I PIANI DI PROTEZIONE CIVILE IN CASO DI TERREMOTO · Che cos’è un piano di Protezione civile? Un...
Transcript of I PIANI DI PROTEZIONE CIVILE IN CASO DI TERREMOTO · Che cos’è un piano di Protezione civile? Un...
1915-2009: I TERREMOTI IN ABRUZZO
I PIANI DI PROTEZIONE CIVILE IN CASO DI TERREMOTO
Alessandro AnnoviComune di Modena
SIGEA Emilia-Romagna
Che cos’è un piano di Protezione civile ?
Un documento che contiene le attività e le procedure da attuare per raggiungere determinati obiettivi in caso d’emergenza: evitare o limitare danni alle persone, alle cose, garantire i servizi
essenziali, ecc.
Fronteggiare un’emergenza non vuol dire soltanto mettere in atto azioni quando si verifica l’emergenza, ma cercare di prevederle (previsione) e prevenirle (prevenzione)
Un piano di Protezione civile deve contenere tutte le attività e
le procedure che riguardano l’emergenza, ma anche la
previsione e la prevenzione
Si compone, di solito, di tre parti:• quella Generale• quella relativa alla Pianificazione• quella relativa ai Modelli d’intervento
Nella parte Generale vengono raccolti tutti i dati e le informazioni relativa al territorio, alla distribuzione della popolazione, alle infrastrutture alle attività produttive, ecc.
Nella parte relativa alla Pianificazione vengono individuate le attività da svolgere per fronteggiare l’emergenza comprese, quando possibile, quelle di previsione e prevenzione
Il Modello d’intervento contiene la parte operativa da attuare durante un’emergenza
(chi fa che cosa)
Il Modello d’intervento è la risposta al verificarsi di un’emergenza che si presuppone avvenga secondo
quanto previsto negli scenari di rischio
I modelli d’interevento sono specifici per ogni tipo di rischio, ma seguono uno schema comune che:
comprende i seguenti elaborati:
prevede una risposta articolata in tre fasi:attenzione, preallarme, allarme
2. La Cartografia
3. Il Tabulato dei dati 4. Il Manuale operativo
1. La sintesi del Piano d’intervento sovraordinato
Il rischio sismico è la probabilità che in una definita areaavvenga un terremoto in grado di produrre determinatieffetti e/o danni entro un dato periodo di tempo
La pericolosità sismica è la probabilità che una area definita possa avvenire un terremoto entro
un determinato periodo di tempo
La vulneralibilità è la “propensione” di edifici,infrastrutture, attività economiche, ecc. asubire effetti in seguito ad un terremoto
L’esposizione è la misura del danno in seguito ad unterremoto e dipende dal numero di edifici vulnerabilipresenti nell’area colpita, dal numero di abitanti, daltipo di tessuto socio-economico, ecc.
Sismicità dell’Emilia-RomagnaSismicità strumentale per profondità degli ipocentri(1) < 15 km; (2) da 15 a 25 km; (3) da 25 a 35 km; (4) > 35 km
CLASSI DI MAGNITUDO
INTERVALLO DI100 ANNI
INTERVALLO DI200 ANNI
INTERVALLO DI300 ANNI
INTERVALLO DI400 ANNI
Numero di
terremoti
Tempo di ripetizione
(anni)
Numero di
terremoti
Tempo di ripetizione
(anni)
Numero di terremoti
Tempo di ripetizione
(anni)
Numero di
terremoti
Tempo di ripetizione
(anni)
4.5 < Ma < 5.0 28 3,6 56 3,6 67 4,5 75 5,3
5.0 < Ma < 5.5 10 10,0 16 12,5 22 13,6 27 14,8
5.5 < Ma < 6.0 3 33,3 4 50,0 6 50,0 8 50,0
Ma > 6.0 - - - - - - - -
Tutte* 76 1,3 129 1,5 147 2,0 173 2,3
* Tutti gli eventi che hanno prodotto danni (intensità epicentrale massima osservata maggiore di V-VI grado MCS)
Sismicità dell’Emilia-Romagna
Lo scenario sismico a Modena
DATA
INTENSITÀ MASSIMA
OSSERVATA
EPICENTRO
INTENSITÀ OSSERVATA A MODENA
Sett. 1249 VII-VIII Modena 20/7/1399 VII Pedecollina mod. 5/6/1501 IX Pedecollina mod. 3/1/1505 VII Bologna VI 10/2/1547 VIII Reggio Emilia VI 13/3/1832 VII-VIII Reggio Emilia VII 15/7/1971 VIII Parmense V 2/5/1987 V-VI Correggio (R.E.) V 15/10/1996 VIII Bagnolo (R.E.) VI
ANNO
SISMI
MICROSISMI
EVENTO DI MAGGIOR MAGNITUDO
Data Ora Epicentro Magnitudo 1994 63 532 25/06/94 18:49 Pavullo 2.9 1995 119 657 24/08/95 19:27 Sestola 4.1 1996 456 4123 15/10/96 11:56 Bagnolo 5.2 1997 126 2438 24/12/97 19:53 Romecchio 4.1 1998 99 796 21/02/98 04:21 Correggio 4.0 1999 79 5411 07/07/99 19:16 Pavullo 4.6 2000 131 1036 18/06/00 09:42 Bagnolo 4.5
Area soggetta ad effetti sismici locali di amplificazione stratigrafica con:
1a-1bFAPGA=1,61a limi e argille1b ghiaie e sabbie
2 FAPGA=1,7
SCENARIOMAGNITUDO
LOCALE ATTESA
INTENSITÀ LOCALE ATTESA
EFFETTI LOCALI ATTESI
1 3,5 - 4,0 IV - V
Il sisma è percepito da molte persone all’esterno e all’interno degli edifici.Si hanno scuotimenti degli edifici, che non subiscono danni, e oscillazioni degli oggetti pendenti. Sporadici gruppi di persone fuggono all’aperto.
2 4,0 – 4,5 VI
Il sisma è percepito da tutti con paura, molti fuggono all’aperto. Oggetti cadono, mobili si muovono. Gli edifici subisco danni leggeri (le-sioni nei muri, caduta di calcinacci). Danni più forti si manifestano in edifici già in precarie condizioni statiche prima del sisma.
3 4,5 – 5,0 VI - VII
Spavento, panico e fuga all’esterno, difficoltà a rimanere in piedi. Oggetti cadono, mobili si rovesciano.Danni a numerosi edifici (lesioni ampie e profonde, cadono tegole e comignoli), molti diventano inagibili. Case mal costruite possono crollare.
TEMPO: PRIMA DELL’EVENTO DOPO
TECNICO-SCIENTIFICA
Valutazione sull’evento e sulla possibilità di repliche successive
COLLEGAMENTI E VIABILITA’
Percorribilità delle strade ed evacuazione della popolazione coinvolta
ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Assistenza alla popolazione evacuata dagli edifici inagibili e/o crollati
CENSIMENTO DANNI
Agibilità degli edifici coinvolti e censimento dei danni al patrimonio edilizio
FASI ATTENZIONE FASE 1
ATTENZIONE FASE 2 PREALLARME ALLARME
Compiti delle strutture di Protezione civile previste nel Modello d’intervento in caso di terremoto
Provincia N° ComuniComuni con Piano Comuni con Piano
in elaborazioneComuni senza
Piano
N° % N° % N° %BOLOGNA 60 54 90 0 0 6 10FERRARA 26 14 54 6 23 6 23FORLI'-CES. 30 19 63 0 0 11 37MODENA 47 46 98 0 0 1 2PARMA 47 38 81 3 6 6 13PIACENZA 48 33 69 0 0 15 31RAVENNA 18 16 89 0 0 2 11REGGIO E. 45 33 73 7 16 5 11RIMINI 20 5 25 12 60 3 15TOTALI 341 258 76* 28 8 55 16
Stato della pianificazione
comunale(agg. aprile 2008)
Il coordinamento dei centri operativi
PIANI SOVRAORDINATI
• Piano provinciale
STRUTTURE• SOP sala operativa provinciale• CUOP centro unificato di Prot. civile• Consulta del volontariato• ARE aree di ricovero di emergenza• Depositi / magazzini
STRUMENTI
• Sistemi di monitoraggio
• Sistema informativo
• Sistema di allertamento
In conclusione:
1. Il Piano di Protezione civile deve essere uno strumento per affrontare le emergenze ma anche per fare prevenzione
2. Il Piano di Protezione civile deve essere uno strumento dinamico da aggiornare continuamente e per fare questo deve rispondere positivamente alle seguenti domande:
Il Piano copre tutte le emergenze che si possono realisticamente verificare o solo quelle che, per motivi di opportunità, sono considerate possibili?
Il Piano è conosciuto dalla popolazione, dai funzionari coinvolti, dai mass-media, o servirà solo a riempire il fondo di qualche cassetto?
Il Piano prevede un Responsabile ufficiale dell’informazione, oppure ognuno si sentirà autorizzato a dire la sua?
Il Piano si basa su strutture e mezzi che già esistono o su strutture e mezzi che “si prevede che …”, “saranno …”, “ dovranno …” ?
1
2
3
4
Il Piano indica chiaramente chi comanderà (e su chi) durante la gestione dell’emergenza o rimanderà ad ineffabili “coordinamenti”?
Il Piano prevede una catena di comando in caso di assenza del coordinatore?
Il Piano è accettato (e controfirmato) dai responsabili degli Enti che dovranno intervenire durante l’emergenza oppure essi si riterranno “svincolati” da ogni impegno?
5
6
7