I percorsi professionali di Economia - liuc.it · Attraverso l’analisi e la valutazione ... La...

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I percorsi professionali di Economia I possibili percorsi professionali specifici previsti per coloro che si laureano in economia alla LIUC sono: Il direttore marketing L’esperto in marketing operativo Il product manager Il promotion manager L’esperto in ricerche di mercato Il direttore vendite Il key account manager Il responsabile di area Il responsabile comunicazione e relazioni esterne Il direttore delle risorse umane L’analista di organizzazione L'esperto in selezione e valutazione del personale L'esperto in formazione aziendale Il change manager Il tesoriere Il direttore finanziario Il financial risk manager Il financial planner Il consulente finanziario L’asset manager Il trader Il corporate banker Il responsabile del bilancio L’internal auditor Il responsabile della contabilità Il controller Il credit manager Il revisore di bilancio L’investor relator Il consulente aziendale Il dottore commercialista Il buyer Il project manager Il responsabile sistemi informativi Il consulente del lavoro

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I percorsi professionali di EconomiaI possibili percorsi professionali specifici previsti per coloro che si laureano in economia alla LIUC sono:

Il direttore marketingL’esperto in marketing operativoIl product manager Il promotion managerL’esperto in ricerche di mercatoIl direttore venditeIl key account manager Il responsabile di areaIl responsabile comunicazione e relazioni esterneIl direttore delle risorse umaneL’analista di organizzazioneL'esperto in selezione e valutazione del personaleL'esperto in formazione aziendaleIl change manager Il tesoriereIl direttore finanziarioIl financial risk managerIl financial plannerIl consulente finanziarioL’asset managerIl traderIl corporate bankerIl responsabile del bilancioL’internal auditorIl responsabile della contabilitàIl controllerIl credit managerIl revisore di bilancioL’investor relatorIl consulente aziendaleIl dottore commercialistaIl buyerIl project managerIl responsabile sistemi informativiIl consulente del lavoro

Il Direttore Marketing

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il direttore del marketing è la figura che, all’interno di un’azienda, coordina le attività di tutti coloro che operano nel settore marketing, occupandosi dei metodi, delle tecniche e degli strumenti per la gestione strategica e operativa della vita dei prodotti e dei servizi propri di una azienda. Attraverso i risultati delle indagini di mercato il direttore marketing è in grado di individuare le tendenze del mercato, di analizzare i bisogni e le risposte dei consumatori, di prevedere - per quanto possibile - gli esiti di una determinata operazione commerciale. Attraverso l’analisi e la valutazione dei dati raccolti, il direttore marketing può verificare il successo di un’iniziativa e, nell’eventualità di un insuccesso, cercare di comprendere le cause che l’hanno determinato. Il direttore marketing programma gli obiettivi commerciali ed è responsabile della messa a punto delle strategie volte al loro raggiungimento. La missione della direzione marketing è quella di creare le condizioni per ampliare la clientela ed aumentare il fatturato, agendo sui fattori del prezzo, del prodotto, della distribuzione e della comunicazione, nonché quella di mantenere i clienti esistenti.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il direttore marketing deve conoscere bene il mondo della comunicazione, quello commerciale e quello produttivo, deve inoltre avere una solida cultura economica e finanziaria e saper interpretare i mutamenti del mercato. E’ scontata la conoscenza approfondita dei prodotti o dei servizi di cui si occupa. Le competenze previste per questo ruolo sono: familiarità con i metodi statistico-informatici per il trattamento dei dati; nozioni di economia aziendale e di diritto commerciale; cognizioni approfondite di strategia, pianificazione, direzione ed organizzazione; ottima conoscenza di almeno una lingua straniera; solida cultura nell’ambito delle tecniche di comunicazione. Requisiti trasversali che il direttore marketing deve possedere sono poi costituiti da ottime capacità comunicative; forte attitudine al problem solving; abilità nel gestire le risorse umane a propria disposizione; attitudine al lavoro di gruppo.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Si perviene a questa carica intorno ai 35-40 anni, dopo aver maturato esperienze significative nella funzione marketing. Le previsioni occupazionali per quanti desiderano intraprendere questa strada sembrano incoraggianti: la figura del Direttore marketing, è infatti attualmente assai richiesta in un mercato sempre più orientato alla comunicazione e al customer care

L'Esperto Di Marketing Operativo

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

L'esperto di marketing operativo è colui che si occupa dei concreti aspetti operativi relativi alla gestione dei prodotti/servizi dell’azienda presso i clienti, sulla base delle strategie e delle visioni globali definite dall’organizzazione. L’esperto di marketing operativo ha la funzione di ricercare la combinazione più efficace e più efficiente delle quattro leve del marketing:

Il prodotto/servizio perfettamente in sintonia con quanto richiesto e atteso dal cliente finale; Il giusto livello di prezzo individuato in base alla struttura interna dell'impresa e all'ambiente esterno; La scelta del canale di distribuzione quale valida interfaccia tra il produttore e il consumatore;La realizzazione di campagne di promozione opportunamente mirate per poter comunicare al target di

riferimento l'esistenza del prodotto/servizio, le sue caratteristiche e sollecitarlo ad acquistarlo

L’esperto di marketing gode di poteri decisionali, gestisce un proprio budget e risponde dei risultati, oltre che dell'organizzazione, di una struttura dotata di proprie risorse.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

All'esperto di marketing operativo è richiesta una conoscenza approfondita delle tecniche del marketing ma anche una visione "strategica" della disciplina, Deve essere capace cioè di definire obiettivi e politiche, di programmare ed organizzare risorse, di gestire il budget. Egli dovrà inoltre essere in grado di coordinare un gruppo e di interagire con le eventuali agenzie pubblicitarie esterne.Sotto il profilo tecnico sono necessarie ottime capacità di analisi, anche statistica, del mercato e del comportamento dei consumatori. Dovrà inoltre possedere capacità comunicative, essere in grado di organizzare il proprio lavoro e adoperare correntemente i principali strumenti informatici.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Normalmente il percorso professionale inizia con la figura di analista marketing junior per giungere col tempo a quella di esperto di marketing operativo. Questo percorso può proseguire con l’assunzione del ruolo di direttore di marketing strategico, dopo una consistente esperienza professionale nel marketing operativo. La figura è considerata in crescita in funzione delle sempre nuove politiche di marketing necessarie alle aziende per poter risultare competitive in un mercato sempre più saturo. Per il futuro si prevede la creazione di società specializzate nel marketing finanziario, che forniranno un ulteriore sbocco per gli esperti di questa disciplina.

[1] Fonte: www.isfol.it

Il Product Manager

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale e in ingegneria gestionale

Il product manager è colui che gestisce un prodotto o una linea di prodotti, coordinandone tutte le fasi, dalla progettazione alla vendita. E’ una delle figure professionali più consolidate nell’ambito del marketing. I product manager operano prevalentemente nel settore dei beni di consumo e il loro compito è sviluppare idee innovative sui prodotti, esaminare i risultati delle indagini di mercato per scoprire eventuali lacune settoriali e trasformare le idee in prototipi commerciabili, in collaborazione con la divisione di produzione. Il product manager è oggi la figura cui un numero sempre maggiore di aziende si affida per il successo di un prodotto specifico. Generalmente, i product manager appartengono alla funzione marketing e rispondono a un direttore marketing o di product management. Spesso non hanno persone alle proprie dipendenze, ma in alcune aziende di grandi dimensioni hanno alcuni assistenti e godono anche di autorità su alcuni dipendenti di funzione. I compiti di un product manager quindi possono essere così riassunti:

Eseguire l'analisi quantitativa e qualitativa di mercato sul prodotto: studiare le richieste e le preferenze del consumatore relativamente allo stesso prodotto offerto dalla concorrenza o a prodotti affini;

Misurare l'impatto delle soluzioni ideate (redditività, soddisfazione del cliente, ecc) e apportare eventuali misure correttive;

Monitorare il ciclo di vita del prodotto;Occuparsi dello studio della presentazione e della confezione del prodotto;Verificare l'esistenza di brevetti legati direttamente o indirettamente al prodotto e occuparsi di eventuali vincoli

legali connessi alla produzione dello stesso;Pianificare il lancio di nuovi prodotti;Occuparsi o collaborare all'ideazione, alla pianificazione e all'esecuzione di campagne pubblicitarie e di

promozione;Occuparsi della stesura di rapporti per la direzione.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Il product manager conosce le tecniche del marketing, del visual merchandising e dell’analisi statistica. Egli possiede inoltre competenze specialistiche nelle tecniche di vendita e nelle strategie commerciali. Deve conoscere le caratteristiche dei prodotti di cui si occupa; conosce in modo approfondito gli strumenti di analisi della domanda, anche al fine di impostare le strategie di posizionamento del prodotto e del marchio.Gli sono richieste notevoli competenze e capacità per essere in grado di determinare e gestire i budget, contribuire alla definizione degli obiettivi commerciali, organizzare e supervisionare il lavoro dell’intero staff che cura il o i suoi prodotti di sua competenza. È aperto alle innovazioni e attento alle oscillazioni della domanda, sa lavorare per obiettivi e possiede una grande capacità di analisi. È fondamentale, per ricoprire questo ruolo, la conoscenza delle lingue straniere.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Il PM all’interno del proprio percorso professionale può aspirare ad assumere il ruolo di direttore commerciale o di direttore marketing, assumendo la responsabilità di più linee di prodotti. La necessità imposta dal mercato di differenziare i prodotti, in linea con i cambiamenti dei gusti del cliente, spinge il sistema delle imprese a concentrare le proprie politiche industriali sull’innovazione. L’estrema variabilità della domanda e la richiesta di originalità prodotti e dei servizi inducono le aziende a progettare in modo sempre più differenziato. Il product manager risponde a queste esigenze e risulta essere una delle figure più richieste dal mercato.

[1] Fonte : www.isfol.it

Il Promotion Manager

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il promotion manager è colui che definisce e coordina la promozione dei prodotti sul mercato. La sua attività mira a produrre un incremento delle vendite del prodotto/servizio offerto, attraverso l'utilizzo di strumenti come gadget, concorsi, raccolte punti, riduzioni del prezzo, facilitazioni di vario tipo ecc., che prospettano al cliente vantaggi di vario genere, non intrinseci al prodotto stesso. Il promotion manager gestisce i rapporti con agenzie di comunicazione, pubblicità e promozione e monitorizza costantemente l'efficacia del successo delle promozioni in funzione degli obiettivi e delle strategie di comunicazione, curandone le opportune modificazioni. Rileva l'attività promozionale dei concorrenti per migliorare l'operatività dell'azienda e per acquisire vantaggio competitivo.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il promotion manager ha alle spalle una lunga esperienza in azienda nell'area marketing o in quella della comunicazione. L'esperto di promozioni conosce le strategie di comunicazione marketing, di relazioni pubbliche e pubblicità e utilizza agevolmente i principali strumenti informatici. Per quanto riguarda le caratteristiche personali, il promotion manager, come la maggior parte delle figure professionali dell'area marketing, è creativo e possiede spirito d'iniziativa, ottime doti relazionali, capacità di analisi e organizzative e uno spiccato orientamento al problem solving e al raggiungimento degli obiettivi.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

La necessità imposta dalla competizione del mercato a definire politiche promozionali sempre nuove e differenti dalle imprese simili, spinge il sistema delle aziende a prevedere all’interno della propria struttura figure professionali in grado di gestire l’intero processo di promozione di un prodotto. La presenza in azienda della figura del promoter manager, quindi, è prevista in forte aumento.

Esperto Di Ricerche Di Mercato

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

L’esperto di ricerche di mercato è colui che, nell’ambito della funzione marketing, ha le abilità per raccogliere informazioni precise e puntuali sull’evoluzione dei consumi, sulla domanda e sui comportamenti di acquisto, verificando le richieste di nuove merceologie e verificando le opportunità di offerta sul mercato.

Sulla base delle analisi che elabora, fornisce le indicazioni e le informazioni alla funzione marketing e commerciale e predispone l’apertura di nuovi settori merceologici, individuando anche i fornitori più indicati.

Interviene nella pianificazione commerciale suggerendo le nuove merci da reperire. Offre le informazioni per le campagne promozionali e informative sul prodotto.

CONOSCENZE E COMPETENZE

L’esperto di ricerche di mercato deve possedere una cultura generale relativa al sistema economico-organizzativo, una conoscenza specifica e approfondita relativa all’economia commerciale ed al marketing; deve essere in grado di utilizzare pienamente i principali strumenti statistici di campionamento. Altrettanto importanti per la gestione del ruolo sono la capacità di previsione strategica e di sintesi di dati e informazioni.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Lo specialista di analisi di mercato può operare sia in forma autonoma, presso società di consulenza e di ricerca di mercato, sia in forma dipendente presso centrali d’acquisto, consorzi, aziende cooperative o associazioni volontarie.

Data l’importanza strategica per l’azienda di monitorare costantemente i propri risultati di business e le caratteristiche peculiari dei clienti e della concorrenza, l’esperto di ricerche di mercato risulta essere una figura particolarmente richiesta dal mercato del lavoro.

Il Direttore Vendite

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Si occupa dell'organizzazione e dello sviluppo delle attività di vendita per il conseguimento degli obiettivi di fatturato e di profitto. Collabora alla definizione di piani e programmi per il raggiungimento degli obiettivi generali e commerciali dell'azienda e opera nel rispetto delle direttive e delle strategie della Direzione Generale, in relazione alle politiche e procedure all’interno del proprio settore. Il direttore vendite contribuisce a verificare costantemente la politica distributiva, gli eventuali cambiamenti del sistema distributivo e suggerendo piani e azioni di adeguamento; definisce linee guida omogenee, valori e stili di approccio al mercato che trasmette alla rete di vendita, verificandone poi la corretta applicazione. Ha la responsabilità della soddisfazione dei clienti a lui assegnati e deve operare perché la forza vendita raggiunga gli obiettivi assegnati. Ha il compito, quindi, di definire la struttura della rete, di selezionare i venditori e di curarne la motivazione e la professionalità, apportando un adeguato sostegno, anche attraverso l'affiancamento in zona, nelle trattative complesse e nei rapporti con i clienti più importanti.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Al direttore vendite è richiesta un'approfondita conoscenza del mercato: deve analizzare le informazioni relative alle tendenze e alle esigenze dei clienti, ma anche valutare i prodotti della concorrenza, interpretando la situazione economica generale e formulando suggerimenti pertinenti. Ovviamente deve essere particolarmente approfondita la conoscenza dei prodotti dell’azienda a cui egli appartiene Inoltre, per poter gestire una rete di vendita, il direttore vendite dovrebbe aver maturato un'esperienza di vendita sul campo ed è molto importante che questa si trasformi nella capacità di saper guidare i propri collaboratori ai giusti contatti con i propri clienti. Quanto alle caratteristiche caratteriali, il direttore vendite deve essere una persona curiosa, aperta alla relazione perché deve saper ascoltare non solo i segnali forti ma anche i segnali deboli che arrivano sia dal cliente che dai suoi collaboratori. Dovrebbe essere un integratore e capace di aiutare i singoli a crescere per formare una squadra di vendita di successo. Deve avere un carattere partecipativo ma nello stesso tempo focalizzato al raggiungimento dei risultati e della soddisfazione del cliente finale.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

A questa posizione si approda, di norma, oltre i 40 anni, a seguito di una carriera svolta nella direzione commerciale o nel marketing. La funzione vendite è evidentemente per ogni azienda di fondamentale importanza. Sono ben poche le realtà aziendali nelle quali non esiste la figura del direttore vendite. Al contrario, sono molte e in crescita le imprese che devono riservare alla funzione vendite un budget consistente. L’effetto complessivo lo si può facilmente constatare nella grande richiesta del mercato di figure come questa.

Il Key Account Manager

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale e in ingegneria gestionale.

E’ il responsabile della gestione dei rapporti commerciali con i grandi clienti e del raggiungimento degli obiettivi di vendita a questi collegati. La sua attività va dall'analisi delle specifiche esigenze del cliente alla relativa formulazione dell'offerta commerciale, alla trattativa e, in caso di successo, alla gestione dell'ordine. Gli competono anche l'analisi dei costi, la previsione di redditività degli accordi e la verifica del livello di customer satisfaction. Gestisce un budget all'interno del quale si occupa inoltre della definizione e della gestione delle politiche di sconto e delle azioni promozionali. Il key account manager, che riporta generalmente al capo area o al direttore vendite, svolge un lavoro soprattutto a contatto con il mercato, ma il suo ruolo necessita di forti legami di collaborazione con altre aree, dal marketing (per la realizzazione della proposta commerciale e la preparazione del materiale informativo) al back office (per l'intera fase di gestione del cliente). Spesso, inoltre, coordina un team di personale di vendita che lo supporta nella sua attività.

Il key account manager deve definire e raggiungere gli obiettivi, coordinare i venditori di area ed offrire consulenze ai propri clienti. Inoltre, rappresentando l’azienda, egli deve trasmettere un’immagine di elevata professionalità ed affidabilità.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Per ricoprire questo ruolo è indispensabile avere un’approfondita conoscenza dell’area di mercato, nella quale si opera, nonché possedere informazioni commerciali aggiornate, nozioni di marketing, contabilità, produzione e logistica.

Ulteriori requisiti che il key account deve avere sono:

disponibilità ad aggiornarsi di continuo;modo di agire orientato al cliente;spiccate capacità relazionali;buona conoscenza di una o due lingue straniere;attitudine al lavoro di gruppo;atteggiamento flessibile;creatività;capacità di persuasione;abilità nel motivare i propri collaboratori.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI[2]

Per arrivare a ricoprire questo ruolo, è spesso necessario percorrere un iter con varie tappe intermedie all’interno del settore commerciale: normalmente si diventa key account intorno ai 35 anni. Da qui si può successivamente aspirare a diventare key account manager, coordinando e supervisionando il lavoro dei diversi key account, che

operano in azienda. Al pari di molte altre figure operanti nell’ambito commerciale e del marketing, il key account gode di una discreta domanda sul mercato del lavoro.

[1] Fonte : www.isfol.it

[2] Fonte : www.isfol.it

Il Responsabile Di Area

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il responsabile di area commerciale si occupa della gestione della vendita all’interno di una determinata zona (città o regione) ed ha il compito di coordinare i vari responsabili locali con la direzione centrale.Questa figura professionale applica le disposizioni della direzione centrale, trasmettendole alla forza vendita della sua area e sorvegliando che vengano correttamente recepite ed attuate.

Il responsabile di area affianca i venditori del suo settore, fornendo, dove e quando occorra, la necessaria assistenza tecnica di supporto e facendosi interprete presso la sede centrale dei problemi o delle eventuali difficoltà, rilevate dal personale alle sue dipendenze. Questa figura professionale deve pianificare gli organici delle diverse sedi, gestendone le mansioni, le ferie ed i turni, fissati dai rispettivi direttori di filiale. Il responsabile di area commerciale predispone il budget delle sue zona di competenza sotto la sua responsabilità, verificando che da ognuna di queste vengano raggiunti gli obiettivi di vendita stabiliti. In tal modo, questa figura contribuisce anche alla definizione delle strategie aziendali, avendo la facoltà di apportare modifiche alla struttura di vendita, in base all’evoluzione del mercato, che è tra i suoi doveri analizzare e monitorare.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il responsabile di area deve possedere:

una approfondita conoscenza del mercato in cui opera la propria azienda;nozioni di marketing, di tecniche di vendita, di diritto commerciale e di organizzazione aziendale;conoscenze di base relative alla messa a punto di un budget e alla gestione di un bilancio;Buone capacità relazionali ed attitudine al lavoro di gruppo;Elevata capacità di negoziazione e di pianificazione.Capacità comunicative e relazionali particolarmente sviluppateBuona conoscenza di una lingua straniera

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

In genere, si diventa responsabile di area dopo aver maturato una pluriennale esperienza nel settore commerciale di una o più aziende, intorno ai 30-35 anni, passando attraverso diverse qualifiche e assumendo progressivamente maggiori responsabilità.

Si comincia normalmente dalla qualifica di venditore sino a giungere a quella di direttore di filiale. Come tutte le figure commerciali anche il responsabile di area è una figura molto richiesta dal mercato.

Responsabile Comunicazione E Relazioni Esterne

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

E’ specializzato nella gestione dell'immagine di una organizzazione nei confronti dei mass media (giornali, televisioni, agenzie di stampa), delle autorità a livello locale e nazionale, dei consumatori. L'attività è svolta come dipendente di enti pubblici o imprese di grandi dimensioni.

Il responsabile della comunicazione coordina uno staff specializzato, valuta i tempi, le modalità ed i contenuti dei messaggi da comunicare.

Le sue attività possono comprendere: tenere i contatti (incontri diretti, telefono, e-mail) con giornalisti di quotidiani, televisioni, agenzie di stampa, politici e parlamentari fornendo le informazioni più opportune relative all'azienda, in modo da assicurarne il buon nome e la visibilità (e in taluni casi l'adozione di misure politiche coerenti con gli interessi aziendali); consigliare la direzione aziendale sulle migliori strategie di comunicazione; organizzare incontri fra direzione aziendale e giornalisti e fra direzione aziendale e politici; raccogliere informazioni dai vari settori aziendali decidendo quali diffondere, dare alle informazioni la forma e i contenuti più adatti, trasmettere le informazioni alla stampa; programmare attività informative rivolte ai consumatori e agli utenti finali; curare la partecipazione della direzione aziendale o partecipare direttamente a conferenze, congressi, fiere commerciali, etc.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Per ricoprire questo ruolo è fondamentale avere conoscenze organizzative sia a livello strategico che operativo ed una formazione economico-giuridica solida. Parallelamente, è importante possedere competenze in ambito statistico, per analizzare ed elaborare i risultati delle ricerche sulle dinamiche del mercato. Prerogativa imprescindibile per chi lavora in quest’area sarà, inoltre, la conoscenza approfondita delle tecniche di comunicazione. Sono richieste inoltre competenze di psicologia sociale, una cultura generale ampia, la conoscenza di una lingua straniera, attitudine al lavoro di gruppo e flessibilità.

Sono inoltre necessarie ottime capacità comunicative e relazionali, capacità organizzative e autonomia decisionale, buona presenza, intraprendenza.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI[1]

Un’opportunità di carriera per questa figura è rappresentata dal passaggio alla libera professione, esercitata in proprio o nell’ambito di uno studio di consulenza specializzato. L’attività si rivolge, in tali casi, ad imprese di dimensioni medio-piccole non dotate - per arginare i costi - di questo profilo professionale al loro interno.

Il responsabile della comunicazione è particolarmente richiesto all’interno delle aziende di grandi dimensioni: ricopre un ruolo dirigenziale, mantenendo forti rapporti con i vertici dell’impresa.

[1] Fonte: www.isfol.it

Il Direttore Delle Risorse Umane

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale o in giurisprudenza

Questa figura si occupa di alcune o di tutte le funzioni che riguardano l'acquisizione, la gestione e lo sviluppo di carriera del personale e dell'outplacement.

Il direttore delle risorse umane svolge i seguenti compiti:

Programma il fabbisogno di personale di cui necessita l'organizzazione, considerando i prevedibili flussi del personale in ingresso, la mobilità interna e il personale in uscita; definisce la quantità e qualità delle risorse umane da acquisire;

Elabora i profili del personale da assumere e precisando i requisiti da ricercare;

Definisce i criteri di ricerca e selezione del personale supportando i responsabili delle unità organizzative, nelle quali sono previste nuove assunzioni;

Si occupa delle problematiche sindacali, negoziando e pervenendo ad accordi con i rappresentanti dei lavoratori ed elabora e sviluppa, quindi, i piani di inserimento e di accoglienza del personale;

mette a punto e realizza interventi di valutazione delle posizioni, delle prestazioni e del potenziale;

individua le esigenze di formazione e di addestramento, attuali e future, delle risorse acquisite e di quelle già occupate, nonché progetta e sviluppa i relativi interventi;

definisce le politiche retributive;

definisce e sviluppa le iniziative collegate ai temi della salute e della sicurezza.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Il direttore delle risorse umane deve avere una buona conoscenza generale del funzionamento delle organizzazioni aziendali, nonché delle finalità di una gestione del personale modernamente concepita e delle problematiche dell'impresa in cui si trova ad operare quali: gli orientamenti strategici, la struttura, i processi, le metodologie di miglioramento continuo.

Le conoscenze specifiche e le competenze tecnico-professionali comprendono teorie, metodi, tecniche e strumenti per la gestione operativa dei processi che riguardano la funzione del personale: la selezione, la formazione, lo sviluppo, le relazioni sindacali, ecc. Occorre inoltre saper elaborare i programmi di intervento come la definizione delle risorse, dei tempi e dei costi di gestione, la verifica dell'andamento e degli scostamenti, nonché la messa a punto di eventuali azioni correttive. Importanti sono le competenze nel campo di una comunicazione efficace, quali l'ascolto attivo, l'empatia, la capacità di negoziare e di lavorare in gruppo, la capacità di porre e risolvere problemi (problem-setting e solving). Sono inoltre necessarie la conoscenza e la capacità d'uso delle tecnologie informatiche e telematiche ed un'adeguata padronanza di una lingua straniera.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Il percorso professionale classico del direttore del personale prevede solitamente la partenza all’interno di un particolare settore di attività di gestione del personale (per esempio: selezione, formazione, valutazione) per poi proseguire con l’arrichhimento della propria area di intervento professionale. Il percorso, quindi comincia da una delle varie funzioni citate, per poi capitalizzare ulteriori esperienze trasversali, e costruire le giuste capacità e l'esperienza necessaria per arrivare al vertice della professione.

[1] Fonte: www.isfol.it

L’analista Di Organizzazione

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

L’analista di organizzazione è colui che conoscendo a fondo le diverse tipologie di strutture organizzative è in grado di capire quale modello si adatti di più ad una particolare situazione aziendale.

L’analista di organizzazione è colui che a fronte di ricerche e di indagini è in grado di progettare ad hoc sia una macro-struttura organizzativa (l’organigramma di un’impresa) che una micro-struttura organizzativa (la struttura di una unità organizzativa o di un ufficio), in situazione di stabilità e in situazione di necessità di cambiamento. L’analista di organizzazione è colui in grado di cercare nuovi percorsi e nuove modalità di aggregazione delle risorse e delle attività in modo da ottimizzarne i risultati.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Per poter svolgere l’attività di analista di organizzazione è necessario conoscere a fondo le tecniche di progettazione organizzativa, le caratteristiche dei diversi modelli organizzativi esistenti, gli strumenti per la definizione del valore e delle criticità dei processi. Nel dettaglio è necessaria una conoscenza specifica sulla costruzione delle tecniche di ricerca e di indagine degli indici di produttività e sulle modalità di impostazione di un sistema di controllo dell’efficienza organizzativa.

Una generica sensibilità alla percezione dei problemi organizzativi e capacità relazionali e di problem solving sono altrettanto importanti.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Negli ultimi anni, le continue necessità di adeguamento delle aziende alle turbolenze del mercato costringono le organizzazioni a cambiare sempre di più e sempre più in fretta. Proprio per questo motivo l’esperto di analisi e progettazione organizzativa può essere definita una professione sempre più richiesta, sia a livello interno (come dipendente) che esterno (come consulente) all’azienda.

L'esperto In Selezione E Valutazione Del Personale

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Questa figura svolge le attività legate al processo di acquisizione del personale, contribuendo a costituire l’insieme di risorse professionali di cui necessita un’azienda.

In particolare, l'esperto in selezione del personale svolge i seguenti compiti:

raccoglie le indicazioni sulla quantità e la qualità delle risorse umane da acquisire, analizzando i ruoli da ricoprire, individuandone le principali caratteristiche (attività, autonomia e responsabilità, ambiente di lavoro, orario), descrivendone i relativi profili (scopo della posizione/ruolo, compiti, relazioni, risultati attesi, risorse gestite, ecc.) e le competenze necessarie. Dall'elaborazione dei profili precisa, predispone ed attua i piani di intervento della ricerca del personale, adottando appropriati strumenti di comunicazione, a seconda del mercato del lavoro a cui si rivolge, del tipo di posizione/ruolo da ricoprire, dei requisiti richiesti, eventualmente attingendo a banche-dati relative all'offerta di lavoro;si occupa di definire gli strumenti di ricerca del personale più adatti al reclutamento delle figure definite necessarie all’aziendasi occupa della selezione del personale, svolgendo attività di preselezione, interviste e colloqui attraverso la somministrazione di prove attitudinali e test;si occupa delle analisi di congruenza tra le competenze identificate attraverso la valutazione del potenziale e quelle richieste dalle posizioni/ruoli da ricoprire sia nell'immediato che in futuro;stila la lista dei candidati che appaiono più adatti a ricoprire quelle posizioni o ruoli, anche in un'ottica di sviluppo, e li presenta ai responsabili delle unità organizzative in cui è previsto l'inserimento, affiancandoli durante la conduzione dei colloqui tecnico-specialistici;contribuisce a elaborare e sviluppare piani di inserimento/accoglimento del personale.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Questa figura deve possedere una buona conoscenza generale del funzionamento delle organizzazioni, delle problematiche relative all'incontro domanda-offerta di lavoro e dovrà approfondire i propri studi anche con concetti relativi alla psicologia del lavoro. Le conoscenze specifiche comprendono teorie, metodi, tecniche e strumenti connessi al processo di selezione e valutazione del personale. Sono importanti competenze aggiuntive come una comunicazione efficace, l'ascolto attivo, l'empatia, l'assertività. E' necessaria la capacità d'uso delle moderne tecnologie informatiche e telematiche. E' importante la conoscenza di almeno una lingua straniera, in particolare l'inglese.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

Questa professione può essere svolta nelle società di ricerca e selezione del personale o all'interno delle grandi aziende che prevedono al proprio interno un ufficio del personale.

Per quanto riguarda invece le prospettive di lavoro, dato che allo stato attuale, a fronte della grande turbolenza

del mercato del lavoro, le persone sono chiamate a cambiare spesso professione e settore e hanno quindi necessità di ricollocarsi sul mercato, si può affermare che si tratta di una professione in crescita.

[1] Fonte: www.isfol.it

L'esperto In Formazione Aziendale

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

La formazione è ormai considerata una leva strategica fondamentale per la sopravvivenza delle organizzazioni nell’attuale contesto turbolento del mercato. L’aggiornamento continuo delle persone che lavorano nelle organizzazioni è considerata una condizione essenziale per migliorare la competitività delle aziende.

L'esperto nei processi di formazione svolge una serie di attività finalizzate a mantenere, aggiornare e incrementare le competenze dei lavoratori.

I suoi principali compiti sono:

effettuare l'analisi delle esigenze di formazione sia organizzative che individuali;pianificare e, successivamente, progettare gli interventi di formazionereperire i fondi per il finanziamento delle attività progettate;cercare gli esperti da coinvolgere nelle iniziative;gestire gli interventi di formazione, in particolare il coordinamento dei docenti e il rapporto con i docenti esterni;svolgere attività di docenza su determinate tematiche in merito alle quali l'Esperto possiede specifiche competenze;monitorare gli interventi di formazione, analizzandone i risultati a livello individuale o collettivo e a livello di “ritorno” in azienda

CONOSCENZE E COMPETENZE

L'esperto nei processi di formazione, sia progettista che docente, deve possedere una buona conoscenza dei processi di apprendimento, delle tecniche e degli strumenti didattici. Inoltre deve essere aggiornato e conoscere le metodologie di insegnamento innovative.

Il progettista di formazione deve possedere una buona conoscenza delle aziende e delle strutture in cui opera, delle tecniche e degli strumenti di progettazione e gestione della formazione, conoscere le modalità di accesso ai finanziamenti e la normativa in materia.

Egli ha inoltre un'approfondita conoscenza sia delle tecniche e degli strumenti per il monitoraggio delle esigenze di formazione, sia delle tecniche di progettazione, che delle strategie e delle tecniche didattiche.

Tra le competenze trasversali appaiono molto importanti l'ascolto e la comunicazione interpersonale.

La conoscenza dell'inglese e delle tecnologie informatiche sono requisiti normalmente richiesti, soprattutto dalle aziende.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

Per diventare esperto di formazione del personale è consigliabile una esperienza di tutorship ad un corso di formazione già impostato. Da qui il passaggio al coordiamento dei corsi e alla progettazione.

Questa figura è oggi ritenuta necessaria nelle organizzazioni medio-grandi e dovrebbe avere, quindi, discrete prospettive occupazionali.

Il Change Manager

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale o in ingegneria gestionale.

Il change manager è l'uomo in grado di gestire il cambiamento aziendale. A lui viene affidato il compito di analizzare e monitorare costantemente l'organizzazione di un'azienda e, quando occorre, intervenire per migliorarla, utilizzando gli strumenti più innovativi che ritiene possano essere importanti per incrementare l'attività produttiva.

Il change manager può essere definito come l'esperto dell'innovazione aziendale e si occupa della diagnosi, della progettazione e della gestione del cambiamento. Opera generalmente come consulente interno (spesso collocato nella direzione risorse umane, organizzazione) o esterno.

Il change manager quindi è colui che è in grado di:

Comprendere gli scenari del cambiamento globale nel business e nelle tecnologie;

Analizzare e valutare l’impatto delle nuove tecnologie sulla struttura organizzativa e sul business dell’impresa;

Identificare nuove opportunità di business nei nuovi scenari competitivi;

Comprendere le metodologie e gli strumenti per attivare e guidare il cambiamento;

Identificare le strategie ottimali di cambiamento organizzativo e di business;

Implementare i processi di cambiamento, attraverso lo sviluppo di soluzioni complesse di e-business

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il change manager deve avere una conoscenza approfondita delle dinamiche organizzative. con particolare riguardo sia alle innovazioni tecnologiche sia all'area dei comportamenti organizzativi; deve avere il presidio costante sui pacchetti applicativi informatici, in particolare nell'ambito degli ERP (Enterprise Resource Planning - pacchetti software completi per la gestione aziendale); la valutazione dell'impatto che le nuove tecnologie internet avranno sull'impresa in termini di struttura organizzativa.

E’ richiesta quindi una forte preparazione di tipo economico, con una specializzazione in gestione delle risorse o in organizzazione aziendale.

Competenze trasversali fondamentali sono una buona capacità comunicativa e relazionale e la conoscenza della lingua inglese

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

L’esperto in change management normalmente comincia con attività legate alla funzione organizzazione e

gestione delle risorse umane per poi specializzarsi nelle tematiche relative alla gestione del cambiamento strategico.

Il change manager è una figura professionale che si caratterizza per discrete prospettive di occupabilità. Infatti, in un mercato così caratterizzato da incertezza e imprevedibilità le aziende sono chiamate a cambiare la propria strategia e i propri strumenti operativi in continuazione. In quest’ottica, quindi, il sistema richiede soprattutto nella grande impresa, e richiederà sempre più, il contributo di un esperto che sia in grado di padroneggiare questa complessa materia

Egli diventa così il referente aziendale che acquista un’importanza strategica sempre maggiore per gestire e superare le necessità di cambiamento e trasformazione dell’azienda.

Il Tesoriere

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il responsabile della tesoreria si occupa di ogni aspetto legato ai flussi di capitale in entrata ed in uscita, nonché del fabbisogno di capitali in cassa.

I compiti principali del responsabile della tesoreria si sviluppano nelle seguenti attività:

pianificazione dei rischi di cambio;ottimizzazione della liquidità aziendale;gestione dell’indebitamento della società;previsione del denaro che entra e che esce dall’azienda;controllo del flusso monetario;ricorso a finanziamenti esterni.

Questa figura è responsabile dell’elaborazione e dell’attuazione delle politiche monetarie dell’impresa, in coordinamento con il management finanziario, per essere in linea con le scelte previste in materia. Allo scopo, egli consulta quotidianamente le direzioni dei reparti aziendali sia per sapere il fabbisogno di liquidità e non incorrere in emergenze nel reperimento di fondi, sia per rilevare l’eccedenza di cassa nelle diverse unità operative ed elaborare quindi proposte di investimenti.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Il responsabile della tesoreria, nel predisporre il piano finanziario annuale, mensile e giornaliero deve avere ottime capacità di governo di tali flussi e grande conoscenza dei mercati. A queste competenze occorre aggiungere un’ottima capacità di utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche, non solo per i collegamenti in rete all’interno dell’azienda, ma anche per la consultazione di banche dati e di siti istituzionali per l’aggiornamento continuo. L’ottima conoscenza della lingua inglese è indispensabile, poiché le funzioni del tesoriere si svolgono a contatto dei mercati nazionali ed internazionali, utilizzando spesso solo l’inglese come lingua di lavoro. Si richiede inoltre buone capacità di relazione con i livelli gerarchici elevati, nonché capacità di decisioni rapide e, quindi, una grande affidabilità e riservatezza.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

È possibile diventare responsabile della tesoreria, dopo aver iniziato anche come tecnico contabile, soltanto dopo un certo numero di anni. Essendo il livello di questa figura già alto, i suoi possibili avanzamenti, lo portano direttamente verso la posizione di Direttore Finanziario. Visto il grande fermento nel mondo delle transazioni finanziarie e dei movimenti di capitale, c’è un notevole mercato che promette buone prospettive di carriera per questa figura. A causa della sempre più diffusa diversificazione delle funzioni finanziarie, questa figura, soprattutto ai livelli più elevati, è di difficile reperimento e quindi piuttosto ricercata sul mercato.

[1] Fonte : www.isfol.it

Il Direttore Finanziario

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il direttore finanziario (o Chief Financial Officer) è colui che rispondendo al vertice aziendale, ha la responsabilità delle aree amministrazione, finanza e controllo dell’azienda. Attraverso la gestione dei suoi collaboratori, è responsabile del bilancio e della fiscalità ordinaria e straordinaria.

Il direttore finanziario, quindi si occupa di fornire dati sull’andamento economico dell’azienda e un monitoraggio continuo sulla sua competitività oltre all’individuazione e al controllo, sempre “in tempo reale”, delle variabili esterne e interne dell’organizzazione. Ci si aspetta da questa figura, quindi, non solo la misurazione del valore creato, ma anche la partecipazione alle decisioni che creano valore.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Al direttore finanziario è richiesta un’esperienza consolidata in ruoli amministrativo/finanziari, con competenze specifiche nelle aree del consolidamento di bilancio, della fiscalità e del controllo di gestione. Per coprire la posizione sono indispensabili doti quali: visione strategica, capacità di implementazione di modelli gestionali manageriali che portino cambiamento organizzativo volto all'efficacia/efficienza dei processi, capacità di gestione di collaboratori diretti, ottime doti relazionali che consentano di dialogare con tutte le strutture interne, anche a livello internazionale. Visione, trasparenza, proattività, sono tutte doti che completano il profilo del direttore finanziario.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

La funzione finanza è in continua evoluzione. I cambiamenti continui nello scenario internazionale, nelle soluzioni organizzative e le nuove normative di legge, lasciano a prevedere un’incessante evoluzione nella funzione e nel ruolo del direttore finanziario.

Se oltre a questo si aggiunge il fatto che la gestione finanziaria d’impresa rappresenta sempre più una leva a disposizione del management per poter meglio decidere e pianificare le azioni future, le prospettive occupazionali possono definirsi in crescita.

[1] Fonte : www.isfol.it

Financial Risk Manager

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il Financial Risk Manager è colui che gestisce e conosce l'insieme delle tecniche atte a consentire la rilevazione dei rischi, attuali e prospettici, emergenti nell'attività finanziaria dell'impresa nonchè dei comportamenti adottabili e degli strumenti utilizzabili al fine di modificarli e gestirli. Si occupa dell’analisi dell’impatto sul conto economico dell’impresa delle variazioni dei tassi di interesse, dei mercati finanziari e delle commodities.

Una volta definito il rischio, questa ha il compito di stabilire le linee guida di una strategia e le metodologie da applicare, che consentiranno di affrontare il rischio, riducendone gli effetti negativi per l'azienda.

Il financial risk manager è quindi una figura necessaria per l’azienda nel momento in cui si verifichi un qualunque tipo di investimento, o si implementi un progetto di cambiamento organizzativo, al fine di controllare l'ambiente economico in cui operare e realizzare un adeguato piano che permetta di gestire al meglio i rischi a cui potrebbe andare incontro l'azienda stessa.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il financial risk manager deve possedere una solida cultura finanziaria. Deve possedere un’ottima preparazione in economia aziendale, con competenze - oltre che finanziarie - tecnologiche, di mercato e organizzative. La capacità di analisi complessa è naturalmente un requisito irrinunciabile, il che non significa solo padronanza tecnica ma anche capacità di visione d’insieme del sistema azienda, in modo da prevedere e gestire i rischi legati al contesto organizzativo - siano essi di natura endogena o esogena - che possano precludere il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Si richiede inoltre buone capacità di relazione, nonché capacità di decisioni rapide.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

Numerose sono le nuove opportunità lavorative che si stanno sviluppando nel campo assicurativo e del risk management, grazie al crescente dinamismo del settore.

La capacità di gestire il rischio assume sempre più un valore strategico per le aziende e le istituzioni finanziarie. Gli azionisti infatti, sono sempre di più consapevoli dell’importanza di gestire il rischio per salvaguardare il valore delle loro aziende in modo integrato.

Il Risk manager è una professione innovativa e in forte crescita. Infatti circa il 6% delle imprese italiane ha un Risk manager, ma il numero è destinato ad aumentare, soprattutto nel nuovo grande settore dell’E-Risk.

La professione di risk manager, presente soprattutto nelle grandi società, è potenzialmente destinata a diffondersi anche tra le aziende di minori dimensioni, visto che un'intelligente gestione dei rischi consente quasi sempre un risparmio di risorse non indifferente, in grado di ripagare largamente dell'assunzione di un dipendente con questo profilo professionale

Il Financial Planner

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il financial planner è una figura professionale che, oltre a collocare strumenti di investimento, offre un servizio di consulenza e di pianificazione finanziaria che coniuga diversi aspetti quale quello tributario, previdenziale e successorio

Il financial planner è un professionista capace di seguire il cliente sia nella fase di selezione dell'investimento, sia in quelle di gestione e monitoraggio, e nella delicata fase di rimborso

Questo nuovo ruolo professionale appartiene ad un professionista competente, costantemente aggiornato, in grado di comprendere le caratteristiche del cliente e quindi soddisfare tempestivamente le sue esigenze.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il financial planner deve avere una profonda conoscenza dei mercati finanziari e deve essere in grado di seguire la completa gestione del patrimonio del cliente.

Deve essere, quindi un professionista capace di poter gestire il patrimonio a 360 gradi. Questo significa andare ben oltre l'investimento in prodotti finanziari, conoscendo e gestendo anche gli aspetti assicurativi che interessano il cliente, ma fornendo allo stesso tempo anche un'adeguata assistenza fiscale.

E' necessario il superamento di un esame d'idoneità (scritto e orale indetto tre volte l'anno) e la successiva iscrizione all'Albo nazionale dei Promotori Finanziari.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

L'importanza che hanno assunto, in questi ultimi anni, i promotori finanziari è cresciuta proporzionalmente alle difficoltà che i mercati di tutto il mondo stanno riscontrando.

La figura professionale del financial planner è molto ricercata, offre buone opportunità nell'immediato e, come abbiamo illustrato in precedenza, ottime prospettive di crescita economica e professionale. Tutto è ovviamente commisurato alle proprie capacità, e l'aspetto meritocratico assume in quest'ambito un valore importante.

Il Consulente Finanziario

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il consulente finanziario è colui al quale l’istituto di credito affida l’incarico di fare una dettagliata valutazione dei rischi e delle opportunità legati al finanziamento di un’impresa. Spesso è questa stessa figura a fornire le indicazioni, relative all’amministrazione e alla gestione dell’azienda, necessarie all’approvazione del finanziamento.

Egli pertanto deve:

analizzare le condizioni operative e finanziarie dell’azienda, esaminarne il reddito, nonché il suo posizionamento sul mercato;individuarne i punti di forza e di debolezza;definire, alla luce del finanziamento da concedere, le indicazioni di carattere finanziario, che l’istituto di credito prescrive all’azienda per assicurarle la necessaria redditività.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Il consulente finanziario deve possedere un’ottima preparazione in economia aziendale, con competenze - oltre che finanziarie - tecnologiche, di mercato e organizzative. La capacità di analisi complessa è naturalmente un requisito irrinunciabile, il che non significa solo padronanza tecnica ma anche capacità di visione d’insieme.

La conoscenza degli strumenti telematici e informatici è necessaria per la raccolta e l’elaborazione di dati e informazioni. La chiarezza espositiva, infine, è una caratteristica importante sia nei confronti dell’azienda che nei confronti dell’istituto di credito.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

Il percorso professionale inizia con la posizione di Consulente junior per proseguire con quella di Consulente senior.

In termini di inquadramento organizzativo, questa figura è inserita nella direzione amministrativa degli istituti di credito, oppure nella direzione finanziaria ed opera come supporto o consulenza alla clientela nel settore cosiddetto dell’asset management’, dove appunto si effettuano le analisi del patrimonio e delle attività aziendali dei propri clienti.

L’esperienza degli istituti bancari stranieri, ora presenti anche sul nostro mercato, fa prevedere che il sistema creditizio italiano dovrà progressivamente liberarsi dalla richiesta delle tradizionali garanzie bancarie (ipoteche su proprietà ecc.), prima della concessione di un finanziamento, e dovrà prendere invece maggiormente in considerazione le reali prospettive finanziarie e di reddito delle imprese che lo richiedono.

Ciò implica un ampliamento del ruolo del consulente finanziario e una domanda crescente per questa figura, che potrà evolversi anche nella direzione di una specializzazione nei diversi ambiti produttivi delle possibili aziende clienti.

[1] Fonte: www.isfol.it

L’asset Manager

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Con l'espressione asset manager si indica genericamente la figura del gestore di patrimoni. Il compito principale che svolge l'asset manager è quello di definire, nell'ambito dell'attività di asset allocation, le strategie di investimento da adottare per utilizzare nel modo migliore il denaro raccolto e garantendo dei rendimenti massimi, e rendendo i rischi al minimo. In genere nei fondi comuni di investimento l'asset manager compie delle operazioni i cui frutti si vedranno nel breve o medio periodo, mentre nei fondi pensione l'attività dell'asset manager si estende sul lungo periodo.

Il compito quindi dell’asset manager è quello di conoscere la situazione patrimoniale, economica e finanziaria del cliente che gli viene affidato e di ottimizzare i servizi, tenendo presente sia le esigenze del cliente sia, naturalmente, gli obiettivi di redditività dell’azienda.

CONOSCENZE E COMPETENZE

L’asset manager deve avere una conoscenza approfondita, del mercato dei prodotti finanziari e, dall’altro, delle problematiche e delle necessità del cliente.

La sua preparazione tecnico-specialistica dovrà includere nozioni di: economia del mercato finanziario, matematica finanziaria applicata alle scelte di investimento, diritto di mercato finanziario, diritto privato, diritto tributario, aspetti gestionali delle attività di intermediazione finanziaria (asset, allocation, selezione dei titoli, benchmarking ecc.). Egli deve inoltre conoscere perfettamente la disciplina legislativa regolamentare e deontologica dell’attività di Promotore. Deve infine saper utilizzare il personal computer.

Egli deve inoltre risultare particolarmente affidabile, competente e aggiornato.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI[1]

L’asset manager è generalmente una figura cresciuta in azienda. L’affinità con la figura del Promotore finanziario favorisce la transizione tra le due posizioni, anche in base alle attitudini personali.

Nell’attuale stadio evolutivo del sistema bancario, sempre più marcatamente orientato al cliente, l’asset manager occupa un ruolo chiave. Per questo motivo, si può prevedere una crescita sostenuta della domanda di tale figura e, nello stesso tempo, una sua costante differenziazione e specializzazione.

[1] Fonte: www.isfol.it

Il Trader

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il trader/dealer è un operatore di titoli che svolge l’attività di intermediatore finanziario, acquisendo in proprio i valori mobiliari per ricollocarli presso la propria clientela.

Questa figura svolge primariamente un’attività di promozione e vendita di "prodotti" estremamente complessi – quali sono quelli finanziari - diretta al pubblico dei piccoli risparmiatori. La stipula di contratti di compravendita rappresenta quindi la fase conclusiva del suo lavoro, per arrivare alla quale il promotore deve, in primo luogo raccogliere e analizzare, oltre alla normativa relativa al suo settore, tutte le informazioni necessarie in tema di mercati finanziari e di economia internazionale. In un secondo momento, egli svolge un’efficace attività informativa e promozionale non solo verso i suoi clienti ma anche verso coloro i quali ancora clienti non sono. Una volta che il potenziale cliente, interessato alla proposta del trader, si sia seduto al tavolo con lui per discuterne, aiutandosi con test e questionari, ma anche mediante la sua personale capacità, dovrà comprenderne bisogni e aspettative, valutandone le esigenze, le preferenze e le disponibilità di investimento. Sulla base delle indicazioni che avrà ricevuto, dovrà quindi proporre al cliente i prodotti finanziari a lui più adatti in rapporto alle dimensioni e alla durata dell’investimento, alla propensione al rischio, alle aspettative di reddito e alle esigenze di liquidità. Anche dopo l’accettazione della proposta e la firma del contratto, il trader dealer dovrà cercare di rimanere in contatto con il cliente.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Nell’attività del trader il rapporto con il cliente rappresenta il momento centrale: più d’ogni altra cosa egli deve dunque possedere un’ottima capacità di relazione interpersonale, che gli consenta di avere un atteggiamento disponibile e amichevole, ma anche di risultare autorevole e competente in modo da ottenere la fiducia del cliente e di soddisfarlo pienamente. Sono richiesti inoltre spirito d’iniziativa e una buona capacità di lavorare in autonomia. La sua preparazione tecnico-specialistica dovrà includere nozioni di: economia del mercato finanziario, matematica finanziaria applicata alle scelte di investimento, diritto di mercato finanziario, diritto privato, diritto tributario, aspetti gestionali delle attività di intermediazione finanziaria (asset, allocation, selezione dei titoli, benchmarking ecc.). Egli deve inoltre conoscere perfettamente la disciplina legislativa regolamentare e deontologica dell’attività di Promotore.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

Dato l’imprescindibile rapporto diretto con la clientela, il dealer è una figura al riparo dalla disoccupazione tecnologica e quindi ancora per diversi anni si prevede una tendenza significativamente espansiva

Corporate Banker

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il corporate banking individua l'insieme dei servizi finanziari destinati alle imprese, tradizionali ed evoluti, attraverso i quali porre in essere una gestione articolata e innovativa della copertura dei fabbisogni finanziari da parte delle banche, necessaria a garantire gli assetti finanziari ottimali dell'attività di impresa.

Nella banca d’impresa il ruolo del corporate banker è preposto alla gestione unitaria della relazione con le imprese clienti. Si tratta di una figura essenziale della gestione delle relazioni, da tempo diffusa nelle banche estere.

Al corporate banker viene affidata la responsabilità di un portafoglio di imprese-clienti interessati alla relazione. La necessità di tale figura nasce dalla constatazione che i ruoli tradizionali non sono in grado di

operare in modo efficiente ed efficace di fronte al crescere di esigenze della domanda, della gamma prodotti/servizi, dei rischi di mercato e della concorrenza.

Non solo è preposto quindi alla gestione della finanza ordinaria, ma deve offrire l’assistenza creditizia e finanziaria necessaria a sostenere la crescita ed aiutare le imprese ad uscire da possibili momenti di difficoltà Dal punto di vista della relazione interna egli è strumento di coordinamento della relazione all’interno della banca, sollecitando e guidando la struttura operativa nell’erogazione di specifiche prestazioni, monitorando la qualità dei servizi offerti, fornendo input alla direzione per il miglioramento delle politiche commerciali.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il corporate banker assomma a sé competenze di tipo amministrativo, finanziario, commerciale e relazionale. Tale mix consente la gestione unitaria e globale del cliente. È necessario che il corporate banker sappia padroneggiare tecniche di analisi della problematica finanziaria del cliente, di valutazione dei crediti e dei rischi connessi, di identificazione delle forme più corrette di assistenza al cliente più coerenti con i suoi problemi e di gestione delle condizioni di prezzo al fine di ottimizzare la redditività della relazione per la banca.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI

La prospettiva del consolidamento della relazione banca-impresa implica che il corporate banker diventi, per la sua stretta vicinanza col cliente, l’interlocutore privilegiato, in grado di valutare sia la potenziale domanda di servizi sia i rischi del rapporto. Nell’attuale stadio evolutivo del sistema bancario d’impresa, il Corporate banker occupa un ruolo chiave. Per questo motivo, si può prevedere una crescita sostenuta della domanda di tale figura.

Il Responsabile Del Bilancio

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il Responsabile del bilancio è colui che si occupa di predisporre, organizzare e presentare il documento ufficiale sull’andamento economico-finanziario dell’azienda, appunto, il bilancio, sia all’interno che agli organi esterni preposti al controllo, nonché agli stakeholder in generale.

Le principali attività del Responsabile del bilancio possono essere così sintetizzate:

la supervisione della raccolta dei dati contabili e del loro corretto inserimento nei sistemi contabili aziendali;la redazione dei bilanci infrannuali, per monitorare l’andamento della gestione ed accertare tempestivamente le cause di eventuali anomalie e/o scostamenti che si possono verificare rispetto alle previsioni reddituali e finanziarie;l’elaborazione e la redazione del bilancio annuale dell’azienda (individuale e consolidato);la transizione e la successiva adozione dei principi contabili nazionali e internazionali (International Accounting Standards – IAS; International Financial Reporting Standards – IFRS) nella redazione dei conti annuali di gruppo e individuali delle società.

Il Responsabile del bilancio, per le società quotate in Borsa, ha l’obbligo della certificazione del bilancio, finalizzata a garantire la trasparenza e correttezza dei dati e delle informazioni in essi contenuti.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il Responsabile del bilancio deve conoscere dettagliatamente:

la clausola generale del bilancio, i postulati e i criteri di valutazione, nonché i principi contabili di generale accettazione che interpretano o integrano le disposizioni civilistiche;

le modalità di redazione degli schemi di stato patrimoniale e di conto economico, nonché della nota integrativa e dei documenti a corredo del bilancio, sia individuale che consolidato, secondo i principi contabili nazionali e internazionali.la logica e gli strumenti sottostanti le tecniche di analisi di bilancio per indici e per flussi (riclassificazioni dei dati reddituali e patrimoniali, costruzione e normalizzazione di indici, stesura del rendiconto finanziario);la contabilità di magazzino e le modalità di valutazione:le modalità e le logiche di redazione dei prospetti previsionali (budget, business plan).

La conoscenza della lingua inglese e, preferibilmente, di una seconda lingua straniera sono elementi di ulteriore distinzione ai fini della qualificazione professionale.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Si parte generalmente dalla posizione di “Addetto alla contabilità” per arrivare al ruolo di Responsabile del Bilancio individuale e consolidato di gruppo, sia a livello nazionale che internazionale. Buone sono per questa

figura le possibilità di mobilità aziendale, che possono accrescere notevolmente la sua professionalità. Un altro classico percorso di carriera del neo laureato è quello di entrare a far parte della funzione contabile, a vari livelli, dell’azienda, dopo avere collaborato con la stessa in qualità di revisore esterno o di consulente esterno.

L'internal Auditor

FORMAZIONE[1]

Laurea in economia aziendale

L’Internal auditor verifica attentamente il bilancio dell’impresa e controlla la situazione patrimoniale di ogni comparto aziendale, fornendo analisi, valutazioni, raccomandazioni, informazioni e consigli sulle attività prese in esame.

I compiti principali di un internal auditor sono:

la verifica dell’efficacia delle procedure amministrative e gestionali interne, individuando le aree di rischio;la formulazione di protocolli di comportamento e direttive aziendali;la verifica della corretta applicazione delle direttive, fornendo consulenza sulla loro implementazione;il controllo delle procedure relative alle autorizzazioni interne;la valutazione della rispondenza delle procedure e formulare eventuali correttivi

CONOSCENZE E COMPETENZE

Per svolgere la sua attività, l’Internal auditor deve possedere non solo capacità di analisi di tipo “manageriale”, in grado di interpretare i processi organizzativi e gestionali, ma anche una preparazione tecnico-scientifica di livello superiore, unita ad una solida esperienza di lavoro. Questa figura deve inoltre conoscere i sistemi informatici per l’elaborazione di dati statistici e della teoria delle probabilità, nonché per l’analisi dei rischi. Risulta ormai un “prerequisito” essenziale la conoscenza approfondita della lingua inglese. Dal punto di vista personale, egli deve avere doti di grande responsabilità e affidabilità.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Nelle grandi aziende si può accedere al ruolo di internal auditor solo dopo alcuni anni di esperienza, con funzioni di controllo di gestione o provenendo da società di Auditing. Da internal auditor junior, dopo 2 o 3 anni, si diventa IA senior, fino a raggiungere posizioni di livello dirigenziale. Il conseguimento e il possesso della qualifica CIA offre ulteriori vantaggi nell’avanzamento di carriera. Interessanti opportunità sono offerte parimenti a chi sceglie la libera professione, come consulente di grandi società di revisione dei conti.

Le previsioni occupazionali sono in crescita. L’internal auditor, infatti, è una figura sempre più richiesta da alcuni gruppi industriali multinazionali e, recentemente, anche nazionali. Molto interessante, nell’ambito di questa area di carriera, è la possibilità di estendere la propria esperienza e competenza anche a livello internazionale. I grandi gruppi multinazionali, infatti, centralizzando spesso i controlli effettuati dalla funzione IA, con la conseguenza che – nei casi di controllo su filiali estere – risulta necessario lo spostamento da parte degli auditor ubicati presso la sede centrale.

[1]Fonte: www.isfol.it

Il Responsabile Della Contabilità

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il Responsabile della contabilità si occupa del coordinamento e della supervisione del lavoro amministrativo-contabile in un’azienda. Nella gran parte dei casi è identificato con la figura del Direttore Amministrativo[1].

L’insieme dei compiti del Responsabile alla contabilità possono essere così sintetizzati:

predisposizione delle procedure amministrative, contabili e fiscali;predisposizione del bilancio d’esercizio nel rispetto delle norme contabili, civilistiche e fiscali;applicazione delle norme legislative e contrattuali per il personale, in materia di lavoro, fiscale, previdenziale e assistenziale;definizione degli indirizzi amministrativo-contabili per gli addetti esecutivi alla contabilità d’impresa.

È una figura di quadro intermedio, che può operare non solo all’interno di un’azienda medio-grande, ma anche dall’esterno, in qualità di consulente

CONOSCENZE E COMPETENZE[2]

Per svolgere il suo lavoro, il Responsabile della contabilità deve possedere, oltre ad una conoscenza specifica dei principi contabili nazionali e – oggi sempre più - internazionali, la capacità di partecipare alle decisioni aziendali, controllandone la corretta e uniforme applicazione in tutti i reparti, fornendo così al management tutti i dati necessari per un’efficace analisi gestionale. In alcune società di medio-grandi dimensioni è il Responsabile della contabilità a predisporre il “piano dei conti” e manuali interni per la gestione delle problematiche amministrativo-contabili.

Requisito fondamentale è l’ottima padronanza della lingua inglese. Sul piano personale, il Responsabile della contabilità deve possedere abilità manageriali nella gestione delle risorse umane e nelle pubbliche relazioni, per instaurare rapporti interpersonali collaborativi, sia all’interno dell’azienda con il proprio staff, sia all’esterno con clienti, fornitori e tutti coloro i quali entrano, a vario titolo, in contatto con lo stesso.

CARRIERA E PROSPETTIVE PROFESSIONALI[3]

Il percorso di carriera può svilupparsi verso l’assunzione di responsabilità di coordinamento delle varie funzioni amministrativo-contabili, fino ad arrivare alla direzione di reparto. Vista la velocità dei cambiamenti nelle tecnologie, nelle procedure e nelle strategie organizzative, si rendono necessari, per migliorare la propria posizione, aggiornamenti continui in materia di contabilità e in riorganizzazione aziendale. Questa figura ha anche la possibilità di operare come consulente esterno, per conto di società specializzate in software gestionali, rivolti alle piccole e medie imprese, per le quali, in termini di risorse, risulta poco conveniente acquistare e gestire in proprio tali meccanismi.

L’evoluzione delle norme legislative nazionali ed internazionali, che regolano l’attività contabile delle imprese,

fanno pensare ad un incremento nelle assunzioni dei responsabili della contabilità.

[1] Fonte : www.homolaicus.com/economia/CD/ppa_r_4.htm

[2] Fonte: www.isfol.it

[3] Fonte: www.isfol.it

Il Controller

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale e in ingegneria gestionale

Il Controller o il Responsabile del controllo di gestione e si occupa prevalentemente di[1].

gestire la tenuta della contabilità analitica, con riferimento a vari oggetti di calcolo:stendere alcuni rapporti di gestione e i bilanci previsionali (budget) e consuntivi;analizzare documenti e relazioni;analizzare e controllare l’andamento economico finanziario.

Il Controller interviene a supporto delle diverse funzioni aziendali, al fine di consentire un reale controllo dell’attività. Si può parlare, a titolo di esempio, di Controller commerciale, con compiti specifici nella politica commerciale dell’azienda, e di Controller industriale, che ha la supervisione dei processi produttivi aziendali. In sintesi, il Controller è responsabile di tutte quelle attività specifiche che permettono di mantenere costante il monitoraggio della ‘performance’ aziendale, fornendo al management tutti gli elementi necessari per prendere decisioni su eventuali strategie correttive

CONOSCENZE E COMPETENZE[2]

Il Controller è un tecnico di alto livello che deve conoscere:

natura, funzione e sistema delle imprese;strutture e processi lavorativi, relativi all’organizzazione aziendale;metodi di rilevazione contabile, nonché logica e strumenti di analisi di bilancio (tra i quali le tecniche per la rilevazione del fabbisogno finanziario);applicazioni statistiche e teorie della probabilità;tecniche di previsione, controllo e di reporting.

Il Controller deve essere in grado sia di impostare il piano dei conti e le procedure amministrative, in coerenza con le norme civilistiche e fiscali, sia di redigere un bilancio gestionale e di monitorare il funzionamento del software applicativo che consente l’informatizzazione delle procedure contabili e dei modelli di controllo gestionale. E’ indispensabile la conoscenza della lingua inglese, dato che la documentazione per questi nuovi sistemi di gestione è fornita esclusivamente in questa lingua. Oltre alle numerose competenze tecniche, il Controller deve anche possedere capacità di relazioni interpersonali e attitudine al lavoro di gruppo.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI[3]

La posizione di Controller è quella più elevata all’interno del servizio di Controllo di Gestione, per cui vi si può accedere anche da altre posizioni del settore amministrativo e finanziario come l’Internal auditor o il Responsabile della contabilità, avendo maturato la necessaria esperienza. Il controller può ambire a ricoprire

una posizione di Direttore di Amministrazione e Controllo, nel caso in cui si trovi, tra l’altro, a dovere gestire un gruppo di collaboratori in team. Nuove opportunità potrebbero essere anche fornite dallo svolgimento di un’attività autonoma, come Consulente per le imprese o nell’ambito delle società di Auditing.

La richiesta di controller da parte delle aziende è crescente, soprattutto perché di difficile reperibilità, a causa delle sue elevate competenze tecniche.

[1] Fonte: www.controllerassociati.org

[2] Fonte: www.isfol.it

[3] Fonte: www.isfol.it

Il Credit Manager

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale o in giurisprudenza

Il credit manager (CM) è colui che gestisce il credito commerciale nelle aziende, stabilendo quando e a chi concederlo[1].

Il credit manager ha la responsabilità di:

incassare i crediti e controllare la solvibilità del cliente;gestire la cassa e la tesoreria;curare i rapporti con le banche;risolvere le temporanee crisi di liquidità delle aziende.

Il Credit manager si occupa inoltre di mantenere i contatti con le società di factoring alle quali l’azienda può delegare la gestione dei crediti, cedendo le fatture. In Italia il Credit Manager rappresenta una figura professionale nuova, nata dalla necessità di gestire il recupero degli insoluti, come nodo centrale della vita di ogni azienda. Se da un lato, infatti, qualsiasi impresa che commercializzi prodotti o servizi è inevitabilmente esposta finanziariamente nei confronti dei clienti, dall’altro lato si stima che il ricorso all’utilizzo di legali esterni e il costo delle risorse interne prepost alla gestione dell’insoluto pesino, in media, per oltre il 5% sui costi operativi delle aziende.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Al Credit manager è richiesta una consistente cultura economica. In particolare, questa figura deve attrezzarsi con una solida preparazione teorico/pratica in analisi finanziaria e in tecnica commerciale ed amministrativa. Deve inoltre saper utilizzare i più moderni strumenti di gestione, come i sistemi software ERP, SAP, ecc.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Per il credit manager sono, in estrema sintesi, due le possibilità di crescita professionale:

all’interno dell’impresa, egli può arrivare al vertice della direzione amministrativa e finanziaria;

alternativamente può diventare consulente esterno, dopo aver maturato per diversi anni una notevole esperienza nel settore del recupero crediti.

Il Credit Manager è una professione molto richiesta: attualmente, infatti, in Italia se ne contano solo alcune centinaia, sebbene il numero sia destinato a salire. Anche le società in rete, che fanno B2B (Business to Business) sono interessate a questa figura.

[1]

Fonte : www.acmi.it/

Il Revisore Di Bilancio

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il revisore di bilancio è una figura, disciplinata legislativamente, preposta all’analisi dei bilanci delle società e che, con una relazione finale, ne “certifica” su base volontaria o obbligatoria l’attendibilità, a garanzia dell’equilibrio economico complessivo delle stesse.

Le attività del Revisore di bilancio possono essere così sintetizzate:

controllo legale dei conti e dei documenti contabili, ai sensi del Codice Civile;preparazione di documenti di sintesi di situazioni contabili, nonché dei bilanci periodici e di esercizio;analisi dei conti e dei risultati finanziari;revisione e organizzazione delle procedure e dei sistemi contabili;consulenza fiscale;consulenza ed assistenza di natura giuridica in materia di società;consulenza finanziaria per la messa a punto di piani di investimento e di finanziamento;gestione del portafoglio titoli e gestioni fiduciarie.

In sintesi, il Revisore di bilancio mette a punto l’offerta al cliente, ne gestisce l’incarico di revisione e organizza il team di lavoro.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Il Revisore di bilancio deve possedere una solida formazione economica. E’ necessario – per il progresso della carriera – il sostenimento e superamento dell’esame per l’iscrizione al Registro dei Revisori Contabili. E’ importante padroneggiare perfettamente, oltre alle norme nazionali, europee e internazionali per la corretta gestione aziendale, ogni aspetto della struttura e della legislazione dei bilanci, comunemente rappresentati dai tre “pilastri contabili”, identificabili nello stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario. È necessario che il Revisore possegga un’ottima capacità di lavorare su tecnologie informatiche e telematiche, sia per scegliere i software più adatti al proprio lavoro, sia per accedere al Servizio Telemaco di certificazione digitale. Le qualità personali più importanti per adempiere queste funzioni sono: la precisione, il rigore e la riservatezza. La padronanza delle lingue straniere, anzitutto l’inglese, ma non solo, deve essere approfondita e centrata sia sui termini tecnici, sia sulla capacità di redazione del documento di certificazione.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI[2]

Al Revisore del bilancio operante all’interno di una società si presenta un percorso di carriera abbastanza delineato: junior (un anno di esperienza), semi-senior (due anni di esperienza), senior (quattro anni di esperienza), manager (oltre quattro anni di esperienza). Raggiunto questo livello, i migliori professionisti possono essere assunti come Senior controller, Direttori amministrativi e finanziari o come Assistenti ai direttori generali nelle diverse categorie di società. Il livello successivo è diventare partner o socio, posizione che rappresenta il vertice della carriera, con possibilità di guadagno commisurate ai profitti dell’azienda.

In linea di massima il settore della Revisione offre diverse opportunità di collaborazione, nelle industrie, nelle banche, nelle assicurazioni e nella finanza. La domanda di Revisori di bilancio ha registrato negli ultimi anni un ritmo di crescita di circa il 10% annuo, data la tendenza sempre più diffusa, in società che hanno raggiunto un buon livello strutturale e organizzativo, di rivolgersi alle società di revisione, per dare credibilità e trasparenza ai bilanci aziendali.

[1] Fonte. www.isfol.it

[2] Fonte : www.isfol.it

L’investor Relator

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

L’investor relator[1] è una figura professionale che è andata delineandosi negli ultimi anni, incaricata da una Società quotata per la gestione dei rapporti con investitori e, più in generale, con la totalità degli intermediari. Rappresenta la Società presso la comunità finanziaria nazionale e internazionale, si propone di comunicare costantemente le sue scelte, strategie e i movimenti sul mercato.

L’Investor Relator può essere sia un soggetto interno che esterno alla Società, ma in ogni caso, prevalentemente in quelle quotate, partecipa attivamente nell’assunzione delle decisioni strategiche. Nelle Società di maggiori dimensioni esiste un vero e proprio Dipartimento delle relazioni con gli investitori (Investor Relation Department), punto di riferimento per tutti i soggetti che hanno rapporti con l’impresa, siano essi azionisti, fornitori, clienti, obbligazionisti, organi di controllo.

Gli Investor Relator sono riuniti nell’Associazione Italiana Investor Relations che si pone l'obiettivo di sviluppare le competenze dei suoi membri e di promuovere il loro delicato ruolo tra tutti gli attori del mercato finanziario e i vertici delle società quotate.

CONOSCENZE E COMPETENZE

L'Investor relator deve conoscere approfonditamente il contesto finanziario e il suo linguaggio, e monitorare costantemente l’evoluzione delle normative e delle disposizioni di Borsa Italiana e della Consob. Deve altresì essere dotato di capacità comunicative: gli incontri con analisti, con gestori di fondi e investitori istituzionali richiedono una spiccata versatilità e predisposizione ai rapporti interpersonali. E' necessario che chi ricopre questa funzione all'interno dell'azienda sia capace di parlare un linguaggio di volta in volta appropriato in funzione dell’interlocutore, mantenendo sempre una grande trasparenza nella comunicazione dei dati aziendali.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Nel nostro Paese la figura professionale dell'investor relator è sempre più richiesta nonostante la mancanza di una formazione specifica che prepari a rivestire queste posizioni, stante la poliedricità delle competenze richieste. Sono sempre più ricercati di conseguenza profili con una solida cultura finanziaria conciliata con capacità comunicative e relazionali

[1] Fonte : www.isfol.it

Consulente Aziendale

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale o ingegneria gestionale

Per “Consulenza Aziendale” si intende una libera professione esercitata individualmente, in gruppo o sotto forma di società e i cui clienti/committenti sono imprese/organizzazioni/enti (soggetti collettivi).

L’attività di consulenza può essere svolta in diversi ambiti:

consulenza contabile-fiscale: espressione che raggruppa le attività di tenuta della contabilità aziendale, nonché di gestione delle quotidiane scadenze e problematiche fiscali;

consulenza societaria: si configura nell’insieme di servizi con i quali si seguono le fasi di costituzione, modifica e scioglimento delle societàLa crescente complessità e vastità delle normative che regolano i vari settori del diritto rendono ormai indispensabile un costante collegamento con consulenti che siano in grado di fornire servizi altamente professionali e costantemente aggiornati, in modo da assistere la clientela in sede contrattuale e, all'occasione, di rappresentarla in sede giudiziale;

consulenza organizzativa: si occupa della progettazione e della revisione delle strutture organizzative e dei sistemi di gestione del personale in ottica di miglioramento continuo e adeguamento alle esigenze del mercato;

consulenza strategica: consiste nell’attività di definizione della strategia dell’azienda e dei suoi migliori strumenti di marketing, programmazione e controllo, ecc., che l’azienda può adottare;

consulenza in tema di analisi di bilancio: ha l’obiettivo di valutare l’efficienza economica, la struttura e la situazione finanziaria di un’azienda;

consulenza del lavoro: si occupa della gestione degli adempimenti burocratici e amministrativi relativi alla gestione del personale.

CONOSCENZE E COMPETENZE

A livello di contenuto, ogni consulente deve possedere le conoscenze tecniche relative al proprio settore di attività oltre che una conoscenza generale del funzionamento dell’organizzazione e delle nozioni base dell’economia aziendale.

I consulenti devono avere una capacità intuitiva particolarmente spiccata con una grande capacità di apprendimento e motivazione.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Il consulente normalmente svolge una significativa esperienza in azienda all’interno del proprio settore di interesse, per poi rendersi autonomo e lavorare da libero professionista intorno, mediamente, a 30-35 anni.

Si può accedere sin da neo-laureato alla professione di consulente, a vario titolo. Molte società, di fama internazionale, richiedono laureati con elevate competenze, flessibilità e propensione alla mobilità.

Dottore Commercialista

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale

Il Dottore commercialista è un esperto in materia amministrativo-contabile, fiscale / tributaria, societaria e giuridica in senso lato. Questa figura esercita la libera professione disciplinata dal D.P.R. n. 1067 del 27/10/1953 e successive modificazioni.

Agli iscritti nell'Albo dei dottori commercialisti la legge riconosce competenza specifica in economia aziendale e diritto d'impresa e nelle materie economiche, finanziarie. tributarie, societarie ed amministrative.

Si riportano a titolo di esempio alcune delle principali attività oggetto della professione di commercialista:

amministrazione e liquidazione di aziende e singoli beni;perizie e consulenze tecniche;ispezioni e revisioni amministrative;indagine e verifica sull’attendibilità di bilanci, conti e documenti contabili delle imprese;regolamenti e liquidazioni di avarie (in economia marittima);funzioni di sindaco e revisore di bilancio, o addetto al controllo dei conti in società commerciali.

Il commercialista è, insieme al notaio, una delle prime figure di riferimento alla quale l’imprenditore si rivolge per dare un assetto fiscalmente e giuridicamente corretto alla propria nuova attività.

CONOSCENZE E COMPETENZE[1]

Numerose e complesse sono le competenze del Dottore commercialista. Egli deve possedere una conoscenza costantemente aggiornata di tutta la materia fiscale, economico-giuridica e amministrativa, per essere in grado di gestire correttamente:

gli adempimenti fiscali e l’esame economico-giuridico delle gestioni patrimoniali;le pianificazioni budgetarie;le perizie per le liquidazioni societarie;la valutazione dei beni per la successione;gli adempimenti contributivi per il singolo lavoratore;le ispezioni e le verifiche amministrative;la consulenza sugli investimenti di piccoli risparmiatori.

Deve inoltre conoscere le nuove direttive comunitarie sul bilancio e le norme tributarie, fiscali e giuridiche dell’Unione Europea. Secondo tali direttive, infatti, la revisione dei conti e altre attività specifiche lo vedono direttamente coinvolto. Risulta estremamente utile per questa figura sia la conoscenza della lingua inglese, che la capacità d’uso dei programmi informatici, considerata la tendenza ad una maggiore uniformità delle procedure contabili a livello europeo ed internazionale

[2]

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Per accedere a questa professione é necessario il possesso di una laurea in Economia e Commercio o facoltà equipollenti previste dalla legge; la laurea non é però sufficiente ad abilitare alla professione, per la quale si richiede anche un tirocinio di tre anni presso un dottore commercialista iscritto all'Albo. Al termine dei tre anni si accede al concorso per l'iscrizione all'Albo e l'abilitazione alla professione.

Presso l’Università Cattaneo (LIUC) è attiva la scuola per praticanti dottori commercialisti, con durata biennale: i corsi offrono un importante aiuto per integrare l’esperienza pratica grazie ad approfondimenti di tematiche che, data la vastità della materia, non sempre possono essere visti – nella loro interezza - in ogni studio professionale. Il dottore commercialista è un libero professionista che può esercitare all’interno di un proprio studio professionale o, come sempre più frequentemente accade, in uno studio associato con altri esperti (avvocati, consulenti del lavoro, notai).

La richiesta di Dottori Commercialisti, sia come praticanti che come personale qualificato con alcuni anni di esperienza, è costante e con tendenze alla crescita, soprattutto nell’ottica di specializzazione di cui si è parlato[3].

[1] Fonte: www.isfol.it

[2] Fonte: www.isfol.it

[3] Fonte : www.cndc.it.

Il Buyer

FORMAZIONE

Laurea in economia aziendale e in ingegneria gestionale

Il Buyer è colui che, all’interno di un’azienda, si occupa di tutte le attività connesse all’approvvigionamento dei beni e dei servizi necessari allo svolgimento delle attività.

Il Buyer crea la rete di collegamento con i fornitori, per il reperimento delle materie prime, dei semilavorati o dei prodotti finiti, nel caso in cui operi all’interno della grande distribuzione.

Svolge una funzione strategica, assicurando la disponibilità dei materiali e dei prodotti richiesti dall’azienda ed occupandosi della programmazione degli acquisti. La negoziazione delle condizioni di acquisto dipende dalla sua capacità di individuare le offerte migliori: si tratta pertanto di un ruolo per il quale la gestione delle informazioni risulta fondamentale. Si muove sui mercati, anche internazionali, conoscendo perfettamente i fabbisogni aziendaliÈ una figura che associa conoscenze tecniche a creatività, individuando ciò che piace ai consumatori attraverso appropriate analisi di mercato. Predispone infine i contratti di fornitura e gli ordini di acquisto, accertandosi dei tempi di consegna.

CONOSCENZE E COMPETENZE

La conoscenza approfondita delle materie prime, dei relativi standard di qualità e del prodotto finito è indispensabile per la figura del buyer, che deve avere anche competenze in ambito amministrativo e gestionale oltre che in quello tecnico.

Il buyer deve possedere un’ottima conoscenza delle tecniche per le analisi di mercato, deve avere ottime capacità di redigere e gestire i budget di sua competenza e deve essere in grado di reperire le informazioni relative ai mercati di approvvigionamento. È anche un esperto di transazioni commerciali e sa predisporre i contratti.

Deve avere inoltre una grande capacità di negoziare le migliori condizioni di acquisto e per questo motivo deve mostrare una spiccata attitudine alla comunicazione ed alla trattativa. L’attività del Buyer si svolge spesso sui mercati esteri ed è quindi necessaria la conoscenza di una o più lingue straniere.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

Dopo un congruo numero di anni di esperienza, il buyer può aspirare a diventare direttore acquisti.

Il buyer, data la sua importanza strategica, è generalmente una figura professionale interna all’organizzazione. In funzione delle diverse dimensioni aziendali, quello del buyer è un ruolo che può essere ricoperto da manager reclutati sul mercato o direttamente all’interno dell’azienda.

Può lavorare all’interno di grandi magazzini e in questo caso si occupa dell’acquisto di prodotti finiti o anche nei buying office, società esterne specializzate che si occupano, per conto di catene di distribuzione o altre imprese, del reperimento di prodotti finiti o di materie prime.

Le figure manageriali come il buyer sono ricercate, soprattutto nel settore della grande distribuzione. Diversi studi inseriscono questa figura tra i profili più richiesti. La sua difficoltà di reperimento sul mercato del lavoro gli dà ottime possibilità d’inserimento professionale.

Il Project Manager

FORMAZIONE

Laurea in ingegneria gestionale o in economia aziendale

Figura professionale che organizza, pianifica, dirige, valuta e controlla un progetto. In linea generale, con la stessa espressione si indicano anche “coloro che intervengono attivamente alla messa a punto e realizzazione degli interventi per progetto”. Il project manager è un tecnico che si occupa della programmazione, dell’avvio e della successiva gestione di tutte le fasi di realizzazione di un progetto È un professionista che opera in contesti aziendali dove coordina uomini e mezzi per raggiungere obiettivi di grande rilevanza tecnica ed economica.

Il project manager non si occupa soltanto di ottimizzare le risorse, ma anche del rispetto dei tempi e dei costi di realizzazione, senza perdere di vista la qualità del prodotto finale.

I principali compiti di questa figura sono la pianificazione, l’organizzazione, la gestione e il controllo di un progetto. In primo luogo egli analizza le esigenze della committenza per poi definire la fattibilità e le varie fasi del project plan. È il project manager che, monitorando lo stato di realizzazione e avanzamento del progetto, si assume la responsabilità di prendere le decisioni più idonee al raggiungimento degli obiettivi stabiliti in origine.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il ruolo del project manager richiede ottime competenze organizzative ma non una profonda conoscenza dei dettagli tecnici del progetto di cui è responsabile; sono necessarie alla riuscita del progetto solo le competenze tecniche utili ad una organizzazione efficace delle risorse. La formazione del project manager richiede oltre che un’esperienza sul campo anche uno studio approfondito delle tecniche di project management, di problem solving, spiccate competenze di leadership, un ottima capacità di comunicazione.

Questa figura professionale è esperta di project management, problem solving, budgeting e marketing. A queste competenze in ambito gestionale vanno aggiunte specifiche conoscenze tecniche relative ai linguaggi di programmazione e agli ambienti di sviluppo integrati.

Per la costante esigenza di mantenersi informato, è indispensabile la comprensione della lingua inglese tecnica oltre ad una spiccata propensione all’aggiornamento.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI[1]

Il Project manager ricopre una posizione rilevante, dovendo coordinare un intero gruppo di lavoro impegnato nella realizzazione dei prodotti di un’azienda.

Le più recenti strategie aziendali, sempre più orientate ad un’organizzazione del lavoro in termini di “gestione per progetti ed obiettivi”, fanno del project manager una figura cardine nelle aziende. Egli diventa così il referente aziendale che acquista un’importanza strategica sempre maggiore per gestire e superare la frammentazione dei processi di lavoro, derivante dalla progressiva specializzazione delle diverse realtà produttive. Questa situazione generale fa sì che le sue attuali opportunità occupazionali siano buone e tenderanno a crescere nel prossimo futuro, soprattutto per le donne, che recentemente hanno visto aumentata la loro presenza in questa

posizione.

[1] Fonte: www.isfol.it

Il Reponsabile Sistemi Informativi

FORMAZIONE

Laurea in ingegneria gestionale o in economia aziendale

Il responsabile sistemi informativi in azienda è colui che gestisce la rete informativa dell’organizzazione.

Per ogni impresa operante in qualsivoglia settore di attività la disponibilità dei dati e il funzionamento degli strumenti sono indispensabili al fine di metterla in grado di gestire i propri processi decisionali, le previsioni e le stime. È altrettanto evidente come la gestione delle informazioni sia cruciale anche per tutte quelle organizzazioni istituzionali e governative che non si occupano di marketing, ma utilizzano i dati per le finalità più diverse: dall’anagrafe civile e tributaria alla gestione dei sistemi sanitari, ai casellari giudiziari.

Questa figura definisce le risorse di rete necessarie all’impresa ed interviene nel processo di progettazione informatica e nella realizzazione dell’architettura interna del network, ottimizzandone le potenzialità e le performance. Si occupa inoltre del monitoraggio della rete, programmandone la manutenzione ordinaria.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il responsabile sistemi informativi deve avere abilità manageriali, conoscenza dei sistemi informativi e competenza sulle norme per il trattamento e la tutela di dati riservati.

E’ un professionista che deve essere esperto di architetture client-server (in cui i computer clients richiedono servizi forniti dal computer server) e che deve conoscere i principali protocolli di rete. Deve inoltre saper analizzare i requisiti delle applicazioni, trasformare e modellare i dati, estraendoli dai database sorgente che contiene i dati grezzi e deve conoscere le applicazioni di front end che sono utilizzate per accedere alle informazioni.

Egli deve inoltre possedere intuizione e flessibilità per ben comprendere le esigenze dell’utenza e deve avere capacità di dialogo con persone non competenti sotto il profilo tecnico. È fondamentale la conoscenza della lingua inglese tecnica.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI[1]

La carriera di questa figura normalmente inizia con la copertura del ruolo di sistemista o gestore di rete in un’azienda di medie dimensioni, che offre supporto ai sistemi informatici. Solo successivamente, dopo aver acquisito l’esperienza necessaria, può arrivare a ricoprire il ruolo di responsabile dei sistemi informativi.

Se si considera quanto sia importante e al tempo stesso indispensabile per un’azienda basare la comunicazione sia interna che esterna sui sistemi informativi, si può comprendere quanto questa sia una figura che lavori a livelli di responsabilità medio-alti.

Negli ultimi anni il settore dell’ICT ha conosciuto un’intensa e consistente espansione. In una situazione di mercato che ha ampliato in modo considerevole le funzionalità delle strumentazioni informatiche e delle reti, consentendo di erogare migliori servizi, è legittimo supporre che anche le opportunità di lavoro aumentino in

proporzione, determinando una maggiore richiesta di questa figura professionale.

[1] Fonte : www.isfol.it

Il Consulente Del Lavoro

FORMAZIONE[1]

Laurea in giurisprudenza o in economia aziendale

Il Consulente del lavoro svolge una serie di attività relative alla gestione del personale, in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale, soprattutto per conto di imprese di dimensioni medio-piccole. Questa figura professionale può esercitare soltanto se iscritta nell’apposito Albo dei Consulenti del lavoro.

Al Consulente del lavoro spettano i seguenti compiti:

gestione delle pratiche connesse alla creazione, definizione ed evoluzione di un rapporto di lavoro;gestione delle pratiche connesse alla creazione, definizione ed evoluzione di un rapporto di lavoro;tenuta delle procedure contabili, economiche, giuridiche, assicurative, previdenziali e sociali che un rapporto di lavoro comporta;informazione sugli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori;studio e gestione dei criteri e delle modalità di retribuzione;tenuta del libro paga e dei prospetti paga, calcolo dei contributi Inps, Inail e delle altre casse di previdenza, redazione dei modelli Cud, ecc.;soluzione delle controversie di lavoro.

Un’altra delle sue funzioni prevede che egli fornisca, in modo chiaro e preciso, tutte le indicazioni in materia d’igiene e prevenzione negli ambienti di lavoro.

CONOSCENZE E COMPETENZE

Il Consulente del lavoro deve sia essere in grado di interpretare le norme retributive, fiscali, previdenziali e assistenziali, relative al rapporto di lavoro, che saper applicare gli adempimenti previsti per legge, fornendo informazioni ai clienti. Egli può essere inoltre chiamato ad occuparsi di selezione del personale, pertanto le sue competenze devono riguardare anche l’analisi delle esigenze organizzative e la conduzione delle prove di selezione. Il Consulente del lavoro conosce e si tiene aggiornato sui diversi software dedicati all’amministrazione del personale. Tra le sue competenze “trasversali” sono molto importanti la comunicazione interpersonale, la capacità di analisi, l’orientamento al cliente e il problem solving.

CARRIERA E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

È possibile che da “posizione interna” all’area della gestione delle risorse umane, l’aspirante professionista possa avviare un’attività libera come Consulente del lavoro.

Si può ritenere che i servizi offerti dal Consulente del lavoro continueranno a rimanere essenziali, in particolare, per il sistema delle piccole e medie imprese, che caratterizza la struttura produttiva italiana. La richiesta di questa figura rimarrà pertanto sostanzialmente costante e non si esclude nel breve periodo un leggero incremento. Malgrado negli ultimi anni la crescita del numero dei Consulenti del lavoro regolarmente iscritti all’Albo sia dovuta proprio alle donne, questa figura si caratterizza a tutt’oggi per una netta prevalenza maschile

[1] Fonte www.isfol.it