HIS449_MATRIMONIO CON INGANNO

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Transcript of HIS449_MATRIMONIO CON INGANNO

In vendita dal 13 febbraio.

Quando scandalo e seduzionesi incontrano nell’alta società.

Quando soccorre una sconosciuta,Rafe St Alban non immagina che la

sua vita cambierà drasticamente. Ma il gelo che ha da tempo improgionato il suo cuore,

non riesce a non sciogliersi a ogni sguardo della giovane…

Cadere tra le braccia di Lord Stephen Fitzwaring è come scivolare in un oscuro tunnel di passione e sensualità. Lo sa bene Delphine, che nell’indimenticabile notte trascorsa con lui scopre un mondo sconosciuto e sconvolgente. Ma l’alba del nuovo giorno squarcia il velo dell’incantesimo, lasciandola di fronte a una drammatica, cruda realtà: ormai è una donna rovinata...

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Christine Merrill

Matrimonio con inganno

Immagine di copertina: Gian Luigi Coppola

Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

Two Wrongs Make a Marriage Harlequin Mills & Boon Historical Romance

© 2012 Christine Merrill Traduzione di Maria Pia Smiths Jacob

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto

di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con

Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

persone della vita reale è puramente casuale.

Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione Harmony History febbraio 2013

Questo volume è stato stampato nel gennaio 2013

da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd)

HARMONY HISTORY ISSN 1124 - 7320

Periodico quindicinale n. 449 dello 06/02/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 624 dell'11/10/1996 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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Rapita! Disonorata! Costretta a sposare il suo seque-stratore per evitare lo scandalo! Era perfetto, fin troppo. Jack Briggs trattenne a stento la propria soddisfazione. Non era quello, infatti, il momento di farne mostra. La tela che aveva iniziato a tessere sin dall'inizio della Stagione londinese stava, improvvisamente e in modo del tutto inaspettato, giungendo all'agognato compimento. Era a un passo dall'impalmare una donna ricca e di ottima nascita con largo anticipo rispetto ai piani prefissati. Miss Cynthia Banester non era la donna che aveva sperato di accalappiare. Non vi era stato, infatti, il tempo materiale per preparare le basi di una campagna per la conquista della sua mano. Grazie al cielo, però, era di nobili natali, benestante, molto graziosa e desi-derabile. Ma, cosa più importante, era tutto ciò che il Conte di Spayne gli aveva chiesto di portare nella sua famiglia con il matrimonio. Jack, naturalmente, si era riproposto di sottoporre all'approvazione del nobiluo-mo la prescelta, prima di dichiarare le proprie inten-zioni, ma l'improvviso rapimento aveva cambiato ogni cosa. Ora che erano state sfoderate le armi non era più possibile tornare indietro. La fanciulla, immobile tra l'ingresso del gazebo e

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Jack, gli scoccò un sorriso tra lo speranzoso e il pre-occupato, quasi che la sua felicità dipendesse dalla cooperazione che l'uomo si sarebbe compiaciuto di concederle. «Spiacente, Lord Kenton, ma non posso permettervi di andarvene. Se tentaste di farlo, sarei costretta a spararvi.» Jack fissò la pistola che la giovane impugnava, alzò le mani, si stampò sul volto il suo sorriso migliore e diede inizio alla propria opera di incantatore. «Non me ne andrei per niente al mondo, mia cara. Non vi ho forse seguito spontaneamente fin qui, quando mi avete chiesto di venire con voi in un angolo lontano dagli ospiti?» «Lo avete fatto solo perché speravate di prendervi qualche libertà» fu la replica saggia di lei. La valuta-zione era giusta, ma espressa con così tanta freddezza da lasciarlo sorpreso. «Mi avete giudicato sciocca al punto da lasciare una sala da ballo affollata per pas-seggiare in un giardino buio con un uomo che quasi non conosco.» Cynthia strinse più forte il calcio dell'arma la cui canna, muovendosi, puntò dritta e mi-nacciosa verso il bassoventre dell'interlocutore. «Avrei dovuto prevederlo» ammise Jack. «Tuttavia non biasimatemi, perché, nella maggior parte dei casi, l'improvvisa proposta di un tête-à-tête prelude con e-sattezza a ciò che voi mi negate. Se foste così gentile da abbassare la pistola, vi darei la mia parola di genti-luomo che non accadrà nulla e potremmo discutere, senza la minaccia della violenza, le ragioni di questo incontro. Sappiate che sarei ben felice di porgervi le mie scuse per qualunque offesa possa avervi arrecato senza averne alcuna intenzione.» Le sorrise. Il gazebo che li ospitava era abbastanza vicino alla casa. Un gridolino di piacere un po' più

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forte del dovuto e sarebbero stati scoperti, a discapito della reputazione di lei. Briggs, a quel punto, le a-vrebbe offerto, pur se con una certa aria di rassegna-zione, di riparare. Se solo fosse riuscito a disarmarla... La fine delle ostilità avrebbe dato il via alla seduzione. I grandi occhi verdi di lei lo fissarono con malcela-to scetticismo. «Se mettessi via la pistola, come potrei proteggermi dalle vostre avance?» In alcun modo. Cynthia lo guardò come se gli avesse letto nel pen-siero e increspò le labbra. Labbra da baciare. La luna le danzava tra i riccioli ramati e rendeva quasi perla-cea la pelle del voluttuoso décolleté. Jack si domandò quali altre deliziose curve si nascondessero sotto quel signorile abito di mussola. Miss Banester, al contrario delle altre candide signorine da lui corteggiate, ema-nava un'aura sensuale e peccatrice e possedeva tutti i requisiti per soddisfare un uomo tra le lenzuola. Chis-sà, forse perdere la libertà con lei si sarebbe rivelato piacevole. Abbassò le mani e le congiunse in un gesto di sup-plica. «È necessario che mi teniate tanto distante? Se ci trovassero così, il vostro onore sarebbe compromes-so e io sarei obbligato a sposarvi.» «Proprio ciò che voglio» replicò Cynthia. Riccioli e seno ondeggiarono in modo incantevole, quando an-nuì con vigore. Piuttosto sorpreso, Jack pensò che in tal modo si sa-rebbe risparmiato il corteggiamento. «I vostri metodi sono poco ortodossi.» Abbassò ancora un po' le mani. «Prometto di non rinfacciarveli, in caso di matrimo-nio. Sappiate, inoltre, che non sono contro l'istituzione in sé e che la rispetto, ma non permetterò che mia mo-glie porti una pistola in camera da letto.»

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«È del tutto comprensibile» convenne lei, senza tut-tavia accennare a separarsi dall'arma. «Se il vostro scopo è quello di sposarmi, non sareb-be male potersi conoscere meglio.» Jack le sorrise di nuovo e pensò a quanto avrebbe gradito baciare quelle labbra deliziose. «Non ho alcuna obiezione in merito, ma sono certa che si possa fare mantenendo le debite distanze.» Cynthia serrò ancora di più le dita intorno all'arma. «Ne siete certa?» Lui allungò una mano nella sua direzione. «Non vi sarebbe alcun rischio a sedere vici-ni e ammirare le rose attraverso il graticcio del gaze-bo.» Inspirò a fondo. «L'aria è un balsamo profumato e i raggi della luna tingono i fiori d'argento.» «Saranno altrettanto belli anche dopo le nostre noz-ze» ribatté lei. «Nozze che celebreremo» la rassicurò Jack. «Vi do la mia parola. Non accadrà nulla che non vi piacerà.» Sarebbe piaciuto a entrambi; non aveva dubbi, al ri-guardo. «Non sarebbe decoroso.» «A una coppia è permesso di scambiarsi qualche bacio nel giorno del loro fidanzamento.» La pistola non si mosse. «Potrete baciarmi una vol-ta. Quando i miei ci avranno scoperto e potranno es-serne testimoni.» Accidenti! In passato si era sempre imbattuto in giovani fanciulle curiose e ben disposte agli approcci della seduzione, se non vi era il rischio di essere sor-presi. Quella che aveva di fronte, invece, sembra pun-tare dritta allo scandalo. «Una volta sposati, mi aspetto di essere baciato più di una volta... e non solo» le rammentò con un'alzata maliziosa di sopracciglia, ma senza accennare ad altro.

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«Vi riferite ai doveri coniugali» ribatté lei con una pudicizia resa sensuale dalla franchezza con la quale si era espressa. «Non ho obiezioni in merito.» «Buono a sapersi» approvò lui, immaginando come la pelle lattea della giovane si sarebbe soffusa di rosa dopo la prima lezione. «Non stasera, comunque. Prima devo maritarmi.» «Dobbiamo» la corresse Jack. «Si è in due a farlo. Posso, a tal proposito, chiedervi cosa ha fatto cadere la vostra scelta sul sottoscritto? E rassicuratevi, perché non ho niente da obiettare. Anch'io avevo deciso di sposarmi, nell'ambito della Stagione, anche se non a-vevo ancora fissato le mie attenzioni su nessuna. Pur tuttavia, non si può dire che voi e io ci conosciamo.» «È stato difficile farmi notare da voi.» Strano, pensò Jack. Le rosse voluttuose erano sem-pre state le sue preferite. Se si fosse adoperata per mettersi in mostra, non avrebbe mancato di accorger-sene. «Questa sera avete tutta la mia attenzione. Come mai non vi ho mai vista? Da Almack's, o in altri luoghi simili, le fanciulle non fanno che mettersi in vetrina. Avete parlato con qualcuno del vostro interesse per la mia persona?» Cynthia si morse le labbra. «Fino a poco tempo fa non mi ero resa conto dell'urgenza di... sposarvi.» Vi fu una breve pausa durante la quale lei parve ri-cordare di amarlo. «Siete lo scapolo più ambito, que-st'anno, Lord Kenton. La mia natura timida, però, mi ha sempre trattenuto dall'esibirmi davanti ai vostri oc-chi. Del resto, sapete come si dice: il corteggiar a noi non istà bene.» «Shakespeare.» Il cuore di Jack batté al ritmo di quel verso. Nulla più di una citazione del Bardo riu-

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sciva a interessarlo. Lei però non poteva saperlo, per-ché altrimenti non lo avrebbe attirato in quel giardino. «Avete urgenza di un marito?» «Oh, sì.» Cynthia annuì con vigore e Jack, di fronte al sensuale movimento del décolleté dovette sforzarsi per riflettere sulle ragioni di tanta fretta. Se si trattava di un figlio c'era solo da sperare che assomigliasse più alla madre che al padre. Spayne sarebbe dovuto essere più chiaro riguardo alla sua missione. Aveva chiesto una donna ricca. Tut-tavia doveva sapere che dai matrimoni nascevano figli e considerata la fretta che mostrava di avere di un ere-de, tanto da averlo incaricato di quella missione, sa-rebbe stato importante, per lui, sapere se il figlio era di Jack o di qualcun altro? Un raggio di luna si posò sulle spalle nivee di Cynthia spruzzate, qua e là, di lentiggini, come zuc-chero e cannella su un biancomangiare. Al diavolo Spayne e le sue possibili obiezioni! Un uomo, si disse Jack, aveva le sue necessità e Miss Banester era così perfetta che sembrava mandata dal cielo. Sollevò le mani in un gesto di impotenza. «Lungi da me intralciare una donna che sa quello che vuole. Tutto ciò che importa è che siete di ottima famiglia e mi volete.» Così come la voleva lui. Anche se Miss Banester mostrava una certa intran-sigenza su determinati argomenti, un fatto era certo: se aveva già subito una caduta, lui non si sarebbe creato scrupoli a concludere un matrimonio così inconsueto. In fondo, se equamente ripartita, un po' di delusione non avrebbe nuociuto a nessuno. «Sono tutto vostro e, considerato che non mi permettete di baciarvi, datemi almeno la mano per siglare l'accordo.» Jack tese un braccio verso l'interlocutrice.

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Lei lo studiò, cauta e come in cerca del tranello; poi, piano, gli porse la sinistra elegantemente inguan-tata. «La destra» dichiarò lui in tono deciso. «Altrimenti non è ufficiale.» Lei lo guardò di nuovo e appuntò gli occhi sulla pi-stola, prima di appoggiarla su una panca e offrirgli la mano giusta. Jack la prese, si lasciò cadere sul sedile alle sue spalle e tirò con sé Cynthia, che si ritrovò sulle gambe di lui, i polsi intrappolati e impossibilitata a recupera-re la pistola. «Lasciatemi!» Miss Banester si dimenò in maniera deliziosa. «Tra un istante. Quando sarò certo che non mi pun-terete di nuovo un'arma addosso e avremo stabilito che sono l'aggressore e non la vittima. Non vorrete che la gente pensi che mi avete costretto alle nozze con la violenza, vero?» La cinse per la vita e l'avvicinò a sé, godendosi la dilettevole frizione dei loro corpi impegnati a lottare per due motivi opposti. «È meglio che venga biasimato io per essermi ap-profittato di una giovane innocente e di grande avve-nenza, così, non appena vostro padre mi chiederà di riparare all'istante, mi affretterò ad acconsentire.» «Davvero lo farete?» Cynthia smise di opporre resi-stenza e Jack si beò di tanta gratitudine per il favore che le stava rendendo. «Certo, tesoro. Noi, però, dobbiamo fare del nostro meglio per rendere il tutto il più possibile veritiero. Io sono il seduttore e voi l'indifesa fanciulla caduta tra le mie grinfie.» «Sì» borbottò lei, scettica.

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«Esatto.» Jack le palpò il posteriore e rese più inti-mo il loro contatto. Poi le accarezzò il viso con un di-to, impigliandolo a un ricciolo fulvo. «Adesso mi prenderò il bacio che mi avete offerto. Dopo griderete, attirando l'attenzione degli ospiti e io chiederò in ma-niera convincente la vostra mano.» I grandi occhi verdi della giovane lo fissarono, pie-ni più di aspettativa che di timore. Sotto quello sguardo attento, lui si sentì la testa leggera ed ebbe l'impressione di non riuscire più a pensare con chiarezza, sebbene conscio della necessi-tà, in quel momento più che mai, di restare lucido, da-ta la delicatezza della situazione. Qualcosa, infatti, continuava a non quadrare. Forse sarebbe stato più saggio rinviare tutto al mattino seguente. Un'ultima occhiata alle labbra di Miss Banester, però, bastò a fargli accantonare ogni perplessità. Schiacciò il petto morbido della giovane contro il proprio torace e si impossessò di quella bocca. Fino a quel momento aveva fatto poca esperienza con delle vere gentildonne, ma non aveva mai baciato nessuna come Cynthia. Lei era innocente, cauta, sem-plice, ma con la grazia, il candore e la dolcezza di una Giulietta. Così fece del proprio meglio per trasformar-si in un Romeo degno di lei, dimostrandole tutto l'ar-dore del primo amore, pur se con maggior disinvoltu-ra. Se quel bacio era tutto ciò che avrebbe avuto sino alla notte di nozze, allora doveva essere memorabile. Le labbra di Cynthia si schiusero come un bocciolo sotto il sole di maggio e la passione di Jack si infiam-mò, nonostante fosse del tutto consapevole che niente sarebbe potuto accadere, prima del matrimonio. Il che, tuttavia, non significava che non potesse indurla a de-siderare qualcosa di più.

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Dovette essere riuscito nell'intento, perché, quando si staccò da lei, le labbra della giovane tentarono di prolungare il contatto, sebbene Jack avesse iniziato a baciarle la gola. «La vostra bocca ha il colore delle ci-liegie» le sussurrò, «e i vostri seni sono bianchi come una coppia di colombe.» Gli parve quasi di udire le grida di disapprovazione dagli spalti del teatro per la mediocrità dell'iperbole, ma Cynthia sembrò gradire, perché si sciolse in un muto sospiro. Jack le guardò il décolleté. «Posso osare toccarlo? No, non posso, eppure devo» mormorò, accarezzando-la e disseminandole la pelle esposta di baci. Per tutta risposta, la piccola ammaliatrice gli pre-mette le labbra sul petto mentre lo tratteneva a sé per i capelli. Jack lottò con tutte le forze per trattenersi dal sollevarle le gonne e concludere la serata come sareb-be stato logico fare. No, si ripeté. Non oggi. Bisognava aspettare con pazienza di potersi saziare con tutta quella dolcezza fino a non poterne più. Tra qualche mese, poi, Lord Kenton sarebbe morto tragicamente lasciandola ricca e vedova e lui, Jack, sarebbe stato di nuovo libero e con un bagaglio più ricco di esperienza. Prima di visi-tare le terre inesplorate si sarebbe potuto dilettare con qualche altro luogo, per così dire, dell'incantevole Cynthia. Gli era difficile immaginare di essere pagato per diventare il signore e padrone di un bocconcino simile. Ma visto che qualcuno doveva sacrificarsi, perché non lui? Sospirò, felice, e affondò ancora di più il viso tra quei seni voluttuosi, finché, a un tratto, non gli venne in mente che lo scopo dell'avance in atto era quello di farsi scoprire. E dunque disse addio alla coppia di co-

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lombe e le pizzicò il fondoschiena, facendola gridare. «Cynthia!» Come per incanto, la madre di lei ap-parve da dietro il gazebo e sorprese la figlia tra le braccia di Lord Kenton. «Madre!» Dopo un istante di confusione, la fanciul-la sembrò ricordarsi la parte e, con un gesto teatrale, si portò una mano alla fronte. La scena sortì l'effetto desiderato e la genitrice si avvicinò alla creatura ormai disonorata. «Signore! Come osate?» Jack alzò le mani come se di nuovo si trovasse sotto la minaccia delle armi. «Ahimè, Lady Banester, non ho saputo resistere. Il vino, la luna, la bellezza e la grazia perfetta di vostra figlia... mi hanno sopraffatto.» Con la coda dell'occhio, vide la gente iniziare ad affol-larsi intorno al gazebo. Fu allora che si lasciò cadere su un ginocchio. «Naturalmente, farò ciò che devo. E con immenso piacere. Non mi rammarico della mia precipitosa a-zione, se essa incoraggerà l'unione con questa dolce fanciulla, unione che farà di me il più felice degli uo-mini.» Chinò la testa. «Datemi il vostro consenso, Miss Banester. Prendete la mia mano, il mio cuore, il mio... tutto. Depongo ogni cosa ai vostri piedi.» Gli parve di scorgere, nei verdi occhi di lei, una scintilla di diffidenza; se non fosse stata così bella, Jack si sarebbe sentito offeso. Quella sera, infatti, si sentiva al massimo della forma e il resto del pubblico pendeva dalle sue labbra. Sentiva le altre fanciulle presenti sospirare, rapite, mentre Cynthia, adesso che lo aveva in pugno, sembrava quasi non volerlo più. Ormai, però, era troppo tardi per cambiare idea. La madre aveva visto tutto e teneva le mani appoggiate sul petto che, con tutta evidenza, Cynthia aveva eredi-

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tato. «Vi ringrazio, Lord Kenton, per esservi offerto di proteggere la mia creatura.» «Che sta succedendo?» Al contrario della statuaria consorte, il mingherlino Sir William Banester si do-vette aprire un varco tra gli astanti per vedere meglio. «Kenton, idiota! Alzatevi da terra. Se la volete, potete averla, ma avreste potuto fare la vostra proposta in un salottino, come si confà a un gentiluomo. Regoleremo la faccenda domattina. Andiamo, Thea.» «Sì, papà.» La sua promessa si sforzò di apparire contrita e felice al tempo stesso e, prima di lasciarlo, lo guardò, quasi sorpresa che il piano fosse andato a buon fine. «A domani, amore mio» la salutò Jack. Vi sarebbe stato tempo per i dettagli. «Con il consenso dei vostri genitori, verrò a trovarvi. Abbiamo molto di cui discu-tere.» Scoccò a Lady Banester un'occhiata da speran-zoso Romeo. «Ne saremo onorati, Lord Kenton» rispose quella, prima di salutarlo con tale grazia da far sentire grato lui della fortuna non solo di essere ricevuto da una si-mile nobildonna, ma anche di poterne sposare la fi-glia. Fu in quel momento che lui riprese il controllo di sé. Non era più Jack Briggs, umile attore itinerante, ma Lord Kenton, lo scapolo più ambito della Stagio-ne. I Banester dovevano essere felici di averlo in fa-miglia, come lui era soddisfatto del proprio operato. Quella sera stessa avrebbe scritto al conte per an-nunciargli la trionfale riuscita del suo piano.

449 - MATRIMONIO CON INGANNO di Christine Merrill Inghilterra, XIX secolo. Cynthia Banester è alla ricerca di un marito ricco il cui denaro le permetta di risanare le finanze di famiglia. Ha messo gli occhi su Lord Kenton, un affascinante gentiluomo erede del Conte di Spayne, e in occasione di un'e-legante serata mondana lo attira in un gazebo per farsi scoprire con lui in una situazione compromettente. Il piano riesce alla perfezione, ma a nozze avvenute la giovane scopre di essere stata ingannata: Lord Kenton si chiama in realtà Jack Briggs e di professione fa l'attore girovago. Come uscire da una simile situazione?

450 - I SEGRETI DI MISS VICTORIA di Gail Whitiker Inghilterra, XIX secolo. Victoria appartiene a una buona fa-miglia e, in quanto tale, dovrebbe preoccuparsi soltanto di fare un buon matrimonio. In realtà è interessata solo alla sua gran-de passione, il teatro, per il quale scrive testi sotto falso nome senza preoccuparsi delle possibili conseguenze. Quando però, a una rappresentazione, incontra Alistair Devlin e se ne inna-mora, inizia a capire l'importanza di avere una buona reputa-zione. Cosa succederebbe infatti se l'affascinante scapolo sco-prisse che il misterioso e acclamato Mr. Valentine Lawe è in realtà Victoria Bretton?

451 - PATTO COL NEMICO di Barbara Cartland Francia, 1805. Vernita Walthman si trova in Francia quando Napoleone viene meno agli accordi del Trattato di Amiens e fa imprigionare tutti gli inglesi. Sfuggita al carcere fingendosi una semplice sarta, grazie alla sua astuzia riesce a entrare nelle grazie di Paolina, sorella dell'Imperatore, e a corte conosce l'affascinante Conte Axel de Storvik. Tra loro è un vero e pro-prio colpo di fulmine, ma quella storia d'amore non ha futuro dal momento che appartengono a due nazioni nemiche e che lui la crede una semplice popolana. Poi il destino spariglia le carte, rivelando nuove, sorprendenti possibilità.

452 - INCONTRI DI MEZZANOTTE di Annie Burrows Inghilterra, 1815. Lady Jayne Chilcott deve trovare marito entro la fine della stagione mondana. Purtroppo, a causa del suo desiderio di indipendenza e della sua insofferenza verso le regole dell'etichetta, si caccia nei guai facendosi sorprendere ad amoreggiare con un soldato. Lord Richard Ledbury le pro-pone allora una soluzione per uscire da quella situazione com-promettente: lui non rivelerà a nessuno l'accaduto a patto che lei dia lezioni di stile a una sua amica. Accettando, Jane è con-vinta di salvarsi da un pericolo, ma in realtà è appena finita in una trappola ben più minacciosa: quella dell'amore!

DAL 20 MARZO

MICHELLE WILLINGHAM Il silenzio del guerriero

MARGARET MCPHEE Vendetta per amore

SCOZIA, 1305 - Marguerite è figlia di un duca, Callum uno scozzese ribelle che ha perduto la voce. Il sentimento che li unisce basterà a sfidare un destino che pare già segnato?

LONDRA, 1810 - Quando Marianne scopre che dietro la ma-schera del brigante che l'ha rapita si nasconde l'attraente Sir Rafe, non lo denuncia. Anzi, decide addirittura di sposarlo!

Il ritorno di Lord Montague CAROLE MORTIMER

INGHILTERRA, 1816 - Tra Giles, l'arrogante primogenito dei Montague, e Lily, umile trovatella, scoccano scintille. Ma sotto le braci del risentimento, cova in realtà la passione...

Misteri a teatro AMANDA MCCABE

LONDRA, 1589 - Affascinante e scanzonato, Robert è un mascalzone dallo spirito indomabile. Ed è colpa sua se la vita di Anna si trova in pericolo... così come il suo cuore!

Elaine Knighton L'amazzone e il cavaliere

Miranda Jarrett Il capitano

Inghilterra, 1237 - In un momento di rabbia Fulk ha tolto la vi-ta al fratello e, da allora, si è ripromesso di non uccidere mai più. Quando però il suo nemico giurato, Grimald, ottiene con l'inganno la vittoria in un torneo e pretende che in cambio del-la libertà lui conquisti Windermere e ne sposi la castellana, Fulk non può esimersi dal prendere le armi. Dopo settimane di assedio Lady Jehanne, detta la Vergine di Ferro perché sotto gli abiti da donna indossa un'armatura, è costretta ad arrendersi. Fulk le propone di allearsi per sconfiggere il comune nemico. E Jehanne, sorprendentemente, accetta di sposarlo...

Inghilterra, 1802 - Lord George Claremont, capitano di lungo corso della Marina di Sua Maestà, è alla ricerca di una tenuta in cui ritirarsi a vivere, e Feversham Hall, un'antica dimora elisa-bettiana che ha visto tempi migliori, fa proprio al caso suo. Tanto più che la governante, Fan Winslow, è una giovane assai attraente che fin dal primo istante ha colpito la sua immagina-zione. Attratto dalla brillante intelligenza della fanciulla non meno che dalla sua avvenenza, il capitano cerca di conquistar-ne anche la fiducia, ma ben presto si rende conto che Fan gli nasconde qualcosa...

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