatti per due elementi. Il primo è Juraj Kucka. Come avete potuto abbondantemente leggere sul Brivido Sportivo nelle settimane passate, il giocatore piace particolarmente agli uomini mercato viola, soprattutto ad Eduardo Macià. Gli incontri tra quest’ultimo e Stefano Capozucca sono serviti per gettare le basi di una trattativa che Pradè potrebbe concludere davvero entro breve. La formula giusta sembra esse-re quella della comproprietà, con un riscatto fissato in favore della Fiorentina. Dopo la partenza di un mastino come Valon Behrami, la Fiorentina potrebbe dunque trovarne un altro entro breve. Il se-condo è invece rasmus elm, geometra del centrocampo dell’Az Alkmaar e della nazionale svedese. C’è già stato un contatto di-retto tra Patrik Mork, il suo procuratore, e Pradè in questi giorni. Il ds viola vuole cercare di chiudere l’affare prima possibile ed è convinto di poterlo fare con circa 4 milioni di euro, visto che Elm ha il contratto in scadenza nel giugno del 2013, tuttavia deve ve-dersela con una concorrenza agguerrita da club russi e non solo.un soGno. Fin qui il centrocampo. In attacco invece c’è un vero e proprio sogno, che Pradè sta cercando di materializzare per far contento Vincenzo Montella. Alejandro Gomez è l’obiettivo numero uno, quello capace di esaltare gli schemi dell’allenatore campano. C’è da dire che tra Catania e Fiorentina, dopo l’affa-

re Montella, c’è un patto di non belligeranza: i viola non distur-beranno i giocatori del club etneo, ma nel caso in cui Pulvirenti decidesse di cedere i suoi gioielli Pradè sarebbe pronto a dargli l’assalto. E la voglia del Papu di cambiare aria, in questo senso, potrebbe fare la differenza. La Fiorentina continua a sognare ed a lavorare, consapevole che un prestito oneroso con riscatto fis-sato potrebbe fare molta gola al Catania.terZo Atto. Infine c’è da registrare un nuovo arrivo. Si tratta di Cristiano Lupatelli (portiere classe ’78), che dalle parti di Fi-renze ormai è parecchio conosciuto. Questa è la terza avventura in maglia viola (la prima nel 2004-2005 e la seconda dal 2006 al 2008) e arriva con l’esperienza giusta per essere un grande uomo spogliatoio. Partirà certamente dalle retrovie, ma Montella lo ha voluto proprio per quella sua capacità di cementare il grup-po e di aiutare i più giovani. I due hanno vinto insieme lo Scudetto con la maglia della Roma.

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Siano puncicati tutti gli impazienti, da quei due esa-gitati che attaccano striscioni aberranti, a tutti quelli che borbottano, si lamentano, contestano, come se il campionato cominciasse domani e che sono insorti di fronte agli annunci delle tre partenze (De Silvestri, Behrami e Gamberini). Che la Fiorentina deve vende-re diversi elementi si sa da tempo, ma tutto quel che si vende ci sembra oro e tutto quel che si compra ci sembra bottino. In realtà cosa si è venduto o comun-que perso nella storia recente ha confermato che era tempo di venderlo o di dismetterlo. Cosa hanno fat-to Mutu, Frey, Zanetti, Donadel, Santana e Comotto che sembrava uno scandalo aver lasciato partire a zero? Quasi zero. E Gilardino, Bolatti e compagnia, hanno dimostrato di valere di più di quel che si è ri-cavato? Ora son partiti anche personaggi importanti come Boruc e Montolivo, a parametro zero (e qui dei rimpianti e dei rimbrotti ce li abbiamo), ma altri molto meno (Marchionni, Kharja) e sono arrivati Roncaglia (ed a quel punto la partenza in prestito di De Silvestri era quasi obbligatoria) e El Hamdaoui che, ovvia-mente, da soli non bastano ad esaltarci, ma che son sempre due ottimi elementi che potrebbero, entrambi, sorprendere. Il centrocampo è tutto da fare, c’era un punto fisso, ed era Behrami, la sua dipartita improvvisa e ormai certa ha lasciato tutti sconcertati, ora è proprio tutto da fare ex-novo il reparto. Manca un punta impor-tante. Tutto vero, ma mancano anche, ancora, 45 giorni! Intanto sta per arrivare Cuadrado. Vogliamo aspettare a veder cosa succede prima di fasciarci la testa? Chi dà segni di insofferenza sarà individuato e punito dalle api, senza pietà.

Il pungiglioneA tutti quelli chese si vende sembra oroe quando si compra bottino

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È ancora lui il campione. È ancora lui il pugile da battere. E ora tutto diventa più interessan-te: «Dopo che sono diventato professionista, quello che volevo era arrivare a combattere per il titolo europeo. E non solo ci sono arrivato, ma sono diventato io campione. Dopo questo traguardo, tutto quello che verrà è in più. E in questo ‘più’ c’è il sogno Mondiale». Queste le parole di Leonard Bundu alla fine del match che lo ha visto alzare ancora al cielo la cintu-ra di campione europeo, nonostante le ferite subite che hanno costretto l’interruzione della sfida anzitempo. Ma ‘materiale’ per decretarlo vincitore ce n’era e la valutazione dei tre giudizi è stata unanime. Così con il punteggio di 50-44, 50-44 e 50-44 Bundu ha battuto ai punti lo sfidante stefano castellucci e si è confermato ancora (dopo la vittoria del titolo contro Danie-le Petrucci e la prima difesa volontaria contro Antonio Moscatiello) Campione d’Europa EBU dei pesi welter. Tutto questo è successo saba-to scorso al Palacarnera di Udine dove il pugile fiorentino ha disputato un altro match di altissi-mo livello, attaccando l’avversario senza lasci-argli tempo di reazione né respiro.Ma concentriamoci su quanto accaduto sul qua-drato. Castellucci era un pugile temibile principal-mente per la sua altezza, e quindi per un allungo maggiore, e per il suo colpo potente, considerato la sua arma migliore («I suoi colpi si sentono, fan-no male» aveva detto Leonard prima dell’incon-tro). Già dal primo round, però, lo sfidante è stato preso in contropiede da Bundu che, nonostante non sia un grande picchiatore (come lui stesso ha confermato a fine match) ha imposto la sua boxe scintillante cercando di sorprenderlo, andare den-tro e attaccare con colpi corti (tanti dei quali hanno raggiunto il bersaglio) costringendolo a difendersi. Poi la sua straordinaria velocità e la sua ricono-sciuta tecnica, nonché i continui cambi di guardia, non hanno dato mai il tempo a Castellucci di porta-re i suoi colpi, tanto da ritrovarsi a ‘scappare’ e in-dietreggiare dal primo all’ultimo round. Suprema-zia assoluta nella prima ripresa, la seconda è ini-ziata con un Bundu ancora più determinato tanto da mandare al tappeto lo sfidante con un perfetto gancio sinistro (con tanto di conteggio). Poi raffi-che di doppi colpi del campione in carica che non hanno mai lasciato respiro al pugile di Velletri. Infi-ne il quinto round iniziato e contraddistinto da due testate involontarie, una delle quali ha provocato un brutto taglio all’arcata sopraccigliare sinistra di Bundu e ha costretto l’intervento del medico di riu-nione e l’arbitro Massimo Barrovecchio a stoppare il match e, da regolamento, a dare il via alla lettura dei cartellini. C’è chi dice che Castellucci, consi-derato un diesel, sarebbe potuto venire fuori alla distanza. Sta di fatto che Bundu sta dimostrando, incontro dopo incontro, uno stato di forma esem-plare e che, nonostante questa brutta abitudine di rimediare testate quasi in ogni combattimento, la sua forza fa sempre la differenza nonostante le primavere (ben 37, ma non si notano) che passa-no. «E’ una maledizione questa storia delle testate – ha commentato il fiorentino Bundu a caldo – è un po’ anche colpa mia e della mia boxe fronta-le. Più passa il tempo, più sto bene? Me lo dice sempre anche il Bonci (il suo maestro Boncinelli ndr): “Tu sei come il vino, più invecchi e più diventi

bono”. Adesso c’è Zaveck».Appunto, ora c’è l’ostacolo Jan Zaveck, già campio-ne assoluto dei welter IBF dal 2009 al 2011, anno in cui è stato sconfitto da Andrè Berto, e pugile di cara-tura superiore rispetto agli ultimi affrontati (ma non per questo farà paura al nostro campione). Sarà il 36enne sloveno, dunque, lo sfidante per la difesa ufficiale del titolo europeo. La riunione di pugila-to potrebbe svolgersi in Slovenia, ma questo per Leonard non sarà un problema. Del resto, è giusto

ribadire che oggi è ancora lui il campione. Ancora lui il pugile imbattuto (27 vittorie, 2 no contest e zero sconfitte da professionista). E allora, archiviata la serata di Udine, testa alla preparazione della difesa ufficiale del titolo: quel match, del resto, potrebbe es-sere determinante, fondamentale, l’ultimo trampolino prima del sogno Mondiale che un pugile come Leo-nard Bundu si meriterebbe assolutamente. Nel frattempo domani 20 luglio salirà sul ring un altro pugile del team Loreni (come Bundu) e proveniente

dall’Accademia Pugilistica Fiorentina, rodrigo Brac-co, che sfiderà Antonio pio nettuno per la difesa del titolo italiano dei pesi gallo. La riunione di pugilato si terrà presso lo Stadio del Bisenzio a Signa (inizio ore 20.30) e vedrà la partecipazione straordinaria del campione nonché suo grande amico Leonard Bundu che non vuol far mancare il suo apporto al campione italiano in carica. Un’altra grande serata di boxe, tutta da seguire, tutta da respirare. Emozionatevi con i campioni del pugilato fiorentino.

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CAMPIONE NEL DNA: OLTRE LE TESTATE, BUNDU ANCORA IN VETTA ALL’EUROPAIl pugile fiorentino ha battuto Castellucci grazie alla sua scintillante boxe. E domani tocca a Bracco

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Il termine di un anno sportivo è sempre il momento giusto per fare un bilancio, gettare lo sguardo indietro e tirare le somme dei dieci mesi ap-pena passati. E per il Centro Ginnastica Firenze A.S.D. a farlo è, naturalmente, il presi-dente francesca fattorini: “Non possiamo che essere soddisfatti dell’annata appe-na conclusa. Abbiamo toccato punte di quattrocento iscrit-ti, un record per la società, e siamo stati costretti – più che in passato – a stilare una lista d’attesa di decine di persone e, anche se non è mai piace-vole chiudere le porte a chi si affaccia al nostro meraviglioso sport, questo dato ci conferma il trend decisamente positivo che la diffusione della ginna-stica sta conoscendo in Italia”. Già, perché i successi che i ginnasti e le ginnaste italiani mietono da qualche tempo in campo internazionale – dall’oro europeo della squa-dra femminile a Volos 2006, passando per lo storico titolo mondiale di Vanessa Ferrari, alle medaglie che ormai da alcuni anni troviamo puntual-

mente al collo delle “Farfalle” della sezione di ritmica, fino alla recentissima qualifica-zione olimpica delle squadre maschile e femminile di arti-stica – hanno innegabilmente contribuito a portare all’atten-zione generale quello che può a pieno diritto considerarsi il “padre” di tutti gli sport. “Continuiamo a proporre atti-vità a tutti i livelli – prosegue il presidente – dai corsi base ai gruppi promozionali, dai corsi di acrobatica al corso serale per adulti, fino ai corsi con finalità agonistiche – dal-la ginnastica generale all’alta specializzazione – impegnati ogni anno in decine di gare re-gionali, interregionali e nazio-nali”. Qualche rammarico c’è, come spesso accade: “Dispia-ce di aver solo sfiorato alcuni obiettivi nazionali come – ad esempio – la finale di serie B femminile o quella di serie C maschile, o la recente finalis-sima a 20 squadre di serie D femminile, ma non possiamo dimenticare il bottino di me-daglie e titoli che abbiamo portato a casa dai campiona-ti italiani UISP di Cattolica, o

i recenti podi conquistati dai ginnasti di specialità maschile. L’importante è lavorare in cre-scendo, ed è esattamente ciò che sta succedendo nella no-stra società”. Parole di buon

auspicio, quelle del presiden-te societario, che giungono alla vigilia dell’importante appuntamento del prossimo weekend proprio presso la pa-lestra di Sorgane, le selezioni

ufficiali per gli International Games UISP, che si terranno dal 5 al 7 ottobre prossimi a Viareggio, selezioni che ve-dranno in gara le atlete della sezione di artistica femminile, suddivise tra il pomeriggio di sabato 21 e la mattina di do-menica 22 luglio, in cerca di un posto nella rappresentativa italiana che in autunno vestirà i colori azzurri dell’Unione Ita-liana Sport per Tutti nella città toscana.

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Mercoledì 11 luglio le ragazze dell ’Aton-F hanno vinto i l tr ian-golare UNISPORT relativo alla GOLDEN C5-F giocato alla Flo-ragafir e organizzato dalla CSEN, conqui-stando titolo e coppa più importanti. Ottima prestazione anche per gli Sturmtruppen nel triangolare della SILVER C5 dove nei due incontri non ha mai perso ottenen-do ben due pareggi. Questi non sono però bastati per salire in testa alla classifi-ca (hanno ottenuto comunque un digni-tosissimo secondo posto). Serata grigia invece per i nostri campioni in carica della TOP C7 dove gli Aran Island 2, pri-ma ai rigori e poi con un secco 3-1, si sono dovuti accontentare della terza piazza fi-nale.Nella serata suc-cessiva alla Sales si sono giocate invece le altre finali UNI-SPORT organizzate dal Calcio Toscana.

Nei vari tr iangolari si sono affrontate (sot-to i l nome Midland) le Smartist FC per la TOP C5-F, i Ca-pezzoli&Cavall i per la GOLDEN C5 e Ai Capanno d’Angiolino per la SILVER C7.Nessuna medaglia di bronzo in questa giornata per i nostri ma ben due argenti e addirittura un oro, conquistato nel trian-golare fra Los Guer-rieros, i l Fortino e i C&C, dove questi ul-t imi con un netto 2-0 rif i lato ai primi del-la l ista ed una sola sconfitta (ma nata dai calci di rigore) contro i l Fortino, hanno al-zato la coppa più im-portante e con lei an-nesso anche il t i tolo di “campioni UNISPORT 2012”.U n s i n c e r o c o m p l i -m e n t o c o m u n q u e a n c h e p e r l e S m a r -t i s t c h e q u e s t ’ a n n o h a n n o f a t t o d a v -v e r o m a n b a s s a d i c o p p e e A i C a p a n -n o d ’ A n g i o l i n o p e r l ’ a n n a t a d a v v e r o e c c e l l e n t e .

Si è iniziato a fare sul serio in quel di No-voli dove la scorsa settimana sono anda-te in scena le gare d’andata valide per le semifinali del torneo “End Season“. Nel-la prima sfida si sono affrontate l’Atletico Passera di capitan Federico (Ostuni con la fascia nell’occasione) e la Dinamo Buster capitanata da Barlondi. Sfida avvincente fra queste due compagini che, dopo aver terminato appaiate il girone eliminatorio, hanno fornito un discreto spettacolo anche in questo primo episodio di semifinale al triplice fischio del quale sono stati i “blues” dell’Atletico Passera a spuntarla con un 4-2 frutto della fatica, del sudore e di una importante rimonta (dopo essere andati sotto di due reti). Mansaku aveva infatti messo i Busters sul doppio vantaggio gra-zie ad una brillante doppietta che il trenino Montagni-Federico-Abisso-Maranghi ha però ribaltato per il risultato andato a re-ferto. La sorpresona della giornata è arri-vata però dall’altra semifinale dove la testa di serie Yame Yame è stata travolta da un sorprendente Fiorucci Ac: 8-3 per i bianco vestiti che, considerati svantaggiati ai na-stri di partenza, hanno invece fornito una notevole prova di squadra ai danni di un

avversario di livello. Fiorucci era avanti 3-0 grazie alle reti di Ceccarelli, Lorini e Sicoli, le maglie Oro degli Yame però si sono fatte sotto con le reti di Matteini e Rogai che li hanno riportati a meno uno; con un bolide da calcio piazzato è stato poi Sicoli ad al-lungare nuovamente poco prima che Rogai accorciasse ancora le distanze. Nel finale di gara il serbatoio del Fiorucci è sembrato però averne di più e così il risultato è dila-gato grazie ancora a uno straripante Sicoli (poker per lui), Fancelli ed ancora Lorini. Lo Yame Yame ha sprecato poi ben tre tiri liberi nel finale che hanno lasciato un diva-rio ampio ma non impossibile da colmare nella gara di ritorno.Risultati che hanno visto stravolgere la classifica della miglior difesa con l’Atl. Passera che è andata in testa con una rete sui Busters, a loro volta con una rete di vantaggio sullo Yame Yame, che precede anch’esso di una rete il Fiorucci Ac.Per la coppa Capocannonieri è ancora il duetto Matteini-Maranghi a dettar legge con dieci reti.C’è chi ha voglia di stupire, c’è chi ha vo-glia di rifarsi… gli ingredienti non mancano per due gare di ritorno al cardiopalma!

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CAPEZZOLI&CAVALLI E ATON-F SUL GRADINO PIU’ ALTOL’11 luglio alla Floriagafir si è disputato il triangolare Unisport

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Page 22: Il Brivido Sportivo n.29 del 19/07/2012

Si sono svolte la settimana scorsa le Finali Provinciali Unisports di C5 e C7 che, come nella passata edizione (la prima), han-no visto la partecipazione delle squadre vincitrici delle catego-rie Top, Golden e Silver League per i Campionati 2011/2012 di Calcio Toscana, Csen e Midland. Il Calcio Toscana ha chiuso al secondo posto del podio grazie ai tre successi ottenuti nei nove triangolari: ha trionfato anche quest’anno lo Csen (con quattro successi) mentre la Midland ha vinto due manifestazioni (Top League C5 maschile e Golden League C5 maschile). Ottimo il risultato colto dalle formazioni del Calcio Toscana, soprattutto se si pensa che nella scorsa edizione le nostre formazioni non ottennero nemmeno un successo (a farla da padrona fu sempre lo Csen con 8 vittorie su 9, mentre la Top League C5 maschile andò anche un anno fa alla Midland). E quest’anno addirittura due dei tre trionfi del Calcio Toscana sono arrivati della Top Lea-gue (la competizione più prestigiosa, ed alla quale non ha preso parte la Stella Rossa C5, vincitrice del calcio a 5 maschile), se-gno della notevole crescita delle nostre formazioni.Sono salite sul gradino più alto del podio (per il Calcio Toscana) AC Peruzzi (Top League C7), Aton Green (Golden League C5 femminile) e Club Sportivo Firenze (Top League C5 femminile), anche se tutte le nostre squadre si sono ben comportate nelle gare che hanno visto le formazioni darsi vera battaglia (ma in maniera molto corretta). Tre belle serate di sport che si sono concluse giovedì 12 luglio proprio presso l’impianto della Sa-les con la gestione diretta del Calcio Toscana (martedì 10 era toccato alla Midland presso il campo della Polisportiva Novoli, mentre il giorno seguente era stata la volta dello Csen sui campi del Viale Malta).Hanno sfiorato il successo le Smatte F.T. nella Silver League di calcio a 5 femminile: le ragazze allenate da Matteo Cecconi hanno pagato dazio ancora una volta ai calci di rigore dove le Outsiders (Csen) si sono dimostrate più fredde nei tiri dal dischetto conquistando così il titolo. Molto vicini alla vittoria sono andati anche i Final Blow nella Top League C5 maschi-le: una competizione molto accesa e sentita, nella quale il Ciclone Viola (Midland) si è imposto di misura sia sul Sorgane Calcio A 5 (Csen) che sui Final Blow (che nella gara d’esor-dio avevano superato ai calci di rigore la compagine dello Csen). Secondo posto anche per l’AC Bandino Papaya Viag-gi (Golden League C7) che si è dovuto arrendere ai fortissi-mi Blancos (Csen), mentre nonostante il terzo posto si sono comunque messe in evidenza Il Forino (Golden League C5), Florenze Patriots (Silver League C7) e D.L. Firenze C5 (Sil-ver League C5) che ha anche avuto la sfortuna di incappare in un errore regolamentare da parte dell’arbitro che non ha fatto tirare i calci di rigori in ben due partite (col D.L. Firenze C5 che avrebbe potuto conquistare il secondo posto).Per quanto riguarda invece i tre successi delle nostre formazio-ni, l’Aton Green si è imposta sul Non Piangere T (3-1). L’unica pecca della manifestazione è stata la mancata presentazione delle ragazze della Midland (Libertas Bisenzio) che ha così per-messo all’Aton Green di alzare la coppa del primo posto con una sola gara disputata. Grande impresa invece quella dell’AC Pe-ruzzi che dopo aver sconfitto nella gara d’esordio l’Aran Island (Midland) ai calci di rigore, ha avuto la meglio con pieno merito (4-1) della super favorita Pol. San Quirico (Csen). Infine inaspet-tato successo (fino a pochi minuti dal termine del triangolare) del Club Sportivo Firenze che, dopo aver perso ai calci di rigore contro le Smartist (Midland), ha superato per 3-2 le ragazze del Forever Gogo (Csen): solo una vittoria di queste ultime (anche ai calci di rigore) nella decisiva sfida contro le Smartist avreb-be potuto regalare la vittoria finale alle nostre ragazze. Il 3-0 in favore delle Smartist a 10 minuti dal termine della gara faceva pronosticare un quasi certo secondo posto per il Club Sportivo Firenze, ma la grande reazione del Forever Gogo (che realizza-vano tre gol nel finale) ha mandato il match ai calci di rigore dove le pur brave ma sfortunate Smartist (sovrastate da ben tre infor-tuni) si sono arrese alla maggior precisione delle avversarie nei tiri dal dischetto. E così ha potuto prendere il via l’ultima premia-zione delle Finali Unisports e la festa del Club Sportivo Firenze.

CALCIO TOSCANA: TRE TITOLIALLE FINALI UNISPORTS

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calciotoScana

Aton Green

CS Firenze

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CALCIO TOSCANA: TRE TITOLIALLE FINALI UNISPORTS

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Griglieria e stornelleria

di campagna

Tra Empoli e Montecatini, lungo la vecchia strada, in Via del Fossetto a Cintolese, spiccano le luci di

un antico fienile del ’400, completamente ristrutturato e trasformato non in un qualsiasi ristorante, bensì in una griglieria e stornelleria di campagna. Infatti il locale è più unico che raro nella zona, la sua originalità viene dal fatto che ricrea un’epoca dove sedersi a tavola era una festa, con lo stornellatore, con del buon vino e il fuoco della grande griglia, che solo a vederla scalda il cuore.

Proprio la grande griglia è la protagonista della sala, progettata per cucinare quella che viene chiamata l’ar-rosto dell’aia; quaglie, galletti, conigli, rosticciane, sal-sicce grigliate alla brace con legni pregiati come vuole la tradizione e accompagnati da formaggi delle colline pisane, prosciutti al pepe e aglione. Il pane è cotto a legna e non si possono tralasciare i primi piatti conditi con gli intingoli, ovvero sughi di fegatini e carni cotti all vecchia maniera contadina. E per finire la serata non può certo mancare il vinsanto con i cantuccini!

Insomma da Que Bischeri si respira davvero un clima d’altri tempi, fatta di semplicità, pietanze genuine e ca-lore umano, perchè anche se qui le grigliate di carne la fanno da padrona, non si trascurano coloro che di carne non sono poi grandi amanti, e proprio come ai vecchi tempi, con un bicchiere vino si mette tutti d’accordo.

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È il vero mi-stero dell’esta-

te fiorentina. Pri-ma la fuga precipi-

tosa e sdegnata dal Franchi due mesi fa, du-

rante l’ultima di campionato. Poi il silenzio. Rotto soltanto da una dichiarazione, piuttosto pericolo-sa (e vedremo poi perché) fatta qualche settimana fa. “Andrea, dove sei finito?”, si chiedono i tifo-si della Fiorentina, che pure sem-

brano aver ritrovato un briciolo di entusiasmo anche grazie alla bel-la serata in piazza della Signoria dedicata alla presentazione delle nuove maglie. I patiti della Viola hanno eletto Andrea loro punto di riferimento (“per forza, non c’è nessun altro” direbbe qualcuno). E la sua assenza li preoccupa. In quindici giorni la società ha dato una sterzata decisiva al proprio futuro. Ha presentato, in rigoro-so ordine cronologico, un nuovo

direttore sportivo, un nuovo staff tecnico, un nuovo sponsor e una serie di nuove maglie sgargianti. Eppure a questi fondamentali, e unici, eventi ADV non era presen-te. Naturalmente tutti i tifosi della Viola sanno che le decisioni ven-gono prese dalla famiglia e che i dirigenti sono solo meri esecu-tori di ordini. Quindi, niente pau-ra: i Della Valle sono saldamente in sella. Però, dopo che Andrea aveva dichiarato Jovetic ince-

dibile nelle uniche dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi, sen-tir parlare di quel gentlemen’s agreement tra il montenegrino e la società viola e per cui a cer-te cifre (30 milioni di euro) po-trebbe anche essere venduto preoccupa non poco i tifosi. In ogni caso meglio mettersi in at-tesa fino al 31 agosto, alla fine del mercato. Solo allora sarà più facile per tutti raccontare la verità.

FuoriGiocodi Duccio Magnelli ANDREA S’è PERSO? (PER DIRLA CON DE ANDRE’)

Alessandro Rialti

riempire sono ancora numerose. E sul futuro che, secondo i messaggi di Andrea Della Valle fatti pervenire al clan viola in questi primi giorni di ritiro a Moena, vuole essere improntato sulla voglia e i propositi di rilancio pur con la consapevolezza, da parte di tutti, che il lavoro da fare è tanto.Messa in archivio senza alcun rimpianto l’ultima stagione, l’obbligo della Fiorentina è girare pagina e ripartire. Giusto così, la gente vuole tornare a divertirsi e ad ap-passionarsi per la sua squadra, meglio se il tutto sarà abbinato anche ai risultati. E’ quanto vuole e insegue pure Vincenzo Montella la cui scelta per la panchina vio-la rispecchia in pieno e non solo per un fatto anagrafico (dopo l’interista Stramac-cioni il tecnico napoletano è il più giovane di tutta la serie A) la voglia di rinnovamen-to che pervade la Fiorentina. Anche per questo motivo non bisogna star troppo a rimuginare sui tempi passati o su chi è passato da queste parti, nessuno dentro e attorno al club viola può permettersi di perdere tempo dietro a rimpianti o no-stalgie nei confronti peraltro di chi non ha mostrato, coi fatti e coi comportamenti, di meritarselo. L’ultima penosa stagione ne è l’emblema. E infatti ha ragione Vincen-zo Guerini quando dice: «Non c’è niente di cui andar fieri dell’ultimo campionato, non c’è nulla di cui vantarsi». Insomma, adesso occorre cospargersi la testa di cenere, rimboccarsi le maniche e ripar-tire con un gruppo di giocatori che sia davvero convinto e motivato. Serve uno spogliatoio nuovamente pieno di entusia-smo, capace di trasmetterlo poi sul cam-po e ai tifosi. Solo così la Fiorentina potrà tornare a essere protagonista.E allora, addio senza troppi rimpianti a chi ha scelto di andarsene preferendo altre maglie, altri lidi: addio a Montolivo che già un anno fa si sapeva che dietro al suo mancato rinnovo c’era la sua voglia di Milan (un Milan comunque al momen-to ridimensionato dalle partenze di Ibra, Thiago Silva, Nesta e via dicendo); a Behrami che spinto dal suo nuovo procu-ratore (quel Fali Ramadani che tanto per intendersi cura gli interessi pure di Jovetic e Ljajic e pare avere una predilezione particolare nel proporre i suoi assistiti sui vari mercati) ha scelto le ambizioni e gli euro del Napoli mentre ancora la Fiorenti-na attende una sua risposta, come alme-no educazione impone, alla proposta di prolungamento fino al 2016 a 1,3 milioni di euro a stagione più bonus presentata qualche settimana fa; a Natali che, a 33 anni, ha rifiutato un rinnovo annuale con il club viola puntando ad un contratto più lungo anche se in piazze meno abbienti; a Kharja che dopo aver toccato con mano i petrodollari degli sceicchi (ma come avrà fatto?) ha sputato veleno contro la sua ex dirigenza e i suoi ex compagni in-curante del fatto di aver lasciato dietro di sé un ricordo a Firenze fatto solo di fughe in Frecciarossa. Addio a tutti, guardando solo avanti.