Identificazione dei criteri per le ferite infette - riconoscimento dei segni e sintomi locali di...
-
Upload
mario-antonini -
Category
Health & Medicine
-
view
6.466 -
download
3
Transcript of Identificazione dei criteri per le ferite infette - riconoscimento dei segni e sintomi locali di...
IDENTIFICAZIONE DEI
CRITERI PER LE LESIONI
INFETTE (Biofilm, riconoscimento dei segni e sintomi
locali di infezione)
MARIO ANTONINI
Infermiere Stomaterapista/ esperto Wound Care – Ambulatorio Stomie e Lesioni Cutanee Croniche – Azienda U.S.L. 11 Empoli (FI)
GAETANO MILITELLO
Infermiere Stomaterapista/ esperto Wound Care – Ambulatorio Stomie – Azienda U.S.L. 4 Prato
LRI = Infezione delle basse vie respiratorie
6%
PNE = Polmoniti 33%
UTI = Infezione delle vie Urinarie
18%
BSI = Batteriemie e Fungemie
13%
SSI = Infezioni del Sito Chirurgico
15%
Altre 15%
LRI = Infezione delle basse vie respiratorie
PNE = Polmoniti
UTI = Infezione delle vie Urinarie
BSI = Batteriemie e Fungemie
SSI = Infezioni del Sito Chirurgico
Altre
EPIDEMIOLOGIA
FATTORI DI RISCHIO
IL RISCHIO DI INFEZIONE DELLA FERITA AUMENTA CON:
Qualsiasi fattore che debiliti il paziente, comprometta la resistenza immunitaria o riduca l’irrorazione dei tessuti, ad esempio:
• Comorbilità – diabete mellito, immunocompromissione, ipossia/scarsa irrorazione dei tessuti dovuta ad anemia o malattia arteriosa/cardiaca/respiratoria. Insufficienza renale, neoplasia, artrite reumatoide, obesità, malnutrizione.
• Farmaci – corticosteroidi, agenti citotossici, immunosoppressori.
• Fattori psicosociali – ricovero in ospedale/casa di cura, scarsa igiene personale, stile di vita poco sano.
Determinate caratteristiche della ferita oppure bassi standard di igiene nella cura della ferita:
CARATTERISTICHE DELLA FERITA CHE POSSONO AUMENTARE IL RISCHIO DI INFEZIONE
FERITE ACUTE FERITE CRONICHE
Intervento chirurgico contaminato
Tessuto necrotico o corpo estraneo
Procedura operatoria di lunga durata
Lunga durata
Trauma con trattamento ritardato
Grandi dimensioni e/o profondità
Tessuto necrotico o corpo estraneo
Localizzazione anatomica nei pressi di un sito potenzialmente contaminante (es. zona anale)
CONTAMINAZIONE
Tutte le ferite possono acquisire microrganismi. In assenza di idonee condizioni nutritive e fisiche per ciascuna specie microbica, o in caso di incapacità di evadere le difese dell’ospite, esse non si riprodurranno e non potranno persistere, e quindi la loro presenza è soltanto temporanea e la guarigione della ferita non risulterà ritardata.
COLONIZZAZIONE
Le specie microbiche crescono e si riproducono con successo, ma non provocano danni nell’ospite e non provocano l’infezione della ferita.
INFEZIONE
La crescita, la proliferazione e la penetrazione nei tessuti dell’ospite provoca lesioni cellulari e reazioni immunologiche manifeste nell’ospite. La guarigione della ferita è interrotta. Fattori locali possono fare aumentare il rischio di infezione.
COLONIZZAZIONE CRITICA
Condizione in cui la carica
batterica raggiunge un livello
in cui interferisce con la
guarigione, ma non produce i
classici segni e sintomi di
infezione.
- Fase di passaggio dalla
colonizzazione all’infezione
- Transizione verso una
persistenza batterica /
infiammazione cronica
WOUND INFECTION CONTINUUM
La diagnosi di COLONIZZAZIONE CRITICA1 è fatta in base a due principali segni:
• Cessazione nella progressione verso la guarigione (nonostante la ferita riceva ciò che è considerato
una terapia efficace);
• Assenza di cellulite.
Altri segni a sostegno di questa definizione sono:
• Tasso di essudato presente sulla ferita;
• Odore anormale;
• Variazione nel colore dell’essudato (spesso macchie verdi/blu);
• Eccessivo tessuto di granulazione (discolorazione, rosso opaco/rosso brillante);
• Letto della ferita pallido, edematoso che non appare granuleggiante;
• > del dolore.
1. Kingsley A. “The Wound Infection Continuum and its Application to Clinical Practice”. Ostomy Wound Manage. 2003 Jul;49(7A Suppl):1-7.
WOUND INFECTION CONTINUUM
INFEZIONE
IL POTENZIALE DEI BATTERI DI CAUSARE EFFETTI NOCIVI DIPENDE DA:
1. Capacità del sistema immunitario del paziente di combattere i batteri (resistenza dell’ospite).
2. Numero di batteri introdotti – più il numero è elevato, più è probabile che superino le difese immunitarie dell’ospite
3. Tipo di batteri introdotti:
• Alcuni batteri possono avere un potenziale patogeno (virulenza) maggiore di altri, ed essere perciò capaci di causare malattie anche se presenti in numero relativamente basso.
• Batteri residenti senza conseguenze negative in una parte del corpo possono provocare malattia se trasferiti altrove.
Traslocazione Batterica
Quorum Sensing Biofilm
INFEZIONE
PROGRESSIONE VERSO L’INFEZIONE
• TRASLOCAZIONE BATTERICA: è definita come il passaggio di BATTERI dal
tratto GASTROINTESTINALE verso siti EXTRA-INTESTINALI STERILI, come ad
esempio il COMPLESSO DEI LINFONODI MESENTERICI, Fegato, Milza, Reni e
Torrente Ematico2.
2. Berg RD, Garlington AW. “Translocation of certain indigenous bacteria from the gastrointestinal tract to the mesenteric lymph
nodes and other organs in a gnotobiotic mouse model”. Infect Immun 1979; 23:403-11.
TRASLOCAZIONE BATTERICA
TRASLOCAZIONE BATTERICA
1. La Traslocazione Batterica si verifica negli umani.
2. Prevalenza del 15% nella chirurgia d’elezione; più frequentemente nei pazienti con occlusione intestinale e immunocompromessi
3. La Traslocazione Batterica è associata con un incremento dell’incidenza delle complicanze settiche.
4. Associazione tra flora batterica intestinale e infezioni nosocomiali (Apparato Gastro-Intestinale come riserva di batteri ed endotossine).
3Sedman PC, MacFie J, Sagar P et al.
(1994) “The prevalence of gut
translocation in humans”.
Gastroenterology, 107, 643-649.
4MacFie J, O’Boyle CJ, Mitchell CJ et al. (1999)
“Gut origin of sepsis: a prospective study
investigating associations between
bacterial translocation, gastric microflora
and septic morbidity”. Gut, 45, 223-228.
5Emori TG, Gaynes RP (1993) “An overview of nosocomial
infections, including the role of the microbiology laboratory” Clin
Microbiol Rev, 6, 428-444.
6Marschall JC, Christou NV, Meakins JL (1993) “The gastrointestinal tract; the undrained abscess of multiple
organ failure”. Ann Surg, 218, 111.119.
TRASLOCAZIONE BATTERICA
MECCANISMI
Traslocazione Batterica7
Eccessiva crescita della flora batterica
intestinale
Fame (nulla x os) Malnutrizione proteica Occlusione intestinale …..
Immunodeficienza
Immunosoppressori Leucemia Limfoma Shock emorragico
Incremento della permeabilità intestinale
Lesione termica Shock emorragico …..
7. Berg RD “Mechanism promoting bacterial translocation from the gastrointestinal tract”.
LA NUTRIZIONE ENTERALE IN CHIRURGIA
Apply tube feeding in patients in whom early oral nutrition cannot be initiated, with special regard to those8:
• Undergoing major head and neck or gastrointestinal surgery for cancer
• In whom oral intake will be inadequate (<60%) for more than 10 days
Placement of a needle catheter jejunostomy or naso-jejunal tube is recommended for all candidates for TF undergoing major abdominal surgery.
8BIBLIOGRAFIA: A. Weimann, M. Braga, L. Harsanyi, A. Laviano, O. Ljungqvist, P. Soeters, K.W. Jauch, M. Kemen, J.M. Hiesmayr, T. Horbach, E.R. Kuse,
K.H. Vestweber “ESPEN Guidelines on Enteral Nutrition: Surgery including Organ Transplantation”. Elsevier, Clinical Nutrition 2006, 25,
224-244.
ALIMENTAZIONE IN CHIRURGIA GASTRO-INTESTINALE
“NIL BY MOUTH9”
• Prevenire nausea e vomito nel post-operatorio
• Protezione dell’anastomosi chirurgica
• Il digiuno diminuisce la quantità di Collagene presente nella ferita anastomotica
ALIMENTAZIONE PRECOCE
• Il piccolo intestino recupera le sue funzioni dopo 4-8 ore
• L’alimentazione entro le 24 ore è tollerata e gli alimenti vengono assorbiti
• L’alimentazione aumenta la forza ed il deposito di collagene nella ferita anastomotica
• L’alimentazione Enterale è associata ad un miglioramento della guarigione delle ferite
• L’alimentazione Enterale precoce riduce la frequenza delle setticemie
9. Lewis SJ, Egger M, Sylvester PA, Thomas S. “Early enteral feeding versus ‘Nil by mouth’ after gastrointestinal surgery: systematic
review and meta-analysis of controlled trials”. BMJ 2001; 323: 1-5.
FUNZIONE DEL TRATTO GASTROINTESTINALE
Il tratto GastroIntestinale è anche un organo immunologico e metabolico che serve come barriera contro gli organismi e gli antigeni che vivono al suo interno10.
La concentrazione batterica all’interno del Cieco è di 1012 organismi per millilitro di feci.
Il sangue portale e i linfonodi mesenterici solitamente sono sterili.
10. BIBLIOGRAFIA: MacFie J “Current status of bacterial translocation as a cause of surgical sepsis”. British Medical Bullettin 2004; 71:
1-11.
L’Apparato Gastro-Intestinale è anche un organo
metabolico ed immunologico che serve come una
barriera contro gli organismi e gli antigeni che vivono
nel suo interno11.
La concentrazione batterica all’interno del cieco
raggiunge la cifra di 1012 organismi per millilitro di feci.
Sangue portale e linfonodi mesenterici sono solitamente
sterili e questo sottolinea l’efficacia della barriera
intestinale.
11. BIBLIOGRAFIA: MACFIE J. “Current status of bacterial translocation as a cause of surgical sepsis”. British Medical Bullettin 2004; 71:
1-11.
FUNZIONE DEL TRATTO GASTROINTESTINALE
Cellule Umane Agenti Patogeni
10 100
1 : 10
RAPPORTO AGENTI PATOGENI/CELLULE UMANE
CHIRURGIA
Il confezionamento di una DIGIUNOSTOMIA in ambito
operatorio consente una ripresa precoce DELL’ALIMENTAZIONE
ENTERALE in pazienti che non saranno in grado di alimentarsi
per un lungo periodo dopo la Chirurgia addominale (es. HIPEC
CHEMIOIPERTERMIA INTRAPERITONEALE INTRAOPERATORIA).
Il supporto nutrizionale per via enterale è preferibile rispetto a quello parenterale
perché:
Rispetta la fisiologia mantenendo l’integrità anatomo-funzionale della mucosa intestinale, prevenendone l’atrofia e stimolando la risposta
immunitaria
(TRASLOCAZIONE BATTERICA)
Permette una migliore utilizzazione dei nutrienti e una maggiore sicurezza di
somministrazione rispetto alla nutrizione parenterale totale (NPT)
ALIMENTAZIONE
FERITE CHIRURGICHE
Fattori che possono influenzare oppure ritardare la guarigione delle
ferite chirurgiche12
• Essiccazione
• Infezione/carica batterica
• Macerazione
• Necrosi
• Pressione
• Trauma
• Edema
Modi con i quali la Malnutrizione influenza negativamente il processo
di guarigione2
• Incrementa i rischi di infezione
• Prolunga la fase infiammatoria impedendo la guarigione
12. BIBLIOGRAFIA: Nancy L. Kondracki “Nutrition Implications for Postsurgical Wound Healing”. Ostomy Wound Management, Febbraio
2012.
E’ un sistema di regolazione trascrizionale dipendente dalla densità cellulare, ovvero un meccanismo che molte
cellule batteriche della stessa specie utilizzano per comunicare tra di loro. Questo meccanismo viene attivato
quanto la concentrazione di molecola segnale all'interno di cellule della popolazione batterica è alta. In questo modo la molecola si legherà all'attivatore trascrizionale, che a
sua volta attiverà o reprimerà una serie di geni, determinando l'attivazione o lo spegnimento di vie
metaboliche o processi cellulari specifici13.
QUORUM SENSING
13. Spoering AL, Gilmore MS “Quorum Sensing and DNA release in bacterial biofilms”. Current opinion in microbiology, Elsevier 2006, 9:
133-137
QUORUM SENSING
Quorum
Sensing14
Virulenza
Colonizzazione
(interazione
con l’ospite)
Cellula
Batterica
Biofilm
(formazione)
14. Thomas CM, Nielsen KM “Mechanism of, and barriers to, horizontal gene transfer between bacteria”. Focus on horizontal gene
transef review. Volume 3. Settembre 2005.
• Il BIOFILM è meglio descritto come un derivato
microbico, caratterizzato da una comunità sessile di
cellule irreversibilmente attaccate ad un substrato, ad
una interfaccia oppure tra loro, immerse in una matrice
di Sostanza Polimerica Extracellulare (EPS) che loro
stessi hanno prodotto. Le cellule del Biofilm esibiscono
un fenotipo alterato con riguardo al tasso di crescita ed
al gene trascrizionale quando si confronta con le loro
libere controparti15.
• I Biofilms proteggono i microrganismi dalle
perturbazioni esterne, permettendo la comunicazione
tra microbi e maggiore virulenza.
BIOFILM
15. Rodney MD, Costerton JW “Biofilms: survival mechanism of clinically relevant microrganisms”. Clinical Microbiology Reviews, April
2002.
BIOFILM
16. Gristina AG, Price JL, Hobgood CD, Webb LX, Costerton JW “Bacterial colonization of percutaneous sutures”. Surgery , Luglio1985. 98 (1):
12-9.
I Biofilms sono stati scoperti in ferite chirurgiche guarite quando 15 suture sono
state esaminate da un microscopio a scansione elettronica, ed i batteri racchiusi nella matrice
extracellulare sono stati osservati attaccati alla superficie intradermica della sutura16.
Gli organismi unicellulari solitamente mostrano due distinte
modalità di comportamento.
1. La prima è la familiare forma fluttuante, o
PLANCTONICA, nella quale le cellule separate fluttuano
o nuotano indipendentemente in un supporto liquido.
2. La seconda è lo stato AGGREGATO, o sessile, in cui le
cellule sono strettamente vincolate e fermamente
attaccate l'una all'altra ed anche, di solito, ad una
superficie solida.
La modifica del comportamento è attivata da un meccanismo
di comunicazione chimica che differisce tra le specie (Quorum
Sensing). Alcune specie, ad esempio, possono produrre segnali
di "quiescenza", che inducono le cellule planctoniche
circostanti al cambiamento verso lo stato sessile, attraverso
una differente espressione dei geni della cellula.
BIOFILM
• La formazione di un biofilm inizia con l'ancoraggio di
microrganismi liberamente fluttuanti ad una superficie. I primi
"coloni" aderiscono alla superficie inizialmente attraverso deboli
e reversibili.
• Se i batteri colonizzatori non sono immediatamente separati dalla
superficie, possono ancorarsi più stabilmente utilizzando
molecole di adesione cellulare, come i PILI.
• I primi colonizzatori facilitano l'arrivo di altre cellule mettendo a
disposizione diversi siti di ADESIONE CELLULARE e iniziano a
costruire la matrice che permette l'integrità del biofilm. Alcune
specie non sono in grado di attaccarsi autonomamente ad una
superficie, ma spesso riescono ad ancorarsi alla matrice o ai
colonizzatori precedenti. Una volta che la colonizzazione ha avuto
inizio il biofilm cresce tramite divisioni cellulari e integrazione di
batteri esterni, anche di altre specie.
BIOFILM
BIOFILM E LESIONI CRONICHE
Alcuni studi hanno dimostrato che nei biofilms delle lesioni croniche, i batteri
sono aggregati in una matrice extracellulare nella forma di microcolonie
con alcuni microrganismi planctonici evidenti17.
17. Kirketerp-Moller K, Jensen P, Fazli M, Madsen KG, Pedersen J, Moser C, Tolker-Nielsen T, Hoiby N, Givskov M, Bjarnsholt T. “Distribution,
organisation, and Ecology of bacteriain Chronic Wounds”. Journal of Clinical Microbiology, Agosto 2008, p. 2717-2722.
La presenza di capsule
protegge i batteri dalla
distruzione mediata da
Fagociti o
dall’attivazione del
complemento.
Pseudomonas Aeruginosa
Klebsiella Pneumoniae
Pseudomonas Aeruginosa
Escherichia Coli
La presenza
dei Pili
permette
l’adesione alle
cellule
bersaglio
(primo passo
del processo
di infezione).
Stafilococco Aureus
Streptococco I componenti Polisaccaridici
facilitano l’adesione alle cellule
bersaglio
VIRULENZA E PATOGENICITA’
• L’INFEZIONE è stata definita come l’acquisizione di un microbo da parte di un
ospite, per distinguerla dalla malattia, che è la manifestazione clinica di un danno
derivante dall’interazione ospite-patogeno.
PATOGENICITA’: capacità del microrganismo di provocare una malattia
VIRULENZA: capacità del microrganismo di provocare effetti nocivi nell’ospite
• Trovare un ospite suscettibile
• Accesso a un tessuto bersaglio idoneo
• Evadere i meccanismi di difesa
L’INFEZIONE
1. Nutrizione Enterale
(nulla x os)
Catetere Vescicale
Protesi Biologica
Catetere Venoso
Centrale
2. Traslocazione
Batterica
3. Quorum Sensing
4. Biofilm
INFEZIONE
INFE
ZIO
NE
INFEZIONE
FERITE ACUTE P.es. ferite chirurgiche o traumatiche, oppure ustioni
Infezione localizzata Infezione in progressione
Segni e sintomi classici:
-Insorgenza o aumento del dolore
-Eritema
-Calore localizzato
-Essudato purulento
Piressia – nelle ferite chirurgiche di solito da 5 a 7
giorni dopo l’intervento
Guarigione ritardata (o bloccata)
Ascesso
Cattivo odore
Come per l’infezione localizzata e in più
Ulteriore propagazione dell’eritema
Linfangite
Crepitus nei tessuti molli
Degenerazione/deiscenza della ferita
Note
Ustioni – anche rigetto dell’innesto cutaneo; nelle ustioni a tutto spessore il dolore non è sempre una
caratteristica dell’infezione.
Ferite profonde – indurimento, estensione della ferita, inspiegabile aumento della conta dei leucociti o segni di
sepsi possono essere indizi di infezione profonda di una ferita (cioè subfasciale).
Pazienti immunocompromessi – segni e sintomi possono essere alterati e meno evidenti
INFEZIONE
FERITE CRONICHE P.es. ulcere del piede diabetico, ulcere venose degli arti inferiori, ulcere arteriose degli arti inferiori o del piede, o ulcere da pressione
Infezione localizzata Infezione in progressione
Insorgenza, aumento o variazione del dolore
Guarigione ritardata (o bloccata)
Edema perilesionale
Tessuto di granulazione sanguinante o friabile (facilmente
lesionabile)
Caratteristico cattivo odore o cambiamento nell’odore
Discolorazione del letto della ferita
Essudato in aumento, alterato o purulento
Indurimento
Pocketing
Bridging
Come per l’infezione localizzata ed in più:
Degenerazione della ferita
Eritema che parte dal margine della ferita
Crepitus, calore, indurimento o discolorazione che si propagano
nell’area perilesionale
Linfangite
Malessere o altro peggioramento aspecifico delle condizioni
generali del paziente
Note
In pazienti immunocompromessi e/o con neuropatia motoria o sensoriale, segni e sintomi possono essere alterati e meno evidenti. Ad
esempio nei pazienti diabetici con ulcera infetta al piede e neuropatia periferica il dolore può non essere molto pronunciato.
Ulcere arteriose – ulcere originariamente asciutte possono divenire bagnate in corso di infezione.
Bisogna tenere presente che nel piede diabetico l’infiammazione non è necessariamente un segno di infezione, e potrebbe invece essere
associata ad esempio all’artropatia di Charcot.
INFEZIONE SISTEMICA
INFEZ
ION
E SISTEM
ICA
Sepsi – infezione documentata con piressia o ipotermia, tachicardia, tachipnea,
aumento o calo della conta dei leucociti
Sepsi grave – sepsi e disfunzione multiorganica
Shock settico – sepsi ed ipotermia malgrado adeguato ripristino del volume
circolante
Morte
N.B.: Prima di concludere che l’infezione sistemica è correlata all’infezione della
ferita, è necessario escludere che esistano altri possibili siti di infezione.
DIAGNOSTICA
INDICAZIONI PER IL PRELIEVO DI CAMPIONI PER ANALISI MICROBIOLOGICHE DALLA FERITA
Ferite acute con segni di infezione1
Ferite croniche con segni di infezione2 in propagazione o sistemica1
Ferite croniche infette che non hanno risposto al trattamento o mostrano di deteriorarsi malgrado un
trattamento antimicrobico adeguato
Se richiesto dal protocollo locale di monitoraggio per microrganismi farmacoresistenti 1In pazienti che mostrano segni di sepsi sono importanti le colture ematiche, e andrebbero prese in
considerazione anche colture di campioni provenienti da altri probabili siti di infezione 2Considerare anche ad alto rischio le ferite croniche con segni di infezione localizzata, p. es. guarigione
ritardata (o bloccata), in pazienti che soffrono di diabete mellito o arteropatia periferica, o che prendono
farmaci immunosoppressori o cortisonici
DIAGNOSTICA
PRELIEVO
Tamponamento della ferita
Ago-aspirazione
Biopsia
Esame fuorviante; identificazione di microrganismi colonizzanti la superficie invece di patogeni.
Tecnica di LEVINE. Pr
oced
ure
inva
sive
Evitare di interpretare un referto microbiologico isolatamente – considerare sempre il contesto formato dal paziente e dalla ferita e, nel caso, consultare un microbiologo o uno specialista di malattie infettive
TRATTAMENTO
Non è stato ancora chiarito quali siano il metodo e l’agente più indicati per la pulizia delle ferite infette. Tuttavia, per contribuire a ridurre la carica batterica della ferita può essere opportuno usare con giudizio
l’irrigazione con soluzione antisettica (a temperatura corporea)
In determinate circostanze, e specialmente nelle ferite chirurgiche, può bastare l’aggiunta di misure di controllo dell’infezione, oltre a pulizia, debridement e drenaggio, per riportare la carica batterica ad un livello
che permetta la guarigione
Generalmente andrebbe evitato l’uso topico di antibiotici nella gestione delle ferite infette, per minimizzare il rischio di allergia e lo sviluppo di
resistenze batteriche
Nella cura delle ferite infette gli antibiotici topici vanno usati solo in determinate circostanze e solo da parte di medici esperti (p. es. il
metronidazolo topico può essere usato per il trattamento del cattivo odore nelle ferite neoplastiche)
US NATIONAL RESEARCH COUNCIL GROUP IN 1964
• CLASSE 1 / PULITE: ferite operatorie non infette in cui non è presente infiammazione ed in cui non c’è apertura
del tratto respiratorio, alimentare, genitale, urinario non infetto. In aggiunta, le ferite pulite sono chiuse per
prima intenzione e, se necessario, sono drenate con drenaggi a circuito chiuso. Le ferite da incisione chirurgica
seguenti a trauma non penetrante dovrebbero essere incluse in questa categoria se soddisfano i criteri.
• CLASSE II / PULITE CONTAMINATE: ferite operatorie in cui c’è apertura del tratto respiratorio,alimentare,
genitale o urinario in condizioni controllate e senza contaminazione rilevante. Specificatamente, interventi che
interessano il tratto biliare, l’appendice, la vagina, e l’orofaringe sono inclusi in questa categoria, qualora non
ci sia evidenza di infezione o di importanti errori della tecnica operatoria.
• CLASSE III / CONTAMINATE: ferite traumatiche recenti. In aggiunta, sono inclusi in questa categoria interventi
con rilevante interruzione della sterilità (es. massaggio cardiaco a cuore aperto) o importante perdita dal
tratto gastrointestinale, e quando si riscontra un’infiammazione acuta, non purulenta
• Classe IV / sporche-infette: ferite traumatiche non recenti con presenza di tessuto ritenuto devitalizzato
ed interventi che includono infezioni cliniche in atto o visceri perforati. Questa definizione suggerisce che i
microrganismi che causano l’infezione postoperatoria erano presenti nel campo operatorio prima
dell’intervento.
CLASSIFICAZIONE DELLE INFEZIONI
CENTER FOR DISEASE CONTROL AND PREVENTION (CDC ATLANTA)
• SSI INCISIONALI SUPERFICIALI: Infezione che si verifica entro i 30
giorni successivi all’intervento e riguarda solo il tessuto cutaneo
o sottocutaneo dell’incisione.
• SSI INCISIONALI PROFONDE: Infezione che si verifica entro 30
giorni dall’intervento (se non viene lasciata in situ una protesi) o
entro 1 anno (se è stata posizionata una protesi e l’infezione
appare correlata con l‘intervento) e coinvolge i tessuti molli
sottostanti l’incisione (es. fasce e piani muscolari).
• SSI DI ORGANO/AREA: Infezione che si manifestata entro 30
giorni dall’intervento (se nessuna protesi è stata posizionata) o
entro 1 anno (se è stata posizionata una protesi e l’infezione
appare correlata con l’intervento) e interessa la regione
anatomica (es. organi o aree) al di fuori dell’incisione, che è stata
aperta o manipolata durante l’intervento.
CLASSIFICAZIONE DELLE INFEZIONI
Definizioni soggettive delle
ferite infette hanno portato
allo sviluppo di due sistemi
di classificazione delle
ferite.
• ASEPSIS
• Southampton Wound
Assessment Scale
CLASSIFICAZIONE DELLE INFEZIONI
Il SWAS è utilizzato per la sorveglianza in comunità
delle complicanze della ferita chirurgica per gli
interventi di ernia inguinale.
Per l’analisi, le ferite sono state riclassificate in
quattro categorie di complicanze:
• Guarigione normale.
• Complicanza minore.
• Infezione della ferita (ferite graduate IV o V, o
ferite trattate con antibiotici dopo la
dimissione dall’Ospedale, indipendentemente
dalla classificazione della ferite assegnata
dall’infermiere).
• Ematoma (ferita o ematoma scrotale che
richiede aspirazione o evacuazione).
GRADO ASPETTO DELLA FERITA
0 Normale guarigione
I Normale guarigione con lieve livido o eritema
A Livido (piccola estensione)
B Livido (consistente estensione)
C Lieve eritema
II Eritema e altri segni d’infiammazione
A In un punto circoscritto
B Intorno alla sutura
C Lungo la ferita
D Intorno alla ferita
III Fuoriuscita di essudato sieroso o siero ematico
A In un punto circoscritto (<2 cm)
B Lungo la ferita (>2 cm)
C Grande volume di essudato sieroso o siero ematico
D Fuoriuscita prolungata (>3 giorni)
IV Complicanze maggiorn: pus
A In un punto circoscritto (< 2 cm)
B Lungo la ferita (> 2 cm)
V Infezione profonda o severa della ferita con o senza separazione dei
tessuti (deiscenza). Necessità di aspirazione dell’ematoma.
SOUTHAMPTON WOUND ASSESSMENT SCALE
Per calcolare lo score bisogna osservare la eventuale presenza sulla ferita di essudato sieroso, eritema,
essudato purulento o deiscenza e valutare per ciascuno di questi segni la proporzione di ferita interessata
durante i primi sette giorni dopo l’intervento.
Per calcolare il punteggio ASEPSIS globale si sommano i punti totalizzati nella prima settimana
postoperatoria, con i punti relativi ad eventuali altre condizioni indicative di infezione della ferita
chirurgica (somministrazione di antibiotici per trattare l’infezione, drenaggio di pus in anestesia locale,
isolamento batterico, prolungamento dell’ospedalizzazione) che si manifestino nei primi 15 giorni dopo
l’intervento.
In base al punteggio globale ASESPIS si possono individuare le seguenti categorie:
• 0-10 = guarigione soddisfacente
• 11- 20 = disturbo di guarigione
• 21-30 = infezione minore della ferita
• 31-40 = infezione moderata della ferita
• > 40 = infezione severa della ferita
ASEPSIS
Passaggio 1 - Punteggio ASEPSIS relativo all’osservazione della ferita durante la prima settimana.
1° medicazione. Data 2° medicazione. Data
Eseguito campione per esame colturale? Si No Eseguito campione per esame colturale? Si No
Caratteri ferita Proporzioni ferita interessata Caratteri
ferita
Proporzioni ferita interessata
0 <20 20-39 40-59 60-79 >80 0 <20 20-39 40-59 60-79 >80
Essudato sieroso 0 1 2 3 4 5 Essudato
sieroso
0 1 2 3 4 5
Eritema 0 1 2 3 4 5 Eritema 0 1 2 3 4 5
Essudato purulento 0 2 4 6 8 10 Essudato
purulento
0 2 4 6 8 10
Deiscenza 0 2 4 6 8 10 Deiscenza 0 2 4 6 8 10
Il punteggio relativo all’osservazione della ferita va calcolato nella maniera seguente:
Punteggio totale 1° settimana x 5 = ASEPSIS Score
Numero medicazioni
9 (3 + 6, punteggio totale 1° settimana) x 5 = 22,5
2 (Numero medicazioni)
18. Regione Emilia Romagna. “Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico”. Aprile 2006.
ASEPSIS – MODALITÀ DI CALCOLO18
Passaggio 2 – Al punteggio calcolato in base all’osservazione/medicazione, vanno, dopo 15 giorni di
follow-up, sommati gli eventuali punti aggiuntivi relativi alle seguenti osservazioni:
PUNTI ADDIZIONALI ALL’ASEPSIS SCORE
Se antibiotici per infezione della ferita (10 punti) 10
Se drenaggio di pus in anestesia locale (5 punti) 0
Se isolamento batterico (10 punti) 0
Se prolungamento della degenza per oltre 14 giorni (5 punti) 0
ASEPSIS WOUND SCORE calcolato al settimo giorno dall’intervento 23
TOTALE punteggio 33
ASEPSIS – MODALITÀ DI CALCOLO1
CATEGORIA DI INFEZIONE IN BASE ALL’ASEPSIS
In base al punteggio globale ASEPSIS si possono individuare le seguenti categorie:
0 – 12 Guarigione soddisfacente
11 – 20 Disturbo di guarigione
21 – 30 Infezione minore della ferita
31 – 40 Infezione moderata della ferita
40 Infezione severa della ferita
Il punteggio totale è di 33 e la ferita viene classificata come “Infezione moderata della ferita”.
ASEPSIS – MODALITÀ DI CALCOLO1
Definizione – sviluppato per la prima volta negli anni ’50, è un metodo pratico per sviluppare un parere
concorde sulla base di una risposta di gruppo di esperti.
FERITE ACUTE - PRIMARIE
CRITERIO PUNTEGGIO MEDIO
Cellulite 8 o 9
Pus/ascesso
Ritardata guarigione
6 o 7
Eritema + indurimento
Essudato ematico purulento
Cattivo odore
Essudato sieroso/purulento
Degenerazione/espansione della ferita
> della temperatura cutanea locale
4 o 5
Edema
Essudato sieroso con eritema
Gonfiore con > del volume dell’essudato
Dolore/irritazione inattesi
FERITE ACUTE SECONDARIE
CRITERIO PUNTEGGIO MEDIO
Cellulite 8 o 9
Pus/ascesso
Ritardata guarigione
6 o 7
Eritema + indurimento
Essudato ematico purulento
Aumentato volume di essudato
Maleodore
Pocketing
Essudato sieroso purulento
Degenerazione/espansione della ferita
Discolorazione
4 o 5
Tessuto di granulazione friabile con facilità di
sanguinamento
> Temperatura cutanea locale
Edema
Dolore/infiammazione inattesi
METODO DELFI
• I criteri ‘cellulite’ e ‘pus/ascesso’ sono stati identificati dallo studio Delfi come i più importanti
e possono essere considerati come diagnostici di un’infezione.
• La CELLULITE è definita come una ‘infezione diffusa della cute e dei tessuti sottocutanei,
caratterizzata da dolore locale, irritazione, edema ed eritema’.
• Un ERITEMA DI GRADO SEVERO può essere definito come un arrossamento doloroso diffuso intorno
ad una ferita.
0
5
10
15
20
25
30
Cellulite/eritema
Secrezione purulenta
• L’identificazione del tasso di infezione dipende dai
criteri utilizzati4.
4. Ayliff GAJ, Brightwell KM, Collins BJ, et al. Surveys of hospital infection in the Birmingham region. J Hygiene (Cambridge). 1977;79:299–314.
METODO DELFI
PRINCIPI GENERALI
E’ importante riconoscere quando il normale processo infiammatorio diviene anormale e quando questo dipende da un’infezione
Il livello del sospetto deve aumentare in caso di presenza di più di un indicatore d’infezione
La presenza di pus in qualsiasi forma è un indicatore immediato d’infezione, sebbene questo possa essere difficile da identificare
Nel caso in cui una ferita non guarisce o vi sia qualche problema nel normale processo di guarigione, è necessario indagare più a fondo
Per definire un’infezione usare strumenti validati (es. la definizione CDC)
PRINCIPI PRATICI
Qualsiasi arrossamento/infiammazione intorno ad una ferita, che dura più giorni deve destare preoccupazione, specialmente se la cute infiammata risulta più calda della cute dell’area circostante e dolente al tatto
Un dolore che insorge o aumenta nell’area della ferita in associazione con altri segni di infiammazione/eritema diversi giorni dopo un intervento chirurgico deve destare preoccupazione
Qualsiasi essudato dalla ferita 48 ore dopo un intervento chirurgico richiede ulteriori indagini. Un essudato
dall’odore sgradevole è un chiaro indicatore d’infezione. Un essudato provocato da un’infezione è più frequente 5
10 giorni dopo un intervento chirurgico
Prima di diagnosticare un’infezione è necessario escludere altre cause che possono disturbare il normale processo di guarigione (es una sutura mal eseguita etc.)
E’ necessario applicare in maniera coerente qualsiasi sistema o strumento di valutazione a punteggio
RIEPILOGO
STADIO 1: POCHI SEGNI SOTTILI DI INFEZIONE (LEGGERO ODORE, DOLORE O ESSUDATO). La guarigione progredisce normalmente
STADIO 2: AUMENTANO I SEGNI DI INFEZIONE (AUMENTO DELL’ODORE, DEL DOLORE O DELL’ESSUDATO). La guarigione non progredisce più normalmente
STADIO 3: SEGNI MANIFESTI DI INFEZIONE LOCALIZZATA (SECREZIONE DI PUS, GONFIORE, DOLORE, ERITEMA E CALORE
LOCALIZZATO).
Evidenza dell'interessamento del tessuto circostante, la ferita acquista un aspetto malsano o in deterioramento (cellulite, linfangite o cancrena)
STADIO 4: SEGNI MANIFESTI DI INFEZIONE LOCALIZZATA E SEGNI DI INFEZIONE GENERALE (PIRESSIA ED AUMENTO DEI GLOBULI BIANCHI). Possibile evidenza di interessamento del tessuto circostante che può tradursi in sepsi e insufficienza organica e mettere a repentaglio la vita del paziente
METODO DELFI
Caesaris Magati ... De rara medicatione vulnerum
seu, De vulneribus rarò tractandis, libri duo : in quibus nova
traditur methodus qua felicissime ac citius quam alio quovis
modo sanantur vulnera : quaecunque praeterea ad veram &
perfectam eorum curationem attinent diligenter excutiuntur: haec
autem duplici quaestione I. Utrum melius sit vulnera quotidie
solvere ac procurare, an pluribus interjectis diebus; II. Utrum
turundarum, & penicillorum usus in curatione vulnerum sit
necessarius : accessit Joannis Baptistae Magati Tractatus, quo
rara vulnerum curatio contra Sennertum defenditur : cum triplici
indice capitum, quaestionum & rerum omnium memorabilium : et
cum praefatione Friderici Christiani Cregut ... --
MEDICATIO RARA
• La medicazione rara è un “vecchio/nuovo” concetto della
riparazione tessutale
• Per metterla in pratica dobbiamo ben conoscere il “linguaggio”
delle lesioni
• Dobbiamo sfruttare le tecnologie oggi esistenti che ci
consentono di attuare con successo i due enunciati
CONCLUSIONI