Gruppi di Volontariato Vincenziano Marche · il volontariato sia sorgente restitutiva dell’Amore...

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Gruppi di Volontariato Vincenziano Marche Bilancio sociale dell’esercizio 2008 GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO – A.I.C. ITALIA Associazione fondata nel 1617 da San Vincenzo De’ Paoli SEZIONE MARCHE – ONLUS

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Gruppi di Volontariato Vincenziano Marche

Bilancio sociale dell’esercizio 2008

GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO – A.I.C. ITALIA Associazione fondata nel 1617 da San Vincenzo De’ Paoli SEZIONE MARCHE – ONLUS

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Se io potrò impedire Ad un cuore di spezzarsi Non avrò vissuto invano.

Se allevierò il dolore di una vita O guarirò una pena.

O aiuterò un pettirosso caduto A rientrare nel nido

Non avrò vissuto in vano.

EMILY DICKINSON

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Presentazione La stesura di una seconda edizione del Bilancio Sociale, che segue quello del 2003, rappresenta per i Gruppi di Volontariato Vincenziano delle Marche la veri-fica ad una sfida iniziata nel 2002 quando sono stata eletta Presidente regionale pro-tempore dell’associazione. Non nascondo di aver trovato nelle Marche una realtà associativa in crisi: i nostri gruppi lamentano un ricambio generazionale che li rende statici nella loro consi-stenza numerica, quando non addirittura in diminuzione; la difficoltà d un ri-cambio nei ruoli direttivi crea seri problemi alla democraticità, elemento fon-dante della nostra associazione; la collaborazione con i parroci è spesso difficile e il senso di appartenenza poco sentito. Sono sentiti come un “limite” ed un peso gli obblighi di legge e quelli statutari. Inoltre, la realtà del volontariato vive oggi “un fenomeno in transizione d’identità e di ruolo verso un più consapevole impegno politico come soggetto che concorre alla progettazione e alla realizzazione delle politiche sociali accet-tando le sfide del tempo ma senza rinunciare alla sua specifica e gratutita testi-monianza militante per la costruzione di una società solidale”.( Luciano Tavaz-za). Anche la Chiesa con Il Concilio Vaticano II proponendo una nuova riflessione sul ruolo dei cattolici nella società, ispirato all’idea di promozione umana, ha spinto il volontariato ad una revisione dei propri obiettivi, per superare un assistenzia-lismo dalle prospettive troppo ristrette non più conciliabile con un’idea di pro-mozione umana integrale. Sed contram, il Volontariato Vinceziano già nel pensiero del suo fondatore, nelle sue radici, recava i segni profetici di una solidarietà radicata a Cristo che attra-verso la Chiesa è capace di leggere i segni dei tempi e manifestare segni di con-creta speranza. Il ruolo politico, apartitico, che si manifesta nell’attenzione all’altro considerato nella sua dignità integrale di figlio di Dio, nell’attenzione alla polis e alla costru-zione di una società dell’amore che si fonda sui pilastri della giustizia, della pace, della fratellanza e della solidarietà mostrano la potenziale ricchezza di quest’associazione che, potenziando le capacità personali dei suoi associati, si pone come una “lunga mano” che si tende verso i fratelli in difficoltà. Traghettare l’associazione verso tempi nuovi mediando tra passato e futuro, perché il volontariato sia sempre più attore nel sistema economico, mi piace ri-cordare le parole con cui il prof. Zamagni lo definiva: “zoccolo duro su cui co-struire uno stato civile represso tra stato sociale e mercato”, perché sia sogget-to attivo, non più tappabuchi di deficienze istituzionali, ma proteso a scoprire nuove strade per un impegno civile non più straordinario ma ordinario e che ri-

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scopre il suo impegno advocancy, è stata la sfida che ho raccolto. Sono molteplici le motivazioni che ci spingono al volontariato, esse vanno dal desiderio di sentirsi utili, alle ragioni della fede, al desiderio di ricambiare per qualcosa che si è ricevuto, ma qualunque sia la motivazione, il volontario è costi-tuito da persone che esprimono gratuitamente la loro solidarietà a favore di chi è in difficoltà, “investendo” e credendo nella persona. Il mio impegno in questi anni si è speso all’interno dell’associazione proprio per rafforzare questa consapevolezza, per rendere visibile quella “modernità” e quella attualità che il Volontariato Vincenziano portava in embrione, per raffor-zare l’orgoglio ad un’appartenenza che consolidava, in un cammino comunitario e nell’unità, il germe dell’amore chiuso nel cuore di ogni uomo. Tutto questo perché l’impegno a favore dei fratelli potesse essere sempre più responsabile e professionale. L’attenzione alla formazione e all’organizzazione sono stati da me considerati presupposti fondamentali delle linnee operative che, realizzate dai gruppi, ren-dessero visibile alla società la forza trasformatrice dell’Amore, la forza di un’azione comunitaria. Contro le povertà agire insieme, ci ricorda uno slogan dell’AIC, perché in questo tempo globale, paradossalmente malato di solitudine, il volontariato sia sorgente restitutiva dell’Amore che ci trascende. Concludo riaffermando l’amore e l’impegno per questa associazione, che mi permette di essere in questo tempo, nella mia storia, portatrice di una proposta di vita, quella Vincenziana, che vuol proporre dei valori che trovano la loro radi-calità in quella parola “Carità” che altro non è se non il nome di Dio, perché Dio è Amore; che trova in Cristo la sorgente, la forza, per rischiare quel poco che so-no, consapevole che, il miracolo della meraviglia mi sorprenderà quando vedrò il cuore rinascere per aprirsi ad orizzonti d’amore sempre più vasti che profumano già…d’eterno.

Paola Agnani presidente regionale

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Sommario INTRODUZIONE E NOTA METODOLOGICA PRIMA PARTE: IDENTITÀ 1.1. CENNI STORICI

1.1.1. IL FONDATORE: S. VINCENZO DE’ PAOLI 1.1.2. DALLE DAME DELLA CARITÀ AI GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO

1.2. ITALIA: GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO 1.3. CONTESTO DI RIFERIMENTO E VISION

1.3.1. CONTESTO DI RIFERIMENTO 1.3.2. VISION 1.3.3. LA POVERTÀ: DATI ISTAT SULLA POVERTÀ IN ITALIA E NELLE MARCHE

1.4. MISSION E LINEE STRATEGICHE 1.5. QUADRO DEGLI OBIETTIVI 2008 1.6. INTERLOCUTORI 1.7. SEDE E STRUTTURA 1.8. GVV SEZIONE MARCHE 1.9. RISORSE UMANE 1.10. QUADRO ECONOMICO E FINANZIARIO SECONDA PARTE:RELAZIONE SULLE ATTIVITÀ SVOLTE NEL 2008 E PROGRAMMAZIONE PER IL 2009 2.1. PREMESSA (PAOLA AGNANI) 2.2. FORMAZIONE 2.3. EVENTI 2.4. VITA ASSOCIATIVA 2.5. AZIONI CONTRO LA POVERTÀ 2.6. CENTRI DI ASCOLTO 2.7. SOSTEGNO LINGUISTICO 2.8. CASE DI ACCOGLIENZA ED ALTRE ATTIVITÀ 2.9. SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE 2.10. SINTESI DEI PUNTI DI FORZA E DEI PUNTI DI MIGLIORABILITÀ DELLA GESTIONE 2.11. PROGRAMMAZIONE PER IL 2009 TERZA PARTE: IL COINVOLGIMENTO DEGLI INTERLOCUTORI 3.1. LA CONSULTAZIONE PER IL BILANCIO SOCIALE 2008 3.2. LA TUA OPINIONE

Questo rapporto è stato redatto del progetto Bilancio sociale del Centro Servizi per il Volontariato Marche.

Il documento è disponibile anche online, all’indirizzo http://www.gvvmarche.it

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“La solidarietà (…) non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di

tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e

perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di cia-scuno, perché tutti siamo veramente re-

sponsabili di tutti”

(Sollicitudo rei socialis, Lettera enciclica di Gio-vanni Paolo II, 1987 38,6).

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Introduzione e nota metodologica Che cos’è un bilancio sociale La funzione del bilancio sociale è quella di rappresentare la gestione globale svolta in un periodo amministrativo da un'organizzazione, in modo da con-sentire a tutti gli interlocutori di esprimere una valutazione consapevole e fondata, utile al miglioramento della gestione stessa. Principi di riferimento Nella redazione, è stato fatto riferimento ai principi elaborati dal GBS (Gruppo di studio per il bilancio sociale – disponibili su www.gruppo bilanciosocia-le.org); ai principi generali e alle linee guida per l’adozione del bilancio sociale nelle aziende non profit elaborati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Com-mercialisti – Commissione aziende non profit (disponibili su www. cndc.it); ai principi internazionali della Global Reporting Iniziative (disponibili su www.globalreporting.org); allo standard AA 1000 dell’Institute of Social and Ethical AccountAbility (disponibile su http:// www. accountability21.net ). Perché un bilancio sociale Con questo rapporto, si rappresenta la gestione svolta dai Gruppi di Volonta-riato Vincenziano delle Marche durante il 2008 perché tutte le parti interessa-te possano valutarla e, in un clima di collaborazione e coinvolgimento, espri-mere loro suggerimenti per migliorarla. Gli obiettivi specifici, tra loro strettamente interrelati, che ci si pone nell’adottare tale strumento sono:

- garantire, a tutti i portatori di interessi, la massima trasparenza nella gestione delle risorse da parte dell’Associazione, cercando di esprime-re il senso dell’attività e dei risultati ottenuti;

- creare internamente occasioni di riflessione sull’identità dell’As-sociazione, sulla sua vocazione per la solidarietà, sui valori che la anima-no; il processo di redazione del rapporto costituisce, infatti, un ottimo strumento per aiutare i membri interni all’organizzazione a fornire di senso le attività svolte, migliorando l’elaborazione e la realizzazione delle strategie sociali;

- sviluppare l'attenzione verso la “qualità” come base per valorizzare sempre più la propria presenza sul territorio;

- creare uno strumento di responsabilizzazione; attraverso il bilancio sociale infatti, l’Associazione indica non solo le attività svolte nel 2008, ma specifica anche ciò che intende realizzare nel futuro, impegnandosi nei confronti dell’intera collettività;

- comunicare coerenza, nel bilancio sociale si esprime coerenza dei fatti rispetto a ciò che l’istituto definisce come proprio complesso valoriale,

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come propria missione; si rende conto dell’attuazione o meno degli impegni che l’istituto ha assunto nei confronti dell’esterno.

Profili di questo bilancio sociale Il bilancio sociale 2008 riflette il notevole impegno profuso nella raccolta e nell’illustrazione di grandezze relative al contesto e alle attività GVV. Si tratta di un punto di forza basilare da cui scaturiscono la fondatezza e l’efficacia della rappresentazione. Ambito non trascurabile di migliorabilità sul quale impegnarsi in futuro è in-vece rappresentato dal coinvolgimento degli interlocutori. Le diverse occasioni di divulgazione di questo documento saranno pensate anche come momenti per allargare il team di consultazione e la condivisione del processo di rendicontazione sociale. Il gruppo di lavoro La redazione del bilancio sociale è stata guidata da un gruppo costituito da: PAOLA AGNANI, PRESIDENTE REGIONALE GVV CARLA CERQUETELLA, VOLONTARIA GVV KATIA GIUSEPPONI, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA PATRIZIA CAMILLETTI, HEPTA CONSULENZA SRL

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Prima parte

Identità

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“ Il cristiano che vuol vivere la sua fede (…)” non può considerare “la solidarietà sociale come conseguenza più

o meno automatica delle iniziative individuali e non già quale scopo e criterio più vasto della validità

dell’organizzazione sociale”. (Octogesima adveniens

Lettera apostolica di Paolo VI, 1971, 26).

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1.1. CENNI STORICI 1.1.1. IL FONDATORE: S. VINCENZO DE’ PAOLI San Vincenzo de' Paoli (Pouy, 24 aprile 1581 – Parigi, 27 settembre 1660) è sta-to un sacerdote francese, fondatore e ispiratore dei Gruppi di Volontariato Vincenziano proclamato santo nel 1737 da papa Clemente XII. Biografia

Nato da un'umile famiglia contadina a Pouy, un borgo contadino presso Dax, grazie ad un ricco avvo-cato della zona riuscì a studiare teologia a Tolosa e venne ordinato sacerdote il 23 settembre 1600. Nel 1605, mentre viaggiava su una nave da Marsiglia a Narbona, venne catturato dai pirati turchi e venduto come schiavo a Tunisi: venne liberato due anni dopo dal padrone, che era riuscito a conver-tire al cristianesimo. Entrò a corte come cappellano ed elemosiniere di Margherita di Valois; fu quindi per breve tempo parroco di Clichy nei sobborghi di Parigi dove mise da parte le preoccupazioni materiali e di carriera e si dedicò intensamente all'insegnamento del catechismo e soprattutto all'aiuto agli infermi ed ai po-veri: fondamentale per la sua maturazione spirituale fu il suo incontro con Francesco di Sales. Nel 1613 entrò come precettore al servizio dei marchesi di Gondi (il marchese era governatore gene-rale delle galere): grazie al sostegno economico dei suoi protettori, Vincenzo de' Paoli riuscì a molti-plicare le iniziative caritatevoli a favore dei diseredati e dei bambini abbandonati. Nei quattro anni di permanenza nel castello dei signori Gondi, Vincenzo poté constatare le condizioni di vita che caratte-rizzavano le due componenti della società francese dell’epoca, i ricchi ed i poveri. I ricchi a cui non mancava niente, erano altresì speranzosi di godere nell’altra vita dei beni celesti, ed i poveri che dopo una vita stentata e disgraziata, credevano di trovare la porta del cielo chiusa, a causa della loro ignoranza e dei vizi in cui la miseria li condannava. Anche la signora Gondi condivideva le preoccupazioni del suo cappellano, pertanto mise a disposi-zione una somma di denaro, per quei religiosi che avessero voluto predicare una missione ogni cin-que anni, alla massa di contadini delle sue terre; ma nessuna Congregazione si presentò e il cappella-no de’ Paoli, intimorito da un compito così grande per un solo prete, abbandonò il castello senza av-visare nessuno. Lasciato momentaneamente il castello della famiglia Gondi, Vincenzo fu invitato dagli oratoriani di de Bérulle, ad esercitare il suo ministero in una parrocchia di campagna a Chatillon-le-Dombez; il contat-to con la realtà povera dei contadini, che specie se ammalati erano lasciati nell’abbandono e nella mi-seria, scosse il nuovo parroco. Dopo appena un mese dal suo arrivo, fu informato che un’intera famiglia del vicinato, era ammalata e senza un minimo di assistenza, allora lui fece un appello ai parrocchiani che si attivassero per aiutarli, appello che fu accolto subito e ampiamente. Allora don Vincenzo fece questa considerazione: “Oggi questi poveretti avranno più del necessario, tra qualche giorno essi saranno di nuovo nel bisogno!”. Da ciò scaturì l’idea di una confraternita di pie persone, impegnate a turno ad assistere tutti gli ammalati bisognosi della parrocchia; così il 20 ago-sto 1617 nasceva la prima ‘Carità’, le cui associate presero il nome di “Serve dei poveri”; in tre mesi l’Istituzione ebbe un suo regolamento approvato dal vescovo di Lione. La Carità organizzata, si basava sul concetto che tutto deve partire da quell’amore, che in ogni pove-ro fa vedere la viva presenza di Gesù e dall’organizzazione, perché i cristiani sono tali solo se si muo-vono coscienti di essere un sol corpo, come già avvenne nella prima comunità di Gerusalemme. La signora Gondi riuscì a convincerlo a tornare nelle sue terre e così dopo la parentesi di sei mesi co-me parroco a Chatillon-les-Dombes, Vincenzo tornò, non più come precettore, ma come cappellano della massa di contadini delle numerose terre dei Gondi.

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Prese così a predicare le Missioni nelle zone rurali, fondando le ‘Carità’ nei numerosi villaggi. Intanto nel 1623 Vincenzo de’ Paoli, si laureò in diritto canonico a Parigi e restò con i Gondi fino al 1625. Vincenzo De Paoli fu nominato in seguito Cappellano generale delle galere di Francia e in tale veste svolse un'opera continua e preziosa di assistenza per i condannati. Nel 1633, con l'assistenza di Luisa di Marillac, riorganizzò le confraternite assistenziali fino ad allora fondate nella Compagnia delle Figlie della Carità. Nel 1643, Vincenzo de’ Paoli fu chiamato a far parte del Consiglio della Coscienza o Congregazione degli Affari Ecclesiastici, dalla reggente Anna d’Austria; presieduto dal card. Giulio Mazzarino, il compito del Consiglio era la scelta dei vescovi ed il rilascio di benefici ecclesiastici. Il potente Primo Ministro faceva scelte di opportunità politica, soprassedendo sulle qualità morali e religiose; era inevitabile lo scontro fra i due, Vincenzo gli si oppose apertamente, anche criticandolo nelle sue scelte di politica interna, specie nei giorni oscuri della Fronda, quando Mazzarino tentò di mettere alla fame Parigi in rivolta, Vincenzo allora organizzò una mensa popolare a San Lazzaro, dando da mangiare a 2000 affamati al giorno. Nel 1649 giunse a chiedere alla regina, l’allontanamento del Mazzarino per il bene della Francia; la ri-chiesta non poté aver seguito e quindi Vincenzo de’ Paoli cadde in disgrazia e definitivamente allon-tanato dal Consiglio di Coscienza nel 1652. La reggente Anna d’Austria gli concesse l’incarico di Ministro della Carità, per organizzare su scala nazionale gli aiuti ai poveri; si disse che dalle sue mani passasse più denaro che in quelle del ministro delle Finanze. Morì a Parigi il 27 settembre 1660, dopo aver continuato a seguire personalmente tutte le opere da lui iniziate. Venne canonizzato nel 1737. Fu merito particolare di Vincenzo De Paoli quello di aver capovolto l'atteggiamento allora prevalente nei confronti dei poveri, che era di allontanamento ed emarginazione, per andarne in cerca e soccor-rerli attraverso l'aiuto e la collaborazione di quanti più fosse possibile, ispirandosi alla carità evangeli-ca, che vede nel povero la persona di Cristo.

LE OPERE. S. Vincenzo fondò numerose congregazioni cattoliche, come evidenziato di seguito.

Le dame della Carità Vincenzo de’ Paoli, vivendo a Parigi si rese conto che la povertà era presente, in forma ancora più do-lorosa, anche nelle città e quindi fondò anche a Parigi le ‘Carità’; qui nel 1629 le “Suore dei poveri” presero il nome di “Dame della Carità”. Nell’associazione confluirono anche le nobildonne e permise alla nobiltà parigina di contribuire eco-nomicamente alle iniziative. Fra le centinaia di associate a questa meravigliosa ‘Carità’, vi furono la futura regina di Polonia Luisa Maria Gonzaga e la duchessa d’Auguillon, nipote del primo ministro Cardinale Richelieu. Le prime ‘Carità’ vincenziane sorsero in Italia a Roma (1652), Genova (1654), a Torino (1656).

Preti della Missione o Lazzaristi Anche in questa fondazione ci fu l’intervento dei signori Gondi; la sua origine si fa risalire alla fortuna-ta predicazione che il fondatore tenne a Folleville il 25 gennaio 1617; le sue parole furono tanto effica-ci che non bastarono i confessori. Il bene ottenuto in quel villaggio, indusse la signora Gondi ad offrire una somma di denaro a quella comunità che si fosse impegnata a predicare periodicamente ai contadini; come già detto non si pre-sentò nessuno, per cui dopo il suo ritorno a Parigi, Vincenzo de’ Paoli prese su di sé l’impegno, ag-gregandosi con alcuni zelanti Sacerdoti e cominciò dal 1618 a predicare nei villaggi. Il risultato fu ottimo, ed altri sacerdoti si unirono a lui, i signori Gondi aumentarono il finanziamento e anche l’arcivescovo di Parigi diede il suo appoggio, assegnando a Vincenzo ed ai suoi missionari rura-li, una casa nell’antico Collegio dei Bons-Enfants in via S. Vittore; il contratto fra Vincenzo de’ Paoli ed i signori Gondi porta la data del 17 aprile 1625.

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La nuova comunità, si legge nel contratto, doveva fare vita comune, rinunziare alle cariche ecclesia-stiche, e predicare nei villaggi di campagna; inoltre occuparsi dell’assistenza spirituale dei forzati e insegnare il catechismo nelle parrocchie nei mesi estivi. La “Congregazione della Missione” come si chiamò, fu approvata il 24 aprile 1626 dall’arcivescovo di Parigi, dal re di Francia nel maggio 1627 e da papa Urbano VIII il 12 gennaio 1632. Intanto i missionari si erano spostati nel priorato di San Lazzaro, da cui prenderanno anche il nome di Lazzaristi. In seguito Vincenzo accettò che i suoi Preti della Missione o Lazzaristi, riuniti in una Congregazione senza voti, si dedicassero alla formazione dei sacerdoti, con Esercizi Spirituali, dirigendo Seminari e impegnandosi nelle Missioni all’estero come in Madagascar, nell’assistenza agli schiavi d’Africa. Quando morì nel 1660, la sola Casa di San Lazzaro, aveva già dato 840 missioni e un migliaio di perso-ne si erano avvicendate in essa, per turni di Esercizi Spirituali.

Le Figlie della Carità La feconda predicazione nei villaggi, suscitò la vocazione all’apostolato attivo, prima nelle numerose ragazze delle campagne poi in quelle della città; desiderose di lavorare nelle ‘Carità’ a servizio dei bi-sognosi, ma anche consacrandosi totalmente. Vincenzo de’ Paoli intuì la grande opportunità di estendere la sua opera assistenziale, lì dove le “Da-me della Carità” per la loro posizione sociale, non potevano arrivare personalmente. Affidò il primo gruppo per la loro formazione, ad una donna eccezionale s. Luisa de Marillac (1591-1660) vedova Le Gras, era il 29 novembre 1633; Luisa de Marillac le accolse in casa sua e nel luglio dell’anno successivo le postulanti erano già dodici. La nuova Congregazione prese il nome di “Figlie della Carità”; i voti erano permessi ma solo privati ed annuali, perché tutte svolgessero la loro missione nella più piena libertà e per puro amore; l’approvazione fu data nel 1646 dall’arcivescovo di Parigi e nel 1668 dalla Santa Sede. Ancora oggi le Figlie della Carità, costituiscono la Famiglia religiosa femminile più numerosa della Chiesa.

“La questione sociale ha acquistato dimensione mondiale” (Populorum progressio - Lettera enciclica di Paolo VI, 1967, 3)

1.1.2. DALLE DAME DELLA CARITÀ AI GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO Le Dame della Carità è un’associazione caritativa laica fondata da San Vincen-zo de' Paoli nel 1617, col nome di “Sorelle della Carità”, a Chatillon-les-Dambes. Nel 1629 mutarono il nome in Dame della Carità. Inizialmente dedite all'assistenza ai malati poveri e più abbandonati, le Dame della Carità estesero la loro opera a ogni genere di soccorso ai bisognosi, mantenendo comunque lo stile vincenziano, che richiede l'incontro personale con i poveri a domicilio o comunque nel loro ambiente di vita. Per favorire l'unità di quest'opera, San Vincenzo de’ Paoli diede regole comuni, basate sul-l'imitazione di Gesù Cristo, sull'amore evangelico senza frontiere, sull'orga-nizzazione degli interventi, sulla creatività, per trovare modi sempre nuovi di aiuto ai poveri.

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Caratteristica del suo genio è stata non solo l'organizzazione della carità, ma anche della comunicazione. Dopo la morte di san Vincenzo, le Carità si sono diffuse in numerosi paesi, grazie ai Preti della Missione e alle Figlie della Carità. Sono nate così le asso-ciazioni nazionali, collegate tra di loro attraverso la collaborazione e coordi-nate dalla presidente dell'associazione francese. L'associazione è parrocchia-le e diocesana, ma giuridicamente dipende dal Superiore generale della Con-gregazione delle Missioni. L'attività delle associazioni nazionali in ogni Paese è diretta da un Consiglio Nazionale. Nel 1960, l’associazione ha cominciato a sentire il bisogno di aggiornarsi innanzitutto abbandonando il nome di “Dame della Carità”, legate nell’immaginario collettivo ad un tipo di assistenzialismo pietoso. Le associazioni dei diversi paesi presero atto dei cambiamenti intervenuti nel-la società e nella Chiesa postconciliare: in accordo con l’insegnamento di S. Vincenzo, hanno deciso di cambiare i loro metodi e strutture adottando uno statuto internazionale conforme all’esigenza dei nostri tempi. Nel 1971, le delegate di 22 associazioni, radunate in Assemblea Straordinaria, hanno votato il nuovo statuto e hanno adottato il nome di Associazione In-ternazionale della Carità (AIC). Nel decidere di mantenere nel nuovo nome il termine di "Carità", i membri hanno voluto sottolineare la discendenza diret-ta dall'opera creata da San Vincenzo e la loro fedeltà all'insegnamento pro-fetico del loro fondatore. Le linee operative dell'associazione sono racchiuse nel cosiddetto "Docu-mento di Base", accettato a livello internazionale, ove ci si impegna ad essere presenti sui tre piani della carità, vale a dire: azione individuale, azione collet-tiva, azione sulle strutture. Così la dimensione interpersonale della carità, co-me l'azione comunitaria e politica, sono vissute alla luce del Vangelo. Fondamentale e specifico dello stile vincenziano come abbiamo già detto, è l'incontro personale con i poveri a domicilio o nel loro ambiente di vita; incon-tro che esige una seria e continua formazione, fondata e alimentata dal rap-porto con Cristo e dalla testimonianza di vita. L'AIC è attualmente presente in numerosi paesi d'Europa, dell'America Latina e dell'America del Nord, dell'Asia e dell'Africa. Essa raggruppa 42 associazioni con più di 250.000 membri, tutti impegnati nello sforzo di far vivere, nei modi adatti al nostro tempo, il progetto fondamentale di Vincenzo De Paoli, loro fondatore: Contro la povertà agire insieme. L’A.I.C. gioca un ruolo importante sul piano internazionale. E’ presente in or-ganismi governativi e non governativi. Godono di uno statuto consultativo presso L’ UNESCO, l’ECOSOC (United Nations Economic and Social Council) e il Parlamento Europeo. Fa parte del CIAS (Comitato Internazionale d’Azione Sociale), della Conferenza dell’OIC (Organizzazioni Internazionali Cattoliche), dell’UMOFC (Unione Mondiale delle Organizzazioni Cattoliche Femminili).

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Nel 1991 ad Assisi si è tenuta l’Assemblea dei Dialoghi che ha definito come proprie linee d’azione improntate a favorire la formazione, la comunicazione, la solidarietà e l’autopromozione riprese e consolidate poi nell’Assemblea di Antigua (Guatemala) del 1994. In quest’ultima occasione si è rafforzato lo spi-rito politico dell’associazione, in particolare per la denuncia delle ingiustizie subite dai poveri e facendo pressione sulle strutture pubbliche affinché di-fendano le famiglie e le comunità emarginate. Nel corso degli anni la riflessione dell’AIC ha aperto nuove voci e indicato nuovi obiettivi. L’opzione anteriore di tenersi accanto alle famiglie più povere, emarginate, forzate a vivere in situazioni sociali drammatiche, ha subito dei profondi cam-biamenti al momento che si sono accorti che la semplice assistenza è inefficace e finisce per creare nuove dipendenze. Ciò ha condotto l’A.I.C. alla maturazione di una nuova comprensione dell’importanza della famiglia nella sua globalità, in quanto prima cellula della comunità umana e nocciolo elementare primordiale dell’ordine sociale. Sono state adottate delle motivazioni nuove e più profonde tra cui l’idea che bisogna far prendere coscienza alle famiglie più povere dei va-lori della famiglia stessa e dei loro diritti. Da qui nasce la riflessione sul valore sociale della persona ed in particolare il suo sviluppo all’interno del contesto familiare e sociale; le ingiustizie che l’affliggono, come l’emarginazione, l’esclusione, il rifiuto che minano la salva-guardia dei diritti fondamentali della persona. Infatti dalla “Dichiarazione Universale dei Dirtti dell’ Uomo” l’art. 7 cita che “Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazio-ne, ad un'eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un'eguale tu-tela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.”. L’ art. 22 afferma:” Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto al-la sicurezza sociale nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.” Dall’art. 27 “ Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scien-tifico ed ai suoi benefici.”1 Di conseguenza come diceva S. Vincenzo, la lotta contro l’esclusione sociale è prima di tutto opera di giustizia e poi opera di misericordia. Grazie a queste riflessioni, l’A.I.C. vuole difendere la dignità umana e la giustizia sensibilizzando l’opinione pubblica, superando i pregiudizi, creando una nuova cultura impron-tata alla pace, al rispetto, alla solidarietà e all’autopromozione. 1 Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.

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1.2. ITALIA: GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO In Italia l'Associazione è conosciuta come Gruppi di Volontariato Vincenziano (GVV) i quali sono presenti in tutte le Regioni e sono articolati in sezioni re-gionali, provinciali ( o diocesane) e cittadine. Svolgono il servizio caritativo soprattutto nei territori parrocchiali (è lo speci-fico dell'Associazione) o interparrocchiali, individuando i bisogni e le risorse, per realizzare in modo corretto gli interventi e per promuovere nella comuni-tà l'animazione della carità in spirito di servizio ai poveri anche attraverso i "servizi speciali" gestiti direttamente o in collaborazione con altri. Il problema delle donne povere e in situazioni di emarginazione sono oggetto di particola-re attenzione. Per assicurare una partecipazione e un servizio aggiornato e competente sono programmati (con obbligo di frequenza) corsi di formazione spirituale, culturale e specifici per i vari settori di intervento (centri di ascolto e di accoglienza, centri per donne in difficoltà, ospedali,centri anziani ecc.). Il Volontariato Vincenziano ha pure le Sezioni giovanili, attualmente autono-me, ma che lavorano in stretta collaborazione con i gruppi degli adulti. La grande affinità delle motivazioni, degli obiettivi e dei metodi rende grande-mente utile la collaborazione tra la Società di San Vincenzo De Paoli e i Gruppi di Volontariato Vincenziano in Italia. I gruppi sono circa 1.500 con 20.000 iscritti.

Dallo Statuto Nazionale “I Gruppi di Volontariato Vincenziano – AIC Italia” sono un’Associazione di laici cattolici vo-lontari. Essa riunisce persone che intendono vivere la solidarietà e la carità cristiana secon-do il Vangelo. L’Associazione, opera nel rispetto dei principi della Legge 266/91, è apartitica, ha struttura democratica e non persegue fini di lucro”2 . L’Associazione ha per scopo: - la promozione umana e cristiana delle persone e delle famiglie in situazione di disagio; - la lotta contro le povertà materiali e spirituali e le cause che le determinano; - l’incontro personale con il fratello nel suo ambiente di vita senza alcuna discriminazione,

con interventi immediati di aiuto quando la situazione lo richieda. L’impegno è un’adesione libera ad un’associazione che esiste perché ci sono degli associati che si finanziano per trovare le possibilità economiche del proprio operare; le regole, che governano l’impegno comune sono raccolte nello statuto e nelle norme interne accettate da ogni inscritto.

1.3. CONTESTO DI RIFERIMENTO E VISION

1.3.1. CONTESTO DI RIFERIMENTO Il primo articolo dello statuto è l’articolo che ci costituisce perché contiene al suo interno delle definizioni che esprimono l’opzione fondamentale fondante

2 Art. 1 Statuto.

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il nostro essere: siamo laici, cattolici, volontari, quindi siamo Chiesa, popolo in cammino. Con questi termini possiamo dire che già viene evidenziata la no-stra tensione ad un cammino di fede che si avvale della via privilegiata della Carità. “Non c’è nessuna legge umana che possa porre così bene al sicuro la persona-le dignità e libertà dell’uomo, quanto il Vangelo di Cristo affidato alla Chiesa” (GS 41). La fede e la Carità trovano la loro applicazione concreta nell’apostolato di servizio, nella lotta contro tutto ciò che svilisce la dignità di un figlio di Dio, di un fratello di Cristo. Vivere per gli altri, donarsi, sacrificarsi è attuare ciò che Cristo vivo in ognuno di noi vuole che facciamo. Non possiamo credere di essere figli di Dio se non ci sentiamo fratelli di ogni uomo. La nostra carità è animata dalla fede, solo così diventa forza trasformatrice capace di lottare contro ogni ingiustizia. Noi laici cattolici radicati a Cristo con il battesimo siamo chiamati “all’evangelizzazione del mondo mediante l’annunzio missionario del Vangelo e la testimonianza della carità”; protesi a riproporre nella vita personale e asso-ciativa il primato di Dio per essere capaci di quella forma “alta” di Carità che è la Testimonianza della Verità. Continua il primo articolo accennando alla legge 266 per sottolineare come il nostro volontariato riconosca e si riconosca in questa legge, possessore di quei requisiti essenziali richiesti: apartiticità, struttura democratica, gratuità. La legge 266 del 91 non ha solo imposto obblighi o sancito criteri disciplinari, ma con questa legge, che ha come titolo “legge quadro sul volontariato”, si è voluto definire dei principi con cui le regioni, le province, le istituzioni si rap-portano con le associazioni di volontariato, e questo perché ci sia nel paese uniformità. Tale legge, infatti, vincola l’attività amministrativa di comuni e province in materia di volontariato, e prevede uno statuto giuridico “specia-le” per le organizzazioni che si iscrivono ai registri regionali. Per beneficiare del regime speciale previsto dalla legge, infatti, le OdV devono essere inscritte in appositi registri istituiti presso le regioni. L’iscrizione al registro regionale, oltre a dimostrare che l’organizzazione pos-siede i requisiti stabiliti dalla normativa stessa, apre alla possibilità di accedere a certi finanziamenti regionali, nonché al convenzionamento con strutture pubbliche. La 266 individua le organizzazioni di volontariato (OdV) in quei soggetti libe-ramente costituiti al fine di svolgere attività di volontariato, caratterizzati da: attività personale, spontanea e gratuita, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà3. Secondo l’art. 3 le organizzazioni di volontariato possono assumere la forma giuridica che ritengono adeguata escludendo soluzioni incompatibili con lo 3 Art. 2 legge 266/91.

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scopo solidaristico. Necessario per l’iscrizione al registro regionale è lo Statu-to e l’atto costitutivo. 1.3.2. VISION Vivere da Vincenziani significa essere portatori di una proposta di vita che tende ad una spiritualità che trova nella carità la sua realizzazione; vuol dire mettersi nella scuola del Vangelo con contemplazione, ascolto e preghiera. Essere Vincenziani è mostrare una fede che si fonda su Dio Padre, per porsi sull’esempio di Cristo al servizio di tutti gli uomini e manifestandosi nelle ope-re, diviene itinerario di umanizzazione e culla dell’Amore. E’ mostrare una speranza che è la certezza che ogni uomo è una creatura preziosa agli occhi di Dio voluta a Sua immagine e somiglianza (Gn, 1,27) abi-tata perciò dal seme dell’amore. E’ coscienza che continuamente lo Spirito di Dio ci spinge con i suoi doni ad essere creature nuove. E’ mostrare una carità che è risposta riconoscente all’amore che Dio ha avuto per la nostra povertà e che fa dell’incontro con l’altro sacramento dell’incontro con Dio. E’ amare l’altro presente in tutti gli altri restituendo l’amore che ci è stato donato. L’impegno comunitario, potenziando le possibilità caritative degli individui che la compongono, testimonia come una comunità deve essere attenta ai bisogni degli ultimi, educando alla solidarietà e all’amore fraterno. La povertà non è solo mancanza di mezzi, ma anche difficoltà relazionale, è povertà di potere di chi, privato dei diritti fondamentali di cittadinanza, subi-sce ingiustizia. L’ascolto dell’altro, una promozione che trova nel povero il protagonista di se stesso e della propria dignità, l’osservazione della realtà che ci circondano sono nell’associazione l’impegno primario e responsabile di un’azione volta alla costruzione di un mondo migliore, volta al bene comune. La carta costitu-tiva del nostro essere volontari è contraddistinta da un forte impegno politico con particolare attenzione all’eduzione per una cittadinanza responsabile che promuova la giustizia, la fratellanza e la pace; da un impegno profetico volto ad ascoltare ed accogliere le istanze dei poveri, dando voce a chi non ha voce; dalla testimonianza di una gratuità totale che si spende nel servizio, nell’organizzazione e nella formazione perché l’agire sia responsabile e matu-ro e la nostra carità sia più un essere che un fare. 1.4. MISSION E LINEE STRATEGICHE Formazione: le povertà non sono sempre le stesse, cambiano i tempi, è ne-cessario perciò partire dall’osservazione della realtà, dall’ascolto e dal discer-nimento, per essere in grado di affrontarle, fedeli agli uomini che vivono il no-stro tempo e alla Verità. Azione: è l’uomo in tutta la sua interezza ad essere il fine del nostro agire, re-lazionalità e socialità sono beni essenziali da promuovere perché la persona e

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la comunità di cui è parte possano trovare sviluppo e benessere. Organizzazione: assicurarsi i mezzi e gli strumenti per ottimizzare i nostri in-terventi, dar loro continuità evitando ogni occasionalità, sensibili sia al biso-gno che alla necessità, una buona capacità dialogica ad intra e ad extra, sono i presupposti del nostro agire. L’art. 4 dello Statuto descrive una metodologia di lavoro in rete, che vuol promuovere il povero con interventi di empowerment. E’ attento alla formazione tecnica e spirituale dei suoi membri, è in grado di progettare, programmare, realizzare progetti e servizi per le persone e le fa-miglie in difficoltà. 1.3.3. LA POVERTÀ: DATI ISTAT SULLA POVERTÀ IN ITALIA E NELLE MARCHE

Sappiatelo, sovrani e vassalli, eminenze e mendicanti, nessuno avrà diritto al superfluo,

finché uno solo mancherà del necessario." Salvador Diaz Miròn

Poeta messicano (Veracruz 1853-Città di Messico 1928). Che cosa significa povertà? La povertà è fame. La povertà è vivere senza un tetto. La povertà è essere am-malati e non riuscire a farsi visitare da un medico. La povertà è non potere andare a scuola e non sapere leggere. La povertà è non avere un lavoro, è timore del futuro, è vivere giorno per giorno. La povertà è perdere un figlio per una malattia causata dall'inquinamento del-l'acqua. La povertà è non avere potere e non essere rappresentati adeguata-mente; la povertà è mancanza di libertà. La povertà assume volti diversi, volti che cambiano nei luoghi e nel tempo, ed è stata descritta in molti modi. La povertà è una situazione da cui la gente vuole evadere. La povertà, quindi, richiede azioni sia da parte dei poveri che dei benestanti, e richiede di cambiare il mondo per fare sì che molte più persone possano ave-re un buon livello di nutrizione, un alloggio adeguato, accesso all'educazione e alla salute, protezione dalla violenza, e voce in ciò che succede nella loro comunità.4 Chi sono i poveri? Nella rilevazione della povertà a livello mondiale la definizione normalmente adottata, sulla base degli studi condotti da diversi enti delle Nazioni Unite e soprattutto dalla Banca Mondiale, è costituita dal numero di persone che vi-vono con meno di 1 dollaro (o, anche, di 2 dollari) al giorno, calcolato in ter-mini di Parità di Potere di Acquisto (Ppa).

4 Educazione e scuola

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Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correla-te. I dati sono migliorati rispetto alle 35.000 persone di dieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa. Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d'età. Oggi, il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo muoiono prima di aver compiuto cinque anni. Anche in questo caso, il dato è migliorato rispetto al 28% di cinquanta anni fa. Carestia e guerre causano solo il 10% dei decessi per fame, benché queste sia-no le cause di cui si sente più spesso parlare. La maggior parte dei decessi per fame sono causati da malnutrizione cronica. I nuclei familiari semplicemente non riescono ad ottenere cibo sufficiente. Questo a sua volta è dovuto all'e-strema povertà. Oltre alla morte, la malnutrizione cronica causa indebolimento della vista, uno stato permanente di affaticamento che causa una bassa capacità di concen-trarsi e lavorare, una crescita stentata ed un'estrema suscettibilità alle malat-tie. Le persone estremamente malnutrite non riescono a mantenere neanche le funzioni vitali basilari. Si calcola che circa 800 milioni di persone nel mondo soffrano per fame e malnutrizione, circa 100 volte il numero di persone che effettivamente ne muoiono ogni anno. Spesso, le popolazioni più povere necessitano di minime risorse per riuscire a coltivare sufficienti prodotti commestibili e diventare autosufficienti. Queste risorse possono essere: semi di buona qualità, attrezzi agricoli appropriati e l'accesso all'acqua. Minimi miglioramenti delle tecniche agricole e dei sistemi di conservazione dei cibi apportano ulteriore aiuto. Numerosi esperti in questo campo, sono convinti che il modo migliore per al-leviare la fame nel mondo sia l'istruzione. Le persone istruite riescono più fa-cilmente ad uscire dal ciclo di povertà che causa la fame5. La povertà in Italia In Italia, le famiglie che nel 2007 si trovano in condizioni di povertà relativa sono 2 milioni 653 mila e rappresentano l’11,1% delle famiglie residenti; nel complesso sono 7 milioni 542 mila gli individui poveri, il 12,8% dell’intera popo-lazione. La stima dell’incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e per-sone povere sul totale delle famiglie e persone residenti) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi.

5 Educazione e scuola

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La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2007 è risultata pari a 986,35 euro (+1,6% rispetto alla linea del 2006). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a tale valore vengono quindi classificate come relativamente povere. Per famiglie di ampiezza diversa il va-lore della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza che tiene conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare del numero di componenti (si veda il Glossario). La soglia di povertà relativa è calcolata sulla base della spesa familiare rilevata dall’indagine annuale sui consumi (cfr. Statistica in breve “I consumi delle fa-miglie Anno 2007” dell’8 luglio 2008), condotta su un campione di circa 28 mi-la famiglie, estratte casualmente in modo da rappresentare il totale delle fa-miglie residenti in Italia. Per l’interpretazione delle stime è quindi opportuno tener conto dell’errore che si commette osservando solo una parte della po-polazione (errore campionario) e costruire un intervallo di confidenza intorno alla stima puntuale ottenuta. Tali considerazioni sono fondamentali nella va-lutazione dei confronti spazio-temporali: limitate differenze tra le stime os-servate possono non essere statisticamente significative in quanto attribuibili alla natura campionaria dell’indagine. Nel 2007, circa 1 milione 170 mila famiglie – il 4,9% del totale delle famiglie re-sidenti – risultano sicuramente povere, hanno cioè livelli di spesa mensile e-quivalente inferiori alla linea standard di oltre il 20%. Circa i due terzi di queste famiglie risiedono nel Mezzogiorno. Il 2,7% delle famiglie residenti, pur essendo povero, presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà (inferiori di non oltre il 10%). Nel Centro-nord le famiglie povere tendono a collocarsi in misura fortemente maggiore vicino alla linea di povertà: quelle che hanno livelli di spesa inferiori alla linea di povertà di non oltre il 10% sono circa il 34% e il 38% delle famiglie povere del Nord e del Centro mentre nel Mezzogiorno la percentuale scende al 29%. Anche tra le famiglie non povere esistono sottogruppi a rischio di po-vertà; si tratta delle famiglie con spesa per consumi equivalente superiore ma molto prossima alla linea di povertà: il 3,7% delle famiglie residenti, che rap-presentano il 4,1% delle non povere, presenta valori di spesa superiori alla li-nea di povertà di non oltre il 10%. Nel Mezzogiorno la quota di tali famiglie sa-le al 6,4% e rappresenta l’8,2% delle famiglie non povere. Le famiglie “sicuramente non povere”, infine, sono l’81% del totale e si passa da valori prossimi al 90% nel Nord e nel Centro (rispettivamente 89,6% e 86,6%) al 64,7% del Mezzogiorno. Ne deriva che circa i due terzi delle famiglie sicuramente non povere (il 69,7%) risiedono al Centro-nord.

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La povertà nelle Marche Sono circa 35 mila, pari al 6 per cento del totale, le famiglie che - nelle Marche - vivono al di sotto della soglia di povertà relativa (meno di 970 euro al mese, per un nucleo di due persone); a queste vanno aggiunte altre 49 mila fami-glie, corrispondenti all´8 per cento del totale, a rischio di essere risucchiate nell´area della povertà relativa, compresa tra 970 e 1. 164 euro al mese. Sono, in genere, famiglie con numerosi componenti, ma anche di dimensioni più contenute, in cui il principale percettore di reddito e` costituito da un pensio-nato, da un disoccupato o da una persona con basso livello di istruzione. I numeri confermano che il problema della povertà - relativa e assoluta - e` meno rilevante nelle Marche, rispetto ad altre regioni. Tuttavia, mentre la quota delle famiglie coinvolte nell´area della povertà relativa e` rimasta so-stanzialmente stabile (+0,1 per cento tra il 2003 e il 2006), la quota delle fami-glie a rischio di povertà relativa e` aumentata, nello stesso periodo, di un pun-to in percentuale. Significativi anche i risultati della ricerca condotta dalla Re-gione Marche, in collaborazione con la Caritas Marche e il Centro Servizi Vo-lontariato, sulle persone in condizioni ancor più precarie che, nel 2006, hanno usufruito dei servizi messi a disposizione dalle strutture di prima e seconda accoglienza e delle mense, e su quelle ai margini dell´organizzazione sociale o in condizioni di estrema povertà che si sono rivolte ai centri di ascolto gestiti dal volontariato. Sempre nel 2006, sono state oltre 300 mila le prestazioni e-rogate da strutture di accoglienza notturna, mense sociali e centri di ascolto, di cui 42 mila pernottamenti, 91 mila pasti,42 mila pacchi viveri e 38 mila pac-chi vestiario, 94 mila le prestazioni di segretariato sociale, pari a un valore complessivo di 3,7 milioni di euro, di cui oltre la metà coperti con fondi privati. I finanziamenti pubblici rappresentano il 20 per cento delle entrate e riguar-dano, in prevalenza, le strutture residenziali; assumono un peso marginale, invece, negli altri tipi di servizi e strutture. In totale, i centri di ascolto sono 47, le strutture di accoglienza 22, le mense 8; i volontari 1. 800, di cui 290 impe-gnati quotidianamente. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2004 la spesa dei Comuni delle Marche, per interventi di contrasto della povertà, ammonta-va a circa 6,8 milioni di euro, pari al 5 per cento del totale della spesa sociale regionale. Le risorse sono utilizzate prevalentemente sotto forma di aiuti e-conomici - contributi a integrazione del reddito familiare per l´alloggio, buoni spesa e buoni pasto - e per interventi di emergenza. Complessivamente sono stati erogati 11 mila contributi, con una media di circa 600 euro a persona6. In base ai dati ISTAT la popolazione residente nella Regione Marche risulta:

Totale Maschi Totale Femmine Maschi + Femmine TOTALE 755792 797271 1.553.063

6 Notiziario Marketpress di Martedì 20 Maggio 2008 , CONFERENZA REGIONALE SULLA PO-VERTA NELL MARCHE.

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Provincia Popolazioneresidenti

SuperficieKm²

Densità abitanti/Km²

NumeroComuni

Ancona 470.716 1.940,16 243 49

Ascoli Piceno 386.376 2.087,74 185 73

Macerata 319.650 2.773,75 115 57

Pesaro Urbino 376.321 2.892,41 130 67

Totale 1.553.063 9.694,06 160 246

La popolazione straniera risulta come di seguito: Totale Maschi Totale Femmine Maschi + Femmine TOTALE 57163 58136 115299

1.5. QUADRO DEGLI OBIETTIVI 2008 Il Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes, Apostolicam Actuositatem), La Chri-stifideles Laici e la legge 266 dell’11.8.91 (art 10) richiamano l’obbligo della formazione permanente personale e comunitaria. La formazione sarà tecnica e spirituale ed è un dovere di tutti i volontari vive-re e trasmettere questa dimensione della vita caritativa. Tale dovere inizia a seguito dell’ammissione di un nuovo socio, con la frequenza di un corso inizia-le che culmina nell’atto d’impegno. Alla luce di quanto sopra esposto, obiettivo principale del 2008 è stata la formazione perché è partendo da una comune linea di pensiero che si può rafforzare l’entità dell’ente, migliorare l’organizzazione, passare ad una carità capace di progettazione. Uno scarso ricambio generazionale, sentito in quasi tutti i gruppi, il passaggio epocale del volontariato legiferato dalla legge 266/91 e proiettato a riscoprire il suo ruolo politico e profetico, ha notevolmente affievolito il senso di appar-tenenza delle associate che sono in prevalenza costituite da una fascia di età media compresa tra i 60 e i 75 anni. E’ rafforzando la nostra spiritualità cristiana e vincenziana che si può rinvigori-re le motivazioni che ci spingono alla carità per passare sempre più dal fare carità ad essere carità. Si è cercato pertanto di rafforzare l’orgoglio di un’appartenenza migliorando la visibilità dell’associazione, e proponendola nella sua valenza profetica e culturale che la chiama ad una forma di carità di denuncia, e che la vuole pro-positiva nella formazione di una coscienza collettiva, per una cittadinanza re-sponsabile, capace di mostrare “cristiani accesi”, in grado di fare luce a tutti quelli che sono “in casa” perché venga la “civiltà dell’Amore”.

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Si è riproposto il primato di Dio per suscitare una carità che sia gesto restitui-vo. Si è voluto per la formazione: - approfondimenti sulla dottrina sociale della Chiesa, approfondimenti da

estendere anche ai gruppi con l’ausilio dei parroci per un impegno sociale responsabile e maturo;

- spendere di più sulla formazione degli “addetti ai lavori” creando gruppi di lavoro con il direttivo e le responsabili dei gruppi proponendo testimo-nianze dal mondo del volontariato;

- la stesura di un nuovo bilancio sociale che identifichi la nostra realtà e va-luti il nostro operato;

- incontri zonali di preghiera con padri vincenziani che confrontino la Parola di Dio con la spiritualità dei nostri santi fondatori;

- visite sistematiche o conferenze telematiche ai gruppi da parte dell’assistente spirituale;

- proposta di momenti di spiritualità come seminari biblici, eventi che se-gnassero momenti liturgici particolari (Avvento, Quaresima); la necessità di aiutare i gruppi a progettare, entrare in rete, essere interlocutori delle istituzioni affinché le stesse ci identifichino nella richiesta di servizi che so-no risposte alle povertà territoriali, ci ha resi interlocutori ai tavoli di con-certazione territoriale, partecipi come rappresentanti al Co. Ge. (Comitato Gestione Fondi), e alla Consulta Provinciale della giustizia riparativa;

- percorsi di formazione tecnica che deve aiutare i gruppi ad entrare in que-sta prospettiva e deve preparare una professionalità che i tempi e le rego-le richiedono;

- percorso formativo organizzato con i CSV, itinerante, da mettere a dispo-sizione dei gruppi nel trimestre finale dell’anno;

- invitare i gruppi ad attivarsi in un servizio, un progetto, che sia un comune denominatore tra i gruppi delle Marche e che può essere associato al no-stro nome;

- adozione ad un paese povero del terzo mondo (Congo) cui far pervenire raccolte extra fatte dal regionale e indirizzare i gruppi;

- usufruire sempre più dell’aiuto che viene dai CSV per pubblicizzare ad intra e ad extra i servizi e le iniziative regionali.

Per quanto riguarda l’organizzazione e l’azione che rende più facile il lavoro, la trasparenza, l’interscambio si è proposto: - di invitare i gruppi ad un ordine “amministrativo” sull’esempio di quello

regionale, che faciliti il lavoro di tutti; - verbali, convocazioni, elenchi devono essere sistematicamente controllati

così come la documentazione sulla privacy; - contare sull’aiuto di un operatore del servizio civile che sia a disposizione

del gruppo di Macerata e del consiglio;

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- computerizzare il sistema contabile con l’aiuto dei CSV; - aiutare con il 5 per mille i gruppi che presentano progetti; - riproporre un consiglio regionale al mese, perché la necessità di sentirci

“gruppo”, bisognosi di confronto e scambio, in dialogo, anche vivace, è coltivare quell’unità comunitaria presupposto del nostro agire, è testimo-nianza di democraticità, cammino di comunione.

1.6. INTERLOCUTORI I Gruppi di Volontariato Vincenziano operano accanto agli Enti Locali, Regio-ne, Province e Comuni per l’organizzazione e la promozione di interventi e servizi sociali che soddisfino i bisogni della comunità territoriale. Partecipano ai tavoli di concertazione degli ambiti territoriali e sono iscritti all’albo delle libere associazioni del Comune di Macerata. Lavorano in rete con altre associazioni di volontariato e come iscritti all’ AVM (Associazione Volontariato Marche) si avvalgono dei servizi offerto dai Centri Servizi. Operano in collaborazione con la Caritas avendo adottato nei loro centri di ascolto le schede sull’osservatorio delle povertà volute dalla CEM (Conferen-za Episcopale Marchigiana)

CSV Ottima la collaborazione con i CSV che nel corso dell’anno ci hanno assistito con consulenze legali, contabili (Sistema contabile Arco), professionali.

Regione

Marche

Provincia, Comuni, Am-

biti territoria-

Chiesa

Caritas

Fondazioni

AVM

Centro Servizi

Famiglia Vincen-ziana: padri della missione, figlie

della caritàGRUPPI

VOLONTARIATO

VINCENZIANO

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Sono stati finanziati due percorsi di formazione, un seminario biblico, la pub-blicazione degli atti dello stesso. Siamo stati assistiti nella realizzazione di un progetto linguistico realizzato con gli ambiti territoriali, in un progetto per la richiesta di un operatore del servizio civile, nella realizzazione del documento programmatico per la privacy, nell’adempimento necessario per la riscossione del 5 per mille, nella presentazione in regione dei presupposti d’iscrizione agli album regionali. Sempre grazie ai centri servizi possiamo disporre di personale qualificato alla formazione tecnica dei gruppi. Chiesa Nel corso dell’anno la Conferenza Episcopale Marchigiana ha concesso alla presidente regionale un’audizione per conoscere la realtà associativa dei GVV. E’ stata preparata una scheda che è stata consegnata a tutti i vescovi delle Marche dove in sintesi vengono evidenziati i servizi, i percorsi formativi, la programmazione. I GVV collaborano a livello locale con i parroci delle loro parrocchie, molte as-sociate sono attive come ministri di culto, catechiste, membri di organismi pastorali. Province Per la provincia di Macerata la presidente regionale è membro della consulta provinciale per i problemi penitenziari voluta per la costituzione di un albo per di enti ed associazioni disposti all’affido sociale. Co. Ge. Come rappresentante del volontariato delle Marche la presidente regionale è stata eletta membro del Comitato Gestione Fondi (Co. Ge.) Questo comitato previsto dalla legge 266/91 gestisce 1/15 degli utili delle fondazioni “destinata alla costituzione di fondi speciali presso le Regioni al fine di istituire, per il tramite degli Enti locali, centri di servizi a disposizione delle organizzazioni di volontariato, e da queste gestiti, con la funzione di sostenerne e qualificarne l'attività”.7. Regione Marche Il rapporto con la regione Marche è un rapporto che ci costituisce perché co-me associazione risultiamo iscritta ai registri regionali per il volontariato. Questo ci accredita O.N.L.U.S. di diritto come predisposto dal d.Lgs. 4 di-cembre 1997, n. 460 art. 10 comma 8. 7 Legge 266/91 art. 15

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Comuni, Ambiti territoriali e Fondazioni sono organismi con cui i GVV interlo-quiscono per la realizzazione di progetti, e per la risoluzione delle problema-tiche legate alle povertà di passaggio. Famiglia Vincenziana: i gruppi di volontariato vincenziano si sentono parte di una grande famiglia costituita intorno alla spiritualità di San Vincenzo. Ottimo il rapporto con i padri missionari che sono assistenti spirituali dell’associazione in tutti i suoi livelli organizzativi. Anche il rapporto con le fi-glie della carità è molto buone e si esplicita nella collaborazione per la forma-zione e per la realizzazione di alcuni progetti. Nella tensione a costituire una consulta della famiglia vincenziana che raggruppi le realtà presenti in un terri-torio, pur non avendo diritto di voto, sia i padri che le figlie della carità sono inviatati a far parte dei consigli direttivi.

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1.7. SEDE E STRUTTURA L’associazione nazionale ha sede a Roma ed è articolata in sezioni regionali. Le sezioni regionali godono di autonomia or-ganizzativa e amministrativa e si avvalgono di gruppi filiali operanti sul territorio. Il gruppo è costituito dai volontari che opera-no insieme per il perseguimento delle finalità. Organi delle sezione regionali sono l’assemblea regionale che si riunisce una volta l’anno per approvare i bilanci consuntivi, pre-ventivi e la relazione annuale, è composta da tutti gli associati e presieduta dalla presidente regionale. Il consiglio regionale composto dalle presi-denti provinciali, convocato e presieduto dalla presidente regionale, si riunisce una volta al mese ed elegge il presidente regionale, uno o più vice presidenti, il segretario e il tesoriere che entrano a far parte del consiglio.

Il presidente regionale promuove e anima la formazione e l’attività caritativa dei gruppi, predispone la relazione annuale dell’attività da sottoporre all’assemblea, rappresenta in seno ai Consigli nazionali i gruppi regionali, rap-presenta l’associazione presso gli organismi religiosi e civili, provvede agli a-dempimenti richiesti dalle leggi civili per l’esercizio delle attività, convoca e presiede l’assemblea.

La solidarietà si richiama, anche etimologicamente, all’unione, alla compattezza (solidus): significa rispettare esigenze e interessi di tutti, cercare l’armonizzazione, e non l’appiattimento: “L’opzione o amore preferenziale per i poveri (…) è una forma speciale di primato nell’esercizio della carità cristiana”. (Sollicitudo rei socialis, Lettera enciclica di Giovanni Paolo II, 1987, 42,2)

1.8. GVV SEZIONE MARCHE In Italia l'8% della popolazione dai quattordici anni in su (4 milioni di persone circa, dati ISTAT 2002) svolge attività di volontariato. Il settore della sanità è il primo settore rappresentato dal volontariato, in particolare nell'area geogra-fica del nord-ovest, del centro e del mezzogiorno. Dal rapporto annuale ISTAT 2003 risulta che nel 2001 le associazioni di volon-tariato iscritte ai registri regionali erano oltre 18.000, con un incremento di ol-tre il 55% rispetto al 1997.

PRES. NAZ.

CONS. NAZ.

ASSEMBLEA REGIONALE

CONSIGLIO REGIONALE

PRESIDENTE REGIONALE

COMITATO PROVINCIALE

GRUPPI

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Nelle Marche al 31-12 2003 le associazioni di volontariato iscritte al registro re-gionale erano 799. La regione Marche si colloca tra le regioni con il più alto numero di organizza-zioni per abitante e c’è una crescita delle associazioni di volontariato che ci pone al disopra della media nazionale, circa 29.000 volontari, più maschi che femmine, con una fascia d’età compresa tra 35-45 anni. In questo contesto si inseriscono i GVV sezione Marche. Nella regione i Gruppi di Volontariato Vincenziano vantano un notevole pas-sato storico. Si costituiscono ONLUS di diritto con decreto regionale n.138 del 23/07/1999. Nella Regione, il Consiglio Direttivo è composto da:

Presidente Segretaria Tesoriera

Consigliere:

prov. Ascoli Picen0 prov. Ancona

prov. Macerata

Fam. Vincenziana Gruppo studi

Collaboratrici

Il consiglio direttivo si riunisce una volta al mese per programmare e coordi-nare l’attività dei gruppi. La sede legale del GVV sezione Marche è in Ancona, V.le della Vittoria, 39, mentre la sede amministrativa è a Macerata in via Crescimbeni , 33, in locali di proprietà. I 22 gruppi filiali che operano nel territorio marchigiano sono sud-divisi come indicato di seguito.

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PROVINCIA DI MACERATA n. 9

PROVINCIA DI ANCONA n. 5 PROVINCIA DI PESARO URBINO n. 2

S.SEVERINO MARCHE

MARIA GRAZIA MILIANI

RECANATI

PACIFICO GUZZINI LIDIA

POTENZA PICENA

NILDE PACINI CAPUTO

PIORACO

MEDICI DOMENICA

MUCCIA

MARIANI CARBONI TERESA

ESANATOGLIA

SPITONI GIOVANNA

CIVITANOVA MARCHE

ANNA TERENZI

CAMERINO

PAGGI GIULIANA

MACERATA

DANIELE CESARINI

OSIMO M.CRISTINA MAGI MARCHETTI

LORETO MARIA CASALI DI

GIACOMO

FALCONARA

PIERANI MONTI FRANCESCA MARIA

ARCEVIA RENZAGLIA CORRÀ LUISANNA

ANCONA GERMANA BARTOLINI

FOSSOMBRONE

BELLONI FLORIO ROSA-PINA

CAGLI

SANTINI AMBROSINI MARTA

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PROVINCIA DI ASCOLI PICENO n. 6

1.9. RISORSE UMANE I soci sono coloro che condividono le finalità dell’associazione, versano la quota, partecipano attivamente alla realizzazione degli scopi statutari e prestano gratuitamente la propria opera di volontario L’ammissione a socio viene deliberata dal gruppo e poi portata a conoscenza del Consiglio regionale. Tut-ti i soci in regola con il versamento della quota hanno diritto di voto e ad esse-re eletti nelle cariche sociali. I soci hanno diritto ed obbligo di partecipare agli organi indicati dallo statuto. Nel 2008 i gruppi filiali operanti nel territorio sono 22 con 343 associate ripar-tite nelle 4 province come di seguito riportato:

- Ancona / Pesaro……………………………………….134 - Ascoli Piceno…………………………………………...72 - Macerata………………………………………………137

TOTALE…………………………………………………

PORTO S. ELPIDIO

SERAFINI PIERAZZOLI VANDA

S. BENEDETTO DEL TRONTO

PROIETTO PALESTINI LOREDANA

MONTEFIORE DELL’ASO

CRUCIANI TIBERI A-DELE

GROTTAMARE

BORRELLO MARIA RITA

AMANDOLA

PARADISI PELLONI BRUNA

FERMO

IOMMI MARIA LUISA

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0

20

40

60

80

100

120

140

Ancona-Pesaro Ascoli Piceno Macerata

ASSOCIATI

Essi erano così suddivisi:

- maschi…………………………………………………..18 - femmine………………………………………………..328

soci attivi al 31/12/2008

maschi

femmine

Gli associati si distinguono in attivi e non attivi. I primi prestano un servizio all’interno dell’associazione, i secondi la sosten-gono solo finanziariamente. I soci attivi si dividono nel modo seguente: Ancona / Pesaro……………………………………………….………98 Ascoli Piceno…………………………………………………..………68 Macerata………………………………………………………………95

TOTALE…………………………………………………………… Pari al 76 % degli associati.

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associati attivi

0

20

40

60

80

100

120

Ancona-Pesaro Ascoli Piceno Macerata

All’interno dell’associazione come risorse umane operano altre figure. E’ ne-cessario quindi distinguere: - i soci ordinari che sono le persone fisiche che con il voto espresso in as-

semblea deliberano gli indirizzi e approvano i risultati della gestione dell’ organizzazione; operano senza nessun corrispettivo;

- i religiosi che appartenenti al clero, o ad un ordine o una comunità religio-sa prestano la propria opera nell’organizzazione senza alcun corrispettivo e senza esserne soci;

- i giovani in servizio civile sono coloro che prestano servizio civile in base alla legge 64 del 6/3/2001;

- i collaboratori a contratto che prestano la loro opera a progetto, con con-tratto di collaborazione coordinata o continuativa, in base alla Legge 30 del 14/2/2003 e al conseguente decreto Legislativo 10/9/2003 n. 276 e suc-cessive modifiche e integrazioni.

maschi femmine volontari 13 248 religiosi 2 giovani in servizio civile 1 collaboratori a contratto 2

RISORSE UMANE ATTIVE DELL'ORGANIZZAZIONE

050

100150200250300

volont

ari

relig

iosi

giov

ani in

serv

izio

civile

colla

bora

tori

a co

ntra

tto

risorse

num

ero maschi

femmine

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Nelle risorse umane possiamo indicare, alla direzione e coordinamento 12 vo-lontarie e due collaboratori retribuiti (un’insegnante ed un addetto all’amministrazione). VOLONTARI SECONDO TITOLO DI STUDIO maschi femmine laurea 53 diploma scuola media superiore 10 73 inferiore al diploma di scuola media superiore 8 117

VOLONTARI SECONDI IL TITOLO DI STUDIO

020406080

100120140

laurea diploma scuolamedia

superiore

inferiore aldiploma di

scuola mediasuperiore

titolo di studio

num

ero maschi

femmine

VOLONTARI PER CLASSI DI ETA' maschi femmine fino a 29 anni 3 da 30 a 45 10 21 da 46 a 54 19 da 55 a 64 8 56 oltre 64 anni 144

VOLONTARI PER CLASSE DI ETA'

050

100150200

fino a29 anni

da 30 a45

da 46 a54

da 55 a64

oltre 64anni

classi di età

num

ero maschi

femmine

CONDIZIONE PROFESSIONALE maschi femmine occupati 10 24pensionati 8 219

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CONDIZIONE PROFESSIONALE SOCI

0

50

100

150

200

250

maschi femmine

condizione

num

ero occupati

pensionati

La lettura dei dati statistici relativi agli associati mostra, nelle Marche, una ti-pologia di socio prevalentemente donna, di età matura, con una cultura me-dio-alta, pensionata. Questa tipologia, che negli ultimi anni tende ad essere statica, si discosta da quella che era la tipologia tipica del Volontariato Vincenziano formato da sole donne, in una fascia d’età intermedia, prevalentemente casalinghe.

Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore

che gli ripagherà la buona azione. Pv, 19, 17 20-23

1.10. QUADRO ECONOMICO E FINANZIARIO Le risorse finanziarie sono costituite dalle quote associative versate dagli as-sociati, da lasciti, da donazioni, da contributi di enti e associazioni. Il patrimonio sociale è costituito dai beni mobili ed immobili di proprietà dell’associazione. L’associazione non persegue fini di lucro e realizza i suoi progetti attraverso lo sforzo economico dei propri associati. Ogni anno i soci versano una quota associativa di 13 euro che sono così ripartiti: euro 5 al nazionale e euro 8 al regionale. Ogni gruppo tassa le proprie socie per la realizzazione delle finalità statutarie. I soci sostengono inoltre la quota di 4 euro per l’assicurazione obbligatoria in base alla legge 266/91 e 7 euro per l’abbonamento ad un giornale di formazione: “Annali della carità”. Tutta la disponibilità economica proviene dall’apporto dei soci e dalle erogazioni dei benefattori. Gli immobili sono utilizzati come sede amministrativa e per la realizzazione di alcuni progetti. Alcuni gruppi in momenti particolari dell’anno organizzano pesche di beneficienza e vendita di lavori per la raccolta fondi. La partecipazione ai tavoli di concertazione e di zona ha fatto sì che le istituzioni coinvolgessero alcuni gruppi alla realizzazione di alcuni progetti che sono stati in parte finanziati. Per i percorsi formativi, per la realizzazione di eventi e Convegni è determinante il finanziamento da parte dei CSV. Gli interventi a favore delle povertà internazionali sono sovvenzionati da sottoscri-zioni e raccolte effettuate in occasione di Assemblee e Convegni. Dal 2006 l’associazione può avvalersi del contributo del 5 per mille.

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GVV sez. Marche 2007 GVV sez. Marche 2007

ENTRATE

PROVINCE Quota ass.contributi dei volontari

Proventi da iniziative varie

Offerte da privati contributi

interessi su depositi bancari totale entrate

avanzo anno precedente totale

ANCONA 1716 9505 32136,39 31635,74 6533 317,18 81843,31 20917,13 102760,44MACERATA 1820 2959 17459,23 10409,38 6378,72 6491,83 45518,16 23658,65 69176,81ASCOLI 1365 6613 13543,22 7242 2300 1,9 31065,42 16779,14 47844,56

TOTALE 4901 19077 63138,84 49287,12 15211,72 6810,91 158426,89 61354,92 219781,81

REGIONALE 4901 3876,84 645 3049,38 33,91 12506,13 4126,61 16632,74

USCITE

Province Quota ass.spese assistenza

spese formazione

spese gestione contributi

assicuraz. volontari imposte e tasse totale uscite

avanzo fine anno totale

ANCONA 1716 53705 2905,6 17487,12 3270 444 79527,72 23232,72 102760,44MACERATA 1820 34886,38 2068,94 5332,03 2430 396 2621,34 49554,69 19622,12 69176,81ASCOLI 1365 25502,27 2625 1720,26 4215 336 119 35882,53 11962,03 47844,56

TOTALE 4901 114093,65 7599,54 24539,41 9915 1176 2740,34 164964,94 54816,87 219781,81

REGIONALE 1895 6661,75 4220 1000 958,3 78,7 14813,75 1818,99 16632,74 GVV sez. Marche 2008

GVV sez. Marche 2008

ENTRATE

PROVINCE Quota ass.contributi dei volontari

Proventi da iniziative varie

Offerte da privati contributi

interessi su depositi bancari totale entrate

avanzo anno precedente totale

ANCONA 1742 9728 38027,87 28839,17 12902,83 276,36 91512,23 23232,72 114744,95MACERATA 1781 4745,8 18361,03 12264,73 10745,32 6911,5 54809,38 19622,12 74431,5ASCOLI 819 7296,4 9133,4 2893 3808 24085,8 10167,98 34253,78

TOTALE 4342 21770,2 65522,3 43996,9 27456,15 7187,86 170407,41 53022,82 223430,23

REGIONALE 4498 3357 8106,94 6553,67 2598 21,36 25134,97 1818,99 26953,96

USCITE

Province Quota ass.spese assistenza

spese formazione

spese gestione contributi

assicuraz. volontari imposte e tasse totale uscite

avanzo fine anno totale

ANCONA 1742 55039,82 3150,83 17966,97 4809 400 84021,62 30723,33 114744,95MACERATA 1781 40884,64 2198,84 9072,88 2522 372 1355,51 58186,87 16244,63 74431,5ASCOLI 819 21946,15 1823 1478,49 1510 236 27812,64 6441,14 34253,78

TOTALE 4342 117870,61 7172,67 28518,34 8841 1008 1355,51 170021,13 53409,1 223430,23

REGIONALE 1715 1000 5901,82 2497,22 6831,47 1062,5 60,2 19068,21 7885,75 26953,96

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Il confronto tra i due bilanci mostra, nei gruppi, dati che non si discostano di molto tra loro. Essendo invariata la quota associativa, restano pressoché invariati gli inter-venti. Cambia l’avanzo di fine anno che troviamo nel resoconto regionale perché il 5 per mille del 2006 pari ad € 6.553,70, ha dato una disponibilità che al 31 dicembre non era stata liquidata. Disponibilità economica per provincia

disponibilità per province

58%30%

12%

ANCONA

MACERATA

ASCOLI

Avrai sempre quelle sole ricchezze che avrai donate.

Marziale Relazione Tesoriera al bilancio Alla fine dell’esercizio 2008 sono fra voi per illustrare con i numeri l’attività svolta dai grup-pi. Nonostante la chiusura di due di essi, avvenuta nel corso dell’anno, risultano iscritti 346 soci. Non avendo i due gruppi provveduto alla compilazione del resoconto e al versamento dell’eventuale avanzo di casa, si notano delle discordanze nel prospetto riepilogativo tra gli avanzi di fine 2007 e quelli riportati nelle entrate del 2008. In entrata figurano € 65.522,30 per proventi da iniziative varie e € 43.996,90 per offerte di privati. Nella voce contributi dei volontari, sono incluse le quote versate per l’abbonamento agli annali e per l’assicurazione delle volontarie attive. Complessivamente si ha un’entrata di € 170.407,41 che aggiunta all’avanzo di cassa dell’anno precedente risulta di € 223.430,23. In uscita per la formazione sono stati spesi € 7.172,67. La cifra, non indifferente, dimostra come l’attività delle associate sia anche rivolta alla formazione spirituale e tecnica per otti-mizzare la professionalità con la quale ci si relaziona ai bisognosi. Per assistenza sono stati erogati € 117.870,61, mentre per la gestione dei gruppi la spesa ammonta ad € 28.518,34; il totale delle Uscita è di € 170.021,13 con un avanzo d’esercizio di € 53.409,10 . Detta cifra a prima vista rilevante rappresenta una disponibilità media di circa € 2.500 per gruppo. In definitiva si tratta di un attivo potenzialmente assorbito dalle iniziative già avviate e che ogni gruppo dovrà concludere in esecuzione dei progetti approvati. Ricordo, per dirne alcuni, la gestione della Casa San Vincenzo di Ancona, il pagamento dell’operatrice del progetto linguistico di Macerata, la gestione di tre centri d’ascolto, ecc. Illustro ora il rendiconto 2008 del consiglio regionale.

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Come per gli anni precedenti in entrata e in uscita troviamo voci che sono partite di giro. Si tratta di fondi versati da enti locali e dai CSV accreditati sul c/c postale intestato al diretti-vo per il funzionamento di progetti programmati e svolti dai gruppi. Nel 2008 troviamo anche apporti da privati che sono stati girati attraverso noi ad un proget-to in Congo. Le spese di gestione in € 2.497,22 sono relative al pagamento della retribuzione alla segreta-ria, alle spese postali e di cancelleria. Per la formazione del direttivo, per lo svolgimento dei vari eventi che si sono realizzati nel corso dell’anno si sono spesi € 5.901,82. A chiusura d’esercizio si è avuto un avanzo di cassa di € 7.885,57, di cui: € 6.553,70 quale 5 per mille versato dallo stato per il 2006; importo da ripartire tra i vari gruppi ed il consiglio direttivo come risulta dai verbali del 27 novembre 2007 e del 22 maggio 2008. € 705 da versare alla segretaria per i mesi di ottobre-dicembre 2008. € 15 da versare al Nazionale per tre quote di associate pervenute in ritardo. € 612 rimangono a disposizione del consiglio regionale.

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Seconda parte

Relazione sulle attività svolte nel 2008

e programmazione per il 2009

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“Il supremo comandamento dell’amore conduce al pieno riconoscimento

della dignità di ciascun uomo, creato a immagine di Dio.

Da questa dignità derivano diritti e doveri naturali. Alla luce dell’immagine di Dio, la libertà, prerogativa essenziale della

persona umana, si manifesta in tutta la sua profondità.

Sono le persone i soggetti attivi e respon-sabili della vita sociale.

Al fondamento, che è la dignità dell’uomo, sono intimamente legati il principio di solidarietà e il principio di

sussidiarietà” (Istruzione della Congregazione per la Dottri-

na della Fede, 1986, 73)

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2.1. PREMESSA (Paola Agnani) Dalla programmazione del 2008 evidenzio una frase che penso possa fare sin-tesi su quello che è stato lo sforzo del nostro impegno,in questo anno in essa dicevo: Sono convinta che il volontariato anche nell’ambiguità delle sue forme, possa assumere il compito di riaffermare in questo tempo di indifferenza un tempo di ricerca e attesa. Il volontariato con il suo ruolo politico, che lo rende comunità restituiva, con il suo ruolo profetico, attraverso una carità “intellettuale”, protesa a formare co-scienze sarà quella forza laica cui affidare il compito di mostrare “cristiani acce-si”, capaci di fare luce a tutti quelli che sono in casa” perché venga la “civiltà dell’Amore. Posso affermare che la tensione ad un risveglio spirituale, che motivasse la nostra vocazione cristiana e l’impegno nella carità è stato l’obbiettivo princi-pale di questo anno, ricercato nella formazione, nello stile organizzativo, nel servizio. 2.2. FORMAZIONE Mentre i gruppi proseguivano con l’impegno ad approfondire l’enciclica del Papa “ Deus Caritas est”, il direttivo proseguiva per il secondo anno consecu-tivo un percorso sulla Dottrina Sociale dal titolo: “Volontariato vincenziano: strumento politico alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.” Il percorso iniziato a gennaio e terminato a dicembre ha tratta-to i seguenti temi: Gennaio 31 Il discorso sociale della Chiesa: profilo storico p. Tommaso Reali o.p. Febbraio 28 Encicliche Giovanni Paolo II: Sollecitudo rei

socialis, Centesimus annus … (la profezia)

p. Giancarlo Passerini

Aprile 24 I pilastri della Civiltà dell’amore: pace, solida-rietà, giustizia e libertà.

Don Franco Appi

Ottobre 30

Salvaguardare l’ambiente tra teologia ed eco-logia

p. Tommaso Reali o.p.

Novembre 24 Quale libertà? Suor Lorella Mattioli Dicembre

“Giustizia come misura minima della carità” (Paolo VI)

All’interno del percorso del direttivo era stata pensata una scuola per le Pre-sidenti dei gruppi che sono state invitate ad intervenire. Purtroppo per ragioni organizzative si è realizzato un solo incontro che ha vi-sto una discreta partecipazione.

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2.3. EVENTI Momenti “forti”nella vita associativa sono stati gli eventi, finalizzati ad accre-scere il senso di appartenenza, stimolando l’orgoglio di essere in un’associazione che si rende visibile anche nella sua valenza culturale. Questi momenti, non solo aperti a tutte le associate ma anche alla cittadinan-za, possono essere considerati promozione al volontariato. FESTA DELLA DONNA (marzo) Incontro con l’autrice In occasione della festa della donna, 8 marzo 2008, I GVV delle Marche hanno organizzato un “Incontro con l'autrice” con la partecipazione di Mariapia Bonanate che ha scritto "Donne che cambiano il mondo" edito dalla Mondadori. L'incontro è stato una testimonianza su delle donne che sono riuscite a "generare " vita e speranza in situazioni di estremo disagio. Era presente all'incontro Chiera Maria fondatrice "dell'Oasi Accoglienza" struttura che accoglie gratuitamente bambini malati di leucemia e talassemia ed I loro famigliari, che ha portato la sua esperienza. L’incontro realizzato in collaborazione dell’”Accademia dei Catenati” di Ma-cerata si è svolto presso l’ Aula magna della facoltà di filosofia dell’Università di Macerata. ASSEMBLEA (marzo) Il 15 marzo 2008, alle ore 10.30, presso l’Oasi del Convento dei Frati minori di Grottammare si è riunita l’Assemblea ordinaria dei G.V.V. della Sezione Mar-che per procedere agli adempimenti previsti dallo statuto.

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Sono risultati presenti 89 (ottantanove) volontari e sono state presentate 64 (sessantaquattro) deleghe, per un totale di 153 (centocinquantatre) associati su 378 iscritti dell’anno 2007. Il programma della giornata prevedeva, oltre al disbrigo degli obblighi statu-tari, un momento formativo riguardante l’approfondimento della Dottrina Sociale della Chiesa. Relatore è stato, P. Nicola Albanesi c.m. intervenuto sul tema il “Vangelo del-la Carità”. VIAGGIO IN TERRA SANTA ( aprile – maggio) A fine aprile la Diocesi di Macerata ha organizzato un pellegrinaggio in Terra Santa che è stato proposto come itinerario di fede. Il viaggio pur non essendo un’iniziativa Vincenziana ha visto la presenza di 10 associate facenti parte del direttivo, ed è stato vissuto nello spirito di comu-nione come testimonianza ad un’appartenenza. INCONTRI PROVINCIALI ( giugno) Si sono tenuti nei giorni 4-5-6- giugno e come sempre hanno segnato la chiu-sura dell’anno sociale. Si sono tenuti rispettivamente a S. Benedetto del Tronto per la provincia di Ascoli, ad Ancona e a Macerata. Sono stati momento di preghiera e di spiritualità, di formazione comunitaria e di agape fraterna. Le tre giornate hanno voluto fare sintesi di un percorso, il percorso di un an-no, che ci ha visto protesi a ritrovare la centralità di Dio, per essere in comu-nione al servizio degli altri. Il tema scelto in questo anno riguardava un confronto tra due spiritualità: quella vincenziana e quella domenicana. Il tema “La verità della Carità o la Carità della Verità?” voleva evidenziare come queste spiritualità, pur nella loro differenza, esprimono ed incarnano la stessa tensione: essere per Dio per essere per gli uomini. SEMINARIO BIBLICO (ottobre) Nei giorni 2-3-4 ottobre si è tenuto all’Avenale di Cingoli presso la parrocchia S. Elena un Seminario Biblico sul tema: “La Carità nella Bibbia: Accoglienza, Fratellanza, Solidarietà”. Il Seminario, organizzato dai GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO SE-ZIONE MARCHE, con la collaborazione di RINASCITA CRISTIANA, ha segnato l’inizio, per i volontari, dell’anno sociale. Scopi del seminario: - riproporre il primato di Dio, tema emerso nel recente Congresso di Vero-

na, nella nostra vita, perché l’autotrascendenza ci aiuti ad essere carità, ci aiuti a condividere ogni forma di povertà;

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- creare momenti di convivialità e comunione perché si rafforzi il senso di appartenenza all’Associazione;

- dare segno di unità con la realtà ecclesiale di Rinascita Cristiana che ci ha aiu-tato a meditare la Parola ascoltata, passandoci una metodologia.

Le giornate hanno alternato momenti di preghiera agli interventi dei relatori ed hanno visto la partecipazione di rappresentanti di quasi tutti i gruppi delle Marche con un’adesione in media di 40 persone al giorno. Sono intervenuti: Prof. Andreozzi Don Andrea docente di Lingue Bibliche presso l’Istituto Teologico Marchigiano; Prof. Roberto Mancini docente di Ermeneutica presso l’Università di Macerata; Suor Lorella Mattioli; Padre Giuseppe Bardelli Saveriano; Don Egidio Tittarelli. Il seminario si è concluso con la testimonianza sulla fratellanza vissuta di Don Vinicio Albanesi. Moderatrice la Presidente Regionale del GVV, Paola Agnani che ha approfon-dito alcuni aspetti della spiritualità vincenziana. Le serate sono state animate da cineforum. ALLA SCUOLA DELLA PAROLA (dicembre) (evento d’Avvento) In collaborazione con il gruppo di Rinascita Cristiana e per riproporre il primato della Parola come sorgente di Carità si è realizzato in tempo d’Avvento un incontro dal titolo: La Sacra Famiglia nell'arte. Sintesi tra simbolo e rivelazione. 2.4. VITA ASSOCIATIVA Anche in questo anno il direttivo si è riunito mensilmente per esprimere e te-stimoniare un cammino comunitario che nel confronto dialogico evidenzia la tensione a vivere democraticamente la leadership dell’associazione.

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I Consigli Provinciali si sono svolti regolarmente anche se non sempre parte-cipati. Ho visitato con le Presidenti Provinciali i gruppi con scansione regolare, re-candomi presso quelli che lamentavano delle difficoltà. Partecipati gli incontri ai Consigli Nazionali e al Gruppo Studi. Purtroppo in regione manca la figura di una vice presidente e i ripetuti richia-mi perché qualcuno assuma il ruolo sono purtroppo rimasti inascoltati. La scarsa presenza delle Figlie della Carità in regione e l’assenza dei Padri mis-sionari è per noi motivo di disagio. Nel corso dell’anno è stata fatta richiesta alla CEM ( Conferenza Episcopale Marchigiana) di un assistente individuato nella persona di P. Giuseppe Bardelli saveriano di Ancona. Una bella esperienza di scambio è stata quella realizzata in collaborazione con la realtà associativa della Toscana che mi ha voluta relatrice a Quercianel-la (LI) in un incontro di formazione spirituale vincenziana.

2.5. AZIONI CONTRO LA POVERTÀ Rispetto al quadro di povertà succintamente delineato nella

prima parte di questo rapporto, si pone, nel territorio marchigiano (9.694 kmq) l’operato dei 22 gruppi di

Volontariato Vincenziano sez. Marche. Nel 2008 le ore di servizio realizzate sono state:

TOTALE ORE DI SERVIZIO di cui:

Servizi

Visite domiciliari

Organizzazione

Formazione formazione 2008

40%

31%

29%

Ancona - Pesaro

Ascoli

Macerata

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I servizi sono stati realizzati dai gruppi come di seguito specificato:

ambu

lato

rio

cons

ulto

rio

dopo

scuo

la a

silo

nid

o sc

. Mat

erna

carc

ere

casa

acc

oglie

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casa

ripo

so,s

oggi

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cent

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lienz

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cent

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cent

ro g

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nile

coop

erat

iva

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egno

ling

uist

ico

guar

daro

ba

labo

rato

ri di

av

viam

ento

al l

avor

o

men

sa

ospe

dale

dist

ribuz

ione

di

alim

enti

altr

o

TOTA

LE

Prov. Anconafossombrone 2880 172 350 32 3434cagli 40 150 240 200 25 655osimo 1195 1195loreto 800 330 315 50 1170 2665falconara 80 50 100 200 60 490arcevia 30 10 40ancona 672 440 341 26 80 1559

totale 40 672 5575 0 911 372 365 110 651 1342 10038

Prov. Ascolip.to s.elpidio 150 230 360 740s. benedetto 90 80 30 300 50 130 680grottammareripatransone 20 20 20 140 200fermo 150 40 190montefiore 108 27 135

totale 0 170 258 0 0 20 230 30 300 0 447 490 1945

Prov. Maceratacamerino 1000 50 110 1160civitanova 25 4 104 524 77 734esanatoglia 350 350macerata 121 128 400 649muccia 50 30 42 122pioraco 36 36potenza picena 521 324 6 6 857recanati 150 150s. severino 40 30 80

totale 521 1000 0 825 121 138 50 150 104 1064 155 4128

TOTALE 40 691 1000 672 6658 1032 530 645 180 300 214 2162 1987 16111

ore di servizio 2008

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MARCHE RACCOLTA DATI ORE DI SERVIZIO ANNO 2008

PROVINCE SERVIZI

AMBULATORIO CONSULTORIO

DOPOSCUOLA

CARCERE

CASA DI ACCOGLIENZA

CASA DI RIPOSO

CENTRO ACCOGLIENZA DIURNO

CENTRI DI ASCOLTO

CENTRO AGGREGAZIONE GIOVANILE

COOPERATIVA

CORSO DI LINGUA PER STRANIERI

GUARDAROBA

LABORATORI DI AVVIAMENTO AL LAVORO MENSA

OSPEDALE

SOGGIORNI ESTIVI

TERZA ETA'

COLLABORAZIONE BANCO ALIMENTARE ALTRO TOTALE

ANCONA PESARO 40 672 5575 911 372 365 110 651 1342 10038MACERATA 521 1000 825 121 138 50 150 104 1064 155 4128ASCOLI 170 258 20 230 30 300 447 490 1945

TOTALE 40 691 1000 1497 5833 1032 530 645 180 300 214 2162 1987 16111VISITE DOMICILIARIMACERATA 2607ASCOLI 430ANCONA-PESARO 1555

TOTALE 4592 4592REGIONALEPRESIDENTE 1040SEGRETARIA 312TESORIERA 416

TOTALE 1768 1768

TOTALE 22.471

ore servizi

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000

SERVIZI

AMBULATORIO CONSULTORIO

DOPOSCUOLA

CARCERE

CASA DI ACCOGLIENZA

CASA DI RIPOSO

CENTRO ACCOGLIENZA DIURNO

CENTRI DI ASCOLTO

CENTRO AGGREGAZIONE GIOVANILE

COOPERATIVA

CORSO DI LINGUA PER STRANIERI

GUARDAROBA

LABORATORI DI AVVIAMENTO AL LAVORO

MENSA

OSPEDALE

SOGGIORNI ESTIVI

TERZA ETA'

COLLABORAZIONE BANCO ALIMENTARE

ALTRO

ASCOLIMACERATAANCONA PESARO

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ore di servizio 2008

formazioneorg. E rapporti

visite domiciliari servizi totale

ANCONAfossombrone 912 102 350 3434 4798cagli 563 65 200 655 1483osimo 418 620 180 1195 2413loreto 88 15 60 2665 2828falconara 415 130 400 490 1435arcevia 10 20 40 70ancona 366 705 345 1559 2975

totale 2772 1637 1555 10038 16002

ASCOLIp.to s.elpidio 632 345 50 740 1767s. benedetto 108 50 160 680 998grottammare 590 160 150 200 1100fermo 490 126 190 806montefiore 276 72 70 135 553

totale 2096 753 430 1945 5224

MACERATAcamerino 176 70 50 1160 1456civitanova 232 270 415 734 1651esanatoglia 620 3700 1550 370 6240macerata 102 40 40 649 831muccia 31 200 122 353pioraco 10 11 72 36 129potenza picena 420 50 70 857 1397recanati 364 100 180 150 794s. severino 30 50 80

totale 1955 4241 2607 4128 12931

totale generale 6823 6631 4592 16111 34157

ore servizio provincia di ancona

0100020003000400050006000

fosso

mbrone

cagli

osim

oloret

o

falco

nara

arcev

ia

anco

na

ore servizio provincia di Ancona

30%

9%15%

18%

9%

0% 19%fossombrone

cagli

osimo

loreto

falconara

arcevia

ancona

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ore di servizio provincia di Ascoli

0

500

1000

1500

2000

p.to s.elpidio s. benedetto grottammare fermo montefiore

ore di servizio provincia di Ascoli

34%

19%21%

15%

11%p.to s.elpidio

s. benedetto

grottammare

fermo

montefiore

ore servizio provincia di Macerata

01000200030004000500060007000

cameri

no

civita

nova

esan

atogli

a

macera

ta

muccia

pioraco

poten

za pi

cena

recan

ati

s. se

verin

o

ore di servizio provincia di Macerata

11%13%

48%

6%

3%

1%

11%

6% 1%

camerino

civitanova

esanatoglia

macerata

muccia

pioraco

potenza picena

recanati

s. severino

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Visite domiciliari a famiglie italiane 2008

ANCONAN° famiglie Maschi Femmine N° < 18 N° tra 18 -

65 N° > 65 Maschi Femmine N° tra 18 - 65 N° >65

fossombrone 24 15 28 8 20 15 2 3 5cagli 17 8 25 6 25 4 2 4 2 4osimo 11 18 21 17 22 3 4 5 2loreto 5 6 5 2 8 1 2 1 1falconara 23 23 30 23 29 1 4 3 1arcevia 3 3 3 1 1ancona 25 12 30 6 26 10 1 15 6 10

totale 108 85 139 62 133 31 11 30 18 23

ASCOLIp.to s.elpidio 52 50 55 22 45 38 13 12 9 16s. benedetto 20 15 23 18 15grottammare 26 16 25 10 23 8 2 9 11fermo 20 11 18 10 14 5 2 3 5montefiore 5 3 5 8 2 2

totale 123 95 126 60 97 59 17 26 9 34

MACERATAcamerino 10 20 20 10 20 10 3 2 5civitanova 28 30 41 17 39 15 4 4esanatogliamacerata 7 13 24 30 4 3 7 5 9muccia 1 1 3 1 3 3 3pioraco 3 3 5 5 2 11 13potenza picena 4 1 3recanati 6 10 14 11 12 1s. severino

totale 55 77 107 74 78 29 12 29 15 23

TOTALE 286 257 372 196 308 119 40 85 42 80

N° totale persone nelle famiglie

N° persone che vivono sole

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Visite domiciliari a famiglie italiane provincia di ANCONA

22%

16%

10%5%21%

3%

23%fossombrone

cagli

osimo

loreto

falconara

arcevia

ancona

Visite domiciliari a famiglie italiane provincia diASCOLI

43%

16%

21%

16%4%

p.to s.elpidio

s. benedetto

grottammare

fermo

montefiore

Visite domiciliari a persone che vivono sole provincia di MACERATA

18%

51%

0%

13%

2%

5%

0%

11% 0% camerino

civitanova

esanatoglia

macerata

muccia

pioraco

potenza picena

recanati

s. severino

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Famiglie Straniere visitate nel 2008 Visite domiciliari a famiglie straniere 2008

ANCONAN° famiglie Maschi Femmine N° < 18 N° tra

18 - 65 N° > 65 Maschi Femmine N° tra 18 - 65 N° >65

fossombrone 4 7 7 5 9cagli 12 9 11 12 7osimo 23 43 42 39 46loretofalconara 15 30 38 38 30arcevia 2 6 5 11ancona 2 3 4 4 3totale 58 98 107 98 106 0 0 0 0

ASCOLIp.to s.elpidio 34 45 55 36 59 3 3 6s. benedetto 5 5 10grottammare 15 5 18 13 10fermo 10 5 11 10montefioretotale 64 60 94 49 79 3 3 6 0

MACERATAcamerino 10 30 30 20 20 1 1 2civitanova 11 18 16 14 20esanatoglia 5 6 10 8 8macerata 24 48 145 153 35 5 11 36 16 31mucciapioraco 1 3 1 2potenza picena 4 10 10 12 8recanati 3 6 6 5 6 1 1 1s. severino 4totale 62 121 218 214 97 6 13 37 18 32

TOTALE REGIONE 184 279 419 361 282 6 16 40 24 32

N° totale persone nelle famiglie

N° persone che vivono sole

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visite domiciliari a famiglie straniere Provincia ANCONA

7%

21%

40%

0%

26%

3% 3% fossombrone

cagli

osimo

loreto

falconara

arcevia

ancona

visite domiciliari a famiglie straniere provincia di ASCOLI

53%

8%

23%

16% 0%

p.to s.elpidio

s. benedetto

grottammare

fermo

montefiore

visite domiciliari a famiglie straniere provincia di MACERATA

16%

18%

8%39%

0%

2%

6%

5% 6%camerino

civitanova

esanatoglia

macerata

muccia

pioraco

potenza picena

recanati

s. severino

Rispetto al 2007, le famiglie italiane e straniere visitate sono aumentate del 41%. Questo dato è significativo perché mostra una famiglia sempre più in crisi e soggetta a povertà. Il totale delle famiglie assistite con le visite domiciliari è stato di n. 470.

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La lettura dei dati relativi all’attività dei gruppi mostra rispetto all’anno prece-dente un calo delle ore di servizio, un calo delle ore spese per visite domiciliari ed un calo nella formazione. Sono aumentate le ore d’impegno per l’organizzazione. L’analisi del fenomeno ci porta a considerare che nel 2008 i gruppi sono dimi-nuiti, l’età media dei soci si è innalzata, la formazione meno partecipata anche perché non si è realizzato il Convegno regionale. Sono aumentate le ore spese per l’organizzazione ed i rapporti con gli enti per esplicare ulteriori impegni burocratici. Aumentate le ore di segreteria del direttivo che vedono la presenza fissa della presidente regionale nella sede amministrativa due volte alla settimana per un totale di 12 ore di servizio, della segretaria e della tesoriera per mezza giornata (4 ore), un giorno alla settimana.

2.6. CENTRI DI ASCOLTO I GVV delle Marche gestiscono centri d’ascolto a Macerata, Ancona e Lo-reto. Di seguito vengono riportati dati relativi agli utenti dei centri di a-scolto dei Gruppi di Volontariato Vincenziano sezione Marche, rilevati tramite le schede volute dai vescovi marchigiani per “l’Osservatorio del-le povertà”. L’eterogeneità circa la tipologia dei centri d’ascolto riferita

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soprattutto alla diversa disponibilità per l’orario d’apertura, alla man-canza di alcuni dati, dalle difficoltà interpretative incontrate dagli opera-tori, ha prodotto rilevazioni statistiche talvolta approssimative, ma co-munque significative.

INDIVIDUI ACCOLTI NEI CENTRI D’ASCOLTO: MACERATA 209 LORETO 90 ANCONA 56 TOTALE 355 ù

INDIVIDUI ACCOLTI NEI CENTRI D'ASCOLTO

59%25%

16%

MACERATALORETOANCONA

Situazione anagrafica Le persone transitate nei centri d’ascolto nel 2008 sono risultate in maggioranza donne d’età compresa tra i 35 e i 44 anni.

Distribuzione per sesso SESSO 2007 2008 % 2007 % 2008 Femminile 130 255 75,5% 72% Maschile 42 100 24,5% 28% TOTALE 172 355 100,00% 100,00%

Femminile72%

Maschile28%

Femminile

Maschile

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Distribuzione delle persone per classi d’età CLASSE DI ETA' 2007 2008 % 2007 % 2008 (Non specificato) 5 16 3,9% 5% 19 - 24 anni 5 36 3,9% 10% 25 - 34 anni 30 67 17% 19% 35 - 44 anni 25 106 14% 30% 45 - 54 anni 55 62 31% 17% 55 - 64 anni 36 29 21% 8% 65 - 74 anni 12 37 6,9% 10% 75 e oltre 4 2 2,3% 1% TOTALE 172 355 100,00% 100,00%

Classe d'età utenti

0 20 40 60 80 100 120

(Non specificato)

19 - 24 anni

25 - 34 anni

35 - 44 anni

45 - 54 anni

55 - 64 anni

65 - 74 anni

75 e oltre

La cittadinanza degli utenti i CdA è per la maggior parte straniera. Essi provengono prevalentemente dall’Africa del nord, dall’Est Europeo, dall’America del sud. Scendendo nel particolare il paese più rappresentato è il Marocco, se-guito dalla Moldavia. Distribuzione delle persone per cittadinanza CITTADINANZA 2007 2008 % 2007 % 2008 Cittadinanza Italiana 44 77 25,5% 22% Cittadinanza Non Italiana 128 278 74;5% 78% TOTALE 172 355 100,00% 100,00%

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Cittadinanza

Cittadinanza Italiana22%

Cittadinanza Non Italiana

78%

Dato non rilevato nel 2008

CITTADINANZA STRANIERA: NAZIONE 2007 2008 % 2007 % 2008 ALBANIA 7 8 4,8% 3% ALGERIA 2 2 1,3% 1% ARGENTINA 1 2 0,6% 1% BIELLORUSSIA 1 2 0,6% 1% BULGARIA 1 6 0,6% 2% CAMERUM 1 1 0,6% 0% CINA 1 0,6% COSTA D’AVORIO 1 0% CUBA 1 0% DOMINICANA, REPUBBLICA 3 3 2,1% 1% ECUADOR 2 5 1,3% 2% ERITREA 2 5 1,3% 2% GHANA 11 1 7,5% 0% GUINEA 1 0,6% % INDIA 5 5 3,4% 2% IRAN 1 0,6% IUGOSLAVIA (SERBIA- MONTENEGRO) 2 3 1,3% 1% LIBERIA 1 1 0,6% 0 MACEDONIA 3 8 2% 3% MAROCCO 31 75 21,3% 27% MOLDAVIA 5 6 3,4% 2% NIGERIA 10 28 6,8% 10% PAKISTAN 2 1% PERU' 16 45 11% 16% POLONIA 1 16 0,6% 6% ROMANIA 12 29 8,2% 10% RUSSIA 2 1% SRI LANKA 1 0 TUNUSIA 8 7 5,6% 3% TURCHIA 4 4 2,7% 1% UCRAINA 4 9 2,7% 3% (Non richiesto) 9 6,2% TOTALE 145 278 100,00% 100%

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Distribuzione delle persone per distribuzione permesso di soggiorno PERMESSO DI SOGGIORNO 2007 % 2007 (Non specificato) 3 2,3% Si 63 48,4% In attesa 1 0,7% (Non richiesto) 69 53% TOTALE 130 100,00% L’81% delle persone per le quali si dispone il dato risponde di avere un domicilio fisso.

Distribuzione delle persone per situazione abitativa DIMORA ABITUALE 2007 2008 % 2007 % 2008 Non specificato 65 18% Senza fissa dimora 1 0% Ha un domicilio 172 287 100,00% 81% Altro 2 1% TOTALE 172 355 100,00% 100,00%

dimora abituale

18%0%

81%

1%Non specif icato

Senza fissa dimora

Ha un domicilio

Altro

Distribuzione delle persone per stato civile La distribuzione per stato civile mostra che circa la metà delle persone sono coniugate, due terzi celibe/nubile, circa un decimo separato o di-vorziato.

STATO CIVILE 2007 2008 % 2007 % 2008 (Non specificato) 78 2 4,5% 1% Celibe o nubile 23 71 1,3% 20% Coniugato/a 40 200 23,2% 56% Separato/a legalmente 9 24 5,2% 7% Divorziato/a 14 23 8,1% 6% Vedovo/a 7 30 4% 6% Altro 1 5 0,5% 1% TOTALE 172 355 100,00% 100,00%

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Stato civile

1%20%

57%

7%

6%

8%

1%

(Non specif icato)

Celibe o nubile

Coniugato/a

Separato/a legalmente

Divorziato/a

Vedovo/a

Altro

Distribuzione delle persone per nucleo di convivenza Dati parzialmente rilevati CON CHI VIVE 2007 2008 % 2007 % 2008 (Non specificato) 83 151 48,2 % 43% Solo 24 36 14 % 10% In nucleo con propri familiari o parenti 53 144 30,8% 41% In nucleo con con conoscenti o sogget-ti esterni alla propria famiglia

12 23 7 % 6%

TOTALE 172 355 100,00% 100%

con chi vive

43%

10%

41%

6%0% (Non specificato)

Solo

In nucleo con proprifamiliari o parenti

In nucleo con conconoscenti o soggettiesterni alla propriafamigliaPresso istituti

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Distribuzione delle persone coniugate per coniuge convivente, figli con-viventi.

La maggior parte delle persone che dichiarano di essere coniugate non vivono con il coniuge, mentre vivono con i figli. CONIUGE/PARTNER CONVIVENTE

2007 2008 % 2007 % 2008

(Non specificato) 82 105 47% 30% Si 33 121 19% 34% No 57 129 33% 36% TOTALE 172 355 100,00% 100% FIGLI CONVIVENTI 2007 2008 % 2007 % 2008 (Non specificato) 79 299 45,9% 84% Si 45 56 26,1% 16% No 48 27,9% TOTALE 172 355 100,00% 100% Distribuzione delle persone per condizione professionale Nel 2008, oltre la metà delle persone che si presentano ai CdA è disoccupata.

CONDIZIONE PROFESSIONALE 2007 2008 % 2007 % 2008 (Non specificato) 80 7 46,3% 2% Occupato 14 68 8,1% 19% Disoccupato/a 64 210 37,2% 59% Casalinga 2 12 1,1% 3% Studente 3 1% Inabile parziale o totale al lavoro 5 9 2,9% 3% Pensionato/a 7 30 4,4% 8% Altro 16 5% TOTALE 172 100,00% 100%

figli conviventi

84%

16% 0%

(Non specificato)

Si

No

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0 50 100 150 200 250

(Non specificato)

Occupato

Disoccupato/a

Casalinga

Studente

Inabile parziale o totale al lavoro

Pensionato/a

Altro

Distribuzione delle persone per fascia di reddito Dati mancanti

Distribuzione delle persone per livello d’istruzione I dati risultano in parte non specificati, tuttavia si rileva che l’utenza è costituita prevalentemente da individui in possesso della licenza ele-mentare e media.

FASCIA DI REDDITO MENSILE 2007 % 2007 (Non specificato) 88 51,1% Nessun reddito 28 16,3% 0 - 300 Euro 8 4,6% 300 - 600 Euro 19 11% 600 - 1000 Euro 29 16,8% TOTALE 172 100,00%

ISTRUZIONE 2007 2008 % 2007 % 2008 (Non specificato) 126 136 73,2% 38% Analfabeta 2 3 1,1% 1% Nessun titolo 3 14 1,7% 4% Licenza elementare 15 54 8,8% 15% Licenza media inferiore 15 54 8,8% 15% Diploma professionale 1 20 0,5% 6% Licenza media superiore 5 50 2,9% 14% Diploma universitario 1 3 0,5% 1% Laurea 3 19 1,7% 5% Altro 1 2 0,5% 1 TOTALE 172 355 100,00% 100%

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istruzione

0 20 40 60 80 100 120 140 160

(Non specificato)

Analfabeta

Nessun titolo

Licenza elementare

Licenza media inferiore

Diploma professionale

Licenza media superiore

Diploma universitario

Laurea

Altro

Distribuzione delle persone per possesso abitativo Dati scarsamente rilevati

I BISOGNI Nell’ambito d’attività dei centri di ascolto si viene in contatto con situa-zioni problematiche di persone sole ed emarginate, famiglie italiane ai limiti della povertà, famiglie extracomunitarie con bambini in età scolare aventi difficoltà di apprendimento e di linguaggio. L’associazione collabora con il “Banco alimentare” distribuendo pacchi – viveri, gli sportelli cercano anche di risolvere problemi legati alla ricerca di lavoro e di sostegno economico a povertà temporanee. Per le perso-ne emarginate e sole sono programmate visite domiciliari. Il bisogno o necessità rappresenta ciò che spesso si nasconde dietro la richiesta che rappresenta l’emergenza contingente da affrontare. La re-lazione che si cerca di instaurare con l’assistito ci aiuta, una volta indivi-

POSSESSO ABITAZIONE 2007 2008 % 2007 2008 (Non specificato) 89 313 51,7% 88% Casa in affitto da privato 62 40 36% 11% Casa in affitto da ente pubbl. 4 2,3% Possesso 3 1,7% Domicilio di fortuna 11 6,3% Casa in comodato 3 2 Altro 2 1% TOTALE 172 355 100,00% 100,00%

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duata la vera necessità, a progettare un’autopromozione che porti l’utente ad essere soggetto e non oggetto d’intervento.

Bisogni individuati

0 50 100 150 200 250 300 350

Problematiche abitative

Abitazione precaria/inadeguata

Mancanza di casa

Residenza provvisoria

Sovraffollamento

Conflittualità di coppia

Conflittualità con parenti

Divorzio/separazione (anche di fatto)

Maternità nubile/genitore solo

Handicap/disabilita'

Profugo/rifugiato

Richiedente asilo

Probelmi di istruzione

Abbandono scolastico

Analfabetismo

Problemi linguistici/scarsa conoscenza della lingua italiana

Ritardo e difficoltà scolastiche

Problemi di occupazione/lavoro

Disoccupazione

Licenziamento/perdita del lavoro

Sottoccupazione (sfruttamento, lavori precari, gravosi, dequalificanti)

Indebitamento/cattiva gestione del reddito

Nessun reddito

Povertà estrema (persona senza dimora, gravemente emarginata)

Reddito insufficiente rispetto alle normali esigenze

Indisponibilità economica rispetto ad esigenze di carattere straordinario

Altro

Altri problemi

Solitudine

Salute

Altro

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La necessità può durare nel tempo e può essere affrontata, “insieme”, a volte creando una rete con gli altri interlocutori, oppure coinvolgendo altri soggetti che sono “il sistema” dell’utente. I bisogni più frequenti rilevati riguardano il reddito insufficiente, 47% del-le richieste, e problemi d’occupazione e di lavoro 33%. BISOGNI INDIVIDUATI 2007 2008 % 2007 % 2008 Problematiche abitative 1 12 1,43% 2% Abitazione precaria/inadeguata 1 1,43% Mancanza di casa 2 2,86% Residenza provvisoria 1 1,43% Sovraffollamento 1 10 1,43% 2% Conflittualità di coppia 1 1,43% Conflittualità con parenti 1 1,43% Divorzio/separazione (anche di fatto) 3 22 4,29% 3% Maternità nubile/genitore solo 3 4 4,29% 1% Handicap/disabilita' 1 8 1,43% 1% Profugo/rifugiato 3 5 4,29% 1% Richiedente asilo 2 2,86% Abbandono scolastico 1 1,43% Problemi di istruzione 5 1% Analfabetismo 1 1,43% Problemi linguistici/scarsa conoscenza della lingua italiana

1 1,43%

Ritardo e difficoltà scolastiche 1 1,43% Problemi di occupazione/lavoro 1 211 1,43% 33% Disoccupazione 47 10 67,14% 2% Licenziamento/perdita del lavoro 2 10 2,86% 2% Sottoccupazione (sfruttamento, lavori precari, gravosi, dequalificanti)

34 13 48,57% 2%

Indebitamento/cattiva gestione del reddito

8 11,43%

Nessun reddito 7 10% Povertà estrema (persona senza dimo-ra, gravemente emarginata)

1 5 1,43% 1%

Reddito insufficiente rispetto alle nor-mali esigenze

61 300 87,14% 47%

Indisponibilità economica rispetto ad esigenze di carattere straordinario

50 71,43%

Altro 1 1,43% Altri problemi 2 2,86% Salute 4 1% Solitudine 1 5 1,43% 1% Altro 1 5 1,43% 1% TOTALE 230 632 TOTALE (Individui) 172 355 100% 100,00%

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LE RICHIESTE Le richieste rappresentano ciò che l’utenza chiede esplicitamente duran-te il colloquio. Tra le richieste principali di beni materiali il “pacco vive-ri”, distribuito a tutti quelli che ne fanno domanda, rappresenta il bene di prima necessità più richiesto. Notevole il dato riguardante l’ascolto, sintomatico di una povertà rela-zionale che si affianca a quella materiale.

Richieste

0 50 100 150 200 250 300 350 400Pronta e prima accoglienza (ostello, dormitorio, tende, ecc.)

Accoglienza in casa famiglia/comunità alloggio

Accoglienza a lungo termine (casa, appartamento in affitto)

Ascolto (semplice ascolto/primo ascolto)

Ascolto con discernimento e progetto

Viveri

Beni e Servizi materiali – Altro

Coinvolgimento di enti pubblici

Consulenza professionale Legale

Lavoro Part-time

Lavoro a Tempo pieno

Orientamento Per esigenze abitative

Orientamento Per pratiche burocratiche, legali

Orientamento Per problemi occupazionali/pensionistici

Sanità - Visite mediche

Sussidi Economici Per pagamento bollette/tasse

Sussidi Economici Per altri motivi

La richiesta di lavoro e l’aiuto per un orientamento occupazionale, legati ad un’utenza prevalentemente femminile, hanno orientato gli operatori del cen-tro di Macerata alla costituzione di un “Albo per Badanti”.

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La richiesta di sussidi economici sono relativi ad integrazione di affitti e uten-ze. In questo caso si procede ad un discernimento comunitario che si pone nell’ottica dell’accompagnamento su progetto cercando così di superare for-me d’assistenzialismo.

RICHIESTE 2007 2008 Pronta e prima accoglienza (ostello, dormitorio, tende, ecc.)

2 35

Accoglienza in casa famiglia/comunità alloggio 1 Accoglienza a lungo termine (casa, appartamento in affitto)

1

Ascolto (semplice ascolto/primo ascolto) 1 355 Ascolto con discernimento e progetto 41 Viveri 60 343 Beni e Servizi materiali – Altro 1 Coinvolgimento di enti pubblici 1 Consulenza professionale Legale 2 Lavoro Part-time 1 Lavoro a Tempo pieno 10 125 Orientamento Per esigenze abitative 1 Orientamento Per pratiche burocratiche, legali 1 Orientamento Per problemi occupaziona-li/pensionistici

39 70

Sanità - Visite mediche 1 Sussidi Economici Per pagamento bollette/tasse 1 38 Sussidi Economici Per altri motivi 2 Totali 966

2.7. SOSTEGNO LINGUISTICO Da quattro anni è realizzato un progetto di sostegno linguistico, orga-nizzato in ambito scolastico per un totale di circa 150 ore di lavoro che prevede, oltre all’impiego dei volontari, l’assunzione di due insegnanti. Esso vuole offrire opportunità di crescita culturale e di socializzazione a bambini con difficoltà di apprendimento e di linguaggio, nonché bambini extracomunitari, e avviare contatti con le famiglie al fine di fornire stru-menti educativi ai genitori favorendone l’integrazione sociale nel conte-sto in cui vivono, avviare forme di collaborazione stabili tra gli Istituti scolastici e il GVV.

Nel 2008 sono stati seguiti 36 bambini, di cui: stranieri 24; italiani 12.

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2.8. CASE DI ACCOGLIENZA ED ALTRE ATTIVITÀ Si gestiscono:

Casa Luisa: alloggio per madri in difficoltà provenienti da segnalazioni di assistenti sociali della zona, in collaborazione con il “Centro di Ascolto e di prima Accoglienza”. La casa di proprietà dell’associazione è stata messa a disposizione per progetti “di sgancio” che prevedono il reinserimento sociale delle ospiti.

Casa Vincenzo De’ Paoli: su struttura fornita dall’istituzione accoglie lavoratori italiani e stranieri occupati in difficoltà alloggiativa. Dopo un colloquio iniziale, che valuta le effettive necessità dell’utente, l’ospite è accolto nella struttura per un periodo di circa quattro mesi du-rante i quali si cercherà, insieme, di risolvere le problematiche abitative. All’interno della casa circondariale di Camerino si realizzano corsi forma-tivi finalizzati al recupero professionale dei detenuti. Nel corso dell’anno si sono sostenuti corsi di cucito per le donne e corsi d’informatica per gli uomini. Le volontarie inoltre prestano la loro opera sostenendo le necessità dei detenuti, e vendendo i lavori realizzati da questi ultimi.

Quasi tutti i gruppi organizzano animazione per la terza età ad ospiti

di istituti di ricovero. Le visite sono realizzate con scansione sistematica e finalizzate ad in-staurare un rapporto relazionale. In alcuni casi ( Potenza Picena, Osimo, Recanati) i volontari collaborano con il personale nelle mansioni pratiche.

Nel 2008 gli ospiti sono stati: 32; di cui: italiani 10; stranieri 22; per un totale di 1779 pernottamenti.

Si seguono circa 35 detenuti, di cui: femmine 10, maschi 25.

Il totale delle ore di servizio all’interno di queste strutture è stato di 6657.

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2.9. SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE Le Marche vivono il loro impegno verso i paesi più poveri attraverso un gemellaggio con una missione in Congo. A Mambaka c’è una missione delle Figlie della Carità in tutto 96, che as-sistono la popolazione locale attraverso la realizzazione di vari progetti. Nel corso dell’anno sono stati inviati in Congo € 1000 per la costruzione di capanne in mattoni.

Il gruppo filiale d’Ancona ha inoltre versato € 1.500 per la realizzazione di un progetto denominato "Talitha cum" che ha per obiettivo la costru-zione di un centro di accoglienza per bambine da 0 a 16 anni tolte dalla strada e che si realizza a KINSHASA. € 300 per una borsa di studio a favore di un ragazzo congolese inscritto a giurisprudenza e che sarà sostenuto per tre anni dal gruppo filiale di An-cona. La collaborazione con la missione di Mambaka è una collaborazione che si è consolidata nel tempo. Le Figlie della Carità, molto attente alla rendicontazione dei progetti, tengono informati i loro benefattori con materiale cartaceo e fotografi-co che crea un rapporto diretto con la popolazione assistita. 2.10. SINTESI DEI PUNTI DI FORZA E DEI PUNTI DI MIGLIORABILITÀ DEL-LA GESTIONE In linea di massima il punto di forza dell’associazione è l’impegno dei vo-lontari nei vari servizi. Come mostrano le tabelle sono molteplici gli am-biti di intervento e le ore impiegate per dare risposte ai vari bisogni. Nel 2008 34.157 ore di servizio ad un minimo salariale di 7 euro l’ora danno un totale di 239.099 euro di “capitale” investito per perseguire le finalità dell’ente. Se a questa cifra aggiungiamo la somma dei contributi effetti-vamente spesi a favore degli altri arriviamo alla cifra di euro 411.737,41 che quantifica in termini economici l’impegno verso i poveri.

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Altro punto di forza è l’impegno formativo che come voluto dalla legge 266/91 è permanente e continuativo. Esso qualifica l’operato degli asso-ciati che offrono prestazioni sempre più professionali.

La visibilità è stata curata in questi anni in modo da sollevare dall’immaginario collettivo l’immagine di un assistenzialismo pietoso. Schede informative sono state distribuite ai vescovi, alle istituzioni, si è curato il curriculum delle attività dei gruppi, sono stati elaborati dati sta-tistici, ci si è serviti dei media e del sito web per proporre un volontariato al passo con i tempi orientato ad accogliere le sfide delle nuove povertà. La realtà stessa associativa con il suo spessore internazionale che la ren-de visibile in vari organismi e al parlamento Europeo, mostra nell’impegno comunitario dei suoi membri una “forza” capace d’incidere nella società. “Insieme possiamo “ è lo slogan coniato per una recente Assemblea AIC, insieme, con questo termine si intende sottolineare la responsabilità la corresponsabilità, la condivisione che caratterizzano lo stile vincenziano. Per quanto riguarda le azioni di miglioramento esse sono state indivi-duate in quelli che sono gli aspetti della mission: - organizzazione; - formazione; - progettualità. Per quello che riguarda l’organizzazione si cercherà di creare un maggio-re coordinamento tra i gruppi individuando e stimolando piani comuni

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che convogliando in un unico servizio, realizzi un progetto regionale ca-pace di dare visibilità a tutta la realtà associativa del territorio. La gestione dovrà essere sempre più partecipata e condivisa finalizzata alla partecipazione dei ruoli che dovranno essere assunti come servizi. La formazione dovrà essere ancora più attenta alla spiritualità cristiana perché si ritrovi nella “radice” le motivazioni che ci spingono al fare: “Essere carità più che fare carità!” Deve migliorare la professionalità e deve essere di stimolo ad approfon-dimenti e dibattiti capaci di generare una cultura che si apre a valori fon-danti il nostro essere, nella società e nella Chiesa, e che propongano il volontariato come “comunità restitutiva”. Convegni ed eventi associativi devono promuovere una formazione ed un’informazione che sia analisi, confronto, proposta ed elaborazione dei temi sociali, educazione alla giustizia e alla cittadinanza . La progettualità potrà essere migliorata con un lavoro che sia sempre più d’equipe: “ fare insieme per fare di più” e sarà indirizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica, ad evi-denziare una corresponsabilità sociale, attenta all’empowerment e al cambio sistemico. Che cosa significa cambio sistemico? “ L’approccio sistemico tiene conto dei diversi sistemi che intervengono in una data situazione. Ci spinge a tener conto dell’interazione tra i di-versi sottosistemi che colpiscono la vita degli esclusi, ci dà i mezzi ade-guati perché il capitale umano rappresentato dai volontariato AIC pro-duca più frutti. Molto spesso, introducendo piccoli cambiamenti, un progetto di assistenza può diventare un progetto trasformatore.”. (Pa-tricia De Nava ex presidente AIC). Per capire in pratica il cambio sistemico abbiamo analizzato il processo di discriminazione.

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A partire dalla nostra identità ci siamo costituiti gruppo e partendo dalle nostre esperienze si è cercato di socializzare il processo.

Il cambio personale è fondamentale per un cambio sistemico, cambiare, per cambiare la società, cambiare perché la persona è soggetto sociale e se cambia la società anche le persone cambiano.

Il passaggio dal personale al sociale deve essere continuo perché come persone agiamo nella società, “con la mia volontà cambio la società!”

Socialmente le differenze diventano discriminazioni è allora importante capire cosa succede a me se sono discriminato, solo così posso capire cosa succede agli altri, ed arrivare ad un cambiamento.

Si lavora su tre livelli in simultanea: personale, di gruppo, sociale. Le per-sone cambiano cambiando il mondo e il mondo cambia se cambiano le persone!

Tutto esiste in simultanea persone e sentimenti, l’obiettivo è guadagna-re la capacità di costruire insieme, perché insieme si vince!

In conclusione queste azioni di miglioramento puntando sull’identità, sull’appartenenza e sulle motivazioni che ci spingono al volontariato, ponendo al centro del nostro fare Dio e l’uomo, faranno si che questa associazione sia in grado di affrontare le sfide delle nuove povertà, proiettando nel futuro lo stile, il metodo, e l’intuizione dei santi fondato-ri. Incarnato nel tempo e nella storia, cosciente della dimensione escato-logica della Carità che ci chiama a testimoniare le ragioni della nostra speranza”, il Volontariato Vincenziano sarà in grado, nella Chiesa e nella società, di proporre un cammino comunitario che fa dell’incontro con il povero l’incontro con Cristo, e sarà segno di “ cieli e terra nuovi”.

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2.11. PROGRAMMAZIONE PER IL 2009 - Formazione di base per tutti coloro che entrano nei nostri gruppi. - L’atto d’impegno dovrà essere fatto nelle parrocchie d’appartenenza

affinché la comunità parrocchiale ci identifichi come aggregazione laicale.

- Gli incontri formativi del consiglio saranno aperti al pubblico allo scopo di proporre il Volontariato Vincenziano nella sua valenza cultu-rale.

- Realizzazione di un convegno regionale su un tema che farà sintesi dello sforzo formativo.

- Stesura di un giornalino regionale, che cercherà di portare ai gruppi argomenti di riflessione e d’informazione.

- Creazione di un sito Web (www.gvvmarche.it) che consente di ren-dere condivisibile materiale formativo, le informazioni e la vita asso-ciativa.

- Pubblicazione di un quaderno di formazione contenente tutti gli in-terventi sulla Dottrina Sociale della Chiesa.

Il primato di Dio nei diversi ambiti della vita dell’uomo, tema emerso nel recente Congresso di Verona, sarà il tema di riflessione per il prossi-mo anno. Il consiglio regionale seguirà la formazione su questo tema: “La centralità di Dio negli ambiti della vita umana. Aspetti e segmenti di un’antropologia teologica a servizio della carità”. Di seguito il calendario: Contenuti proposti Data Orario Relatore San Paolo, la persona e la carità: “dall’humus” teologico paolino sulla carità alla gestione umana dei conflitti.

29 gen-naio

15.30 –17.30

Roberto Bottazzi Responsabile del cor-so di laurea in Scienze Bibliche della Facoltà Teologica Valdese – Roma

L’uomo, il futuro e le sue paure: presenta-zione dell’escatologia cristiana

26 feb-braio

15.30 –17.30

Erio Castellucci Preside della Facoltà Teologica dell’Emilia-

Formazione Per un rafforzamento istituzionale, per un’appartenenza che rende visi-bile l’attualità del nostro carisma e lo sforzo di viverlo nel servizio ai poveri.

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Contenuti proposti Data Orario Relatore ASSEMBLEA Il kerygma della carità: l’annuncio caritate-vole nell’ecclesiologia contemporanea

15 marzo 10.00 – 12.00

Valentino Bulgarelli Direttore ISSR SS. Vi-tale e Agricola – Bo-logna Giuseppe Barzaghi Teologo domenicanoTommaso Reali o.p.

L’altra bioetica, tra povertà e tensioni poli-tiche

30 aprile 15.30 –17.30

Francesco Compa-gnoni Teologo domenicano, Pontificia Università San Tommaso – Ro-ma

I diritti dell’uomo come scansione dell’attualità: a quale punto delle problema-tiche umane nella società occidentale?

28 maggio 15.30 –17.30

P. Tommaso Reali o.p.

INCONTRI PROVINCIALI Spiritualità vincenziana: visione contempo-ranea dello spirito di servizio a vantaggio delle nuove povertà.

3 giugno 10 giugno17 giugno

10.00 -12.00

P. Giancarlo PasseriniP. Nicola Albanesi P. Angelo Madras

Affetti e fraintendimenti nella famiglia co-me primo nucleo di carità sociale.

SettembreSeminario ?

15.30 –17.30

Aldo Carotenuto

Bambini, carità e i problemi dell’infanzia 29 ottobre 15.30 –17.30

Anna Alfei Galli

Informazione, info-etica, globalizzazione e localizzazione nell’Italia e nelle grandi reli-gioni mondiali

10 dicem-bre

15.30 –17.30

Cesare Rizzi

- Dossier statistico regionale che sarà strumento di comunicazione

sintetica, fondata sull’attività svolta dai Gruppi di Volontariato Vin-cenziano nelle Marche.

- Il consiglio regionale si riunirà tutti i mesi per trovare nel confronto, nella formazione, nel dialogo i presupposti di una comunione che ne fa la leadership dell’associazione. Il consiglio regionale sarà aperto ai responsabili dei gruppi che vorranno partecipare.

- La contabilità sarà a prova di trasparenza. Il programma informatico in uso ci permetterà di preparare uno stato patrimoniale e di creare

Organizzazione: Orientamento basato sui compiti.

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bilanci d’impegno. Questa pratica sarà richiesta anche ai gruppi che dovranno, alla fine dell’anno, consegnarlo alla tesoriera regionale.

- Si cercherà di ottimizzare l’organizzazione amministrativa perché rendere trasparente la gestione dell’associazione

- Maggiore presenza dei nostri gruppi ai tavoli di concertazione degli

ambiti e negli organismi istituzionali. - Intensificazione del lavoro in rete con altre realtà del volontariato. - Sostegno al progetto della famiglia vincenziana intitolato “Una Goc-

cia per la vita!” che vedrà lo sforzo regionale ad aiutare un paese dell’Africa (Congo).

- Sostegno e incentivo alla progettazione dei gruppi favorendo eco-nomicamente, con il contributo del 5 per mille, quelli che hanno pro-getti iniziati e sono in difficoltà per favorire un impatto sociale a lun-go termine dei progetti.

Progettazione Per coniugare emergenza e necessità, bisogno e richiesta, con una me-todologia attenta all’ascolto, all’osservazione e al discernimento.

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Terza parte

Il coinvolgimento degli interlocutori

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“L’opzione preferenziale per i poveri, lungi dall’essere un segno di partico-

larismo o di settarismo, manifesta l’universalità della natura e della

missione della Chiesa. Questa opzio-ne non è esclusiva. È la ragione per

cui la chiesa non può esprimersi a so-stegno di categorie sociologiche e

ideologiche riduttrici, che farebbero di tale preferenza una scelta faziosa

e di natura conflittuale” (Libertatis conscentia - Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fe-

de, 1986, 68)

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3.1. LA CONSULTAZIONE PER IL BILANCIO SOCIALE 2008 Il Gruppo di Volontariato Vincenziano intende coinvolgere i suoi interlo-cutori contattandoli per e-mail e telefonicamente e incontrandoli, per avere suggerimenti e critiche sul bilancio sociale e, più in generale sulla gestione svolta. Allo scopo, è stato formato un team di consultazione e valutazione co-stituito da rappresentanti delle parti interessate. Durante l’incontro del 24 marzo 2009, di consultazione per il bilancio so-ciale 2008, sono emerse soprattutto considerazioni sull’importanza dell’attività svolta dal GVV e sul valore sociale del volontariato. In tale contesto, è stato fortemente ribadito il ruolo che il bilancio socia-le può svolgere sia nel rappresentare organizzazioni attive nel volonta-riato sia nel dare evidenza ai bisogni sociali che ne costituiscono i diversi contesti di operatività. Dopo aver apprezzato l’attività svolta dal GVV e l’impegno profuso per illustrare le grandezze che rendono fondata ed efficace la rendiconta-zione relativa al 2008, il team ha formulato proposte per divulgare il bi-lancio sociale nella prospettiva sopra evidenziata. In particolare, è stata valutata come opportuna la presentazione del do-cumento in tutte le diverse occasioni di incontro, per seminari e conve-gni, che l’associazione porrà in essere nel 2009. E’ stata poi ribadita la necessità di rendere più intenso il coinvolgimento degli interlocutori. In tal senso, le diverse occasioni di divulgazione del rapporto potranno essere utilmente pensate anche come momenti per allargare la condivisione del processo di rendicontazione sociale.

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3.2. LA TUA OPINIONE Invitiamo tutti, a presentare osservazioni, suggerimenti, domande sul nostro bilancio sociale e sulla nostra attività. Ve ne ringraziamo fin d’ora. Ecco i riferimenti della nostra sede operativa: Gruppo di Volontariato Vincenziano sezione Marche AIC Via Crescimbeni, 33 – 62100 Macerata Tel 0733 235366 fax 0733 235366 e-mail [email protected] Grazie per averci dedicato il vostro tempo.