ia settembre 2003 - cialombardia.org · * scelte applicative della nuova Pac bovini rispondenti...

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Impresa Agricola MENSILE DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DELLA LOMBARDIA Anno XXIV n. 7 - settembre 2003 Spedizione in a.p. 45% art. 2 legge 662/96 - DC Brescia Continua la mobilitazione della Cia per il latte lombardo Più quote, prezzo remunerativo e meno burocrazia per il latte Dai presidi a difesa del latte lombardo * Difendere i livelli produttivi storici * Consolidare l'intera quota B * Prezzo del latte remunerativo * Meno burocrazia per le imprese Per il futuro della zootecnia da latte lombarda, fatta da un patromonio consolidato di: - allevatori capaci - prodotti eccellenti - imprese singole e associate competitive la Cia chiede alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale un impegno per: * nuovi e adeguati spazi produttivi per i produttori che hanno subito il taglio della quota B, per chi ha investito nell’acquisto di quote e per i giovani, da conseguire nel corso del semestre di presidenza italiana della Ue; * scelte applicative della nuova Pac bovini rispondenti alla tutela del reddito degli allevatori lombardi; * strumenti interprofessionali per la valorizzazione e la remunerazione delle produzioni lattiero-casearie lombarde; * semplificazione degli oneri burocratici nell’applicazione delle nuove normative, favorendo l’utilizzo dell’autocertificazione. alla Fiera di Cremona, ottobre 2003, un confronto tra il sistema produttivo, le istituzioni e la politica Nei prossimi mesi non solo scadenze burocratiche per i produttori, ma anche verifica dell’impegno della politica e delle istituzioni per il latte lombardo P iù quote latte all'Italia e soprattutto alla Lombardia per com- pensare le perdite produttive dovute al taglio della cosid- detta quota B. Questo è l’impegno che il presidente della Giunta regionale lombarda Roberto Formigoni e la vicepresiden- te e assessore all'agricoltura, Viviana Beccalossi, hanno garantito negli incontri, a Milano e a Brescia, con i produttori di latte della Cia. Numerosi produttori di latte e decine di trattori in tutte le città lombarde, lo scorso 3 ottobre, si sono mobilitati a sostegno delle proposte della Confedera- zione italiana agricoltori della Lombardia per il siste- ma latte. Pieno successo ha avuto la giornata dei presidi del latte , caratterizzata dagli incontri con i prefetti, i presi- denti e gli assessori provin- ciali. Le proposte della Cia Lombardia sono state pre- sentate a Formigoni che ha incontrato una delegazione di allevatori guidata dal pre- sidente regionale della Confederazione Mario Lan- zi. Al termine dell'incontro la delegazione della Cia ha espresso apprezzamento per la sensibilità dimostrata dal presidente Formigoni sui temi della zootecnia da latte e soddisfazione per l'impe- gno assunto a sostegno della richiesta di maggiori quote latte per la Lombardia e di convocare a breve un incon- tro interprofessionale del set- tore lattiero-caseario. A Formigoni, anche in considerazione del suo recente incarico di capo della delegazione italiana al consi- glio dei ministri agricoli europei, la Cia Lombardia ha chiesto di operare, nelle sedi comunitarie e nazionali, per conseguire gli obiettivi di difesa del latte lombardo e di remunerazione della produ- zione. "Le nostre tre propo- ste cardine -sottolinea Lanzi- si possono così riassumere: 1) la convocazione di un tavolo interprofessionale per la definizione del prezzo del latte per il 2003; 2) il conse- guimento nel semestre di presidenza italiana del- l'Unione europea dell'au- mento della quota latte per recuperare in Lombardia spazi produttivi sia a favore delle aziende che hanno subito il taglio della quota B, sia per quelle che hanno investito nell'acquisto delle quote; 3) semplificare gli oneri burocratici nell'appli- cazione delle nuove normati- ve, favorendo l'utilizzo del- l'autocertificazione che costituisce anche il ricono- scimento della dignità imprenditoriale”. La mobilitazione della Cia Lombardia ha già ottenuto un primo risultato: il presi- dente della Regione Lombardia Formigoni ha inviato una lettera al presi- dente del consiglio Berlusconi e al ministro Alemanno per sollecitare un impegno ufficiale del gover- no italiano per richiedere un aumento di quote latte per l’Italia e per la Lombardia. La presidenza italiana del semestre europeo è infatti un’importante opportunità per avviare le trattative con l’Unione europea. Tra l’al- tro, il nuovo regolamento comunitario scaturito dal dibattito sulla riforma di medio temine della Pac, san- cisce che i quantitativi di riferimento nazionali posso- no essere oggetto di un even- tuale riesame “alla luce delle siuazione generale del mer- cato e delle condizioni speci- fiche di taluni Stati membri”. Maggiori spazi produttivi per gli allevamenti da latte lombardi sono la condizione prioritaria per affrontare una seria politica zootecnica. In questo numero, a pagina tre, abbiamo raccolto alcuni dati e studi sull’evoluzione recente e futura del settore lattiero-caseario in Lombar- dia. Il processo di ristruttura- zione della zootecnia da latte lombarda è partito molti anni fa ed è giunto a risultati importanti in termini produt- tività aziendale. Ora questo patrimonio non va disperso, ma anzi rafforzato. E’ per questo che la Cia Lombardia anche alla Fiera internazio- nale del Bovino da latte di Cremona continuerà la sua mobilitazione a sostegno delle ragioni dei produttori di latte lombardo, impegnando le istituzioni e la politica sui questi temi. Diego Balduzzi Consulenza tecnica Progetti 2004 Il 3 ottobre si sono tenuti nelle provice lombarde i “presidi del latte” organizzati dalla Cia Lombardia (nella foto a destra il presidio a Mantova)

Transcript of ia settembre 2003 - cialombardia.org · * scelte applicative della nuova Pac bovini rispondenti...

Impresa AgricolaMENSILE DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DELLA LOMBARDIA

Anno XXIV n. 7 - settembre 2003 Spedizione in a.p. 45% art. 2 legge 662/96 - DC Brescia

Continua la mobilitazione della Cia per il latte lombardo

Più quote, prezzo remunerativoe meno burocrazia per il latte

Dai presidi a difesa del latte lombardo

* Difendere i livelli produttivi storici

* Consolidare l'intera quota B

* Prezzo del latte remunerativo

* Meno burocrazia per le imprese

Per il futuro della zootecnia da latte lombarda, fatta da un patromonio consolidato di:

- allevatori capaci

- prodotti eccellenti

- imprese singole e associate competitive

la Cia chiede alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale un impegno per:

* nuovi e adeguati spazi produttivi per i produttori che hanno subito il taglio della

quota B, per chi ha investito nell’acquisto di quote e per i giovani, da conseguire nel

corso del semestre di presidenza italiana della Ue;

* scelte applicative della nuova Pac bovini rispondenti alla tutela del reddito

degli allevatori lombardi;

* strumenti interprofessionali per la valorizzazione e la remunerazione

delle produzioni lattiero-casearie lombarde;

* semplificazione degli oneri burocratici nell’applicazione delle nuove normative,

favorendo l’utilizzo dell’autocertificazione.

alla Fiera di Cremona, ottobre 2003,

un confronto tra il sistema produttivo, le istituzioni e la politica

Nei prossimi mesi non solo scadenze burocratiche per i produttori, ma anche

verifica dell’impegno della politica e delle istituzioni per il latte lombardo

Più quote latte all'Italiae soprattutto allaLombardia per com-

pensare le perdite produttivedovute al taglio della cosid-detta quota B.

Questo è l’impegno che ilpresidente della Giuntaregionale lombarda RobertoFormigoni e la vicepresiden-te e assessore all'agricoltura,Viviana Beccalossi, hannogarantito negli incontri, aMilano e a Brescia, con iproduttori di latte della Cia.

Numerosi produttori dilatte e decine di trattori intutte le città lombarde, loscorso 3 ottobre, si sonomobilitati a sostegno delleproposte della Confedera-zione italiana agricoltoridella Lombardia per il siste-ma latte. Pieno successo haavuto la giornata dei presididel latte , caratterizzata dagliincontri con i prefetti, i presi-denti e gli assessori provin-ciali.

Le proposte della CiaLombardia sono state pre-sentate a Formigoni che haincontrato una delegazionedi allevatori guidata dal pre-sidente regionale dellaConfederazione Mario Lan-zi.

Al termine dell'incontro ladelegazione della Cia haespresso apprezzamento perla sensibilità dimostrata dalpresidente Formigoni suitemi della zootecnia da lattee soddisfazione per l'impe-gno assunto a sostegno dellarichiesta di maggiori quotelatte per la Lombardia e diconvocare a breve un incon-tro interprofessionale del set-tore lattiero-caseario.

A Formigoni, anche inconsiderazione del suorecente incarico di capo delladelegazione italiana al consi-glio dei ministri agricolieuropei, la Cia Lombardia hachiesto di operare, nelle sedicomunitarie e nazionali, perconseguire gli obiettivi didifesa del latte lombardo e diremunerazione della produ-zione. "Le nostre tre propo-ste cardine -sottolinea Lanzi-si possono così riassumere:1) la convocazione di untavolo interprofessionale perla definizione del prezzo dellatte per il 2003; 2) il conse-guimento nel semestre dipresidenza italiana del-l'Unione europea dell'au-mento della quota latte perrecuperare in Lombardiaspazi produttivi sia a favoredelle aziende che hannosubito il taglio della quota B,sia per quelle che hannoinvestito nell'acquisto dellequote; 3) semplificare gli

oneri burocratici nell'appli-cazione delle nuove normati-ve, favorendo l'utilizzo del-l'autocertificazione checostituisce anche il ricono-scimento della dignitàimprenditoriale”.

La mobilitazione della CiaLombardia ha già ottenutoun primo risultato: il presi-dente della RegioneLombardia Formigoni hainviato una lettera al presi-dente del consiglioBerlusconi e al ministroAlemanno per sollecitare unimpegno ufficiale del gover-no italiano per richiedere unaumento di quote latte perl’Italia e per la Lombardia.

La presidenza italiana delsemestre europeo è infattiun’importante opportunitàper avviare le trattative conl’Unione europea. Tra l’al-tro, il nuovo regolamentocomunitario scaturito daldibattito sulla riforma dimedio temine della Pac, san-cisce che i quantitativi diriferimento nazionali posso-no essere oggetto di un even-tuale riesame “alla luce dellesiuazione generale del mer-cato e delle condizioni speci-fiche di taluni Stati membri”.

Maggiori spazi produttiviper gli allevamenti da lattelombardi sono la condizioneprioritaria per affrontare unaseria politica zootecnica.

In questo numero, a paginatre, abbiamo raccolto alcunidati e studi sull’evoluzionerecente e futura del settorelattiero-caseario in Lombar-dia. Il processo di ristruttura-zione della zootecnia da lattelombarda è partito molti annifa ed è giunto a risultatiimportanti in termini produt-tività aziendale. Ora questopatrimonio non va disperso,ma anzi rafforzato. E’ perquesto che la Cia Lombardiaanche alla Fiera internazio-nale del Bovino da latte diCremona continuerà la suamobilitazione a sostegnodelle ragioni dei produttori dilatte lombardo, impegnandole istituzioni e la politica suiquesti temi.

Diego Balduzzi

Consulenza tecnica

Progetti 2004Il 3 ottobre si sonotenuti nelle provicelombarde i “presididel latte” organizzatidalla Cia Lombardia(nella foto a destra ilpresidio a Mantova)

Impresa Agricolasettembre 2003 2

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Si prevedono perdite per 5,5 miliardi di euro con cali di produzione sino al 10-15%

Agricoltura italiana: il 2003 anno disastroso

Iprimi provvisori datidella Cia tracciano unbilancio pesante. La sic-

cità ha avuto effetti deva-stanti ma non solo in Italia.Forti i cali registrati per tuttele coltivazioni e per la zoo-tecnia. Gli effetti negativi siavranno fino alla prossimaprimavera. In Europa i dannihanno superato i 13,5 miliar-di di euro.

Un danno di oltre 5,5miliardi di euro, un calo intermini produttivi tra il 10 eil 15 per cento, una diminu-zione dei redditi dei produt-tori e un aumento consistentedovuti agli incrementi diprezzi e tariffe e dell’infla-zione. Questo il quadro atinte grigie dell’annata agra-ria del 2003. Un anno -secondo le elaborazioni dellaCia- da dimenticare; uno deipeggiori degli ultimi ventianni. Prima le gelate, poi lealluvioni, infine il colpo digrazia della siccità. Le con-seguenze per i campi sonostate devastanti e non solonel nostro Paese. In Europal’eccezionale ondata di caldoha causato un vero disastro:oltre 13,5 miliardi di danni.

L’Italia -come si rileva daiprimi provvisori dati dellaCia- è stata comunque lanazione più colpita. In prati-ca, un raccolto su tre è anda-to perduto. Particolarmentedanneggiate risultano le pro-duzioni ortofrutticole (unadiminuzione tra il 25 e il 30per cento), di mais (meno 27per cento), di barbabietola dazucchero (meno 25 percento), di foraggio (meno 40per cento), di olio (meno 30per cento), di vino (meno 18per cento), di grano tenero eduro (meno 8 per cento).

Nel conteggio dei danninel nostro Paese -sottolineala Cia- vanno tuttaviaaggiunti i costi per il ripristi-no dei terreni agricoli e leperdite di mercato. Vannoconteggiate, inoltre, lesomme necessarie per laricostruzione delle strutture(serre, stalle), il reimpiantodelle coltivazioni danneggia-te, la ricostituzione dellescorte e il riacquisto dei mac-

chinari. Effetti non secondari, a

causa della siccità e del grancaldo, si sono avuti anche nelsettore zootecnico. Danni siregistrano in tutta Europa. InItalia, in particolare, tutti iprincipali terreni da pascolosono stati colpiti e compro-messi dalla mancanza diumidità.

La carenza di foraggioverde ha avuto un impattonegativo nei comparti bovi-no e lattiero-caseario.Soprattutto in questo ultimosettore l’effetto nefasto dellasiccità proseguirà durantetutto l’inverno e fino allaricostruzione naturale dellescorte di foraggio nella pri-mavera del 2004.

Per quanto riguarda glialtri paesi dell’Unione euro-pea, in Francia si registranoperdite per 4 miliardi di euro(1,5 miliardi solo nel settorebovino), 1,5 miliardi inGermania, 1 miliardo inSpagna, 1,5 miliardi inPortogallo.

In Italia -ricorda- sono 2milioni 593 mila le aziende ele proprietà agricola conteg-giate dal V Censimento Istat,con una superficie totale(Sat) pari a 19,6 milioni diettari e 13,2 milioni di super-ficie agricola utilizzata(Sau). Invece, le impreseagricole iscritte agli albidetenuti dalle Camere diCommercio sono circa 1milione 200 mila.

La Cia, infine, rileva che ilbilancio tracciato è ancoraprovvisorio e rischia diaggravarsi ulteriormentequando saranno a disposizio-ne i dati definitivi delle col-ture autunnali (olivo, frutta)e di quelli delle produzionizootecniche.

Panorama Agricoltura

Quanto ci costa man-giare: ogni famigliaspende 77 euro in più almeseEuro, siccità, gelate, allu-vioni, “tagli” della produ-zione agricola nazionale,speculazioni, rincari nellastragrande maggioranzadelle volte ingiustificati deiprezzi dei prodotti agro-ali-mentari, sono costati salatiagli italiani. In ventiduemesi, da quando è entrata invigore la moneta unica,ogni famiglia ha speso inpiù 1.694 euro per la spesaalimentare, in pratica 77euro in più al mese rispettoa quanto si spendeva fino al2001. Quindi, ogni italianoha speso in più 594 euro, inpratica 27 euro al mese. Unaumento medio che, però,si è andato accentuandonegli ultimi sei mesi, convere e proprie impennatedei prezzi. Gli incrementi -fa notaredella Cia- si riscontrano intutta la filiera agro-alimen-tare. Ma essi non sonoequamente distribuiti tra ivari soggetti della catenaalimentare. All’origine tro-viamo, infatti, aumenti,dovuti soprattutto aglieffetti causati dalle avversecondizioni metereologiche(specialmente la persistentesiccità dell’estate scorsache ha provocato danniingenti alle coltivazioni),che si sono mantenuti inlinea con il tasso d’inflazio-ne programmato, eccezionfatta per alcune produzioniortofrutticole. Aumenti che, tuttavia, sisono moltiplicati negli altripassaggi (anche sei-sette)sino al consumo finale.

Il “conto” del caldo edella siccità

ProduzioniVariazioni rispetto al2002Grano - 8 % Foraggio - 40 % Girasole - 30 % Zucchero - 25 % Patate - 30 % Mele - 10 % Pere - 10 % Pesche - 30 % Agrumi - 20 % Frutta in guscio - 25 %Vino - 18 % Olio - 30 % Prodotti orticoli - 30 % Tabacco - 3 %

Itroppi passaggi di filiera“gonfiano” i prezzi deiprodotti agricoli. L’at-

tuale sistema non va e deveessere al più presto riformato

Il presidente della CiaMassimo Pacetti: ci vuolemaggiore trasparenza pergarantire i consumatori.Dall’origine al consumo sisono registrati anche aumen-ti insostenibili.

“Il problema dei prezzi deiprodotti alimentari, in parti-colare quelli dell’ortofrutta,deve essere affrontato inmaniera chiara e definitiva.E’ indispensabile sviluppareil confronto che si è apertotra governo e parti sociali inmodo da poter discutere laquestione in tutti suoi aspetti.Ma non basta. Per contrasta-re i rincari occorre anche unconcreto dialogo tra tutta lafiliera agro-alimentare perarrivare da una completa tra-sparenza e garantire, così, iconsumatori che troppe voltesi trovano frastornati siadagli aumenti che da unainformazione confusa e par-ziale”. Lo affermato il presi-dente della Confederazioneitaliana agricoltori Massimo

Prezzi gonfiatiTroppi passaggi di filiera gonfianop i prezzi

Pacetti in merito ai dati dif-fusi oggi dall’Istat che con-fermano in settembre untasso d’inflazione del 2,8 percento e evidenziano come gliaumenti dei prodotti alimen-tari abbiano inciso più deglialtri sulla spesa degli italiani.

“L’attuale sistema -haaggiunto Pacetti- non va edeve essere riformato. Oggici troviamo di fronte a filiereche si allungano in modoincredibile. Ci sono addirit-tura sei-sette passaggi dalproduttore al dettagliante. Equesto non fa altro che alza-re i costi. Ovviamente, c’èanche chi fa il furbo e ‘gon-fia’ i prezzi senza alcuna giu-stificazione. Bisogna, quindi,capire bene come si forma ilprezzo nell’ intermediazionesino al consumatore finale”.

“Non è un caso che comeCia –ha sottolineato il presi-dente- abbiamo lanciatonello scorso lugliol’’Operazione prezzi chiari’per cercare di assicurare unavera ‘tracciabilità’ lungotutta la filiera del prezzo. Sitratta di un percorso digaranzia “.

“In questi ultimi mesi -hasostenuto Pacetti- si sonoregistrati aumenti all’originecausati dalla siccità e dalleavversità atmosferiche.Questi aumenti però si sonomoltiplicati lungo i vari pas-saggi della filiera da registra-re al dettaglio crescite inso-stenibili. Ecco, pertanto, l’e-sigenza di cambiare e lavora-re per un moderno sistema”.

Impresa Agricolasettembre 2003 Panorama Agricoltura 3

Le incognite della transazione verso le nuove regole dell’Ocm latte

Il settore lattiero-caseario lombardoverso la nuova Pac: quale redditività?

Chiusa la discussionesulla riforma dimedio termine della

Pac con la pubblicazione deiregolamenti, si apre adessola valutazione sugli effettiche queste riforme porteran-no sull’agricoltura europea esulla redditività delle impre-se.

In sintesi, la riformadell'Organizzazione comunedi mercato del latte prevede:- un nuovo regolamento che

proroga il regime delle quotefino al 2015 e stabiliscenuove modalità di determi-nazione del superprelievo edi riscossione dello stesso,senza aumento delle quoteper il nostro paese; l'importodel superprelievo calerà nel2007 del 22% rispetto adoggi;- un nuovo regolamento che

stabilisce l'eliminazione delprezzo indicativo del latte, lariduzione progressiva, dal2004 al 2007, dei prezzi diintervento di burro (-24,9%)e del latte scremato in polve-re (-15%), la limitazione deiquantitativi ammessi all'in-tervento.

Nel regolamento riguar-dante i regimi di sostegno airedditi viene istituito, percompensare la riduzione deiprezzi, un premio basatosulla quota posseduta da cia-scun allevatore, costituito dadue componenti: un premiobase, che aumenterà progres-sivamente sino a 24,49euro/tonn. nel 2006, ed unpremio supplementare cheavrà, sempre nel 2006, unmassimale nazionale (enve-lope) di 109 milioni di euro,da ripartire secondo criterinazionali (in media sono10,38 euro/tonn, che portanoil premio totale medio del2006 a 34,87 euro/tonn).

In occasione della Fiera diCremona è stata presentatauna valutazione degli effettidella riforma dell'Ocm lattesulla redditività degli alleva-menti presentata basata sul-

l'insieme delle misure intro-dotte dalla riforma, sia diquelle riguardanti diretta-mente l'Ocm sia del disac-coppiamento degli aiuti, siadella modulazione.

La base della stima è costi-tuita dalle contabilità di 300allevamenti specializzati dalatte, rilevate in Lombardianell'ambito della rete Rica eriferite all'anno 2002. Lesimulazioni sono invece rife-rite all'anno 2007, quandotutte le misure previstesaranno applicate a regime.

Per ciascuna delle 300aziende sono state simulatele variazioni dei premi Pac,dei prezzi dei prodotti, deicosti di produzione ed i risul-tati sono stati calcolati pergruppi omogenei di aziende,secondo diversi parametri(dimensione, zona altimetri-ca, destinazione del prodot-to, ecc.).

Mentre gli importi deipremi e la variazioni deicosti sono facilmente ipotiz-zabili, meno facile si presen-ta la stima della riduzione deiprezzi del latte. Il professorPretolani dell’Università diMilano ha ipotizzato unariduzione dei prezzi in lineacon la riduzione del prelievosupplementare. Ipotesi chenon tiene conto della pecu-liarità del mercato e dellaproduzione italiana e lom-barda, caratterizzata da spe-

La zootecnia da latte lombardaAnalizzando i dati dell'Agea relativi alle campagne dal1995/96 al 2002/03, risulta che in Lombardia nell'arco deisette anni intercorsi il numero di aziende si è ridotto del31%, passando da quasi 13 mila allevamenti a poco meno di9 mila. Poiché nel frattempo la produzione commercializza-ta è a sua volta cresciuta del 7% circa, la produzione perazienda si è accresciuta del 55%, da 314 a 489 tonnellate.Rispetto al resto dell'Italia, in Lombardia il processo diristrutturazione era partito prima ed era ormai già più avan-zato. Nel complesso del Paese, infatti, la riduzione delnumero di aziende è stata del 38%, e la produzione per alle-vamento è cresciuta del 74%, da 107 a 186 tonnellate.D'altra parte, la Lombardia è un complesso eterogeneo dalpunto di vista delle sue strutture di produzione del latte.Nell'ultima campagna si va da dimensioni medie di quasi1100 tonnellate per azienda a Lodi, fino a 66 tonnellate aSondrio. Significativamente, la produzione media per azien-da è cresciuta in modo simile sia in montagna che in pianu-ra: in quest'ultima area è passata da 175 a 322 tonnellate(+85%), mente in montagna è passata da 40 a 71 tonnellate(+77%).Il confronto con la media nazionale suggerisce che non solola dimensione media, ma anche la dimensione efficienteminima è maggiore in Lombardia rispetto al resto d'Italia:infatti il punto di svolta si colloca in corrispondenza dellaclasse tra 200 e 500 tonnellate di latte commercializzato,mentre già la classe tra 500 e 1000 tonnellate mostra unincremento nel numero di aziende del 23% in sette anni.E' interessante seguire il percorso evolutivo delle aziendeidentificando le classi dimensionali in cui ciascuna di esse sicolloca anno dopo anno. Si scopre così, ad esempio, che lamortalità delle aziende non è un fenomeno che riguarda soloquelle di dimensioni inferiori: delle 4824 aziende che eranoattive nel 1995/96 e non lo erano più nel 2002/03, il 29%erano sette anni prima sotto le 20 tonnellate di latte com-mercializzato all'anno, mentre un altro 28% si collocava tra20 e 100 tonnellate e ben il 35% aveva dimensioni compre-se tra le 100 e le 500 tonnellate annue di latte.All'estremo opposto, si nota un processo di crescita anche trale aziende di maggiore dimensione: nell'ultima campagna, leaziende che superavano le 1000 tonnellate di latte all'annoerano 935, pari al 7% circa del totale. Di queste, circa l'80%si collocavano già sette anni prima oltre questo limite, ma siosservano comunque 177 aziende che in questo periodohanno superato il limite delle 1000 tonnellate annue.Nella campagna 2002/03 le aziende da latte lombarde siripartivano in parti pressoché uguali tra produttori ecceden-tari e deficitari ma, mentre i 4241 produttori che rimaneva-no sotto la quota mostravano un deficit produttivo del 5,3%,l'eccedenza dei 4292 produttori che hanno superato il tettoindividuale toccava complessivamente il 19,3% dellasomma delle rispettive quote. Chiaramente emergono diffe-renze tra zone di pianura, di montagna e svantaggiate: tra iproduttori deficitari, l'aggiustamento rispetto alla quota èstato molto più efficiente per le aziende di pianura (la quotanon sfruttata è stata per questi produttori del 4,3%)che perquelle di montagna (dove lo scarto è stato invece del 15,1%).Anche tra i produttori eccedentari l'adeguamento tra produ-zione e quote è migliore in pianura che in montagna, ma perragioni diverse: mentre l'eccedenza nell'area pianeggianterappresenta, per l'insieme degli oltre 3800 produttori ecce-dentari, il 18,8% delle loro quote, il piccolo gruppo di pro-duttori eccedentari in montagna (441 in tutto), potendo con-tare sulla priorità nelle compensazioni ha realizzato produ-zioni eccedentarie, rispetto all'insieme delle loro quote, diben il 38%.La mobilità delle quote costituisce ormai uno strumento lar-gamente utilizzato dai produttori per prevenire situazioni dieccedenza: nella campagna 2002/03, le quote cedute in ven-dita, affitto o eredità in Lombardia sono ammontate a 108mila tonnellate, e i soli affitti in corso di campagna sono arri-vati a 76 mila tonnellate, ossia il 53% dell'eccedenza noncompensata nella campagna precedente. Ben 1055 produtto-ri erano stati interessati da questo genere di scambi (un pro-duttore lombardo su otto), realizzando complessivamente1662 movimenti(sintesi di uno studio del prof. D. Rama - Unicatt Piacenza )

cificità uniche in Europa,tenendo conto della presenzadi importanti produzioniDop come il Grana Padano.

Si è quindi simulato, nellaricerca presentata aCremona, gli effetti con cin-que diversi scenari, chevanno dal più drastico, ridu-zione dei prezzi pari in per-centuale al calo del superpre-lievo (-21,9%) a quello menodeciso, con riduzioni deiprezzi pari ad un terzo diquelle massime (-7,2%); itutti i casi la riduzione è stataconsiderata piena per il lattedestinato all'industria e parialla metà per il latte conferi-to alle cooperative o trasfor-mato in proprio.

Dai risultati delle simula-zioni condotte a livellomedio lombardo emerge cheil punto di pareggio tra ricavi(vendite più premi) attuali efuturi si potrebbe avere solose la riduzione dei prezzifosse pari al 10% circa, quin-di notevolmente inferiore aquella più drastica tra quelleipotizzate. Tuttavia, anche intale caso, l'aumento dei costi,stimato pari al 2,5% sullabase della loro strutturaattuale, condurrebbe ad unariduzione del reddito nettodel 9% circa per unità di pro-dotto, mentre il reddito perunità lavorativa, grazie aiprevedibili risparmi sul lavo-ro, dovrebbe calare del 6%.

PROVINCIAPRODUZIONE

2001/2002 (kg)

PRODUZIONE

2002/2003 (Kg)DIFFERENZA

(02/03-01/02)

Imputazione

di prelievo

2002/2003 (€)

Numero

produttori

Bergamo 344.054.849 374.334.848 30.279.999 12.946.000 351

Brescia 1.013.513.642 1.059.736.928 46.223.286 31.820.000 1162

Como 34.207.787 35.632.310 1.424.523 252.000 33

Cremona 938.956.488 974.001.212 35.044.724 14.489.000 703

Lecco 25.371.022 26.326.531 955.509 367.000 22

Lodi 417.700.418 447.660.536 29.960.118 4.727.000 294

Milano 315.964.796 335.259.260 19.294.464 8.757.000 331

Mantova 701.733.348 734.419.854 32.686.506 14.464.000 810

Pavia 106.385.470 113.158.119 6.772.649 1.133.000 82

Sondrio 38.962.227 40.779.749 1.817.522 0 0

Varese 41.352.859 42.834.286 1.481.427 709.000 46

Totale Lombardia 3.978.202.906 4.184.143.633 205.940.727 89.664.000 3834

L'altro elemento rilevanteche risulta dai dati, è costi-tuito dal forte incremento delpeso dei premi rispetto alreddito netto, che passerebbedall'attuale 13% a quotecomprese tra il 29% dell'ipo-tesi migliore ed il 37% dell'i-potesi peggiore di riduzionedei prezzi.

Le analisi per gruppi diaziende mostrano riduzioninella redditività paragonabiliin termini assoluti nellediverse classi di ampiezza enelle diverse zone altimetri-che, ma differenziati in ter-mini di variazione percen-tuale. L'impatto maggioredella riforma sui redditi siavrebbe nelle imprese margi-nali, spesso di piccoladimensione ed situate nellearee montane: in questi grup-pi, inoltre, il reddito sarebbefortemente dipendente dallesovvenzioni comunitarie.

Dai risultati dell'analisi,che sconta ovviamente tutti ilimiti delle simulazioni ditipo statistico, emerge quin-di, secondo il prof. Pretolani,la necessità di interventimirati a sostegno della zoo-tecnia da latte e, soprattutto,la indifferibilità di una realeazione di controllo e gestionedell'offerta da parte degliorganismi di prodotto, perincidere sul prezzo e per sti-molare le produzioni di qua-lità.

Le produzioni di latte e la compensazione 2002/03 nelle province lombarde

fonte: Regione Lombardia

Impresa Agricolasettembre 2003 Consulenza tecnica 4

Riforma Pac: le novità per la consulenza tecnica

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La proposta di riformadella Politica Agri-cola Comune adottata

dalla Commissione il 10luglio 2002, su proposta delCommissario all'Agricol-tura Franz Fischler, è oggitradotta in testi normativi: i 7Regolamenti del Consigliodell'Unione Europea del 29settembre 2003, pubblicatisulla Gazzetta Ufficialedell'Unione il 21 ottobrescorso. Nel giro di un anno,quindi tutto sommato inbreve tempo, la riforma dellaPac è giunta quasi a conclu-sione: si avvia ora la fasedelle decisioni e delle dispo-sizioni attuative affidate aStati Membri e Regioni, aiquali i testi dei Regolamentilasciano margini di opzioneabbastanza ampi. E' questoquindi anche il tempo per gliagricoltori e le loro associa-zioni di presentare le proprieproposte di soluzione nellediverse sedi di concertazio-ne.

La più importante novitàintrodotta dalla Riforma,quella destinata ad avere ilpiù forte impatto immediatosugli agricoltori, è, comenoto, l'introduzione del regi-me di pagamento unico. Ciòsignifica, in estrema sintesi,che la maggior parte degliaiuti diretti percepiti attual-mente dagli agricoltori (icosiddetti "premi Pac") con-fluiranno in un unico premioall'agricoltore, slegato ("dis-accoppiato") dalla produzio-ne, indipendente, in altri ter-mini, dalle produzioni effet-tivamente praticate, calcola-to sulla base degli aiuti diret-ti percepiti da ogni singoloagricoltore nel triennio2000-2002. Nella propostaoriginaria il disaccoppia-mento era secco, totalmenteslegato dalle produzioni. Neitesti attualmente in vigoreinvece, parte degli aiutidiretti percepiti potrà conti-

nuare ad essere legato allaproduzione: il regolamentoorizzontale (Reg. CE1782/2003) lascia in propo-sito diverse possibilità diopzioni per gli Stati Membri,che dovranno essere definitenei prossimi mesi. Il paga-mento unico inoltre decre-scerà nel corso degli anni("modulazione"). Il nuovoregime di pagamento entreràin vigore a partire dal 1° gen-naio 2005, e comunque nonoltre il 1° gennaio 2007.

Ma alcuni elementi origi-nari della proposta di riformasono rimasti invariati. E'questo il caso della cosiddet-ta "condizionalità" e quellodella consulenza tecnica.

Il regolamento orizzontaleprevede che per accedere alpagamento unico gli agricol-tori rispettino obbligatoria-mente alcune norme in mate-ria di sanità pubblica e salutedegli animali e delle piante,ambiente, benessere deglianimali, con riferimento a 18norme comunitarie (elencatenell'allegato III del Reg. CE1782/2003). Gli agricoltorisono inoltre tenuti a mante-

nere in buone condizioniagronomiche e ambientali aiterreni agricoli. La nonosservanza di questi critericomporta una riduzione, oaddirittura l'esclusione, delpagamento unico. Questocriterio, che subordina il per-cepimento dell'aiuto alrispetto di norme di carattereigienico,ambientale e dibenessere degli animali (noto come"ecocondizionali-tà" o "cross-compliance"),introdotto anche per assicu-rare ai contribuenti e consu-matori europei una destina-zione degli aiuti agli agricol-tori compatibile con i lorointeressi, è di fatto un criterioche già esiste per gli aiuti chegli agricoltori ricevono ade-rendo al Piano di SviluppoRurale. La Riforma della Pacestende questo criterio ancheagli aiuti diretti.

Per aiutare gli agricoltori aconformarsi ai requisiti diun'agricoltura moderna e dialto livello qualitativo, ilReg. 1782/2003 prevede chegli Stati Membri istituiscanoun sistema organico di con-sulenza tecnica per le azien-de agricole, gestito da autori-tà designate o enti privati,facoltativo per un periodotransitorio, ma obbligatoria-mente a partire dal 2007.Obiettivo del sistema di con-sulenza tecnica prefiguratodal regolamento è "sensibi-lizzare e informare gli agri-coltori sui flussi materiali esui processi aziendali chehanno attinenza con ambien-te, sicurezza alimentare,salute e benessere degli ani-mali". L'attività di consulen-za deve essere diretta a indi-viduare e, ove necessario,proporre miglioramenti perquanto riguarda il rispettodelle 18 norme obbligatoriedell'allegato III e i criteri digestione agronomica eambientale. In altri termini lecondizioni che obbligatoria-

mente gli agricoltori devonorispettare per accedere alpagamento unico. La parteci-pazione degli agricoltori alsistema di consulenza azien-dale è a titolo volontario, conpriorità per gli agricoltoriche ricevono più di 15.000euro/anno in pagamentidiretti. Il nuovo Regola-mento 1783/2003, che rifor-ma il sostegno allo svilupporurale, prevede che gli StatiMembri possano introdurreuna nuova misura nei Pianidi Sviluppo Rurale, destinataagli agricoltori che scelgonodi ricorrere alla consulenzatecnica. Per aiutare gli agri-coltori a sostenere i costi deiservizi di consulenza azien-dale, è previsto un aiuto mas-simo di 1500 euro per consu-lenza, e nei limiti dell'80 %della spesa ammissibile.

In Lombardia un sistemadi consulenza tecnica già esi-ste, ed è normato e sostenutoproprio nell'ambito del Pianodi Sviluppo Rurale, nellaMisura n - 1.14. Il sistemalombardo tuttavia non è con-forme a quanto previsto dainuovi regolamenti innanzitutto per quanto riguarda ibeneficiari degli aiuti: lamisura 1.14 prevede gliimprenditori agricoli comeuna delle possibili categoriedi beneficiari, ma non l'unicacome previsto dai nuoviregolamenti. Il sistema lom-bardo inoltre prevede un tipodi consulenza tecnica chedeve essere "specializzata" efortemente incentrata sugliaspetti tecnici della produ-zione piuttosto che su quelligestionali e di individuazio-ne dei necessari adeguamen-ti aziendali cui sembrarimandare l'espressione "sen-sibilizzare e informare gliagricoltori su flussi materialie processi aziendali" cheimpattano su ambiente, salu-te degli animali, igiene deglialimenti. In Lombardia inol-tre il sistema dei serviziall'impresa prevede anche la

tipologia di intervento"informazione", che vienerealizzata con convegni,seminari, stampa, e per laquale il beneficiario dell'aiu-to è evidentemente il sogget-to attuatore del servizio stes-so.

E' in ogni caso evidenteche la riforma della Pac rap-presenta un'occasione moltoimportante per gli agricolto-ri, fruitori dei servizi di con-sulenza tecnica, e le loroassociazioni e enti strumen-tali, possibili erogatori di taliservizi con personale dedica-to e le necessarie competen-ze, per riflettere e proporresoluzioni in materia di unaconsulenza tecnica che toccail cuore della gestione dell'a-zienda, e diventa un serviziodi fondamentale importanzaanche per consentire agliagricoltori di mettersi nellecondizioni di poter accederee ottenere il 100 % del paga-mento unico aziendale.

Melinda Monti

Indagine Istat su strut-tura e produzioni dellaaziende agricoleNei prossimi mesi -comeinforma una circolare Istat-un campione di circa55.000 aziende agricoledislocate su tutto il territo-rio nazionale, sarà chiama-to a collaborare all'indaginesulla struttura e produzionedelle aziende agricole,svolta dall'Istituto di stati-stica di concerto con leRegioni e Provincie auto-nome competenti per terri-torio con riferimento all'an-nata agraria 2002-2003.La rilevazione viene effet-tuata per assolvere alle dis-posizioni comunitarie chedisciplinano l'organizzazio-ne del settore agricoloeuropeo ed è inserita nelProgramma statisticonazionale 2002-2004. Tragli obiettivi dell'indagine,oltre a quelli indicati dairegolamenti e dalle diretti-ve, rientrano alcune esigen-ze di contabilità nazionale(conti economici nazionalie conto satellite dell'agri-coltura) e la necessità diraccogliere informazioniaggiornate per la program-mazione e la sorveglianzadelle diverse attività con-nesse alle politiche agricoleregionali. La raccolta dei dati verràeffettuata per mezzo di rile-vatori selezionati dalleRegioni e Provincie auto-nome in numero tale dagarantire il rispetto deitempi previsti, tenuto contodel numero di aziende darilevare.

Seminario Cipa-at Lombardiaa Milano sulla Revisione di medio termine della Pac

Impresa Agricolasettembre 2003 Consulenza tecnica 5

Progetto Area di

intervento

Numero aziende Quota

compartecipazione

Euro

Soggetto

attuatore

A chi rivolgersi

BERGAMO

Zootecnia e valorizzazione della montagna montagna

bergamasca

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Milano)

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Sviluppo aziendale: diversificazione e

qualificazione dei processi produttivi

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tutta la

provincia

40 gratuito Cia Milano

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tel. 02/58111829

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Tecnica di gestione del vigneto Oltrepo’ pavese

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gratuito Cia Pavia Gatti Maurizio

Cia Pavia tel. 0382/303915

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gratuito Cia Pavia Piaggi Andrea (Cia Stradella – p.zza Trieste 1)

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Possibilità di sviluppo di aziende zootecniche, in particolare caprine, attraverso la valorizzazione e

la diversificazione dei prodotti aziendali e

l’integrazione con attività complementari quali l’agriturismo

tutta la provincia

23 Az. zootecniche

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I progetti 2004 di consulenza tecnica

LombardiaGrande successo dei prodottilombardia allo stand della CiaLombardia a TaorminaI prodotti lombardi hanno riscosso gran-de successo anche alla terza Festadell’Agricoltura, organizzata a fine set-tembre dalla Cia a Taormina. Lo standdella Cia Lombardia ha proposto degu-stazioni guidate delle specialità dell’a-gricoltura lombarda che hanno avutolargo apprezzamento. L’ottima risucita della rappresentanzalombarda è stata realizzata anche grazieal contributo dell’Ersaf, dellaBresciangrana di Offlaga, dell’Agri-promo di Bergamo e delle tante aziendeche hanno messo disposizione i loroprodotti.

Assegnati diritti d'impiantovigneti della Riserva regionaleE' stata effettuata la prima assegnazionedi diritti della Riserva per l'impianto dinuovi vigneti, destinati alla produzionedi vini di qualità a denominazione di ori-gine (Doc e Docg) e di vini da tavoladesignati mediante un'indicazione geo-grafica (Igt). Con Decreto del Direttore Generaledell'Agricoltura n. 16005 del 30settem-bre 2003 sono stati assegnati diritti diimpianto pari a ettari 361,8066.Con questo provvedimento vengonosoddisfatte tutte le richieste ritenuteammissibili presentate dai giovani agri-coltori .Nel prossimo mese di ottobre è previstaun'ulteriore assegnazione per ettari116,1934 a favore dei produttori posti inposizione utile delle graduatorie appro-vate dalle Amministrazioni Provinciali.Nel caso in cui non si riuscisse a soddi-sfare tutte le richieste pervenute, varicordato che la Regione Lombardia hagià provveduto a inoltrare al Ministeroper le Politiche Agricole una richiesta diulteriori assegnazioni di diritti di nuovoimpianto per la Riserva Regionale, perpotere quindi andare incontro alle esi-genze di sviluppo di una produzionevitivinicola che in Lombardia è certifi-cata direttamente dall'Unione Europeaall'80% come Docg e Doc.

Quote latte, nuove assegnazioniregionaliLa Giunta regionale della Lombardia, suproposta della Vicepresidente e assesso-re all'Agricoltura, Viviana Beccalossi,ha approvato una delibera che assegnaoltre 110 mila quintali di quote latte agli

allevatori lombardi. Il bacino delle nuove quote a disposizio-ne della Regione Lombardia derivadalla revoca e riduzione delle quote lattenon prodotte effettuata dalla RegioneLombardia. Il Decreto Ministeriale 31 luglio 2003 -applicativo della nuova legge - ha stabi-lito che "i quantitativi di riferimentoripartiti tra le regioni al 31 marzo 2003vengono dalle stesse assegnati applican-do la normativa precedentemente invigore, anche a valere per il periodo2003-2004, comunque entro e non oltreil 31 dicembre 2003". La Giunta della Regione Lombardia,come già annunciato nei giorni scorsidal Presidente Formigoni e dallaVicepresidente Beccalossi dopo l'incon-tro con i rappresentanti della Cia, hadunque deliberato di utilizzare questadisponibilità di quote a sostegno dellecategorie di produttori che sono statipenalizzati dal taglio della quota B effet-tuata ai sensi della normativa vigente oche operano nelle condizioni territorialipiù difficili. "I produttori - ha detto VivianaBeccalossi - sono stati gravemente col-piti dall'impossibilità di compensare laquota B. Pertanto si è deciso di assegna-re ad ogni produttore che è stato interes-sato da tale situazione un "pacchetto" diquote pari a 100 quintali. Inoltre - haconcluso Viviana Beccalossi - assegne-remo un ulteriore quantità di 50 quintalidi nuove quote alle aziende di montagnache ne avranno bisogno".

Quote latte: Consiglio di Statodà ragione a LombardiaIl Consiglio di Stato ha respinto il ricor-so di uno dei produttori lombardi controla sanzione di oltre 65 mila euro elevatadalla Regione Lombardia per inosser-vanza della normativa comunitaria intema di "vendite dirette", quelle cioèeffettuate direttamente da allevatore aconsumatore di latte. Oltre 40 produttori lombardi, infatti,sono stati sanzionati dalla RegioneLombardia, per un importo complessivodi quasi 900 mila euro, per aver utilizza-to le procedure comunitarie sulla "ven-dite dirette" allo scopo di aggirare lanormativa sulle quote latte. I produttori interessati, dopo aver inutil-mente presentato ricorso ai Tar lombar-di contro le multe regionali, hanno fattoricorso al Consiglio di Stato.

Ridefiniti i ruoli dei soggettioperanti nella filiera lattierocaseariaCon l’approvazione della legge119/2003 sono state ridefinite le regole

per tutti i soggetti che, a diverso titolo,operano nella filiera lattiero casearia. La nuova normativa introduce impor-tanti cambiamenti e novità chiamando iprimi acquirenti a svolgere un ruolo diprimo piano, fondamentale per raggiun-gere le finalità previste. Sulla base della considerazione chemolti sono i cambiamenti e rilevanti lenovità introdotte e preso atto che leprime scadenze cui adempiere sonoormai vicine, è stata predisposta dallaDirezione Generale Agricoltura dellaRegione Lombardia, una circolare cheevidenzia le principali attività poste incapo ai soggetti primi acquirenti dallanormativa di settore, con l’indicazionedella tempistica e della modulistica dautilizzare (tutta la documentazione èdisponibile sul sito www.agri-coltura.regione.lombardia.it).

Il Programma Operativo 2003,strumento del Piano AgricoloTriennaleCon la Dgr. n. 14342 del 30 settembre2003è stato approvato il ProgrammaOperativo che descrive l'attività pro-grammata dell'anno in corso in riferi-mento al Piano Agricolo Triennaleregionale, individua gli obiettivi per il2003 e le risorse di bilancio collegate.Il Programma Operativo costituisce l'e-lemento di raccordo tra la programma-zione di settore ed il programma dilegislatura (Prs), definendo gli interven-ti che saranno attuati nell'anno di riferi-mento, in coerenza con il Documento diProgrammazione Economica eFinanziaria Regionale. Il Programma del 2003 continua il pro-cesso iniziato con l'approvazione delPiano Agricolo Triennale (Pat) 2003 -2005.

Entro il 30 novembre domandeper promozione all'estero Un'opportunità per tutte le aziende lom-barde produttrici di prodottiagro-ali-mentari di qualità.Se siete interessati ad esportare viniDocg, Doc e Igt, o prodotti Dop, Igp,biologici e a produzione integrata inCanada, Danimarca, Giappone, StatiUniti ,Svezia, Russia e Polonia, ilProgramma Interregionale è un'occasio-ne che consentirà di esplorare nuovimercati, individuare partner commercia-

Agenzia

Impresa Agricolasettembre 2003 Notiziario 6

Un rapporto sull’agro-alimentare

L’agricoltura lombardaè il 14% in Italia

Il sistema agro-alimentarelombardo è il 14% deltotale nazionale. Ri-

levante è anche la presenzadell'industria alimentare(quasi 8.000 imprese e circa82.000 addetti, il 25% al fat-turato nazionale del settore eil 6,2% del fatturato totaleindustriale della regione),con numerose imprese chehanno dimensione nazionale(un terzo è controllata damultinazionali).

Sono questi i dati essenzia-li che emergono dal"Rapporto sul sistema ago-alimentare della Lombardia"presentato in concomitanzacon l'apertura della 58° Fierainternazionale del bovino dallatte.

Il rapporto è il frutto dellavoro congiunto dell'Uni-versità Statale degli Studi diMilano, della Smea diCremona e dell'UniversitàCattolica del Sacro Cuore diPiacenza.

Il rapporto è articolato intre macro-sezioni, che tratta-no i temi più rilevanti edattuali del sistema. Nellaprima parte vengono esami-nati i mutamenti in atto alivello comunitario ed inter-nazionale; la seconda parteanalizza i diversi segmentidel sistema (distribuzione aldettaglio, scambi con l'este-ro, industria alimentare, red-ditività dell'agricoltura,impiego dei principali fattoridi produzione); la terza partestudia la filiera per i dieciprincipali comparti dell'agro-alimentare lombardo.

Dai dati statistici emergeche il sistema agro-alimenta-re, lombardo è in costanteevoluzione, in un momentodelicato e controverso, perl'inasprimento dei contrastisul sostegno all'agricolturaeuropea, sui prodotti Ogm esulla tutela delle denomina-zioni di origine dei prodotti

da un lato, dalla approvazio-ne della riforma della politi-ca agricola comunitaria(Pac), che innova le modali-tà del sostegno e dell'eroga-zione degli aiuti ai produtto-ri (in Lombardia a quasi 400milioni di euro, tre quartidelle aziende agricole regio-nali) dall'altro.

Nel 2003, per esempio,sono stati liquidati a favoredelle imprese lombarde piùdi 130 milioni di euro cheprovengono dalle cassecomunitarie, impegnando il110 % delle risorse attribuitealla Regione Lombardia, equesto grazie anche alla col-laborazione tra Regione,Enti locali e organizzazioniprofessionali.

Un altro dato significativoche emerge dal Rapportoriguarda il "fatturato" agri-colo, che ha superato nel2002, grazie all'attività di75.000 imprese, i 6 milionidi euro, con un incrementodello 0,8% rispetto all'annoprecedente.

Anche nel 2002 l'agricol-tura lombarda, si è confer-mata, comunque, la prima inItalia, con un peso medio intermini di valore del 13,8%sul totale nazionale, ma conforti differenze tra settori.Tra le produzioni vegetalispiccano i cereali (in partico-lare mais e riso) e le forag-giere, mentre un peso mode-sto hanno le produzioni orti-cole (sia pure in ascesa), lefrutticole e le vitivinicole(sia pure di grande pregio).

Nettamente più rilevante ilpeso delle produzioni zoo-tecniche, con il latte bovinoe la carne suina che superanoil 35% del totale nazionale,tanto da giustificare unincremento del 60% negliinvestimenti in agricoltura-nell'ultimo quinquennio.

Stand della Lombardia a Taormina

Impresa Agricolasettembre 2003 Notiziario 7

Modalità e criteri per il riconoscimento delle Op

pienze;- deroghe ai vincoli dellacommercializzazione daparte delle Op.

La Direzione GeneraleAgricoltura provvederà alladiffida, ed alla eventualerevoca, delle Associazioniriconosciute ai sensi dellaLegge Regionale n. 97/80,che ne abbiano i requisiti,che non abbiano provvedutoalla trasformazione in Opentro il 18 novembre 2003(90 giorni dalla pubblicazio-ne della Dgr 7/13898).

Secondo la Cia, nelle dis-poszioni contenute nella cir-colare destano perplessità iriferimenti al contratto diagenzia e alcuni eccessiviadempimenti burocratici,

Inoltre l'emanazione dellacircolare non ha atteso ilconsolidamento del quadronormativo ancora in fieri.

Rimane inoltre la necessitàdi evitare la dispersione delpatrimonio di attività e dicompetenze maturato dalleattuali esperienza associativeche in molti comparti hannosvolto e svolgono anche atti-vità di assistenza tecnica, didivulgazione e di promozio-ne dei prodotti. Vanno dun-que previste procedure diriconoscimento per questotipo di attività svolte nell'am-bito delle norme comunitarie(per esempio il Reg. Cee1221/91 per il miele) o nel-l'ambito di altre misure diintervento pubblico.

Il 1 agosto 2003 la giuntaha approvato la circolaresulle modalità e criteri

per il riconoscimento, con-trollo e sviluppo delle orga-nizzazioni di produttori(delibera n. 7/13898).

Questo atto applica l’art. 5della legge regionale n.7/2000 – norme per gli inter-venti regionali in agricoltura– e degli artt. n. 26, 27 e 28del D.Lgs. n. 228/01 – orien-tamento e modernizzazionedel settore agricolo: appro-vazione.

Il documento è diviso indue parti.

La prima parte, relativa aicriteri di ammissibilità delleOp, descrive i requisiti mini-mi per il riconoscimentodelle organizzazioni in mate-ria di- finalità delle Organiz-zazioni e forme societariericonosciute; - contenuto statutario, rego-lamentare e contabilità;- soci aderenti, tipologia evincoli di adesione;- volume delle produzionirappresentate;- modalità di gestione deivincoli di commercializza-zione delle produzioni rap-presentate;- registrazione del prodottovenduto in presenza di con-tratti di agenzia;- vincoli di esclusività per iproduttori aderenti alle Op.La seconda parte descrive ilprocedimento amministrati-vo per la presentazione delledomande di riconoscimentoe la gestione dell’elencodelle Op, istituito ai sensidell’art. 5 della Lr 7/2000,determinando le seguentimodalità operative:- presentazione delle doman-de di riconoscimento;- tenuta ed aggiornamentodell’elenco delle Op;- lo scioglimento e la cancel-lazione dall’elenco;- i controlli e la sorveglianza;ed eventuali misure sanzio-natorie in caso di inadem-

Organizzazioni dei produttori,le nuove norme regionali

Pubblicati i regolamen-ti della nuova politicaagricola comuneSulla Gazzetta ufficialedell'Unione europea L 270 del 21 ottobre 2003 (dispo-nibile su internet ahttp://www.europa.eu.int/eu r - l e x / i t / a r c h i -ve/2003/l_27020031021it.html) sono stati pubblicati iregolamenti seguenti:

* Regolamento (CE) n.1782/2003 del Consiglio,del 29 settembre 2003, chestabilisce norme comunirelative ai regimi di soste-gno diretto nell'ambitodella politica agricolacomune e istituisce taluniregimi di sostegno a favoredegli agricoltori e chemodifica i regolamenti(CEE) n. 2019/93, (CE) n.1452/2001, (CE) n.1453/2001, (CE) n.1454/2001, (CE) n.1868/94, (CE) n.1251/1999, (CE) n.1254/1999, (CE) n.1673/2000, (CEE) n.2358/71 e (CE) n.2529/2001.

* Regolamento (CE) n.1783/2003 del Consiglio,del 29 settembre 2003, chemodifica il regolamento(CE) n. 1257/1999 sulsostegno allo sviluppo rura-le da parte del Fondo euro-peo agricolo di orientamen-to e di garanzia (FEAOG)70

* Regolamento (CE) n.1784/2003 del Consiglio,del 29 settembre 2003, rela-tivo all'organizzazionecomune dei mercati nel set-tore dei cereali 78

* Regolamento (CE) n.1785/2003 del Consiglio,del 23 settembre 2003, rela-tivo all'organizzazionecomune del mercato delriso 96

* Regolamento (CE) n.1786/2003 del Consiglio,del 23 settembre 2003, rela-tivo all'organizzazionecomune dei mercati nel set-tore dei foraggi essiccati114

* Regolamento (CE) n.1787/2003 del Consiglio,del 23 settembre 2003, chemodifica il regolamento(CE) n. 1255/1999 relativoall'organizzazione comunedei mercati nel settore dellatte e dei prodotti lattiero-caseari 121

* Regolamento (CE) n.1788/2003 del Consiglio,del 29 settembre 2003, chestabilisce un prelievo nelsettore del latte e dei pro-dotti lattiero-caseari.

li, promuovere i vostri prodotti e, se giàesportate, rafforzare la vostra presenza all'e-stero.La quota di adesione, per ogni azienda, è dieuro 1.500,00 più Iva se dovuta, per ciascunPaese prescelto, che darà diritto a parteciparea tutte le attività programmate in qul mercato.Tale quota però si riduce a 550 euro perazienda e per singolo paese, se la partecipa-zione avviene attraverso un gruppo di almeno5 aziende organizzato da: Regione di apparte-nenza, Province Autonome, Cciaa, Consorzidi Tutela ed altri organismi regionali ricono-sciuti. Le aziende che intendono aderire al program-ma devono inviare entro il 30 novembre viafax a Ice Roma (06.54218243/06.59929583)la scheda di adesione che è reperibile anchesul sito www.agricoltura.regione.lombar-dia.it. Per informazioni: Ice Milano (ChiaraPetrò) tel. 02.48.04.41, fax 02.48.00.55.23, e-mail [email protected].

Difesa del suolo e gestione dellerisorse idriche: passare dall’emer-genza ad un politica che permetta aiConsorzi di Bonifica di operare conefficienza“Valorizzare l’esperienza dei Consorzi diBonifica, strumenti di autogoverno per ladifesa idraulica, la tutela del territorio e lagestione delle risorse idriche destinate all’irri-gazione; migliorare la loro gestione versoobiettivi di maggiore efficienza ed economi-cità; adeguare e ammodernare l’impianto giu-ridico al nuovo assetto istituzionale”. Questele proposte della Confederazione italianaagricoltori illustrate dal presidente MassimoPacetti nel corso dell’annuale Assembleadell’Anbi svoltasi a Roma.Nel ricordare le alluvioni e la siccità chehanno colpito pesantemente le produzioniagricole, il presidente della Cia ha evidenzia-to “l’opera preziosa e insostituibile svolta daiConsorzi di Bonifica che hanno sicuramentecontribuito ad alleviare i disagi e le ’ferite’che tali eventi calamitosi hanno determinatonelle nostre campagne”.Dopo aver sottolineato che “le politiche per latutela e la manutenzione del territorio, la dife-sa del suolo, la qualità delle acque fanno parteintegrante dell’iniziativa della Cia”, Pacettiha affermato che “oggi da parte nostra c’è laconvinzione che sul tema dei Consorzi diBonifica è necessario non soltanto svolgereun’adeguata riflessione, ma anche individua-re e proporre le linee per una riconsiderazio-ne del ruolo della bonifica, dell’irrigazione edei Consorzi stessi”. “La funzione dei Consorzi di Bonifica -haggiunto il presidente della Cia- sarà semprepiù legata alla loro capacità di sapersi rinno-

vare e di migliorare nella gestione e nell’effi-cienza, di aumentare gli spazi della partecipa-zione democratica dei consorziati e di sapersirelazionare con gli altri soggetti istituzionali,sociali ed economici”.

Finanziaria: la fiducia interrompeil necessario confronto parlamenta-re e il dialogo con le forze sociali eproduttive del Paese In questo modo s’interrompe un percorso vir-tuoso di un costruttivo confronto parlamenta-re e di dialogo con le forze sociali e produtti-ve del nostro Paese su un tema di grandeimportanza come la manovra economica. E’quanto ha sottolineato la Cia-Confederazioneitaliana agricoltori in merito alla decisionedella maggioranza di governo di porre la fidu-cia sul ddl che accompagna la leggeFinanziaria per il 2004. Pur non entrando nel merito dei motivi chehanno spinto il governo a prendere una deci-sione del genere, la Cia ha evidenziato lanecessità che su questioni strategiche cheinvestono l’economia e gli aspetti socialinostro Paese, come la legge di Bilancio,occorre mantenere continuità tra la fase pre-paratoria dei provvedimenti e i lavori parla-mentari. Questo per assicurare, anche attra-verso il contributo delle organizzazioni eco-nomiche, una discussione approfondita e diampio respiro in grado di individuare tuttiquegli aspetti indispensabili per predisporremisure adeguate e realmente mirate alla cre-scita e allo sviluppo.

EuropaParmigiano: la decisione Ue tutelala qualità e la tipicità “Il Parmigiano Reggiano è un prodotto tipicoe di qualità del nostro Paese che va tutelatocontro ogni atto di contraffazione, di falsifi-cazione e di agro-pirateria. La procedura d’in-frazione avviata dall’Ue nei confronti dellaGermania risponde, quindi, alla logica di sal-vaguardia di un marchio che rappresenta unodei simboli del made in Italy nel mondo”. Loha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori MassimoPacetti in merito all’iniziativa intrapresa dallaCommissione contro la Germania in quantosospettata di abuso sul territorio tedesco deltermine “Parmesan” a danno del nostroParmigiano. “Questo -ha commentato Pacetti- non è cheuno dei tanti attacchi alle produzioni tipicheitaliane. Proprio nella recente ConferenzaWto di Cancun il Parmigiano Reggiano face-va parte della lista dei prodotti agro-alimenta-ri, inseriti tra quelli europei, da tutelare alivello mondiale. E non a caso, in quell’occa-sione, abbiamo evidenziato la necessità di unregistro multilaterale delle indicazioni geo-grafiche protette al fine di combattere l’agro-pirateria, che sottrae all’agricoltura italianacirca 2 miliardi di euro l’anno”.

un futuro positivo per cuivale la pena di lavorare.Parole, sogni, leggerezze?Forse! In verità solo appa-rentemente perché al di là deisogni dietro ogni edizionedi Fattoria al Castello c'èfatica, intelligenza, rapporti,risorse, un lavoro caparbioche speriamo possa conti-nuare portandosi dietrotutto quanto sin ora è statocostruito e aprendo nuoveopportunità ,nuovi spunti ,nuovi sentieri per l'afferma-zione dell'agricoltura e delledonne che in questo settoreoperano con passione e fati-ca. L'appuntamento allora èa… San Colombano quintaedizione con tutte e di più .

Paola Ortensi

importante , da far conoscerea tutti i livelli come ha dettoL'assessore provinciale allepari oppurtunità AdaGrecchi che dopo aver visi-tato gli stand, col sindacol'assessore provinciale all'a-gricoltura Maerna, i rappre-sentanti delle organizzazioniagricole ed altre autorità haripetuto più volte: parlerò divoi a Bruxelles la prossimasettimana a un incontro sul-l'impresa femminile. De-vono sapere che ci siete equanto siete brave. Fra letante produzioni lo standdelle imprenditrici mantova-ne vantava magnifiche zuc-che alimentari e ornamenta-li, per cucinare e per sognare.Sognare che ogni impresafemminile, perché di donneoggi stiamo parlando, possasempre di più radicarsi nelmercato, vantare quel redditoe quella solidità che dia laconvinzione di continuare.Una zucca che diviene car-rozza, una cenerentola chediviene principessa, unCastello che diviene merca-to e dove nascono idee pro-getti e -perché no!- sogni di

Impresa Agricolasettembre 2003 Attualità 8

Fattoria nel Castello, ancora un successoL’iniziativa delle imprenditrici agricole lombarde è giunta alla quarta edizione

Dopo il successo dellaquarta edizione di“Fattoria nel Castello”,mostra mercato delleimprenditrici agricole lom-barde che si è tenuta loscorso 5 ottobre a SanColombano al Lambro, inprovincia di Milano, pub-blichiamo alcune cosnide-razioni della presidentenazionale dell’Associazione“Donne in Campo” PaolaOrtensi

Esserci ,parteciparvi nevale la pena. Usareparole semplici nor-

malmente è rischioso.Rischioso perché con piùfacilità si prestano ad esserecriticate e liquidate comesemplicistiche. Eppure è ilcaso di dire che l'Iniziativa diSan Colombano organizzataper il quarto anno consecuti-vo dalle imprenditriciLombarde di tutte le organiz-zazioni agricole, Donne inCampo in testa, è un eventobello e gioioso per dirla conil Castello che le ospita. Unappuntamento che neanche ilfreddo, la pioggia e il ventodi quest'anno sono riuscitidavvero ad annullare se aogni minuto di “calma”metereologica, è corrispostala voglia e il gesto di “riap-parecchiare” il propriostand. Sarà il luogo, sarà laprofessionalità di chi orga-nizza, sarà che si tratta del-l'appuntamento giusto alposto giusto, sarà che leimprenditrici hanno davveroqualcosa da dare e da direinsomma: sarà... sarà, sarà… certo è che l'augurio chesi può fare è che la manife-stazione continui negli annifuturi con la capacità come èavvenuto fino ad ora di rilan-ciarsi e offrire sempre nuovispunti di riflessione e diconcrete realizzazioni. Ledegustazioni per esempio diquest'anno e dell'anno scor-so, raffinati e professionalieventi che vedono protagoni-ste delle imprenditrici "sot-tobraccio" all'Ente di svilup-po Lombardo e parlano di unagricoltura di qualità sianelle produzioni su largascala come possono essere iformaggi che di quelle sin-golari come il pesce d'acquadolce . Insegnare a combina-re salumi e vino, vini e for-maggi, miele e altro è unintroduzione al mangiar beneche collima col comprarbene.., come è possibile fare,a degustazione finita, inquella fattoria a castello che,oramai insediata da quattroanni, rappresenta un appun-tamento da non far mancare.Certo il lavoro che non sivede, l'impegno che per set-timane precede la giornataal Castello si può immagina-

re come sia tanto e sottraggatempo ad altre attività.D'altra parte non c'è appunta-mento ben riuscito che possauscire da una bacchettamagica, neanche quando sitratta di un castello che per ilsuo indiscusso fascinopotrebbe evocare storie esperanze di bacchette emagiche magie .

Ma tanto per continuare aesprimersi con metafore eparole leggere , di magie alcastello ne avvengono diver-se e sono proprio gli standdelle imprenditrici. Loro, iloro prodotti freschi e tra-sformati . Esposti con l'or-goglio di chi ha lavorato elavora attorno a un prodottoperché divenga il migliore ilpiù buono, il più tradizionalee il più innovativo al tempostesso. Vini, formaggi , fiori,riso e pesce d'acqua dolce,insaccati e uova di struzzo emanufatti di pelle di struzzo,uniti all'informazione sullacarne e .. olio e marmellatee succhi di frutta, passate dipomodoro e poi miele esalumi e ancora altro e poitanti depliant, tanti nomi,tanti volti di persone aper-te al dialogo, al raccontodella propria impresa, quasitutte donne, ma non solodonne perché ci sono i padri

i mariti i figli che condivi-dono la loro domenica alCastello. C'è chi ha lasciato acasa i prodotti e si dedica afar giocare i bambini, c'è chidistribuisce volantini eborse da dare ai consumato-ri e organizza le degustazio-ni o gli incontri con i rappre-sentanti delle istituzionidelle organizzazioni regiona-li o nazionali. Un’ attivitàcomplessa quella di SanColombamo, ma utile e

La nuova Pac e il riso.Convegno a MortaraIl Cipa-at Lombardia orga-nizza il convegno “Re-visione di Medio Terminedella Politica Agrico-laComune:regime unico dipagamento per gli agricol-tori europei disaccoppiatodalla produzione; Organiz-zazione Comune delMercato del riso” che siterrà sabato 15 novembre2003, con avvio alle 9,30,alla Sala Borsa Merci di inPiazza Trieste a Mortara, inprovincia di Pavia.La Revisione di MedioTermine della PoliticaAgricola Comune è oggitradotta in termini normati-vi: un premio unico sosti-tuirà la maggior parte degliaiuti diretti attualmentepercepiti dagli agricoltori;slegato ("disaccoppiato")dalla produzione, calcolatosulla base degli aiuti direttiricevuti nel periodo di rife-rimento 2000-2002. Unapposito regolamento, inol-tre, riforma l'organizzazio-ne comune del mercato delriso, il cui impatto sullarisicoltura padana saràtema del convegno diMortara.

In arrivo nuove misure per i giovaniCon l’Ismea possibili agevolazioni per l’affitto dei terreni ai giovani imprenditori

Durante la secondaAssemblea naziona-le dell’Associazione

Giovani ImprenditoriAgricoli promossa dalla Cia,i giovani Agia, alla presenzadel ministro Alemanno, ave-vano lanciato la proposta dicreare la “Borsa dell’affittodel capitale fondiario” che,intervenendo sulla rigiditàdel mercato fondiario e del-l’affitto, potesse favorire“l’incontro” tra i bisogni deigiovani che vogliono fareimpresa e non dispongono diuna impresa familiare ed ititolari anziani che nonhanno un successore inazienda.

Quest’idea ha trovatoascolto dall’Ismea che, dopoaver ricevuto, la comunica-zione che la Commissionenon solleva obiezioni inmerito all’Aiuto di Staton.121/2003, riguardante“riordino fondiario e ricam-bio generazionale in agricol-tura – agevolazioni a favoredi chi cessa la propria attivi-tà agricola e concede i propriterreni attraverso l’Ismea”(decisione C (2003) 3219 del2/9/2003), ha già approntatouna prima traccia di regola-mento di attuazione.

Le regole fondamentali difunzionamento previste dal-l’intervento Ismea sono:

- L’Ismea non prende inaffitto i terreni, ma i proprie-

tari mettono ad esclusiva dis-posizione dell’Ismea i terreniaffinché siano concessi inaffitto ai soggetti individuatidall’Ismea attraverso proce-dura di evidenza pubblica;

- I soggetti che possonoottenere i terreni in affittosono gli stessi che possonoessere assegnatari nelle pro-cedure di acquisto (giovanifino a 40 anni Iatp o privi diqualifica e Cd fino a 50 annioltre a piccole società coope-rative o cooperative di con-duzione) con l’integrazionedelle società di persone edelle società di capitali (D.Lgs. 228/2000). Sono esclusiil coniuge ed i soggetti aven-ti rapporto di parentela entroil I grado con chi concede iterreni in affitto, con l’unicaeccezione del prepensiona-mento finalizzato al primoinsediamento e con il vinco-lo, in questo caso, della ven-dita all’affittuario alla sca-denza del contratto. Su que-sto punto si è sottolineata l’e-sclusione in quanto, obietti-vo di queste misure innovati-ve, è consentire ai giovaniprivi di impresa familiare didivenire imprenditori e darecontinuità a quelle impreseprive di un successore e nonfermarsi nell’ambito dell’im-presa familiare (passaggi dapadre a figlio, nonno/nipote,…)

- L’Ismea determinerà il

canone di affitto in relazionealla produttività dei terreni ela durata del contratto diaffitto dovrà essere di 15anni o di almeno 10 anni(L.203/82 art.45)

- Con Enti ed organismipubblici e privati che dispon-gono di terreni agricoli edintervengono con politicheterritoriali e di sviluppo afavore di giovani agricoltori,l’Ismea potrà stipulare appo-site convenzioni in attuazio-ne di questa nuova misura;

- Nel caso in cui i Por ed iPsr delle singole Regioni nonabbiano previsto l’adozionedella misura relativa al pre-pensionamento, sarà possibi-le concedere un Aiuto diStato equivalente;

- Al cedente parte dell’aiu-to può essere erogato anchemediante anticipazionefinanziaria del canone diaffitto;

- Trattandosi di prepensio-namento, l’Ismea devegarantire il non rientro inattività del cedente allo sca-dere del contratto di affitto.A tal fine, anziché obbligareil cedente alla vendita,l’Ismea provvederà, anchedopo il termine del contrattodi affitto a verificare, pressogli Enti previdenziali e leCamere di Commercio che ilcedente non apra posizionirelative ad attività agricole,pena la restituzione di quan-

to percepito;- Fermo restando che le

agevolazioni che si ricono-scono al cedente si compon-gono di un premio fisso edun premio variabile ad etta-ro, il valore da attribuire atali parametri sarà definitonelle convenzioni chel’Ismea stipulerà con le sin-gole regioni;

Quando il regolamento diattuazione sarà pubblicato lamisura verrà realizzata attra-verso una prima sperimenta-zione con la RegioneCalabria.