Ictus: si cura meglio male donne sopravvivono con una ... · depressione, l'ansia e il dolore....

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Ictus: si cura meglio male donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore. Da 10 anni a questa parte le cure dopo un ictus sono migliorale e sono più efficaci: eppure- le donne che- sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini. A dimostrarlo sono slati gii autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurologi che hanno paragonato Ea qualità dela vita nelle don ne e negli uomini dopo un Ictus Ù un TLA (attacco isc-lìemica cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo cantù dela capacita residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e i dolore. Ebbene. nele donne la qualità dela vita misurala a un anno dal'evento risultava peggiore: a tre mesi dal'lctusle donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie olire i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nele donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dal'eta. "Si tratta di un'ulteriore evidenza dela differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santaluda. specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta ala Trombosi e alle malattie cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravita di sintomi, mortalità e disabilita residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano rictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischia che le manifestazioni di malattia e fa disabità residua. Le donne - continua la dottoressa Santaluda. sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidila sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne. Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato di neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina. ALT ONLUS Pag. 1

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Ictus: si cura meglio male donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore.

Da 10 anni a questa parte le cure dopo un ictus sono migliorale e sono più

efficaci: eppure- le donne che- sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore

rispetto agli uomini.

A dimostrarlo sono slati gii autori della ricerca pubblicata in questi giorni su

Neurologi che hanno paragonato Ea qualità dela vita nelle don ne e negli uomini

dopo un Ictus Ù un TLA (attacco isc-lìemica cerebrale transitorio) analizzando

1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo cantù dela capacita residua del paziente

di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di

aspetti quali la depressione, l'ansia e i dolore.

Ebbene. nele donne la qualità dela vita misurala a un anno dal'evento risultava

peggiore: a tre mesi dal'lctusle donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori

problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di

depressione, specie olire i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita

nele donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere

dal'eta.

"Si tratta di un'ulteriore evidenza dela differenza di sesso e di genere nelle

manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santaluda.

specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e

vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta ala Trombosi e alle malattie

cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini

di gravita di sintomi, mortalità e disabilita residua. L'attenzione della comunità

scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere

che riguardano rictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischia

che le manifestazioni di malattia e fa disabità residua.

Le donne - continua la dottoressa Santaluda. sono più anziane e sole degli

uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed

esita in maggiore invalidila sia funzionale che cognitiva. È necessario un

cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento

farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere

efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle

donne.

Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato

di neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North

Carolina.

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Dopo ictus qualità vita donne è peggiore rispetto a uomini (ANSA) - MILANO, 24 FEB - Negli ultimi 10 anni "le cure dopo un ictus sono migliorate e sono più efficaci: eppure le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini". Adirlo sono gli esperti dell'Associazione lotta alla trombosi (Alt), supportati da uno studio scientifico da poco subblicato su Neurology che ha paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un ictus o un attacco ischemico cerebrale transitorio (Tia).

Lo studio ha analizzato 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore. "Ebbene - riporta l'Associazione - nelle donne la qualità di vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età".

"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere in queste patologie - commenta Paola Santalucia, specialista in neurologia e cardiologia e vicepresidente Alt - la comunità scientifica non può più prescindere dal valutare le differenze di genere che riguardano l'ictus sia per i fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e le disabilità".

Le donne, conclude l'esperta, "sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite; l'ictus è più spesso di grave entità e porta a maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. E' quindi necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici, di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne".(ANSA).

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Ictus. Si cura meglio ma le donne sopravvivono con una peggiore qualità di vita

A dimostrarlo una ricerca pubblicata su Neurology che ha paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni. A tre mesi dall'Ictus le donne avevano maggiori problemi di mobilità e livelli più elevati di dolore, ansia e depressione.

24 FEB - Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono migliorate e sono più

efficaci: eppure le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto

agli uomini. A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su

Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo

un Ictus o un TIA (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti

fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver

cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione,

l'ansia e il dolore.

Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava

peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi

di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno

dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere

dall'età.

"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia

cerebrovascolare - ha sostenuto Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico

di Milano e vicepresidente di Alt (Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari-Onlus) -.

Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua.

L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che

riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la

disabilità residua".

Le donne - ha concluso Santalucia - sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus

è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un

cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle

cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che

nelle donne".

24 febbraio 2014

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ICTUS, MENO QUALITÀ' DI VITA PER LE DONNE

Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono

migliorate e sono più efficaci: eppure le donne che

sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto

agli uomini.

A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in

questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità

della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA

(attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370

pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità

residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di

svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la

depressione, l'ansia e il dolore. Ebbene, nelle donne la

qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava

peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi,

avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie

oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli

uomini, a prescindere dall'età.

"Si tratta di un 'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia

cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale

Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie

cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità

e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle

differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le

manifestazioni di malattia e la disabilità residua.

Le donne - continua la dottoressa Santalucia- sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da

Ictus, che è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un

cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle

cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che

nelle donne."

Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato di neurologia

al Wake Foresi Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina.

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Ictus: meglio le cure, ma le donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore

Un ictus può essere fatale, ma in molti casi si sopravvive, anche se spesso con problemi invalidanti. Oggi le cure sono migliorate, tuttavia ad avere la peggio in fatto di qualità della vita sono le donne

A soffrire di più dopo un ictus, in fatto di effetti peggiorativi dela qualità della vita, pare siano le donne.

Di ictus si può morire, ma spesso si sopravvive. E quando sia questo il caso, c'è da sperare che le cure post-attacco possano essere efficaci nel ridurre al massimo le conseguenze negative - spesso altamente invalidanti - e offrire speranza di vita non solo quanto a durata, ma anche quanto a qualità. In quest'ambito una buona notizia c'è:

da 10 anni a questa parte le cure dopo un ictus sono infatti migliorate, e sono più efficaci - fa sapere ALT, l'Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, Onlus. Nonostante ciò, si scopre che le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.

A dimostrarlo, secondo l'ALT, sono stati gli autori di uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista scientifica Neurology, i quali hanno

paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (l'attacco ischemico cerebrale transitorio). La dott.ssa Cheryl Bushnell e colleghi del Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem (Usa), hanno analizzato 1.370 pazienti di età compresa tra i 56 e i 77 anni, tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, aver cura di sé, svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.

I risultati hanno rivelato che nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione - specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, I

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a qualità della vita nelle donne continuava a essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.

«Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare - dichiara Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT -

Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua».

«Le donne - continua la dottoressa Santalucia - sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus: l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva.

E' necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne».

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Ictus: si cura meglio ma le donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore

Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono migliorate e sono più efficaci: eppure le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.

A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.

Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.

"S/ tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua.

Le donne - continua la dottoressa Santalucia, sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne."

Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrìce dell'articolo e professore associato di neurologia al Wake Foresi Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina.

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Ictus: per le donne, il dopo è peggiore

Le donne che sopravvivono a un ictus hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.

A dimostrarlo sono gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un ictus o un Tia (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni. Gli studiosi hanno valutato la capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.

Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'ictus, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava a essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.

«Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare» sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia al Policlinico di Milano e vicepresidente di Alt, l'Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari. L'attenzione della comunità scientifica, aggiunge, «non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua». Le donne, continua Santalucia, «sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne».

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Ictus: si cura meglio ma le donne sopravvivono con qualità di vita peggiore

A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.

Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.

"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua".

Le donne - continua la dottoressa Santalucia - sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici dì intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne".

Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato di neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina.

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PATOLOGIE: Donne e ictus

Ictus: si cura meglio ma le donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore.

Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono migliorate e sono più efficaci: eppure le donne

che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.

A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno

paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (attacco ischemico

cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua

del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la

depressione, l'ansia e il dolore.

Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi

dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore

o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita

nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.

"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia

cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale

Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini

di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più

prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne

la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua.

Le donne - continua la dottoressa Santalucia, sono più anziane e sole degli uomini quando vengono

colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che

cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento

farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare

l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne."

Fonte dello studio: Neurology, 2014. Cheryl Bushnell, coautrice dell'articolo e professore associato di

neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston- Salem, North Carolina.

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Ictus: si cura meglio ma le donne sopravvivono con una qualità di vita peggiore

Da 10 anni a questa parte le cure dopo un Ictus sono migliorate e sono più efficaci: eppure le donne che sopravvivono hanno una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini.

A dimostrarlo sono stati gli autori della ricerca pubblicata in questi giorni su Neurology che hanno paragonato la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un Ictus o un TIA (attacco ischemico cerebrale transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra 56 e 77 anni tenendo conto della capacità residua del paziente di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l'ansia e il dolore.

Ebbene, nelle donne la qualità della vita misurata a un anno dall'evento risultava peggiore: a tre mesi dall'Ictus le donne, rispetto ai maschi, avevano maggiori problemi di mobilità, e livelli più elevati di dolore o disagio, di ansia e di depressione, specie oltre i 75 anni. A un anno dall'evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall'età.

"Si tratta di un'ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare. - Sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all'Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari- Onlus. - Le donne sono maggiormente colpite dall'Ictus in termini di gravità di sintomi, mortalità e disabilità residua. L'attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l'Ictus sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua.

Le donne - continua la dottoressa Santalucia, sono più anziane e sole degli uomini quando vengono colpite da Ictus, l'ictus è più spesso di grave entità ed esita in maggiore invalidità sia funzionale che cognitiva. È necessario un cambiamento sostanziale di paradigmi, disegno degli studi clinici di intervento farmacologico e dell'attenzione alle cure che preveda un approccio di genere efficace per migliorare l'intervento sanitario globale sia negli uomini che nelle donne."

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a cura della redazione

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