I NEURONI CHE DICONO «NO». · 2019-02-04 · NEURONI SPECCHIO L’indaginesulla negazione...
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I NEURONI CHE DICONO «NO». NEUROSCIENZE E LIBERO ARBITRIO. Dr.ssa SARA PALERMO
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I NEURONI CHE DICONO «NO».NEUROSCIENZE E LIBERO ARBITRIO.
Dr.ssa SARA PALERMO
«NO» & LINGUAGGIO
• Avverbio con valore contrario al sì: Sei stato alla posta? No, ci vado domani.
• Avverbio negativo olofrastico, equivalente cioè a una frase intera, spesso rafforzato da un altro avverbio: no certamente, proprio no, no davvero.
• Come anticipazione di una prop. negativa con funzione di rafforzamento più o meno enfatico: no, non dirmi niente!; ma no, non si tratta di questo!
«NO» & LINGUAGGIO
• Come contrapposizione negativa ad una frase affermativa (che può essere anche sostituita dalla parola olofrastica sì): sei d’accordo o no?; e, per esprimere impazienza: volete finirla, sì o no?
• In funzione attributiva, con riferimento a momenti o occasioni negative, in cui le cose vanno male, di traverso, in cui non si è in forma, e sim.: per me, è stata una giornata no.
• In locuz. particolari: anzichenò
«NO» & FILOSOFIA
NO come NULLA e NON-ESSERE?
• Se il nulla è contraddizione dell’essere, che relazione c’è tra la negazione e il niente?
• Il non-essere è solo espressione linguistica, e dunque mero parlare, di ciò che non è?
LA NEGAZIONE TRA LOGICA E PSICOLOGIA
Non esistono fatti negativi percepibili a livello sensoriale, maesistono solo fatti: la negazione, pertanto, non è nel mondo, bensìappartiene alla rappresentazione linguistica del mondo.
Moro. I confini di Babele, Longanesi, Milano 2006
Gli enunciati negativi inibiscono parzialmente i circuiti motori attivatinel cervello per interpretare frasi riguardanti azioni (affermative enegative, come per esempio “afferro il coltello” e “non afferro ilcoltello”).
La negazione influisce sui centri del controllo motorio e nonviceversa.
Tettamanti, Cortex 2009
LA NEGAZIONE TRA LOGICA E PSICOLOGIA
«La negazione non è l’“ombra” proiettata sul cervello di nessunevento fisico, semmai è il cervello che proietta ombre sul mondo».
Moro. I confini di Babele, Longanesi, Milano 2006
Moro ci fa notare come:
«la negazione non appartenga ad altri codici di comunicazioneanimale: certo un animale può opporre un rifiuto, e in questo sensocostruire una forma di negazione, oppure può riconoscere che undato evento non si verifica e comportarsi di conseguenza, ma èl’aspetto formale della negazione che manca […]».
Moro. I confini di Babele, Longanesi, Milano 2006
I BAMBINI E LA FASE DEL «NO»
È in media nell'età tra i due e i quattro anni che i bambini iniziano aripetere in modo costante (ed esasperante) una serie di NO allerichieste dei genitori.
La risposta NO segue quasi tutte le richieste fatte dai genitori.
“No, no e no!” = Fase oppositiva, crisi di opposizione
Invece:
Il NO è la prima parola che i bambini usano per delimitare i propri confini relazionali,
come se stessero costruendo la propria pelle psicologica.
I BAMBINI E LA FASE DEL «NO»
Significato psicologico e relazionale dei «NO»
L'avvenuta capacità di dire NO un punto di svolta importante nelprocesso di sviluppo psichico del bambino, perché sanciscel'avvenuta consapevolezza della distinzione tra il sé e gli altri.
Non a caso, i bambini iniziano ad usare il pronome "IO" proprio inquesto periodo.
Il bambino impara ad opporre la propria volontà a quella degli adultiper lui significativi, che per lui rappresenta una prima forma diautonomia: dire NO per il bambino significa poter dire "sono diversoda te e posso avere pensieri e volontà diversi dai tuoi".
In ottica relazionale, dire di NO non significa «non voglio dire/fare quella cosa», ma «VOGLIO DECIDERE PER ME»
I BAMBINI E LA FASE DEL «NO»
Età dei “No, no e no!”
• definizione della relazione
Ovvero
"Chi Sei Tu Per Me, Chi Sono Io Per Te"
I BAMBINI E LA FASE DEL «NO»
IL VISCONTE DIMEZZATO
Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane
Italo Calvino
«NO» & PSICOLOGIA
AFFERMAZIONE ONTOLOGICA? «NO»
Confini dell’io : «Io sono Io perché non sono …»
NEGAZIONE ONTOLOGICA? «Preferirei di no»
Dà voce allo stato di potenzialità (potenza e impotenza) in cui ogni parlante si trova un attimo prima di rispondere alle richieste, alle domande che il mondo gli pone.
ESSERE UMANO, «NO» E NEGAZIONE
Proprio in quella caratteristica facoltà di parlare che distingue l'uomodall'animale si annida una minima scheggia fonetica che è alcontempo anche un formidabile operatore logico. Questa molecolalinguistica è il “NO”.
L'uomo non solo è l'unica specie vivente in grado di parlare ma –proprio per questo – anche in grado di dire “NO”, ovvero di negarequalsiasi cosa, di volgere qualsiasi frase affermativa in una negativa.
Ad esempio, di traslare la frase e il pensiero “Questo è un uomo” in“Questo NON è un uomo”, e dunque di ritenere legittimo ucciderlo,fargli del male, sfruttarlo, proprio come si fa con gli animali che sonoNON-UOMINI.
«NO» & COMUNICAZIONE
• L’uomo che padroneggia i suoi strumenti linguistici, ormaiconsapevole delle potenzialità del ‘non’ e del no, può brandirlo inqualsiasi momento e a prescindere da particolari condizioni.
Moro. I confini di Babele, Longanesi, Milano 2006
• Il supposto fondamento cooperativo del linguaggio è reso instabilee delicato dal connettivo sintattico ‘non’, e perciò proprio dallinguaggio che, mentre affina il senso di collaborazione sociale,allo stesso tempo può comprometterne la compattezza.
Tomasello. Le origini della comunicazione umana. Cortina, Milano 2009
«NO», NEGAZIONE & NEURONI SPECCHIO
L’indagine sulla negazione linguisticaè una indagine antropologica.
Il presupposto neurofisiologico checonsente di riconoscere le tonalitàemotive di un conspecifico, nonchéd’inferire lo scopo a cui mirano lesue azioni, sono i neuroni specchio.
Essi costituiscono il fondamentobiologico della socialità della mente.
Questo co-sentire automatico eirriflesso è chiamato «simulazioneincarnata».
«NO», NEGAZIONE & NEURONI SPECCHIO
La socialità di base, attivata daineuroni specchio viene lacerataprofondamente dalla negazionelogico-linguistica, insita nella facoltàdi parlare umana.
Eppure, proprio il linguaggiopossiede l'antidoto a questasbrecciatura e, anzi, tutte le relazionisociali non sono altro che unalaboriosa e conflittuale tessituracontinua per ricucire lo strappoantropologico d'origine.
Virno. Forme di vita, 2004
NEURONI SPECCHIO &
SOCIALITÀ
NEURONI SPECCHIO & SOCIALITÀ
«NO», COMUNICAZIONE & NEUROSCIENZE
Lo compriamo ? Che dici?
Stai prendendo una decisione in famiglia, tutto sta andando benissimo, la conversazione e l’empatia generata è ai massimi livelli.
In casa avete molti punti ed idee comuni, non potresti essere in una situazione migliore.
Rilanci, fai la tua proposta. E la risposta ti sorprende: “no grazie, non mi interessa”.
“no grazie, non mi interessa”
Ovvero …. “No, no, no e no!”
«NO», COMUNICAZIONE & NEUROSCIENZE
Come reagisce il cervello umano ad una proposta?
Istinto, emozione e logica
Teoria dei tre cervelli Paul MacLean (1973)
Il nostro cervello è costituito da trecomponenti distinte, ognuna dellequali rappresenta un momento evolutivoben preciso della specie umana.
Un po’ come succede in un sitoarcheologico o con gli strati geologici dellemontagne, anche il nostro cervellosarebbe il risultato finale di tre sedimentistratificatisi durante l’evoluzione.
TEORIA DEI TRE CERVELLI
TEORIA DEI TRE CERVELLI
La neocorteccia è esclusiva delcervello dei primati ed è sede ditutte le funzioni cognitivee razionali.
Il sistema limbico corrispondenella scala evolutiva al cervello deimammiferi, specie di quelli piùantichi ed è coinvoltonell’elaborazione delle emozioni.
Il cervello rettiliano è sededegli istinti primari e di funzionivitali come per esempio ilcontrollo del ritmo cardiaco erespiratorio.
«NO», NEUROSCIENZE & PERSUASIONE
IL CERVELLO RETTILIANO
• È quello più antico, sede del riconoscimento dell’autorevolezza (ethos) e risponde alla domanda:
Mi posso fidare?
• È il centro della produzione della serotonina che è l’ormone del benessere ed è particolarmente sensibile a tutti i concetti che un uomo preistorico potrebbe cogliere: metafore, emozioni, sopravvivenza (convenienza ai giorni nostri)
«NO», NEUROSCIENZE & PERSUASIONE
IL SISTEMA LIMBICO
• È lo smistatore di informazioni e del coinvolgimento (pathos), il semaforo delle scelte, e risponde alla domanda:
Sono interessato a ciò che sento/vedo/percepisco?
• Produce l’ossitocina che è l’ormone della predisposizione al rischio, all’intraprendenza. Quando decidete di procedere in un certo verso, vuol dire che il vostro cervello limbico ha accettato la vostra “danza”.
«NO», NEUROSCIENZE & PERSUASIONE
LA NEOCORTECCIA
• È la sede della logica (logos) e risponde alla domanda:
Quello che sento, mi sembra ragionevole?
• Produce la dopamina, ormone della ricompensa, che è quello che spinge chiunque a procedere in un verso o nell’altro. A stabilire la scelta, e prenderla, comunicarla.
IL PERCORSO DELLE SCELTE
Cervello Rettiliano
WOW!
È un’occasione da non perdere!
Sistema Limbico
Ho la sensazione che questa offerta
sia vantaggiosa
Ho la sensazione che questo
prodotto ci sarà utile
Neocorteccia
Con i soldi risparmiati però
potrei …
A pensarci bene …
uhmmm …
IL PERCORSO DELLE SCELTE
Cervello rettiliano Neocorteccia
impulso all’acquisto
Cervello rettiliano Sistema limbico Neocorteccia
ragionamento sulla convenienza d’acquisto
IL PERCORSO DELLE SCELTE
Quando una decisione immediata contraddice l’interesse nel suo più ampio significato, la persona a cui stai parlando rifiuterà qualsiasi cosa tu le proponga.
Che sia la scelta di un film al cinema, del locale dove cenare, o del tuo prodotto.
«NO» OVVERO LIBERO ARBITRIO?
«Muoviti!» «Si!» «No!»
Il neuroscienziato Ben Libet, nel 1985 ha scansionato il cervello di alcune persone a cui ha chiesto di spostare il loro braccio.
L’attività cerebrale aumentava ancora prima che i partecipanti fossero a conoscenza della loro decisione di spostare il loro braccio.
Libet ha interpretato questo risultato nel senso che il cervello aveva in qualche modo “deciso” di fare quel movimento, e le persone che presero questa decisione, decisero solo quando il movimento era già avvenuto.
Molti neuroscienziati hanno usato i risultati di Libet come prova che il comportamento umano è controllato dalla neurobiologia, e che il libero arbitrio non esiste.
«NO» OVVERO LIBERO ARBITRIO?
NEUROSCIENZE E LIBERO ARBITRIO
L'esperienza di compiere intenzionalmente un'azione spesso non è altro che l'inferenza causale post hoc del fatto che i nostri pensieri abbiano causato alcuni comportamenti.
La sensazione in sé, tuttavia, non ha alcun ruolo causale nella produzione di quel comportamento. Questo a volte può indurci a pensare di aver fatto una scelta quando in realtà non l'abbiamo fatta, o di aver fatto una scelta. diversa da quella che abbiamo fatto in realtà.
Wegner & Wheatley, American Psychologist, 1999
NEUROSCIENZE E LIBERO ARBITRIO
Nel preciso momento in cui sperimentiamo una scelta, la nostra mente sta riscrivendo la storia, inducendoci a pensare che questa scelta - che è stata effettivamente completata dopo che le sue conseguenze sono state percepite inconsciamente -sia stata una scelta che avevamo fatto fin dall'inizio.
Bear & Bloom, 2016
NEUROSCIENZE E LIBERO ARBITRIO
Le illusioni "postdittive" sono spiegate notando che c'è un ritardo nel tempo impiegato dalle informazioni per raggiungere la consapevolezza cosciente.
La coscienza può "prevedere" eventi futuri che non sono ancora entrati nella nostra coscienza, ma che inconsciamente sono stati già codificati, creando così l'illusione che un evento futuro alteri un'esperienza passata.
Bear & Bloom, 2016
NEUROSCIENZE E LIBERO ARBITRIO
L'illusione riguarda solo a un piccolo insieme delle nostre scelte, fatte in fretta e senza pensarci su troppo? O può essere pervasiva e onnipresente, così da governare tutti gli aspetti del nostro comportamento, dalla nostre decisioni più insignificanti a quelle più importanti?
Molto probabilmente, la verità sta nel mezzo.
Libero arbitrio, capacità giuridica e capacità di agire
