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7/13/2019 HIRAM-2013_04.pdf http://slidepdf.com/reader/full/hiram-201304pdf 1/112 EDITORIALE A proposito del XX Settembre 3 Maurizio Viroli Libertà di associazione e dovere di segretezza. Considerazioni sull’articolo 18 della Costituzione 7 Agostino Carrino L’Io e L’Altro nel mondo odierno globalizzato 18 Pierluigi Cascioli La repressione penale delle eresie nel Medioevo (Profili storico-giuridici) 28 Antonino Ordile e Giuseppe Lo Sardo Esoterismo e Politica. La Massoneria 33 Giancarlo Elia Valori Minoranze etniche e diritti umani dopo il crollo del blocco sovietico 47 Paolo Ognibene I volti dell’immaginazione 53 Ferdinando Testa Giacomo Sani generale e massone 65 Donato D’Urso La tenebra dietro la luce 75 Antonio D’Alonzo Quando la tecnica è senza emozione ... Non c’è più tempo per l’uomo ... (!?) 81 Salvatore Sansone I nobili viandanti del Terzo Millennio 87 Moreno Neri SEGNALAZIONI EDITORIALI 94 RECENSIONI 107 Rivista del Grande Oriente d’Italia n. 4/2013 HIRAM HIRAM_4_2013:HIRAM 2-12-2013 12:03 Pagina 1

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  • EDITORIALE

    A proposito del XX Settembre3

    Maurizio ViroliLibert di associazione e dovere di segretezza.Considerazioni sullarticolo 18 della Costituzione

    7Agostino Carrino

    LIo e LAltro nel mondo odierno globalizzato18

    Pierluigi CascioliLa repressione penale delle eresie nel Medioevo(Profili storico-giuridici)

    28Antonino Ordile e Giuseppe Lo Sardo

    Esoterismo e Politica. La Massoneria33

    Giancarlo Elia Valori

    Minoranze etniche e diritti umani dopo il crollo del blocco sovietico47

    Paolo OgnibeneI volti dellimmaginazione

    53Ferdinando Testa

    Giacomo Sani generale e massone65

    Donato DUrsoLa tenebra dietro la luce

    75Antonio DAlonzo

    Quando la tecnica senza emozione ... Non c pi tempo per luomo ... (!?)81

    Salvatore SansoneI nobili viandanti del Terzo Millennio

    87Moreno Neri

    SEGNALAZIONI EDITORIALI 94 RECENSIONI 107

    Rivista del Grande Oriente dItalian. 4/2013

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  • AA pprrooppoossiittoo ddeell XXXX SSeetttteemmbbrree

    di MMaauurriizziioo VViirroolliiUniversit di Princeton

    The present brief text delivered during the celebration for the liberation of Rome onthe XX September 2012 reminds all us that only inner freedom is true freedom, andthat the present crisis does not simply concern Italian public institutions but ourconsciousness.

    IIIIl 20 settembre 1870, Francesco DeSanctis, in Roma scriveva: le campane suonano a distesa, e annun-

    ziano lentrata deglItaliani a Roma. Il poteretemporale crolla. E si grida il viva allunitdItalia. Sia gloria al Machiavelli.

    In queste parole del patriota e storicodella letteratura c tutto il significato piautentico del 20 settembre. Quella datafondamentale della nostra storia nazionalenon fu soltanto un evento politico, diplo-matico e militare di grande rilievo perch

    segn il coronamento dellimmane sforzoper la conquista dellindipendenza e del-lunit della patria; fu anche, e soprattutto,un momento della riforma morale e reli-giosa che il nostro Risorgimento si proposedi realizzare.

    De Sanctis conosceva bene il pensiero diMachiavelli, e sapeva che nel Principe avevainvocato un rendentore politico capace disuscitare ostinata fede e piet per la patria,e di fare rinascere lantica virt civile e mi-litare. Ma sapeva anche che il Segretariofiorentino aveva con altrettanta passione econvinzione auspicato e cercato con i suoiscritti di realizzare una vera e propria ri-

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    Abbiamo adunque scrive ancora Ma-chiavelli con la Chiesa e con i preti noi italianiquesto primo obligo di essere diventati sanza re-ligione e cattivi.

    Poich non hanno timore di Dio, n ilsenso della vergogna che nasce dalla verareligione, gli Italiani sono convinti di poterevitare sempre, in un modo o nellaltro, ilgiusto castigo e possono quindi essere cat-tivi con leggerezza. Fra Timoteo, il fratedella Mandragola che di religioso ha sololapparenza, fa ridere, ed in fondo bona-rio. La cattiva educazione morale che la re-ligione cristiana diffonde merita inveceuna condanna seria.

    La nostra religione scrive Machiavelli ha glorificato di pi gli uomini umili e contem-plativi che gli attivi []; ha dipoi posto il sommobene nella umilt, abiezione e nel dispregio dellecose umane, e se richiede che tu abbi in te for-tezza, vuole che tu sia atto a patire pi che a fareuna cosa forte.

    Sulla Chiesa di Roma pesa dunque lagrave responsabilit di aver soffocato negliuomini moderni lamore della libert re-pubblicana, di aver reso il mondo debolee di averlo dato in preda agli uomini sce-lerati, i quali sicuramente lo possono ma-neggiare, veggendo come luniversit degliuomini, per andarne in paradiso, pensa pia sopportare le sue battiture che a vendi-carle.

    Nei secoli della decadenza italiana, que-ste parole di Machiavelli rimasero vive sol-tanto nella coscienza di pochi uomini edonne di alto sentire. Con il Risorgimento enel Risorgimento vissero di vita nuova e

    forma morale e religiosa capace di sosti-tuire letica di cittadini liberi, fondata sulsentimento interiore del dovere, alla mo-rale dei servi insegnata dalla Chiesa diRoma.

    Quando il vento della Riforma scosselEuropa, lItalia ne fu appena sfiorata, scri-veva De Sanctis: troppo colta, troppo av-vezza a ridere della corruzione che laconsumava e che aveva suscitato lindigna-zione del mondo tedesco, lItalia aveva gioltrepassato let teologica; credeva soloalla scienza, e considerava Lutero e Calvinocome dei nuovi scolastici. Per questa ra-gione, scrive De Sanctis in un passo giusta-mente celebre, la Riforma non potattecchire fra noi e rimase estranea alla no-stra coltura, che si sviluppava con mezzisuoi propri. Adagiata sulle rovine del me-dioevo, lItalia non poteva chiedere la basedel nuovo edificio alla teologia, ma allascienza: il suo Lutero fu Niccol Machia-velli, un uomo che amava sinceramente lalibert e lindipendenza della patria, eaveva animo forte e irrobustito dagli ufficie dalle lotte politiche e poi affinato dal for-zato ozio e dalla forzata solitudine.

    E aveva visto bene. Cosaltro se nonuna riforma morale e religiosa volle sti-molare Machiavelli, agli inizi del Cinque-cento, quando scrisse, nei Discorsi sopra laprima deca di Tito Livio, che sulla Chiesa diRoma gravava la colpa di aver tenuto e te-nere lItalia divisa, di aver fatto morireogni divozione e ogni religione e di averinstillato nelle menti degli Italiani la cat-tiveria particolarmente maligna di chinon ha religione?

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    premessa e fondamento della libert poli-tica. Pensiamo a quello che fu il vero innodel Risorgimento, il coro del Nabucco diVerdi. La musica di Va, pensiero nasce nel-lanimo di un uomo sconfitto che per hadentro di s la forza per creare la musicaper un popolo che pu redimersi conlaiuto di quel medesimo Dio che Machia-velli, tre secoli prima, aveva invocato nellasolenna chiusa del Principe. Verdi sente su-bito che dietro le parole di Va pensiero cla narrazione biblica dellesodo: gli schiaviche diventano nazione attraverso un lungocammino che al tempo stesso viaggioverso una meta e trasformazione interiore.Nessuno degli schiavi che si misero allespalle lEgitto raggiunse la terra promessa.Molti morirono fisicamente; tutti morironospiritualmente, perch dovettero liberarsidalla mentalit servile per acquisire la co-scienza dei doveri che anima della libert.

    La medesima esigenza della rinascitamorale rivive nellanimo degli uomini mi-gliori dellantifascismo, e nelle loro paroleil legame con il Risorgimento diventa forzamorale che aiuta a non piegarsi neppure difronte alloppressione del regime fascista.

    Ora triste cosa a dirsi scrive Carlo Ros-selli in Socialismo liberale (1928-9) ma nonper questo meno vera, che in Italia leducazionedelluomo, la formazione della cellula moralebase lindividuo , ancora in gran parte dafare. Difetta nei pi, per miseria, indifferenza, se-colare rinuncia, il senso geloso e profondo del-lautonomia e della responsabilit. Un servaggiodi secoli fa s che litaliano medio oscilli oggi an-cora tra labito servile e la rivolta anarchica. Ilconcetto della vita come lotta e missione, la no-zione della libert come dovere morale, la consa-pevolezza dei limiti propri ed altrui, difettano.

    contribuirono a creare nuova vita dello spi-rito e dunque azione politica redentrice:redentrice perch religiosa. Valga un soloesempio, quello di Mazzini, il maestro mo-rale della nostra unit e indipendenza:

    Luomo pi in alto della terra che lo so-stiene. Ei vive sulla sua superficie e non nel suocentro. I suoi piedi toccano il suolo, ma la suafronte si volge al cielo come sei volesse avviar-visi. Lass, nellalto, splendida in un cielo serenoo nascosta fra nuvoli di tempesta, sta la sua stellapolare. Dal profondo dellanima egli aspira ad unavvenire chei non pu nella forma presente spe-rar di raggiungere, ma ch loggetto dogni atti-vit della vita, il segreto dellessere, lamallevadoria del progresso; e ogni grande epocadellumanit rende quellaspirazione pi intensa,e spande una nuova luce sul concetto chei formadi quellavvenire. A quella luce novellamente dif-fusa corrisponde un rinnovamento sociale - unanuova terra a somiglianza del nuovo cielo. Io nonconosco, parlando storicamente, una sola con-quista dello spirito umano, un solo passo impor-tante mosso sulla via di perfezionamento dellasociet umana, che non abbia radici in una fortecredenza religiosa; e dico che ogni dottrina nellaquale rimanga negletta laspirazione allideale,nella quale non sia contenuta, quale i tempi laconsentono, una soluzione a questa suprema ne-cessit duna fede, a questo eterno problema del-lorigine e dei fati dellumanit, e sar sempreimpotente a ridurre in atto il concetto dun nuovomondo. Potr riescire a foggiare magnificheforme; ma mancher ad esso la scintilla di vitache Prometeo conquistava alla sua statua dalcielo.

    N quelle di Mazzini erano idee di unisolato, altri vissero il Risorgimento comerinnovamento morale, innanzitutto, eman-cipazione delle coscienza quale necessaria

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    Sotto lapparenza della libert dominalanimo servo e il vuoto interiore. Non questa la libert che auspicavano i nostrimaestri del Risorgimento e dellantifasci-smo. Non questa la libert che il XX Set-tembre annunciava.

    Sono parole che invitano a riflettere,devono invitare a riflettere, perch espri-mono la verit della crisi che vive oggilItalia, che non crisi di Istituzioni, macrisi delle coscienze, fiacchezza di senti-menti, assenza di fede vera nella libert.

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    Il divieto delle associazioni segrete posto in uno con il divieto di quelle asso-ciazioni con finalit politiche perseguiteattraverso organizzazioni di carattere mi-litare e questo nesso, come vedremo, rap-presenta certamente uno dei punti pidiscutibili dellarticolo. La dottrina si sof-fermata spesso su questo comma, ma vadetto che altrettanto spesso essa non riu-scita a liberarsi da certi pregiudizi traman-dati o anche soltanto dal timore di essereoggetto, per cos dire, di cattivi pensieri nel

    LLLLe mie considerazioni sullart. 18della Costituzione repubblicana sisoffermeranno sul significato ge-nerale della norma per terminare poi conalcune proposte de iure condendo in meritoal secondo comma dello stesso articolo, ilquale, com noto, proibisce le associazionisegrete. Si tratta di riflessioni di politica deldiritto e tralasceranno quindi gli aspetti didiritto civile relativi alla costituzione, alfunzionamento, al finanziamento e cos viadelle associazioni.

    The Author discusses the main problems stemming from art. 18 of the ItalianConstitution, concerning the illegal character of associations concealed by secretproceedures. His aim is to demonstrate that the Masonic secret has nothing incommon with the concept of conspiracy, which is actually something that can be atthe bottom of a legislation in defense of constitutional order (as in the case of USlegislation). In this perspective, the statute which in 1981 gave concrete applicationto art. 18 of the Italian Constitution, is from this point of view lacking of a coherency.The Masonic secret is a personal obligation, has to do with an esoteric worldview andcannot be confused with a tool of illegal activities, which can be performed byanybody.

    LLiibbeerrtt ddii aassssoocciiaazziioonnee ee ddoovveerree ddii sseeggrreetteezzzzaa..CCoonnssiiddeerraazziioonnii ssuullllaarrttiiccoolloo 1188 ddeellllaa CCoossttiittuuzziioonnee

    di AAggoossttiinnoo CCaarrrriinnooUniversit di Napoli Federico II

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  • 1 A. Pace, Problematica delle libert personali, Padova, Cedam,1992, p. 367.2 Cfr. G. Cuomo, Le associazioni segrete e lart. 18 della Costituzione, (1985), ora in Id., Let-ture costituzionali sulla Repubblica, Napoli, Giannini Editore, 2004, pp. 135 ss.

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    ghi pubblici o aperti al pubblico alle leggidi polizia. In realt, il diritto di libert diassociazione era inesistente nello Statuto ei costituzionalisti dellepoca cercarono invano di trarne una qualificazione dalla li-bert di riunione. A ben vedere, lideastessa di unorganizzazione sociale cheentra nella sfera pubblica che lo Stato libe-rale classico guarda con sospetto. Non uncaso che in questa forma di Stato il partitopolitico soltanto tollerato, tanto che essosar previsto in Costituzione solo primacon la legge fondamentale di Weimar e poiin Italia dallart. 49 della Costituzione, chene far anzi uno strumento di partecipa-zione democratica alla vita civile.

    Ancora pi a fondo, noto che il libera-lismo politico classico conosce soltanto in-dividui. Il potere politico, male necessario, solo lo strumento di un progetto di libe-razione che sempre e solo individuale. LaRivoluzione francese abolisce le societ in-termedie, le corporazioni, le gilde, perchpossa esplicarsi con un massimo di libertil gioco dellindividuo singolo, consideratolunico sovrano. Ovviamente ci entra incontraddizione proprio con uno dei prin-cpi fondamentali della Rivoluzione (li-bert, uguaglianza, fratellanza), perch lafratellanza implica qualcosa di pi che unmero rapporto estrinseco tra soggetti edanche la libert non mai una libert soli-taria, ma sempre una libert in societ e

    caso di considerazioni che si discostasseroda un dovuto ossequio alla vulgata classicain materia di segreto, di segretezza e diassociazioni segrete.

    Per la verit, non mancato chi ha com-preso che dentro questo articolo 18 si cela,se non una contraddizione evidente, per lomeno un groviglio di problemi di naturaanche ideologica. E cos un autore che si occupato dei diritti fondamentali e quindianche del diritto di libert di associazioneha scritto: ma che senso ha proibire unas-sociazione che persegua fini leciti solo per-ch coperta dal segreto?1. La domanda in realt sintomo di un disagio intellet-tuale, perch non facile trovare la ratiodel divieto sulla base dei princpi generalidella Costituzione relativamente alla tuteladei diritti fondamentali, tra i quali rientraanche, per molteplici ragioni, il diritto delcittadino di rendere o meno nota la suaadesione ad unassociazione2, nella misurain cui questa associazione non perseguafini vietati dallordinamento.

    Bisogna quindi accennare rapidamentealla questione del diritto fondamentale ge-nerale garantito dallart. 18 Cost., ovvero ildiritto di libert di associazione, che vienetutelato nella Costituzione repubblicana,mentre nello Statuto albertino lart. 32 ri-conosceva un diritto siffatto soltanto rela-tivamente ad una libert per cos direprivata, sottoponendo le adunanze in luo-

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    mentre nella versione finale rimasto undivieto la cui generalit resta, come ve-dremo, sostanzialmente priva di una moti-vazione razionalmente e politicamentefondata.

    Ci tanto pi in quanto lart. 18.1 Cost.non soltanto il riconoscimento di un di-ritto fondamentale in senso lato, quanto diun diritto che entra a strutturare la formastessa dello Stato che vien fuori dallepocadei totalitarismi: Stato di diritto, democra-tico e costituzionale. Si tratta di garanzieche coinvolgono contemporaneamente isingoli e i gruppi nei quali i singoli espli-cano la loro personalit e che da questopunto di vista si ricollegano allart. 2 dellaCostituzione, relativo al riconoscimento ealla tutela delle formazioni sociali. veroche le formazioni sociali dellart. 2 sono dinatura prevalentemente organica e nonvolontaristica, ma non v dubbio che nellamodernit il momento volontaristico dellalibert ha senso solo se si esplica in una re-alt di tipo comunitario, altrimenti sarebbepuramente anarchico e di conseguenza in-capace di esplicare anche le sue funzioni digaranzia delle libert individuali. Ne scatu-risce, gi a questo punto del discorso, che lapubblicit dei membri dellassociazione(generale e reciproca), pu ben arrivare aintaccare il diritto stesso del singolo sia allariservatezza sia alla stessa libert di asso-ciazione.

    In effetti, la libert associativa dellart.18 una libert potremmo dire seminale,perch anche strumentale rispetto al-lesercizio di altre attivit garantite dallaCostituzione. Tanto vero che lassociazio-nismo qui previsto di tipo generale, nel

    quindi necessariamente direi kantiana-mente essa trova dei limiti nella libertaltrui, che non mai, quindi, assoluta, masempre relativa e sempre tale, vera libert,solo in quanto limitata dai diritti altrui edalle leggi dello Stato.

    Come che sia, la struttura ideologica delliberalismo prevale in questa fase e tra-scina con s una serie di conseguenze chesaranno superate soltanto con il gradualeaffermarsi del principio democratico, finoa quando la svolta che si avr con lavventodel fascismo imporr il divieto delle asso-ciazioni segrete, e pi specificamente, conla Legge 2029 del 1925, lobbligo di comu-nicare al prefetto gli atti costitutivi dellesociet e lelenco dei soci, con un effetto,paradossalmente, progressivo in nega-tivo rispetto alla situazione precedente.

    poi certamente singolare il fatto chela Costituzione repubblicana del 1948 abbiaconservato un divieto che specifico delregime fascista e la cui ratio non ovvia-mente facilmente conciliabile con la vo-lont del costituente di garantire lamassima libert di associazione, rimuo-vendo, ad esempio, il divieto di autorizza-zione e ipotizzando anche un dirittoconcesso non soltanto ai cittadini, ma ge-neralmente a tutti. Lo ancor pi se vero come vero che il divieto delle or-ganizzazioni militari cui viene associato ildivieto delle associazioni segrete pensatocon lo sguardo rivolto allo squadrismo fa-scista. Durante il dibattito sulla proibizionedelle associazioni segrete non manc chi,opportunamente, volle legare il concetto disegretezza, rimasto comunque indefi-nito, con il fine della sovversione politica,

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  • 3 A. Baldassarre, Diritti della persona e valori costituzionali, Torino, Giappichelli, 1997, pp. 37 ss.4 Sul punto cfr. R. Orestano, Gli arcana nel mondo romano, in Id., Edificazione del giuridico, Bo-logna, Il Mulino, 1989, pp. 11-68.

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    delle attivit delle associazioni. La libertdi associazione non implica tanto una ri-mozione del segreto in quanto tale, mapiuttosto almeno tendenzialmente lidea che il potere (politico) debba essereesercitato rinunciando alla dottrina degliarcana4.

    Ci si spiega in particolare in virt delcarattere teleologico rappresentato dal dirittoriconosciuto nellart. 18.1 Cost. In effetti ilriferimento alla mancanza di autorizza-zione preventiva colloca il diritto di asso-ciazione qui ovviamente generale, inquanto altri articoli della Costituzione lospecificano con riferimento ad organizza-zione associative particolari, quali i partitie i sindacati, ad esempio, o anche le asso-ciazioni religiose di cui allart. 20 qualemomento ontologicamente connesso allavocazione politica in senso lato dellindivi-duo. In altri termini, ci che lart. 18.1 ri-conosce che luomo un animale politicoe che questa politicit insopprimibile e siesplica strettamente nel fine che lassocia-zione intende raggiungere sulla base dellanatura della associazione stessa e della vo-cazione individuale.

    Lo scopo uno scopo comune e la co-munit dello scopo si autonomizza rispettoal momento genetico dellassociazione. Cisignifica che il diritto di associarsi siestende al tipo di organizzazione che gli as-sociati hanno il diritto di darsi, una orga-

    senso che viene garantito allindividuo ildiritto di dare vita ad una persona mo-rale (come si sarebbe detto una volta)strumentale ad un godimento reale di undiritto che altrimenti resterebbe ipoteticoed astratto.

    Proprio in questottica, ad esempio, An-tonio Baldassarre3, ha operato una connes-sione tra lart. 18 e lart. 17 relativo allalibert di riunione chiamando in campo ladistinzione aristotelica tra il prattein e il po-iein e quindi segnalando con forza il nessotra norme costituzionali e strutture dellapersonalit umana. Se la libert di riunioneha a che fare con il prattein, cio con la stru-mentalit dellagire individuale, il poieinimplica una estrinsecazione necessariadella dimensione pi profonda dellessereindividuo, con la evidente conseguenza cheogni limitazione di quel diritto limita-zione eccezionale quantaltra mai devetrovare una giustificazione chiara e precisa.E ci non a caso, in quanto lart. 18 costi-tuisce un limite innanzi tutto nei confrontidel potere pubblico ad intervenire sul di-ritto riconosciuto, tanto che una delle piimportanti e note conseguenze di normadella Costituzione repubblicana fu la scom-parsa del potere prefettizio di scioglimentodelle associazioni a seguito della sentenzan. 114/1967 della Corte costituzionale, epoi la cancellazione di una serie di normedel codice civile relative ad una regolazione

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  • 5 A. Pace, Rapporti civili, art. 18, in G. Branca (a cura), Commentario della Costituzione, Bologna-Roma, Zanichelli-Foro Italiano, 1977, p. 214.6 On. Tupini, Presidente della Prima Sottocommissione, 11 aprile 1947, in Camera dei De-putati (a cura), La Costituzione Repubblicana nei lavori preparatori, Roma, 1976, vol. I, p. 814.7 P. Barile, Diritti delluomo e libert fondamentali, Bologna, Il Mulino, 1984, p. 195.

    11 Libert di associazione e dovere di segretezza, A. Carrino

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    resto ci comprovato dal fatto che in uncaso la struttura militare dellassociazione,quella degli Schtzen sudtirolesi, non stataritenuta dalla Corte costituzionale (sent. n.26/1976) rientrante nella proibizione del-lart. 18, proprio in quanto la finalit e lori-gine dellassociazione, di natura nonpartitica n politica, non potevano far so-spettare scopi eversivi dellordinamentopolitico e giuridico dello Stato. In effetti, evidente che la norma si riferisce in ma-niera esclusiva a finalit di eversione o che,meglio, per citare Paolo Barile, il legisla-tore ha voluto sottolineare la necessaria po-liticit delle associazioni segrete vietate, lequali devono avere finalit di usurpazionedel potere7. Ci significa che una sanacomprensione dello spirito del dettato co-stituzionale, quindi oltre una infelice, omeglio limitata lettera, coglie il segretocome illecito soltanto nella misura in cuiesso costituisce uno strumento per il rag-giungimento di finalit politiche eversive.

    Com noto, il tema delicato, in quantopi di una volta si assistito a discrimina-zioni a carico di affiliati a societ come lamassoneria le quali, in quanto societ ini-ziatiche e quindi strutturalmente legatealla riservatezza, o se si vuole al segreto,che costituisce lessenza stessa di una ri-cerca riservata a pochi, non possono certo

    nizzazione che sia la pi confacente agli in-teressi e sopra tutto allo scopo che essi sisono dato associandosi ed anzi in virt e inragione del quale hanno deciso di asso-ciarsi. Com stato osservato, il persegui-mento di un fine sempre condizionato daimezzi di cui si dispone e, quindi, dallastruttura organizzativa utilizzata5. Nonpu essere dunque il tipo di organizza-zione, che si avvale di quel segreto chealtrove la stessa Costituzione garantiscecome inviolabile, per esempio per quantoriguarda la corrispondenza, oggetto dellaproibizione del secondo comma dellart. 18,bens unicamente la finalit cui il caratteresegreto dellassociazione deve servire, sic-ch la segretezza, in questo caso, si riferi-sce a quelle associazioni veramentesegrete, come disse Tupini in AssembleaCostituente6, ovvero quelle associazioni dicui, di fatto, si ignora lesistenza fino aquando o non vengono scoperte dalla ma-gistratura o non si rivelano esse stesse nelmomento in cui palesano il loro obiettivoanti-giuridico (cui appunto la segretezza funzionale). Se, come abbiamo visto, tuttolart. 18 impregnato di teleologismo, soltanto il fine che pu determinare la illi-ceit dellassociazione qualificando lastruttura della stessa come illecita e anti-giuridica a causa del fine perseguito. Del

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  • 8 Come ha osservato I. Mainguy, Simbolica massonica del terzo millennio (Roma, Ed. Medi-terranee, 2009), La natura del segreto massonico legata alluso dei riti e dei simboli, che sug-geriscono pi di quanto esprimano, e costituiscono lessenza stessa dellinsegnamento iniziatico.In realt, ci che viene trasmesso dalliniziazione non il segreto stesso, che incomunicabile,ma linfluenza spirituale che utilizza i riti come mezzi di trasmissione, dando la possibilit di ef-fettuare un lavoro interiore che ha per base e supporto i simboli.

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    retta ad interferire sullesercizio delle fun-zioni di organi costituzionali, di ammini-strazioni pubbliche, anche ad ordinamentoautonomo, di enti pubblici anche econo-mici, nonch di servizi pubblici essenziali diinteresse nazionale.

    Ad una lettura attenta di questa norma tralasciando altre considerazioni purepossibili sullart. 3, relativo per esempioalla confisca dei beni si evince che il con-cetto di segretezza pu essere applicatocon una conseguenza punitiva solo nellamisura in cui lattivit svolta in maniera oc-culta finalizzata non soltanto ad interfe-rire sulla vita civile del paese in generale,ma ad interferire in maniera illecita. Il con-cetto di segretezza viene correttamente in-terpretato in maniera restrittiva in quantoalla segretezza viene ascritto un significatoanticostituzionale soltanto nella misura incui dal fine, dallo scopo dellattivit si infe-risce la qualificazione di illecita alla segre-tezza dellassociazione. Ma, sopra tutto, sisottolinea loccultamento dellesistenzadella associazione, come dire che segreta equindi illecita, illegale e anticostituzionale quella associazione di cui lopinione pub-blica e gli strumenti di informazione nullasanno.

    agire sulla pubblica piazza come una se-zione di partito8. La conseguenza statache non di rado affiliati alla massoneriahanno rischiato di essere danneggiati inloro legittime aspettative (incarichi pub-blici o altro).

    comprensibile che lallarme suscitatodalle vicende dalla Loggia Propaganda 2abbia prodotto delle reazioni, prima di opi-nione pubblica e poi anche a livello nor-mativo, con la Legge 17/1982. E tuttaviaproprio quella legge avrebbe dovuto ren-dere pi cauti nellusare il concetto di se-gretezza in modo leggero, col rischio, perlappunto, di produrre interpretazioni li-mitative di un diritto fondamentale qualeil diritto di associazione previsto dallart.18.

    Si legge infatti allart. 1 della Legge 25gennaio 1982, n. 17, intitolata quale leggedi attuazione dellart. 18 della Costituzione:

    Si considerano associazioni segrete,come tali vietate dallart. 18 della Costitu-zione, quelle che, anche allinterno di asso-ciazioni palesi, occultando la loro esistenzaovvero tenendo segrete congiuntamente fi-nalit e attivit sociali ovvero rendendo sco-nosciuti, in tutto od in parte ed anchereciprocamente, i soci, svolgono attivit di-

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  • 9 G.U. Rescigno, Corso di diritto pubblico, Bologna, Zanichelli, 2001, p. 610.

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    popolare sulla loro attivit. Ma davvero sufficiente una segretezza pregiudizial-mente riprovata a determinare la antide-mocraticit di una associazione? Se deveessere proibita cito ancora Rescigno quella associazione che, sistematicamentee per programma, si adopera affinch lapubblica opinione sappia della sua esi-stenza e attivit solo ci che la stessa asso-ciazione decide di divulgare9, siamo sicuriche questa caratteristica non si attaglianche a molte associazioni, politiche, eco-nomiche, che fanno sapere alla gente soloci che loro conviene che la gente sappia?E semmai nel massimo rispetto del me-todo democratico? Si ha limpressione chelobiettivo polemico sia solo ed esclusiva-mente la Massoneria, associazione pre-sunta segreta secondo i criteri suddetti enon per una conoscenza effettiva dellastessa (ed il fatto che sia conoscibile dimo-stra la inapplicabilit di questi criteri allaMassoneria).

    In verit, va detto che si diffusa negliultimi anni una superficiale opinione rela-tiva alla Massoneria, che viene tirata inballo tutte le volte che non si in grado difare un discorso argomentato e fondato suqualche questione o si vuole far immagi-nare chiss quali scenari occulti. Si trattadi una vera e propria decadenza dello stileliberale, perch in altre circostanze ed epo-che proprio in materia di libert di asso-ciazione e di segreto la Massoneria venivaconsiderata in modo assai diverso. Vorrei a

    E tuttavia la norma di attuazione statacriticata secondo due prospettive; da unaparte, si osservato che il legislatoreavrebbe indebitamente limitato il concettodi segretezza, legandolo ad una specificaattivit, quale linterferenza nella pubblicaamministrazione e in generale nella vitapubblica del paese; dallaltro, che il con-cetto di interferenza esso stesso troppogenerico e si presta ad interpretazioni on-divaghe, rischiando quindi di produrre esitiilliberali.

    Va detto, a tal proposito, che mentresulla seconda obiezione si potrebbe ancheconcordare ma non pi nella misura incui linterferenza quella di una associa-zione veramente segreta, di cui si scoprelesistenza nel momento in cui si evinceuna attivit di intereferenza , le obiezionisollevate in merito alla prima e per cui lasegretezza in quanto tale, indipendente-mente da ogni specifica finalit o strutturaorganizzativa o qualit che deve essereproibita e quindi punita, non convincono.Se la segretezza fosse di per s un vizio,perch allora il fulcro della privacy lariservatezza, che solo una forma pi con-sueta di segretezza, perch la violazionedella segretezza della corrispondenza ri-tenuta dagli ordinamenti giuridici moderniun reato?

    Ha osservato Giuseppe Ugo Rescignoche la Costituzione punisce le associazionisegrete per la loro antidemocraticit,giacch non consentono alcun controllo

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  • 10 G. Arangio Ruiz, Le associazioni e lo Stato, Napoli, Pierro, 1895, p. 42.

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    funzionamento in maniera eversiva (per-ch legittimo anche voler cambiare lor-dinamento politico esistente). Ci nonostante, si voluto chiedere una ulteriorenormazione per estendere il raggio diazione della legge del 1982, superando il li-mite della finalit. Si ritiene infatti da partedi qualcuno che solo in tal modo si darebbeattuazione allart. 18 della Costituzione. Misembra, invece, che, dalle cose dette rela-tivamente allo scopo, deve essere la deter-minazione dello scopo a qualificare laliceit dellassociazione, tanto pi se si ri-tiene che sono leciti tutti quegli scopi che ilsingolo inidividuo pu voler raggiungere eche non sono per lappunto puniti dallalegge penale. Il rilievo dello scopo implicala dolosit della volont e quindi la neces-sit di riportare latto illecito alla sferadella responsabilit individuale, secondo iprincpi generali della Costituzione repub-blicana.

    Si pu essere soddisfatti dello stato at-tuale delle cose e della legislazione vi-gente? Per certi aspetti, la risposta puessere positiva, per altri, invece, ancora ne-gativa. Credo infatti che laver inserito inCostituzione questo riferimento alle asso-ciazioni segrete, specialmente nel mo-mento in cui lo si legato alleorganizzazioni militari contemplate nellostesso comma, sia stata una leggerezza delCostituente, perch, non ostante interpre-tazioni corrette del concetto, quale infondo quella dellart. 1 della cd. Legge P2,

    tal proposito citare un brano da un librosullo Stato e le associazioni di un grandecostituzionalista italiano dellOttocento,Gaetano Arangio Ruiz: dopo aver ammessoche solo nei governi dispotici le societ se-grete hanno legittimit e che negli Stati li-beri il segreto non avrebbe ragiondessere, cos continua: Il che non toglieche le associazioni segrete possano viveretollerate nello Stato, quando questo nontrova nulla da temere dalla loro azione oc-culta. Le associazioni massoniche appuntovivono tollerate perch i Governi, che osono liberi od hanno una libert relativa,ne conoscono il fine non contrario allesi-stenza di essi, ed il segreto si mantiene in-fatti per tradizione anzich per intimaragione10. Il segreto massonico infatti lasostanza della sua tradizione: non lo stru-mento di una organizzazione politica-mente profana, ma la necessaria sostanzadi un particolare e proprio modo di agireper conoscere e migliorare lumanit at-traverso lintelligenza degli strati pi sot-tili dellessere.

    Occultare la propria esistenza non in-fatti il fine della Massoneria, la quale anzivuole che si sappia che essa esiste. La Mas-soneria quale che ne sia lobbedienza punta a far conoscere i princpi e i valori aiquali si ispira, princpi e valori umanisticied iniziatici, che nulla possono avere in co-mune con chi semmai al suo interno e inmaniera veramente segreta attenta al-lordinamento repubblicano e al suo buon

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  • 11 Com stato scritto, infatti, in molti casi la inviolabilit della riservatezza nelle associa-zioni si appalesa come indispensabile elemento per la difesa stessa della libert di associazione:G. Tranchina, Diritti di libert e libert di associazione. Limiti e garanzie giuridiche, in Rassegna parla-mentare, 1982, p. 77.12 G. Cuomo, Le associazioni segrete, cit., p. 151.

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    evidente che la mancanza di una defini-zione ontologicamente illecita di segre-tezza implica in definitiva che laresponsabilit individuale da colposa di-viene obiettiva12.

    Negli Stati Uniti dAmerica una aggra-vante in molti reati quella di cospira-zione. Io credo che probabilmente ilcostituente repubblicano avesse in mentequesto tipo di azione, allorch inser in co-stituzione il divieto di associazioni segrete. infatti il concetto di cospirazione che, aben vedere, si manifesta nella stessa leggedel 1982 quando viene definita la nozionedi segretezza. Probabilmente, nonostante i limiti che anche il concetto di co-spirazione pu avere, esso pi appro-priato a significare quellattentato controla repubblica e contro lordine repubbli-cano che sotteso alla qualificazione disegreta data alle associazioni nel comma2 dellart. 18. Andrebbero quindi molto me-glio vietate le associazioni aventi fini co-spirativi e credo che questa sarebbe unaopportuna revisione con legge costituzio-nale dellart. 18.2 del resto la cospirazioneche si associa anche con luso violento, conla milizia armata, con la forza quale stru-mento di coercizione e di sopraffazione.Non cos per quanto riguarda il segreto,che, sostenza di pratiche misteriche, faparte della storia dellOccidente dallantica

    resta unalea su altre, possibili interpreta-zioni estensive che finirebbero, in via pre-giudiziale, con lintaccare il principiostesso dellart. 18, che mira invece a garan-tire il diritto di associazione quale dirittofondamentale di libert connesso allastruttura profonda e pi complessa delles-sere umano. I limiti posti ad altre forme as-sociative, quali la registrazione (sia puremai attuata) per i sindacati (art. 39 Cost.) oil metodo democratico per quanto riguardalattivit esterna dei partiti (art. 49 Cost.,dove si potrebbe obiettare che il metododemocratico non riguarda la vita internadegli stessi partiti), sono il risultato di unaparticolare finalit di quel tipo di associa-zioni, che non a caso sono specificamenteregolate e previste dalla Costituzione inquanto tali e per le specifiche finalit chesono loro connesse in un ordinamento de-mocratico e in uno Stato sociale di diritto.Colpisce ulteriormente il fatto che il costi-tuente antifascista non abbia colto il datostorico e politico per cui era stato proprioil fascismo a proibire le societ segrete especificamente la Massoneria, evidente-mente in quanto luogo dove il pensieroavrebbe potuto estrinsecarsi con maggiorelibert. Resta daltro canto da osservare chetalvolta la segretezza pu essere funzio-nale proprio alla reale praticabilit del di-ritto di associazione11. Daltro canto,

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  • 13 G. Cuomo, Le associazioni segrete, cit., pp. 147-8.14 G. Casanova, Storia della mia vita, Milano, Mondadori, 1999, vol. III, p. 156.

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    lintenzione perch si colpisce lattivitprima che produca i suoi effetti; e quindilassociazione considerata vietata perlart. 18 Cost. prima che la sua attivit abbiainterferito, nella fattispecie sulleserciziodi pubbliche funzioni di organi costitu-zionali, di amministrazioni pubbliche,anche ad ordinamento autonomo, di entipubblici anche economici, nonch di ser-vizi pubblici di interesse nazionale (art. 1L. 17/1982). Pi che lidoneit ad interfe-rire continua Giuseppe Cuomo si colpi-sce lintenzione perch lassociazione vienesanzionata anche se la sua attivit non in-terferisce sullesercizio di pubbliche fun-zioni. Infatti ai sensi di legge il requisitorichiesto non linterferenza, ma lattitudinead interferire. Sicch con tale legge per la li-bert di associazione si passa da un regimerepressivo, tipico dei regimi democratici, aquello di prevenzione, sovvertendo la re-gola generale per la quale in tanto si li-beri in quanto si responsabili e in tanto si responsabili in quanto si liberi13.

    Mi sia consentito di terminare citandoCasanova14:

    Il segreto della Massoneria inviolabile persua propria natura, poich il massone che ne aconoscenza lo sa solo per averlo indovinato: nonlha appreso da nessuno, ma lha scoperto a forzadi andare in loggia, di osservare, di ragionare, didedurre. Quando vi pervenuto, si guarda benedal rivelare la propria scoperta, neppure al suomigliore amico, poich se quegli non possiede il

    Grecia ad oggi. A meno che non si vogliacancellare, cancellando il segreto, una vo-cazione, da un lato, alla conoscenza piprofonda e ultronea delle cose, una visionespirituale ed esoterica della vita che ha di-ritto di esistere quanto quella che discono-sce questo modo di pensare, dallaltro unimpulso alla libert che proprio del-luomo europeo e che ha trovato nel mi-gliore illuminismo settecentesco,umanistico e tollerante, la sua pi riccamanifestazione. Conoscenza e libert chesono anche, inevitabilmente, aspetti di unaconcezione qualitativamente superiore delmondo, aristocratica pur nel riconosci-mento dei princpi di uguaglianza e di fra-tellanza, anzi proprio in virt di questiprincpi rettamente intesi. Le religioni tra-dizionali sono qualcosa di estremamenteimportante nella storia delluomo, ma piimportante ancora il segreto iniziaticoche tutte le unisce, facendone manifesta-zioni contingenti di un principio superiore.

    In verit, il concetto di segretezza deveessere riservato, nella sua funzione anti-giuridica, esclusivamente ad associazioniapertamente e dichiaratamente politiche,che fanno della segretezza uno strumentodi sovversione, essendo antigiuridico ilfine. Ma rispetto a ci la legge di attuazionedellart. 18 Cost. appare piuttosto unanorma preventiva, non proibitiva n re-pressiva di atti illeciti contemplati dallor-dinamento: Viene colpito il proposito,

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  • 15 Siamo in presenza di un segreto incomunicabile attraverso le parole, la lingua; esso ab-bisogna di simboli, poich traducibile solo in termini esistenziali, sentimentali, nel senso di ciche ciascuno sente. Alla fine di questo segreto non vi una comunicazione, ma il silenzio: M.L.Ghezzi, Metodologia della conoscenza e della comunicazione nel pensiero massonico, in D. Cerniglia (a curadi), Scienza, etica, comunicazione, Milano, Angeli, 1998, p. 104.

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    bile15, eppure una societ aperta a tutti co-loro, liberi e di buoni costumi, che credonodi avere il talento per svelare il mistero. Daquesto punto di vista, non ha molto sensoche una norma della Costituzione, di qua-lunque Costituzione, voglia involgere ecoinvolgere affari e questioni che, secondoquesta prospettiva, non le pertengono per-ch non sono di questo mondo.

    talento per penetrarlo, non avr nemmeno quelloper trarne vantaggio apprendendolo oralmente.Questo segreto, dunque, rester per sempre unsegreto.

    In questo senso la Massoneria neces-sariamente e doverosamente una societsegreta, perch fondata sulla ricerca di unsegreto la cui conoscenza non manifesta-

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    toctoni dellAmerica Centrale e dellAme-rica Meridionale.

    Le colonizzazioni sono state anche unelemento di globalizzazione. Lelenco se-guente sicuramente incompleto:

    - le colonie di Greci in Asia ed Europa: laprima colonizzazione, a partire dal 1050a.C., la seconda colonizzazione a partire dal700 a.C.;

    - le colonie di Africani (Cartaginesi) inEuropa: a partire dal V secolo a.C.;

    - limpero di Alessandro Magno: a par-tire dal 334 a.C., anno in cui sbarc in Asia;

    11.. Le colonie e gli imperi hanno svoltoanche una funzione globalizzante

    SSSSi pu concordare con coloro chesostengono che la globalizzazioneinizi alla fine della quarta ed ul-tima glaciazione. Il nuovo clima agevol lospostamento dei popoli. Per, anche la gla-ciazione forn un apporto alla globalizza-zione. I ghiacci, che univano lAsiaallAlaska, consentirono a gruppi di Asiaticidi spostarsi. Essi sono gli Amerindi, cio ipellerossa del Nord America e gli altri au-

    When did globalisation start? Were empires the birth of globalisation? Are the effectsof globalisation all positive, either all negative or both? More positive or morenegative? Can we control or mould globalisation? What does biology teach us aboutglobalization? Is globalisation viable? Can we accept or must we refuse theinclusion of elements of other cultures into our culture? In our globalised world cana single national culture be self sustaining? Is a spiritual autocracy viable? Whatis oicophobia? Does the Western World hate itself to the point of self destruction?Cupio dissolvi? The Picassos lesson on unimaginable interior profiles. Is the anti European Union movement a form of xenophobia? Between Scilla and Caribdis,between oicophobists and xenophobists, does a passage exist?

    LLIIoo ee llAAllttrroo nneell mmoonnddoo ooddiieerrnnoo gglloobbaalliizzzzaattoo

    di PPiieerrlluuiiggii CCaasscciioolliiProfessore e giornalista

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    nel 480 a.C. conquistarono la Sicilia, poiMalta, la Sardegna, le Isole Baleari. Succes-sivamente fondarono colonie anche sullecoste di Spagna e Francia. Dal 218 al 203,guidati da Annibale, tentarono di coloniz-zare anche lItalia, ma fallirono. Nella solabattaglia di Canne (216) quegli Africani uc-cisero quarantamila Italici. Fu in risposta aquesto attacco che gli Italici, guidati dai Ro-mani, attaccarono lAfrica nel 202.

    Alcuni Africani si rivolgono ad Europeiapostrofandoli come sporchi colonialisti;e quegli Europei si battono il petto e si co-spargono la testa di cenere. Il tema dellecolonizzazioni tra Africa ed Europa do-vrebbe essere trattato in modo completo,sulla base della conoscenza della storia;partendo dallinizio delle conquiste colo-niali, cio dal quinto secolo avanti Cristo econsiderando non soltanto le colonie fon-date a partire dal quindicesimo secolo dopoCristo.

    22.. La Grande Muraglia Cinese stimol laglobalizzazione

    Un gigantesco impulso alla globalizza-zione fu dato anche dalla Grande Muragliacinese. Nel 221 Cin, re di uno dei sette Staticinesi, termin la conquista dei sei Stati li-mitrofi e fond limpero cinese. Dal suonome deriva Cina. Diede impulso alla co-struzione della Grande Muraglia. Le tribnomadi, che in precedenza si spostavanoverso la Cina, furono bloccate. Da alloraesse si spostarono verso ovest. E rovescia-rono limpero romano. Ecco una esperienzastorica di globalizzazione, iniziata dal-lOceano Pacifico di fronte al Giappone, egiunta fino allOceano Atlantico. La mag-

    - limpero cinese (dal 221 a.C. fino al 10ottobre 1911);

    - limpero romano (fino al 476); - limpero romano di oriente (o bizan-

    tino) a partire dal 330, anno di fondazionedi Costantinopoli, fino al 1453;

    - limpero arabo;- la seconda colonizzazione di Africani

    in Europa. Il popolo africano dei Berberi egli Arabi installati in Africa hanno fondatoin Europa Stati vissuti per molti secoli, finoal 1492;

    - il Sacro Romano Impero di Occi-dente: a partire dallincoronazione diCarlo Magno, nell800;

    - limpero turco;- limpero mongolo;- limpero austro ungarico (quale im-

    pero dur fino al 1806, prosegu poi comeregno, fino al 1918);

    - dal XV secolo le colonizzazioni di Por-toghesi, Spagnoli, Olandesi, Francesi, In-glesi, Belgi, Tedeschi; per circa mezzosecolo anche gli Italiani furono attivi;

    - limpero che ha avuto come capitaleMosca; limpero rosso e russo, limpero co-munista. Il comunismo ebbe funzione es-senziale e propulsiva nella sua creazione.Lultimo Paese oggetto di una tentata colo-nizzazione, stato lAfghanistan. Limperocomunista stato lultimo impero, finito il25 dicembre 1991, alle ore 18,32, quando labandiera rossa stata ammainata dalCremlino.

    Un discorso un po dettagliato deve es-sere fatto riguardo alla colonizzazione diAfricani in Europa. Partendo dallattualeTunisia, i Cartaginesi fondarono colonie:

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    consistente sa; progetta ed agisce sa-pendo che lo scenario un mercato sem-pre di pi globale.

    Persone fisiche (consapevoli ed incon-sapevoli) ed aziende in misura infinitesi-male influiscono sulla globalizzazione,tramite le loro reazioni, le loro azioni quo-tidiane. Ma non appare adeguato sostenereche esse la plasmano. La globalizzazionenon un ammasso di creta nelle mani di unartista. Per le aziende, altre persone giu-ridiche (gli Stati, per esempio) ed i settemiliardi di persone fisiche non sono total-mente inerti ed impotenti. Qualcosa con-tano anchessi, un micromargine di libertlo hanno.

    Un partito anti-globalizzazione proba-bilmente gi esiste; oppure, pi precisa-mente, un fronte composito di piorganizzazioni anti-globalizzazione. Quale la sua efficacia di contrasto? Microsco-pica o nulla?

    Pu essere utile spiegarsi con una favo-letta centrata sullo stretto di mare su cuisorge Istanbul. Un tempo il Mar Nero nonesisteva, era solo una depressione. Il Medi-terraneo ha corroso la soglia ed ha trava-sato lacqua creando il Mar Nero. Favoletta:un contadino preoccupato perch acqua (eper di pi salata) invade il suo orto, con otrifissate su un asino trasporta lontano unpo dacqua. Nessuno pu negare che quelcontadino ha ritardato il processo geolo-gico di creazione del Mar Nero. Ha contra-stato la globalizzazione. In misurainfinitesimale. Avrebbe potuto spenderemeglio le proprie risorse.

    Gli antiglobalizzazione sono patetici.Sono impotenti di fronte allimmenso.

    gioranza dei libri di storia chiamano que-ste trib nomadi i barbari; altri li chia-mano, con maggiore esattezza, i popolinuovi. Uno di questi, i Visigoti, giunse aconquistare Lisbona verso il 400 dopo Cri-sto. La loro migrazione dur allincirca sei-cento anni.

    La globalizzazione odierna ha tempi di-versi. Un esempio: un grosso finanziere,con un ordine telematico che impiega unafrazione di secondo, pu spostare unasomma enorme, causando effetti rilevantinella vita di un popolo lontano.

    33.. La globalizzazione attuale ha pi luciche ombre

    Lo storico francese Jacques Le Goff defi-nisce la globalizzazione: Un grande fat-tore neutro che pu essere plasmato dallanostra capacit politica (tratto da LEuropaprenda lezione dallUnit dItalia, in Il cor-riere della sera, 23 maggio 2012).

    Sia consentito ad un quidam de populodissentire: 1) La globalizzazione non unfattore neutro; un processo con luci edombre in cui, per, le luci prevalgono sulleombre; 2) Non esiste un soggetto capace diplasmare politicamente una realt cosgigantesca.

    Quante persone sono consapevoli di es-sere immerse in una corrente di globaliz-zazione? Probabilmente molto poche.Penso non solo e non tanto ai sessanta mi-lioni di Italiani; ma anche ai miliardi cheabitano i Paesi in via di sviluppo. Tra lamaggioranza di coloro che ne sono consa-pevoli, probabilmente la globalizzazionenon gode di elevate simpatie.

    Le aziende? Probabilmente una quota

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    alla nascita di bambini di non perfette con-dizioni di salute.

    In Giordania luso di matrimoni solo al-linterno del clan causa la nascita di un ele-vato numero di bambini con gravi deficit.

    La biologia richiede la globalizzazione.E cos facendo ci insegna molto. Non solonelle riproduzioni (realt quanto mai fon-damentale) di animali ed esseri umani; maanche nella cultura la globalizzazione dstimoli. produttiva. Cito un solo esempio,che anche un simbolo: internet.

    55.. LoicofobiaPochi conoscono il termine oicofobia.

    Il computer, sottolineandolo in rosso, ri-chiama lattenzione; dice: questa parolanon esiste; stato commesso un errore dibattitura.

    Da un punto di vista etimologico, oico-fobia significa paura, ostilit per la pro-pria casa. Partendo da questa immaginepotente, significa ostilit verso la propriaidentit, il proprio retaggio, la propria na-zione.

    Gli oicofobici disprezzano e rifuggono lapropria comunit nazionale e, a volte, nevagheggiano una che non esiste. Gli oico-fobici odiano se stessi e la propria identite sono xenofili ad oltranza, senza proce-dere in modo razionale.

    Questa patologia moderna. Il primoche la visse e predic fu Rousseau. Ma nelsecolo scorso che questo atteggiamento si diffuso.

    Il filosofo inglese Robert Scruton hascritto un libro, pubblicato in Italia conlerrato titolo di: Manifesto dei conserva-tori (editore Raffaello Cortina, Milano

    La globalizzazione inarrestabile. Le in-novazioni tecnologiche lhanno acceleratain misura esponenziale.

    La domanda sensata : nellambito diquesto immenso, ineludibile, inarrestabileprocesso, come pensare e come operarecon la nostra testa? con queste sceltequotidiane che si influisce (si fa per dire)sulla globalizzazione. In misura microsco-pica.

    44.. La biologia insegna che la globalizza-zione realt stimolante, produttiva, posi-tiva

    Sono nato a Nocera Umbra, nella fra-zione di Mugnano situata nel canyon che ilfiume Topino ha scavato tra il monte Bus-seto e la collina rocciosa dove sorge il cen-tro storico. Da bambino pescavo gamberinel fiume. Da grande, ho appreso che queigamberi sono i discendenti delle aragoste,che vivevano nel mare che un tempo occu-pava lattuale Valle Umbra. Successiva-mente quella parte di mare rimastatagliata fuori dal mare globale, isolata,de-globalizzata. Dato che si riproducevanoallinterno di un numero limitato di esem-plari, le aragoste si sono rimpicciolite esono diventate modesti gamberi.

    A Siracusa, nel museo archeologico,sono esposti gli scheletri di due elefantinani. Quando la Sicilia si stacc dal conti-nente africano e dalla nostra penisola, glielefanti si riprodussero nellambito di unnumero limitato di esemplari. E cos si ri-dussero a dimensioni molto modeste,quelle di un asino.

    In paesini delle montagne del nord Ita-lia, i matrimoni tra cugini hanno portato

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    edito da Rubbettino. Nel numero 3/2010,Spartaco Pupo firma un saggio a cui in co-pertina viene dato il titolo La paura di salla radice del malessere occidentale; poi,allinterno della rivista, il titolo un altro,Oicofobia. I due titoli sono una stranezza,un errore. Essi, per, non sono in contrad-dizione ma convergono ed aprono la stradaalla comprensione.

    Spartaco Pupo scrive:

    Loicofobia la paura del Noi, del proprioretaggio, della propria cultura, della propriaidentit. [] Loicofobia sembra generarsi so-prattutto nelle menti pi acculturate, nelle per-sone pensanti, nei cosiddetti intellettuali (p.150).

    Lesterofilia che nel nostro paese un feno-meno crescente in tutti i settori, dallarchitetturaalla ristorazione, passando per la filosofia, nonpu che confermare il complesso oicofobico dellasopravvalutazione di tutto ci che straniero,degli altri migliori di noi, di uninsofferenzaverso la propria cultura che, se si vuole, ancheun prodotto della contestazione sessantottinadellautorit del Padre, quindi del parricidiocome primo passo verso la distruzione del Noi-famiglia, del Noi-patria e del Noi-identit nazio-nale (p. 158) [] Loicofobico si vergognadellItalia (p. 159).

    Gli oicofobici sviliscono il concetto dinazione; criminalizzano il patriottismo;gettano fango sullamore verso la propriaPatria.

    66.. Loicofobia unepidemia tra gli ItalianiXenofobia ed oicofobia sono due movi-

    menti cultural-politici di natura patologica.

    2007). Come di consueto, il termine ingleseconservative stato erroneamente tradottoconservatore, mentre invece deve esseretradotto con liberale.

    In questo Manifesto dei liberali Scru-ton descrive con chiarezza loicofobia, che lirrazionale disprezzo per la propria cul-tura originaria. Osserva che la lealt nazio-nale in Inghilterra

    sistematicamente ridicolizzata o, perfino, de-monizzata dalle lite mediatiche e dal mondodella cultura [] Il ripudio dellidea nazionale il risultato di un particolare stato danimo che si sviluppato nel mondo occidentale a partiredalla Seconda Guerra Mondiale e che prevale trale lite intellettuali e politiche.

    la tendenza, in qualunque situazione con-flittuale, a schierarsi con loro contro di noi e ilbisogno irrefrenabile di denigrare usi e costumi,cultura e istituzioni che siano tipicamente no-stri (p. 31).

    Pascal Bruckner nel libro Il singhiozzodelluomo bianco scrive che

    in Occidente andata diffondendosi la pra-tica del parlar male di s e bene dellAltro []LOccidente resta animato da questo spirito di ve-dere nelle culture altre una sorta di buon sel-vaggio indiscutibile, qualunque cosa egli facciao pensi. Lodio di s e lamore dellAltro, insiemealla retorica per cui buono solo colui che soffre,sono diventati dei dogmi centrali nella culturaeuropea, per cui la vita nel benessere colpa ine-ludibile che grava sullOccidente sopraffattore einfame e che macchia allo stesso modo tutti glioccidentali (p. 158).

    La Rivista di politica RdP un validotrimestrale diretto da Alessandro Campi ed

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    sullItalia, pi si sente progressista e mol-tissimi lo applaudono come progressista. Inmolti Italiani vi il gusto della dissacra-zione autolesiva (P. Peluffo, La riscopertadella Patria, Rizzoli, Milano 2008, p. 20).

    Sta nascendo un nuovo movimento diidee, sia in Italia, sia in altri Paesi europei. lantieuropeismo. Il processo di costru-zione della federazione europea viene con-siderato negativamente ed osteggiato.Alcuni lo demonizzano, attribuendoglicolpe che non ha. Lantieuropeismo pu es-sere affiancato alla xenofobia, anche se nonne ha le caratteristiche pi gravi. Pu, inmisura minore, essere affiancato alloico-fobia. Questo termine indica lodio dellacasa, intesa come nazione. Gli antieuropei-sti odiano la casa comune europea.

    77.. No allautarchia spiritualeHitler fond il Partito Socialista Nazio-

    nale dei Lavoratori. I suoi militanti furonochiamati socialisti nazionali, cio na-zional-socialisti, abbreviato nazisti.Dato che nacque nellambito del socialismointernazionale, il partito adott la bandierarossa. Per caratterizzarsi, i nazisti colloca-rono al centro della bandiera un cerchiobianco ed al suo interno la croce uncinata.Troviamo molti esemplari di croci uncinatenellantica India; in ceramiche greche e ro-mane, gi a partire dal secondo millennioavanti Cristo; in ceramiche etrusche. Come noto, la croce uncinata un simbolo del-linfinito. Ormai, purtroppo, quel simboloantichissimo compromesso per sempre.

    I nazisti tesero ad escludere lesecuzionedi pezzi composti da musicisti non tedeschi.Coltivarono una autarchia musicale.

    I campanilismi sono una forma di xeno-fobia.

    Loicofobia trasversale, colpisce quasitutti gli Italiani.

    Nelle nostre scuole e nelle universit idocenti educano i nostri giovani allamoreper la Patria; oppure al disprezzo per lIta-lia?

    Riporter ora una perla di oicofobia. Ilgiornale Il fatto quotidiano (editoriale diAntonio Padellaro, Sindaco immaginario,p. 1, 7 febbraio 2012) definisce Roma la ca-pitale (da sempre) peggio governata delmondo.

    Due domande: avete condotto unana-lisi comparativa tra le 195 capitali delmondo?; per quanto riguarda Roma, vi ri-ferite al periodo dal 1871 (da allora Roma capitale dItalia) ai giorni nostri; oppureanche ai due millenni precedenti, in cuiquesta citt comunque stata una capi-tale?

    I giornalisti de Il fatto quotidianodanno della realt una visione deformata.Si cammina in avanti solo se di una citt siindividuano le luci e le ombre; i settori po-sitivi e quelli problematici; se si propon-gono analisi valide e soluzioni praticabili.Il fatto quotidiano spara un giudiziototal-negativo, presenta una notte in cuitutto nero da sempre. E sarebbe il neropi nero del mondo.

    Questo modo di sragionare non con-sente di procedere in avanti, ma invece pa-ralizza. Ed in un mondo globalizzato cheogni istante procede veloce, stare fermi inrealt vuol dire andare indietro. Per questaragione gli oicofobici sono reazionari.

    Essi coltivano una moda: chi pi sputa

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    rituale, adoriamo ripercorrere strade note,tendiamo a rifiutare il nuovo, siamo con-servatori.

    LItalia sta diventando multiculturale,per effetto di mutamenti giganteschi. Tradi essi, quelli demografici. Il mio Maestro, ilProf. Giovanni Gozzer, riferendosi al fattoche gli islamici generano figli in misura bensuperiore agli europei cristiani, comment:La loro una superiorit biologica.

    Rispetto ai miopi devoti della Tradi-zione, gli oicofobici situano se stessi nel-larea opposta, che per negativaanchessa. Adorano il nuovo, lestraneo, aprescindere dalla sua validit. A prescin-dere, come diceva Tot. Gli oicofobici sisentono i primi della classe della globa-lizzazione. Ma essi perdono tradizioni,identit, valori nazionali.

    88.. Attenzione verso lAltroIl filosofo spagnolo Ortega Y Gasset fa

    rilevare che il vivere insieme comporta re-lazioni reciprocanti. Esse consentono aciascuno di noi di avvertire che tra il miomondo e il mondo dellAltro c un ele-mento comune, un mondo comune a tutti.Esiste una coscienza comune. Da questa re-lazione di reciprocit tra lAltro e lIoemerge la nuova realt denominata Noi.Il Nostrismo costituisce una realt so-ciale (Ortega Y Gasset, Luomo e la gente,Armando editore, 2001). Forse piuttostoche nostrismo sarebbe pi esatto tra-durre noismo.

    Sarebbe produttivo conoscere le realtinteriori nuove, in primis di noi stessi e poidellAltro.

    Picasso ci stimola. Luomo in politica

    Ho visto una volta unorchestra che siapprestava a suonare Vivaldi. Uno dei vio-linisti era un asiatico. Dentro di me siform il pensiero: Come si permette co-stui di suonare Vivaldi?. Mi accorsi subitodellerrore.

    Mi chiedo: quanti e quali pensieri au-tarchici esistono nella mente mia?

    Dalla dispensa si traggono alimenti. Inmodo analogo, dai tesori identitari delpassato possibile trarre risorse intellet-tuali e morali per meglio comprendere e vi-vere il presente ed il futuro. Per, il passatonon pu avere lesclusiva. La tradizione do-vrebbe essere al servizio dellinnovazione.

    fruttuoso guardarsi intorno pren-dendo in considerazione altre culture.Senza apriorismi, siano essi favorevoli op-pure contrari, nei confronti delle culturedi altri popoli. Appare, invece, saggioprima di tutto conoscere e poi valutare.Quindi no allesterofilia, ma no anche aduna forma di autarchia culturale, ispiratada una presunzione di superiorit e dal-lillusione che si possa far riferimento soloalla propria tradizione. Esterofilia ed au-tarchia sono due estremi opposti, en-trambi inaccettabili.

    Gli esseri umani tendono a rinchiudersinel noto. Alcuni Viennesi riportarono alnegozio, dove avevano compiuto lacquisto,i testi musicali di Mozart. Dissero che vierano errori, chiesero indietro il loro de-naro. Rifiutarono la grandezza rivoluzio-naria di Mozart. Si deliziavano con lamusica nota.

    Gli esseri umani hanno paura del nuovo,dellignoto; tendono ad essere autorefe-renziali, autarchici. Dal punto di vista spi-

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    Non contingente ma permanente lAl-tro. Beninteso: permanente finch mortenon sopraggiunga.

    Ogni essere umano la Via, la Verit e laVita di se stesso. questo lAltro che me-rita sommo rispetto.

    10. Un degrado morale progressivo, conti-nuo, inarrestabile? No

    Tutti (tutti!) sostengono che dal puntodi vista morale lepoca attuale peggioredelle precedenti. Tali dichiarazioni, identi-che nel contenuto (identiche!) possibilereperirle venti, quaranta, ottanta, cento-sessanta anni fa. Nella cultura dellanticaRoma, anche Ovidio si espresso in talsenso. Quando la pianteremo con questoconformismo trito e banale?

    Con un termometro sotto lascella si mi-sura la temperatura di una persona. Esisteun termometro in grado di misurare il li-vello di moralit/immoralit di un essereumano? Di unepoca?

    Le scale dei valori cambiano nel tempo,sia per la singola persona, sia per lumanit.Quale soggetto, quale entit si pu arrogareil diritto di statuire un immutabile sistemadi valori che devono (devono!) essere con-divisi da tutti i sette miliardi di persone vi-venti? E poi, dato e non concesso, chequesto sia possibile, chi? quale entit?quale soggetto potrebbe procedere a misu-rare il livello di moralit/immoralit dellasociet italiana oggi, 20 anni fa, 40 anni fa?Con quali strumenti procederebbe?

    Unoperazione, una ricerca impossibile. Chi avr preso atto di questa impossibi-

    lit, cesser di lacrimare sul continuo, inar-restabile degrado morale.

    stato un reazionario. Inoltre, ha trattatoin modo disumano le sue molte donne;anche in questo stato un reazionario. Mamolti suoi ritratti ci danno lezione; evi-tano un superficiale e banale naturalismo;ci propongono profili interiori impensatidella persona ritratta. Sarebbe produttivodiventare capaci mettersi di fronte allAl-tro con capacit introspettiva, sulla scia diPicasso.

    Dobbiamo fare la fatica di incurvarelarco del nostro spirito, per aprirci allAltro.

    Solo il confronto con lAltro consente dicomprendere se stessi.

    99.. Ogni uomo la Via, la Verit e la Vita dise stesso

    Friedrich Wilhelm Nietzsche ci fa rile-vare che: Tutti i filosofi hanno amato fi-nora le proprie verit (Al di l del bene edel male, paragrafo 43).

    Esistono due strade alternative: lunaporta verso il basso, laltra verso lalto e facrescere. Porta verso il basso il consideraresolo le proprie verit, contornarsi di spec-chi e crogiolarsi in tal brodo.

    La via ascendente, che fa crescere, quella costituita dal confrontarsi con le ve-rit dellAltro. Le quali sono inconsuete,scomode, sgradevoli. Ma meritano rispetto.E ad un esame non superficiale, possonoqualche volta rivelarsi pagliuzze doro.

    Le opinioni dellAltro non sono la Ve-rit. Gli oicofobi la pensano cos. lAltroche la Verit. lAltro che merita rispetto,ben al di sopra le sue verit. Le verit del-lAltro sono opinabili, perch tutte le opi-nioni sono opinabili. E sono contingenti,perch nel corso del tempo lAltro le cam-bia, cos come facciamo tutti.

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    vanno contrastati frontalmente, con ener-gia, in un regime di avversione in par con-dicio.

    La globalizzazione pu piacere o dispia-cere. Essa in ogni caso esiste. Pertanto, sideve elaborare una nuova cultura pidegna degli esseri umani e valida nelmondo che globalizzato.

    Vi necessit di creare una sapienzanuova, adeguata alle esigenze spirituali, lequali sono nuove by definition. La Storia nonsi ferma. La Vita procede.

    Percorrere il viaggio della vita navi-gando con prudenza tra Scilla e Cariddi; tragli xenofobi e gli oicofobi.

    1122.. Il viaggio della vitaKostantinos Kavafis stato un poeta

    greco nato e vissuto nella comunit grecadi Alessandria dEgitto. Nel 1911 ha scrittoItaca, poesia ottimamente tradotta daBruno Lavagnini. Io la interpreto come ilviaggio della vita.

    Allor che in viaggio ti metti per Itaca,devi pregare che sia lungo il cammino, che pieno sia dincontri e davventure.E non temer Lestrgoni e Ciclpi,non temere lirato Posidne.Tu queste cose non le troverai sulla tua strada, purch il tuo pensiero alto rimanga, purch non volgarecommozione ti tocchi e corpo e mente.I Ciclpi, i Lestrgoni e il selvaggio Posidne, tu non li incontrerai,se non li porterai dentro di te,se non li evca a te stesso il tuo cuore.

    Sono nato nel 1944, lanno in cui forsesono state commesse/sofferte atrocit/im-moralit in misura massima, nellambitodei quattro cinque milioni di anni di sto-ria dellumanit. Forse anche questo ele-mento biografico mi induce a rifiutare ilpresunto degrado. Per non passo sullabarricata opposta: non mi faccio cantore diun progressivo, continuo, inarrestabileprogresso morale dellumanit.

    1111.. Una cultura nuova, pi umanaAbbiamo il dovere di pensare in proprio,

    con la nostra testa. Saremo pi umani se ci solleveremo dal

    conformismo, mettendo in atto la libert.Libert dalle pesantezze, da zavorre, da or-pelli, da mode, con le quali la societ ci con-diziona. In questo momento penso inparticolare alla xenofobia ed alla oicofobia.

    Non facile, ma costruttivo vivere lafaticosa libert di contrastare e superarequegli impulsi, che ci allontanano dalla ra-zionalit e dalla felicit.

    No al conservatorismo, incatenato alpassato. No alla oicofobia, che ripudia latradizione nazionale. S allumilt di chi sadi non sapere; e pertanto procede a pro-gettare nuove pietre e nuova malta. E poi, sirimbocca le maniche e lavora per costruireuna sapienza di vita adeguata a questomondo, che in via di veloce globalizza-zione.

    La xenofobia e la oicofobia costitui-scono due patologie. Non si tratta di tro-vare una mediazione, un punto centrale edequidistante tra i due fenomeni patologicidella oicofobia e della xenofobia. Essi

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    ma non devi affrettar per nulla il viaggio; meglio che per molti anni esso duri, e che, ormai vecchio, allisola tu approdi,ricco di quanto in viaggio hai guadagnato,n aspettar che ricchezze Itaca doni.

    Itaca ti ha donato, essa, il bel viaggio.Senza di lei non ti mettevi in strada.Altro non ha da darti essa di pi.

    Poverella la trovi, eppur deluso essa non tha; tu che sei fatto saggio, con tanta esperienza, ora lo saiche cosa pu significare unItaca.

    Dovrai pregare che sia lungo il viaggio,e molte sian mattine, a primavera,in cui con qual soddisfazione e gioia! porti veduti per la prima voltati accoglieranno, e tu ti fermeraiai magazzini dei Fenici, e acquistofarai di loro belle mercanzie,madreperle e coralli, ebani ed ambre,voluttuosi aromi di ogni sorta,quanti pi puoi voluttuosi aromi;dEgitto in citt molte andar dovrai,per imparar dai dotti loro assai.

    Itaca in mente devi sempre avere;tu sei predestinato ad arrivarvi,

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  • 1 Bobbio Norberto, Let dei diritti, Torino, 1997, p. 75.2 Trampus Antonio, Profili storici della Massoneria, Bari, 1996.

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    dogmatismo delle Chiese e lautoritarismodegli Stati1 e che pur sono fonti culturalideterminanti e presupposti per lo studiodella costituzione e diffusione della Masso-neria in Europa2.

    Invero, le prime lotte degli eretici con-tro i dogmi del sistema dellortodossia neiconfronti della Chiesa cattolica, apostolica

    LLLLa disamina sui profili storico-giu-ridici che hanno determinato lagenesi della libert di manifesta-zione del pensiero nei moderni Stati costi-tuzionali di diritto, non pu prescindere,cos come ha sottolineato Norberto Bobbio,dallanalisi sul ruolo delle eresie e degli ere-tici che hanno sempre combattuto contro il

    The fight against heretical movements was hard and violent. In this framework we mustinclude also the trial against Giordano Bruno (1568-1600), not only a Dominican monk, butalso an intellectual dissident, philosopher, astronomer, a real doctus, full of a sapientiathat was at the same time prisca and nova. He became a person very well famed over thewhole European continent, during a period of sufferance and political turmoil, in parti-cular because of the wars of religion. Bruno certainly is one of the highest examples ofthe Renaissance culture and its tremendous innovations. His ideas and interpretationswere so radical and new to produce hate and radical opposition. Finally Bruno was im-prisoned and, then, he suffered a brutal process by the Roman Inquisition, a processwhich established his execution in Campo de' Fiori on 17th February 1600, where he wasburnt alive. On the contrary, in Great Britain, since the 1115 till 1688, notwithstanding anumber of inner conflicts, a very positive antagonism against the union of the secularRoyal power with the Catholic Church gave a strong impulse to the development of a re-novation, which produced a number of reforms and a significant support to the elabora-tion of political, religious and philosophical innovations. In this way, a number ofprejudices and superstitions lost their power and the role of freedom in religious, philo-sophical and political matters gained room. In the context of the Classical liberal triad:freedom of opinion, of conscience and of association.

    LLaa rreepprreessssiioonnee ppeennaallee ddeellllee eerreessiiee nneell MMeeddiiooeevvoo((PPrrooffiillii ssttoorriiccoo--ggiiuurriiddiiccii))

    di AAnnttoonniinnoo OOrrddiillee, Universit di Grosseto, Avvocato in Romae

    GGiiuusseeppppee LLoo SSaarrddoo, Dottore in Giurisprudenza, Saggista, Palermo

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  • 3 Ilarino Da Milano (Alfredo Marchesi), LEresie medioevali. Scritti minori, Rimini, 1983, p. 441e segg., nonch sullInquisizione cattolica cfr. Merlo Giovanni Grado, Contro gli eretici. La coercizionedellortodossia prima dellInquisizione, Bologna, 1996. 4 Merlo Giovanni Grado, Inquisitori ed Inquisizione del medioevo, Bologna, 2008, p. 16. 5 Merlo Giovanni Grado, op.cit.6 Zerbi Paolo, Ecclesia in hoc mundo posita. ( Studi di storia e storiografia medioevale in oc-casione del settantesimo genetliaco dellautore), a cura di Albertoni M.P., Milano, 1993, pp. 209-210.

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    prescindere dalla tesi sostenuta da GradoGiovanni Merlo incentrata sulla fondataopinione che la questione storica riguardale conseguenze della presunzione catto-lica-romana di possedere la verit dellafede e gli strumenti coercitivi per ci messiin campo per la lotta antiereticale, allin-terno di un grande disegno ierocratico didominio della cristianit5.

    Daltra parte, cos come ha chiarito unaltro insigne studioso Paolo Zerbi, il me-dioevo una et modellata sopra una con-cezione del mondo profondamenteunitaria e, per cos dire compatta, ed in unsistema simile logica ed inevitabile laintolleranza religiosa: in un mondo tantounitario, infatti, non sembra proprio es-servi spazio per posizioni alternative o dis-senzienti e, consequenzialmente,lInquisizione cattolico-romana la isti-tuzione pi tipica dellintolleranza me-dioevale6.

    In piena armonia con questo assuntosostenuto dalla moderna ed autorevoledottrina va osservato che lInquisizionecattolico-romana non solo un orienta-mento ecclesiologico bens un indirizzopolitologico che esprime un potere iero-cratico dei vertici ecclesiastici, strutturati

    e romana sono avvenute nei secoli XIII eXIV e sono state represse nel periodo del-lInquisizione cattolico-romana medioe-vale per tutto il 1300 e 1400 per poiconsolidarsi con listituzione del SantUffi-zio nel 1600 voluta dal Papa per il mante-nimento della fede cattolica contro ilprotestantesimo3.

    Al riguardo, va osservato, con lo storicodel cristianesimo Grado Giovanni Merlo,che nei primi anni 30 del Duecento co-minciano ad agire inquisitori delegati dallasede apostolica con il compito preciso dicombattere leretica gravit4, e, lo scatu-rire degli inquisitori dalla strategia del ver-tice della Chiesa cattolico-romana,maggioritaria ed egemone, nei confronti diquanti essa stessa, rappresentata dal suovertice, definiva eterodossi, rappresentalinizio di un periodo storico nel quale laChiesa impone i propri dogmi nei confrontidi quei cattolici del dissenso che vengonoetichettati e stigmatizzati con la qualificadi eretici in quanto propugnavano unadottrina sui generis rispetto a quella impo-sta e predicata dalle gerarchie della Chiesa.

    Una disamina sulla lotta instauratadalla Chiesa cattolica per labolizione delleeresie e leliminazione degli eretici non pu

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  • 7 Merlo Giovanni Grado, op. cit.8 Hageneder Ottone, Studien zur dekretale Vrgentis (X), V, 7, 10) ein betrag zur harettkergesetz-gebung Innocenzo III in Zeitsichrift fr Rechts-Geichichte, Kanonistsche Abteilung 49 (1963), pp. 138-173.

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    assoggettare ed asservire lordinamento po-litico, civile e laico ad un valore superiore,che formalmente il valore assoluto ed uni-versale dellEssere Supremo su questa terra,ma sostanzialmente strumentale ed utilequesta ingegneria giuridica, per legittimareil potere temporale della Chiesa nei con-fronti dello Stato monarchico instaurandouna forma di teocrazia papale lesiva dei di-ritti dei sudditi perch strutturata sullacommistione e mescolanza del potere civilecon il potere religioso8.

    Inoltre, il ruolo politico dellInquisi-zione cattolico-romana, - che secondo glistorici del diritto si differenzia proprio perquesta modalit di esecuzione rispetto al-lInquisizione spagnola che perseguiva fi-nalit politiche di carattere internazionaleper far divenire lEuropa una res publicachristiana governata dal Papa - ha come finequello della realizzazione di un impero teo-cratico, durante il periodo medioevale efino al secolo XVI, mediante il potere tem-porale esercitato dalla Chiesa cattolica percondizionare la volont dello Stato mo-narchico.

    Pertanto, se la dimensione ecclesiolo-gica e liturgica della Chiesa scompare perun preminente ed esclusivo interessesocio-politico di plenitudo potestatis delPapa, certo che in quel periodo la libertasecclesiae straripa nel potere civile e fa s chele autorit ecclesiastiche divengano i veri

    in forma di monarchia papalina secondolordinamento del diritto pubblico cano-nico, che rappresenta una organizzazionealleata con il Sovrano e, quindi, di fatto, unpotere pubblico assoluto strutturato su unpermanente connubio tra lAltare ed ilTrono perch le autorit e gerarchie eccle-siastiche, non potendo direttamente eser-citare la potest punitiva penale statualenei confronti di coloro che propalavano leeresie, che sono persone non pi apparte-nenti alla comunit ecclesiale perch san-zionati dalla Chiesa di Roma mediantelirrogazione tempestiva della pena di di-ritto canonico della scomunica, ricorre-vano allamico-alleato Re per attivare il dilui potere dispotico di applicazione dellapena di morte e di esecuzione della stessanei confronti degli eretici7.

    Al riguardo, deve essere menzionato unDecreto del Papa Innocenzo III dal nomenjuris Vergentis in senium del 1199 chequalifica leretico come criminale, tipolo-gia soggettiva di autore che indubbia-mente sintomatica del risultato finale diquel disegno politico-istituzionale desti-nato a rendere operante la volont ponti-ficia per lesercizio esclusivo del potereierocratico delle gerarchie ecclesiasticheche si consolidava mediante luso da partedel dispotismo regio della pena capitalecontro gli eretici.

    Questa strategia rivolta a subordinare,

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  • 9 Gregorii VII, Registrum, a cura di Caspar R., Vol. I, Berlin, 1920, p.207, n. 55 a (MonumentaGermania Historia, Epistulae Selectae, 11).

    31 La repressione penale delle eresie nel Medioevo, A. Ordile e G. Lo Sardo

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    Il suddetto dictum papalino ha, da unlato, una valenza teologica per delineare laratio dellortodossia, dallaltro, riveste unsignificato politico-giuridico perch pro-clama la superiorit ed il primato dellaChiesa cattolica, apostolica e romana cheafferma luniversalit della sua fede neiconfronti degli altri credi religiosi e di co-loro che dissentono da questo dogma. Ed per questo motivo, che la repressione pe-nale delle eresie e leliminazione fisicadegli eretici mediante la pena capitalehanno svolto una funzione storica rile-vante ai fini della costruzione monolitica,olistica ed universalistica della cattolicitromana, facendo s che listituzione eccle-siastica potesse assurgere de jure, in forzadei decreti papali e delle encicliche, a rap-presentante e garante di un unico ed indi-scutibile pensiero cattolico-romano.

    Or dunque, non si pu non ritenere chelInquisizione cattolico-romana pu esserequalificata giuridicamente come una orga-nizzazione posta a difesa del regime poli-tico del Papato e dello Stato assolutomedioevale di tipo regio proprio perchconfigura un ordinamento che civile edecclesiastico al tempo stesso. Contro que-sto sistema di diritto pubblico clericale, ti-pico dello Stato assoluto e teocratico, oltreagli eretici, si schierarono, da un lato, i dot-trinari della Riforma protestante che affer-marono linderogabile esigenza diintrodurre una nuova religione, con unproprio clero ed autonome istituzioni che,

    protagonisti dellamministrazione dellagiustizia penale mediante lInquisizione delSantUffizio.

    Infatti, gli inquisitori e lInquisizionesono indubbiamente gli operatori di un po-tere ierocratico e papalino che vuole go-vernare la societ civile e lo Stato assolutoin nome della ortodossia cattolica, aposto-lica e romana per la difesa dei dogmi pro-palati e diffusi dalla stessa ed questo ilvero, unico e reale motivo di giustificazionedellaberrante fenomeno inquisitorio cat-tolico-romano.

    Altres, va evidenziato che, da un puntodi vista filosofico, lortodossia strutturataformalmente e preminentemente sul pri-mato dei dogmi e degli assiomi indiscuti-bili propugnati dalla Chiesa Cattolica,apostolica e romana, e, sostanzialmente dauna tautologia perch il cattolico deve ob-bedire alle Encicliche ed ai Decreti del Papanonch ai documenti e delibere del Sinododei Vescovi e del Concistoro dei Cardinali,direttive ed ordini dei poteri apicali dellaChiesa di Roma che sono gli unici ed esclu-sivi garanti dellunico credo religioso im-posto dalla Chiesa-apparato e non dallaChiesa-parola.

    Questa argomentazione trova puntualeriscontro nel concetto riportato integral-mente in una enunciazione di Papa Grego-rio VII cos formulata Catholicus nonhabeatur qui romanae ecclesiae non con-cordat (Non sia considerato cattolico chinon concorda con la Chiesa romana)9.

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  • 10 Cordero Franco, Procedura penale, Milano, 2007, pp. 587-591.11 Spini Giorgio, Nota critica sul Risorgimento, in Rassegna di Storia del Risorgimento, Roma,1964, n. 2, p. 89.

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    stesso giurista tent di dimostrare, ma in-vano, stante i pregiudizi le superstizionireligiose e le ideologie imperanti del-lepoca, che il judicium feretri non puessere svolto con tecniche probatorie, ma-giche ed animistiche perch deve essereancorato a prove storiche di tipo razionalein quanto il rito penale deve seguire ilprincipio del libero convincimento delGiudice senza essere limitato dalla logicaprobatoria della prova legale perch se-condo non si pu individuare la colpevo-lezza processuale del giudicabile suindicia laeviora ad torturam10 bens suriscontri storico-empirici che successiva-mente, sarebbero divenuti i land marksdella futura dottrina processualpenale il-luminista in tema di prova penale del li-berale, massone e filosofo utilitaristaJeremy Benthan.

    Appare evidente, che questo famosoprocesso penale del medioevo avvalori an-cora di pi la concezione storica di GiorgioSpini sul ruolo svolto dalle eresie e daglieretici secondo la quale il Risorgimento ela Massoneria sono riusciti a spezzare ilnesso storico-istituzionale inscindibiledellalleanza tra il trono e laltare cheaveva connotato un lungo periodo oscuroche va dal medioevo sino alla formazionedello Stato unitario, che aveva limitato lelibert civili e politiche del cittadino11.

    pur richiamandosi alle radici comuni cri-stiane, si doveva contrapporre alla Chiesacattolica, apostolica e romana e, dallaltro,una pluralit di dottrine filosofiche-politi-che-riformatrici di stampo liberale e razio-nalista che, insorte in Inghilterra allepocadei conflitti tra le religioni (1115-1688), fu-rono avversarie del cattolicesimo ostaco-lando qualsivoglia connubio del poteretemporale dello Stato assoluto con quellospirituale del Papa in nome della laicit e,quindi, della separazione del potere civiledello Stato da quello religioso della Chiesa,al fine di creare istituzioni politiche ispi-rate ai valori della libert individuale chesaranno prodromici per delineare i nuoviorizzonti sui quali i filosofi ed i giuristi li-berali, e massoni del 700 e 800 elabore-ranno la nozione della libert dimanifestazione del pensiero articolatanella triade della libert di opinione, libertdi coscienza e libert di religione.

    Un celebre procedimento penaleespressione tipica dellInquisizione delSantUffizio fu quello celebratosi a caricodi Beatrice Cenci, imputata di delitti disangue e di stregoneria, che vide il giu-spenalista Prospero Farinaccio lottarecontro il sistema probatorio delle provelegali che individuava la prova regina direit nella confessione estorta con la vio-lenza e minaccia allaccusata, tanto che lo

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  • 1 Federico Navire, Torino come centro di sviluppo culturale, Aachen, Peter Lang, 2009.2 Vd. Fulvio Conti, La Massoneria a Firenze dallet dei Lumi al secondo novecento, Bologna, il Mu-lino, 2007.

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    Si discute, nella Fratellanza, se la primaLoggia al lavoro sul territorio italiano fossequella fiorentina2 del 1731-32 ma si trattadi una osservazione in gran parte oziosa,cos come quella sul primato presunto dellaprima Loggia in Italia, detenuto probabil-mente da una Officina muratoria livornesefondata, secondo alcuni documenti, nel1725.

    IIIIn Italia, la prima Loggia propria-mente nazionale viene fondata a To-rino, luned 20 dicembre 1859. Sichiamer provvisoriamente Gr