Guerra alla droga

24
RAPPORTO DELLA COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE GIUGNO 2011 GUERRA ALLA DROGA Traduzione a cura di Nonviolent Radical Party Transnational Transparty

description

2011

Transcript of Guerra alla droga

Page 1: Guerra alla droga

RAPPORTO DELLA COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

GIUGNO 2011

GUERRAALLA DROGA

Traduzione a cura di Nonviolent Radical Party Transnational Transparty

Page 2: Guerra alla droga
Page 3: Guerra alla droga

RAPPORTO DELLA COMMISSIONE GLOBALEPER LE POLITICHE SULLEDROGHE

Per maggiori informazioni sulla Commissione,visitate il sitowww.globalcommissionondrugs.org

Oppure scrivete a:[email protected]

COMMISSARIAsma Jahangir, attivista per i diritti umani, ex RelatriceSpeciale delle Nazioni Unite sulle Esecuzioni Extragiudi-ziarie, Sommarie o Arbitrarie, Pakistan

Carlos Fuentes, scrittore e intellettuale, Messico

César Gaviria, ex Presidente della Colombia

Ernesto Zedillo, ex Presidente del Messico

Fernando Henrique Cardoso, ex Presidente del Brasile(presidente)

George Papandreou, ex Primo Ministro della Grecia

George P. Shultz, ex Segretario di Stato, Stati Uniti (presi-dente onorario)

Javier Solana, ex Alto Rappresentante dell’Unione Euro-pea per la Politica Estera e la Sicurezza Comune, Spagna

John Whitehead, banchiere e funzionario, presidentedella Fondazione World Trade Center Memorial, StatiUniti

Ko! Annan, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite,Ghana

Louise Arbour, ex Alta Commissaria delle Nazioni Uniteper i Diritti Umani, presidente dell’International CrisisGroup, Canada

Maria Cattaui, membro del Consiglio di Petroplus Hol-dings, ex Segretaria Generale della Camera di Commer-cio Internazionale, Svizzera

Mario Vargas Llosa, scrittore e intellettuale, Perú

Marion Caspers-Merk, ex Segretaria di Stato presso il Mi-nistero Federale della Sanità della Germania

Michel Kazatchkine, direttore esecutivo del Fondo Mon-diale per la Lotta contro l’AIDS, la Tuberculosi e la Malaria,Francia

Paul Volcker, ex Presidente della Federal Reserve degliStati Uniti e dell’Economic Recovery Board

Richard Branson, imprenditore, difensore di cause sociali,fondatore del Gruppo Virgin, co-fondatore del gruppoThe Elders, Regno Unito

Ruth Dreifuss, ex Presidente della Svizzera e Ministra degliAffari Interni

Thorvald Stoltenberg, ex Ministro degli Affari Esteri e AltoCommissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Norvegia

Page 4: Guerra alla droga

SINTESI

La guerra globale alla droga è fallita, conconseguenze devastanti per gli individui e lesocietà di tutto il mondo. Cinquanta annidopo la Convenzione Unica delle NazioniUnite sugli Stupefacenti, e a 40 anni daquando il presidente Nixon lanciò la guerraalle droghe del governo americano, sono ur-genti e necessarie riforme fondamentalinelle politiche di controllo delle droghe na-zionali e mondiali.

Le immense risorse dirette alla criminalizza-zione e alle misure repressive su produttori,traf!canti e consumatori di droghe illegalihanno chiaramente fallito nella riduzionedell’offerta e del consumo.

Le apparenti vittorie dell’eliminazione di unafonte o di una organizzazione vengono ne-gate, quasi istantaneamente, con l’emergeredi altre fonti e traf!canti. Gli sforzi repressividiretti sui consumatori impediscono misuredi sanità pubblica volte alla riduzione di HIV/ AIDS, overdosi mortali e altre conseguenzedannose dell’uso della droga. Invece di in-vestire in strategie più convenienti e basatesul evidenza per la riduzione della domandae dei danni le spese pubbliche vanno nelleinutili strategie della riduzione dell’offerta edella incarcerazione.

I nostri principi e le raccomandazioni pos-sono essere riassunti come segue:

Terminare con la criminalizzazione, l’emargi-nazione e la stigmatizzazione delle personeche fanno uso di droghe ma che non fannoalcun male agli altri. S!dare i luoghi comunisbagliati, circa i mercati della droga, l’uso didroga e la tossicodipendenza, invece di raf-forzarli.

Incoraggiare i governi a sperimentare mo-delli di regolamentazione giuridica delladroga per minare il potere del crimine orga-nizzato e salvaguardare la salute e la sicu-rezza dei loro cittadini. Questaraccomandazione vale soprattutto per lacannabis, ma incoraggiamo anche altri espe-rimenti di depenalizzazione e regolamenta-zione legale, che possano raggiungerequesti obiettivi e fornire modelli per altri.

Offrire servizi sanitari e cure a chi ne ha bi-sogno. Garantire che sia disponibile una va-rietà di modalità di trattamento, compresonon solo il trattamento con metadone e bu-prenor!na, ma anche i programmi di tratta-mento assistito con eroina che si sonodimostrati ef!caci in molti paesi europei e inCanada.

Implementare i programmi di accesso alle si-ringhe e alle altre misure di riduzione deldanno che si sono dimostrate ef!caci nel ri-durre la trasmissione dell’HIV e di altre infe-zioni a trasmissione ematica così come leoverdosi fatali. Rispettare i diritti umani dellepersone che usano droghe. Abolire le prati-che abusive eseguite in nome del tratta-mento – come la detenzione forzata, il lavoro

4 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

Page 5: Guerra alla droga

forzato e gli abusi !sici o psicologici – checontravvengano standard dei diritti umani edelle norme o che annullino il diritto all’au-todeterminazione.

Applicare pressappoco gli stessi principi e lepolitiche sopra esposti alle persone coin-volte nelle estremità ultime dei mercati didroghe illegali, come gli agricoltori, i corrierie piccoli venditori. Molti sono vittime di vio-lenza e d’intimidazione o sono tossicodipen-denti. Arrestare e imprigionare decine dimilioni di queste persone, negli ultimi de-cenni, ha riempito le prigioni e distrutto vitee famiglie senza ridurre la disponibilità didroghe illecite o il potere delle organizza-zioni criminali. Sembra non ci sia limite al nu-mero di persone disposte a impegnarsi intali attività per migliorare la loro vita, prov-vedere alle loro famiglie, o comunque sfug-gire alla povertà. Le risorse per il controllodella droga possono esser meglio dirette al-trove.

Investire in attività che possano preveniresia, in primo luogo, l’uso di droga tra i gio-vani, sia lo sviluppo di problemi più gravi perchi fa uso di droga. Evitare i messaggi sem-plicistici come “basta dire di no”, e le politi-che “tolleranza zero”, a favore di messaggie politiche di sforzi educativi fondati su in-formazioni credibili e programmi di preven-zione che si concentrino sulle abilità socialie le in"uenze tra pari. Gli sforzi di preven-zione più ef!caci possono essere quelli de-stinati a speci!ci gruppi a rischio.

Concentrare le azioni repressive sulle orga-nizzazioni criminali violente, ma in modo cheindeboliscano il loro potere e la loro portata,

dando priorità alla riduzione della violenza edell’intimidazione. Gli sforzi delle azioni dipolizia dovrebbero concentrarsi non sulla ri-duzione dei mercati della droga di per sé,ma piuttosto sulla riduzione dei loro dannialle persone, comunità e alla sicurezza nazio-nale.

Dare inizio alla trasformazione del regimeglobale di proibizione delle droghe. Sosti-tuire le politiche e le strategie sulla drogaorientate dall’ideologia e dalla convenienzapolitica con politiche economiche responsa-bili basate sulla scienza, sulla salute, sulla si-curezza e sui diritti umani - e adottare criteriappropriati per la valutazione. Rivedere laclassi!cazione delle droghe che ha prodottopalesi anomalie come la difettosa categoriz-zazione della canapa, della foglia di coca, edel MDMA. Assicurarsi che le convenzioni in-ternazionali siano interpretate e/o riviste perfornire una base legale solida che permettadi sperimentare la riduzione del danno, ladepenalizzazione e la regolamentazione.

Rompere il tabù sul dibattito e sulla riforma.E’ tempo di agire.

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 5

Page 6: Guerra alla droga

INTRODUZIONE

La guerra alla droga è fallita. Quando, 50 anni fa, fu data laConvenzione Unica sui Narcotici e Stupefacenti delleNazioni Unite, quando, 40 anni fa, il presidente Nixon lanciòla guerra alla droga del governo nordamericano, i politicicredettero che azioni repressive e severe, per il rispettodella legge, contro coloro che si trovano coinvolti nella pro-duzione di droghe, distribuzione ed uso, avrebbero portatoa una costante diminuzione del mercato delle droghe con-trollate come eroina, cocaina, cannabis, e all’eventualeavvento di “un mondo senza droghe”. La scala globale deimercati di droga illegale, ampiamente controllati dal crim-ine organizzato, è nei fatti cresciuto in modo spettacolare inquesto periodo. Mentre non sono disponibili stime esattedel consumo globale nel periodo completo dei 50 anni,una analisi dei soli ultimi 10 anni1,2,3,4 mostra un esteso mer-cato crescente (vedere la tabella sopra).

Nonostante la crescente evidenza di come le attualipolitiche non raggiungano i loro obiettivi, la maggior parte

degli organismi politici, a livello nazionale e internazionale,si sono orientati ad evitare un aperto esame o un dibattitosulle alternative.

Questa mancanza di leadership nelle strategie sulla drogaha motivato la formazione della nostra Commissione, e ciorienta nella nostra visione che questo è il tempo giustoper una revisione seria, esaustiva e di grande lungimiranza,delle politiche che possano rispondere al fenomeno delladroga. Il punto di partenza di tale revisione è riconoscereche il problema globale della droga è un insieme di istanzesanitarie e sociali interdipendenti da governare, più che unaguerra da vincere.

I membri della Commissione hanno concordato quattroprincipi fondamentali che possono essere da guida per lepolitiche e le strategie, nazionali e internazionali, sulladroga, e hanno formulato undici raccomandazioni perl’azione.

6 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

STIME DELLE NAZIONI UNITE DEL CONSUMO ANNUALE DI DROGA DAL 1998 AL 2008

Oppiacei Cocaina Cannabis1998 12.9 milioni 13.4 milioni 147.4 milioni2008 17.35 milioni 17 milioni 160 milioni% di incremento 34.5% 27% 8.5%

Nota metodologica

I dati contenuti nella tabella 1 sono tratti dalle seguenti pubblicazioni dell’Uf!cioONU sulla Droga e il Crimine (UNODC, United Nations Of!ce on Drugs andCrime):

UNODC (2010) World Drug Report 2010 http://www.unodc.org/unodc/en/ data-and-analysis/WDR-2010.html

ODCCP (2002) Studies on Drugs and Crime: Global Illicit Drug Trends 2002http://www.unodc.org/unodc/data-and-analysis/WDR.html

Nel calcolare le stime della prevalenza globale per il 2008, abbiamo utilizzato datiintermedi tratti dall’ampissima gamma di possibilità stimate dall’UNODC nel Rap-porto Mondiale sulla Droga 2010. Una così vasta disponibilità e varietà di stime èindicatrice di una forte incertezza relativa ai dati. La “migliore stima” dell’UNODCè, nelle parole dell’organizzazione stessa, “nella maggior parte dei casi.. il dato in-termedio tra le stime più alte e più basse”[1]. In questo caso, l’UNODC ha decisodi pubblicare una stima al di sotto di questo dato intermedio. Anche se le ragionidi questa scelta metodologica non sono state rese note e tenendo presente lepressioni verso il basso sulle stime fornite dai governi all’UNODC, riteniamo chel’uso di dati intermedi sia giusti!cato.

Abbiamo anche attinto alle conclusioni di uno studio eseguito dagli eminenti ricer-catori Peter Reuter e Franz Trautmann[2] e commissionato dall’Unione Europea,che ha esaminato le tendenze globali lungo questo periodo. Lo studio concludeche:

“Chiaramente, il problema globale della droga non è andato migliorando duranteil periodo UNGASS (United Nations General Assembly Special Session). Per alcunipaesi (soprattutto i più ricchi) si è attenuato ma gli altri (soprattutto quelli in via disviluppo o in fase di transizione) è peggiorato, in alcuni casi drammaticamente esostanzialmente… Nell’insieme, tenendo presente i limiti dei dati, è giusto dire cheil problema è divenuto in qualche modo ancora più serio.”

Né le nostre stime né quelle dell’UNODC sono da ritenersi indiscutibili – ma non sipuò negare la nostra conclusione principale, ovvero che esiste “un grosso mercatoin crescita”. A 10 anni dall’inizio della campagna mondiale per “eradicare o ridurresigni!cativamente” i mercati di droga su scala mondiale (come annunciato con laDichiarazione Politica adottata alla 20ma UNGASS sulla Lotta al Problema Globaledella Droga, nel giugno 1998), dobbiamo concludere che è necessario prendere inconsiderazione altre strategie.

[1] http://www.unodc.org/documents/data-and-analysis/WDR2010/ WDR2010me-thodology.pdfa anni anni

[2] Peter Reuter and Franz Trautmann, Eds (2009) A Report on Global Illicit DrugMarkets 1998-2007 European Commission

Page 7: Guerra alla droga

PRINCIPI

1. Le politiche in materia di stupefacenti devonoessere basate su solide evidenze, empiriche escienti!che. La prima misura del successo deve es-sere la riduzione del danno alla salute, alla sicu-rezza e al benessere degli individui e della società.

Nei 50 anni da quando le Nazioni Unite hanno datoinizio ad un sistema davvero globale di controllosulle droghe, abbiamo imparato molto sulla naturae sui modelli della produzione, distribuzione, di-pendenza e uso di droga, e sull’ef!cacia dei nostritentativi per limitare tale problema. Per quantopossa essere comprensibile che gli architetti di talesistema credessero nel concetto di eradicazionedell’uso e della produzione di droga ( alla lucedelle limitate esperienze accumulate allora ), nonesistono in ogni caso scuse per poter ignorarel’evidenza e l’esperienza accumulate !no ad ora. Lepolitiche e le strategie sulla droga, a tutti i livelli,continuano troppo spesso ad essere guidate daprospettive ideologiche, o convenienze politiche, eprestano troppo poca attenzione alla complessitàdel mercato della droga, dell’uso di droga e delladipendenza da droga.

Politiche ef!caci richiedono un’articolazione chiaradegli obiettivi politici. La Convenzione Unica ONUdel 1961 su Droga e Narcotici stabilì chiaramentecome l’obiettivo ultimo del sistema fosse il miglio-ramento della “salute e benessere dell’umanità”.

Questo ci ricorda che le politiche sulla droga ini-zialmente furono sviluppate e messe in atto nellasperanza di raggiungere risultati in termini di ridu-zione dei danni agli individui e alla società - menocrimine, migliore salute, e maggior sviluppo econo-mico e sociale. Invece, abbiamo in primo luogo mi-surato il nostro successo nella guerra alle droghecon misure del tutto differenti – quelle relative aiprocessi, come il numero di arresti, le quantità se-questrate, o la durezza delle pene. Questi indica-tori possono dirci quanto siamo stati duri, ma nonpossono dirci quanto successo abbiamo avuto nelmiglioramento della “salute e benessere dell’uma-nità”.

2. Le politiche sulla droga devono basarsi sui prin-cipi dei diritti umani e della salute pubblica. Dob-biamo porre un termine alla stigmatizzazione eall’emarginazione delle persone che usano certedroghe e di quelli che restano coinvolti nei livellipiù bassi della coltivazione, della produzione edella distribuzione, e trattare le persone tossicodi-pendenti come pazienti, non come criminali.

Alcuni principi fondamentali sono alla base di tutti gliaspetti della politica nazionale e internazionale. Sonoconsacrati nella Dichiarazione Universale dei DirittiUmani e in molti trattati internazionali che sono se-guiti. Di particolare rilevanza per la politica sulle dro-ghe sono il diritto alla vita, alla salute, ad un giustoprocesso e ad un giusto giudizio, a restare libero datortura o trattamento crudele, inumano o degradante,di schiavitù e di discriminazione. Questi diritti sonoinalienabili, e l’obbligo nei loro confronti è prioritariosugli altri accordi internazionali, incluse le convenzionisul controllo delle droghe. Come ha dichiarato l’AltoCommissario delle Nazioni Unite per i diritti umani,Navanethem Pillay: “le persone che fanno uso didroga non perdono per questo i loro diritti umani.Con elevata frequenza, i consumatori di droga sof-frono di discriminazione, sono forzati ad accettare trat-tamenti, vengono emarginati e spesso danneggiatidagli approcci che accentuano la criminalizzazione e lapunizione minimizzando la riduzione del danno e il ri-spetto per i diritti umani”.5

Alcune misure di salute pubblica ben sperimentate ecomprovate6,7 (generalmente de!nite riduzione deldanno, una strategia che include l’accesso alle sirin-ghe e i trattamenti con i farmaci sperimentati, meta-done o buprenor!na) possono limitare il rischio dimorte per overdose e la trasmissione di HIV e di altreinfezioni trasmissibili col sangue8.In ogni caso, i governi spesso non implementano pie-namente questi interventi, preoccupati che il migliora-mento della salute dei consumatori di droghe siavalutato come un messaggio troppo tollerante sulledroghe. Questo è illogico – il sacri!cio della salute edel benessere di un gruppo di cittadini quando sonodisponibili misure ef!caci di protezione della salute èinaccettabile, e aumenta i rischi per l’intera comunità.

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 7

Page 8: Guerra alla droga

PRINCIPI(continua)

Quei paesi che hanno attuato precocemente politiche diriduzione del danno e di salute pubblica hanno speri-mentato tassi costantemente più bassi di trasmissione diHIV fra popolazione di consumatori di droghe per inie-zione. Similmente, quei paesi che hanno risposto all’au-mento della prevalenza di HIV fra i consumatori di drogaintroducendo programmi di riduzione del danno hannoottenuto risultati positivi nel contenimento e nell’inver-sione di un’ulteriore tasso di HIV. Dall’altra parte, moltipaesi che hanno fatto af!damento sulla repressione esulla dissuasione come risposta ai crescenti tassi di tra-smissione di HIV in relazione alle droghe stanno regi-strando più alti tassi di HIV nella popolazione deiconsumatori di droga.10,11,12

Un approccio indiscriminato al “traf!co di droga” èugualmente problematico. Molte persone che prendonoparte al mercato della droga sono esse stesse vittime diviolenza e di intimidazioni, o sono tossicodipendenti. Unesempio di questo fenomeno sono i piccoli spacciatoriche coprono i ruoli più visibili e rischiosi nella catenadella fornitura e della distribuzione. A differenza di quelliappartenenti alle organizzazioni del narcotraf!co, questepersone in genere non hanno una storia di criminalitàcontinua e violenta, e qualcuno s’impiega nel traf!co didroga principalmente per avere i soldi per la propriatossicodipendenza. Non possiamo considerare coloroche sono arrestati per traf!co tutti ugualmente colpevoli– molti sono obbligati a quelle azioni, o sono guidati aestremi rimedi dalla loro dipendenza o situazione eco-nomica. Non è opportuno punire questi individui allostesso modo come se fossero membri dei gruppi vio-lenti criminali organizzati che controllano il mercato.

In!ne, molti paesi ancora reagiscono alle persone di-pendenti da droghe con la punizione e la stigmatizza-zione. In effetti, la dipendenza da droga è unacomplessa affezione di salute con una molteplicità dicause – sociali, psicologiche e !siche (comprese, peresempio, condizioni dure di vita, o una storia di traumapersonale o problemi emozionali). Cercare di trattarequesta complessa malattia con le punizioni è inef!cace –possono essere raggiunti successi molto migliori provve-dendo ad una varietà di servizi per terapie basate sul-l’evidenza. I paesi che hanno trattato i cittadinitossicodipendenti come pazienti bisognosi di una cura,invece che come delinquenti meritevoli di castigo,hanno ottenuto risultati estremamente positivi nella ri-duzione del crimine, nel miglioramento della salute enel superamento delle dipendenze.

8 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

IMPATTO DELLE POLITICHE SULLADROGA NELLA PREVALENZA RE-CENTE DI HIV IN CONSUMATORIDI DROGHE PER INIEZIONE9

Paesi che hanno implementato in modo consi-stente strategie comprendenti la riduzione deldanno.

Paesi che hanno introdotto strategie di riduzionedel danno parziali, o dopo un incremento epide-mico

Paesi che si sono opposti con forza a un’imple-mentazione in larga scala delle strategie di ridu-zione del danno, nonostante la presenza di drogheiniettabili e di uso collettivo di siringhe

percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di drogaper iniezione

percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di drogaper iniezione

percentuale media di prevalenza di HIV fra i consumatori di drogaper iniezione

Page 9: Guerra alla droga

PAZIENTI E NON CRIMINALI: UN APPROCCIO PIU’ UMANO ED EFFICACE

Studio di caso numero uno: Svizzera13

In risposta agli evidenti e gravi problemi di drogache si erano sviluppati nel paese negli anni ‘80, laSvizzera attuò una nuova serie di politiche e di pro-grammi (compresi programmi di sostituzione dieroina ), basati sulla salute pubblica invece che sullacriminalizzazione. La costante implementazione ditale politica ha condotto ad una drastica riduzionedel numero dei tossicodipendenti da eroina cosìcome altri vari bene!ci. Uno studio molto impor-tante terminava con queste parole14:

“La sostituzione di eroina era indirizzata ai consu-matori problematici recidivi (consumatori pesanti)– stimati in 3000 tossicodipendenti, che rappre-sentano tra il 10 e il 15 % dei consumatori dieroina in Svizzera e possono costituire dal 30 al 60% della domanda di eroina nel mercato illegale.Pesantemente compromessi sia nel traf!co didroghe che in altre forme di reati, funzionavanoanche come legame tra grossisti e consumatori.Quando questo gruppo di consumatori ha tro-vato una soluzione costante e legale per la pro-pria dipendenza, si è ridotto il loro uso illecito didroga così come il loro bisogno di traf!care ineroina o impegnarsi in altre attività criminali.

Il programma di sostituzione di eroina ha avutotre effetti sul mercato delle droghe:

• Ha sostanzialmente ridotto l’uso tra i consu-matori più pesanti, e questa riduzione nelladomanda ha in"uenzato i "ussi di mercato (peresempio, il numero dei nuovi tossicodipen-denti registrato in Zurigo nel 1990 era 850. Nel2005, il numero era sceso a 150).• Ha ridotto il livello della criminalità correlataal mercato (per esempio, si è avuta una ridu-zione del 90% dei crimini contro la proprietàcommessi dai partecipanti al programma ).• Mancando i tossicodipendenti e gli spaccia-tori locali, i consumatori occasionali svizzeriavevano dif!coltà a contattare i venditori.

Studio di caso numero due: Regno Unito15

Le ricerche eseguite nel Regno Unito sugli ef-fetti delle politiche reindirizzate dall’incarcera-zione ai programmi di trattamento hannodimostrato chiaramente una riduzione dellacriminalità a seguito di tali programmi. Oltrealle interviste, i ricercatori hanno tenuto contoin questo caso anche dei dati del registro dellaPolizia criminale. La ricerca mostra che il nu-mero dei procedimenti a carico di 1476 consu-matori di droghe, dagli anni precedentiall’ingresso nel trattamento, agli anni succes-sivi, si è ridotto del 48%.

Studio di caso numero tre: Paesi Bassi16,17,18

Di tutti i 15 paesi dell’Unione europea, la per-centuale delle persone che si iniettano eroinanei Paesi Bassi è la più bassa e non c’è alcunnuovo ingresso di consumatori problematici.L’eroina ha perso la sua attrattiva per la mag-gior parte della gioventù ed è consideratacome una “droga del non ritorno”. Il numerodi consumatori problematici di eroina è dimi-nuito signi!cativamente e l’età media dei con-sumatori è considerevolmente aumentata. Iservizi su larga scala di trattamento di bassasoglia e di riduzione del danno comprendonolo scambio di siringhe e la prescrizione di me-tadone e di eroina sotto strette condizioni.

Nei Paesi Bassi si è constatato come l’eroinaprescritta dal medico riduca i crimini minori e iproblemi di ordine pubblico, ed abbia effettipositivi sulla salute delle persone che combat-tono con la tossicodipendenza. Nel 2001, il nu-mero stimato di persone dipendenti da eroinanei Paesi Bassi era 28.000 / 30.000. Nel 2008, ilnumero era disceso a 18.000. La popolazioneolandese di consumatori di oppiacei è in corsod’invecchiamento – è diminuita anche la pro-porzione di consumatori di oppiacei giovani(tra i 15 e i 29 anni) che ricevono trattamentiper tossicodipendenza.

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 9

Page 10: Guerra alla droga

PRINCIPI(Continua)

3. Lo sviluppo e l’attuazione delle politiche sulledroghe dovrebbe essere una responsabilità condi-visa a livello globale, ma è necessario anche te-nere conto delle diverse realtà politiche, sociali eculturali. Le politiche dovrebbero rispettare i dirittie le necessità delle persone coinvolte nella produ-zione, traf!co e consumo, come si riconosce impli-citamente nella Convenzione sul Traf!co di Drogadel 1988.

Il sistema ONU per il controllo della droga si basasull’idea che i governi debbano lavorare insiemeper affrontare i mercati delle droghe e i relativi pro-blemi. Questo è un punto di partenza ragionevole,e certamente c’è una responsabilità da condivideretra paesi produttori, consumatori e di transito(anche se la distinzione è sempre più confusa dalmomento che tanti paesi stanno sperimentandoelementi di tutte le tre condizioni).

Comunque, l’idea della responsabilità condivisa ètroppo spesso diventata un camicia di forza che hainibito lo sviluppo e la sperimentazione delle politi-che. L’ONU (attraverso la Commissione per il con-trollo internazionale degli stupefacenti) e inparticolare gli Stati Uniti (particolarmente con il suoprocedimento di “certi!cazione”), hanno indefes-samente lavorato negli ultimi anni per assicurarsiche tutti i paesi adottassero lo stesso rigido ap-proccio alla politica sulla droga - le stesse leggi elo stesso approccio severo delle forze dell’ordine.Quando i governi nazionali sono arrivati a unamaggiore consapevolezza della complessità delproblema e delle opzioni di risposta politica suiloro territori, molti hanno usato "essibilità nei ri-guardi della Convenzione, tentando strategie eprogrammi nuovi, come le iniziative di decriminaliz-zazione o i programmi di riduzione del danno.Quando questo ha compreso un approccio più tol-lerante all’uso di droga, i governi hanno dovuto af-frontare pressioni diplomatiche internazionali per“proteggere l’integrità della Convenzione”, anchequando le strategie erano legali, ef!caci e riceve-vano consensi nel paese.

Un esempio attuale di questo processo (che puòessere de!nito “imperialismo sul controllo delledroghe”), può essere osservato in merito alla pro-posta del governo boliviano per rimuovere la pra-tica della masticazione di foglie di coca dallaConvenzione del 1961, che proibisce qualunqueuso al di fuori di quello medico. Sebbene studi suc-cessivi avessero mostrato19 come la pratica indi-gena di masticare foglie di coca non fosseassociata con nessuno dei problemi del mercato in-ternazionale di cocaina, e che una evidente mag-gioranza della popolazione boliviana (e dei paesivicini) appoggiasse tale cambiamento, molti deiricchi paesi “consumatori di cocaina” (in testa gliStati Uniti) hanno formalmente rigettato l’emenda-mento.20

L’idea che il sistema internazionale di controllosulle droghe sia immutabile e che ogni emenda-mento - per quanto ragionevole o minimale – siauna minaccia all’integrità dell’intero sistema, non èlungimirante. Così come tutti gli accordi multilate-rali, le convenzioni sulle droghe devono essere sot-toposte ad una costante revisione emodernizzazione alla luce delle variabili e mutevolicircostanze. In particolare, deve essere permesso aigoverni nazionali di esercitare la libertà di speri-mentare con risposte che siano adeguate alle cir-costanze. Quest’analisi e lo scambio di esperienzeè un elemento cruciale del processo di apprendi-mento sulla ef!cacia relativa ai diversi approcci, mala convinzione che dobbiamo avere tutti esatta-mente le stesse leggi, sanzioni e programmi ha co-stituito un limite inutile.

10 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

Page 11: Guerra alla droga

EFFETTI INDESIDERATI

L’implementazione della guerra alla droga ha generato dif-fuse conseguenze negative sulla società nei paesi produt-tori, consumatori, o di transito. Tali conseguenze negativesono state elencate dall’ex Direttore esecutivo dell’Uf!ciodell’ONU su droga e crimine, Antonio Maria Costa, che leha raggruppate in cinque categorie:

1. La crescita di un ‘enorme mercato nero criminale’ !nan-ziato dai pro!tti commisurati al rischio, ottenuti nel sod-disfare la domanda internazionale di droghe illecite.

2. Uno sbilanciamento della considerazione politica, comerisultato per aver usato scarse risorse mobilitate nelvasto sforzo di azioni di polizia indirizzate contro il mer-cato criminale.

3. Un dislocamento geogra!co, spesso conosciuto come“effetto mongol!era”, con il quale la produzione didroga cambia luogo per evitare le attenzioni delle forzedell’ordine.

4. Uno spostamento nelle sostanze, cioè lo spostamentodei consumatori verso nuove sostanze quando la lorodroga, scelta precedentemente, diventa dif!cile da otte-nere, per esempio per le pressioni delle forze dell’or-dine.

5. La percezione e il trattamento dei consumatori di droga,che sono stigmatizzati, emarginati ed esclusi.21

4. Le politiche sulla droga devono attuarsi in modointegrato, coinvolgendo famiglie, scuole, specialistidella salute pubblica, professionisti dello sviluppo eleaders della società civile, in collaborazione con leistituzioni per l’ordine pubblico e altri organismi go-vernativi rilevanti.

Con la loro forte focalizzazione sulle azioni di polizia esulle pene, non sorprende che le principali istituzioniper l’attuazione del sistema di controllo sulle droghesiano la Polizia, le autorità di controllo di frontiera e leautorità militari dirette da Ministeri di Giustizia, Sicu-rezza e Interni. Nel livello multilaterale, anche le strut-ture regionali e delle Nazioni unite sono dominate daquesti interessi.

Anche se i governi hanno riconosciuto sempre di piùche le strategie di azioni di polizia per il controllo delledroghe devono essere integrate da un approccio piùvasto con programmi sociali e di salute pubblica, lestrutture per la formazione delle politiche, per l’alloca-zione delle risorse e per l’implementazione non sonostate altrettanto modernizzate.

Queste dinamiche istituzionali hanno ostacolato stra-tegie di governo obiettive e basate sull’evidenza.Questo è qualcosa più di un problema teorico - ripe-tuti studi22,23 hanno dimostrato che i governi raggiun-gono maggiori bene!ci economici e sociali per le lorocomunità investendo in programmi sanitari e sociali,piuttosto che investendo nella riduzione dell’offerta eazioni di polizia. In ogni caso, nella maggioranza deipaesi, la maggior parte delle risorse disponibili ven-gono spese per dare seguito alle leggi sulle droghe eper punire di coloro che fanno uso di droga.24

Risulta sempre più evidente la mancanza di coerenzadelle Nazioni Unite. Lo sviluppo del sistema globale dicontrollo delle droghe ha compreso la creazione di trecorpi di supervisione per l’implementazione delleConvenzioni: l’Uf!cio delle Nazioni Unite contro laDroga e il Crimine (UNODC), la Commissione Interna-zionale per il Controllo degli Stupefacenti (INCB) e laCommissione sulle Droghe (CND). Questo sistema sibasa sulla premessa che il controllo internazionaledelle droghe sia prima di tutto una lotta contro il cri-mine e i delinquenti. Come era lecito aspettarsi, c’è unintrinseco interesse a mantenere al centro dell’azionele forze dell’ordine e i funzionari di alto rango in questiorganismi sono tradizionalmente più familiari con que-sto quadro.

Ora che la natura della s!da delle politiche sulle drogheè cambiata, le istituzioni devono seguire questo cambia-mento. Le politiche sulle droghe devono esser formatea partire dalle strategie condivise da tutte le agenziemultilaterali interessate, certamente l’UNODC, maanche UNAIDS, WHO, UNDP, UNICEF, UN Women, laBanca Mondiale e l’Uf!cio dell’Alto Commissariato per iDiritti Umani. La marginalizzazione dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità è particolarmente preoccupantedato che ha ricevuto uno speci!co mandato sui trattatidi controllo sulle droghe.

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 11

Page 12: Guerra alla droga

RACCOMANDAZIONI

1. Rompere il tabù. Promuovere un dibattitoaperto e sostenere politiche che riducano effetti-vamente il consumo e che prevengano e limitino idanni relativi all'uso di droghe e alle politiche dicontrollo delle droghe. Aumentare l'investimentoin ricerche e analisi sull'impatto di differenti pro-grammi e strategie.25

Leaders politici e personaggi pubblici dovrebberoavere il coraggio di esprimere pubblicamente ciòche molti di loro ammettono in privato: cioè chel'evidenza dimostra ampiamente come le strategierepressive non risolvano il problema della droga, eche la guerra alla droga non è stata, né può, esserevinta. I governi hanno il potere di attuare un mistodi politiche appropriate alle loro situazioni, e ge-stire i problemi causati dal narcotraf!co e dall’usodi droghe in modo da migliorarne l’impatto sia a li-vello dei crimini relativi che dei danni sociali e sani-tari.

2. Sostituire la criminalizzazione e la punizione dicoloro che usano droghe con l'offerta di servizi sa-nitari e terapie per coloro che li desiderano.

Un’idea chiave dell’approccio “guerra alla droga”era che la minaccia di arresto e di una severa puni-zione avrebbe funzionato da deterrente ad usaredroghe. In pratica, questa ipotesi si è dimostrataerrata - molti paesi, che hanno varato leggi severehanno effettuato un gran numero arresti ed incar-cerazioni di consumatori di droghe e piccoli traf!-canti, hanno un numero più alto di consumatori edi problemi relativi rispetto ai paesi che hanno se-guito un approccio più tollerante. In modo simile, ipaesi che hanno introdotto una decriminalizza-zione, o altre forme di diminuzione di arresti e dipene, non hanno visto aumentare il tasso dei con-sumatori né il numero di tossicodipendenti come siera paventato.

LE INIZIATIVE DI DECRIMINALIZZAZIONE NON HANNO PRODOTTO UN INCREMENTO SIGNIFICATIVO DEL CONSUMO DI DROGHE

PortogalloNel luglio del 2001, il Portogallo è diventato il primo paeseeuropeo a decriminalizzare l'uso e il possesso di tutte le dro-ghe illecite. Molti osservatori furono critici rispetto a tale po-litica, convinti che ciò avrebbe portato ad un incrementodell'uso di droghe e dei problemi ad esse associati. La Dot-toressa Caitlin Hughes dell'Università di New South Wales eil Professor Alex Stevens dell'Università del Kent hanno con-dotto una dettagliata ricerca sugli effetti della decriminaliz-zazione in Portogallo. I loro risultati, recentementepubblicati,26 hanno dimostrato che questo non era vero, ri-proponendo le conclusioni degli studi precedenti27 e diquelli del CATO Institute.28

Le conclusioni di Hughes e Stevens evidenziano un leggeroincremento nei tassi totali di uso di droghe, in Portogallo,nei 10 anni seguenti alla depenalizzazione, ad un livello inlinea con altri paesi simili dove l'uso di droga è rimasto crimi-nalizzato. All'interno di questa tendenza generale, c'è statauna diminuzione speci!ca dell'uso di eroina, che nel 2001costituiva la principale preoccupazione del governo porto-ghese. In de!nitiva, l’eliminazione delle sanzioni penali,combinata con l'uso di risposte terapeutiche alternative perle persone che lottano contro la dipendenza dalle droghe,ha ridotto il carico delle azioni di polizia sulle droghe sul si-stema della giustizia penale e il livello totale dell'uso proble-matico di droga.

Comparazione fra città olandesi e americaneUno studio di Reinarman e altri ha messo a confronto i me-todi di regolamentazione, molto diversi, di Amsterdam, nellaquale la politica liberale dei "cannabis coffee" (una forma didecriminalizzazione di fatto) risale agli anni '70, e San Franci-sco, negli USA, che criminalizza i consumatori di cannabis. Iricercatori volevano studiare se i metodi di una politica piùrepressiva in San Francisco servivano a dissuadere i cittadinidal fumare cannabis o ritardava l'inizio dell'uso. Hanno rile-vato che no, concludendo:

"I nostri risultati non supportano l'affermazione che la crimi-nalizzazione riduca l'uso di cannabis e che la depenalizza-zione incrementi l'uso di cannabis... Con l'eccezione di unmaggiore uso di droghe in San Francisco, abbiamo trovatoforti somiglianze fra le due città. Non abbiamo riscontratoevidenze che supportino l'affermazione che la criminalizza-zione riduca l'uso e che la decriminalizzazione lo incre-menti.29

12 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

Page 13: Guerra alla droga

AustraliaLo stato dell'Australia Occidentale ha introdotto un si-stema di decriminalizzazione dell'uso di cannabis nel 2004,e i ricercatori hanno valutato il suo impatto comparando letendenze prevalenti in tale stato con quelle del resto delpaese. Lo studio è stato complicato dal fatto di esser statocondotto in un periodo in cui l'uso di cannabis era in dimi-nuzione nel paese. Ciononostante, i ricercatori hanno tro-vato che questa tendenza alla diminuzione era la stessa inAustralia occidentale, che aveva sostituito le sanzioni pe-nali per l'uso o il possesso di cannabis con sanzioni ammi-nistrative, come la consegna da parte della polizia di unavviso chiamato "avviso di contravvenzione". Gli autori af-fermano:

“ I dati sull'uso di cannabis in questa ricerca suggerisconoche, contrariamente alle previsioni degli osservatori chehanno criticato il sistema, l'uso di cannabis in Australia oc-cidentale ha continuato a diminuire nonostante l'introdu-zione del Sistema di Avviso di Contravvenzione perCannabis.”30

Comparazione tra differenti stati in USAPer quanto il possesso di cannabis sia un reato contro leleggi federali degli Stati Uniti, gli stati invece perseguonopolitiche diverse sul possesso di droga. Nel rapporto dellaCommissione sulla Cannabis del 2008, convocata dallaFondazione Beckley, gli autori hanno esaminato ricercheeffettuate per confrontare la prevalenza di cannabis inquegli stati che avevano depenalizzato con quelli che ave-vano mantenuto sanzioni penali per il possesso. Queste leconclusioni:

"Presi insieme, i quattro studi hanno indicato che gli statiche hanno introdotto le riforme non hanno sperimentatomaggior incremento di uso di cannabis né fra gli adulti néfra gli adolescenti. Né gli studi dimostrano attitudini piùfavorevoli all'uso della cannabis in quegli stati rispetto aquelli che hanno mantenuto una stretta proibizione e san-zioni penali.31

Alla luce di queste esperienze, è chiaro che la politica dicriminalizzazione e sanzione dell'uso di droghe è statoun errore dispendioso, e che i governi dovrebbero faredei passi per concentrare gli sforzi e le risorse per indiriz-zare i consumatori di droghe verso i servizi sanitari e diassistenza sociale. Certo, questo non necessariamentesigni!ca che le sanzioni debbano essere completa-mente eliminate - molti consumatori di droghe com-mettono anche altri delitti verso i quali devonoassumere la responsabilità - ma la prima risposta al pos-sesso e uso di droghe dovrebbe essere l'offerta di con-sulenza, trattamento e terapia a coloro che ne hannonecessità, prima ancora che punizioni penali costose econtroproducenti.

3. Incoraggiare i governi a sperimentare modelli di rego-lamentazione legale di droghe (per la cannabis, adesempio) che siano disegnati per minare il potere dellacriminalità organizzata e salvaguardare la salute e la sicu-rezza dei cittadini.

Il dibattito sui modelli alternativi di regolamentazione delmercato delle droghe è stato troppo spesso costretto inuna falsa dicotomia, duri o morbidi, repressivi o liberali.In realtà, stiamo tutti cercando di raggiungere lo stessoobiettivo - una serie di politiche e programmi sulle dro-ghe che minimizzino i danni sociali e sanitari, e massimiz-zino la sicurezza individuale e nazionale. E' inutileignorare coloro che portano argomenti a favore di unmercato tassato e regolato per le droghe attualmente il-legali. Questa è un’opzione politica che deve essereesplorata con lo stesso rigore di qualunque altra.32

Se i governi nazionali o le amministrazioni locali riten-gono che le politiche di decriminalizzazione possano farrisparmiare denaro e produrre effetti sanitari e sociali mi-gliori per le loro comunità, o che la creazione di un mer-cato regolato possa ridurre il potere della criminalitàorganizzata e migliorare la sicurezza dei loro cittadini, al-lora la comunità internazionale dovrebbe appoggiare efacilitare questi esperimenti ed essere aperta ad appren-dere dalla loro applicazione.

Nello stesso modo, le autorità nazionali e l'ONU de-vono rivedere la classi!cazione delle diverse sostanze.Le attuali classi!cazioni, concepite per rappresentare i ri-schi e i danni relativi alle varie droghe, furono stabilite 50anni fa quando esistevano poche evidenze scienti!chesulle quali basare tali decisioni. Questo ha prodotto al-cune ovvie anomalie, in particolare la canapa e la fogliadi coca appaiono oggi classi!cate in modo non correttoe questo deve essere affrontato.

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 13

Page 14: Guerra alla droga

DISCREPANZE FRA IL LIVELLO DI CONTROLLO E IL LIVELLO DI DANNO

In un rapporto pubblicato da The Lancet nel 2007,un gruppo di scienziati33 ha cercato di ordinare unaserie di droghe psicoattive secondo i danni con-creti e potenziali che potrebbero causare alla so-cietà. Il gra!co a destra, sintetizza i suoi risultati edli confronta con la severità con la quale le droghesono trattate dal sistema mondiale di sanzionedelle droghe. Per quanto siano misure sempli!cate,mostrano chiaramente come le categorie di gravitàattribuite alle varie sostanze nei trattati internazio-nali richiedano di essere riviste alla luce delle at-tuali conoscenze scienti!che.

14 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

VALUTAZIONE DEL RISCHIO SECONDOESPERTI INDIPENDENTI (DA 0 A 3)

VALUTAZIONE ONU DELLE SANZIONI

molto pericolosa,

rischio moderato,

basso rischio

non soggetta a controllo internazionale

Page 15: Guerra alla droga

RACCOMANDAZIONI(continua)

4. Stabilire migliori misure, indicatori e obiettivi per valu-tare i progressi.

Il metodo corrente per misurare il successo delle politi-che sulla droga è fondamentalmente sbagliato.34 Gli ef-fetti della maggior parte delle strategie sulla droga,oggi, si valuta dal livello di coltivazioni eradicate, arresti,sequestri e punizioni applicate ai consumatori, coltivatorie traf!canti. In realtà, arrestare e punire i consumatori hapoco effetto sulla riduzione del consumo di droga, to-gliere di mezzo i piccoli spacciatori semplicemente creauna opportunità di mercato per altri, e anche le piùgrandi e ef!caci operazioni contro la criminalità organiz-zata (che richiedono anni per essere piani!cate e portatea termine), hanno dimostrato di avere, al massimo, unimpatto marginale ed ef!mero nei prezzi e nella disponi-bilità di droga. Nello stesso modo, l'eradicazione dellecoltivazioni di oppio, canapa o coca non fa altro che de-localizzare le coltivazioni illecite in altre aree.

C'è necessità di una nuova serie di indicatori per mo-strare in modo veritiero i risultati delle politiche sulle dro-ghe, secondo i danni e i bene!ci per gli individui e lecomunità – per esempio, il numero di vittime di violenzae intimidazione in relazione al mercato di droga; il livellodi corruzione generato dal mercato di droga; il livellodella microcriminalità commessa da tossicodipendenti; illivello di sviluppo sociale ed economico nelle comunitàdove sono concentrati produzione, vendita o consumodi droga; il livello di tossicodipendenza nelle comunità; illivello di morti per overdose; e il livello di HIV o epatite Co infezioni fra i consumatori di droga. Gli uomini politicipossono e devono articolare e misurare il risultato conquesti obiettivi.

La spesa di risorse pubbliche quindi dovrebbe essereconcentrata in attività che possano dimostrare di avereun effetto positivo per questi obiettivi. Nelle circostanzeattuali, nella maggior parte dei paesi, questo signi!ca in-crementare gli investimenti in programmi sanitari e so-ciali, e concentrare maggiormente il ricorso alle azioni dipolizia sulla violenza e sulla corruzione associate con imercati di droga.35 In tempi di austerità !scale, non pos-siamo permetterci di mantenere investimenti multimiliar-dari che hanno un valore in gran parte simbolico.

5. Contestare, invece che rinforzare, i luoghi comuni sulmercato e sull'uso di droga.

Attualmente, troppi politici sostengono l'idea che tutticoloro che usano droga sono "tossicodipendenti senzamorale", e tutti quelli che sono coinvolti nel traf!co didroga sono spietate menti criminali. La realtà è molto piùcomplessa. L'ONU ha prudentemente stimato che oggici sono 250 milioni di consumatori di droghe illegali nelmondo, e che ce ne sono altri milioni coinvolti nella colti-vazione, produzione e distribuzione. Semplicemente nonpossiamo trattarli tutti come criminali.

In una certa misura, la riluttanza dei politici a riconosceretale complessità trova radici nella loro adesione ai luoghicomuni su questi argomenti. Molti cittadini hanno un sin-cero timore dell'impatto negativo del mercato di drogaillegale, o del comportamento di persone tossicodipen-denti o sotto in"uenza di droghe illecite. Questa paura sifonda su alcuni pregiudizi generalizzati su consumatori didroghe e mercato delle droghe e su questi il governo egli esperti della società civile devono indirizzarsi, per raf-forzare la consapevolezza su alcuni aspetti comprovati (ma in gran parte non riconosciuti).

Per esempio:° La maggior parte delle persone che consumano dro-ghe non corrisponde allo stereotipo di “tossicomanesenza morale o pietoso”. Dei 250 milioni di consumatoristimati nel mondo, le Nazioni Unite calcolano che menodel dieci per cento possano essere classi!cati come tos-sicodipendenti o come “consumatori problematici”.36

° Moltissime persone coinvolte nella coltivazione illecitadi coca, papavero da oppio, o canapa sono piccoli con-tadini costretti a farlo per mantenere la famiglia. Oppor-tunità alternative di sostentamento sarebbero un migliorinvestimento, piuttosto che distruggere ogni loro possi-bile mezzo di sopravvivenza.° I fattori che in"uenzano la decisione individuale di ini-ziare ad usare droghe hanno molto più a che fare con lamoda, l'in"uenza dei coetanei e il contesto sociale edeconomico che con le leggi in vigore, il livello di rischiodella detenzione, o i messaggi di prevenzione dei go-verni.37,38

° I fattori che contribuiscono allo sviluppo di modelli diuso problematici o dipendenti hanno più a che vederecon traumi o negligenze nell'infanzia, condizioni di vitadure, marginalizzazione sociale e problemi caratterialiche con la debolezza morale o con l'edonismo.39

° Non è possibile tirar fuori nessuno da una tossicodi-pendenza con la forza o con le punizioni, piuttosto con

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 15

Page 16: Guerra alla droga

RACCOMANDAZIONI(continua)

l'adeguato tipo di trattamento, basato sull'evidenza, itossicodipendenti possono cambiare il loro comporta-mento ed essere membri attivi e produttivi della so-cietà.40

° Molte persone coinvolte nel traf!co di droga sono pic-coli spacciatori e non gli stereotipati gansters dei !lm – lamaggior parte delle persone incarcerate per traf!co ospaccio sono "pesci piccoli" nelle operazioni (spesso co-stretti trasportare o a vendere droga), che facilmentevengono rimpiazzati senza che ciò colpisca la distribu-zione.41,42

Un dibattito politico e pubblico più maturo ed equili-brato può aiutare a far crescere la consapevolezza e lacomprensione. Nello speci!co, dando la parola ai rap-presentanti dei coltivatori, consumatori, famiglie e altrigruppi colpiti dal consumo di droga e dalla dipendenza,si può contribuire a controbattere ai miti e ai malintesi.

6. I paesi che continuano ad investire la maggior partedelle risorse concentrandole sulle azioni di polizia (nono-stante l'evidenza), dovrebbero concentrare le loro azionirepressive sugli aspetti violenti del crimine organizzato edel narcotraf!co, per limitare i danni connessi con il mer-cato di droga illegale.

Le risorse per le azioni delle forze dell'ordine possonoessere spese più ef!cacemente nel combattere la crimi-nalità organizzata, che ha accresciuto il suo potere e lesue ricchezze coi pro!tti del mercato della droga. Inmolte parti del mondo, la violenza, l'intimidazione e lacorruzione, perpetrate da tali gruppi, sono minacce si-gni!cative alla sicurezza e alle istituzioni democratiche,tanto che gli sforzi dei governi e delle forze dell'ordine,nel reprimere le loro attività, rimangono essenziali.

In tutti i modi, è necessario rivedere le nostre tattiche inquesta lotta. C'è una teoria credibile, avanzata da Mac-Coun e Reuter43, che suggerisce come gli sforzi per la ri-duzione dell'offerta siano più ef!caci nei mercati nuovi epoco sviluppati, dove le fonti dell'offerta sono control-late da un piccolo numero di organizzazioni del narco-traf!co. Laddove questa condizione esiste, operazioniaccuratamente disegnate e dirette di polizia hanno il po-tenziale per contenere l'emergenza dei nuovi mercati.Attualmente stiamo affrontando questa situazione inAfrica occidentale. D'altra parte, laddove i mercati delledroghe sono diversi!cati e ben stabili, non è un obiettivorealistico prevenire l'uso delle droghe fermando l'offerta.

DROGHE IN AFRICA OCCIDENTALE: RISPONDEREALLA SFIDA CRESCENTE DEL NARCOTRAFFICO EDEL CRIMINE ORGANIZZATO

In pochissimi anni, l'Africa occidentale è divenuta uncentro molto importante di traf!co e di redistribuzione dicocaina, in seguito a un cambiamento strategico dei car-telli della droga latino-americani verso il mercato euro-peo. Appro!ttando della debolezza governativa, dellapovertà endemica, dell'instabilità e dello scarso equi-paggiamento delle istituzioni di polizia e giudiziarie, esostenuti dagli enormi capitali del traf!co di droga, le reticriminali hanno in!ltrato i governi, le istituzioni della poli-zia e militari. La corruzione e il riciclaggio di denaro, gui-dati dal business della droga, corrompono i politici localie distorcono le economie locali.

Sta emergendo uno scenario pericoloso, ora che il nar-cotraf!co minaccia di propagarsi con più ampie s!de po-litiche e di sicurezza. Le iniziali risposte internazionali afavore dell’azione regionale e nazionale non hanno po-tuto invertire questa tendenza. Nuova evidenza44 sug-gerisce che le reti criminali stanno espandendo leoperazioni e rafforzando le loro posizioni attraversonuove alleanze, in particolare con gruppi armati. E' ne-cessario sviluppare urgentemente le risposte attuali e co-ordinarle con i governi dell'Africa occidentale, con unappoggio internazionale !nanziario e tecnico. Le rispo-ste dovrebbero integrare l'approccio poliziesco e giudi-ziario con politiche sociali, di sviluppo e di prevenzionedei con"itti – e dovrebbero comprendere tanto i governiche la società civile.

16 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

Page 17: Guerra alla droga

Occorre inoltre riconoscere che è la natura illegaledel mercato a creare molta della violenza relativa – imercati dei prodotti legali e regolamentati, anche senon mancano di problematiche, non forniscono lastessa opportunità alla criminalità organizzata di otte-nere enormi pro!tti, di mettere a rischio la legittimitàdei governi e, in qualche caso, di !nanziare l'insor-gere del terrorismo.

Questo non vuol dire necessariamente che la crea-zione di un mercato legale sia l'unico modo di minareil potere e l’azione delle organizzazioni del narcotraf-!co. Le strategie di polizia possono chiaramente cer-care di dirigere ed in"uenzare il mercato illecito, peresempio per creare le condizioni nelle quali possa svi-lupparsi la distribuzione su piccola scala e del tipo"reti di amici" private, insistendo contemporanea-mente ed energicamente contro le operazioni suvasta scala che implicano violenza o disagi a tutta lasocietà. In modo simile, la domanda di droga dei tos-sicodipendenti da alcune sostanze (per esempioeroina), si può soddisfare attraverso programmi diprescrizione medica che automaticamente riduconola domanda nel mercato nero. Queste strategie pos-sono essere molto più ef!caci nel ridurre la violenza ei danni correlati col mercato che non gli inutili tenta-tivi di eradicarlo totalmente.

Dall'altra parte, le operazioni di polizia eseguite malepossono, in realtà, aumentare il livello di violenza, in-timidazione e corruzione associate con il mercatodelle droghe. Le forze dell'ordine e le organizzazionidel narcotraf!co possono !nire impigliate in una spe-cie di "corsa agli armamenti", in cui gli sforzi cre-scenti delle forze dell'ordine portano ad unincremento parallelo della forza e della violenza deinarcotraf!canti. In tale scenario si creano le condizioniperché prevalgano le organizzazioni del narcotraf!copiù spietate e violente. Sfortunatamente, sembra chea questo stiamo assistendo in Messico e in molte altreparti del mondo.

AZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ED ESCALATION DELLA VIOLENZA

Un gruppo di accademici ed esperti di salute pub-blica della British Columbia ha condotto una revi-sione sistematica dell’evidenza45 sull'impattodell’incremento dell'azione delle forze dell'ordinesulla violenza correlata al mercato della droga (peresempio, la lotta tra bande armate per il controllo delcommercio di droga, o gli omicidi e i furti connessicon il commercio di droga).

In molti luoghi degli Stati Uniti, così come a Sidney,Australia, i ricercatori hanno trovato che l'aumentodegli arresti e delle pressioni delle forze dell'ordinesui mercati di droga si associavano in modo conside-revole con l'aumento dei tassi di omicidio e di altridelitti violenti. Nel 91% di tutti gli studi che hannoesaminato l'effetto dell'aumento delle azioni delleforze dell'ordine sulla violenza del mercato di droga,le conclusioni sono state che l'incremento dell'azionepoliziesca incrementa la violenza dei narcotraf!canti. Iricercatori hanno concluso che:

“L'evidenza scienti!ca disponibile suggerisce che ac-crescere l'intensità degli interventi delle forze dell'or-dine per colpire i mercati di droga è poco probabileche serva a ridurre la violenza delle bande del narco-traf!co. Al contrario, l'evidenza esistente suggerisceche probabilmente la violenza connessa alla droga egli alti tassi di omicidio siano una conseguenza natu-rale della proibizione delle droghe, e che i metodi,ogni volta più so!sticati e meglio dotati, per colpire lereti di distribuzione delle droghe possano involonta-riamente aumentare la violenza.46

Anche nel Regno Unito, alcuni ricercatori hanno esa-minato gli effetti delle azioni di polizia sui mercati didroga, osservando che:

“Le azioni di polizia possono avere un notevole im-patto negativo sulla natura e sull'estensione dei danniassociati alle droghe, poiché aumentano (involonta-riamente) le minacce alla salute pubblica e alla sicu-rezza pubblica, e alterano sia il comportamento deiconsumatori individuali sia la stabilità e le operazionidei mercati di droga (per esempio delocalizzando glispacciatori e le attività correlate allo spaccio in altriluoghi o aumentando l'incidenza della violenzaquando gli spacciatori delocalizzati si scontrano conquelli già operanti sul territorio).47

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 17

Page 18: Guerra alla droga

RACCOMANDAZIONI(continua)

7. Promuovere pene alternative per i piccoli spacciatori e per coloro che vengono arrestati per spaccio per laprima volta.

Mentre il concetto di decriminalizzazione è stato discussofondamentalmente nei termini della sua applicazione acoloro che usano droghe o a coloro che stanno lottandocontro la tossicodipendenza, noi proponiamo che siprenda in considerazione lo stesso approccio per quelliche sono in fondo alla catena della vendita di droga. Lamaggior parte delle persone arrestate per vendita didroga su piccola scala non sono gangsters o ma!osi crimi-nali. Sono giovani sfruttati per fare il lavoro a rischio dellavendita in strada, tossicodipendenti che cercano di gua-dagnare del denaro per la propria dose, o corrieri costrettio intimiditi per trasportare la droga attraverso le frontiere.Queste persone generalmente vengono processate con lestesse disposizioni di legge dei delinquenti violenti e or-ganizzati che controllano il mercato, dando il risultato diuna applicazione indiscriminata di pene severe.

In tutto il mondo, la grande maggioranza degli arresti av-viene contro questi "pesci piccoli" non violenti e di bassorango nel mercato delle droghe. Sono più visibili e più fa-cili da prendere, e non hanno i mezzi !nanziari per to-gliersi dagli impicci.48 Il risultato è che i governi riempionole prigioni di delinquenti minori che accumulano lunghecondanne, ad un alto costo, e senza che ciò scal!sca l’am-piezza o le rendite del mercato.

In alcuni paesi, queste infrazioni sono addirittura passibilidi pena di morte, in palese contraddizione con il diritto in-ternazionale e i diritti umani. Per dimostrare il loro impe-gno nella lotta alla droga, molti paesi implementano leggie pene sproporzionate con la gravità del delitto, e che !noa qui non hanno avuto alcun effetto di deterrenza signi!-cativo. La s!da ora per i governi è di prendere in conside-razione opzioni alternative al carcere per i "pesci piccoli",o riformare le loro leggi per stabilire una distinzione piùchiara e proporzionata tra i differenti tipi di attori nel mer-cato delle droghe.

8. Investire più risorse sulla prevenzione basata sulle evi-denze, con un focus speciale sulla gioventù.

Evidentemente, l'investimento più valido dovrebbe esserediretto, in primo luogo, alle attività che possano evitarel'ingresso dei giovani nel consumo di droga, e che impe-discano ai consumatori saltuari di divenire consumatoriproblematici o dipendenti. La prevenzione dell'inizio edella escalation è ovviamente preferibile che non affron-tare i problemi quando ci sono. Sfortunatamente, la mag-gior parte dei primi tentativi di ridurre i tassi globali

dell'uso di droga con campagne massicce di prevenzionesono stati mal programmati e male implementati. Perquanto la presentazione di una buona (e credibile) infor-mazione sui rischi nell'uso di droghe sia necessaria, leesperienze di prevenzione a livello internazionale (come lecampagne mediatiche massicce, o i programmi scolari diprevenzione sulle droghe) sono state contradditorie nei ri-sultati. I messaggi semplicistici come "basta dire di no"non sembrano aver avuto un effetto signi!cativo.49

Ciononostante, ci sono stati alcuni programmi di preven-zione accuratamente piani!cati e focalizzati, che si sonoincentrati sulle abilità sociali e sull'in"uenza tra coetanei,che hanno avuto un impatto positivo sull'età del primoconsumo o sui danni associati all'uso di droghe. L'energia,la creatività e la capacità della società civile e dei gruppicomunitari sono di particolare importanza nella program-mazione e messa in atto di tali programmi. I giovani hannodif!cilmente !ducia nei messaggi di prevenzione che pro-vengono dagli enti statali.

I modelli di prevenzione che più hanno funzionato si sonooccupati della focalizzazione di gruppi particolari a rischio– membri di bande giovanili, bambini negli istituti o conproblemi a scuola o con la polizia - con programmi misti dieducazione e appoggio sociale che evitano che una partedi loro diventino consumatori di droghe abituali o dipen-denti. Se implementati in scala suf!ciente, questi pro-grammi hanno il potenziale di ridurre il numerocomplessivo di giovani che diventano tossicodipendenti oche si implicano nella vendita su piccola scala.

9. Offrire una serie di opzioni ampia e di facile accesso peril trattamento e per l'assistenza della tossicodipendenza,incluse terapie di sostituzione e di prescrizione di eroina,con attenzione speciale a quelli che più sono a rischio, in-clusi coloro che sono detenuti nelle carceri o in altre strut-ture di detenzione.

In tutte le società e culture, una parte di individui svilup-perà modelli di uso problematico o di dipendenza, indi-pendentemente dalle sostanze preferite nella società odallo status giuridico. La dipendenza dalle droghe può co-stituire una tragica perdita di potenziale per l'individuocoinvolto, ma è anche fortemente pregiudiziale per la suafamiglia, la sua comunità, e in de!nitiva per tutta la so-cietà.

Prevenire e curare la tossicodipendenza è pertanto una re-sponsabilità chiave dei governi - e un investimento valido,visto che un trattamento ef!cace può sortire effetti signi!-cativi in termini di riduzione dei crimini e miglioramentinella campo sanitario e sociale.

18 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

Page 19: Guerra alla droga

Molti modelli di trattamento che hanno sortito buoni ef-fetti - che usano combinazioni di terapie di sostituzione emetodi psicosociali - sono stati attuati e sperimentati inuna vasta gamma di contesti socioeconomici e culturali.Ciononostante, nella maggior parte dei paesi, la disponi-bilità di questi trattamenti si limita ad un modello unico,ed è appena suf!ciente a occuparsi di una piccola frazionedella domanda, o sono focalizzati in maniera sbagliata nelcentrare gli interventi sugli individui più gravemente tossi-codipendenti. I governi nazionali dovrebbero quindi svi-luppare piani strategici completi per ampliare un’offerta diservizi di trattamento della dipendenza da droghe basatisull'evidenza.

Nello stesso tempo, si dovrebbero abolire quelle praticheabusive attuate con la scusa e nel nome del trattamento –come la detenzione forzata, il lavoro forzato, l'abuso !sicoo psicologico – che contravvengano agli standard dei di-ritti umani nel far subire alle persone un trattamento cru-dele, inumano o degradante, o nel violare il dirittoall’autodeterminazione. I governi dovrebbero garantireche le strutture di trattamento della tossicodipendenza sibasino sull'evidenza e si adeguino agli standard interna-zionali dei diritti umani.

10. L’ONU deve assumere la leadership nella riforma dellapolitica globale sulle droghe. Ciò signi!ca promuovere unapproccio ef!cace basato sull'evidenza, sostenere i paesiperché sviluppino politiche sulle droghe che si adattino aipropri contesti e necessità, e assicurare la coerenza fra lediverse agenzie dell’ONU, le polizie e le convenzioni.

Mentre i governi nazionali possono abbandonare con di-screzione le politiche repressive, il sistema di controllosulle droghe dell'ONU continua a costituire per moltiaspetti una "camicia di forza", poiché limita una appro-priata revisione e modernizzazione delle politiche. Du-rante quasi tutto l'ultimo secolo, il governo degli StatiUniti è stato a capo degli appelli per lo sviluppo e il man-tenimento delle politiche repressive sulle droghe. Per que-sto ci rallegriamo per il cambiamento di tono scaturitodall'attuale amministrazione50 – con il riconoscimento daparte dello stesso Presidente Obama dell'inutilità della"guerra alla droga" e della validità di un dibattito sulle al-ternative.51 Sarà necessario, tuttavia, che gli Stati Unitidiano seguito a questa nuova concezione con vere ri-forme, riducendo il ricorso alla detenzione e alle pene peri consumatori, e usando la sua considerevole in"uenza di-plomatica per sollecitare riforme negli altri paesi.Le istituzioni dell'ONU per il controllo sulle droghe hannolavorato in gran parte come difensori delle strategie tradi-zionali. Di fronte all’evidenza crescente del fallimento ditali politiche, sono necessarie delle riforme. C'è stato qual-

che incoraggiante riconoscimento da parte dell'UNODCsulla necessità di bilanciare e modernizzare il sistema, c'ètuttavia ancora una forte resistenza istituzionale a questeidee.

I paesi si aspettano dall'ONU un sostegno e una guida.L'ONU può, e deve, prevedere una leadership per con-sentire ai governi nazionali di trovare una via di uscita dal-l'attuale impasse politica. Facciamo appello al SegretarioGenerale dell'ONU, Ban Ki Moon, e al Direttore Esecutivodell'UNODC, Yury Fedotov, af!nché intraprendano passiconcreti verso una strategia globale sulle droghe vera-mente coordinata e coerente, che bilanci la necessità dicontenimento dell'offerta di droga e la lotta alla crimina-lità organizzata con la necessità di provvedere servizi sani-tari, di assistenza sociale, e di sviluppo economico, agliindividui e alle comunità colpite.

Ci sono molti modi per andare verso questo obiettivo. Percominciare, l'ONU potrebbe formare una commissione dicomposizione ampia per sviluppare un nuovo approccio;le agenzie dell'ONU potrebbero creare nuove strutture,più forti, per il coordinamento delle strategie; e l'UNODCpotrebbe sostenere una coordinazione dei programmi piùeffettiva con le altre agenzie dell'ONU, come l'OMS,l'UNAIDS, l'UNDP, o l'Uf!cio dell'Alto Commissariato delleNazioni Unite per i Diritti Umani.

11. Agire urgentemente: la guerra alla droga è fallita, è necessario cambiare politica ora.

Ci sono segnali di inerzia nel dibattito sulle politiche sulladroga in alcune parti del mondo, ora che i politici com-prendono che le attuali politiche e strategie stanno fal-lendo ma non sanno che cosa fare in altro modo. Esiste latentazione di evitare il problema. Questo rappresentaun’abdicazione di responsabilità politica - ogni anno concui si prosegue con l'approccio attuale, migliaia di milionidi dollari vanno sprecati in programmi inef!caci, milioni dicittadini sono spediti in carcere inutilmente, altri milionisoffrono per la tossicodipendenza dei loro cari senza averaccesso a servizi sanitari e di assistenza sociale, e centinaiadi migliaia di persone muoiono per overdosi evitabili e permalattie contratte per uso non sicuro delle droghe.

Ci sono altri approcci che sono stati sperimentati per af-frontare questi problemi con i quali i paesi possono oraproseguire. Fare bene la politica sulle droghe non è mate-ria da dibattito teorico o intellettuale - è una delle s!depolitiche centrali del nostro tempo.

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 19

Page 20: Guerra alla droga

NOTE FINALI

1 Per un’analisi dettagliata del mercato di droghe illecite durante re-lativo all’ultimo decennio, vedere: Reuter, P. e Trautmann, F. (2009)A Report on Global Illicit Drug Markets 1998-2007. CommissioneEuropea http://www.exundhopp.at/ www1/drogenbericht.pdfConsultato il 19.04.11

2 ONUDD (2008) 2008 World Drug Report Vienna: Nazioni Unitehttp://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/WDR-2008.html Consultato il 19.04.11

3 Centro Europeo di Monitoraggio delle Droghe e delle Tossicodi-pendenze (2010) Annual Report of the State of the Drugs Problemin Europe http://www.emcdda.europa.eu/publications/annual-re-port/2010 Consultato il 19.04.11

4 National Drug Intelligence Centre (2010) National Drug Threat As-sessment Washington: Dipartimento di Giustizia degli Stati Unitihttp://www.justice. gov/ndic/pubs38/38661/index.htm Consultatoil 18.04.11

5 Uf!cio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i DirittiUmani (2009) High Commissioner calls for focus on human rightsand harm reduction in international drug policy Geneva: UnitedNations http://www.ohchr.org/documents/Press/HC_human_rights_and_harm_reduction_drug_policy. 18 pdf Consultato il 18.04.11

6 Organizzazione Mondiale della Sanità, Of!ce delle Nazioni Unitecontro le Droghe e i Crimini, Programma Congiunto delle NazioniUnite sull’HIV e l’AIDS (2009) WHO, UNODC, UNAIDS technicalguide for countries to set targets for universal access to HIV pre-vention, treatment and care for injecting drug usershttp://www.unodc.org/documents/ hiv-aids/idu_target_setting_guide.pdf Consultato il 18.04.11

7 Centro Europeo di Monitoraggio delle Droghe e delle Tossicodi-pendenze (2010) Harm reduction: evidence, impacts and challen-ges. Lisbon: EMCDDAhttp://www.emcdda.europa.eu/publications/monographs/harm-reduction Consultato il 05.13.11

8 Vedere la pagina sulla riduzione del danno del Centro Europeo diMonitoraggio delle Droghe e delle Tossicodipendenze:http://www.emcdda.europa.eu/ themes/harm-reduction Consul-tato il 04.19.11

9 Mathers, B., Degenhardt, L., Phillips, B., Wiessing, L., Hickman,M.,Strathdee, S., Wodak, A., Panda, S., Tyndall, M., Tou!k, A., andMattick, R. per il Gruppo di Riferimento delle Nazioni Unite sull’-HIV e sulle Droghe da Iniezione 2007 (2008) “Global epidemio-logy of injecting drug use and HIV among people who injectdrugs: a systematic review” The Lancet, Volume 372, Issue 9651,pp.1733–1745. Data available at:http://www.idurefgroup.unsw.edu.au//IDURGWeb.nsf/page/IDUepi Consultato il 04.16.11

10 UNAIDS (2010) UNAIDS Report on the Global AIDS Epidemic2010 http://www.unaids.org/globalreport/Global_report.htm Con-sultato il 04.18.11

11 OMS (2006) Treatment of Injecting Drug Users with HIV/AIDS: Pro-moting Access and Optimizing Service Delivery Geneva: Organiz-zazione Mondiale della Sanitàhttp://www.who.int/substance_abuse/publications/treatment/en/index.html Consultato il 04.16.11

12 US Institute of Medicine (2006) Preventing HIV Infection among Injec-ting Drug Users in High Risk Countries: An Assessment of the Evi-dence Washington: National Academies Press http://www.nap.edu/catalog.php?record_id=11731 Consultato il 04.16.11

13 Aebi, M. F., Ribeaud D., and Killias, M. (1999) ”Prescription me di-cale de stupe !ants et de linquance. Re sultats des essais Suisses.”Criminologie, vol. 32, n.2

14 Killias, M. and Aebi, M.F. (2000) “The impact of heroin prescriptionon heroin markets in Switzerland,” Crime Prevention Studies, vo-lume 11, 2000 http://www.popcenter.org/library/crimepreven-tion/volume_11/ 04-Killias.pdf Consultato il 08.05.11

15 Millar, T., Jones, A., Donmall, M. and Roxburgh, M. (2008) Chan-ges in offending following prescribing treatment for drug misuseNational Treatment Agency for Substance Misusehttp://www.nta.nhs.uk/uploads/nta_changes_in_offending_rb35.pdf Consultato il 08.05.11

16 National Drug Monitor (2009) NDM Annual Report, 2009WODC/Trimbos Instituuthttp://english.wodc.nl/images/1730_full_text_tcm45-296585.pdfConsultato il 08.05.11

17 van Laar, M. and van Ooyen-Houben, M. (eds.) (2009) Evaluatievan het Nederlandse drugsbeleid WODC/Trimbos Instituuthttp://www.trimbos. nl/~/media/Files/Gratis percent20downlo-ads/AF0884 percent20Evaluatie percent20van percent20het per-cent20Nederlands percent20drugsbeleid. ashx Consultato il08.05.11

18 E. Schatz, K. Schiffer and J.P. Kools (2011) The Dutch treatmentand social support system for drug users IDPC Brie!ng Paper,Gennaio 2011 http://www.idpc.net/publications/idpc-paper-dutch-drug-treatment- program Consultato il 08.05.11

19 Henman, A. and Metaal, P. (2009) Coca Myths Transnational Insti-tute Drugs and Democracy Programhttp://www.tni.org/archives/reports_drugs_ debate13 Consultatoil 21.04.11

20 Jelsma, M. (2011) Lifting the Ban on Coca Chewing: Bolivia’s pro-posal to amend the 1961 Single Convention Series on LegislativeReform of Drug Policies, No.11. Transnational Institutehttp://www.tni.org/brie!ng/lifting- ban-coca-chewing Consultatoil 08.05.11

21 Costa, A.M. (2008) Making drug control ‘!t for purpose’: Buildingon the UNGASS Decade E/CN.7/2008/CRP.17http://www.unodc.org/documents/ commissions/CND-Ses-sion51/CND-UNGASS-CRPs/ECN72008CRP17E.pdf Consultato il20.04.11

22 Godfrey C., Stewart D., and Gossop, M. (2004) “Economic analysisof costs and consequences of the treatment of drug misuse: 2-year outcome data from the National Treatment Outcome Rese-arch Study (NTORS)” Addiction 99 (6) pp.697-707

23 Reuter, P. and Pollack, H. (2006) “How much can treatment reducenational drug problems?” Addiction 101 (3) pp. 341-347

24 Carnevale, J. (2009) Restoring the Integrity of the Of!ce of Natio-nal Drug Control Policy Testimonianza Scritta inviata alla Sotto-commissione per la Politica Interna della Commissione per laSupervisione e Riforma Governativa http://www.idpc.net/publica-tions/john-carnevale-testimony-ONDCP- congress Consultato il21.04.11

25 Buhringer, G., Farrell, M., Kraus, L., Marsden, J., Pfeiffer-Gerschel,T., Piontek, D., Karachaliou, K., Ku nzel, J. and Stillwell, G. (2009)Comparative analysis of research into illicit drugs in the EuropeanUnion Lussemburgo: Commissione Europea, Direttorato-Gene-rale Giustice, Libertà e Sicurezzahttp://www.emcdda.europa.eu/attachements.cfm/att_118348_

20 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

Page 21: Guerra alla droga

EN_report-EN.pdf Consultato il 13.05.11

26 Hughes, C.E. and Stevens, A. (2010) “What Can We Learn fromthe Portuguese Decriminalization of Illicit Drugs?” British Journalof Criminology Volume 50, Issue 6, pp.999-1022

27 Hughes, C.E. and Stevens, A. (2007) The Effects of Decriminaliza-tion of Drug Use in Portugal Oxford: Beckley Foundationhttp://www. beckleyfoundation.org/bib/doc/bf/2007_Cai-tlin_211672_1.pdf Consultato il 20.04.11

28 Greenwald, G. (2009) Drug Decriminalization in Portugal: Lessonsfor Creating Fair and Successful Drug Policies Cato Institutehttp://www.cato. org/pub_display.php?pub_id=10080 Consultatoil 07.05.11

29 Reinarman, C., Cohen, P. and Kaal, H. (2004) “The Limited Rele-vance of Drug Policy: Cannabis in Amsterdam and in San Franci-sco” American Journal of Public Health vol. 94 pp.836–842

30 Fetherston, J. and Lenton, S. (2007) Effects of the Western Austra-lian Cannabis Infringement Noti!cation Scheme on Public Attitu-des, Knowledge and Use: Comparison of Pre- and Post ChangeData Perth: National Drug Research Institutehttp://ndri.curtin.edu.au/local/docs/pdf/ publications/T177.pdfConsultato il 20.04.11

31 Room, R., Fischer, B., Hall, W., Lenton, S. and Reuter, P. (2008) TheGlobal Cannabis Commission Report Oxford: Beckley Foundationhttp://www. beckleyfoundation.org/pdf/BF_Cannabis_Commis-sion_Report.pdf Consultato il 20.04.11

32 Becker, G.S., Murphy, K.M. and Grossman, M. (2004) The Econo-mic Theory of Illegal Goods: The Case of Drugs National Bureauof Economic Research, Working Paper 10976http://www.nber.org/papers/w10976 Consultato il 13.05.11

33 Nutt, D., King, L.A., Saulsbury, W. and Blakemore, C. (2007) “Deve-lopment of a rational scale to assess the harm of drugs of poten-tial misuse” Lancet Vol. 369 (9566) pp.1047-53

34 Hallam, C. and Bewley-Taylor, D. (2010) “Mapping the World DrugProblem: Science and Politics in the United Nations Drug ControlSystem,” International Journal of Drug Policy, Volume 21, (1),2010, pp. 1-3

35 Caulkins, J., Reuter, P. Iguchi, M.Y. and Chiesa, J. (2005) How Goesthe “War on drugs”? An Assessment of US Problems and PolicySanta Monica, California: RAND http://www.rand.org/pubs/occa-sional_papers/2005/ RAND_OP121.pdf Consultato il 20.04.11

36 UNODC (2008) 2008 World Drug Report Vienna: Nazioni Unitehttp://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/WDR-2008.html Consultato il 19.04.11

37 Lalander, P. and Salasuo, M. (Eds.) (2005) “Drugs and Youth Cultu-res: Global and Local Expressions” Helsinki: Nordic Council forAlcohol and Drug Research

38 Manning, P. (Ed.) (2007) Drugs and Popular Culture: Drugs, Mediaand Identity in Contemporary Society Devon: Willan Publishing

39 Buchanan, J. (2004) “Missing Links? Problem drug use and socialexclusion” Probation Journal vol. 51 no. 4 pp. 387-397

40 UNODC/OMS (2008) Principles of Drug Dependence Treatmenthttp://www.unodc.org/documents/drug-treatment/UNODC-WHO- Principles-of-Drug-Dependence-Treatment-March08.pdfConsultato il 16.04.11

41 Bewley-Taylor, D., Hallam, C. and Allen, R. The Incarceration of

Drug Offenders: An Overview Beckley Foundation/InternationalCentre for Prison Studies http://www.idpc.net/php-bin/docu-ments/Beckley_ Report_16_2_FINAL_EN.pdf Consultato il19.04.11

42 Sevigny, E. and Caulkins, J.P. (2004) “Kingpins or Mules? An Analy-sis of Drug Offenders Incarcerated in Federal and State Prisons”Criminology and Public Policy 3:3, 401-434

43 MacCoun, R.J. and and Reuter, P. (2001) Drug War Heresies: Lear-ning from Other Vices, Times and Places Cambridge UniversityPress

44 UNODC (2008) Drug traf!cking as a security threat to West AfricaVienna: United Nations http://www.unodc.org/documents/data-and-analysis/ Studies/Drug-Traf!cking-WestAfrica-English.pdfConsultato il 08.05.11

45 Werb, D., Rowell, G., Guyatt, G., Kerr, T., Montaner, J. and Wood,E. (2011) “Effect of drug law enforcement on drug market vio-lence: A systematic review” International Journal of Drug Policyvol. 22 pp. 87–94

46 Werb, D., Rowell, G., Guyatt, G., Kerr, T. Montaner, J. and Wood,E. (2010) Effect of Drug Law Enforcement on Drug-related Vio-lence: Evidence from a Scienti!c Review Urban Health ResearchInitiative, British Colombia Centre for Excellence in HIV/AIDShttp://www.icsdp.org/Libraries/doc1/ ICSDP-1_-_FINAL_1.s"b.ashx Consultato il 19.04.11

47 McSweeney, T., Turnbull, P.J. and Hough, M (2008) Tackling DrugMarkets & Distribution Networks in the UK London: UK Drug Po-licy Commission http://www.ukdpc.org.uk/resources/Drug_Mar-kets_Full_Report.pdf Consultato il 19.04.11

48 Metaal, P. and Youngers, C. eds. (2011) Systems Overload: DrugLaws and Prisons in Latin America Transnational Institute/Washin-gton Of!ce on Latin America http://www.druglawreform.info/ima-ges/stories/documents/Systems_Overload/TNI-Systems_Overload-def.pdf Consultato il16.05.11

49 Perry, C. L., Komro, K. A., Veblen-Mortenson, S., Bosma, L. M., Far-bakhsh, K., Munson, K. A., et al. (2003) “A randomized controlledtrial of the middle and junior high school D.A.R.E. and D.A.R.E.Plus programs” Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine157(2), pp. 178-184

50 Of!ce of National Drug Control Policy (2010) National Drug Con-trol Strategy 2010 http://www.whitehousedrugpolicy.gov/stra-tegy/index.html Consultato il 13.05.11

51 “Obama: Drugs Should be Treated as a Public Health Problem”Intervista con Barack Obama su CBS News: http://www.cbsnews.com/8301-503544_162-20029831-503544.html Consultato il13.05.11

COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE 21

Page 22: Guerra alla droga

SEGRETERIA

Bernardo SorjIlona Szabó de CarvalhoMiiguel Darcy de Oliveira

CONSULENTI

Dr. Alex Wodak, Fondazione Australiana per la Ri-forma delle Leggi sulla Droga www.adlrf.org.au

Ethan Nadelmann, Alleanza sulle Politiche per laDroga www.drugpolicy.org

Martin Jelsma, Istituto Transnazionalewww.tni.org/drugs

Mike Trace, Consorzio Internazionale sulle Politicheper la Droga www.idpc.net

SOSTEGNI

Centro Edelstein de Pesquisas Sociais Instituto Fernando Henrique Cardoso Fondazioni Open Society

Sir Richard Branson, fondatore e presidente delGruppo Virgin (sostegno fornito tramite VirginUnite).

ARTICOLI DI RIFERIMENTO(disponibili su www.globalcommissionondrugs.org)

Demand reduction and harm reductionDr. Alex Wodak

Drug policy, criminal justice and mass imprisonmentBryan Stevenson

Assessing supply-side policy and practice: eradica-tion and alternative developmentDavid Mans!eld

The development of international drug control: les-sons learned and strategic challenges for the futureMartin Jelsma

Drug policy: lessons learned and options for the futureMike Trace

The drug trade: the politicization of criminals andthe criminalization of politiciansMoisés Naím

FONTI ULTERIORI

www.unodc.orgwww.idpc.netwww.drugpolicy.orgwww.talkingdrugs.orgwww.tni.org/drugswww.ihra.netwww.countthecosts.org www.intercambios.org.ar www.cupihd.org www.wola.org/program/drug_policy www.beckleyfoundation.org www.comunidadesegura.org

22 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE

Page 23: Guerra alla droga
Page 24: Guerra alla droga

COMMISSIONE GLOBALEPER LE POLITICHE SULLE DROGHE

Lo scopo della Commissione Globale per le Politichesulle Droghe è portare alla luce, a livello internazionale,un dibattito pubblico informato e scienti!camente cor-retto su modalità ef!caci ed umane per limitare i dannicausati dalle droghe al popolo e alla società.

OBIETTIVI

• Rivedere le ipotesi di base, l'ef!cacia e le conse-guenze della strategia 'guerra alla droga'

• Valutare i rischi e i bene!ci delle diverse risposte na-zionali al problema della droga

• Produrre dichiarazioni inoppugnabili e raccomanda-zioni basate sull'evidenza per una riforma costruttiva sultema droga, in senso legale e in senso politico.

www.globalcommissionondrugs.org

24 COMMISSIONE GLOBALE PER LE POLITICHE SULLE DROGHE