IDENTIKIT DEL “MILLENIAL” LOMBARDO · 2017-02-11 · nuove generazioni. E la famiglia continua...

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IDENTIKIT DEL“MILLENIAL” LOMBARDO

CON IL CONTRIBUTO DI

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In collaborazione con l’Università Cat-tolica, la Fondazione Cariplo e Ipsos,

l’Istituto Giuseppe Toniolo ha avviato nel 2011 il“Rapporto Giovani”, base per un osservatoriopermanente sull’universo giovanile. L’elabora-zione statistica è affidata al Laboratorio diStatistica applicata dell’Università Cattolica diMilano.

Scopo fondamentale del Rapporto Giovani,che si affianca alle altre attività che l’Istituto svolgeda tempo nel campo del sostegno formativo edella proposta culturale, è comporre il più ap-profondito e articolato ritratto della genera-zione dei “millennials”, cioè di coloro che hannoraggiunto i 18 anni nel nuovo millennio, una fa-scia di popolazione giovanile cruciale per com-prendere l’evoluzione della società italiana nelbreve/medio periodo.

La ricerca si compone di un ampio questionarioche tocca i grandi temi della condizione gio-vanile: lavoro, famiglia, le aspettative, i valori.Attraverso questa ricerca, l’Istituto Toniolo mettea disposizione di tutti gli operatori, pubblici eprivati, dati essenziali e regolarmente aggiornatisul mondo giovanile così da contribuire a meglioorientare politiche, servizi e progettualità.

Sul sito www.rapportogiovani.itè possibile con-sultare i risultati ad oggi disponibili e conoscere,nel dettaglio, la ricerca e le modalità di lavoro. L’indagine della durata di cinque anni pre-senta caratteristiche metodologiche in gradodi fornire dati confrontabili con le più avanzateesperienze condotte negli altri Paesi europei,superando alcune lacune conoscitive sulla realtàdei giovani italiani. Essa è condotta su un col-lettivo di oltre 9000 persone tra i 18 e i 29anni con un campione che verrà seguito fino a34 anni, un target di età universalmente ritenuto“di difficile accesso” dalle agenzie di rilevazionedemoscopica.

L’impostazione della ricerca consente un esameapprofondito di importanti passaggi biograficidegli intervistati, come la conclusione del per-corso formativo, l’entrata nel mondo del la-voro, l’abbandono della famiglia di origine ola nascita di un primo figlio.

Senza pregiudicare la continuità di rilevazione,l’indagine può realizzare approfondimenti adhoc su temi particolari ritenuti di interesse stra-tegico per un territorio specifico (regioni, città ediocesi italiane), resi possibili grazie a mirati in-nesti rispetto al campione iniziale.

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Il primo ritratto del giovane lombardo

È possibile delineare un quadro a 360 gradi dellenuove generazioni, capire chi sono veramente igiovani, cosa si propongono, in cosa hanno fi-ducia, che sentimenti nutrono nei confronti dellapolitica e dell’impegno pubblico, quali progetti

hanno circa la famiglia, la professione, il propriofuturo. Come per il giovane italiano, allo stessotempo, la ricerca consente di tracciare anchel’“identikit” del giovane lombardo che ha le se-guenti caratteristiche:

Abita con i genitori Non ha un la

voro stabile

E’ disposto a prendere

in considerazione la possib

ilità

di andare all’estero

Ha una bassa fiducia nelle istituzioni politiche

Crede nelle proprie capacitàma vede con molta incertezzail proprio futuro

Ha un livello di istruzione più elevato rispetto al resto della popolazione

Vorrebbe formare una famigliacon almeno due figli

Pensa che il lavoro sia

soprattutto un mezzo

per realizzarsi

Ha fede per una scelta personale

È insoddisfatto de

lla propria

situazione econom

ica e riceve

soldi da mamma e p

apà

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La famiglia unica vera certezza

In epoca di crisi la famiglia diviene sempre più

importante per il ruolo di sostegno strumentale

ed emotivo, contribuendo a tener alta la fiducia

nella possibilità di realizzare, nonostante le diffi-

coltà del presente, obiettivi importanti nel fu-

turo.

Il 76.5% dei giovani intervistati afferma che la fa-

miglia tiene, non rinuncia a pensare di poter for-

mare una propria famiglia e la vede formata me-

diamente da due figli e oltre. Anche quando si

chiede, oltre al numero ideale, quanti figli si

pensa realisticamente di avere, tre giovani su

quattro rispondono due o più. Solo una margi-

nale minoranza (il 9,3% fra gli uomini e solo il

5,5% fra le donne) pensa di non averne del tutto.

Quasi l’84% di essi afferma che l’esperienza fa-

miliare gli è di aiuto nel coltivare le proprie pas-

sioni e nell’affermarsi nella vita. Oltre l’87% af-

ferma poi che la famiglia rappresenta un

sostegno nel perseguire i propri obiettivi.

60

50

40

30

20

10

0

0

PREFERENZE SUL NUMERO DI FIGLI CHE REALISTICAMENTE L’INTERVISTATO PREVEDE DI AVERE NELLA SUA VITA, RISPETTO AL GENERE

UOMINI DONNE

9,3%5,5%

53,3%57,9%

14,3%15,9%

+

20% 18,4%

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Il lavoro: nonostante la crisi i giovani non mollano

Il 71 per cento dei giovani lombardi, dopo essere

uscito da casa per studio o lavoro, torna a vivere

con i genitori.

Un dato superiore alla media nazionale (63%).

Le persistenti difficoltà del presente e l'incertezza

del futuro rischiano di frenare i progetti delle

nuove generazioni. E la famiglia continua a rap-

presentare l'unica vera certezza e per 7 giovani

su dieci lombardi un vero e proprio ammortizza-

tore sociale. Il 26,2% dei lombardi intervistati è

molto d'accordo sul fatto che famiglia sia un ri-

fugio dal mondo (in linea col dato nazionale pari

al 26.5%), e il 34,8% si dice comunque abba-

stanza d'accordo con tale affermazione.

IL 47,7% (42% dato nazionale) si dichiara pronto

ad andare all’estero per migliorare le proprie

opportunità di lavoro. Solo il 27,6% non è dispo-

sto a trasferirsi. Anche per i giovani lombardi, i

dati dell’indagine mostrano come finora la crisi

non abbia intaccato l’atteggiamento positivo dei

Millennials rispetto al lavoro, ma li abbia portati

a un approccio più consapevole e pragmatico

rispetto alle scelte del presente, sia in termini di

formazione che di occupazione.

Il 93% considera il lavoro un luogo di impegno

personale e un mezzo per auto realizzarsi (88,8%)

piuttosto invece che una fonte di fatica e stress

(55,9%).

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Uno strumento direttoa procurare reddito

Un modo per affrontare il futuro

Una modalità di autorealizzazione

Una fonte di successo

Una fonte di fatica e stress

92,0%

TEMPO INDETERMINATO TEMPO DETERMINATO AUTONOMO

88,2%91,0%86,8%90,5%89,5%86,7%89,7%92,4%

70,2%71,9%79,5%

61,3%51,8%53,4%

ATTEGGIAMENTO DEI GIOVANI LOMBARDI VERSO IL LAVORO PER TIPOLOGIA OCCUPAZIONALE: PERCENTUALE DI RISPOSTE POSITIVE

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Fiducia nelle Forze dell’ordine e la scuola. Meno bene Chiesa e sindacati

In un panorama di sfiducia generalizzata nei con-

fronti delle Istituzioni, si salvano la Scuola e le

Forze dell'Ordine, mentre un gradimento minore

è riservato al Sindacato. Un discorso a parte me-

rita la Chiesa che ottiene un voto ambivalente:

fra i giovani che si dichiarano “credenti” quasi 6

su 10 la promuovono, mentre, se si estende la

rilevazione anche ai non credenti sono in 7 su 10

a bocciarla.

Secondo il campione analizzato, la maggioranza

dei giovani lombardi (oltre il 60%), dà alla Scuola

e all'Università un voto positivo. Il grado di ap-

provazione sale tra coloro che hanno un titolo di

studio alto.

Promosse anche le Forze dell’ordine. Anche in

questo caso più del 57% dei giovani lombardi

intervistati ha fiducia nei confronti di chi indossa

una divisa.

Vanno male i Sindacati che ottengono, in media,

il 29% dei consensi, meno di 3 su 10 sia a livello

nazionale sia a livello lombardo. Analizzando il

dato per genere, a livello nazionale i consensi

salgono leggermente tra le donne (31%).

PERCENTUALE DI GIOVANI CHE ATTRIBUISCONO UN GRADO DI FIDUCIA PARI A 6 O SUPERIORE (IN UNA SCALA DA 1 A 10) A SCUOLA, FORZE DELL’ORDINE, SINDACATI E CHIESA

70

60

50

40

30

20

10

0

ScuolaUniversità

Forze dell’ordine

SindacatiChiesa

??%

57%

29%

XXX%

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I giovani italiani bocciano la politica e le istituzioni

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

Unione Europea

Presidente della Repubblica

Comune

Regione

Governo Nazionale

Partiti politici

Senato

Camera

GRADO DI FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI: PERCENTUALE DI VOTI SUFFICIENTI(MAGGIORE O UGUALI A 6) PER ISTITUZIONE:

Quello che emerge dalla rilevazione effettuata a

livello locale, in Lombardia, è abbastanza in linea

con quanto visto per l’Italia nel complesso nei

riguardi della politica e delle istituzioni.

Partiti sfiduciati

Bassissima è la fiducia nei partiti, anche più bassa

rispetto al dato nazionale (la percentuale dei voti

positivi non arriva al 6%). Leggermente migliore,

anche se rimane bassa, la fiducia nel Governo,

che sfiora il 20% di voti d’approvazione. La fiducia

nel Capo dello Stato, invece, è maggiore e si at-

testa al 38%.

Meglio Unione Europea ed Enti locali

Si posiziona meglio nel ranking delle preferenze

l’Unione Europea, che arriva al 46%.

Interessante osservare, in particolare, come la fi-

ducia negli Enti locali sia sensibilmente più alta

in Lombardia, con riferimento sia alla Regione

sia, soprattutto, ai Comuni. La fiducia in chi am-

ministra il Comune sfiora il 40% di consensi, men-

tre la Regione rimane sotto il 30%.

In definitiva il gradimento dei giovani lombardi

migliora se maggiore è la prossimità dell’istitu-

zione al livello dei cittadini che in tal caso consi-

derano le istituzioni più efficienti, meno corrotte

e in grado di fornire servizi di migliore qualità.

LOMBARDIA

ITALIA

46%41%

38%35,1%

29%23,8%

19,8%17,2%

39,3%28,8%

11,4%10,5%

11,2%11,4%

5,9%6,4%

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Risulta associato alla scelta della fede dei giovani

lombardi il fatto di aver conseguito un titolo di

studio alto (laurea) oppure un titolo di studio di

grado inferiore. Si dichiarano, infatti, credenti

nella religione cattolica il 58,8% di coloro che

hanno conseguito una laurea, quasi il 49% un

diploma di scuole media superiore e il 45,8% di

coloro che hanno un titolo inferiore.

Verso una pratica più consapevole

Il secondo aspetto, nell’ambito della dimensione

religiosa, preso in esame dalla ricerca è quello

della cosiddetta “pratica”, intendendo con que-

sta espressione la partecipazione ai riti di culto

della propria religione di appartenenza.

I giovani lombardi che dichiarano di partecipare

ai riti religiosi settimanalmente sono il 18% (si

arriva al 25% se consideriamo chi partecipa al-

meno una volta al mese), mentre quelli che af-

fermano di non parteciparvi mai sono il 22%. Se

aggreghiamo però le ultime due voci (solo “oc-

casionalmente” e “mai”) la percentuale di coloro

che non praticano sale al 58,7%, il che significa

però, di riflesso che quasi un giovane su due in

Lombardia partecipa, almeno una volta all’anno,

ad una funzione religiosa.

Le ragazze che hanno dichiarato di credere nellareligione cattolica sono quasi il 15% in più deiragazzi: 57,4 % delle femmine contro il 43,1 deimaschi.

Uomo DonnaSì, alla religione cristiana cattolica 43,1% 57,4%Sì, a una religione cristiana non cattolica 1,8% 1,0%Sì, mi sento cristiano ma senza nessuna specificazione 6,2% 6,4%Sì, a religioni non cristiane monoteiste (ebraismo, religione musulmana) 0,6% 0,6%Sì, a religioni orientali (buddismo, induismo…) 1,0% 0,7%Sì, credo a un’entità superiore ma senza far riferimento a nessuna religione 12,2% 11,9%No, non credo a nessuna religione o filosofia trascendente 27,3% 13,9%Credo che sulla religione non ci possa esprimere 7,8% 8,1%

TIPOLOGIA DI CREDENZA RELIGIOSA IN LOMBARDIA PER GENERE (%)

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Crediamo perché lo vogliamo

Anche per i giovani lombardi la dimensione reli-

giosa permane, ma diventa sempre di più area

di scelta personale, non raramente vissuta in

forma principalmente individuale.

Si sta passando sempre più velocemente da una

religiosità ereditata ad una adesione “scelta”.

Se all’inizio del secolo la proporzione era di due

giovani cattolici su tre oggi essa si attesta ormai

sull’uno su due: l’appartenenza si fa sempre più

diversificata e rarefatta.

Come si può vedere nella tabella i giovani che si

dichiarano credenti nella religione cattolica sono

circa il 51% (il 55,9% a livello nazionale). Si dichiara

invece non credente il 20,4% (15,2% a livello na-

zionale) della popolazione giovanile lombarda,

agnostica il 7,9%, credente in una entità supe-

riore ma senza fare riferimento ad una divinità

specifica il 12,0%.

Vi è una parte di giovani, il 6,3%, che si dichiara

cristiano, ma senza riconoscersi in una specifica

confessione. Appare invece ancora numerica-

mente marginale l’appartenenza alla Chiesa or-

todossa e alle Chiese riformate (1,4%), alle co-

siddette religioni orientali (0,9%), alle altre

religioni monoteiste (0,6%). Per quest’ultima ap-

partenenza, però, in ragione dei processi mi-

gratori, sembra logico attendersi nei prossimi

anni una crescita.

Lombardia Italia

Sì, alla religione cristiana cattolica 50,5 55,9Sì, a una religione cristiana non cattolica 1,4 2,4Sì, mi sento cristiano ma senza nessuna specificazione 6,3 6,4Sì, a religioni non cristiane monoteiste (ebraismo, religione musulmana) 0,6 1,4Sì, a religioni orientali (buddismo, induismo…) 0,9 0,8Sì, credo a un’entità superiore ma senza far riferimento a nessuna religione 12,0 10,1No, non credo a nessuna religione o filosofia trascendente 20,4 15,2Credo che sulla religione non ci possa esprimere 7,9 7,8

TIPOLOGIA DI CREDENZA RELIGIOSA. CONFRONTO FRA LOMBARDIA E DATO NAZIONALE (%)

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Per informazioni:www.rapportogiovani.itwww.istitutotoniolo.it

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