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HACCP E FLESSIBILITA’:
ESEMPI DA ALTRI PAESI UE
Alberto Mancuso
Ivrea, 11 Marzo 2016
Flessibilità
Deroghe/ esenzioni
Adattamenti di taluni requisiti degli
Allegati
Deroghe/ esenzionida taluni requisiti degli Allegati
Alimenti con caratteristiche tradizionali
Continuare l’uso di metodi tradizionali di produzione
Tener conto delle esigenze delle imprese situate in regioni soggette a particolari vincoli geografici
Adattare i requisiti relativi alla costruzione, al layout e all’attrezzatura degli stabilimenti
a
e
d
b
c
1
2
BASE LEGALEla flessibilità nel pacchetto igiene
2
3
REG. 852/04, ART. 13
2. Possono essere concesse deroghe agli allegati I e II in particolare allo scopo di agevolare l’applicazione dell’articolo 5 per le piccole imprese secondo la procedura di cui all’articolo 14, paragrafo 2 tenendo conto dei relativi fattori di rischio, purché tali deroghe non compromettano il conseguimento degli obiettivi del presente regolamento
Non si parla di deroghe all’art. 5 (HACCP) ma agli allegati!
A. Mancuso - La flessibilità e il pacchetto igiene: stato dell'arte e possibilità applicative
LA FLESSIBILITA’: QUADRO LEGISLATIVO
2d
4HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• I requisiti HACCP offrono
una flessibilità sufficiente
per essere applicati in
tutte le situazioni, incluse
le piccole imprese
PUNTI CHIAVE PER LA SEMPLIFICAZIONE
• L’articolo 5 del Reg.
852/2004 si applica agli
stabilimenti registrati e
riconosciuti
5
• Reg. (EC) No 852/2004: gli OSA dovrebbero elaborare e realizzare programmi e procedure per la sicurezza degli alimenti basati sui principi del sistema HACCP
Non è necessario realizzare ed applicare un
sistema HACCP
HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
PUNTI CHIAVE PER LA SEMPLIFICAZIONE
6HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Art. 5 (2) (g) : documenti e registrazioni devono essere adeguati alla natura e alle dimensioni dell’impresa alimentare
Il requisito di conservare documenti
deve essere flessibile onde evitare oneri inutili per le
imprese molto piccole
PUNTI CHIAVE PER LA SEMPLIFICAZIONE
7HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
PUNTI CHIAVE PER LA SEMPLIFICAZIONE
8HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• In alcune tipologie di imprese non è possibile individuare CCP
• In alcuni casi, le Buone Pratiche Igieniche possono sostituire il monitoraggio dei punti critici
• Il requisito di stabilire “limiti critici” non implica necessariamente che debba essere fissato un limite numerico
• Non devono essere compromessi gli obiettivi di sicurezza alimentare
FLESSIBILITA’ E HACCP
9HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
“PROCEDURE BASATE SUI PRINCIPI HACCP”:POSSIBILI SCENARI
FLESSIBILITA’ E HACCP
1. Guide di Corretta Prassi (GHP/GMP)
—Quando tutti i pericoli sono gestiti attraverso le BuonePratiche/ programmi prerequisito (PRPs)
2. Guide specifiche di settore (es. Carni, latte, etc.)
— Le Buone Pratiche ed i principi HACCP sono già inclusi
3. Piani HACCP generici (es. CCPs predeterminati)
4. Sviluppo in proprio di un sistema HACCP
10HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
REGISTRO DELLE GUIDE DI CORRETTA PRASSI
11HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
GUIDE NAZIONALI IN AUSTRIA
12HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
Linee guida per la Corretta
Prassi e l’implementazione di
procedure basate sui principi
HACCP per la macellazione ed
il sezionamento di carni
bovine, suine, ovicaprine e di
solipedi, e per la produzione di
prodotti carnei
FOOD CODEX AUSTRIACO
13HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
CCP: MACELLAZIONE E SEZIONAMENTO
• Pericoli chimici e fisici
– Non rilevanti
• Pericoli biologici
– Pericoli presenti nell’animale vivo
• Riduzione ad un livello accettabile attraverso l’ispezione
– Pericoli che intervengono durante macellazione/sezionamento
• Gestiti con le GHP, raffreddamento, asciugamento delle superfici
• Nessun altro punto di controllo/gestione può essere individuato, quindi non ci sono CCP nei processi di macellazione e sezionamento
14HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
•Checklists di autovalutazione per:
– Aree esterne, recinti di sosta
– Stordimento e dissanguamento
– Sale di macellazione e operazioni di macellazione
• Linea di macellazione
• Macellazione su un unico punto
– Sottoprodotti
– Celle di refrigerazione
– Servizi igienici, spogliatoi, ecc.
FACILITAZIONI PER I PICCOLI MACELLI
15HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Modulistica per
– Controllo infestanti
– Pulizia e disinfezione
– Documentazione non conformità
– Formazione del personale
• Principi di corretta prassi di lavorazione
• Principi di igiene personale
• Linee guida ”Requisiti sanitari per il personale negli stabilimenti alimentari"
FACILITAZIONI PER I PICCOLI MACELLI
16HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Nessun CCP vero e proprio può essere identificato nei macelli
• I prerequisiti sono sufficienti per garantire la sicurezza alimentare al macello
• Sono richiesti l’ispezione visiva (es. contaminazione fecale) e il monitoraggio della temperatura
• Deviazioni ed azioni correttive devono essere documentate
FACILITAZIONI PER I PICCOLI MACELLI
17HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
SALSICCIA COTTA PRONTA PER IL CONSUMO
• Pericoli chimici
– Non rilevanti
• Pericoli fisici
– Le buone pratiche possono prevenire corpi estranei
• Pericoli biologici
– Patogeni
– Possono essere gestiti attraverso il trattamento con il calore
Il trattamento con il calore è un CCP
18HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
CCP : “trattamento con il calore”
SALSICCIA COTTA PRONTA PER IL CONSUMO
Limiti critici•Temperatura al cuore: 68°C, per 20 min. (70°C per 15 min. in caso di prodotti con carni di pollame)• in caso di variazioni apportate ai tempi/temperature, la
riduzione deve essere provata
Monitoraggio•Misurazione del prodotto con termometro calibrato, oppure•Definizione del tempo/temperatura per l’attrezzatura di riscaldamento per ogni tipo di prodotto
Azioni correttive•Proseguire il trattamento con calore fino a raggiungere il limite critico
19HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
SALSICCIA COTTA PRONTA PER IL CONSUMO
Verifica
•Una volta l’anno controllare che il limite critico venga raggiunto (in caso di definizione di tempo/temperatura)
•Una volta l’anno calibrazione del termometro
Documentazione
Produzione settimanale superiore a 7,5 tonn.
• Ogni processo di cottura deve essere documentato
Produzione settimanale inferiore a 7.5 tonn.
• Documentazione solo nel caso non venga raggiunto il limite critico
20HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
SALSICCIE CRUDE E PRODOTTI STAGIONATI CRUDI
Non ci sono CCP in questi processi
Si applica la “hurdles technology”
• Salatura, stagionatura, acidificazione, essiccazione
In caso di deviazione in una di queste fasi
• Sono chiaramente osservabili cambiamenti nelle
caratteristiche sensoriali/organolettiche
Test sensoriali/organolettici di ogni lotto e della riduzione della aw (essiccazione)
21HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• La produzione avviene
tra maggio e ottobre,
sulle Alpi (800 – 2.500 m
sopra il livello del mare)
FACILITAZIONI PER I PRODUTTORI DI FORMAGGI SULLE ALPI
22HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Implementazione di una Guida apposita, non
è richiesto un piano HACCP specifico
• Requisiti specificati per
Locali, attrezzature
Raffreddamento e trasporto
Igiene del personale e della lavorazione
Analisi microbiologiche
FACILITAZIONI PER I PRODUTTORI DI FORMAGGI SULLE ALPI
23HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
FACILITAZIONI: MACELLAZIONE DI POLLAME E LAGOMORFI IN AZIENDA
• Produttori primari che
macellano meno di
10000 polli (oche,
anatre, tacchini) o 5000
lagomorfi all’anno
24HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Implementazione della Guida HACCP; non è necessario
che l’OSA sviluppi un proprio piano HACCP
• Non è richiesto alcun CCP, le GHP sono sufficienti
• Solo per la vendita diretta in azienda o sul mercato
locale
• E’ richiesta un’etichetta speciale “macellato in azienda”
FACILITAZIONI: MACELLAZIONE DI POLLAME E LAGOMORFI IN AZIENDA
25HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Implementazione della Guida HACCP
• Non è necessario che l’OSA sviluppi
un proprio piano HACCP
• Registrazioni: tracciabilità,
trattamenti col calore, temperatura
di stoccaggio (refrigerazione),
clorazione dell’acqua
FACILITAZIONI PER PICCOLI PRODUTTORI DI FORMAGGIO
26HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Pericoli, CCP, Limiti Critici e Azioni Correttive, così come sonoinclusi nella Guida, devono essere adottati senza cambiamenti
• Le registrazioni possono essere limitate alle non conformità
• La documentazione del sistema HACCP è sostituita dalla relativaGuida
2012/389/B
Sistema di gestione della sicurezza alimentare basato sulla Guida o sulle Guide che coprono le relative attività
SISTEMA HACCP SEMPLIFICATO (S-HACCP)
27HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Il sistema HACCP semplificato [S-HACCP] può essere applicato solo dagli OSA le cui attività ricadono tutte nell’area di una o più Guide
• Laddove le misure incluse nelle GHP e/o nel S-HACCP siano insufficienti a gestire certi pericoli, l’OSA deve integrare il sistema con le misure necessarie a gestire tali pericoli
2012/389/B
SISTEMA HACCP SEMPLIFICATO (S-HACCP)
28HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
OSA – Tipo di alimentoPIANO DI
AUTOCONTROLLO
OSA che non prepara/manipola alimenti e che immette sul mercato solo alimenti preconfezionati e/o non altamente deperibili
Applicare almeno le GHP
OSA che non prepara/manipola alimenti e immette alimenti sul mercato
Applicare almeno le GHP e S-HACCP
OSA che prepara/manipola alimenti e vende al consumatore finale e, inoltre, vende non più del 30% del proprio fatturato nel raggio di 80 km
Applicare almeno le GHP e S-HACCP
OSA che prepara/manipola alimenti, con un numero di 2 addetti al massimo
Applicare almeno le GHP e S-HACCP
2012/389/B
SISTEMA HACCP SEMPLIFICATO (S-HACCP)
29HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Flessibilità per I produttori lattiero caseari in azienda che lavoranomeno di 2.000.000 litri/anno
• La flessibilità può riguardare locali, attrezzature, condizionioperative, in particolare l’implementazione dei principi HACCP peri piccoli produttori come i produttori lattiero caseari in azienda
• La flessibilità è legata a specifiche Guide di Corretta Prassi Igienica(GBPH) per produttori lattiero caseari in azienda
FLESSIBILITA’ E AUTOCONTROLLO
30HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Il piano di autocontrollo non deve necessariamentecontenere uno o più CCP, e nella maggioranza delle aziendedi produzione di latte crudo non ci sono CCP
• Dopo l’analisi dei pericoli, l’OSA stabilisce se ci sono o menoCCP nel proprio processo
• All’Autorità Competente non è richiesto di imporre un CCP
• I programmi basati sull’ HACCP possono essere sostituiti intaluni casi dalle buone pratiche igieniche
FLESSIBILITA’ E AUTOCONTROLLO
31HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• La registrazione delle non conformità è obbligatoria
• Registrazione significa anche misurazione dell’acidità, pH, temperatura del latte, ecc.
• Le misure correttive devono essere disponibili nelle Guide di Corretta Prassi
• Le registrazioni relative alla tracciabilità non sono soggette a misure di flessibilità
FLESSIBILITA’ E AUTOCONTROLLO
32HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
Definizione di “PICCOLA IMPRESA ALIMENTARE”
2013/672/GR
STABILIMENTO CAPACITA’ INFERIORE A
Lavorazione carni, produzione di carni macinate, preparazioni carnee e prodotti
a base di carne3 tonn. di prodotto finito al mese
Lavorazione prodotti ittici 3 tonn. di prodotto finito al mese
Lavorazione latte 500 Kg di latte crudo al giorno
FLESSIBILITA’ E AUTOCONTROLLO
33HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Le Procedure Generali di Igiene che si riferiscono a come implementare il sistema in linea con I principi HACCP, possono essere utilizzate se emesse o valutate dalla Hellenic Food Authority (HFA)
• Le Procedure devono essere adattate dall’OSA sulla base dei propri processi e prodotti
“PICCOLA IMPRESA ALIMENTARE”
2013/672/GR
FLESSIBILITA’ E AUTOCONTROLLO
34HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
Le Procedure dovrebbero essere adattate ai bisogni di ogni singolo stabilimento, tenendo presente che:
•L’analisi dei pericoli deve essere effettuata
•I fattori di rischio devono essere gestiti in corrispondenza delle fasi idonee del processo produttivo
•Il campionamento per criteri microbiologici deve essere previsto ad una frequenza adattata alla tipologia di attività
•Le registrazioni dovrebbero essere adattate alle dimensioni dell’impresa alimentare
2013/672/GR
FLESSIBILITA’ E AUTOCONTROLLO
35HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
Simile all’Austria, anche se I piccoli stabilimenti riconosciuti utilizzano piani HACCP generici con registrazioni semplificate
My HACCP webtool: Guida step-by step (semplice da utilizzare per I piccoli produttorihttp://www.food.gov.uk/news-updates/news/2014/6063/myhaccp
Settore delle carni: “Diario” della gestione della sicurezza alimentare, 2 pagine di registrazioni per una settimana, registrazione delle deviazioni
Indagine nel settore dei macelli ( 2013): il 69 % utilizza l’HACCP semplificato
HACCP E FLESSIBILITA’ NEL REGNO UNITO:STABILIMENTI RICONOSCIUTI
36HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Safer food better business http://www.food.gov.uk/business-industry/sfbb
• Molto semplificato (spiegazioni/registrazioni) con fotografie, filmati brevi, registrazioni semplificate …..
• Specifici per il dettaglio e per la ristorazione collettiva (asili, ospizi, ecc.)
HACCP E FLESSIBILITA’ NEL REGNO UNITO:STABILIMENTI REGISTRATI
37HACCP e flessibilità: esempi da altri paesi UE
• Il Pacchetto Igiene e le relative Linee Guida offrono la possibilità di implementare la flessibilità nell’implementazione dell’autocontrollo e dei principi HACCP
• Ruolo fondamentale rivestono le Guide alle GHP e le Guide generiche HACCP
• Obiettivo principale: flessibilità per le piccole imprese
• Tendenza: sostituzione dei principi HACCP con i prerequisiti
• Registrazioni talvolta limitate alle non conformità e relative azioni correttive
CONCLUSIONI
38A. Mancuso - La flessibilità e il pacchetto igiene: stato dell'arte e possibilità applicative
• Il controllo ufficiale dovrebbe essere effettuato tenendo inconsiderazione gli strumenti che sono stati scelti dall’OSA pergarantire la conformità ai requisiti HACCP
– Utilizzo dei soli Programmi prerequisito
Deve esserne verificata la corretta implementazione
– Utilizzo di Guide di Corretta prassi igienica e perl’applicazione dei principi HACCP
valutazione tenendo conto delle guide utilizzate
CONTROLLO UFFICIALE E FLESSIBILITA’: L’AUTOCONTROLLO
39
FORMAZIONE DELL'AC:
IL PERCORSO BTSF SU
SICUREZZA ALIMENTARE E
FLESSIBILITA’
Alberto Mancuso
Ivrea, 11 Marzo 2016
APPLICAZIONE DELLA FLESSIBILITA’ NEGLI STATI MEMBRI
«Sulla base delle notifiche ricevute, le autorità competenti negli Stati Membri potrebbero non
essersi avvalse di tutte le possibilità offerte nella legislazione relativamente alla flessibilità»
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sull'esperienza acquisita nell'applicare
i regolamenti n. 852/2004, n. 853/2004 e n. 854/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004
2009
Basato sulle informazioni ricevute dagli Stati Membri
40A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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• Missioni effettuate da novembre 2009 a Marzo 2010
• Sei Stati membri visitati: Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Germania, Regno Unito e Spagna
• Report: DG(SANCO)/2010-6150 - MR FINAL
DG SANCO report 2010-6150 sull’applicazione dei regolamenti igiene nei piccoli stabilimenti
APPLICAZIONE DELLA FLESSIBILITA’ NEGLI STATI MEMBRI
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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OBIETTIVI
•Raccogliere informazioni concernenti l’applicazione del pacchetto igiene nei piccoli stabilimenti
•Rivedere le misure adottate negli Stati Membri relativamente alla flessibilità nei piccoli stabilimenti, in particolare in relazione a strutture, layout, attrezzature, pratiche, obblighi dell’operatore e relativi controlli
•Identificare, nel contesto di queste misure, le “buone pratiche” al fine di una loro più ampia disseminazione
DG SANCO report 2010-6150
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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• Piccoli macelli, laboratori di sezionamento estabilimenti di produzione prodotti a base di carne
• Stabilimenti che producono carni macinate epreparazioni carnee in piccole quantità
• Stabilimenti di produzione prodotti lattiero casearidi limitata capacità
• Stabilimenti che usano metodi tradizionali
• Stabilimenti situati in regioni soggette a particolarivincoli geografici
STABILIMENTI VISITATI
DG SANCO report 2010-6150
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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• La maggioranza delle misure di flessibilità applicatesono relative al settore carni, e riguardano layout,strutture, attrezzature, controllo ufficiale, controllimicrobiologici
• Nel settore lattiero caseario la flessibilità èrisultata applicata in relazione ai prodotti concaratteristiche tradizionali e alle aziende situate inregioni con vincoli geografici
RISULTATIDG SANCO report
2010-6150
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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• HACCP sostituito da GHP; talvolta, la relativadocumentazione era molto limitata o assente
• Livello di dettaglio dei programmi di autocontrollobasati sull’HACCP
• Programmi di campionamento microbiologico piùleggeri
DG SANCO report 2010-6150
MISURE DI FLESSIBILITA’ RISCONTRATE PIU’ FREQUENTEMENTE
IN GENERALE
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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• Separazione nel tempo di attività differenti nello stesso luogo
• Spogliatoi e barriere igieniche all’ingresso
• Accesso dagli spogliatoi ai locali di lavoro
• Deposito di attrezzature per la pulizia e disinfezione
• Obbligo di istituire procedure basate sull’HACCP
• Documentazione in autocontrollo, registrazione delle temperature
• Programma di campionamento delle acque potabili
DG SANCO report 2010-6150 RISULTATIProblemi di conformità che avrebbero potuto essere
affrontati attraverso misure di flessibilità
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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• Vendita al consumatore finale di carni di selvaggina nonsottoposte ad ispezione post mortem
• Test volontario per Trichinella nei cinghiali
• “Ispezione a freddo”
• Frequenza ridotta o assenza di campionamento di carcasse
• Campionamento microbiologico ridotto/assente nelle carnimacinate
• HACCP sostituito dalle GHP
DG SANCO report 2010-6150 RISULTATI
Esempi di misure nazionali che potrebbero influenzare il raggiungimento degli obiettivi del Pacchetto Igiene
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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RISULTATI
In un numero molto limitato di casi dove è stata applicata la
flessibilità ciò potrebbe portare a rischi per la salute
DG SANCO report 2010-6150
Nei piccoli stabilimenti visitati dove non è stato
possibile applicare misure di flessibilità, le non
conformità rilevate sono state più frequenti
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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Rilevato un livello di applicazione delle misure di flessibilità molto diverso nei Paesi visitati
CONCLUSIONI
• In alcuni Stati Membri le misure di flessibilitàsembrano andare oltre ciò che è previsto nelpacchetto igiene
• In altri casi, dove la flessibilità avrebbe potutofornire soluzioni appropriate in piccolistabilimenti, l’autorità competente non ha finoraadottato alcuna azione
DG SANCO report 2010-6150
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
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• In alcuni casi l’autorità competente centrale ha fornitolinee guida per l’applicazione delle misure nazionali alleproprie autorità
• In altri casi, si è lasciata la responsabilità di applicare laflessibilità a livello locale alle autorità locali
• In uno stesso Stato Membro le misure applicatevariavano in Regioni differenti e l’autorità competentecentrale non era sempre informata sui dettagli dellemisure di flessibilità applicate in tutto il territorio delloStato Membro
CONCLUSIONIDG SANCO report
2010-6150
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
L’informazione e la formazione possono essere strumenti
strategici per aiutare I Paesi Membri a sviluppare una
migliore comprensione in questo settore e raffinare l’uso
delle misure di flessibilità contenute nel Pacchetto Igiene
Call for tender n° EAHC/2013/BTSF/13: Organisation and implementation of training activities on Food hygiene and flexibility under the Better Training for Safer Food initiative
DG SANCO report 2010-6150
51A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
CONCLUSIONI
52
Durata: due fasi, ognuna di 24 mesi
prima fase: aprile 2014 – dicembre 2015
seconda fase: aprile 2016 – dicembre 2017
BTSF on Food hygiene and flexibility
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
53
BTSF on Food hygiene and flexibility
Attività: ogni fase include 12 workshops
Partecipanti: 30 per ogni workshop, totale 360 + 360
54
PARTECIPANTI
• Staff delle Autorità Competenti degli Stati Membri: a livello centrale, e ispettori coinvolti nelle attività di controllo sulla sicurezza alimentare
• Delegati da Paesi Candidati e Paesi EFTA
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
BTSF on Food hygiene and flexibility
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• Aumentare la consapevolezza e migliorare la comprensionedella flessibilità inclusa nel Pacchetto Igiene
• Assicurare un utilizzo migliore della flessibilità
• Disseminare buone pratiche per il controllo ufficiale in caso diapplicazione della flessibilità
• Promuovere scambi di esperienze in modo da aumentare illivello di armonizzazione nell’approccio alla flessibilità
• Aumentare la consapevolezza sulle procedure di notifica e larelativa importanza
OBIETTIVI
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
BTSF on Food hygiene and flexibility
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità 56
• Condivisione esperienze
• Partecipazione proattiva
L’APPROCCIO: PUNTI CHIAVE
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità 57
• Ai partecipanti è richiesto di presentare esempi dalla loro attività quotidiana, i problemi incontrati e le eventuali soluzioni adottate
• In questo modo i partecipanti possono mettere a confronto le procedure adottate e si favorisce una convergenza verso l’adozione di pratiche comuni
CONDIVISIONE ESPERIENZE
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità 58
• Ai partecipanti viene richiesto di presentare la situazione nel proprio Paese, riguardo all’applicazione della flessibilità
PARTECIPAZIONE PROATTIVA
• In questo modo di possono confrontare le situazioni nei Paesi membri relativamente alla flessibilità e i partecipanti prendono parte attiva al training
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità 59
• Ampio utilizzo di casi studio, gruppi di lavoro, audience response system, discussioni, esempi pratici
• Ampio utilizzo di fotografie e filmati
Per facilitare scambi di
esperienze
CONTENUTI: PUNTI CHIAVE
60A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
• 1° GIORNO: Panoramica generale sulla flessibilità e quadro legislativo, esclusioni dallo scopo, piccoli stabilimenti, HACCP
• 2° GIORNO: Criteri microbiologici, Flessibilità, prodotti tradizionali e metodi tradizionali, vincoli geografici
• 3° GIORNO: Visite sul campo
• 4° GIORNO: Visite sul campo
• 5° GIORNO: Flessibilità e controllo ufficiale
CONTENUTI: DEL TRAINING
61A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
• Settori: carne e lattiero caseario
• Focus sui piccoli stabilimenti
VISITE SUL CAMPO
62A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
• Esempi di flessibilità nelle piccole produzioni (HACCP, prodotti tradizionali)
VISITE SUL CAMPO
63A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
• Partecipanti suddivisi in piccoli gruppi, per incoraggiare domande e discussione
VISITE SUL CAMPO
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Partecipanti da 36 Paesi
•28 Stati Membri
•6 Paesi Candidati
•2 Paesi EFTA
Dati relativi alle prime 10 sessioni
PRIMA FASE
65
VALUTAZIONE ONLINE: PRIMA FASE
Media sessioni1 - 9
Sessione 10
Contenuto tecnico 4,65/5 4,7
Rilevanza con il lavoro quotidiano 4,4/5 4,6
Bilanciamento tra teoria e pratica 4,45/5 4,8
Materiale del corso 4,7/5 4,8
Utilità per il lavoro quotidiano 4,5/5 4,6
TOTALE IN MEDIA4,6/5 4,7/5
92% 94%
A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
66A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
66
Torino, Italia: 3 sessioni
Helsinki, Finlandia: 2 sessioni
Vilnius, Lituania:3 sessioni
Coimbra, Portogallo:1 sessione
Barcellona, Spagna:
3 sessioni
LOCALITA’: SECONDA FASE
67
Anno Sessione Date Luogo
2016
1 4-8 Aprile 2016 VILNIUS2 16-20 Maggio 2016 BARCELLONA3 13-17 Giugno 2016 TORINO4 12-16 Settembre 2016 COIMBRA5 3-7 Ottobre 2016 VILNIUS6 7-11 Novembre 2016 TORINO
2017
7 6-10 Febbraio 2017 BARCELLONA8 20-24 Marzo 2017 HELSINKI9 8-12 Maggio 2017 VILNIUS
10 12-16 Giugno 2017 TORINO11 11-15 Settembre 2017 HELSINKI12 16-20 Ottobre 2017 BARCELLONAA. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
DATE: SECONDA FASE
68A. Mancuso - Formazione dell'AC: il percorso BTSF su sicurezza alimentare e flessibilità
DOMANDE?