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PERIODICO DI CONFINDUSTRIA L’AQUILA • POSTE ITALIANE SPA • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% DCB/AQ ANNO XXI

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PERIODICO DI CONFINDUSTRIA L’AQUILA • POSTE ITALIANE SPA • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% DCB/AQ

AN

NO

XXI

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Periodico di Confindustria L’Aquila

POSTE ITALIANE SpASpedizione in Abbonamento Postale70% DCB/AQ

Direttore responsabile Maria Paola IANNELLADirettore Antonio CAPPELLIRedazione Fabio SPINOSA PINGUEFrancesco DE BARTOLOMEISPaolo GARGANOCarlo IMPERATOREMarco MASCIOCCHIGiovanni SARACINO

Nucleo Industriale Campo di PileTel. 0862.0862.317938/312769Fax 0862.317939www.www.confindustria.aq.ite-mail: [email protected]

Realizzazione Studio Grafico Pierpaolo CECCARELLIVia P. Tedeschi, 1 - L’Aquila • 338.6992697

Stampa Nuova IPA - L’Aquila

Servizi di Redazione O.S.A. Srl

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LO STRAORDINARIO PATRIMONIOCHE NON SAPPIAMO DI AVERE

indice

n.1MARZO 2012

GIANNI PROFETA: “SOGNO CHE NASCANOALL’AQUILA I BELL LABS”

CREDITO E GARANZIE PER LE PMI

4 NIKO ROMITO. QUANDO LA STRADA DEL SUCCESSOPARTE DA RIVISONDOLI

LA FLESSIBBILITÀ:IL VERO PROBLEMA

9 ECCELLENZE. LUOGHI

12 FIRMATA LA CONVENZIONECONFINDUSTRIA L’AQUILA - UNIVERSITÀ

14 THALES ALENIA SPACE ITALIA.SEDE DELL’AQUILA

14 NEWS

ECCELLENZE. PERSONE

10 IL DIRETTORE GENERALE DI CONFINDUSTRIANAZIONALE ALL’AQUILA PER MEETING OF MINDS

13 J’ACCUSE. UN IMPRENDITORECONTRO LA TRAPPOLA DELLA BUROCRAZIA

15 AZIENDA DEL MESE

QUESTO GIORNALE È STAMPATO SU CARTA ECOLOGICA

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L’INDUSTRIALE / MARZO 20123

Lo straordinariopatrimonio che nonsappiamo di avere

L’annosa questione dellearee interne. Aree deboli,vittime di un modello disviluppo che dagli anniSettanta ha privilegiato icomprensori costieri. E’

almeno un trentennio che ne sentiamoparlare. Ai limiti oggettivi - un’orografiache di fatto non agevola le comunicazio-ni, le infrastrutture, l’approvvigionamen-to di materie prime – si sono aggiunti lospopolamento dei paesi, la senilizzazionedelle popolazioni rimaste, l’abbandonodell’agricoltura, dell’allevamento, delleattività produttive “tradizionali”, la di-soccupazione, la marginalizzazione so-ciale ed economica… L’elenco è lungo, ciaggiungerei le opportunità perdute. Mapoi voglio voltare pagina, perché è arri-vato il momento di smontare lo stereo-tipo e sfatare il mito dell’arretratezzadelle aree interne.Oggi sono proprio loro la nostra ricchez-za, il potenziale su cui investire per il rilan-cio economico dell’Abruzzo e del paese.Un tesoro di risorse: foreste, prodotti tipi-ci dell’agroalimentare, turismo ambienta-le, d’arte, enogastronomico, eccezionalequalità della vita, prestigiosi centri di ri-cerca e università. Le aree interne e mon-tane dell’Abruzzo aquilano sono un re-pertorio di eccellenze di ogni genere:dalla carota IGT del Fucino allo zafferanodi Navelli,dai formaggi ai vini,dal Labora-torio di Fisica Nucleare del Gran Sasso alPolo farmaceutico, dai Parchi naturali allerinomate stazioni sciistiche, dall’agrituri-

smo ai numerosi Borghi, autentici scrigniarchitettonici,per arrivare allo straordina-rio patrimonio artistico, troppo spessosotto-utilizzato, chiuso, abbandonato auna fruizione casuale e privata. Per nonparlare del patrimonio, in assoluto, piùprezioso: la bontà, la laboriosità e la genui-nità delle nostre genti. Intrise ancora divalori come la famiglia, l’amicizia, l’etica,l’abnegazione, il rispetto per la parola da-ta tipici delle genti di montagna. Abbiamoriserve naturali, siti archelogici, patrimonifaunistici e floristici rari.Risorse eccelse diartigianato e tradizioni culturali radicate.E’ arrivato il momento di invertire la ten-denza, di svegliarci dal letargo e reagire.Apriamo, valorizziamo – rigorosamentecon la qualità, con l’alta qualità - i nostritesori! Con oculatezza, preservandoli da

uno sfruttamento dannoso, ma spalan-chiamo i forzieri e mostriamo i gioielli.Prima di tutto agli abruzzesi, a noi stessi.Perché nessuno può valorizzare quelloche possiede se non sa di averlo o senon ne riconosce il pregio. Per compieretotalmente il passaggio dal mondo assi-stito a quello della competizione dobbia-mo imparare ad eccellere. Ricerca, inno-vazione, qualità, tecnologie, fare sistemasono gli ingredienti che non possonomancare. Le aree interne non sono un pe-so per lo sviluppo, sono il motore da cuipossiamo trarre nuova energia. Quello dicui abbiamo bisogno è una sferzata di or-goglio, la presa di coscienza di quello chevaliamo. E insieme il riconoscimento deilimiti che dobbiamo superare, l’impegnodeciso e corale di tutte le parti in causa(amministratori, tecnici, studiosi, comu-nità locali, associazioni di categoria, con-sorzi, aziende) a valorizzare il potenzialee abbattere il gap che ancora ci frena. Ungap che è mentale e psicologico, ma an-che reale, concreto. Noi sì che possiamoinnovare e imparare a saper vendere ol-tre duemila anni di storia, di tradizione,di cultura. Insomma di Territorio… Go-diamo di una posizione geografica che ciavvantaggia, al centro della Penisola, a uncentinaio di chilometri dalla capitale.Dalla capitale della spiritualità nel mon-do. Altri farebbero carte false per avere lanostra posizione. Eppure basta una nevi-cata per isolarci dal mondo. La neve, chedovrebbe essere un toccasana per il no-stro turismo,una risorsa per le nostre fal-de acquifere, si trasforma in una sciaguraper l’intera provincia. Possiamo essereimpreparati fino a questo punto? Scontia-mo un gap tecnologico e organizzativo,che fa i conti con le poche risorse econo-miche disponibili e con un appesanti-mento burocratico che spesso rendedrammatico fare impresa.Come Confindustria constatiamo ognigiorno le potenzialità delle nostre areeinterne e anche i grandi investimentipersonali, le attese e la voglia di essereprotagonisti di un nuovo sviluppo socio-economico da parte degli operatori. Do-po l’ubriacatura dell’economia virtuale edella finanza diamo nuovo slancio al set-tore turistico, all’agroalimentare, alle ec-cellenze di cui è gravida la nostra provin-cia. Puntiamo su noi stessi. Acquistiamoazioni de “Il nostro Territorio spa”.Questo deve essere il nuovo mantra, sevogliamo dare un futuro all’Abruzzo e aisuoi figli.

il Presidente

Fabio SPINOSA PINGUEPresidente Confindustria L’Aquila

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Niko Romito

L’INDUSTRIALE / MARZO 20124

QUANDO LA STRADA DEL SUCCESSO PARTE DA RIVISONDOLI

“SONO IN UNA STRUTTURAENORME, DA SOLO, BLOCCATODA UN METRO DI NEVEE ASPETTO CHE MI VENGANOA PRENDERE”. MI PREOCCUPO.“NO, NO, È TUTTO A POSTO,SOLO CHE NON MI POSSOMUOVERE E IL TELEFONOPRENDE MALE”. PAUSA. “E’ BELLISSIMO!” POI, MENTRELA VOCE VA E VIENE: “TI POSSO CHIAMARE DOPO,APPENA TORNO GIÙ?” “CERTO”. E SCOMPARE. DUE GIORNIDOPO È A MILANO, MENTRE ANCORA SUI MEDIARIMBALZANO GLI ALLARMI E LE FOTO DI UN’ITALIAPARALIZZATA DALLA BUFERAPOLARE, A UN CONVEGNO*.

Niko Romito, notissimo chefdel Reale (che da Rivison-doli si è appena trasferitoa Castel di Sangro), è così.Uno capace di trasformarein opportunità quello che

per altri sarebbe un fastidioso inconve-niente. Uno che si ferma a guardare quel-lo che ha intorno, pronto a lasciarsi stu-pire, ma che un attimo dopo è già altro-ve, consapevole che il dinamismo è es-senziale per un imprenditore. Innamora-to della sua terra, cittadino del mondo.

Devo la mia fortuna alla qualità dei pro-dotti abruzzesi, quindi ai fornitori, allapiccola e onesta schiera di contadini, pa-stori e pescatori che lavorano con serietà e

passione in un territorio incontaminato. Ilsegreto è scegliere con cura e competenzale materie prime e poi, in cucina, speri-mentare con le tecniche più moderne (maiimprovvisare!). Noi non inseguiamo gli ef-fetti speciali, puntiamo a recuperare edesaltare l’essenzialità degli ingredienti ti-pici locali, magari con abbinamenti inno-vativi o nuovi equilibri di sapori.Nel 2007 i giovani imprenditori ti vollero“personaggio dell’anno”. Da allora haicollezionato premi e riconoscimenti in-ternazionali e sei diventato uno dei piùquotati interpreti dell’alta cucina italia-na. Hai recitato con George Clooney in“The American” e cucinato per MichelleObama al G8. Sei l’unico ristoratoreabruzzese ad avere due stelle Michelin eti si considera generalmente come l’esem-pio più eclatante di eccellenza delle areeinterne. Come ci si sente a non aver anco-ra quarant’anni ed essere già testimonialdella propria regione nel mondo?Ne sono orgoglioso. L’Abruzzo è una terrasplendida e i suoi abitanti sono fieri e la-boriosi. Lo abbiamo dimostrato in passa-to,quando siamo stati la prima regione delSud ad uscire dall'Obiettivo 1 della UE, epoi con la compostezza della nostra gentedopo la tragedia del terremoto. Ora, con lacrisi industriale in atto, ci attende unanuova missione: valorizzare l’Abruzzo co-me meta del nuovo turismo enogastrono-mico di qualità.Ne abbiamo tutti i requisi-ti, dal contesto ambientale ai prodottiagroalimentari di alta qualità e tradizione.Le cronache narrano che fu un evento

I tesori delle aree interne

luttuoso, la morte di tuo padre, a lanciar-ti nella ristorazione, costringendoti a la-sciare gli studi di Economia per occupar-ti dell’azienda di famiglia.La passione per la cucina è nel mio DNA,come quella per le mie montagne. Non sose sono un talento naturale, ma ho studia-to per fare quello che faccio. Non consi-glierei a un giovane di intraprendere unmestiere che non ama solo perché ha stu-diato per farlo, ma altrettanto lo scoragge-rei dall’intraprendere un’attività senzapreparazione. La professionalità è impor-tante tanto quanto la passione, in ognicampo.Per questo oggi dedico molte ener-gie alla scuola di alta cucina che stiamoavviando a Castel di Sangro. C’era un mo-nastero cinquecentesco, il convento di Ca-sadonna, che abbiamo acquistato per tra-sferirci il Reale, che doveva ampliarsi. Loabbiamo ristrutturato secondo un designessenziale e moderno. E’ a 16 km da Rivi-sondoli, il paesaggio è mozzafiato e quindiavevamo già previsto di riservare alcunecamere – poche - all’accoglienza dei turi-sti. Abbiamo anche voluto un vigneto, unorto, un frutteto e un alveare nel qualepuntiamo a creare un blend di miele d’al-tura tutto abruzzese. Un’ala dell’edificio,però, quella accanto alle cucine del Reale,l’abbiamo riservata per un esperimentounico in Italia: un laboratorio/centro di al-ta formazione gastronomica. Si chiamerà“Formazione Niko Romito” e aprirà amaggio. E’ stata accreditata dalla Regioneed abbiamo una convenzione di 3 anni conl’Università di Scienze Gastronomiche diPollenzo, la più importante del settore. Piùche una scuola tecnica,sarà un laboratorioattivo che interagisce con la cucina adia-cente, con il lavoro quotidiano del risto-rante, costituendo un cantiere di prove, disviluppi, varianti e variazioni. Un luogodove formare professionisti ma anche or-ganizzare corsi amatoriali di cucina e la-boratori di degustazione. Vogliamo attira-re e formare in Abruzzo giovani aspirantichef professionali o dilettanti appassiona-ti, aiutandoli a conoscere le bellezze spes-so nascoste del nostro territorio, le risorseagroalimentari locali, i nostri produtto-ri… Insomma, vogliamo contagiarli conl’amore per la nostra terra, sperando dicreare un circolo virtuoso che potrebbecoinvolgere tutta la filiera agro-alimentaree turistica della regione.*P.S. Si trattava di “Identità golose”, il piùimportante congresso di cucina europeo,e Niko, che non era stato avvertito, è sta-to premiato come migliore chef italiano.

REALE CASADONNAContrada Santa LiberataCastel di Sangro (AQ)Tel. 0039 0864 69382 www.ristorantereale.it

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L’INDUSTRIALE / MARZO 20125

Gianni Profeta

UN FISICO DELL'UNIVERSITÀDELL'AQUILA, GIANNI PROFETADI CITTA' S. ANGELO, PESCARA,HA SCOPERTO UNA NUOVAPROPRIETÀ DEL GRAFENE: LA SUPERCONDUTTIVITÀ. LO DIMOSTRA IN UNA RICERCA(SVOLTA IN COLLABORAZIONECON L'UNIVERSITÀ DI PARIGI)PUBBLICATA SU NATURE PHYSICS.

Ma cos'è il grafene estrattodalla grafite? Ognuno dinoi può produrre grafite,semplicemente traccian-do un segno con la mati-ta su un foglio.A sintetiz-

zare per primi il grafene furono però, nel2004, Andre Geim e Konstantin Novoselov,che per questa scoperta sarebbero statipremiati col Nobel per la Fisica 2010. Fusubito chiaro che il “bidimensionale” gra-fene, aveva vantaggiose caratteristiche fisi-che, tali da renderlo l'erede del silicio. Traqueste ne è stata a lungo ricercata una,straordinaria (per le innumerevoli applica-zioni tecnologiche): la superconduttività,cioè la proprietà per la quale alcuni mate-riali trasportano corrente elettrica senzaalcuna resistenza al di sotto di una deter-minata temperatura.Gianni Profeta e i suoicolleghi, mediante calcoli teorici, hannoscoperto una possibile strada per rendereil grafene un superconduttore. Insomma,l'ultima frontiera della ricerca dei super-conduttori e quella che si annuncia comeuna nuova era della rivoluzione industria-le partono un po' anche dall'Aquila.

Se il grafene è il "nuovo silicio", L'Aquilapotrebbe essere la nuova "Silicon valley"?Che cosa le manca per diventarlo? C'è unaqualche speranza che tra l'Università e l'exPolo Elettronico dell'Aquila si stabilisca unrapporto virtuoso come è esistito tra Stan-ford University e Santa Clara Valley? L'università dell'Aquila ha un'importantetradizione nella fisica dello stato solido,siasperimentale che teorica,e rappresenta uncentro riconosciuto a livello nazionale einternazionale. In effetti la prima presen-tazione dei miei risultati è stata fatta amaggio scorso, proprio qui all'Aquila, inun congresso intitolato "Graphita", al qua-le erano presenti i più grandi esponentidella fisica del grafene, compreso il pre-mio Nobel Novoselov. Questo per dire chela fisica del grafene e i suoi sviluppi passa-no sicuramente anche per L'Aquila. Allostesso tempo, la città e il suo territoriohanno una tradizione altrettanto impor-tante nell'ambito dell'elettronica e dellatecnologia industriale. I presupposti dun-que ci sono. Sarebbe auspicabile che le re-centi scoperte sul grafene e le sue poten-zialità stimolassero nuovi rapporti trauniversità e realtà industriali di nano e mi-cro-tecnologia presenti nel territorio, defi-nendo nuovi paradigmi di collaborazione.Più che alla "Silicon Valley" il modello a cuipenso è quello dei "Bell Labs" nel New Jer-sey, in cui si lasciavano "germinare" ideeed innovazioni.Non a caso,da quel model-lo sono scaturite la maggior parte delle in-venzioni che hanno rivoluzionato la storiadell'umanità.Che cosa possono fare le associazioni di ca-tegoria degli imprenditori per aiutare i ri-

I tesori delle aree interne

cercatori e "trarre benefici" dai loro studi?Le competenze scientifiche ed il patri-monio culturale delle università, con lesue capacità formative, devono esseremesse a disposizione per la soluzione diproblemi industriali e per il migliora-mento dei processi produttivi, mediantecollaborazioni e progetti comuni. Leaziende e i gruppi industriali devono ri-cambiare con investimenti in ricerca dibase a lungo termine e sviluppo nelleuniversità stesse. Bisogna infatti averchiaro che il lavoro di ricerca genera"profitti" in direzioni molteplici, spessoal di là del raggiungimento di un obietti-vo concreto in tempi certi e brevi. Vogliodire che i “profitti” degli investimentisulla formazione di cultura non sono fa-cilmente quantificabili e spesso nemme-no prevedibili, giacché in questo campo èdi prassi che si compiano nuove e conti-nue scoperte proprio durante il lavoro(basti pensare che il grafene e' stato sco-perto quasi per gioco). Nuove competen-ze, competitività, acquisizione di brevet-ti, innovazione dei prodotti, tecniche al-ternative di produzione: questo è l'indot-to che deriverebbe da una maggiore epiù proficua collaborazione.Che ricadute ha il territorio che ospita laFacoltà di Fisica dal vostro lavoro? Po-trebbero esserci altri modi per valorizza-re la presenza di una simile eccellenza al-l'Aquila?Il dipartimento di Fisica e l'Universitàdell'Aquila devono essere rappresentatianche dal territorio che li circonda, e vi-ceversa. Gli scambi culturali, l'organizza-zione dei congressi scientifici, dei mee-ting, di scuole di dottorato e masters, so-no mezzi con i quali si favorisce la cono-scenza della città dell'Aquila e della re-gione Abruzzo, sia in Italia che nel mon-do, e come tali rappresentano una note-vole risorsa per il territorio circostante.Nonostante le difficoltà legate al recenteterremoto, nel 2011 il dipartimento di Fi-sica ha organizzato due importanti even-ti come il congresso internazionale "Gra-phita" ed il congresso della Società Italia-na di Fisica, ospitando scienziati prove-nienti da tutto il mondo. Una città comeL'Aquila, rappresentata anche dalleaziende, deve favorire lo sviluppo dellasua "vocazione" scientifica come veicoloper diffondere un'immagine di un terri-torio fortemente legato alle tradizioni edalla sua storia, ma all'avanguardia in am-bito scientifico e tecnologico. Un esem-pio unico al mondo.

“SOGNO CHE NASCANO ALL'AQUILA I NUOVI BELL LABS,UN MODELLO VINCENTE, CHE COLLEGHI AZIENDE E UNIVERSITÀE DIA IMPULSO AL TERRITORIO”

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Credito e Garanzieper le PMI

L’INDUSTRIALE / MARZO 20126

DAL DECRETO "SALVA ITALIA" UN NUOVO RUOLOPER IL FONDO CENTRALE DI GARANZIA

DAL DECRETO "SALVA ITALIA"NASCONO NUOVE PROSPETTIVEPER L'ACCESSO AL CREDITODA PARTE DELLE PMI.IL RIFINANZIAMENTODEL FONDO CENTRALE DI GARANZIA, FARÀ DA PERNOAL NUOVO SISTEMA DEL CREDITO, IN UNAINFRASTRUTTURACOLLABORATIVA FRA STATO,REGIONI, BANCHE, CONFIDI E ALTRI ENTI CHE GESTISCONOMISURE DI AGEVOLAZIONEDELL'ACCESSO AL CREDITOBANCARIO.

Il fondo Centrale di Garanzia, or-ganismo dipendente dal Mini-stero dello sviluppo economico,concede una garanzia pubblicanei confronti dei finanziamentiche le banche erogano alle im-

prese, riducendo a zero per la banca il ri-schio di insolvenza, essendo in ultimaistanza direttamente lo Stato il garantedell'affidamento.Per molti anni il Fondo ha vissuto in sor-dina e operato per pochi eletti, complicela macchinosità e difficoltà di accesso aibenefici. La condizione attuale di emer-genza e la necessità di mettere a fruttoogni risorsa già esistente fanno megliosperare per il futuro.

L'obiettivo del Ministro non è da poco, eprevede una fattiva e consapevole colla-borazione dei governi regionali, un ruo-lo determinante dei Confidi quali sogget-ti di conoscenza e vicinanza capillare al-le singole realtà imprenditoriali: il siste-ma del credito, così coordinato, dovrebbetrovare la soluzione ottimale per ognisingola realtà imprenditoriale, evitandosprechi, sovrapposizioni di ruoli e dupli-cazioni di interventi, in una alternativitàdi strumenti di garanzia. Raggiungeretale obiettivo richiede un cambio di pas-so anche culturale, considerando la "ga-ranzia" una tutela dell'impresa economi-ca e non del sistema bancario (il qualegode di autonomia di tutela finanziaria e,in ogni caso, non è alla lunga avvantag-giato dalle attuali confusioni e distorsio-ni del sistema delle garanzie). Si va ver-so la effettiva valorizzazione della garan-zia al credito.Sono passi positivi importanti per il

Credito

mondo dell'impresa, ma non ci si puòfermare qui.Non è meno prioritario, parallelamente,porre rimedio con urgenza all'eccessivofabbisogno di indebitamento bancariodelle nostre imprese: il debito bancario èinfatti patologicamente aumentato dalleinefficienze pubbliche quali il ritardo neipagamenti da parte delle PP.AA., la para-lisi della giustizia civile con impossibili-tà di recupero dei crediti e dei risarci-menti, il mancato rispetto dei tempi delprocedimento amministrativo, l'assenzadi tutela dalla concorrenza sleale. Soloquando le imprese non saranno più gra-vate da questo svantaggio improprio, ri-correndo al credito solo per investimentie sviluppo, il rapporto con il sistema ban-cario sarà paritario e connotato da realeforza contrattuale, a vantaggio della com-petitività di tutto il sistema.

Maria Assunta TRICARICOVicepresidente ITAL CONFIDI

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L’INDUSTRIALE / MARZO 20127

La flessibilità:il vero problemaPARLIAMO DI FLESSIBILITÀ, QUELLA VERA PERÒ!INTERVISTA AL NUOVO PRESIDENTE, PIERLUIGI PANUNZI

Lei è il primo presidente nato sotto l’egi-da di Confindustria Gran Sasso.Se, come auspico caldamente, le Provincesaranno eliminate, allora sarà fondamen-tale trovare dei momenti di incontro sulterritorio. Questa è la prospettiva di unpolo degli imprenditori del Gran Sasso,quella di aggregare le forze e puntare suisettori di comune interesse: il turismo dimontagna estivo e invernale; quello eno-gastronomico e quello culturale. Dobbia-mo razionalizzare le risorse e individua-re e rafforzare dei veri e propri “distrettiproduttivi” in grado di attrarre investi-menti. In questo senso, sono favorevoleall’istituzione di un Ateneo unico.Eredita il ruolo da Alessandra Rossi, che èstata un presidente molto attivo sul pianodella ricostruzione post-sisma.La mia presidenza è nel segno della con-tinuità. Gli imprenditori dell’area inve-stita dal sisma hanno esigenze che consi-dero prioritarie. Per questo ho intenzio-ne di formare una squadra di lavoro adhoc, ponendo particolare attenzione al-l’attribuzione di deleghe che non solo sa-ranno direttamente collegate alle specifi-che competenze dei singoli, ma anche al-le esigenze del territorio aquilano. Mirendo perfettamente conto che, da avez-zanese, non vivo concretamente le esi-genze degli imprenditori aquilani, perquesto ci sarà nella squadra qualcuno ingrado meglio di me di monitorare i pro-blemi delle aziende aquilane, seguire levicende legate alla ricostruzione e rap-

portarsi direttamente con le istituzionilocali.Quali sono le richieste e le proposte deigiovani imprenditori in tema di svilup-po?Il Patto per lo Sviluppo va rivisto, rigene-rato nelle sue funzioni e plasmato rispet-to alle specifiche esigenze del nostro ter-ritorio; enti locali, università, camere di

Giovani imprenditori

commercio, sistema bancario e associa-zioni sindacali devono perseguire inizia-tive volte a potenziare imprenditorialitàe internazionalizzazione. Chiediamo unavera riforma del lavoro, col potenzia-mento del contratto di apprendistato,che vorremmo fosse aperto ai laureati fi-no a 35 anni di età e la defiscalizzazioneper i neo assunti estesa anche alle im-prese con più di nove dipendenti. E, par-lando di temi caldi in questi giorni, sfa-tiamo il mito dell’art. 18. L’articolo 18 èun falso problema, che riguarda pochis-sime realtà industriali e non certo la no-stra. Il tema importante, invece, è la fles-sibilità. Che deve diventare reale, concre-ta, in ingresso e in uscita, tenendo contodei diritti dei lavoratori e di quelli delleimprese. Flessibilità per tutti, con glistrumenti opportuni, in maniera seria.Anche da parte di coloro che, chiamati agiudicare le controversie tra lavoratori eimprese, e troppo spesso lo fanno appli-cando in modo preconcetto e acritico ilreintegro nel posto di lavoro. Infine, chie-diamo strumenti fiscali volti a favorirela creazione di start up. Le giovani im-prese vanno aiutate, con più formazione,assetti logistici comprendenti spazi eservizi comuni, di consulenza specialisti-ca di business, supporto in ambito com-merciale e industriale, esperienze inter-formative all’interno delle aziende asso-ciate. Auspichiamo, da subito, la diffusio-ne e il potenziamento dei prestiti d'ono-re agli studenti.Nel suo programma, un capitolo è dedica-to ai Consorzi di Garanzia.Ben venga il loro potenziamento, ma civogliono nuovi modelli di concessionedel credito, capaci di valutare le idee in-novative. Faremo un tavolo di lavoro de-dicato a questo argomento, coinvolgendoi maggiori istituti di credito del territo-rio. Dobbiamo spronare le banche per-ché tornino a fare il lavoro per cui sononate. La loro missione non è accumularemonete nei forzieri, ma far girare il dena-ro per creare nuova ricchezza. Se siamoin un momento difficile, dotiamoci dinuovi strumenti, ma evitiamo di caderenella trappola della raccolta tout court. Ilrischio del credit crunch è reale e molteimprese lo scontano già sulla loro pelle.Alle banche chiediamo il coraggio di in-vestire, recuperando il loro ruolo di mo-tori dell’economia. Con nuove regole ebilanci più trasparenti magari, prestandoascolto ai consorzi e ai raggruppamentidi categoria.

PIERLUIGIPANUNZI39 anni, è nato e vive ad Avezzano.Dopo aver completato gli studi, fondainsieme alla famiglia Barbuscia laP.&B. Auto Spa, con sedi ad Avezzno eL’Aquila, concessionaria ufficiale deimarchi Mercedes-Benz, Smart e Suba-ru, della quale è azionista di maggio-ranza e amministratore unico.Un’azienda che occupa attualmente 25dipendenti ed ha un volume di affarisuperiore ai 15 milioni di euro. È inol-tre Amministratore Unico della socie-tà Europrogrammi Immobiliare Sas,specializzata nella locazione di immo-bili commerciali.

Pierluigi PANUNZIPresidente Giovani ImprenditoriConfindustria L’Aquila

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EccellenzePERSONE

L’INDUSTRIALE / MARZO 20128

MARCELLO MARIANI

Marcello Mariani nasce nel set-tembre del 1938 a L'Aquila, dovevive e lavora. La sua prima mo-stra personale risale al 1954. E'

allievo di Scordia e Spinosa. Dal 1960 al 1962viaggia in Europa, conosce artisti berlinesi etiene una personale ad Amburgo, mentre aParigi conosce Jean Paul Sartre e gli esisten-zialisti. Si avvicina all'ambiente romano e fala conoscenza di Boille, Del Pezzo, Licini,Manzoni, Rotella, Lisi, Rauschenberg. Iniziaa insegnare presso l'Istituto Statale d'Artedell'Aquila. Durante tutti gli anni sessanta esettanta si dedica alla pittura informale, sul-la scia dell'influenza del maestro AlbertoBurri. Fontana e Burri influiscono in mododeterminante sulla ricerca pittorica e uma-na del giovane artista, che sviluppa una vi-sione sempre più poetica ed anarchica delmondo: l'avversione ad una società di mer-cato e a un'etica improntata al consumismo,pervaderà tutta la sua produzione pittoricasuccessiva. Nel 1974 conosce Joseph Beuys,che rafforza la sua convinzione circa l'esi-stenza di una “terza via”, umana e sociale, aldi fuori del capitalismo e del comunismo.Nel 1979 inizia un ciclo di viaggi in Orientee in Australia, che culminerà con due diver-se personali, nel 1979 e nel 1980 a Melbour-ne. Tornato in Italia, arricchisce la sua pittu-ra informale di tracce materiche più calde,di superfici quasi murarie, come simbolioriginari di una condizione poetica ed uma-na universale. Sono questi gli anni della suaamicizia con Tullio Catalano, Marinucci eCrispolti._Dal 1990 al 2000 partecipa a nu-merose esposizioni, in Italia e all'estero._Nel2006 inaugura a L'Aquila una grandiosa mo-stra personale dal titolo “I Colori del Sacro”a cura di Silvia Pegoraro. Nel 2007 è invitatoa Castelbasso a partecipare, insieme ai gran-di maestri informali del secolo, a una rasse-gna completa sull'arte informale europea edamericana, una grande antologica: “Nel Se-gno della Materia, pittura informale euro-pea e americana”, che annovera i più grandipittori del Novecento. Nel febbraio del 2008,

per i tipi di Mazzotta a Milano, esce il libro“Marcello Mariani, Percorsi di Luce” diGianni Berengo Gardin, il grande maestrointernazionale della fotografia. Nel 2009 ilMinistero per i Beni e le Attività Culturali(MIBAC), di concerto con la SovrintendenzaSpeciale per il Polo Museale Romano ed ilMuseo Nazionale di Palazzo Venezia in Ro-ma, gli dedicano una completa rassegna pit-torica, nelle Sale Monumentali del Palazzo,curata dal Prof. Gabriele Simongini. Le sueopere sono conservate in importanti colle-zioni d'arte contemporanea,pubbliche e pri-vate, in Italia e all'estero. Oggi continua aviaggiare in Australia, Africa e altrove nellaricerca incessante del mutamento.

MASSIMO MASCIOLETTI

Massimo Mascioletti (L'Aquila, 4marzo 1958) è un ex rugbista,al-lenatore di rugby e dirigentesportivo italiano. Per tutta la

carriera è stato tre quarti ala dell'AquilaRugby nella sua stagione più gloriosa,ha ve-stito 54 volte la maglia della nazionale perl'Italia. E' stato poi allenatore della Naziona-le italiana, de L'Aquila Rugby e della RugbyCapitolina. In maglia neroverde vinse duecampionati nazionali consecutivi, nel1980/81 e 1981/82, ed esordì in Nazionale,dove fu impiegato talora anche da estremo,nel 1977 a 19 anni. Nel 1995 fu chiamato nel-lo staff di Georges Coste come allenatore in2ª della Nazionale italiana che nel 1997 vin-se la Coppa Europa battendo in finale laFrancia. Nel 1999 divenne commissario tec-nico dopo le dimissioni di Coste che feceroseguito a una pesante sconfitta in un testmatch contro il Sudafrica (0-101). Guidò laNazionale alla Coppa del Mondo di rugbynel 1999, poi si dimise per lasciare il posto aBrad Johnstone. A tutt'oggi è l'ultimo italia-no ad avere guidato la selezione maggioreazzurra. Nel 2011 ha ricevuto dal Presidentedella Repubblica Giorgio Napolitano la Me-daglia al valor civile per gli interventi di aiu-to di cui è stato protagonista, con altri 6 gio-catori dell'Aquila Rugby, in seguito al terre-moto dell'Aquila. Questa la motivazione:

“«Giocatore di rugby dell'Aquila, in occasio-ne del violento sisma che sconvolgeva la Re-gione Abruzzo, interveniva immediatamen-te, nonostante le ripetute scosse telluriche,in soccorso dei ricoverati del locale Ospeda-le trasportandoli in luogo sicuro. Chiaroesempio di elevate virtù civiche ed encomia-bile spirito altruistico.»”

PASQUALINAPROIETTI PANNUNZI

Pasqualina Proietti Pannunzi (origi-naria di Subiaco,ma da anni residen-te a Tagliacozzo), portacolori dellasocietà Gran Sasso Teramo, si è di-

stinta lo scorso ottobre agli ultimi campio-nati nazionali Fidal nella categoria “master”di lancio del disco e del peso, sbaragliando laconcorrenza e conquistando la medagliad'oro in entrambe le specialità.“Due ori rap-presentano una bella soddisfazione, ancheperché mi alleno da sola alla palestra la Pi-neta” ha dichiarato “quindi la gioia per i ri-sultati ottenuti è ancora più grande”. Un ve-ro talento naturale, inseguita da anni da nu-merose società sportive di alto livello che, seallenata da un tecnico professionista,potreb-be centrare risultati ancor più prestigiosi.

RITA DI CENSO

Rita di Censo,17 anni,allieva del quar-to anno del Liceo Scientifico “E. Fer-mi” di Sulmona (L'Aquila), si è clas-sificata prima alle Olimpiadi Italiane

delle Neuroscienze 2011 che si sono svolte nelgiugno scorso al Centro Internazionale di Fi-sica Teorica “Abdus Salam”di Trieste.La com-petizione, promossa dalla Società Italiana diNeuroscienze e organizzata dal Centro Braindell'Università e dall'Immaginario Scientificodi Trieste, ha visto sfidarsi 24 ragazzi di scuo-le superiori di secondo grado provenienti dasette regioni italiane e dall'Istria, sui temi delcervello, delle capacità cognitive dell'uomo edella biologia della percezione. Auguri allagiovane promessa abruzzese, della quale ciauguriamo di seguire i successi.

TUTTI LI CONOSCIAMO MA NON LI APPREZZIAMO - VALORIZZIAMOLI

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L’INDUSTRIALE / MARZO 20129

TUTTI LI CONOSCIAMO MA NON LI APPREZZIAMO - VALORIZZIAMOLI

L’Abbazia celestiniana di Badia (Sulmona). Racchiude inuna cinta fortificata (119m x 140 m ca) una monumentalechiesa del’700 (con un bell’organo barocco e la celebre cap-pella Caldora).Fu fondata da Pietro Angeleri,futuro Papa Ce-lestino V. Il convento annesso venne proclamato nel 1293 se-de dell'Abate Supremo dell'ordine dei Celestini. Ampliata epiù volte ristrutturata, fortemente danneggiata nel terremo-to del 1706,venne ripristinata nelle forme attuali.Fu sede delCollegio dei tre Abruzzi,Ospizio di mendicità e infine Casa diPena. Dalla fine degli anni Novanta, trasferito altrove il peni-tenziario, è in restauro. A poca distanza - sul Morrone, conuno spettacolare panorama sulla valle peligna – l’Eremo diSant’Onofrio (purtroppo in gran parte ricostruito dopo ladistruzione nel ’43 ad opera dei tedeschi), altro luogo fonda-mentale della tradizione celestiniana. Da qui il Santo eremi-ta partì a dorso di mulo per andare afarsi incoronare Papa all’Aquila,scortato da Carlo II d’Angiò e dal fi-glio Carlo Martello.E qui tornò dopola celebre rinuncia.Sotto il belvederedell’eremo, un altro tesoro, una dellepiù importanti aree sacre d’Abruzzo:i resti del tempio preromano di Er-cole Curino, il cui culto era diffusotra le genti peligne. Qui fu ritrovatolo splendido Bronzetto di Ercole inriposo del III sec a.C. (oggi al MuseoArchelogico di Chieti).

EccellenzeLUOGHI

Peltuinum. Tra Prata d’Ansidonia e S.Pio delle Camere, il sito archeologico (I-II sec. d.C.) è sull’antico Tratturo Magno, il più lungo d’Ita-lia (L’Aquila-Foggia - 244 km): costellato di emergenze archelogiche a cielo aperto, per secoli è stato il percorso di pastori e greggi cheda piazza di Collemaggio a L’Aquila arrivavano fino a Foggia, sede della “Dogana delle pecore”. Le mura, il tempio del foro e il teatrodi Peltuinum sono ancora oggetto di scavi. I Romani lo rimisero in piedi nel post terremoto del 51 d.C e ha retto fino ad oggi. Nel me-dioevo blocchi calcarei e materiali lapidei vennero smontati, tagliati sul posto e riutilizzati per la costruzione delle case e chiese del vi-cino paese (in primis S. Paolo di Peltuinum, costruita probabilmente su un tempio pagano tra il VII e l’VIII sec, crollata e ricostruitanel XII sec, seriamente danneggiata ora dal terremoto del 2009).

Alba Fucens (Massa d’Albe). Alle pendici del Velino sorgeva una città italica, affacciata su uno specchio d’acqua enorme, che nessun occhiocontemporaneo ha mai visto: il Lago del Fucino.“Un lago che sembra un mare", disse il greco Strabone, raccontando le sue "forti variazioni dilivello".Tanto che i Marsi chiesero a Roma di regolarne le acque. Giulio Cesare concepì il progetto,Nerone fece iniziare gli scavi,Claudio li com-pletò tra il 41 e il 52 dopo Cristo,impiegando 30.000 schiavi.La galleria (che avrebbe convogliato le acque verso il Liri), lunga 5633 metri, fu inau-gurata con una grandiosa "naumachia", una battaglia navale con 100 navi e 19.000 combattenti. Lavoro imponente e ancora studiato, ma vano.Già nel VI secolo il canale era ostruito e il lago quello di un tempo. Per la sua posizione strategica,Alba fu una delle più importanti colonie la-tine.Gli scavi hanno rinvenuto statue pregiate (Ercole,varie Veneri,Angizia,efebi e dignitari con la toga,ritratti di eccezionale valore documen-tario) ed oggetti esotici, sculture ed arredi delle ricche domus e dei giardini privati, mosaici in marmo e affreschi con scene nilotiche, immagi-ni di divinità e imperatori, servizi da toeletta, giochi, utensili, vasi di vetro e di ceramica, lucerne in bronzo e terracotta. Una segnalazione me-rita il miliario (quello esposto è un calco dell’originale, nel quale il nome dell’imperatore venne picconato - era Magnenzio, che subì la damna-tio memoriae).E' il cippo che indica in 58 miglia la distanza da Roma.È del 350 a.c. e dimostra che la via Tiburtina Valeria (altro itinerario tu-ristico di grande potenzialità) attraversava la città. Infine, oltre il porticato della Basilica, una testimonianza rara: le buche utilizzate dai roma-ni per le votazioni (il Diribitorium, dove avvenivano le consultazioni elettorali).Accanto agli scavi, la chiesa romanica di S. Pietro (purtroppoaperta solo su richiesta), costruita a partire dal XII sec sul sito del tempio di Apollo.Al suo interno graffiti di età antica (dal II al VI d.C.) e me-dievale, antiche colonne romane e mosaici ricavati dalla frammentazione dei marmi policromi romani.

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Il direttore generaledi Confindustria nazionaleall’Aquila per Meeting of Minds

L’INDUSTRIALE / MARZO 201210

UN GIORNO DI FORMAZIONE PER DIRIGENTI E IMPRENDITORIRAPPRESENTANTI DEL SISTEMA

ALTASCUOLA È IL PROGRAMMAFORMATIVO, PER LA PRIMAVOLTA STRUTTURATO IN FORMAUNITARIA ED INTEGRATA, CHE CONFINDUSTRIA RIVOLGEAGLI IMPRENDITORI CHERAPPRESENTANO GLI INTERESSIDELLE IMPRESE ALL’ESTERNODEL SISTEMA. SI PROPONECOME LABORATORIO DI LEADERSHIP ATTRAVERSO IL CONFRONTO CON I VERTICIDI CONFINDUSTRIA, OPINIONLEADER ECONOMISTI E POLICYMAKER E SI ARTICOLA IN SEI PERCORSI FORMATIVI,CIASCUNO DEI QUALI DEDICATOAD UN TARGET SPECIFICO.

Per il Consiglio Direttivo diConfindustria L’Aquila, Alta-scuola ha progettato Meetingof Minds, un incontro for-mativo volto a condividere ivalori dell’associazionismo,

a maturare una costruttiva consapevolez-za del complesso equilibrio tra rappre-sentanza di interessi e identità associativae a delineare gli sviluppi del sistema dirappresentanza. L’evento formativo si èsvolto presso Confindustria L’Aquila loscorso 31 gennaio sugli argomenti: “statodi salute” del Sistema Associativo; con-fronto sulla performance dell’economiadelle imprese e dei territori italiani; con-

divisione dei valori e dei “basic” fonda-mentali; casi di successo nel Sistema As-sociativo circa regole e comportamenti.Ha coordinato i lavori Costanza Patti,Amministratore Delegato Sistemi For-mativi Confindustria.

GIAMPAOLOGALLI Direttore GeneraleConfindustria La crisi attuale fa seguito a

quella del 2008. Nel panorama europeol'Italia è uno dei paesi che ne stanno su-bendo di più gli effetti, anche perché ab-biamo un debito pubblico troppo elevato eveniamo da 15 anni di crescita bassissima.In questa fase l'effetto più sensibile sul-l'economia reale è quello della stretta delcredito. Le imprese, soprattutto quelle pic-cole e medie, hanno un forte problema diliquidità, che è aggravato dai ritardi neipagamenti della PA: ormai, i crediti matu-rati dalle imprese nei confronti della P.A.hanno superato i 70 miliardi, con attesemedie di 180 giorni e punte che, in alcuneregioni, toccano i 900 giorni. E' necessarioattuare il prima possibile la direttiva euro-pea sui ritardati pagamenti e sbloccareuna situazione che sta diventando dram-matica. Consideriamo, inoltre, fondamen-tale il dialogo con le banche; per questo, cistiamo confrontando con l'Abi,con l'obiet-tivo di agevolare l'erogazione del creditoalle imprese e favorire le condizioni peruna moratoria nel pagamento dei debiti.E'

altrettanto importate favorire la patrimo-nializzazione delle imprese e le aggrega-zioni tra le piccole e medie aziende: da ta-le punto di vista,sono da apprezzare misu-re, come l'ACE, introdotte con la manovradi fine 2011.L'impegno per il risanamento dei contipubblici, che il Governo ha avviato con de-cisione, è assolutamente fondamentale eprioritario e bisogna continuare sulla stra-da del rigore. Ma il rigore da solo non ba-sta. Sono necessarie misure per la crescita,per dare un nuovo impulso allo sviluppodell'economia e per uscire dalla spirale re-cessiva. Da tempo diciamo che sono indi-spensabili riforme strutturali rinviate datroppo tempo: liberalizzazioni, semplifica-zione, giustizia, infrastrutture e mercatodel lavoro. Sono stati fatti passi avanti im-portanti negli ultimi mesi. La direzione èquella giusta, ma la strada è ancora lunga.Per quanto riguarda il mercato del lavoro,auspichiamo che il confronto in atto con isindacati e il Governo consenta all'Esecu-tivo di varare misure che favoriscano lacrescita e l'occupazione, anche valorizzan-do i contratti di apprendistato e facendoleva sulla flessibilità.Ma i posti di lavoro sicreano solo aumentando la produttività,che è il vero tallone d'Achille della nostraeconomia. Occorre ridurre il prelievo fi-scale su impresa e lavoro e spingere nelladirezione di una buona flessibilità e di mo-delli contrattuali che leghino il salario allaproduttività. L'accordo del 28 giugno 2011con i sindacati va in questa direzione.

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L’INDUSTRIALE / MARZO 201211

Il direttore generale di Confindustria nazionale all’Aquila

Come Confindustria continueremo certa-mente a dare il nostro costruttivo contribu-to all'azione delle Istituzioni e della politica,ma senza sostituirci ad essa. L'autonomiadeve essere infatti il nostro faro e valore ag-giunto.La nostra mission è rappresentare leimprese e offrire sempre nuovi servizi, al-l'altezza dei mutamenti degli scenari globa-li.Per questo è importante rendere il nostroSistema sempre più efficiente,valorizzandole eccellenze e favorendo le aggregazionitra le diverse strutture territoriali. Ma nondobbiamo mai essere autoreferenziali enon dobbiamo dimenticare che l'imprendi-tore svolge un ruolo sociale importante nelterritorio in cui opera. Essere credibili adautorevoli è il modo migliore per averemaggiore peso contrattuale e dare più for-za alla nostra rappresentanza.

MAURIZIOMARCHESINI Past PresidentUnindustria BolognaIl costo degli investimenti

nel nostro Paese è troppo alto. Alcunedelle banche che operano in Germaniaoperano anche in Italia: dobbiamo pre-tendere che lo facciano qui alle medesi-me condizioni e con le medesime regole.Il costo del denaro deve essere ugualeper tutti, diversamente non ricorrono irequisiti del libero mercato.Confindustria è in grado di incidere sulla

politica attraverso concreti programmi disviluppo, per cui, adesso è giunto il mo-mento di indirizzare il Governo verso mi-sure di ripresa economica: fino ad ora ab-biamo visto tasse, va bene come segnale,ma come cittadini stiamo aspettando e co-me imprenditori vogliamo partecipare al-la redazione di un piano di sviluppo.Abbiamo tre traiettorie: il Paese, le Im-prese, Confindustria.Come Paese dobbiamo essere consapevoliche ci aspettano due anni drammatici eche dobbiamo fare tutti insieme qualcosadi importante; come Imprese dobbiamorivedere obiettivi e strategie attuando unaprofonda rimeditazione, coscienti che asoffrire di più saranno proprio le più pic-cole, ma che una soluzione la troveremo;come Confindustria cercheremo di acqui-sire maggiore leadership, di essere unaguida per tutti,grandi e piccoli: non siamouna lobby né una corporazione,quindi do-vremo agire sugli interessi delle imprese, esolo così, conseguentemente, perseguire-mo l’interesse del Paese.

NADIO DELAIPresidente ErmeneiaStudi & Strategie di SistemaFino ad oggi abbiamo vis-

suto una economia delle persone, deisoggetti. Ora dobbiamo comprendereche non è il singolo imprenditore o il sin-

golo Territorio, Comune eccetera ad es-sere protagonista, ma “le relazioni”, lepartnership e tutto quanto si fa insiemetra Imprese, Istituzioni, Associazioni.La tecnologia va di corsa, ma la mappacognitiva dei singoli è rimasta indietro e,quindi, segna il passo impedendo di ca-valcare il presente ed il futuro. Ci vuoleuna mappa in movimento: la curiosità èalla base ma da sola non basta più. Il set-tore delle costruzioni, per citare uno deisegmenti più in crisi, può conoscere la ri-presa solo passando per l’acquisizione distrumenti come il project financing: glienti non hanno più disponibilità, posso-no solo cedere un proprio bene in cam-bio di un’opera pubblica finita. Un siste-ma che richiama qualcosa di molto cono-sciuto come il baratto: laddove manca li-quidità bisogna essere capace di recupe-rare, innovandoli, strumenti alternativi,cioè non praticatiAnche per le banche vale la stessa logicae con gli stessi criteri.Il fatto che a pagare la crisi saranno i ce-ti medi sembra un dato allarmante mane contiene in sé è un altro importanteper riorientarsi sul mercato e trasforma-re una negatività in positività: per esem-pio i consumi non saranno più di alto obasso livello ma necessariamente “diqualità superiore al low cost”. Ecco cheabbiamo scoperto una nuova offerta chearriva dal nuovo mercato.

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Fabrizio POLITIPreside della Facoltà di EconomiaUniversità dell’Aquila

Firmata la convenzioneConfindustria L’Aquila-Università

L’INDUSTRIALE / MARZO 201212

Qual è l’aspetto che ritiene più importan-te della convenzione? La Convenzione tocca molteplici ambiti:dalla formazione al placement, dalla ri-cerca allo sviluppo congiunto di progettianche imprenditoriali. Ma l'aspetto piùimportante mi sembra proprio la deci-sione di individuare vari spazi di incon-tro all'interno dei quali sviluppare, insie-me, progettualità e iniziative volte alcoinvolgimento di studenti, imprendito-ri, manager e docenti.Si sta realmente riducendo la distanzatra mondo delle imprese e università?Questo migliorerà l’accesso al mercatodel lavoro per i giovani? L'avvicinamento tra mondo delle impre-se ed atenei è un fenomeno in atto già datempo anche se con forme diverse nellevarie regioni d'Italia. Questo processo èsenz'altro positivo anche in funzione diun più agevole accesso dei giovani nelmercato del lavoro e non solo perché ilaureati hanno più occasioni per metter-si in mostra, ma anche perché è possibi-le per imprese e mondo universitariosviluppare insieme progetti che aumen-tano anche l'offerta lavorativa.Qual è il ruolo dell’Università dell’Aquilaprima e dopo il terremoto nel tessuto eco-nomico del territorio?Un Ateneo svolge sempre un ruolo cen-trale, per molteplici ragioni, per la cresci-ta del territorio di riferimento, sia per ilmovimento economico che già la solapresenza di studenti è capace di attivare,sia per la crescita culturale ed economicadel territorio medesimo. Al tempo stesso

dobbiamo riconoscere che, anche aL'Aquila, l'incontro fra realtà territorialied Ateneo non è sempre stato dei più fe-lici. Le ragioni sono molteplici e le re-sponsabilità vanno equamente divise.Ma, riconosciuti anche i limiti del mondoaccademico, devo parimenti sottolineareche in particolare i soggetti istituzionalipubblici non sempre dimostrano di com-prendere appieno le grandi potenzialità

Università e Imprese

interne ad un Ateneo. E, a questo propo-sito, intendo far riferimento anche alruolo che l'Ateneo può e deve giocarenella ricostruzione della città. Il successodella ricostruzione sarà intimamenteconnesso con la capacità dei soggettiistituzionali pubblici di coinvolgere an-che l'Ateneo nei relativi progetti: il suc-cesso (o il fallimento) della ricostruzioneva di pari passo con il successo dell'Ate-neo e viceversa.L’Università italiana e le riforme. Che co-sa bisogna ancora cambiare per renderel’università più vicina alle esigenze realidel paese?L'Italia ha bisogno di riforme volte allarimozione di posizioni di rendita (se nonparassitarie) sia nel settore pubblico chein quello privato. Il sistema economicoitaliano soffre di un basso tasso di con-correnzialità,ma è fatto notorio che è l'in-treccio di interessi interni al capitalismoitaliano a “bloccare” il sistema. E' dunqueproprio sul lato dell'intreccio (e del con-flitto) di interessi che bisogna con più co-raggio agire, perché tramite questa stra-da è possibile sbloccare risorse ingenti evitalità nuove. E gli investimenti non pos-sono che essere destinati alla formazione:i paesi più avanzati già da alcuni annihanno dimostrato che la risposta alla cri-si deve avvenire con investimenti cre-scenti in formazione e cultura, ma pur-troppo il nostro paese si è indirizzato insenso opposto. Ed infatti riforme, anchequella dell'Università, sono avvenuta tra-mite “tagli” o “a costo zero”!

UN ORGANISMO PARITETICO PERMANENTE GESTIRÀ LA COLLABORAZIONE IN MATERIADI FORMAZIONE, TESI DI LAUREA, PROGETTI DI RICERCA, PARTNERARIATO SUI BANDI COMUNITARI

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Gennaro TORNINCASAPresidente Sezione Terziario AvanzatoConfindustria L’Aquila

L’INDUSTRIALE / MARZO 201213

Gennaro Tornincasa ha scritto, in qualitàdi amministratore di Lynx srl, una letterapubblica in cui si appella al Governo per“condividere e denunciare l’ingiustizia dicui come imprenditore mi ritengo vittima”.Ho scritto ai ministri Passera, PatroniGriffi e Gnudi perché ritengo che la que-stione, al di là della mia vicenda persona-le, sia rilevante per l’intero sistema im-prenditoriale, specialmente nella suacomponente più numerosa, cioè le PMI.Si riferisce a una gara regionale da cui ilRTI che lei rappresentava è stato escluso.Esatto. Ma non voglio farne una questio-ne personale. Per chi fosse interessato,sono disponibile a mostrare la lettera(disponibile sul sito www.ageabruzzo.it,ndr) e tutta la documentazione relativa,che dimostra come una burocrazia vuo-ta (o una sua pretestuosa interpretazio-ne) invalida e paralizza gli imprenditorie il sistema. Della vicenda non voglio cer-to investire il Governo. Per questo c’è lagiustizia amministrativa (con oneri eco-nomici di non poco conto per noi picco-le imprese). Quello che a me premeva èporre questi temi all’attenzione di chideve risolverli. E sembra finalmente in-tenzionato a farlo. Questo Governo staagendo sui temi delle liberalizzazioni eha annunciato la volontà di intervenirecon efficacia e rapidità in materia disemplificazioni amministrative, per que-sto mi rivolgo a Loro, ponendo alcuniquesiti che ritengono urgenti e vitali.Lei ha posto 5 “perché”, che finiscono colconfigurare un vero e proprio “j’accuse”alla PA.

Non voglio sollevare polveroni polemici.Voglio evidenziare il problema per solleci-tare risposte adeguate. Nell’interesse mio,perché voglio fare l’imprenditore ed esseremesso in condizione di farlo, ma anche ditanti altri imprenditori che troppo spessocadono nelle trappole di una burocraziaevidentemente priva di senso. A confermadi quanto sostengo voglio ricordare cheanche la recente Relazione al Parlamentosullo stato della Pubblica Amministrazione

Imprese e P.A.

J’accuseUn imprenditore controla trappola della burocrazia

in Italia 2010 – 2011 dedica un intero capi-tolo al tema del “semplificare per crescere”e “dell’ascoltare per semplificare”e,nell’in-cipit del paragrafo 6.1, si afferma che “leanalisi condotte dalle principali organizza-zioni internazionali individuanonella complicazione burocraticauna delle prime cause dello svan-taggio competitivo dell’Italia nelcontesto europeo e nell’intera areaOCSE. Come è noto, la Commissione Euro-pea ha stimato per l’Italia una incidenzadei costi amministrativi derivanti dai di-versi livelli di governo pari al 4,6% del PIL,che equivale ad un costo complessivo di cir-ca 70 miliardi all’anno. Il peso deglioneri amministrativi risulta ancorapiù insostenibile per le imprese, inparticolar modo per quelle di picco-le e medie dimensioni, la cui com-petitività è in buona parte condi-zionata dai vincoli e dalle risorseimpiegate per gli adempimenti bu-rocratici”. In definitiva chiedo al Gover-no di mettere in atto azioni concrete e vali-de su tutto il territorio nazionale, ivi inclu-so su quello della Regione Abruzzo, affin-ché le piccole imprese costituite e di pros-sima costituzione possano concorrere neimercati, e non invece perdere tempo a rin-correre il proprio futuro nei tribunali am-ministrativi del nostro Paese.

LE 6 DOMANDE AL GOVERNODI GENNARO TORNINCASA

1• Perché una piccola impresa deve essere “costretta” dalla Pubblica amministrazionead intrattenere più di un rapporto con gli istituti di credito, altrimenti impossibilita-ta a concorrere per un pubblico appalto?

2• Perché una piccola impresa deve tentare di convincere almeno 2 banche a farsi predi-sporre, per ragioni formali che nessuno andrà ad approfondire, dichiarazioni lessical-mente diverse da quelle che gli istituti di credito per loro prassi interne rilasciano?

3• Perché una piccola impresa, per cause indipendenti dalla propria volontà, dovrebbe es-sere esclusa da una gara per inadempimento di un terzo, in questo caso l’istituto di cre-dito, nell’eseguire una certificazione come richiesto da una stazione appaltante dedita acreare contenziosi amministrativi più che ad agire nell’interesse pubblico?

4• Perché la storia economica e patrimoniale di un’impresa non può essere desumibileda un bilancio civilistico, a tutti gli effetti il documento più idoneo a valutare e ga-rantire il possesso di requisiti economico – finanziari in una gara d’appalto?

5• Perché un’amministrazione regionale può, attraverso la “tirannia” del lex specialis,disseminare nei disciplinari di gara e nei capitolati prescrizioni prive di logicità e ra-gionevolezza, ivi incluso il ricorrente utilizzo lessicale della dicitura “pena l’esclusio-ne” oltre quanto previsto dalle norme dello Stato?

6• Perché un’amministrazione regionale, ignorando letteralmente disposizioni e pre-scrizioni europee e della Stato italiano finalizzate a incoraggiare la semplificazioneamministrativa, l’autocertificazione delle dichiarazioni, nonché la digitalizzazionedella documentazione amministrativa, può permettersi di richiedere sia documen-tazione cartacea, sia documentazione digitale pena l’esclusione dalla gara come nelcaso a cui ho fatto riferimento?

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Thales continua a investirea L’Aquila

L’INDUSTRIALE / MARZO 2012

Riccardo PODDARelazioni Industriali, Normative Contenziosodel Lavoro e Stabilimento dell’AquilaThales Alenia Space Italia SPA

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È COMINCIATA LA COSTRUZIONE DEL NUOVO STABILIMENTO, SECONDO PRINCIPI DI RINNOVATAATTENZIONE ALL'AMBIENTE E IN UNA STRATEGIA A LUNGO TERMINE CHE FARÀ DELL'AQUILAL'UNICO CENTRO DI PRODUZIONE ELETTRONICA DELLA THALES ALENIA SPACE IN ITALIA

LA NOSTRA SEDE DI L’AQUILA È UN PRESIDIO TECNOLOGICOINDUSTRIALE STABILMENTE E STORICAMENTE PRESENTE SUL TERRITORIO CITTADINO.LA STRUTTURA SI AVVALEDELLA COLLABORAZIONEDI CIRCA 300 RISORSE,COMPLESSIVAMENTE VOCATEALLE ATTIVITÀ DI PRODUZIONEDEGLI EQUIPAGGIAMENTIELETTRONICI SATELLITARIINSIEME ALLE NECESSARIETECNOLOGIE ABILITANTI (SILEGGA, MICROELETTRONICA...).IL NOSTRO PERSONALE ÈPREVALENTEMENTE COSTITUITODA DIPLOMATI (CIRCA IL 64%) E DA LAUREATI (CIRCA IL 23 %)CHE OPERANO SU ATTIVITÀDI FRONTIERA TECNOLOGICAIN COSTANTE EVOLUZIONE.

Le attività di produzioneelettronica sono assolu-tamente preponderanti esono affiancate da im-portanti ulteriori attivitàdedicate alla ingegneria

di produzione ed allo studio delle tec-nologie correlate.Tuttavia nel corso del secondo semestredello scorso anno, Thales Alenia SpaceItalia ha comunicato alle Organizzazioni

sindacali il suo Piano di Riassetto indu-striale, che vedrà la futura sede aquilanaquale unico centro di produzione elettro-nica, accogliendo durante l’anno in corsole produzioni attualmente realizzate nelnostro sito di Vimodrone (Milano).La missione attuale della sede de L’Aqui-la viene, così, confermata e al contemporafforzata da un preciso obiettivo indu-striale condiviso dai nostri azionisti(Thales Group e Finmeccanica), realizza-to grazie alla concretizzazione del nuovostabilimento che rappresenta quindi unnotevole investimento per il futuro diThales Alenia Space Italia.Infatti i Vertici di Thales Alenia Space JV, ilGruppo Thales e l’azionista Finmeccanicahanno concordemente deciso di investiresulla nuova infrastruttura industriale unacifra pari a 42 M¤, dimostrando quindi lavolontà tangibile di intraprendere uncammino di continuità che guarda però fi-ducioso al futuro, sia del territorio abruz-zese che della nostra azienda.La nostra futura sede abruzzese quindiverrà ubicata su un lotto di terreno di cir-ca 57.000 m2, avrà una superficie copertadi circa 16.080 m2 (di cui circa 10.200 m2dedicati ad aree produttive, di cui circa4500 m2 strutturati come camere pulite adelevato controllo ambientale). Gli uffici in-vece si estenderanno per circa 4000 m2 edi restanti 1800 m2 saranno dedicati alle ne-cessarie aree di servizio.Le aree produttive del nuovo edificio so-no state progettate secondo criteri di Le-

an Design, con l’obiettivo di ottenereflussi di lavoro continui, ottimizzati e conelevata riconfigurabilità, tali da soddisfa-re esigenze di variazione di volume diproduzione e tecnologiche. Per ottenereil massimo risparmio energetico sonostate adottate inoltre soluzioni proget-tuali che prevedono l’uso diffuso di siste-mi di recupero termico e di materiali co-struttivi che, oltre a soddisfare criteri ge-nerali di ecosostenibilità, minimizzano ledispersioni termiche.Il nuovo complesso produttivo, basatosu elevati standard qualitativi ed unaforte integrazione con la città, è statofortemente voluto da Thales AleniaSpace e si candida a rappresentare, atutti gli effetti, un modello di riferi-mento industriale.Per Thales Alenia Space, questo impegnocostituisce anche un’occasione per accre-scere l’efficienza e la competitività.Il cantiere è stato aperto il 7 novembre2011 ed il programma prevede che lacostruzione venga completata entro ilmese di febbraio 2013. Il 14 dicembre2011 invece si è tenuta la manifestazio-ne della “posa la prima pietra” sul ter-reno assegnatoci, in una toccante ma-nifestazione, alla presenza delle più Al-te Cariche cittadine e territoriali, del-l’Arcivescovo de L’Aquila S.E. Monsi-gnor Giuseppe Molinari, dei Rappre-sentanti Sindacali Nazionali, Territo-riali e delle Rappresentanze sindacalidella sede.

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Lucia DI LORENZOAmministratore DelegatoCasa di Cura privata Di Lorenzo Spa

L’INDUSTRIALE / MARZO 201215

Afondare il primo nu-cleo della clinica adAvezzano fu mio non-no Nicola nel 1922. Do-po la sua morte, la ca-sa di cura passò a mio

padre e mio zio, medici anch'essi, che lagestirono con passione e competenza,tanto che dal nucleo originario di ununico corpo architettonico si sviluppònegli anni fino alle dimensioni attuali.Negli anni novanta l'attività è stata am-pliata con l'acquisizione della partecipa-zione di maggioranza nella Casa di Curadi Riabilitazione Nova Salus di Trasaccoe con la gestione della RSA Villa Gaia aLecce nei Marsi. Nel 2006 ho acquisitol'intera partecipazione, rilevando le quo-te dei miei cugini e sono diventata l'uni-ca proprietaria dell'intero complesso sa-nitario.Lucia Di Lorenzo è Amministratore Dele-gato della Casa di Cura Privata "Di Lo-renzo", una delle colonne storiche dellasanità convenzionata marsicana. Che co-sa significa per una donna avere un ruo-lo come il suo? E' un lavoro estremamente complesso,ricco di gratificazioni ma anche di gran-di preoccupazioni. Il rapporto con le ASLe la Regione, pur nel reciproco tentativodi essere collaborativi, presenta spessogravi conflittualità. I pazienti, che neces-sitano della massima attenzione ed han-no diritto ad un'assistenza qualificata eumanamente valida sono ogni giorno

più esigenti. Gli aspetti normativi, orga-nizzativi, tecnologici ed umani richiedo-no un forte impegno economico e gestio-nale. Faccio questo lavoro con grandepassione ed onestà e spero venga apprez-zato. La difficoltà di essere donna e diconciliare questo ruolo con quello di mo-glie e di madre esiste sempre… purtrop-po siamo ancora in un mondo nel qualesi viene derisi se si chiede lo spostamen-to di una riunione per partecipare all'ir-rinunciabile recita di Natale dei bambini,ma non smetterò di farlo!Avete più di 200 fra dipendenti e collabo-ratori, nelle tre 3 strutture che operanosul territorio.

Abbiamo un personale straordinario,umanamente e professionalmente quali-ficato. Quello che ci impegniamo a realiz-zare con loro - chiedendo a ciascuno diporsi al servizio del malato - è un model-lo assistenziale globale, una sintesi di ri-gore scientifico e umanizzazione delle te-rapie. L'assistenza sanitaria è un'impresaeconomica ma deve essere condotta conrigore e onestà. Purtroppo non sempretanta dedizione e serietà vengono real-mente apprezzate e premiate, ciò nono-stante continuiamo a credere che il no-stro successo debba dipendere dalla gua-rigione e dalla soddisfazione dei pazien-ti. Provo un forte senso di responsabilitànei confronti di coloro che lavorano perle mie aziende ed il mio impegno deveessere anche nei loro confronti.Quanto si guadagna dalla sanità? E' cor-retto farlo?Noi siamo un'azienda, come le altre. Lacorrettezza sta nei modi con cui cerchia-mo di conseguire i profitti che vorrei di-re “costituzionalmente”, legittimamente,le imprese perseguono. Il nostro succes-so dipende dal livello e dalla qualità deiservizi che offriamo, perché sono i pa-zienti a sceglierci, in piena libertà. So-spendendo per un attimo ogni valutazio-ne etica (che per noi resta fondamenta-le), la scorciatoia dell'abbassamento deicosti perseguito illegalmente, a scapitodella salute, è una strada che può portarea un successo economico nel breve pe-riodo, ma non è certo la ricetta per unbuon progetto industriale. E la nostraazienda lavora con serietà e continuitànel settore da quasi cento anni. Realizza-re un profitto è sempre più difficile e imargini sono estremamente ridotti, marimane un'azienda solida ed un patrimo-nio importante per me e, a mio avviso,anche per il mio territorio.Quanto sono importanti nel vostro cam-po l'aggiornamento e la formazione?Sono fondamentali. Per questo la “Di Lo-renzo”costituisce il polo didattico di alcunespecializzazioni mediche universitarie incollaborazione con l' Università degli Studidell' Aquila con cui collaboriamo da decen-ni con reciproca stima e soddisfazione.Pre-stiamo grande attenzione alla formazionedel personale medico e paramedico offren-do eventi formativi interni e continue occa-sioni di confronto su argomenti sia scienti-fici,sia in tema di umanizzazione delle tera-pie che di garanzia per la sicurezza di uten-ti e lavoratori.

Di Lorenzo SPAUna realtà solidadella sanità marsicana

azienda del mese

COLLOQUIO CON LUCIA DI LORENZO,L'ULTIMA EREDE DI UNA FAMIGLIA CHE HA FATTO STORIA

Page 16: XXI ANNO - confindustria.aq.it · della finanza diamo nuovo slancio al set-tore turistico, all’agroalimentare, alle ec-cellenze di cui è gravida la nostra provin-cia. Puntiamo

L’INDUSTRIALE / MARZO 201216

ACCORDO SINDACALEPER LE SOLE AZIENDE DI CONFINDUSTRIA L’AQUILASCONTO DEL PRELIEVO SOSTITUTIVODEL 10% SUI COMPENSIPER AUMENTO DI PRODUTTIVITÀ

In virtù dell’intesa raggiunta sconteranno il prelievo sostitutivodel 10% le somme pagate ai lavoratori che consentono il miglio-ramento della produttività aziendale. Gli imprenditori associatia Confindustria L’Aquila dispongono ora dello strumento giu-

ridico necessario per applicare, anche nel 2012, il prelievo sostitu-tivo del 10% sulle componenti accessorie della retribuzione corri-sposte in relazione ad incrementi della produttività.E’ stato, infatti, sottoscritto con CGIL, CISL, UIL e UGL provincia-li un accordo valido per una pluralità di settori merceologici che– conformandosi all’intesa raggiunta sul piano interconfederale– permette alle sole imprese iscritte a Confindustria L’Aquila di

accordare il trattamento di favore, disciplinato dalla specificanormativa tributaria, al personale interessato.

La notizia era attesa con molta ansia dai lavoratori delle Impre-se produttrici di beni e servizi, perché la legge di stabilità 2012 –nel prorogare il beneficio fiscale per l’anno corrente – ha, fra l’al-tro, confermato la scelta di subordinarne l’operatività alla condi-zione che le somme destinate a ricompensare i dipendenti per illoro contributo fattivo al miglioramento dell’efficienza azienda-le siano pagate in attuazione di quanto previsto “da accordi…territoriali…”.L’accordo – oggi più che mai utilizzabile in funzione dello svilup-po industriale, attraverso gli incentivi alla valorizzazione dellerisorse umane – porta la firma del Direttore Antonio Cappelli edel Condirettore Carlo Imperatore Confindustria L’Aquila; diUmberto Trasatti, Paolo Sangermano, Pietro Paolelli e Piero Pe-retti, rispettivamente segretari confederali di CGIL, CISL, UIL eUGL provinciali.

CONFINDUSTRIAAL FIANCO DEL ROTARYPER LA FACOLTA’DI INGEGNERIA DI ROIO«Adotteremo l’Università dell’Aquila». Era l’impegnosottoscritto dal Rotary club all’indomani del terremo-to del 6 aprile. «Inizieremo dalla facoltà di Ingegneria,ricostruiremo le aule, i laboratori, la presidenza» an-nunciò Francesco Ottaviano, che parlò dell’universitàe dei suoi studenti come vero e proprio “cuore del-l’Aquila”. Il Rotary sta tenendo fede al suo impegno.Per la ricostruzione dell'Edificio A della Facoltà di In-gegneria (i laboratori sono in parte già utilizzabili) so-no stati fino ad oggi impiegati oltre 2 milioni di euro,anche con il contributo dell'Inner Wheel, del Rotaracte dell’Avis (che ha messo a disposizione 50mila euro).Ma lo sforzo non si è concluso. La raccolta va ancoraavanti, per arrivare ai circa 3 milioni che si stima ser-viranno.Gli imprenditori hanno voluto fare la loro parte e so-no intervenuti a sostegno dell’iniziativa. Così, in occa-sione della consegna all’Aquila della laurea honoriscausa a Kalian Banerjee, Presidente Internazionaledel Rotary Club, il Presidente di Confidustria L’AquilaFabio Spinosa Pingue e il Direttore Antonio Cappellihanno consegnato un assegno di 80.000 euro, denaroraccolto con la sottoscrizione aperta all’indomani delsisma dall’ex Presidente regionale Riccardo Marrollo.Facciamo squadra per restituire alla facoltà di Inge-gneria di Roio il laboratorio e altri servizi fondamen-tali per gli studenti. Una rete di solidarietà il cui inten-to è lo stesso dal 7 aprile: che la città dell'Aquila tornia vivere.

Si è tenuto all’Aquila lo scorso 25 gennaio un workshopdedicato agli strumenti a disposizione delle PMI persupportare i loro progetti di internazionalizzazione.Voluto dal comitato regionale per l’internazionalizza-

zione di Confindustria, il seminario fa parte di un ciclo itine-rante ed è stato organizzato congiuntamente dai comitati pro-vinciali di Teramo e L’aquila. Introdotti dai saluti del Vicepresi-dente Guido Cantalini, i lavori sono iniziati con gli interventi diAlessandro Addari (Coordinatore di Confindustria Abruzzo perl’Internazionalizzazione), Salvatore Di Paolo (Presidente PoloAgroalimentare d’Abruzzo ”A.G.I.R.E.”) e Giuseppe Cappiello(Presidente Polo I.C.T. D’Abruzzo).A coordinare Giuseppe Manci-nelli,componente la commissione internazionalizzazione di Con-findustria regionale.Sono intervenuti inoltre il dr Luca Gatto del-la SACE ed il dr Enrico D’Angeli della SIMEST.

GLI STRUMENTI FINANZIARIPER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

da sinistra: il governatore Rotary Francesco Ottaviano, la moglie Antonella Marrollo, il presidente di Confindustria L’Aquila,

Fabio Spinosa Pingue con l’assegno dell’associazione, il past president di Confindustria Abruzzo, Riccardo Calogero Marrollo,

il direttore di Confindustria L'Aquila Antonio Cappelli,il presidente internazionale Kalyan Banerjee con la moglie

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