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Relazione Attività 2012 di Anna Maria Fedele - Presidente Regionale con i Gruppi di VOLONTARIATO VINCENZIANO A.I.C. ITALIA di Puglia - Onlus Periodico di formazione e informazione - Autorizzazione Tribunale di Bari n. 1525 del 27/07/2001 Poste Italiane - Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C legge 662/96 Aut. DCO/DCBA/101/2002 ANNO XXI - n. 2 Giugno 2013 “Mi ha mandato ai poveri” Spaesamento emarginazione recupero 11 ottobre 2012 il Papa Be- nedetto XVI ha aperto l’anno della fede, che si chiuderà il 24 novembre 2013. La fede è un dono che non si può mai dare per scontato, ogni giorno va ali- mentato dalla preghiera e soste- nuto dal pensiero che il Signore è sempre accanto a noi, cammina con noi, vive in noi. Avere men- talità e sguardo di fede dà al nostro vivere quotidiano una for- za e uno slancio di cui non pos- siamo fare a meno. Per una vo- lontaria vincenziana, l’anno della fede può essere occasione per ripensare le intenzioni, le moti- vazioni e lo stile con cui fa le cose, con cui svolge il suo servi- zio e sa collaborare con gli altri. L’arrivo del periodo estivo che rallenta il nostro “ fare” ci offre l’opportunità di riflettere sul no- stro “essere”, di riscoprire l’entusiasmo di una scelta che ci fa essere “dono” per gli altri per amore di Cristo e della Sua parola, ci permette di avere più tempo per la preghiera da cui trarre nutrimento, forza e slancio. Riscopriamo il silenzio della me- ditazione e il digiuno delle parole e saremo pronte in settembre per riprendere il cammino vincen- ziano con più determinazione. Spinti dalla carità di Cristo e formati sul suo esempio diven- tiamo testimoni del suo amore per l’umanità e in particolare per quella sofferente e povera, come San Vincenzo e Santa Luisa ci hanno insegnato e trasmesso. Auguro a tutte buone vacanze. Anna Maria Fedele EDITORIALE L’ S Assemblea Statutaria G.V.V. A.I.C. Italia - Sez. Puglia MOLFETTA, 7 aprile 2013 di Don Antonio Coluccia “Ogni gruppo vuol essere comunità ecclesiale (primitiva): Parola di Dio, Eucaristia, Amore fraterno…Mutevole è la realtà storica”. (Documenti) iamo a Molfetta e ringrazio i gruppi di questa città per l’ospitalità che ci offrono. Stando a Molfetta non si può non ricordare don Tonino Bello, che voi avete co- nosciuto come vostro vescovo, ma io l’ho conosciuto come giovane sacerdote a Tricase. Don Tonino è rimasto nel cuore di tutti per il suo atteggiamento verso gli ultimi, per la sua umiltà, così come il nuovo Papa, Papa Francesco che piace a tutti perchè sembra una persona mol- to semplice, democratica, alla mano, umile. Umile come Papa Benedetto XVI, perchè è proprio l’umiltà che questo papa ha messo in evidenza nella sua scelta di rinuncia al Ponti- ficato. Ha lasciato la carica più alta da vivo per dedicarsi ad una vita di preghiera, nel silenzio, per il bene della Chiesa, nascosto al mondo. Molte sono state le congetture fatte, per giorni interi i media ne hanno parlato, tirando in ballo gli scandali che hanno interessato la Chiesa in questi ultimi tempi. Ma secondo la mia lettura, questa scelta del sommo pontefice, è stata determinata da una grande umiltà e da un sentimento di inadeguatezza, dal pensiero che po- tesse esserci qualcuno più adatto di lui a portare avanti il pontificato, forse con migliori risultati. Questa sua azione dovrebbe essere una gran- de lezione di vita non solo nella Chie- sa ma anche per ognuno di noi che vive nel mondo dell’associazionismo e della solidarietà. Quest’umiltà ci dovrebbe insegnare, che dovremmo imparare a conoscere i nostri limiti, che spesso abbiamo bisogno degli altri per confrontarci, non dovremmo sentirci grandi e perbene, ma solo strumenti di Dio a cui offriamo le nostre mani per la Sua opera, e do- vremmo essere aperti alla speranza di un mondo migliore. Anche quando termina il nostro incarico nel gruppo non dovremmo mai pensare che non si troverà nes- suno che potrà sostituirci, ma do- vremmo pensare invece che verrà qualcuno che farà qualcosa che noi non abbiamo fatto e che era da fare. E colui che è chiamato a prendere un nuovo incarico non si senta ina- deguato, inadatto o incapace, con l’aiuto di tutti sarà sicuramente in grado di portarlo avanti per il bene di tutta l’associazione. CONTINUA A PAG. 2 ari Amici, sono lieto di trovarmi qui, in mez- zo a voi. Lieto della carità che ci lega ai poveri, che sono sempre con noi, e dell’amicizia che trasforma i cuori in ogni incontro. C’è urgenza, i poveri non possono aspettare il nostro aiuto. Vi racconterò la mia esperienza attra- verso un’Opera nascente. Sono reli- gioso vocazionista e ho ammirazione per Vincenzo dei Paoli, nel cui spirito ritrovo l’ideale della santità nel servi- zio ai poveri. Mi sento legato a quelli che hanno orientato la vita e il lavoro all’evangelizzazione dei poveri come ha fatto Gesù Cristo, il vero energico servo dei poveri. Chi sono questi servitori? Giovanni Bosco, Luigi Orione, Luigi Guanella, ecc. Sono testimonianze moderne, del secolo scorso e con loro ci sentiamo al sicuro. L’Opera Don Giustino, di cui oggi vi parlo, è dedicata al mio fondatore. Tutto ha avuto inizio durante una notte d’inverno con il furto di alcune candele nella parrocchia di S. Filippo Apostolo, in Via di Grottarossa. Dopo una serie di indagini che mi hanno portato alla scoperta del responsabile, chiesi a quest’ultimo quali fossero i motivi che lo avevano spinto a quel gesto. Mi rispose semplicemente: “Don Antonio, Gesù in Chiesa la luce ce l’ha, ma io nella mia baracca la luce non ce l’ho”. Questo episodio ha svelato una realtà dolorosa in un territorio pieno di contraddizioni economiche e socia- li, in cui non era più possibile far finta di niente. CONTINUA A PAG. 4 C

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con iGruppi di VOLONTARIATO VINCENZIANO A.I.C. ITALIA

di Puglia - OnlusPeriodico di formazione e informazione - Autorizzazione Tribunale di Bari n. 1525 del 27/07/2001

Poste Italiane - Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C legge 662/96 Aut. DCO/DCBA/101/2002

ANNO XV - n. 1 - Marzo 2007

Relazione Attività 2012di Anna Maria Fedele - Presidente Regionale

con iGruppi di VOLONTARIATO VINCENZIANO A.I.C. ITALIA

di Puglia - OnlusPeriodico di formazione e informazione - Autorizzazione Tribunale di Bari n. 1525 del 27/07/2001

Poste Italiane - Spedizione in A.P. - Art. 2 Comma 20/C legge 662/96 Aut. DCO/DCBA/101/2002

ANNO XXI - n. 2 Giugno 2013

“Mi ha mandato ai poveri”Spaesamento emarginazione recupero

11 ottobre 2012 il Papa Be-nedetto XVI ha aperto

l’anno della fede, che si chiuderàil 24 novembre 2013. La fede èun dono che non si può mai dareper scontato, ogni giorno va ali-mentato dalla preghiera e soste-nuto dal pensiero che il Signoreè sempre accanto a noi, camminacon noi, vive in noi. Avere men-talità e sguardo di fede dà alnostro vivere quotidiano una for-za e uno slancio di cui non pos-siamo fare a meno. Per una vo-lontaria vincenziana, l’anno dellafede può essere occasione perripensare le intenzioni, le moti-vazioni e lo stile con cui fa lecose, con cui svolge il suo servi-zio e sa collaborare con gli altri.L’arrivo del periodo estivo cherallenta il nostro “ fare” ci offrel’opportunità di riflettere sul no-stro “essere”, di riscoprirel’entusiasmo di una scelta checi fa essere “dono” per gli altriper amore di Cristo e della Suaparola, ci permette di avere piùtempo per la preghiera da cuitrarre nutrimento, forza e slancio.Riscopriamo il silenzio della me-ditazione e il digiuno delle parolee saremo pronte in settembre perriprendere il cammino vincen-ziano con più determinazione.Spinti dalla carità di Cristo eformati sul suo esempio diven-tiamo testimoni del suo amoreper l’umanità e in particolare perquella sofferente e povera, comeSan Vincenzo e Santa Luisa cihanno insegnato e trasmesso.Auguro a tutte buone vacanze.

Anna Maria Fedele

EDITORIALE

L’

S

Assemblea Statutaria G.V.V. A.I.C. Italia - Sez. PugliaMOLFETTA, 7 aprile 2013

di Don Antonio Coluccia

“Ogni gruppo vuol essere comunità ecclesiale(primitiva): Parola di Dio, Eucaristia, Amorefraterno…Mutevole è la realtà storica”.

(Documenti)

iamo a Molfetta e ringrazio igruppi di questa città per

l’ospitalità che ci offrono. Stando aMolfetta non si può non ricordaredon Tonino Bello, che voi avete co-nosciuto come vostro vescovo, maio l’ho conosciuto come giovanesacerdote a Tricase. Don Tonino èrimasto nel cuore di tutti per il suoatteggiamento verso gli ultimi, perla sua umiltà, così come il nuovoPapa, Papa Francesco che piace atutti perchè sembra una persona mol-to semplice, democratica, alla mano,umile. Umile come Papa BenedettoXVI, perchè è proprio l’umiltà chequesto papa ha messo in evidenzanella sua scelta di rinuncia al Ponti-ficato. Ha lasciato la carica più altada vivo per dedicarsi ad una vita dipreghiera, nel silenzio, per il benedella Chiesa, nascosto al mondo.Molte sono state le congetture fatte,per giorni interi i media ne hannoparlato, tirando in ballo gli scandaliche hanno interessato la Chiesa inquesti ultimi tempi. Ma secondo lamia lettura, questa scelta del sommopontefice, è stata determinata da unagrande umiltà e da un sentimento diinadeguatezza, dal pensiero che po-tesse esserci qualcuno più adatto dilui a portare avanti il pontificato,forse con migliori risultati. Questa

sua azione dovrebbe essere una gran-de lezione di vita non solo nella Chie-sa ma anche per ognuno di noi chevive nel mondo dell’associazionismoe della solidarietà. Quest’umiltà ci

dovrebbe insegnare, che dovremmoimparare a conoscere i nostri limiti,che spesso abbiamo bisogno deglialtri per confrontarci, non dovremmosentirci grandi e perbene, ma solostrumenti di Dio a cui offriamo lenostre mani per la Sua opera, e do-vremmo essere aperti alla speranzadi un mondo migliore.

Anche quando termina il nostroincarico nel gruppo non dovremmomai pensare che non si troverà nes-suno che potrà sostituirci, ma do-vremmo pensare invece che verrà

qualcuno che farà qualcosa che noinon abbiamo fatto e che era da fare.E colui che è chiamato a prendereun nuovo incarico non si senta ina-deguato, inadatto o incapace, conl’aiuto di tutti sarà sicuramente ingrado di portarlo avanti per il benedi tutta l’associazione.

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ari Amici,sono lieto di trovarmi qui, in mez-

zo a voi.Lieto della carità che ci lega ai

poveri, che sono sempre con noi, edell’amicizia che trasforma i cuori inogni incontro. C’è urgenza, i poverinon possono aspettare il nostro aiuto.Vi racconterò la mia esperienza attra-verso un’Opera nascente. Sono reli-gioso vocazionista e ho ammirazioneper Vincenzo dei Paoli, nel cui spiritoritrovo l’ideale della santità nel servi-zio ai poveri. Mi sento legato a quelli

che hanno orientato la vita e il lavoroall’evangelizzazione dei poveri comeha fatto Gesù Cristo, il vero energicoservo dei poveri. Chi sono questiservitori? Giovanni Bosco, LuigiOrione, Luigi Guanella, ecc. Sonotestimonianze moderne, del secoloscorso e con loro ci sentiamo al sicuro.L’Opera Don Giustino, di cui oggi viparlo, è dedicata al mio fondatore.Tutto ha avuto inizio durante unanotte d’inverno con il furto di alcunecandele nella parrocchia di S. FilippoApostolo, in Via di Grottarossa. Dopo

una serie di indagini che mi hannoportato alla scoperta del responsabile,chiesi a quest’ultimo quali fossero imotivi che lo avevano spinto a quelgesto. Mi rispose semplicemente:“Don Antonio, Gesù in Chiesa la lucece l’ha, ma io nella mia baracca la

luce non ce l’ho”.Questo episodio ha svelato una

realtà dolorosa in un territorio pienodi contraddizioni economiche e socia-li, in cui non era più possibile far fintadi niente.

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C

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 20132 PRIMO

PIANO

filodiretto iscritto al n. 1525 pressoil Tribunale di Bari in data 27/07/2001

filodirettocon i G.V.V. A.I.C. Italia

sez. Puglia ONLUSPeriodico trimestrale

di formazione e informazioneAnno XXI

n. 2 Giugno 2013

Segretaria di Redazione:Lucia TedescoRedazione:

Via G. Marconi, 41 - 76015 Trinitapoli (BT)Tel./fax [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:Anna Maria Fedele,

Don Antonio Coluccia, Rosaria Belpiede,Lina Loconte, Paola Ciriello,

Luca Marcolivio, Mons. Bruno Forte,P. Biagio Falco,

Sabina Matera, Annalisa Graziano,Lucia Tedesco, Pasquala Fallacara,

Damiano D’Elia, Maria Rubino,Anna Longo Mascarelli, Miriam Ingellis,Antonella Caroli, Maria A. Cavaliere,

Nicla la Ghezza, Mariatina Alò,Anna Loliva, Mariafranca Campanelli.

Impaginazione grafica:Mario di Bitonto

Stampa:Grafiche Del Negro

Via Cairoli, 37 - Trinitapoli (BT)Tel. 0883.631097 - [email protected]È gradita la collaborazione di quanti sono

interessati alle tematiche del periodico.La direzione si riserva il diritto insindacabile

di scelta e correzione.Delle opinioni espresse in ciascun articolo

risponde l’autore stesso.

Responsabile Legale:Anna Maria Fedele

Presidente Regionale G.V.V. PugliaDirettore:

Nicola Simonetti

RelazioneAttività 2012

CONTINUA DA PAG. 1

Il lavoro dei gruppi di Pugliaquest’anno è stato notevole, anchese con tanti problemi, le volontariea volte denotano poca flessibilità,litigiosità, amore per il potere dellacarica, poco inclini ai doveri ri-chiesti per mantenersi nella legalitàdell’operare, e sono spesso convinteche la carità non dovrebbe sottostarea queste regole. Però quando poisi va a scorrere i rendiconti e adesaminare il lavoro fatto nell’anno,bisogna riconoscere che lavoranotanto e bene, sopratutto perchèstimolate dalle necessità nuove eimpellenti di tante famiglie cheprima non avevano bisogno e in-vece in questa congiuntura econo-mica non riescono più ad andareavanti.

Il numero delle volontarie nel2012 è stato di 1280 volontariedistribuite in 80 gruppi. Il lavorofatto per sensibilizzare i gruppi allanecessità di essere in ordine con lacontabilità e i depositi, sta portandoi frutti, circa il 50% ha aperto nelloscorso anno un conto correntebancario e altri lo stanno facendo.

Ancora non siamo nella per-fezione per la raccolta di tutti i

vostri dati, indirizzi, codici fiscali,data di nascita, titolo di studio elavoro effettuato e vi pregherei dicapire l’importanza di questi dati,e la necessità di averli corretti. Mol-ta confusione viene ancora fattanella raccolta delle ore di servizio,lo so che è un impresa dura, perchèdovremmo conteggiare sistematica-mente almeno ogni settimana illavoro svolto per l’associazione,ma nessuno riesce a farlo e poiquando siamo alla fine dell’annoe dobbiamo compilare i rendicontivengono fuori dei numeri che nonhanno nessuna logica. Mi propongodi fare delle riunioni ristrette perla guida della compilazione delrendiconto annuale e della conta-bilità trimestrale da mandare altesoriere regionale e alla commer-cialista. Buono il lavoro fatto perla comunicazione via internet, oraè più facile raggiungervi in brevetempo. Vi pregherei però di darela disponibilità di un indirizzo e-mail che sia aperto di frequente,perchè l’efficienza di questa stradaè proprio il contatto giornaliero.

A livello regionale ho incon-trato tutti i gruppi nelle due giornateregionali. Per l’assemblea statutariaci siamo incontrati a Fasano il 29marzo 2012 e Marina Costa e PadreBiagio Falco ci hanno intrattenutisulla “spiritualità e servizio nellavita di gruppo e nell’associazione”.Marina Costa è una volontaria dellaLiguria di grande formazione vin-cenziana perchè è stata presidenteinternazionale e ancora lavora moltonell’AIC. Ci siamo incontrati poia Lecce in ottobre, dove il dott Pati,rappresentante legale di Libera, ciha illustrato il tema “Legalità: unvalore da testimoniare”.

Oltre le due giornate regionaliil consiglio regionale si è riunitoaltre cinque volte: il 26 gennaio, il03 marzo, il 17 giugno, il 20 set-tembre e il 29 novembre per di-scutere e deliberare su tutti i pro-blemi inerenti all’informazione ealla formazione dei gruppi della

regione. Inoltre ho cercato di esseresempre vicina a tutti i gruppi, e hodato tutta la mia disponibilità, anchese non fisicamente, per risolvere ivostri dubbi e problemi sorti sia inseno all’associazione, sia per que-stioni burocratiche. Inoltre curomolto la formazione in seno al con-siglio regionale, perchè è tramiteprovinciali e cittadine che si possootrasmettere le linee guida per i grup-pi.

FORMAZIONE

In seno al consiglio regionale,come al solito ho molto insistitosulla formazione Vincenziana coa-diuvata da suor Rita, da Padre Paoloe dalla responsabile del gruppo distudio regionale. La formazionevincenziana è il nostro distintivo edeve essere ben fatta e ben vissuta,perchè non devono sorgere dubbiquando operiamo per il bene deglialtri. L’identità vincenziana si ac-quisisce dopo anni di servizio e dimolta formazione, di gruppo, regio-nale e anche nazionale.

Mi piacerebbe fare delle riunio-ni regionali o almeno, poichè laPuglia è molto lunga, tra Puglianord e Puglia sud, tra i padri mis-sionsari, parroci e suore che guida-no la formazione spirituale dei no-stri gruppi, per fare un protocollod’intesa, che mirasse ad una forma-zione unitaria secondo lo spiritoevangelico vincenziano.

Tutti i consigli provinciali ecittadini hanno riunito i loro gruppiin giornate formative tenute da Pa-dri missionari o da altri sacerdotiche seguono il lavoro dei gruppi, icui argomenti erano in linea con ledirettive del gruppo di studio nazio-nale.

SERVIZI

Quasi tutti i gruppi hanno rag-giunto anche una buona formazione

tecnica, che li ha portati ad operareattraverso progetti.

Trani ha concluso il suo pro-getto della Perequazione della du-rata di 24 mesi che era iniziato nel2010. Questo era un progetto rivoltoa minori sia italiani che stranieri.

Palo del Colle ha chiuso a no-vembre un progetto “Protetto co-nosco in armonia “ finanziato dalfondo dell’Osservatorio Nazionaleper il Volontariato del Ministerodel Lavoro e delle Politiche Sociali.L’ha svolto nel corso del 2012, nonsenza problemi e trepidazioni per-chè i soldi stanziati sono arrivatisolo a progetto finito, per cui èriuscito a portarlo avanti con ilsostegno della regione.

Molti sono i gruppi che fannoaffiancamento scolastico ai minori.Molti hanno il centro ascolto.

I nostri gruppi lavorano anchenella propria parrocchia nel centroCaritas in rete con altre associa-zioni, ne è un esempio San PietroVernotico. La sua presidente,parlando dei problemi incontratinelle famiglie che chiedono il loroaiuto, dice: “gli aiuti materiali èl’unica realtà sicura e continuativache riusciamo a garantire attra-verso il progetto attuato nel feb-braio del 2009 insieme alla Caritasinterparrocchiale e ai Servizi So-ciali dell’Amministrazione Co-munale. Questa realtà è la “Casadella Solidarietà”. L’iniziativa hacome obiettivi: a) Assicurare una“spesa” gratis quindicinale a tuttele persone indigenti del nostroterritorio; b) Educare gli assistitiad un‘equa ripartizione delle di-sponibilità; c) Istituire un CentroA s c o l t o d o v e s p e s s ol’associazione svolge una funzionenon accessoria, non in sostituzionedelle Istituzioni, ma come avan-guardia di un percorso di servizioalla persona per cogliere il disagiopiù nascosto. Al colloquio seguequasi sempre un progetto di in-tervento e di confronto con iServizi Sociali”.

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 3PRIMO

PIANONon sempre però c’è questa

buona collaborazione tra istituzionipubbliche, caritas parrocchiale evolontariato vincenziano, dipendesicuramente dalle persone che laanimano e le volontarie che hannonel cuore il carisma di S.Vincenzosono delle ottime animatrici. Ancheil gruppo di Brindisi ha unbell’esempio di lavoro in collabo-razione con le istituzioni e con leFiglie della Carità: il centro sociale“San Vincenzo”.

Inaugurato ed aperto nell’aprile2011, il Centro Sociale “SanVincenzo” ha tenuto fede alle in-tenzioni e agli impegni per cui èsorto: si offrono servizi, si attuala formazione e si programmanotutte le iniziative. La funzionalitàe l’efficienza di tale struttura sonorese possibili dalla costante e cor-diale collaborazione tra il Volonta-riato Vincenziano cittadino e leFiglie della Carità che assicuranola loro presenza e la loro preziosaassistenza nell’erogazione dei ser-vizi. il Centro Sociale è aperto tuttele mattine, dal lunedì al venerdì,per conoscere bisogni e per racco-gliere richieste. L’utenza è rappre-sentata da singole persone e fami-glie in difficoltà e, contestualmente,da immigrati senza fissa dimora,si può usufruire di docce, di abbi-gliamento, di internet, di alfabetiz-zazione della lingua italiana, di unservizio di ristorazione e vengonoloro offerti prodotti alimentari .Nel corso di tutto il 2012 il CentroSociale ha visto potenziato sial’impegno dei volontari sia la frui-zione da parte degli utenti .

Il Centro ha anche fatto acco-glienza, assegnando un posto-letto,a cinque giovani stranieri, studentio alla prima esperienza lavorativa.Alcuni di questi giovani ospitatiinteragiscono con i volontari in unostretto rapporto di sentita amiciziae partecipazione alle varie attività.

Nell’ambito della collaborazio-ne con il Centro di Giustizia Mino-rile sono stati accolti nel Centro

Sociale per la “messa alla prova”due ragazzi caduti nel circuito pe-nale. Il Centro ospita stabilmenteil “Cantiere della Carità”, un fun-zionale laboratorio di ricamo e diartigianato vario. Il Cantiere ognianno organizza, nel periodo prena-talizio il tradizionale “Mercatinodella solidarietà” in cui vengonoofferti, in cambio di un contributo,oggettini, manufatti e soprattuttoricami. Il ricavato viene devolutoa favore dei fratelli in difficoltà.

Buona è stata la collaborazionedi quasi tutti i gruppi con i CSV diPuglia, sia per progetti di formazio-ne, sia di sostegno con progetti diBando di Idee, sia come consulenzanei progetti assegnati.

Alcuni gruppi hanno aderitoanche quest’anno al progetto Coop“Brutti ma Buoni” che regala, alleassociazioni di volontariato chehanno fatto richiesta, la merce inprossima scadenza oppure le con-fezioni rotte o rovinate, che lorotrasformano o riconfezionano perle famig l ie con d i f f ico l tà .

Anche se, ora la merce che vie-ne data è diminuita perchè la Coopcon questa merce di seconda sceltapreferisce fare delle confezioni aminor costo, perchè tante famigliehanno la necessità di dover faredelle economie nella spesa giorna-liera per poter arrivare alla fine delmese.

Tutti i gruppi si accostano allefamiglie con disagi attraverso lavisita domiciliare e sono pronti adintervenire nelle problematiche ur-genti con pagamento di fitti, bollet-te, mense scolastiche, attivandosipresso gli uffici competenti delcomune per cercare di risolveredefinitivamente il problema.

Anche questo anno la nostraassociazione si è impegnata a sta-bilire un rapporto di collaborazio-ne con il Centro di Giustizia Mi-norile di Puglia per l’accoglienzadei ragazzi minorenni ammessidal giudice alla “messa allaprova”.

Molti gruppi hanno intensifi-cato i rapporti con i vari enti delterritorio, partecipando ai tavoli diconcertazione e ai momenti forma-tivi proposti dagli Enti Locali.

A livello regionale abbiamorisposto alla richiesta di aiuto dellaEmilia Romagna per i danni subitidal terremoto. Abbiamo raccolto2400 euro che sono stati mandatitramite il Nazionale.

Nella Casa di Riposo di Leccei volontari dei quattro gruppi dellacittà fanno le loro riunioni di for-mazione e svolgono diversi servizi,con l’aiuto delle Figlie della Carità.Si fa un centro ascolto, c’è un cen-tro alcolisti e una mensa per i senzafissa dimora che serve dai 40 ai 50pasti caldi al giorno.

Nell’anno 2012 l’esercizio del-la Casa di Riposo è stato impron-tato al completamento della ristrut-turazione per la messa a normadella struttura. Abbiamo mantenutola presenza delle ospiti della nostracasa di riposo a 14 unità, il massi-mo per ora consentito, ma che potràavere un aumento con il completa-mento della ristrutturazione. Laformazione e riqualificazione delnostro personale di servizio com-pletata nell’anno 2012 ci permettedi avere delle lavoranti abili edesperte sia dal punto di vista uma-no, sia dal punto di vista professio-nale. L’ assistente sociale religiosache si è aggiunta al gruppo dellenostre suore, coordina abilmente iltutto.

Riassumendo, le volontariehanno fatto:

• 51350 ore di formazionetotali;

• 49285 ore di organizzazio-ne;

• 167465 ore di servizio dicui 23246 per visite domici-liari, 19014 in centri ascolto,8860 per guardaroba, 26401per doposcuola, 3211 pressomense, 1049 in ospedale,1039 presso il carcere, 3948

presso anziani, 274 pressocase di accoglienza, 6016 incentri aggregazione giovani,inoltre hanno lavorato perambulatori, cooperative,corsi di lingua straniera ealtro.

Sono state aiutate:• 3741 famiglie italiane,

composte da maschi 4072,femmine 5474, minori 3097

• 1815 famiglie straniere,composte da maschi 727,femmine 884, minori 698

• 1098 persone sole italiane,così composte 376 maschi,380 femmine, 342 anziani

• 221 persone sole straniere,128 maschi, 89 femmine, 4anziani

Organi di stampa dell’associa-zione sono

• A livello Nazionale “Gli an-nali della Carità”;

• A livello Regionale “FiloDiretto”.

RIFLESSIONI

Continuando con i numeri no-tiamo che su 1280 volontarie circa750 hanno superato i 75 anni dietà, e sono tante, e oggi voglioringraziare, quelle che hanno com-piuto i 50 anni di servizio nel nostrovolontariato, a loro va il nostroplauso, senza di loro tanti gruppisi chiuderebbero o non lavorereb-bero così bene. Cerchiamo di imi-tarle e di portare avanti quello cheloro hanno fatto per poterlo tra-smettere alle nuove generazioni.Nel 2012 il gruppo di San PietroVernotico ha festeggiato i 100 annidalla nascita, il gruppo di Masafrai 70 anni e il gruppo di Mesagne i50 anni

Grazie a tutte per quello cheognuno di voi fa per la nostra asso-ciazione.

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 20134 PRIMO

PIANO“Mi ha mandatoai poveri”

CONTINUA DA PAG. 1

La Presidente RegionaleAnna Maria Fedele Pellegrino

QUOTA ASSOCIATIVA

CONTRIBUTI DEI VOLONTARIper assicurazionevari

PROVENTI DA INIZIATIVE VARIE

OFFERTE DA PRIVATIPersone fisicheEnti

CONTRIBUTIda altri gruppi di volontariato G.V.V.

altri

CONTRIBUTI da:ComuneProvinciaRegioneASLEnti Pubblici

CONTRIBUTI da privati per servizi speciali

CONTRIBUTO 5xMILLE

PROGETTO PEREQUAZIONE

INTERESSE DEPOSITI BANCARI

TOTALE ENTRATE

AVANZO ANNO PRECEDENTE

TOTALECONTI D’ORDINE

GIROCONTI G.V.V.

TOTALE A PAREGGIO

5.120,0099.814,00

106.569,00

1.906,001.007,00

14.880,00

11.008,00

12.790,00

104.934,00

182.846,00

106.569,00

2.913,00

25.888,00

216.349,00

18.430,00

74.154,00

22,00

744.895,00

190.525,00

935.420,00

21.787,00

957.207,00

QUOTA ASSOCIATIVA

SPESE DI ASSISTENZAdenaro bollette*

SPESE DI FORMAZIONEcorsi, convegni, riviste*

SPESE DI GESTIONEcancelleria, elettricità, telefoniche, varie

SPESE PER SERVIZI SPECIALICasa di Riposo dettaglio in allegato a parte*

CONTRIBUTIda altri gruppi di volontariato G.V.V.

altri

TASSE E IMPOSTE

ONERI BANCARI

ASSICURAZIONI VOLONTARI

COSTI SOSTENUTI contributo 5x1000

PROGETTO PEREQUAZIONE

TOTALE USCITE

AVANZO FINE ANNO DI GESTIONE

TOTALECONTI D’ORDINE

GIROCONTI G.V.V.

TOTALE A PAREGGIO

244.782,00

2.408,0022.013,00

6.400,00

259.881,00

46.060,00

90.625,00

244.782,00

24.421,00

508,00

170,00

5.120,00

6.378,00

41.782,00

726.127,00

209.293,00

935.420,00

21.787,00

957.207,00

E N T R A T E U S C I T E

Rendiconto finanziario Anno 2012 dei G.V.V. Sezione Puglia (93 gruppi operanti e una sezione speciale - Casa di Riposo di Lecce)

Rendiconto Finanziario 2012

Una realtà di abbandono, de-grado, povertà, che occorreva af-frontare subito, per dare voce a chida sempre vive ai margini: donnee uomini troppo spesso invisibiliagli occhi della società. Ho iniziatocosì a parlare loro del Vangelo,mettendolo in pratica con gestisemplici ma concreti, a prestareascolto a storie intrise di drammifamiliari, a distribuire cibo, coperte,bevande calde, a tentare di integrar-li nel tessuto sociale, ospitandoliin una camera appositamente alle-stita all’interno della parrocchia.

Il numero sempre crescente dirichieste di aiuto e l’impegno quo-tidiano hanno contribuito alla na-scita di una pastorale di strada cheha coinvolto, con entusiasmo e congioia, numerosi parrocchiani e ilgruppo di giovani che si riunisceo g n i m e r c o l e d ì s e r a p e rl’Adorazione del Santissimo. Il no-stro operare trova forza nell’unica

sua origine: Dio. La promozionedell’Uomo, dello sviluppo integraledella sua individualità e della suadignità, insieme all’accettazionedel suo vissuto, sono i valori fon-danti dell’Opera Don Giustino, icui volontari seguono la logica delVangelo: “Quello che avete fattoa loro l’avete fatto a me” (Mt25,31-46).

L’Opera ha come scopol’accoglienza dei più deboli: vuoleinfondere la speranza di una vita“normale” attraverso la certezza dinon essere più soli, il calore di unanuova famiglia e l’assistenza sani-taria. Grazie all’impegno di alcunimedici volontari, che con genero-sità e competenza porteranno laloro missione tra gli emarginati,prenderà presto vita un poliambu-latorio, nel quale sarà possibileaccogliere quanti non hanno la pos-sibilità di curarsi.

In questa conversazione convoi, voglio essere breve e convin-cente.

Ci sono alcuni aspetti, che pro-iettano luce e chiariscono il nostroambiente. Intanto si è capito chel o s t i l e c h e c i a n i m a è“vincenziano”. Mi servo di un librostampato nel 1978: Spiritualità vin-

cenziana spiritualità dell’azione(M. Spada Editore, Roma 1978),autore mio zio Luigi. E’ che tuttele volte che si vuole capire la Chie-sa di Cristo, non si deve interrogarela ragione degli uomini ma la vo-lontà. Se riandiamo indietro neltempo, alle origini della Chiesa,troviamo gli apostoli, e i credentiin comunione con loro. Si vivevaallora una forma di comunità dieguali. Si aveva tutto in comune,e non c’era tra i cristiani alcunbisognoso. Gli Atti degli Apostolisono di chiarezza solare.

Una prima osservazione, dun-que, ci riporta all’antico.

E l’antico grandeggia con lavolontà dell’azione e non con laragione. Il volontarismo, tenendoconto di certa filosofia del Nove-cento, si appella al fare, alle opere,all’azione della carità - il resto con-terebbe poco. Anche coi dogmidella Chiesa occorre prudenza. Co-me esige la medesima Chiesa e lacomunità dei credenti, senza esage-rare. Dice San Vincenzo de’ Paoli(1585-1660) che quando chiama lacarità, è “lasciare Dio per Dio”. Ecita questo episodio: se sei a curareun malato, continua la tua carità diassistenza, senza altra preoccupa-

zione; anche se sei costretto a la-sciare la messa, l’Eucaristia, perchèè sempre servire Dio, “Dio perDio”.

Lo spirito di Vincenzo entranella sensibilità moderna, senzatraumi, senza scolvolgimenti. Sa-cerdote nel 1600, continuerà pertutta la vita tale testimonianza, se-condo il messaggio apostolico:“evangelizzare pauperibus misitme”. (Vangelo...).

I poveri come sceltaNuova evangelizzazione e tra-

smissione della fede.In Vaticano si è svolto 7-28

ottobre 2012 il sinodo dei Vescovi,i quali hanno scelto i poveri comecampo di azione evangelizzatrice ehanno orientato la missione allafamiglia, ai catechisti e ai ministerilaici. Presenza personale, ascoltodella parola di Dio, servizio imme-diato e responsabile sono le modalitàdi evangelizzazione dei poveri. Duestrade si aprono davanti: annunciaree crescere nello stesso tempo“nell’umiltà, semplicità, carità egiustizia”, e poi entrare in azione“accogliendo, condividendo, illumi-nando con la parola e con i fatti”.

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l rendiconto economico finanziarioper l’anno 2012 dei G.V.V. Gruppi

di Volontariato Vincenziano SezionePuglia si compone dello stato patri-moniale, del rendiconto gestionale,della presente nota integrativa e dellarelazione di missione.

Il rendiconto racchiude l’attivitàsvolta, su tutto il territorio regionaledai gruppi e dalla Casa di RiposoSan Vincenzo de Paoli Lecce. Lostato patrimoniale e il rendicontogestionale sono stati redatti secondoi principi di prudenza, nel pieno ri-spetto delle vigenti disposizioni, èstata inoltre presa in considerazionela data di effettivo incasso o paga-mento per la registrazione di ciascunaoperazione contabile sul libro mastromanuale tenuto da ciascun gruppo eriportata poi sul libro giornaledell’associazione.

Ciascun gruppo ha approvato ilrendiconto di cassa al 31 dicembre2012, pertanto il rendiconto dei Grup-pi di Volontariato Vincenziano perl’anno 2012 rappresenta la situazioneeconomico-finanziaria dell’interaassociazione a livello regionale nelrispetto di quanto previsto dallo stessostatuto dell’associazione.

Nel rendiconto sono riportate leEntrate e le Uscite di cassa, che oltrea de terminare i l r i su l ta todell’esercizio danno un quadro fedeledell’attività di volontariato svolta daisingoli gruppi sotto la guida del con-siglio regionale che delinea le diret-tive comuni per una corretta gestionefinanziaria, ma presta anche il sup-porto necessario per la informazionelegislativa e di promozionedell’associazione in tutta la regione.

L’Associazione opera nel rispet-to dei principi della legge 266/91 e

beneficia delle normative di favoreai fini fiscali previste dal D. Lgs. n.460/1997 in materia di ONLUS es-sendo l’associazione stessa un entequalificatesi come tale.

Il conto del Patrimonio perl’anno 2012 evidenzia Immobilizza-zioni pari ad € 441.572,00 relativoagli immobili di proprietà del volon-tariato vincenziano a Lecce ed a Mas-safra; in particolare è necessario evi-denziare che dal 2010 per l’immobiledi Lecce sono in corso lavori di ade-guamento Nell’attivo circolante rile-viamo liquidità pari ad € 209.293,00,di cui una parte a destinazione vin-colata in quanto destinati a finanziareil progetto GVV Bari FondazioneSud. ed il progetto GVV Palo delColle del Ministero del Lavoro edelle Politiche Sociali.

Le passività pari ad € 11.806,00

relative al Fondo TFR, il Patrimonionetto è di € 639.059,00.

Il rendiconto finanziario al 2012riporta le entrate e le uscite del Vo-lontariato Vincenziano, per l’attivitàistituzionale svolta, come previstoda statuto: le Entrate pari ad €744.895,00- con un avanzo di gestio-ne dell’anno precedente di €190.525,00- e le Uscite pari ad €726.127,00,00- evidenziano un avan-zo di gestione al 31 dicembre 2012di € 209.923,00- .

Le entrate e le uscite sono cosìanaliticamente indicate:

Le Entrate per un totale di €744.895,00-, sono aumentate di ri-spetto a l’anno 2011 sono cosi sud-divise:

- Quote Associative € 12.790,00stabili - rispetto all’anno precedente,pari all’1,72% del totale entrate;

- Contributi dei Volontari pari

a € 104.934,00, le volontarie hannoversato € 99.814,00 per finanziare leattività dell’associazione, i contributisono aumentati-, in riferimentoall’anno 2011, pari al 14,09% deltotale entrate;

- Proventi da iniziative per€182.846,00 rappresentano i fondiraccolti dai gruppi attraversol’organizzazione di varie manifesta-zioni (concerti, spettacoli, tombolate,fiere) per promuovere il volontariatovincenziano, diminuiti - in relazioneall’anno 2011, pari al 24.55% deltotale entrate;

- Offerte da privati pari a €106.569,00, sono aumentate rispettoall’anno precedente, pari al 14.31%del totale entrate;

- Contributi ricevuti da diversibenefattori per € 2.913,00, diminuiti– in relazione all’anno 2011, pari al0,36% del totale entrate;

- Contributi da enti pubblicied altri per € 25.888,00, sono aumen-tati in relazione al 2011, pari al 3,48%del totale entrate, è opportuno evi-denziare che si tratta di contributierogati dai comuni ai gruppi operantinel territorio;

- Contributi da privati per ser-vizi speciali ammontano a €216.349,00 sono versati dalle ospitidella Casa di riposo, in aumento inrelazione all’anno 2011, pari al29,04% del totale entrate;

- Interessi depositi bancari per€ 22,00 sono invariati rispettoall’anno 2011;

- Contributo 5 x mille di18.430,00 relativo alle sottoscrizionidelle dichiarazioni per l’anno 2010è diminuito rispetto all’anno 2011,pari al 2,47 del totale entrate;

- Contributi “Progetti” di €72.154,00 relativo alle erogazionericevute dal gruppo di Trani che harealizzato durante l’anno 2012 il pro-getto perequazione con il C.S.V,l’erogazione ricevuta dal Ministerodel Lavoro e delle Politiche Socieliper il progetto GVV Palo del Colle;l’erogazione ricevuta dal dal GVVBari da Fondazione Sud, pari al9,95% del totale entrate;

Le Uscite totali per l’anno 2012sono pari a € 726.127,00 diminuitein relazione all’anno 2011, così sud-divise:

- Quote associative per €6.400,00 costanti in riferimento al2011, pari al 0,88 del totale uscite; - Spese di assistenza per € 259.881,00tale voce comprende le elargizioniche i gruppi erogano alle famiglieassistite per le loro necessità, acquistoviveri, farmaci, spese mediche, uten-

ze, contributi per le necessità deineonati, e tutte le altre attività svolteper gli assistiti. La spesa del 2012 èdiminuita in riferimento all’anno2011, pari al 35,79 del totale uscite;

- Spese di formazione per €46.060,00 relative alle attività per laformazione delle volontarie realizzatecon incontri, aggiornamenti, studiodei testi, sono aumentate rispetto al2011, pari al 6,34 del totale uscite;

- Spese di gestione per €90.625,00, in aumento rispetto al2011; sono inserite in tale conto lespese per il pagamento delle utenzedelle sedi operativi, le spese di ma-nutenzione, le spese postali e ban-carie, le spese di cancelleria le spesedi tipografia ed altre spese di gestione,pari al 12,48 del totale uscite;

- Spese per servizi speciali per€ 244.782,00, comprende i costisostenuti per la gestione della Casadi Riposo San Vincenzo de Paoli diLecce in aumento rispetto al 2011,pari al 33,71% del totale uscite;

- Contributi per € 24.421,00, dicui € 2.408,00 ad altri gruppi GVV,ed € 22.013,00 per contributi erogatiad associazioni, padri spirituali edorganizzazioni varie, nel complessotale valore è diminuito rispetto al2011, pari al 3,36% del totale uscite;

- Tasse ed imposte sono pari ad€ 508,00 nel complesso l’ammontaresuddetto è diminuito -rispetto al 2011,pari al 0,71% del totale uscite;

- Assicurazione volontari per€ 5.120,00- tale costo è relativoall’assicurazione pagata per i vo-lontari, obbligatoria per legge, parial 2,47% del totale uscite;

- Costi sostenuti contributo 5x mille per € 6.378,00 diminuito -rispetto al 2011, tale somma è stataimpiegata per il pagamento di rateTARSU della sede di Lecce pari al0,88% del totale uscite;

- Spese “Progetti” di €41.785,00 relativo ai costi sostenutidai gruppi di, che hanno realizzatodurante l’anno 2012 progetti con varienti, diminuito rispetto al 2012, parial 5,75% del totale uscite;

I conti d’ordine riportano lepartite di giro di cassa avvenute trai vari gruppi di volontariato vin-cenziano della regione per €21.787,00 ed è stato così evidenziatoper non influenzare il risultatod’esercizio.

Il totale a pareggio è pari a €957.207,00.

I proventi conseguiti non supe-rano € 1.032.913,80, pertanto non viè l’obbligo previsto per legge di al-legare la relazione del collegio deirevisori.

Nota Integrativa al RendicontoGestionale dell’esercizio 2012

di Anna Maria Fedele - Presidente Regionale

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Gruppo di Volontariato Vincenziano A.I.C. ITALIAFASANO, 29 marzo 2012

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Se guardiamo al titolo di questoincontro, abbiamo “spaesamentoemarginazione e recupero”. Aparte la espressione di Agostino:“Non habemus hic manentem ci-vitatem...”, è che il mondo in cuiviviamo ha perso orientamentoed equilibrio, i giovani sono pro-vati fisicamente e moralmentedalle droghe, la società si appas-siona all’alta tecnologia e al vir-tuale – digitale e fictions cosid-det te – e la poss ibi l i tà d irecupero è il vaglio di questostudio, ma anche il nostro preci-so impegno di intervento.

L’America Latina ha risoltoqualche problema, integrandomissione e sviluppo, ma in Alba-nia rimangono inaspriti i proble-mi del potere politico (comuni-sta) e le istanze dei credenti cheinvocano l’intervento e la caritàdei buoni cristiani. Il grido chesi coglie nell’aria è la forzadell’evangelizzazione, dentro efuori, il proprio habitat. Occorreche le coscienze cambino, maoccorre pure che i musulmaniascoltino la Parola che libera, laParola che salva creando l’intesapacifica e sincera della comunio-ne. L’insegnamento dei Vescoviproduce una primavera di inter-venti mirati per cambiare laemarginazione in accoglienza,la solitudine in recupero, la mi-seria in dono di grazia.

Vincenzo de’ Paoli nella suaopera procede per gradi.

Prete nel 1600, si presta aitentativi di assistenza ai poveri,secondo l’evangelista Luca1:

“Lo Spirito del Signoreè sopra di me,

per questo mi ha consacratocon l’unzione

e mi ha mandatoper annunciare

ai poveri un lieto messaggio,per proclamare ai prigionieri

la liberazionee ai ciechi la vista,

per rimettere in libertàgli oppressi

e predicare un annodi grazia del Signore”.

Nel titolo c’è: “Mi ha man-dato ai poveri”. E mi sento coipoveri anch’io povero, ma sonostato unto sacerdote per tal fine;e ritrovo la mia gioia e benesserenel servire i poveri imitandoVincenzo de’ Paoli, nato a Pouy-Dax e morto a Parigi (1585-1660). Mi stupisce leggere nellasua biografia2 che questo giova-ne decide di dedicarsi ai poverinel 1617, fondando la Compa-gnia della Carità. Solo nel 1625fonda la Congregazione dellaMissione (Preti della Missione).

Le Figlie della Carità vengo-

no dopo , ne l 1633 e pe rquell’epoca che vedeva solo“religiose” la istituzione vin-c e n z i a n a s i p r e s e n t a g i à“moderna”, alla maniera gesui-tica e alla maniera del france-scano Benedetto de Canfeld3.

Spaesamentoo pellegrinaggio

Gli occhi nostri cadono sullarealtà che ci circonda.

Due esperienze ci sono sottogli occhi: lo spaesamento e ilpellegrinaggio.’L’uomo devevincere lo smarrimento in so-cietà, cercando equilibrio; el’equilibrio lo trova nel cammi-no, con gli altri, verso una metac h e n o n è d iquesto mondo.Di qui il signifi-cato di pellegri-nagg io . Bas t aprendere in manolo Statuto de “Ilg r u p p o ” p e rrenders i contodella originalitàe modernità dellacarità ecclesialeche s i intende“ d o n a r e ” a g l iemarginati, chesono i più poverit r a i p o v e r i .L’ar t . 3 de l loStatuto si suddi-vide in quattrocons ideraz ionisul Metodo: siparla della riu-nione dei membriin ordine ai pro-blemi e al coor-dinamento e si prospettano alcu-ne riflessioni, che sono preghierain comune, lettura del verbale,parola della Scrittura, dei Padri,dei documenti ecclesiali, avendoparticolare attenzione al socialee alle esperienze di servizio aipoveri (esempio, San Vincenzode’ Paoli, Don Orione, ecc.); èchiaro che si deve rendere contodelle attività svolte, delle situa-zioni incontrate, con lo scambiodi idee e progetti, e con relazionefinanziaria. Il gruppo può avereun massimo di venti membri oun minimo di cinque; il ServizioSpeciale dei gruppi di Volonta-riato Vincenziano si autodeter-mina a tutti gli effetti, e si rap-porta ai Consigli cittadini oprovinciali, ed è tenuto ogni an-no a rendere conto al Presidentecittadino/provinciale/diocesanodella contabilità e attività.

L’uomo o è religioso o èniente.

Alle spalle abbiamo lasciatoil nichlismo. Nietzsche e Dosto-evskij hanno ragione nello esa-m i n a r e u n a s i t u a z i o n edrammati4ca. “Il vecchio secolonon è finito bene”, scrive EricHobsbaw nel suo Secolo breve,aggiungendo che esso, per usarela espressione di Eliot, finiscecon una reboante esplosione econ un fastidioso piagnisteo. Al-

tri vedono in questi cento annisoprattutto la terribilità – il ter-ribile secolo ventesimo, il suoprimato di ecatombi e di stermi-ni, operati con una mostruosasimbiosi di barbarie e razionalitàscientifica. Sarebbe tuttavia in-giusto dimenticare o sottovaluta-re gli enormi progressi compiutinel secolo, che ha visto non sol-tanto masse sempre più vaste diuomini raggiungere condizioniumane di vita ma anche un con-tinuo estendersi dei diritti di ca-tegorie emarginate5….

Dobbiamo risalire conJulien Ries, cardinale scienziato,alle origini del senso religioso,dove il mito è realtà, e l’“homoreligiosus” è la prima realtà fon-

dante dell’umanità. E ha ragioneVico che nella storia umana vedeil meraviglioso cammino ascen-dente dell’uomo che si distaccadalla poetica visione del primiti-vo e sale, sale sempre più ai con-fini della mente e della volontà.Ho chiamato volontarismo que-sto nostro andare ai poveri, nondimentichiamolo.

Shelley e Foscolo sanno be-nissimo che l’uomo nasce sim-bolico e religioso, alimentato dimemoria e di sacro ancor primadi apprendere l’alfabeto. Se mai,il loro modo di considerarel’uomo è relegato nella categoriadella poesia, dello immaginario.Ries è stato capace di elevarsiai confini della scienza; e scriveche “non possiamo considerarela religione solo quanto la nostravisione del trascendente puòcomprendere immediatamente”,come riferisce Roberto Mussap6i.

Siamo eterni, ecco il punto.Mussapi pensa al nontra-

scendente della tragedia greca,ma nel cristianesimo sì, con latrascendenza c’è in armonia lametafisica. L’uomo è eterno. Equando ho affermato che la spi-ritualità dell’azione mette incampo le energie della nostravolontà, trasportata in Dio, vuoldire che anche così il nostro“fare”, la nostra volontà attiva

si proietta nei poveri nella lorosituazione concreta. Il volonta-rismo salvifico noi ritroviamonella incarnazione del Figlio diDio. E Dio ci copre di meraviglianon con la sua intelligenza macon il suo volere. Ecco, io vengoper fare la tua volontà! O sevolete: “Si faccia non la miavolontà, ma la tua, o Padre”.Ricordiamo che queste parolesono dette da Gesù prima dimorire sulla croce.

Più volte abbiamo riferito diVincenzo de’ Paoli.

Il santo dei poveri, il padredei poveri, ammira gli Esercizispirituali di Ignazio di Lojola;lo spirito che guida i Gesuiti

nella missione è lo stesso spiritoche guida i Preti della Missione.E abbiamo detto di Benedetto diCanfeld, della sua “regola diperfezione”, fondata sulla volon-tà, sull’ascesi. La mistica ètutt’altra cosa, bene lo sanno glistessi mistici. Mi impressiona diVincenzo de’ Paol i i l suo“amare-non amare, fare-non fa-re, volere-non volere”. È qui laintuizione di Vincenzo che sicollega alle spiritualità di azione,cioè alle spiritualità pratiche.Egli rifugge dalla mistica, perabbracciare sul terreno concretoi poveri, immagine di Cristo sal-vatore.

1Lc 4, 18-19; cfr, Is. 61, 1-2 (perla citazione).

2L’ho riportato più sopra: Giusep-pe L. COLUCCIA, Spiritualità vincen-ziana spiritualità dell’azione, Spada,Roma 1978. Nel libro è una bibliografiaabbondante.

3Ivi, Appendice I, Regola di Per-fezione, op. cit., pp. 247-257.

4Claudio MAGRIS, Utopia e di-sincanto. Storie e speranze, illusionidel moderno. Saggi 1974-1998, Gar-zanti, Milano 1999, p. 8.

5Ivi, p. 8.6Art. Oltre Freud, alla continua

ricerca del brivido della sopravvivenzaeterna, Av., 24 febbraio 2013 (Agorà,p. 1).

“Mi ha mandatoai poveri”

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FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 7PRIMO

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7LG 55.8Lc 6, 20ss. Mt 5, 3-12.9Parole di P luce e di amore 5, 6.10Giovanni della Croce, Salita al

monte Carmelo, I, 3, 4.11Giovanni Battista MONTINI, Il

cristiano e il benessere temporale, let-tera pastorale 1973.

12Vedi in Dizionario di spirituali-tà dei laici, OR Edizioni, Milano 1981,II, pp. 154 ss.(Povertà).

13Sal 131. 1-2.14Rom. 13, 18.15Gal. 5, 13-14.16Vedi la rivista Annali della Ca-

rità - Gruppi di Volontariato Vincen-ziano, 6 (2012), pasim.

Emarginazione e recuperoIl cuore dell’uomo è distaccato

dalle ricchezze. Spesso le ricchezzesono eccessive.

In Mt 6,24 è detto che “nessunopuò servire a due padroni...Nonpotete servire a Dio e a mammona.La povertà materiale non è via allasalvezza, essa esige necessaria-mente l’altro volto di povertà,quella spirituale che è povertà degliaffetti, dei desideri, dell’ansietà deibeni terreni. I poveri sui quali posail volto di Dio e Cristo chiama beatisono quelli che non accettano lacondizione di diseredati, ma alcontrario ne fanno uno strumentoper essere vicini al Signore conumiltà e fiducia, in attesa del beneche solo Lui può dare.

E ci viene incontro Maria diNazareth7:

la Madonna primeggiafra gli umili e i poveri delSignore, i quali attendo-no con fiducia e ricevonoda lui la salvezza.

La povertà materiale davantia Dio è utile in quanto funge darichiamo e di mezzo al distacco daibeni della terra, e diventa segnonon solo di indigenza materiale maanche spiri tuale, e pertantosgombra il cuore dalla presunzione,boria, orgoglio. La povertà cosìdiventa disponibilità a Dio, aperturaa chi ha bisogno, preparazione alregno dei cieli. Cristo chiede a tuttiquesta preparazione e pertanto dice“beati i poveri (in spirito)”8.

Le ricchezze materiali sono unostacolo ai poveri, al regno di Dio.

Lo spirito del vangelo è chiaro,e chi segue Cristo dev’esser liberodai beni.

Noi lavoriamo con poverigiunti al limite di ogni concezioneumana, e non solo essi non sentonole attrattive ai beni terreni, maspesso ne sono così alienati, daaver perso tutto. Non hanno volto,né nome, né dignità. Sono proprioun nulla. Si spiega così il nasceredella nostra opera nella metropoliromana. Il fatto di averla dedicataal mio fondatore Don Giustino M.Russolillo esprime una volontàcomune d i r ecupe ro deg l i“emarginati”, che nelle città nontrovano né assistenza né protezione.

Chi pretende stima e conside-razione terrena, chi resta attaccatoalla propria volontà e alle proprieidee o ama troppo la indipendenza,chi cerca in Dio gusti e confortispirituali, non è “povero nellospirito” ma padrone di se stesso,ancora legato ai beni. Scrive Gio-vanni della Croce: “Se vuoi essereperfetto, vendi la tua volontà, vienia Cristo nella mansuetudine edumiltà e seguilo fino al calvario eal sepolcro”9. Niente di più diquanto esige Cristo: “Se qualcunovuol venire dietro di me, rinneghise stesso, prenda la sua croce e misegua” (Mt 16, 24). Se AscoltiamoJoseph Ratzinger (papa rinuncia-tario!), lo stesso insegnamentoarriva a noi. Non bisogna scenderedalla croce! E pertanto la povertà

di spirito ci spoglia veramente dinoi stessi10.

La povertà materiale è stru-mento per giungere alla povertàspirituale, senza la quale vane sonole privazioni e le austerità. Ancorail mistico Giovanni della Crocedice: “Non le cose di questo mondooccupano e danneggiano l’anima,perchè in lei non entrano, ma ildesiderio di esse, il quale dimorain lei”. E’ insomma una perfezioneteologale e impronta la speranza(teologale):

Va’, vendi quello che hai(povertà), e avrai un te-soro nel cielo (Mt 19,21).

La povertà evangelica suggeri-sce il riconoscimento della ricchez-za e t rascendenza d i Dio ,l’abbandono completo alla sua vo-lontà. Tutto è dono di Dio, tutto ègrazia. Occorre comprendere lapropria vocazione, seguirla fino infondo, fino alla croce.

La povertà evangelica èl’avvertenza dell’insufficienzaumana e del bisogno di Dio. Èla sconfessione del primatodell’economia e delle capacitàdei beni temporali a soddisfareil cuore dell’uomo. È la rinunciaa cercare in questo mondo ilraggiungimento del nostro desti-no e la salvezza dai nostri maliprofondi e fatali, come il pecca-to e la morte. È la sapienza checi disillude dalla febbre dell’oroe della ricchezza. È la pazienzadignitosa e laboriosa nella scar-sezza dei mezzi economici e nel-la modestia delle condizioni so-ciali . È la condizione perpregare, per ben lavorare, persperare, per dare e per amare,perchè educa a confidare nellaprovvidenza e a conoscere ilvalore delle cose e dei beni mo-rali. È una liberazione dello spi-rito, che svincolato dalla sugge-stione dei beni terreni, può comespirito agire e amare11.

Esercizi ignazianie servizio vincenziano

L’approfondimento della po-vertà porta più direttamente a Dio.

Povertà di spirito, come diceErmanno Ancilli12.

La povertà non tiene conto del-

le apparenze, va alla sostanza.Esige l’uomo silenzioso. Pa-

ziente nel quotidiano. E a serviziodella volontà di Dio per amore.L’uomo così è rinuncia e coraggio,e li dimostra nel quotidiano, e da-vanti al Padre che è nei Cieli: ilSignore.

O Signore, non è orgogliosoil mio cuore, né sono alteri imiei occhi, non vado in cercadi cose grandi, né di cose alteper me. Anzi, ho acquietato efatto tacere la mia anima, comeun lattante divezzato in braccioa sua madre, come un lattantedivezzato è per me la miaanima13.

Nell’ A.T. i poveri passavanodall’oscurità del loro essere allecose più elevate, cui aspiravano;e spesso questa tensione si mani-festava in forme di inquietudinedi fronte all’Assoluto. Gesù inse-gna la via delle “beatitudini”, lasua “povertà” insomma. I poveri

sono beati, perché sono compene-trati dalla gioia che sgorga dallacomunione con Cristo. E secondol’insegnamento di Cristo, il cristia-no è il debitore degli altri. Schiavodei fratelli, a loro servizio comePaolo è al servizio di tutti. Cristia-nesimo è essere legati al serviziodegli altri. L’apostolo Paolo scri-ve: “Non abbiate altro debito conalcuno se non di amarsi gli uni glialtri, perché chi ama il prossimoha adempiu to l a l egge” 1 4 .L’apostolo Paolo parla di debiti,di tasse, di imposte che bisognapagare, e menziona la legge.Pertanto, il dovere del cristiano diessere a servizio del prossimo èda interpreta e come solennecontratto, firmato all’entrata nellacomunità dei credenti. Esserecristiani comporta che il neofitadiventa un permanente debitoredei suoi fratelli.

Paolo impiega una immagineardita:

Voi, infatti fratelli, siete statichiamati a libertà, soltanto chenon avete la libertà quale incen-tivo per la carne, ma procurate,per mezzo della carità, di farviservi gli uni degli altri. Tutta lalegge infatti si compie in un solo

p r e c e t t o : a m e r a i i l t u oprossimo… 15.

Il cristiano così è mosso dalloSpirito (Rom.8, 14) che reca consé la libertà: “Dov’è lo spirito delSignore, ivi è la libertà” (2 Cor. 3,17). Paolo va oltre ogni immagina-zione. “Mi sono fatto schiavo ditutti” (1Cor. 9,19). Di conseguenza,è qui il superamento di ogni egoi-smo. Sono dai volontari vincezianiindicate tre mete: 1. Etica dellavita, contro la cultura della morte– si pensi all’aborto, eutanasia, ecc;2. Etica della terra, con particolareinteressamento all’ecologia; 3. Eti-ca della pace-giustizia, con recu-pero dei diritti umani contro il po-tere, la guerra, la ingiustizia.

È questa in realtà la speranza.Conosciamo tutti il vescovo

Vincenzo Paglia.Secondo Mons. Paglia, vesco-

vo di Terni, la politica è una delleforme più alte della carità. Il pen-siero è di Paolo VI, papa Montini.

Invece ci siamo chiusi inun individualismo, che ciha fatto toccare il fondodella corruzione in tutti icampi – politico, econo-mico, finanziario, cultu-rale e sociale16.

“Dio non considera ilsuccesso del bene che sicompie ma la carità conla quale è stato compiuto”S. Vincenzo de’ Paoli.

ConclusioneÈ restata fuori la

Devotio moderna, cheVincenzo de’ Paoli co-nosce bene. Egli deve atale esperienza (secoliXIV-XVI) la scoperta delpiccolo medoto, e agliEsercizi di Sant’Ignaziodi Lojola una spiritualitàpratica, in cui l’amore del

prossimo viene prima a confermadell’amore di Dio. Puoi amare ilprossimo che vedi, pensando a Dioche non vedi. Il razionalismo dom-matico ci farebbe pensare che vieneprima l’amore verso Dio, dopol’amore verso il prossimo. Allascuola di San Vincenzo, il prossimoè primo, e nel prossimo viene sco-perto lo stesso Dio, il Padre chevuole la nostra salvezza.

“Lasciare Dio per Dio”, diceenergicamente Vincenzo de’ Paoli!

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 20138 PRIMO

PIANO

di Rosaria Belpiede

“Benvenuti al Sud”Convegno - NAPOLI, 6 GIUGNO 2013

l C o n v e g n o r a p p r e s e n t aun’importante tappa di un percorso

più ampio, mirato proprio a stimolarelo scambio di percorsi ed esperienzetra le realtà del terzo settore operantinelle diverse regioni del sud, delcentro e del nord Italia.

I lavori si sono focalizzati suitemi del welfare, dell’economia so-ciale e dei beni comuni.

Sono infatti questi gli ambiti neiquali il Terzo Settore può giocare unruolo importante come motore di rin-novamento sociale, di partecipazio-ne attiva e “lievito di democrazia”.

La partecipazione e la rappresen-tanza del terzo settore ,in seguitoall’affermarsi del principio di sussi-diarietà, si è sicuramente affermatanella programmazione delle politichesociali nei luoghi istituzionali (con-sulte, conferenze); bisogna consta-tarne però la qualità reale, e questo

si verifica attraverso: l’analisi dellalegislazione regionale, le forme i modie i momenti in cui si realizza, lemotivazioni che spingono il terzosettore e il singolo cittadino alla par-tecipazione alla vita pubblica (modellodi comunità di McMillan e Chavis),la scala di partecipazione (Arnstein)dei vari livelli di coinvolgimentodella società civile nei processi deci-sionali.

È stata anche affermatal’importanza degli investimenti nelsociale da parte dei finanziatori privatiaziende,assicurazioni private, fonda-zioni bancariel.

Le organizzazioni di economiasociale sono soggetti rilevanti perlo sviluppo socio-economico dellesocietà avanzate. Poiché esse si ca-ratterizzano nella produzione di unvalore aggiunto, i beni relazionali,(convinte che i l benessere

dell’individuo non deriva tanto dallepossibilità economiche quanto dallaqualità delle relazioni che intercorro-no tra gli individui), possono esseregli attori della costruzione di un nuovowelfare, il welfare society fondatosui valori della reciprocità, dellafiducia, della mutualità.

Sarà necessario un cambiamentodi tipo culturale e metodologiconell’amministrazione della cosa pub-blica, il passaggio ad una logica digovernante sulla base della sussi-diarietà. Una Cabina di regia per lagovernance dei beni comuni,un’istituzione pubblico-privata con ilcompito di svolgere una funzione dipromozione e sostegno, rivolta prin-cipalmente alle pubbliche amministra-zioni, per la realizzazione di esperien-ze di governance dei beni comuni.L’obiettivo consiste nello svolgereun’opera di disseminazione culturale

all’interno delle amministrazioni perelevarne le competenze generali invista del coinvolgimento dei cittadininella realizzazione, manutenzione efinanziamento dei beni comuni.

L’obiettivo principale della Ca-bina di regia dovrebbe essere quellodi favorire il dialogo, lo scambio dicompetenze, informazioni ed espe-rienze tra tutti i soggetti interessatialla creazione di una concreta partner-ship tra istituzioni e comunità.

Il Convegno ha offerto spuntidi riflessione, più che conclusioni,per il raggiungimento di livelli dipartecipazione e rappresentanza con-creti, tenendo presenti sempre duerischi, il pericolo di estromissione deisoggetti del terzo settore da parte deisoggetti pubblici e l’adozione di pra-tiche di autoesclusione da parte deglistessi organismi del terzo settore.

Riflessioni sul Convegno di Napolidi Paola Ciriello

l giorno 6 giugno 2013,a Napoli,presso l’Hotel Ramada in via

Galileo Ferrari, si è tenuto un in-teressante convegno dal titolo“Benvenuti al Sud”, inerente anuovi investimenti nella demo-crazia,per creare un nuovo svi-luppo in tutte le classi sociali.Ilconvegno è stato proposto daCentri di servizio ed organismiquali: Università T.S., Forum,Convol, CSVnet, Consulta Vo-lontariato Forum terzo settore T.S.e CSV Napoli.

Alle ore 9.30 si è aperto ilC o n v e g n o c o n i s a l u t i el’esposizione dei punti essenzialidella giornata da parte di G. DEStefano, Presidente CSV Napoli,R. Caselli Università T.S, F.Buccino Forum T.S. Campania;sono stati ricordati i temi e le con-clusioni del Convegno di Univer-sità T.S svolto a Pisa il 20/01/2012,e a Bologna il 20/03/2013, indican-do il percorso preparatorio attivatocon il Patto parasociale e le ragionidi questo tipo di incontro.

Alle ore 10.30, sul tema wel-fare, economia sociale e beni co-muni sono intervenuti M. C. DIMaio, funzionario Regione Cam-pania settore Cultura, C. Gori,docente di politiche sociali Uni-versità Cattolica di Milano e diret-tore di Welfare oggi, P. VenturiDirettore AICCON, associazioneitaliana per la promozione dellacultura cooperazione e non profit,

C. Iaione direttore di LABSUS eprofessore di diritto pubblico UNI-CUSANO

Gli stessi relatori hanno rispet-tivamente trattato in modo sinteticoed esaustivo i seguenti argomenti:

• I luoghi della partecipa-zione: raffronto di aspettinormativi e pratiche nelleregioni del Sud;

• Investire nel sociale: ilsecondo welfare e il ruolodel Terzo settore al Sud eal Nord. Le forme orga-nizzate di finanziamentoprivato nel welfare socia-le;

• Economia sociale e wel-

fare in tempi di crisi eco-nomica;

• Una cabina di regia dellagovernante dei beni co-muni: una proposta per ilTerzo Settore.

Al termine delle relazioni, iconvenuti hanno formato tre gruppiper avviare i laboratori così orga-nizzati:

- Prima sessione. Welfare esussidiarietà: quale laboratorio“efficace”? Coordinatore: C. Gori;

- Seconda sessione. Economiasociale e forma di cittadinanzaattiva:qualità di un nuovo tipodi sviluppo locale. CoordinatoreA. Dalessandro, CSVnet;

- Terza sessione. Beni comuni,salute e legalità. Coordinatore G.Serra, segretario nazionale CON-VOL.

Dopo la pausa si è tenuta laseduta plenaria e la sintesi dei ri-sultati dei lavori di gruppo da partedei tre coordinatori, con dibattitoe domande del pubblico ai parteci-panti alla tavola rotonda, coordina-ta da L. Butteri, Presidente Univer-sità del Terzo settore.

Dagli interventi e dai lavoridei tre gruppi è emersa, come co-mune denominatore, la necessitàdi uno scambio di opinioni e diproposte ed un leale confronto sullestesse, per rafforzare gli obbiettivicomuni del T. S., quale agente dicambiamento e di democrazia pertutto il Paese.

Solo in tal modo si potrà favo-rire una partecipazione attiva esentita dei territori, dei cittadini edelle Istituzioni tutte alle proble-matiche sociali-

Infatti, l’attuale momento sto-rico di crisi potrebbe essere alquan-to superato se ciascun cittadino ele Istituzioni uscissero dal proprioindividualismo egoistico, e svilup-passero una maggiore coscienzacivica ed etica, per sperare di rea-lizzare il “bene comune” comefrutto di un lavoro condiviso, fina-lizzato al benessere della colletti-vità e ad un più giusto ed equosviluppo della stessa.

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Napoli. Hotel Ramada. Sala Congressi.

Vitalità del carisma Vincenzianoe dinamicità del servizio

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 9PRIMO

PIANO

Relazione di sintesi di Rosaria Belpiede e Lina Loconte

Convegno Nazionale - ROMA, 22-24 MAGGIO 2013

Ci impegnamo noi e non gli altri,unicamente noi e non gli altri,

ne’ chi sta in altone’ chi sta in basso,

ne' chi credene' chi non crede.

Ci impegnamosenza pretendere che gli altri s'impegnino con noi

o per suo conto,come noi o in un altro modo.

Ci impegnamo senza giudicarechi non s'impegna, senza accusare

chi non s'impegna, senza condannarechi non s'impegna, senza

cercare perché non s'impegna,senza disimpegnarci perché

altri non s'impegna.

Ci impegnamo per trovare un senso alla vita,a questa vita,

alla nostra vita,una ragione che non sia una delle tante

che ben conosciamoe che non ci prendono il cuore,

un utile che non sia una delle solite trappolegenerosamente offerte

ai giovani dalla gente pratica.Si vive una sola volta

�e non vogliamo essere giocati in nomedi nessun piccolo interesse.

C'interessa di perderci perQualcuno che rimane anche dopo che noi

siamo passati e che costituiscela ragione del nostro ritrovarci.

C'interessa di portare un destino eternonel tempo, di sentirci

responsabili di tutto e di tutti, di avviarci,sia pure attraverso lunghierramenti, verso l'Amore.

Ci impegnamonon per riordinare il mondo,

non per rifarlo su misura,ma per amarlo.

Per amare anche quelloche non possiamo accettare,

anche quello che non è amabile,anche quello che pare rifiutarsi

all'amore perché dietro ogni voltoe sotto ogni cuore c'è,

insieme a una grande sete d'amore,il volto e il cuore dell'Amore.

Ci impegnamoperché noi crediamo nell'Amore,

la sola certezzache non teme confronti,

la sola che bastaper impegnarci perdutamente.

Don. P. Mazzolari

al giorno 22 maggio al giorno24 maggio 2013, presso la casa

M. Immacolata di Roma sono con-venuti, come consuetudine, da ogniparte d’Italia i diversi gruppi diVolontariato Vincenziano, per par-tecipare al convegno nazionale.

Il tema proposto in tale occa-sione è stato “Vitalità del carismaVincenziano e dinamicità delservizio”; aperto il convegno conla preghiera iniziale ed il salutodella vice presidente nazionale delNord, si sono susseguiti gli inter-venti dei relatori:

- Mons. Gennaro Matino su:“ L a c o m u n i o n e e l e m e n t o -f o n d a m e n t o d e l c a r i s m avincenziano”;

- Suor Eugenia Banetti, mis-sionaria dell’ordine della Consolatasul tema: “La dignità della donnae le vittime della tratta”.

Il giorno successivo 23 maggiosono intervenuti:

- Padre Claudio Santangelo,(assistente Spirituale Nazionale),relazionando su: “I G.V.V. tra ca-rità e opere di carità”;

- Prof. Gian Maria Vian, di-r e t t o r e r e s p o n s a b i l edell’Osservatore Romano su: “La

comunicazione come strumentoculturale per il cambiamento”.

Ogni intervento è stato seguitoda dibattiti con domande ai rispet-tivi relatori, i quali hanno espostole proprie argomentazioni con spe-cificità, chiarezza e ricchezza dicontenuti, approfondendo così ul-teriormente la nostra formazionevincenziana, fatta di carità, di amo-re gratuito, di scelta consapevolee di fede, virtù che si attingonocostantemente alla forza del Van-gelo.

La nostra appartenenza infattial carisma Vincenziano dovrà ancorpiù in questo momento di crisi esa-sperata darci il coraggio che insie-me, formando una vera comunionedi anime con la nostra carità attiva,arricchita e sostenuta dalla forzaevangelica e da opere concrete edisinteressate, potrà mirare a con-seguire il “bene comune”, comefrutto di un lavoro atto a sperare diraggiungere il benessere di tutti inuna società più equa e solidale.

Dopo le relazioni si sono for-mati i diversi laboratori, nei quali,in piccoli gruppi, ciascun parteci-pante ha portato un contributo delsuo pensiero e della sua realtà, con-

frontandolo con quelli altrui; inseguito c’è stato il sintetico mo-mento dei laboratori, gestito dallareferente nazionale del gruppo distudio Lidia Di Lucia; subito dopola presentazione di un progetto in-novativo a cura della responsabilenazionale Area Progetti Lucia Te-desco; ella in modo incisivo haparlato della cultura progettuale edel metodo di lavoro che ogni Re-

gione e Provincia dovrebbero ac-quisire, mettendo in rilievo checostruire insieme i progetti creagruppo e comunione.

Dopo la lettura della relazionea n n u a l e s u l l e a t t i v i t àdell’Associazione, riferite all’anno2012, a cura della presidente nazio-nale, e del rendiconto finanziario,il convegno è terminato alle ore12,00.

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Roma. Casa Maria Immacolata.

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 201310 FORMA

ZIONE

empre gioiosi, anche nelle tribo-lazioni e nelle difficoltà. È que-

sto il comportamento che i cristianidovrebbero tenere in tutte le circo-stanze della vita. Lo ha detto papaFrancesco.

Il Santo Padre ha tratto spuntodagli At 16,22-34, sottolineandol’atteggiamento di Paolo e Silla, che,nonostante le persecuzioni e la pri-gionia, proseguono sereni e gioiosi,seguendo Gesù nella strada della suaPassione.

La via della “pazienza” è “lastrada che Gesù insegna”, ha affer-mato il Papa. Avere pazienza nonsignifica affatto “essere tristi”, quanto“sopportare, portare sulle spalle ilpeso delle difficoltà, il peso dellecontraddizioni, il peso delletribolazioni”.

La parola greca Hypomoné, haspiegato Francesco, esprime piena-

mente il concetto: “sopportare nellavita il lavoro di tutti i giorni: le con-traddizioni, le tribolazioni”. ComeGesù, Paolo e Silla riescono a sop-portare le sofferenze: è quello che ilPapa ha definito un “processo dimaturità cristiana, attraverso la stradadella pazienza”, che non avviene “daun giorno all’altro” ma si compie“durante tutta la vita”.

Anche molti martiri di epochepiù recenti seppero mostrare la lorogioia al momento del supplizio, comei martiri di Nagasaki, che si aiutavanol’un l’altro, in attesa della morte.Altri ancora, andavano incontro almartirio, come se fosse una “festa dinozze”.

Non si tratta, ha osservato il San-to Padre, delle reazioni di personalitàeccezionalmente eroiche madell’“atteggiamento normale delcristiano” che non è “masochista”

ma porta “sulla strada di Gesù”.Le difficoltà sono spesso fonte

di tentazioni, a partire dalla lamente-la: un cristiano che si lamenta incontinuazione “tralascia di essere unbuon cristiano”.

L’atteggiamento opposto – evirtuoso – è quello del “silenzio nelsopportare” e del “silenzio nellapazienza”: tale è il comportamentodi Gesù che, agonizzante sulla Croce,non pronuncia più di “due o tre parolenecessarie”.

Quando si sopporta qualunqueCroce, il silenzio potrà essere anche“molto doloroso” ma mai “triste”,poiché “il cuore è in pace”. Il cam-mino nella pazienza e nella serenasopportazione del dolore “ci fa ap-profondire la pace cristiana, ci faforti in Gesù”, ha aggiunto il Papa.

La pazienza, ha proseguito ilPontefice, “rinnova la nostra gio-

vinezza e ci fa più giovani”. Lopossiamo riscontrare nelle personeanziane che “hanno sopportato tantonella vita”: costoro “hanno uno spi-rito giovane e una rinnovatagiovinezza” ei loro occhi sono “occhigiovani”.

Lo spirito di sopportazione,tuttavia, non è riferito solo alleavversità della vita, ma anche al“sopportarci l’un l’altro”, al tolle-rare i difetti altrui. “Dobbiamo farlocon carità e con amore - ha commen-tato Francesco - perché se io devosopportare te, sono sicuro che tu misopporti a me e così andiamo avantinel cammino della strada di Gesù”.

In conclusione il Pontefice hachiesto al Signore per tutti i cristiani“la grazia di questo sopportare cri-stiano che ci dà la pace” e che fadiventare “sempre più giovani, comeil buon vino”.

di Luca Marcolivio

Chi si lamentanon è un buon cristiano

di Luca Marcolivio

Una Chiesa "ricca" è una Chiesadestinata a "invecchiare"

Papa Francesco esorta ad annunciare il Vangeloin uno spirito di "gratuità" e ad evitare il proselitismo

n occasione della messa a SantaMarta, papa Francesco è tornato sul

principio a lui caro di “Chiesa povera”.Tale concetto, ha spiegato il Ponteficedurante l’omelia, è radicato in parti-colare nella “gratuità” dell’annuncioevangelico.

Nel Vangelo odierno (cfr. Mt 10,7-13), Gesù raccomanda ai discepoli:“Non procuratevi oro né argento nédenaro nelle vostre cinture”. Ciò si-gnifica che il Regno di Dio va pro-clamato “con semplicità”, ha ricordatoil Santo Padre.

La semplicità dell’annuncioevangelico “lascia posto al potere dellaParola di Dio”, della quale gli Apostoliebbero “fiducia”, altrimenti “forseavrebbero fatto un’altra cosa”.

Gesù, infatti, dice: “Gratuitamenteavete ricevuto, gratuitamente date”.Se, al contrario, si volesse rinunciarea tale gratuità, “il Vangelo non haefficacia”, ha sottolineato il Papa.

La predicazione, ha insistito ilPontefice, “nasce dalla gratuità, dallostupore della salvezza che viene equello che io ho ricevuto gratuitamente,devo darlo gratuitamente”. Del resto,ha proseguito, San Pietro non avevacerto “un conto in banca” e quandodovette pagare le tasse, “il Signore lo

ha mandato in mare a pescare”.Anche Filippo, quando incontrò

il ‘ministro dell’economia’ della Regi-na Candace (cfr. At 8,26-40), non pensòa dar vita a “un’organizzazione persostenere il Vangelo”, ma semplice-mente lo ha annunziato con il battesi-mo.

Il Regno di Dio “è un donogratuito”, ha detto ancora il Papa. Ep-pure questo principio, sin dalle origini

del cristianesimo, è sempre stato“soggetto a tentazione”: si tende, cioè,a fare spesso “proselitismo”, quando,in realtà, la Chiesa cresce soltantograzie “all’attrazione”, alla testimo-nianza e all’annuncio della “gratuitàdella salvezza”.

Quali sono, tuttavia, i segni di talegratuità? Il Santo Padre ha indicato inprimo luogo la “povertà”: chi testimo-nia il Vangelo deve dire: “non ho ric-

chezze, la mia ricchezza è soltanto ildono che ho ricevuto, Dio”. È questa“povertà” che “ci salva dal diventareorganizzatori, imprenditori”.

Anche quando si devono portareavanti opere della Chiesa che appaiono“complesse”, ciò va fatto “con cuoredi povertà, non cuore di investimentoo di un imprenditore”, ha detto papaFrancesco, ribadendo ancora una voltache “la Chiesa non è una ong” maqualcosa di “più importante”, che nasceda questa gratuità “ricevuta eannunziata”.

L’altro segno di gratuità, ha pro-seguito Francesco, è la “capacità dilode” che il cristiano può perdere senon vive nello spirito della gratuità.Lodare il Signore, quindi, è“un’orazione gratuita”, in cui noi “nonchiediamo” ma “soltanto lodiamo”.

In conclusione, ha detto il Papa,una Chiesa che diventi “ricca” o chevada a perdere la “gratuità della lode”,è una Chiesa che “invecchia” e, allafine, muore, “non ha vita”.

La preghiera conclusiva del Pon-tefice è stata per il riconoscimento dellagratuità, quale “dono di Dio”, e perandare “avanti nella predicazioneevangelica” all’insegna di tale gratuità.

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FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 11FORMA

ZIONE

La povertàPapa Francesco ci insegna quanto può valere la povertà

on ti dimenticare dei pove-ri!”: fu questo l’invito che

un amico fraterno, il cardinale fran-cescano Claudio Hummes, fece aJorge Mario Bergoglio al momentodell’elezione a vescovo di Roma esuccessore di Pietro. Papa Francesconon ha dimenticato quell’invito, neha fatto anzi una delle priorità delmagistero della parola e della vita,che offre con fedeltà quotidiana allaChiesa. Mi sembra che valga la penariflettere su questo richiamo, cherivela una caratteristica tutt’altroche secondaria del pontificato diquesto Papa “venuto dalla fine delmondo”. In particolare mi pare im-portante considerare tre aspetti dellapovertà: il suo volto negativo, qualesi esprime nella miseria che affliggeuna larghissima parte dell’umanità,raramente posta sotto i riflettori dei“media”; la povertà come valore ecome scelta di vita; e, infine, lasolidarietà che l’attenzione ai poveriesige, con le forme in cui è chiamataa tradursi per essere vera ed efficace.

La povertà come miseria offen-de la dignità dell’essere umano:come tale va combattuta e vinta.Perché questo avvenga, bisogna co-noscere la condizione di privazionee di autentica miseria in cui vivonotanti esseri umani. Sono i loro volti,le loro storie che devono sfidarci.È per questo che, parlando qualchegiorno fa agli studenti delle scuolegestite dai Gesuiti in Italia e Alba-nia, Papa Francesco ha detto: “Nonsi può parlare di povertà, di povertàastratta, quella non esiste!

La povertà è la carne di Gesùpovero, in quel bambino che ha fa-me, in quello che è ammalato, inquelle strutture sociali che sonoingiuste. Andate, guardate là la car-ne di Gesù…”. È chiaro da questeparole che i poveri e la miseria noncostituiscono una categoria astrattanella mente di questo Papa, che nonha caso ha scelto il nome dell’amicodi Sorella Povertà: quando parla deipoveri, lo fa certamente ricordandovolti e situazioni concrete, a cui siè fatto prossimo nella sua vita didiscepolo di Gesù, impegnato a se-guirlo nei contesti spesso tanto com-plessi e contraddittori dell’AmericaLatina.

Si sente perciò nelle sue parolela forza di quella “carne di Gesù”che egli ha imparato a riconosceree amare nei poveri. Riferendosi adesempio allo spreco alimentare, pre-sente alla grande nei Paesi della“affluent society” e che sembra an-cora caratterizzare vaste fasce socia-li, pur in questo tempo di vacchemagre, il Vescovo di Roma non haesitato a dire che il cibo buttato viaè un furto fatto ai poveri. Mentre lasocietà del benessere sembra tra-montare sotto i colpi della crisi edelle menzogne che l’hanno gene-

rata - a cominciare dall’illusioneche economia virtuale della finanzaed economia reale della produzionefossero la stessa cosa - questo Papadal cuore grande dà voce a chi nonha voce e ricorda a tutti noi, troppospesso distratti perché concentratisolo sulle nostre misure, il vastomondo di chi non ha niente o hapochissimo per sopravvivere. Giàquesto invito semplice e concreto afare della miseria degli ultimi unacartina da tornasole su cui verificarela verità dei nostri valori e dellemete cui tendiamo, mi sembra unostraordinario pungolo al cambia-mento degli stili di vita e degli at-teggiamenti del cuore.

Proprio così, Papa Francesco ciaiuta a scoprire la povertà comevalore. Lo ha fatto con parole toc-canti parlando a braccio alle migliaiadi ragazzi e di giovani presentiall’incontro accennato: “Non lascia-tevi rubare la speranza dallo spiritodel benessere che, alla fine, ti portaa diventare un niente nella vita! Ilgiovane deve scommettere su altiideali: questo è il consiglio. Ma lasperanza, dove la trovo? Nella carne

di Gesù sofferente e nella vera po-vertà. C’è un collegamento tra ledue”. Come dire: dov’è il tuo tesoro,lì è il tuo cuore!

Se riponi in Cristo la Tua fedee orienti a Lui le Tue scelte di vita,allora non potrai inseguire il denarocome valore cui finalizzare ognicosa. Allora capirai che c’è un tesoroben più grande di un conto in banca,ed è il dono di sé vissuto per gli altrie la condivisione di ciò che hai conchi non ha nulla. Ne consegue unostile, fatto di speranza teologale e

di carità vissuta, di sobrietà di co-stumi e di gioia di dare.

La falsa immagine della personariuscita, identificata con chi si con-forma ai modelli standard della so-cietà dei consumi, deve cedere ilposto alla verità di chi si mette ingioco per gli altri e non esita a sa-crificarsi, pagando di persona. Lamaschera soddisfatta e suadentedell’uomo o della donna di successodeve impallidire davanti al coraggioumile di chi impara a conoscere ipoveri e li ama donandosi e sentendocome offesa a loro ogni ostentazionedi ricchezza o di potere. Non si trat-ta, insomma, di sembrare poveri,ma di esserlo nelle scelte profondedel cuore per dare il primato al verotesoro, la carità ricevuta da Dio evissuta per gli altri.

C’è infine il volto attivo di que-sta povertà scelta per amore: la so-lidarietà verso chi è debole el’impegno al servizio della giustiziaper tutti. Anche qui non si tratta diinseguire sogni ideologici che la-sciano le cose come sono o peggiole appesantiscono della violenzatipica di chi vuol cambiare il mondo

per conformarlo alla propria testa.“La povertà - diceva ancora PapaFrancesco ai giovani che lo ascolta-vano rapiti - ci chiama a seminaresperanza, per avere anch’io più spe-ranza. Questo sembra un po’ diffi-cile da capire, ma ricordo che PadreArrupe una volta parlava di comesi deve studiare il problema socialee diceva: Non si può parlare di po-vertà senza avere l’esperienza coni poveri”. Voler fare qualcosa divero per gli altri e farlo: ecco lasfida concreta della solidarietà.

Di grandi parole e di “mégarécits” il Novecento è stato pro-digo. È ora il tempo dei fatti: bi-sogna rilanciare il volontariato, lapassione per il bene comune, lavolontà di promuovere la personaumana in tutta la sua dignità e inogni situazione in cui questa vienecalpestata. Merita ascoltare leparole dette dal Papa qualchegiorno fa in una delle omelie diSanta Marta: “Non procuratevi oroné argento né denaro nelle vostrecinture. Ciò significa che il Regnodi Dio va proclamato con la sem-plicità… che lascia posto al poteredella Parola di Dio”, e non diqualsivoglia grandezza umana.

Il servizio ai poveri “nasce dallagratuità, dallo stupore della salvezzache viene… quello che io ho rice-vuto gratuitamente, devo darlogratuitamente”. Del resto, ha pro-seguito Papa Francesco, “San Pietronon aveva certo un conto in banca”,e quando dovette pagare le tasse,“il Signore lo ha mandato in marea pescare”. Chi testimonia il Van-gelo deve poter dire: “Non ho ric-chezze, la mia ricchezza è soltanto

il dono che ho ricevuto, Dio”. Èquesta “povertà” che “ci salva daldiventare solo organizzatori oimprenditori”. Anche le opere dellaChiesa vanno vissute “con cuore dipovertà… perché la Chiesa nasceda questa gratuità ricevuta eannunziata”. Una Chiesa che diventi“ricca” o che vada a perdere la“gratuità”, è una Chiesa che“invecchia” e, alla fine, muore. Equesto mi sembra valga non soloper la Chiesa…

“Ndi Mons. Bruno Forte su Il Sole 24 del 16 giugno 2013

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 201312 FORMA

ZIONEPubblichiamo con piacere l’articolo di Padre Biagio arrivato in ritardo

per la pubblicazione nel numero precedente di Filo Diretto

di Padre Biagio Falco c.m.

Pasqua: la tenerezza che spezza la pietragiorni riportano inesorabili al quo-tidiano, ma è ancora così difficile

tacere l’evento che il 13 marzo scorso,ore 19:06, ha inondato di letizia il cuoredella Chiesa sparsa e pellegrina finoalle ultime frontiere e periferie dellastoria e del mondo.

Francesco è il Papa che i Cardinalisono andati a cercare “quasi alla finedel mondo” riconoscendo in ‘ui l’eletto.Toccò anche a Davide il ruolo di out-sider: tra i figli di Iesse lo Spirito delSignore suggerirà al profeta Samueledi ungere re di Israele proprio quellopiù insignificante e il meno vigoroso.Ricordiamo quanto furono poi decisivii ciottoli della fionda del pastorellocontro i nemici del suo popolo. Piùdelle armature possenti, delle alleanzetattiche e delle strategie vincenti.

Che peccato se quell’istante dacustodire e da narrare, quella seratailluminata dall’onda di sorrisi fioritisui volti, quella sensazione di aver

ritrovato la mano ferma e amorevoledel Pastore venissero scordate con lavelocità delle notizie tritate nei gorghidella comunicazione mediatica quandoaltro guadagnerà l’onore e gli spazidella prima pagina...

Papa Francesco, la forza e la dol-cezza della sua fede, non merita discolorare nella mente e scivolare dalcuore, quasi fugaci emozioni di unaserata semplicemente diversa.

In lui riconosciamo davverol’uomo mandato da Dio. La sue primeparole dal “balcone dell’habemusPapam” hanno subito innamorato lagremita piazza San Pietro, facendovibrare di commozione perfino il po-deroso colonnato del Bernini e gratifi-cando l’attesa, inaspettatamente tra-sformata in giubilo nell’arco di appenaquarantotto ore.

Nei brevi interventi del nuovopontefice riecheggiano con delicatainsistenza espressioni che fanno proprio

bene al cuore, ravvivano la speranza,accendono lo sguardo e accarezzanol’anima.

Chi non ha mai sognato di mano-vrare una magica astronave per navi-gare al di là delle stelle e sulle ali dellafantasia, abbandonare i vincoli di tem-po e spazio, raggiungere luoghi custo-diti esclusivamente nella memoria onei labirinti dell’anima, ritrovare voltiamati e rivivere frammenti di esistenzatrasfigurati in ricordi che il tempo faimpallidire?

Ebbene, sono stato tentato anch’ioda simile stravaganza. Per scatenare il“viaggio della mente” basta un suonoo l’eco di una voce, una scia di profu-mo, un’ombra o una vibrazione.

Ho ceduto, pertanto, a suggestionie potere evocativo del termine TENE-REZZA.

Una parola disarmata, tra le primee più frequenti pronunciate da PapaBergoglio, forse quella più adatta a

svelarne il mondo interiore, lo spessoredell’amabilità, lo stile di uomo e diPastore, il concreto programma di que-sto nuovo “timoniere della Chiesa”.La sua ricorrente “ecclesiologia dellatenerezza” sembra mostrare i nitidiorizzonti verso i quali il primo Papagesuita e del Sud del mondo si proponedi far vela con la barca di Pietro tra imarosi del terzo millennio: lasciarsisedurre dall’oltre e dall’altrove, muo-versi con il coraggio di profeti di spe-ranza e di pace e portatori del Vangeloall’incontro con una umanità assetatadi compagnia, affamata di rispostesolidali per le sue inquiete solitudini,senza disertare i luoghi della fragilità,del dolore, della privazione. Tenerezzae compassione non sono forse le bendecon cui vediamo il samaritano dellaparabola (Lc 10, 25-37) fasciare leferite e le nudità del malcapitato rac-cattato tra i sassi e i cespugli perl’insidioso sentiero che sprofondava

in Gerico?Ho provato, dunque, a sbrigliare

l’immaginazione adottando la tenerez-za come un filo di lana, “chiave dilettura” e lampada con cui percorreregli avvenimenti tumultuosi che le so-lenni liturgie della Settimana santa ciinvitano a contemplare. Senza forzatu-re, ho scoperto che proprio la tenerezzaè tra i sentimenti e le emozioni piùpresenti nella tessitura degli eventi,che raccontano le supreme e decisiveore di esistenza terrena di Gesù Cristo.Tenerezza talvolta troppo diluita neisucchi amari della tragedia e soffocatatra le tonalità cupe e malinconiche deldramma.

Mi spingo oltre la soglia del cena-colo di Gerusalemme, oltre quella portache la tradizione impone proprio quellasera di lasciare aperta, per ospitareviandanti e pellegrini di passaggio, maancora di più per accogliere il Messia,che poteva giungere “come un ladro

nel cuore della notte”:è il 14 di Nisan, il mesedei prati fioriti. È ErevPesach (vigilia di Pa-squa). Al tramonto ès t a to sac r i f i ca tol’agnello, nato nell’annoe senza imperfezioni;secondo le consuetudinitutto è apparecchiato perla cena. Sarà l’ultima.

Adagiati su giacigliintorno alla mensa im-bandita, Maestro e di-scepoli sono intenti alcomplesso rituale cheevoca la straordinariaavventura di un popolodi schiavi che speri-menta la misericordiadel Dio Forte, Santo,Immortale.

C’è sapore di festae di memoriale. Man

mano, in questa stanza al piano supe-riore non danzano più soltanto ombredel passato. Arcane e sconvolgentiparole e gesti del Maestro trasfiguranogli antichi simboli comprimendo inessi una nuova definitiva realtà, unanuova eterna Presenza: Amatevi comeio vi amo… Prendete, questo è il miocorpo, frantumato per voi; questo è ilmio sangue sparso in riscatto per voi…Uno di voi mi consegnerà al poteredelle tenebre….

Le frasi percuotono i commensalirendendo ancora più intenso e palpabileil tumulto di emozioni. Cattura la miaattenzione un gesto colmo di tenerezza:il discepolo che è accanto al Signorereclina il capo sul suo petto. È Giovannie ha una domanda sulle labbra. Maintuisce che ogni risposta è intrecciataai ritmi del cuore del suo Signore, ilcuore stesso di Dio. E allora quel gestosi carica della tenerezza di un bimboche si abbandona fiducioso in grembo

alla propria madre.A notte alta, il cenacolo è vuoto.

Seguo a distanza il gruppo dei galileisegnati e redenti dal sangue sacrificaledel vero Agnello. Si dirigono al Montedegli ulivi, a oriente della città, doveGesù ama ritirarsi nell’orto del frantoio,il Getsemani. Anche lui sta per esseretorchiato come un grappolo maturo trale macine insanguinate della malvagitàdel mondo. Il chiarore lunare indugiasu volti contratti e oppressi dalla con-sapevolezza che il temuto epilogo piùvolte anticipato loro dal Maestro staper compiersi. Ormai è la fine!

Tra gli ulivi, Gesù si allontanadai compagni per immergersi ancorauna volta in solitudine nella rassere-nante intimità col Padre. Nei grandiocchi scuri umanissimi lampi di paurae di angoscia, che rendono fragili einermi. La risolutezza che fin lì hasostenuto i suoi passi pare vacillare:Abba! come separare da me questoamaro calice? Perché non cedere allatentazione di consegnare questo miocorpo alla vita anziché abbandonarloal gelido abbraccio della morte? Soche potrei, ma la mia libertà è pienasoltanto nel compiere, o Padre, il tuovolere….

Infinita tenerezza nelle parole cheGesù rivolge ai suoi trovandoli assopiti,vinti dalla tristezza da cui hanno trovatoscampo e rifugio in una ora di inco-scienza. Finanche a Giuda, che si ap-presta a consumare con un bacio iltradimento d’ll’amico, è riservata unadolcezza che stempera note tristi edolorose.

I soldati del Tempio al seguitodell’Iscariota devastano il silenzio dellanotte stellata; sono armati e hannoordini precisi; temono l’ira dei sommisacerdoti e degli anziani del popolopiù dell’infamia che stanno compiendo.Guizzano lingue di fuoco dalle fiaccolefumose e tra il clamore e lo scompigliodei discepoli colti di sorpresa, catturanofacilmente il Nazareno inerme con ilcoraggio dei codardi. Anzi, è lui chesi consegna: Sono nato per quest’oradi follia… Proprio la fine è il senso ditutto… Padre Santo, glorifica il tuoNome!

Dinanzi ai miei occhi di intrusoprende vita un vorticoso flusso di im-magini senza ordine cronologico. Glieventi si sovrappongono in un giocodi dissolvenze. È possibile scomporreil quadro visivo disegnando finestrecome su uno schermo digitale. In ognu-na un singolo avvenimento accade incontemporanea e in parallelo con altri.Posso selezionare sequenze e portarlein primo piano, fermare immagini,esplorare particolari, dilatare i tempidi azione: ecco il prigioniero trascinatocome un trofeo dinanzi al sinedrio; glisi rovescia addosso implacabile e astio-sa l’accusa di bestemmia: lui, poverouomo, si è dichiarato uguale a Dio

I

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 13FORMA

ZIONE

ari fratelli e sorelle, buon giorno!Oggi vorrei soffermarmi breve-

mente su un altro dei termini con cuiil Concilio Vaticano II ha definito laChiesa, quello di “Popolo di Dio”(cfr. Cost. dogm. Lumen gentium,9; Catechismo della Chiesa Cattolica,782). E lo faccio con alcune doman-de, sulle quali ognuno potrà riflettere.

1. Che cosa vuol dire essere“Popolo di Dio”? Anzitutto vuoldire che Dio non appartiene in modoproprio ad alcun popolo; perché èLui che ci chiama, ci convoca, ciinvita a fare parte del suo popolo,e questo invito è rivolto a tutti, senzadistinzione, perché la misericordiadi Dio «vuole la salvezza per tutti»(1Tm 2,4). Gesù non dice agli Apo-stoli e a noi di formare un gruppoesclusivo, un gruppo di elite. Gesùdice: andate e fate discepoli tutti ipopoli (cfr Mt 28,19). San Paolo af-ferma che nel popolo di Dio, nellaChiesa, «non c’è più giudeo né gre-co… poiché tutti voi siete uno inCristo Gesù» (Gal 3,28). Vorrei direanche a chi si sente lontano da Dioe dalla Chiesa, a chi è timoroso oindifferente, a chi pensa di non poterpiù cambiare: il Signore chiama an-che te a far parte del suo popolo e lofa con grande rispetto e amore! Luici invita a far parte di questo popolo,popolo di Dio.

2. Come si diventa membri diquesto popolo? Non è attraversola nascita fisica, ma attraverso unanuova nascita. Nel Vangelo, Gesùdice a Nicodemo che bisogna nasceredall’alto, dall’acqua e dallo Spiritoper entrare nel Regno di Dio(cfr Gv 3,3-5). È attraverso il Batte-simo che noi siamo introdotti in que-sto popolo, attraverso la fede in Cri-sto, dono di Dio che deve esserealimentato e fatto crescere in tutta lanostra vita. Chiediamoci: come fac-cio crescere la fede che ho ricevutonel mio Battesimo? Come facciocrescere questa fede che io ho rice-vuto e che il popolo di Dio possiede?

3. L’altra domanda. Qual è la

legge del Popolo di Dio? E’ la leggedell’amore, amore a Dio e amoreal prossimo secondo il comanda-mento nuovo che ci ha lasciato ilSignore (cfr Gv 13,34). Un amore,però, che non è sterile sentimentali-smo o qualcosa di vago, ma che è ilriconoscere Dio come unico Signoredella vita e, allo stesso tempo,l’accogliere l’altro come vero fratello,superando divisioni, rivalità, incom-prensioni, egoismi; le due cose vannoinsieme. Quanto cammino dobbiamoancora fare per vivere in concretoquesta nuova legge, quella dello Spi-rito Santo che agisce in noi, quelladella carità, dell’amore! Quando noiguardiamo sui giornali o alla televi-sione tante guerre fra cristiani, macome può capitare questo? Dentro ilpopolo di Dio, quante guerre! Neiquartieri, nei posti di lavoro, quanteguerre per invidia, gelosie! Anchenella stessa famiglia, quante guerreinterne! Noi dobbiamo chiedere alSignore che ci faccia capire benequesta legge dell’amore. Quanto èbello amarci gli uni con gli altri comefratelli veri. Quanto è bello! Faccia-mo una cosa oggi. Forse tutti abbia-mo simpatie e non simpatie; forsetanti di noi sono un po’ arrabbiaticon qualcuno; allora diciamo al Si-gnore: Signore io sono arrabbiatocon questo o con questa; io ti pregoper lui e per lei. Pregare per colorocon i quali siamo arrabbiati è un belpasso in questa legge dell’amore. Lofacciamo? Facciamolo oggi!

4. Che missione ha questo po-polo? Quella di portare nel mondola speranza e la salvezza di Dio:essere segno dell’amore di Dio chechiama tutti all’amicizia con Lui;essere lievito che fa fermentaretutta la pasta, sale che dà il saporee che preserva dalla corruzione,essere una luce che illumina. Attor-no a noi, basta aprire un giornale, -l’ho detto - vediamo che la presenzadel male c’è, il Diavolo agisce. Mavorrei dire a voce alta: Dio è piùforte! Voi credete questo: che Dio è

più forte? Ma lo diciamo insieme, lodiciamo insieme tutti: Dio è più forte!E sapete perché è più forte? PerchéLui è il Signore, l’unico Signore. Evorrei aggiungere che la realtà a voltebuia, segnata dal male, può cambiare,se noi per primi vi portiamo la lucedel Vangelo soprattutto con la nostravita. Se in uno stadio, pensiamo quia Roma all’Olimpico, o a quello diSan Lorenzo a Buenos Aires, in unanotte buia, una persona accende unaluce, si intravvede appena, ma se glioltre settantamila spettatori accendo-no ciascuno la propria luce, lo stadiosi illumina. Facciamo che la nostravita sia una luce di Cristo; insiemeporteremo la luce del Vangeloall’intera realtà.

5. Qual è il fine di questo po-polo? Il fine è il Regno di Dio, ini-ziato sulla terra da Dio stesso e chedeve essere ampliato fino al compi-mento, quando comparirà Cristo, vitanostra (cfr. Lumen gentium, 9). Ilfine allora è la comunione pienacon il Signore, la familiarità con ilSignore, entrare nella sua stessavita divina, dove vivremo la gioiadel suo amore senza misura, unagioia piena.

Cari fratelli e sorelle, essereChiesa, essere Popolo di Dio, se-condo il grande disegno di amore delPadre, vuol dire essere il fermentodi Dio in questa nostra umanità,vuol dire annunciare e portare lasalvezza di Dio in questo nostromondo, che spesso è smarrito, biso-gnoso di avere risposte che incorag-gino, che diano speranza, che dianonuovo vigore nel cammino. La Chie-sa sia luogo della misericordia e dellasperanza di Dio, dove ognuno possasentirsi accolto, amato, perdonato,incoraggiato a vivere secondo la vitabuona del Vangelo. E per far sentirel’altro accolto, amato, perdonato,incoraggiato la Chiesa deve esserecon le porte aperte, perché tutti pos-sano entrare. E noi dobbiamo uscireda quelle porte e annunciare il Van-gelo.

Chiesa popolo di DioOnnipotente. Intollerabile! Da strap-parsi le vesti, da strappargli la vita.Recupero lì, in un angolo, Pietro so-praffatto dai rimorsi. Un gallo cantaancora mentre sopraggiunge l’alba ecol nuovo giorno la fretta di concluderela fastidiosa incombenza di eliminareil mite sovversivo macchiatosi di em-pietà. Ripercorro l’oscena ipocrita farsadegli uomini del Tempio dinanzi aPilato, il vociare della moltitudineassetata di sangue, la sconfitta dellaragione e della compassione... La orri-bile e disumana flagellazione. Poi miritrovo tra la marea di folla che sirovescia sulla strada che porta al luogodell’esecuzione. Due argini umani ein mezzo il drappello che spinge icondannati al loro destino di morte.La tenerezza che sembra bandita daimille volti deformati dalla rabbia, dalterrore, dalla pietà riemerge invecesulla violenza gratuita, sull’arroganzae il disprezzo, sulla ferocia che inebriale coscienze come un vino scadente.Nonostante gli indicibili tormenti, tra-bocca sovrumana in ogni sguardo,parola e gesto dell’innocente Agnellocondotto al macello: Padre, perdonaloro che non sono più padroni di sestessi… Donna, ecco tuo figlio….

Alle tre del pomeriggio, prima deltramonto della vigilia della grandeFesta, tutto è compiuto, la divina tra-gedia si è consumata e nelle sue viscereè germogliata l’umana redenzione.

Fermo il mio sguardo sulle ultimetenerezze: quella con cui Giuseppe diArimatea schioda il corpo trafitto dalvergognoso patibolo. La tenerezzaindescrivibile che sanno raccontareunicamente gli occhi di una Madresenza più lacrime quando in gremboa Maria viene adagiato il Cristo di Dio,il Figlio senza vita che quello stessogrembo aveva offerto alla vita.

Mi commuove, infine, la tenerezzache all’alba del terzo giorno brilla negliocchi di Maria di Magdala quando ilcuore le balza nel petto alla vocedell’amato Signore prima di ricono-scerne il volto.

Il mio “volo”, termina su un’altrasoglia, quella di una locanda a Emmausmentre osservo due discepoli del gio-vane Rabbi galileo scomparire nellanotte in direzione di Gerusalemme.Bruciano in bocca parole come carbonidi ginepro ardenti: Sì, è veramenterisorto... ha mangiato con noi! Negliocchi che erano spenti, miopi e tristi,guizzano ora bagliori di nuova speran-za, il cuore che la delusione avevaappesantito ora infonde energia ai passirendendoli agili e nervosi come digazzella; un misterioso chiarore li av-volge e traspare dai loro corpi comeda una lampada di alabastro. Mentrecorrono a perdifiato non si rendonoconto che stanno illuminando l’oscuritàdel mondo.

Ritorno al mio presente con dueperle preziose: la esaltante confusionedi chi ha visto e vissuto un’esperienzacosì intensa che solo il tempo puòcontribuire ad assimilare e proporzio-nare ai mediocri perimetri della mentee della coscienza; la ferma convinzioneche sarà una sovrumana tenerezza ainaridire le radici dell’odio e a spezzarele pietre che sigillano le prigioni dellamorte e impediscono il compiersi dellaPasqua nel cuore della Chiesa e dellastoria.

Cda l’Udienza Generale in Piazza San Pietro del 12 giugno 2013

FILODIRETTOAnno XX n. 2giugno 201214 FORMA

ZIONE

Progetto di formazioneitinerante anno 2012/2013

di Sabina Matera - Referente Gruppo Studio G.V.V. Provincia di Foggia

ORMAZIONELe Norme Interne art. 19

r i c h i a m a n o l e v o l o n t a r i eall’obbligo della formazionepermanente, personale e comu-nitaria.

In esse si distinguono ambitidifferenti:

1) Corsi per quanti intendo-no entrare a far partedell’ ASSOCIAZIONE;

2) Corsi su problemi reli-giosi e sociali del mondocontemporaneo;

3) Corsi di aggiornamentoe preparazione specificain settori di intervento.

È dovere di ogni volontarioe tale dovere si sostanzia inqualità di volontaria nella fre-quenza di corsi di Formazioneche sono sottoposte a valutazionee approvazione del Consiglio daparte della Responsabile delGruppo Studio art. 20 NormeInterne.

FORMAZIONE E METODOLO-GIA

I Corsi di Formazione Provin-ciale 2012-2013 ITINERANTIideati ed elaborati al fine di unaformazione della PERSONA edell’UOMO mirante a guardarel’ALTRO con occhi nuovi, ca-paci all’accoglienza ma non algiudizio piuttosto alla correspon-sabilità e alla evangelizzazionedell’altro attraverso la preghierae il raggiungimento della Fedequale premio di Dio versol’uomo.

Formazione ancora una voltamirata alla possibilità di una mag-giore sensibilizzazione al fine dirafforzare la passione per il sacri-ficio secondo il Progetto di Dioe non il progetto personale chepotrebbe sfociare nel relativismomorale (egoismo).

Esso pone l’uomo non in gra-do di ascoltare ma semplicementeosservare le carenze attribuibilia uno sguardo assente ritirato in

una Società, smarrite neicalcoli, nelle strategie se-duttive, nel culto del Poteree del Successo.

METODOLOGIAScelta personalizzata

dai referenti spirituali nellevarie 8 sedi provinciali eadattate a una platea va-riegata in età, estrazionesociale, cultura.

OBIETTIVI- Vivere in comunità,

ispirarsi alle 5 virtù Vin-cenziane reprimendo gliimpulsi, lavorando conpassione senza finzioni eraggiri.

- Il padre spirituale diLucera Don Pasquale Tri-visonne ha invitato le as-sociate a fare tesoro diquesto corso formativoesortandole a vivere conspirito di carità e di unionefraterna.

- Leggere i contenutidella Fede nella Lettera delPapa e il Catechismo dellaChiesa, vivere in preghieradedicando un po’ del tempodelle nostre vite con AnimoContemplativo nel silenzio,isolandosi dal mondo epregando per sé e per glialtri.

La S. Pasqua è il mo-mento della Conversionedel Cuore e per noi vin-cenziane deve essereproficuo per la nostra in-tegrità evangelica e la Ca-

rità verso Dio e verso il Prossimo.

CONTENUTIIl progetto finalizzato agli

obiettivi programmatici dopo ilCongresso di Monopoli è statosviluppato secondo le tematiche:50 anni dal Concilio e Anno dellaFede - 20 anni del CatechismoCattolico - LETTERA DEL PAPA- Educarsi alla Fede - L’uomoha fede? - L’umiltà - La SantaMessa - La preghiera - La pre-ghiera Vincenziana - Ascolto del-la parola di Dio - Relativismomorale - S. Vincenzo e le 10 re-gole - S. Vincenzo contemplazio-ne, azione e virtù.

Proficuo per i gruppi dellevolontarie in un periodo di pausasabbatica; tutte partecipi e semprepresenti tranne là dove le anzianeerano in netta maggioranza.

Utile per migliorare la capa-cità personale all’ascolto dellaParola, potenziare la disponibi-lità alla Condivisione e alla risco-

perta della Fede. Necessario perguardare “l’ALTRO” con occhid ive r s i , i ncon t r a r l o come“PERSONA” unite dalla conver-sione fraterna e dalla correspon-sabilità.

VALUTAZIONII Corsi di Formazione Provin-

ciale – ITINERANTIProgetto ideato ed elaborato

dalla Responsabile Prov.le Gr.St. Prov. di Foggia, Sabina Mate-ra è maturato attraverso una at-tenta analisi delle SK di Forma-zione Triennale 2010-2012 a leipervenute da tutte e 8 le sediProv.li nelle quali è emersa larichiesta pressante di “Percorsiformativi a carattere spirituale edifferenti altre tematiche.” LaResponsabile Prov.le Gr. St. ri-chiesta e ottenuta la disponibilitàa collaborare di Don PasqualeTrivisonne (LUCERA), Suor Pa-ola Palmieri (CERIGNOLA), Pa-dre Biagio Falco (MELFI), DonGerardo Rauseo (CANDELA),già collaboratori periodici, hainviato il Progetto alla PresidenteRegionale Giovanna Gadaleta(BARI) che ne ha approvato icontenuti e in seguito lo ha pre-sentato, alla sua Presenza, al Con-siglio Provinciale di Foggia chelo ha approvato il 19/10/2012. Ilcorso è iniziato il 6/11/2012 e siè concluso a fine Marzo 2013 coni Ritiri Spirituali.

CONSIDERAZIONIIl Progetto approvato dal

Consiglio Provinciale a Foggiail 19/10/2012 ha avuto un succes-so meritato nelle varie sedi itine-ranti e data la partecipazione as-sidua, ha sensibilizzato tutte levolontarie a una formazione cri-stiana e pluriformativa cosi’ co-me auspicato nelle loro richiestetramite le SK di formazione2010-2012.

Ha trovato diversi ostacolinel corso della sua itinerante for-mazione che hanno messo a fuocoalcuni contrasti ma che non hannopiegato la determinazione e laforza del suo positivo esito spiri-tuale e nella forza e determina-zione di chi lo ha ideato, proget-tato, creduto in esso, ha operatop e r l a s u a r e a l i z z a z i o n e .

Nella forza spirituale e mora-le del suo relatore Fg nord: DonPasquale Trivisonne (LUCERA),nella forza dello Spirito di Dio,nella forza della Fede fino allanaturale conclusione dei corsi ealla scadenza cioè fino ai RITIRISPIRITUALI.

F

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 15laLEGGE

INFORMA

La crisi e le “ricette”del Terzo Settore

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OPPURE AL NUMERODI FAX: 0883.630735

[email protected]

Dott.ssa Annalisa Graziano / [email protected]

I n tempo di crisi, bisogna fareattenzione a “Non Sprecare”.

È proprio questo il nome delpremio, giunto alla quarta edi-zione, nato da un’idea di Anto-nio Galdo per valorizzare lebuone pratiche orientate a capo-volgere il paradigma contempo-raneo dello spreco.

Il concorso premia ogni an-no le più originali e utili inizia-tive antispreco ed è stato pre-sentato lo scorso 25 maggio alFestival dell’energia di Roma.Anche per il 2013 "Non spreca-re" è articolato in quattro sezio-ni: aziende, istituzioni e asso-ciazioni, scuole, personaggio.Tra i partner, i l Ministerodell’Ambiente, il CNR (Consi-glio Nazionale delle Ricerche),il gruppo editoriale Banzai, RaiRadio1, l’Università "La Sa-pienza" di Roma.

In linea con lo spirito dellamanifestazione, i vincitori sa-ranno premiati con un quantita-tivo di prodotti biologici parial peso del vincitore della cate-goria, offerti dalla società "AlceNero & Mielizia" specializzatanell’agricoltura biologica. Perpartecipare, inviando una e-

mail, c’è tempo fino al 30 set-tembre 2013.

S e m p r e n e l l ’ o t t i c adell’attenzione all’ambiente,partirà prossimamente un corsodi qualifica in "Ecologia dome-stica - Personale di compagniae personale qualificato di ser-vizio alle famiglie" organizzatoda AFORIS - Impresa Sociale,i n co l l abo raz ione con i lCe.Se.Vo.Ca. Il corso, di com-plessive 600 ore comprensivedi stage, ha come finalità quel-la di fornire a n. 18 donne, ita-liane e straniere, residenti nellaprovincia di Foggia, prive didiploma di istruzione seconda-ria superiore oppure diplomatema che necessitano di nuovaqualifica e iscritte all’anagrafedei Centri per l’Impiego dellaProvincia di Foggia, precisec o m p e t e n z e r e l a t i v eall’assistenza per servizi a sup-porto della conciliabilità, dellavivibilità e del benessere infamiglia.

La partecipazione al corsoè gratuita (è previsto il rimborsodelle spese viaggio giornalierecon mezzi pubblici per le nonresidenti a Foggia). La frequen-

za è obbligatoria per almeno il70% del monte ore complessi-vo: l’attestato di qualifica saràdi "Personale di compagnia epersonale qualificato di servizioalle famiglie", con il codice5.5.3.2.0 della classificazioneISFOL.

Buone notizie anche per ipiù giovani. Il Bando Volontaridel Servizio Civile dovrebbeessere pubblicato a settembre2013. Lo ha rilevato poco tem-po fa il settimanale "Vita", ri-prendendo le dichiarazioni resedal dirigente dell’Ufficio Nazio-nale Servizio Civile, interven-tuto al 1° Meeting nazionaledelle Misericordie tenutosi aModena. "Fino ad ora solo 7regioni su 21 hanno consegnatole graduatorie - le dichiarazionidi Raffaele Michele De Cicco- per cui non credo che saremoin grado di fare il bando primadi luglio e siccome non è ragio-nevole tenere le selezioni inagosto, ritengo che non ci sianoalternative ad andare a settem-bre". Nessun punto fermo nem-meno sui finanziamenti. Certi,invece, quelli del “GruppoBarilla”. Per celebrare il cente-

nario della nascita di Pietro Ba-rilla, imprenditore che credevanei giovani e nel loro futuro,l’omonimo Gruppo alimentareha deciso di lanciare l’iniziativa"Barilla per i Giovani", dedicataa ragazzi tra i 18 e i 28 anni, erealizzata in collaborazione conCentroMarca e Unione Parmen-se degli Industriali.

I giovani con un’idea su co-me migliorare il pianeta e laqualità della vita delle persone,p o t r a n n o r a c c o n t a r l a s uwww.barillaperigiovani.it, in-cludendo il percorso formativoa cui aspirano; gli autori delleidee migliori potranno aggiudi-carsi fino a dieci borse di stu-dio, del valore di € 40.000 cia-scuna, per intraprendere ilpercorso e acquisire le relativecompetenze.

I progetti – e i relativi per-corsi formativi – dovranno ap-partenere ad uno dei seguentiambiti: Business management;Qualità e innovazione; Arte,Comunicazione e Design; Nonprofit.

L’iniziativa sarà attiva finoal 30 settembre 2013.

FILODIRETTOAnno XX n. 2giugno 201216 AREA

PROGETTI

Convegno Nazionale G.V.V. AIC ItaliaRoma, 22-24 maggio 2013 - Casa Maria Immacolata

dalla relazione di Lucia Tedesco - Responsabile Nazionale Area Progetti

n abbraccio e un saluto atutte voi, ringrazio di cuore

le regionali delle sei regioni(Lombardia, Marche, Puglia,Lazio, Friuli Venezia Giulia,Sici l ia) che hanno rispostoalla mia richiesta e hanno in-viato l’elenco dei progetti av-viati o conclusi nel 2012. so-n o p e r v e n u t i i n t o t a l eventisette progetti promossidal Volontariato Vincenzianoe nove progetti promossi daaltri enti in cui il VolontariatoVincenziano è partner. Inoltresono pervenuti 17 micropro-getti dalla Sicilia.

Nel presentarvi i progetti,ho preso in considerazione so-lo i proget t i p romoss i da lVolontariato Vincenziano.

Tutti molto interessanti iprogetti pervenuti riguardantii vari ambiti di servizio chel ’associazione t radiz ional-mente svolge:

• Contrasto alla povertà;• Aiuto alle donne;• Minori;• Giovani;• Anziani;• Intercultura;• Promozione del volon-

tariato;• Archivio storico.

Tra i progetti pervenuti,ho selezionato due progettiparticolarmente significa-tivi,

• i l p r o g e t t o “ I LGIRASOLE” del laLombardia;

• il progetto “TUTTI INRETE” della Sicilia.

Primo progetto:PROGETTO ”IL GIRASOLE“

Motivazioni della scelta:• L’utilizzo dello strumento del

micro-credito ed il riferimentolegislativo presente;

• Sostegno economico/ dignitàdella persona/riconoscimento dellerisorse;

• Azione della mission vincen-ziana sotto forma di progetto indi-viduale;

• Il progetto permette di aiutare“i nuovi poveri” cioè quelle personeche da un relativo benessere, perla perdita del lavoro sono improv-visamente scivolate nel bisogno;

• L’azione coinvolge e pro-

muove la persona nel bisogno checollabora al suo progetto di vita;

• L’azione stimola le volontariead una formazione più specificache permette loro di affiancare conefficacia la persona e di sostenerla.

IN SINTESIIL PROGETTO “IL GIRASOLE”

DURATA COSTIE FINANZIAMENTI

2012/2013 (SPERIMENTA-ZIONE PER 2 ANNI) Capitale dipartenza per il progetto: € 10.000

AREA DI INTERVENTOTipologia di “piccolo credito

con finalità sociali”, che mira adaumentare il livello di inclusionesociale e finanziaria delle personein condizioni di vulnerabilità socia-le, fornendo loro un sostegno. Sitratta di offrire prestiti di piccolaentità, fino ad un massimo pro ca-pite di € 2.000, dati a soggetti condifficoltà di accesso al sistema ban-cario per affrontare spese improv-vise legate alla salute, alla casa,alla famiglia, all’istruzione dei figli,al lavoro.

DESTINATARIPersone singole, famiglie che

afferiscono al Gruppo operativoGVV e che hanno bisogno di unpiccolo credito per le seguenti fi-nalità: emergenza per gravi motividi salute; acquisto prodotti per lasalute, Scadenza affitto o mutuo,Percorsi formativi qualificanti diprofessionalità per il reinserimentolavorativo, attrezzature per l’avviodi un lavoro artigianale ,pagamento

per le tasse universitarie dei figlia carico, ed altro.

ATTIVITÀ SVOLTE• Creazione di un comitato re-

gionale che cura l’esecuzione deiprogetti con funzioni di monitorag-gio e valutazione sulle attività deiGruppi;

• Individuazione di un tutorche segua la persona beneficiariadel piccolo credito;

• Percorso formativo per le vo-lontarie tutor che intendono usufru-ire di questa forma di sostegno perle persone da loro individuate e cherientrano nei requisiti previsti;

• Sistema di monitoraggio: at-tività di monitoraggio e di analisicostante tesa a rendere accessibilie trasparenti le attività e gli esitidella suddetta iniziativa.

OBIETTIVI E FINALITÀ• Permettere l’accesso ai servizi

finanziari alle persone in condizionidi povertà ed emarginazione sociale;

• Ridurre l’impatto della crisisul capitale umano, salvaguardandola capacità di azione e la professio-nalità delle persone;

• Favorire livello di inclusionesociale e finanziaria delle personein condizioni di vulnerabilità socia-le.

PRINCIPALIRISULTATI ATTESI

Del capitale iniziale si prevedeil ritorno dell’importo investitonell’attività di “piccolo credito”pari al 90% . Il ritorno del capitaleinvestito è utilizzato per altri piccolicrediti.

U

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 17AREA

PROGETTISecondo progetto:PROGETTO “TUTTI IN RETE”

Motivazioni della scelta:• Promozione del lavoro di

rete tra gruppi GVV, pubblico eprivato sociale;

• Sostenibilità del progetto nellungo termine con bassi costi;

• Promuove una buona prassie favorisce il rinforzo e l’efficaciadegli interventi delle politiche so-ciali.

IN SINTESIIL PROGETTO “TUTTI IN RETE”

DURATA COSTIE FINANZIAMENTI

Anno 2010/2012.C o s t o c o m p l e s s i v o €

189.876,73. Finanziamento €133.603,98 pervenuto dalle Fon-dazioni Bancarie.

Bando di Perequazione per laProgettazione Sociale - RegioneSicilia anno 2008.

AREA DI INTERVENTOPalermo: Gruppo GVV Santa

Caterina Labourè - Istituto SanVincenzo, Quartiere NoceZisa.

Tutti i Gruppi di Aragona(AG), di Canicattì (AG),di Trapanie di Erice Casa Santa.

DESTINATARIMinori, giovani e anziani (ita-

liani e stranieri), donne e famigliea rischio.

UTENTI COINVOLTINel corso dei due anni nelle

varie territorialità sono stati coin-volti indirettamente circa 2000utenti, anche se i destinatari direttisono stati circa 1.020.

NUMERO OPERATORIE RUOLO

120 operatori, alcuni con con-tratto di lavoro occasionale acces-sorio, altri professionisti con con-t r a t to d i l avo ro au tonomooccasionale e altri volontari.

ATTIVITÀ SVOLTEConvegni. Laboratorio ludici

e ricreativi. Corso di cucina. In-contri tra anziani, giovani e immi-grati ed esperti in antichi mestieri,Centri d’ascolto. Corsi di recuperoscolastico. Visite guidate presso ilaboratori artigianali. Realizzazio-ne di un giornalino. Campo estivoe colonie. Counseling nelle scuole.Percorso educativo igienico-sanitario. Sportello di educazionealla legalità. Attività di animazionee ricreative Recupero dei giochi

OBIETTIVI E FINALITÀ• Creare spazi di socializzazio-

ne per le famiglie a rischio diesclusione;

• Prevenire il disagio socialee il rischio di esclusione ed emar-ginazione;

• Accrescere le possibilità deisingoli, attivando la consapevolez-za delle proprie risorse;

• Sviluppare capacità, risorsee strategie per l’attivazione diazioni di rete tra enti del pubblicoe del privato sociale (Empower-ment sociale);

PUNTI DI FORZADEL PROGETTO

• attuazione di protocolli diintesa tra pubblico e privato socia-le ed il mondo del volontariato;

• sensibilizzazione verso unmodus operandi che porti al pro-seguimento delle progettualità at-tivate.

SUGGERIMENTI AL DIRETTIVONAZIONALE PER INCENTIVARELA PROGETTAZIONE DEI GRUPPIE LA PARTECIPAZIONE AI BANDI

• Inserire nei programmi diformazione dei percorsi formativialla cultura progettuale;

• Aggiornare periodicamente il sito nazionale inserendo l’areaprogetti;

• Individuare regole chiare perla presentazione dei progetti che pos-sono variare da regione a regione;

• Rendere sostenibili nel tem-po i servizi e le attività che scatu-riscono con i progetti;

• Nelle regioni con un unicocodice fiscale, si suggerisce didiversificare gli ambiti dei progetti e i bandi a cui i progetti rispon-dono.

RIFLESSIONICome si è visto, solo alcune

regioni hanno inviato i progettidei loro gruppi, le altre regioninon hanno risposto malgrado imiei solleciti. Questo significa chesi da ancora poca importanza allacomunicazione tra noi, è necessa-rio implementare la nostra comu-nicazione e la diffusione di notizierelative ai progetti ed ai bandi,questo perché la crescita di ungruppo può rappresentare un buongancio per gli altri gruppi ed unesempio di buona prassi da segui-re. La diffusione e la circolazionedelle notizie genera conoscenze estimola i gruppi a riflettere ed aprendere esempio, ad attuare cam-biamenti rispetto alle proprie pra-tiche. Anche questa è una formadi carità:mettere a disposizionedegli altri gruppi le proprie com-

petenze e le proprie co-noscenze. Lavoriamo, alivelli nazionali e re-gionali, perché i gruppisi orientino a mettere inrete i loro progetti, ancheutilizzando il nostro sitointernet, che va aggior-nato costantemente etenuto al passo coi tempi.

Oggi ci facciamoportatori di una culturaprogettuale che è il me-todo su cui si basa tuttoil servizio vincenziano.San Vincenzo usavaquesto modo di fare nonsolo quando doveva darerisposte ai vari bisognidelle povertà che in-cont rava , ma anchenell’organizzazione dellesue attività.

Le figlie della caritàsono nate proprio in ri-sposta ad una verificadell’operato delle cha-rités.

Punto focale del metodo pro-gettuale è la verifica costante diciò che si mette in atto, ovvero ilmonitoraggio e la valutazione, in-fatti nella nostra organizzazionesono previste ad ogni livello leassemblee statutarie che sono mo-menti importanti di verificaall’interno della nostra associazio-ne in cui mettere in evidenza puntidi forza e di debolezza.

È importante che una voltaindividuati i punti di debolezza siproceda a progettare interventi piùefficaci per agire sui punti di de-bolezza. Quando parliamo di pro-getti dobbiamo sapere che non cis o n o s o l o p r o g e t t i r i v o l t iall’utenza, ma vi sono bandi chedanno la possibilità di migliorareil funzionamento delle associazio-ni per renderle più preparate, in-formatizzate ed al passo con i cam-biamenti.

Per incrementare l’efficaciadelle azioni progettuali e la loroorganizzazione sarebbe auspicabi-le che in ogni regione ci fosse unavolontaria responsabile dei proget-ti dei GVV, che raccolga informa-zioni e li invii alla responsabilenazionale per un coordinamento euna comunicazione efficace. È ne-cessario inoltre mantenere vivi icontatti con i centri servizi al vo-lontariato che possono esserci digrande aiuto nell’immetterci nelmondo della progettazione.

I servizi e le attività che scatu-riscono con i progetti dovrebberoessere sostenibili nel tempo, quindicontinuare anche quando la durataprevista per il progetto è terminata,grazie ai progetti l’associazione haoccasione di crescere e di avvici-nare giovani e nuovi volontari allarealtà vincenziana.

San Vincenzo ha indicato aisuoi seguaci il metodo di lavoro,un metodo che si basa sulla culturaprogettuale. Spesso diciamo di es-sere fieri di aver ereditato il“carisma vincenziano”, un carismasempre in divenire che proietta lanostra associazione nel futuro, maè solo seguendo le indicazioni cheS.V. ci suggerisce che riusciremoveramente a rendere sempre attua-le e dinamica la nostra associazio-ne.

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 201318 LETTO

perVOI

Tristezza del peccato,gioia del perdonoRicerca di un monaco benedettino nell’«Anno della fede»

(11 ottobre 2012 - 24 novembre 2013)

È vero che, per la nuda salvezza, basta pentirsi all’ultimo.Ma per quest’incontro supremo, perché sprecar tempo?

Ci pensi, fratello, sorella, quanto rimpianto, rimpianto proverestiSe altre meraviglie della vita – ma certo non valgono Dio

come la scienza, la natura, l’arte, la musica, l’amore,tu le scoprissi solo agonizzante: (A.I.Chiusano Preghiere selvatiche).

di Pasquale Fallacara

i riteniamo tutti ottimi cristiani.Ma quanti credenti sono consape-

voli o riescono a comprendere checonfessarsi non significa riferire alsacerdote un elenco di violazioni aidieci comandamenti, ma recuperare -attraverso la richiesta e l’ottenimentodel perdono - il rapporto d’amore cheil peccato ha infranto con il propriotradimento?

Per far maturare questa consape-volezza. propongo questo letto per voistralcio della ricerca del benedettino.

Secondo il Card. J Ratzinger –Benedetto XVI, il tema del peccato èuno dei temi su cui oggi regna unperfetto silenzio.

In parte tutto questo è spiegabileperché “avere un’idea debole del pec-cato, fa parte del nostro esserepeccatori” (Kierkegaard)

Il peccato è il dissolversi del lega-me creatura-Creatore. Ci siamo separatida Dio per il desiderio di parteciparealla divinità mediante la potenza e nonmediante l’amore. Mediante l’esseree non mediante in non-essere (S .Weil,Quad. III, 250).

La verità è espressa nella confes-sione di S. Francesco: “Io sono abissodi vanità e di niente; Tu sei abissi diverità, di sapienza e di bontà e di ognicosa: Dio mio e mio tutto.

La coscienza del peccato’ è perKierkegaard ‘il punto di partenza perdivenire cristiani’. Infatti il riconosci-mento del peccato è un evento reale ecosì la disperazione, e così anche laredenzione mediante la fede» (Witt-genstein M S 118,7 sett.1937), nelCristo che è morto per i nostri peccati

(1 Cor. 15,3).Ah! Perché non comprendiamo

che il peccato è una guerra aperta ditutti i nostri sensi e di tutte le nostrepotenze contro il nostro Dio, una garauniversale a chi più inventa tradimenticontro il proprio Re?» (Santa Teresad’Avila, esclamazioni dell’anima aDio, 14,2 in Opere p.1055).

MISTERO DELLA CREAZIONELa creazione è intesa nella bibbia

come prodigio di Jahvè, di lì prendeinizio la storia della salvezza. PerIsraele ‘la creazione è dunque il primocapitolo della storia della salvezza.

In principio, cioè prima di Mosè,prima di Abramo, prima di Noè. Dioha creato, e con la creazione, ha im-maginato l’opera di salvezza’ (Lauretel,o.c. ivi).

Anche il Concilio Vaticano II,nella Dei Verbum intende la creazionecome primo atto della storia dellasalvezza.

Quando Dio dice a S. Caterina: “Iosono colui che è, tu sei colei che non è”non intende schiacciarla ma sottintendequella follia di amore che lo spinge adunire ciò che è assolutamente contrario.Dio non si stanca di aiutarci anche quan-do se ne sta in silenzio. Anche nel silen-zio Dio ci parla, ci inquieta, disturba lanostra quiete con una inquietudine pun-gente e poi ci dice: “ vuoi sapere doveero, ero nel tuo cuore e nella tua testa”. Sono l’anima della tua anima”(J Gren,La luce che resta, Milano, Rusconi!977, p.30).

CREAZIONE A CADUTAPer S. Agostino l’initium

dell’uomo è il peccato di Adamo.L’uomo inizia po-nendosi di fronte aDio, come altro da lui,con amore di sé finoal disprezzo di Dio(S.Agostino, De ci-vitate Dei XIV, 28)

«Dove sei?»(Gen.3.9), chiede Dioad Adamo, non per-ché questi si è per-duto, ma perché Diolo ha perduto e nont r o v a p i ùquell’Adamo la cuiparola gli era indi-spensabile. Analo-gamente davanti aquesta rottura l’uomodomanda: «dov’è ilSignore?» (Ger.2,6).

Togliete il pec-cato originale equalsiasi psicologiadiventa incompren-sibile». Ma anche ilpeccato personale ci

aliena da Dio, ci debilita e ci fa diven-tare idolatri. «Abbiamo i nostri idoli.Uno di essi è la carne, un altro il denaroe poi l’io, certo il più terribile di tutti.

Il peccato è quindi il senso di colpanella luce della fede, cioè il Dio, nelmistero di Gesù, giusto giudice e potenteredentore, nella consolazione e difesadello Spirito Santo. Il senso di colpasenza il senso del peccato imprigional’uomo in una solitudine disperata.

Bisogna evangelizzare il senso dicolpa annunciando il Vangelo della

misericordia e della grazia del perdononello Spirito che ci difende.

Peccato è quindi il senso di colpanella luce della fede, cioè il Dio nelmistero di Gesù, giusto giudice e po-tente redentore, nella consolazione edifesa dello Spirito Santo.

Vangelo della redenzione Croceprezzo del nostro riscatto l’uomopeccatore non può essere redento chedall’amore sofferente di Dio. La crocedi Cristo è la figura dell’amore eternodel Padre mentre il Figlio si dona alPadre nello Spirito per noi.

Il mistero della SS. Trinità, il pri-mo e più grande mistero della nostrafede nel Padre attraverso la parola delFiglio per celebrare l’incontro nellagrazia e forza dello Spirito. Il Padre èla dimora in cui dobbiamo entrare, ilFiglio è la porta che conduce in questadimora, lo Spirito Santo è la chiaveche apre la porta (S.Simeone il nuovoteologo).

Tu vedi la trinità se vedi la carità.ecco le tre cose: l’Amante, l’Amato,e l’Amore (S. Agostino, de trinitateVIII 8-12; 9.14).

‘Non è sufficiente conoscere Dionella sua gloria e maestà, ma è neces-sario conoscerlo anche nell’umiliazionee nell’infamia della Croce.

In Cristo, nel Crocifisso stanno lavera teologia e la vera conoscenza diDio’ (Lutero)

Da una parte il peccato è respon-sabile della Croce, ma dall’altra, laCroce è la vittoria sul peccato da partedell’amore, più forte, di Dio.

Tu Signore Gesù, sei la mia giu-stizia mentre io sono i tuoi peccati; Tuhai preso il mio e mi hai donato il tuo;hai accolto quello che Tu non eri e mihai dato quello che io non ero. GesùCristo nella nostra morte è la nostra

vita, nel peccato il nostro perdono,nella miseria il nostro aiuto, nellaguerra la nostra pace. Questo è Dio(Lutero)

Se l’agonia di Gesù si coestendea tutta la storia umana, se egli ha sof-ferto per dei peccati che sono ancoraa divenire e che si faranno fino allafine del mondo. Allora sono io che,peccando domani, l’avrò messo inagonia duemila anni fa, per cui Gesùsarà in agonia fino alla fine del mondo.(Pascal).

Non c’è più peccato dentro di noial quale la sua piaga non risponde.(Claudel, Via Crucis Stazione XIV)

SACRAMENTO DELLARICONCILIAZIONE

Le ultime parole della vita diDostoevskij sono state: “ricordatevisempre del perdono del Padre e dellagioia di perdonare. L’amore di Dionon ha né misura né limiti”.

La prima parola pubblica di Gesùè quella stessa dei profeti, “ritornate”(Mc 1,14) perché non solo il suomessaggio ma lui stesso è il ‘ritorno’di Dio all’uomo nella grazia miseri-cordiosa: «Siate misericordiosi cosìcome Dio vostro Padre è misericor-dioso» (Lc 6,36).

Nella Croce pasquale di GesùCristo si compie la paradossale coin-cidenza tra giustizia e amore, per cuila Croce è ‘il giudizio del giudizio’ (S.Massimo il confessore).

Così quando Gesù incontra ipeccatori trasforma quell’incontro diriconciliazione in una festa: “Il ritornodel figliol prodigo. Preparate il granbanchetto. Che regni la gioia, che ilcanto sollevi i petti, che la pace riconcilii vivi e i sopravvissuti: amatevi l’unl’altro, rallegratevi, è la fine del viaggi,è la festa del ritorno” (E.Weisel,L’Ebreo errante p.130).

Questo mistero di perdono e digioia si continua oggi nella Chiesamediante i sacramenti della Penitenzae dell’Eucarestia nei quali il Padreaccoglie il figlio pentito che fa ritornoa lui. Il Figlio si pone sulle spalle lapecora smarrita per riportarla all’ovile,e lo Spirito Santo santifica nuova-mente il suo tempio o intensifica inesso la sua presenza (Rito della Pe-nitenza).

C

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 19LETTO

perVOI

La sposa del SoleRomanzo, pp. 130 - Ed. Genesi, Torino 2013 - Euro 15,00

Gianna Sallustio

di Damiano d’Elia

ianna Sallustio è una figura euna presenza intellettuale e cul-

turale nella nostra città; di quellepersone che non hanno mai portatoil cervello all’ammasso. Di solidaformazione classico-umanistica estorica, la sua scrittura, dalle liricheai racconti, ai saggi monografici ècritica e propositiva, alludente semprea valori di piena umanizzazione dicui coglie i segni, ne denuncia di-storsioni, addita orizzonti di umanadignità, di lealtà, di verità anchescomoda, di bellezza.

La sua acuta “curiosità” allacommedia umana, in senso storico-antropologico, le fa cogliere gli snodidella umana civilizzazione, le con-traddizioni, i tradimenti ma anche ivalori e i faticosi progressi, i confrontie i riconoscimenti.

Ecco allora l’attenzione alle di-namiche interculturali e del potere laquale si fa vibrante e indignata pro-testa quando in tutte le forme, diventadominio, paludamento di supremaziaistituzionale, di religione, di tradi-mento dell’umano nella dignità e nelladecenza.Sallustio è attraversare l’itinerario diuna coscienza partecipe del nostrotempo; è una caratteristica propriadegli scrittori di spessore questasimpatetica partecipazione e condi-visione, coinvolgente in sintonia statid’animo ed emozioni.

“Disturbare i rapporti di forza èun diritto”, denunciò l’Autrice nelprecedente suo libro “Nella valle deimonaci giganti” (2011).

Ne “La sposa del sole” è un versodel poeta latino Lucrezio (99-55 a.C.) tratto dal “De rerum natura”:“Tantum religio potuit suaderemalorum” che fa da epigrafe. Grandimisfatti sono stati commessi in nomedelle religioni, utilizzate strumen-talmente per motivi di dominio diuomini su altri uomini.

La struttura del romanzo èl’intreccio sincronico e diacronico divicende connesse all’attività del do-cente e archeologo Peter Sunningdell’Università di Pittsburgh e dellasua ex moglie Mary, anch’essa ar-cheologa in Perù. Il primo si dedicaa studiare gli scavi della civiltà diKarol, risalente a 5000 mila anni a.C. mentre Mary si dedica allo studiodelle pietre di Ica, cittadina a 100 KMa sud della capitale Lima.

Su quelle pietre nere rinvenutelungo un letto prosciugato di un fiume,si notano chiaramente graffiti chetestimoniano la convivenza di ominidicon dinosauri del Mesozoico ossia di180 – 200 milioni di anni fa.

Ci sarebbe da riscrivere la storiadell’umanità!

Nel 1532 l’invasione dei rozzi e

feroci conquistadores,dalla Spagna, mise a ferroe fuoco quella terra edistrusse come opera deldiavolo le testimonianzedella civiltà degli Inca.

Gli Spagnoli nonseppero fare buon’uso deitesori strappati al Pe-rù…oro, smeraldi…perché per ignoranza ealterigia li sperperavanoin guerre con l’Inghilterrae le Fiandre, visto che ilatifondisti spagnoli ohidalgos non sapevanocoltivare le loro terre conmetodi avanzati, affos-sando la propria el’economia dei popolisottomessi.. Nel testo sinarra anche della storiadi Wiracocha, il più po-tente imperatore Inca,ritenuto figlio del dioSole e venerato come dioanch’egli.

Inoltrandoci nellalettura conosciamo anchecome viene vissuta ladivinità della Madonna,tuttora: nelle chiese deiquartieri ricchi la statuadella Vergine è vestita con abiti rica-mati in oro e pietre preziose ed ha losguardo verso il cielo, mentre nellechiese di quartieri poveri la statua diMaria è vestita modestamente ed halo sguardo verso il basso, verso ilpopolo.

Da tener presente che gli Incanon usavano l’oro se non per costruirestatue delle divinità, alle quali comeomaggio donavano gli smeraldi.

Sino alla scoperta delle Americhe(1492) l’Europa ha visto nella culturagreca l’apice della civiltà basato sulprincipio d’autorità filosofico e reli-gioso – Aristotele e Platone – trascu-rando l’osservazione scientifica, checon fatica e con tanti pregiudizi vienesuperata dalla nascita della scienza,fondata sulla osservazione dei feno-meni della Natura da Galileo, Keplero,Giordano Bruno…

Il romanzo è corredato da unaserie di foto, della stessa Autrice chevanno ad arricchire la nostra cono-scenza e ci fa ammirare in tutto il suosplendore uno dei più meravigliosipaesaggi al mondo, il Machu Picchu,montagna di 2300 metri (circondatada montagne di più di 5000 metri: leAnde! ) coperta di fitta vegetazione,corredata di costruzioni come il tem-pio al dio Sole, il palazzodell’Imperatore, terreni a scalacoltivati…40 livelli di aree urbane!

La copertina ideata e dipintadall’artista Marisa Carabellese ci pro-pone con i colori rosso e nero delfuoco e della lava eruttati dal vulcano

Huascaràn e con il viso leggiadrodella fanciulla Janita, (immolata alladivinità malefica che tormenta conterremoti ed eruzioni i villaggi suideclivi costruiti) il dramma del sa-crificio umano.

Durante la lettura del romanzoho ripensato spesso alla manzonianaquestione tra invenzione e storia e inquesto lavoro ho colto questa positivacontaminazione emergente da unascrittrice curiosa e feconda che hasaputo coniugare le due realtà, unpercorso di profondità e leggerezza.La profondità data dalla enciclopediadelle informazioni sulle civiltà in-caiche e preincaiche con confronti eorizzonti sulla modernità della Storiacontemporanea e sul giudizio storico-critico.

La levitas dell’esposizione el’inventiva della scrittura rendel’accesso a tanta mole d’informazionecon una chiarezza di sintesi propriadi una cultura di spessore e di dominiodi strumenti linguistici da farne unamagistra dell’arte del racconto.

Grazie, Gianna, per averci ar-ricchiti con questa tua recente faticaaprendoci orizzonti inusitati su realtàche ci fanno superare il nostro occi-dentalismo, ci fanno ricredere sullanostra storia, ci orientano e pongononuova luce su lontane esotiche civiltà.

Ma grazie soprattutto per queltuo “eroico furore” per una sempremaggiore umanizzazione nella Verità,nel bello, nell’Amore.

Ecco perché non c’è nellaChiesa liturgia di lode che non siapra con la confessione dei peccati,come non c’è confessione che nontermini nella lode del rendimentodi grazie per il perdono.

Così il Vangelo ha aperto ilcammino della salvezza, il camminopasquale dell’umiltà e della povertànella sequela di Cristo, il servo cro-cifisso che ci guarisce con le sueferite e con la sua resurrezione che“è il perdono dei peccati donato aisuoi crocifissori” (S. Weil).

CONFESSIONE SACRAMENTALENel commento al racconto della

Genesi su sei giorni della Creazio-ne, S.Ambrogio rivela che Dio solodopo aver creato l’uomo si è ripo-sato avendo un essere cui rimettereil peccato. È come dire che Diocrea l’uomo per essere misericor-dioso.

Così il peccato in virtù del Tuoinvincibile amore è servito ad ele-varci alla vita divina.

La confessione è un impegnoper la Croce; perciò esige e produceun comportamento che cerca di ade-guarsi al comportamento del Signo-re, perché ogni cosa è inutile evana se non tende a Dio mediantela Croce del Signore, (P.van deMeer).

TESTIMONIANZE DAL VIVOLeonardo Mondatori nel libro

“Conversione” scritto con VittorioMessori a p, 65-66 afferma: «Laconfessione ben fatta, sincera, com-pleta è tra le maggiori fonti di gioiache l’uomo possa sperimentare. Haila certezza di essere riaccolto nellacasa del Padre: riconciliato con Dio,con te stesso, con gli altri. Ho biso-gno di questo strumento umano, chemi testimonia il perdono e la mise-ricordia divina, che è il sacerdote.

Hanno voluto sostituire la con-fessione con la psicanalisi. La dif-ferenza è enorme: nella catinelladello psicanalista, il paziente vomitail suo peccato, senza pentirsene.Mentre nella piccola capanna cheè il confessionale, il penitente, ilpenitente si unisce alla Redenzione,che è il supremo mistero del cristia-nesimo. Charles de Foucauld si erainginocchiato nella Chiesa diS.Agostino al confessionale di unprete di Ars, l’Abate Huvelin:“Padre non vengo per confessarmi”.E Huvelin rispose: “si confessi”.Quel dialogo fu predestinato a di-ventare un evento luminoso.

«Se il tuo cuore ti condannaDio è più grande del tuo cuore» (1Gv 3,20) per cui «laddove è abbon-dato il peccato, ha sovrabbondatola grazia» (Rom.5,20). In modo chepossiamo ricordare “non come cisiamo smarriti, ma come tu ci haisalvati” (Kierkegaard, Ivi 3,68).

Il benedettino che ha effettuatoquesta minuziosa ricerca non me nevoglia se io ne ho approfittato percui concludo con le sue stesse parole:

“Pace a colui che ha scrittoe a chi legge e a coloro

che amano il Signorein semplicità.

G

di Maria Rubino

melia Crovace, fondatricedell’associazione Volonta-

rie Vincenziane di Pezze di Gre-co con Maria Angelini, è stataesempio di vita per noi vincen-ziane, grande nella fede e instan-cabile nel servizio ai fratelli piùbisognosi. Con semplicità, umil-tà e rispetto si è accostata aipastori che hanno guidato e gui-dano la nostra comunità colla-

borando con saggezza e dispo-nibi l i tà . Donna sensibi lenell’individuare le necessità eforte nel combattere ogni formadi povertà. Con estrema riserva-tezza si accostava agli altri econ audacia sollecitava le istitu-zioni per ottenere sostegni eco-nomici e/o privilegi per gli as-sistiti dell’associazione. Haseguito i piccoli non solo con ilsostegno materiale ma anchecon quello spirituale, non solo

con l’aiuto nello studio ma an-che con amorevole affetto ren-dendoli figli, con la dignità difigli. Negli ultimi anni la malat-tia non le rendeva possibile lapartecipazione agli incontri delgruppo, ma con zelo ha realiz-zato lavori all’uncinetto che do-nava per le vendite di beneficen-za. Il fervore e la concretezzanell’azione sono state caratteri-stiche predominanti del suo ca-rattere. L’adesione alla volontà

di Dio ha caratterizzato il suoanimo. Ringraziamo il Signoreper averci donato una autenticatestimone del suo Vangelo.

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 201320 perNON

DIMENTICARE

A

di Miriam Ingellis

l giorno 6 Marzo, una tristenotizia è corsa tra tutte noi

volontarie del G.V.V. di Acqua-viva delle Fonti. Rosa QuatraroLaterza ci aveva lasciato quasiimprovvisamente! È difficileabituarci all’idea che Rosa nonc’è più la sua dipartita ha lasciatoin noi incredulità e amarezza.Rosa merita di essere ricordata,èstata la colonna portante delG.V.V. di Acquaviva per quasiquaranta anni,ricoprendo perlunghi periodi il ruolo di presi-dente. La mente va ai ricordi diuna donna cristiana,generosa,caritatevole, con un legame pro-fondo allo spirito di S. Vincenzode’ Paoli.Il gruppo era la suaseconda famiglia, il suo entusia-smo, la sua voglia di fare ci tra-scinava. I poveri erano sempre

nel suo pensiero, Rosa conosce-va uno per uno i membri dellefamiglie che ricorrevano a noinei momenti di difficoltà e tutticonoscevano la signora Rosa.Aveva la capacità di relazionarsicon loro costruendo rapporti diconfidenza e amicizia. Negli ul-timi tempi spesso non stava be-ne, ma nei momenti di benesseretornava ad essere la Rosa di sem-pre con proposte di nuove ini-ziative da realizzare sempre ecomunque a beneficio dei poverie dei deboli. Rosa è stata il no-stro punto di riferimento, hav i s s u t o t e s t i m o n i a n d onell’amore ai fratelli meno for-tunati, quella forza che solo lafede in Dio può donare. Non ladimenticheremo e pregheremoaffinchè il Signore l’accolganella sua infinita misericordia!

di Anna Longo Massarelli

l 6 novembre u.s. la nostraconsorella Rosa Tursilli Di

Nunno ci ha lasciato quasi im-provvisamente tra lo stupore el’incredulità.

Rosa era entrata nel Gruppodopo il pensionamento da do-cente di filosofia nel liceo diCanosa di Puglia e si era avvi-cinata spontaneamente a noi,perché il suo carattere solare,molto socievole l’avvicinavafacilmente agli altri.

In pochissimo tempo si erapienamente inserita nel Volonta-

riato, tanto che nelle ultime ele-zioni l’avevamo eletta segretariadell’Associazione in cui svolge-va con perizia il suo compito.

Ora con grande tristezza ri-cordiamo la sua umanità, il suosorriso sempre aperto, i suoiocchi dolci, la sua cultura chesi estrinsecava in progetti per ilVolontariato, e, soprattutto lasua carità cristiana sempre allaricerca di situazioni da sanare.

A tutte le amiche vincenzia-ne chiediamo una preghiera per-ché il Signore accolga la nostraRosa nel suo abbraccio eterno.

Amelia, vincenzianainstancabile

Una volontariaprofetica

In ricordo diRosa Tursilli

I

I

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 21NOTIZIE

daiGRUPPIBARI

Una dolce giornata

MODUGNO

Un esempio da imitare

di Antonella Caroli

l 14 aprile 2013, il GVV di Bariha organizzato la vendita dei dol-

ci in piazza San Ferdinando, perpoter realizzare con il ricavato dellaraccolta fondi, piccoli progetti de-stinati ai nostri assistiti.

La novità non è nell’evento,che spesso viene ripetuto in tuttaItalia dai vari GVV, ma nella mo-dalità con cui si è svolto.

Uno dei messaggi che MarinaCosta, vicepresidente internazio-nale, ci ha lasciato, durante il suosoggiorno a Bari, è stato quello disaper valutare la qualità dei nostrirapporti per poter collaborare in-sieme, cancellando, se mai ci do-vessero essere, atteggiamenti chepossano ostacolare il nostro ope-rare per i poveri.

Siamo una forza solo se ope-riamo in modo tale da potenziareil lavoro delle nostre Consorelle,annullando protagonismi personalie competizioni, che non hannoragione di esistere.

Con questo spirito, che do-vrebbe già appartenerci come vin-cenziane, ci fortificherà pensareche possiamo diventare coordina-tori insieme a Cristo.

Lo scopo comune a tutte quan-te e la consapevolezza di apparte-nenza al volontariato vincenzianoci ha fatto trovare, la mattina del14, tutte insieme in una sinergiatale che, alla fine della vendita ditutti i dolci, ci sentivamo più unite,

più vicine, più felici.Ogni gruppo, chi più chi me-

no, ha partecipato senza sottoline-are il suo intervento, ma collabo-rando con una grande intesa e unapartecipazione sistemica.

Una famosissima ditta di Car-telloni Pubblicitari ci ha donatol’uso del gazebo, messo a nostradisposizione sin dalle prime oredella mattina.

In seguito, sono arrivati tantis-

simi dolci da tutti i gruppi di vo-lontariato vincenziano di Bari, in-sieme a numerose consorelle chesi sono dedicate alla riuscitissimavendita, senza aver stabilito pre-cedentemente dei turni, di cui nonce n’è stato bisogno, in quanto iltutto fluiva con ordine e nella mas-sima armonia.

Abbiamo vissuto una magicacollaborazione e, man mano chec e n e r e n d e v a m o c o n t o ,

l’entusiasmo cresceva in ognunadi noi.

C’è stato un lavoro di rete pro-duttivo ed entusiasmante con larealizzazione di un ottimo risulta-to.

La nostra è una piccola testi-monianza che valeva la pena rac-contare come augurio di Buon La-voro per tutte noi, che stiamoinsieme per amare la Carità di Cri-sto.

di Anna Longo Massarelli

na volontaria del gruppo diModugno, Maria Gidiuli, è

un’insegnante in pensione, chegenerosamente offre la sua operaanche all’Università della TerzaEtà della nostra città.

Nel lavoro di quest’anno ellaha percorso un itinerario storico,che va dal 1861 al 1900.

Le lezioni sono state attenta-mente seguite dai corsisti, perchéla Gidiuli ha saputo con intelli-genza e vivacità di espressioneinserire la microstoria modugnesenella macrostoria italiana degli anniche seguirono alla proclamazionedel nuovo regno d’Italia fino allesoglie del Novecento.

Le guerre del tempo, le conqui-ste scientifiche, economiche e so-ciali, gli intrighi, le calamità natu-rali, l’arte, i personaggi maschili efemminili e tutto ciò che forma il

tessuto storico di quel tempo, èstato passato al vaglio e porto aicorsisti in modo accattivante e adat-to ad una platea di varia estrazioneculturale.

Soprattutto perché i vari riferi-menti al nostro paese con nomi,citazioni, luoghi hanno fatto com-prendere che anche noi Modugnesiabbiamo dato un contributo di pas-

sione, di sangue, di lavoro alla no-stra Patria, quindi anche noi siamostati artefici di quella storia.

Il lavoro ha riscosso, perciò, ilgradimento generale degli interes-sa t i , che hanno sol lec i ta tol’insegnante a raccogliere tutto ilmateriale in un libro.

Così il 24 marzo scorso, MariaGidiuli ha presentato ad una plateafolta e interessata il libro “Nel nuo-vo regno d’Italia” “Frammenti distoria locale” (1861 - 1900).

Ma ciò che poi ha suscitato ilplauso di tutti è stato l’annunziodell’autrice di devolvere il ricavatodel libro alla nostra Associazione.

Così è stato. E noi pubblica-mente ringraziamo la nostra conso-rella che, con il suo sacrificio dilavoro, ma anche economico hadato una boccata di ossigeno allanostra cassa molto sofferente inquesto momento di continue elar-gizioni a chi ha fame.

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FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 201322 NOTIZIE

daiGRUPPI

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MANDURIA

Note perla città

BITONTO

l Gruppo Volontariato Vin-cenziano di Manduria con il

patrocinio del Centro ServiziVolontariato di Taranto e lacittà di Manduria ha organizza-to, sabato 11 maggio 2013, unaserata di musica e poesia, nellaChiesa del Rosario, per soste-nere progetti di solidarietà alservizio dei fratelli più deboli.Ilprogramma ha compresol’esibizione del concerto delCoro “Alma Gaudia”, direttodal maestro SalvatoreMosco-giuri e “Poesie in libertà” a curadi Salvatore Buonomo e Ludo-vica Taurisano. La serata,allapresenza del nostro padre spiri-tuale Don Patrizio Missere,cheringraziamo di cuore, e di tantiamici che sostengono le nostreiniziative, ha avuto un enormesuccesso, dovuto al messaggioche noi volontarie siamo riusci-te a trasmettere e a far accoglie-re nonostante il difficile mo-mento di crisi.

Grazie alla generosità deipartecipanti il gruppo riusciràa finanziare un’ulteriore borsadi studio di euro1000,destinataai ragazzi dell’ultimo anno del-le scuole superiori che, pur es-sendo meritevoli, per difficoltàeconomiche non potrebbero ac-cedere agli studi universitari.IlGruppo Volontariato Vincen-ziano,soddisfatto del successodella serata, grazie alla collabo-razione gratuita del Coro AlmaGaudia e degli attori Buonomoe Taurisano, ringrazia tutti perla calorosa partecipazione e col-laborazione.

“Musica, poesiae solidarietà"

Centenario dellaParrocchia S. Caterina

Il gruppo dei G.V.V. ai 100 anni della Parrocchia con il Cineforum si San Vincenzo de’ Paoli

dai Volontari

l 18 febbraio 2013 è stato caratte-rizzato da un evento importante:

il Giubileo del centenario dellaParrocchia di Santa Caterina 1913

– 2013 nota come San Francesco diPaola in Bitonto.

Nella occasione l’Arcivescovodella diocesi di Bari – Bitonto S.EMonsignor Francesco Cacucci ci haonorato con la sua presenza e con larecita di una preghiera composta dalui stesso per la circostanza,

Non poteva esservi migliore riu-scita, specie nel contesto dell’annodella Fede., in cui ogni battezzato èchiamato a riscoprire la sua fedecristiana,

Per questo grande avvenimentol’Azione Cattolica Parrocchia ha or-ganizzato tre serate di cineforum nelsalone annesso alla Parrocchia, av-valendosi della competente esperien-za e professionalità del prof: MarcoVacca, Vincenziano, che ha accom-pagnato tutte le rappresentazioni ci-

nematografiche con dotti riferimentisuscitando notevoli e fecondi spuntidi riflessione.

Il primo incontro si è tenuto il23 febbraio con “ Roma città Aperta”di Roberto Rossellini; interpreti Anna

Magnani e Aldo Fabrizi, un film incui si combinano le più eccellentidimensioni della cinematografia allepagine storiche traboccanti di soffe-renze. Nel film, don Pietro un sacer-dote, figura preponderante del film,sul finale prima di essere fucilatosegue con lo sguardo un gruppo diragazzi che fischiano al di la dellarete per sentirsi vicino a colui cheera riuscito a trasmettere loro, nellaforma meno retorica e più rappresen-tativa il senso di un messaggio disperanza. Essi all’alba si avvianoverso la Città a simboleggiare il fu-turo radioso che dovrà seguire allebarbarie.

Il secondo incontro si è tenutoil 16 marzo con il film “MonsierVincenzo” di Maurice Cloche suFede e Carità.

Quanto mai attuale si rileva nelfilm il pensiero e l’azione di SanVincenzo de’Paoli,

egli che il 23 agosto del 1617 siinseriva nella nobiltà parigina conl’ammirevole intendimento di aiutarel’altro, il bisognoso, il povero a cuiprestava particolare attenzione tantoda tramandare sempre nei suoi scritti“i poveri li avrete sempre con voi,.I poveri sono i vostri padroni”

la sua lungimiranza e le sueintuizione lo portarono a formare lacomunità dei sacerdoti dediti alministero delle missioni e a costituire“la Congregazione della Missione”.E più tardi sentì la necessità, peraiutare le Dame della Carità, diistituire la “Compagnia della Figliedella Carità” coadiuvato da SantaLuisa de Marilllac valida promul-gatrice.

Quelle giovani figlie della carità,desiderose di dedicarsi a Dio, nonvivevano chiuse in convento, neerano solo dedite alla preghiera, maerano suore che fuori dal chiostroprestavano la loro benefica attivitàdi assistenza ai malati, negli ospedali,ai trovatelli, agli orfani, ai forzati,aiferiti di guerra, agli appestati, aivecchi. La presenza poi del nostromissionario Vincenziano Padre Pa-squale Rago in un ambiente parroc-chiale ha gratifica noi Vncenzianedandoci una carica maggiore. Eglicon la sua parola forte, decisa e sua-dente ha illustrato la figura del nostroSan Vincenzo mettendo in risalto la“fede e la Carità” del santo nel mo-mento attuale

La serata si è conclusa con larecita della preghiera dei vincenzianistampata sul retro delle immaginetteraffiguranti San Vincenzo e SantaLuisa che venivano distribuite a tuttii presenti

Il terzo incontro si è tenuto il 20

aprile con il film su Edit Stein (SantaTeresa Benedetta della Croce),Ilcammino della Fede ci porta piùlontano di quello della conoscenzafilosofica, ci porta al Dio personalee vicino, ad una certezza che nessunaconoscenza naturale può dare.

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GRUPPI DI VOLONTARIATO VINCENZIANO - A.I.C. ITALIA

CONVEGNO REGIONALE12 OTTOBRE 2013

SIERRA SILVANA - SELVA DI FASANOPARTECIPIAMO NUMEROSE

PROSSIMO APPUNTAMENTO

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 23NOTIZIE

daiGRUPPI

MOLFETTA - CATTEDRALE

Oltre al scuola

MESAGNE

Cinquant’anni dalla fondazione

di Nicla la Ghezza

l nostro gruppo ha avviato,all’inizio dell’anno scolastico, un

nuovo servizio che ha mirato a for-nire accoglienza ed assistenza nellosvolgimento dei compiti a bambinii quali hanno avuto modo di miglio-rare sia l’autonomia che l’autostima.

Una equipe di insegnanti specia-lizzati, coordinati da alcune volonta-rie del nostro GVV e del GVV dellaparrocchia Santa Teresa, hanno ac-colto bambini frequentanti la scuolaelementare e provenienti da famiglieparticolarmente bisognose, li hannoseguiti individualmente ed hannoconsentito loro di socializzare e dicrescere.

Gli insegnanti – volontari sonostati in grado, infatti, di gestire, oltrela didattica, le tecniche e le dina-miche educative al fine di creare ipresupposti per un apprendimentosignificativo e costante, come hannoconstatato gli insegnanti titolari concui alcuni volontari si sono con-frontati nel corso dell’anno.

I l servizio OLTRE LASCUOLA ha confermato, inoltre, lacredibilità che il nostro gruppo ri-scuote sul territorio. Sono stati, in-fatti, accolti bambini provenienti daaltri quartieri della città a cui gliinsegnanti hanno dato un supportovalido e specializzato tale da colmarenon solo le lacune che all’iniziodell’anno presentavano, ma anche

tale da supportarli nella organizza-zione del loro lavoro e nella metodo-logia di studio adatta alla loro età.

È per questi motivi che, da que-ste righe, si vuole, da parte del GVV

Cattedrale, ringraziare tutti i docentiche hanno preso a cuore la nostrainiziativa e che si sono dichiaratidisposti a ripeterla nel prossimo annoscolastico.

di Maria Adelaide Cavaliere

l 29 Novembre 2012, nello splendidoscenario della Chiesa barocca di

Sant’Anna, il Gruppo di VolontariatoVincenziano di Mesagne, nella ricor-renza del Cinquantenario della propriafondazione, ha vissuto una bella gior-nata, ricca di momenti di preghiera edi riflessione, fraternamente condivisacon la Presidente Provinciale dei GVVElvira Taurino D’Agostino, con molteconsorelle dei GVV di Brindisi, Fran-cavilla Fontana e San Pietro Vernotico,benefattori e familiari di consorelle,alcune delle quali non più tra noi.

Alle ore 9.00 ha avuto inizio lasanta Messa concelebrata dai sacerdotiDon Angelo Argentiero, Don AlbertoDiviggiano, Don Pietro De Nunzio, iquali per periodi più o meno lunghisono stati assistenti spirituali del Grup-po e da Padre Biagio Falco missionariovincenziano che nel corso degli ultimidue anni ha tenuto una serie di incontriformativi molto apprezzati e proficui,grazie ai quali il Gruppo è cresciuto inspiritualità e consapevolezza del pro-prio ruolo nella società di oggi con isuoi nuovi bisogni e le sue nuove po-vertà.

Nel corso dell’omelia Don AngeloArgentiero ha sottolineato l’attualitàdel messaggio vincenziano, mentre altermine della messa i volontari presentihanno rinnovato il loro atto d’impegno.

Successivamente, come da pro-gramma, ha preso la parola la Presi-dente del Gruppo Maria Adelaide Ca-valiere la quale, dopo aver salutato ipresenti, ha parlato della propria espe-rienza di vincenziana, iniziata cinquan-ta anni fa, che le ha permesso di viveremomenti straordinari e soprattutto diconoscere persone straordinarie comei fratelli bisognosi.

Ha illustrato le principali attività

del Gruppo come: visite domiciliari,distribuzione di pacchi viveri, paga-mento di bollette, di mensilità di affitto,sovvenzionamento di viaggi della spe-ranza ed altro, con attenzione partico-lare ai bisogni delle famiglie in cuisono presenti minori.

Ha ringraziato tutti coloro che congenerosi contributi volontari o con lapartecipazione alle attività di raccoltafondi che il Gruppo promuove comeriffe, pranzi di solidarietà, tornei diburraco, spettacoli e rappresentazioniteatrali, permettono la realizzazione diquanto sopra.

È seguito l’intervento di Don Al-berto Diviggiano per ben 34 anni (dal1967 al 2001) assistente spirituale delGruppo.

Egli ritiene che, cinquanta annifa, in coincidenza con l’imminenteinaugurazione del Concilio VaticanoII (1963), situazioni di necessità deipoveri, nell’Italia della ripresa da unaparte e urgenza di risposte evangelichedi fedeltà a Cristo dall’altra, abbianospinto alla fondazione anche a Mesa-

gne, del Gruppo delle Dame della Ca-rità, oggi Gruppo di Volontariato Vin-cenziano.

Nominato assistente spiritualedall’arcivescovo Mons. Nicola Mar-gotta nel dicembre 1967, a pochi mesidalla sua ordinazione sacerdotale, findai primi incontri, prese coscienza cheil Gruppo viveva l’esperienza vincen-ziana con la chiara consapevolezzadelle due linee fondamentali che lacaratterizzano: ATTUAZIONE, per lavita sprituale di quanti vi aderiscono,di un CAMMINO DI FORMAZIONEche abbia al centro il primatodell’amore a Gesù Cristo, REALIZ-ZAZIONE di un SERVIZIO AI PO-VERI, guidato dalla intuizione di SanVincenzo, tratta dal Vangelo: “vedere,amare, servire Gesù Cristo stesso neipoveri”.

Nei decenni successivi il Gruppoha continuato a vivere tale esperienzacon incontri mensili che si svolgevano– egli afferma- tra il divino e l’umano,tra la preghiera e la formazione ed ilpane da portare ai poveri nella visita

domiciliare; sono cambiati i bisogni,le forme di povertà, i modi di interventoma non è cambiato lo spirito di caritàche lo ha animato.

Una esperienza straordinaria intutti i sensi è stata quella vissuta, insie-me alle Comunità parrocchiali di Me-sagne, in occasione dello storico sbarcodegli Albanesi sulle nostre coste conl’organizzazione di un servizio mensaper circa 50 persone durato 10 anni (1991/2001).

È stata un’esperienza ecclesiale,comunitaria, fatta di intese, di sacrifici,di dono, che permise in quegli anni diattuare quanto il Concilio aveva auspi-cato per ogni comunità di Chiesa: di-ventare centri di grande apertura edaccoglienza.

Augura al Gruppo di continuarea mantenere vigile questa coscienzaevangelica per essere vero Cenacolocon le porte spalancate, per raggiungereed accogliere in qualsiasi modo quantihanno bisogno di tenerezza e di aiuto.

Successivamente Don Pietro DePunzo e Padre Biagio Falco hannosviluppato rispettivamente i temi “ilvalore della formazione nella vita delVincenziano”.

Trasformare la memoria in profe-zia.

È intervenuta infine la consorellaMarta Vece, l’altra veterana del Gruppocon 50 anni di attività, che ha ricordatocon emozione le Presidenti DonataCarluccio e Rosalia D’Alonzo Cava-liere e l’arciprete Don Daniele Cava-liere il quale, nel 1962, con ChiarinaCalabrese, prima presidente, volle ri-costituire l’Associazione delle “Damedi Carità” che a Mesagne aveva operatogià per alcuni anni dal 1935 in poi,anche se della attività svolta in quelperiodo non è rimasta purtroppo alcunadocumentazione scritta.

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FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 201324 NOTIZIE

daiGRUPPITRINITAPOLI

Scuola e volontariato

di Mariatina Alò

rande partecipazione di pubblicoe grande interesse ha suscitato a

trinitapoli il convegno “Scuola eVolontariato” organizzato insieme dalLiceo Staffa e dal Volontariato Vincen-ziano il giorno 6 giugno 2013. Al con-vegno sono intervenuti tutti i dirigentidelle scuole del territorio: il preside delLiceo dott. Antonio Strazzeri, il presidedella scuola media dott Antonio Piazzolae la dirigente della scuola elementaredott. Rosanna Diviccaro. Presente ancheil Sindaco e alcuni assessori in rappre-sentanza dell’amministrazione comuna-le. Il convegno ha affrontato il tema deldisagio adolescenziale con due relatriciprofessioniste del settore e volontarievincenziane: la dott.ssa Palma Di Stasoe la dott.ssa Mariatina Alò.

Dopo i saluti, la responsabile delservizio minori del Volontariato vincen-ziano Lucia tedesco, ha presentatol’associazione mettendo in rilievo lemotivazioni che hanno portato nel 1988alla nascita del servizio minori. ha fattoseguito la relazione del dott. Strazzeriche ha parlato della motivazione a so-stegno del volontariato mettendo in evi-denza come sia essenziale per gli edu-catori motivare alla motivazione edelogiando l’impegno dei suoi alunni chehanno frequentato il Centro per il creditoformativo facendo esperienza di volon-tariato accanto ai piccoli.

La relazione della dott.ssa PalmaDi Staso psicologa ha affrontato il tema:“ i l d isagio nel l ’ infanzia enell’adolescenza”.

L’intervento si è sviluppato sugliaspetti teorici e sulle possibili prospettived’intervento nella sfera del disagio nellefasi evolutive dell’infanzia edell’adolescenza. Dopo una introduzionesulla definizione concettuale del disagioin psicologia, si è posta l’attenzione suldisagio inteso come condizione sogget-tiva di malessere. Si sono, poi, definitii vari livelli di disagio; quali sono coloropiù esposti al disagio e come si manife-sta. Si è illustrata una distinzione tramanifestazione del disagio nell’infanziae nell’adolescenza, declinandone causee manifestazioni. In tal senso, si sono

elencati i fattori di rischio e protezioneche contribuiscono a favorire e a evitareil manifestarsi del disagio. Si è, inoltre,evidenziato il ruolo della famiglianell’insorgenza del disagio e la sua in-fluenza nell’esplicitare eventuali carenze;gli aspetti della percezione del rischionell’età adolescenziale e come questaincida sulla condotta del soggetto e comepuò contribuire all’insorgere del disagio.Al riguardo, si è affrontata una disaminasullo stato di disagio in cui si può trovarel’adolescente, che qualora non adegua-tamente attenzionato e esplorato, puòcondurre alla devianza e alla degenera-zione in comportamenti anti-sociali. Inultimo, sono state analizzate le possibilistrategie di intervento per affrontare ildisagio, ponendo l’attenzionesull’importanza della costruzione disenso-significato per cui vivere; sullosviluppo delle capacità relazionali e sulsostegno psicoeducativo alla famiglia.Strategie che possono incanalare e diri-gere le tendenze tipiche del soggetto chesi trova in una condizione di disagio.

Ha fatto seguito l’intervento delladott.ssa Mariana Alò che ha affrontatoil tema “La gestione sociale ed educa-tiva del disagio”.

L’epoca delle passioni tristi è il filoconduttore dell’intervento della dott.ssaAlò Mariatina. “L’epoca delle passionitristi” è il titolo di un saggio scritto dadue terapeuti francesi che lavorano congli adolescenti, e che riconducono ildisagio adolescenziale all’interno delladimensione storica e sociale del nostrotempo, un tempo in cui la fiducia mes-sianica nella certezza della scienza ècrollata portandosi dietro il mitodell’onnipotenza dell’uomo. Oggil’uomo non è più in grado di gestire larealtà, una realtà complessa di frontealla quale l’uomo non possiede certezzee vive in un continuo stato di emergenza,in cui tutto può succedere. I giovanihanno, dunque, ancor più difficoltà ainterpretare il mondo ed a dare un sensoa quello che accade. Il disagio socio-culturale esogeno è, in questo caso,legato alle condizioni della società com-plessa. Il disagio è una domanda, unbisogno non ancora patologico, ma psi-cologico, affettivo che include difficoltà

familiari, di relazione, scolasticheall’interno del più generale malessereesistenziale connesso al processo dicostruzione dell’identità personale. Ildisagio si manifesta attraverso l’adozionedi comportamenti a rischio, condotteche possono avere effetti negativi sullasalute e possono portare all’insorgeredi dipendenze: Uso e abuso di alcol edi sostanze, rapporti sessuali non protetti,disturbi alimentari, guida pericolosa,gioco d’ azzardo, condotte devianti ingenere. L’adozione di certe condotte è,secondo alcuni studiosi, rafforzato dalfatto che il bisogno di iniziazione all’etàadulta è frustrato nella nostra società perla mancanza di riti di passaggio, la cuifunzione sarebbe quella di non lasciaresolo l’adolescente con le sue angoscee le ansie legate al passaggio, le condotterischiose vengono agite come rito diiniziazione ed il gruppo è il contesto diaccompagnamento partecipe del rituale. Per l’adolescente l’appartenenza algruppo dei pari ha una funzione fonda-mentale, in quanto costituisce una nicchiaprotettiva, il gruppo diventa uno spaziotransizionale che gli consente un nuovoancoraggio., nel gruppo l’adolescentescopre un rapporto basato su uguaglian-za, reciprocità, confronto, competizione,ma anche bisogno di cooperazione e disolidarietà per il raggiungimento di unprogetto comune. Il gruppo dei pari èuna grande risorsa soprattuttonell’adozione di strategie di prevenzionecome la peer-education, che nasce neglianni ‘70 nel Nord America e viene im-piegata in programmi di prevenzionedel disagio /AIDS e droga) e di promo-zione della salute, è una forma di comu-

nicazione guidata tra pari che favoriscela comprensione e l’educazione recipro-ca e che si basa sulla promozione dellelìfe-skills. L’intervento affronta poil’aspetto relativo alla tutela del minoredal punto di vista dei servizi e dellepolitiche sociali in suo favore. L’analisisi ferma su quanto previsto dal Pianodi zona ambito Margherita-San Ferdi-nando-Trinitapoli nel triennio2010/2012, nello specifico si nota unaforte carenza di servizi a favoredell’adolescenza e pochi a favoredell’infanzia. Dalla relazione emergeche punti di forza del territorio sono leassociazioni e le parrocchie, i consultori

familiari, insomma i servizi posti inessere da enti non istituzionalmentepreposti a questo, punti di debolezzasono la carenza di servizi di assistenzaeducativa, carenza di reti di servizi,carenza di centri polivalenti per i minorie di sportelli per informazioni agli stu-denti presso le Scuole, carenza di inter-venti sui minori a rischio. L’auspicio è,conclude la dott.ssa Alò, che si svilup-pino “passioni gioiose”, richiamando idue autori del testo, pratiche costruttiveche gli educatori e le istituzioni sonochiamati ad attuare con responsabilità.

Il sindaco nel suo intervento si ècongratulato per l’iniziativa, prima nelsuo genere a Trinitapoli, ha molto ap-prezzato le relazioni delle due relatricie si è impegnato a riproporre lo stessotema del disagio adolescenzialenell’ambito dei piani di zona con coloroche sono preposti a programmare inter-venti atti a rispondere in modo efficaceal problema che oggi si va sempre piùdiffondendo in maniera soffusa e quindipiù difficile da individuare.

Il convegno ha goduto di un mo-mento gioioso con l’esibizione di ballodei ragazzi che frequentano il Centrodel volontariato vincenziano preparatida una alunna del liceo Vanessa Valerio.Bravissimi tutti i ragazzi che dopo gliapplausi e gli elogi hanno ricevuto unpiccolo dono. La dott.ssa Tina Moscatelliha preso la parola ed ha ripercorso persommi capi la collaborazione decennaleche intercorre tra il Liceo Staffa e ilVolontariato Vincenziano, collaborazio-ne che nei tempi passati si è svolta inmodo informale, da alcuni anni, invece,in modo formale con un protocollod’intesa firmato da entrambe le parti edapprovato dal consiglio dei docenti.Dopo gli interventi della dirigente sco-lastica dott.ssa Rosanna Diviccaro e delpreside dott. Antonio Stazzeri che hannoentrambi ribadito l’importanza dellascuola di interagire con il territorio e

della necessità che la scuola abbracciil volontariato per completare l’operaeducativa sulla persona, entrambi hannoconsegnato ai ragazzi del Liceo gli atte-stati per il credito formativo svolto pressoil Centro nell’anno scolastico 2012/013.quest’anno sono stati 26 i ragazzi chehanno ricevuto l’attestato, tutti moltomotivati nel proseguire anche per ilprossimo anno su questo cammino cheli forma, li impegna e li educa al donodi sé.

Il convegno si è concluso con ildono alle ospiti di un ramo di bellissimeroselline nei colori dell’associazione:bianche e azzurre.

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FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 25NOTIZIE

daiGRUPPIBRINDISI

2ª Festa dell’amiciziae della fratellanza

ANDRIA

Si può sorridere anche con pocoQuesto è il titolo del nostro progettoche ha risposto al bando sulla promozionedel volontariato indetto dal CSVSN

dai Volontari

iovedì Santo 28 marzo 2013 si èsvolta presso i locali dell’Istituto

“S. Vincenzo” la “2ª Festa dell’amiciziae della fratellanza”. All’incontro hannopreso parte numerosi fratelli migranti,le Figlie della Carità, Volontari Vin-cenziani e persone che, con la loroazione e le loro opere, contribuisconoa tenere in moto la "macchina" dellacarità.

Il giorno scelto per l’avvenimento,il Giovedì Santo, non è stato casualema molto indicativo per varie ragioni.È questo uno dei giorni più importantiper la liturgia cattolica. È il giorno dellacelebrazione dell’Ultima Cena di Gesùcon gli apostoli. È il giorno della Be-nedizione degli Oli, della Lavanda deipiedi, dell’Istituzione della Eucarestiae dell’Ordine sacro.

Proprio in relazione al valore chetale giornata rappresenta per la fedecristiana, Suore Vincenziane, Volontaridel G.V.V. ed alcuni immigrati hannopartecipato, in mattinata, nella BasilicaCattedrale, attigua all’Istituto S. Vincen-zo, alla “Santa Messa del Crisma” pre-sieduta da S. E. Mons. Domenico Ca-liandro, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni.

Alle ore 13.00, accolti dalla madreservente, Suor Giovanna Fanuli, e dalle

consorelle, gli “ospiti” sono stati accom-pagnati nel grande refettorio dell’Istitutoper condividere cibo, gioia e spiritualità.

In apertura, la superiora, Suor Gio-vanna, dopo aver ringraziato i presentiper la loro partecipazione, ha indicatole motivazioni per le quali viene attuatatale iniziativa.

La Festa è strettamente legata alCentro Sociale “S. Vincenzo” che, ormaida quasi due anni, costituisce un funzio-nale centro di servizi per quanti vengonoa trovarsi in condizioni di necessità. Nel

corso di tanti e tanti mesi, riferisce lasuperiora, si è realizzato tra operatori efruitori dei servizi un ottimo rapporto diamicizia e di fratellanza. Da ciò l’esigenzadi destinare una giornata ad un incontrocollettivo per trascorrere tutti insiememomenti di allegria, di dialogo, di affettoe simpatia. Né va dimenticato, concludeSuor Giovanna, che si è tutti fratelli inquanto figli dello stesso Padre che dob-biamo ringraziare per tutto quanto Eglici concede.

Volontarie e suore si sono, poco

dopo, impegnate, con visibile soddisfa-zione degli invitati, nel servire le gustosepietanze preparate per l’occasione: pastaal forno, pollo arrosto con patate, fruttae dolce. Non è mancato un calorosobrindisi a tutti i presenti.

Più tardi, sollecitati da alcuni vo-lontari, i fratelli accolti hanno espressoil loro compiacimento per i servizi lororiservati nel Centro Sociale. Gli stessi,con sentite parole di ringraziamento,hanno evidenziato l’affettuosa e fami-liare accoglienza che ricevono di voltain volta da suore e volontari.

Emozionante e toccante è stata, inun secondo momento, la lettura da partedi un volontario di una poesia compostaper l’occasione dal titolo “L’amicizia”:“amicizia, impronta divina della carità,che va tradotta in fiducia, dono e verità”.

I vari interventi si sono conclusicon la degustazione di un buon caffè.Infine, tutti i presenti, tenendosi permano, hanno recitato, con un coralecoinvolgimento, il “Padre nostro”. Aifratelli migranti e stato donato un festosouovo di Pasqua “figlio dellaProvvidenza”.

L’incontro ha avuto, senza dubbio,un senso profondo, quello che ci portaad affermare, ancora una volta, con forteconvinzione: “ogni uomo è mio fratel-lo!”.

di Anna Loliva

bbiamo voluto tentare e , questavolta ci siamo riuscite, ma non vi

dico quanto tutto è stato convulso, voisapete che abbiamo sempre bisognodelle approvazioni e delle firme dellanostra presidente regionale: la postaelettronica, il buon funzionamento dellaPosta R.A., le risposte immediate della

nostra presidente Annamaria, i suoiincoraggiamenti e tanto ancora ha resopossibile il tutto senza uscire dallascadenza. Ora cercheremo di metterele nostre capacità di organizzazionealla prova. Abbiamo scritto alla presi-dente regionale dando avviso dell’inizioil 15 giugno della messa in opera delprogetto , prima di tutto con la pubbli-cità; ha risposto subito con un: «Ve-

drete che andrà tutto bene!». Come ilbando richiedeva è un progetto chevuole promuovere la nostra associazio-ne, fare sapere insomma a tutti che cisiamo, chi siamo e cosa facciamo. Damolto tempo sentivamo la necessità diuscire dal guscio di associazione di-screta, di associazione che opera nelsilenzio conosciuta solo da chi habeneficato del nostro amore verso ideboli. E poi il nostro sogno è quellodi vedere tanti giovani avvicinarsi alvolontariato, prendere a cuore la vitadei più deboli, condividere gli idealidella carità per continuarli dopo di noi.Ed ecco allora il nostro progetto: En-treremo nelle scuole, lo faremo a inizionuovo anno scolastico, a settembre.Inoltre incontreremo le altre associa-zioni che si interessano come noi allepovertà di ogni tipo. Il 7 settembre, dipomeriggio, ci recheremo a Castel del

Monte presso la Chiesa di Santa Mariaal monte, siete tutte invitate, coinvol-geremo i villeggianti, inviteremo auto-rità civili e religiose, verranno anchei nostri assistiti , porteranno i lorobambini, pregheremo, giocheremo,lanceremo palloncini, parleremo delnostro operato! In occasione della festadi San Vincenzo, il 27 settembre ciapriremo alla nostra città, alle 17.30l’incontro con i cittadini di Andriaavverrà in Chiesa, nella nostra bellachiesa dell’Annunziata, concluderemonei cortili e nei locali della parrocchia,i palloncini non possono mancare lidaremo ai bimbi dei nostri amici insie-me a materiale scolastico. Inviteremole televisioni, informeremo la stampa,le spese, preventivate sul progetto,saranno tutte coperte dal centro servizial volontariato San Nicola di Bari.

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Chiesa dell’Annunziata. Interno.

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 201326 NOTIZIE

daiGRUPPI

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FRANCAVILLA FONTANA

Povertà e nuove povertàLe Volontarie Vincenziane hanno incontrato il LIONS CLUB della città

MOLFETTA - CATTEDRALE

Costruiamo su basi concretela civiltà dell’amore

dai Volontari

invito pervenuto al Volontaria-to Vincenziano di Francavilla

Fontana, attraverso la PresidenteAnnaMaria Fedele Cinieri da partedel LIONS CLUB, era finalizzatoa testimoniare e documentare lepovertà sul territorio oltre che inuovi metodi di operatività.

Le Volontarie Vincenziane nonhanno avuto alcuna esitazione nelsegnalare il nome della Vice Presi-dente nazionale per il Sud, RosalbaGargiulo che, autorevolmente po-tesse, dalla globale visione nazio-nale, documentare l’attualità e mo-dernità e la proiezione verso ilfuturo del Volontariato Vincenzia-no che, molto professionalmente,ha fatto.

La stessa Rosalba ha pregato laPresidente uscente del Gruppo, Li-via Ippolito Martucci, di presentarele origini ed i pensieri di San Vin-cenzo, poco conosciuti all’esterno,i messaggi trasmessi attraverso i

secoli, attualizzati e calati nellepieghe dei bisogni intorno.

Sono stati sottolineati la di-namicità ed i metodi di interventodel Volontariato Vincenziano,nell’impostare la soluzione deigravi disagi e bisogni di chi ne èavviluppato, con il metodo delprogetto, che permette di operaresu più fronti sia come sostegnoimmediato che come aggancio alleIstituzioni ed alle risorse strutturalie terapeutiche di cui il territoriodispone; è stata, inoltre, sottoli-neata la catena di Benefattori chesi sviluppa in città intorno al Vo-lontariato Vincenziano.

Importante anche l’interventodi Teresella Costantino che, avendosottolineato l’importanza del ser-vizio nel Volontariato Vincenziano,ha fatto presente come nel prossimoConvegno Nazionale, in maggio, aRoma, la Puglia, attraverso lei, èchiamata a dirigere il laboratoriosulla “comunicazione ad intra e adextra”intesa come fondamentale e

strategica per il rinnovamento dellerelazioni interpersonali e per la con-divisione di valori etici e spirituali.

Notevole attenzione ed apprez-zamenti da parte dei presenti, so-prattutto da parte del Relatore e delDelegato di Zona.

È stata una importante ulterioreoccasione per far conoscere l’operadel Volontariato Vincenziano sem-pre discreta e silenziosa, ma incisi-va e spesso anche notevole riferi-mento da parte delle Istituzionidella città.

di Nicla la Ghezza

on l’impegno personale edella comunità di cui fa par-

te, il GVV Cattedrale si impegnaa testimoniare e a costruire“ponti di amore” soprattutto congli ultimi, scavalcando i pantanidell’egoismo. Cerca cioè di at-tuare al meglio quella “ Culturadella Carità raccomandataci daSan Vincenzo aiutando a cresce-re chi è scoraggiato per le diffi-coltà quotidiane da affrontare.

È per questo, sempre prontoa rivolgere concretamente un aiu-to mirato che, quasi sempre, vie-ne concordato con le AssistentiSociali che si occupano dellenecessità delle singole famiglie.

Gli effetti più devastanti del-la crisi economica si ripercuote,infatti, soprattutto sui minori,per cui intervenire per noi signi-fica continuare a sostenere forte-mente i bambini assicurando allereti famigliari di cui fanno parteun ruolo fondamentale per la lorocrescita.

È questo il caso di una fami-glia, seguita dal nostro gruppoda svariati anni, per la quale è

stato stilato un miniprogetto:consentire di far accostareall’Eucarestia il bambino piùgrande che avrebbe già dovutariceverla lo scorso anno.

Dopo aver provveduto ad af-frontare le spese di vestiario delbambino e della sorellina, è statobello vedere accostarsi serena-mente all’Eucarestia il piccoloRosario, che nella serenità chetraspariva dal suo volto, dimo-strava chiaramente il segno dellariconoscenza per il nostro gesto.

Una festicciola con gli amicidella “Ludoteca” che segue ilpiccolo nelle ore dedicate allosvolgimento dei compiti e inquelle libere e, qualche giornodopo, la “cena comunitaria” checi apprestiamo a vivere con tuttii gruppi della parrocchia Catte-drale e della Caritas del DuomoSan Corrado, insieme agli assi-stiti delle due comunità, suggel-lerà il momento importante dellaPrima Comunione del piccoloRosario che potrà gioire per lapresenza dei suoi amici e gustarela torta che prepariamo in suoonore.

C

Castello.

FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 2013 27NOTIZIE

daiGRUPPI

LECCE

di Mariafranca Campanelli

l giorno 21 marzo 2013 si è svolta pressoil Centro San Vincenzo de’ Paoli di via

Petraglione la celebrazione della “CenaPovera”.

Sono stati portati su un lungo tavolosemplicemente imbandito pane, acqua,olio, significando in questo modo ciò cheil Signore Gesù ha detto “ io sono il panedisceso dal cielo, chi berrà dell’acqua cheio gli darò non avrà mai più sete in eterno.”

Con lo spirito di condivisione e conil pensiero rivolto a Dio che non faràmancare a nessuno il cibo necessario, siè concluso questo intenso momento dipreghiera comunitaria e di profonda rifles-sione.

L’anno 2013 ha visto ancora unavolta l’impegno di noi vincenziane nellarealtà del territorio nel quale operiamo.

Giornalmente infatti, cinquanta per-sone circa si rivolgono alla nostra mensaper chiedere un piatto caldo, ma ancheuna parola di incoraggiamento e di com-

prensione.Padre Paolo Maniglio, nostro padre

spirituale, don Carmelo Simmini e donGaetano Tornese, ci hanno mensilmenteintrattenute su vari temi: da una conferenzasulla “Lectio divina”, alla riscoperta deldiscorso inaugurale del Concilio da partedi Giovanni XXIII ed infine al percorsocristiano nell’Anno della Fede.

Non sono mancati i momenti in cuiabbiamo cercato di realizzare l’aperturaagli altri gruppi vincenziani operanti nelleparrocchie di Lecce.

Vogliamo ricordare il successo dialcune iniziative quali “Prendiamo un thèinsieme” e il” Mercatino di beneficenzaper la giornata della Carità”.

In occasione del Convegno regionaleche si è tenuto presso l’Hotel Tiziano diLecce, abbiamo partecipato numerose,sforzandoci di creare un clima di acco-glienza.

Non abbiamo mai fatto mancare lanostra presenza alle ospiti della Casa diRiposo non solo attraverso cure continue,

ma anche attraverso momenti di intratte-nimento e di svago che le ha viste partico-larmente coinvolte.

L’evento più significativo si è svoltoil 15 gennaio 2013 presso il nostro Centro.

Si è festeggiato il Centenario dellanascita del GVV San Vincenzo de’ Paoli.

Sono intervenuti, portando il lorocontributo di esperienza vincenziana: An-namaria Fedele, Padre Biagio Falco, SuorPaola Pizzi, Rosalba Gargiulo.

Nel corso di questi cento anni il vo-lontariato ha reso a tutti i fratelli bisognosiun prezioso servizio svolto sempre conabnegazione, modestia e impegno costanti.

Abbiamo vissuto questa giornatasorrette dallo spirito di carità, dal ricordodi tante sorelle che ci hanno preceduto esi sono spese per gli ultimi, pur tra tantedifficoltà.

Abbiamo pregato San Vincenzo eSanta Luisa per un futuro pieno di impegnoe di solidarietà cristiana.

Nel mese di aprile si sono tenuti unincontro di formazione con Padre Paolo

Maniglio e un incontro di preghiera sultema delle vocazioni con Suor Maria,nostra superiora.

A maggio abbiamo riflettuto condon Carmelo Simmini sulla lettera Pasto-rale per l’Anno della Fede Attraverso laporta” del nostro ArcivescovoD’Ambrosio.

Concluderemo l’anno conl’Adorazione Eucaristica guidata da donGianni Mattia, che ci inviterà a “non per-dere i doni del Signore”.

Le nostre quattro Suore: Suor Maria,suor Anna Maria, suor Carmela e suorGiovanna costituiscono il pilastro di questagrande e articolata famiglia.

Mai stanche, pronte a vedere “inpositivo” anche quando i problemi incom-bono e si stenta a risolverli sono vicine alnostro Gruppo, alle nostre ospiti, ma so-prattutto ai nostri poveri, interpretando lapreghiera dei vincenziani: “…Signore,aiutami perché non passi accanto a nessunocon il volto indifferente, con il cuorechiuso, con il passo affrettato”.

Una presenzache dura da cent’anni

TRINITAPOLI

Estate 2013 - Un’esplosione di colori di Lucia Tedesco

l passante distratto che si trova apassare davanti al Centro Arcoba-

leno del Volontariato Vincenziano inVia Marconi 41, non può non fermarsiperché rimane colpito dal vociogioioso, dalle musiche piacevoli cheprovengono dalle finestre, dallamoltitudine di ragazzi e volontari checircolano nel giardino del Centro edall’entusiasmo esplosivo dei ragazziche giocano a pallavolo o a pallaca-nestro nel campetto dell’Istituto delleFiglie della Carità che ospita la sededel Volontariato Vincenziano: sonoi volontari e i ragazzi del “CentroArcobaleno” del Volontariato Vin-cenziano di Trinitapoli impegnatinello svolgimento delle attività estive.

Infatti dal 1988 il Centro si oc-cupa di affiancare i ragazzi che vivonouna situazione di disagio e programmasvariate attività miranti alla crescitadella persona, alla scoperta delle suecapacità e al rafforzamento della suaautostima.

I volontari vincenziani dopo averconcluso il sostegno scolastico daottobre a giugno rivolto a circa 30ragazzi dai 6 ai 14 anni frequentantila scuola dell’obbligo, garantendocosì il diritto allo studio a quanti hannodifficoltà di apprendimento e di so-cializzazione, per una continuità edu-cativa e di socializzazione, come ognianno, nel periodo estivo, da luglio asettembre, organizzano vari laboratori

per tutti i ragazzi del territorio.Nell’estate 2013 i volontari hanno

programmato le seguenti attività cheiniziano il primo luglio 2013 e siconcluderanno il 27 settembre 2013in occasione della festività di SanVincenzo de’ Paoli.

BASKET - mercoledì e venerdìdalle ore 18.30 alle 19.30;

FILOMANIA (ricamo, maglia,uncinetto) - lunedì e giovedì dalle ore17.00 alle 19.00;

PALLAVOLO - lunedì dalle ore18.30 alle 19.30;

FESTA DI COLORI (pittura)- martedì dalle ore 17.00 alle 19.00;

CALCETTO - sabato dalle ore18.00 alle 19.00;

GUSTARE…PASTICCIAN-DO (laboratorio di piccola cucina) -mercoledì dalle ore 17.00 alle ore19.00

BALLI DI GRUPPO - martedìdalle ore 19.00 alle 20.00;

CANTO - giovedì e sabato dalleore 18.00 alle 19.00;

BELLI E MONELLI (anima-zione per i più piccoli - dai 4 ai 6anni) - lunedì e giovedì dalle ore 17.00alle 18.00;

FELTRO FOLLIE ( lavori conil feltro) - venerdì dalle ore 17.00 alle19.00;

L’A B C DEL CUCITO (peradulti) - sabato dalle ore 17.30 alle19.30.

Inoltre l’associazione di volon-tariato vincenziano programma perl’Estate Trinitapolese due iniziativegiunte ormai alla 13 edizione e checoinvolgono tutti i ragazzi del ter-ritorio:

• “Ragazzi in arte”( pittura sustrada prevista per il 27 luglio chesi svolgerà nello spiazio della VillaPapa Giovanni XXIII).

Obiettivo della manifestazione èsuscitare nei ragazzi l’amore per ilproprio territorio, avvicinarli alla di-mensione degli spazi e stimolare laloro creatività.

• “Mercante in fiera” (lotta allospreco) prevista per il 12 agosto suViale Vittorio Veneto, nello spazioantistante il Bar Lux.

Obiettivo della manifestazione èpromuovere nei ragazzi la cultura diuna cittadinanza attiva e responsabile,e la cultura del risparmio inteso comecontrasto al consumismo

La partecipazione alle varieattività è gratuita e aperta a tutti iragazzi del territorio fino ad esau-rimento dei posti disponibili.

Il Centro Arcobaleno del Volon-tariato Vincenziano è un punto diriferimento per tutte le famiglie delterritorio che volentieri affidano aivolontari i propri figli per una sanacrescita educativa e fanno a gara acollaborare con i volontari nelle varieiniziative e con la loro presenza e laloro disponibilità sostengono e anima-no il Centro.

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FILODIRETTOAnno XXI n. 2giugno 201328 NOTIZIE

daiGRUPPI

Giornata Provinciale G.V.V.della Provincia di Foggia

Presenti al Santuario dell’Incoronata le città di Cerignola, San Severo, Lucera,Biccari, Torremaggiore, Candela, Margherita di Savoia, Trinitapoli

PROVINCIA DI FOGGIA

Sintesi di Sabina Matera

ccoglienza festosa per ilGruppo Provinciale di Foggia

Sabato 15/06/2013. Giornata pienadi sole e di amicizia fraterna. Eranopresenti tutti i gruppi provenientidalle 8 città: Cerignola, San Severo,Lucera, Biccari, Torremaggiore,Candela, Margherita di Savoia,Trinitapoli. La Presidente Provin-ciale Sig.ra Lina Loconte apre laseduta salutando gli intervenuti eil relatore Don Pasquale, ha volutoche partecipassero insieme a leianche la Responsabile Naz.le AreaProgetti Sig.ra Lucia Tedesco eSuor Rita Blasi collaboratrice re-gionale dei GVV di Puglia cheintroduce al convegno con la Pre-ghiera al Padre Nostro e all’AveMaria. La Presidente saluta esottolinea che avrebbe dovutopartecipare al convegno anche ilgruppo di Potenza e si scusa perl ’ a s s e n z a d e l g r u p p o edell’assistente sociale D.ssa Moli-naro Adele dell’opsedale psichia-trico infantile Un assistito di Poten-za sollecita l’acquisto di qualchetelevisore per l’ospedale di Foggiain cui egli è ricoverato e dai gruppisorge spontaneo l’offerta di un TVper ogni sede di gruppo.

Presente alla manifestazione larappresentanza di Scienza e vitaper esporre il progetto “UNO DINOI” e per sollecitarne l’adesione,quindi la volontaria legge una BellaPoesia quale preghiera. La Presi-dente passa la parola a Don Pasqua-le per la sua relazione

Egli inizia e saluta tutti e subitosollecita alla preghiera dell’Attodi Fede. Nel Credo, dice S. Ago-stino, i cristiani sottolineano laResurrezione di Cristo. Credere ènel tempo la Forza dei cristiani,proclama che Gesù è Risorto ed èla forza stessa delle vincenziane,che la volontaria aggiunge non do-vrebbe essere volontaria senza unaspiritualità profonda. Don Pasqualefa riferimento ai 50 anni del Con-cilio Vaticano II e ai 20 anni delCatechismo Cattolico. Papa Fran-cesco oggi sollecita ad avere Fedee Fiducia come la Madonna che sipose in ascolto e tramutò questoascolto in atto d’amore , di fiduciae di azione. La lettera apostolicadel 2012 con cui fu aperto “l’Annodella Fede” che si concluderà il24/11/2013 deve essere propiziaper tutti i fedeli che sono sollecitatia dirigersi alla riscoperta della Fedeperché, sollecita il Papa, oggi non

siamo più credibili e quindi in que-sto anno il cristiano deve reinven-tarsi Cristiano. Così fece S. Vin-cenzo diventato prete per farecarriera, aiutando i poveri però siaccorse di aver avuto il Carismada Dio; nei loro volti S. Vincenzovedeva il volto di Gesù… Oggiquindi più che mai bisogna risco-prire la gioia nel credere, bisognaandare all’ESSENZIALE, viverela fede esercitando la Carità cosìcome S. Vincenzo e S. Luisa hannoesercitato in modo semplice macostruttivo e organizzato la caritàcon amore per Dio. Don Pasqualeaccenna all’articolo di Lucia Tede-sco sulle fragilità morali pubblicatonel numero di marzo sul nostrogiornale e sollecita tutti a soffer-marsi a leggerlo e riflettere permettere il freno ai nostri difetti ealle nostre debolezze…

Don Pasquale passa poi a par-lare del Concilio. Il G.V.V non puònon considerare il Concilio comeApostolato per diffondere la Paroladi Cristo. Vivere nella Carità vuoldire che noi ci spogliamo di noistessi per fare soltanto la Volontàdi Dio. Oggi invece l’uomo si èmesso al centro. Alla parola DIOha sostituito IO.

Cosa significa il Concilio Va-ticano II oggi, epoca del nichili-smo? Ormai questa epoca è tramon-tata e oggi, come ieri diceva PapaRoncalli, dice Papa Francesco an-che le situazioni più difficili e più pericolose possono essere affron-tate con la Fede. È indispensabileuna riforma liturgica, rinnovare la

Pastorale, rievangelizzare. Il Con-cilio Vaticano II ha parlato per la1° volta del laicato in modo espli-cito. Chiesa e laicato come soggetticorresponsabili e partecipi.

In particolare proprio noi vin-cenziane dobbiamo riappropriarcidel fuoco dell’AMORE. Dobbiamosempre più chiederci Chi sono io?Se non sapremo rispondere , allorastiamo vivendo una vera crisid’identità. Se si fa fatica a com-prendere che dobbiamo essere Faridi luce allora è necessaria unaprofonda verifica. Spostare dal FA-RE all’ESSERE, andare al cuoredeontologico e recuperare lo spiritodei fondatori. Domandarsi comerisponderebbero oggi i Santi Fon-datori Vincenzo e Luisa? Due viteal servizio di Dio e dei poveri evedere Cristo nei poveri, esserericettivi allo Spirito Santo.

San Vincenzo voleva cambiarela Chiesa, riconoscendo il ruolo deilaici (donne e uomini) dei ricchi edei potenti (verso i poveri). Richia-ma il popolo alla frequenza deiSacramenti, riunisce le parrocchiee mette nelle loro mani il 1° Rego-lamento della Carità. In pochi annia Parigi accadono cose meraviglio-se. S.Vincenzo riunisce i gruppi eascolta i resoconti delle Dame econ l’aiuto di S. Luisa di Marillacdà vita all’istituzione delle FIGLIEDELLA CARITÀ il 29/11/1633.San Vincenzo adotterà per secolile linee fondamentali della modernaassistenza sociale.

Ma noi come spendiamo il no-stro tempo? Dobbiamo dedicare

più tempo alla confessione eall’ascolto della Parola di Dio, vi-sitare il povero che significa ono-rare Cristo nella persona del poveroperché è servizio a Dio. La Miseri-cordia così come sollecita PapaFrancesco è Grazia e Benevolenza,è Empatia cioè andare incontroall’altro e fermarsi all’ascolto nelsilenzio, necessario per camminareinsieme così come la vincenzianaè chiamata a fare: “Amore di Dioricevuto e donato”.

Alle ore 12:00 è iniziato il di-battito con l’intervento di Suor Ritache ha spiegato semplicemente chechi ama non può so t t ra rs idall’essere benevolo e misericor-dioso. L’intervento di Lucia Tede-sco sempre caloroso e pieno diamore per S. Vincenzo suggerisceche una migliore conoscenza dellavita e delle opere di S. Vincenzoci deve far riflettere sul CARISMAdel Santo precursore dei tempiidentificabile in un odierno illumi-nato da fede purissima che nondisgiunge l’opera di carità verso ipoveri fatta da laici formati dallavita e dalla fede Cristocentrica cosìcome la scuola francese dell’epocainsegna. Ma in quale direzionecompiere lo sforzo ascetico? Perle vincenziane è facile seguire illoro Fondatore S. Vincenzo. Ciòche attira di lui è l’eccezionaleequilibrio, l’innata prudenza, lafinissima psicologia.

Altri interventi sottolineano ladifficoltà nei gruppi di famigliesempre più indigenti. Per questosottolinea la Presidente di Candelaè difficile fare progetti senza tra-scurare il lavoro…

Dopo gli interventi cui è statadata risposta la responsabile delGruppo Studio Provinciale SabinaMatera Miglietti legge la relazionesulla Formazione conseguita con iCorsi di Formazione Provinciale2012-2013 ITINERANTI tenutisidal 6/11/2012 a fine marzo 2013(Ritiri spirituali) nelle 8 sedi pro-vinciali da relatori diversi: DonPasquale Trivisonne, Padre Bia-gio Falco, Suor Paola Palmieri,Don Gerardo Rauseo. Alle 13:15la seduta si scioglie, si va a pranzoquindi alle 16:00 S. Messa nellaBasilica del Santuario celebrata daDon Pasquale Trivisonne.Tutte sia-mo tornate a casa con il cuore pienodi grazia di Dio, con l’augurio chela Madonna Incoronata ci aiuti avivere in armonia tra noi.

A