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FOCUS DOCUMENTO IN FORMATO DIGITALE FOCUS ATTO PUBBLICO INFORMATICO APPROFONDIMENTI FATTURAZIONE ELETTRONICA EVENTI OMAT ROMA 2010 GESTIONE DELLE INFORMAZIONI DIGITALI Anno XIX Terzo trimestre 2010 Questa offerta è valida solo per utenti finali che acquistano ScanSnap S1500, ScanSnap S1500M o ScanSnap S1500 De Luxe in Inghilterra, Germania, Francia e Italia. Il conto bancario per l’accredito dovrà essere tassativamente in uno di questi quattro paesi Europei. Ottieni un rimborso per ogni acquisto di Fujitsu ScanSnap effettuato entro il 31 di Dicembre 2010. Valore del rimborso per ogni unità 35,– r i i mb b bor so „Un documento andato perso mi costa almeno 50*.” „Soltanto perché siamo una piccola azienda non significa che dobbiamo agire come tale. La gestione del volume in costante aumento di documenti cartacei legato alla nostra attività ci costava in termini di denaro e di riduzione della produttività. Gli studi condotti hanno evidenziato come un documento archiviato in modo errato o andato perso ci costa circa 50*. Quando abbiamo sentito parlare della soluzione Fujitsu per la scansione professionale ScanSnap S1500 e delle sue funzioni avanzate, abbiamo compreso immediatamente che si trattava del prodotto giusto per noi. Ci ha dato la possibilità di effettuare la scansione e di gestire una mole enorme di documenti diversi, come biglietti da visita, fatture, documentazione, ordini, informazioni sui progetti, offerte e altri documenti commerciali e di condividerli in modo semplice e rapido. Grazie a ScanSnap possiamo eseguire la scansione di tutti i nostri documenti con il semplice tocco di un tasto e con il software PDF integrato i documenti possono essere convertiti in file PDF ricercabili in pochi secondi e salvati sui computer portatili o in rete. La conservazione e l‘archiviazione dei documenti nei raccoglitori sono ormai un retaggio del passato! I miei dipendenti ed io non dobbiamo far altro che inserire una parola chiave e il documento che stiamo cercando appare sullo schermo; lo possiamo leggere, modificare o inviare per e-mail. Grazie a ScanSnap, i documenti non vanno più persi; risparmiamo denaro e possiamo concentrarci sul nostro reale lavoro e sui nostri obiettivi: una collaborazione efficiente e la crescita della nostra azienda!Siete interessati? Consultate il sito: http://emea.fujitsu.com/scansnap Seguiteci su twitter all‘indirizzo http://twitter.com/FujitsuScanners www.milk-and-honey.de Tutti i nomi, nomi di produttori, denominazioni di prodotti e marchi sono soggetti a specifici diritti sui marchi commerciali e sono marchi del produttore e/o marchi registrati dei rispettivi proprietari. Le indicazioni e i dati forniti non sono impegnativi e vincolanti. I dati tecnici possono variare senza preavviso. e Scansione in PDF Scansione su e-mail Scansione in Word** Scansione in Excel** Scansione in SharePoint** Scansione contemporanea di entrambi i lati del documento Scansione a colori ISSN 1720-6618

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Versione digitale del trimestrale cartaceo dedicato alla gestione elettronica di documenti, contenuti e processi aziendali

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FOCUSDOCUMENTO IN FORMATO DIGITALE

FOCUSATTO PUBBLICO INFORMATICO

APPROFONDIMENTIFATTURAZIONE ELETTRONICA

EVENTIOMAT ROMA 2010

GESTIONE DELLE INFORMAZIONI DIGITALI

Anno XIX Terzo trimestre 2010

Questa offerta è valida solo per utenti fi nali che acquistano ScanSnap S1500, ScanSnap S1500M o ScanSnap S1500 De Luxe in Inghilterra, Germania, Francia e Italia. Il conto bancario per l’accredito dovrà essere tassativamente in uno di questi quattro paesi Europei.

Ottieni un rimborso per ogni acquisto di Fujitsu ScanSnap effettuato entro il 31 di Dicembre 2010.Valore del

rimborso per

ogni unità

€ 35,–

riimbbborso

„Un documento andato perso mi costa almeno € 50*.”

„Soltanto perché siamo una piccola azienda non significa che dobbiamo agire come tale.La gestione del volume in costante aumento di documenti cartacei legato alla nostraattività ci costava in termini di denaro e di riduzione della produttività. Gli studi condotti hanno evidenziato come un documento archiviato in modo errato o andato perso ci costa circa € 50*. Quando abbiamo sentito parlare della soluzione Fujitsu per la scansione professionale ScanSnap S1500 e delle sue funzioni avanzate, abbiamo compreso immediatamente che si trattava del prodotto giusto per noi. Ci ha dato la possibilità di effettuare la scansione e di gestire una mole enorme di documenti diversi, come biglietti da visita, fatture, documentazione, ordini, informazioni sui progetti, offerte e altri documenti commerciali e di condividerli in modo semplice e rapido. Grazie a ScanSnap possiamo eseguire la scansione di tutti i nostri documenti con il semplice tocco di un tasto e con il software PDF integrato i documenti possono essere convertiti in file PDF ricercabili in pochi secondi e salvati sui computer portatili o in rete. La conservazione e l‘archiviazione dei documenti nei raccoglitori sono ormai un retaggio del passato! I miei dipendenti ed io non dobbiamo far altro che inserire una parola chiave e il documento che stiamo cercando appare sullo schermo; lo possiamo leggere, modificare o inviare per e-mail. Grazie a ScanSnap, i documenti non vanno più persi; risparmiamo denaro e possiamo concentrarci sul nostro reale lavoro e sui nostri obiettivi: una collaborazione efficiente e la crescita della nostra azienda!“

Siete interessati? Consultate il sito:http://emea.fujitsu.com/scansnap

Seguiteci su twitter all‘indirizzohttp://twitter.com/FujitsuScanners

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Tutti i nomi, nomi di produttori, denominazioni di prodotti e marchi sono soggetti a specifi ci diritti sui marchi commerciali e sono marchi del produttore e/o marchi registrati dei rispettivi proprietari. Le indicazioni e i dati forniti non sono impegnativi e vincolanti. I dati tecnici possono variare senza preavviso.

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EDITORIALE 03-2010

EditoreITER srlwww.iter.it

Direttore ResponsabileDomenico Piazza

Direttore ContenutiVincenzo Gambetta

A questo numero hanno collaborato:Paolo Catti, Alberto Ferrari, Franco Ferrario, Vincenzo Gambetta, Massimiliano Grippaldi, Cristiano Iera, Amedeo Muro, Francesco Pucino, Sergio Resch, Francesco Romano, Nicola Rossi, Marco Russo, Xavier Sauvan, Gaetano Silipigni, Fabio Tommasi, Valentina Turi

Segretaria di RedazionePetra Invernizzi

Redazioneiged.itVia Rovetta, 1820127 MilanoTEL: +39 02.28.31.16.1FAX: +39 [email protected]/iged.htm

Progetto [email protected]

StampaIngraph SrlCabiate (CO)

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 157 del 7 marzo 1992. La tiratura di questo numero è di N. 10.000 copie. Pubblicità inferiore al 45%. Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’Editore. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta alcuna responsabilità per l’Editore.

Il suo voto per noi è molto importante!Gentile Lettore,

tutta la redazione mette sempre il massimo impegno in ogni numero della rivista, sia per-sonalmente, sia coinvolgendo esperti, operatori e consulenti particolarmente qualificati, però … Però nessuno meglio di Lei può dirci se questo impegno è per Lei efficace, se le sue esigenze sono soddisfatte e se le sue curiosità trovano ogni volta risposte adeguate.

Quindi, per favore, legga questo numero e poi vada al link >> www.iged.it e dia il suo voto.

Noi riteniamo questo n. III-2010 particolarmente “bilanciato” per quanto riguarda gli argo-menti trattati e decisamente interessante nei vari articoli, ma solo Lei lo può confermare.Basta un click e già abbiamo un elemento importante: il suo parere personale che per noi è molto importante.

Se poi volesse votare i singoli articoli, o almeno alcuni di questi, capiremmo ancor meglio cosa La interessa, come l’argomento è trattato, dove dobbiamo dirigere il timone del pros-simo numero.

In fondo al questionario poi troverà un’ultima domanda: “il tema più importante per il 2011”.

Alcuni sostengono che la “riforma Brunetta” non decolli e citano il piccolo numero di “emo-ticon” che fino ad oggi hanno etichettato i molteplici uffici della PA (al 30 settembre il sito del Ministero della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione scriveva di 1.429 valutazioni, indubbiamente un po’ pochine).Altri ricordano l’ingente investimento fatto con Telecom Italia e Poste per la PEC, Posta Elettronica Certificata, pari ad oltre 50 milioni di euro, che all’inizio di ottobre vedeva solo 175.000 PEC attive.La Federazione Italiana Medici di Famiglia sottolinea, invece, i notevoli disservizi legati alla procedura – sperimentale – per l’invio elettronico dei certificati medici … dovrà gestire circa 24 milioni di certificati in un anno quando il sistema sarà a regime, ma ora arranca per poche migliaia.

Da parte nostra diciamo innanzitutto che qualcosa si sta facendo e – paradossalmente – siamo lieti che molto sia migliorabile perché almeno si parte dai dati concreti di quanto è in cantiere e non dal solito “faremo, faremo”.Le anticipiamo, infine, uno dei temi che riteniamo fondamentali e che tratteremo in parti-colare nel prossimo numero: l’internazionalizzazione delle norme. Cioè quella interoperabi-lità tra diversi Paesi, per iniziare quelli UE, che riteniamo sempre più elemento fondamen-tale della PA digitale.

Cosa ne pensa? Lo dica su >> www.iged.it

L’editore e la redazione

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PAOLO CATTI Responsabile

Ricerca Osservatorio Fatturazione Elettronica e

Dematerializzazione, School of Management Politecnico

di MilanoArticolo a pagina 18

FRANCESCO PUCINOCofondatore

e CEO di Recogniform Technologies

Articolo a pagina 33

VINCENZO GAMBETTAConsulente Gestione Dati, Informazioni e Contenuti

digitali e Direttore contenuti di iged.it e iged.it/online

Articolo a pagina 06

FOCUS06Documento Cartaceo e Documento Informatico/DigitaleAlcune riflessioni sulle due tipologie di docu-mento

11Il notaio “hi-tech”Tutto pronto per la rivoluzione digitale nel mon-do del notariato, in arrivo il rogito “online”che permetterà di vendere o acquistare un immobile senza dover incontrare la controparte

14I nuovi orizzonti determinati dall’atto pubblico informaticoIl primo “vagito” verso l’abbandono della car-ta nell’ambito notarile si è udito; vedremo se le regole tecniche saranno all’altezza delle aspetta-tive degli addetti ai lavori

APPROFONDIMENTI18La Fatturazione Elettronica e l’EDI: un matrimonio che s’ha da fare!Un appropriato impiego del Canale EDI, come peraltro previsto dalle normative vigenti, può rappresentare una valida alternativa alla Firma Elettronica Qualificata per garantire l’autenti-cità dell’origine e l’integrità del contenuto delle fatture

24La dematerializzazione documentale ai tempi della crisiQuali le caratteristiche di un sistema di demate-rializzazione che non sia accessibile solo a po-chi, ma che possa essere adottato anche da pic-cole e medie aziende e dagli studi professionali?

28Self Service Business Intelligence con PowerPivotIl mercato italiano è ancora prudente nei con-fronti di questa tecnologia, ma vi sono tutti i presupposti affinché si sviluppi in modo con-sistente

33OCR ED ICRPassare dai Pixel ai Caratteri

37La gestione delle informazioni, elemento catalizzatore per la sostenibilitàÈ, questo un periodo nel quale si sta compien-do l’epocale transizione dalle informazioni cartacee a quelle elettroniche; una opportuna strategia di gestione delle informazioni, oltre a generare sensibili vantaggi può aiutare la soste-nibilità

ESPERIENZE40La gestione digitale degli atti amministrativi degli enti localiUn progetto per supportare gli estensori di atti amministrativi, dalla nascita alla pubblicazione, a superare le complessità giuridiche e tecniche degli stessi e rendere chiaro ed efficace il riferi-mento a norme o atti pregressi, in altri termini a migliorarne la qualità e la comprensione

43I flussi documentali presso il Parlamento EuropeoLa completa automazione del processo di con-versione, edizione elettronica, prestampa e pub-blicazione elettronica e cartacea dei documenti di lavoro delle Commissioni parlamentari

MERCATO46La divisione Document Imaging di KodakLa divisione Kodak Document Imaging crea soluzioni per poter rispondere alle reali esigen-ze del mercato documentale grazie a un ampio portafoglio di periferiche di scansione in grado di offrire un’eccellente qualità dell’immagine, un potente software applicativo di cattura, un Service & Support a livello mondiale e molte-plici programmi di fidelizzazione indirizzati ai partner

49Il nastro magnetico IBM diventa “smart” con LTO5 e LTFSIl nastro magnetico è sempre stato, e lo sarà sempre di più, il dispositivo di memoria più adatto per soddisfare le esigenze di archiviazio-ne di lungo periodo. LTO5 rafforza ulterior-mente questo posizionamento nei confronti delle altre tecnologie di memoria disponibili. IBM, inoltre, migliora le caratteristiche di tale standard rilasciando il nuovo formato di regi-strazione LTFS (Long Term File System) che consente un “accesso diretto” alle informazioni registrate su nastro

53Una tecnologia per aumentare la libertà d’informazioneIl passaggio dalla carta al digitale non solo qua-le strumento per aumentare la diffusione delle informazioni, ma anche elemento chiave per alimentare e automatizzare i processi aziendali

EVENTI 56OMAT, una storia che si rinnovaIntervista a Domenico Piazza e Vincenzo Gambetta, rispettivamente ideatore e direttore scientifico di OMAT

DALLE AZIENDE61Sempre più valore alle informazioniDocument Management e Intelligent Data Capture Technology

63BM&PLANETA nuovi investimenti e strategieNOTIZIE64Il “boom” dei bilanci in formato XBRL - I vantaggi di poter disporre di dati facilmente elaborabili

65Università degli Studi di Macerata - Master Formazione, gestione e conservazione di archivi digitali in ambito pubblico e privato66Il software PEC Manager PA di SIAV è a disposizione gratuitamente di tutte le Amministrazioni

FABIO TOMMASIAvvocato, specializzato in diritto delle nuove

tecnologie, titolare dello Studio Legale Tommasi

Articolo a pagina 14

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VINCENZO GAMBETTA

Documento Cartaceo e Documento Informatico/DigitaleAlcune riflessioni sulle due tipologie di documento

FOCUS

PREMESSALa digitalizzazione, intesa come l’utilizzo e lo scambio di documenti in formato digitale avulsi da qualsiasi supporto fisico, e la dematerializzazione dei docu-menti cartacei, al fine di un loro (dati e informazioni comprese) più efficace e sicuro impiego, sono concetti del tutto nuovi che vanno a sovrapporsi (o ad aggiungersi) a quello consolidato di documento legato al supporto fisico (carta, pergamena, papiro, tavoletta di argilla o pietra che sia).

Questi concetti richiedono un perio-do sufficientemente lungo per essere assimilati dalle persone e, poi, recepiti adeguatamente dalle normative che, fino a pochi anni fa, erano basate su concetti completamente diversi e, di fatto, stabilizzati da secoli.Ogni giorno, a complicare la situa-zione, si presentano nuove fattispecie (prevedibilmente) non previste.

UN SINTETICO CONFRONTOUna prima affermazione indubbia-mente vera é: un documento cartaceo e un documento digitale sono costituiti da “contenuti”1 ospitati da supporti di-versi con differenti implicazioni (vedasi tabella) quali:1. Un documento cartaceo è, per

assunto, immodificabile, mentre un documento digitale è, per sua stessa natura, elaborabile e pertanto modi-ficabile.

È, questa, una delle caratteristiche che implicano tutta una serie di con-seguenze logiche e pratiche che, se non tenute in opportuna considera-zione, possono portare a situazioni o comportamenti errati. Non vi è bisogno di particolare arguzia per concordare che anche il documen-to digitale può dover essere reso immodificabile e possedere quelle caratteristiche che ne assicurino l’autenticità e l’origine. Sarà, dunque, necessario impiegare particolari tec-nologie per ottenere quanto sopra.

2. Il documento cartaceo2, per il fatto stesso di essere cartaceo, necessita di un supporto sul quale riportare i segni scritti che rappresentano i contenuti del documento stesso.

Nel caso di un documento digitale il supporto è irrilevante ed è fun-zionale ai compiti che svolge nello specifico momento in cui entra in gioco: trasporto, conservazione, duplicazione ed eventuale distribu-zione del documento stesso, copie di sicurezza, …).

Documento Tradizionale Documento Informatico/Digitale

“Immodificabile”

Modificabile/Elaborabile(Esigenza di tecnologie che ne assicurino una qualche forma di immodificabilità)

“Esigenza di un Supporto fisico”. Inscindibilità tra Contenuto e informazioni correlate dal Supporto

Supporto fisico IRRILEVANTE se non ai fini della sua conservazione o trasporto. Contenuto e informazioni correlate indipendenti dal Supporto

Visualizzazione implicita nella fisicitàNecessità di una tecnologia che lo visualizzi

Sottoscrizione e datazione legate al “contenuto” dal Supporto

Modalità di datazione e sottoscrizione legate a specifiche tecnologie

Modalità di attribuzione e datazione possono essere dedotte dalla fisicità del Supporto (grafia, analisi dell’inchiostro e delle caratteristiche del Supporto, ...)

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Il documento cartaceo è, pertanto, inscindibile dal supporto, mentre nel caso di un documento digitale le informazioni contenute sono indi-pendenti dal supporto.

3. Per quanto concerne la visualiz-zazione il documento cartaceo è direttamente visualizzabile, mentre un documento digitale necessita di opportune tecnologie (Hardware e Software) che lo rendano possibile; ciò implica, inoltre, la necessità che del documento digitale sia in qual-che modo nota la struttura in cui i contenuti sono organizzati.

4. La sottoscrizione di un documento cartaceo e la sua datazione esplicita sono legate al contenuto dal sup-porto stesso.

In questo caso la fisicità del supporto può, anche, consentire di adottare me-todologie di attribuzione del documen-to stesso e del suo posizionamento nel tempo (grafia, analisi dell’inchiostro e delle caratteristiche del supporto, …).Nel caso di un documento digitale sottoscrizione e attribuzione della data sono ottenibili tramite opportune tecnologie. Oggi si è ancora troppo legati al foglio di carta, probabilmente perché, si è fatto l’errore, di carattere sia storico sia logico-giuridico, di identificare la scrittura (i contenuti) con il documento cartaceo e, dunque, di identificare il segno grafico con il supporto su cui è tracciato: se si vuole procedere realmente verso la demate-

rializzazione dei documenti, si deve, necessariamente, ripartire dall’analisi del significato stesso di scrittura-docu-mento e considerare il segno grafico (ed il relativo contenuto informativo) scisso dal supporto su cui è annotato!

ALCUNE CONSIDERAZIONI DI CARATTERE NORMATIVOA solo titolo dimostrativo di quali possono essere le conseguenze di non tenere propriamente conto delle caratteristiche delle due tipologie di documenti presi in esame si invita ad esaminare, alla luce di quanto breve-mente analizzato, la definizione di do-cumento informatico (= digitale) penalmente rilevante introdotta nel Codice Penale nel dicembre 1993 con l’articolo 491 bis3: – … per documento informatico si inten-de qualunque supporto informatico contenente dati o informazioni aventi efficacia probatoria o programmi specificamente destinati ad elabo-rarli. Stando alla lettera della norma, ciò che distinguerebbe il documento infor-matico dai documenti scritti sembre-rebbe la natura “informatica”, anziché cartacea, dei supporti contenenti i dati. Il supporto informatico che contiene dati viene, infatti, indicato quale equi-valente informatico del tradizionale foglio di carta, sul quale un contenuto informativo può essere registrato. Il legislatore avrebbe quindi concepito una nuova tipologia di documen-to, ossia i documenti informatici/digitali quale aggiunta ai documenti tradizionali (ad esempio: atti pubblici

e scritture private) considerati come nuovi “oggetti materiali”, distinti dagli altri solo per la diversa natura fisica dei relativi supporti, senza riguardo alle conseguenze che le tecnologie hanno apportato al concetto di documento e alle relative conseguenze pratiche. Maggior prudenza e coscienza (della complessità nel procedere ad una cor-retta definizione) è stata adottata per il documento informatico civilmente rilevante di cui all’articolo 1, comma 1 punto p) del Cad4: documento informatico è la rappresentazione informatica di atti, fatti o dati giuridicamente rilevanti. Il legislatore ha stabilito che il docu-mento informatico soddisfa il requisito della forma scritta, ha cioè equiparato la forma scritta al processo di rappresen-tazione tramite struttura informatica, senza ulteriori distinzioni attribuendo al giudice (scappatoia, questa, forse oggi inevitabile) il compito e la respon-sabilità di valutare se esso soddisfi il requisito della forma scritta nonché il suo valore probatorio, pur suggerendo di tenere conto, nella valutazione, delle sue oggettive caratteristiche di qualità, sicurezza, integrità ed immodificabilità. (Cad articoli 20. Documento informatico e 21. Valore probatorio del documento in-formatico sottoscritto). Solo il documento informatico, sottoscritto con firma digitale, o con un altro tipo di firma elettronica qualificata, è sottratto alla libera valutazione del giudice. Anzi si riconosce ad esso una prima impor-tantissima differenza con il documento cartaceo (Articolo 215 del Cad) in quanto il fatto che “l’utilizzo del dispo-sitivo di firma si presume riconducibile al titolare, salvo che questi dia prova contraria” in qualche modo inverte l’onere della prova previsto dal’art 27026 del codice civile. Nel caso di documenti cartacei, infatti, è la parte che esibisce la scrittura di un altro, se questo la disconosce, che deve provarne l’autenticità. Nel caso di documento informatico firmato digitalmente, invece, chi ha sottoscritto il documento che, eventualmente, vuol disconoscere ha l’onere di provare che il dispositivo di firma non è stato da lui impiegato. Da ciò si può dedurre che una sottoscrizione con firma digitale sia riconosciuta dal legislatore stesso più forte di una firma autografa. D’altro canto stiamo parlando di una modalità

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di sottoscrizione che richiede non una semplice “penna”, ma un dispositivo di firma con un certificato rilasciato da una terza parte fidata ed attivabile con un “codice” conosciuto solo dal titolare. È questa una situazione evidente del fatto che cartaceo e digitale non possono essere trattati allo stesso modo: se così fosse si ingenererebbe solo una grande confusione!

ALCUNE CONSIDERAZIONI AGGIUNTIVEStabilito che le due tipologie di docu-menti non sono identiche e trattarli alla stessa stregua potrebbe portare a situa-zioni non del tutto corrette cerchiamo di approfondire l’argomento e di vede-re quali possono essere le differenze tra le due tipologie di documenti e che senso abbia passare da uno all’altro e con quali limitazioni se applicabili.Innanzi tutto concretizziamo due con-cetti ormai acquisiti.

1. Un documento informatico dotato di quegli elementi che ne garanti-scano l’identificabilità dell’autore, l’integrità e l’immodificabilità (ad esempio firmati digitalmente) è a tutti gli effetti indipendente dal sup-porto che accidentalmente lo ospita in quanto avrà sempre la stessa se-quenza di bit e, conseguentemente, lo stesso identico contributo infor-mativo. Non ha dunque senso parlare, in questa situazione, di copie o duplicati.

2. Il processo di conservazione dei documenti informatici inizia sin dal momento della loro generazione e avviene principalmente attraverso il meccanismo delle copie (in questo caso dette anche back-up).

Si è, dunque, visto che un documento informatico (d’ora in poi si cercherà di evitare l’attributo digitale) per la sua stessa struttura, contrariamente ad un documento cartaceo, è generalmente modificabile. Possono essere anche in-certe la data ad esso attribuibile, l’origine e l’autenticità. Per prima cosa possiamo affermare che l’attribuzione della data ad un documento informatico firmato con firma elettronica qualificata si ha tramite l’apposizione ad esso, general-mente dopo il processo di firma, di una marca temporale. Di un documento

informatico, dotato degli elementi che ne garantiscano l’identificabilità dell’au-tore, l’integrità e l’immodificabilità (ad esempio firmati digitalmente) e magari l’attribuzione di una data certa, ne può essere fatta una copia informatica - va-riandone per un motivo qualunque la struttura dei bit7 (si parla in questo caso di riversamento informatico) - che non ne alteri il contenuto informativo, ma che, date le tecnologie adottate, non rende più verificabile la firma digitale e la marca temporale; in tal caso, se si devono mantenere le caratteristiche di verificabilità dell’origine, dell’inaltera-bilità, ecc. del documento originale, è necessario far intervenire un’entità a cui è riconosciuto/attribuito il compito di verificare e certificare l’esistenza di tali caratteristiche. Gli altri documenti informatici possono andare da docu-menti sottoscritti con firma elettronica non qualificata (oggi i documenti più diffusi di tale tipologia possono esse-re considerate le e-mail) ai data base aziendali o a loro estratti, ai log dei vari tipi di sistemi informatici o informatiz-zati a qualunque altro tipo di struttura digitale interpretabile da “elaboratori” e/o esseri umani che contenga atti, fatti o dati rilevanti ai fini giuridici o del processo in cui esso è inserito.Date le caratteristiche di modificabilità intrinseche a tali documenti è com-pito di chi li impiega tener opportu-namente conto delle loro oggettive caratteristiche di qualità, sicurezza, integrità ed immodificabilità: nel caso di contenzioso, come già visto, è al giudice che è demandato il compito di effettuare la valutazione definitiva. È questa un’altra di quelle situazioni (che si contrappone a quelle nelle quali si impiega il documento cartaceo con le sue caratteristiche di certezza tradi-zionalmente e diffusamente accettate) che dovremmo imparare a gestire e governare, accettando l’onere a fronte dei vantaggi che il digitale ci offre. Una presa di coscienza di tale esigenza viene anche dall’Europa dove, relativamente alla fattura (elettronica o cartacea che sia), con la Direttiva 2010/45/UE del Consiglio del 13 luglio 2010 recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto per quanto riguar-da le norme in materia di fatturazione

[terza “sofferta” revisione nel giro di quattro anni] all’Articolo 233, comma 1 si prescrive che “L’autenticità dell’origine, l’integrità del contenuto e la leggibilità di una fattura, sia essa cartacea o elettronica, sono assicurate dal momento dell’emissione fino al termine del periodo di archiviazione della fat-tura”, e ne attribuisce le responsabilità affermando che è “Ogni soggetto passivo che stabilisce il modo in cui assicurare l’auten-ticità dell’origine, l’integrità del contenuto e la leggibilità della fattura. [omissis]” (seguono esempi di processi e tecnologie adatti a perseguire gli obiettivi individuati). Va da se che, oltre alla “politicamente cor-retta” affermazione dell’equivalenza tra fattura cartacea ed elettronica, (con-divisibilissima in termini di contenuti, ma molto dubbia dal punto di vista delle modalità di generazione, gestione e conservazione) il vero oggetto della prescrizione è rivolto alla fattura elet-tronica. IL PASSAGGIO DA UN TIPO DI DOCUMENTO ALL’ALTRODi seguito si cercherà (cosa in verità molto ambiziosa) di fare un minimo di chiarezza sulle possibili trasformazioni delle due possibili tipologie (cartaceo ed informatico) di documenti. Queste trasformazioni possono avvenire sotto forma di copia o duplicato. Affinché si possa avere un comune intendimento sono riportate di seguito le definizioni dei due termini mutuate da un comune vocabolario della lingua italiana.

Copia Trascrizione puntuale di uno scritto; riproduzione, trascrizione esatta di uno scritto, di un documento; ripro-duzione di un originale; riproduzione di un originale mediante procedimenti meccanici8; backup; ciascun esemplare di un libro, di un giornale (come si è già visto le copie di backup sono la base per la conservazione del digitale nel tempo. La fattispecie di “esemplare” è molto ben applicabile anche nel caso digitale, vedansi programmi, musica, filmati, ebook, raccolta di norme/circolari, ecc.).

Duplicato Riproduzione di un documento ori-ginale, distrutto o smarrito, che lo sostituisce a tutti gli effetti legali [nota:

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la caratteristica che distingue una copia da un duplicato è proprio la facoltà di quest’ultimo di essere equivalente all’originale dal punto di vista legale].

Una Copia può essere effettuata: - tra due documenti in formato analogico – è

questo un concetto storicamente ac-quisito e compiutamente regolato;

- come copia informatica di un documen-to cartaceo – queste copie possono essere delle semplici riproduzioni per immagine del documento car-taceo originale; la tecnologia attuale, inoltre, consente di generare “co-pie” di documenti cartacei quali evi-denze informatiche che consentono non solo di generare immagini del documento d’origine, ma, di essere anche direttamente elaborabili.

È, infatti, sempre più sentita l’esigen-za di convertire i documenti cartacei in ingresso alle organizzazioni non solo in semplici immagini digitali (per ottenere vantaggi di gestione), ma anche di convertire il loro con-tenuto informativo in informazioni digitali utili per indicizzare tali im-magini, per popolare i data base, per essere direttamente elaborabili dagli applicativi e per attivare direttamen-te i processi aziendali.

Il fatto di poter attribuire alla copia lo stesso valore dell’originale (e di conseguenza in che tempi e a che condizioni disfarsi degli originali) è un tema che si sta tentando di in-quadrare e normare a partire dall’ar-ticolo 2, comma 15, della Legge 24 dicembre 1993, n° 537 (finanziaria 2004), a cui sono seguite ben quat-tro deliberazioni AIPA/CNIPA (l’ultima del 19 febbraio 2004).

È attualmente in fieri un’accesa discussione per eventuali (ed auspi-cate) modifiche sull’argomento da apportare al Cad, cui dovranno se-guire opportune Regole Tecniche;

- come copia cartacea di un documento in-formatico – questa tipologie di copie sono, e saranno, specialmente in questa (lunga) fase di transizione al digitale, molto impiegate in con-tenziosi per esibire “copie” di mail, di log, copie/estratti di data base (tabulati di eventi, …) .

Attualmente queste copie trovano

un loro riconoscimento normativo dell’articolo 23. Copie di atti e docu-menti informatici del Cad.

Questo è, comunque, uno dei temi attualmente in revisione, come tanti altri relativi a situazioni discusse in questo scritto, a fronte della delega prevista nell’articolo 33 della legge 18 giugno 2009, n.69.

Ed infine come copia informatica di un documento informatico – si è già preceden-temente discusso delle due tipologie di copie possibili (con o senza modifica della sequenza originale dei bit).Per quanto concerne i duplicati va da se che, là ove necessario, si deve inter-venire con appropriate attività/azioni da parte di chi ha la facoltà/autorità per assicurare che il duplicato posseg-ga quelle caratteristiche che lo rendono equivalente legalmente all’originale.Per duplicati da documento cartaceo a cartaceo il concetto è storicamente acquisito e la normativa relativa è da tempo chiara e definita.Non fa male, invece ribadire che nel caso di “duplicati” informatici di do-cumenti informatici dotati di elementi che ne garantiscano l’identificabilità dell’autore, l’integrità e l’immodificabi-lità non ha senso, proprio in funzione di come è strutturato il documento, parlare di copia e duplicato come qual-cosa di differente.

NOTE1 Dati, informazioni.2 Ciò vale egualmente per tutti gli altri sup-porti fisici sui quali si possono “tracciare” degli “scritti”.3 Art. 491 bis Documenti informatici - Se alcuna delle falsità previste dal presente capo riguarda un documento informatico pubblico o privato, si applicano le disposizioni del capo stesso concernenti rispettivamente gli atti pubblici e le scritture private. A tal fine per documento informatico si intende qua-lunque supporto informatico contenente dati o informazioni aventi efficacia probatoria o programmi specificamente destinati ad ela-borarli.[Articolo aggiunto dall’art. 3, L. 23 dicembre 1993, n. 547].4 Decreto Legislativo n. 82del 07/03/2005.5 Articolo 21 - Valore probatorio del docu-mento informatico sottoscritto1. Il documento informatico, cui è apposta

una firma elettronica, sul piano è liberamente valutabile in giudizio, tenuto conto delle sue caratteristiche oggettive di qualità, sicurezza, integrità e immodificabilità.2. Il documento informatico, sottoscritto con firma digitale o con un altro tipo di firma elettronica qualificata, ha l’efficacia prevista dall’articolo 2702 del codice civile. L’utilizzo del dispositivo di firma si presume ricondu-cibile al titolare, salvo che questi dia prova contraria.3. L’apposizione ad un documento informa-tico di una firma digitale o di un altro tipo di firma elettronica qualificata basata su un certificato elettronico revocato, scaduto o sospeso equivale a mancata sottoscrizione.La revoca o la sospensione, comunque moti-vate, hanno effetto dal momento della pubbli-cazione, salvo che il revocante, o chi richiede la sospensione, non dimostri che essa era già a conoscenza di tutte le parti interessate.6 Articolo 2702. Efficacia della scrittura pri-vata. La scrittura privata fa piena prova, fino a que-rela di falso, della provenienza delle dichiara-zioni da chi l’ha sottoscritta, se colui contro il quale la scrittura è prodotta ne riconosce la sottoscrizione, ovvero se questa è legalmente considerata come riconosciuta.7 La sequenza originale dei bit può avvenire, ad esempio, per il semplice cambio del forma-to del documento originale o per la variazione della struttura descrittiva di un documento strutturato XML.8 Si fa notare che il Cad dal 1-1-2006 già prevede con apposite modifiche all’articolo 2712 del Codice Civile [Riproduzioni mecca-niche - Le riproduzioni fotografiche, informatiche o cinematografiche, le registrazioni fotografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime.] l’equiparazione della copia infor-matica a quella meccanica.

VINCENZO GAMBETTA

Consulente Gestione Dati, Informazioni e Contenuti digitali e Direttore contenuti di iged.ite iged.it/online

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GAETANO SILIPIGNI

Il notaio “hi-tech”Tutto pronto per la rivoluzione digitale nel mondo del notariato, in arrivo il rogito “on-line” che permetterà di vendere o acquistare un immobile senza dover incontrare la controparte

FOCUS

LE TAPPE PRINCIPALIFacciamo subito una piccola digres-sione sulle tappe che hanno segnato il cammino verso l’era digitale del nota-riato. Il primo significativo passo viene compiuto nel 1994 con l’istituzione della Banca dati Notarile, l’obiettivo era quello di raccogliere tutta la documen-tazione di produzione del Consiglio Nazionale del Notariato. Qualche anno dopo, nel 1997, per ini-ziativa dei due soci Consiglio Naziona-le del Notariato e Cassa Nazionale del Notariato, viene istituito Notartel con l’obiettivo di realizzare e gestire servizi informatici e telematici per i notai ita-liani. In pratica Notartel collega tutti i notai italiani attraverso una intranet, la Rete Unitaria del Notariato (RUN), e fornisce i servizi tipici di un provider.Nel 2002 avviene la prima vera rivolu-zione con l’attivazione del servizio di trasmissione telematica degli atti al Re-gistro delle Imprese e con l’iscrizione del Consiglio Nazionale del Notariato, come autorità di certificazione dei notai italiani, nell’elenco pubblico dei certificatori di firma digitale tenuto dal CNIPA oggi DigitPa.Nel 2006 inizia la sperimentazione della conservazione informatica dei documenti e della trasmissione telema-tica, tramite Pec, delle schede al registro generale dei testamenti che, ricordia-mo, consente di conoscere se una persona deceduta ha fatto testamento in Italia o all’estero. Nel 2008 con l’adesione all’iniziativa “Reti Amiche”,

promossa dal Ministero della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione, prende il via la sperimentazione di un progetto di circolarità anagrafica. L’o-biettivo è quello di ridurre, ai cittadini che devono effettuare pratiche presso i notai, i tempi di attesa e il numero di attività burocratiche per fornire la do-cumentazione richiesta, grazie ad una collaborazione congiunta tra i servizi di Notartel e quelli dei comuni.Arriviamo, infine,alle novità del 2010 che andiamo subito ad approfondire.

LE NOVITÀ INTRODOTTE Con il D.Lgs. 110/2010 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 luglio), in attuazione della delega conferita al Go-verno dalla Legge 69/2009 in materia di ordinamento del notariato, viene consentito ai notai, coerentemente con quanto disposto dal Codice dell’Ammi-nistrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005), di redigere atti pubblici in formato elettronico, nonché di sottoscriverli con firma digitale.Occorre precisare che per assistere alla vera rivoluzione digitale bisognerà aspettare l’emanazione di alcuni de-creti attuativi da parte del Ministero della Giustizia. Comunque, tutto lascia presagire che entro l’anno dovrebbero essere pronti e operativi. Tornando al decreto, la prima grande novità riguarda la possibilità di rogitare “on-line”, nel senso che non sarà più necessario che venditore ed acquirente si incontrino davanti a un notaio de-

putato ad accertare le loro volontà, ma sarà possibile recarsi ognuno presso il proprio notaio di fiducia che certifi-cherà la firma del cliente e la invierà, telematicamente, all’altro collega.Quindi, prossimamente il notaio leg-gerà l’atto direttamente sul computer, riceverà la sottoscrizione elettronica delle parti e firmerà il tutto mediante la propria firma digitale. Qualora si dovesse allegare, all’atto informatico, un documento redatto su supporto cartaceo sarà cura del notaio acquisirne la copia informatica. Da quanto detto, sembrerebbe che per poter rogitare ognuno di noi debba essere provvisto di firma digitale, ma leggendo con attenzione il provvedi-mento emerge che è sufficiente per i clienti depositare la propria firma autografa che verrà scannerizzata ed autenticata direttamente dal notaio.

Altra semplificazione riguarda la pos-sibilità offerta al notaio di formare e rilasciare l’atto su carta, decidere di formarlo su carta e rilasciarlo in forma elettronica oppure formarlo digital-mente e rilasciarlo o in forma cartacea o in forma elettronica.

Il decreto prevede che il notaio riversi, presso un’apposita struttura predispo-sta e gestita dal Consiglio Nazionale del Notariato, tutti gli atti informatici per sottoporli a conservazione digitale. In tale struttura dovranno essere con-servate anche le copie informatiche

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marcatura è quindi sufficientemente complessa, molto più di quello che ci

si possa aspettare. Chi ha necessità di utilizzare tale tecnologia può scegliere

prodotti già collaudati e pronti all’uso, o può realizzare una propria appli-cazione in autonomia ricorrendo a SDK, che agevolano e velocizzano non poco la realizzazione del proprio progetto, evitando di dover partire da zero e di doversi scontrare con pro-blematiche già egregiamente risolte.

FRANCESCO PUCINO

Cofondatore e CEO di Recogniform Technologies SpA, membro IEEE ed AIIM, svolge attività di ricerca nel settore imaging dal 1990.

Figura 7 – Su di un modulo acquisito filtrando il colore con cui sono disegnate le caselle ma sul quale è stato impresso in overlay, dopo il riconoscimento, un modulo vuoto non filtrato è molto più agevole effettuare una eventuale verifica o correzione manuale dei dati.

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degli atti rogati o autenticati su suppor-to cartaceo. Importante sottolineare che gli atti conservati nella suddetta struttura costituiscono ad ogni effetto di legge originali informatici da cui possono essere tratti duplicati e copie.

Ricordiamo che tutti gli adempimenti post stipula, quali ad esempio registra-zione e trascrizione, verranno effettuati in modalità elettronica, sarà cura del notaio consegnare ai clienti una copia dell’atto in uno dei seguenti modi: su carta; su supporto informatico (DVD,

chiavetta, etc.); invio tramite posta elettronica certi-

ficata.

Evidenziamo, inoltre, che quando par-liamo di atti notarili informatici, non ci riferiamo solo ai documenti firmati digitalmente dalle parti e dai notai, ma

ci riferiamo all’insieme dei processi informatici che vengono messi in piedi per garantire la formazione dei docu-menti e la loro successiva conservazio-ne per un tempo illimitato, impiegando tecnologie sicure che ne assicurano la fruizione in qualsiasi momento. A questo punto non ci resta che saluta-re il vecchio “notaro”, con penna d’oca e calamaio, e dare il ben venuto al notaio “hi-tech” che padroneggerà computer, smart card e posta elettronica certifi-cata.

GAETANO SILIPIGNI

Esperto Tributario

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FABIO TOMMASI

I nuovi orizzonti determinati dall’atto pubblico informaticoIl primo “vagito” verso l’abbandono della carta nell’ambito notarile si è udito; vedremo se le regole tecniche saranno all’altezza delle aspettative degli addetti ai lavori

FOCUS

Correva l’anno 2008 (!) quando lo scrivente, nell’interesse di un’azienda esclusa da una gara d’appalto pubblica, necessitava di un’attestazione di con-formità di documento informatico, in particolare di una pagina web, ai sensi dell’art. 23, comma 2-bis del d.lgs. n. 82/2005, altrimenti noto come codice dell’amministrazione digitale, il quale testualmente recita: “2-bis. Le copie su supporto cartaceo di documento informatico, anche sottoscritto con firma elettronica qualifi-cata o con firma digitale, sostituiscono ad ogni effetto di legge l’originale da cui sono tratte se la loro conformità all’originale in tutte le sue componenti è attestata da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato”.Nel caso di specie, infatti, non vi era corrispondenza tra il capitolato speciale d’appalto (di circa cinquanta pagine) trasmesso ai concorrenti per corrispondenza ordinaria e la versione digitale (*.pdf) pubblicata sul sito in-ternet della stazione appaltante. In altri termini, il capitolato speciale pubblica-to sulla pagina web, documento utiliz-zato da tutti i concorrenti per l’intero periodo antecedente alla presentazione delle offerte, risultava meno rigoroso rispetto alla versione inviata per posta ordinaria, la quale conteneva, invece, una disposizione (di due righe) con la quale si richiedeva ai concorrenti, a pena di esclusione, la produzione di un determinato documento. Non avendo prodotto il documento richiesto, di cui il concorrente non era a conoscenza per essere stato indotto inconsape-volmente in errore, l’azienda veniva esclusa dal procedimento di gara.Tralasciando gli aspetti legali relativi alla tutela dell’affidamento ingenerato

nel concorrente, il quale non veniva reso edotto della sostanziale diffor-mità tra le due versioni del medesimo capitolato speciale, quindi indotto inconsapevolmente in errore, ciò che rileva per la nostra indagine è l’inter-venuta esigenza di documentare la ridetta difformità, stante la possibilità per la stazione appaltante di eliminare e/o sostituire in qualsiasi momento la versione di capitolato speciale pubbli-cata sul sito web, vanificando così gli sforzi dello sfortunato (?) concorrente incappato nell’errore. Per far ciò, ac-quartierando il ricorso alla polizia po-stale o ad un provvedimento d’urgenza del giudice per svariati motivi che non possono essere esaminati in tale sede, l’unico strumento utile a disposizione veniva rappresentato dall’attestazione di conformità di documento infor-matico su supporto cartaceo di cui all’art. 23, comma 2-bis, del codice dell’amministrazione digitale, per mez-zo della quale poter provare l’esistenza sul sito web della stazione appaltante del capitolato speciale meno rigoroso, così da documentare agevolmente la difformità lamentata. Nonostante l’esi-stenza di un apposito studio condotto dal Consiglio Nazionale del Notariato pubblicato nel 2007, con il quale si analizzano le modalità operative che un notaio deve seguire per soddisfare la richiesta di attestazione della confor-mità di un documento informatico ai sensi della norma de qua, lo scrivente solo due anni or sono incontrava non poche difficoltà presso i notai arruolati per condurre la battaglia legale. Vi era chi mostrava un velato e mal celato scetticismo verso i nuovi orizzonti

che si aprivano a mezzo delle nuove tecnologie e chi considerava, quello del Consiglio Nazionale del Notariato, un mero “studio” appunto, con un unico risultato deludente: i notai consultati declinavano il cortese invito ritenendo la materia ancora in fieri; in altri termini, basata ancora su un terreno sdrucciole-vole. Per gli appassionati del lieto fine, mi corre l’obbligo di rammentare che nella specie l’attestazione di conformi-tà veniva eseguita come attività “ordi-naria” da un noto (nel settore dell’ICT Law) notaio, romano d’adozione, ben lieto di sperimentare i nuovi orizzonti che si aprivano, cui lo scrivente non si era rivolto in prima battuta per mera dimenticanza, nonostante nel 2001 lo stesso avesse scritto l’introduzione della prima monografia dello scrivente dal titolo “La firma digitale”. L’atte-stazione di conformità determinava

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gli effetti sperati: la riammissione alla gara del concorrente escluso. Risulta evidente da tale aneddoto che in ogni categoria professionale, anche quella dei notai, notoriamente (e, si aggiun-ga, necessariamente) pionieri da un punto di vista dell’uso delle tecnologie al servizio della professione rispetto ad altre categorie di autonomi, degli scogli da superare ci sono ancora, spesso meramente culturali. Nel cono d’ombra della semplificazione nor-mativa in materia di ordinamento del notariato e degli archivi notarili, risa-lente all’art. 7 della legge 28 novembre 2005 n. 246, con la quale il Governo è stato delegato ad adottare, entro un anno dall’entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per il riassetto e la co-dificazione delle disposizioni vigenti in materia di ordinamento del notariato e degli archivi notarili, si inserisce il testo del d.lgs. 2 luglio 2010 n. 110 in materia di atto pubblico informatico redatto dal notaio che viene equiparato in tutto e per tutto all’atto pubblico “cartaceo” quanto a formazione e conservazione.Già con la legge n. 246/2005 tra gli obiettivi prefissi vi è l’art. 1, lett. c) con il quale si sancisce il “ricorso generalizzato ai sistemi ed alle procedure informatiche, as-sicurando in ogni caso la certezza, sicurezza e correttezza dello svolgimento della funzione notarile... omissis...” da uniformarsi alle disposizioni concernenti il documento informatico e le firme elettroniche di cui al codice dell’amministrazione digi-tale. Nella legge notarile del 16 febbra-io 1913 n. 89 la novella ha introdotto una serie di nuovi articoli tra cui l’art.

23-bis che non lascia alcun dubbio: il notaio per l’esercizio delle sue funzioni deve munirsi della firma digitale. Non una qualunque firma elettronica, ma la firma digitale, cioè quel particolare tipo di firma elettronica qualificata basata su un sistema di chiavi crittografiche, una pubblica e una privata, correlate tra loro, che consente al titolare tramite la chiave privata e al destinatario tramite la chiave pubblica, rispettivamente, di rendere manifesta e di verificare la provenienza e l’integrità di un docu-mento informatico o di un insieme di documenti informatici. La firma digitale, pertanto, sarà lo strumento ad uso del notaio per formare, tra-smettere e conservare l’atto pubblico informatico. Ovviamente una firma digitale “aggiornata” dal punto di vista della sicurezza informatica, giacché dal 3 settembre scorso sono entrate in vigore le nuove regole tecniche di sicu-rezza di cui alla deliberazione n. 45 del 21 maggio 2009 del Centro Nazionale per l’Informatizzazione della Pubblica Amministrazione, così come modifica-te dalla determinazione commissariale del 28 luglio 2010 n. 69, con la quale è stato elevato il livello di sicurezza della firma digitale grazie all’introduzione di più robusti algoritmi matematici. In ragione di ciò tutte le firme digitali attualmente in uso dovranno essere aggiornate. Regola comune a tutti i possessori di dispositivi di firma digi-tale, valevole quindi anche, e a maggior ragione, per il notaio, l’obbligo di cu-stodia del dispositivo di firma collegato al certificato.

LE NORME DI RACCORDOLa recente novella del d.lgs. 2 luglio 2010 n. 110 ha introdotto nella legge 16 febbraio 1913 n. 89 sull’ordinamento notarile alcune norme di raccordo con la normativa vigente volte ad una com-pleta equiparazione tra atto pubblico cartaceo e atto pubblico informatico.In particolare si è introdotto l’art. 47-bis con il quale si statuisce che anche l’atto pubblico informatico ha l’effica-cia probatoria di cui all’art. 2700 codice civile, in forza del quale l’atto pubblico fa piena prova fino a querela di falso della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza o da lui compiuti. Parimenti, in tema di autenti-ca di firma con modalità informatiche con l’espresso richiamo all’art. 25 del codice dell’amministrazione digitale, per mezzo del quale si ha per ricono-sciuta, ai sensi dell’art. 2703 del codice civile, la firma digitale o altro tipo di firma elettronica qualificata autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato. Precisamente l’art. 25 del d.lgs. n. 82/2005 prevede che “L’autenticazione della firma digitale o di altro tipo di firma elettronica qualificata consiste nell’attestazione, da parte del pubblico ufficiale, che la firma è stata apposta in sua presenza dal titolare, previo accertamento della sua identità personale, della validità del certificato elettronico utilizzato e del fatto che il documento sottoscritto non è in contrasto con l’ordinamento giuridico”. Ulteriore rac-cordo sia ha con la previsione dell’art. 47-ter, con il quale le disposizioni per la formazione e conservazione degli atti pubblici e delle scritture private autenti-cate si applicano, in quanto compatibili, anche all’atto pubblico informatico di cui trattasi. Nel momento della forma-zione dell’atto pubblico informatico il notaio è tenuto, inoltre, ad attestare la validità dei certificati di firma “eventual-mente” utilizzati dalle parti. L’eventualità che le parti, ma non solo, possano (non debbano) utilizzare una firma digitale o altra firma elettronica rappresenta una stonatura rispetto alle aspettative di “riforma tecnologica” della novella, la quale, pertanto, appare come un’opera incompiuta. Conferma di dette impres-sioni è dato dall’art. 52-bis con il quale

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si dispone che “le parti, i fidefacenti, l’inter-prete e i testimoni sottoscrivono personalmente l’atto pubblico informatico in presenza del notaio con firma digitale o con firma elettroni-ca, consistente anche nell’acquisizione digitale della sottoscrizione autografa”, quasi a voler dire che si può sempre scannerizzare la firma autografa e conservarla nei modi prescritti dalle disposizioni di cui all’or-dinamento notarile. Si comprende, tuttavia, la ratio della norma che non poteva sancire alcun obbligo nei confronti dei soggetti diversi dal notaio, ma rappresenta co-munque un importante passo in avanti verso l’eliminazione definitiva della carta. Ricollegandoci al nostro aneddoto in-troduttivo, ora tutti i notai avranno oc-casione, se non era già loro noto, di ap-plicare l’art. 23, comma 2-bis, del d.lgs. n. 82/2005, ogniqualvolta dovranno allegare ad un atto pubblico o ad una scrittura privata da autenticare, redatti su supporto cartaceo, una copia (car-tacea) di un documento informatico, la cui conformità dovrà essere, appunto, attestata da un pubblico ufficiale (si veda l’introdotto art. 52-bis, comma 2). Al contrario se deve essere allegato un documento redatto su supporto car-taceo ad un documento informatico, il notaio ne allega copia informatica certificata conforme ai sensi dell’art. 22, commi 1 e 3, del d.lgs. n. 82/2005, in forza dei quali gli atti e i documenti informatici delle pubbliche ammini-strazioni costituiscono informazione primaria ed originale da cui è possibile effettuare, su diversi tipi di supporto, riproduzioni e copie per gli usi consen-titi dalla legge, nonché sostituiscono, ad ogni effetto di legge, gli originali da cui sono tratte se la loro conformità all’originale è attestata, nella specie, dal notaio mediante l’utilizzo della firma digitale.

LA CONSERVAZIONE DELL’ATTO PUBBLICO INFORMATICOAttività tipica del notaro è certamente la conservazione degli atti indicati nell’art. 61 della normativa sull’ordina-mento notarile, il quale stabilisce che il notaio deve custodire con esattezza ed in luogo sicuro, con i relativi allegati, gli atti da lui ricevuti compresi gli inventari di tutela ed i verbali delle operazioni di

divisione giudiziaria, salvo le eccezioni stabilite dalla legge, nonché gli atti da lui depositati per disposizione di legge o a richiesta delle parti, con determina-te modalità di tenuta cronologica e per numero progressivo. Allo stesso modo deve custodire i te-stamenti pubblici, i testamenti segreti e gli olografi depositati presso se mede-simo con determinate modalità, fermo restando sempre l’autenticazione delle firme apposte, in fine delle scritture private ed in margine dei loro fogli intermedi, alla presenza del notaio.Con la novella de qua tutti gli indicati documenti, comprese le copie infor-matiche degli atti rogati o autenticati su supporto cartaceo, se informatici dovranno essere conservati parimenti in un “luogo sicuro”. La conservazione di documenti cartacei, tuttavia, pone problemi differenti da quella relativa ai documenti informatici in cui andran-no valutati diversi aspetti relativi alla sicurezza informatica logica e fisica. Quando si parla di sicurezza informa-tica, infatti, l’unica certezza cui si può ragionevolmente convenire è che la sicurezza informatica assoluta non esi-ste; può semmai esistere una sicurezza informatica relativa, cioè la più o meno probabilità che un evento accada o non accada. Certamente quello della sicurezza informatica è, pertanto, un aspetto che non può e non deve essere trascu-rato tenuto conto della rilevanza della funzione pubblica svolta dal notaio e di questo se n’è accorto lo stesso le-gislatore il quale ha previsto che il no-taio si debba avvalere di una struttura centralizzata predisposta e gestita dal Consiglio Nazionale del Notariato nel rispetto dei principi di cui all’art. 60 del d.lgs. n. 82/2005, ovvero nel rispetto di regole tecniche cui dovrà rispondere il sistema informativo organizzato.I documenti conservati nel “luogo sicuro” individuato dal legislatore costituiranno ad ogni effetto di legge originali infor-matici da cui attingere copie e duplicati.Se così è, com’è, de iure condendo sarà interessante verificare quali saranno le regole tecniche cui dovrà rispondere il sistema centralizzato organizzato e gestito dal Consiglio Nazionale del Notariato al fine di “garantire” la con-servazione (rectius: la memoria digita-

le) degli atti pubblici informatici e, dal punto di vista dei “nuovi orizzonti” of-ferti dalla novella de qua, si prevedono nuove occasioni di business, giacché la gestione del sistema informativo ben potrebbe essere affidata a società a partecipazione pubblica in cui la scelta del socio privato sarà il risultato di un procedimento ad evidenza pubblica.Per concludere, senza che la trattazione possa considerarsi esaustiva, con uno o più decreti non aventi natura regola-mentare del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro per la pub-blica amministrazione e l’innovazione e il Ministero per la semplificazione nor-mativa, sentiti il Consiglio nazionale del notariato, il Garante per la protezione dei dati personali e l’ente pubblico non economico DigitPA sono determinate le tipologie di firma elettronica ulteriori rispetto a quelle previste, nonché una serie di regole tecniche per: l’organiz-zazione della struttura centralizzata; la trasmissione telematica, la conser-vazione e la consultazione degli atti e delle copie; per il rilascio delle copie da parte del notaio; per l’esecuzione delle annotazioni sugli atti pubblici; per l’esecuzione delle ispezioni di cui all’ordinamento notarile per il trasfe-rimento agli archivi notarili degli atti, dei registri e dei repertori formati su supporto informatico e per la loro conservazione dopo la cessazione del notaio dall’esercizio della funzione o il suo trasferimento in altro distretto.

In altri termini, il principio di diritto è fatto salvo e il primo vagito verso l’abbandono della carta nell’ambito notarile si è udito; vedremo se le regole tecniche saranno all’altezza delle aspet-tative degli addetti ai lavori.

FABIO TOMMASI

Avvocato, specializzato in diritto delle nuove tecnologie, titolare dello Studio Legale Tommasi

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PAOLO CATTI

La Fatturazione Elettronica e l’EDI: un matrimonio che s’ha da fare!

APPROFONDIMENTI

L’applicazione dei principi della “Fat-turazione Elettronica” si declina con-cretamente in modelli assai diversi tra loro:

la Conservazione Sostitutiva delle fatture o di altri documenti;

la Fatturazione Elettronica “pura” a norma di legge;

la Veicolazione Elettronica delle fatture e di altri documenti del ciclo dell’ordine (in formato strutturato o non strutturato).

Pur nell’alveo di un unico macro-tema - la Fatturazione Elettronica - non si può non riconoscere che questi tre modelli sono tra loro profondamente diversi e caratterizzati da livelli di dif-fusione non omogenei. Sono molte migliaia le aziende che si scambiano fatture in formato elettronico struttu-rato, secondo standard EDI, e qualche migliaio le aziende che conservano in modo sostitutivo le fatture lato attivo o passivo; sono poche unità, invece, le aziende che di fatto “combinano” i due elementi per realizzare ciò che la nostra legislazione definisce Fatturazione Elettronica in senso proprio. Il model-lo di Fatturazione Elettronica “pura” a norma di legge, infatti, è sostanzial-mente inapplicato in Italia. Tuttavia, le migliaia di imprese che scambiano fatture utilizzando i canali EDI sono, nei fatti, estremamente “vicine” a realizzare la Fatturazione Elettronica “pura” a norma di legge.

La Fatturazione Elettronica a norma di legge prevede un accordo tra le parti e l’applicazione di una delle seguenti due procedure di interscambio: l’emissione di una fattura elettronica, firmata digi-talmente, oppure l’invio della fattura attraverso un canale informatico che intrinsecamente garantisca integrità e autenticità ai documenti trasferiti.

Da questi elementi emerge che è sempre possibile fare Fatturazione Elettronica all’interno di una rete EDI, se si applica la firma digitale ai singoli documenti fattura: questi, poi, do-vranno essere conservati dal mittente e dal destinatario nel formato digitale firmato al momento della creazione del documento – posto che lo standard del formato adottato risulti chiaramente identificato/pubblicato e possa essere reso visualizzabile senza incertezze.Una possibile alternativa all’uso della firma elettronica è data dall’opportu-nità di utilizzare il canale EDI stesso. All’EDI fa esplicito riferimento il De-creto Legislativo n. 52 del 20 febbraio 2004, nel quale si evidenzia che le reti EDI devono garantire “autenticità e integrità”. La circolare 45/E del 2005 dell’AdE (Agenzia delle entrate), inol-tre, precisa che i requisiti di autenticità e integrità devono essere garantiti in conformità alla Raccomandazione 94/820/CE. È dunque opportuno entrare nel me-rito della Raccomandazione 94/820/CE, che si pone l’obiettivo di favorire

un approccio uniforme per la risolu-zione di eventuali problemi giuridici connessi all’uso di sistemi EDI e, quin-di, “raccomanda” - a clienti e fornitori che si scambiano documenti EDI - di sottoscrivere un accordo la cui strut-tura di massima deve essere coerente con quanto presente nell’allegato della Raccomandazione stessa. In tale strut-tura di accordo, tuttavia, non si entra mai nel merito di come sia necessario garantire la sicurezza del sistema di trasmissione adottato. Semplicemente, nell’articolo 10, la Raccomandazione suggerisce che l’accordo compren-da un allegato tecnico in cui siano descritte le modalità per garantire la “sicurezza dei messaggi EDI (verifica dell’origine, verifica dell’integrità, non disconoscimento dell’origine e del rice-vimento, riservatezza)” e in altri articoli suggerisce modalità e regole di buon senso nella gestione della relazione EDI. L’obiettivo ultimo dell’accordo, dunque, è quello di far sì che cliente e fornitore convengano nel considerare come non ripudiabili i documenti rice-vuti attraverso il canale EDI.La presenza dell’accordo formalizzato in casi di relazione diretta tra un cliente e un fornitore - o, al più, intermediata da un unico provider - consentirebbe, dunque, di trasformare immediata-mente le fatture inviate via EDI in Fatturazione Elettronica. La situazione si fa più problematica, invece, in presenza di reti EDI inter-mediate da più operatori EDI (VAN

Un appropriato impiego del Canale EDI, come peraltro previsto dalle normative vigenti, può rappresentare una valida alternativa alla Firma Elettronica Qualificata per garantire l’autenticità dell’origine e l’integrità del contenuto delle fatture

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EDI), sia in quanto storicamente negli accordi tra le parti commerciali il riferimento a procedure tecniche re-lative alla sicurezza dei messaggi EDI è a oggi assente e lasciato all’accordo tra singole imprese e VAN EDI, sia perché in questi accordi le procedure di funzionamento della rete (e quindi anche gli elementi che garantiscono autenticità e integrità) spesso non sono descritte nel dettaglio.In Italia sono molte le reti EDI non costituite da un unico intermediario (Figura 1). L’analisi sulla diffusione dei diversi modelli di rete fra le prin-cipali comunità EDI italiane mostra, infatti, come siano significativamente più diffusi i modelli che prevedono il coinvolgimento di uno o due provider EDI: il modello con un unico provi-

der (noto in letteratura anche come “modello 3-corner”) è frequente nel caso siano presenti iniziative di filiera che assegnano il ruolo di provider di riferimento a un unico soggetto, come nel caso di EDIEL per il segmento Elettrodomestici ed Elettronica di con-sumo o del Consorzio DAFNE per il Farmaceutico. Al contrario, è tipico il modello 4-corner (ogni azienda ha un proprio intermediario che ne supporta l’interfacciamento con le altre imprese, quindi tra due aziende si trovano due intermediari) in Community che non hanno definito un unico provider di riferimento, come per esempio nel Largo consumo dove Indicod-ECR ha scelto di assegnare la certificazione Euritmo a più provider (a oggi, sono 7 i provider certificati).

Nelle reti EDI costituite da più inter-mediari è frequente anche la tradu-zione dei documenti gestiti in diversi standard (da Eancom 90.1 a Eancom 96.A, da Eancom 96.A a formati pro-prietari, ecc.). Se da un punto di vista strettamente “commerciale”, dunque, vi è piena fi-ducia tra mittente/destinatario e VAN EDI, risulta a oggi più impegnativo, per le parti commerciali, “dichiarare for-malmente” che stanno utilizzando una rete EDI (costituita da più VAN EDI) che garantisce integrità e autenticità, sapendo che questa loro dichiarazione farebbe fede in caso di contenzioso con le Autorità ispettive (e “libera” i VAN EDI da qualsiasi responsabilità).Esaminando il processo di interscam-bio documentale EDI supportato

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Figura 1 – Le reti EDI in funzione del numero dei VAN che coinvolgono[Fonte: Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, School of Management Politecnico di Milano, 2010 www.osservatori.net]

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da un VAN, emergono comunque numerosi accorgimenti di sicurezza che il VAN generalmente effettua (o potrebbe effettuare) per assicurare ai propri clienti garanzia di autenticità e integrità. Per esempio, il canale con cui il cliente invia al VAN un documento da trasfe-rire a un’altra azienda è spesso costitu-ito da un canale di trasmissione sicuro. Una volta ricevuto il flusso dei dati, il VAN tiene traccia della “presa in ca-rico” del documento alimentando un file di log che contiene un record per ogni flusso ricevuto e “rende visibile” al mittente un primo acknowledgment (ACK1) che attesta l’avvenuta ricezio-ne da parte del VAN. A questo punto, l’applicazione di specifiche regole con-sente il riconoscimento di mittente e ti-pologia di documento, per verificare se

l’invio di tale documento è autorizzato. Se l’invio del documento è autorizzato, i sistemi del VAN procedono con la verifica della correttezza formale e sin-tattica, evidenziando messaggi illeggi-bili o danneggiati. Se necessaria, viene effettuata la traduzione del formato e in seguito il documento viene messo a disposizione del destinatario. A questo punto, viene prodotto un secondo acknowledgement (ACK2) che infor-ma il mittente dell’avvenuta messa a disposizione del documento al destina-tario. Quando il destinatario ha scarica-to il proprio messaggio (attraverso un canale di trasmissione sicuro), il VAN produce un terzo acknowledgement (ACK3) che attesta l’avvenuta conse-gna. Eventuali ulteriori VAN intermedi tra mittente e destinatario procedono con analoghe attività. Ogni singolo

VAN potrebbe quindi garantire auten-ticità e integrità del documento per la parte di trasmissione che gli compete, ma non può a oggi garantire al proprio cliente che l’intera rete (composta da più VAN) sia nel suo complesso in gra-do di assicurare la medesima integrità e autenticità del documento.In definitiva, i motivi per cui le solu-zioni EDI non sono, a oggi (ancora), considerabili Fatturazione Elettronica sono di due tipologie. La prima è un “vuoto interpretativo” nell’attuale normativa, che non precisa adeguatamente come si debbano veri-ficare i requisiti di autenticità e integrità negli scambi EDI. La seconda motivazione è che i be-nefici della Fatturazione Elettronica possono essere colti quasi al 100% senza formalmente adottare il modello

Figura 2 - Le procedure di sicurezza nella struttura degli scambi EDI[Fonte: Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, School of Management Politecnico di Milano, 2010www.osservatori.net]

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della Fatturazione Elettronica “pura” a norma di legge e, quindi, senza in-correre anche negli obblighi associati all’uso di tale modello (conservazione delle fatture entro 15 giorni dall’emis-sione delle stesse). È infatti sufficiente combinare ingegnosamente i modelli di scambio elettronico dei documenti con i modelli di Conservazione Sosti-tutiva di fatture analogiche lato attivo e passivo - combinazione realizzabile sempre più efficacemente, grazie alle recenti Risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate - per ottenere una soluzione che “assomiglia” alla Fatturazione Elettronica “pura” senza però esserlo, ai termini di legge.

Questa paradossale situazione potreb-be essere superata, riconoscendo aper-tamente la piena dignità dei modelli EDI. Per capire come fare Fatturazione Elettronica in Italia utilizzando il cana-le EDI – in modo da fornire adeguate garanzie a tutte le parti in causa: clienti, fornitori, VAN, Agenzia delle Entrate ecc. – sarebbe dunque auspicabile che gli organi di controllo si esprimessero apertamente precisando che cosa “operativamente” significa “fare EDI in conformità alla Raccomandazione 94/820/CE”.

In sintesi, è quindi molto piccola la distanza concettuale tra l’affermazione “poche decine di imprese fanno Fattu-razione Elettronica ‘pura’ a norma di legge in Italia” e l’affermazione - assai più positiva - “molte migliaia di imprese fanno Fatturazione Elettronica ‘pura’ a norma di legge in Italia, utilizzando il canale EDI”.

LA CRESCITA DELLE COMUNITÀ EDIL’ecosistema delle comunità EDI, ingiustamente considerato “old eco-nomy” nei primi anni 2000, è in realtà più vivo che mai. Lo “sviluppo” di queste comunità sta avvenendo secon-do tre direzioni. In primo luogo, si ha una crescita “organica” delle comunità EDI più storiche, sia in termini di rappresenta-tività del settore – numero di imprese coinvolte e numero di relazioni attive – sia in termini di copertura del ciclo ordine-pagamento – tipicamente af-

fiancando al più tradizionale scambio dei documenti base del ciclo, quali ordini e fatture, altri documenti quali i database di allineamento delle anagrafi-che, le conferme d’ordine, i documenti di trasporto, le notifiche di ricevimento merci ecc.. In secondo luogo, si ha un fenomeno “osmotico” di estensione dei modelli sviluppati in alcuni settori verso altri settori, grazie all’esempio positivo e alla diffusione dei risultati delle “good practice”. Sono esempi paradigmatici, in questo senso, la nascita negli ultimi tre anni della comunità EDI nel settore Elet-trodomestici ed Elettronica di con-sumo, il coinvolgimento di operatori dei Trasporti e Logistica nei lavori di molte comunità EDI, l’apertura degli

standard tipici del Largo consumo a settori limitrofi (il Materiale edile, per esempio), l’apertura del mondo Far-maceutico verso la Sanità Pubblica. In terzo luogo, il lavoro imperniato sul-lo scambio elettronico dei documenti ha costituito il trampolino di lancio verso altri progetti di collaborazione di filiera: questo dimostra, una volta di più, il valore insostituibile di queste iniziative. Significativi, al riguardo, sono i progetti di “logistica collabora-tiva” nel Farmaceutico o di supporto alla tracciabilità di filiera promosso da Indicod-ECR quale rappresentante italiano di GS1.L’esperienza delle comunità EDI dimostra come i modelli più evoluti della Fatturazione Elettronica siano già

I progetti di crescita delle comunità EDI

La nuova piattaforma WebEDI di METEL - Il rilascio della nuova piat-taforma WebEDI di METEL rende ancora più semplice per le aziende operanti nel settore del Materiale elettrico l’utilizzo del canale METEL per lo scambio in formato elettronico strutturato dei documenti del ciclo dell’ordine, a partire dal Listino che rappresenta il mattone fondamentale per poter cogliere appieno i benefici dell’integrazione di filiera. La nuova piattaforma abilita ulteriori funzionalità, fra cui si segnalano in partico-lare il monitoraggio della qualità dei messaggi scambiati (per esempio, controllo ordini doppi, segnalazione anomalie in fattura), il tracking onli-ne sui documenti inviati e la possibilità di richiedere la predisposizione di fatture elettroniche.

Il progetto “Catalogo elettronico” di Indicod-ECR - Il progetto “Catalogo elettronico” – la soluzione finalizzata a garantire l’allineamento sincro-nizzato delle informazioni anagrafiche di prodotto tra le aziende della produzione e della distribuzione, su scala globale grazie all’impiego dello standard GS1 GDSN – ha oggi il pieno commitment delle 30 primarie aziende del Largo consumo che costituiscono il Consiglio Direttivo di Indicod-ECR. In linea con questo forte impegno, le 10 principali insegne della GD/DO (che coprono oltre il 75% del mercato italiano) hanno già richiesto ai propri fornitori di utilizzare il “Catalogo elettronico” e sono già operativi i primi casi pilota.

Il raggiungimento della piena operatività di EDIEL Servizi - A poco più di due anni dalla concezione del “progetto EDIEL”, anche nella filiera degli Elettrodomestici e dell’Elettronica di consumo è oggi realtà l’utilizzo del-le soluzioni a supporto dello scambio dei documenti del ciclo dell’ordine in formato elettronico strutturato standard. Nel corso del 2009 si sono registrate sia, da un lato, la chiusura dei casi pilota – che hanno contribu-ito a smussare le fisiologiche spigolosità connaturate all’adozione di una nuova prassi operativa – sia, dall’altro, l’entrata a regime di 62 produttori e 26 retailer, che hanno generato un “traffico” complessivo superiore ai 170 mila documenti scambiati nell’anno.

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concretamente attuati – o, in ogni caso, culturalmente compresi – in migliaia di imprese. In molte di esse lo scambio elettronico di fatture strutturate già avviene da anni, o è comunque in fase di introduzione. Senza dubbio lo scambio di fatture è già originalmente inscritto in più ampi progetti di automazione dell’intero Ciclo Ordine-Pagamento.

PAOLO CATTI

Responsabile Ricerca Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, School of Management Politecnico di Milano

La crescita per “osmosi” delle comunità EDI

Il progetto “DAFNE Ospedali” - Il Consorzio DAFNE ha dato vita, nel 2005, al progetto “DAFNE Ospedali” con cui si propone di trasporre nella relazione con le aziende sanitarie la decennale esperienza maturata nell’integrazione dei flussi informativi del ciclo dell’ordine fra aziende farmaceutiche, depositari e distributori intermedi. In parti-colare, gli Enti Ospedalieri hanno l’opportunità di trasmettere ordini e ricevere conferme d’ordine, DDT e fatture in formato elettronico strutturato standard, secondo uno dei protocolli del Consorzio (EDIFACT, Easy DAFNE, XML). Sono oggi 46 fra Regioni, Aree Vaste, ASL e Aziende Ospedaliere – per oltre 650 presidi – gli Enti attivi nell’interscambio informativo con le aziende del Consorzio DAFNE aderenti al progetto.

Il coinvolgimento degli Operatori Logistici nel settore Elettrodomestici ed Elettronica di consumo - EDIEL pro-muove la collaborazione di filiera attraverso l’adozione di soluzioni di Integrazione del Ciclo dell’Ordine supportate dall’EDI nel mondo degli Elettrodomestici e dell’Elettronica di consumo (nella relazione tra produttori/importatori e retailer). La progressiva diffusione dell’interscambio di documenti in formato elettronico strutturato standard rende disponibile un patrimonio informativo la cui condivisione anche con gli Operatori Logistici permetterebbe di raggiungere importanti miglioramenti in termini sia di efficienza sia di efficacia lungo l’intera filiera. Il nuovo progetto di EDIEL prevede la realizzazione di un “portale di filiera” che integri i flussi EDI standard, intercettandoli, garantendo la massima apertura e flessibilità di implementazione. L’attività di identificazione delle principali aree di miglioramento e la successiva delineazione delle funzionalità ha visto il fattivo coinvolgimento anche di tutti i principali Operatori Logistici attivi nel settore, con commitment analogo anche lato industria e distribuzione. Un ruolo importante nel progetto è svolto da Indicod-ECR quale rappresentante italiano di GS1, che sta sviluppando a livello internazionale standard e soluzioni B2b proprio per il settore Trasporti e Logistica.

I progetti di eSupply Chain Collaboration nelle comunità EDI - Il progetto “Logistica Collaborativa” del Consorzio DAFNE Il progetto si articola su due filoni principali: lo sviluppo e la diffusione dell’interscambio informativo in formato elettronico strutturato standard, adottando uno dei diversi protocolli supportati dal Consorzio (EDIFACT, Easy DAFNE, XML) e, in parallelo, la definizione di sistemi standard per l’identificazione degli elementi fisici. In quest’ultima area si collocano le sperimentazioni in ambito RFId e la definizione di contenuti e layout comuni a livello di Consorzio per l’etichetta logistica. Con riferimento allo scambio in formato elettronico strutturato stan-dard dei flussi documentali connessi al ciclo dell’ordine, l’obiettivo è rendere possibile la condivisione lungo la filiera di un maggior numero di informazioni “in tempo reale”. Molte informazioni sono, infatti, disponibili già all’atto della disposizione di consegna fisica delle merci, ma non vengono veicolate “a valle” in tempo utile per cogliere i vantaggi della gestione sincronizzata delle consegne. In linea con questi obiettivi, il Consorzio ha ritenuto necessario coinvolgere nello scambio dei principali messaggi a supporto della fase di consegna (nello specifico, Av-viso di Spedizione, DDT e Notifica Ricevimento Merci) anche gli Operatori Logistici, oltre a grossisti e distributori. Allo stato attuale il progetto vede coinvolto più del 25% del mercato farmaceutico (a valore), arrivando a coprirne oltre il 50% se si considerano anche gli attori in progress.

Il progetto EPCIS di Indicod-ECR - Lo standard internazionale RFId (Radio Frequency Identification o Identifica-zione in Radio Frequenza) per la supply chain del Largo consumo prende il nome di EPC (Electronic Product Code o Codice Prodotto Elettronico) ed è gestito da EPC Global e dalle organizzazioni GS1 nazionali (Indicod-ECR per l’Italia). Nell’ambito dello standard EPC, il veicolo fondamentale per lo scambio di informazioni tra gli utenti è l’EPC Information Service (EPCIS). EPCIS – che si compone di un insieme di interfacce per lo scambio dati – fornisce importanti funzionalità per migliorare l’efficienza, la sicurezza e la visibilità nella supply chain. Il valore aggiunto del network è rendere possibile la tracciabilità lungo supply chain anche molto complesse e articolate, tramite la combinazione di informazioni raccolte da interscambi EDI, Web services e applicazioni RFId. Diventa possibile, quindi, ricostruire la storia di ogni singolo prodotto dalla sua origine fino al punto in cui l’utente richiede le infor-mazioni, passando attraverso tutti gli eventuali passi intermedi intermedi.

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NICOLA ROSSI

La dematerializzazione documentale ai tempi della crisiQuali le caratteristiche di un sistema di dematerializzazione che non sia accessibile solo a pochi, ma che possa essere adottato anche da piccole e medie aziende e dagli studi professionali?

APPROFONDIMENTI

Negli ultimi anni è emersa, in tutta evi-denza, l’esigenza di realizzare sistemi di dematerializzazione digitale di tutti gli archivi dei documenti cartacei oggi ge-stiti dalle aziende e dagli enti pubblici.Allo stesso tempo sono stati condotti approfonditi studi e valutazioni sulla convenienza di queste realizzazioni che hanno ampiamente evidenziato i significativi ritorni economici che la dematerializzazione può offrire.Da una parte si rende più facile l’ac-cesso alle informazioni e si riduce drasticamente il tempo dedicato a raggiungere i documenti con un consi-derevole risparmio economico e, cosa non trascurabile, con un miglioramen-to della qualità del lavoro per numerose attività amministrative.Dall’altra, con la diffusione nel tempo della posta certificata e dell’utilizzo del-la posta elettronica per lo scambio dei documenti formali tra le aziende e per l’invio dei documenti fiscali verso le amministrazioni pubbliche, si realizze-rà una significativa riduzione dei costi di produzione dei documenti cartacei e del loro inoltro ai destinatari.Questi vantaggi sono importanti, eco-nomicamente verificabili e, potenzial-mente, ad ampio raggio di utilizzo per tutta la vasta platea degli operatori eco-nomici e tali da ottenere l’attenzione di tutto il mercato dell’IT ed il consenso della maggior parte degli operatori e degli analisti del settore.A fronte di quest’unanime ed ampio potenziale si deve constatare che, di fatto, l’adozione delle soluzioni da

parte delle aziende è stato negli ultimi due, tre anni nettamente inferiore alle aspettative.La prima causa di questa lentezza nella realizzazione di soluzioni di demate-rializzazione documentale è unanime-mente attribuita alla crisi economica che ha bloccato la maggior parte dei nuovi investimenti, soprattutto nei settori tecnologici, nei quali ricade certamente la dematerializzazione do-cumentale.Questa ipotesi ha certamente una base di validità, infatti negli ultimi due anni sia la riduzione dei budget sia la con-centrazione dell’attenzione aziendale alla sole attività operative ha indotto

molti centri decisionali delle aziende a non porre in priorità la realizzazione di soluzioni innovative il cui ritorno economico non fosse a tempi brevis-simi, inferiori ai 12 mesi. Tra l’altro, le realizzazioni innovative in tempi di crisi rappresentano un elemento cer-tamente non prioritario, considerato quasi da temerari.Tutto qui?Probabilmente la crisi, pur essendo la principale, non è l’unica ragione di tut-to questo ritardo. La crisi, inoltre, come si va dicendo in giro, dovrebbe essere un’occasione per riesaminare e riequili-brare il posizionamento dei prodotti e delle soluzioni offerte dal mercato.

Fig. 1 - Esempio postazione mobile

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Certamente l’attuale offerta di prodotti e soluzioni per realizzare a pieno la de-materializzazione documentale risulta, ad un esame attento, impegnativa dal punto di vista economico, richiede tem-pi non molto brevi di realizzazione ed è in generale piuttosto complessa con la ne-cessità di acquisire o di sviluppare solu-zioni applicative verticali. A seguito di ciò la dematerializzazione documentale resta prevalentemente appannaggio di poche grandi aziende e di pochi grandi enti statali e, con le dovute eccezioni, non rientra nei piani delle aziende me-die e degli studi professionali. Il mercato richiederebbe, invece, pro-dotti e soluzioni con caratteristiche ben precise in termini di semplificazione dell’utilizzo e di drastica riduzione dei tempi di realizzazione nonché dei costi. In questa prospettiva sono state individuate due fondamentali categorie di prodotti.

PRODOTTI INTEGRATI HW/SW PER LA DEMATERIALIZZAZIONE DEI DOCUMENTI CARTACEI

Si tratta di un’integrazione di scanner con unità di elaborazione e con appli-cazioni sviluppate specificatamente per la dematerializzazione. Questi sistemi dovranno avere le seguenti principali caratteristiche: essere impiegabili facilmente in sedi

periferiche ed in uffici decentrati; essere di uso immediato da parte

degli operatori per semplificarne l’utilizzo e per ridurre al minimo le necessità di addestramento di ampie

basi di utenti; permettere la realizzazione di posta-

zioni polivalenti che possano essere presentate come interfaccia unica di digitalizzazione per l’intera infra-struttura;

avere contenuti applicativi genera-lizzati e parametrizzabili per ridurre i tempi ed i costi delle personalizza-zioni;

permettere non solo l’inoltro via mail dei documenti elettronici creati,

ma anche l’archiviazione ed il trasfe-rimento, per particolari documenti come ad esempio le fatture passive, ad attività di elaborazione successi-va;

essere utilizzabili in diverse situazio-ni operative:

- stazioni PC per uso personale; - stazioni dipartimentali per l’uti-

lizzo da parte di componenti di un gruppo di lavoro, oppure da parte di un ufficio locale o decentrato;

Fig. 2 - Esempio postazione dipartimentale

Fig. 3 - Flusso logico

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- postazioni mobili di scansione per gli utenti che operano in mo-bilità sul territorio o nella struttura di lavoro.

Tutto ciò per soddisfare la gamma più ampia possibile di esigenze. L’adozione di tali prodotti consente la demate-rializzazione di qualsiasi documento cartaceo, sia proveniente dall’esterno, sia generato all’interno dell’organizza-zione, sin dal primo momento in cui il documento cartaceo entra in contatto con la struttura aziendale garantendo, così, tempi di attesa predefiniti per la disponibilità del documento per la consultazione di tutti gli utenti autoriz-zati a farlo. La gestione centralizzata di un tale insieme di postazioni permette di costituire una rete di dematerializza-zione dei documenti che, se necessario, può estendersi anche oltre i confini della propria realtà aziendale (agenti, consulenti, terze parti, etc.).

SOLUZIONI DI ARCHIVIAZIONE DOCUMENTALE FACILI DA USARE E FUNZIONALMENTE COMPLETE Le soluzione in esame dovranno offrire a tutti gli utenti le funzioni più evolute di scansione, di elaborazione, di archiviazione e di consultazione documentale con un’interfaccia utente molto semplice e dall’uso immediato.Queste soluzioni in particolare do-vranno:

permettere di gestire ogni nuova problematica documentale in modo semplice ed intuitivo attraverso l’uti-lizzo di “wizard” di configurazione che guidano l’utente attraverso i passi necessari alla definizione delle proprie esigenze;

disporre di una libreria di soluzioni pre-definite pronte all’uso e per-sonalizzabili che rispondano alle principali problematiche di archivia-zione elettronica (fatture, pratiche personale, ordini, assegni, bollettini postali, protocollo);

permettere di pilotare una vasta gamma di scanner disponibili sul mercato;

mettere a disposizione strumenti professionali per l’elaborazione dell’immagine e l’indicizzazione dei documenti (OCR, data entry);

permettere di alimentare un proprio sistema di navigazione che, a partire dai valori degli indici disponibili, selezioni i documenti oggetto della ricerca e li faccia consultare, ed an-che i sistemi di consultazione esterni più diffusi sul mercato;

essere utilizzabili da parte degli utenti senza richiedere lunghe e complesse attività di addestramento.

Una soluzione di questo tipo per la ric-chezza funzionale e per la facilità d’uso potrà risolvere le esigenze di archivia-zione documentale e di consultazione anche della maggior parte degli studi

professionali e delle aziende medio piccole che già sentono l’esigenza di dotarsi di una soluzione di archiviazio-ne documentale elettronica. Attraverso l’uso di prodotti e soluzioni rispondenti a queste caratteristiche si potranno realizzare in tempi certi e contenuti, ed a costi notevolmente in-feriori a quelli attuali, sistemi completi per la dematerializzazione di documen-ti cartacei e si potrà estendere l’utilizzo di queste applicazioni a strutture che, con le soluzioni oggi disponibili, non riescono ad affrontare la problematica o per la sua complessità o per i costi eccessivi.

NICOLA ROSSI

Presidente di NICA

Fig. 4 - Esempi di wizard

NICA ad OMAT-ROMA presentaDOCS Suite:

insieme di prodotti HW per la dematerializzazione.

OPUS.Easy: sistema applicativo

per la dematerializzazione di uso immediato.

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MARCO RUSSO E ALBERTO FERRARI

Self Service Business Intelligence con PowerPivotIl mercato italiano è ancora prudente nei confronti di questa tecnologia, ma vi sono tutti i presupposti affinché si sviluppi in modo consistente

APPROFONDIMENTI

Da alcuni anni il termine Business In-telligence (normalmente abbreviato in B.I., con pronuncia all’inglese) è diven-tato uno degli obiettivi di ogni azienda. La sua definizione è molto ampia e spa-zia dalla raccolta di ogni informazione, non solo numerica, alla visualizzazione di grafici e tabelle, sintetiche e aggre-gate, fino ad arrivare alla generazione di indicatori di prestazione visualizzati all’interno di veri e propri cruscotti aziendali. Una volta introdotta in azienda, la BI ha una forza pervasiva enorme. Si inizia normalmente con un piccolo sistema di analisi che ha obiettivi poco ambiziosi per testare la tecnologia e, una volta verificati i van-taggi che derivano dalla sua adozione, si arriva rapidamente all’introduzione di sistemi di BI a tutti i livelli, fino a considerare i dati presenti nella BI come l’unica vera fonte di reportistica aziendale, la sola verità a disposizione di manager e analisti.Attenzione però, perché la strada che porta ad una buona soluzione di BI non è semplice come vorrebbero far credere molte presentazioni e molti siti web. L’introduzione di un sistema di BI prevede sempre, come primo passo, la costruzione di un Data Warehouse aziendale, cioè di un sistema che rac-colga tutte le informazioni sparse nei diversi sistemi informativi e le integri in una visione coerente, aggiornata e corretta della realtà aziendale. Questo passaggio fondamentale, di cui si sottostimano spesso i costi, spesso evidenzia la presenza di dati sporchi,

di incoerenze nella gestione delle di-verse entità o, peggio, la presenza di informazioni di vitale importanza non opportunamente strutturate, facendo sorgere così la necessità di rivedere e formalizzare meglio alcuni passaggi nel flusso dei dati.

Vedere in questo un problema è fuorviante, la costruzione del Data Warehouse è in realtà una grossa op-portunità per fare le “pulizie di prima-vera” nei sistemi aziendali, garantendo che tutti i sottosistemi siano allineati con le esigenze di reportistica azien-dale delineate nel Data Warehouse. Se è quindi vero che la creazione del Data Warehouse è spesso sottostimata in termini di costi, è d’altra parte vero che si tratta di un momento di aggre-gazione e revisione aziendale di valore inestimabile.

Quante volte capita di avere, anche in aziende di grandi dimensioni, più reparti che preparano il budget con semplici fogli Excel, la cui struttura è lasciata alla fantasia e all’inventiva di ogni responsabile? Questi fogli non sono facilmente integrabili e richiedo-no un lavoro umano (quindi soggetto ancora a interpretazioni ed errori) per la produzione di un vero budget azien-dale. Inoltre il lavoro di aggiornamento dei dati è così complesso da portare a considerare l’attività di previsione come una seccatura burocratica, piut-tosto che come un vero incontro con le proprie possibilità e desideri aziendali, riducendo la qualità dei dati e, di con-seguenza, la loro efficacia.Creare Business Intelligence significa, quindi, automatizzare i processi di acquisizione dei dati, definire standard che semplifichino la loro condivisione

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QlikTech

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Board Internationalarcplan

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CHALLENGERS

NICHE PLAYERS

LEADERS

VISIONARIES

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Figura 1: Magic Quadrant For Business Intelligence Platform (fonte Gartner - Gennaio 2010)

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fra i diversi reparti e rendano consape-vole ogni manager del fatto che i suoi dati saranno integrati in una visione più grande, coerente e rapida da interroga-re, portando enormi benefici a ogni livello. In fondo, il fatto che il mercato della BI sia in continua crescita nono-stante i recenti problemi del mercato, e che questa crescita sia costante negli anni, è un segnale inequivocabile del fatto che, quando funziona, la Business Intelligence fornisce veramente una marcia in più alle aziende e i progressi non si fermano di fronte alla necessità di investire, anche quando i soldi per farlo sono pochi. Il mercato offre molti sistemi differenti per la creazione di strumenti di Business Intelligence e qui

non abbiamo spazio né per proporre un elenco di tutti questi produttori, né di compararli. Vogliamo invece spen-dere due parole per vedere quali sono le ultime novità del mercato e come queste si integrino nello scenario della Business Intelligence. Le prime realtà che hanno introdotto la Business Intel-ligence sono state, ovviamente, le gran-di aziende che, avendo a disposizione la possibilità di fare grossi investimenti, hanno creato dei Data Warehouse aziendali per analizzare i propri dati. Il passaggio successivo, che si è con-cretizzato in questi ultimi anni, è stato l’introduzione delle stesse tecnologie nelle aziende medio piccole che, con progetti dal respiro ovviamente più ri-

dotto, hanno cominciato a beneficiare degli strumenti di reportistica evoluta che il mercato ha reso disponibili. In queste aziende non è ovviamente possibile creare grandi progetti della durata di molti anni: i risultati devono essere disponibili e produttivi entro pochi mesi dal kick-off perché siano finanziabili.Dunque, siccome la creazione del Data Warehouse è un processo comunque complesso, in questi progetti ci si con-centra sempre sugli aspetti più cruciali dell’azienda, tralasciando volutamente i dettagli dei singoli uffici perché – sem-plicemente – non sarebbe economico fare investimenti di larga scala in rela-zione ai benefici più ridotti che ne de-

Figura 2 - Esempi di Tabelle create con PowerPivot

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riverebbero. Ovviamente, l’esigenza di analisi dei singoli reparti che potrebbe non essere completamente soddisfatta dal Data Warehouse aziendale, rimane un’esigenza aperta, e il mercato, lo sappiamo bene, prima o poi cerca di coprire tutte le esigenze. Stiamo quindi assistendo negli ultimi mesi alla nascita di un nuovo modo di fare Business In-telligence che nasce con il nome di Self Service BI: in altre parole, la Business Intelligence a disposizione del singolo, come naturale complemento della più ambiziosa Corporate BI.Ovviamente, la Self Service BI non può utilizzare strumenti complessi come quelli creati per i Data Wa-rehouse aziendali: è necessario avere software più semplici e meno potenti, ma che incontrino le necessità degli utenti senza costringerli a diventare de-gli esperti informatici. Ci sono già sul mercato strumenti per produrre Self Service BI, basti pensare a prodotti come QlikView o Vizubi. Quest’anno abbiamo, poi, visto scendere in campo un colosso come Microsoft che con PowerPivot, l’add-in gratuito per Excel, disponibile da metà 2010 sul sito www.powerpivot.com, ha definitivamente aperto le porte alla Business Intelli-gence a disposizione di tutti, rendendo inoltre pubblica la propria roadmap per la BI che prevede Excel come il

sistema di analisi d’elezione, SQL Ser-ver per il Data Warehouse aziendale e PowerPivot per la Self Service BI.PowerPivot possiede una base dati pro-prietaria che permette di superare quasi tutti i limiti contro i quali gli utenti si scontravano nel tentativo di analizzare grosse moli di dati con Excel. Le informazioni non sono più ca-ricate direttamente nei fogli Excel, ma risiedono in un potente database “colonnare” che coniuga l’enorme velocità di accesso con dei sofisticati algoritmi di compressione. Per fare un esempio, possiamo caricare più di 100 milioni di righe di dati in un foglio Excel mantenendone comunque le di-mensioni entro poche centinaia di MB, in modo da poterne effettuare l’analisi su normali computer desktop o por-tatili. Ovviamente, non tutti gli utenti hanno la necessità di gestire centinaia di milioni di righe di dati, ma essere coscienti che il limite dello strumento è così alto farà sicuramente dormire sonni tranquilli a tutti. Una volta che i dati sono stati caricati in PowerPivot, l’analisi è molto semplice perché si basa sulle note tabelle Pivot, uno strumento che permette di incrociare liberamente su righe e colonne qualunque attri-buto delle nostre tabelle, delegando il compito di fare i calcoli ed aggregare le informazioni al motore sottostante,

che risponde in tempi praticamente istantanei. Anche in questo caso un esempio rende meglio di tante parole: le tabella che vedete nelle figure (2 e 3) sono state create con PowerPivot, si basano su circa tre milioni di righe di vendite e sono aggiornate in tempo reale rispetto ai criteri di filtro imposta-ti. Aggiungere un valore, un filtro o un altro campo di separazione ripropone i risultati in meno di mezzo secondo, anche su un comune notebook. Tutto questo sembra davvero affascinante, e in effetti lo è, ma bisogna fare attenzio-ne a non lasciarsi trasportare dall’entu-siasmo. PowerPivot è uno strumento di analisi, ma non fa tutto da solo. Esso ci mette a disposizione un potentissi-mo motore di calcolo e interfacce che permettono di caricare dati da qualsiasi database aziendale, ma, per farlo lavo-rare al meglio, è necessario imparare il suo linguaggio di programmazione (noto con il nome di DAX) che, pur basandosi sulle formule di Excel e quindi su un linguaggio già noto ai più, possiede delle caratteristiche uniche che richiedono una inevitabile fase di apprendimento. Inoltre, il modello dati di PowerPivot è diverso da quello di Excel. Non si parlerà più di fogli, celle e formule di calcolo. Il nuovo modello abbandona questi schemi propri di Excel per introdurre tabelle, relazioni,

Sales by Channel

20081 20082 20083 20084 Grand Total

Catalog $ 66,766,445.26 $ 84,938,407.52 $ 93,805,021.50 $ 95,283,140.10 $ 340,793,014.38

Online $ 193,044,716.30 $ 237,909,057.64 $ 238,271,595.51 $ 238,847,601.42 $ 908,072,970.86

Reseller $ 127,747,785.81 $ 156,149,441.79 $ 152,659,940.58 $ 156,414,008.56 $ 592,971,176.74

Store $ 455,510,238.58 $ 555,614,643.53 $ 597,420,074.39 $ 616.616,714.69 $ 592,971,176.74

Grand Total

$ 843,069,185.95$

1,034,611,550.47$

1,082,156,631.98$

1,107,161,464.77$ 4,066,998,833.17

Figura 3 - Esempio di Tabella creata con PowerPivot

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misure e colonne calcolate: tutti con-cetti che permettono di interagire con il database sottostante e creare le pro-prie formule in modo simile, ma non identico, a quanto avveniva con Excel. Niente di così complicato da non es-sere alla portata di un normale utente Excel, ma certamente molti nuovi argomenti da imparare per realizzare le proprie analisi. Il vero punto di forza di PowerPivot è la possibilità di integrare con i dati aziendali anche i dati personali. Possiamo, ad esempio, aggiungere alle informazioni di vendita consolidate i dati previsionali di budget che manteniamo su un foglio Excel, insieme con consuntivi e analisi pre-parate per fare simulazioni avanzate. PowerPivot permette di caricare dati da tutti questi sistemi, integrandoli poi in un report unitario e interattivo.Con l’introduzione della Self Service BI ci aspettiamo di vedere nascere in azienda la figura dell’esperto di Power-

Pivot. Se prima ci capitava di chiedere consigli all’esperto di Excel per una formula particolarmente complicata o per definire bene il nostro modello di analisi, ora chiederemo consiglio all’e-sperto di PowerPivot perché ci guidi verso il metodo migliore per caricare dati e generare le formule di calcolo di indicatori e grafici utili per la nostra reportistica. Attenzione però a non considerare la Self Service BI come la sostituzione della BI aziendale. La creazione del Data Warehouse azien-dale rimane un passo importante nella gestione dei propri dati aziendali e l’in-tegrazione di tutte le fonti dati in una visione complessiva continua a essere l’obiettivo principale da perseguire. La presenza della Self Service BI, però, dona maggiore potenza di analisi ai sin-goli e permette di creare molto rapida-mente analisi estemporanee o prototipi che consentono di migliorare il dialogo fra gli esperti del dominio e i tecnici in-

formatici preposti alla gestione dei dati.L’evoluzione non si limiterà agli utenti Excel, ma toccherà anche gli ammini-stratori dei database. Non dobbiamo dimenticare che per effettuare analisi gli utenti di PowerPivot dovranno avere a disposizione i dati elementari da ag-gregare e trattare. È quindi importante che i responsabili dei database aziendali siano coscienti dell’evolversi dei meto-di di analisi dei propri utenti, così che possano predisporre delle interfacce semplici e comode per permettere l’ac-cesso ai dati. I prossimi anni saranno sicuramente affascinanti per chi, come noi, si occupa di Data Warehouse aziendali sin dalla loro nascita. La Self Service BI porta nuova linfa vitale ai sistemi di analisi, apre le porte a tutti gli utenti volenterosi e porterà alla nascita di nuove figure professionali. Negli Stati Uniti la Self Service BI sta già spopolando, mentre il mercato italiano è ancora in fase di accettazione della tecnologia, ma si cominciano a vedere le prime aziende che proget-tano di integrarla nei propri uffici per ottenere una Business Intelligence più aperta e collaborativa. La tecno-logia avanza, i manager più attenti la cavalcano, il mercato offre nuove entusiasmanti sfide e il futuro della BI appare più roseo che mai, da una parte i fornitori hanno spazio per migliorare i loro prodotti, dall’altra, senza dubbio la più importante, market manager, im-prenditori, commerciali ed analisti po-tranno finalmente realizzare proiezioni ed analisi senza la necessità di aspettare la disponibilità di esperti informatici.

MARCO RUSSO

Consulenti e formatori di Business Intelligence

ALBERTO FERRARI

Grazie a SAP le aziende possono ora provare gratuitamente la Business Intelligence on demand Sap ha recentemente presentato il primo servizio di Business Intelli-gence on-demand che consente alle aziende italiane, anche alle più piccole, di disporre di uno strumento che consenta (gratuitamente) di analizzare i propri dati in modo semplice e chiaro. Collegandosi alle sezione del sito dedicata al servizio denominato “BI for ME” (www.sap.com/italy/business-intelligence), è possibile provare la BI caricando un file in excel e procedendo con l’analisi dei dati, anche complessi, in maniera facile e veloce e con la massima sicurezza. Le caratteristiche di semplicità del servizio, della visualizzazione e dell’esplorazione grafica lo rendono utilizzabile anche da utenti inesperti di Business Intelligen-ce, che hanno la possibilità di lavorare intuitivamente su dati provenien-ti da varie fonti, analizzarli e condividerli. La soluzione infatti permette anche di creare report ad–hoc e di distribuirli ad altre persone all’interno o all’esterno dell’azienda in modo sicuro e affidabile. Con il servizio di Business Intelligence on demand, analisi fondamentali quali calcolare il tasso di crescita delle vendite, analizzare il comportamento d’acquisto dei clienti o monitorare il livello delle scorte a magazzino, diventano per le aziende operazioni molto semplici ed efficaci. È, questa, una scelta ottimale per le imprese di piccole e medie dimensioni che necessitano di funzionalità di analisi chiare, semplici e interattive, per sviluppare processi decisionali più consapevoli e per diffondere le capacità analiti-che ad un numero sempre maggiore di utenti, senza le difficoltà di un progetto tecnologico lungo e complesso. Sono già numerosi, inoltre, i progetti concreti per singoli settori verticali già realizzati dai Partner di SAP che offrono alle aziende strumenti efficaci ed immediati per fron-teggiare le sfide più diverse e affermarsi sull’attuale scena economica.

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FRANCESCO PUCINO

OCR ED ICRPassare dai Pixel ai Caratteri

APPROFONDIMENTI

LA DIGITALIZZAZIONELa digitalizzazione di documenti cartacei oggi è largamente diffusa e consente di produrre immagini fedeli ai documenti di origine, ma prive di contenuto informativo direttamente intellegibile da un computer.Immaginando, ad esempio, di passare allo scanner gli estratti conto che ci invia la nostra banca ogni mese ottenia-mo una serie di immagini che possiamo memorizzare sul computer come file, magari in un sistema di archiviazione ottica, attribuendogli un nome più o meno significativo, per poi visualizzarle e leggerle a video esattamente come se avessimo il cartaceo davanti. Esatta-mente come per il cartaceo, però, se volessimo verificare la presenza di un bonifico di un certo importo, dovrem-mo “sfogliare” questi documenti ad uno ad uno in quanto non potremmo utilizzare alcuna funzionalità di ricerca automatica: per farlo dovremmo prima sottoporre a lettura ottica tali documen-ti, così da estrarne i dati ivi contenuti e renderli intellegibili dal computer sì da usarli per i nostri scopi. La digitalizzazione quindi produce qualcosa di simile a fotografie, im-magini, griglie di pixel e mappe di bit che vanno elaborate ed interpretate per fare in modo da estrarre i dati ivi contenuti e poterli trattare in formato elettronico.La complicazione è data dal fatto che trasformare puntini (pixel) in dati (ca-

ratteri ASCII/unicode), sebbene sia una capacità naturale ed inconscia per un operatore umano, è una cosa estre-mamente ardua per un programma informatico.

OPTICAL CHARACTER RECOGNITIONL’OCR (Optical Character Recognition), utilizzato per il riconoscimento di testo stampato o dattiloscritto, è pro-babilmente la più nota delle tecnologie utilizzate nella lettura ottica.In linea di massima i sistemi di ricono-scimento OCR possono essere suddi-visi in monofont, multifont ed omnifont.Gli OCR monofont sono quelli che rie-scono a riconoscere una sola famiglia di caratteri, ma con il massimo dell’ac-curatezza possibile. Sono utilizzati ad esempio per leggere dati stampati con i font OCR-A ed OCR-B, appositamen-te disegnati per la lettura ottica, oppure per leggere dati stampati con font CMC7 ed E13B, concepiti per essere letti magneticamente e quindi ricono-scibili otticamente solo con sistemi specifici. Gli OCR omnifont sono quelli che teo-ricamente riescono a riconoscere qual-siasi famiglia di caratteri, prescindendo quindi da tipo, dimensioni ed attributi (grassetto, corsivo, sottolineato, ….) dei font con cui sono stampati i testi. Gli OCR multifont sono invece una via di mezzo tra i precedenti: riescono a riconoscere caratteri stampati con più

di un font, ma solo se lo specifico font è tra quelli previsti. Sostanzialmente il lavoro che fa un sistema OCR è suddivisibile in tre fasi: segmentazione, estrazione delle caratteristiche e classificazione.La prima fase, la segmentazione, consiste nell’identificare i caratteri da leggere: qualora l’area da leggere sia ampia o

AA

Figura 1 – l’immagine digitalizzata di un carattere stampato su carta è una griglia di puntini: per fare in modo che il com-puter “capisca” cosa c’è scritto bisogna ricorrere alla lettura ottica ….

Figura 2 – Esempio di font OCR-A per il quale è richiesto l’uso di un sistema OCR specifico.

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sia costituita da una intera pagina, può essere necessaria anche una fase di analisi del layout, che consiste nell’indivi-duare colonne, paragrafi, linee di testo e parole.La seconda fase è rappresentata dall’estrazione delle caratteristiche di ogni singolo carattere segmentato. Esistono diversi metodi per estrarre queste caratteristiche, alcuni basati su procedimenti statistici (es.: istogram-mi delle frequenze di pixel), altri su procedimento di tipo geometrico (es.: curvatura e direzionalità delle linee). In ogni caso l’idea di base è che queste caratteristiche debbano essere presenti

in ogni carattere dello stesso tipo, debbano essere sufficienti per identifi-carlo e che debbano tollerare rumore e distorsioni introdotte dal processo di scansione.La terza fase è quella della classificazione: le caratteristiche estratte sono analiz-zate in modo da risalire al carattere partendo dalla sua forma, usando una conoscenza a priori basata sui prototipi del set dei caratteri da riconoscere.Il risultato di questo processo è quindi quello di attribuire a ciascun carattere il codice ASCII (o UNICODE) che lo rappresenta ed eventualmente una confidenza di lettura che indica quanto

il sistema è certo di aver classificato correttamente il dato.Per fare in modo di minimizzare il più possibile gli errori dovuti all’OCR, in alcuni sistemi di lettura ottica, è pos-sibile fare in modo di limitare il set di caratteri che ci si aspetta di trovare: il tal modo, ad esempio, se si devono leggere dati costituiti solo da numeri, l’OCR non confonderà degli zero con delle lettere “O” oppure dei “2” con delle lettere “Z”, e così via.Sebbene la tecnologia OCR sia molto progredita, talvolta i risultati ottenuti possono essere sotto le aspettative a causa della scarsa qualità di stampa o della scarsa qualità di scansione dei do-cumenti processati: i maggiori problemi di riconoscimento infatti si incontrano laddove più caratteri risultino attaccati tra loro oppure laddove un singolo carattere risulti spezzettato in più parti.

INTELLIGENT CHARACTER RECOGNITIONL’ICR (Intelligent Character Recognition), utilizzata per il riconoscimento del testo scritto a mano in stampatello, può considerarsi un’evoluzione ed una differenziazione dell’OCR.Nel momento in cui i sistemi OCR sono stati estesi al riconoscimento di dati scritti a mano e in stampatello si è fatto ricorso soprattutto alla tecnologia delle reti neuronali per sottolineare il fatto che la tale nuova tecnologia era basata sull’intelligenza artificiale è stato allora coniato il nuovo acronimo, sostituendo alla “O” di Optical, la “I” di Intelligent.Contrariamente a quanto si possa im-maginare, la maggior parte dei sistemi ICR è in grado di leggere solo parzial-mente il testo stampato o dattiloscritto, quindi qualora si abbia necessità di estrarre sia dati stampati che mano-scritti è necessario utilizzare sistemi di lettura ottica che dispongano anche di OCR. I sistemi ICR si possono di-stinguere in due categorie: constrained ed unconstrained.I primi sono quelli che riescono a rico-noscere testo scritto a mano in stampa-tello in cui i caratteri sono totalmente separati gli uni dagli altri, mentre i se-condi sono quelli che tollerano il fatto che alcuni caratteri possano toccarsi da loro.

Figura 3 – Un esempio di OCR eseguito su numeri di serie di banconote: si noti come per ciascun carattere è riportata anche la confidenza di lettura.

Figura 4 – Una scarsa qualità di stampa o di scansione può compromettere il funzionamento di un sistema OCR poiché risulta difficile riconoscere sequen-ze di caratteri legati tra loro o singoli caratteri spezzettati.

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ITER - via Rovetta 18 - 20127 Milano - tel. 02 2831161 - fax 02 28311666 - www.iter.it - [email protected]

s e m i n a ri p ro f e ss i o n a l i i t e rw w w . i t e r. i t / s e m i n a r i

TECNICHE RELAZIONALI DI VENDITAVendere è un’arte o una scienza? Perché al-cuni vendono ed altri no? È solo partendo da se stesso - attraverso la propria credibilità di professionista, la propria immagine e una co-municazione efficace - che un venditore può raggiungere l’obiettivo della vendita di suc-cesso.

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SOCIAL MEDIA STRATEGYFacebook, MySpace, Linkedin e gli altri Social Media hanno cambiato per sempre il nostro modo di comunicare. Le aziende sono oggi di fronte a un bivio: adeguarsi oppure essere scavalcate dal cambiamento, a vantaggio della concorrenza.

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È chiaro che la grande variabilità e scarsa ripetibilità della scrittura a mano rende enormemente complicato il la-voro di questi sistemi.Solitamente, per migliorare le pre-stazioni dei sistemi ICR, si ricorre ad una progettazione ottimizzata della modulistica, così che chi scrive i dati sia guidato a scrivere i singoli caratteri staccati, in caselle prestampate oppor-tunamente colorate che siano filtrate già durante la scansione dei fogli.Una cosa molto importante da tenere presente è che i sistemi ICR, essendo addestrati su prototipi di scrittura reali, sono abbastanza sensibili allo stile di scrittura del campione, per cui sistemi addestrati con campioni di caratteri americani, funzionano bene quando si devono estrarre dati scritti da persone americane mentre possono presentare errori leggendo dati scritti da persone europee. Per rendersi conto della motivazione basta confrontare una tipica sequenza

di numeri scritta da un italiano con quello scritta da un americano: si noterà immediatamente che un “7” americano è molto più simile ad un “1” italiano, così come pure un “4” ameri-cano è facilmente confondibile con un “9” italiano ….

PRE E POST PROCESSINGUn’applicazione di lettura ottica ben fatta prevede anche l’utilizzo di altri sottosistemi che aiutano a migliorare i risultati di OCR/ICR.A monte è buona norma utilizzare un sistema di imag-processing che adotti algoritmi di deskew, despeckle, dynamic thresholding, etc. consentono di raddriz-zare l’immagine, ripulirla, convertirla in monocromatico preservandone con-trasto e luminosità, etc. con lo scopo di migliorarne la qualità per ridurre la possibilità di errore durante la lettura.A valle è opportuno invece utilizzare sottosistemi di proofing, cioè di cor-rezione automatica del testo ricono-

sciuto, che consentano di correggere automaticamente eventuali errori di lettura mediante contestualizzazione, trigrammi, dizionari e tabelle di lookup. Tali sistemi possono infatti evitare all’operatore la necessità di dover cor-reggere manualmente quei caratteri che risultano sospetti o che l’OCR/ICR non è stato in grado di riconoscere.

VOTINGUn motore OCR od ICR è una rea-lizzazione software di un sistema di lettura priva di interfaccia utente, ma ingegnerizzata in modo da poter essere utilizzata in applicazioni custom come una sorta di black box in cui inserire una immagine e da cui estrarre i dati interpretati.In casi particolari, per massimizzare le prestazioni di lettura, è possibile utiliz-zare la tecnologia di voting che consiste nell’utilizzare simultaneamente più motori di riconoscimento, decidendo carattere per carattere quale è il dato più attendibile con una tecnica chiama-ta di riconciliazione dei risultati.Tale sistema ha il vantaggio di poter ri-durre drasticamente la quantità di errori di interpretazione, ma ha lo svantaggio di aumentare i tempi di elaborazione, la complessità del sistema di lettura ottica ed i suoi costi.

CONCLUSIONILe tecnologie OCR/ICR consentono di estrarre dalle immagini il loro con-tenuto informativo, riottenendo in forma editabile ed intellegibile il testo ivi contenuto.L’adozione di un sistema di lettura ot-tica che utilizzi tale tecnologie è quindi essenziale per poter sfruttare e valoriz-zare appieno il contenuto informativo di tutti quei documenti cartacei che ci si trova ad utilizzare quotidianamente.

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FRANCESCO PUCINO

Cofondatore e CEO di Recogniform Technologies

Figura 5 – L’utilizzo di caselle prestampate evita che si scrivano caratteri attaccati tra loro, mentre la loro stampa in colorazioni particolari ne rende possibile la rimozione in fase di scansione, migliorando il riconoscimento.

Figura 6 – Le differenze degli stili di scrittura tra italiani ed anglosassoni sono significa-tive: solo un sistema sviluppato ad-hoc riesce a non confondere, ad esempio, un 1 con un 7, un 4 con un 9, etc.

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AMEDEO MURO

La gestione delle informazioni, elemento catalizzatore per la sostenibilitàÈ questo un periodo nel quale si sta compiendo l’epocale transizione dalle informazioni cartacee a quelle elettroniche; una opportuna strategia di gestione delle informazioni, oltre a generare sensibili vantaggi può aiutare la sostenibilità

APPROFONDIMENTI

Una pianificazione a lungo termine richiede informazioni affidabili, preci-se e sicure. Per realizzare una visione “sostenibile” si ha bisogno di maggiore collaborazione, comunicazione e tra-sparenza - e disporre di informazioni affidabili, precise e sicure diventa indi-spensabile.Tutte le organizzazioni sono fortemen-te sotto pressione e questa situazione almeno per ora non accenna a diminu-ire. La pressione si percepisce in molti modi: riduzione dei budget, fattori ambientali, obblighi di compliance, e non solo. Una cosa è certa, però, nel settore pubblico, come del resto ovun-que, le organizzazioni sono sempre più esposte ad esami e verifiche circa i loro piani per un futuro sostenibile, parlare del dovere morale di rendere i propri servizi sostenibili.

Qual è la sfida?Ci sono molte aree in cui le informa-zioni sono percepite come indispensa-bili per l’operatività degli enti pubblici. Se facciamo riferimento all’interazione con i cittadini a livello locale, possiamo citare, ad esempio, i servizi sociali, l’istruzione, la gestione degli alloggi, la lotta alla criminalità e la sua prevenzio-ne, la gestione dei permessi di soggior-no, la viabilità, ecc. A livello di pubblica

amministrazione centrale, le interazioni avvengono tra enti, o persino tra diver-se amministrazioni, in ambiti quali per esempio lo sviluppo internazionale, gli aiuti verso l’estero, la lotta al crimine e così via. Ma c’è un elemento comune che unisce tutti gli enti pubblici: le informazioni, spesso in molte forme e dimensioni.Produrre carta richiede energia e altre risorse naturali, come acqua, cellulosa e polpa di legno. Ciascuna di queste risorse segue un percorso preciso, per-tanto non possiamo continuare a incre-mentare l’utilizzo senza un controllo. Per gli enti governativi, qualsiasi sia la loro dimensione, la presenza di carta nelle proprie organizzazioni ha anche altre conseguenze negative: la difficoltà di soddisfare il bisogno di trasparenza è ancora più evidente quando si ha la necessità di localizzare l’informazione, ad esempio durante una richiesta di Freedom of Information. L’attività di re-porting, inoltre, sia essa per uso interno o esterno, è sempre più un’esigenza. Anche in questo caso l’informazione è il cuore di questa attività.

Sicurezza e trasparenzaNon si tratta solo di carta. Il servizio di fornitura sta cambiando. Il modo con cui i cittadini interagiscono con gli enti

pubblici e come questi ultimi interagi-scono con i diversi dipartimenti si sta evolvendo. Efficienza, velocità, preci-sione, sicurezza e trasparenza sono tut-ti fattori importanti che devono essere presi in considerazione. In particolar modo, gli ultimi due, sicurezza e tra-sparenza, sembrano essere in conflitto tra di loro. Sviluppando strategie di sostenibilità, le organizzazioni devono guardare oltre e sviluppare una visione più ampia sull’utilizzo che i propri dipendenti fanno delle informazioni, dove queste ultime si devono trovare fisicamente per accedervi, oltre che essere a conoscenza dell’intero ciclo di vita delle informazioni e dell’impatto che questo potrebbe generare.Poiché le organizzazioni stanno com-piendo questo epocale passo da infor-mazioni cartacee a elettroniche, ci sono altre importanti considerazioni da fare. La conservazione cartacea, il trasporto, la duplicazione, la velocità di accesso, la sicurezza e così via sono tutti fattori che influiscono negativamente sulla capacità di fornire servizi sostenibili. Il problema è che la carta di per sé non è un mezzo sostenibile e ostacola la trasparenza e il reporting. Esiste un’alternativa? Se le organizzazioni continuano a ri-cercare modalità per risparmiare soldi

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e energia nelle loro strategie globali, d’altro canto devono anche assicurar-si di essere in grado di distribuire un servizio appropriato. Le informazioni sono necessarie per prendere decisioni, monitorare e creare report sui progressi ottenuti rispetto agli obiettivi prefissati.

Un’alternativa sostenibileMano a mano che i servizi sono erogati online e che le interazioni col cliente vengono gestite attraverso i call center, l’accesso immediato alle informazioni presto sarà la norma e non l’eccezio-ne. Le persone non sono disposte ad aspettare che i documenti cartacei sia-no trovati, spesso duplicati e distribuiti al “knowledge worker” di modo che l’in-formazione per elaborare una richiesta possa essere utilizzata.Per quanto riguarda le informazioni digitali - siano esse immagini scanne-rizzate di corrispondenza, fatture di fornitori, ordini d’acquisto, email o altri tipi di informazione - il contesto è prioritario: nel call centre, potrebbe essere il sistema di Customer Rela-tionship Management (CRM), nel settore finance il sistema di ERP, nel dipartimento HR una soluzione per la gestione delle risorse umane (HCM).Inoltre, con l’aumentare di leggi e nor-me, che sottostanno alla conservazione

delle informazioni, la carta non è più percepita come mezzo adatto. Non si tratta soltanto della produzione di carta o del costo ambientale dovuto alla stampa dei documenti; la conserva-zione, il recupero e il trasporto hanno anch’essi un impatto considerevole. Spostare carta ha un costo sia in ter-mini di trasporto, sia, soprattutto, ha un considerevole impatto ambientale. Immagazzinare i contenuti comporta ugualmente costi elevati. Gli immobili sono un costo, al quale aggiungiamo quello necessario alle persone dello staff per recuperare e gestire questi contenuti, il riscaldamento, le luci e gli altri costi che costituiscono tutti insieme una spesa considerevole che un’organizzazione deve sostenere. E un documento potrebbe essere archi-viato erroneamente, perso o addirittura non più recuperabile e il conseguente costo e impatto di ricreare questo do-cumento potrebbe essere significativo.Le informazioni elettroniche sono più sostenibili di quelle cartacee?

Dove sono i risparmi?Risparmi concreti, derivanti dalla conversione della carta in informa-zioni digitali, potrebbero assumere più forme. La produttività dello staff non dovrebbe essere sottostimata, così

come non si dovrebbero sottovalu-tare i miglioramenti che i dipendenti ne otterrebbero. Essere in grado di fornire una risposta più veloce, che corrisponderebbe a un più alto livello del servizio, migliora non solo la custo-mer satisfaction, ma soprattutto quella dei dipendenti. Gli effetti a livello di costo potrebbero essere percepiti grazie alla capacità di gestire una quantità mag-giore di lavoro, impiegando lo stesso numero di persone. Inoltre, lo staff potrebbe dedicarsi ad attività di più alto valore per l’azienda, riducendosi così il bisogno per l’organizzazione di assumere nuovo personale o di dare in outsourcing alcune attività.Ridurre la quantità di carta genera ef-fetti a catena. Non solo nella riduzione del costo della carta e della sua stampa, ma anche dello spazio fisico necessario a conservare questa carta. Lo spazio in ufficio può essere utilizzato per i dipendenti e non per riempiere armadi e mobili d’ufficio. Togliere la carta dagli uffici, di per sé, produrrà vantaggi che possono essere quantificati.Molti altri risparmi possono, poi, non essere così evidenti oltre che più diffi-cili da calcolare.

Lavorare più efficacementeGrazie all’introduzione di un’alta percentuale di informazioni digitali, rispetto a quelle cartacee, la pratica del lavoro a casa o del telelavoro diventa realtà. Se questo è, di per sé, un van-taggio tangibile, in termini di minor richieste di spazio in ufficio e di miglio-re livello di vita per l’impiegato, esso riduce anche la quantità di chilometri percorsi dai lavoratori, riducendo dun-que l’impatto sull’ambiente da parte dell’organizzazione. In molte delle nostre città, ridurre il numero di viaggi ha un effetto più che positivo per la riduzione delle emissioni di gas nocivi. La riduzione del traffico comporta anche la riduzione delle ore di lavoro perse ogni giorno a causa di ritardi nei trasporti. È un modo più efficace di lavorare, utilizzando al meglio le ore a disposizione ogni giorno.

Meno costi e faticaCi si aspetta, inoltre, che i cittadini si-ano sempre più in grado di interagire con gli enti pubblici, locali o centrali,

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attraverso il web. Form elettronici per la tassazione delle auto, pianificazione di applicazioni, permessi e tasse personali sono solo alcuni degli esempi che molte applicazioni di una strategia di gestione delle informazioni possono favorire.

Percorsi di AuditMa ci sono altre considerazioni da fare e vantaggi da pren-dere in considerazione. La sicurezza e la protezione delle informazioni sensibili e dei dati personali è una preoccupa-zione costante per il settore dell’amministrazione pubblica. Eliminando la carta, si possono adottare modelli di sicurezza che garantiscano un accesso autorizzato e registrato. Un percorso completo di audit viene attivato automaticamente, senza bisogno che sia l’utente ad attivarlo. Un processo che non può essere garantito attraverso la carta. Implementando un processo di audit è molto più semplice ed efficace tenere traccia e vedere chi fa cosa e quando. Que-sto può consentire alle organizzazioni di individuare dove è necessario creare percorsi di formazione aggiuntivi, o può essere utile per evidenziare aree che stanno creando colli di bottiglia e che dovrebbero essere pertanto ottimizzate.

Compliance internaLa compliance può diventare una parte intrinseca dei processi di business. Utilizzando le tecnologie di gestione dei processi per guidare dipendenti, fornitori e persino alcuni cittadini attraverso una transazione si ha la garanzia di percorrere tutti

i passi necessari per essere “compliant”. L’utilizzo di processi ben definiti e conformi a standard e regole assicurano, inol-tre, che solo la persona preposta, che è stata formata e auto-rizzata per portare avanti quest’attività, ne sia responsabile.

Definire una strategiaMolte organizzazioni hanno già elaborato e adottato una strategia di gestione delle informazioni. Ma persino alcune di quelle che già lo fanno potrebbero ancora dipendere dalla carta. Per molte, eliminare tutta la carta in una sola volta non è possibile. E non tanto perché la legislazione previene questo. Comunque persino in queste circostanze, potrebbe essere possibile digitalizzare la carta per le attività quotidia-ne, con la certezza dei vantaggi legati alla sicurezza e senza l’esigenza di duplicare e trasportare la carta creata. L’attuale carta potrebbe quindi poi essere spostata, diminuendo i co-sti, e generando un minore impatto a livello di storage. Se il documento cartaceo è richiesto in un momento successivo, potrebbe essere ancora recuperato. Per quelle organizzazioni che non hanno ancora adottato una strategia le possibilità sono molte. Quando si definisce una strategia e si prende in considerazione la problematica della sostenibilità, si deve cercare di ottimizzare e migliorare i servizi; ad esempio, comprendere come ridurre i costi e come generare un mo-dello operativo che sia più sostenibile, riducendo i volumi di carta e il traffico. Trasformare i documenti cartacei in digitali, purchè questa operazione abbia un impatto positivo, non è l’unico aspetto da considerare. Osservare anche in modo approfondito i processi di business può aiutare l’organizza-zione a comprendere in quali altri ambiti la propria strategia può essere efficace per la sostenibilità.

Firma digitaleAd esempio, le firme digitali possono essere un aiuto consi-derevole per l’ambiente, in quanto riducono ulteriormente il supporto della carta e il suo stesso spostamento. Formati elettronici, o e-form, possono supportare in molti modi - l’informazione viene raccolta in modo strutturato, spingendo l’individuo a completare il form, con domande contestuali e fornendo risposte possibili sulla base di dati noti. Quante volte abbiamo visto form cartacei accumulati sulle scrivanie, non utilizzati, perché qualche dato è cambiato e quindi ora risultano superati? Questo non accadrebbe nel mondo digitalizzato. Ci sono molte complessità da considerare dalla conservazione dei record alla sicurezza degli accessi, dal controllo alle installazioni tecniche, ma il mercato è da tempo pronto a supportare le pubbliche amministrazioni a compiere questo importante cambiamento strategico.

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AMEDEO MURO

Enterprise Sales Director di Open Text

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FRANCESCO ROMANO

La gestione digitale degli atti amministrativi degli enti localiUn progetto per supportare gli estensori di atti amministrativi, dalla nascita alla pubblicazione, a superare le complessità giuridiche e tecniche degli stessi e rendere chiaro ed efficace il riferimento a norme o atti pregressi, in altri termini a migliorarne la qualità e la comprensione

ESPERIENZE

Il principio di trasparenza ammini-strativa, che impone alle pubbliche amministrazioni - anche adoperando le tecnologie telematiche come prescritto dal Codice dell’amministrazione digita-le - di rendere la propria documenta-zione accessibile ai cittadini si scontra spesso con la difficoltà di questi ultimi nel comprendere i documenti della PA.

La complessità del linguaggio giuridico e dei linguaggi tecnici dei vari settori, l’applicazione di leggi spesso oscure, complesse e collegate da intricati riferi-menti incrociati, la presenza nel testo di strutture prescrittive accanto a elementi puramente informativi, l’inadeguatezza delle regole per i procedimenti e la redazione degli atti e l’insufficienza del controllo di qualità dei procedimenti e degli atti prodotti, rende infatti sostan-zialmente oscuro il linguaggio ammini-strativo1.

Ecco perché al fine di cercare di su-perare queste complessità l’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del CNR (ITTIG), grazie alla partnership tecnica del proprio spin off

Tecnodiritto s.r.l., ha messo a dispo-sizione degli enti locali la sua capacità di centro di eccellenza e l’esperienza di ricerca maturata per la redazione, valutazione e comunicazione degli atti normativi.

Tali esperienze sono confluite nella predisposizione di un progetto che si è concretizzato in un portale per la pro-duzione e l’accesso agli atti dei Comuni e degli altri Enti locali della Toscana (PACTO)2.

È parso ovvio che il primo obiettivo di questo progetto dovesse essere quello di predisporre un manuale che facesse da punto di riferimento per la redazio-ne degli atti amministrativi degli enti locali.

Tali regole, il cui ambito di applica-zione va dagli atti amministrativi su supporto cartaceo a quelli su supporto digitale, hanno una triplice finalità: mi-gliorare la comprensibilità e la capacita comunicativa degli atti amministrativi, offrire maggiori garanzie circa la loro legittimità, facilitare il loro trattamento informatico.

Così è stato realizzato e reso disponibi-le un Manuale di regole e suggerimenti per la redazione degli atti amministrativi che è sca-turito dal coordinamento tra la Diretti-va sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi del Ministero della funzione pubblica del maggio 2002 e le Regole e Suggerimenti per la redazione dei testi normativi del febbraio 2002.

La prima è il frutto di un progetto, vo-luto agli inizi degli anni Novanta dall’al-lora Ministro per la Funzione Pubblica Sabino Cassese che ha prodotto anche un “Manuale di Stile”3 ed un program-ma per il controllo della comprensibili-tà dei testi amministrativi.

Il Manuale di tecnica legislativa cui si fa riferimento è il documento “Regole e suggerimenti per la redazione dei testi norma-tivi” voluto dalla Conferenza dei Presi-denti dei Consigli Regionali, adottato a partire dal 1991 dalle regioni italiane e aggiornato nel 2002 e nel 2007.

Anche il Parlamento e la Presidenza del Consiglio dei Ministri condividono re-

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gole di legistica praticamente identiche, emanate nel 1986 e poi aggiornate nel 2001.Per tale coordinamento si è tenuto conto che la direttiva detta alcune raccomandazioni generali che hanno lo scopo di rendere comprensibili e comunicativi gli atti amministrativi, ma si pone solo indirettamente il pro-blema di costruire standard necessari all’interoperabilità dell’informazione, prospettiva che è invece presente nel Manuale di drafting normativo, che si pone anche la finalità di introdurre uno standard per rispondere alle necessità d’integrazione e coordinamento degli atti normativi.

Durante la redazione di questo Manua-le, liberamente scaricabile dal portale Pacto, ci siamo resi conto che solo al-cune fra le regole di tecnica legislativa sono trasferibili al settore degli atti am-ministrativi4 e che, ove tali regole siano applicabili, è necessario adeguarle al loro utilizzo per gli atti amministrativi.Lo sforzo operato di confermare, per quanto possibile, le regole vigenti per gli atti normativi, anche per gli atti amministrativi, risponde peraltro all’esigenza di affermare uno standard il più possibile comune.

Il Manuale, suddiviso in tre parti (il linguaggio degli atti amministrativi;

la struttura degli atti amministrativi, il rinvio ad altri atti) è stato accolto con molto favore (circa 300 download mensili) ed è stato rivisto e perfeziona-to ad opera di un gruppo di lavoro che vede affiancati accademici e pubblici funzionari (dal Dipartimento di diritto pubblico dell’Università di Firenze alla Regione Toscana, dall’Accademia della Crusca al Comune di Livorno, dalle Università di Modena e Catania al Consiglio delle Autonomie Locali della Toscana fino naturalmente a ITTIG e Ancitel).

La nuova versione del Manuale è stata presentata in un seminario di studio

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che si è tenuto in ITTIG il 18 giugno 2010 e che si può anche rivedere in streaming collegandosi all’indirizzo http://www.ustream.tv/channel/presentazione-manuale-di-regole-e-suggerimenti-per-la-redazione-di-atti-aministrativi.

Il manuale (liberamente scaricabile dal sito www.pacto.it) sarà, inoltre, presen-tato nel febbraio 2011 in un convegno che si svolgerà a Firenze presso l’Acca-demia della Crusca.

Lo sforzo di stabilire regole linguistiche va, però, di pari passo con quello di creare standard informatici e strumenti per adeguarsi ad essi.

Sono stati così introdotti modelli di redazione e valutazione per i provvedi-menti comunali e resi disponibili avan-zati strumenti informatici di supporto alla produzione degli atti, anche al fine di agevolarne ai cittadini la consultazio-ne.

Il progetto ha previsto dapprima lo studio delle caratteristiche strutturali giuridiche e linguistiche dei documenti normativi ed amministrativi comunali, in particolare mozioni, risoluzioni, interrogazioni, interpellanze, comuni-cazioni, ordini del giorno, delibere, re-golamenti, determinazioni e ordinanze.

Dopo di che sono stati elaborati si-stemi di supporto per la redazione e il controllo degli atti che mettono in grado il redattore dell’atto amministra-tivo di creare collegamenti ipertestuali in via automatica tra il documento in preparazione e gli atti normativi ed amministrativi in esso citati.

Questi collegamenti ipertestuali sono disponibili in ogni fase dell’iter di for-mazione degli atti e indipendentemente dallo specifico formato digitale dei do-cumenti stessi, in modo da garantire la consultazione ipertestuale sia durante l’elaborazione dell’atto, sia nella fase di comunicazione verso i cittadini.

Tali sistemi sono stati elaborati parten-do dalle esperienze maturate in seno ad

ITTIG nel campo dell’edizione delle leggi che hanno portato al rilascio di un editore XML in grado di gestire gli standard elaborati nel progetto Norme In Rete.

Con questi strumenti di gestione degli atti amministrativi si potranno anche creare degli indicatori e strumenti in-novativi per il controllo di qualità degli atti, mutuando anche in questo caso le esperienze già elaborate nel campo degli atti legislativi.

Si pensi al progetto SLITIP (Strumenti linguistici e informatici per testi istituzionali e professionali chiari ed efficaci) finanziato dalla Fondazione per la ricerca e l’in-novazione dell’Università di Firenze grazie al quale l’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Tecnodiritto sotto la direzione del Centro di Linguistica Storica e Teori-ca: Italiano, Lingue Europee, Lingue Orientali (Clieo) hanno reso dispo-nibile un software per l’elaborazione dell’indice di qualità della legislazione.

Il portale Pacto è visitato da circa 700 utenti unici mensili e dispone anche di un’area per la richiesta di informazioni sull’utilizzo degli strumenti informatici proposti (tutti open source), di un mo-dulo di e-learning per aggiornarsi sulle regole del Manuale di redazione degli atti, di apposite indicazioni bibliogra-fiche sulle tematiche di progetto, oltre che di una banca dati. Tale database prototipale, gestisce atti del Comune di Firenze, che del progetto è stato part-ner istituzionale assieme alla Regione Toscana che lo ha cofinanziato.

Nel database che gestisce documenti in formato XML è possibile verificare l’utilizzo di tecnologie che consentono la navigazione ipertestuale fra gli atti amministrativi gestiti e la normativa regionale e statale in essi richiamata, oltre a premettere la visualizzazione di regolamenti comunali multivigenti (è cioè possibile vedere il testo vigente di un regolamento, ma anche le varie ver-sioni che si sono succedute nel tempo).

Il prototipo di banca dati costituisce quindi un esempio di come si possa ge-stire con questi strumenti, integrandoli nei sistemi informativi degli enti locali, l’intero iter di un atto in via digitale, dalla sua nascita fino alla pubblicazione in albo pretorio, al fine di dare corpo alle normative che prevedono la de-materializzazione, la pubblicazione telematica e la predisposizione di modulistica da pubblicare on line per cittadini e imprese.

NOTE

1 Per una analisi storica dei problemi con-nessi alla semplificazione del linguaggio amministrativo vedi F. Franceschini, La semplificazione del linguaggio ammini-strativo: aspetti storici e prospettive di intervento, in Atti del ciclo di seminari “Il processo di innovazione della Pubblica Amministrazione. Cultura del servizio e comunicazione pubblica”, Scuola Norma-le Superiore di Pisa, 2004.

2 www.pacto.it.

3 Fioritto, a cura di, Manuale di Stile, stru-menti per semplificare il linguaggio delle amministrazioni pubbliche, Bologna, Il Mulino, 1997.

4 Si possono proporre standard identici per la citazione degli atti normativi, mentre regole peculiari che riguardano, ad esem-pio, le modifiche normative non sono applicabili all’ambito amministrativo.

FRANCESCO ROMANO

Ricercatore presso l’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche

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CRISTIANO IERA

I flussi documentali presso il Parlamento EuropeoLa completa automazione del processo di conversione, edizione elettronica, prestampa e pubblicazione elettronica e cartacea dei documenti di lavoro delle Commissioni parlamentari

ESPERIENZE

INTRODUZIONEQuesto case study illustra l’esperienza della realizzazione di un sistema per la gestione dei flussi documentali presso il Parlamento Europeo, mediante il software Adlib Express, che ha portato alla completa automazione del proces-so di conversione, edizione elettronica, prestampa e pubblicazione elettronica e cartacea dei documenti di lavoro delle Commissioni parlamentari.

Ora l’intero processo, sebbene sia particolarmente complesso e critico per accuratezza e tempi di lavorazione, è governato e controllato da una sola

persona, raggiungendo tuttavia gli obiettivi di efficienza e rapidità richiesti dall’importanza e dalla delicatezza delle informazioni veicolate.

Lo staff dei 785 parlamentari eletti – che rappresentano 492 milioni di cittadini di 27 nazioni della Unione Europea del Parlamento Europeo(EP) - è quasi una nazione a sé stante. Il Parlamento Europeo opera in 22 lin-gue ufficiali (in più gaelico, russo, turco, etc.) e si sposta due volte a mese dalla sede permanente di Bruxelles, in Bel-gio alla sede di Strasburgo, in Francia. Il Parlamento Europeo non sostituisce

i governi delle singole nazioni, ma ha giurisdizione sulla protezione dell’am-biente e dei diritti dei consumatori e riveste un ruolo importante per la defi-nizione del budget annuale dell’Unione Europea.

La maggiore parte dell’attività legislati-va si svolge in 22 comitati parlamentari. Un ulteriore elemento di complicazio-ne è che i membri delle commissioni devono avere accesso ai documenti ufficiali necessari per l’attività dei co-mitati nella propria madre lingua, con congruo anticipo rispetto alle riunioni.Per soddisfare questa esigenza, il Par-

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lamento Europeo impegna oltre 700 traduttori e 170 “avvocati-linguisti” che assicurano l’accuratezza e la ra-pidità delle traduzioni di questi docu-menti. Tuttavia la garanzia che questi atti, relazioni e altre documentazioni di attività ufficiali pervengano alle per-sone giuste, puntualmente e nel luogo opportuno, dipende da un reparto: il Servizio Distribuzione. Qui Mr. Paulo Larish fornisce il supporto necessario al servizio che il suo collega Tomas Ro-meo (ora in pensione) aveva sviluppato e posto in esercizio. Può sembrare un carico di lavoro enorme per una sola persona, ma ora Mr. Larisch possiede un valido strumento a supporto di que-sto compito: la soluzione completa per il publishing di Adlib Software.

SUPPORTO PER LE ESIGENZE DEI LEGISLATORI EUROPEI Ci vuole una mente creativa e un ap-proccio innovativo per progettare e sviluppare un workflow documentale per supportare i lavori delle 22 com-missioni del Parlamento Europeo. “Ogni assemblea delle commissioni implica una serie di documenti che devono essere pre-parati, riesaminati, tradotti, convertiti, inviati a web server, stampati, dibattuti e rettificati.” - spiega Mr. Larisch - “È molto probabile che diverse sezioni di un documento provenga-no da diversi autori e spesso siano in formati diversi. E naturalmente i contenuti possono essere in ciascuna delle 22 lingue ufficiali dell’unione.”

Tanto per aggiungere urgenza alla complessità, i documenti finali devono essere a posto entro due giorni lavo-rativi prima della data stabilita per la riunione della Commissione.

A volte alcune sezioni dei documenti sono pronte con giorni o addirittura settimane di anticipo ed è necessario evidenziare anche questo nella pub-blicazione finale. Durante una seduta possono essere necessari da 1.000 a 1.500 documenti, ognuno della lun-ghezza media di 10 pagine, i cui conte-nuti sono prodotti da numerosi - fino a 50 - gruppi di “client” interni.

Mantenere tutto ciò efficientemente in esercizio sui sistemi interni del Parlamento Europeo è un compito quantomeno gravoso, soprattutto in termini di tre requisiti fondamentali: affidabilità, flessibilità, e robustezza.

COME SI FA A PARLARE 22 LINGUE CON LA STESSA VOCE?Con la collaborazione degli esperti di Adlib, il Servizio Distribuzione ha re-alizzato una soluzione completa per la conversione e la pubblicazione, basata su Adlib Express Server 3.06 (vedasi schema funzionale in Figura 1) instal-lato su setta server.

Per il Parlamento Europeo un fattore di scelta decisivo sono state le peculia-rità dei job ticket XML di Adlib.

Un job ticket (uno script che contiene le istruzioni per la produzione di un documento) funziona come un mes-saggio trasmesso dal cervello attraver-so il sistema nervoso per controllare le funzioni del corpo. Come asserisce Mr. Larisch, “La tecnologia dei Job Ticket di Adlib per noi è stata decisiva: è sufficiente che gli script siano scritti correttamente affinché i documenti siano elaborati correttamente”.

Oggi gli workflow del Parlamento Europeo presentano una fluidità ecce-zionale e risultano virtualmente privi di problemi.

Ogni seduta delle commissioni è creata come un evento unico nel database degli eventi, ed esiste un unico pathna-me per ciascun documento/lingua. Gli utenti semplicemente caricano un contenuto, in qualsiasi formato, in tale pathname e ciò da’ inizio al relativo flusso di lavorazione. In precedenza, gli estensori dei documenti dovevano prima convertire autonomamente i propri documenti e poi inviarli a Mr. Larisch tramite posta elettronica. Oggi (vedasi Figura 2) i documenti af-fluiscono al motore di conversione per essere convertiti e assemblati in PDF, tutto automaticamente.

Sempre automaticamente sono ag-giunti, mediante job ticket XML: un contrassegno indicante la lingua del documento, i piè di pagina con la nu-merazione automatica delle pagine, il nome del file ed il numero di versione del documento. I documenti definitivi sono inviati a un server web per essere acceduti dai componenti le Commis-sioni (e in un secondo momento dal pubblico) sul sito web del Parlamento Europeo.

Vedi ad es.:w w w . e u r o p a r l . e u r o p a . e u / m e -e t d o c s /2004_2009/d o c um e n t s /oj/717/717996/717996en.pdf

Lo stesso job ticket invia automatica-mente i documenti prodotti ai server di stampa per creare stampe perfette in conformità alle regole di impagi-nazione e rilegatura del Parlamento Europeo.

Figura 1.

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Mr. Larisch commenta il risultato ottenuto: “Lavoravo nell’industria della stampa, so quanto facilmente nel processo di produzione dei documenti possano essere com-messi errori che non sono correggibili in tempo utile. Per le commissioni, ci sono troppi rischi che possono derivare da errori anche banali. Adlib elimina questi rischi per noi: è enorme-mente importante.”

UN’ESPERIENZA POSITIVARecentemente il Parlamento Europeo ha effettuato un aggiornamento alla versione 4.0 di Adlib Express Con-version e Adlib Express Publishing Server.

Con il nuovo strumento, il Servizio Distribuzione si sta impegnando nella ricerca di nuove strategie per accelerare i workflow e incrementare il valore aggiunto al lavoro dei Parlamentari Europei.

Di fatto, l’esperienza fatta con Adlib ha già prodotto numerosi vantaggi colla-terali, come nota lo stesso Mr. Larisch:

“Il parlamento ha molte delegazioni all’estero nel quadro del miglioramento delle relazioni internazionali degli scambi di informazioni con i parlamenti di paesi extracomunitari.

Una o due volte l’anno una nostra delegazione visita un paese in via di sviluppo in Africa, e dobbiamo soddisfare le loro esigenza in termini di documentazione. Adlib è talmente flessibile che è sufficiente aggiungere qualche script a una installazione Adlib su un laptop per portare con noi i workflow ovunque nel mondo. Ciò risolve drasticamente molti dei problemi che si incontrano quando si è un posto lontano dalla sede istituzionale, e consente alla delegazione di concentrarsi esclusivamente sull’importante lavoro diplomatico che deve svolgere.”

CONCLUSIONIAdlib Express, ancora una volta, ha pienamente soddisfatto gli onerosi requisiti di un Cliente esigente, princi-palmente grazie all’automazione basata su regole di business e all’elaborazione basata su job ticket, unitamente alla possibilità di utilizzo in configura-zioni multiserver ad alta disponibilità

(fault-tolerant), grazie alle funzionalità di bilanciamento di carico.

Nella realizzazione di questa soluzione, inoltre, sono state utilizzate le funzio-nalità di: • protezione con password dei do-

cumenti generati;• supporto multilingue, inclusi codi-

ci carattere a due byte;• automazione della pubblicazione

dei documenti con watermark di-namico, aggiunta di piè di pagina recanti numerazione dinamica delle pagine, nome del file di pro-venienza e numero di versione.

CRISTIANO IERA

Direttore commerciale di Swen

Figura 2.

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FRANCO FERRARIO

La divisione Document Imaging di KodakLa divisione Kodak Document Imaging crea soluzioni per poter rispondere alle reali esigenze del mercato documentale grazie a un ampio portafoglio di periferiche di scansione in grado di offrire un’eccellente qualità dell’immagine, un potente software applicativo di cattura, un Service & Support a livello mondiale e molteplici programmi di fidelizzazione indirizzati ai partner

MERCATO

Nei sistemi di gestione documentale sia la tecnologia sia i processi hanno un peso comparabile e non è possibile pensare di separare l’una dagli altri.L’obiettivo sicuramente è quello di automatizzare i processi di gestione dei documenti, o meglio delle informazioni in generale, con lo scopo di eliminare o di ridurre il più possibile operazioni di tipo manuale. La migliore tecnologia si deve quindi integrare e sposare al me-glio nelle varie fasi dei processi all’inter-no del sistema documentale stesso.

LE SOLUZIONI DI CATTURA

Le Soluzioni di Cattura sviluppate dalla divisione Document Imaging di Kodak (che opera commercialmente tramite canale indiretto costituito da distri-butori e da rivenditori) sono il primo anello della catena dell’imaging di cui si compone un sistema documentale.Questa divisione è entrata a far parte del mondo della gestione digitale docu-mentale nel lontano 1985, dopo circa 60 anni di esperienza nell’ambito del microfilm (che tuttora continua a ven-

dere sia come materiale di consumo sia come dispositivi per la conversione in digitale). Essa progetta, costruisce, ven-de ed assiste Scanner professionali per documenti dotati internamente di una propria tecnologia di miglioramento dell’immagine chiamata “Perfect Page”.

Gli sforzi finora profusi sono stati quelli per cercare di ridefinire il “concetto di scansione dei documenti”, introdu-cendo nell’arco degli anni una serie di innovazioni tecnologiche incorporate in ogni anello della catena di scansione e di elaborazione delle immagini. La divisione ha sempre cercato di porsi sul mercato come “consulente” nella scelta delle soluzioni di cattura, sia verso il canale di vendita (distributori e rivenditori) sia verso l’utente finale, con il proprio supporto e con la propria attività di marketing.

La nostra gamma di scanner documen-tali si è ampiamente allargata dopo il lancio sul mercato nel 1990 del primo scanner Kodak di alto volume. Oggi si articola dagli scanner per ap-plicazioni Distribuite (dal segmento

personal a quello di basso volume, da 20 a 75 pagine/minuto in fronte/retro, in bianco e nero e a colore), agli scanner per applicazioni Centralizzate/Produzione (da 80 a 200 pagine /mi-nuto in fronte/retro, in bianco e nero e a colore, cioè dal segmento medio a quello di alto volume, quest’ultimo nel quale Kodak è leader da anni su scala internazionale).

Dallo scanner entry level, a colori da 20 ppm, al modello top della nostra gam-ma, a colori da 200 ppm, la tecnologia Kodak Perfect Page è sempre di serie ed è esattamente la stessa per l’intera gamma con l’obiettivo di offrire ai vari utilizzatori la stessa elevata qualità delle immagini, anche in presenza di docu-menti critici, indipendentemente che la cattura venga fatta con un piccolo modello o con un’unità a più elevate prestazioni.

Il tutto per coprire le svariate applica-zioni nei vari mercati: dalla PA centrale e locale, alla Finanza, all’Industria, alle PMI, ai Centri di Servizi.Una corretta gestione dei sistemi di

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acquisizione dei documenti cartacei parte anche dalla giusta valutazione delle esigenze specifiche, ad esempio se si tratta di semplice digitalizzazione del cartaceo o anche di indicizzazione automatica dei documenti stessi. Si tratta quindi di trovare la giusta com-binazione di scanner e di software che possa soddisfare al meglio le richieste specifiche e che permetta i massimi livelli di automatizzazione in un’ottica di maggiore produttività.

È fondamentale scegliere uno scanner che, indipendentemente dal software di pilotaggio, sia dotato internamente di un’elevata tecnologia finalizzata alle migliori prestazioni, come ad esempio il raddrizzamento e lo scontornamento automatico delle immagini, la lumino-sità automatica per compensare i docu-menti di scarsa qualità, l’orientamento automatico delle immagini in base al

testo, la rimozione automatica delle immagini vuote, un trasporto indipen-dente dal tipo di carta, l’eliminazione delle prese doppie dei documenti, una buona velocità di acquisizione e la funzionalità di rimozione delle righe causate dalla presenza di polvere creata dai documenti stessi.

Altro fattore legato alla maggiore efficienza è la possibilità di utilizzare software di pilotaggio dell’unità di scansione che consentano modalità di indicizzazione automatica, contestual-mente alla fase di cattura, quali la lettura dei codici a barre o la rilevazione ottica del contenuto delle pagine (OCR).La combinazione tra la tecnologia a bordo degli scanner e i software di pilotaggio di cui sopra consente l’otti-mizzazione dei tempi di lavoro, della qualità delle immagini digitali catturate e dei ridotti costi di acquisizione, il tutto

per consentire e facilitare una perfetta integrazione nei processi.

A tal proposito Kodak ha sviluppato e sempre aggiornato nell’arco degli anni un proprio software applicativo di cat-tura, oggi potente programma di scan-sione chiamato Capture Pro, ricco di molte funzionalità tra le quali: database look-up, auto import delle immagini digitali provenienti da altre periferiche di cattura e pilotaggio di circa 150 mo-delli di scanner concorrenti.

Importante, inoltre, è distinguere tra sistemi di acquisizione centralizzati da quelli decentrati. Nel primo caso, in base all’organizza-zione interna e alle dinamiche di costi e ammortamenti, si può optare per la gestione in house oppure affidare la cattura in outsourcing presso centri di servizi.

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Nel caso si tratti di acquisizione de-centrata, invece, bisogna verificarne l’estensione, il numero di documenti ed assicurarsi che lo scanner possieda una tecnologia di acquisizione pari a quella degli scanner di alta produttività.

È inoltre importante sapere che, sem-pre nell’ambito di acquisizione decen-tralizzata, è oggi possibile anche per i piccoli dispositivi, acquisire documenti ed inviarli automaticamente in rete (ad un folder, ad una stampante di rete o a indirizzi e-mail), con la possibilità di creare PDF a testo ricercabile.

Particolare attenzione, infine, deve essere riposta al risparmio energetico: ormai tutti gli scanner sul mercato de-vono soddisfare le richieste di “Energy Star”.

Nei sistemi EDM (Enterprise Docu-ment Management) e ECM (Enter-prise Content Management) i processi giocano un ruolo fondamentale, ma né a loro né tanto meno all’operatore può essere demandata la verifica o il controllo della qualità delle immagini acquisite.

In altre parole la qualità di tali immagini non è definita dai processi, ma dalle tecnologie.

Il processo di cattura dei documenti cartacei deve quindi produrre alla prima scansione le migliori immagini possibili dal punto di vista qualitativo, sia per una successiva elaborazione del contenuto delle stesse, sia per una loro leggibilità in fase di ricerca.

LA PARTNERSHIP

Certamente la cosiddetta “Partnership” con coloro i quali veicolano sul mercato le soluzioni EDM e ECM di cui sopra ricopre un ruolo fondamentale. Quindi servono, non solo supporto (commer-ciale e tecnico) come precedentemente menzionato, ma bensì Programmi di Fidelizzazione verso i Rivenditori.

Da diversi anni la nostra divisione ha lanciato sul mercato il cosiddetto “Ko-

dak Reseller Club” (http://graphics.kodak.com/docimaging/it/it/part-ner_programs/index.htm), program-ma riservato a Rivenditori Certificati che consente loro di poter usufruire, senza impegno, di un supporto finan-ziario MDF (marketing development fund) basato sulle vendite di prodotti e servizi, ma anche di un particolare Rebate in caso di raggiungimento di un target annuale concordato.

Certamente in questo contesto i sup-porti tecnico/commerciali assumono un aspetto particolare, ai quali si ag-giunge sia la possibilità di usare il logo Kodak come Rivenditore Autorizzato comparendo contestualmente anche sul sito, sia la possibilità di fare insie-me a Kodak molteplici attività di joint marketing.

Particolare menzione deve essere fatta ai numerosi “Reseller Programme”, della durata di tre mesi, che Kodak Do-cument Imaging lancia durante l’anno e che consentono a chiunque (previa registrazione sul sito: https://kodak.doldemedien.com/partnersite/) di poter be-neficiare di un particolare cash back sul prezzo di listino (e non di acquisto) dei prodotti (scanner e Capture Software Pro) indipendentemente dal volume di vendita realizzato.

I Partner hanno dimostrato di aver re-cepito il carattere innovativo e l’elevato tasso di qualità che contraddistinguono i prodotti Kodak: specializzazione, sinergia e partnership sono, e saranno le parole d’ordine della nostra politica di canale.

Visto il successo dei due programmi sopra menzionati, a settembre ne è partito un altro certamente più foca-lizzato rispetto ai reseller programme. Si tratta del “Capture Software Pro Certified Partner Programme”, uno speciale programma di certificazione per Rivenditori che desiderano vendere il potente software applicativo di scan-sione Kodak Capture Pro con la pos-sibilità di ottenere significativi benefici economici sia nella fase di acquisto del prodotto stesso sia in fase di rinnovo della licenza.

Va considerata, inoltre, la possibilità di poter di prestare per proprio conto un servizio di assistenza/supporto ai propri clienti sul territorio nazionale, previo addestramento e certificazione rilasciati dalla divisione Document Imaging.

Il rapporto con il canale rappresenta un punto chiave per il successo: deve quindi essere value added e deve condivi-dere con l’azienda una visione proattiva di business.

L’ASSISTENZA

Last but not least il servizio di assistenza tecnica Kodak, fiore all’occhiello della nostra divisione, è sempre a completa disposizione.

Anche se il canale indiretto (distributo-ri e rivenditori) vende oltre agli scanner anche i relativi servizi di assistenza tecnica, Kodak Service & Support è presente su tutto il territorio nazionale per supportare sia i propri prodotti, sia quelli di altri brand, grazie all’esperienza acquisita nell’arco degli anni ed alla specializzazione sul campo.

Partner e Utenti Finali si affidano al Kodak Service & Support per la pro-tezione delle soluzioni di cattura e di gestione documentale e per mantenere tutte le apparecchiature in condizioni di massima efficienza.

FRANCO FERRARIO

Country Manager Divisione Document Imaging - Kodak

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SERGIO RESCH

Il nastro magnetico IBM diventa “smart” con LTO5 e LTFSIl nastro magnetico è sempre stato, e lo sarà sempre di più, il dispositivo di memoria più adatto per soddisfare le esigenze di archiviazione di lungo periodo. LTO5 rafforza ulteriormente questo posizionamento nei confronti delle altre tecnologie di memoria disponibili. IBM, inoltre, migliora le caratteristiche di tale standard rilasciando il nuovo formato di registrazione LTFS (Long Term File System) che consente un “accesso diretto” alle informazioni registrate su nastro

MERCATO

Nel lontano 1897, Mark Twain, fa-moso scrittore Americano inviò un telegramma al New York Journal ri-portando la seguente frase “La notizia della mia morte appare un’esagerazio-ne.” (The reports of my death are greatly exaggerated), disapprovando così il ne-crologio della sua morte pubblicato sul quotidiano dell’epoca. La stessa sorte sembra toccare oggi alla tecnologia di memorizzazione a nastro magnetico, da molti ritenuta obsoleta e superata, che in questi mesi sta godendo una serie di riabilitazioni da parte della stampa specializzata e viene sempre di più riconosciuta, in un momento di grande attenzione ai costi1, come la soluzione a basso costo ideale per la conservazione a lungo termine dei dati digitali.

UN PO’ DI STORIALa memoria digitale a nastro magnetico è un dispositivo storage ad accesso se-

quenziale utilizzato dai computer fin dal lontano 1952. Inizialmente il supporto a nastro era avvolto su una bobina a vista la quale doveva essere montata manual-mente nelle unità di lettura/scrittura. Successivamente negli anni ’80, il nastro è racchiuso in cartucce sigillate per pro-teggere meglio il supporto dagli agenti esterni e renderlo trasportabile senza ri-schi. Alla fine degli anni ’80 arrivano sul mercato le librerie nastro automatizzate che ospitano all’interno un gran numero di cartucce e operano il caricamento nei dispositivi di lettura e scrittura in modo completamente automatico. Oggi è di-sponibile un’ampia gamma di librerie a nastro automatiche con capacità interna a partire da poche decine fino a diverse migliaia di cartucce.

AREE CLASSICHE DI UTILIZZOPer la loro natura di dispositivo ad accesso sequenziale i nastri magnetici sono oggi ampiamente utilizzati nei

Data Center per realizzare operazioni di salvataggio dati (back-up) di massa e a basso costo. Grazie ad una velocità di trasferimento dati nativa di 140 Me-gaByte/sec oggi un drive LTO5 di ulti-ma generazione consente di copiare un file da 1GB in poco più di 7 secondi.I nastri sono inoltre sempre più utiliz-zati per l’archiviazione a basso costo e per lungo periodo di dati storici e in-formazioni soggette alla conservazione normativa e tipicamente poco accedute durante il loro ciclo di vita.

ANCHE LO STORAGE A NASTRO PUÒ ESSERE VIRTUALIZZATONegli ultimi anni si sono sviluppate sul mercato anche soluzioni di librerie nastro virtuali (virtual tape library): in sostanza l’idea è quella di utilizzare un insieme di dischi magnetici ad accesso diretto per simulare la disponibilità di un gran numero di cartucce e di unità di lettura e scrittura virtuali.

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Vantaggi evidenti sono la possibilità di attivare operazioni multiple di scrittura e/o lettura in parallelo sui vari disposi-tivi virtuali e di sfruttare completamen-te la capacità dei dispositivi fisici. Le librerie virtuali sono utilizzate anche quando si ha l’esigenza di ripristinare dati di piccole dimensioni senza richie-dere il caricamento di una cartuccia fisica e la successiva ricerca sequenziale dell’oggetto. Nei progetti di archiviazione le libre-rie virtuali possono essere utilizzate come memoria di livello superiore a quello dei nastri per contenere i dati più frequentemente utilizzati e dove è richiesto un livello di servizio più alto. Come ulteriore evoluzione le librerie nastro virtuali sono state dotate di fun-zionalità interne di riduzione automati-ca della capacità fisica utilizzata. Poiché, come si è detto, le librarie nastro sono parte integrante di soluzioni di back-up e disaster protection (che prevedono copie periodiche di grandi quantità di dati), funzionalità integrate di deduplica dati consentono di riconoscere blocchi di dati già salvati eliminando le duplica-zioni e lo spazio fisico necessario.

EVOLUZIONE DELLA CAPACITÀ DI MEMORIA E DI TRASFERIMENTO DATICon tassi di crescita dell’informazione digitale generata ogni anno del 60% diventa fondamentale migliorare co-stantemente la capacità dei dispositivi di memoria per tenere sotto controllo i costi di archiviazione. È importante migliorare costantemen-te anche la velocità di trasferimento dei dati per evitare di dilatare il tempo

necessario ad effettuare delle copie.Per venire incontro a queste esigenze la capacità di memoria del nastro si è evoluta tantissimo: pensate che una bobina nastro nel 1956 conteneva 1.4 MegaByte, una delle prime cartucce nastro degli anni ’80 poteva contenere 200 MegaByte e oggi sono disponibili cartucce LTO5 con capacità nativa di 1.5 TeraByte che possono diventare 3 TeraByte con compressione dati di 2:1. Oggi, grazie ad LTO5, una libreria au-tomatica di classe enterprise, come per esempio la IBM TS3500, può arrivare ad archiviare fino a 30 PetaByte di dati pari a 60 PetaByte assumendo sempre una compressione di 2:1.Di pari passo è cresciuta la velocità con cui è possibile leggere o scrivere dati su nastro: nel 1956 era di soli 7.5 KiloByte/sec mentre oggi con i nuovi LTO5 può arrivare a 140MegaByte/sec e a 280 MegaByte/sec nel caso di compressione dati 2:1.

LO STANDARD LINEAR TAPE OPENNel 1997 IBM insieme ad altri fornitori di tecnologia decide di proporre un nuovo “open standard” per le cartucce nastro chiamato LTO (Linear Tape Open) con i seguenti obiettivi:

- superare la proliferazione di formati e tecnologie nastro incompatibili tra loro;

- garantire l’interoperabilità multi-fornitore delle cartucce;

- assicurare la compatibilità all’indie-tro (lettura/scrittura delle cartucce di generazioni precedenti con la generazione corrente);

- dare visibilità agli utenti della evolu-zione tecnologica LTO, in termini di capacità, prestazioni ed affidabilità, mediante una roadmap ufficiale pub-blicata dal Consorzio LTO2.

Per esempio in termini di compatibilità all’indietro una unità nastro di nuova generazione LTO5 è in grado di leg-gere e scrivere cartucce LTO4 della precedente generazione e di leggere anche vecchie cartucce LTO3.Oggi, ad oltre 10 anni dalla sua na-scita, lo standard LTO ha superato la quota di 3.3 milioni di drive spediti a conferma della validità dell’iniziativa di standardizzazione proposta3.

AFFIDABILITÀ E DURATA NEL TEMPOPer garantire un’elevata affidabilità i dati in LTO sono registrati su piste longitudinali parallele alternate a servo tracce per posizionare con precisione il dispositivo di lettura e scrittura. Le informazioni sono scritte a blocchi, corredati da codici per la correzione degli errori, i dati, dopo essere scritti, sono riletti per verificare l’accuratezza della registrazione. Le cartucce sono sviluppate in modo da proteggere al meglio il contenuto dai danneggiamenti e sono dotate di un chip di memoria che contiene una registrazione di tutte le segnalazioni di errore. Questo consente di tracciare la qualità del supporto nel tempo ed at-tivare eventuali provvedimenti preven-tivi di riversamento su nuove cartucce per conservare le informazioni per lunghi periodi di tempo. Grazie a questi accorgimenti, una

Fig. 1 – La più recente roadmap ufficiale pubblicata dal consorzio LTO

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cartuccia nastro di buona qualità, se conservata in condizioni ambientali controllate, può mantenere inalterato il contenuto fino a 25-30 anni.

LE FUNZIONALITÀ INTEGRATE PREVISTE DALLO STANDARD LTOOltre alle già citate migliorie in termini di capacità e prestazioni, lo standard LTO si è evoluto anche nella direzione delle funzionalità integrate al fine di meglio indirizzare le molteplici esi-genze nel mercato del back-up e della archiviazione.A partire da LTO generazione 3 è stato introdotto il formato “WORM tape” (Write Once Read Many): con cartucce di questo tipo si possono indirizzare esigenze di archiviazione di informa-zioni per la conformità ovvero con caratteristiche di non-modificabilità dopo che le informazioni sono state registrate. Con LTO generazione 4 arriva la “tape encryption”: attivando questa funzionali-tà è possibile adeguarsi alle normative nazionali ed internazionali sulla prote-zione dei dati sensibili. La crittografia è importante per le car-tucce nastro che per loro natura sono facilmente trasportabili ed ampiamente utilizzate per interscambio dati tra enti o per conservare dati in siti remoti per il disaster recovery.

Ulteriori sviluppi hanno poi introdotto cartucce speciali LTO con dispositivo RFID integrato che permettono la tracciatura automatica della cartuccia durante la sua movimentazione.Ora con LTO generazione 5 si aggiun-ge la funzionalità di “tape media parti-tioning” che sviluppiamo nel paragrafo seguente.

CON LTFS IL TAPE IBM SI FA “SMART”Con l’annuncio di LTO5 la IBM, oltre a rendere disponibili unità nastro realiz-zate con tecnologia di livello enterprise, ha rilasciato anche un nuovo formato di registrazione chiamato “Long Term File System” o LTFS4 che consente l’“accesso diretto” alle informazioni presenti su nastro.Grazie ad LTFS è possibile inserire una cartuccia in un drive e “vederla” in una struttura a directory come se fosse un CD-RW, un DVD-RW, un disco esterno USB disk o una USB key ed è possibile fare “drag & drop” di oggetti da e verso il nastro.LTFS utilizza la funzionalità di partizio-namento prevista dallo standard LTO generazione 5: una prima partizione ospita un indice dei contenuti ed una seconda partizione separata contiene i dati effettivi. Con LTFS la cartuccia si autodescrive (Self Describing Tape For-mat) mediante uno schema XML ed il

suo contenuto può essere visto come un dispositivo storage rimuovibile senza bisogno di un software specifico di back-up o di archiviazione rendendo il contenuto potenzialmente indipen-dente dalla piattaforma elaborativa e trasportabile tra sistemi operativi differenti. IBM ha rilasciato la tecnologia LTFS come software open source utilizzan-do lo standard aperto di file system POSIX che prevede comandi standard a livello di file: Open, Read, Write, Ap-pend, Delete and Close. IBM ha, inoltre, sviluppato device driver per ambienti operativi Linux e Mac OSx e prevede di rilasciare una versione specifica per MS Windows. LTFS è oggi disponibile per le unità nastro esterne IBM TS2250 e IBM TS2350 e lo sarà a breve anche per le librerie nastro. Interessante rilevare che LTFS in “library mode” consentirà di visualizzare una lista del contenuto di tutte le cartucce interne alla libreria, anche se non montate in un drive, e di effettuare delle operazioni di ricerca di oggetti su tutte le cartucce presenti nella libreria. Parafrasando altre solu-zioni IBM di file serving si parla di una soluzione di tipo “TONAS” (Tape Oriented NAS) che potrebbe consen-tire nuovi livelli di efficienza in termini di costo di memorizzazione di grandi volumi di dati.

Fig. 2 – Andamento del costo totale di archiviazione all’allungarsi della durata della conservazione

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LTFS con l’accesso diretto ai singoli oggetti su nastro, apre nuovi scenari di gestione dati a basso costo per diversi settori di mercato come sanità, video-sorveglianza e intrattenimento. Per esempio su un nastro LTFS è possibile selezionare velocemente una scena di un video, accedere ad un documento specifico ed aggiornare ra-pidamente solo una porzione di nastro senza dover riscrivere l’intero nastro.Nel campo del “digital media” alla conferenza NAB 2010 (National Association of Broadcasters)5 è stata dimostrata una soluzione di acquisizio-ne video ad alta definizione che utilizza nastri LTO5 con LTFS facilitando così l’accesso ai singoli oggetti multimediali da parte delle varie applicazioni, anche su piattaforme eterogenee, preposte all’acquisizione, montaggio e distribu-zione dei contenuti multimediali.

COSTI DI ARCHIVIAZIONEPer una corretta valutazione dei costi di archiviazione di lungo periodo occorre analizzare su un orizzonte temporale di lungo periodo le diverse componenti di costo: acquisizione dei dispositivi, manutenzione, consumi energetici ed eventuali funzionalità software. Si noti che il ciclo di vita utile di un di-spositivo storage varia molto a seconda della tecnologia utilizzata: un sistema storage a disco, a causa della obsole-scenza tecnologica e del deterioramen-to meccanico, ha tipicamente un ciclo di vita di 3-5 anni mentre un sistema storage a nastro può avere un ciclo di vita dai 5 (cartuccia e drive) ai 10 e più anni (libreria automatica).Per quanto riguarda il costo di ac-quisizione e di manutenzione per unità di capacità ($/GB) un nastro è sicuramente più economico rispetto ad un disco magnetico. all’interno della libreria, inoltre, un tape drive può condi-videre un numero elevato di cartucce: ne segue che il costo incrementale al crescere dell’archivio è pari alla sola cartuccia. Lo stesso discorso vale per quanto riguarda il consumo energetico che per una cartuccia archiviata è pari a zero.Sono stati fatti negli ultimi anni diversi studi per tentare di quantificare i costi di un progetto di archiviazione di lungo periodo e confrontare tra loro le varie

opzioni tecnologiche disponibili. Per esempio, uno studio condotto da Data Mobility Group6 ha analizzato un progetto di archiviazione con capacità iniziale di 150 TB e con tasso di cresci-ta annuale del 20%. L’analisi su 7 anni ha dimostrato che il costo cumulato di una soluzione unicamente con dischi di capacità è 11 volte superiore a quella con solo nastri magnetici. È stata analizzata anche una soluzio-ne mista, dove il 25% dei dati – i più frequentemente acceduti – sono su disco ed il restante 75% su nastro, che ha costi solo 3 volte superiori al puro approccio nastro. L’approccio misto può essere utile per indirizzare progetti dove la frequenza di accesso alle informazioni da archi-viare decade velocemente nel tempo o per valutare il costo di una soluzione di libreria nastro virtuale citata prima.Risultati simili sono ottenuti da Clipper Group7: per un progetto di archiviazio-ne da 150 TB su 5 anni, con crescita dell’archivio ipotizzata del 30%, si stima una soluzione disco di capacità (SATA) 8 volte più costosa di una ba-sata su libreria a nastro. Nel documento citato la sola com-ponente consumi energetici vede la libreria nastro 25 volte meno costosa rispetto ad un sistema a dischi, confer-mando così la tecnologia nastro come la più “verde”, rispettosa dell’ambiente e in linea con le tendenze attuali di molte aziende che hanno un piano di contenimento delle emissioni nocive e dell’impatto sull’ambiente. Per queste ragioni la strategia IBM prevede di offrire nelle soluzioni che puntano alla conservazione di grandi quantità di informazioni per lunghi periodi di tempo un’opzione a basso costo di livello tape gestita ovviamente in modo automatico. Esempi di questa strategia sono offerti dalle soluzioni IBM Scale Out NAS8 e IBM Information Archive9 dove appunto è previsto un livello opzionale di costo inferiore su nastro che viene gestito automaticamente in base alle politiche di conservazione dei dati.

EVOLUZIONI FUTURECome sintetizzato da una analisi con-dotta da Clipper Group10 il nastro è

stato, e continua ad essere, il dispositivo di memoria con i più bassi costi, ideale quindi per esigenze di archiviazione di lungo periodo. Con l’arrivo di LTO5 si rafforza ul-teriormente questo posizionamento nei confronti delle altre tecnologie di memoria disponibili.Cartucce da oltre 12 TeraByte, come previste dalla roadmap LTO nella generazione 8, sono assolutamente realizzabili nei prossimi anni. A conferma delle evoluzioni possibili della densità di registrazione, il La-boratorio di Ricerca IBM di Zurigo (CH) ha realizzato all’inizio del 2010 un prototipo di nastro magnetico che potrebbe consentire la realizzazione nei prossimi anni di cartucce da 35 TB, con una densità, cioè, 10 volte supe-riore a quella della tecnologia LTO5 attuale11.

NOTE1 Tape is dead! Long live tape! – InfoWorld – January 20102 Sito ufficiale consorzio LTO: www.ultrium.com3 IDC Worldwide Tape QView, March 2010. 4 IBM LTFS: www.ibm.com/systems/stora-ge/tape/ltfs/5 Video Archive Recorder with LTO5 in-troduced at NAB: www.for-a.com/news/press_1004121.html6 Data Mobility Group - “Is tape really chea-per than disk?”7 Clipper Group - “Tape and Disk Costs: What It Really Costs to Power the Devices”8 IBM Scale Out Network Attached Storage: www.ibm.com/systems/storage/network/sonas9 IBM Information Archive: //www.ibm.com/systems/storage/disk/archive/10 Clipper Group – “LTO-5 Raises the Bar for Tier-3 Storage” – January 201011) IBM Research sets new record in tape data density: //www.zurich.ibm.com/news/10/storage.html

SERGIO RESCH

System Storage Platform Advocate – IBM SouthWest Europe

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MASSIMILIANO GRIPPALDI

Una tecnologia per aumentare la libertà d’informazioneIl passaggio dalla carta al digitale non solo quale strumento per aumentare la diffusione delle informazioni, ma anche elemento chiave per alimentare e automatizzare i processi aziendali

MERCATO

È una curiosità del tutto naturale vo-ler sapere che tipo di informazioni le istituzioni possiedono su di noi e dove queste siano conservate; ed è altret-tanto lecito chiedersi come vengono gestite le consistenti quantità di carte e documenti che contengono dati di carattere personale.

La libertà d’informazione va oltre la semplice curiosità. È un bisogno fondamentale del cittadino affinché possa confermare la sua fiducia verso le istituzioni e conoscere le dinamiche con le quali le persone che sono state elette gestiscono il Paese.

LA SOLUZIONE: DIGITALIZZARE LE INFORMAZIONI

La soluzione più semplice al proble-ma dell’accesso e della consultazione di tali informazioni è rappresentata dalla loro digitalizzazione. Al di là dei benefici ambientali a lungo termine offerti, ad esempio, dal risparmio della carta e dalla conseguente prevenzione della deforestazione, digitalizzare le informazioni ha come effetto benefico quello di ottimizzare l’efficienza met-tendo le istituzioni nelle condizioni di erogare un servizio più rapido e fornire risposte in un formato facilmente ac-cessibile e trasferibile.

Il beneficio maggiore che la digita-lizzazione può apportare al settore pubblico è costituito dalla riduzione delle richieste per la consultazione dei documenti in originale; anche se comprensibilmente ogni ente deve archiviare la copia originale per ragioni di sicurezza o motivi legali. La copia digitale di un determinato documento ha lo stesso significato, per il cittadino, di avere le informazioni originali; un vantaggio notevole anche nel caso in cui il documento debba essere messo a disposizione di più persone e i dati debbano essere duplicati.

L’accesso digitale è comodamente fru-ibile anche a scopo di analisi. In caso di discordanze, un dato digitale può infatti essere aggiornato, modificato o corretto in maniera assolutamente semplice e immediata.

GLI SCANNER FUJITSU: GLI STRUMENTI ADATTI

Quando si va alla ricerca di uno scan-ner ci si rende conto di quante siano le funzioni e i modelli disponibili. Le differenze generalmente riguardano il software, ma anche le aree di applica-zione in esame e le caratteristiche del prodotto. Fujitsu offre una ricca gam-ma di scanner: dalle soluzioni fi-6800

per la gestione massiva della carta, ai rapidissimi dispositivi dipartimentali fi-6140, ai modelli di rete fi-6010N, fino ai prodotti compatti da tavolo della linea ScanSnap.

Quale sia il modello più indicato di-pende dall’utilizzo finale per il quale è acquistato e dallo spazio che si ha a disposizione. Prima di scegliere e pro-cedere all’acquisto è importante con-siderare e valutare tutte le specifiche tecniche che si desiderano avere, come ad esempio la velocità di scansione e la larghezza di banda, l’affidabilità, la capacità di elaborazione e il numero di utenti che lo utilizzeranno.

La velocità di scansione si basa general-mente sui volumi di documenti che de-vono essere acquisiti quotidianamente. La quantità di carta usata in una giorna-ta tipo di un ufficio oscilla tra i 1.000 e i 4.000 documenti. Altri elementi da non sottovalutare in fase decisionale sono le esigenze di risoluzione (in dpi) e la mo-dalità colore. La velocità della testina dello scanner dovrebbe generalmente supportare l’orientamento orizzontale di un formato DIN-A4 con una risolu-zione a 200 dpi, a colori. Valori dpi più alti migliorano la qualità del risultato, ma presuppongono allo stesso tempo dimensioni maggiori dei file.

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Gli scanner di produzione Fujitsu, come i modelli fi-6800, ad esempio, raggiungono una velocità media di 130 fogli al minuto (PPM).

Anche lotti di documenti misti do-vrebbero essere scansionati in maniera affidabile in base allo spessore e al tipo di supporto cartaceo; la presenza di sensori a ultrasuoni permette di rico-noscere in maniera sicura inserimenti multipli o multistrato per interrompere il passaggio dei documenti e permette-re all’utente di intervenire sul processo di scansione. Questa funzione fa sì che informazioni importanti – che si trovano magari nelle pagine interne di un gruppo di fogli alimentati si-multaneamente - non vengano perse. L’inserimento multiplo è tipicamente riscontrabile nei documenti pinzati, piuttosto che nel caso di fotografie o post-it incollati ai fogli. Lo scanner Fujitsu fi-6240 è il primo dispositivo di questa categoria che in-tegra la Intelligent MultiFeed Function (iMFF) e la tecnologia Paper Protec-tion.

La scelta dello scanner dipende an-che dalla tipologia di documenti che dovranno essere gestiti, valutando tra un modello semplice di acquisizione documentale piuttosto che un’unità di scansione a superficie piana. Se la digitalizzazione prevede libri, materiali rilegati o documenti particolarmente delicati, l’azienda avrà bisogno di un’unità di scansione piana. Alcuni sistemi possono acquisire - con l’aiuto di un raccoglitore - anche il formato DIN-A3 (pagine di giornale, fotografie o riviste); una soluzione che è tuttavia indicata solo per situazioni saltuarie e non per un impiego quotidiano.

Lo scanner a colori Fujitsu fi-6770 è un’unità duplex con Automatic Do-cument Feeder (ADF) e funzioni di scansione tramite superficie piana.

LE PARTNERSHIP DI PFU IN AM-BITO SOFTWARE

Parallelamente all’utilizzo degli scanner a scopo di archiviazione o all’interno di soluzioni per la gestione documentale, questi sistemi sono sempre più utilizza-

ti per supportare i processi operativi e la collaborazione fra team diversi. Dal momento che gli utenti necessitano di dati in formati differenti, al momento della scelta, è necessario verificare che l’unità supporti il software giusto.

Le organizzazioni che scansionano grandi volumi di biglietti da visita, trasferendoli poi all’interno di database elettronici, dovranno, per esempio, ricercare fra le dotazioni dello scanner applicazioni ad hoc, come “CardMin-der”. Se invece l’attività principale è co-stituita dalla scansione di informazioni riservate per poi inviarle a terze parti come file protetti, sarà necessario che lo scanner preveda una funzione per la creazione automatica di file in PDF con password di protezione.

Un elemento chiave legato alla scansio-ne e all’archiviazione delle informazioni è di certo la possibilità di accedervi e di usarle in maniera semplice e immedia-ta. Per questa ragione i programmi di gestione PDF con motori di ricerca integrati risultano estremamente utili. Al fine di razionalizzare la gestione dei file personali, alcuni produttori offrono soluzioni software ad hoc per la gestio-ne dei contenuti, come fa ad esempio PFU con la soluzione “Rack2Filer” specifica degli ultimi modelli Scan-Snap. Il software prevede la gestione integrata dei documenti digitalizzati. Gli utenti possono trasferire i file diret-tamente su Rack2-Filer ordinandoli e categorizzandoli in cartelle digitali, ma come se si trattasse di un’archiviazione reale basata su carta. Infine, le funzioni di editing così come la possibilità di scorrere a video i file salvati, aiutano gli utenti sin dalle prime fasi del processo fino al recupero e all’utilizzo dei dati.

Tutte le unità della serie fi integrano il software professionale per la cattura delle immagini “ScandAll Pro” che, fra i tanti vantaggi offre anche un ampliamento delle funzioni di otti-mizzazione delle immagini. “ScandAll Pro” propone, inoltre, strumenti per il riconoscimento dei codici a barre e dei codici patch al fine di poter distinguere automaticamente i diversi lotti duran-te il batch processing. Nell’utilizzo quotidiano si rivela essenziale anche

un’altra funzione: la capacità di creare simultaneamente diversi file di imma-gini da un unico documento cartaceo; immagini che possono presentare caratteristiche diverse (ad esempio ri-soluzione, modalità colore, tipo di file, informazioni di immagini statiche, ubicazione del file o testo ricercabile integrato). I dipendenti che si trovano nella maggior parte dei casi a gestire attività “knowledge-based” possono sfruttare lo scanner in modo efficiente, ad esempio, per acquisire regolarmente documenti nell’ambito di soluzioni di archiviazione, ECM e DMS.

CONCLUSIONI

Abbiamo affrontato temi quali la necessità di poter accedere alle infor-mazioni e le modalità con le quali la di-gitalizzazione dei documenti potrebbe ottimizzare l’intero processo. Messi in luce i vantaggi della digitalizzazione è necessario eseguire controlli di qualità nelle diverse fasi affinché venga assi-curata la compatibilità in termini di dimensioni, risoluzione delle immagini e formato dei file.

Alla luce del forte bisogno di archi-viare grandi volumi di informazioni e di garantirne l’accesso a chiunque lo richieda, Fujitsu incoraggia l’ado-zione da parte delle organizzazioni, e in particolare degli enti della Pubblica Amministrazione, di strumenti idonei a supportare tutte le fasi del processo di digitalizzazione.

MASSIMILIANO GRIPPALDI

Marketing Manager Italia PFU Imaging Solutions SpA

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DI STEFANO FORESTI

OMAT, una storia che si rinnovaIntervista a Domenico Piazza e Vincenzo Gambetta, rispettivamente ideatore e direttore scientifico di OMAT

EVENTI

Quando la rivista che ha ora in mano sarà in distribuzione, mancheranno pochi giorni alla nuova edizione di OMAT, la principale mostra-conve-gno italiana dedicata alla gestione elet-tronica di documenti, informazioni e processi aziendali, che si terrà il 10 e 11 novembre a Roma, presso il Crowne Plaza Rome – St. Peter’s. Il sito Internet della manifestazione, costantemente aggiornato è www.omat360.it/rm10. L’ingresso è gratu-ito previa registrazione sul sito. Abbiamo incontrato Domenico Piaz-za e Vincenzo Gambetta, i principali fautori di una manifestazione che, con oltre vent’anni di attività, rappresenta a pieno titolo un appuntamento irrinun-ciabile per gli operatori del settore.

Ingegner Piazza, ci racconti quan-do e come è nata l’idea di OMAT e quali sono state le principali tappe del suo sviluppo.Nel 1989 un marchio nato da poco, ITER, organizzava in Assolombarda a Milano un convegno sul tema “le Memorie Ottiche e le applicazioni nelle aziende italiane”, iniziativa che riscosse un notevole successo. L’anno successivo, in ottobre e con la colla-borazione della Sistemi Informativi di Roma, esordiva OMAT, un progetto di ampio respiro.Nel 1991 si teneva la seconda edizione a Milano, mentre nel 1992 al convegno OMAT si affiancava un’area dimo-strativa altamente specializzata, allora chiamata P*GED. Contemporanea-mente esordiva anche un periodico,

I*GED, in bianco e nero e con poche pagine, ma fatto con tanto impegno e passione.Insieme ad associazioni, operatori ed esperti del settore, OMAT ed I*GED hanno perseguito negli anni l’obiettivo di portare l’innovazione tecnologica nel settore documentale verso le im-prese e le organizzazioni pubbliche e private.

E oggi?Sono passate parecchie edizioni, OMAT è diventata un progetto a trecentosessanta gradi che si sviluppa sul portale www.omat360.it e I*GED ha cambiato nome in iged.it. Inoltre, è nato iged.it online, un periodico elet-

tronico che amplia e approfondisce i temi della gestione elettronica di do-cumenti e informazioni con contenuti sempre innovativi. Insomma, abbiamo lanciato diversi progetti senza mai dimenticare lo spirito che animava la prima edizione di OMAT: diffondere la cultura relativa alla gestione docu-mentale presso un pubblico sempre più ampio, offrendo contenuti seri e di qualità.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?Noi tutti intendiamo continuare ad impegnarci per quello che è stato il nostro primo settore di attività nel quale abbiamo messo dedizione ed

Vincenzo Gambetta e Domenico Piazza

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investimenti. Siamo fiduciosi che utenti, operatori, e istitu-zioni vorranno continuare a sostenerci in questo impegno che consideriamo comune e che insieme abbiamo costruito.

Dottor Gambetta, che cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova edizione di OMAT?Il nostro settore sta attraversando un periodo denso di cam-biamenti, generalmente in positivo.In seguito ad alcuni anni di intensa attività normativa, sono oggi in “cantiere” le modifiche al Cad (che fanno molto discutere) previste dalla Legge 69/2009, le disposizioni in materia di atto pubblico informatico redatto dai notai, le disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese, origina-riamente previste dal Disegno di legge collegato all’ultima finanziaria. Inoltre, sono attese le Regole Tecniche di cui all’articolo 71 del Codice dell’amministrazione digitale sulla conservazione digitale ed il tanto sospirato Decreto, di cui al comma 213 dell’articolo 1 della legge 244/2007, che stabilirà le regole per rendere effettiva la Fatturazione Elettronica nei con-fronti della PA e altro ancora.Insomma, c’è molta carne al fuoco, e ad OMAT i motivi di dibattito e approfondimento di certo non mancheranno.

Quali sono, in particolare, gli argomenti che verranno trattati in sede di convegno?La sessione plenaria di apertura sarà dedicata al tema della gestione del patrimonio digitale per lo sviluppo del sistema paese, e vedrà la partecipazione di rappresentanti di spicco del mondo istituzionale, normativo e aziendale. Inoltre, sono previsti convegni sulla conservazione della memoria digitale, sulla dematerializzazione, sulla normativa e una sessione de-

dicata al ruolo degli istituti finanziari. E naturalmente, uno dei nostri cavalli di battaglia: la fatturazione elettronica.

Ora non resta che andare a verificare di persona: appuntamento quindi a Roma il 10 e 11 novembre.

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PERCHÉ PARTECIPAREOMAT è riconosciuta dal mercato come l’evento di riferimento nel settore del document management. Per capire come incanalare e sfruttare al meglio il flusso di dati digitali che ogni azienda crea e riceve, OMAT è la manifestazione alla quale nessun manager può mancare.

DOMANDE&RISPOSTEÈ possibile inviare le sue domande ai relatori di OMAT, i quali risponderanno nel corso della sessione indicata! È sufficiente collegarsi al sito www.omat360.it/rm10, selezionare la voce “convegni” e cliccare sul bottone “invia una domanda” che si trova all’interno dell’agenda di ogni sessione.

COME PARTECIPAREGrazie agli espositori e agli sponsor, l’ingresso a OMAT è completamente gratuito previa iscrizione su www.omat360.it/iscrizione.

DOVE & QUANDOOMAT si svolgerà a Roma il 10 e 11 novembre presso il Crowne Plaza Rome St. Peter’s, in via Aurelia Antica 415.

LE AZIENDE COINVOLTESul sito www.omat360.it/rm10 si trovano i loghi e i profili delle aziende che partecipano a OMAT in convegno e in area expo.

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ANTICIPAZIONI FLASH

ACCENTUREAccenture parteciperà ad OMAT Roma 2010 e illustrerà la propria vision ed esperienza in tema di demateria-lizzazione, con particolare attenzione alle opportunità offerte dalle soluzioni innovative di workflow e document management. In questa area, Accenture ha matu-rato esperienze specifiche grazie alla gestione di programmi complessi e al know-how dei propri professionisti, esperti di tecnologia e organizzazione nelle aree: Business Intelligence, Portal & Content Management, Data Mana-gement & Architecture, Workflow e Document Management. Una squadra a disposizione dei clienti con compe-tenze, asset e un network internazio-nale di relazioni tecniche con partner strategici e leader di mercato. Accenture, convinta che la digitalizza-zione dei documenti (e più in generale l’automazione dei processi amministra-tivi) abbiano un’importanza strategica per la modernizzazione nel settore pub-blico, offre un’ampia gamma di servizi e soluzioni end to end a supporto dei programmi di innovazione, con l’obiet-

tivo di realizzare amministrazioni “full digital”, che rispondano alle esigenze di rapidità, trasparenza e accessibilità da parte di cittadini e imprese.

AMINFORMATICAQuest’anno AMInformatica partecipa ad OMAT Roma in partnership con ABBYY, azienda leader nelle tecno-logie di Intelligent Data Capture. Per l’occasione presenterà l’integrazione di Firedoc, la propria soluzione modulare per la gestione di ogni tipologia di do-cumento, con FlexiCapture. ABBYY FlexiCapture è una soluzione di In-telligent Document Recognition che consente l’acquisizione automatica di qualsiasi tipo di documento e di form e consente di riconoscere testi scritti in manoscritto stampatello, incasel-lato e non, manoscritto corsivo, testi stampati e dattiloscritti, caselle di ogni tipo, codici a barre. AMInformatica affianca alla sua offerta di Gestione Documentale i servizi logistici di stoc-caggio e gestione dell’archivio cartaceo, mettendo a disposizione dei propri Clienti le tecnologie di digitalizzazione, indicizzazione, barcode recognition e acquisizione massiva dei documenti. Completa la sua offerta con servizi di dematerializzazione e Conservazione Sostitutiva a norma.

AVNET TECHNOLOGY SOLUTIONSIn occasione di OMAT Roma, Avnet Technology Solutions conferma e raf-forza le proprie strategie nel mercato di Document Management per risponde-re a tutte le necessità dell’utenza grazie ad un ampio portafoglio di brand rappresentati che include i marchi e i prodotti leader in questo mercato, tra cui Able Tech, Canon, Fujitsu, Ko-dak, Panasonic, Emc, Xerox. Inoltre all’interno della divisione, un team di professionisti esperti del settore è in grado di sviluppare offerte commercia-li vincenti anche in ambiti complessi, garantendo i requisiti tecnologici, di legge e metodologici che spesso parte-cipano ad una soluzione di Document Management. Il consolidato rapporto con i vendor consente inoltre ad Avnet e ai suoi partner di avere la massima flessibilità e disponibilità nel caso sia necessario effettuare attività di Proof of concept per i progetti più complessi. La divisione Document Management Technologies è a disposizione di tutti gli operatori del mercato: Centri Servi-zi, Reseller, VAR e System Integrator che operano nel settore.

BM&PLANETA BM&Planeta presenterà le recenti evoluzioni tecniche della Suite GIA-DA, rivolte in particolare alle piccole e medie imprese, non ultimi i commer-cialisti considerati riferimenti strategici e qualificati. GIADA è completamente WEB based, automatizzata, non richie-de impegno di personale, è facilmente accessibile, è programmabile ed è sempre disponibile. Inoltre, è fattura-bile a consuntivo e la manutenzione è a carico di terzi. La Suite GIADA si compone dei seguenti servizi erogabili via WEB: stampa, imbustamento, recapito postale e creazione di formati PDF. Nuove funzionalità e soluzioni rese disponibili: Rafforzamento dei

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processi di Qualità, Sicurezza e Privacy; Gestione della PEC (Posta Elettronica Certificata) per P.A. e P.M.I.; Sviluppo multilingue; Fatturazione Elettronica con interfacciamento via web con i servizi del circuito interbancario.

CGK SOLUTIONS La CGK Solutions, in partnership con l’importante azienda tedesca InoTec, specializzata nella produzione di scan-ner ad alta produttività specifici per il trattamento di grandi quantitativi di documenti, presenta in occasione di OMAT Roma, l’innovativo sistema d’acquisizione composto dallo Scanner Scamax M06 e dall’esclusivo software di gestione ImagePort2K. CGK Solu-tions si presenta a questo importante evento con l’obiettivo di far conoscere ed apprezzare al mercato le importanti novità riguardanti il nuovo Scamax M06 dotato dell’innovativa tecnologia di illuminazione a Led, garanzia di robustezza e risparmio energetico, e dell’esclusivo sistema di trascinamento senza vetrini. Inoltre, OMAT Roma 2010 rappresenterà la vetrina ideale per presentare il sistema d’acquisizione nella sua completezza. Infatti la CGK coglierà l’occasione per presentare le caratteristiche e le funzio-nalità del software di gestione dedicato: l’ImagePort2K della software house italiana S2i.

IBML’evoluzione dei mercati e il passo dell’economia richiedono alle aziende processi decisionali sempre più veloci e capacità di reinventare il rapporto azienda-cliente. La condivisione delle informazioni e lo sfruttamento di tutto il loro potenziale nei processi di busi-ness diventano pertanto fondamentali. IBM parlerà di automazione dei pro-cessi di business guidati o innescati dai contenuti, dell’evoluzione tecnologica del mercato del Business Process Ma-nagement e delle potenzialità nascoste nelle informazioni non ‘evidenti’, gra-zie all’analisi proattiva dei contenuti per un approccio strategico alla gestione delle informazioni in azienda.

KODAKPresso lo stand Kodak ad OMAT sarà possibile visionare alcuni prodotti dell’offering di Kodak per il Document Imaging: dagli scanner per gruppi di la-voro (Kodak ScanMate i1120 e Kodak i1220 Plus) ideali per uffici con produt-tività fino a 3.000 pagine al giorno, agli scanner di rete (Kodak Scan Station 500) per una condivisione ottimizzata dei documenti, ai dispositivi di basso volume (Kodak i1400) per una pro-duttività fino a 15.000 pagine al giorno e agli scanner di produzione (Kodak i4000) per elevati volumi (fino a 50.000

pagine al giorno). Gli scanner Kodak offrono diverse prestazioni in termini di pagine/giorno, ma tutti sono dotati della tecnologia di scansione Kodak ad altissima qualità. Sono inoltre corredati da molte funzionalità che consentono di ridurre al minimo l’intervento ma-nuale, come ad esempio la tecnologia Perfect Page, iThresholding, scansione Smart Touch, raddrizzamento automa-tico delle immagini, rimozione auto-matica dei bordi e molte altre ancora.

NICANICA presenterà DOCS Suite, un’innovativa soluzione generalizzata e di tipo orizzontale per la demate-rializzazione documentale degli enti e delle aziende, senza impatti sull’or-ganizzazione e con risultati efficaci in tempi brevi. Per poter realizzare questo nuovo approccio bisognerà, per prima cosa, disporre di strumenti innovativi di “front office”, sia hardware sia sof-tware, che permettano a chiunque di acquisire documenti cartacei in modo molto facile e senza un training speci-fico. Il secondo aspetto fondamentale di questo nuovo approccio è la pre-senza di un’organizzazione di “back office” che garantisca alla platea degli utenti di poter disporre in tempi certi e predefiniti dei documenti elettronici in consultazione. La soluzione sarà composta da una famiglia di prodotti in grado di offrire una copertura com-

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pleta di molteplici ambienti operativi: personale, dipartimentale ed in mobi-lità. Tutti questi prodotti faranno capo ad un unico sistema di gestione e di controllo: DOCS Suite.

PANASONIC Panasonic presenta KV-S5055C, uno scanner professionale in grado di eli-minare alcune delle più comuni cause di inceppamento negli ambienti lavo-rativi. KV-S5055C è compatibile con il formato A3, ed è in grado di scansire fino a 90 pagine al minuto e di ela-borare documenti con una lunghezza fino a 2.540 mm. Il nuovo modello è equipaggiato con l’esclusiva tecnologia Toughfeed di Panasonic, un innovativo meccanismo di alimentazione della carta che è in grado di rilevare i docu-menti con punti metallici e -attraverso gli ultrasuoni- la doppia alimentazione.Lo scanner è dotato anche del software Image Capture Plus di Panasonic, che permette agli utenti di effettuare mo-difiche alle pagine scansite in modo più semplice. Questo include togliere le pagine vuote, cambiare l’ordine delle stesse, ritagliare i documenti e rimuo-vere automaticamente i segni lasciati dai fori nella copia originale.

PFU IMAGING SOLUTIONSPFU Imaging Solutions, Società di Fujitsu che si occupa di scanner do-cumentali, presenterà a OMAT Roma un nuovo scanner di produzione per applicazioni ad alte prestazioni, il mo-dello Fujitsu fi-5950. Con una velocità massima pari a 270 immagini al minuto (135 pagine), la soluzione costituisce la scelta ideale per chi ha esigenze di elevati volumi operativi. Dotato dell’ultimissima tecnologia VRS per l’elaborazione delle immagini e di un’innovativa tecnica per il trasporto della carta, il nuovo Fujitsu fi-5950 ha la capacità di gestire grandi quantità di modulistica, anche mista, con il mini-mo intervento da parte dell’operatore.Grazie alla stretta collaborazione con il team Kofax dedicato al VRS Software

Development, questo nuovo scanner offre l’ultimissima tecnologia VRS per l’elaborazione delle immagini garan-tendo una produttività maggiore grazie alle funzioni di gestione intelligente della rotazione della pagina e del rileva-mento delle pagine bianche.

RECOGNIFORM TECHNOLOGIESApprofittando della cornice di OMAT Roma 2010, Recogniform Technolo-gies SpA presenterà al pubblico diverse importanti novità: Un nuovo aggiorna-mento di Recogniform Reader, la piat-taforma di lettura ottica utilizzabile per estrarre dati ed informazioni da moduli e documenti cartacei sia strutturati che non strutturati. Recogniform Invoice, il sistema pronto all’uso per estrarre dati da fatture e documenti di trasporto, sempre più performante e sofisticato. La nuovissima versione di Recogno-form ImageProcessor, la 7.0, il potente applicativo che consente di elaborare documenti in batch, correggendone i difetti di scansione, applicando de-cine di algoritmi di image processing, migliorandone e monitorandone la qualità delle immagini. Inoltre, per festeggiare il suo 10° compleanno di attività, Recogniform Technologies re-galerà a tutti i partecipanti all’evento un utilissimo manuale di introduzione alla lettura ottica che ne spiega in modo di-vulgativo tecnologia, utilizzo e segreti.

QUATTROEMMEQuattroemme, azienda specializzata sui temi del collaboration, knowledge ma-nagement e business intelligence, du-rante OMAT presenterà due prodotti: Suite BKM per il Business Knowledge Management, una soluzione integrata ed integrabile per la condivisione e col-laborazione all’interno delle organizza-zioni e dei gruppi di lavoro, costituita da applicativi per il document manage-ment, il workflow management, il con-

tent management, il collaboration e per creare virtual desk. CREIS - Customer Relationship Executive Information System, un dashboard direzionale per effettuare analisi di business intelli-gence. Entrambi i prodotti, oltre ad essere notevolmente flessibili, assicu-rano velocità di implementazione e risultati immediati relativamente agli obiettivi che perseguono. Inoltre, Mau-rizio Masotti, Amministratore Unico di Quattroemme, sarà relatore durante le attività convegnistiche di OMAT con un intervento dal titolo: “Persone, Informazioni, Documenti, Dati. Una soluzione integrata per gestire, condi-videre, collaborare: il virtual desk, dal document management al dashboard.”

SWENSWEN a OMAT Roma 2010 pre-senterà per la prima volta al pubblico italiano i prodotti della canadese Adlib Software, di cui è partner commerciale, system integrator e centro di sup-porto per l’Italia. Adlib Express è la migliore soluzione per l’automazione documentale server-based. Massimizza l’efficienza dei workflow realizzando incrementi di produttività, economie di esercizio, conformità dei documenti a formati standard (ad es. PDF/A) e riduzione degli errori. Le tecnologie Adlib, fra cui OCR, conversione di formati, trasformazioni su docu-menti, pubblicazione e distribuzione totalmente automatizzate, si possono facilmente integrare in applicazioni nuove o già esistenti. Adlib PDF for SharePoint aggiunge a Microsoft® SharePoint® funzionalità centralizzate di OCR, modifica, trasformazione e conversione di documenti in formati standard mediante regole di business basate su workflow.

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STEFANO FORESTI

Marketing communication ITER

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VALENTINA TURI E XAVIER SAUVAN

Sempre più valore alle informazioni

DALLE AZIENDE

Notoriamente molto dinamico il mercato del Document Management è caratterizzato da una continua evo-luzione. In questi anni, l’andamento negativo dei mercati internazionali, le esigenze di tipo organizzativo e l’inces-sante aumento delle informazioni nelle aziende hanno dato origine ad una co-stante crescita dell’area del Document Management. La maturità della visione aziendale ver-so i benefici del DM hanno consentito una continua evoluzione delle piatta-forme e oggi la gestione elettronica non è più considerata una funzionalità facoltativa, ma uno strumento strate-gico e un’opportunità per migliorare l’organizzazione e la produttività .Ci si preoccupa di migliorare il servizio ai clienti, ma anche ai fornitori e ai partner.

L’azienda è ancora più attenta ai costi e sensibile ai risparmi e quando investe vuole avere benefici immediati con ritorni economici certi e quantificabili: essa, infatti, desidera essere competi-tiva sul mercato e convogliare tutte le energie possibili verso la produttività.In questo contesto le soluzioni di Document Management consentono di rispondere alle esigenze evolutive e collaborative delle aziende, permetten-do un facile accesso al sempre più ricco patrimonio delle informazioni.L’acquisizione automatica, l’accesso, l’utilizzo, la veicolazione e la condivi-sione di ogni tipo di informazione, di qualsiasi natura e tipo essa sia, sono gli elementi fondamentali su cui si basa un sistema documentale avanzato.Le modalità di fornitura del servizio possono variare da Cloud computing

a SaaS, a in-house, in funzione delle esigenze e delle policy delle singole aziende. In entrambe i casi le soluzioni di DM come Firedoc consentono di soddi-sfare le moderne esigenze del mercato che spingono verso l’accesso ai servizi professionali. L’obiettivo è naturalmente quello di alleggerire il costo di gestione e di ma-nutenzione evolutiva dell’applicazione consentendo di concentrarsi in modo sempre più efficace sul Core Business ed ottimizzare sia le risorse umane sia le strutture. L’approccio modulare e le capacità di integrazione con le applicazioni e i flussi documentali già esistenti in azienda sono due punti di forza della soluzione Firedoc.Il sistema si adatta a differenti scenari,

Document Management e Intelligent Data Capture Technology

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dalle piccole alle grandi aziende, alle istituzioni governative. È uno strumen-to efficiente e flessibile a supporto del-le aziende nella loro attività quotidiana, durante la quale, trattano e gestiscono un numero consistente di documenti (attività spesso non organizzata che incide sulla produttività).L’archivio creato è a completa di-sposizione dell’Utente, sia interno all’azienda sia esterno, estendendo il processo anche ai Clienti, Fornitori o Partner strategici che possono ricerca-re, consultare, condividere, modificare e veicolare ogni documento in modo completo, sicuro e controllato.Quando nel 2004 fu lanciata sul mer-cato la piattaforma in esame nasceva come EDMS (Electronic Document Management System) in modalità ASP (Application Service Providing).Questa scelta (coraggiosa per il merca-to italiano di quegli anni) ha consentito di progettare, realizzare e perfezionare Firedoc offrendo una prodotto/servi-zio flessibile e scalabile.Oggi è concetto comunemente acqui-sito che la tecnologia “Web Based” garantisca la totale e continua dispo-nibilità delle informazioni, in qualsiasi momento e da qualsiasi connessione alla rete Internet con enormi vantaggi per la continuità del servizio e lo svi-luppo del business. Interpretando continuamente le ten-denze del mercato il servizio è diventa-to sempre più accessibile ed economi-

co consentendo di soddisfare le singole realtà aziendali, anche le più piccole. Di seguito sono alcune delle funzionalità, oggi, offerte: modulo scansione differita attraver-

so Barcode; modulo gestione protocollo infor-

matico a norma CNIPA; modulo cattura spool AS400; modulo firma digitale; modulo integrazione PEC (posta

elettronica certificata); modulo workflow; modulo conservazione sostitutiva a

norma; modulo OCR standard (solo indi-

cizzazione); modulo IDR evoluto (per il data

capture).Uno degli ultimi moduli sviluppati dal team di AMInformatica, fornitore di Firedoc, riguarda il data capture.

La tecnologia di data capture ha una storia relativamente lunga, risale al primo sistema di lettura ottica realiz-zato per riconoscere i simboli stilizzati conformi a un template.Fino a quel momento i sistemi si era-no evoluti per supportare le industrie utilizzando un vasto set di differenti tecnologie. Dopo molti anni di lavoro con le azien-de ABBYY ha sviluppato la tecnologia FlexiCapture in grado di catturare dati da documenti strutturati, semi-struttu-rati e non strutturati.

FlexiCapture è una soluzione di Dy-namic Data Capture per l’acquisizione automatica di qualsiasi tipo di docu-mento e di form (fatture, questionari, contratti, lettere, ordini, moduli, etc.) e consente di riconoscere testi scritti in manoscritto stampatello, incasellato e non, manoscritto corsivo, testi stampa-ti e dattiloscritti, caselle di ogni tipo e codici a barre.La tecnologia FlexiCapture, integrata a Firedoc, aggiunge beneficio alle aziende grazie alla riduzione dei costi operativi, all’aumento della produttività e al miglioramento della qualità e della conformità dei dati.

XAVIER SAUVAN

ABBYY Regional Marketing Executive Benelux, France and Italy

VALENTINA TURI

Marketing communication AMInformatica

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A CURA DEL COMMUNICATION MARKETING DI BM&PLANETA SRL

BM&PLANETA nuovi investimenti e strategie

DALLE AZIENDE

Il Gruppo ha festeggiato i 18 anni di presenza sul mercato della GED (Gestione Elettronica dei Documenti) durante i quali l’esperienza accumulata ha garantito una serie di successi che lo hanno portato ad una invidiabile quantità di riconoscimenti.Durante la recente inaugurazione della nuova sede, approfittando del-la presenza di rappresentanti delle Istituzioni locali, i responsabili di BM&PLANETA hanno fatto il punto su risultati e strategie. Di seguito è una loro sintesi.

INVESTIMENTINuovi uffici A partire da Marzo 2010 è stato dedi-cato grande impegno all’apertura dei nuovi uffici commerciali e ammini-strativi, con l’ampliamento della Server Farm e il potenziamento del team R&S, il tutto accompagnato dall’installazione di dispositivi e attivazione di processi

per aumentare al massimo la sicurezza delle attività interne. Decentramento dei siti di stoccaggio Nuovi siti di stoccaggio/trattamento carta sono stati attivati per ridurre i co-sti di gestione e velocizzare la raccolta dati su tutto il territorio nazionale.Accordo con IMQ Con IMQ è in via di definizione l’anali-si, il controllo e la qualificazione di tutti i processi interni ed esterni. L’ottimizzazione dei processi e dei si-stemi di controllo e di sicurezza, seguiti da tutti gli addetti ai lavori, vogliono dare la massima garanzia ai clienti che operano con noi.

STRATEGIE PEC (Posta Elettronica Certificata) È stato ulteriormente rafforzato il rapporto di partnership con Ceda-cricert (società del gruppo Cedacri) per il rilascio e la gestione nella suite GIADA della PEC per offrire una so-

luzione qualificata negli ambienti della Pubblica Amministrazione, del settore Finanza e in quello delle PMI.Fatturazione Elettronica Con la definizione di un accordo strategico, che consente di gestire in outsourcing il processo di fatturazione attraverso il circuito dei servizi inter-bancari, sarà attivato il servizio che permetterà di seguire l’intero iter dall’e-missione della fattura fino all’avvenuto pagamento.Oltre il mercato nazionale L’attività internazionale si sta concre-tizzando sia grazie al riconoscimento di clienti già attivi fuori i confini nazionali, che vogliono inserire i nostri servizi an-che presso le loro sedi Europe con l’o-biettivo di razionalizzare la catena dei loro processi, sia studiando e valutando direttamente altri mercati, in particolar modo quello brasiliano dove sono già state realizzate alcune soluzioni con tecnologia RFID.

Nuovi uffici, sviluppo di nuovi servizi, decentramento dei siti di stoccaggio, accordo con IMQ, PEC (Posta Elettronica Certificata), Fatturazione Elettronica, supera-mento dei confini nazionali

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Il “boom” dei bilanci in formato XBRLI vantaggi di poter disporre di dati facilmente elaborabili

NOTIZIE

Da quest’anno le società di capitale italiane che depositano il bilancio al Registro delle Imprese devono usare per il prospetto contabile il nuovo formato XBRL (eXtensible Business Repor-ting Language). Entro il 30 settembre sono stati presentati al Registro Imprese delle Camere di Commercio oltre 883.000 bilanci, di cui il 98% nel nuovo formato XBRL. I dati (positivi) fotografano la “campagna bilanci” messa in opera dalle Camere stesse e supportata dal punto di vista tec-nologico da InfoCamere, la loro società di informatica. “L’XBRL – afferma il direttore generale di InfoCamere, Va-lerio Zappalà - consente di velocizzare ed automatizzare i controlli da parte del Sistema Camerale, e la messa a disposizione dei bilanci stessi diviene molto più tempestiva.Si tratta di una novità che sebbene abbia comportato, in questa fase iniziale, un maggior impegno da parte delle imprese nella redazione dei loro bilanci, consente tuttavia a chiunque di accedere a dati che possono essere oggettiva-mente e facilmente rielaborati. I bilanci in formato XBRL rappresentano perciò un formidabile strumento per le aziende stesse, i professionisti e le Pubbliche Amministrazioni, consentendo di acquisire informazioni che possono finalmente fornire uno strumento di analisi economico-statistica in precedenza non disponibile”. Un ulteriore elemento da porre in evidenza è la bassissima percentuale di errori riscontrati nelle istanze in formato XBRL: solo il 2% del totale. Ciò a dimostrazione della facilità dello strumento che è stato messo a disposizione degli utenti da parte dei produttori di software gestionali e della formazione attivata dalle Camere di Commercio nei mesi che hanno prece-duto il deposito dei bilanci.Per agevolare l’uso di questo formato, inoltre, InfoCamere ha messo in linea sul sito www.registroimprese.it le istruzioni operative e gli strumenti per la realizzazione dei file XBRL,

LE SOCIETÀ ESENTATE DAL PRESENTARE I BILANCI IN FORMATO XBRL

- le società di capitale che applicano, per obbligo o per facoltà, i principi contabili internazionali (IAS/IFRS) per la reda-zione del bilancio di esercizio e/o del bilancio consolidato, individuate dal Decreto Legislativo 28 febbraio 2005, n° 38, tra cui le società quotate, le banche e gli altri intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia

- le società esercenti attività di assicurazione e riassicurazione di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 7 settembre 2005 n. 209 e per le altre tenute a redigere i bilanci secondo il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n 87

- le società che hanno chiuso l’esercizio prima del 16/2/2009 (data di pubblicazione della tassonomia).

REGIONEBilanci depositati

% Bilanci in XBRL

Abruzzo 16.565 96,9%

Basilicata 5.195 97,1%

Calabria 15.050 97,4%

Campania 71.512 97,3%

Emilia/Romagna 77.504 98,3%

Friuli-Venezia Giulia 16.010 98,0%

Lazio 115.683 97,5%

Liguria 18.559 98,3%

Lombardia 194.390 97,8%

Marche 25.268 98,7%

Molise 3.231 97,2%

Piemonte 48.898 97,9%

Puglia 43.898 97,6%

Sardegna 17.379 97,4%

Sicilia 42.866 96,1%

Toscana 65.140 98,0%

Trentino-Alto Adige 12.559 98,2%

Umbria 12.075 98,2%

Valle D’Aosta 1.656 98,5%

Veneto 80.686 98,7%

TOTALE ITALIA 883.607 97,8%

Suddivisione per regione dei bilanci depositati al 30 settembre 2010

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anche nel formato Open Source Ope-noffice. È a disposizione un software gratuito che consente di generare un prospetto contabile in XBRL a partire dai dati di un comune bilancio. È anche disponibile un servizio web gratuito con il quale si può verificare la validità formale di un’istanza XBRL prima del suo deposito al Registro delle Imprese; si può anche generare una rappresen-tazione HTML o PDF dell’istanza XBRL in modo da ottenere una rap-presentazione leggibile del bilancio, e per il solo PDF anche nelle lingue francese, inglese, tedesco.

Il Prof. Stefano Pigliapoco, Direttore del Master di I° livello in “Formazione, gestione e conservazione di archivi digitali in ambito pubblico e privato”, ha comunicato che l’Università degli Studi di Macerata ha deliberato l’attivazione della quarta edizione del master in oggetto nel corso dell’anno accademico 2010/2011. L’obiettivo è di formare figure profes-sionali che sappiano razionalizzare i processi di gestione documentale, sfrut-tando al meglio le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e garantendo la formazione e la conservazione degli ar-chivi digitali unitamente a quelli cartacei.L’attività didattica sarà svolta prevalen-temente a distanza, attraverso una piatta-forma di e-learning, per agevolare la partecipazione dei non residenti o di

coloro che hanno impegni lavorativi. È prevista anche la collaborazione con aziende impegnate nel settore dell’Elec-tronic Document Management, per favorire l’inserimento dei partecipanti nel mon-do del lavoro e completare il percorso di studi con la presentazione di casi pratici e soluzioni tecnologiche avanzate.

Per soddisfare le esigenze di quanti non possono frequentare l’intero Master e/o sono interessati ad approfondire solo alcuni argomenti, infine, è stata prevista la possibilità di frequentare i singoli mo-duli didattici.

È ammessa anche la partecipazione, come uditori, di non laureati ai quali sarà rilasciato un certificato di frequenza.

Il piano di studi comprende i moduli: Conoscenze di base (60 ore – 10 cfu), Informatica documentale (72 ore – 12 cfu), Gestione informatica dei docu-menti e formazione dell’archivio digitale (78 ore – 13 cfu), Conservazione digita-le (90 ore – 15 cfu)

Sui siti www.masterarchividigitali.it e www.unimc.it/af/master/archividigitali sono reperibili il bando, la modulistica, il depliant e le informazioni dettagliate, oppure possono essere richiesti alla segreteria didattica ed organizzativa del Master (Tel. 0733 258.8701 e-mail: [email protected]).

Le domande d’iscrizione vanno essere presentate entro il 12 novembre 2010.

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TASSONOMIA XBRL

La tassonomia, cioè l’insieme delle informazioni previste all’interno di un bilancio XBRL, è stata definita dal tavolo tecnico coordinato da Unioncamere e composto da InfoCamere, CNDCEC (Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) e Università di Trento, all’interno della associazione XBRL ITALIA (che ha tra gli enti fondatori l’ABI – Associazione Bancaria Italiana, l’OIC - Organismo Italiano di Contabilità, la Banca d’Italia, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, l’Unioncamere, la Borsa Italiana e la Confindustria). La tassonomia, che riporta fedelmente le norme del codice civile italiano, è stata approvata dallo stesso OIC e pubblicata sul sito ministeriale del CNIPA (ora DigitPA) assumendo così valenza istituzionale. XBRL ITALIA fa parte di XBRL INTERNATIONAL e di XBRL EUROPA (consor-zi no-profit di enti istituzionali e privati) che nascono con l’intento di favorire la trasparenza dei mercati e definire una struttura flessibile di codifica e presen-tazione dei dati contabili condivisa a livello mondiale.

Università degli Studi di Macerata - Master Formazione, gestione e conservazione di archivi digitali in ambito pubblico e privato (IV edizione)

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Il software PEC Manager PA di SIAV è a disposizione gratuitamente di tutte le Amministrazioni

PEC Manager PA, il software SIAV che consente la gestione e l’archivia-zione integrata di documenti di Posta Elettronica Certificata secondo criteri di semplicità e sicurezza, è promos-so ufficialmente dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innova-zione e proposto a tutte le Pubbliche Amministrazioni attraverso il portale istituzionale del Ministero www.inno-vazionepa.gov.it. Questo è conseguenza del Protocollo stipulato dal Dipartimento per la Di-gitalizzazione e innovazione tecnolo-gica con SIAV Spa, società di sviluppo software e di servizi informatici spe-cializzata nella produzione di soluzio-ni per la gestione dei processi docu-mentali, che prevede la possibilità da parte delle PA interessate di scaricare gratuitamente il software PEC Mana-ger PA.

Il download gratuito del prodotto, in versione autoinstallante, autocon-

sistente, e tutta la documentazione di supporto, è a disposizione sul sito www.pecmanagerpa.it. Sul sito sono anche disponibili le istruzioni utili ad effettuare le eventuali integrazioni con i prodotti software già in uso, SIAV si impegna, inoltre, ad organizzare spe-cifici corsi di formazione destinati alle Amministrazioni per consentire loro di gestire in autonomia le attività siste-mistiche e la formazione degli utenti.Con la firma del Protocollo il Dipar-timento ha riconosciuto la completez-za delle soluzioni sviluppate da SIAV SpA, come testimoniato anche dalla presenza dell’Azienda nel Magic Qua-drant ECM di Gartner, le referenze maturate su progetti innovativi di e-government ed il lavoro che il Comi-tato Scientifico di SIAV sta svolgen-do per la diffusione della conoscenza sulle normative e tecnologie legate ai processi di dematerializzazione della Pubblica Amministrazione.Il Dipartimento ha riconosciuto in

SIAV, un’eccellenza tutta italiana, un partner tecnologico cui affidarsi per migliorare la qualità dei servizi della PA e la loro accessibilità, con partico-lare riguardo alla dematerializzazione dei documenti ed alla semplificazione delle relazioni con gli utenti attraver-so l’utilizzo della PEC, in linea con la strategia di ammodernamento indica-ta dal Governo e il Piano per l’e-go-vernment 2010 del Ministro Renato Brunetta.

L’utilizzo di PEC e PostaCertificat@ rappresenta oggi, infatti, uno dei tas-selli fondamentali nel processo di dematerializzazione del rapporto tra PA, cittadini, professionisti e impre-se. Con PEC Manager PA, SIAV ha realizzato una soluzione ad hoc per gli Enti Pubblici che cercano una ri-sposta immediata all’esigenza di una gestione efficiente dell’archiviazione massiva della PEC.

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La nuova sedeLa crescita del mercato documentale che ci vede protagonisti ci ha piacevolmente suggerito l’idea di raggruppare in un’unica location tutte le aziende che compongono il Gruppo BM&PLANETA. Nuovi uffici commerciali e amministrativi, ampliamento Server Farm e potenziamento del team R&S sono i principali elementi di novità che caratterizzano la nostra società a partire dal mese di Marzo 2010.

“Sono veramente compiaciuto del fatto che BM&PLANETA abbia scelto di destinare una sezione della sua nuova sede all’associazione Anorc, attraverso la predisposizione di un locale dedicato. L’attività delle sedi territoriali è essenziale per dar voce alle attività della nostra Associazione e per promuovere al meglio iniziative sui temi della conservazione sostitutiva e della gestione documentale. Le sedi territoriali e, di conseguenza, i Delegati Territoriali rappresentano il vero motore di tutta l’Associazione in quanto, stando sul “campo”, sono in grado di percepire i bisogni specifici derivanti dal mercato e di dare una forte spinta allo sviluppo della cultura del digitale. Mi auguro, per tali motivi, che l’iniziativa di BM&PLANETA possa essere replicata anche dalle altre sedi territoriali di Anorc”.

Presidente dell’Associazione Nazionale Operatorie Responsabili della Conservazione digitale dei documenti

servizio interbanc ario: bM&PLaneta increMenta L’offerta dei suoi serviziIl nuovo modulo consente la completa gestione della Fatturazione Elettronica attraverso il circuito dei servizi interbancari seguendo il documento fino all’avvenuto pagamento:

il pagamento viene gestito ed autorizzato dal Debitore attraverso la piattaforma GIADA l’autorizzazione al pagamento viene inviata al nodo CBI la richiesta di pagamento viene smistata alla banca del Debitore che provvederà al pagamento le informazioni di controllo relative ad ogni step del processo consentono una rapida e semplice riconciliazione

tra fatture e pagamenti

bM&PLaneta s.r.l.Piazza A. Salandra, 19/A – 43126 ParmaTel. +39 0521 993259 – Fax +39 0521 [email protected] – www.bmplaneta.it

Andrea Lisi

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