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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE EMME14 - EDIZIONE GRATUITA GIUGNO 2009 ANNO I - NUMERO 7 “Oggi l’erba-voglio cresce come il fieno nel portafoglio pieno” Marcello Marchesi di Roberto Rubino Il Punto www.webalice.it/meridiano14 EDITORIALE ATTUALITA’ INCHIESTA PAG.2 PAG.3 PAG.4 PAG.5 A TTUALITA’ Intervista al vicesindaco Paolo Sandalo PAG. 8 Twirling: Palazzolo a Lignano Sabbia D’oro Torneo di Calcetto AVIS Cambiare pagina Intervista a Fabio Messina Intervista ad Aurelio Caliri........................di Sebastiano Infantino La crisi percepita sul territorio Cultura e Incontri tra Milano e Sicilia I giovani iblei fra speranze ed incertezze di Sebastiano Infantino di Luca Bongiovanni di Maurizio Aiello di Serena Guglielmino PAG. 6-7 Photogallery..........................................di Giulio Cordischi Saperi & Sapori.........................................di Luca Russo A proposito di fuochi pirotecnici...........................di Luca Bongiovanni La nobile arte della pirotecnia.........................................di Virgilio Nitto Lounge bar: Mojito.................... di Sebastiano Infantino Le città sul Meridiano................di Luca Bongiovanni Giro turistico Mare-Monti 300.000 € per il plesso D’Albergo URIOSITA’ & ULTURA C C S PORT I NUMERI DELLA CRISI PAG. 3 PAG. 4 ATTUALITA’ EMIGRAZI ONE GIOVANILE INCHIESTA di Luca Bongiovanni di Gianpaolo Miceli Era inevitabile, prima o poi, affrontare la crisi con testimo- nianze reali, raccontate in questo numero di M14. Fatti, questi, accompagnati da numeri. Le statistiche da poco pubblicate dall’istituto di ricerca “Tagliacarne” offrono un quadro più scuro che chiaro. A partire dalla qualità dei servizi offerti, che da Siracusa in poi è inferiore rispetto alla media nazionale e regionale. Un quadro che stride, se visto in relazione alla dote archeologica della provincia: il capoluogo compare ben cinque volte coi suoi musei ar- cheologici, Palazzolo due, Noto altrettanto, poi Lentini.

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La crisi percepita sul territorio PAG.4 S PORT Marcello Marchesi Intervista al vicesindaco Paolo Sandalo “Oggi l’erba-voglio cresce come il fieno nel portafoglio pieno” PAG.5 PAG. 6-7 A TTUALITA’ PAG. 8 Twirling: Palazzolo a Lignano Sabbia D’oro Torneo di Calcetto AVIS GIUGNO 2009 ANNO I - NUMERO 7 URIOSITA’ & ULTURA www.webalice.it/meridiano14 MENSILE DELL’aSSocIazIoNE EMME14 - EDIZIONE GRATUITA Giro turistico Mare-Monti 300.000 € per il plesso D’Albergo

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MENSILE DELL’aSSocIazIoNE EMME14 - EDIZIONE GRATUITA

GIUGNO 2009ANNO I - NUMERO 7

“Oggi l’erba-voglio cresce come il fieno nel portafoglio pieno”

Marcello Marchesi

di Roberto RubinoIl Punto

www.

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ano1

4

EDITORIALE ATTUALITA’

INCHIESTA

PAG.2 PAG.3

PAG.4

PAG.5ATTUALITA’Intervista al vicesindaco Paolo Sandalo

PAG. 8Twirling: Palazzolo a Lignano Sabbia D’oro

Torneo di Calcetto AVIS

Cambiare pagina Intervista a Fabio Messina

Intervista ad Aurelio Caliri........................di Sebastiano Infantino

La crisi percepita sul territorio

Cultura e Incontri tra Milano e Sicilia

I giovani iblei fra speranze ed incertezze

di Sebastiano Infantino

di Luca Bongiovanni

di Maurizio Aiello

di Serena Guglielmino

PAG. 6-7

Photogallery..........................................di Giulio Cordischi

Saperi & Sapori.........................................di Luca Russo

A proposito di fuochi pirotecnici...........................di Luca Bongiovanni

La nobile arte della pirotecnia.........................................di Virgilio Nitto

Lounge bar: Mojito.................... di Sebastiano Infantino

Le città sul Meridiano................di Luca Bongiovanni

Giro turistico Mare-Monti

300.000 € per il plesso D’Albergo

URIOSITA’ & ULTURAC C

SPORT

I NUMERIDELLA CRISI

PAG. 3PAG. 4

ATTUALITA’

EMIGRAZIONEGIOVANILE

INCHIESTA di Luca Bongiovanni

di Gianpaolo Miceli

Era inevitabile, prima o poi, affrontare la crisi con testimo-nianze reali, raccontate in questo numero di M14. Fatti, questi, accompagnati da numeri. Le statistiche da poco pubblicate dall’istituto di ricerca “Tagliacarne” offrono un quadro più scuro che chiaro. A partire dalla qualità dei servizi offerti, che da Siracusa in poi è inferiore rispetto alla media nazionale e regionale. Un quadro che stride, se visto in relazione alla dote archeologica della provincia: il capoluogo compare ben cinque volte coi suoi musei ar-cheologici, Palazzolo due, Noto altrettanto, poi Lentini.

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REDAZIONELA

MER

IDIA

NO14 PROPRIETARIO ED EDITORE

Associazione “Meridiano 14”.PRESIDENTE Luca BongiovanniVICE-PRESIDENTESalvatore GuglielminoDIRETTORE RESPONSABILERoberto RubinoSEDE LEGALE – DIREZIONE E REDAZIONEvia Milano 2 - 96010 Palazzolo Acreide (SR)

STAMPATORITipolitografia Geny S.n.c., via Canale 75, 96010 Canicattini Bagni (SR)

Per Pubblicità contattare lo 0931881893/3337236336 email: [email protected]

Registrazione Tribunale di Siracusa n. 15 del 05-12-2008Numero chiuso in tipografia il 26/06/2009Gli articoli originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono

UFFICIO STAMPAe-mail: [email protected] Serena GuglielminoPROGETTO GRAFICOGiulio Cordischi, Salvo Guglielmino, Marco PalazzoloGRAFICA E IMPAGINAZIONEGiulio CordischiFOTOGRAFIAGiulio Cordischi, Sebastiano Infantino

Troviamo qui una ricchezza culturale incredibile alla quale non corrisponde un’analoga capacità di capitale umano, intesa nel senso di numero di lau-reati o persone specializzate in materie in grado di far decollare questo immane capitale di risorse storiche. Palazzolo paga le variazioni del quadro storico già a partire dal secolo scorso. Secondo il Candurra, agli inizi del ‘900 c’è sviluppo proprio in questo meridiano. Allora la vallata era il capolinea delle comunicazioni marittime fra Italia e colonie libiche. “E per lo sviluppo del porto aretuseo giocò un ruolo importante la costruzione della ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini”. Oggi ridotta a un sen-tiero fitto di sterpaglie. Nelle speranze dei costrut-tori essa avrebbe dovuto incanalare verso la città e nel ragusano i prodotti agricoli della Val d’Ana-po per esportarli via mare. Tempi andati. Come il fenomeno della industrializzazione degli anni ‘60, quando Palazzolo venne solo marginalmente toccata dagli alti incrementi di reddito individuale. Adesso la crisi, cui spesso abbiamo accennato, fa venire allo scoperto le persone, critiche verso la burocrazia ed il sistema bancario, sempre più arroccato. L’accesso al credito è difficile, non si possono concretizzare le idee dei nostri giova-ni. Chi ha il coraggio del fare s’infrange contro il muro di gomma della burocrazia, la negazione del credito. E la fiducia crolla. In tutti i campi, se si pensa che alle ultime elezioni politiche europee ha vinto oltre il 51 per cento della gente che, si-lenziosamente, è rimasta a casa, priva di speran-ze. Nel nostro microcosmo sono in declino anche le politiche agricole: la zootecnia è in affanno col prezzo del grano fermo a 14 centesimi e il latte

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...da un’idea di Cettina Angelico, Luca Bongiovanni,Giulio Cordischi, Ivana Ferla, Antonello Giliberto, Salvo Guglielmino, Serena Guglielmino, Sebastiano Infantino, Luca Russo

WORKCAMP 2009I campi internazionali hanno alla base un’idea di solidarietà e di cooperazione internazionale: attraverso un’attività concreta e l’incontro di giovani di tutto il mondo, i campi permettono di vivere, nella quotidianità di una esperienza concreta, i valori del dialogo, della convivenza, della pace. Il campo di lavoro è, in pratica, un’esperienza di volontariato di breve periodo in cui ven-gono realizzate attività per sostenere servizi sociali e comunitari, progetti culturali, ambientali e di solidarietà.La Consulta per le Politiche Giovanili ha organizzato un campo di volontariato internazionale in collaborazione con l’associazione Lunaria (www.lunaria.org) che avrà come obiettivo quello di ripu-lire e recuperare la zona della Panoramica denominata del “Tiro a piattello”. L’area, di grande valore paesaggistico e archeologi-co, versa da qualche tempo in uno stato di quasi abbandono ed è stata oggetto di numerosi atti vandalici che hanno seriamente danneggiato le panche in pietra esistenti, senza contare i nume-rosi rifiuti lasciati dai suoi frequentatori.Così, dal 1 al 14 Agosto, un gruppo di quindici volontari prove-nienti da ogni parte del mondo, coordinati dai giovani della Con-sulta, lavoreranno per riportare questo sito alla bellezza origina-ria. Al progetto parteciperanno anche sei volontari in servizio civile presso il Comune.L’apporto maggiore a questa iniziativa è offerto dall’Azienda De-maniale Foreste della Regione Sicilia. Gli operatori della foresta-le, infatti, provvederanno a recintare la zona con una palizzata in legno e ad attrezzarla di panchine, tavoli e cestini, tutto rigo-rosamente in legno, così da renderla maggiormente fruibile dai

visitatori e dai sempre più numerosi amanti di aereomodellismo che da tempo utilizzano l’area per le loro acrobazie aeree.“L’attività”, spiega il Presidente della Consulta, “oltre a realizzare l’obiettivo concreto del recupero ambientale, ha un forte valore formativo ed educativo alla socialità, alla cooperazione, alla re-sponsabilità comune in uno spirito di solidarietà e impegno civile e dimostra l’importanza del volontariato nel migliorare le condi-zioni di vita. Naturalmente non mancheranno i momenti di relax e di incontro, per questo abbiamo previsto eventi ricreativi ed escursioni nella nostra provincia.”La Consulta, inoltre, ha incentivato la partecipazione di giovani palazzolesi a campi di lavoro organizzati all’estero e promossi dall’associazione Lunaria, tramite l’istituzione di un fondo grazie al quale verranno rimborsate loro le spese di iscrizione ai campi. Quest’anno è stato possibile rimborsare quattro partecipanti, ma si spera di raddoppiarne il numero per il prossimo anno.Del resto i campi sono un occasione per incontrare giovani di altri paesi e scoprire così la ricchezza e il fascino delle altre culture, avvicinarsi al mondo del volontariato, fare qualcosa di concreto e di immediatamente utile per costruire un mondo mi-gliore, trascorrere una vacanza “diversa” e autorganizzata (molto economica), migliorare la conoscenza della lingua inglese e, infi-ne, per arricchire il proprio curriculum personale partecipando ad un’esperienza il cui valore formativo è ormai formalmente ricono-sciuto dalle istituzioni scolastiche e dai datori di lavoro.

fonte: Lunaria

attestato ad una quotazione ridicola, che non può far sopravvivere alcuno, se non le grandi industrie di trasformazione. Non resta che tentare, ancora una volta, di guardare avanti: dicendo “no” a facili ottimismi, ma anche a irresistibili voglie di abbandonare il territorio, di rinchiudersi in se stessi. Il futuro è nelle mani dei giova-ni e nella esperienza dei più anziani. I due aspetti sono complementari. Ma occorre un salto culturale forte, che ci faccia uscire dal quel tunnel mentale che ancora ci porta a credere che qualcuno sia in grado di risol-

vere un problema al posto nostro. Serve mantenere, quindi il coraggio di fare. Ma soprattutto investire in “opinione”. Leggere, strutturarsi, non adagiarsi solo su quanto viene offerto dai media. Uscire dall’angolo della omologazione. E’ di destra o di sini-stra questa riflessione? Non è né l’uno né l’altro. E’ la vita che ci deve spingere a un miglioramento interiore, da usare per apri-re le porte di un rinnovamento economico, civile e morale.

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Occorreranno ancora dei mesi per fare il punto su quanto ci riserva il post-crisi. La Provincia di Sira-

cusa è una realtà bizzarra, una realtà in cui l’industria, nonostante le sue tante difficoltà, continua a “galleg-giare”. Nel 2008 il PIL è a + 2,7 per cento contro il 2,8 di Ragusa. Resta il fatto che Siracusa è un territorio al di sotto della media europea e la dotazione patri-moniale delle famiglie colloca il territorio nella fascia più bassa. Occorre sempre confrontarsi con le realtà continentali, rispetto alle quali siamo ben al di sotto dei parametri. Nel 2008, a differenza di altre province italiane, quella di Siracusa ha “tenuto” nel rapporto tra nuove imprese iscritte alle Camere di Commercio e quelle cessate con un saldo positivo di 52 aziende. Questo trend, pur-troppo, si complica nel primo trimestre del 2009 che registra in soli tre mesi una netta inversione di tenden-za segnando un saldo negativo di –48 aziende tra le nuove iscritte e le cessate. Ne risente in larga parte il comparto della produzione, l’edilizia, il commercio e la ristorazione. Vanno bene i servizi ma crolla totalmen-te l’agricoltura con un saldo negativo di -131 imprese agricole nel territorio. Questo ultimo dato deve farci riflettere. Una parte non indifferente di queste imprese sono relative al territorio montano e rappresenta in maniera evidente lo stato di sofferenza dell’imprenditoria locale. Sono cifre sfavo-revoli che dimostrano una condizione già resa difficile dalla diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e dalla conseguente crisi del mercato locale.Altro limite rimane la «competitività». Le nostre sono piccole im-prese, scarsamente competitive, dovrebbero imparare

LA CRISI ECONOMICA PERCEPITA SUL TERRITORIO: intervista a Fabio Messina

II Giro Cicloturistico “Maremonti”(Palazzolo Acreide - Scoglitti e ritorno) 6/7 giugno 2009

PAG.3I NUMERI DELLA CRISIATTUALITA’

Quando hai cominciato ad avvertire la crisi sul territorio?C’era già crisi da tempo, a causa dei noti motivi che si percepiscono già da circa 5-10 anni: sempre meno artigiani, sempre meno lavoratori creativi. Alla scomparsa di queste figure e delle piccole imprese si aggiungeva comunque la difficoltà di accesso al credito, che è stata sempre presente e latente.Ma il “punto di rottura” l’ho avvertito a Natale 2008. Quel mese capii che qualcosa era cambiato real-mente.Hai avuto qualche sensazione o riscon-tro in particolare?Mi sono accorto che la gente aveva cominciato ad avere paura. Paura di esporsi economicamente e di non farcela più a pagare e portare avanti l’attività. Mi dicevano di non sapere come sarebbero andate le cose in futuro e che si limitavano solo a comprare

l’essenziale. E per me tutto ciò si tramutava in un mi-nor numero di ordini e per importi più bassi.Una volta mi sono recato presso una ditta di lavorazio-ne metalli. Li ho trovati che pulivano e mettevano or-dine il magazzino: mi dissero che prima non avevano avuto mai tempo. Ho avvertito quel momento di pulizia come una voglia di ricominciare con consapevolezza, consapevolezza di gestire in modo più ponderato l’at-tività.In che senso?Non fare più scorte di magazzino ad esempio, navi-gare a vista insomma. D’altronde stiamo parlando di realtà che hanno grosse difficoltà anche per ottenere una semplice ed esigua scopertura sul conto corrente. E così ritorniamo al problema delle banche.Ci sono segni di ripresa?C’è qualche piccolo segno di ripresa perché sta ve-nendo meno la paura. La gente ha cambiato modo

di vedere le cose: ormai ha cominciato a parlare in termini di reddito e non di fatturato. Si va alla ricerca di lavori e commesse che generino maggiore reddito. In più molta gente si sta adattando a trovare soluzio-ni alternative.E’ normale che sia così.Come vedi il futuro?Si deve cambiare mentalità per poter andare avanti e superare la crisi. Si deve passare dal concetto di “consumo” a quello di “uso” di beni e servizi. Per quanto mi riguarda, se prima facevo arrivare un prodotto dal nord-Italia (banalmente rotoli di carta ad esempio) pagando una cifra importante solo per il trasporto, oggi, in tempi di crisi, cerco di favorire la produzione locale del prodotto (basta internet e si trova tutto) risparmiando spese inutili e proponendo il prodotto a prezzo più vantaggioso all’acquirente.

Luca Bongiovanni

a “fare rete” per ovviare alla differenza dimensionale che le penalizza. Spingere verso l’aggregazione è un fattore non più rinviabile per le imprese.Guardo con apprensione alla crisi in corso. La ricadu-ta sull’economia reale è ormai evidente e per questo motivo occorre individuare dei rimedi per alleggerire il peso della crisi alle Piccole e Medie imprese, motore e volano dell’economia del nostro territorio e artefici della vera produzione di ricchezza in provincia. A far da cornice a questa situazione di disagio si pone poi l’estrema difficoltà nell’accesso al credito delle aziende. È sotto gli occhi di tutti una drastica ridu-zione del credito in favore delle imprese. Gli istituti di credito sono restii a finanziare operazioni di ristruttu-razione finanziaria che rappresentano la stragrande maggioranza delle richieste (per ovvi motivi). È chiaro che diventa improrogabile l’attivazione di misure ur-genti per dare liquidità alle imprese, per garantirne la

sopravvivenza in un momento così delicato.E’ ora che ciascuno faccia la sua parte, i nostri impren-ditori hanno l’obbligo di avviare una stagione nuova, guardare oltre i confini della propria azienda superan-do le diffidenze e procedendo insieme in un percorso di rafforzamento delle singole realtà. Solo insieme si può contrastare il peso opprimente della crisi e dare forza al valore inconfondibile dei “piccoli”.Dall’altro lato abbiamo bisogno di amministratori con-creti e coerenti, per discutere in tempi brevissimi delle criticità e di dare risposta al mondo delle aziende per-ché una grande società con i bilanci in rosso finisce in prima pagina, si cercano le soluzioni ed i problemi hanno una grande visibilità. I piccoli muoiono in silen-zio, ma si trascinano dietro migliaia di lavoratori e di famiglie.

Gianpaolo Miceli

Agente di commercio nel campo della chimica di manutenzione e prodotti detergenti, Fabio Messina vende ad artigiani e piccole imprese

Si è svolta, nell’ambito delle iniziative realizzate dall’A.V.I.S. co-munale di Palazzolo Acreide per celebrare il ventennale della propria costituzione, la seconda edizione del Giro Cicloturistico denominato, “Maremonti” con partenza ed arrivo a Palazzolo Acreide. I componenti del gruppo ciclistico dell’Associazione Massimiliano Caligiore, Salvo Salonia, Angelo Gallo, Gaetano Tropiano, Sergio Gallo e Salvo Alì si sono radunati il giorno 6 giugno in Piazza del Popolo a Palazzolo Acreide e hanno percor-

so, in sella alle loro bici da corsa, 236 Km in 2 distinte tappe, durante le quali sono state attraversate suggestive località della costa sudo-rientale della Sicilia (Noto - Rosolini – Ispica - Pozzallo – Marina di Modica – Donnalucata - Marina di Ragusa – Camarina – Scoglitti.Santa Croce Camerina, Scicli, Modica).Particolarmente significativo è stato l’incontro, a Scoglitti, tra i rappresentanti dell’A.V.I.S. locale e quella palazzolese, concluso con l’auspicio di un comune e costante impegno in favore della donazione di sangue.

Movimento delle imprese in provincia di Siracusa nel I Trimestre 2009

Settori produttivi Iscritte Cessate SaldoAgricolturaPescaIndustrie EstrattiveManifatturieroEnergiaCostruzioniCommercioAlberghi e RistorantiTrasporti e servizi connessiServizi in genere

TOTALI

7310402741632011312696

20400590

111224331598744

-131,00 1,00 0,00

-19,00 2,00

-37,00 -61,00 -13,00 -4,00

214,00 -48,00 fo

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STANZIATI 300.000,00 EURO PER IL PLESSO D’ALBERGO

INCHIESTAUN BIGLIETTO ED UNA VALIGIA

Viaggio fra le voci della nuova emigrazione PAG.4Aeroporti. Stazioni ferroviarie. Terminal Bus. Da qui comincia il viaggio di giovani e meno giovani che lasciano la Sicilia per motivi di stu-dio o di lavoro, con un biglietto ed una valigia. E dagli stessi luoghi comincia simbolicamente il nostro viaggio, un viaggio fatto di racconti e di considerazioni che abbiamo raccolto proprio tramite i vari messaggi arrivati in Redazione. Un viaggio che non avrà commenti. Sono solo le loro voci, alcune fra le tante, a centinaia di chilometri da qui. L.B.

I nostri giovani sono gli immigrati del terzo millennio. E sono giovani che non fanno più notizia. Palazzolo così come gli altri comuni della comunità montana assiste giornalmente a uno spopolamento pauroso e la maggior parte dei ragazzi dopo il diploma (per chi lo prende) decide di continuare gli studi, conquistare il cosiddetto “pezzo di carta” e iniziare la ricerca di un lavoro tra co.co.pro e part-time. Molti decidono di indossare una divisa e andare in Iraq e Afghanistan: si onora la patria e si guadagna pure bene. Oppure c’è una grande richiesta di manovali e operai: tutti rigorosamente in nero. Parlando con i giovani emer-ge una grande insoddisfazione e tanta incertezza sul proprio avvenire: “La maggior parte dei giovani - racconta ai nostri microfoni Francesco, neolaureato in informatica - non sa cosa significhi lavoro autono-mo, lavoro atipico, impresa o cooperativa. Non sono informati delle possibilità di sviluppo. Chi ha un’idea imprenditoriale viene scoraggiato dagli iter burocrati-ci e troppe volte le istituzioni sono assenti. Purtroppo anche gli imprenditori locali, con l’angoscia della crisi

non possono aiutare per niente. Molti scelgono di non investire in nuovi settori, sulle nuove tecnolo-gie, le vendite on-line e non partecipano ai grandi piccoli appalti locali. Il tutto a favore delle imprese forestiere che ottengono i lavori, aprono i cantieri e rinunciano alla manodopera locale, sia specializzata che generica”. Fino a poco tempo fa la speranza di poter costruire un futuro nei nostri paesi montani era legato alla metanizzazione, all’apertura dei cantieri per il restauro dei monumenti, alla costruzione di nuove strade e alla realizzazione di impianti indu-striali. Tutte cose che avrebbero creato nuovo lavoro, lavoro “quasi” stabile. Invece molti cantieri tardano a partire e la zona industriale non riesce più ad assor-bire i giovani tecnici della provincia. “Nell’agricoltura – racconta Sebastiano giovane agricoltore - non va tanto meglio. Il prezzo dei prodotti finiti non copre le spese e la concorrenza dei grandi marchi è troppo alta. Stessa situazione per le quote latte, ci conviene vendere gli animali al macello”. Nota dolente anche il turismo: “Assurdo - afferma C.V. laureato in beni

culturali, anche lui “captato dal registratore” - che a Palazzolo vengano a lavorare le guide turistiche di altre provincie. La regione non pubblica un bando per guide da quasi 15 anni, nonostante a Palazzolo si laureino ogni anno decine di esperti in beni cultu-rali. Occorre formazione e qui potrebbe intervenire la Regione o la Provincia per la creazione di figure professionali adatte alle potenzialità del nostro ter-ritorio”. La nostra terra, come scrivono in molti sulle community on-line , rispetto al Nord è bella, è calda e non c’è nebbia. Ma non c’è nemmeno lavoro e non ce ne sarà mai se non si cambia politica e program-mazione. “ Dobbiamo ripensare il lavoro - conclude F.T. studente universitario – fare come i nostri nonni negli anni ‘50. Inventarci una professione e valoriz-zare il nostro artigianato. Non si trovano più scalpel-lini, restauratori, ebanisti. Ma la richiesta nel mercato è altissima.” Forse è proprio questa la soluzione, un ritorno al passato che potrebbe rappresentare la speranza per il futuro.

Maurizio Aiello

I GIOVANI IBLEI FRA SPERANZE ED INCERTEZZE

È di questi giorni la notizia della concessione di un finanziamento di ben 300.000,00 euro per completare i lavori del plesso D’Albergo di Palazzolo, sede di un istituto primario, ed al momento si attende solo l’emissione del decreto ministeriale che formalizzi il finanziamento. La somma stanziata andrà ad interessare interventi su un corpo ag-gregato alla scuola e destinato agli uffici amministrativi. E’ previsto il rifacimento del tetto, della pavimentazione, dell’impianto elettrico e, sulla base della disponibilità delle somme, si prevede di intervenire anche sullo spiazzo della scuola, che necessita di lavori di manuten-

zione. Attualmente i locali oggetto del finanziamento sono utilizzati per attività che non hanno attinenza con la scuola. “Al termine dei lavori si potrebbe pensare ad una destinazione d’uso per attività collaterali o integrative della scuola, così da offrire servizi migliori ai giovani studenti e alla collettività” – spiega il sindaco Scibetta, che si dichiara soddisfatto dei risultati ottenuti – anche stavolta siamo riusciti a dare risposte concrete alle esigenze della collettività”. I consiglieri comunali Russo e Gallo sottolineano l’importanza della somma, che permetterà di intervenire sulla sicurezza di un edificio

scolastico e completerà un’opera iniziata precedentemente e rima-sta incompleta. “La sicurezza edilizia è uno dei settori più importanti oggi, l’impegno delle amministrazioni deve far si che i cittadini si sentano al sicuro nei luoghi di lavoro e nelle scuole che ospitano i loro figli. – aggiungono - Per l’impegno prestato nel superare le dif-ficoltà presentatesi nell’iter per il raggiungimento del finanziamento, ringraziamo ancora una volta l’On. Vinciullo, che ha saputo affian-care il lavoro dell’amministrazione locale.”

Serena Guglielmino

“Sono passati ben 15 anni da quando ho lasciato Palazzolo. Venivo sfruttato lavorativamente, senza essere assicurato e nessun diritto mi veniva riconosciuto. Ho cambiato diverse ditte e tutte avevano una cosa in comune: il lavoro in nero. Visto il sistema ho preferito lasciare andare via, con tante lacrime e con la speranza di un futuro migliore: perchè al futuro dovevo pensare. Non penso di tornare: lì futuro non ce n’è. Ho 36 anni, faccio il manovratore di mezzi pesanti. Sono felice: ho due figli e quello che ho sempre sognato”

Tony – Livorno

“Sono andata via per studiare e perchè Palazzolo mi stava troppo stretto. Tornare ogni tanto sì, ma a vivere non potrei mai”

“Volevo diventare una giorna-lista e il percorso universitario che più mi avvicinava all’obiet-tivo era quello della facoltà di Scienze della Comunicazione. Ma questo corso di Laurea non era ancora previsto presso l’Università di Catania, così ho scelto “La Sapienza” di Roma.

“Studiavo Geologia precedentemente a Catania. Sono andato via perchè non mi trovavo per niente bene: l’organiz-zazione e la preparazione dei prof. non era delle migliori. La parola gentilezza non sapevano cosa significasse, rapporti umani zero. Questo è un problema che hanno la maggior parte dei ragazzi che studiano a Catania. Io tornerei ma solo per rivedere amici e cari, ma certamente non per studiare o lavorare. Questa è la realtà purtroppo.”

“Sono andato via nel settembre dello scorso anno per la voglia tremenda di fare un’espe-rienza internazionale. Chiaramente il desiderio è quello di tornare nel mio paese inteso non solo come Italia ma proprio come Sicilia”

Giuseppe – Spagna

“Sono andata via per studiare in quella che è al secondo posto tra le migliori facoltà di giurisprudenza d’Italia. Non torne-rei assolutamente: casa mia ormai è solo il posto per le vacanze. Magari in un lontano fu-turo...”

“Pensavo e penso tutt’ora che sia la scelta miglio-re come esperienza di vita, non sottovalutando le opportunità lavorative che persistono al di fuori della Sicilia e al di fuori di Palazzolo. La voglia di tornare a casa dai propri familiari, dai propri amici e nella propria terra è sempre forte e resterà così per sempre. Ma credo anche che per l’impiego

“Io non sono andato via, sono scappato. Mi sta-va stretta la mentalità esistente, chiusa e bigotta, che rispecchia l’ambiente umano e in buona parte quello universitario, non tanto dal punto di vista didattico, ma quello dei rapporti umani che ti fan-no affrontare la vita universitaria in altra maniera. Al momento non è per nulla tra i miei pensieri il ritorno in Sicilia. Bologna la amo quasi come amo i grandi rapporti che sto costruendo. Trascorrerei il resto dei miei giorni qui con immenso piacere; poi le vicissitudini della vita non si sanno mai. Ma non rinnego la mia terra, la mia Sicilia, il mio paesino, il mio mare. Rimarranno sempre nel mio cuore e non smetterò mai di tornarci, ma non per viverci.

Fabio – Bologna

Vorrei tornare a casa, ma solo potendo mettere in pratica tutto ciò che ho imparato nella Capi-tale. Le opportunità sono maggiori a Roma, ma direttamente proporzionali alle difficoltà e alla concorrenza. Tornare nella mia terra è un po’ un sogno che si rivela, però, difficile da realiz-zare.” Donatella – Roma

lavorativo e per un futuro migliore per me e per una mia fu-tura famiglia, restare a Roma sia essen-ziale.”

Simone Roma

Giada – Roma Giuseppe - Pisa Marina – Siena

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Trascorso un anno dalle comunali arriva il momento di tirare un po’ le somme sull’operato svolto finora

dall’amministrazione comunale di Palazzolo. Il Vice-sindaco e Assessore ai Beni culturali ed al turismo, Paolo Sandalo, intervistato sull’argomento, si mostra entusiasta di quello che è stato fatto ed ottimista per quello che c’è ancora da fare.Si ritiene soddisfatto dell’esperienza fi-nora vissuta all’interno di questa ammi-nistrazione?E’ stata un’ esperienza entusiasmante nonostante i problemi economici del Comune che non ci consento-no di fare tutto quello che vorremmo. E’ un’attività che ti fa vivere i problemi della gente e ti costringe a cer-care delle esaurienti risposte. Anche da assessore ho vissuto un’esperienza positiva ma avrei voluto ancora di più dalle manifestazioni organizzate. Si riferisce al Carnevale 2009?Anche. L’evento è andato bene ma per il 2010 mi aspetto ancora di più. I meriti maggiori, quest’anno, li hanno avuti i carristi che hanno sempre risposto posi-tivamente ai miei inviti di cercare di salvare il Carne-vale indipendentemente dai bilanci. Hanno dimostrato un fortissimo attaccamento al territorio ed alla riuscita della manifestazione. L’impegno dei singoli è, dunque, la solu-zione anche alle carenze di bilancio?L’entusiasmo dei singoli è fondamentale. L’ho per-cepito durante le manifestazioni legate al Natale nel lavoro svolto dalla compagnia “Arte Fatti” e dalla Pro Loco. L’ho sentito per l’”Agrimontana”, in cui la voglia di fare dei commercianti ha facilitato la realizzazione dell’evento. L’ho visto, infine, in occasione della mani-festazione “La Pizza in Piazza”, ove l’adesione spon-tanea dei pizzaioli è stata determinante per la riuscita della stessa.Potrebbe essere, dunque, questa la for-mula adatta ad uscire dalla crisi?Il riscoprire la dignità dell’appartenenza al proprio territorio insieme alla voglia di riscatto sono i modi migliori per superare ogni difficoltà. La buona volontà dei singoli è infatti un valore aggiunto nell’ambito di una programmazione, anche economica, dell’attività comunale.Molti, però, sono i settori oggi in dif-ficoltà: dall’artigianato all’agricoltura. Dati alla mano, in provincia di Siracusa nell’ultimo trimestre sono più di 100 le aziende cessate rispetto a quelle iscritte nei registri delle Camere di Commercio.

Quale soluzione? E’ opportuno capire quali sono le vocazioni naturali del territorio. L’agricoltura lo è sicuramente ma è sta-ta martoriata da scelte legislative sbagliate, anche di politica europea, che hanno inciso negativamente sui nostri prodotti. Chi decide di avviare un’attività impren-ditoriale a Palazzolo non va incontro ad una vita age-vole ma chi lo fa sa di doversi impegnare il doppio per il bene proprio e della collettività.Ritiene che Palazzolo offra prospettive di lavoro per i giovani?Palazzolo offre una produzione agricola e di alle-vamento invidiata da tutta la provincia. Abbiamo un enorme patrimonio artistico e culturale. Abbiamo tutte le risorse per offrire ottime prospettive d’impiego se sfruttate con il dovuto impegno. Il commercio, in sé, però deve staccarsi dai grandi poli commerciali. Deve essere rilanciato il “rapporto umano” offerto dalle sin-

gole attività e devono essere rilanciati i vecchi mestieri, ebanisti, scalpellini, artigiani che abbiano un rapporto diretto con il luogo in cui esercitano la propria attività.Quali i programmi in agenda per rendere tutto questo più fruibile?Spero di avere al più presto riscontri di carattere eco-nomico dalla programmazione dei maggiori eventi su cui si basa il turismo nel nostro paese. Oltre al Carne-vale ed al Natale penso anche all’”Estate Palazzole-se 2009”, nonché all’avvio di un discorso ancora più costruttivo con l’INDA per la realizzazione di eventi importanti per il territorio. Cosa vuole dire ai lettori di Meridiano14?Di non trascurare il nostro patrimonio culturale, di ri-lanciare l’artigianato locale, di basare il commercio sul rapporto umano e di continuare a credere ed investire sul futuro tramite l’entusiasmo che l’identità dell’appar-tenenza al nostro territorio ci ha donato. S.I.

Il Teatro Franco Parenti di Milano ha ospitato il 18 maggio 2009 un intenso incontro culturale tra la Lombardia poetica e la Sicilia musicale: le melodie del compositore e pittore siciliano Aurelio Caliri e i versi della poetessa Alda Merini sono stati i prota-gonisti di “Canto alla luna”, recital lirico musicale in scena, in unica data, al teatro Franco Parenti. Una serata sponsorizzata dal Comune di Milano in cui arti e interessi geograficamente distanti si sono incontrati nell’interpretazione di 13 poesie, tratte dal libro della Merini “Vuoto d’amore” (più due inedite scritte dalla poetessa per l’occasione), accompa-gnata dalla musica di Aurelio Caliri, attraverso il cantato di Gabriella Rolandi e la recitazione di Gio-vanna Rossi. “Una sera triste del 1995 – racconta lo stesso Caliri – mentre rientravo in macchina, accesi la radio e m’imbattei in un’attrice che recitava delle liriche struggenti. Era la musica di cui in quel momento avevo bisogno: Alda Merini, la grande poetessa, che cantava il suo dramma. L’indomani comprai il suo libro “Vuoto d’amore” e mi venne spontaneo sedermi al pia-noforte e musicare una poesia”. Le liriche ivi contenute sono caratterizzate da un forte elemento biografico e tema pre-dominante è l’amore, ora cristiano ora pagano, raccontato in diverse situazioni di vita. Quando pochi mesi dopo Aurelio Caliri contattò

per la prima volta la poetessa per farle ascoltare quello che la sua lirica gli aveva ispirato, la stessa si dimostrò enormemente soddisfatta ed emozio-nata. “Ora questi brani mi sembrano più belli che mai – conclude Caliri – Li ho affidati ad una cantan-te straordinaria, Gabriella Rolandi ed attraverso la sua voce delicata ed espressiva risento più che mai l’emozione incontenibile che mi portò, allora, a vive-re un’esperienza irripetibile”. Aurelio Caliri è nato a Buscemi e si è laureato in Filosofia all’Università di Messina. Nell’86 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno all’attività musicale e al di-segno con particolare attenzione ai paesaggi sicilia-ni. Altri appuntamenti hanno visto Caliri protagonista nel milanese: martedì 19 maggio a San Donato con

le “Ballate d’amore”, su poesie del pittore Sal-vatore Fiume, al teatro Troisi, e mercoledì 20 maggio, nello stesso teatro, voce di A. Qua-simodo per l’interpretazione del poemetto anonimo siciliano del ‘500 “La Barunissa di

Carini”, pubblicato recentemente dallo stes-so Caliri e da egli concepito in modo inno-

vativo per l’impostazione teatrale e per le musiche originali compo-ste dall’artista siciliano su versi rielaborati del poeta Salvatore Cammileri.

Sebastiano Infantino

RISULTATI ELEZIONI EUROPEE del 6-7 GIUGNO 2009, Comune di Palazzolo Acreide

SezioniSinistra e LibertàMpaRif. Com.Liber.Dem.PdlPannellaPdUdcLegaF.Tricol.Idv

1037535-

124660 73-122

943 979-

1435

109 119

-127

835 527190271 44-215

742 712-

119465 37-228

632 882-

105550 561229

514 225-

52329 42126

411 453-

61229 28-114

320 683-

78233 37-313

227 787-

122238 63-115

156928-

138457 682416

Cultura e Incontri tra Milano e SiciliaLa poetessa Alda Merini musicata dal compositore e pittore siciliano Aurelio Caliri

INTERVISTA AL VICESINDACO DI PALAZZOLO, PAOLO SANDALOATTUALITA’

Identità d’appartenenza al territorio e forza di volontà: le ricette per superare la crisi

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Anche Montenero di Bisaccia è sul MERIDANO14

VIAGGIO TRA VICOLI E CORTILII SAPORI E GLI ODORI DELLA CUCINA LOCALE SI MISCHIANO AI VIZI E ALLE ABITUDINI DEL TEMPO

In via Ortocotogno, a Palazzolo Acreide, a pochi passi dal Corso principale, il n. 5 non è soltanto un numero civico ma indica un sito che da oltre cento anni ospita iniziative enogastronomiche locali.In origine qui nasceva un’antica bottega del vino. Negli anni 60, fu lo “Zio ‘Nzino”, da cui il locale prese il nome, ad avviare una trattoria, caratterizzata da una cucina semplice e casereccia che annoverava, tra i suoi commensali, gente di ogni estrazione sociale, visti i prezzi contenuti. Questa gestione durò oltre 40 anni. Poi fu il momento di Giorgio, intraprendente e abile chef locale, che, subentrato allo “Zio ‘Nzino”, ristrutturò il locale e ne modificò il nome in “Quel che c’è”, ma non alterò lo spirito originario e la cucina, che rimase sem-pre legata ai prodotti semplici della nostra terra, ricchi di gusto e di sapore.Da circa tre anni la gestione del locale è di Pina Giliberto, che ha volutamente mantenuto il nome ereditato dalla precedente gestione, aggiungendo solo il proprio, “Quel che c’è...da Pina”, per affetto verso una frase che le ripeteva-no, da bambina, ogni volta che chiedeva cosa ci fosse da mangiare. Il locale, nonostante le ridotte dimensioni, 34 posti a sedere, si mostra accogliente e confortevole, con un marcato e significativo richiamo al passato che emerge tanto dall’arredamento quanto dalla scelta delle stoviglie. Il menu cambia di giorno in giorno puntando sempre sui prodotti locali e di stagione. Evidente è l’ispirazione alla tradizione culinaria siciliana, anche se, la proprietaria Pina, ci confessa qualche richiamo alla cucina calabrese ereditata da sua madre, che le ha insegnato a cucinare e le ha trasferito l’amore e la passione per la cucina, così come fa lei oggi con suo figlio, con cui condivide questa esperienza nella ristorazione. Sono molti i piatti tipici che è possibile degustare da “Quel che c’è … da Pina”, tutti realizzati secondo i canoni e gli insegnamenti dell’antica cucina locale. Caratteristici e gustosi sono i tagliolini al finocchietto, insaporiti da un pesto dagli ingredienti segreti, così come i cavati con il pistacchio e la ricotta e la pasta con le sarde, unico piatto di pesce presente ne menù.

PHOTOGALLERY

Montenero di Bisaccia è un comune di origini antiche, con 6654 abitanti in provincia di Cam-pobasso, posto a circa dieci chilometri dalla co-sta molisana, della quale una parte ricade sul proprio territorio.Tipico centro collinare a ridosso del mare, Mon-tenero di Bisaccia spazia in altitudine dai 273 metri del centro abitato al livello del mare del-la spiaggia. Il clima è caratterizzato da inverni miti, con sporadiche e scarse nevicate, e da estati calde e secche.Ha avuto origine dal villaggio di Bisaccia, del quale ha conservato il nome ed i cui ruderi sono in parte ancora visibili ad un chilometro circa dall’abitato. Il villaggio fu abbandonato con le invasioni barbariche, quando gli abitanti si rifugiarono prima nelle grotte arenarie, suc-cessivamente iniziarono a stabilirsi sulla col-linetta chiamata appunto “monte nero” per la fitta boscaglia che la ricopriva.Forte della notevole estensione territoriale e della favorevole posizione geografica, l’agri-

coltura è da sempre una risorsa importante per l’economia locale. Le coltivazioni principali sono cerealicole, viticole, oliveti e ortofrutticole. Dagli anni Ottanta, inoltre, nel centro molisano è man mano cresciuta l’industria tessile, formata sia da piccole sia da medie imprese. Il settore, at-tualmente in crisi, è controbilanciato da quello del turismo, in espansione sia sulla costa sia nell’entroterra sotto forma di agriturismo.Rinomata a livello nazionale è la Ventricina di Montenero, insaccato ottenuto con carne di maiale opportunamente trattata e stagionata con metodi tradizionali. Ma il piatto tipico del paese sono i cavatelli (in dialetto “cuzzutilli”) con la ventricina.Le feste religiose più importanti sono: la Ma-donna di Bisaccia (16 maggio), San Matteo (21 settembre) e San Paolo Apostolo (29 giugno). Degno di nota, nonché di fama nazionale, è il Presepe Vivente, evento che da oltre venti anni attira visitatori da tutta la Penisola nello scenario unico delle grotte arenarie. L.B.foto Giulio Cordischi

“Paese frantumato di vicoli e sentieri”. Con questi versi Anto-nino Uccello descrive Palazzolo nell’omonima poesia, conquistato dal fascino e dall’unicità di que-ste straordinarie stradine. Arterie strette e secondarie per definizio-ne, ma non certo per storia, fascino e cultura. Sentieri, a tratti nascosti, ma ugualmente vivi e da vivere.Sono questi i siti che già nel pas-sato, quasi per un innato desiderio dei commensali di nascondere agli occhi della società i loro peccati di gola, la segreta passione per il “nettare di Bacco”, fecero da cor-nice alle tante bettole e trattorie presenti nel paese. Luoghi “sacri” dell’enogastronomia, dove i sapo-ri e gli odori della cucina locale si mischiavano ai vizi e alle abitudini del tempo.Una tradizione e una cultura, quel-la delle trattorie, che a tratti resiste al “work in progress” della cuci-na moderna, e rivive in alcuni vicoli del centro storico di Palazzolo Acreide, difesa e valorizzata dall’attento lavoro di giovani ristoratori capaci di coniugare la cultura del passato alla cultura del presente.

ricettaTagliolini

al pesto di finocchietto

Ingredienti:pesto di finocchietto (q.b)

salsiccia4 pomodorini pachino

TaglioliniOlioSale

Preparazione:Portate ad ebollizione l’acqua in una pentola, versate i taglio-lini e attendete che giungano a cottura.In una padella, saltate,

con olio extra vergine d’oli-va, la salsiccia, aggiungente i

pomodorini pachino ed infine il pesto di finocchietto.

Condite i tagliolini con il condi-mento così ottenuto.

… diario di un viaggiatore rubrica enogastronomica

a cura di Luca RussoSaperi & SaporiQUEL

CHE C’È

CULTURAURIOSITA’MONTENERO di BISACCIA (CB), Coordinate: 41°57′0″N - 14°47′0″E

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Molte volte è difficile esprimere a parole il fascino, le emozioni e le sensazioni che uno spettacolo

pirotecnico suscita in ognuno di noi: per la precisione dei manufatti, la luminosità dei colori, il ritmo sempre in crescendo. L’arte del pirotecnico deve essere quella di pro-durre effetti sonori e visivi, illuminando come per magia il cielo e incantando lo spettatore. E quindi “intrecci”, “contro bombe” e “riprese” e “colpi a scala” in sequenze ben definite sono momenti salienti di uno spettacolo pirotecnico che come un concerto ben orchestrato viene diretto magistralmente dal suo direttore, ovve-ro dal “fuochista (o sparafuoco)”. Per quanto riguarda i colori, parte fondamentale degli spettacoli notturni, essi devono essere nitidi e

vivaci, devono brillare e splendere nello spazio di cielo che fa da cornice scenografica. Uno spettacolo che si rispetti non può non essere caratterizzato dal “finale” che sin dall’avvio, con il suo ritmo, deve essere sem-pre in crescendo così da suscitare negli spettatori una maggiore intensità e partecipazione emotiva. Nei nostri giorni la diffusione e l’apprezzamento dell’arte pirotecnica è molto ampia: aperture di giochi olimpici e di tornei, mondiali di calcio, eventi speciali e feste patronali sono contraddistinti da spettacolari esibizioni pirotecniche che aprono e chiudono le ma-nifestazioni. Negli ultimi anni si è venuto, infine, ad affermare lo spettacolo “piromusicale” ovvero l’unione di due espressioni artistiche che si integrano piena-mente tra loro, dando vita ad indescrivibili momenti,

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LA NOBILE ARTE DELLA PIROTECNICA

FRA SUONI, COLORI E RITMI CULTURAURIOSITA’

A proposito di fuochi pirotecnicifo

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Nel 1245 l’inglese Ruggero Bacone sancisce la formula della pol-vere nera, riportandola nell’ epistola “De secretis operibus artis et naturae, et de nullitate magiae”; la composizione è sostanzialmente quella ancora in uso tutt’oggi: 75% nitrato di potassio (sal-nitro), 13% di carbone di legna polverizzato, 12% di zolfo. Tale formula viene fornita sotto forma di un anagramma nel capitolo XI: “Sed tamen salis petrae LURU VOPO VIR CAN UTRI et sulphuris; et sic facies tonitrum et coruscationem si scias artificium”. Anagrammando le parole senza senso si ottie-ne un’intera frase del genere: “Ma tuttavia prendi sette parti di salpetra, cinque parti di nocciolo giovane, cinque di zolfo; e così, se conosci l’artificio, farai tuono e lampo”.La prima testimonianza autorevole dell’uso di questa sostanza risa-le al 1258. Le prime fabbriche di fuochi pirotecnici a scopo di spet-tacolo sorsero in Germania tra il 1340 e il 1348. Dall’inizio del XVII secolo si affermarono due principali scuole di pirotecnica in Europa: la scuola italiana dei Ruggeri a Bologna, famosa per la spettaco-

larità dei fuochi nei quali venivano usati degli scenari trasparenti o variamente colorati illuminati poi dalla luce degli spari; la scuola di Norimberga dei Clamer, nota per la omonima tecnica di sparo aerea che veniva usata. Tra il XVII e XVIII secolo le feste popolari e gli av-venimenti importanti cominciarono ad essere abbelliti da spettacoli pirotecnici, senza l’utilizzo dei fuochi colorati.Nel 1785, Berthollet introdusse l’uso del cloruro di potassio nella mi-scela dei fuochi, cosa che permise di ottenere fuochi colorati. Ebbe così inizio la pirotecnia moderna. La composizione degli esplosivi dei fuochi artificiali vari a secon-da dell’utilizzo: esplosivi di lancio, costituiti da polvere nera per cariche di lancio e razzi, per inneschi, micce e spolette; esplosivi fulminanti, destinati alla confezione di tutti i fuochi che producono scoppi violenti accompagnati o no da lampi di luce; esplosivi di spaccata, usati per i fuochi che, raggiunta una carica di lancio, debbono spaccarsi proiettando violentemente una rosa di colori. La colorazione dei fuochi artificiali è ottenuta aggiungendo alla mi-scela combustibile un ossidante e un sale che, sublimando, colora-

no la fiamma del fuoco. Il rosso è ottenuto grazie ai composti dello stronzio, mentre il verde è prodotto dai composti del bario, il viola dalla combinazione dei cloruri di stronzio e di rame, il blu dal cloruro di rame.Il fuoco d’artificio è costituito da un involucro esterno di cartone spesso; a metà tra l’involucro e il nucleo vi sono tante palline (dette stelle in gergo) di polvere nera ed altri composti chimici. Le stelle sono corpo solidi che bruciano con fiamma colorata e/o rilasciando una traccia luminosa. Al centro dell’involucro dell’artificio vi è una carica d’apertura, realizzata con polvere nera o analoga miscela esplodente. La deflagrazione di tale carica è provocata da una spo-letta, ossia un elemento a lenta combustione che funge da tempo-rizzatore, la quale si accende all’atto del lancio dell’artifizio. Questa deflagrazione provvede ad accendere le stelle ed a proiettarle in cielo, secondo geometrie dipendenti dal modo secondo cui le stelle sono state assemblate.

(da http://it.wikipedia.org/wiki/Fuoco_d’artificio)Luca Bongiovanni

stimolando suggestioni ed emozioni che la magica arte del fuoco provoca. I fuochi pirotecnici rappresentano quell’illusione te-nace di dominio del fuoco, dominio del reale. Quella del fuoco pirotecnico, diurno, notturno, musicale e acquatico, è in sostanza un’architettura, sia pure ef-fimera, che parte dal basso sfrecciando verso l’alto e conquistando il firmamento. Artefice di tutto è il piro-tecnico, figlio d’arte, che accresce la sua esperienza giorno dopo giorno, tramandando i segreti del me-stiere da padre in figlio, creando scenografie sempre più innovative e conquistandosi così l’immortalità nel meraviglioso mondo della pirotecnia.

Virgilio Nittoalcune immagini della

tradizionale “sciuta” di S. Paolo del 29 Giugno

5/10 di rum silver dry o carta blanca

5/10 di acqua frizzante (o soda)

3 o 4 pezzetti di lime

zucchero di canna

foglie di Hierba (o menta)

La bevanda più consumata ed amata dal popolo esti-vo per la sua freschezza e bontà ha una storia molto vecchia che affonda le sue origini nella leggenda. Il nome Mojito deriverebbe dal termine voodoo “Mojo” e vorrebbe significare “piccolo incantesimo”. L’origine del cocktail è attribuita al famoso pirata in-glese Francis Drake, noto come “El Draque” (il dra-go), che durante le sue scorribande ebbe a trovarsi nel 1578 a “La Isla de la Juventud” a Cuba. El Draque fu sedotto dal paesaggio naturale vuoto e silenzioso dell’isola e mentre si trovava in una taverna con il suo equipaggio si abbeverò con foglie di menta (Hierba) innaffiate con lo “spirito” locale (che era il precursore dell’attuale rum cubano non filtrato) con del limone verde (lime) e del ghiaccio a scaglie grosse. Questo strano composto era l’antenato dell’odierno Mojito che allora chiamarono “Draquecito” in onore di Fran-cis Drake. Tra il 1910 e il 1920, il regno della mafia cu-bana contribuì al perfezionamento del rum e nel 1946

il famoso barman Angelo Marti-nez, gestore de “La Bodeguita del Medio”, antico locale di Cuba, variò la miscela di rum e Hierba del “Draquecito” fino a renderlo il cocktail che tutti oggi conosciamo.Celebre frequentatore della “Bodeguita” fu Hernest Hemingway, lo scrittore americano che lo descrisse nei suoi romanzi come il miglior luogo al mondo in cui fosse possibi-le bere il Mojito, rendendo famosi entrambi in tutto il globo. Una variante del cocktail, infatti, fu coniata proprio da Ernest Hemin-gway, e consiste nel mescolare due tipi di rum, il primo chiaro invecchiato da 1 a 3 anni ed il secondo ambrato invecchiato per un periodo che va dai 7 anni in su. Un’altra variante prevede l’aggiunta di due gocce di angostura.

LOUNGE BAR: MojitoPreparazionePosizionare 10/12 foglie di Hierba (o men-ta) in un bicchiere tumbler alto. Spremere sopra il lime e aggiungere due cucchiaini di zucchero di canna bianco. Esercitare con un pestello una leggerissima pressio-ne e amalgamare il tutto senza lacerare le foglie di menta e dunque senza far fuoriu-scire quegli oli leggermente forti che tra-sformerebbero il cocktail in un julep. Riem-pire il bicchiere con del ghiaccio spezzato (non tritato) e aggiungere il rum bianco per poi completare il tutto con la soda o acqua gassata.

Viene servito freddo per il gusto decisamente pungente, dovuto alla combinazione della freschez-za della menta e al gusto molto forte del rum. Adatto a chi ama Hemingway e a chi ama rinfre-scarsi con virilità.

di Sebastiano Infantino

Ingredienti

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cda Serrascimone a 1,5 Km da Palazzolo acreide

Tel. 0931.883100 0931.882200

Mobile 3899805040

[email protected]

SPORT Campionato nazionale di Twirling 2009: Anche Palazzolo gareggia

a Lignano Sabbiadoro

AGRITURISTICA “LA MADDALENA”: alla riscoperta dei prodotti tipici del territorio e delle antiche ricette locali

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Si è tenuto a Lignano Sabbiadoro (Ud) nei giorni 30 maggio, 1 e 2 giugno il Campio-nato Nazionale di Twirling 2009 organiz-zato dalla federazione NBTA Italia, con il patrocinio del Comune di Lignano. Nuova formula spalmata in 3 giorni per l’intrigante torneo sportivo che ormai da anni ospita squadre provenienti da tutta l’Italia. La Si-cilia, come ogni anno, è stata rappresen-tata, oltre che da un gruppo di Adrano Le Ginestre (Ct), dalle ragazze di Palazzolo, guidate dalla Prof.ssa Valvo Grazia ed al-lenate dal campione mondiale di twirling Pieter Hazeu.La struttura che ha ospitato il campiona-to, confortevole ed elegante, fa parte del villaggio Ge Tur di Lignano, un complesso turistico - sociale ricco di strutture calcisti-

che e sportive, immerso in 60 ettari di una verdeggiante pineta arborata a pino maritti-mo, con spiaggia riservata agli ospiti del vil-laggio (1120 metri di lunghezza e 60 metri di profondità). Il twirling è una disciplina ginnico-sportiva caratterizzata dall’uso di un attrezzo denomi-nato “bastone” e da movimenti del corpo che seguono con armonia una base musicale.Il gruppo di Palazzolo guidato da anni dalla Prof.ssa Valvo Grazia ha sempre parteci-pato ai vari campionati, nazionali, europei e mondiali, ottenendo sempre ottimi risultati e contribuendo così a favorire negli anni la dif-fusione, anche nel nostro meridiano, di que-sta originale e completa disciplina, meritevole come tale di ulteriore crescita.

Venti squadre si affronteranno nel torneo di calcetto organizzato dall’AVIS Palazzolo e che si svolgerà presso il campo di calcetto in erbetta sintetica sito in via Nazionale. La competizione rientra nel progetto di sensibilizzazione alla donazione del sangue, sponsoriz-zato dall’associazione, partito domenica 14 giugno con la “Giornata mondiale del donatore del sangue”. E il torneo iniziato lo scorso 22 giugno, che terminerà l’8 agosto, ha visto esordire tra le tante partecipanti anche la squadra “Meridiano14”, la nostra compagine sportiva costituita proprio per partecipare all’evento!!

1 - Giompaolo Simone2 - Lapira Gianluca3 - Castiglia Mario4 - Pizzo Federico5 - Curcio Salvatore

6 - Caligiore Marco7 - Caligiore Salvatore8 - Russo Marco9 - Papa Santi21 - Infantino Sebastiano

Anche Meridiano14 partecipa al “Torneo di calcetto Avis 2009”Meridiano14 Team

A circa un chilometro da Palazzolo, in contrada Ser-rascimone, immersa nel verde dei Monti Iblei, sorge l’Agrituristica La Maddalena. La gestisce una giovane di solo 20 anni, Roberta Gallo, diplomata presso l’Isti-tuto Alberghiero.“La scelta di iniziare questa avventura e di mettermi in gioco, alla fine degli studi, è stata dettata dal caso – ci racconta Roberta. - La struttura era inattiva. Da una parte, volevo mettere a frutto i miei studi, dall’al-tra avevo in mente di creare un qualcosa di diverso rispetto agli altri agriturismi. E così è cominciato tut-to.”Sedendosi a tavola, già nelle materie prime utilizzate, si nota qualcosa di diverso.“Qui a La Maddalena, utilizziamo solo prodotti biolo-gici e del territorio. Riportiamo in vita piatti antichi a partire dalle ricette originali, come il macco di fave, il sugo di carne (che nella ricetta originale richiede 7 ore di cottura), le creme di zucca. E per fare tut-to questo, per le materie prime, ci appoggiamo ad aziende locali produttrici di ortaggi biologici, olio, for-maggi storici siciliani, la stessa farina per le pizze, la cosiddetta farina di grano di tuminìa, qualità di grano antica ad alto contenuto proteico.

Le stesse pizze e pane, da noi, hanno una lievitazio-ne ritardata, da 48 a 72 ore”La cantina è ottima, e spicca la carta dei formaggi storici: dalla tuma persa, al ragusano DOP, dal ma-iorchino alla vastedda del Belice, dal fiore sicano al piacentino ennese, e per finire il pecorino ibleo DOP stagionato e primo sale.“Nella nostra agrituristica si può scegliere fra vari menù e non c’è il classico menù fisso: ed anche que-sta è una differenza importante”Oltre l’aspetto culinario, anche la parte alberghiera è ottimamente curata, con la disponibilità di 6 camere in stile arte povera e la ampia piscina. Non mancano neanche i progetti per il futuro. “Il pros-simo progetto è creare una officina didattica, ovvero una serra didattica per colture biologiche. Per questo stiamo partecipando ad un bando di finanziamento del GAL Val D’Anapo, bando pubblicato recentemen-te.”Per la stagione estiva, previsti menù specifici a prez-zo fisso per giornate e mezze giornate da passare fra il verde dell’agrituristica e l’azzurro della piscina.

Per informazioni: http://www.agrituristicalamaddalena.it/home.html