Huxley_L’ULTIMA RIVOLUZIONE

10
L’ULTIMA RIVOLUZIONE di Aldous Huxley Testo della conferenza tenuta al Berkeley Language Center il 20 marzo 1962 Traduzione di Gianluca Freda [...] Possiamo dire che nel passato tutte le rivoluzioni hanno avuto come obiettivo essenziale quello di modificare l’ambiente allo scopo di modificare l’individuo. Ci sono state rivoluzioni politiche, rivoluzioni economiche e – all’epoca della riforma protestante – una rivoluzione religiosa. Tutte queste rivoluzioni non miravano direttamente all’essere umano, ma a ciò che gli stava intorno. Attraverso una modifica dell’ambiente circostante si poteva ottenere – o eliminare – un effetto sull’essere umano. Oggi credo che ci troviamo di fronte a ciò che potrebbe essere definita la rivoluzione definitiva, l’ultima rivoluzione, quella in cui l’uomo può agire in modo diretto sulla mente e sul corpo dei suoi simili. Inutile dire che la possibilità di esercitare un certo tipo di azione diretta sulla mente e sul corpo degli esseri umani è esistita fin dall’alba dei tempi. Ma era generalmente di natura violenta. Le tecniche del terrorismo sono note da tempo immemorabile e i popoli le hanno sempre impiegate con maggiore o minore raffinatezza, a volte con la più terribile crudeltà, altre con una certa dose di abilità acquisita attraverso una serie di prove ed errori, per scoprire quali fossero i modi migliori di sfruttare la tortura, la carcerazione e le costrizioni di ogni genere. Ma come diceva, credo, Metternich molti anni fa, con le baionette si può fare di tutto tranne che sedercisi sopra. Se si vuole controllare una popolazione per un lungo periodo di tempo occorre che vi sia una certa misura di consenso, essendo difficile che il terrorismo puro e semplice possa funzionare a tempo indefinito. Esso può anche funzionare per molto tempo, ma io credo che prima o poi sia necessario introdurre un elemento di persuasione, un elemento che spinga le persone ad essere consenzienti a ciò che gli viene fatto. Io penso che la natura della rivoluzione definitiva che abbiamo di fronte sia precisamente questa: siamo sul punto di sviluppare una serie di tecniche che consentiranno all’oligarchia al potere – che è sempre esistita e probabilmente sempre esisterà – di spingere le persone ad amare la propria schiavitù. Questa è, io credo, una rivoluzione di malvagità definitiva, ed è un problema al quale mi sono interessato per molti anni e su cui ho scritto 30 anni fa un romanzo, Mondo Nuovo, che descrive una società in cui vengono utilzzati tutti gli strumenti disponibili – e alcuni degli strumenti che allora immaginavo sarebbero stati disponibili nel futuro – prima di tutto per standardizzare la popolazione, appiattendo le fastidiose diversità tra gli esseri umani, per creare, diciamo così, modelli di esseri umani prodotti in serie e organizzati in un sistema di classi basato sulla conoscenza scientifica. Da allora mi sono interessato sempre di più a questo problema e ho notato con crescente raccapriccio che un gran numero delle previsioni che sembravano pura fantasia

description

L’ULTIMA RIVOLUZIONEdi Aldous HuxleyTesto della conferenza tenuta al Berkeley Language Center il 20 marzo 1962Traduzione di Gianluca Freda

Transcript of Huxley_L’ULTIMA RIVOLUZIONE

L’ULTIMA RIVOLUZIONE di Aldous HuxleyTesto della conferenza tenuta al Berkeley Language Center il 20 marzo 1962Traduzione di Gianluca Freda

[...] Possiamo dire che nel passato tutte le rivoluzioni hanno avuto come obiettivo essenziale quello di modificare l’ambiente allo scopo di modificare l’individuo. Ci sono state rivoluzioni politiche, rivoluzioni economiche e – all’epoca della riforma protestante – una rivoluzione religiosa. Tutte queste rivoluzioni non miravano direttamente all’essere umano, ma a ciò che gli stava intorno. Attraverso una modifica dell’ambiente circostante si poteva ottenere – o eliminare – un effetto sull’essere umano.

Oggi credo che ci troviamo di fronte a ciò che potrebbe essere definita la rivoluzione definitiva, l’ultima rivoluzione, quella in cui l’uomo può agire in modo diretto sulla mente e sul corpo dei suoi simili. Inutile dire che la possibilità di esercitare un certo tipo di azione diretta sulla mente e sul corpo degli esseri umani è esistita fin dall’alba dei tempi. Ma era generalmente di natura violenta. Le tecniche del terrorismo sono note da tempo immemorabile ei popoli le hanno sempre impiegate con maggiore o minore raffinatezza, a voltecon la più terribile crudeltà, altre con una certa dose di abilità acquisita attraverso una serie di prove ed errori, per scoprire quali fossero i modi miglioridi sfruttare la tortura, la carcerazione e le costrizioni di ogni genere.

Ma come diceva, credo, Metternich molti anni fa, con le baionette si può fare ditutto tranne che sedercisi sopra. Se si vuole controllare una popolazione per un lungo periodo di tempo occorre che vi sia una certa misura di consenso, essendo difficile che il terrorismo puro e semplice possa funzionare a tempo indefinito. Esso può anche funzionare per molto tempo, ma io credo che prima o poi sia necessario introdurre un elemento di persuasione, un elemento che spinga le persone ad essere consenzienti a ciò che gli viene fatto.

Io penso che la natura della rivoluzione definitiva che abbiamo di fronte sia precisamente questa: siamo sul punto di sviluppare una serie di tecniche che consentiranno all’oligarchia al potere – che è sempre esistita e probabilmente sempre esisterà – di spingere le persone ad amare la propria schiavitù. Questa è, io credo, una rivoluzione di malvagità definitiva, ed è un problema al quale mi sono interessato per molti anni e su cui ho scritto 30 anni fa un romanzo, Mondo Nuovo, che descrive una società in cui vengono utilzzati tutti gli strumenti disponibili – e alcuni degli strumenti che allora immaginavo sarebbero stati disponibili nel futuro – prima di tutto per standardizzare la popolazione, appiattendo le fastidiose diversità tra gli esseri umani, per creare, diciamo così, modelli di esseri umani prodotti in serie e organizzati in un sistema di classi basato sulla conoscenza scientifica. Da allora mi sono interessato sempre di più a questo problema e ho notato con crescente raccapriccio che un gran numero delle previsioni che sembravano pura fantasia

quando le feci 30 anni fa, si sono poi realizzate o sono sul punto di realizzarsi.

Un gran numero delle tecniche di cui parlavo sembrano essere già utilizzate. E sembra che vi sia una corsa generale verso questa rivoluzione definitiva, un sistema di controllo attraverso il quale è possibile far piacere alla gente una situazione che, secondo i normali standard, non dovrebbe piacergli affatto. Questo “apprezzamento della schiavitù”... questo sistema, come dicevo, è in evoluzione da anni e io sono sempre più interessato in ciò che sta avvenendo.

Vorrei brevemente paragonare la parabola descritta in Mondo Nuovo con un’altra parabola più recente, quella descritta da George Orwell nel suo libro 1984. Orwell scrisse il suo libro tra il 1945 e il 1948, nel momento in cui il regime di terrore stalinista era al suo apice e subito dopo il crollo del regime hitleriano. Il suo libro, per il quale ho una grande ammirazione – è un libro che rivela un grande talento e un’inventiva straordinaria – mostra una proiezione nel futuro del passato recente - di ciò che per lui era il passato recente - e dell’immediato presente; una proiezione nel futuro di una società in cui il controllo è interamente esercitato con il terrore e con continui attacchi alla mente e al corpo degli individui.

Il mio libro, invece, fu scritto nel 1932, quando esisteva solo una forma di dittatura moderata, quella di Mussolini, quindi non era neppure sfiorato dall’idea del terrorismo; io ero perciò libero, in modi in cui Orwell non poteva esserlo, di immaginare altri metodi di controllo, metodi non violenti. Sono incline a pensare che le dittature scientifiche del futuro – e io credo che ci saranno dittature scientifiche in molte parti del mondo – saranno più vicine alloschema di Mondo Nuovo che a quello di 1984. Non certo perché i dittatori scientifici abbiano velleità umanitarie ma semplicemente perché lo schema di MN è molto più efficiente dell’altro.

Sempre che si riesca a convincere le persone a dare il proprio consenso allo status in cui vivono. Uno status di servitù, in cui le loro diversità vengono annullate e asservite ai metodi di produzione di massa a livello sociale; se si riesce a fare questo, allora si otterrà, probabilmente, una società molto più stabile e duratura. Una società controllabile molto più facilmente di una in cui il controllo sia garantito solo da manganelli, plotoni d’esecuzione e campi di concentramento. Quindi la mia sensazione è che il quadro di 1984 sia influenzato dall’immediato passato e dal presente in cui Orwell viveva, ma il presente e il passato di quegli anni non riflettono, io credo, il probabile corso diciò che accadrà. Inutile dire che del terrorismo non ci libereremo mai, esso troverà sempre il modo di tornare alla superficie.

Io credo che via via che i dittatori diventeranno più scientifici, sempre più preoccupati del perfezionismo tecnico, del perfetto modo di governare la società, essi si interesseranno sempre più delle tecniche che ho immaginato e descritto – a partire da realtà esistenti – in MN. Mi sembra perciò che questa

rivoluzione definitiva non sia molto lontana, che un gran numero di tecniche per realizzare questo tipo di controllo sia già qui, e che resti solo da vedere quando, dove e da chi esse saranno applicate per la prima volta su larga scala.

Lasciatemi parlare anche dei perfezionamenti apportati alle tecniche di terrorismo. Penso infatti che vi siano stati dei perfezionamenti. Pavlov, in fondo, aveva fatto osservazioni molto acute tanto sugli animali quanto sugli esseri umani. E aveva scoperto, tra le altre cose, che le tecniche di condizionamento, applicate ad animali e esseri umani in stato di stress fisico o psicologico, si radicavano molto in profondità nel corpo-mente della creatura ed erano molto difficili da estirpare. Esse sembravano radicarsi più profondamente rispetto ad altre forme di condizionamento.

Questo fatto è stato assodato in passato per via empirica. Molte di queste tecniche erano già in uso, ma la differenza tra gli antichi metodi intuitivi ed empirici e i nostri metodi è la stessa differenza che c’è tra il punto di vista artigianale, di chi procede a tentoni, e un punto di vista prettamente scientifico. Penso che ci sia una bella differenza tra noi e, diciamo, gli inquisitori del 16° secolo. Rispetto a loro, noi sappiamo con molta maggior precisione ciò che stiamo facendo e grazie alle nostre conoscenze teoriche possiamo dare ai nostri esperimenti un’estensione più ampia, nella certezza di produrre qualcosa che realmente funziona.

In tale contesto vorrei menzionare alcuni capitoli estremamente interessanti di Battle for the Mind, del dr. William Sargant, nei quali egli fa notare come alcuni dei grandi leader/maestri religiosi del passato utilizzassero intuitivamente metodi pavloviani. Sargant parla in particolare del metodo con cui Wesley otteneva conversioni che erano fondate essenzialmente sulla tecnicadi portare lo stress psicologico al suo livello più alto, parlando del fuoco dell’inferno e rendendo così le persone estremamente vulnerabili alla suggestione, e poi abbassando improvvisamente il livello di stress offrendo la speranza del paradiso. Si tratta di un capitolo molto interessante, in cui si vede come, muovendosi su un terreno puramente intuitivo ed empirico, un abile psicologo naturale, quale Wesley era, fosse già riuscito a scoprire il metodo pavloviano.

Bene, noi oggi conosciamo il motivo per cui queste tecniche funzionavano e non c’è dubbio che, se lo volessimo, potremmo spingerle molto più in là di quanto fosse possibile in passato. Nella storia recente delle tecniche di lavaggiodel cervello, applicate tanto ai prigionieri di guerra quanto ai ranghi più bassi del partito comunista cinese, si è visto che un’applicazione sistematica dei metodi pavloviani funziona con straordinaria efficacia. Non credo vi siano dubbi che, grazie a questi metodi, è stato possibile creare un intero esercito di uomini totalmente devoti. Il condizionamento è stato indotto da una sorta di iontoforesi psicologica che penetra fino nell’essere più profondo della persona e si spinge così in profondità che è poi molto difficile da estirpare. Questi

metodi, io credo, sono un affinamento dei vecchi metodi di terrore, perché combinano metodi di terrore con metodi di accettazione. L’individuo viene sottoposto a uno stress di tipo terroristico, ma allo scopo di indurre un’accettazione volontaria dello stato psicologico in cui è stato condotto e dellacondizione in cui si trova.

Dunque, come dicevo, c’è stato un drastico perfezionamento delle tecniche di terrorismo. Ma adesso prendiamo in considerazione altre tecniche, non terroristiche, che servono a indurre consenso e a indurre le persone ad amare la propria schiavitù. Non posso elencarle tutte, perché non le conosco tutte, ma posso citare i metodi più ovvi, che possono già essere utilizzati e che sono basati su recenti scoperte scientifiche. Prima di tutto vi sono metodi legati alla suggestione e all’ipnosi.

Su questo argomento sappiamo oggi molte più cose che in passato. Gli uomini hanno sempre conosciuto la suggestione e anche se non conoscevano la parola “ipnosi”, certamente la praticavano in vari modi. Ma noi abbiamo - io credo - una conoscenza di questo argomento molto più ampia che in passato e possiamo usare questa conoscenza in modi in cui in passato non sarebbe stato possibile usarla. Ad esempio, una delle cose che sappiamo con certezza è che esiste una enorme differenza tra individuo e individuo riguardo al livello di suggestionabilità. Voglio dire, questo si è sempre saputo. Però oggi conosciamomolto approfonditamente la struttura statistica di una popolazione in relazione al suo livello di suggestionabilità. E’ molto interessante osservare le scoperte compiute nei diversi campi: il campo del’ipnosi, quello della somministrazione di placebo, quello della suggestione in condizioni di assopimento o sonno leggero. Si potrà scoprire che nelle rilevazioni continuano ad emergere sempre gli stessi ordini di grandezza.

Si potrà scoprire, ad esempio, che – come sa ogni bravo ipnotista – il numero dipersone che possono essere ipnotizzate con la massima facilità – [schiocca le dita] in questo modo – è circa del 20%; e che, sull’altro versante, esiste un numero corrispondente di persone che è estremamente difficile o quasi impossibile ipnotizzare. Nel mezzo, troviamo un’enorme quantità di persone che possono essere ipnotizzate con maggiore o minore difficoltà, che possono essere portate, gradualmente e con un po’ di lavoro, ad uno stato ipnotico; e le stesse percentuali le troviamo, ad esempio, in relazione alla somministrazione di placebo.

Tre o quattro anni fa, all’ospedale generale di Boston, fu fatto un grande esperimento su alcuni pazienti postoperatori: a centinaia di uomini e donne, chesoffrivano di sintomi dolorosi di tipo similare dopo essere stati sottoposti ad operazioni difficili, fu consentito di richiedere un’iniezione ogni qualvolta il dolore si faceva insopportabile. Le iniezioni erano nel 50% dei casi di morfina, nel restante 50% dei casi di acqua. Il 20% delle persone sottoposte all’esperimento provò lo stesso sollievo tanto con l’acqua distillata quanto con

la morfina. Circa il 20% non provò alcun sollievo con l’acqua distillata, e tra queste due categorie vi erano tutti coloro che provarono un sollievo parziale o occasionale.

Vediamo quindi, ancora una volta, lo stesso tipo di distribuzione. E, similarmente, riguardo a ciò che in MN chiamavo Ipnopedia - l’isegnamento durante il sonno - non molto tempo fa parlavo con un tale che produce quei dischi che si possono ascoltare nella fase di sonno leggero, sapete, quei dischi per diventare ricchi, per la soddisfazione sessuale, per acquisire fiducia nelle vendite, eccetera. Mi disse che la cosa interessante era che questi dischi venivano venduti con la garanzia “soddisfatti o rimborsati” e che c’era una percentuale di acquirenti compresa tra il 15 e il 20% che scrivevano indignati, dicendo che i dischi non funzionavano e lui doveva restituirgli il denaro. D’altro canto, c’era un altro 20% di persone che scrivevano entusiaste, dicendo che ora erano molto più ricche, che la loro vita sessuale era migliore, ecc. ecc. E questi naturalmente erano clienti da sogno, quelli che compravano altri dischi. Tra gli uni e gli altri c’erano coloro che ottenevano scarsi risultati e dovevano essere incoraggiati con lettere che dicevano “Forza amico, insisti e cela farai”. Costoro generalmente ottenevano risultati solo sul lungo periodo.

Sulla base di ciò che ho detto fin qui, penso si possa vedere chiaramente che le popolazioni umane possono essere classificate a seconda del loro grado di suggestionabilità. Ho il forte sospetto che questo 20% che abbiamo visto sia una percentuale presente in tutti i casi, e sospetto anche che non sarebbe difficile identificare e distinguere coloro che sono estremamente suggestionabili da coloro che non sono suggestionabili affatto e stabilire chi siano, invece, coloro che stanno a metà strada. E’ evidente che se nessuno fossesuggestionabile, le società organizzate non sarebbero possibili; e se tutti fosserofortemente suggestionabili, allora una dittatura sarebbe assolutamente inevitabile. E’ una vera fortuna che ci troviamo ad avere una maggioranza di persone moderatamente suggestionabili, che ci preservano dalla dittatura ma consentono la costituzione di una società organizzata. Ma, una volta appurato che esiste questo 20% di persone altamente suggestionabili, risulta chiaro che ciò rappresenta un problema di enorme rilevanza politica; ad esempio, qualsiasidemagogo che riesca a far presa su un ampio numero di questo 20% di persone e ad organizzarle, avrà la possibilità di rovesciare qualunque governo in qualunque paese.

Dopo tutto credo che abbiamo avuto, in anni recenti, il più incredibile esempio di ciò che si può fare grazie a metodi efficienti di suggestione e persuasione nella persona di Hitler. Chiunque abbia letto, ad esempio, la “Vita di Hitler” di Alan Bullock, non può fare a meno di provare un’atterrita ammirazione per questo genio infernale, che conosceva bene le debolezze umane, meglio, credo,di chiunque altro, e che sapeva sfruttarle con tutte le risorse che aveva a disposizione. Egli conosceva, intuitivamente, quella verità pavloviana per cui un condizionamento eseguito in uno stato di stress o di affaticamento va più in

profondità di un condizionamento eseguito in altri momenti. Ecco perché tutti i suoi discorsi più importanti venivano pronunciati di sera. Egli lo dice in modo molto esplicito nel Mein Kampf : il motivo era che a sera la gente è più stanca e quindi meno in grado di resistere alla persuasione di quanto potrebbe fare durante il giorno. Con le tecniche che usava era riuscito a scoprire intuitivamente, e procedendo per tentativi, molte di quelle debolezze che oggi, grazie all’approccio scientifico, conosciamo molto meglio di lui.

Resta il fatto che questa differenza di suggestionabilità, questo diverso grado diresistenza all’ipnosi, deve essere preso in attenta considerazione in ogni discorso che riguardi i governi democratici. Se esiste davvero un 20% di popolazione che può essere suggestionato fino a fargli credere qualunque cosa, allora dobbiamo stare estremamente attenti a impedire l’ascesa di demagoghi che potrebbero guidare queste persone su posizioni estreme, organizzandole in grandi eserciti privati, molto, molto pericolosi, che potrebbero arrivare a rovesciare il governo.

Nel campo della persuasione oggi sappiamo molte più cose che in passato e ovviamente possediamo strumenti che possono moltiplicare la voce e le immagini dei demagoghi in maniera allucinante. Parlo della TV e della radio. Hitler faceva un uso massicio della radio, poteva parlare simultaneamente a milioni di persone. Questo crea uno scarto enorme tra i demagoghi antichi e quelli moderni. Il demagogo antico poteva suggestionare tante persone quante poteva raggiungerne la sua voce urlata a squarciagola, non di più; ma il demagogo moderno può raggiungerne letteralmente milioni allo stesso tempo e moltiplicando le proprie immagini può produrre quella sorta di effetto allucinatorio che è di enorme importanza nell’ipnosi e nella suggestione.

Dopo di che si può pensare a molti altri metodi, i quali, grazie al cielo, non sono ancora stati usati, ma che ovviamente potrebbero esserlo. Tra essi c’è, ad esempio, il metodo farmacologico, una delle cose di cui parlavo in MN. Avevo inventato una droga immaginaria chiamata SOMA, che naturalmente non può esistere nei termini in cui la presentavo nel romanzo, essendo allo stesso tempo uno stimolante, un narcotico e un allucinogeno; il che è piuttosto improbabile per una sostanza stupefacente. Ma il punto è che utilizando più sostanze si potrebbero ottenere anche oggi i risultati che descrivevo. E la cosa più interessante di queste nuove sostanze chimiche, di queste droghe che modificano la mente, è questa: nel corso della storia l’uomo ha sempre provato una forte attrazione per quelle sostanze chimiche in grado di alterare la mente, ha sempre desiderato prendersi una vacanza da se stesso. La cosa più straordinaria di tutte è che ogni narcotico, stimolante, sedativo o allucinogeno di cui aveva bisogno era già stato scoperto in natura fin dall’alba dei tempi. Neppure una di queste droghe naturali è stata scoperta dalla scienza moderna.

La scienza moderna possiede sistemi molto più efficaci per estrarre i princìpi attivi di queste droghe e ha scoperto, naturalmente, molti metodi per

sintetizzare droghe estremamente potenti, ma la scoperta vera e propria dell’esistenza in natura di queste sostanze fu fatta dall’uomo primitivo, dio solosa quanti secoli or sono. Per esempio in alcune abitazioni del neolitico, ritrovate durante scavi in Svizzera, sono state rinvenute foglie di papavero, il che significa che già a quell’epoca l’uomo conosceva questo narcotico antico, potente e pericoloso, molto prima che esistesse l’agricoltura. Sembra proprio che l’uomo fosse tossicodipendente molto prima di diventare contadino, il che è un modo piuttosto curioso di commentare la natura umana.

Ma la differenza tra le antiche droghe, le tradizionali generatrici di stati mentalialterati, e le nuove sostanze sta nel fatto che le prime erano estremamente nocive mentre le seconde non lo sono. Voglio dire che perfino droghe legali come l’alcool non sono del tutto innocue, come ben si sa; le altre droghe, quelleillegali come l’oppio e la cocaina, l’oppio e i suoi derivati, sono davvero molto nocive. Generano rapidamente dipendenza e in certi casi portano in breve tempo alla degenerazione fisica e alla morte.

La cosa più notevole è che una gran parte di queste sostanze che alterano la mente producono effetti enormi sul piano mentale del nostro essere, ma quasi nessuno sul piano fisiologico. Si hanno, ad esempio, effetti enormi con l’LSD-25 o con la psilocibina – una sostanza recentemente sintetizzata – che è il principio attivo del fungo sacro messicano. Si possono ottenere enormi effetti sulla mente senza produrre effetti fisiologici più seri di quelli che si otterrebbero bevendo un paio di cocktail. E questo è un effetto davvero straordinario.

E’ vero anche che le case farmaceutiche stanno producendo una grande quantitàdi queste nuove droghe meravigliose e la cura è quasi peggio della malattia. Ogni anno la nuova edizione dell’annuario di medicina contiene un capitolo sempre più lungo dedicato alle malattie iatrogeniche, cioè ai malanni provocati dai dottori. Ed è un fatto che molte di queste droghe meravigliose siano molto pericolose. Producono effetti straordinari e in condizioni critiche si dovrebbe sì usarle, ma con la massima cautela. Ma esiste anche un’intera categoria di droghe che influiscono sul sistema nervoso centrale, producendo enormi effetti sedativi, di euforia e di stimolazione dei processi mentali, senza creare alcun danno visibile al corpo umano, e questo rappresenta per me la più straordinaria delle rivoluzioni. Nelle mani di un dittatore queste sostanze potrebbero essere utilizzate, in un modo o nell’altro, in modo da non generare complicazioni fisiche e il risultato, come si può immaginare, sarebbe un’euforia che renderebbe le persone completamente felici anche nelle circostanze più abominevoli.

Queste cose sono possibili. La cosa straordinaria è che si possono fare anche con le vecchie droghe comuni. Anni fa un mio compagno di stanza, dopo aver letto il Paradiso perduto di Milton, commentò: “La birra ha fatto più di Milton per giustificare l’atteggiamento di Dio verso l’uomo”. E la birra è senz’altro

una droga molto primitiva se paragonata alle altre. Possiamo dire senz’altro chealcuni stimolanti psichici e certi nuovi allucinogeni possono fare molto più di Milton e di tutti i teologi messi insieme per far apparire più tollerabile il terrificante mistero della nostra esistenza. Ecco un’enorme area in cui la rivoluzione definitiva potrebbe funzionare molto bene, un’area in cui sarebbe possibile ottenere un controllo notevole non attraverso il terrore, ma facendo sembrare più gradevole la vita. Gradevole fino al punto – come dicevo prima – da spingere gli esseri umani ad apprezzare una condizione che, secondo standard umani decorosi e ragionevoli, non dovrebbero apprezzare affatto. Io credo che questo sia perfettamente realizzabile.

Vorrei anche parlare, molto brevemente, delle recenti scoperte nel campo della neurologia, riguardo l’impianto di elettrodi nel cervello. Queste tecniche sono state sperimentate su larga scala su cavie animali e in alcuni casi anche su pazienti affetti da demenza incurabile. Chiunque abbia osservato il comportamento di topi con elettrodi inseriti in diversi centri cerebrali esce da questa esperienza con una forte preoccupazione sul destino che potrebbe attenderci se mai a un dittatore venisse in mente di utilizzare questi metodi. Non molto tempo fa ho osservato alcuni di questi topi in un laboratorio dell’UCLA: c’erano due gruppi, il primo con elettrodi piantati nei centri del piacere. Questi topi avevano una barra, collegata all’elettrodo con un cavo, che poteva essere premuta e che generava per qualche istante una blanda corrente elettrica che stimolava i centri del piacere. I topi premevano questa barra circa 18.000 volte al giorno. Se un giorno gli si impediva di premerla, il giorno successivo la premevano 36.000 volte, continuando finché non crollavano completamente esausti. Non mangiavano, non si interessavano più all’altro sesso, ma semplicemente continuavano a premere questa barra.

I topi più interessanti erano quelli ai quali l’elettrodo era stato impiantato a metà strada tra i centri del piacere e quelli del dolore. Il risultato era un incrociotra l’estasi più meravigliosa e allo stesso tempo una sensazione di tormento. Si vedevano i topi guardare la barra come se stessero pensando “essere o non essere questo è il problema”. Alla fine si avvicinavano e poi si ritraevano con questo [incomprensibile nell’audio, NdT], aspettavano un po’ e poi premevano la barra di nuovo. Era questa la cosa straordinaria.

In un recente numero di Scientific American ho notato un articolo molto interessante sulle sperimentazioni con elettrodi eseguite sul cervello delle galline. La tecnica è molto ingegnosa: gli si infila nel cervello una specie di spinotto con una vite sopra e in questo modo l’elettrodo può essere avvitato sempre più in profondità nella corteccia cerebrale. In qualsiasi momento si possono eseguire dei test in relazione alla profondità, che varia di poche frazioni di millimetro, sui punti che si stanno stimolando. Queste creature non vengono stimolate via cavo, ma viene loro applicato un radioricevitore miniaturizzato, che pesa meno di 30 grammi, con cui possono ricevere segnali a distanza. In pratica, mentre stanno correndo per il cortile, si può schiacciare

un pulsante e l’area specifica del cervello in cui è stato impiantato l’elettrodo verrà stimolata. Si assiste così a quel fantastico fenomeno per cui una gallina che dorme si alza all’improvviso e inizia a correre, oppure una galina in movimento all’improvviso si accovaccia e si addormenta; o una gallina si accovaccia e inizia a comportarsi come se stesse covando un uovo o un gallo dacombattimento cade preda della depressione.

Il controllo totale che si esercita con questi congegni è terrificante e in quei pochi casi in cui è stato sperimentato su esseri umani gravemente ammalati i risultati sono stati altrettanto rimarchevoli. L’estate scorsa, in Inghilterra, parlavo con Grey Walters, che è il più eminente esperto della tecnica EEG in Inghilterra. Mi diceva di aver visto, all’interno di alcuni manicomi, dei pazientiincurabili con qusti affari infilati nella testa, e questi pazienti soffrivano di depressione incontrollabile. Avevano questi elettrodi inseriti nei centri cerebralidel piacere e quando si sentivano veramente male schiacciavano un bottone sulla batteria che avevano in tasca e i risultati – così mi ha raccontato – erano stupefacenti. La bocca inclinata all’ingiù improvvisamente si risollevava e queste persone si sentivano gioiose e felici. Un’altra tecnica straordinaria che oggi è a nostra disposizione.

E’ ovvio che al momento queste tecniche non vengono utilizzate se non in via sperimentale, ma credo sia importante capire cosa sta succedendo per prendere confidenza con ciò che è già successo e quindi usare un po’ d’immaginazione per estrapolare e proiettare nel futuro ciò che potrebbe succedere. Cosa potrebbe succedere se queste tecniche fantastiche e poderose fossero usate da persone senza scrupoli dotate di autorità? Cosa mai succederebbe, che razza di società potremmo ottenere?

Ciò è particolarmente importante se si pensa che, guardando alla storia passata, fino ad oggi abbiamo sempre permesso a questi progressi tecnologici che modificano profondamente la nostra vita sociale e individuale di coglierci di sorpresa. Mi sembra sia stato tra la fine del 18° e l’inizio del 19° secolo che le nuove macchine hanno consentito lo sviluppo dell’industria. Non era oltre le possibilità umane osservare ciò che stava accadendo, proiettarlo nel futuro e magari prevenire le terribli conseguenze che avrebbero devastato l’Inghilterra, buona parte dell’Europa Occidentale e questo paese per sessanta o settant’anni, gli orribili abusi del sistema industriale. E se una certa dose di previdenza fossestata applicata in quel momento al problema e se la gente avesse prima cercato di capire cosa stava succedendo e poi usato l’immaginazione per capire cosa poteva succedere e quindi avesse elaborato gli strumenti per far sì che le peggiori applicazioni della tecnica non avessero luogo, allora credo che l’occidente si sarebbe risparmiato circa tre generazioni di miseria terribile imposta ai poveri di quell’epoca.

La stessa cosa vale per i progressi tecnologici odierni. Dobbiamo pensare ai problemi dell’automazione e – in modo più approfondito – a quelli che

potrebbero sorgere grazie a queste tecniche, che potrebbero davvero contribuirea questa rivoluzione definitiva. Il nostro compito è di essere consapevoli di ciò che sta accadendo e di usare la nostra immaginazione per capire cosa potrebbe succedere, in che modo si potrebbe approfittarne e infine, se possibile, di provvedere affinché gli immensi poteri che oggi possediamo grazie a queste scoperte scientifiche e tecnologiche vengano usati a beneficio dell’umanità e non per la sua degradazione.