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Non è più tempo di atteggiamenti gattopardeschi I metodi e gli strumenti di Building Information Modeling (Bim) sono sempre più utilizzati e sono consigliati sia a livello europeo, sia dal nuovo Codice appalti per la gestione degli appalti pubblici. Nel Regno Unito per quanto riguarda le opere pubbliche sono divenuti addirittura obbligatori a partire dal 4 aprile 2016. L ’adozione del Bim cambia radicalmente le modalità di gestire il processo di progettazione e di realizzazione delle opere. È un cambiamento culturale che porta un’innovazione significativa nel settore e ha notevoli implicazioni sulla “qualità”, intesa nel senso più ampio, del settore costruzioni. Poiché ICMQ intende essere un punto di riferimento per il settore e si prefigge come mission proprio l’innalzamento del livello qualitativo del costruire in Italia, è naturale che veda l’adozione del Bim come un’occasione importante per la crescita delle aziende. Al di là di avere al proprio interno persone qualificate che utilizzino correttamente i sistemi Bim, è fondamentale che le aziende evolvano i propri processi aziendali verso una digitalizzazione spinta delle attività che sovraintendono alla progettazione, alla realizzazione e alla manutenzione delle opere. Non è pensabile fare una battaglia di retroguardia e solo chi si saprà strutturare e saprà adeguare la propria organizzazione all’utilizzo delle nuove tecnologie di modellazione elettronica potrà competere sul mercato, o forse meglio, addirittura rimanere sul mercato. Le parole chiave per il futuro del settore costruzioni sono poche ma chiare: “Sostenibilità” e “Bim” sono tra queste. E i due aspetti si integrano alla perfezione: non è pensabile sviluppare il progetto di un’infrastruttura sostenibile, per esempio secondo quanto richiesto dal protocollo americano Envision, senza una metodologia che sfrutti appieno i sistemi di modellazione elettronica. Sugli aspetti di sostenibilità e sul Bim ICMQ sta investendo per il proprio sviluppo futuro e per offrire al settore il supporto necessario per affrontare al meglio l’innovazione, che non è più un optional, ma semplice necessità. È proprio arrivato il momento di cambiare sul serio. 2 Un vademecum per i consumatori 4 QR Code dei certificati per un mercato trasparente 4 La transizione alle Iso 14001 e 9001:2015 5 Linea guida Conforma sulla Iso 14001:2015 6 Il collegato ambientale premia le certificazioni 7 Protocollo Itaca a Madonna di Campiglio 7 I Cam per l’edilizia, una svolta decisiva 8 Envision e i rischi climatici 10 Envision: la Low level Road a Vancouver 11 Intervista a Edoardo Zanchini 12 La convalida della Carbon Footprint di prodotto 13 Make It Sustainable: sostenibilità ad ampio spettro 14 Leed: nuove prospettive di crescita in Italia 15 Istruzioni operative per la certificazione Fpc del calcestruzzo 16 Domande frequenti sul Cpr: terza serie 17 Genova: ICMQ verifica progetto di risanamento di edifici storici 17 Impianti di deposito e distribuzione carburanti Aeroporto di Fiumicino: ICMQ verifica i piani di manutenzione 18 L’adozione del Bim nel Codice appalti 18 Nuove regole per la certificazione dei valutatori immobiliari 19 I nuovi professionisti dell’energia 20 Privacy? Che cos’è? 21 ICMQ India 24 Formazione Anno XIX - marzo 2016 Istituto di Certicazione e Marchio di Qualità per Prodotti e Servizi per le costruzioni ICMQ NOTIZIE 81

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E' disponibile il numero 81 di ICMQ Notizie.

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Non è più tempo di atteggiamentigattopardeschiI metodi e gli strumenti di Building Information Modeling(Bim) sono sempre più utilizzati e sono consigliati sia a livelloeuropeo, sia dal nuovo Codice appalti per la gestionedegli appalti pubblici. Nel Regno Unito per quanto riguardale opere pubbliche sono divenuti addirittura obbligatoria partire dal 4 aprile 2016.L’adozione del Bim cambia radicalmente le modalità di gestireil processo di progettazione e di realizzazione delle opere.È un cambiamento culturale che porta un’innovazionesignificativa nel settore e ha notevoli implicazioni sulla“qualità”, intesa nel senso più ampio, del settore costruzioni.Poiché ICMQ intende essere un punto di riferimentoper il settore e si prefigge come mission proprio l’innalzamentodel livello qualitativo del costruire in Italia, è naturale che vedal’adozione del Bim come un’occasione importante per la crescitadelle aziende. Al di là di avere al proprio interno personequalificate che utilizzino correttamente i sistemi Bim,è fondamentale che le aziende evolvano i propri processiaziendali verso una digitalizzazione spinta delle attivitàche sovraintendono alla progettazione, alla realizzazionee alla manutenzione delle opere.Non è pensabile fare una battaglia di retroguardia e solo chisi saprà strutturare e saprà adeguare la propria organizzazioneall’utilizzo delle nuove tecnologie di modellazione elettronicapotrà competere sul mercato, o forse meglio, addiritturarimanere sul mercato.Le parole chiave per il futuro del settore costruzioni sono pochema chiare: “Sostenibilità” e “Bim” sono tra queste.E i due aspetti si integrano alla perfezione: non è pensabilesviluppare il progetto di un’infrastruttura sostenibile,per esempio secondo quanto richiesto dal protocollo americanoEnvision, senza una metodologia che sfrutti appienoi sistemi di modellazione elettronica.Sugli aspetti di sostenibilità e sul Bim ICMQ sta investendoper il proprio sviluppo futuro e per offrire al settore il supportonecessario per affrontare al meglio l’innovazione, che nonè più un optional, ma semplice necessità. È proprio arrivatoil momento di cambiare sul serio.

2 Un vademecum per i consumatori

4 QR Code dei certificatiper un mercato trasparente

4 La transizione alle Iso14001 e 9001:2015

5 Linea guida Conformasulla Iso 14001:2015

6 Il collegato ambientalepremia le certificazioni

7 Protocollo Itacaa Madonna di Campiglio

7 I Cam per l’edilizia,una svolta decisiva

8 Envision e i rischi climatici

10 Envision: la Low level Roada Vancouver

11 Intervista a Edoardo Zanchini

12 La convalidadella Carbon Footprint di prodotto

13 Make It Sustainable:sostenibilità ad ampio spettro

14 Leed: nuove prospettive di crescitain Italia

15 Istruzioni operativeper la certificazione Fpcdel calcestruzzo

16 Domande frequenti sul Cpr:terza serie

17 Genova: ICMQ verifica progettodi risanamento di edifici storici

17 Impianti di deposito e distribuzionecarburanti Aeroporto di Fiumicino:ICMQ verifica i piani di manutenzione

18 L’adozione del Bim nel Codice appalti

18 Nuove regole per la certificazionedei valutatori immobiliari

19 I nuovi professionisti dell’energia

20 Privacy? Che cos’è?

21 ICMQ India

24 Formazione

Anno XIX - marzo 2016

Istituto di CertiKcazionee Marchio di Qualitàper Prodotti e Serviziper le costruzioni

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Un vademecumper i consumatoriQuotidianamente quando si acquista un prodottoo un servizio ci si imbatte in una moltitudine dimarchi ed etichette. Come effettuare scelteindividuali consapevoli in materia di qualità,sicurezza, ambiente, etica, dando preferenza a unprodotto accompagnato da un determinatomarchio piuttosto che ad altri?Distinguere non è semplice e per aiutare ilconsumatore Adiconsum e ICMQ hannorealizzato una pubblicazione: Abitare certificato.La guida per orientarsi fra i numerosi marchied etichette che troviamo sul mercato e perimparare a distinguere quali sono affidabili eche cosa garantiscono.I marchi riportati nel vademecum sono statiselezionati a puro scopo esemplificativo,scegliendoli nell’ambito del mondo dell’abitare(costruzioni, casa, mobili, elettrodomestici…) inquanto di maggior competenza di ICMQ e nonesauriscono il novero di quelli circolanti sul

mercato. Obiettivo della guidainfatti non è descrivere tutti imarchi esistenti, cosa peraltroimpossibile, ma fornireall’utente gli strumenti perdecodificarli da sé.Un marchio spesso è compostoda un’immagine grafica, cuipossono essere abbinati uno o

più elementi: il nome del soggetto che lo haemesso, una norma di riferimento, un ambito diapplicazione (qualità, ambiente, sicurezza…).Questi elementi già danno alcune informazioni,ma possono - e anzi devono - sollevare alcunedomande, riconducibili ad una sostanziale: checosa effettivamente questo marchio garantisce?Per insegnare al consumatore a trovare da solo larisposta, il vademecum è articolato in quattrocapitoli che prendono in considerazione i quattrostep principali della decodificazione di un marchio.

Primo: è obbligatorio o volontario?La prima fondamentale differenza fra i marchiche possiamo trovare abbinati a un prodotto, cosìcome a un’organizzazione o a un servizio,riguarda la sua obbligatorietà o volontarietà.La presenza di un marchio obbligatorio significache sono rispettate tutte le prescrizioni di unalegge nazionale o internazionale, piuttosto che dinorme tecniche che hanno valore giuridicocogente (cioè obbligatorio) in quantogarantiscono requisiti essenziali a tutela diinteressi pubblici collettivi, per esempio riguardoalla sicurezza e salute o alle attività economiche.Il rispetto della legge dovrebbe naturalmente

essere dato per scontato ed è per questo che iconsumatori più attenti sono sensibili a prodottio organizzazioni che dichiarano di offrireprestazioni superiori ai minimi obbligatori,oppure prestazioni di tipo fisico, ambientale,sociale non ancora regolamentate e che lidistinguono pertanto rispetto ai concorrenti.È per attestare il possesso di queste prestazioniche esistono i marchi volontari, che possonoessere autoreferenziali oppure garantiti da unacertificazione di terza parte indipendente,elemento quest’ultimo sostanziale.

Secondo: ha validità nazionale, europea ointernazionale?Qualunque certificazione, che può essereconsiderata una forma di assicurazione dellaqualità, deve necessariamente fare riferimento anorme specifiche, siano esse regole obbligatorieo volontarie, dimostrando la conformità delprodotto, processo o servizio da certificare airequisiti applicabili.La certificazione può avere validità italiana,

europea o internazionale a seconda dellanorma/regola di riferimento.In sostanza le norme definiscono lecaratteristiche chimiche, fisiche, gestionali,ambientali, energetiche, sociali e così via di unprodotto, processo o servizio secondo lo statodell’arte e sono il risultato del lavoro di tutte leparti interessate, dalle aziende agli espertitecnici fino ai rappresentanti dei consumatori. Lenorme, secondo la definizione del Parlamento edel Consiglio europeo, sono specifiche tecnicheadottate da un organismo di normazionericonosciuto, alle quali non è obbligatorioconformarsi e che appartengono a una delle

“Obiettivo della guidanon è descrivere tuttii marchi esistenti,ma fornire all’utentegli strumenti perdecodificarli da sé”

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seguenti categorie: norma nazionale (Uni),norma europea (En), norma armonizzata, normainternazionale (Iso).

Terzo: quale livello di garanzia dà?Quando ci si trova di fronte a un marchio èfondamentale sapere se costituisceeffettivamente una garanzia che un determinatoprodotto, processo o servizio sia conforme allecaratteristiche dichiarate.Il modo per verificarlo è controllare se si trattadi una certificazione di prima, di seconda o diterza parte.Le certificazioni di prima parte sono emessedirettamente dai produttori di beni o servizi,sono più comunemente dette “autocertificazioni”e possono essere obbligatorie oppure volontarie.Nel primo caso devono essere conformi a normespecifiche, nel secondo caso le modalità sonodefinite direttamente dal produttore.Le certificazioni di seconda parte non sononormalmente visibili per il consumatore, inquanto si tratta in genere di qualifiche che iproduttori eseguono presso i propri fornitori dimaterie prime, semilavorati o prodotti finiti.Le certificazioni di terza parte sono rilasciate daorganismi indipendenti – che non hanno cioèinteressi comuni con l’organizzazione dacertificare – e sono dunque le uniche chegarantiscono effettivamente il consumatorerispetto a determinate caratteristiche di quelloche acquista.

Quarto: qual è il suo campo di applicazione?Un’ultimama nonmeno importante distinzione, checompleta l’analisi di qualunquemarchio che siincontra, riguarda il campo di applicazione. Unacertificazione può infatti riguardareun’organizzazione nel suo complesso o soltanto unsuo specifico processo produttivo, un determinatoprodotto, un edificio o, ancora, le competenzeprofessionali di una persona. Le implicazioni perogni caso sonomolto diverse ed è bene conoscerle,perché in funzione di quello che si sta acquistando ènecessario sapere quali sono le garanzie che piùinteressano. Le informazioni, gli spunti e gli esempicontenuti nel vademecum consentono quindi didecodificare unmarchioma anche, e di conseguenza,di riconoscere il valore della scelta di chi lo haottenuto. Ad esempio, se viene rilasciato da unorganismo di parte terza questo presuppone chel’azienda abbia investito volontariamente in risorseumaneedeconomiche, in competenze e organizzazioneal fine di migliorare i propri processi sotto uncontrollo esterno. Tanto maggiore è laconsapevolezza dei consumatori al riguardo, tantopiù saranno premiate le aziende che scelgono laqualità, la trasparenza e l’affidabilità attraverso lostrumento delle certificazioni di parte terza.La guida Abitare certificato sarà disponibile apartire dal mese di Aprile presso tutti gli uffici ele sedi di Adiconsum e sarà oggetto di un eventodi presentazione nel mese di maggio a cuiparteciperà anche ICMQ.

Silvia Rusconi

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QR Code dei certificatiper un mercato trasparente

È passato ormai oltre un anno daquando ICMQ ha introdottonell’area riservata ai propri clientila possibilità di scaricare un QRCode personalizzato per consentireagli utenti di visualizzare sul

cellulare il certificato ottenuto dall’azienda everificarne in tempo reale la validità.Con questo nuovo servizio ICMQ ha intesomettere a disposizione del settore dellecostruzioni un utile strumento, laddove vienerichiesta da più parti maggiore trasparenza esemplificazione dei controlli. Gli operatori chedevono controllare i materiali e i prodotti inarrivo in un cantiere possono infatti avere unimmediato riscontro della regolarità dellecertificazioni dichiarate dai produttori o fornitorie sapere quindi se accettare o meno le forniturein entrata.

A oggi sono oltre 500 i QR Code già scaricati.A un campione di queste aziende abbiamo postoalcune domande sul nuovo servizio per verificareil livello di soddisfazione e quale riscontro haavuto sul mercato. Tutti gli interpellati hannomanifestato pieno apprezzamento, dichiarando diaver già impiegato il QR Code sulla cartaintestata, sulla documentazione pubblicitaria,informativa o amministrativa e anche, in alcunicasi, sulle bolle di consegna dei prodotticertificati. Gli interlocutori esterni, tuttavia,hanno mostrato curiosità rispetto alla novitàdello strumento più che vero interesse, a causasecondo le aziende di un “livello molto basso,soprattutto in ambito di piccoli cantieri”.Perché dunque strumenti innovativi come il QRCode, che assicura in modo semplice e rapidol’accesso pubblico ad informazioni aggiornatesulle certificazioni, si possano diffondere ènecessario che cresca la sensibilità e cultura ditutta la filiera sul tema dei controlli in cantiere.

Silvia Rusconi

La transizionealle Iso 14001 e 9001:2015ICMQ ha ottenuto l’adeguamentodell’accreditamento da parte di Accredia e puòsin da ora rilasciare certificati in accordo ai nuovistandard Iso 9001:2015 e Iso 14001:2015.Il periodo transitorio entro il quale leorganizzazioni certificate dovranno adeguare ipropri sistemi di gestione è stato fissato in treanni dalla pubblicazione della nuova versionedelle norme che, ricordiamo, è avvenuta il 14settembre 2015.Dal 14 settembre 2018, quindi, le certificazionirilasciate in conformità alle norme Iso 9001:2008e Iso 14001:2004 non saranno più valide.Durante questi tre anni le organizzazionipotranno decidere come meglio organizzarsi per

la transizione, che potràavvenire in occasione di unaudit di sorveglianza o dirinnovo oppure, in alternativa,con un audit pianificato ad hoce svincolato da quelli giàprogrammati.

I criteri di auditICMQ e gli altri enti di certificazione associatiConforma hanno stabilito i criteri con cui potràessere svolta la transizione; in particolare,qualora l’attività venga pianificata in occasionedella sorveglianza si prevede un aumento deltempo di audit del 20 per cento, con un minimo di

Certificazione

sistemidigestione mezza giornata rispetto alle tempistiche

pianificate, mentre se avviene in concomitanzacon il rinnovo della certificazione non siprevedono tempi aggiuntivi.Un’organizzazione potrà inoltre procedere allatransizione in periodi svincolati dalle verifichepianificate e in questo caso sarà cura di ICMQcomunicare i tempi e i costi dell’attività.A seguito della verifica per la transizione verràemesso un rapporto di audit che evidenzieràeventuali non conformità e solo a seguito dellaloro chiusura sarà possibile portare la pratica alcomitato di certificazione. Qualora leorganizzazioni non riescano a completare latransizione entro la scadenza prevista del 14settembre 2018, il certificato perderà la suavalidità. Entro sei mesi dalla data di scadenza,quindi entro il 14 marzo 2019, sarà comunquepossibile pianificare un audit per l’adeguamentoalle nuove norme senza effettuare un nuovo iterdi certificazione e secondo i criteri di audit giàdescritti, ma resta inteso che il certificatodurante tale periodo non sarà valido.

Il servizio di gap analysisICMQ ha inoltre previsto un servizio di gapanalysis volto a valutare gli scostamenti tra ilsistema di gestione applicato in azienda e i

“Dal 14 settembre 2018le certificazioni rilasciatein conformitàalle norme Iso 9001:2008e Iso 14001:2004non saranno più valide”

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requisiti delle nuove norme. Un’attività checonsente alle organizzazioni di pianificare conefficacia la transizione evitando di predisporredocumentazione inutile e orientando le modificheal miglioramento del sistema di gestione.Il servizio viene erogato attraverso un audit daparte di un ispettore ICMQ, che di norma sarà lostesso che svolge le verifiche per il mantenimento

della certificazione. Come per la transizione,questa attività può essere pianificata inconcomitanza con un audit di sorveglianza, con unaudit di rinnovo oppure con una verifica ad hoc.Sarà cura di ICMQ contattare i propri clienti perverificare l’interesse al servizio di gap analysis.

Roberto Grampa

Linea guida Conformasulla Iso 14001:2015A seguito della pubblicazione lo scorso settembredella Uni En Iso 14001:2015, le organizzazionicertificate devono comprendere quali modificheapportare al proprio sistema di gestione perl’ambiente.La nuova versione della norma, basata sullaHigh Level Structure definita da Iso per tutti isistemi di gestione, punta l’attenzione su alcuniaspetti che devono ora essere presi inconsiderazione. In particolare le maggiori novitàriguardano: il contesto in cui operal’organizzazione (non limitato alle matriciambientali aria, acqua, suolo, eccetera); le partiinteressate e le loro aspettative; il pensieroorientato al rischio; l’informazione documentatache sostituisce procedure e registrazioniaccorpandole in un unico concetto.Per quanto alcuni di questi aspetti fossero giàtrattati in forma embrionale dalla Iso 14001:2004

(per esempio quando si chiedealle organizzazioni di eseguireuna analisi ambientale iniziale),per un’efficace transizione allaversione 2015 della norma ènecessario un diverso livello diapprofondimento e diattenzione, anche versotematiche non direttamente

legate agli aspetti e agli impatti ambientali.Analogamente, gli auditor degli organismi dicertificazione devono rivedere il proprio modo dioperare, allargando l’orizzonte verso aspetti chein precedenza avevano trascurato o consideratoin maniera marginale.In questo contesto, per favorire un approccioomogeno da parte di tutti gliorganismi di certificazione evitandodisparità che potrebbero nuocere allacredibilità di tutto il sistema dicertificazione, l’associazioneConforma - che riunisce ventiorganismi di valutazione dellaconformità - ha sviluppato una guidaalla transizione.

Certificazione

sistemidigestione Strumento utile per auditor, aziende,

consulentiLa Linea guida è analoga nell’impostazione aquella relativa alla transizione alla Iso 9001:2015pubblicata da Conforma a fine 2015: prende inconsiderazione ogni paragrafo della Iso 14001 inedizione 2015 e, da un lato, lo commenta ponendol’attenzione sulle differenze rispetto alla versioneprecedente, dall’altro propone una serie dipossibili evidenze che l’auditor potrebbericercare per valutare la conformità.Il principale destinatario di questo documento èquindi l’auditor, che vi trova un utile strumentoper un’attività nella quale non ha ancoraun’esperienza consolidata.Tuttavia anche le organizzazioni certificate e incorso di certificazione possono utilizzare la Lineaguida per avere un’idea di cosa il valutatore siaspetterà di trovare e valutare, di conseguenza, ilproprio livello di preparazione. Analogamente iconsulenti possono utilizzarla come strumentoper “calibrare” la propria attività.La validità delle Linee guida Conforma è statariconosciuta da Uni, che ha già offerto lapossibilità di acquistare attraverso il proprioportale www.uni.com la Linea guida applicativasulla Iso 9001:2015, al prezzo simbolico di 5 euro.Anche la Linea guida sulla Iso 14001:2015 saràdisponibile in maniera analoga attraverso ilportale Uni, a partire da aprile.Un ottimo investimento per qualunqueorganizzazione che voglia affrontare il percorsodell’adeguamento concentrando l’attenzione sugliaspetti significativi ed evitando di sprecarerisorse su altri aspetti “di facciata”, inutili perl’efficace attuazione di un sistema di gestione perl’ambiente conforme alla Iso 14001:2015.

Massimo Cassinari

“La validità delle Lineeguida Conformaè stata riconosciuta da Uni,che ha già offertola possibilità di acquistarleattraverso il proprio portale”

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Il collegato ambientalepremia le certificazioniFra le tante novità introdotte dalla legge 28dicembre 2015 n. 221 (cosiddetta “collegatoambientale”), entrata in vigore il 2 febbraioscorso, ne approfondiamo qui alcune checomportano vantaggi per gli operatori economiciche scelgono strumenti di valorizzazione e digaranzia delle proprie attività orientate alrispetto dell’ambiente e alla sostenibilità.

Sconti sulle garanzie negli appaltiNell’ambito delle gare per appalti pubblici, eragià prevista una riduzione del 50 per cento dellagaranzia con cui l’offerente deve corredare lapropria offerta, sotto forma di cauzione o difideiussione, per operatori economici certificatiin conformità alla norma Uni En Iso 9001 da unorganismo di certificazione accreditato. Ora ilcollegato ambientale amplia questo vantaggio,consentendo nei contratti relativi a lavori, servizio forniture di cumulare altre riduzioninell’importo della garanzia e del suo eventuale

rinnovo: del 30 per cento per ilpossesso di registrazione alsistema comunitario diecogestione e audit (Emas) odel 20 per cento per glioperatori che applicano unsistema di gestione perl’ambiente conforme alla

norma Uni En Iso 14001 o, ancora, del 15 percento per quelli che sviluppano un inventario digas ad effetto serra ai sensi della norma Uni EnIso 14064-1 o un’impronta climatica (carbonfootprint) di prodotto ai sensi della norma UniIso/Ts 14067. Nei contratti relativi a servizi oforniture, infine, l’importo della garanzia e delsuo eventuale rinnovo è ridotto del 20 per centoqualora almeno il 50 per cento della fornitura siacostituita da prodotti con marchio di qualitàecologica dell’Unione europea Ecolabel. Anche inquesto caso la riduzione è cumulabile con altreriduzioni già applicate.

Sistemi di gestione ambientale ed EcolabelL’articolo 17 del collegato ambientale prevedeche la registrazione Emas e il possesso dicertificazioni Uni En Iso 14001 o Uni En Iso50001, rilasciate da organismi di certificazioneaccreditati, costituiscano titoli preferenzialinell’assegnazione di contributi, agevolazioni efinanziamenti in materia ambientale e nellaformulazione delle graduatorie. La stessa corsiapreferenziale si applica ai prodotti dotati deimarchi di qualità ambientale Ecolabel.La certificazione secondo il sistema di gestione

Certificazione

sistemidigestione ambientale Uni En Iso 14001, riconosciuto a

livello internazionale, consente a un’azienda diindividuare, tenere sotto controllo e migliorarele proprie interazioni con l’ambiente, attraversoattività di pianificazione, vigilanza, valutazione eottimizzazione dei processi. Lo standardinternazionale Iso 50001, relativo ai sistemiaziendali di gestione dell’energia, è statointrodotto nel 2011 e nel 2012 ha sostituito ilprecedente standard europeo Uni Cei En 16001.La Iso 50001 può essere adottataindipendentemente da altri sistemi di gestioneoppure integrarsi, in quanto adotta la stessametodologia basata sul “ciclo di Deming” per ilmiglioramento continuo: plan – do – check – act.Le aziende già certificate Iso 14001 possonoquindi trovare nella Iso 50001 il naturalecompletamento per migliorare la gestionedell’energia e il risparmio conseguente.Quelle che non lo sono ma che ritengano criticol’aspetto dei consumi energetici possonoadottare un sistema di gestione dell’energia evalutare in seguito se mettere sotto controllotutte le tematiche ambientali legate alla propriaattività sviluppando un sistema di gestione perl’ambiente secondo lo standard Iso 14001.Il collegato ambientale, inoltre, all’art. 16 integra icriteri di valutazione delle offerte economicamentepiù vantaggiose inserendovi il possesso del marchioEcolabel, la considerazione dell’intero ciclo di vitadelle opere, beni e servizi (riguardo ai consumi dienergia e di risorse naturali, alle emissioniinquinanti e ai costi complessivi, inclusi quelliesterni e di mitigazione degli impatti deicambiamenti climatici), nonché la compensazionedelle emissioni di gas ad effetto serra associate alleattività dell’azienda.

Valore per le certificazioni volontarieLa certificazione da parte di un ente terzo deisistemi di gestione adottati consente alleorganizzazioni sia di avere una verificaindipendente su quanto messo in atto, e quindiun importante riscontro sull’efficacia delle azioniadottate e su possibili aree di miglioramento, siadi dare visibilità al proprio impegno al risparmioe al rispetto dell’ambiente.Finalmente con la legge 221/2015 arriva unavalorizzazione di questi soggetti, che investono esi impegnano nelle certificazioni volontarie,strumenti con cui possono garantire il mercato ei propri stakeholder rispetto alla qualità, allasicurezza e al rispetto per l’ambiente dei propriprocessi produttivi. Uno strumento tanto piùstrategico in momenti di crisi economica, quandouna maggiore garanzia di qualità consente diessere più competitivi e di differenziarsi rispettoai concorrenti.

Massimo Cassinari

“Finalmente con la legge221/2015 arriva unavalorizzazione dei soggettiche investono nellecertificazioni volontarie”

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Sostenibilità Protocollo Itaca

a Madonna di CampiglioIl protocollo Itaca permette di classificare unedificio in base al livello di sostenibilità ambientalecon cui è progettato e costruito e si sta diffondendosempre più a livello nazionale e regionale.ICMQ è il primo organismo accreditato perl’esecuzione delle verifiche sui progetti e sullarealizzazione e in ambito regionale lo scorsodicembre ha concluso l’attività ispettiva relativaalla riqualificazione dell’edificio a destinazionericettiva “Prà della Casa” ai fini del protocolloItaca del Trentino, su incarico del committenteComunità delle Regole di Spinale e Manez.L’edificio si trova a Madonna di Campiglio el’attività è stata condotta da ICMQ verificando lacorrispondenza e completezza delladocumentazione progettuale e della relazione divalutazione predisposta dal committente rispettoa quanto definito dai singoli criteri del protocolloItaca, con un successivo sopralluogo in campo aconferma di quanto definito in sede progettuale.

Attraverso la valutazione delle aree relative alconsumo delle risorse, ai carichi ambientali eall’edificio, sono stati confermati gli alti punteggiraggiunti dal progetto per quanto riguarda lariduzione dei consumi energetici per laclimatizzazione invernale, la minimizzazione delleemissioni di gas serra e il potenziamento dellapermeabilità delle aree esterne.ICMQ è a disposizione dei tecnici delleamministrazioni pubbliche e di enti privati, alfine di fornire tutte le informazioni necessarie avalorizzare la sostenibilità ambientale degliedifici attraverso l’utilizzo del protocollo Itaca.

Silvia Ciraci

Sostenibilità I Cam per l’edilizia,

una svolta decisivaIl decreto del 24 dicembre 2015 sui Criteriambientali minimi CamEdilizia, rappresentaun’importante novità. Il ministero dell’Ambiente,infatti, manifesta apertamente l’intenzione dipromuovere l’utilizzo di prodotti e materialisostenibili negli appalti per nuove costruzioni,ristrutturazioni e manutenzione di edifici e nellagestione del cantiere.Allo scopo di ridurre l’impiego di risorse nonrinnovabili e aumentare il recupero dei rifiuti,nonché di controllare e diminuire gli impattiambientali, i Cam prescrivono che i principaliprodotti/sistemi per le costruzioni abbiano undeterminato contenuto di riciclato oppuresoddisfino uno specifico criterio ambientale. Unachiara dichiarazione di intenti, seguita però anchedall’indicazione degli strumenti necessari permetterla in atto: la convalida dell’asserzioneambientale e la convalida della Dichiarazioneambientale di prodotto (Epd). Per essere credibili,infatti, entrambe le etichette devono essereverificate da un organismo di parte terzaindipendente che attesti la correttezza dei metodiutilizzati e la veridicità dei dati contenuti.I tecnici ICMQ sono a disposizione per chiarire gliaspetti tecnici dei CamEdilizia e aiutare iproduttori a individuare le opportunità da cogliereattraverso una certificazione di parte terza, per nonrimanere esclusi dagli appalti pubblici.

Epd, una scelta premianteL’Epd, è un documento che permette di evidenziarele caratteristiche ambientali più significative delprodotto e per il quale è in atto, nel settore dellecostruzioni, un processo di armonizzazione da partedell’associazione Eco Platform, della quale ICMQ èsocio fondatore. Nata in sede europea, vede lapartecipazione dei maggiori operatori nazionali chegestiscono lo sviluppo e la diffusione dell’Epd e hal’obiettivo di favorire il confronto fra Epd rilasciateda program operator diversi.La Dichiarazione ambientale descrive gli impattiambientali di un prodotto, determinati sulla base diuno studio del ciclo di vita Lca,Life CycleAssessment, che mette a disposizione delproduttore unametodologia di analisi dei propriprocessi: dalla “culla al cancello” o dalla “culla allatomba”, cioè dall’estrazione delle materie prime alcancello della fabbrica o alla dismissione delprodotto, passando attraverso le fasi di produzionee uso, alla ricerca degli impatti ambientali, maanche degli sprechi e delle possibilità diottimizzazione e risparmio.Il possesso di un’Epd convalidata è uno degli aspettipremianti ai fini non solo dei Cam,ma anche delsistema di rating per edifici sostenibili Leed v. 4 e delprotocollo per infrastrutture sostenibili Envision.In un periodo di difficoltà nel settore dell’edilizia, ilproduttore, mai come ora, ha la necessità divalorizzare i propri investimenti per differenziarsisul mercato promuovendo prodotti e materiali“sostenibili”.

Ugo Pannuti

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Sostenibilità Envision e i rischi climatici

Il protocollo americano Envision – introdotto daIsi, Institute for Sustainable Infrastructure e oradisponibile anche in Italia – permette di valutarela sostenibilità di qualunque infrastruttura civilenell’ottica di migliorarne le performance da unpunto di vista ambientale, energetico-prestazionale, sociale ed economico. Dopo gliarticoli precedenti, in questo numero affrontiamol’ultima delle cinque macro aree, Climate andRisk.L’opera infrastrutturale è un concetto moltocomplesso che abbraccia molteplici aspetti legatinon solo all’ambito progettuale e ingegneristico,ma anche a quello sociale, economico, ambientale eclimatico. Il protocollo Envision fornisce strumenti

per valutare tutti questi aspettie in particolare, tramite lacategoria Climate and Risk,offre indicazioni perimplementare una valutazionepreventiva dei rischi climatici eda inquinamento, e unaconseguente ottimale

progettazione. La famiglia di crediti Climate andRisk, raccolti all’interno delle sottocategorieEmission eResilience prende in esamefondamentalmente due aspetti, che rispecchianorispettivamente una visione a medio-breve terminee una a più lungo termine: la minimizzazione delleemissioni di un’opera infrastrutturale e il concettodi sua esistenza e resilienza.

EmissionL’aumento delle emissioni di gas serra edell’anidride carbonica in atmosfera èstrettamente collegato al più ampio problema del

riscaldamento globale, le cui conseguenze sipossono misurare in termini di aumento delletemperature medie, riscaldamento dellesuperfici idriche, variazione e distruzione deimicroclimi e degli habitat esistenti. Obiettivoprioritario della sottocategoria Emission èanalizzare tutte le fonti inquinantipromuovendone la riduzione e l’eliminazionedurante l’intero ciclo di vita del progetto. Questoperché le emissioni di gas serra, ma anche dialtri inquinanti pericolosi, sono direttamenteassociate al consumo di energia da fonti nonrinnovabili, a modalità di trasporto legateall’utilizzo di combustibili fossili, all’energiagenerata per l’estrazione, la lavorazione e laproduzione dei prodotti utilizzati (la cosiddettanet embodied energy).La riduzione delle emissioni pericolose può avereeffetti sia a breve che a lungo termine. Nel primocaso, metodologie progettuali che permettanouna maggiore attenzione verso le risorserinnovabili, o la riduzione di potenziali inquinantinell’aria come ad esempio le polveri sottili,svincolano l’intervento dallo sfruttamento eutilizzo di risorse esauribili.Nel secondo caso il protocollo favorisce l’adozionedi strategie che, pur non avendo un ritornoimmediato sul progetto, possono comunquecontribuire complessivamente alla diminuzionedegli effetti negativi sui cambiamenti climatici.In tal modo la valutazione non si limita ai confinidella singola infrastruttura, ma in un’ottica di piùampio spettro analizza i rischi e le conseguenze alivello globale.

ResilienceStrettamente interconnesso con i rischi climaticiè il concetto di resilienza, ovvero la capacità di

un’opera infrastrutturale diresistere e adattarsi allemutevoli condizioni che sipossono verificare sia a breveche a lungo termine, come adesempio inondazioni, incendi,cambiamenti dei modelliclimatici.Attraverso i crediti dellasottocategoriaResilience, ilprotocollo Envision permette divalutare preventivamente tutti ipossibili rischi cuiun’infrastruttura potrebbeessere soggetta e la probabilitàcon cui possono manifestarsi,permettendo così al team diprogetto di adottare la lasoluzione meno vulnerabile.Una progettazione consapevole

“La categoria Climate andRisk offre indicazioni peruna valutazione preventivadei rischi climaticie da inquinamento”

DOES THE PROJECT MINIMIZEGREENHOUSE GAS EMISSIONS?

DOES THE PROJECTREDUCEAIR POLLUTANTEMISSIONS?

DOES THE PROJECTMANAGE HEAT ISLANDS? DOES THE PROJECT

PREPARE FOR LONG-TERMADAPTABILITY?

DOES THE PROJECTPREPARE FORSHORT-TERM HAZARDS?

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può infatti minimizzare gli effetti negativi che,anche se non visibili e misurabili nell’immediato,possono manifestarsi successivamente, quelli cheil protocollo identifica con la terminologiatrappole e vulnerabilità. Basti pensare al caso diun’infrastruttura che incrementa la dipendenzadella comunità rispetto a risorse non rinnovabili oche possono diventare eccessivamentedispendiose (resources traps), oppure che siaestremamente sensibile nei confronti di eventimeteorici disastrosi o progettata secondostandard e regolamenti normativi rigidi e obsoleti

(configuration and standard traps).Grazie quindi all’adozione del sistema di ratingEnvision sin dai primi livelli della progettazioneè possibile migliorare le performance disostenibilità dell’opera infrastrutturale,aumentando la sua capacità di adattarsi allemutevoli condizioni climatiche, ambientali, socialied economiche, diminuendo la sua vulnerabilità egarantendo un aumento della vita utile e unmaggiore soddisfacimento delle future esigenzedelle comunità coinvolte.

Silvia Ciraci

Il protocollo Envision presentato a Milano

Lo scorso 2 marzo si è svolto a Milano il primo evento di presentazione del protocollo

Envision, sistema di rating delle infrastrutture sostenibili creato dall’Institute for Su-

stainable Infrastructure (Isi) e applicabile a qualunque opera civile.

La giornata, che ha visto una folta partecipazione di imprese, progettisti e ammini-

strazioni pubbliche, è stata organizzata da ICMQ e MWH e ha consentito anche l’ac-

quisizione di crediti professionali. Si è trattato di un’utile occasione di approfondimento

del protocollo e delle sue potenzialità, come la valorizzazione di scelte sostenibili, sia ambientali che

sociali, nella progettazione e la discussione costruttiva all’interno del team di progetto. L’approccio tec-

nico e pragmatico dei relatori è stato molto apprezzato dai presenti e la possibilità che il protocollo offre

di ridurre il rischio di contestazioni ambientali, facilitando il dialogo con gli stakeholder e velocizzando

il processo attuativo dell’infrastruttura, ha suscitato molto interesse.

Non di minor interesse è stata valutata la possibilità di certificazione di terza parte indipendente del

progetto e a questo proposito ICMQ e MWH hanno stipulato un accordo con Isi per dare vita a Envi-

sion Italia, con diritti esclusivi per la formazione e la qualificazione dei professionisti e la certificazione

dei progetti con il marchio Envision. Envision Italia svolgerà solo valutazione di terza parte indipen-

dente, lasciando al mercato e agli Envision SP (esperti del protocollo accreditati da Isi mediante ap-

posito esame on-line) il supporto ai progettisti e ai committenti.

Envision Italia organizza anche corsi di preparazione all’esame per Envision SP: dopo quello tenuto

l’11 marzo, il prossimo si svolgerà il 5 maggio 2016.

Per maggiori informazioni: www.envisionitalia.it.

I simboli delle cinque categoriedi Envision: da sinistra,Quality of Life, Leadership,Resource Allocation,Natural World, Climate and Risk.

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Sostenibilità Envision: la Low level Road

a VancouverLa Low Level Road è stata la primainfrastruttura di trasporto a raggiungerel’awarding secondo il sistema di rating Envision,con il livello platinum.L’opera è stata realizzata nella zona nord del PortMetro a Vancouver, sede originariamente ditratti stradali e ferroviari. L’area è stata oggettodi riqualificazione al fine di garantire l’accessodiretto a uno dei maggiori terminal portuali e il

potenziamento dei percorsiciclopedonali. Il progetto èconsistito in un riallineamentoe sopraelevazione di un trattodi circa 2,6 km della stradadenominata Low Level Road.Questo ha permesso di ricavarelo spazio per un doppio sistemadi binari, potenziando in talmodo la rete ferroviaria

esistente, e di eliminare tre incroci stradali,aumentando la sicurezza della viabilità.Gli aspetti che il team di progetto e le figure chiavecoinvolte hanno affrontato utilizzando gli strumenti

del protocollo Envision sono stati molteplici: da unlato unmiglioramento delle operazioni portuali chefavorisse lo sviluppo del commercio internazionale,dall’altro unamaggiore attenzione verso lasicurezza della comunità e la diminuzione dellacongestione del traffico. Il progetto ha integratodiversi aspetti legati alla sostenibilità come lamobilità, i trasporti alternativi, la sinergia tra idiversi stakeholder, la minimizzazionedell’inquinamento acustico e dei rischi legati allasituazione geomorfologica del suolo. È stato cosìpossibile creare un sistema infrastrutturaleintegrato con il contesto esistente e che tiene inconsiderazione le necessità dei residenti, degliinvestitori locali, dei gestori delle attività portuali edi trasporto ferroviario e viario, ottenendo unpunteggio elevato nelle categorieLeadership eQuality of Life. Tutti i soggetti interessati sono statiinfatti coinvolti sin dalle prime fasi progettuali,permettendo in questo modo che l’interventorispecchiasse le esigenze dell’intera comunità.

Crescita economica e sviluppo sostenibileL’integrazione e l’ampliamento dei sistemiinfrastrutturali esistenti inoltre hanno stimolatosia la crescita economica e lo sviluppo sostenibile,con un previsto aumento progressivo dei posti dilavoro e del Pil, sia il miglioramento dei trasportialternativi, grazie al potenziamento della reteciclopedonale esistente.Trovandosi all’interno di un’area ad alto valoreambientale, il progetto ha anchemesso in attomisure volte alla salvaguardia degli habitatpreesistenti e delle biodiversità. Ad esempiodurante le attività di costruzione sono stati previstisistemi di schermatura e siti di nidificazioneartificiale per minimizzare gli impatti negativi etutelare le specie protette, oltre che per ridurrel’inquinamento da rumore dovuto al fischio dei treni.Grazie all’allineamento del progetto con quantodefinito dai piani di adeguamento della città èstato infine possibile creare un’infrastrutturacaratterizzata da flessibilità e adattamento alungo termine soprattutto nei confronti deicambiamenti climatici e di assettoinfrastrutturale.

Silvia Ciraci

“Tutti i soggetti interessatisono stati coinvoltisin dalle prime fasiprogettuali, permettendoche l’interventorispecchiasse le esigenzedell’intera comunità”.

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Sostenibilità Intervista

a Edoardo ZanchiniAbbiamo chiesto a EdoardoZanchini, vice presidentenazionale di Legambiente,alcune valutazioni sull’utilitàdel protocollo Envision inrelazione alle modalità direalizzazione delleinfrastrutture nel nostropaese.

L’attenzione per l’impatto ambientale degliedifici è oggi molto alta. Ma anche leinfrastrutture, intese come tutte le opere civili,meritano attenzione negli aspetti sia progettualiche di realizzazione. Legambiente si è più volteespressa sul tema.Quali sono i punti caldi correlati?

La percezione che oggi laqualità dei progetti e dellerealizzazioni sia importante èmolto cresciuta nell’opinionepubblica, sia per gli scandalilegati al fallimento della LeggeObiettivo che per unasensibilità cresciuta nei

confronti dei temi ambientali. ComeLegambiente pensiamo che la chiave sia nellaqualità dei progetti e nella trasparenza delleprocedure. Ma oggi vanno finalmente consideratinei progetti anche due obiettivi di cui si è solodiscusso in questi anni, ossia il coinvolgimento el’informazione dei cittadini e i concorsi diprogettazione applicati a tutte le opere pubbliche.

Il protocollo americano Envision per laprogettazione e realizzazione di infrastrutturesostenibili prende in considerazione alcuniaspetti che lei ha citato. Ritiene che possa essereun utile strumento per la gestione degli impattiambientali delle opere infrastrutturali?Ritengo di si. I protocolli anche in altri campihanno contribuito a far crescere l’attenzione neiconfronti degli impatti degli interventi e senzadubbio nel settore delle infrastrutture c’è moltospazio per migliorare attraverso un’attentaimpostazione progettuale e valutazione.Oggi alcuni temi in particolare sono importantinegli interventi infrastrutturali.Il primo riguarda il ciclo dei materiali utilizzati neicantieri e nello smaltimento, per spingere materialiprovenienti dal riciclo e ridurre il prelievo da cava.

Il secondo è invece di approccio alle trasformazionidel territorio in uno scenario di cambiamenticlimatici. Le immagini di infrastrutture sommersedall’acqua ci ricordano quanto sia fragile il territorio

“Credo che l’approvazionedella nuova legislazionein materia di appalti possaaiutare il successodel protocollo”

italiano e come vada considerata oggi unaprospettiva di accelerazione di fenomenimeterologici estremi, sia nella forma diprecipitazioni che in quella di ondate di calore.

Con riferimento specifico alla realtà italiana,secondo lei quali sono le tipologie di opere chepotrebbero trarre maggior vantaggiodall’applicazione di Envision?Credo si possa applicare a tutte le tipologie di opere,ma probabilmente sono quelle lineari (autostrade eferrovie in particolare) dove c’è più bisogno di unsalto di qualità, come dimostrato dalla lievitazionedei costi e dalla poca trasparenza che in questi anniha contraddistinto le cosiddette grandi opere. Iocredo possa aiutare anche rispetto agli impianti piùcomplessi da costruire, come quelli da realizzarenelle aree urbane, dove la componente tempo èfondamentale anche per il consenso da parte deicittadini e quindi la gestione dei cantieri senza“sorprese” è strategica anche da un punto di vistadei costi. Sono purtroppo tanti gli esempi non soloitaliani, pensiamo alla fallimentare esperienza delnuovo aeroporto di Berlino, che dimostrano quantosia importante una gestione attenta dei progetti edei cantieri.

Il protocollo, disponibile liberamente sul web,può essere utilizzato sia per infrastrutturepubbliche che private. A suo parere, esiste unambito preferenziale per la sua diffusione?Credo che l’approvazione della nuova legislazionein materia di appalti possa aiutare il successo delprotocollo. La speranza è infatti che si apra unanuova stagione nelle infrastrutture, sia pubblicheche private, nella quale sia premiata la qualitàprogettuale e la realizzabilità invece dellaquantità dei progetti presentati.Di sicuro può aiutare anche negli interventi diproject financing, dove bisogna ricostruireprocedure più trasparenti di selezione, dopoalcuni fallimenti in questi anni, e può aiutareanche il pubblico nella decisione riguardo aproposte di operatori privati che si candidano agestire infrastrutture in regime di concessione.

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Sostenibilità La convalida della Carbon

Footprint di prodottoLo scorso gennaio Accredia haavviato il processo diaccreditamento ai fini delleattività di verifica e convalidadelle dichiarazioni CarbonFootprint relative ai prodotti(Cfp), redatte in conformità allaSpecifica tecnica Iso /Ts 14067.

Attività che quindi potrà essere unicamentesvolta da organismi di verifica accreditati, inanalogia a quanto già da tempo avvienerelativamente alla convalida delle Dichiarazioniambientali di prodotto (Epd); ICMQ ha

attualmente in corsol’accreditamento anche per laCfp.La specifica tecnica Iso/Ts14067, che in futuro diventeràuna norma Iso, disciplina lemodalità per definire ladichiarazione Cfp, altrimenti

detta impronta climatica di un prodotto, chequantifica le emissioni di gas serra (Ghg) legateall’intero ciclo di vita. Vengono quindi consideratesia le emissioni collegate all’estrazione etrasformazione della materia prima, sia quellelegate alla produzione, al trasporto, all’utilizzo einfine allo smaltimento del prodotto.

Le verifiche documentali e in sitoIl processo di convalida di una Cfp prevede laverifica di conformità - in termini di completezzae correttezza - del “rapporto dello studio Cfp”definito dall’azienda, rispetto sia alla norma diriferimento, sia alla Pcr (Product CategoryRules) per lo specifico prodotto, se esiste.A tal fine deve essere analizzato lo studio Lca(Life Cycle Assessment) sviluppato dall’aziendaper definire l’impatto climatico del ciclo di vitadel prodotto. Le verifiche condottedall’organismo sono sia di tipo documentale chepresso il sito, ossia l’unità produttiva e il luogodove l’azienda raccoglie e gestisce i dati utili perla dichiarazione.Le verifiche documentali devono quantomenoconsiderare alcuni elementi dello studio Lca perla Cfp, quali ad esempio l’adeguatezza dell’unitàfunzionale (o dell’unità dichiarata) considerata, iflussi del processo, le emissioni Ghg delleprincipali fasi del ciclo di vita del prodotto e laloro ripartizione, i confini del sistema (geografici,temporali, fisici), le regole di allocazione, i criteridi cut-off, la qualità dei dati, il livello di dettagliodello studio, l’esito dell’analisi di sensibilità ed’incertezza dello studio, gli scenari per le fasi

“L’impronta climaticadi un prodotto quantificale emissioni di gas serra(Ghg) legate all’intero ciclodi vita”

d’uso e di fine vita considerati.Le verifiche in sito sono sempre previste quandosiano riscontrate inesattezze di tipologia o dientità tali da richiederne l’esecuzione, oppurequando sono intercorsi significativi cambiamentirispetto a verifiche precedenti, relativi alprocesso produttivo, alla gestione dei dati, o allamodifica del ciclo di vita considerato nello studioLca. Per definire la necessità delle verifiche insito, a seguito della verifica documentalel’organismo deve condurre una specifica “analisidel rischio” per valutare i fattori d’incertezzalegati all’operazione di convalida.Conseguentemente definisce un Piano di verificae un Piano di campionamento dei dati oggetto diverifica, quest’ultimo determinato considerandole sorgenti di eventuali potenziali errori oomissioni che possono riguardare ladichiarazione Cfp. In relazione all’esitodell’analisi l’organismo decide se procedere omeno con le verifiche in sito.

Il valore del certificatoIl certificato di convalida rilasciatodall’organismo riporta il valore di Cfp espressoin kg (o g) di CO2 per unità funzionale (o unitàdichiarata), oltre alle informazioni relative aprodotto, unità produttiva, periodo di validità,norme e Pcr di riferimento, ciclo di vitaconsiderato. Non viene invece fatto riferimentoad eventuali compensazioni delle emissioni Ghgdell’azienda.Il certificato ha una validità triennale e prevedeun’attività di sorveglianza annuale, con verifichecondotte con modalità del tutto simili a quelleutlizzate per l’iniziale convalida. Il certificatodeve essere aggiornato nel caso di variazioni invalore dell’indicatore d’impatto superiori al 10per cento, o nel caso di sostanziali modifiche delprocesso produttivo oppure di modifiche delprodotto, e comunque su volontà dell’azienda.Intraprendendo la strada dell’accreditamentoanche per la Cfp ICMQ amplia il campo deipropri servizi nell’ambito delle etichetteambientali. Queste convalide andranno infatti adaggiungersi ai già presenti servizi di verifica econvalida delle dichiarazioni ambientali diprodotto Epd (etichette ambientali di tipo III) edi convalida delle asserzioni ambientaliautodichiarate in conformità alla norma Uni EnIso 14021 (etichette ambientali di tipo II).La possibilità di convalida delle etichetteambientali, in aggiunta ad altre certificazioni disostenibilità quali ICMQ-ECO e Make ItSustainable, consente alle aziende di scegliere lostrumento più adeguato per valorizzare sulmercato le diverse caratteristiche di sostenibilitàdei propri prodotti.

Manuel Mari

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Sostenibilità Make It Sustainable:

sostenibilitàad ampio spettroGià da alcuni anni le certificazioni Make ItSustainable hanno consentito a diverse aziendedi valorizzare i propri processi sostenibili neiconfronti dello specifico mercato di riferimento.Indipendentemente dal fatto che i processiriguardino la realizzazione di un prodotto, o lafornitura di un servizio, le certificazioni concessehanno spaziato in molteplici settori: dallaproduzione di conglomerati cementizi a quella dilastre in cartongesso, dall’erogazione del servizioidrico di una grande città alla produzione di vino.Il campo di applicazione della certificazione

Make It Sustainable è peròancora più ampio: è statacertificata anche la gestione dicantieri di infrastrutture civili,sia di piccole che di grandidimensioni, così comeattraverso il marchio sono stativalorizzati “concept”,

riguardanti l’ideazione di moduli abitativi, maanche tematiche più ampie come laprogettazione di interi nuclei urbani.La scelta di non limitare la certificazione solo adalcuni ambiti è peraltro una scelta dovuta per chicrede, come imakers di Make It Sustainable, chela sostenibilità possa effettivamente connotare lanostra società solo nella misura in cui sempre piùattività saranno ripensate facendo propri i suoiprincipi.Il marchio Make It Sustanable attesta e rendevisibile, tanto alla collettività quanto al mercato,che la sostenibilità di un prodotto non è

“Il marchio attesta e rendevisibile che la sostenibilitàdi un prodotto non èunicamente da riferirsi allecaratteristiche ambientali”

unicamente da riferirsi alle caratteristicheambientali, bensì al fatto che il processo direalizzazione presenti un equilibratosoddisfacimento di elementi riconducibili a tuttee tre le dimensioni della sostenibilità:ambientale, economica e sociale.

Chimica sostenibileSulla base di questa filosofia oggi i settori in cui ilmarchio Make it Sustainable è presente siampliano ulteriormente, includendo anche lachimica: lo scorso gennaio ICMQ ha infatticertificato il processo per la realizzazione delprodotto “Sodio silicato soluzione Profast SL 40”di Prochin Italia prodotti chimici industriali Srlpresso l’unità produttiva di Marcianise (Caserta).L’attività di auditing in sito condotta da ICMQsul processo per la realizzazione del prodottoProchin Italia è stata condotta con questa logica,verificando la conformità a quanto previsto dallaSpecifica tecnica di Make It Sustainable.La verifica è consistita nel riscontrare le

“strategie per la sostenibilità”individuate dall’azienda per ilprocesso in esame, esaminandolesecondo la logica propria dellaverifica dei sistemi di gestionequalità (plan, do, check, act).È stato valutato anche il grado dicoinvolgimento degli stakeholder, ladefinizione del management, lagestione delle risorse impiegate (ilpersonale, i partner, leinfrastrutture) e delle informazioni,così come la ricaduta sullacollettività e, naturalmente, gliaspetti ambientali del processoproduttivo, in termini di risorseutilizzate (materiali, energia, acqua)e di gestione degli impatti comerumori, scarichi, emissioni, rifiuti.

Manuel Mari

MAKEITSUSTAINABLE

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Sostenibilità Leed: nuove prospettive

di crescita in ItaliaChe Leed si sia affermato negli ultimi anni comeprincipale protocollo di valutazione degli edificiin Italia e nel mondo non è una novità. Bastipensare che nel nostro paese, degli oltre 300progetti avviati, circa 120 sono già giunti acertificazione, mentre i restanti 200 laraggiungeranno nel corso del prossimo biennio.In alte parole, oltre 1,6 milioni di metri quadrisono stati realizzati secondo le più avanzatemodalità progettuali e costruttive in termini disostenibilità.Un nuovo impulso alla diffusione di Leed in Italiaviene sia dai principali investitori stranieri cheintendono valorizzare i propri investimenti, siadal recente decreto del 24 dicembre 2015(cosiddetto “collegato ambientale”) che contienedisposizioni in materia di affidamento da partedella pubblica amministrazione di servizi diprogettazione e nuova costruzione.Nel primo caso si è infatti consolidata la prassiper cui gli interventi di maggior prestigioseguono le specifiche del protocollo Leed. Bastipensare che gli oltre 50 progetti certificati o incorso di certificazione nella sola città di Milano(ad esempio il complesso City Life, quello diPorta Nuova, il Vodafone Village, il Centrodirezionale Snam eccetera) non riguardano piùsolo il comparto terziario, ma anche quelloresidenziale. Ciò a testimonianza che lacertificazione Leed, qualunque sia la sua

destinazione d’uso dell’immobile, è riconosciutadal mercato come un asset strategico pergarantire nel tempo il valore dell’investimento.Nel secondo e non meno importante caso, illegislatore ha introdotto nella fase di affidamentodei servizi di progettazione e costruzione delleopere pubbliche un sistema premiante perprogetti realizzati e certificati secondo protocollidi sostenibilità energetico-ambientale degliedifici di matrice nazionale o internazionale,come appunto Leed. Il ricorso alla certificazione,inoltre, esonera il progettista dal produrre unarelazione tecnica che dimostri il miglioramentoprestazionale dell’opera rispetto ai Criteriambientali minimi (Cam). In altre parole Leed,oltre ad essere “premiato” dalla pubblicaamministrazione, sarà un mezzo per dimostraredi aver adottato criteri migliorativi rispetto airequisiti minimi previsti.Per informazioni sul servizio “Leed Full Service”di ICMQ visita il nostro sito www.icmq.org oscrivi una email a [email protected].

Daniele Torsello

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Istruzioni operativeper la certificazione Fpcdel calcestruzzoIl decreto 213 del presidente del Consigliosuperiore dei lavori pubblici, pubblicato l’8 luglio2015, contiene le istruzioni operative per ilrilascio dell’autorizzazione agli organismi dicertificazione del controllo del processo difabbrica Fpc del calcestruzzo prodotto conprocesso industrializzato, ai sensi del §11.2.8.delle Norme tecniche per le costruzioni.Al cap. 3 troviamo le prescrizioni relative allemodalità di conduzione delle visite di valutazionee sorveglianza presso gli impianti di calcestruzzo.Vediamo in primo luogo cosa non cambia rispettoalle normali modalità operative di ICMQ.• Seppure sia stata introdotta una nuova lista dicontrollo unica (Allegato A del decreto) pertutti gli organismi di certificazione, essa non sidiscosta nella sostanza dalla check listutilizzata da ICMQ fin dal lontano 2006 per leverifiche presso gli impianti produttivi dei suoiclienti.

• Sono necessarie la verifica del manuale Fpc - ein particolare la sua valutazione preliminare incaso di prima ispezione – e la valutazionedell’idoneità dell’impianto, dellastrumentazione e delle apparecchiature dimisurazione e prova; inoltre l’impianto deveessere in funzione al momento della visita sia infase di valutazione che di sorveglianza. Anchequeste richieste non costituiscono novitàrispetto alle procedure di ICMQ.

• Almeno una volta nel triennio, e per ogniimpianto sorvegliato, gli ispettori dovrannodare evidenza di aver verificato le modalità ditrasporto e consegna del calcestruzzo.Dovranno pertanto seguire un’auto betonierain cantiere. Questo requisito non avrà impattosui clienti ICMQ in possesso di certificazione

Uni En Iso 9001 in quanto è giàincluso nelle Linee guidaICMQ), mentre su quellisprovvisti della certificazionedi sistema di gestione per laqualità, l’impatto saràcomunque minimo.

Le novità del decreto 213Le novità riguardano invece le tempistiche diesecuzione delle visite ispettive, le modalità disospensione e revoca dei certificati - sia in caso difermo produttivo che per motivi tecnici - e lastruttura dei certificati stessi.Il decreto prevede infatti che gli organismitrasmettano trimestralmente al Servizio tecnico

centrale (Stc) la pianificazione degli auditindicando il tipo di visita (iniziale, disorveglianza), la data presunta della verifica,l’ubicazione dell’impianto.In caso di impianto non funzionante, la datadell’audit potrà essere prorogata fino a unmassimo di tre mesi. Al termine di questoperiodo, se il produttore non fosse ancora ingrado di dare evidenza della ripresa dell’attivitàl’organismo di certificazione dovrà sospendere lacertificazione del controllo di produzione delcalcestruzzo prodotto con processoindustrializzato. Se entro i successivi 12 mesil’attività non sarà ripresa il certificato dovràessere revocato. Le sospensioni e le revoche deicertificati dovranno essere notificate al Stc entro15 giorni dal provvedimento. Se sono di caratteretecnico, il Stc potrà richiedere agli organismi ditrasmettere tutta la documentazione con leevidenze delle carenze riscontrate.Da ultimo, nel caso in cui un produttore sivedesse revocata la certificazione e decidesse dirichiedere una nuova certificazione ad altroorganismo, quest’ultimo dovrà darne notizia alStc prima di iniziare l’iter di valutazione.

Certificati elettronici con firma digitaleInfine, ma non meno importante, è l’introduzionedel modello di certificato Fpc unico.Il decreto prevede che gli organismi aggiornino ipropri modelli secondo lo schema riportatonell’allegato B, inserendo dati fino a oggi nonrichiesti, in particolare: data di prima emissionedel certificato, numero di revisione, luogo delrilascio. ICMQ ha deciso di cogliere questaoccasione per introdurre il certificato elettronicocon firma digitale, che consentirà una maggiorecelerità nell’emissione e la trasmissione ai clientivia Pec. Un altro strumento, insiemeall’innovativo QR Code introdotto da ICMQ giàdue anni or sono, per aumentare la trasparenzadelle certificazioni e la possibilità di controllo daparte dei direttori lavori mediante unarintracciabilità più semplice e immediata.I primi certificati elettronici sono già statiemessi, con un riscontro positivo da parte deiclienti. Nei prossimi mesi tutti i produttoricertificati con ICMQ riceveranno i certificatiaggiornati senza alcun costo aggiuntivo.

Il testo completo del decreto è scaricabile dal sitodel Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Elena Benzoni

Certificazione

prodotti

“Il certificato elettronicoconsentirà una maggiorecelerità nell’emissionee la trasmissione ai clientivia Pec”

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Domande frequenti sul Cpr:terza serieProsegue la traduzione in italiano delle Faq(domande e risposte frequenti) sul regolamentoeuropeo Prodotti da costruzione Ue 305/2011pubblicate sul sito della Commissione europea.

13. Qual è il significato della frase “le ultime duecifre dell’anno nel quale lamarcatura è stataapposta per la prima volta”, nell’articolo 9(2) delregolamento Prodotti da costruzione?Le cifre si riferiscono all’anno in cui queste tipologiedi prodotti sono state rese disponibili sul mercatoper la prima volta e perciò rimarranno invariatelungo il corso degli anni fintanto che le prestazionidel prodotto non saranno cambiate. In pratica, ciòsignifica che se il fabbricante ha venduto prodottimarcati Ce similari, corrispondenti a undeterminato set di prestazioni (un dato prodotto-tipo) dal 2009 in poi, le due cifre continuano adessere 09 anche dopo il 1° luglio 2013, quando lamarcatura Ce subisce cambiamenti dovuti al Cpr.

14. Qual è l’importanza delmanuale / istruzioni diinstallazione?Ci si aspetta che la prestazionedichiarata del prodotto siaraggiunta a condizione che siacorrettamente installato. Ciò èparticolarmente rilevante perprodotti che sono venduti come

kit da installare nell’opera di costruzione. Perciò ilruolo del manuale di installazione o delle istruzionidi installazione, che il fabbricante deve fornire aisensi dell’articolo 11(6) del regolamento Prodotti dacostruzione (Cpr), è molto importante perassicurare la corretta installazione del prodotto.

15. Esiste qualche obbligo a fornire unaDichiarazione di prestazione (Dop) per unprodotto da costruzione non coperto da unanorma europea armonizzata (hEN)? Può unostatomembro imporre un simile obbligo?No, non in base al regolamento Prodotti dacostruzione. L’articolo 4(1) del Cpr lega l’obbligo dipredisporre una Dop all’esistenza di una normaarmonizzata o di una Valutazione tecnica europea(Eta) rilasciata per un dato prodotto. Perciò unaDop rilasciata in base al Cpr non può essere basatasu altre norme nazionali di prodotto. Tuttavia,nell’ambito del “non armonizzato”, i prodotti noncoperti da hEN (norme europee armonizzate)possono essere assoggettati a requisiti dalleautorità dello stato membro. Perciò non si puòescludere che un’autorità pubblica richieda alproduttore di dichiarare la prestazione del prodotto

al di fuori della struttura del Cpr. Neanche in questicasi i prodotti possono essere marcati Ce ai sensidel Cpr.

16. Dove posso trovare e consultare il più recenteelenco di norme europee armonizzate (hEN)pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unioneeuropea (Ojeu)?Elenchi più recenti di norme europee armonizzate(hEN):http://ec.europa.eu/growth/single-market/european-standards/harmonised-standards/index_en.htm(per quelle inerenti il settore delle costruzionioccorre fare riferimento alla voce Construction e alrelativo link Construction products (CPD/CPR)).

17. Le classi tecniche sotto la direttiva Prodottida costruzione 89/106/Eec (Cpd), che sono stateincluse nelle norme armonizzate (hENs) citatenella Ojeu (Gazzetta ufficiale dell’Unioneeuropea), sono ancora valide sotto ilregolamento Prodotti da costruzione305/2011/Eu (Cpr)?Si, sono ancora valide: devono essere considerateclassi nell’ambito del significato dell’Articolo 2(7) delCpr e così dovrebbero essere usate quando gli statimembri definiscono requisiti sulla prestazione deiprodotti da costruzione, così come quando ifabbricanti dichiarano le prestazioni dei loroprodotti.

18. I livelli di soglia, stabiliti nelle normeeuropee armonizzate (hEN) citate nellaGazzetta ufficiale dell’Unione europea (Ojeu)sotto la direttiva Prodotti da costruzione, devonoessere ancora rispettati sotto il regolamentoProdotti da costruzione?Sì, devono essere ancora rispettati: essideterminano i livelli minimi (o massimi) diprestazione che i prodotti da costruzione inquestione dovrebbero raggiungere per essereimmessi sul mercato.

IgorMenicatti

Certificazione

prodotti

“I marchi di qualitào privati, a parte quellicon connotazioni nazionali,non possono coprirealcuna delle caratteristichegià incluse nella hEN”

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Ispezione

econtro

lli Genova: ICMQ verificaprogetto di risanamentodi edifici storiciA fine 2015 il Comune di Genova ha aggiudicatoa ICMQ il servizio di verifica dei progettidefinitivo ed esecutivo dell’intervento dirisanamento conservativo di due edifici ubicati invia Ludovico Ariosto a Genova, di importanzastorica e culturale in quanto inglobano il lato estdel chiostro grande della Certosa di SanBartolomeo, nel quartiere genovese di Rivarolo.Il complesso risente delle influenze di unintervento di restauro condotto nel corso dell’800dall’architetto Maurizio Dufour.La proprietà si ripartisce tra il Comune e la Curia.Il progetto portato avanti dal Comune di Genovariguarda il risanamento conservativo dei civici 8 e10, di sua proprietà, comprendente il rifacimentodella copertura, il recupero di quattro appartamentiin disuso da tempo e il ripristino di altri quattroappartamenti vuoti. Un progetto ambizioso poichési prefigge l’obiettivo di riportare a nuova vital’intero complesso, oggi molto degradato,garantendo al contempo la conservazione e lalettura di quei segni che identificano il valore storicoe monumentale del chiostro.

La verifica sul progetto definitivoL’attività di verifica sul progetto definitivo ècominciata lo scorso gennaio e si è focalizzatasulle principali criticità del progetto legate, dauna parte, alla scelta degli elementi costruttivi edei materiali da utilizzare per gli interventi direstauro e, dall’altra, alle tematiche strutturali.

A questo proposito l’analisi globale alla basedelle verifiche sismiche del progetto haevidenziato aspetti delicati relativi a un buoncomportamento d’insieme dell’edificio con alcunimeccanismi di rottura locale, legati a fenomeni dipressoflessione, che saranno attentamentemonitorati. Saranno verificati tutti gli interventiprogettuali che mirano ad ottenere un miglioreammorsamento tra i solai e le pareti portanti,con la realizzazione di una soletta armata conrete elettrosaldata ancorata alle pareti lateralicon spinotti o con fori a coda di rondine armati egettati. Gli interventi sull’edificio dovrannoanche assicurare una migliore continuitàstrutturale tra solaio esistente e nuova solettatramite l’inserimento di connettori: questo dovràavvenire sia a livello dei solai dei civici 8 e 10, siasu tutta la parte del solaio del loggiato checostituisce i terrazzi dei piani primo e secondo.Su questi aspetti, così importanti e correlati l’unoall’altro, si concentrerà l’attività di verifica che,partendo come da prassi dalla verifica dicompletezza, passerà poi alla verifica dettagliata ditutti gli elaborati documentali e grafici instaurandoun dialogo con i progettisti al fine di pervenire ad unrapporto finale ove siano stati chiusi tutti i rilieviriscontrati nelle fasi intermedie.

Alessia Rotondi

Ispezione

econtro

lli Impianti di depositoe distribuzione carburantiAeroporto di Fiumicino:ICMQ verifica i pianidi manutenzioneL’aeroporto di Fiumicino è dotato di un sistema distoccaggio e distribuzione del carburante aviocostituito da serbatoi situati al di fuori dell’air-sidee da una rete di condotte che raggiungono lepiazzole di sosta aeromobili; la gestione emanutenzione dell’intero sistema è affidata allaSeram, che deve comunicare semestralmente adAeroporti di Roma i piani delle manutenzioniperiodiche che verranno effettuate sugli impianti.ICMQ ha vinto la gara indetta da Aeroporti diRoma per l’affidamento del servizio dicertificazione di idoneità/congruità di questi

piani, riguardanti sia gli impianti di depositocarburante avio, sia la rete di distribuzione(Hrs). Per la partecipazione alla gara Aeroportidi Roma aveva richiesto ai concorrenti dieffettuare un sopralluogo in modo da conoscerel’articolazione e composizione degli impianti epoter valutare non solo tutti gli elementinecessari alla formulazione dell’offerta, ma ancheper prendere conoscenza dei luoghi edesaminarne le caratteristiche.Aeroporti di Roma ha richiesto anche il supportodi ICMQ per il monitoraggio dello stato diavanzamento dell’attività di aggiornamento deimanuali manutentivi e l’individuazione di azionicorrettive su eventuali problematiche che sisarebbero potute presentare.L’incarico si è concluso con l’emissione delrapporto di ispezione finale che ha raccolto gliesiti dei controlli effettuati.

Lilia Pinco

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Certificazione

personale L’adozione del Bim

nel Codice appalti

Il Bim, Building Information Modelling, ormaivisto come il futuro della progettazione integrata,è diffuso e in parte obbligatorio in numerosi paesieuropei e l’Italia si sta muovendo verso unapropria posizione. Il prossimo 18 aprile verràapprovato il decreto legislativo di recepimentodella direttiva europea 2014/24/EU (il cosiddettoCodice appalti) che introdurrà il metodo Bimnegli appalti pubblici. L’articolo 23 (Livelli dellaprogettazione per gli appalti, per le concessioni dilavori nonché per i servizi) cita infatti:La progettazione in materia di lavori pubblici siarticola, secondo tre livelli di successiviapprofondimenti tecnici, in progetto difattibilità tecnica ed economica, progettodefinitivo e progetto esecutivo ed è intesa adassicurare:[…] la razionalizzazione delle attività diprogettazione e delle connesse verificheattraverso il progressivo uso di metodi estrumenti elettronici specifici quali quelli dimodellazione per l’edilizia e le infrastrutture.L’obbligatorietà o meno del Bim è stata moltodiscussa, tanto che nella prima bozza erarichiesto come obbligatorio, mentre nellasuccessiva versione del 19 febbraio l’obbligo èdiventato “facoltà” da parte delle stazioni

appaltanti di richiedere l’uso del Bim per i lavorie per i servizi sopra la soglia comunitaria(5.225.000 euro per i lavori) utilizzandopiattaforme aperte per non limitare il mercato,come definito al comma 13 dell’art 23: Lestazioni appaltanti possono richiedere per lenuove opere nonché per interventi di recupero,riqualificazione o varianti, prioritariamenteper i lavori complessi, l’uso dei metodi estrumenti elettronici specifici di cui al comma1, lettera h). Tali strumentiutilizzano piattaforme interoperabili a mezzo diformati aperti non proprietari, al fine di nonlimitare la concorrenza tra i fornitori ditecnologie e di non limitare il coinvolgimento dispecifiche progettualità tra i progettisti. L’usodei metodi e strumenti elettronici può essererichiesto soltanto dalle stazioni appaltantidotate di personale adeguatamente formato eche dispongono di idonei sistemi dimonitoraggio.Un successivo decreto del ministero delleInfrastrutture e dei trasporti dovrà poiindividuare i tempi di progressiva introduzionedell’obbligatorietà del Bim, valutata in relazionealla tipologia delle opere e tenuto conto degliimporti. L’utilizzo del Bim inoltre costituiràparametro di valutazione dei requisiti premiantiper la qualificazione delle stazioni appaltanti.

Giuseppe Mangiagalli

Certificazione

personale Nuove regole

per la certificazionedei valutatori immobiliari

Lo scorso 18 gennaio si è chiusa la fase diconsultazione pubblica della prassi di riferimento(PdR) Uni di applicazione della norma Uni11558:2014 Valutatore immobiliare. Requisiti diconoscenza, abilità e competenza.La PdR ha lo scopo di fornire una serie diraccomandazioni agli organismi di certificazionein modo da rendere il più possibile uniforme ilmetodo di valutazione delle competenze. Lanorma di riferimento infatti definisce neldettaglio i requisiti di conoscenza, abilità ecompetenza ma descrive solo in modo sommariole modalità di valutazione di tali requisiti. È quiche la PdR entra nel merito, descrivendo in modopuntuale non solo le modalità di svolgimentodell’esame, ma anche il criterio di attribuzionedei punteggi delle singole prove.La prassi di riferimento introduce anchesostanziali novità rispetto alla norma Uni.

Pur essendo ancora in bozza, divide infatti in duelivelli il profilo professionale del valutatore:• livello base, che riguarda la valutazione diimmobili che non comportano particolarimetodologie di stima e per i quali è possibilecalcolare il valore mediante il confronto dimercato, la capitalizzazione diretta o il criteriodel costo;

• livello avanzato, che riguarda la valutazione diimmobili per i quali si utilizzano metodi distima complessi (capitalizzazione finanziaria,flusso di cassa scontato).

Iter di certificazionePer entrambi i livelli, i candidati sono ammessiall’esame previa verifica dei requisiti minimi dettatidalla Uni 11558: legittimazione allo svolgimentodell’attività, diploma di istruzione di secondo grado,esperienza professionale specifica di almeno treanni, polizza assicurativa per i rischi derivanti dallavalutazione immobiliare. In merito al primorequisito, decisamente poco chiaro, la Rete delleprofessioni tecniche, che ha contribuito allaredazione della PdR, ha richiesto che siasoddisfatto con l’iscrizione ad un albo professionale,

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mentre il quarto requisito (non previsto dallanorma Uni) è stato introdotto dalla PdR.L’esame di certificazione è sostanzialmentecomposto da tre prove scritte: un test di 20domande a risposta multipla, un questionario di 5esercizi a risposte chiuse e un caso studiospecifico per il livello di certificazione richiesto.Ciascuna prova è superata con un punteggio dialmeno 50/100, mentre l’esame è superato se ilpunteggio totale è di almeno 60/100.I valutatori che svolgono la professione daalmeno 10 anni, o che svolgono attività didocenza nel settore, hanno la possibilità dipartecipare al processo di certificazionepresentando elaborati o pubblicazioni che

verranno valutati dall’organismo dicertificazione, senza quindi sostenere un esamein aula, se non per approfondimenti in merito alladocumentazione presentata.Con la pubblicazione della PdR, del decretolegislativo di recepimento della direttiva mutui(direttiva 2014/17/Ue) e delle linee guida Abi del14/12/2014, si completa un quadro di riferimentonormativo e legislativo che permette ai valutatoriimmobiliari di ottenere un serio riconoscimentoprofessionale e di svolgere la propria attività concompetenze verificate e garantite da unorganismo terzo indipendente.

Giuseppe Mangiagalli

Certificazione

personale I nuovi professionisti

dell’energiaIl decreto legislativo n.102 del 4 luglio 2014 haintrodotto requisiti rivolti ai professionisti cheoperano nel settore dell’energia: in particolarerichiede la certificazione degli esperti in gestionedell’energia (Ege) secondo la norma Uni Cei11339 e degli auditor energetici (Ae) secondo larecente norma Uni Cei En 16247 parte 5.Con la pubblicazione lo scorso 25 maggio deldecreto direttoriale del ministeri dell’Ambiente edello Sviluppo economico, le modalità dicertificazione dell’Ege sono state unificate. Ciòsignifica che tutti gli organismi di certificazionedevono adottare gli stessi criteri per ammettereall’esame i candidati e devono anche adottare lestesse modalità di esame e di valutazione.ICMQ ha già da tempo ottenuto l’accreditamentoin conformità a tale schema e rilascia quindi icertificati con riportata la declaratoria “Schema

di certificazione elaboratosecondo l’art. 12 comma 1 delD.Lgs. 4 luglio 2014, n. 102”,come richiesto dallo schemaministeriale. I possessori diquesti certificati saranno gliunici a poter svolgere leattività previste dal dlgs 102 a

decorrere dal prossimo 19 luglio, mentre tutti glialtri certificati, privi del riferimento sopra citato,perderanno di validità.Per quanto riguarda l’auditor energetico, lapubblicazione della norma Uni Cei En 16247-5 haconsentito l’avvio dell’iter per la definizione diuno schema ministeriale sull’esempio di quellogià emesso per l’Ege. A questo proposito loscorso dicembre si è conclusa la serie di riunioniorganizzate da Accredia con il coinvolgimentodelle parti interessate (fra queste gli organismi

di certificazione, i ministeri e le associazioni) alfine di emettere uno schema di certificazionecondiviso da proporre ai ministeri per ladefinitiva pubblicazione.

Le differenze fra Ege e auditor energeticoSeppure apparentemente simili, i due profiliprofessionali sono sostanzialmente differenti inquanto l’Ege possiede competenzemultisettorialiche spaziano dalla conoscenza del sistema digestione Iso 50001 alla gestione di contabilitàanalitiche, al project management e alla promozionedi politiche energetiche, mentre l’auditor energeticoha il compito di svolgere le sole diagnosi energetiche,con un elevato livello di specializzazione. Neconsegue che l’esame di certificazione dell’auditorsarà differente, sia come requisiti di ammissione, siacomemodalità di svolgimento.Un’altra differenza fra i due profili professionaliè nel settore di specializzazione: mentre l’Ege hala possibilità di certificarsi nei settori civile eindustriale, per l’auditor energetico sono definitii settori “civile, processi e trasporti”, in coerenzaalle norme della serie En 16247 parti 2, 3 e 4.È interessante sottolineare che la norma dicertificazione dell’Ae è una norma europea (UniCei En), mentre quella dell’Ege è una normaitaliana (Uni Cei); ne consegue che l’Aecertificato sotto accreditamento in Italia puòoperare in ambito europeo, mentre l’Ege perpoter svolgere audit energetici in Europa ètenuto a certificarsi anche in conformità alla UniCei En 16247-5. L’esame sarà certamente di tiposemplificato, ma si tratta comunque di unasituazione paradossale: anche se l’esame dicertificazione dell’Ege già include la verificadella conoscenza delle diagnosi energetiche inconformità alla serie Uni Cei En 16247, questadeve essere però “riverificata” per avere unriconoscimento europeo.

Giuseppe Mangiagalli

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“La norma di certificazionedell’Ae è una norma europea(Uni Cei En), mentrequella dell’Ege è una normaitaliana (Uni Cei)”

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Privacy? Che cos’è?

Dopo un lunghissimo iter politico parlamentare,la Commissione europea lo scorso 15 dicembreha approvato il Regolamento europeo sullaprotezione dei dati personali.Questo è il documento che verrà adottato da tuttii paesi aderenti alla Ue con l’obiettivo, nel piùampio contesto della tutela delle persone fisiche,di regolamentare il trattamento dei datipersonali finalizzato anche alla liberacircolazione dei dati stessi.Il titolo scelto per questo articolo vuoleevidenziare un fondamentale assunto di chiarezzadi questo documento: la totale assenza delvocabolo privacy. Finalmente la terminologia intema di dati personali sgombra il campo daqualsiasi riferimento a un termineimpropriamente utilizzato nel linguaggio corrente.La necessità di adottare unmodello comune dinorma per la tutela dei diritti delle persone che, perobbligo o per volontà, mettono a disposizione di terzi

i propri dati personali, costituisceuna delle priorità individuate dalsistema sociale mondiale per losviluppo delle “relazioni via web”.Relazioni che costituiscono loscenario su cui si stanno realizzandoprogetti di profonda innovazione esemplificazione di servizi e mercati.

Il Regolamento europeo avrà quindi un notevoleimpatto sull’operatività delle organizzazioni che,per finalità di legge o del proprio business,gestiscono dati personali. Le sanzioni previste, incaso di violazione, possono arrivare fino al 4 percento del fatturato.Il testo, precludendo ogni altra interpretazione,individua anche requisiti organizzativi, gestionali ecomportamentali che devono essere soddisfattiper garantire la protezione e la libera circolazionedi dati personali. Alcuni di questi requisiti trovanofondamento e pratica applicazione attraverso ilnoto ciclo Pdca (Plan, Do, Check, Act) e possonoquindi rientrare nel concetto di certificazione daparte di organismi di parte terza.

La figura delData Protection OfficerCon riferimento agli aspetti organizzativi, ilRegolamento individua i soggetti che all’interno diun’organizzazione assumono importantiresponsabilità giuridiche. Dopo aver confermatosoggetti già noti, quali ilData Controllerequivalente del nostrano Titolare e ilDataProcessor che di fatto coincide con il Responsabiledel trattamento, il Regolamento individua ilDataProtection Officer, soggetto che non ha equivalentinel vigente sistema nazionale ma che avràl’importante ruolo di adottare sistemi e strumenti

per proteggere i dati personali da usi impropri eillegittimi. Il Regolamento destina a questa figuraampio potere decisionale e profonda autonomia,estesa alla possibilità di segnalare direttamente alData Protection Authority (ndr: Garante nazionale)la mancata attuazione delle sue disposizioni da partedegli altri soggetti responsabili. IlData ProtectionOfficer è quindi particolarmente tutelato dalRegolamento, che prevede la sua nomina attraversoun contratto di servizio della durata minima diquattro anni e la disponibilità delle risorsenecessarie alla sua funzione. La presenza delDataProtection Officer sarà obbligatoria per tutti isoggetti giuridici equiparati a pubblicheamministrazioni, per i titolari che abbiano comeprincipale attività quella di trattamento di datipersonali che richiedono unmonitoraggio continuo,nonché per quelli che trattino particolari categoriedi dati personali.Le competenze richieste in capo alData Protection Officer sono elevate e spazianonegli ambiti giuridici, organizzativi e tecnici conparticolare riguardo all’analisi dei rischi,all’information technology e connesse tematiche disecurity e business continuity. Non a caso lo stessoRegolamento stabilisce che ilData ProtectionOfficer dovrà essere selezionato in base al livello diconoscenza specifica commisurato alla protezionerichiesta per i dati oggetto dei trattamenti.

L’importanza della certificazioneNel novero del sistema delle certificazioni, quelladelle competenze deiData Processor e deiDataProtection Officer potrà risultare uno deglistrumenti di sviluppo e di tutela delle attività.Fra gli aspetti gestionali, il Regolamento individuaalcuni strumenti di pianificazione e controllo. Diparticolare interesse sono il data protection bydesign e il data protection by default. Il primoimpone di attuare misure gestionali e tecnicheconsiderando l’intero ciclo di vita della gestione deidati personali, dal momento della raccolta fino altrattamento e alla cancellazione; il secondo imponesimili misure per assicurare che vengano elaboratisolo i dati personali necessari e che non venganoresi accessibili senza l’intervento di un soggettoresponsabile. La conformità di questi strumenti alledisposizioni regolamentari può essere dimostrataattraverso lo strumento della certificazione cui ilRegolamento dedica un intero articolo. È previsto ilricorso alla certificazione volontaria rilasciata daorganismi di certificazione accreditati dallaDataProtection Authority o dagli enti di accreditamentonazionali istituiti ai sensi del Regolamento Ce765/2008, come Accredia nel nostro paese. Ilpossesso della certificazione consente allaDataProtection Authority di contenere gli importi dellesanzioni nel caso di acclarate inadempienze.

Luciano Rivieccio

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“Il Regolamento individuai soggetti che all’internodi un’organizzazioneassumono importantiresponsabilità giuridiche”

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Importante risultatoper Make It Sustainablebuilding materialsDal 17 al 20 febbraio scorso si è svolto a NewDelhi il 7° Griha Summit 2016, eventoorganizzato annualmente dal Teri (The Energyand Resource Institute) e focalizzato sul GreenBuilding. Griha è infatti uno dei più diffusischemi di certificazione di edificio indiani.Nell’ambito del Forum è stato presentato ilprogettoMake It Sustainable BuildingMaterials (Mibsm), promosso congiuntamentedalla Indo Italian Chamber of Commerce, dalCentro estero per l’internazionalizzazionePiemonte e dalla Coventry University, finanziatoda Ebtc (European Business Technology Centre)e coordinato da ICMQ India. Obiettivo delprogetto è predisporre protocolli per lacertificazione eco di materiale da costruzione pertre grandi famiglie di prodotti - cemento,

calcestruzzo e malte; mattoni e piastrelle;isolamenti e impermeabilizzazioni - in conformitàalle norme Iso 14020.Nel corso dell’evento il segretario generale dellaIndo Italian Chamber of Commerce, ClaudioMaffioletti, e il vice presidente Griha, AmitKumar, hanno firmato un importanteMemorandum of understanding (Mou) allapresenza del rappresentante della delegazioneUE a Delhi, Maurizio Cellini. Il Mou prevede ilriconoscimento da parte del Griha di schemi dicertificazione eco di prodotto che fannoriferimento a protocolli predisposti nell’ambitodel progetto Misbm e che sono gestiti daorganismi di comprovata esperienza nel settoredella certificazione eco. Il Mou prevede anche lamessa a punto di meccanismi premianti perprodotti certificati secondo questi protocolli, sianell’ambito del punteggio ai fini dellacertificazione di edificio Griha, sia nellapresentazione del catalogo di prodotti greenpresente sul sito del Griha.

ICMQIndia

La certificazione ecocome leva competitivaQuesto accordo può avere notevole impatto per leimprese italiane ed europee del settorecostruzioni. L’India, come tutti sanno, è unmercato altamente price sensitive e lacompetizione sui fattori di qualità e prestazionesuperiore non è sufficiente.Vi è la necessità di fornire al mercato una uniqueselling proposition che aiuti i produttori dimateriali a giustificare le ragioni di un prezzosuperiore.La certificazione eco di prodotto riferita astandard internazionali costituisce sicuramente

un elemento aggiuntivo in piùda inserire nelle schedetecniche ma, grazie a questoaccordo, il legame tracertificazione eco di prodotto eschema Griha può aprire leporte del mercato indiano atanti prodotti innovativi

realizzati da imprese italiane ed europee.L’accordo stipulato dalla Indo Italian Chamber ofCommerce con il Griha chiude di fatto un cerchioimportantissimo: la certificazione eco di prodottocome leva competitiva per l’accesso al mercato.Su questo accordo ICMQ India e Indo ItalianChamber of Commerce stanno mettendo a puntouna gamma integrata di servizi di “certificazioneeco + promozione sul mercato indiano” che

favorirà l’avvicinamento a un enorme mercato diconsumo di materiali per edilizia a impreseitaliane di qualsiasi dimensione.Questo progetto consente anche di legare inmodo virtuoso la certificazione di prodotto ecocon il marchio Make It Sustainable: le aziende e iprodotti italiani in possesso di questi dueelementi identitari promossi da ICMQtroveranno in India un mercato pronto avalorizzarli.ICMQ India sta sviluppando una strategiaanaloga anche in altri paesi dell’Asia.

Cesare Saccani

“Questo accordopuò avere notevole impattoper le imprese italianeed europee del settorecostruzioni”

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Certificazionesistema di gestionedella qualitàA seguito delle ultime certificazionirilasciate in conformità alla normaUni En Iso 9001:2008 la situazionedelle aziende con sistema qualitàcertificato è la seguente:

Certificazioni emesse 1388Certificazioni attive 613Unità produttive attive 1327

CARMET Sas di Fietta Graziella & C.Sede operativa: Brebbia VARealizzazione e montaggio dicarpenteria metallica e manutenzionedi impianti industrialiwww.carmetimpianti.it

CAMPION SrlSede operativa: Gaiarine TVProgettazione e produzione di elementistrutturali prefabbricati in calcestruzzo

GRUPPO INGEGNERIA TORINO SrlSede operativa: TorinoErogazione di servizi di consulenza eprogettazione civile, industriale eambientalewww.gruppoing.to.it

ITALCHIMICA SrlSede operativa: Opera MIProgettazione e produzione di prodottichimici per l’edilizia

LEMAC SrlSede operativa: Gioiosa marea MELavorazione ferro per C.A., produzionee distribuzione di calcestruzzopreconfezionatowww.lemacsrl.net

EstensioniBIASUZZI CAVE SpASede legale: Ponzano veneto TVUP: Montebelluna TVProduzione e distribuzione dicalcestruzzo preconfezionatowww.gruppobiasuzzi.c

IMPIANTI & STRUTTURE SpASede legale: Mariglianella NAUP: Pomigliano D’arco NAproduzione e distribuzione di aggregatilapidei selezionati

ING. LEOPOLDO CASTELLI SpACOSTRUZIONISede operativa: ComoRestauro di beni immobili sottoposti atutela

PE GEOM. GIOVANNI BATTISTASede operativa: Rapallo GECostruzione di edifici

PIEROBON Snc di PierobonEmanuele & C.Sede operativa: Cittadella PDVia Sanmartinara, 61 - 35013 -CITTADELLA (PD)Posa in opera di coperturewww.pierobonsrl.it

Le nuovecertificazioniICMQVengono di seguito riportatele certificazioni volontarie emesseda fine settembre a novembre.

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DAI VALORE ALLA TUA CERTIFICAZIONE!Il sistema qualità, ambiente o sicurezza della tua azienda è certificato?ICMQ fornisce gratuitamente adesivi con il relativo marchiodi certificazione, da apporre sui mezzi aziendali.

Richiedi informazioni a: [email protected]

Certificazionesistema di gestioneambientaleA seguito delle ultime certificazionirilasciate in conformità alla normaUni En Iso 14001:2004 e alRegolamento Emas la situazionedelle aziende con sistema digestione ambientale certificatoè la seguente:

Certificazioni emesse 212Certificazioni attive 115Unità produttive attive 160

VALLEDORA SpASede legale: TorinoUP: Cavaglià BIProduzione di aggregati lapideiselezionati attraverso le fasi diestrazione con mezzi meccanici,frantumazione, vagliatura, lavaggio,stoccaggio, carico mezzi di trasporto econsegna; altre attività estrattive

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Certificazionedi prodottoA seguito delle ultime certificazionirilasciate la situazione dellecertificazioni è la seguente:

Certificazioni emesse attive 2201Unità produttive 2201

OF.IN.MET srlSede operativa: Corigliano calabro CSQualifica del procedimentodi saldatura - WPS 001/16Qualifica del procedimentodi saldatura - WPS 002/16Uni En Iso 15614-1

Certificazione ImpreseF-GasTra fine dicembre e marzo sono statecertificate, secondo il RegolamentoCE n. 303/08, 203 imprese chesvolgono attività di installazione,manutenzione e riparazione diapparecchiature fisse di refrigerazione,condizionamento d’aria e pompe dicalore contenenti taluni gas fluoruratiad effetto serra.

CertificazionepersonaleCertificazioni attive 2999

Esperti in gestionedell’energiaDa gennaio a marzosono state certificate 56 persone.

Operatoredi apparecchiaturecontenenti F-GASRegolamento CE 303/2008Da gennaio a marzosono state certificate 163 persone.

SaldatoriDa gennaio a marzosono state certificate 31 persone.

BrasatoriDa gennaio a marzosono state certificate 49 persone.

Tutti i dettagli sonodisponibili sul sito di ICMQ

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Tutti i dettagli sonodisponibili sul sito di ICMQ

FPC CLSPreconfezionatoA seguito delle ultime certificazionirilasciate in conformità al Dm14/01/08 la situazione delle aziendecertificate è la seguente

Certificazioni emesse attive 712Unità produttivecertificate attive 712

CALCESTRUZZI MAGNANI SrlSede operativa: Nervesadella battaglia TVProduzione e distribuzionedi calcestruzzo preconfezionatocon processo industrializzato.

Certificazionesistema di controlloqualità delle saldatureA seguito delle ultime certificazionirilasciate in conformità alla normaUni En Iso 3834-3 la situazionedelle aziende con il sistema dicontrollo qualità delle saldaturecertificato è la seguente

Certificazioni emesse 17Certificazioni attive 10Unità produttive attive 11

TEC.AM SrlSede operativa: Albino BG

PROCHIN ITALIA Prodotti ChimiciIndustriali SrlSede legale: NapoliUP: Marcianise CESodio silicato soluzione Profast SL 40www.prochinitalia.it

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Programma aprile - giugno 2016

Form

azione

ICMQ NotizieVia G. De Castillia, 10 – 20124 MilanoTel. 02 7015081 – Fax 02 70150854e-mail: [email protected] – http://www.icmq.orgDirettore Responsabile: Lorenzo OrsenigoStampa: MEDIAPRINT – Via Mecenate, 72/3620138 MilanoRegistrazione Tribunale di Milanon° 475 del 30 settembre 1995

Poste

ItalianeS

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Postale

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diversamente specificato, si svolgono a Milano.Per informazioni più dettagliate e iscrizioni viinvitiamo a contattare ICMQ: tel. 02 7015081,fax 02 70150854, [email protected], www.icmq.org.

Riportiamo il calendario indicativo dei principalicorsi e seminari programmati fino a giugno.Tutti i corsi sono accreditati ai fini del rilasciodei crediti formativi professionali e, ove non

AMBIENTE - QUALITÀ - SICUREZZAaprileISO 9001:2015, QUALI LE NOVITÀINTRODOTTEmaggio a VeronaNUOVA ISO 9001: 2015, NOVITÀE TRANSITORIOmaggioINTRODUZIONE AL SISTEMA DI GESTIONEAMBIENTALE ISO 14001:2015

ISPEZIONI

giugnoIL CONTROLLO TECNICO IN CORSOD’OPERA AI FINI DELLA DECENNALEPOSTUMA E LA SOSTENIBILITÀ

SOSTENIBILITÀmaggioPROGETTAZIONE INTEGRATIVA:LA METODOLOGIA LIFE CYCLESUSTAINABILITY ASSESSMENT NELLEFASI DI PROGETTAZIONE PRELIMINARE,DEFINITIVA, ESECUTIVA

CERTIFICAZIONE DI PRODOTTOaprile/maggioIL COORDINATORE DI SALDATURA PER LECARPENTERIE METALLICHEmaggioLA NORMA EN 1090 PER LA MARCATURE CEDELLE STRUTTURE METALLICHE:IL PROCESSO DI PROGETTAZIONE -I CONTROLLI IN OFFICINA E CANTIEREgiugnoL’EVOLUZIONE NORMATIVANELL’ACCETTAZIONE DEI MATERIALIIN CANTIERE

ALTRO

aprileINTERNETESOCIALNETWORK: SCENARIOGENERALE, STRUMENTIEMETODOLOGIEPERUNUSOPROFESSIONALEEPERSONALE

Accordo con il Collegio degli ingegnerie architetti della provincia di Milano

Prosegue la collaborazione per l’organizzazione di corsi

validi per il rilascio dei crediti formativi previsti dal Rego-

lamento per l'aggiornamento della competenza profes-

sionale del Cni. Tutti i corsi erogati da ICMQ rientrano

nell’ambito di questo accordo.