Madri Ferite
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Madri Ferite
Convegno Internazionale di SolideaRoma 6 Dicembre 2011Dr Felicity de Zulueta
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Gli studi sulle Adverse Childhood Experiences (ACE)
Felitti e Anda osservano che, nel loro programma di riduzione del peso, l’alta percentuale di abbandono era limitata esclusivamene ai pazienti che ottenevano buoni risultati nella perdita di peso (2008).
PERCHE’?
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Lo studio ACE in California
Center for Disease Control and Prevention & Kaiser Permanente
Uno dei più grandi studi sul legame tra il maltrattamento infantile e la salute ed il benessere nelle età successive.
17,000 partecipanti sottoposti a screening fisici completi. I dati offrono informazioni dettagliate sull’abuso infantile, la trascuratezza e il disfunzionamento familiare.
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Risultati dello studio ACE (Fellitti, 1998)
Laddove maggiore è l’intensità dell’esperienza traumatica infantile subita, maggiore risulta l’incidenza di:
Tabagismo, grave obesità, uso di alcool e droghe; Ischemia cardiaca, ictus, patologie toraciche; Diabete, epatite, malattie sessualmente
trasmissibili; Depressione, tentato suicidio.
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Il punteggio ACE ed il rischio di subire violenza sessuale una volta adulti
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Il punteggio ACE ed il rischio di subire violenza domestica
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Il punteggio ACE ed il rischio di compiere atti di violenza domestica
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Conseguenze psicologiche del trauma
I sopravissuti all’abuso o a violenze estreme spesso soffrono di sintomi psicologici e fisici.
Molti di questi sopravissuti sviluppano un Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) complesso.
Depressione, ansia e somatizzazioni sono anche comuni, mentre la psicosi post-traumatica è meno comune.
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Sintomi del PTSD Semplice Ricordi ricorrenti e intrusivi dell’evento traumatico:
attraverso immagini, incubi, agire o sentire come se l’evento fosse adesso, intenso disagio e reattività psicologica.
Evitamento persistente di stimoli associati con il trauma, amnesia, distacco dalle altre persone, affettività ridotta, perdita del senso di un futuro.
Sintomi di aumentata vigilanza: disturbi del sonno, difficoltà a concentrarsi, irritabilità e violenza, ipervigilanza, esagerate risposte di allarme.
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PTSD Complesso(Judith Herman, 1992)
Il DSM-1V fa riferimento ad un insieme di sintomi, generalmente associati ad un trauma interpersonale (abuso di minore, violenza domestica, detenzione e tortura):
Alterazione della modulazione degli affetti, in particolare vergogna e rabbia
Auto-distruttività e comportamenti impulsivi Sintomi dissociativi Lamentele somatiche Perdita delle credenze precedenti Isolamento sociale.
NB: personalità stabili cambiano dopo esperienze catastrofiche.
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Il ciclo della violenza e la tortura.
Il fenomeno dell’abuso e della tortura e i suoi effetti possono essere meglio compresi attraverso le origini del triangolo dell’abuso.
La tortura inizia nelle case di bambini vittime di abusi - in molti casi legittimati - esercitati per ottenere obbedienza.
I suoi effetti attraversano le generazioni per essere rivissuti nelle vittime della tortura.
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Triangolo dell’abuso
Abuser - abusante
Victim- vittima
Colluder – persona che collude
A A C V
CV
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Attaccamento e la nascita delle emozioni
I cuccioli di uomo sono geneticamente predisposti ad avere bisogno della presenza o della vicinanza di una figura di attaccamento specialmente quando hanno paura.
Senza tale attaccamento essi muoiono. L’attaccamento offre loro protezione in momenti di pericolo ed è essenziale al loro sviluppo emotivo e cognitivo.
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Sintonizzazione psicobiologica
I bambini piccoli non sono capaci di: Modulare le loro reazioni emotive negative e positive;
Soddisfare i loro bisogni psicologici;Controllarsi o confortarsi da soli;
Mantenere l’omeostasi psicofisiologica.
L’alta reattività alla nascita dell’asse HPA (ipotalamico-pituitario-surrenale) viene meglio modulata in modo da ridurre i livelli di cortisolo in relazione a specifici agenti stressogeni.
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‘La sintonizzazione col bambino’la comunicazione da cervello a cervelloLa figura di accudimento risponde ai segnali del bambino prendendolo in braccio, accarezzandolo, nutrendolo e dando un senso alle sue esperienzeQuesta interazione empatica ha come risultato un bambino che è in grado di immedesimarsi nella mente dell’altro e di interagire efficacemente.Questo senso di sicurezza lo protegge dagli effetti del trauma.
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Funzione riflessiva o mentalizzazione
La figura di accudimento dà prova di una funzione riflessiva attraverso la capacità di dare significato alle esperienze del bambino e di anticipare il suo comportamento.
Questo permette alle persone di sentire l’empatia per l’altro, di interagire con successo e di sviluppare il senso dell'agire e della continuità.
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L’organizzazione del Sè del bambino attraverso la regolazione
psicobiologica Il cervello è un sistema auto-organizzato che si
organizza attraverso la mutua e ritmica regolazione degli affetti tra madre e neonato.
Il neonato imita l’espressione facciale del caregiver, allo stesso tempo sintonizzandosi con quest’ultimo, probabilmente attraverso l’attivazione dei neuroni specchio cerebrali.
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Ruolo dei neuroni specchio
Si è scoperto che I neuroni specchio non solo riproducono e codificano gli schemi motori dell’altro (ad es. figura di attaccamento).
Essi sono anche coinvolti nella comprensione delle intenzioni che portano all’azione dell’altro, generando l’EMPATIA.
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Modelli operativi interni
Tali interazioni quotidiane forniscono le tracce mnesiche che i bambini sintetizzano in modelli operativi interni.
Questi modelli sono rappresentazioni della riposta che il bambino si aspetta dalla figura di attaccamento quando ha paura o ha bisogno di lei. Essi muovono le sensazioni collegate a determinati stati somatici e mentali nei bambini e negli adulti.
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Altri fattori di resilienza
La comprensione empatica da parte di un soggetto esterno (insegnante o parente) può compensare gli effetti dell'abuso nell'infanzia e proteggere contro la riattivazione e il trauma.
Questa possibilità di cambiamento continua fino i 20 anni
Fattori genetici ed ‘epi-genetici’.
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Il substrato cerebrale del comportamento di Attaccamento
Coinvolge: Gran parte dell’emisfero destro. l’area orbito-frontale del cervello, che è cruciale
nell’attivazione dell’empatia nei confronti degli altri esseri umani.
Parzialmente mediata da: oppiacei endogeni and ossitocina (“ormone del benessere”).
dopamina (neurotrasmettitore “stato di attivazione energetica” ).
serotonina (neurotrasmettitore legato ai livelli di dominanza nella gerarchia).
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Aree cerebrali sensibili: tronco encefalico e cervelletto (0-9 mesi).
In questa fase, alcune funzioni decisive si organizzano:
La regolazione dello stato di attivazione, del sonno-veglia, e dello stato di paura attraverso il Sistema Nervoso Periferico (SNP), il sistema reticolare attivatore, il cervelletto, 12 nervi cranici e le ghiandole surrenali (midollo e corteccia).
Principali obiettivi di sviluppo: Regolazione di stato Attaccamento primario Resilienza
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Gerarchia di funzionamento cerebrale
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Il diencefalo:il “cervello” dei sistemo motori e delle
emozioni:
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Il Sistema Limbico: l’Ipotalamo, l’Amigdala e l’Ippocampo (1- 4 anni)
Principali obiettivi di sviluppo: Regolazione delle emozioni Empatia
Nei bambini traumatizzati le funzioni del tronco encefalico e dell’amigdala prendono il sopravvento. Ad es. scatenano risposte emotive di paura anche in assenza di pericolo.
La costante attivazione traumatica della risposta di stress conduce ad un persistente stato di paura che diventa «tratto»: ciò che una volta era una risposta adattiva ad un ambiente caotico e terrorizzante, che attiva i comportamenti di lotta, fuga e «freezing» (blocco) come nel Disturbo Post-traumatico da Stress.
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Il Sistema Limbico. L’Ippocampo:integrazione e discriminazione
Rende possibile la memoria delle sequenze di eventi. Converte la memoria implicita in immagini mentali esplicite. Integra memorie provenienti da modalità sensoriali diverse. Vincola le dimensioni temporali e spaziali alla memoria. Attraverso la sua azione regolatoria sul cervello influenza
fortemente lo stato mentale di una persona: Ad es:a un ragno suscita una risposta di paura nell’amigdala ma
l’ippocampo consente alla persona di ricordare che è innocuo e quindi di regolare lo stato di attivazione.
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L’ippocampo e la sensibilità allo stress
Una esposizione eccessiva e cronica al cortisolo (ormone dello stress) può modificare le sinapsi e i dendriti nell’Ippocampo, causando: Atrofia provocata dalla traumatizzazione e probabilmente
una maggiore vulnerabilità alla possibilità di sviluppare un PTSD più avanti.
Perdita della funzione di coordinamento da parte dell’Ippocampo tra i sistemi sensomotorio ed emotivo-affettivo.
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L’attaccamento Sicuro (63%)
Un bambino con attaccamento sicuro ha una rappresentazione mentale del caregiver come sensibile e rispondente ai suoi bisogni.
Questi bambini si sentono amati, fiduciosi e sono capaci di empatia e di buoni legami di attaccamento.
L’attaccamento sicuro tende ad essere una difesa primaria contro il trauma - psicopatologia indotta anche attraverso la tortura: Es. Moazzam Beg a Guantanamo.
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Attaccamento Insicuro
Nell’attaccamento insicuro il bambino non ha la rappresentazione mentale di una figura di accudimento che risponde nei momenti di bisogno.
Si sviluppano, quindi, strategie diverse per procurarsi la vicinanza della figura di accudimento, essenziale per la sopravvivenza.
Esistono 3 tipi di comportamenti insicuri: Gruppo C: tipo Ansioso-Ambivalente (12%) Gruppo A: tipo Evitante (20-25%) Gruppo D: tipo Disorganizzato (15%)
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Stili insicuri di attaccamento: A e C
Ansioso-ambivalente (C): caregiver incoerente > tendenza a sviluppare disturbi d’ansia.
Evitante (A): rifiutati dai loro caregiver > tendenza a sviluppare disturbi del comportamento e a negare l’importanza dell’attaccamento (Sroufe, 2005).
Troy e Sroufe (1987): gli A prevaricano sui C o gli A; i B non sono né bulli, né vittime > triangolo del abuso.
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Attaccamento Disorganizzato
Questi bambini evidenziano una risposta disorganizzata nella relazione con la figura di accudimento (A+C)
Si bloccano in stati simili alla trance, come chi è affetto da PTSD e da dissociazione
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Comportamento dell'Attaccamento Disorganizzato
Le figure di accudimento incutono paura. Oppure sono spaventate, affette da PTSD, che può
essere attivato dal bambino stesso. Questo comportamento lascia il bambino in uno
stato di paura senza soluzioni (Main and Hesse 1992, 1999).
La funzione riflessiva è gravemente danneggiata: più è danneggiata, più disturbato è il soggetto.
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A. L’attaccamento traumatico: scissione e dissociazione
I bambini, terrorizzati dall’odio e dalla violenza da parte della loro figura di accudimento, per mantenere un legame di attaccamento con la figura di accudimento di cui hanno disperatamente bisogno: ricorrono alla scissione, creando rappresentazioni
diverse di loro stessi e di tale figura spesso idealizzata, con una conseguente scarsa coesione del sé nella
relazione con l’altro, come nel Disturbo di Personalità Borderline (Fonagy e Target, 1997).
Origine della Sindrome di Stoccolma
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B. La Difesa Morale (Fairbairn 1952) e l’attaccamento traumatico
Colpevolizzazione per le proprie sofferenze come tanti sopravvissuti adulti del trauma Mantengono il potere > difesa contra
l’impotenza. Mantengono la speranza di un accudimento
migliore. Ma rinforzano l’identificazione con l’abusante.
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1. La Psicobiologia del Bambino trascurato abusato e torturato
. Cambiamenti nell’asse HPA in risposta allo stress o
alla separazione > ridotti livelli di cortisolo e aumenti dei recettori
glucocorticoidi > vulnerabilità al PTSD > rilascio di oppioidi endogeni > analgesia
attraverso il tagliarsi o il ferirsi. > ridotta volume cerebrale in casi estremi di tortura
![Page 36: Madri Ferite](https://reader036.fdocumenti.com/reader036/viewer/2022081422/56815e17550346895dcc7423/html5/thumbnails/36.jpg)
2. La Psicobiologia del bambino trascurato, abusato e torturato
L’incapacità di regolare l’intensità delle emozioni è l’effetto più pervasivo del trauma precoce e/o della deprivazione associata a traumi successivi. Questo conduce a: Una limitata capacità di modulare le emozioni come
terrore, rabbia e vergogna in particolare. Una propensione all’auto-cura con sostanze
stupefacenti, alcool . e/o ricorso alla violenza come risultato della loro scarsa
autostima e dell’alta vulnerabilità del senso di sé.
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Gli effetti del PTSD sono trasmessi epigeneticamente attraverso le
generazioni I soldati israeliani i cui genitori erano sopravvissuti
all’Olocausto presentavano livelli più alti di PSTD rispetto agli altri soldati.
I figli delle madri che avevano sofferto di PTSD in seguito all’11 Settembre presentavano livelli più bassi di cortisolo.
Bassi livelli di cortisolo compromettono le abilità dell’individuo di gestire lo stress e predispongono al PTSD.
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Il senso di Sé: “chi sentiamo di essere”
Il senso di sé deriva da 2 categorie di esperienza. 1) Le intime esperienze di attaccamento
all’interno della famiglia > “Io sento - quindi sono”; il senso di sé è strettamente intrecciato con il modo in cui i genitori ci hanno fatto sentire (amabile/capace o cattivo/incapace).
2) L'attaccamento sicuro è una difesa primaria contro la psicopatologia causata dal trauma (Shore 1996)
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Il Senso Sociale di Sé
“E' costituito dall'organizzazione delle attitudini sociali del gruppo sociale a cui si appartiene”: “Tu sei ciò che gli altri ti fanno sentire di essere”
Questa visione del Sé domina la maggior parte delle culture non Occidentali per esempio le società Mussulmana, Africana e del Lontano Oriente in cui la vergogna gioca un ruolo maggiore nello sviluppo del senso di identità di un individuo.
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Il Sé ferito e la vendetta
Vergogna: la reazione emotiva nei confronti di un Sé completamente invalidato è importantissimo nello scatenamento di reazioni violente nelle vittime di deprivazione affettiva cronica e di abuso.
La motivazione di base per un comportamento violento è il desiderio di eliminare un sentimento di vergogna o di umiliazione - sentimento doloroso, a volte intollerabile e soverchiante - sostituendolo con il suo opposto, il sentimento di potere e di fierezza (Gilligan, 2001, 29).
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Il Sé dissociato
Frammentazione della memoria depersonalizzazione derealizzazione torsioni del corpo perdere tempo amnesia dissociativa stati di fuga frammentazione degli stati dell’Io
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Il PTSD è il risultato di un sistema di attaccamento vulnerabile
Il nostro bisogno di un supporto sociale quando sperimentiamo una paura intensa rivela l’essenziale bisogno di attaccamento dell’uomo.
La ricerca sull’attaccamento fornisce la cornice psico-biologica all’interno della quale è possibile capire l’origine e i sintomi del PTSD, in particolare il PTSD complesso e il trauma durante lo sviluppo.
Piu alto è il livello di Dissociazione, più grave è il PTSD.
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VALUTAZIONE
La valutazione viene effettuata in relazione agli attaccamenti con il sistema sociale
esterno in termini di modelli operativi interni di funzionamento,
di capacità cognitive, di comportamento e di livelli di dissociazione
necessità che una BASE SICURA sia stabilita PRIMA dell'inizio del trattamento
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L’importanzia del contesto sociale nella genesi del PTSD
Il PTSD interviene in misura minore nelle comunità ben integrate rispetto a quelle frammentate.
L’assenza di un sostegno sociale è il fattore di rischio pricipale (NICE, 2005) es. Richiedenti Asilo nel Regno Unito.
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Valutazione del sistema di attaccamento esterno
Capire qual’è la rete sociale all’interno della comunità e nei servizi di salute mentale. Ad es. Livelli di supporto familiare e sociale e coinvolgimento delle équipe di salute mentale della comunità locale.Genogramma per scoprire lutti in famiglia e informazioni
importanti non emerse nell’intervista.Grafico “a bolla” dei servizi e delle persone a vario titolo
coinvolte con il cliente, allo scopo di prevenire problemi dovuti a frammentazione e/o mancanza di comunicazione etc.
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Valutazione del sistema di attaccamento esterno/2
Gli aspetti culturali devono essere tenuti in considerazione. Ad esempio:
Famiglia proveniente dal Bangladesh o altra cultura Rispetto per i genitori in molte culture dell’Africa e del medio Oriente. Quali sono le implicazioni dello stupro in queste culture.
Tutto ciò è importante in relazione ai pazienti coinvolti in episodi di violenza domestica e abuso sessuale o quando il disagio del paziente viene sistematicamente rinfozato dalla famiglia. Ad es. Fallimento nella valutazione Ad es. Il trattamento della violenza domestica diventa complicato
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VALUTAZIONE DEL SISTEMA DI ATTACCAMENTO INTERNO
Attraverso la valutazione del mondo dei modelli operativi interni (relazione con l'oggetto) e della sicurezza dell'attaccamento:
Uso di domande in AAI: per esempio: quando eri piccolo da chi andavi quando eri ferito o sconvolto?
Incoerenza nella dimensione temporale: uso del presente nel parlare di qualcuno che è morto.
Capacità di esercitare la funzione riflessiva, per esempio collocarsi dal punto di vista di un'altra persona.
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Risonanze magnetiche funzionali (fMRI)
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VALUTARE L'ATTACCAMENTO TRAUMATICO O DISORGANIZZATO
Cercare le caratteristiche principali: una forte “difesa morale” idealizzazione e scissione resistenza al cambiamento
> legami di attaccamento traumatico alla figura di accudimento
Cercare i livelli di dissociazione: Ad es. > uso della Scala di Valutazione della Dissociazione (DES) Ad es. Durante il colloquio con il paziente nella stanza di terapia.
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IMPLICAZIONI DEL FENOMENO DELLA DISSOCIAZIONE
Esempi di dissociazione: inspiegabili cambiamenti nell'affettività e discontinuità nella logica del pensiero cambiamenti nelle espressioni facciali, nel
modo di parlare e nei modi di fare comportamento apparentemente inspiegabile fenomeni dissociativi somatici
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Ricerca di difese atte a mantenere lo “status quo” nei pazienti con
attaccamenti traumatici autocura: dipendenza da droghe o alcol (può anche
esserci con il PTSD semplice) abuso di oppioidi (endogeni) attraverso gesti
autolesivi, come procurarsi dei tagli suicidio: atto di controllo sull’attaccamento
traumatico disturbi alimentari per mantenere il controllo
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Triangolo dell’abuso
Abuser - abusante
Victim- vittima
Colluder – persona che collude
A A C V
CV
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Come elicitare l’attaccamento traumatico attraverso il TAIT (Traumatic Attachment
Induction Test)Si attua attraverso un’intervista semi-strutturata e richiede:
Un contesto terapeutico in cui il paziente è invitando a focalizzarsi sulle esperienze infantili di attaccamento.
Il rapporto tra terapeuta e paziente deve essere caratterizzato da fiducia e sensibilità, in modo da consentirgli di parlare dei suoi sentimenti di estrema paura e vulnerabilità.
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Come elicitare l’attaccamento traumatico (2)
Il Sé adulto viene “presentificato” nella stanza di terapia, ad es. al paziente vengono fatti ricordare i suoi successi/capacità da adulto.
Questo non è un Role Play come avviene nella Gestalt terapia.
E’ essenziale mantenere l’adulto presente nella stanza per commentare la sua esperienza durante il TAIT.
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Come elicitare l’attaccamento traumatico (3)
La risposta al TAIT è di paura e di attivazione autonoma del SNP ma non dura a lungo come nel caso di un flashback dovuto a PTSD.
Scelta del caregiver: è importante scegliere la figura genitoriale più coinvolta nell’accudimento. Ad es. Di solito è la madre che non protegge il bambino.
A volte si osserva una risposta tipo “freezing” (blocco) o “numbing” (stato di coscienza simile allo stordimento/confusione) invece dell’attivazione SNP a causa del terrore che il caregiver induce nel paziente.
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E dopo?
Dopo che il paziente ha terminato il TAIT, viene invitato a condividere i suoi sentimenti e pensieri rispetto alle sue reazioni mentre immaginava il caregiver durante il TAIT.
Questi pensieri e associazioni sono l’aspetto più importante della procedura poichè è a partire da questo momento che i pazienti cominciano a dare significato del perchè si sentono e si comportano in quella maniera.
IL TAIT può essere somministrato in relazione a più caregivers ma non nella stessa seduta.
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FASI DEL TRATTAMENTO:la 2 e 3 possono coesistere
1.Stabilizzazione e sicurezza: usare la relazione terapeutica, all’interno della quale insegnare tecniche di respirazione e di rilassamento, effetto “luogo sicuro”, tecniche di terapie bio-energetiche e l’importanza della terapia psico-educazionale.
2. La modulazione degli emozioni in relazione al lavoro sul trauma e alla dissociazione: ‘mindfulness’, yoga, meditazione.
3. Consentire l’elaborazione del lutto per la perdita dell'infanzia, paese, genitori, famiglia, amici etc.
4. Evoluzione: andare avanti; integrazione.
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STABILIZZAZIONE
STABILIZZAZIONE E RAFFORZAMENTO
Approccio psico-educativo rispetto alla traumatizzazione, alla dissociazione, sia per il paziente che per la famiglia o gli amici
Formazione di una base sicura esterna se è possibile.
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REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI
uso di tecniche di rilassamento e del “luogo sicuro” (EMDR) per cominciare a raggiungere la modulazione dell'affettività in relazione alle esperienze traumatiche
‘Mindfulness’, meditazione e yoga Terapia dialettica del comportamento (DBT) Terapia senso-motoria di Pat Ogden. Terapie bio-energetiche
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TRATTAMENTO del PTSD Complesso
desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari: è utile nelle vittime di stupro e tortura e per i sintomi somatici (EMDR)
cura farmacologica come “cintura di sicurezza” durante il percorso del trattamento
terapia familiare scrittura creativa, danzaterapia, arte terapia.
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IL LAVORO SUL TRAUMA NELLA SEGUENTE CORNICE:
per essere efficace il lavoro sul trauma deve essere svolto con un paziente che non sia né iperstimolato né ipostimolato, per esempio all’interno di una “finestra di tolleranza” così come definita da Pat Ogden nella terapia Senso-Motoria.
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IL LAVORO SUL TRAUMA:“molte strade portano a Roma”
L'importanza di fornire un supporto di attaccamento coerente, sensibile e duraturo. Ad es. 2-3 anni in casi gravi di tortura.
Lavoro dettagliato sul trauma utilizzando insieme terapia psicodinamica e altre tecniche (EMDR o Life span integration)
Modulazione dell'affettività e “un piede nel passato e uno nel presente”
Tecniche di riferimento per la dissociazione.
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Importanza della Vergogna e del “mantenere il controllo”
Vergogna: essenziale per essere consapevoli dei segni della vergogna “tossica” dovuta all'umiliazione di essere stati messi nella condizione di sentirsi “nulla” e il bisogno di di portare questo in trattamento per ridurre:
- dissociazione - ‘acting out’ violenti
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Trattare la dissociazione e la funzione riflessiva
l'obiettivo: mantenere “un piede nel passato e uno nel presente” per evitare la ri-traumatizzazione.
tecniche per ridurne la frequenza e l'intensità la dissociazione: olii essenziali ecc.
Uso di video o registrazioni audio in pazienti gravemente dissociati per migliorare la funzione riflessiva.
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L'importanza del giusto coinvolgimento del cervello del
terapeuta
la traumatizzazione coinvolge l'emisfero destro (sentimenti, ricordi, attaccamento) del paziente e del terapeuta
inevitabilità della riattivazione dell'abuso in terapia es ‘nell’ombra del abusante’
importanza della riparazione durante il processo terapeutico: dire mi dispiace!
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La relazione come strumento terapeutico
La relazione è il più importante strumento nella terapia con le vittime di tortura perché è la relazione perversa con il torturatore che è all’origine della loro sofferenze.
Il grande pericolo è che il terapeuta possa diventare un torturatore o colludere/osservarlo nel transfert, da cui la necessità di modificare l’approccio psicoanalitico in questi casi.
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La sopravvivenza del terapeuta
Sicurezza del setting terapeutico Importanza della supervisione tra pari o da parte di
altri a causa della probabilità della riattivazione dell’attaccamento traumatico.
La traumatizzazione secondaria è inevitable in questo tipo di lavoro ed è necessario intervenire su tutti i livelli: cura di sé, carico del caso, supporto.
Importanza della supervisione, della cura di sé e del divertimento!