I Siciliani giovani - foglio agosto 2013

4
desso che Berlusconi non c’è più le forze - diciamo così - progressiste si accorderan- no in un modo o nell’altro per non lasciare nelle mani della destra l’Italia nel suo momento pià delicato? Sarebbe logico, certo: ma non è un paese logico quello in cui un malfattore riesce a restare a galla vent’anni con la complicità o la tolleranza di mezza Italia “perbene”; per cadere alla fine non per l’iniziativa politica di chicchessia ma per esclusivo merito della Magistratura. In Sicilia, un governo democra- tico avrebbe potuto esserci già da molto tempo. Sul piano della lotta antimafia - la questione più seria della Sicilia, quella da cui dipendono tutte le altre - più di una volta una minoranza consi- stente degli elettori ha dimostra- to di essere pronta a seguire un’ idea conseguentemente antima- fiosa. Ma non ha mai avuto un partito per raccogliersi; ha avuto solo dei leader, encomiabili cer- to, ma primedonne. La bandiera del rinnovamento è stata così raccolta, gattoparde- scamente, da qualcun altro. Col solito copione: due mesi di pro- messe, e poi anni di amministra- zione “normale”. Così è ora. Ma i gattopardi non avrebbero mai potuto vincere se non aves- sero trovato - per l’individuali- smo dei progressisti - questo immenso spazio vuoto. Ora, tocca ai movimenti riem- pirlo. Se ne saranno capaci, e se siamo ancora in tempo. * Il paladino Ma davvero Crocetta “ha tradito”? Se guardiamo la lista del suo governo, con tutti quegli Udc (o ex Udc), Mpa (o ex Mpa) e compagnia bella, non possiamo dire che non eravamo stati avvertiti. E’ la solita lista del solito governo Lombardo, o Drago, o Nicolosi, o Carollo, o La Loggia, o Restivo... un governo dc, o post-dc, fronzoli a parte. O anche Figueroa, o Albornoz, o Villafranca, o De Ribera y de Enriquez y de Alfàn - i governi dei vicerè. Sono la stessa cosa: è da secoli che la Sicilia è governata così, e nessuno di questi governi ha mai mancato di promesse, nè di appassionate dichiarazioni di amore eterno alla Sicilia, alla nostra bedda isola e a tutti i siciliani. Finché, dalla capitale dell’impero, arriva una vociata fuoricampo. “Come? Certo... Obbedisco... Non abbia tema, maestà...” è la risposta flebile, nei secoli sempre la stessa. I pupi tornano nella scatola, e il popolo deluso tace... Tace? Beh, non sempre. ISICILIANI.IT DA’ UNA MANO AI SICILIANI GIOVANI IT 28 B 05018 04600 000000148119 (Assoc.Culturale. I Siciliani Giovani/ Banca Etica) oppure c/c postale 001008725614 (Ass..Cult I Siciliani Giovani, v.Cordai 47, Catania) “A che serve essere vivi, se non c’è il coraggio di lottare?” Giuseppe Fava Il foglio de agosto 2013 www. 1 euro CAVALLI L’artista libero nel mirino dei boss MAFIA “Liberiamoci anche di Di Matteo” STRAGI “Il sangue del 2 agosto” ebook INCHIESTE Ecco a voi la mafia a Roma Da tempo la stampa libera (cioè i giornali poveri come questo) denunciava i contatti fra le autorità Usa e quelle italiane, Regione compresa, finalizzati a inganna- re freddamente i cittadini e i movimenti che si opponevano al Muos: mentre i “grandi giornali” stavano zitti. E’ trent‘anni che I Siciliani denunciano i tentativi di fare della Sicilia una immensa portaerei, una base di droni e di missili nucleari. Vorremmo continuare a informarvi su questo, ma avremmo anche bisogno di essere un po’ meno soli. La ve- rità proibita politica Noi (uniti) si può storia Costituzione della Repubblica, art.41. “L'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge deter- mina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Non c’è solo Berlusconi. Gran parte dei principali poteri economici in Italia sono da tempo fuori della legalità. Senza cambiare questo, non può cambiare davvero niente. Bisogna perciò: Abolire il segreto bancario; Confiscare non solo i beni mafiosi ma anche quelli frutto di grande evasione fiscale o corruzione, e assegnarli a cooperative di giovani lavoratori; Sanzionare le delocalizzazioni, l’abuso di precariato e il mancato rispetto degli accordi di lavoro; Separare capitale finanziario e industriale; tetto alle partecipazioni nell’editoria; Tobin tax; Gestione pubblica dei servizi pubblici essenziali: scuola, università, acqua, energia, credito, tecnologie; Progetto nazionale di messa in sicurezza del territorio, come volano economico soprattutto al Sud. Controllo del territorio nelle zone ad alta intensità mafiosa. L’antimafia - sociale - è una politica. Forse è la sola vera politica, adesso. giornalismo Gano di Magonza I po- teri ma- fiosi D’accordo, la società civile per i politici è una barzelletta. “Chiacchiere, chiacchiere, ogni tanto qualche protesta. Poi se ne tornano tutti a casa, magari mugugnando”. Ogni tanto però le cose non vanno proprio così. La gente non torna a casa, e non protesta sottanto. Comincia a individuare cose precise, a far proposte; magari, a mettere in pratica qualcosa. Il NoMuos ne è un esempio. Militanti “seriosi” e mamme di famiglia sorridenti, senza pensarci troppo, si sono ritrovati insieme a “governare” - in un certo senso - una città. Non dibattiti astratti,non grandi ideologie, ma vita di gente comune, problemi pratici e concreti: la salute dei figli, la difesa degli alberi, la paura della guerra. “Qua i politici non ci pensano. E allora ci dobbiamo pensare direttamente noi”. A Messina, addirittura, gente così s’è azzardata a vincere le elezioni, senza famosi politici e senza Vip. E adesso sta cominciando a sistemare la città. Non c’è nulla di facile, si capisce. Ma si può fare. Si chiama “forza del popolo”: demo-crazia. Arriva all’improvviso, e tu non sai perché. Ti svegli e la senti lì, come una vecchia amica. E allora comincia tutto. MODICA, 30 E 31 AGOSTO: FESTIVAL DEL GIORNALISMO DE “IL CLANDESTINO”

description

In questo foglio: Speciale Muos MUOS/Le carte segrete: L'inchiesta che ha anticipato il voltafaccia Il paladino: Ma davvero Crocetta “ha tradito”? Giornalismo: La verità proibita Politica: I poteri mafiosi Storia: Noi (uniti) si può

Transcript of I Siciliani giovani - foglio agosto 2013

Page 1: I Siciliani giovani - foglio agosto 2013

desso che Berlusconi non c’è più le forze

- diciamo così - progressiste si

accorderan- no in un modo o

nell’altro per non lasciare nelle mani della

destra l’Italia nel suo momento pià delicato? Sarebbe logico, certo: ma non è un paese logico quello in cui un malfattore riesce a restare a galla vent’anni con la complicità o la tolleranza di mezza Italia “perbene”; per cadere alla fine non per l’iniziativa politica di chicchessia ma per esclusivo merito della Magistratura. In Sicilia, un governo democra- tico avrebbe potuto esserci già da molto tempo. Sul piano della lotta antimafia - la questione più seria della Sicilia, quella da cui dipendono tutte le altre - più di una volta una minoranza consi- stente degli elettori ha dimostra- to di essere pronta a seguire un’ idea conseguentemente antima- fiosa. Ma non ha mai avuto un partito per raccogliersi; ha avuto solo dei leader, encomiabili cer- to, ma primedonne. La bandiera del rinnovamento è stata così raccolta, gattoparde- scamente, da qualcun altro. Col solito copione: due mesi di pro- messe, e poi anni di amministra- zione “normale”. Così è ora. Ma i gattopardi non avrebbero mai potuto vincere se non aves- sero trovato - per l’individuali- smo dei progressisti - questo immenso spazio vuoto. Ora, tocca ai movimenti riem-pirlo. Se ne saranno capaci, ese siamo ancora in tempo.

*

Il paladino Ma davvero Crocetta “ha tradito”? Se guardiamo la lista del suo governo, con

tutti quegli Udc (o ex Udc), Mpa (o ex Mpa) e compagnia bella, non possiamo dire che non eravamo stati avvertiti. E’ la solita lista del solito governo Lombardo, o Drago, o Nicolosi, o Carollo, o La Loggia, o Restivo... un governo dc, o post-dc, fronzoli a parte. O anche Figueroa, o Albornoz, o Villafranca, o De Ribera y de Enriquez y de Alfàn - i governi dei vicerè. Sono la stessa cosa: è da secoli che la Sicilia è governata così, e nessuno di questi governi ha mai mancato di promesse, nè di appassionate dichiarazioni di amore eterno alla Sicilia, alla nostra bedda isola e a tutti i siciliani.

Finché, dalla capitale dell’impero, arriva una vociata fuoricampo. “Come? Certo...Obbedisco... Non abbia tema, maestà...” è la risposta flebile, nei secoli sempre lastessa. I pupi tornano nella scatola, e il popolo deluso tace... Tace? Beh, non sempre.

ISICILIANI.IT

DA’ UNA MANOAI SICILIANI GIOVANIIT 28 B 05018 04600 000000148119(Assoc.Culturale. I Siciliani Giovani/ Banca Etica)

oppure c/c postale 001008725614(Ass..Cult I Siciliani Giovani, v.Cordai 47, Catania)

“A che serve essere vivi,se non c’è

il coraggio di lottare?”Giuseppe Fava

Il foglio de

agosto 2013

www.

1 euro

CAVALLIL’artista liberonel mirinodei boss

MAFIA“Liberiamocianche diDi Matteo”

STRAGI“Il sanguedel 2 agosto”ebook

INCHIESTEEcco a voila mafiaa Roma

Da tempo la stampa libera (cioè i giornali poveri come questo) denunciava i contatti fra le autorità Usa e quelle italiane, Regione compresa, finalizzati a inganna- re freddamente i cittadini e i movimenti che si opponevano al Muos: mentre i “grandi giornali” stavano zitti.E’ trent‘anni che I Siciliani denunciano i tentativi di fare della Sicilia una immensa portaerei, una base di droni e di missili nucleari. Vorremmo continuare a informarvi su questo, ma avremmo anche bisogno di essere un po’ meno soli.

La ve-ritàproibita

politica

Noi(uniti)sipuò

storia

Costituzione della Repubblica, art.41. “L'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge deter-mina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

Non c’è solo Berlusconi. Gran parte dei principali poteri economici in Italia sono da tempo fuori della legalità. Senza cambiare questo, non può cambiare davvero niente. Bisogna perciò: ● Abolire il segreto bancario;● Confiscare non solo i beni mafiosi ma anche quelli frutto di grande evasione fiscale o corruzione, e assegnarli a cooperative di giovani lavoratori;● Sanzionare le delocalizzazioni, l’abuso di precariato e il mancato rispetto degliaccordi di lavoro; ● Separare capitale finanziario e industriale; tetto alle partecipazioni nell’editoria; Tobin tax; ● Gestione pubblica dei servizi pubblici essenziali: scuola, università, acqua, energia, credito, tecnologie; ● Progetto nazionale di messa in sicurezza del territorio, come volano economico soprattutto al Sud. ● Controllo del territorio nelle zone ad alta intensità mafiosa.L’antimafia - sociale - è una politica. Forse è la sola vera politica, adesso.

giornalismo

Gano di Magonza

I po-terima-�osi

D’accordo, la società civile per i politici è una barzelletta. “Chiacchiere, chiacchiere, ogni tanto qualche protesta. Poi se ne tornano tutti a casa, magari mugugnando”. Ogni tanto però le cose non vanno proprio così. La gente non torna a casa, e non protesta sottanto. Comincia a individuare cose precise, a far proposte; magari, a mettere in pratica qualcosa. Il NoMuos ne è un esempio. Militanti “seriosi” e mamme di famiglia sorridenti, senza pensarci troppo, si sono ritrovati insieme a “governare” - in un certo senso - una città. Non dibattiti astratti,non grandi ideologie, ma vita di gente comune, problemi pratici e concreti: la salute dei figli, la difesa degli alberi, la paura della guerra. “Qua i politici non ci pensano. E allora ci dobbiamo pensare direttamente noi”. A Messina, addirittura, gente così s’è azzardata a vincere le elezioni, senza famosi politici e senza Vip. E adesso sta cominciando a sistemare la città. Non c’è nulla di facile, si capisce. Ma si può fare. Si chiama “forza del popolo”: demo-crazia. Arriva all’improvviso, e tu non sai perché. Ti svegli e la senti lì, come una vecchia amica. E allora comincia tutto.

MODICA, 30 E 31 AGOSTO: FESTIVAL DEL GIORNALISMO DE “IL CLANDESTINO”

Page 2: I Siciliani giovani - foglio agosto 2013

MUOS/ LE CARTE SEGRETE

“Io faccio Ponzio e tu fai Pilato”. Ministri, governatori, generali e prefettid’accordo per continuare i lavori alla base di Niscemi. Ecco come

X LIBERTA’ DI STAMPA

Siciliani giovaniche cos’èI Siciliani giovani è un giornale, è unpezzo di storia, ma è anche venti testatedi base da Milano a Modica, da Catania a Roma, da Napoli a Bologna, a Trapani, a Palermo che hanno deciso di lavorare insieme per costituire una rete.Non solo inchieste e denunce, ma anche il racconto quotidiano di un Paese giovane, fatto da giovani, vissuto in prima personadai protagonisti dell'Italia di domani.Fuori dai palazzi. In rete, e per le strade.

PUBBLICITA’

2

Un prefetto, un diplo-matico degli Stati Uniti e una sfilza di ministri, generali e ammiragli, tutti insieme appassionata-mente per individuare una strategia che consenta alle forze armate statunitensi di aggirare lo stop ai lavori d’installazione del terminale MUOS nella riserva naturale di Niscemi.

A fine maggio gli hacker di Anonymus Italia hanno fatto incetta di e-mail e comunicazione riservate del Ministero degli Interni. Fra gli oltre 2.600 docu-menti messi online (comprese le informative sulle mobilitazioni studentesche per il diritto allo studio) ci sono i carteggi tra la Prefettura di Caltanissetta, la Farnesina, il Ministero della difesa e l’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Oggetto il MUOS che deve sorgere in Sicilia.

Il governo italiano è sotto il pressing delle autorità Usa. L’amministrazione Obama è indispettita per il provvedimento di revoca delle autorizzazioni ai lavori del terminale terrestre di Niscemi firmato il 29 marzo 2013 dalla Regione siciliana ma soprattutto invoca un’azione energica contro i presidi e le azioni dirette da parte del Movimento No MUOS. Il 12 aprile il colonnello B. Tucker, a capo dell’ufficio di cooperazione militare Usa in Italia, invia una e-mail al tenente colonnello Filippo Plini e per cono-scenza al generale Luca Goretti (entrambi in forza al Capo gabinetto del Ministero della difesa), lamentando gli effetti del blocco dei cantieri del MUOS.

Le considerazioni delle forze armate Usa mettono in allarme il governo Monti. Le forze dell’ordine sono chiamate alla tolleranza zero contro i No MUOS, mentre vengono attivati tutti i canali per individuare una soluzione “condivisa” con la giunta del presidente Crocetta.

Il 16 aprile, con una e-mail inviata alle ore 8.20 al viceministro degli esteri Staffan de Mistura, il prefetto di Caltanissetta Carmine Valente risponde: “Dopo la riunione di ieri a Palazzo Chigi sembra che la situazione di empasse in cui ci si trova sul MUOS possa essere superata, anche alla luce di una conversazione informale avuta oggi con il Presi-dente Crocetta. Questi ha manifestato imbarazzo a ritirare la revoca in quanto non sarebbe sostenuta da alcuna motivazione plausibile e perché, alla luce dell’accordo politico raggiunto lo scorso 11 marzo, è stata accettata pubblicamente anche dal Governo nazionale la tesi che le autorizzazioni rilasciate precedentemente dalla Regione Siciliana presentassero vistose lacune sotto il profilo ambientale e sanitario”.

Valente spiega tuttavia di aver percepito che a Palermo “vi sarebbero poche remore a concedere una deroga alla revoca per la prosecuzione di alcuni lavori ben definiti, nelle more della decisione della Commissione istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità”.A tal fine, il prefetto suggerisce di far presentare alla Regione da parte del Ministero della difesa una richiesta di autorizzazione “di un numero limitato di lavori, indicati anche solo di massima, da portare a termine entro il prossimo 31 maggio”, la data prevista originariamente per la consegna degli studi I.S.S. sul rischio elettro-magnetico del MUOS.

“Tale richiesta diven-terebbe oggetto di una Conferenza di servizi durante la quale la Regione accetterebbe il prosieguo di alcuni lavori in deroga”.Mercoledì 17 aprile, alle ore 22.36, il viceministro degli esteri a Douglas C. Hengel, vicecapo missione dell’ambasciata Usa a Roma, per concordare l’iter da seguire per ottenere dalla Presidenza della Regione siciliana una deroga al divieto di avanzamento dei lavori nel sito di Niscemi.

“Dear Doug, per superare le revoche avremmo bisogno con urgenza da parte delle autorità della base o del ministero della difesa italiano una lista che indichi specificatamente che sono necessari nel posto lavori non relativi alle parabole MUOS”.Il 17 aprile il diplomatico Douglas C. Hengel aveva sollecitato al viceministro degli esteri una soluzione per consentire l’ingresso delle imprese appaltatrici all’interno della base.

“Voglio farti sapere - conclude - che stiamo per inviare al Ministero affari esteri una nota con un documento per asserire il nostro diritto di accesso secondo il NATO SOFA (lo Status of Forces Agree-ments che stabilisce il quadro giuridico in cui opera il personale militare Usa in un paese ospite nda), compreso quello dei contractor accreditati come rappresentanti tecnici, alle installazioni militari cedute in uso alle forze armate USA".

Il 18 aprile alle 17.05 il Capo di gabinetto del Ministero della difesa, ammiraglio Vanni Nozzoli, invia un messaggio al prefetto Valente per delineare le modalità d’intervento presso la Regione siciliana per definire le attività opera-tive da autorizzare all’interno della base.

“Concordiamo sul fatto che la Difesa è l’interfaccia con gli Usa per i lavori e intenderemmo informare la Regione per il Suo tramite”. In attachment c’è una bozza stilata d’accordo coll viceministro De Mistura e l’Ufficio di Cooperazione per la Difesa (ODC) dell’Ambasciata Usa che delinea le linee da seguire, la Proposta dell’attività presso il sito di Niscemi a fronte delle revoche emanate dalla Regione Siciliana.“Il personale militare US - inizia - e quello militare nazionale devono sempre poter entrare/uscire dal sito in quanto oncessionari/ titolari dell’area”.

Il protocollo esautora la Regione siciliana da qualsivoglia controllo e verifica degli interventi autorizzati. “Il Prefetto competente per territorio sarà preventivamente informato sullo svolgi-mento delle entrate/uscite, mentre il comandante dell’aeroporto di Sigonella, o suo delegato, assicurerà il rispetto di tutte le restanti attività previste alla NRTF e ai cantieri MUOS”.Nel tardo pomeriggio del 17 il prefetto di Caltanis-setta si rivolge via iPhone al Capo di gabinetto del Ministero della difesa.“Il mio intervento con il Vice ministro De Mistura – scrive Valente - è servito a chiarire che il passaggio dei civili per la manutenzi-one ordinaria della base non si è mai interrotto se non quando non siamo riusciti a far passare il messaggio che si entrava davvero per fare quella, mentre lavori al MUOS oggi si potrebbero fare soltanto ottenendo una deroga dalla regione rispetto al provvedimento di revoca”. Il Prefetto si dice favorevole a che sia il Ministero della difesa a presentare direttamente alla regione una “richiesta per poche attività legate al MUOS senza che queste inficino lo spirito della revoca”. “Tengo a confer-marle che l’Assessore Lo Bello la sta aspettando”.

Il 18 aprile alle 17.29 giunge l’Ok alla bozza da sottoporre alla Regione da parte del viceministro de Mistura; prima però si registra uno scambio di email sui suoi contenuti tra lo stesso viceministro degli esteri, l’ammiraglio Vanni Nozzoli, il ministro della difesa Giampaolo Di Paola e il diplomatico USA Doug G. Hendel. De Mistura suggerisce a Hendel di “estendere il valore e l’utilità” della lista dei contractor da sottomettere all’attenzione della Regione siciliana e della Prefettura di Caltanissetta “oltre che ai lavori di ordinaria manutenzione della base”, anche “ai lavori al cantiere MUOS”.

Il 22 aprile viene stilata dal ministero della difesa la bozza finale da sottoporre alla Regione (Assessorato Ambiente e territorio) per consentire ingressi e uscite ai cantieri MUOS. L'ammiraglio Vanni Nozzoli la invio al vicemi-nistro degli esteri, al prefetto di Caltanissetta, all’ambasciata USA in Italia e ai generali Paolo Romano e Luca Goretti. “L’intendimento è di darne conoscenza anche alla Procura una volta definita”, scrive Nozzoli. “Al riguardo chiedo cortesemente una vostra condivisione ovvero eventuali osservazioni prima di procedere. Ciò anche alla luce dei fatti di oggi”.

In mattinata avevano fatto ingresso all’interno della base di Niscemi quattro attivisti No MUOS che si erano arrampicati in cima alle antenne del sistema NRTF. Due di essi, Turi Vaccaro e Nicola Boscelli, vengono poi arrestati e condotti a Caltagirone per comparire davanti all’autorità giudiziaria. Il blitz ha fatto infuriare i militari di Sigonella e l’intero corpo diplomatico statunitense in Italia.

L’ammiraglio Nozzoli rigira al Prefetto la nota di protesta ricevuta dal vicecapo missione Douglas C. Hengel. “Caro Vanni, è stato pubblicato che quella in corso è stata denominata la Settimana di protesta da parte del gruppo No MUOS”, scrive il diplo-matico.

“Dato quanto accaduto oggi, noi chiediamo che venga distaccata una forza militare di sicurezza italiana aggiuntiva per assistere le nostre forze alla NRTF per il resto della settimana. Alcune forze di sicurezza del 41° Stormo erano nel sito oggi e sono state molto apprezzate. Non vogliamo che si ripeta quanto accaduto oggi - siamo felici che nessuno si sia ferito seriamente. Forze di sicurezza addizionali da parte militare italiana possono aiutare a prevenire che ciò avvenga ancora”.

Il successivo 23 aprile il documento viene inviato dal Capo di gabinetto del Ministero della difesa all’Assessore regionale all’ambiente Marisa Lo Bello.“Illustre Assessore – scrive Nozzoli - le invio una schedacon la quale intendiamo formulare una proposta per condividere un quadro chiaro della situazione/esigenze dei lavori/attività nel sito di Niscemi. Siamo a dispo-sizione per chiarimenti e approfondimenti, qualora condiviso propongo di concordare un modo per ufficializzarlo congiunta-mente".

Il “contenzioso” con la Regione viene risolto positivamente in tempi record. Il 24 aprile, il prefetto Valente scrive al Capo di gabinetto del ministero della difesa: “Caro Ammiraglio. Ho avuto modo di parlare con l’Assessore Lo Bello, mi ha assicurato che la scheda è condivisibile e che rispecchia esattamente quello che ci eravamo detti a Roma nell’ultima riunione. Stava pertanto preparando una risposta in tal senso”.

Il funzionario è però amareggiato per la decisione dei giudici di scarcerare i due pacifisti arrestati a Niscemi dopo essersi introdotti all’interno della base USA. “Apprendo ora che gli ultimi due che sono saliti sull’antenna sono stati scarcerati dal gip di Caltagirone e portati in trionfo a Niscemi”, scrive Valente. “Non è un buon segnale”.

“Concordo sul brutto segnale e speriamo che con una maggiore chiarezza si riduca la tensione”, risponde l’ammiraglio Vanni Nozzolo. “Grazie comunque, caro Prefetto. Trovare la condivisione della Regione è importante per tutti”.

(Ovviamente l’Assessorato all’ambiente e al territorio della regione siciliana, con nota del 3 maggio 2013 a firma del dirigente generale Vincenzo Sansone emette il proprio nulla osta alla bozza di proposta “demandando al Prefetto e al Comandante di Sigonella la vigilanza sulle attività svolte all’interno della base”).

(I Siciliani giovani,giugno 2013)

di Antonio Mazzeo L’inchiesta che ha anticipato il voltafaccia

www.isiciliani.it

Page 3: I Siciliani giovani - foglio agosto 2013

PERCORSI

Antimafia socialeda Comiso al NoMuos Quei campi di Comiso erano pieni di un grano verde simbolo di lavoro e pace. I viottoli che tagliavano quei campi erano percorsi da migliaia di pacifisti che urlavano, in allegria, contro la guerra nucleare. Ad un tratto, tra quelle verdi spighe, vidi una famigliola, e il figlio teneva tra le mani un cartello, con su scritto:"NO AI MISSILI!"", scattai quella foto che mi sembrò il simbolo di quel grande movimento per la pace. Era la primavera del 1982 e quella foto fu pubblicata sulle pagine del "Giornale del sud", diretto da Giuseppe Fava. In quello stesso anno la mafia uccise Pio La Torre. Era la prova che mafia e Usa volevano imporre quella base di guerra e morte. Trentun anni sono passati e noi abbiamo continuato dai quartieri e dalle strade della Sicilia a lottare per la pace e contro le mafie attraverso un'antimafia sociale. Non sappiamo se a Comiso abbiamo vinto, ma sappiamo che le mafie, il potere politico italiano e gli Usa si tengono per mano, così come accade a Niscemi. Sappiamo che la strada da percorrere sono quei viottoli tra il grano verde simbolo del lavoro, della pace contro i soprusi delle mafie e dei mercanti di morte.Questa lotta si può condurre anche urlando la verità attraverso questo piccolo foglio libero. Per un giornalismo di verità!

Giovanni Caruso

I giorni di Niscemi:tutte le iniziative

CATANIA

Niscemi 5-11 agosto: seconda settimana dell’estate di lotta contro la militarizzazione della Sicilia. 5 AGOSTOAccoglienza al presidio in contrada Ulmo e festa d’accoglienza. Alle 19 incontro sulla lotta zapatista in Chiapas e proiezione del video "Marcia dei 40.000".6 AGOSTO Al presidio, ore 10: workshop con Nicola Teresi sulle azioni dirette nonviolente e con Shapur sugli aquiloni.Ore 19: Festival NoMuos con gruppi musicali e cena sociale d’autofinanziamento.7 AGOSTOAl presidio, ore 11: prosecuzi-one workshop di Shapur sugli aquiloni.Ore17: workshop sul movi-mento contro gli euromissili a Comiso nell’83 e sulla lotta al Muos.8 AGOSTOAl presidio: prosecuzione del workshop sulla militarizzazi-one della Sicilia.Dopopranzo: presenza NoMuos a Comiso, a trent'anni dalle cariche poliziesche contro l’Imac del 1983.Ore 19: assemblea in piazza Fonte Diana sui pericoli della militarizzazione della Sicilia. In conclusione la cantautrice Matilde Politi eseguirà "Cantata NoMuos" (e proiezi-one del film "NoMuos").9 AGOSTOAl presidio, ore 10: presentazi-one del libro "Piazza NoMuos" con Antonio Mazzeo.9 AGOSTOOre 16,30: corteo NoMuos fino alla base.

CATANIA

Muos e NoMuosin quattro parole

SCHEDA/ 1

CALENDARIO

PALERMO

Il MUOS (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri. Sarà utilizzato per il coordi-namento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in partico-lare i droni, aerei senza pilota che saranno allocati anche a Sigonella. I cittadini siciliani e gli attivisti No MUOS esprimono fortissime preoccupazioni riguardo le conseguenze dell'istallazione di tale sistema su: salute umana, ecosistema della Sughereta di Niscemi, qualità dei prodotti agricoli, diritto alla mobilità e allo sviluppo del territorio, diritto alla pace e alla sicurezza del territorio e dei suoi abitanti. Il Movimento No MUOS nasce dall'adesione spontanea di privati cittadini con lo scopo di contrastare il progetto di installazione e messa in funzione della stazione M.U.O.S. di Niscemi. Il Movimento si batte per la revoca delle autorizzazioni all'installazione e alla messa in funzione del sistema.

Info: www.nomuos.org

Perché ci fapaura

SCHEDA/ 2

Esposizione ai campi elettromagnetici L'esposizione prolungata a campi elettrmagnetici di media intensità è ritenuta pericolosa per la salute (rischio di tumori, leucemie, caterratte, ecc.). Inoltre, l'esposizione a campi molto intensi può essere fatale. Se per un errore di punta-mento le parabole del MUOS puntassero contro una persona anche per pochi secondi, protrobbero provocare ustioni gravissime, fino alla morte.

Interferenze E' noto che campi elettro-magnetici intensi interferiscono con apparecchiature elettriche, tra cui apparecchi elettromedi-cali (by-pass, pace-maker) e apparecchiature ospedaliere. Il campo elettromagnetico indotto dal MUOS potrebbe essere sufficientemente intenso da creare interferenze nel centro cittadino delle comunità vicine. La stazione MUOS siciliana, inizialmente prevista a Sigonella, è stata spostata a Niscemi proprio a causa del pericolo che il campo indotto facesse detonare i missili a bordo dei veivoli militari.

Il Presidente della Regione, che fino a poco tempo fa appoggiava le ragioni di chi si opponeva alla presenza di questa pericolosa base militare, ha improvvisamente cambiato idea giustificandosi con la necessità di evitare penali per miliardi di dollari incautamente firmate dal precedente Governo regionale (sostenuto peraltro dall’attuale Presidente). Questo voltafaccia ha suscitato perplessità fra molti cittadini, che lo ritengono frutto di pressioni esterne (vedi inchiesta a pag.2) non precisamente compatibili con la dignità della Sicilia.

Perché sicambia idea

CATANIASCHEDA/ 3

3

DA’ UNA MANOAI SICILIANI GIOVANI:IT 28 B 05018 04600000000148119 BANCA ETICA oppure: C/C 0010008725614Assoc.Culturale I Siciloiani Giovanivia Cordai 47 Catania

I Siciliani giovani è in rete da due anni, è presente in una decina di città con una rete di giovani giornalisti che ha pochi eguali in Italia. E allora, come mai non siamo ancora in edicola? Semplice: i soldi. La sottoscrizione è riuscita bene fra i lettori poveri, ma non fra gli amici più titolati: la maggior parte dei quali ci colma genero-samente di auguri e lodi, che però tipografi e cartiere tendono a non accettare. Continuiamo con i nostri pochi mezzi, ffrontando i sacrifici necessari per portare avanti questa battaglia civile che serve a tutti. In Sicilia come in Lombardia i nostri redattori fanno il loro dovere, scrivono, fanno inchieste, subiscono avverti-menti” e querele. Vecchi colleghi e giornalisti nuovi lavorano a questo prodotto collettivo, che ha il suo baricentro nella rete ma che avrebbe bisogno anche dell’edicola come fatto simbolico e di “ritorno in campo”pieno e totale. Perciò abbiamo poco da aggiungere. Sostenete I Siciliani, in quest’ennesima incarnazione della sua lunga storia. E’ un giornale di giovani, è un giornale di profondissime radici. Ne ha bisogno la Sicilia, ne ha bisogno il Paese. Non tradite con la vostra indifferenza coloro che stanno lottando anche per voi.

Questogiornale

LIBERTA’

www.isiciliani.it

DUE PACIFISTI A destra, un giovanissimo pacifista

a Comiso nell’estate del 1983.A sinistra, una sua compagna di

Niscemi nel marzo 2013.(Foto di Alessandro Romeo

e Giovanni Caruso)

10 AGOSTO Al presidio, primo pomerig-gio: incontro fra le resistenze territoriali in Italia: NoMuos, NoPonte, NoTav, NoGrandi Navi, NoDalMolin, forum dell’acqua, NoTriv, NoDis-cariche, comitato Taranto, NoElettrodotto.Niscemi, tardo pomeriggio (18-21): assemblea con i rappresentanti delle resisten- ze territoriali e la cittadinanza niscemese; prosecuzione dell’incontro al presidio.Alle 22: torneo di poesia11 AGOSTO Al presidio, ore 17:workshop sulla“comunicazione” con i giornalisti GuLisano e Luppichini.Alle 19 incontro con il movimento NoTav.Alle 22 proiezione di "Fratelli di Tav", spettacolo teatrale.Nel corso della settimana cisarannovarie mobilit/azionidi disobbedienza civile.

Page 4: I Siciliani giovani - foglio agosto 2013

La riunione è stata lunga e approfondita. Politici e militari sovietici hanno esaminato tutti gli aspetti della situazione, al fine di indicare esattamente quali obiettivi in terra russa i missili siciliani potrebbero eventualmente colpire e, viceversa, da quali basi sovietiche l’impianto di Comiso poteva essere raggiunto e distrutto nel più breve tempo possibile. Pare che dieci missili a testata atomica bastino. Si tratta di stabilire perfettamente traiettorie e rotte, roba che i sofisticatissimi congegni elettronici di punteria possono decifrare in pochissimo tempo. Comunque alla fine è stato deciso di affidare ad una équipe scientifico - militare il compito di mettere perfettamente a punto entro due anni (cioè prima della costruzione della base sia completata) una struttura offensiva che da basi di terra o dal fondo del mare, per mezzo di sommergibili atomici, o forse anche dallo spazio dagli imminenti satelliti nucleari, possa concentrare su Comiso (guerra offensiva o reattiva non importa) un uragano nucleare in meno di novanta secondi. Nei calcoli è prevista una approssimazione del dieci per cento, il che significa che, per avere la certezza di distruggere la base di Comiso nel raggio di dieci chilometri, viene prevista una distruzione dell’area circostante, per il raggio di cento chilometri. Vale a dire da Messina a Capo Passero. Circa trecento fra città e paesi e tre milioni di abitanti. L’équipe sovietica si è messa subito al lavoro. Scienziati e militari designati accoppiano la disciplina cieca del buon marxista alla paziente fantasia della gente russa. In questo momento dunque in un laboratorio misterioso del territorio russo, c’è un team di tecnici e strateghi che sta lavorando esclusivamente a questo progetto: un sistema di offesa nucleare che, in meno di cento secondi, possa infallibil-mente uccidere tre milioni di siciliani in mezzo ai quali ci onoriamo di essere io che scrivo e voi che leggete, i nostri genitori, fratelli, figli, amici, ed anche le case dove nascemmo, le strade dove camminiamo, i nostri libri pazientemente raccolti, le fotografie di tre generazioni, il diploma di laurea, il libretto di risparmio, e tutte quelle altre infinite, minuscole, preziose cose che compongono la nostra vita.

I Siciliani giovani sono una rete di testate giovani di base, sia su carta che su web, che fanno insieme un sito, una rivista pdf, una serie di ebook e questo foglio. E sperano, prima o poi, di riportare in edicola i Siciliani. Le testate che aderiscono sono: I Cordai, La Periferica e Ucuntu (Catania), Il Clandestino (Modica), Telejato (Partinico), Stampo Antima-fioso (Milano), Diecieventicinque (Bologna), CtZen (Catania), La Domenica Settimanale (Napoli), Generazione Zero (Ragusa), Radio Marsala.it, DaSud, Mamma!, ArciReport Sicilia, Antimafia Duemila, Liberainformazione, Agoravox, Reportage. Collaborano: Gian Carlo Caselli, Nando dalla Chiesa, Giovanni Caruso, Giovanni Abbagnato, Francesco Appari, Lorenzo Baldo, Antonella Beccaria, Valerio Berra, Nando Benigno, Mauro Biani, Lello Bonaccorso, Paolo Brogi, Luciano Bruno, Anna Bucca, Elio Camilleri, Giulio Cavalli, Arnaldo Capezzuto, Ester Castano, Salvo Catalano, Carmelo Catania, Giulio Cavalli, Antonio Cimino, Giancarla Codrignani, Dario Costantino, Irene Costantino, Tano D’Amico, Fabio D’Urso, Jack Daniel, Riccardo De Gennaro, Giacomo Di Girolamo, Tito Gandini, Rosa Maria Di Natale, Francesco Feola, Norma Ferrara, Pino Finocchiaro, Paolo Fior, Enrica Frasca, Renato Galasso, Rino Giacalone, Marcella Giamusso, Giuseppe Giustolisi, Valeria Grimaldi, Carlo Gubitosa, Sebastiano Gulisano, Bruna Iacopino, Massimiliano Nicosia, Max Guglielmino, Diego Gutkowski, Bruna Iacopino, Margherita Ingoglia, Kanjano, Gaetano Liardo, Sabina Longhitano, Luca Salici, Michela Mancini, Sara Manisera, Antonio Mazzeo, Martina Mazzeo, Emanuele Midoli, Luciano Mirone, Pino Maniaci, Attilio Occhipinti, Salvo Ognibene, Antonello Oliva, Riccardo Orioles, Pietro Orsatti, Maurizio Parisi, Salvo Perrotta, Giulio Petrelli, Aaron Pettinari, Giuseppe Pipitone, Domenico Pisciotta, Antonio Roccuzzo, Alessandro Romeo, Vincenzo Rosa, Luca Rossomando, Giorgio Ruta, Daniela Sammito, Vittoria Smaldone, Mario Spada, Sara Spartà, Giuseppe Spina, Miriana Squillaci, Giuseppe Teri, Marilena Teri, Fabio Vita, Salvo Vitale, Chiara Zappalà, Andrea Zolea e molti altri giornalisti e cittadini democratici e antimafiosi.

Voglio fare un discorso corretto e sereno sui siciliani, premettendo naturalmente che io sono perfettamente siciliano. Un discorso cioè sulla stupidità dei siciliani. Noi affermiamo spesso d’essere straordinariamente intelligenti, quanto meno di avere più fantasia e piacere di vivere, rispetto a qualsiasi altro popolo sulla faccia della terra. Non è vero! La storia è là a dimostrarlo. Da migliaia di anni siamo semplicemente terra di conquista, gli altri arrivano, saccheggiano, stuprano, costruis-cono qualche monumento, ci insegnano qualcosa, e se ne vanno. Noi ci appropriamo di una parte di quella civiltà, a volte diven-tiamo anche i custodi del tempio, in attesa che arrivi un’altra ondata saccheggiatrice. Siamo quasi sempre colonia per incapacità di essere veramente popolo. Presi i siciliani ad uno ad uno, può anche accadere che taluno riesca ad esprimere (nella poesia, nel delitto, nella finanza, nell’arte) attimi di ineguagliabile talento.Sono quelli che ci fottono, che ci danno l’impressione, spesso la certezza di essere i migliori. Nella realtà, presi tutti insieme, siamo quasi sempre un popolo imbecille. L’ultimo monumento civile che gli altri stanno erigendo nella colonia Sicilia, sotto lo sguardo inerte degli indigeni, sono le rampe per i missili atomici. Discutiamone per un istante poiché si tratta della nostra vita e soprattutto di quella dei nostri figli. La guerra nucleare è come un assassinio mafioso: non si dichiara ma si esegue, cioè si scatena senza preavviso e nel momento più imprevedibile. Accade che una delle due parti, nella disperazione di essere condannata alla sconfitta, o nella illusione di poter fulmineamente annien-tare il nemico e vantare alla fine una popolazione super-stite, decida l’aggressione atomica. La quale natural-mente deve essere totale e contemporanea, cercando anzitutto di colpire e distrug-gere il maggior numero di strutture belliche avversarie. Anche questo è un perfetto principio mafioso: mai dare uno schiaffo al rivale, né sparargli alle gambe, ma mirare direttamente al centro degli occhi in modo da non correre alcun rischio di reazione. A sua volta la nazione aggredita ha una sola possibil-ità di sopravvivenza: incurante cioè delle sue città annientate e dei suoi milioni di morti, reagire quanto più fulmineamente e spaventosa-mente possibile, cercando di colpire subito gli obiettivi essenziali dell’avversario, anzitutto naturalmente le strutture di offesa nucleare. Anche questo rientra nella perfetta logica della lotta: tu mi spari al centro degli occhi, prima di morire debbo disperatamente tentare di spararti al cuore. L’ipotesi di guerra nucleare è questa soltanto: una reciproca, folgorante distruzione delle rispettive strutture atomiche e delle grandi città, dopo di che gli eserciti tradizionali, in tute di amianto e piombo, cominceranno lentamente ad avanzare, eliminando pietosa-mente gli agonizzanti e imprigionando i superstiti.

Tutti sanno questo. Da quarant’anni migliaia di scienziati, generali e politici lavorano a perfezionare questo progetto di distruzione contem-poranea e totale sicché è assolutamente certo che in Russia e America hanno raggiunto in tal senso la perfezione: oramai sono in condizione nei giro di due minuti di colpire gli obiettivi essenziali del nemico ed essere annientati. Il tutto completamente computerizzato: all’ essere umano non resta nemmeno il compito di premere il fatidico pulsante. Per gli esseri viventi i cervelli elettronici hanno calcolato esattamente il tempo di farsi la croce. Ciò premesso, per capire esattamente la situazione siciliana, valutare cioè il significato dell’impianto di missili nucleari in Sicilia, sarebbe opportuno immaginare (ma non ci vuole molta fantasia) la cronaca di quanto accaduto in un giorno impreci-sato dello scorso agosto, poco prima del mezzogiorno a Mosca, in uno dei misteriosi sotterranei del Cremlino (a prova di offesa atomica naturalmente, poiché i capi politici ed i massimi strateghi, siano essi duri capitalisti reganiani, oppure cupi marxle-ninisti, hanno provveduto per tempo e perfettamente alla loro incolumità e scamperebbero certamente all’apocalisse atomica, salvo poi essere impiccati dai vincitori o, alla meglio, essere divorati da qualche affamata banda di superstiti). Ebbene in quel mattino di quell’imprecisato giorno d’estate, al Cremlino si è riunito un vertice strategico al quale hanno partecipato ministri della guerra, mares-cialli e scienziati. Dall’Italia era arrivata notizia che erano stati concessi i primi appalti per la costruzione della base di missili nucleari a Comiso. La notizia precisava che gran parte degli appalti erano stati concessi a cavalieri del lavoro, siciliani e settentrionali, e questo particolare aveva fatto una grande impressione perché anche al Cremlino è giunta voce della straordinaria bravura e rapidità dei cavalieri nell’esecuzione delle opere pubbliche. Su una parete del grande salone sotterraneo moscovita si stendeva la mappa dei due emisferi sulla quale Comiso era indicata come un puntolino rosso e luminoso in mezzo all’azzurro del Mediter-raneo.

I Siciliani giovani, registr.TribunaleCatania n.23/2011 del 20/09/2011,dir.responsabile Riccardo Orioles

Progetto grafico diPiergiorgio Maoloni(da un inedito del 1993)

4

“Ti lascio in eredità i missili di Comiso” di Giuseppe Fava

1983-2013 TRENT’ANNI DI LOTTA PER LA PACE

DISEGNI DIMAURO BIANI

DA’ UNA MANOAI SICILIANI GIOVANI:IT 28 B 05018 04600000000148119 BANCA ETICA oppure: C/C 0010008725614Assoc.Culturale I Siciloiani Giovanivia Cordai 47 Catania

Da quel giorno di estate, mezza Sicilia, quelli che siamo vivi e quelli che nasceranno, sarà costretta a vivere con questa ipotesi di morte atomica sopra la testa, un’apocalisse che forse non si verificherà mai e tuttavia niente esclude che possa accadere (anche per errore) da un momento all’altro in meno di cento secondi. Si sono appropriati di una parte di noi ed anche di una parte dell’amore per i nostri figli. Un giorno accadrà che i nostri figli o i nipoti che ancora debbono nascere ci guarder-anno negli occhi con un sorriso sprezzante, e ci chiederanno: voi dove eravate quando fu deciso di costruire la base di missili a Comiso e condannarci quindi a vivere una vita provvisoria.

Come vi siete permessi di appropriarvi anche del nostro destino umano prima ancora che fossimo concepiti. Un essere umano afflitto da un’atroce inguaribile deformità, il quale apprende che il padre pur sapendo che sarebbe nato malato, deforme ed infelice, volle tuttavia egualmente farlo nascere, ha il diritto di sputare in faccia al padre. E mentre questa cosa terribile accade, la nostra massima reazione è stata una lamentosa protesta dell’assemblea regionale, i politici siciliani si sono intabarrati nel loro impaurito silenzio, i sindacati nazionali disposti a battersi furentemente per le “una tantum” sono rimasti in stato di ebetudine, migliaia di buoni ragusani

hanno espresso soprattutto la loro preoccupazione sull’equo prezzo degli espropri per gli impianti militari, altri stanno febbrilmente organizzando qualche buona iniziativa commerciale, alberghi, villaggi turistici, balere, ristoranti tipici (da quelle parti si fa la migliore salsiccia del mondo). Inutile indignarsi se da cento anni lo Stato italiano ci tratta da colonia. Per incapac-ità politica e per strafottenza popolare, troppo spesso meritiamo di esserlo. E invece sarebbe tempo che imparas-simo ad essere finalmente padroni del nostro destino storico, specie quando esso coincide con una grande causa civile e umana.

I Siciliani, gennaio 1983

CON I SICILIANI

Tanti giornali liberiin rete e per le strade

www.isiciliani.it