Ictus: si cura meglio male donne sopravvivono con una ... · depressione, l'ansia e il dolore....
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Ictus: si cura meglio male donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore.
Da 10 anni a questa parte le cure dopo un ictus sono migliorale e sono più
efficaci: eppure- le donne che- sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore
rispetto agli uomini.
A dimostrarlo sono slati gii autori della ricerca pubblicata in questi giorni su
Neurologi che hanno paragonato Ea qualità dela vita nelle don ne e negli uomini
dopo un Ictus Ù un TLA (attacco isc-lìemica cerebrale transitorio) analizzando
1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo cantù dela capacita residua del paziente
di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di
aspetti quali la depressione, l'ansia e i dolore.
Ebbene. nele donne la qualità dela vita misurala a un anno dal'evento risultava
peggiore: a tre mesi dal'lctusle donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori
problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di
depressione, specie olire i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita
nele donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere
dal'eta.
"Si tratta di un'ulteriore evidenza dela differenza di sesso e di genere nelle
manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santaluda.
specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e
vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta ala Trombosi e alle malattie
cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini
di gravita di sintomi, mortalità e disabilita residua. L'attenzione della comunità
scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere
che riguardano rictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischia
che le manifestazioni di malattia e fa disabità residua.
Le donne - continua la dottoressa Santaluda. sono più anziane e sole degli
uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed
esita in maggiore invalidila sia funzionale che cognitiva. È necessario un
cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento
farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere
efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle
donne.
Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato
di neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North
Carolina.
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Dopo ictus qualità vita donne è peggiore rispetto a uomini (ANSA) - MILANO, 24 FEB - Negli ultimi 10 anni "le cure dopo un ictus sono migliorate e sono più efficaci: eppure le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini". Adirlo sono gli esperti dell'Associazione lotta alla trombosi (Alt), supportati da uno studio scientifico da poco subblicato su Neurology che ha paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un ictus o un attacco ischemico cerebrale transitorio (Tia).
Lo studio ha analizzato 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore. "Ebbene - riporta l'Associazione - nelle donne la qualità di vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età".
"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere in queste patologie - commenta Paola Santalucia, specialista in neurologia e cardiologia e vicepresidente Alt - la comunità scientifica non può più prescindere dal valutare le differenze di genere che riguardano l'ictus sia per i fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e le disabilità".
Le donne, conclude l'esperta, "sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite; l'ictus è più spesso di grave entità e porta a maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. E' quindi necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici, di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne".(ANSA).
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Ictus. Si cura meglio ma le donne sopravvivono con una peggiore qualità di vita
A dimostrarlo una ricerca pubblicata su Neurology che ha paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni. A tre mesi dall'Ictus le donne avevano maggiori problemi di mobilità e livelli più elevati di dolore, ansia e depressione.
24 FEB - Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono migliorate e sono più
efficaci: eppure le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto
agli uomini. A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su
Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo
un Ictus o un TIA (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti
fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver
cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione,
l'ansia e il dolore.
Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava
peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi
di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno
dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere
dall'età.
"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia
cerebrovascolare - ha sostenuto Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico
di Milano e vicepresidente di Alt (Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari-Onlus) -.
Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua.
L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che
riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la
disabilità residua".
Le donne - ha concluso Santalucia - sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus
è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un
cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle
cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che
nelle donne".
24 febbraio 2014
© Riproduzione riservata
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ICTUS, MENO QUALITÀ' DI VITA PER LE DONNE
Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono
migliorate e sono più efficaci: eppure le donne che
sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto
agli uomini.
A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in
questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità
della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA
(attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370
pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità
residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di
svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la
depressione, l'ansia e il dolore. Ebbene, nelle donne la
qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava
peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi,
avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie
oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli
uomini, a prescindere dall'età.
"Si tratta di un 'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia
cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale
Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie
cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità
e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle
differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le
manifestazioni di malattia e la disabilità residua.
Le donne - continua la dottoressa Santalucia- sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da
Ictus, che è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un
cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle
cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che
nelle donne."
Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato di neurologia
al Wake Foresi Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina.
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Ictus: meglio le cure, ma le donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore
Un ictus può essere fatale, ma in molti casi si sopravvive, anche se spesso con problemi invalidanti. Oggi le cure sono migliorate, tuttavia ad avere la peggio in fatto di qualità della vita sono le donne
A soffrire di più dopo un ictus, in fatto di effetti peggiorativi dela qualità della vita, pare siano le donne.
Di ictus si può morire, ma spesso si sopravvive. E quando sia questo il caso, c'è da sperare che le cure post-attacco possano essere efficaci nel ridurre al massimo le conseguenze negative - spesso altamente invalidanti - e offrire speranza di vita non solo quanto a durata, ma anche quanto a qualità. In quest'ambito una buona notizia c'è:
da 10 anni a questa parte le cure dopo un ictus sono infatti migliorate, e sono più efficaci - fa sapere ALT, l'Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, Onlus. Nonostante ciò, si scopre che le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.
A dimostrarlo, secondo l'ALT, sono stati gli autori di uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista scientifica Neurology, i quali hanno
paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (l'attacco ischemico cerebrale transitorio). La dott.ssa Cheryl Bushnell e colleghi del Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem (Usa), hanno analizzato 1.370 pazienti di età compresa tra i 56 e i 77 anni, tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, aver cura di sé, svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.
I risultati hanno rivelato che nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione - specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, I
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a qualità della vita nelle donne continuava a essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.
«Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare - dichiara Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT -
Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua».
«Le donne - continua la dottoressa Santalucia - sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus: l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva.
E' necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne».
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Ictus: si cura meglio ma le donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore
Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono migliorate e sono più efficaci: eppure le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.
A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.
Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.
"S/ tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua.
Le donne - continua la dottoressa Santalucia, sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne."
Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrìce dell'articolo e professore associato di neurologia al Wake Foresi Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina.
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Ictus: per le donne, il dopo è peggiore
Le donne che sopravvivono a un ictus hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.
A dimostrarlo sono gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un ictus o un Tia (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni. Gli studiosi hanno valutato la capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.
Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'ictus, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava a essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.
«Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare» sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia al Policlinico di Milano e vicepresidente di Alt, l'Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari. L'attenzione della comunità scientifica, aggiunge, «non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua». Le donne, continua Santalucia, «sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne».
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Ictus: si cura meglio ma le donne sopravvivono con qualità di vita peggiore
A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.
Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.
"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua".
Le donne - continua la dottoressa Santalucia - sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici dì intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne".
Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato di neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina.
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PATOLOGIE: Donne e ictus
Ictus: si cura meglio ma le donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore.
Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono migliorate e sono più efficaci: eppure le donne
che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.
A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno
paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (attacco ischemico
cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua
del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la
depressione, l'ansia e il dolore.
Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi
dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore
o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita
nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.
"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia
cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale
Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini
di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più
prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne
la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua.
Le donne - continua la dottoressa Santalucia, sono più anziane e sole degli uomini quando vengono
colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che
cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento
farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare
l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne."
Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato di
neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston- Salem, North Carolina.
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Ictus: si cura meglio ma le donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore
Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono migliorate e sono più efficaci: eppure le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.
A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.
Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.
"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua.
Le donne - continua la dottoressa Santalucia, sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne."
Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato di neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina.
a cura della redazione
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