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I l diritto di andare a scuola è scritto nella Costituzione. In questo quartiere Scapagnini ha cercato di negarlo. Perciò le mamme, l'anno scorso, si sono ribellate. E alla fine hanno vinto, salvando la scuola dei figli e dando un gran- de esempio di dignità. Questa lista civica: "da San Cristoforo per il Centro Storico" in un certo senso, viene da quella lotta. La politica, hanno capito le mamme, non deve appartenere ai "politici" ma a tutti noi. Questa lista è un piccolo pezzo di stra- da in questa direzione. Se vincessimo inizierebbe un cammino dentro il consiglio di quartiere, con una vera opposizione e con un programma che ascolterebbe voi cittadini, pro- ponendo cose concrete e non chiacchiere, nella vera democrazia. Chi la fa, la politica? Mah, i politici, si capisce. Gente importante e furba, che campa (qualunque cosa dicano) con questo mestiere e si ricorda di noi solo al momento di chiedere il voto. Allora sono gentilissimi, perché sanno benis- simo (lo sanno molto meglio di noi) che tutta la loro ricchezza dipende dal nostro voto. A volte gliene chiediamo una briciola - un posto momentaneo , un pacco di alimentari - ma è sempre una parte minima di tutta la ricchezza che in realtà gli diamo. Così i più furbi restano loro e noi restiamo i fessi che gli fanno il regalo. Qui nel quartiere di San Cristoforo, però, stiamo sperimentando una cosa che forse, se va avanti abbastanza, potrebbe anche cambiare i furbi e i fessi. Abbiamo deciso cioè che la politica ce la facciamo da noi, senza politici di mestiere a starci di sopra. Che politica? Che programma? E che politica volete che facciamo? La politica dei poveri, quella senza gran- di parole ma che si tocca con mano. La politica nostra, ad esempio, è che i bambini devono andare a scuola. L'abbiamo fatta coi fatti, non con le parole: quando volevano chiudere la scuola e noi gliel'abbiamo impedito. C'era Francesca e Melina, in prima fila, e Piera e Claudia e la altre. "Difendere la scuola è anche politica! - hanno detto le donne - Ma è la politica nostra, la poli- tica buona". Così hanno fatto la lista, e l'hanno presentata alla circoscrizione. La circo- scrizione, finora, è stata principalmente un posto dove si fanno favori e si fa carriera. Ma se c'entra una di noi, là dentro, una qui del quartiere che se ne frega dei manciatari ma pensa solo ai bambini, le cose cominceranno a cam- biare. Sapremo quel che preparano, avremmo una piccola forza, una nostra voce. Per questo, senza tante chiacchiere, chiediamo di votare per loro. Le donne del quartiere per rappresentare il quartiere. Non i politici pagati. Non solo: pure per il Comune (anche quest'anno devono vincere i politici di mestiere?) chiediamo di votare per uno di noi, per Toti Domina del Gapa. Chi è del quartiere lo conosce. Non è uno che fa il politico di mestiere. Non vuole "diventare importante". Vuole rappresentare i poveri contro i ricchi. Coloro che si guadagnano la vita ogni giorno, che non vanno mai una sera a letto senza pensieri, contro quelli che a furia di amicizie e d'intrallazzi si sono fatti i miliardi rovinando la città. Risistemare le strade, specie vicino alle scuole; proteggere le scuole; mette- re verde e alberi per giocarci i bambini; mettere Pigno, Librino, Nesima, San Cristoforo - i quartieri dei poveri - dentro Catania e non fuori; mettere ordine dando lavoro; essere - come si dice per Sant'Agata - cittadini. Catania è sporca, Catania è bella. Catania è giungla, Catania ha cuore. Catania soffre, Catania alla fine ragiona. Aiutaci a liberarla, tutti insieme. Riccardo Orioles mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• sei Giugno 2008 €1,00 U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua Ignazio Buttitta Scuola: le solite promesse 6 Il Catania si salva 7 Questi siamo noi... 3 Patronati bollenti 4 Catania che soffre Catania che ragiona Catania che soffre Catania che ragiona foto: Archivio Giovanni Caruso SPECIALE ELEZIONI

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E L E Z I O N I U populu diventa poviru e servu quannu ci arrub- banu a lingua mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolare Direttore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• sei Giugno 2008 €1,00 foto: Archivio Giovanni Caruso Ignazio Buttitta iCordai / Numero Sei 2

Transcript of iCordai6_06_2008

Il diritto di andare a scuola è scritto nella Costituzione. In questo quartiereScapagnini ha cercato di negarlo. Perciò le mamme, l'anno scorso, si sono

ribellate. E alla fine hanno vinto, salvando la scuola dei figli e dando un gran-de esempio di dignità.

Questa lista civica: "da San Cristoforo per il Centro Storico" in un certosenso, viene da quella lotta. La politica, hanno capito le mamme, non deveappartenere ai "politici" ma a tutti noi. Questa lista è un piccolo pezzo di stra-da in questa direzione.

Se vincessimo inizierebbe un cammino dentro il consiglio di quartiere, conuna vera opposizione e con un programma che ascolterebbe voi cittadini, pro-ponendo cose concrete e non chiacchiere, nella vera democrazia.

Chi la fa, la politica? Mah, i politici, si capisce. Gente importante e furba,che campa (qualunque cosa dicano) con questo mestiere e si ricorda di noi soloal momento di chiedere il voto. Allora sono gentilissimi, perché sanno benis-simo (lo sanno molto meglio di noi) che tutta la loro ricchezza dipende dalnostro voto. A volte gliene chiediamo una briciola - un posto momentaneo , unpacco di alimentari - ma è sempre una parte minima di tutta la ricchezza chein realtà gli diamo. Così i più furbi restano loro e noi restiamo i fessi che glifanno il regalo.

Qui nel quartiere di San Cristoforo, però, stiamo sperimentando una cosache forse, se va avanti abbastanza, potrebbe anche cambiare i furbi e i fessi.Abbiamo deciso cioè che la politica ce la facciamo da noi, senza politici dimestiere a starci di sopra. Che politica? Che programma?

E che politica volete che facciamo? La politica dei poveri, quella senza gran-di parole ma che si tocca con mano. La politica nostra, ad esempio, è che ibambini devono andare a scuola. L'abbiamo fatta coi fatti, non con le parole:

quando volevano chiudere la scuola e noi gliel'abbiamo impedito. C'eraFrancesca e Melina, in prima fila, e Piera e Claudia e la altre. "Difendere lascuola è anche politica! - hanno detto le donne - Ma è la politica nostra, la poli-tica buona".

Così hanno fatto la lista, e l'hanno presentata alla circoscrizione. La circo-scrizione, finora, è stata principalmente un posto dove si fanno favori e si facarriera. Ma se c'entra una di noi, là dentro, una qui del quartiere che se nefrega dei manciatari ma pensa solo ai bambini, le cose cominceranno a cam-biare. Sapremo quel che preparano, avremmo una piccola forza, una nostravoce.

Per questo, senza tante chiacchiere, chiediamo di votare per loro. Le donnedel quartiere per rappresentare il quartiere. Non i politici pagati.

Non solo: pure per il Comune (anche quest'anno devono vincere i politici dimestiere?) chiediamo di votare per uno di noi, per Toti Domina del Gapa.

Chi è del quartiere lo conosce. Non è uno che fa il politico di mestiere. Nonvuole "diventare importante". Vuole rappresentare i poveri contro i ricchi.Coloro che si guadagnano la vita ogni giorno, che non vanno mai una sera aletto senza pensieri, contro quelli che a furia di amicizie e d'intrallazzi si sonofatti i miliardi rovinando la città.

Risistemare le strade, specie vicino alle scuole; proteggere le scuole; mette-re verde e alberi per giocarci i bambini; mettere Pigno, Librino, Nesima, SanCristoforo - i quartieri dei poveri - dentro Catania e non fuori; mettere ordinedando lavoro; essere - come si dice per Sant'Agata - cittadini.

Catania è sporca, Catania è bella. Catania è giungla, Catania ha cuore.Catania soffre, Catania alla fine ragiona. Aiutaci a liberarla, tutti insieme.

Riccardo Orioles

mensile per S. Cristoforo a cura del G.A.P.A. Centro di aggregazione popolareDirettore Responsabile: Riccardo Orioles Anno Terzo n• sei Giugno 2008 €1,00

U populu diventapoviru e servuquannu ci arrub-banu a lingua

Ignazio Buttitta

Scuola: le solite promesse 6 Il Catania si salva 7Questi siamo noi... 3 Patronati bollenti 4

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SPECIALE E

LEZIONI

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ALLIBBERAMU CATANIA!

"Questa è la città del Grazie", diceToti Domina, il candidato sindaco

della lista Liberare Catania, "Ma gra-zie di che? Grazie per un lavoro, unacasa, una scuola, insomma grazie per imiei diritti? Perché devo dirti gra-zie?!".

Perché candidarsi a sindaco?Quando Toti è stato contattato per

candidarsi a sindaco di Catania, stavaspazzando il capannone del centroGAPA di San Cristoforo, dove daormai vent'anni lavora coi bambini delquartiere, con le mamme, con la gentedel territorio. "Ho deciso di accettarela candidatura perché ho pensato che,in una città totalmente allo sbando, eravenuta l'ora di mettersi in gioco e diprovarci, e che questa campagna elet-torale avrebbe pure permesso che certitemi venissero fuori con più visibilità.Parlo dell'idea di diritto, andata perdu-ta, e diventata semplice "favore" fattodagli amici, cui devi dare poi qualcosain cambio. Il voto, ad esempio".

Illustri sconosciuti e democraziapartecipata.

"E parlo pure di tutti quegli illustrisconosciuti, che con le loro storie som-merse, fanno la vita vera di questacittà. E' la democrazia quella che s'èpersa a Catania, la consapevolezza chetutti siamo padroni e responsabili dellacittà. La democrazia partecipata chie-de tempo, perché il cittadino deveessere informato, istruito, ed esserecosciente di quello che accade in città.Se si deve costruire una piazza o unparcheggio ad esempio, non basta fareuna conferenza, chiamare un po' di

gente, e comunicare che quello è ilbene della città e che quindi deve esse-re fatto. La gente deve dire la sua,esprimere un parere, dire ad esempio"Ci vogliono troppi soldi per quel par-cheggio, facciamo prima un'altracosa". I politici al governo non devonoessere persone separate dai cittadini,come se lavorassero dallo spazio, malavoratori in continuo contatto con leesigenze e richieste della gente. Invecel'idea che sta passando è che la politi-ca e il governo di Catania appartiene aipolitici, e che la gente nel frattempo sifa i fatti suoi. Non è così".

E la sicurezza?"La legalità ad esempio. Si dice

molto in questo periodo che c'è biso-gno di sicurezza e legalità. Ma se tupolitico fai vedere al cittadino che vuoifare il furbo, che fai scomparire i soldicomunali, che gli vuoi chiudere unascuola, perché dici di non avere dena-ro, quando invece li usi per i parcheg-gi, poi bloccati dalla magistratura per-ché illegali, il cittadino dice: perché io,che devo portare il pane a casa, nonposso fare qualcosa di illegale? E per-ché devo pagare le tasse, se non midate nessun servizio, non mi togliete laspazzatura, non mi fate strade decenti,non mi date la scuola che mi spetta?Non voglio giustificare ma cercare dicapire. Insomma il pesce fete dallatesta".

I padroni di Catania."A Catania c'è un comitato d'affari,

fatto da poche persone potenti, chedecide per tutti. Che prende i nostrisoldi e li investe per i loro interessi. E

gli interessi della gente comune? Finquando non cambia l'idea stessa di farepolitica, fin quando i politici continua-no la logica del favore, del grazie, delposto di lavoro in cambio del voto, delmangia mangia generale senza rispet-to per la povera gente, non si può tra-smettere l'idea di legalità e rispettodelle regole. Sono loro, lì al comune,che devono dare l'esempio. E invece ilmessaggio che fanno passare è: prenditutto quello che puoi, finchè c'è tempo,fottitene delle regole".

Ma cos'è la politica per TotiDomina?

"La mia idea di politica è un'altra:lavorare nel territorio, senza chiederesoldi o voti in cambio, dare la possibi-lità a tutti, ogni giorno, di essere donnee uomini liberi, coi diritti dovuti,

facendo governare la gente. Io sareisolo un rappresentante. Mi si dicesempre: tu, che non sei politico, nonhai competenze amministrative, per-ché non hai mai governato. Io credoche quelle competenze invece le ottie-ni subito studiando e avvalendoti dellostaff giusto, capace. Sono le compe-tenze "politiche", quelle che ti fannocapire cosa vuole la gente e cosa èmeglio per la città, che invece non siimparano da un giorno all'altro. E io,che lavoro da vent'anni in un quartierecome San Cristoforo perché la gentesia istruita, abbia un lavoro, e facciasentire la sua voce, queste competenzepolitiche credo proprio di averle. Esono pronto a essere il nuovo sindacodi Catania".

intervista e foto: Giuseppe Scatà

LE NOSTRE IDEE DI PROGRAMMA

3iCordai / Numero Sei

Uomini e donne che abitiamo aSan Cristoforo, che viviamo

nella I^ municipalità, che vogliamodire basta a quel sistema politico chein questi anni ha governato la nostracittà.

E vogliamo dire basta a quei politi-ci che si ripropongono come nuovi,ma sono sempre gli stessi, vogliamodire basta alle politiche della destra,razzista, che ha impoverito la nostracittà, che si è dimenticata dei nostriquartieri.

Vogliamo dire basta, con questanostra lista civica, "da San Cristoforoper il Centro Storico", che per noi èanche un percorso per riprenderciquello che la "cattiva politica" ci harubato.

Noi, donne e uomini di SanCristoforo, in una stradina di questonostro quartiere, tra quattro muraabbiamo iniziato la politica, e cisiamo aperti al quartiere, che si apriràalla città , che si aprirà a questa nostraterra di Sicilia.

QUESTI SIAMO NOI…

DEMOCRAZIA:Consiglio aperto a tutti. I consi-

glieri della nostra lista darannosempre conto e ascolteranno lerichieste di chi li ha votati e ditutti gli altri. Ogni due mesiassemblea di quartiere aperta atutti.

SICUREZZA SOCIALE:Ripavimentazione delle strade

pericolose. Asfaltatura.Sistemazione dei marciapiedi, sci-vole e abbattimento delle barrie-re architettoniche. Rifacimentodelle fognature e manutenzionedi quelle già esistenti. Percorsicasa-scuola protetti: messa insicurezza delle strade in prossi-mità delle scuole (alcune pedona-lizzate). Rafforzamento dellasegnaletica. Ripristino di tutta lapubblica illuminazione. Vigiliurbani, Posto di Polizia Urbananella sede della prima municipa-lità (via Zurria) per sorveglianzanel quartiere ed in particolarepresso le scuole.

Promozioni di programmi pereducazione alla legalità in colla-borazione con le scuole e le asso-ciazioni di volontariato, partendosoprattutto dal consiglio di quar-tiere.

LAVORO E DIGNITA':Nella nostra proposta di pro-

gramma non vogliamo dimentica-re il lavoro, che sta alla base delladignità di ogni uomo e di ognidonna e per il loro futuro.

Il lavoro può essere “inventato”attraverso quello che offrono iquartieri, e la I^ Municipalità diCatania è ricca di siti archeologi-ci, architettonici, artistici ed èassetata di nuovi spazi verdi. Eccoche ragazze e ragazzi attraversole cooperative sociali e i lavorisocialmente utili, dopo aver fre-quentato corsi di formazione pro-fessionale, potranno diventareguide e sorveglianti di siti archeo-logici, titolari di bed & breakfast,o guide turistiche di "turismopopolare” (attività nuova autosostenibile).

CENTRI SOCIALI:Negli anni scorsi a San

Cristoforo nella I^ Municipalitàsono stati realizzati due centrisociali pubblici, fino ad oggi pocoutilizzati. Questi sono: ex cinemaConcordia (sala Alberto Sordi) edex cinema Midulla.

Se avremo la possibilità digovernare o partecipare a questoconsiglio di quartiere, faremotutto il possibile affinchè questiluoghi diventino centri di aggrega-zione per la realizzazione di pro-getti dedicati alle donne, ai mino-ri e agli anziani.

VERDE:Diritto per i bambini di correre e

giocare al sicuro. Progettazione erealizzazione di parchi e bambino-poli. Formazione di una squadrapermanente di giardinieri (assuntifra i giovani dei quartieri). Vera

raccolta differenziata, con puntid'informazione nelle piazze e ripri-stino di tutti i cassonetti per la rac-colta differenziata. Raccolta deirifiuti per il riciclaggio. Progetti(con le coop. sociali) per il rici-claggio di plastica, lattine, vetro.

TRASPORTI:Incentivi all'uso degli autobus.

Più corse del 431 e 642, con menotempi d'attesa. Promuovere i bus-

navetta elettrici per le strade den-tro i quartieri (San Cristoforo,Benedettini, Angeli Custodi,Civita).

Verificare lo stato della rete"gas-metano" nella I^ Municipalità.

Individuare e superare le moti-vazioni che fino ad oggi hannoimpedito la rete "gas-metano"anche al di dentro dei quartieripopolari .

4 iCordai / Numero Sei

Mezzogiorno: 26 gradi, e umiditàal 50 %. I cani randagi si trasci-

nano a stento con la lingua di fuori, gliabitanti di San Cristoforo si riparanotutti all'ombra, come se stesse pioven-do fuoco sulle loro teste. Cammino invia Plebiscito, cominciando dallapescheria. M'hanno detto che ci sonopatronati ovunque e che a ridosso delleelezioni ne hanno aperti a decine. Einfatti sia a destra che a sinistra, salen-do lentamente, ne comincio a contarequattro. Sono tutti chiusi. E' sabato. Inuna sala di videopoker un ragazzo miindica un ferramenta di fronte. Lì unuomo sta comprando dei chiodi "Sì, logestico io", "Ma lei lo sa che nei patro-nati non si può fare campagna eletto-rale, né mettere manifesti", domando."Sì", mi dice, "Ma s'è fatto sempre.Tutti lo fanno qui, e non solo qui.Comunque deve parlare con chi se neoccupa veramente. Non con me".

Non è un patronato per davvero. E'un Caf (centro assistenza fiscale), malo chiamano "Patronato" evidente-mente per dargli subito riconoscibilità.Guardo in faccia i candidati sui mani-festi: Pdl, Stancanelli sindaco: "Tra lagente con dignità" , dice uno di questi.Scatto delle foto.

Sudore. Caldo asfissiante. Mi sem-bra di camminare dentro un forno alegna, e quando sto per toccare con ledita una pizza capricciosa con doppioformaggio un uomo mi urla dietro.Nascondo la macchina. "Chi vota lei?Glielo dà il voto a quella ragazza? E'pure una bella ragazza!". E' in listaBianco per Burtone Sindaco. Gli dicoche sono già impegnato. Lui capiscesubito. Gli chiedo che cerco dei patro-nati. Mi dice che su via Plebiscito, edentro San Cristoforo ce n'è a iosa"Devi sburugghiari faccenni?Vediamoci martedì qui davanti. Ti ciporto io. Sono di amici miei. Non c'èproblema"

Entro per Via delle Salette. Si senteil campanaccio del gelataio, e nei cor-tili i ragazzini inseguono palloni e pro-vano azioni da campionato europeo,con rovesciate e colpi di tacco. Il cam-panaccio continua a rimbombare pertutta la via. Un po' di giorni fa propriosu questa via un ragazzo che spaccia-va è stato inseguito dalla polizia. Haurlato aiuto, e la gente è scesa perbloccare la polizia e nasconderlo. Magli è andata male. L'hanno acciuffato."Non sono tutti così, c'è molta genteonesta qui, che è costretta a subiretutto questo", mi disse una volta unmacellaio del mercato di via Belfiore.E io ci credetti, e ci credo tuttoraArrivo in piazza, davanti alla chiesadei salesiani. Un uomo col grembiule

insegue un ragazzino. "Dammi la bici-cletta. Non è tua", gli dice. Ho contatodue patronati, tutti e due chiusi. Midirigo verso il quartiere AngeliCustodi. Passo davanti alla Scuola sta-tale Andrea Doria e alla LivioTempesta, entrambe a rischio sgombe-ro esattamente un anno fa. Accantoalla scuola materna ed elementareLivio Tempesta c'è una discarica, daun paio di anni. Arrivo su via Plaia, lastrada che porta alla lunga spiaggia diCatania, e che i catanesi chiamanoproprio così, alla spagnola: Plaia.Subito mi ferma un ragazzo. Mi chie-de se sto cercando qualcosa. E' infattiuno dei maggiori punti di spacciodella zona. Gli dico che cerco solo deipatronati e lui si calma. Me ne indicaun paio. Cammino e becco una botte-ga tappezzata di manifesti di SalvoPogliese, candidato per le regionali dimetà Maggio (dunque un mese emezzo fa) e ora deputato all'Ars graziea migliaia di voti. "Siamo aperti dapoco e non è un patronato, ma dopo leelezioni lo saremo. Io aiuto la gentedel quartiere. Se hanno problemi coidocumenti, o se devono cambiare unalampadina, o se si deve riparare lafognatura io mi metto a fare telefona-te, mi do da fare. Ci andiamo sotto,non credere", mi dice il gestore. E' gio-vane, ex consigliere di quartiere e nuo-vamente candidato alla prima munici-palità. Allora, se ci va sotto, gli chiedoperché lo fa. "Perché si conosce gente.E poi perché è l'unico modo per cono-scere i problemi della gente". "Ma nonpotrebbero andare direttamente allasede del consiglio di quartiere?", "No,lì la gente non va. Lì si discute, chec'entra". C'è anche una bandiera appe-sa: FORZA CATANIA.. "Io poi chie-do il voto. Ma le persone sono libere.Se me lo vogliono dare me lo danno".Gli chiedo come mai lui e il consigliodi quartiere uscente non s'è mai fattovivo quando volevano sfrattare lascuola Doria. "Ne parlavamo sempre.Ma è giusto che il Comune spendaquei soldi per un edificio in affitto? Isoldi del Comune sono soldi nostri","E allora buttiamo i ragazzi per strada,proprio in questo quartiere?", glidomando, "No, c'è la scuola di viaCase Sante", "Non è pronta", gli dico,"L'hanno lasciata a metà". "Io provai aparlare con le mamme che occupava-no e mi hanno aggredito, io ci ho pro-vato", "Certo, erano molto arrabbiate",gli dico, "Quelli non sono voti persi?"."Lo so", mi risponde. Poi cambiadiscorso e mi dice che la sua famigliaha un altro patronato, in via VittorioEmanuele: "E lì non ce n'è manifestivero?","No". Allora gli chiedo il

numero civico, perché vorrei andarci.Deglutisce. Poi mi stringe le mani piùvolte, mi prega di non parlare male dilui, che fanno del bene, si prende ilmio nome e il mio numero di telefono,mi ristringe la mano, mi dice che se c'èqualche problema alla sede del Gapasistema tutto lui, anche per le strade, cipensa lui.

Mi dicono che in via Stella polare cené quattro di patronati. Entro nelprimo. Ci sono candidati per ilMovimento per l'Autonomia diRaffaele Lombardo (Stancanelli sin-daco). Ci sono due uomini, uno con latuta da lavoro. "Lo gestiamo noi. Nonabbiamo banco alimentare e nondiamo pasta. Quella è per la gentedisperata. Qui la gente ha bisogno dilavorare e questi candidati sono bravepersone. Possono fare del bene per ilquartiere, e darci un lavoro. E voisapete che fanno i ragazzi qui. Loro seavessero un lavoro non andrebbero perstrada per finire in galera", "Non c'èlavoro. Qui non c'è niente. Siamoabbandonati", mi fa l'altro signore, incamicia, "I ragazzi non lo fanno peravere soldi. La gente è disperata qui.Devono portare il pane a casa o no?".Gli chiedo se sanno che è vietato

appendere manifesti e fare campagneelettorali in un patronato, "Lo sappia-mo. Ma questo non è un patronato","Ma fuori c'è scritto così", "E' uno sba-glio. Lo dobbiamo togliere. Alla finedelle elezioni togliamo tutto e diventapatronato per davvero". Esco. Si soffo-ca. Il caldo ti prende per i collo e l'u-midità ti entra fino alle mutande e nonti lascia scampo. Mi rifugio dall'altraparte della strada, dove c'è un po' diombra. Alle mie spalle c'è un enormebottega tappezzata di volti, con il sim-bolo Pdl sotto, e degli slogan brillanti.Così brillanti che, probabilmente per ilcaldo, non riesco a capirli. Mi sembra-no tutti uguali. Nelle frasi e nellefacce.

Mi appoggio al muro. Chiedo a unragazzo che sta spazzando se è unpatronato. "No", mi fa lui. "Avràragione", penso io, non possono esser-ci così tanti. Allora mi prendo dicoraggio e ricomincio a riattraversaretutta San Cristoforo. Quando sento inlontananza il campanaccio del gela-taio. Sembra la campana di una chiesa."Ancora qualche sforzo e ti fai unagranita gigante mandorle e caffè", dicotra me e me, "Ancora qualche sforzo".

testo e foto: Giuseppe Scatà

PATRONATI BOLLENTIA che servono i patronati di San Cristoforo e Angeli Custodi?

5iCordai / Numero Sei

I CENTRI DI ASSISTENZA FISCALE (C.A.F.): COSA DICE LA LEGGE

Il decreto legislativo del 28 dicembre 1998 n.490 ha riformato ladisciplina dell'assistenza fiscale per l'elaborazione delle dichiarazionimodello 730 per i lavoratori dipendenti e pensionati.

Per effetto di tale riforma coesistono due forme di assistenza fiscale:oltre alla tradizionale assistenza diretta (cioè svolta in proprio dall'a-zienda), l'assistenza svolta dai CAF autorizzati. La sigla CAF sta percentro di assistenza fiscale, strutture autorizzate dal ministero delleFinanze. Ne esistono di due tipi: CAF imprese e CAF dipendenti. Leprincipali attività prestate nei confronti dei contribuenti, oltre all'ela-borazione delle dichiarazioni (modelli 730 e UNICO), sono la redazio-ne delle scritture contabili, dei bollettini e delle dichiarazioni ICI.

Solo i CAF, inoltre, possono rilasciare il "visto di conformità", unmarchio di garanzia che garantisce il contribuente da eventuali erroriformali.

Il modulo 730 e i Centri di Assistenza Fiscale sono i principali allea-ti fiscali dei milioni di lavoratori dipendenti e pensionati d'Italia che,dall'istituzione di questo modulo, non sono più soggetti alla compila-zione dell'ex famigerato "modulo 740", ora chiamato Unico.

Per compilare il 730 non è necessario un commercialista: se ne occu-pa direttamente il CAF. Al CAF è possibile consegnare gratuitamente ilmodulo compilato e ottenere il conteggio, oppure lasciare che il CAFstesso provveda anche alla compilazione (per questa compilazione ilcosto varia da sportello a sportello).

Chi sbaglia paga e l'utente ha diritto di essere risarcito.I CAF sonoobbligati a fare una polizza a favore dei danni recati all'utente,senzaobblighi da parte dell'utente a pagamenti aggiuntivi,né senza costi incaso di multe.

Il CAF non può esercitare senza la garanzia di un'assicurazione.E grazie a questa chi è stato danneggiato può far valere i suoi dirit-

ti.Così se l'utente si accorge di un errore nella sua dichiarazione,ovvia-

mente senza alcuna spesa.Per questo per il 730 è previsto il rilascio del "visto"così come vuole

la legge,ossia dell'attestazione da parte del CAF che il modello è statocompilato verificandone la correttezza punto per punto.

C.A.F. IMPRESETipo di utente:I C.A.F. imprese prestano l'attività fiscale a favore delle imprese associate alle

associazioni che hanno costituito i C.A.F. stessi,nonché a favore dei soci disocietà di persone,dei partecipanti all'impresa familiare e coniuge partecipanteall'azienda coniugale.

Sono escluse dall'assistenza fiscale,le imprese soggette all'imposta sul redditodelle persone giuridiche tenute alla nomina del collegio sindacale,nonché quel-le alle quali non sono applicabili le disposizioni concernenti gli studi di settore,diverse dalle società cooperative e loro consorzi che,unitamente ai propri socifanno riferimento alle associazioni nazionali riconosciute in base al diritto legi-slativo del Capo provvisorio dello Stato.

Cosa offrono:- Redazione scritture contabili;- Elaborazione e predisposizione dichiarazioni tributarie;- Altri adempimenti previsti dalla legislazione tributaria;- Assistenza per la compilazione delle dichiarazioni sostitutive ISEE (indica-

tore di situazione economica equivalente,cosiddetto riccometro).

C.A.F. DIPENDENTITipo di utente:Contribuenti non titolari di reddito di lavoro autonomo e di reddito d'impre-

sa, ossia lavoratori dipendenti, pensionati e prestatori di collaborazioni coordi-nate e continuative.

Cosa offrono:- Predisposizione ed elaborazione delle dichiarazioni fiscali;- Mod.RED, dichirazione sostitutiva ISEE

Le entrate dei C.A.F. sono costituite da quote fisse di compenso ai C.A.F.,sta-bilite dalla legge ministeriale, a retribuzione dell'accettazione e del trattamentodei modd.730;

I C.A.F. avranno compensi variabili in funzione del tipo di assistenza fiscaleprestata.L'attenzione dei controllori dei C.A.F. dovranno vigilare in particolaresu questi ultimi perché dalla mancata registrazione di tali compensi possonoscaturire comportamenti di evasione fiscale.

Abbiamo voluto pubblicare questa pagina di servizio che spiega cosa sia real-mente un C.A.F. e a cosa serve, ed è sempre una buona legge che tutela i dirittidi lavoratori e piccole aziende.

E’ giusto che le cittadine e i cittadini conoscano bene come funziona real-mente un C.A.F.. Purtroppo dobbiamo constatare che nel nostro quartiere, senzafare di tutta l’erba un fascio, la maggioranza di questi luoghi sono più dellesegreterie politiche di quello o di quell’altro politico, che servono più a procac-

ciare voti che a dare diritti o fornire un servizio ai cittadini e alle cittadine delquartiere.

Speriamo che questa pagina vi aiuti a capire e ad aiutarvi al disbrigo dellevostre faccende fiscali e soprattutto a risparmiare.

PERCHE’ IL DIRITTO NON E’ UN FAVORE,IL DIRITTO NON E’ MERCE DI SCAMBIO.

iCordai - GAPA

OGNI MESE TROVERETEIL NOSTRO MENSILE PRESSO LA

in Via S. Anna, 19 - 95124 Cataniawww.libreriagramigna.info

[email protected]/fax 095 327558

Inviateci le vostre storie e le vostre denunce

[email protected]. Gapa, Via Cordai 47, Catania

Nota della redazione

6 iCordai / Numero Sei

"L'impegno concreto" recita ilmanifesto elettorale. Un gabbiano volaalto all'interno del simbolo che riportain basso l'aggiunta: "Stancanelli sinda-co". Ci domandiamo se la bestia nonsia stata attratta dall'odore di carogna.

La scuola Giovanni Paolo II è sem-pre lì, non si è mossa. Due anni sonopassati, un centinaio di promesse, dueassessorati ed un commissariamento.Eppure nulla è cambiato.

Via Case Sante, non la trovi facil-mente: il ragazzo che m'ha accompa-gnato con la sua Panda, non l'haimbeccata al primo tentativo, nono-

stante anche lui sia un catanese"Marca Liotru". Le scatole in cementoarmato, corpo della struttura, sonoavvolte da cumuli di spazzatura. Cichiediamo se sia più conveniente vali-care la ringhiera o le lamiere diveltema trincerate e difese da mura di sac-chi d'immondizia.

All'interno del cantiere fantasma,l'aria è nauseabonda. Ho voglia diuscire, ma l'ispezione la devo comple-tare, anche perchè altrimenti il miodirettore s'infurierebbe.

Con Peppe ci facciamo largo tra lacoltre di escrementi. In un angolo una

borsa e un portafogli privi di docu-menti. C'è anche un quaderno. Loapro: frasi in spagnolo, e il viso in fotodi una ragazza davvero carina.Immagino il suo pianto.

Andando avanti una sorpresa cicoglie. Il luogo infernale non è disabi-tato. Più barboni ci hanno messo sucasa. Un divano, un frigo e perfino unaTV. Grido un pò intimorito:

SCUOLA: LE SOLITE PROMESSENonostante le promesse dell’ex assessore Drago, la scuola di Via Case Sante vegetaancora fra l’immondizia

7iCordai / Numero Sei

Il Catania si salva per il secondo anno consecutivo: apposto!

"Buongiorno". Nessuno risponde.Avanzo ancora. Adesso scorgo limpi-damente l'ala completata della scuola.Gli schiamazzi dei bambini allontano-no l'aria funerea.

Dove mi trovo adesso i lavori sisono arrestati all'intonacatura.Possibile che dall'ultima volta cheintervistai l'assessore Maimone, unsolo pennello non s'è più posato suquesti muri, nonostante le sue rassicu-razioni?

Ma non me la prendo col poveroMaimone, in fondo lui non c'entra più.Adesso è tornato a fare cultura. A dirlatutta, anzi, l'anziano uomo fa anche unpò pena. Lui, stimato professore,messo alla berlina, da eroiche mammedi S. Cristoforo, che l'italiano non loparlono forbitamente come lui perchèa scuola non ci sono potute andare.

E perfino le promesse di Drago, fat-teci in quella famosa convocazione aPalazzo degli Elefanti, ci sembrano

ridicole, prive di importanza, di vali-dità. A me, alle mamme, aveva illu-strato alla rinfusa il suo piano, e senzadarci possibilità di replicare, scappòvia perché "impegnato". In quell'occa-sione aveva promesso che la scuola diVia Case Sante entro l'anno (2007)sarebbe stata ultimata, dichiarazionepoi pubblicata anche sul quotidiano LaSicilia.

Ad aprile girava per le bancarelledella Fiera. Si credeva già sindaco:non farà nemmeno il consigliere diquartiere. Cosi hanno deciso i vertici."Non semu tutti i stissi"... e menomale.

All'interno di una struttura quasiultimata abbaiano dei cani. Sono sulsoglio della porta. Il loro verso si fa piùacuto. Preferisco non entrare, questo aldirettore non lo racconto.

Dalla finestra di fronte un maestrochiede ai bambini: "Cos'è la legalità?"

testo: Salvo Ruggierifoto: Giuseppe Patti

Del Piero segna al 47' del secondotempo; la salvezza, ormai vicina, èpurtroppo rimandata.

Inizia la settimana decisiva, già dalunedì s'aspetta solo la comunicazionedei prezzi da parte della società chearriva martedì 13: come si c'aspettavaprezzi popolari, il Catania Calcio habisogno di tutto il sostegno possibile.Già nella mattinata di mercoledì 14,gran parte del popolo catanese, aconoscenza del fatto che i tifosi dellaRoma non ci saranno, si mobilita allaricerca di un biglietto per la partita piùimportante, quella con la compaginegiallo-rossa. La vendita però inizieràsolo alle 16 ed ogni tentativo di pre-notazione è quasi vano. Via via che leore scorrono, cominciano a formarsile file d'avanti le ricevitorie autorizza-te, c'è anche chi organizza delle listealla ricerca dell'ordine, ma poi allafine la corsa al biglietto diventa prio-rità assoluta. Sono le ore 19, laLottomatica ha già staccato la linea,chi non è riuscito a prendere il bigliet-to dovrà "accontentarsi" di vedere lapartita in Tv.

I giorni volano e s'arriva aDomenica. Durante la settimana si èsparsa la voce in città: dopo l'iniziodella partita, le porte dello stadiosaranno aperte a tutti. Infatti, i tifosiall'esterno dello stadio non si fannoattendere, ma la precauzione dellapolizia è massima, purtroppo non sientra. I supporters però non demordo-no, restano fuori aspettando un cennoda parte dei poliziotti che però nonarriva. Intanto, la partita è già iniziata,i tifosi che si trovano d'avanti la zonadi prefiltraggio ascoltano i sussultidegli ultras sugli spalti; non capendoperò cosa succede, attaccano ognitanto l'orecchio alle radioline. Passanoappena 8 minuti e dentro lo stadio calail silenzio, fuori non si capisce cosa siasuccesso, ma si sparge la voce che la

Roma abbia già segnato. "Così pre-sto? Impossibile!" esclama la granparte delle persone.

Dopo diverse constatazioni con smsed altro, la notizia si sparge veloce-mente: purtroppo è così, Vucinic hagià segnato, e peggio ancora, hasegnato pure l'Empoli. I tifosi tuttiperò non si scoraggiano, c'è ancoratempo per recuperare. Ritornando aitifosi fuori dallo stadio, c'è ancorafiducia sul fatto che i poliziotti gli con-cederanno l'ingresso allo stadio, maniente da fare, finisce il primo tempo eallora gran parte di loro decide d'anda-re a casa: bisogna per forza assisterealmeno al secondo tempo. Il Cataniaesce dagli spogliatoi molto convinto,comincia ad attaccare a spron battutoalla ricerca di quel pareggio che glidarebbe la salvezza.

All'improvviso arriva una notizia:l'Inter ha segnato! Nei cuori dei tifosicatanesi comincia a crescere la spe-ranza che la Roma molli. Il Cataniaattacca, attacca, colpisce traverse, vàpiù volte vicino al gol e l'Inter raddop-pia! La Roma ormai non ha più nienteda chiedere e comincia a farsi chiude-re dalla squadra rossazzurra fino asubire il meritato pareggio del Cataniada parte di Martinez. La partita volgeal termine con la solita "melina" e allafine, sia la Roma che soprattutto ilCatania, sono felici e contenti. Finitala partita, la città di Catania scende afesteggiare la meritata salvezza.Secondo me, festeggiamenti un po'troppo esagerati. Si, ci siamo salvati,complimenti, ma solo all'ultima gior-nata. Ci s'aspettava di meglio, e noncredo che le squadre finite a metà clas-sifica abbiano festeggiato come noi lasalvezza. Sicuramente ci sarà chi nonsarà d'accordo, ma non ha importanza,l'importante è che il Catania sia anco-ra in serie A.

Carmelo Guglielmino

8 iCordai / Numero Sei

Redazione “i Cordai”Direttore Responsabile: Riccardo OriolesReg. Trib. Catania 6/10/2006 nº26Via Cordai 47, [email protected] - www.associazionegapa.orgtel: 348 1223253

Stampato dalla Tipografia Millauro,Via Montenero 30, Catania

Grafica: Massimo GuglielminoFoto: Archivio Giovanni Caruso, GiuseppeScatà, Toti Domina, Giuseppe Patti

Hanno collaborato a questo numero:Giovanni Caruso, Giuseppe Scatà, Toti Domina,Paolo Parisi, Carmelo Guglielmino, MarcellaGiammusso, Salvo Ruggieri

"Non pozzu stari senz'e te"… direb-be una famosa canzone napoletana.Salvo D'Amato in arte Salvo Daniconosce a memoria più di 500 canzoninapoletane. A 32 anni anche lui nonpuò vivere senza musica, senza canta-re. E dire che è uscito dalla quinta ele-mentare a 13 anni, non ne mangiavascuola. Era considerato non adatto perlo studio. Da piccolo, la mattina spes-so nascondeva la cartella in un bucodel muro della scuola elementareCesare Battisti in via delle Salette eandava alla sala giochi che si trovavadi fronte. Salvo è un ragazzo perbene,semplice, gentile e che adora cantare,voluto bene da tutti, che ho conosciu-to dal signor Pippo, barbiere storico divia delle Salette. Salvo ha un sogno echi sogna ancora di questi tempi in unacittà come Catania vuol dire che den-tro è pulito e sincero.

Parliamo di teSono nato in via De Lorenzo a

S.Cristoforo, mamma casalinga,Domenica Nicotra, 60 anni e padremuratore Giuseppe D'amato, 64 anni,quinto di sette figli, vivo ancora incasa con mio fratello piccolo di 18anni, altri fratelli e sorelle sono siste-mati e due di loro vivono ad Ancona.Ho preso la quinta elementare e sonoandato a lavorare per guadagnare, hopreso la terza media serale qualcheanno fa. Ma me ne sono pentito di nonaver studiato. Ho lavorato come fale-gname, per sei anni. Poi sono andatofuori Catania con mio padre adAncona a fare il muratore, per altri tre

anni. Poi sono tornato è ho fatto ilposteggiatore per altri sette anni in unadiscoteca. Da tre anni non ho un lavo-ro fisso e faccio adesso lavoretti occa-sionali.

Chi ti ha contaggiato la passione perla canzone napoletana

Fin da piccolo sono un fan di NinoD'Angelo e avevo le sue basi musicalie cantavo. Poi al teatro dei salesianidelle salette durante una serata mihanno fatto cantare e lì ho capito cheero capace di farlo. Canto almenoun'ora al giorno e mi piace scrivereanche testi nuovi. Sono riuscito a com-prarmi l'attrezzatura per fare le serate.Mi chiamano per compleanni, battesi-mi e mi cercano abbastanza.I testidelle canzoni parlano soprattuttod''amore, a me piace cantare solo can-zoni d'amore, ci sono altri temi (vio-lenza o altri problemi) ma io non licanto.

Come passi la giornataMi alzo con calma. Faccio colazio-

ne e scrivo degli appunti per nuovecanzoni, mi ispirano le storie vere e lescrive direttamente in napoletano. Lamattina non canto lo faccio il pome-riggio almeno un'ora verso le cinque.Domando in giro se c'è lavoro, adamici miei. Una volta per le elezionimi avevano promesso un lavoro, mapoi non si sono fatti più sentire.Aspetto tante risposte. La sera spessofaccio serate, l'estate soprattutto, oesco con gli amici. A volte vado alBowling, e gioco bene, ho anche lebocce personali e faccio tornei. Ho

tanti amici e tutti mi vogliono benecome fratelli. Ancora nel quartiere sirespira un'aria bella fatta di personeche non ti tradiscono, ci conosciamotutti come in un piccolo paese, io escodi casa e saluto "ciao zu pippu" ciao…. e come una grande famiglia, certospesso c'è un po' di invidia, ma non miinteressa. C'è poco lavoro però e cisono troppi ragazzi in giro.

Perché questo nome d'arte, SalvoDani.

Un giorno ho portato la strumenta-zione ad un concerto di GianniVezzosi a Picanello e lui mi ha chiestodi cantare con lui, ero emozionatoricordo anche che mi ha fatto i com-plimenti. Alla fine mi ha dato questonome d'arte e mi ha detto che miavrebbe portato fortuna.

La tua carrieraTi dicevo che ho cominciato a can-

tare per gioco le canzoni di NinoD'Angelo, poi dopo tanti anni graziead alcuni amici ho registrato il mioprimo CD con un etichetta indipen-dente. Ringrazio per questo primo CDGigi Mariani per i testi, le cantantiGracy e Claudia Aiello, Dino che ha lasala è che ha fatto il mixaggio, Pino DiBue che ha fatto l'arrangiamento.

Il tuo sogno Registrare un CD con la casa disco-

grafica di Toni Ranno la SEA MUSI-CA, ma ci vogliono almeno 5 milaeuro, loro farebbero arrangiamenti edistribuzione e organizzerebbero lorogli eventi. Gianni Celeste e GianniVezzosi sono alla SEA. Dovrei avere

un lavoro e lavorare tanto per "accuc-chiare" tutti questi soldi. Ma mi piacetroppo cantare e spero di riuscirci.

Ti aspettiamo al Gapa per una sera-ta Salvo e adesso cantami una canzonesiciliana però

Con piacere, la faremo presto e fac-ciamo cantare anche i bambini.

Mi votu e mi rivotu suspirannu,passu li notti 'nteri senza sonnu,

e li biddizzi tò vaju cuntiplannu, tipenzu di la notte fina a jornu, …

Toti Domina

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