GLUNews n.11

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FOCUS Inizio alla terapia insulinica. Alimentazione Celiachia e diabete. Attualità Diabete a scuola. ANNO V • N. 1 • MARZO 2012 • Quadrimestrale di aggiornamento per diabetici e non 2,50 • copia omaggio Il basket.

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Undicesimo numerodi GLUNews, il periodico di informazione ed aggiornamento sul mondo del diabete.

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FOCUS

Inizio alla terapiainsulinica.

Alimentazione

Celiachia e diabete.

Attualità

Diabetea scuola.

ANNO V • N. 1 • MARZO 2012 • Quadrimestrale di aggiornamento per diabetici e non⇔ 2,50 • copia omaggio

Il basket.

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EDITORIALE pag. 3

FOCUS pag. 4Inizio alla terapia insulinica.

ALIMENTAZIONE pag. 10Celiachia e diabete.

SPORT pag. 14Il basket.

ATTUALITÀ pag. 18Diabete a scuola.

CAPIRE LE ANALISI pag. 22La tiroide.

STRUMENTI DI MISURAZIONE pag. 24Analisi dei corpi chetonici: 2 strisce in un solo strumento. (seconda parte)

LA POSTA DEI LETTORI pag. 26

DIABETENIGMISTICA pag. 28

DOLCI CURIOSITÀ pag. 30

GLUNews • ANNO V • N. 1 • MARZO 2012Quadrimestrale di aggiornamento per diabetici e nonUscite: Marzo, Luglio, Novembre | Tiratura: 50.000 copie

Direttore ResponsabileMaria Margherita Rossetti

Coordinamento ScientificoProf. Andrea GiaccariProfessore di Endocrinologia, Docente di diabetologia Policlinico Gemelli [email protected]

con la collaborazione di:Dott.ssa Annamaria PriolettaSpecialista in Endocrinologia e Malattie del RicambioCentro Diabetologico ACISMOM Camillo Negro Roma

Edizione, Redazione & Progetto GraficoCARISM S.r.l. - Torino

Stampa AGES ARTI GRAFICHE -Torino

Registrato al Tribunale di Torino, N. 44 - 28 Maggio 2008.

www.glunews.it

Sommario

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Editoriale

Il nuovo portale di GLUNews è on-line

Siamo lieti di annunciare ai nostri lettori che il nostro sito (www.glunews.it) si sta tra-

sformando in vero e proprio portale, e abbiamo bisogno di voi per renderlo sempre

più ricco di contenuti, opinioni, esperienze, sempre più utile a chi ha a che fare quo-

tidianamente con il diabete, direttamente o indirettamente.

L'obiettivo che ci siamo preposti è quello di creare una grande community compo-

sta da tutti coloro che sono impegnati a gestire, curare, condividere, capire e vivere

con questa condizione. Per questo motivo invitiamo tutti i nostri lettori a registrarsi

per scoprire tutte le novità e i nuovi strumenti messi a disposizione sul portale, per

ricevere le newsletter, per partecipare ai sondaggi e molto altro. Allo stesso tempo,

per non deludere gli affezionati del nostro sito attuale, quest'ultimo sarà comunque

disponibile e facilmente raggiungibile tramite un link interno.

Tra le maggiori novità scoprirete la possibilità di commentare, valutare e condivide-

re gli articoli ed i contributi dei nostri autori, oltre ad una sezione dedicata ad una

serie di applicazioni web semplici ed intuitive, utili strumenti per avere rapidamente

a disposizione risposte e indicazioni su come affrontare correttamente e gestire il

proprio rapporto con il diabete. Stiamo aspettando voi, i vostri giudizi, le vostre opi-

nioni ed i vostri contributi perché insieme potremo creare un vero e proprio network

composto da donne e uomini che convivono con questa situazione in drammatico

aumento, medici, operatori sanitari, familiari e tutti coloro che credono che il diabe-

te si possa evitare e, quando non è possibile, gestire con consapevolezza e serenità.

Buona navigazione a tutti!

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Inizio alla terapia insulinica.

Dopo la diagnosi, il momento più delicato e a volte il più traumatizzante nella

gestione del paziente con diabete è l’inizio della terapia insulinica. Nella visione

comune delle persone, l’insulina è un po’ come “l’ultima spiaggia”, l’ultimo rime-

dio al quale è indispensabile ricorrere, l’ultima arma disponibile, perché tutto il

resto è ormai inefficace.

Anzi, in ambulatorio non è raro incontrare persone che, ricordando l’esperienza di

qualche anziano in famiglia, vedono la terapia con insulina come la causa, e non il

principale rimedio, dell’insorgenza delle complicanze. Ebbene, iniziamo con lo sfa-

tare questa falsa credenza e chiariamoci un po’ le idee.

L’insulina rappresenta al momento l’unica terapia nel diabete di tipo 1 e la terapia

più efficace del diabete di tipo 2. Da un punto di vista di obiettivi l’insulina non è

particolarmente diversa dagli altri farmaci. Quello che vogliamo come primo risulta-

to, quando utilizziamo un farmaco per il diabete, è che sia efficace in termini di con-

trollo metabolico, cioè di riduzione dei valori della glicemia.

Il fatto che un farmaco per il diabete sia efficace per abbassare i valori della glicemia

FOCUS

A. Giaccari

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è molto importante perché gli obiettivi del trat-

tamento, cioè i valori di glicemia e di emoglobi-

na glicata a cui il medico (e la persona con dia-

bete) deve tendere, sono diventati più ambiziosi,

cioè si deve cercare il più possibile di ottenere

valori di glicemia vicini alla persona che non ha il

diabete, con valori di emoglobina glicata al di

sotto del 7% (o del 6,5% in alcuni casi) con lo

scopo di prevenire o ritardare il più possibile l’in-

sorgenza delle complicanze croniche.

In teoria, chi inizia da subito e bene una terapia

insulinica potrebbe non avere mai le complican-

ze. Uno studio recente ha addirittura dimostra-

to che, iniziando una terapia insulinica nel dia-

bete di tipo 2 al momento della diagnosi, alcuni

pazienti riescono a sospenderla, riuscendo a

controllare la glicemia senza alcun tipo di far-

maco per molto tempo.

Rispetto ad alcuni anni fa, attualmente abbiamo

a disposizione molti farmaci per il trattamento

del diabete; le nuove molecole che usiamo da

qualche anno sono molto pratiche e per alcuni

aspetti più sicure di quelle di un tempo, tuttavia

ancora oggi il “farmaco” più potente a disposi-

zione del diabetologo è l’insulina; paradossal-

mente, è anche il farmaco più sicuro, proprio

perché non è un farmaco, ma l’ormone che in

chi ha il diabete non c’è o funziona male.

Ma quando dobbiamo iniziare con l’insulina?

Nel paziente con diabete di tipo 1 da subito e

nel paziente con diabete di tipo 2 in qualsiasi

momento! Il diabete di tipo 1, infatti, essendo

caratterizzato, come abbiamo avuto modo di

dire più volte, dalla completa distruzione delle

cellule del pancreas deputate alla produzione di

insulina (le cellule beta), necessita subito, fin

dalla diagnosi, di insulina dall’esterno. Il diabete

di tipo 2 è una malattia progressiva e alcuni

pazienti (non tutti) dopo un tempo variabile

dalla diagnosi o per brevi periodi, hanno biso-

gno di insulina per controllare i valori glicemici.

Il pancreas produce ancora insulina, ma la secre-

zione è compromessa e il suo effetto sull’orga-

nismo è ridotto perché c’è un meccanismo che

si chiama “insulino-resistenza” cioè una ridotta

risposta delle cellule all’azione dell’insulina.

L’associazione di insulino-resistenza e di parzia-

le carenza di secrezione di insulina porta allo svi-

luppo del diabete di tipo 2. Nel momento in cui

si scopre il diabete di tipo 2 la secrezione di insu-

lina può essere compromessa solo in parte e,

quindi, i valori glicemici vengono mantenuti

sotto controllo con i farmaci che migliorano la

sensibilità insulinica (cioè quei farmaci che

L’insulina è, paradossalmente, il “farmaco” più sicuro, proprio perché non è un farmaco, ma l’ormone che in chi ha il diabete non c’è o funziona male.

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FOCUS

fanno utilizzare meglio dalle cellule l’insulina

prodotta) o con i farmaci che stimolano il

pancreas a produrre insulina (perché le cellu-

le beta sono ancora in grado di produrla).

Può succedere, dopo un tempo variabile

dalla diagnosi, che il pancreas non sia più in

grado di produrre insulina ed in questo caso

i farmaci che agiscono stimolando la secre-

zione non sono più sufficienti a controllare i

valori glicemici. È questo uno dei motivi per i

quali è necessario iniziare la terapia insulinica

nel diabete di tipo 2.

Ma vi possono essere altre situazioni in cui,

per il presentarsi di alcune patologie, i farma-

ci orali sono controindicati e la terapia più

sicura è l’insulina. In questi casi può essere

necessario proseguire con l’insulina come è

anche possibile, una volta risolto il problema,

che si possa tornare alla terapia orale.

Questo perché, contrariamente a quanto

comunemente si pensa e si teme, spesso la

terapia insulinica può essere solo temporanea.

Facciamo altri esempi in cui la terapia con

insulina è transitoria: nelle emergenze del

diabete di tipo 2 come il coma iperosmola-

re, di cui abbiamo parlato in un precedente

Focus, la terapia con l’insulina è indispensa-

bile per risolvere la fase acuta del problema,

ma nella maggior parte dei casi i pazienti

possono tornare alla terapia orale. Nel dia-

bete gestazionale, cioè quella forma di dia-

bete che si verifica durante la gravidanza,

l’unica terapia possibile è l’insulina, che la

donna sospende subito dopo il parto.

Anche alla diagnosi può essere utile iniziare

l’insulina, da sola o in associazione ai far-

maci orali per abbassare il più rapidamente

possibile i valori glicemici e permettere al

pancreas di “riprendersi”.

Il momento in cui si deve comunicare al

paziente la necessità o l’opportunità di dover

iniziare la terapia insulinica è molto delicato.

Le problematiche principali con cui ci con-

frontiamo noi diabetologi sono il rifiuto psi-

cologico dell’insulina, legato ad un retaggio

antico che lega questo tipo di terapia alla gra-

vità della malattia. Spesso le persone con dia-

bete addirittura interpretano l’inizio della

terapia insulinica come una sconfitta, quasi

una punizione. Vi sono ancora situazioni

sociali e culturali in cui la terapia iniettiva è

vista come un marchio negativo. Far com-

prendere al paziente i motivi che ci spingono

a iniziare l’insulina è molto importante perché

l’assenza di sintomi legati al non buon con-

trollo glicemico rende più complesso accetta-

re la necessità di iniziare una terapia tanto

diversa dalla precedente. La difficoltà di com-

prensione può causare resistenza ad accetta-

re l’insulina o ad essere aderenti ad essa.

Le limitazioni all'inizio della terapia insulinica

non sono solamente psicologiche: molte

persone temono le ipoglicemie, l’aumento

di peso e il disagio dovuto al cambiamento

delle abitudini giornaliere. Si pensa spesso a

questa terapia come un fattore limitante

nello svolgimento di una vita normale e nel

mantenimento delle comuni abitudini di

vita. Ma anche questo è un mito del passa-

to che deve essere sfatato.

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Grazie alla ricerca nel campo dei dispositivi per la

somministrazione e delle nuove molecole di insu-

lina, la terapia insulinica è divenuta più pratica

per il paziente. In passato iniziare l’insulina signi-

ficava dover fare i conti con le siringhe, dover

dosare con precisione attraverso i numeri e le tac-

chette quasi invisibili; oggi le classiche siringhe

sono state quasi completamente sostituite da

dispositivi a penna (ricaricabile o usa-e-getta), che

rendono molto più pratico e semplice sia il dosag-

gio che la somministrazione. Le penne sono,

rispetto alle siringhe, più precise, più pratiche e

sicuramente maggiormente discrete.

Fino a qualche anno fa erano disponibili solo le

insuline umane, più o meno legate ad altre

sostanze per cambiarne l’efficacia; attualmente

esistono più analoghi rapidi dell’insulina, con

struttura molto simile all’insulina umana ma che

hanno il vantaggio di essere più rapidi nell’azio-

ne, quindi possono essere somministrati imme-

diatamente prima di iniziare a mangiare e teori-

camente anche subito dopo (e non 20-30 minu-

ti prima come per le vecchie umane) ed hanno

una durata d’azione breve, di poche ore, evitan-

do una “coda” di azione e quindi riducendo il

rischio di ipoglicemia a distanza dal pasto.

Esistono poi più analoghi lenti, insuline basali, con

un’azione prolungata in grado di coprire all’incir-

ca le 24 ore. La combinazione dei due tipi di insu-

line riproduce molto più da vicino rispetto al pas-

sato la secrezione fisiologica di insulina di un sog-

getto senza diabete. In altre parole, la terapia

insulinica diventa una perfetta sostituzione dell’in-

sulina che normalmente produce il pancreas. E

questo è uno dei motivi che rende la terapia con

insulina preferibile in molte situazioni.

Quando si decide che è il momento di iniziare la

terapia insulinica, dobbiamo anche decidere

qual è lo schema di terapia più giusta per ogni

paziente. Le prime considerazioni devono

riguardare il tipo di paziente e non soltanto da

un punto di vista clinico, ma anche, e a volte

soprattutto, da un punto di vista personale. Le

informazioni che dobbiamo conoscere sono

l’età, la presenza o meno di altre malattie e tera-

pie che il paziente sta assumendo, il tipo di vita

che il paziente conduce, il tipo di lavoro, le abi-

tudini di vita, la giornata tipo che svolge e tutto

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La terapia con l’insulina è indispensabile per risolvere la fase acuta del problema, ma nella maggior parte dei casi i pazienti possono tornare alla terapia orale.

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ciò per rendere la terapia insulinica che stia-

mo per prescrivere il meno problematica e al

tempo stesso più efficace possibile.

La terapia insulinica ha però dei grandi van-

taggi. Oltre a quelli già citati (efficacia illimi-

tata, ormone fisiologico), è bene ricordare

che l’insulina ha l’enorme vantaggio di poter

essere somministrata con aggiustamenti

della dose che possono essere modificati

volta per volta.

Mi spiego meglio. Nella persona che non ha

il diabete, il pancreas si accorge che la glice-

mia sta salendo ed inizia a produrre insulina,

liberandola nel sangue. Quando il pancreas

si accorge che la glicemia non sale più, smet-

te di produrla e man mano ne riduce la con-

centrazione nel sangue. Ovviamente la

quantità di insulina prodotta e liberata è

diversa di volta in volta, in funzione di quan-

to è la glicemia di partenza e di quanto glu-

cosio entra nel sangue; in un certo senso, di

quanti carboidrati mangiamo. Così facendo il

pancreas è in grado di mantenere la glicemia

entro dei valori davvero ristretti, sia che si

mangi una semplice caramella che un piatto-

ne di pastasciutta.

Gran parte delle terapie orali non sono in

grado di fare questa autoregolazione; a volte

lo stimolo alla secrezione è scarso rispetto al

fabbisogno, altre volte eccessivo. Una perso-

na che usa bene l’insulina ed è istruita all’au-

tocontrollo è in grado di stimare la quantità

di carboidrati che sta mangiando e, sulla

base di questa quantità e della glicemia di

partenza, è perfettamente capace di preve-

dere quanta insulina sarà necessaria per

mantenere la glicemia sotto controllo.

Così, si può avere un giorno più fame ed un

altro meno, un giorno desiderare la pasta ed

un altro una bella bistecca, e così via. Con

gran parte dei farmaci orali questa “libertà”

non è concessa. Immaginate prendere una

compressa, dividerla in otto parti e assumer-

ne solo sette?

Spero che quanto abbiate letto fin qui vi

abbia chiarito qualche dubbio o spazzato via

qualche falsa convinzione che vi accompa-

gnava sull’insulina. Il segreto per non farsi

spaventare da questa terapia è anche que-

sto: conoscere.

Vorrei lasciarvi con alcuni concetti importan-

ti: l’insulina non è l’ultimo farmaco, non è

una terapia definitiva, ma può essere anche

temporanea ed è sicuramente la più efficace

e la più sicura. Basta sapere quanta farne,

con l’autocontrollo.

FOCUS

L’insulina non è l’ultimo farmaco, non è una terapia definitiva, ma può essere anche temporanea ed è sicuramente la più efficace e la più sicura. Basta sapere quanta farne, con l’autocontrollo.

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IL NUOVO PORTALE È ON LINE!

www.glunews.it

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La celiachia è un'intolleranza permanente al glutine,

una sostanza presente nei cereali come il grano, il

farro, la segale e l’orzo. Nei soggetti affetti da celia-

chia, l’ingestione di alimenti contenenti glutine sca-

tena una risposta autoimmune, cioè la produzione di

anticorpi diretti contro strutture dell’organismo, in

grado di determinare gravi lesioni alla superficie che

ricopre le pareti interne dell’intestino tenue, ridu-

cendone la capacità di assorbire numerose sostanze

indispensabili alla salute come i sali minerali, le vita-

mine e le proteine.

Abbiamo scelto di parlare di questo argomento in que-

sto numero della rubrica di alimentazione, perché esi-

ste uno stretto legame tra celiachia e diabete. La celia-

chia è abbastanza frequente nei soggetti affetti da dia-

bete, in particolare da diabete di tipo 1, perché chi ha

Celiachiae diabete.

ALIMENTAZIONE

A. Prioletta

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il diabete di tipo 1, così come tutti i pazienti

affetti da malattie autoimmuni, ha una partico-

lare predisposizione a sviluppare altre malattie

autoimmuni e tra queste la celiachia.

Rispetto al passato l’associazione tra le due

malattie è sempre più frequente e questo

anche grazie ad una maggiore sensibilizzazio-

ne sull’argomento e a programmi di screening

condotti in maniera sistematica tra i pazienti

con diabete, anche se non presentano i sinto-

mi classici della malattia. I sintomi classici

come dolori addominali, diarrea o stitichezza,

perdita di peso sono presenti in meno della

metà dei pazienti, mentre in una buona per-

centuale la malattia non dà sintomi o si mani-

festa con sintomi lievi e aspecifici. Lo scree-

ning è abbastanza semplice perché prevede

un prelievo del sangue per il dosaggio degli

autoanticorpi e nella maggior parte dei centri

diabetologici i pazienti con diabete di tipo 1

sono sottoposti allo screening per escludere la

presenza di celiachia al momento della dia-

gnosi e periodicamente.

L’unica terapia della celiachia è rappresentata

dalla completa esclusione del glutine dalla

dieta che permette di far regredire i sintomi,

qualora presenti, le manifestazioni della malat-

tia e le eventuali complicanze a lungo termine.

La dieta priva di glutine non è semplice ed

apparentemente molto limitante poiché preve-

de l’eliminazione di alimenti tra i più comuni

della nostra dieta, come il pane e la pasta.

Inoltre, a differenza di quel che accade nel dia-

bete, in cui qualche episodica trasgressione ali-

mentare può provocare una temporanea alte-

razione della glicemia, senza incidere in manie-

ra deleteria sul controllo glicemico a lungo ter-

mine, nella celiachia il rapporto con l’alimenta-

zione è ben più rigido perché sono sufficienti

poche assunzioni di glutine per scatenare nuo-

vamente la risposta degli autoanticorpi.

L’alimentazione priva di glutine va condotta

con costanza e senza interruzioni e in chi sof-

fre di entrambe le malattie è necessario con-

ciliare le esigenze delle attenzioni alla dieta

per il diabete con l’assoluta necessità di evita-

re il glutine.

Apparentemente sembra si debba rinunciare a

quasi tutto ed è impossibile negarlo, alcune

limitazioni riscontrabili nel quotidiano esisto-

no. Basti pensare alle possibili difficoltà nel

mangiare fuori casa o nel fare la spesa. Uno

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L’unica terapia della celiachia è rappresentata dalla completa esclusione del glutine dalla dieta.

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ALIMENTAZIONE

degli errori più comuni che si possono

commettere quando ci si trova di fronte

alla difficoltà di dover eliminare alimenti

contenenti glutine (per la celiachia) e limi-

tare l’introduzione di zuccheri semplici (per

il diabete) è quello di ridurre in maniera

drastica la quota di carboidrati eccedendo

in grassi e proteine.

Un aiuto concreto lo si può trovare nella

dieta mediterranea (attraverso un’ipotetica

versione priva di glutine) che, senza fare

eccessive rinunce, è in grado di far conciliare

un’alimentazione sana con le “proibizioni”

legate alle due malattie. Attraverso delle

indicazioni specifiche fornite dal diabetologo

e dal dietista si può garantire un’alimentazio-

ne sana ed adeguata alle due condizioni.

La dieta mediterranea è in grado di garanti-

re la presenza di pochi zuccheri semplici e

carboidrati complessi anche escludendo gli

alimenti vietati, perché molti alimenti privi

di glutine sono già presenti nell’alimenta-

zione mediterranea e sono consumati da

sempre da tutti. Basta pensare al riso, alla

polenta o alle patate, che sono fonte di car-

boidrati complessi privi di glutine.

Nella piramide alimentare presa a modello

della dieta mediterranea, la versione priva

di glutine prevede il riso, il mais, il grano

saraceno, il miglio e le patate che costitui-

scono una fonte di carboidrati complessi

indispensabile come fonte energetica anche

in chi ha il diabete e che non esclude nes-

sun principio nutritivo rispetto ai carboidra-

ti complessi derivanti dal grano e dagli altri

cereali con glutine. I legumi inoltre, oltre ad

essere una fonte di carboidrati complessi,

forniscono anche una buona quota di pro-

teine vegetali. La frutta e gli ortaggi rappre-

sentano un’ottima fonte di fibre, vitamine e

minerali ed essendo prive di glutine consen-

tono un’ampia scelta.

Il paziente affetto da celiachia oltre agli ali-

menti naturalmente privi di glutine, può

Eliminare il glutine dalla dieta comporta qualche rinuncia sul piano “qualitativo” dei cibi, ma non sul piano nutrizionale.

Page 13: GLUNews n.11

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anche scegliere di consumare prodotti, dispo-

nibili in commercio, appartenenti alla classe dei

“dietetici”, privi di glutine. Ne esistono di

diverse marche e per tutti i gusti ma, anche in

questo caso, è bene fare attenzione alle eti-

chette nutrizionali.

Questi alimenti confezionati, che per legge

devono attenersi ai limiti imposti circa il conte-

nuto di glutine, risultano spesso ipercalorici

perché contenenti grassi (spesso idrogenati e

grassi saturi), zucchero ecc. Senza fare di tutta

l’erba un fascio, la nostra vuole essere solo una

raccomandazione ad una attenzione al conte-

nuto. In chi ha anche il diabete, in particolare,

l’attenzione al contenuto in zuccheri, grassi e

calorie di questi cibi è molto importante.

Un aspetto da non sottovalutare sono le possi-

bili contaminazioni accidentali da glutine negli

alimenti confezionati o durante la preparazio-

ne dei piatti in casa.

L’elenco degli alimenti privi di glutine può

essere reperito su opuscoli informativi, siti

internet ecc. ed esistono delle associazioni di

pazienti che forniscono informazioni sulla

malattia e sulla dieta. L’Associazione Italiana

per la Celiachia, per esempio, mette a disposi-

zione un sito internet dove è possibile anche

registrarsi come paziente, in cui vi sono delle

liste aggiornate di alimenti privi di glutine.

Eliminare il glutine dalla dieta comporta proba-

bilmente qualche rinuncia sul piano “qualitati-

vo” dei cibi, ma assolutamente nessuna rinun-

cia sul piano nutrizionale. L’alimentazione

priva di glutine consente di introdurre tutti gli

elementi nutrizionali presenti negli alimenti

comuni con glutine.

Risotto con verdure

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

• 350 gr di riso• 150 gr di zucchine• 150 gr di carote• 1 cipolla media• 1 cespo di indivia• 50 gr di parmigiano• 1/2 bicchiere di vino bianco

PREPARAZIONE:Far appassire la cipolla a fettine in un filo diolio extravergine d’oliva, unire le zucchine ele carote tagliate a dadini e l’indivia tagliatain precedenza. Lasciare insaporire pochiminuti a fuoco basso quindi alzare la fiam-ma e aggiungere il riso. Tostare il riso nelleverdure per alcuni minuti quindi aggiungereil vino bianco e lasciarlo evaporare. Versarea poco a poco il brodo finché il riso non rag-giunge la cottura desiderata. Una volta cotto, mantecare con burro e for-maggio e servire ben caldo.

Valori nutrizionali (approssimativi) a porzione: Calorie: 320 KcalCarboidrati: 80 gProteine: 12 gGrassi: 3,6 g

Eliminare il glutine dalla dieta comporta qualche rinuncia sul piano “qualitativo” dei cibi, ma non sul piano nutrizionale.

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SPORT

Continuiamo la nostra rubrica sportiva con la pallacane-

stro, meglio definita come Basket, uno degli sport più

popolari e diffusi nel mondo.

Nato nel 1891 grazie a JAMES NAISMITH, professore

di educazione fisica presso lo Springfield College

(Massachusset), che lo ideò come allenamento invernale,

da praticare al caldo, in palestra, in alternativa ai noiosi

esercizi di ginnastica, per gli atleti di baseball e football.

Come tutte le altre discipline sportive fin qui trattate, anche

il basket lo si può definire uno sport senza particolari pro-

blematiche e quindi accessibile a tutti. Nasce come un alle-

namento sportivo, quindi lo si può ritenere uno sport deci-

samente completo, che riassume una vasta gamma di eser-

cizi fisici coinvolgendo l'intera muscolatura corporea,

molto adatto a tenere il fisico in completa attività.

M. Daghero

Il basket.

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15

Ovviamente, come sempre, per il giocatore con

diabete, il primo consiglio è quello di informare

il proprio diabetologo su quale attività sportiva

si vuole praticare: questo è fondamentale per

valutare le personali predisposizioni fisiche e

non incorrere in scelte azzardate o sbagliate,

dopodiché, seguire un'alimentazione adeguata

e le consuete regole di igiene.

LA DIETA: ARBITRO INDISCUSSODI UNA PARTITAPer quanto riguarda l'alimentazione, vanno

assunti alimenti che garantiscano un apporto

energetico consistente, senza per questo incor-

rere in inutili e dannose esagerazioni.

I pasti vanno consumati almeno 2/4 ore prima

di giocare, privilegiando cibi facilmente digeri-

bili come pasta, verdure e carni bianche.

Il basket è uno sport definito "stop & go", in

quanto si alternano di continuo scatti con brevi

momenti di pausa anche quando il giocatore

non è direttamente coinvolto nel gioco, quindi

il fisico deve aver ricevuto un sufficiente appor-

to proteico e calorico pur mantenendo un'ade-

guata leggerezza e prontezza di movimento.

Ogni partita dura 40 minuti, suddivisi in 4 perio-

di di 10 minuti ciascuno (12 minuti nella NBA,

National Basketball Association, per un totale di

48 minuti) e tra il 2° ed il 3° periodo viene effet-

tuato un intervallo di 10 o 15 minuti. Anche l'ap-

porto idrico è fondamentale, quindi è importan-

te bere acqua, prima, durante e dopo la partita,

sempre a piccoli sorsi e consumare cibi idratanti

come frutta, verdura e yogurt.

Durante la gara lo sforzo fisico aumenta e di

conseguenza aumenta la sudorazione, renden-

do necessario il recupero di potassio, calcio e

magnesio, sali minerali che entrano nel meta-

bolismo cellulare, nei processi di ossidazione

delle cellule e nello scambio energetico.

Reintegrare questi sali è possibile durante la

gara, attraverso l'assunzione di comodi integra-

tori, approfittando della pausa di 15 minuti tra

il secondo ed il terzo periodo.

CONSUMO CALORIE

IN 1 ORA DI ALLENAMENTO NEL BASKET

CONSUMO CALORIE

IN 1 ORA DI PARTITA NEL BASKET

Peso corporeo Kcal

60 kg 230

65 kg 249

70 kg 268

75 kg 288

80 kg 307

Peso corporeo Kcal

60 kg 480

65 kg 520

70 kg 556

75 kg 600

80 kg 640

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SICUREZZA E IGIENEIl basket non è uno sport pericoloso, ma

possono essere frequenti scontri fisici e

cadute a terra, quindi è bene tenerne conto

e munirsi di adeguate protezioni per gomiti,

ginocchia e soprattutto per i piedi, privile-

giando la scelta di calzature di qualità, rea-

lizzate con un adeguato spessore di paraca-

viglie e paradita, sufficienti per attutire even-

tuali colpi e pestoni, dotate di plantare amo-

vibile e con anelli passalacci in tessuto e non

metallici per evitare eventuali traumi al

dorso del piede.

Per quanto riguarda l'igiene, i calzini sono

un accessorio da non sottovalutare, meglio

se in tessuto spugnoso per assorbire meglio

il sudore ed evitare sfregamenti che potreb-

bero provocare la formazione di vesciche.

Nella borsa, oltre ai normali accessori per la

doccia e quindi accappatoio, ciabattine,

asciugacapelli, saponi detergenti, ricambio

di biancheria e calzini, deve esserci sempre

una riserva d'acqua, una scorta di zuccheri e

l'immancabile Kit per la misurazione della

glicemia. Per il giocatore di basket con dia-

bete è consigliabile controllare frequente-

mente il proprio livello glicemico con il glu-

cometro portatile.

Se il consiglio per un diabetico è di effettua-

re almeno quattro misurazioni al giorno, per

lo sportivo è bene che questi controlli avven-

gano più frequentemente, soprattutto nel

corso degli allenamenti o prima, durante e

dopo una partita. Questo per permettere

l'intensità e la durata del gioco senza corre-

re il rischio di episodi di ipo o iperglicemia.

16

SPORT

È opportuno controllare il proprio livello glicemico nel corso degli allenamenti o prima, durante e dopo una partita.

Page 17: GLUNews n.11

17

1 Informare un responsabile tecnico o un compagno di

squadra della propria condizione di diabete e sulle

opportune precauzioni da prendere in caso di necessità.

2 Essere sempre muniti della tessera sanitaria e di un

certificato che attesti la propria patologia ed even-

tuale numero di telefono del medico curante

3 Effettuare la misurazione della glicemia prima di

iniziare l'allenamento o la partita e se possibile

effettuare un controllo anche durante l'intervallo e

annotare, soprattutto nel primo periodo di attività,

l'andamento glicemico prima, durante e dopo il

gioco, in modo da capire meglio come reagisce il

proprio organismo.

4 Tenere in borsa o nello spogliatoio scorte di zucche-

ri rapidi per poter intervenire prontamente in caso

di ipoglicemie.

CURIOSITÀ

La dimensione ed il peso del pallone cambia in base al sesso

ed all'età.

LA PRIMA PARTITA IN ITALIA

L'8 giugno 1919, all'Arena di Milano, in concomitanza con l'arri-

vo del Giro ciclistico d'Italia, si gioca la prima partita di Basket tra

Compagnia Automobilisti di Monza e Avieri della Malpensa.

La gara finisce in parità, 11 a 11, di fronte ad un pubblico ecce-

zionale, oltre trentamila persone.

CAMPIONI CON IL DIABETE

• Chris Dudley, quindici anni di esperienza NBA (National

Basketball Association), una carriera con più di 5.000 rimbalzi,

primo giocatore con diabete di tipo 1.

• Jon Larranaga, classe 1980, statunitense di 2 metri, passapor-

to irlandese, giocatore come ala nell'EURO ROSETO a Roseto

degli Abruzzi.

Chris Dudley

QUALCHE PUNTO IN PIÙ PER GIOCARE IN VANTAGGIO

Page 18: GLUNews n.11

18

ATTUALITà

La scuola è una componente essenziale nella vita di ogni

bambino e coinvolge l’intera società a diversi livelli. Può

accadere che in una classe vi sia un bambino con diabete

e naturalmente ciò richiede cure e attenzioni particolari.

Una corretta gestione del diabete non può essere trascu-

rata nelle ore scolastiche. Durante il tempo che il bambi-

no trascorre a scuola (tra le 900 e le 1500 ore ogni anno!)

è necessario eseguire i controlli della glicemia, mangiare

in modo adeguato, assumere l’insulina secondo program-

mi precisi ed essere sempre attenti a riconoscere e inter-

venire in caso di eventuali ipoglicemie. A scuola dovreb-

be esserci il materiale necessario per far fronte alle picco-

le emergenze che dovessero insorgere. D’altra parte è

bene che il personale scolastico sia adeguatamente infor-

mato e capace di supportare il bambino con diabete nelle

sue necessità primarie, dipendenti in gran parte dall’età e

dalla fase della malattia.

Diabete a scuola.

V. Cherubini

Page 19: GLUNews n.11

IL BAMBINOSubito dopo la diagnosi di diabete, il rientro a

scuola costituisce un momento molto delicato

per il bambino. Deve imparare a convivere con

i controlli della glicemia -gli stick- somministrar-

si l’insulina e mangiare secondo un programma

particolare. Lo stick della glicemia, pur essendo

molto semplice e di rapida esecuzione, richiede

tuttavia la disponibilità di uno strumento, un

pungidito, alcune strisce reattive, il disinfettan-

te: tutta una serie di oggetti che si trovano

nello zaino. Per il bambino che va alla scuola

dell’infanzia questo materiale si trova invece

nella borsa fornita agli insegnanti dai genitori.

Il rituale dello stick si ripete più volte al giorno e

fa sorgere nel bambino la sensazione di essere

diverso dagli altri. Questa diversità, comunque

ineludibile, può diventare motivo di vergogna e

quindi produrre nel bambino un vissuto di infe-

riorità e il timore di essere discriminato.

Diversamente invece può essere vissuta come

una nuova condizione cui adattarsi rapidamen-

te per poter star bene e sentirsi sicuri.

Fortunatamente i bambini si adeguano molto

bene alle novità e questa loro capacità aiuta

molto gli adulti che si trovano intorno a loro.

Prima della merenda e prima del pranzo, oltre

allo stick, è necessario iniettare l’insulina secon-

do un piano preparato dal medico del Centro di

Diabetologia. Tale piano è condiviso con molte

persone, tra cui il pediatra di libera scelta, il diri-

gente scolastico, i genitori, a volte il personale

dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI). Ogni

giorno ci si trova davanti ad una situazione

diversa ed è buona norma prendere contatto

con i genitori e condividere con essi le scelte da

fare. Se il personale scolastico è preoccupato

per queste scelte il bambino riceverà insicurezza

e si sentirà inadeguato; al contrario un rapporto

di collaborazione fra i genitori e i docenti rassi-

curerà il bambino. Qualche volta l’iniezione

d’insulina è fatta direttamente da un insegnan-

te; spesso il bambino ha un microinfusore e

quindi non c’è nemmeno bisogno dell’iniezione,

basta solo premere un bottone e l’insulina è

iniettata in modo molto semplice e automatico.

I GENITORICosì come per il bambino, la diagnosi è un

evento traumatico anche per i genitori. Le

attenzioni nei confronti del piccolo, che si trova

in questa nuova condizione, sono moltiplicate e

le preoccupazioni sullo stato di salute sono

spesso il primo argomento di cui si parla in

famiglia. In un certo senso la famiglia rappre-

È bene che il personale scolastico sia adeguatamente informato e capace di supportare il bambino con diabete nelle sue necessità primarie.

19

Page 20: GLUNews n.11

20

senta un “luogo protetto” dove tutti diven-

tano rapidamente esperti del diabete e, a

vari livelli, si sviluppano le capacità di sup-

porto. Quando il bambino rientra a scuola i

genitori sono naturalmente molto preoccupa-

ti su come sarà controllato, come sarà gestito

nelle varie attività, per esempio quando farà

attività fisica ci sarà qualcuno che lo guarderà

con occhi attenti per il rischio di ipoglicemia?

Sorgono molti interrogativi, e talvolta le

risposte sono poche da parte della scuola,

obbligata a confrontarsi con una situazione

il più delle volte del tutto nuova. I genitori di

solito si offrono di andare direttamente a

scuola per fare controlli e somministrare l’in-

sulina: più spesso essi sono vincolati dal loro

lavoro e non possono farlo. Si sentono fre-

quentemente impotenti dovendo affidare il

bambino al personale scolastico e sono sem-

pre preoccupati pensando a ciò che succe-

derà nelle ore in cui il bambino è a scuola.

IL PERSONALE SCOLASTICODocenti e non docenti si trovano ad affron-

tare una situazione nuova. Le reazioni non

sono univoche: atteggiamenti di piena

disponibilità si alternano a posizioni difensi-

ve, comportamenti propositivi si accompa-

gnano alla paura di sbagliare. Le disposizio-

ni legislative che riguardano l’argomento

sono interpretate in vario modo e c’è la

necessità di un confronto con i medici per

un aiuto pratico. Uno dei primi compiti della

scuola è quello di assicurare la presenza del

materiale per l’autocontrollo della glicemia e

la gestione di ipoglicemie o iperglicemie in

un’apposita area dedicata.

In alcuni casi la scuola ha già ospitato altri

bambini con lo stesso problema e allora

l’esperienza acquisita si dimostra molto utile

per l’inserimento di un nuovo bambino, assi-

curando da subito l’attuazione di tutte le

cure necessarie. Altre volte invece i docenti

si trovano per la prima volta di fronte ad una

condizione che non conoscono per nulla, e

hanno bisogno delle basi per gestire al

meglio un bambino con il diabete.

Due semplici accorgimenti sono fondamen-

tali da parte del personale scolastico: la capa-

cità di fare uno stick della glicemia e molta

disponibilità. Lo stick della glicemia può esse-

re insegnato loro dai genitori, dal pediatra di

libera scelta, dall’infermiere dell’Assistenza

Domiciliare Integrata (ADI), dal personale del

Centro di Diabetologia, dal bambino stesso.

È una manovra sicura, semplice e veramente

utile. Consente di prevenire situazioni com-

plesse e risolvere rapidamente condizioni di

rischio. La disponibilità è un “valore” umano

di cui generalmente tutto il personale scola-

stico è dotato. Disponibilità vuol dire essere

disposti a fare lo stick, a contattare i genito-

ri, ad assicurare al bambino un clima sereno

e sicuro, facendo in modo che il diabete non

si associ alla condizione di “diverso”, che ci

sia facilità nella risposta a qualunque biso-

gno. In alcuni casi il personale scolastico è

disponibile a somministrare l’insulina e altre

volte anche a somministrare il glucagone

quando ci fosse bisogno. Il glucagone è un

ATTUALITà

Page 21: GLUNews n.11

farmaco di cui un bambino con diabete potreb-

be aver bisogno improvvisamente per ristabilirsi

da una grave ipoglicemia. Il suo impiego è

molto raro ma si tratta di un farmaco di prima

emergenza e quindi molto utile. In questo ulti-

mo caso è necessario un corso preventivo di for-

mazione del personale presso un Centro di

Diabetologia pediatrica.

IL PEDIATRA DI LIBERA SCELTA (PLS)Nello scenario che stiamo tracciando il PLS è un

attore principale. Insieme al pediatra endocri-

nologo redige il “piano di cura a scuola” che

sarà condiviso con i genitori e tutti gli altri “care

givers”, cioè le figure che si prendono cura del

bambino durante le ore scolastiche. Il PLS ha un

contatto ravvicinato e continuo con la famiglia

ed è quindi l’interlocutore privilegiato per la

gestione delle necessità quotidiane, come per

esempio una modifica della dose d’insulina, la

cura di una malattia comune come l’influenza

che può incidere sull’andamento delle glicemie

e così via. È anche lo specialista che suggerisce

di ritornare al Centro di secondo o terzo livello

quando intravede anomalie del controllo meta-

bolico che potrebbero sfociare in condizioni più

critiche, come la comparsa di frequenti ipogli-

cemie o iperglicemie.

IL PERSONALE DELL’ASSISTENZADOMICILIARE INTEGRATA (ADI)Alcune volte, specialmente se si tratta di bambi-

ni molto piccoli, è utile l’intervento del servizio

ADI, più spesso coinvolto nella gestione del

paziente anziano, ma in alcuni casi anche per i

bambini con diabete. Fino all’età di circa 10-12

anni, un bambino non è generalmente in grado

di autosomministrarsi l’insulina. In caso di

necessità - quando i genitori lavorano e nessun

insegnante è in grado di farlo - un infermiere

dell’ADI può intervenire nella somministrazione

d’insulina durante la permanenza a scuola. Si

tratta di un aiuto per un periodo limitato, in

attesa che si sviluppi l’autonomia del bambino.

La condivisione del programma di cura e degli

interventi tra tutti gli operatori coinvolti consen-

te un percorso scolastico sicuro e sereno. Un

sistema d’interfaccia relazionale tra territorio e

centri di eccellenza, che agisca in rete, con meto-

dologia di tipo “hub & spoke”, permette di otti-

mizzare le risorse raggiungendo la massima effi-

cienza operativa. Alla base di tutto questo resta

tuttavia la grande disponibilità umana delle per-

sone che hanno a cuore la salute e la sicurezza

dei bambini con diabete e che hanno voglia di

mettersi in gioco per favorirne una crescita come

tutti gli altri che non hanno il diabete.

21

Il glucagone è un farmaco di cui un bambino con diabete potrebbe aver bisogno improvvisamente per ristabilirsi da una grave ipoglicemia.

Page 22: GLUNews n.11

22

CAPIRE LE ANALISI

La funzionalità della tiroide viene indagata

con il dosaggio di tre ormoni attraverso un

semplice prelievo del sangue.

La tiroide produce la Triiodotironina (nota

con la sigla T3) e la Tiroxina (T4), mentre

l’ormone Tireotropo (noto come TSH), è

prodotto da una ghiandola situata nel cer-

vello (ipofisi) e serve per dire alla tiroide se

il nostro organismo ha bisogno di aumen-

tare o ridurre la produzione ormonale.

Comunemente, quando si effettuano le

analisi della tiroide, al posto del T3 e del T4,

vengono dosate le loro frazioni libere: FT3

(Free FT3) e FT4 (Free FT4), perché gli ormo-

ni circolano nel sangue legati alle proteine

e in alcune condizioni le modifiche della

concentrazione di queste proteine possono

dare un falso valore della funzionalità tiroi-

dea (valori di T3 o T4 falsamente anomali).

Il dosaggio degli ormoni tiroidei e del TSH

viene effettuato in diverse condizioni:

quando sono presenti sintomi che fanno

sospettare che vi sia un’alterazione della

funzione della tiroide, in gravidanza o

quando si assumono alcuni farmaci che

possono alterare la funzione tiroidea (per

esempio il litio o l’amiodarone), quando c’è

una familiarità per malattie della tiroide.

Il dosaggio del TSH viene effettuato a tutti

La tiroide.

A. Giaccari

Page 23: GLUNews n.11

i neonati a pochi giorni dalla nascita (per lo

screening dell'ipotiroidismo congenito).

In chi assume la terapia con ormoni tiroidei o

con farmaci per rallentare la funzione tiroidea

è necessario controllare periodicamente gli

ormoni tiroidei per verificare l’efficacia e l’ade-

guatezza della terapia o al contrario se è

necessario effettuare delle modifiche.

I risultati delle analisi della funzionalità tiroi-

dea possono mostrare valori di TSH e ormoni

nella norma in caso di normale funzione, un

aumentato valore del TSH associato (ma non

sempre) alla riduzione dei valori dell’FT3 e

FT4, in caso di una riduzione della funzione

tiroidea (ipotiroidismo) e viceversa, bassi

valori di TSH con alti valori di FT3 e FT4 (o

anche valori normali di ormoni tiroidei) in

presenza di un’aumentata funzione tiroidea

(ipertiroidismo).

Quando i valori sono al di fuori della norma è

consigliabile eseguire il dosaggio degli anti-

corpi anti tiroidei (anticorpi anti Tireoperos-

sidasi e anti Tireoglobulina) ed un’ecografia

della tiroide per chiarire la situazione.

23

In chi assume la terapia con ormoni tiroidei o con farmaci per rallentare la funzione tiroidea è necessario controllare periodicamente gli ormoni tiroidei.

Page 24: GLUNews n.11

24

È ormai consolidata l’importanza del controllo glicemico

giornaliero nel paziente diabetico insulino trattato.

Meno consolidata, ma non per questo di minor importan-

za, è l’attenzione che viene rivolta alla scelta di uno stru-

mento. Infatti, nel mare magnum dei glucometri che ven-

gono commercializzati dalle aziende produttrici, ci sono

strumenti dedicati, ossia strumenti che sono più specifici per

un paziente ed altri che lo sono meno.

Un esempio chiaro e lampante ci è fornito dagli strumenti

che sono in grado di eseguire la determinazione della glice-

mia e della chetonemia.

Questi risultano molto più adatti ed utili al controllo di

pazienti che necessitano di insulina esogena perché il qua-

dro clinico che si ottiene dalla conoscenza dei valori del glu-

cosio e dei chetoni è molto più completo rispetto alla sola

conoscenza della glicemia.

STRUMENTIDI MISURAZIONE

D. Rindone

Analisi dei corpi chetonici:2 strisce in un solo

strumento.(seconda parte)

Page 25: GLUNews n.11

Ma nello specifico, perché è importante conosce-

re anche i valori dei chetoni nel sangue e come si

misurano?

Un piccolo passo indietro per precisare che la

chetoacidosi è una complicanza acuta causata da

relativa o assoluta deficienza di insulina associata

ad un aumento degli ormoni controregolatori

(glucagone, catecolamine, ormone della cresci-

ta). Si tratta della più frequente emergenza endo-

crino – metabolica ed è diagnosticata nel 50%

dei giovani diabetici ospedalizzati. La mortalità

per complicanze della DKA è stimata intorno al

2% nei Paesi Occidentali. Ne consegue dunque

che il monitoraggio della chetonemia è molto

importante e non richiede particolare abilità da

parte dell’utilizzatore.

La metodica è infatti la stessa della determinazio-

ne del glucosio: digitopuntura e campionamento

per aspirazione capillare in una striscia posta

all’interno di uno strumento.

Questo esame è relativamente giovane, basti

pensare che fino a pochi anni fa erano impiega-

te soltanto le strisce per la chetonuria (strisce che

reagiscono al contatto dell’urina) con risultati

molte volte insoddisfacenti.

Infatti, volendo approfondire senza entrare trop-

po nello specifico, le strisce per la chetonuria

offrivano e offrono soltanto determinazioni qua-

litative e non quantitative, (si ha un viraggio di

colore e non un chiaro numero indicante un valo-

re), non riflettono in tempo reale lo stato del

paziente, possono essere soggette ad alterazioni

in caso di presenza di farmaci e, nelle situazioni di

emergenza in un paziente fortemente disidrata-

to, il loro utilizzo è praticamente privo di utilità.

A supporto di quanto affermato, le indicazioni del-

l’importante Associazione diabetica Americana,

ADA (1) suggeriscono l’utilizzo delle strisce della

chetonemia rispetto a quelle della chetonuria.

Quindi la determinazione dei corpi chetonici in

ambito domiciliare è importante per tutti i diabe-

tici, bambini, adulti, donne in gravidanza e porta-

tori di micro infusore, non in ultimo in pazienti

con il diabete di tipo 2 con iperglicemie frequen-

ti al di sopra di 250 mg/dL.

Per tutte le considerazioni descritte, è evidente

quindi l’importanza della conoscenza dei valo-

ri dei chetoni in ambito domiciliare, ma quan-

to lo è in una situazione acuta, in un paziente

ospedalizzato?

Studi clinici (2) rimarcano il grande vantaggio

nell’utilizzo delle strisce della chetonemia,

infatti, questo tipo di monitoraggio permette al

paziente di passare mediamente meno tempo

nell’unità di terapia intensiva con ovvi benefici

e con un notevole risparmio economico per la

struttura, tema da tenere ben presente soprat-

tutto in periodi come questi.

25

Il quadro clinico che si ottiene dalla conoscenza dei valori del glucosio e dei chetoni è molto più completo rispetto alla sola conoscenza della glicemia.

1) American Diabetes Care.Tests of glycemia in diabetes.

Diabetes Care 2004; 27( suppl.1):s91-s93

2) Cost Effectiveness of the direct measurement of 3-beta hydroxy-

butyrate in the management of diabetic ketoacidosis in children

Page 26: GLUNews n.11

Il mio diabetologo insiste per farmi iniziare l’insulina. Ricordo benissimo la cuginadi mia madre. Iniziò l’insulina e dopo pochi anni diventò praticamente cieca, poiperse pure un piede. Possibile che non si possa fare di meglio?

Carissimo, quello che deve ben comprendere è che l’insulina non è stata la causa della ceci-tà e dell’amputazione di piede della sua prozia. L’insulina era l’unico rimedio per cercare dievitare questi effetti. Se il suo diabetologo insiste, è proprio perché vuole salvarle gli occhi,i piedi e tutto il resto. Gli dia retta!

Misuro la glicemia tutte le mattine, ma i valori sono sempre diversi. Qualche volta arrivano a 110, qualche volta sono sotto 90. Eppure la sera mangiosempre leggero, un secondo, verdure con un po’ di pane, un po’ di frutta. Al massimo aggiungo un minestrone. Visto che non dipende da quello che mangio,ho cambiato la macchinetta, ma i valori sono sempre quelli. Ma le macchinette funzionano?

Carissima, i glucometri (o macchinette) servono essenzialmente per l’autocontrollo e nonsostituiscono il laboratorio di analisi. Variazioni all’interno del 10 % sono da considerarsipiù che accettabili. Nel suo caso specifico, tutte le glicemie comprese fra i 90 ed i 110 mg/dlsono ottimali, e nulla cambia, dal punto di vista clinico, se il risultato è l’uno o l’altro.Piuttosto, verifichi la glicemia in altri momenti della giornata. Non tutti i giorni, ovviamen-te, ma cerchi di capire se le glicemie sono buone (sotto 140 mg/dl) anche due ore dopopranzo o dopo cena.

Chiedi al Professore è un servizio di GLUNews offerto a tutti i suoi abbonati, che possono porre i loro quesiti alla nostra RedazioneScientifica tramite il sito www.glunews.itLe domande più cliccate verranno riportate sulla rivista in forma anonima in modo da essere un utile supporto su problematichecondivise.

Hai dubbi sul diabete?Corri a registrarti su glunews.it e Chiedi al Professore!

Il servizio non vuole in alcun modo interferire o sostituirsi alle indicazioni terapeutico/cliniche dei medici di riferimento, ma offrire un utile strumento diinformazione dedicato a fornire spiegazioni maggiormente dettagliate e specifiche su problematiche legate alla corretta gestione del diabete.

CHIEDI AL PROFESSORE

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Page 28: GLUNews n.11

DIABETENIGMISTICA

La celiachia, cioè l’intolleranza al glutine, è una delle patologie che può essere presente neisoggetti diabetici e di essa ne parliamo nella rubrica “Alimentazione” della nostra rivista. Laceliachia era conosciuta già nell’antichità. Il primo a parlarne di cui si ha notizia fu il medicogreco che vedete nell’immagine, vissuto alla fine del secondo secolo d.C. A lui si devonostudi su malattie acute e croniche e accurate descrizioni del diabete e della gotta. Di chi sitratta? Risolvete il cruciverba e lo scoprirete, leggendo le lettere nelle caselle colorate.

ORIZZONTALI1 Divenne tristemente famosa ai tempi della Rivoluzione Francese - 11 Varese - 13 Trasformano la morfina in marsi-na - 15 Raccoglie l’acqua piovana - 16 Così comincia l’appello - 18 Circonda l’Italia su tre lati - 21 Dentro al cinema -22 Il Clapton chitarrista - 24 Un fallo del tennista - 25 Rivendita di... caffè e cappuccini - 27 I confini di Toronto - 28Fondò il Cristianesimo - 30 Casetta alpina - 32 Vetta, culmine - 34 Una nota... con la corona - 35 Brutti oltre ogni limi-te - 38 Immagine colorata... trasferibile - 41 Una lingua proverbialmente difficile - 44 Non rispettano l’orario concor-dato - 45 Il serbatoio di ricambio delle penne a sfera - 46 Due celebri ville nei pressi di Versailles - 47 Precede... il re -48 Compatti, duri - 49 È addetto alla lavorazione dei latticini - 50 Una cifra dispari - 52 Ha per capitale Tripoli - 53Non tutti sono mancini - 54 La devono doppiare le vele - 55 Venezia - 56 Royal Academy - 58 Un no... irreversibile -59 Sandra che recitò nel film “Giulietta degli spiriti” - 60 È posta tra cornea e cristallino - 61 Il Big... londinese.

VERTICALI1 Rivera, ex campione del Milan e della Nazionale (iniziali) - 2 La Grandi cantante (iniz.) - 3 Grosso uccello migratore - 4Coda di pappagallo - 5 Quello europeo è il tema principale della nona Sinfonia di Beethoven - 6 Lavoro in versi - 7 Finedi volata - 8 È “full” quando si lavora per l’intera giornata - 9 In fondo alla corsia - 10 Il fiume di Berna - 12 AeronauticaMilitare - 13 Nel calcio può essere di rigore - 14 L’ambiente di lavoro di Sabrina Ferilli - 17 Maradona lo era “de oro” -19 Sostanze medicamentose che leniscono il senso di bruciore - 20 I maschi dell’oca... in giovane età - 22 Un grande tra-gediografo greco - 23 Molti vivono a Ottawa - 25 Avere cura, occuparsi - 26 Li consultano i cuochi - 27 Assortimento ditessuti per tende - 28 Penoso lamento - 29 Identifica i sottomarini - 31 Lo sono i cani... arrabbiati - 33 Purificazione delcorpo o dell’animo - 34 Il fiume di Lione - 36 Musica da discoteca - 37 Fa esultare i tifosi - 39 Pusillanimi di fronte a rischio doveri - 40 La pianta che ricorda il capitello corinzio - 42 Un calcolo... della cistifellea - 43 Così comincia l’articolo - 49Il controspionaggio degli USA (sigla) - 51 Trasmette sul digitale e sul satellite - 52 Gli... Zeppelin del rock - 53 Sono parinell’atomo - 54 Bologna - 55 L’ultimo Paolo pontefice - 57 Sono perennemente... in trance.

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Soluzione Diabetici famosi: James Brown (vedi schema)

Soluzione L’aforisma spiritoso: la parola da inserire è “medicina”. La fraserisultante è: mia madre era così ubriaca che quando le hanno fatto uncontrollo medico hanno trovato il due per cento di sangue nel suo alcol.Il secondo elemento…di spirito è l’alcol di cui parla la divertente dichiara-zione dell’attore

L’aforisma spiritoso

L’aforisma è… spiritoso perdue motivi, lo scoprirete a solu-zione avvenuta. Nelle casellecolorate inserite la parola cherisponde alla definizione: laprescrive il dottore. Riportatepoi nello schema sottostante lemedesime lettere (a numerouguale lettera uguale) e com-pletatelo. Al termine potreteleggere l’affermazione attribui-ta a Robert De Niro.

È conosciuto come “il padrino del soul”: nato nel1933 negli USA, ebbe un’infanzia poverissimadurante la quale aiutò la famiglia raccogliendo coto-ne e lucidando scarpe. Nel 1953 iniziò la sua carrie-ra musicale raggiungendo il grande successo neglianni ’60. Il 14 Novembre 2006 è entrato a far partedella Music Hall of Fame. Fantastica la sua partecipa-zione al film “The Blues Brothers” nella parte delreverendo Cleophus James. È morto il giorno diNatale del 2006.

Cancellate dallo schema le parole elencate sotto(possono essere collocate in tutte le direzioni possibi-li e si incrociano tra loro). Al termine, le lettere rima-ste lette di seguito daranno nome e cognome di que-sto “diabetico famoso”.

Diabetici famosi

AGENDA ALTITUDINE BASSOTTO CASTORO CATRAME DAZIO DIGITALE DOLOMITEENIGMA GHIANDA MESTOLO PELUCHE PIANO PRISMA SBAGLIO SCAPOLA SCHEDA SESAMO SIMPOSIO SOMMA SONNO SOTTOFONDO UFFICIO URGENZA

J A L T I T U D I N E OD E S I M P O S I O N SS O N B R A L O P A C SO E L I A D N A I H G EA I S O G G A P E B M HO M C A M M L D O A E CA N M I M I A I R S S UO D N O F O T T O S T LI M N O S F A E T O O EZ E S E S C U B S T L PA Z N E G R U R A T O OD I G I T A L E C O W N

J A L T I T U D I N E O

D E S I M P O S I O N S

S O N B R A L O P A C S

O E L I A D N A I H G E

A I S O G G A P E B M H

O M C A M M L D O A E C

A N M I M I A I R S S U

O D N O F O T T O S T L

I M N O S F A E T O O E

Z E S E S C U B S T L P

A Z N E G R U R A T O O

D I G I T A L E C O W N

Page 30: GLUNews n.11

30

Da una recentissima ricerca della London School of Economics, in cui sonostati messi a confronto i 5 principali Paesi europei (Francia, Germania,Spagna, Italia e Regno Unito), risulta che il nostro Paese investe solo il5,61% della spesa sanitaria complessiva per la cura e la gestione del dia-bete. La Germania spende circa il triplo (16,7% del budget sanitario) e gliinglesi circa il doppio (12,1%). Francia e Spagna, pur essendo meno "vir-tuose" del nostro Paese, sono in linea con il livello di spesa italiana conrispettivamente il 5,9% ed il 5,7%. L'Italia, uguagliata dalla Spagna, spen-de meno anche in rapporto al PIL: lo 0,38% contro l'1% della Germania,lo 0,67% del Regno Unito e lo 0,38% della Francia. Questo studio, sebbene da un lato evidenzi la differenza sostanziale diinvestimenti nella cura del diabete, definisce comunque positivamente leprestazioni offerte dal nostro Paese grazie alla distribuzione omogenea edintegrata di centri specialistici su tutto il territorio nazionale, non da ulti-mi quelli di diabetologia pediatrica, organizzati in team multidisciplinarivolti al trattamento e gestione della patologia sotto più aspetti correlati. Un'ennesima testimonianza di quanto sia importante ed efficace investiresulla prevenzione e sulla gestione della patologia tanto più se si mettonoin confronto i costi di un diabete ben gestito rispetto alla cura ed al trat-tamento delle sue complicanze e le relative ospedalizzazioni.FONTE: BURDEN OF DISEASE, COST AND MANAGEMENT OF DIABETES IN EU5 - LONDON SCHOOL OF ECONOMICS

Italia e Diabete: il risparmio è davvero "virtuoso"?

Dopo una notte insonne il nostro cervello pare essere maggiormente reat-tivo agli stimoli della fame. È quello che hanno scoperto dei ricercatoridell'Università di Uppsala (Svezia) dopo aver sottoposto a RisonanzaMagnetica per immagini un gruppo di soggetti privati del sonno e ungruppo di controllo regolarmente riposato a cui venivano presentateimmagini di cibi. Dalle Risonanze Magnetiche sono emersi maggiori edelevati livelli di attivazione in una regione specifica del cervello che contri-buisce alla sensazione di appetito nei soggetti privati del sonno.Stili di vita poveri di sonno possono quindi influenzare il rischio di diven-tare delle persone in sovrappeso nel lungo periodo. I risultati sono pubbli-cati nel Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.

Dormire poco fa ingrassare

DOLCI CURIOSITà

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Il dolce per eccellenza non è un tabù, neanche per chi ha il diabete! Ilcioccolato (quello fondente) infatti è un alimento con caratteristichenutrizionali utili a migliorare, oltre al tono dell'umore, anche le prestazio-ni cardiache. Certo non bisogna abusarne ed è necessario inserirlo in uncorretto regime alimentare, perché è comunque ricco di grassi e calorie.Il cioccolato fondente proprio perché è composto da una più elevata per-centuale di cacao si distingue dalle altre forme di cioccolato per un minorcontenuto di zuccheri e grassi saturi, tipici invece del cioccolato bianco,al latte o alle nocciole.Un "buon fondente" è permesso quindi a chi ha il diabete se corretta-mente inserito nell'apporto calorico giornaliero e se combinato ad unaadeguata attività fisica.

Diabete e cioccolato(purché fondente!)Italia e Diabete: il risparmio

è davvero "virtuoso"?

Dormire poco fa ingrassare

Riley B. King, il cui nome "BB" è in realtà l'abbreviazione del sopranno-me "Blues Boy", nasce nel 1925 e all'inizio della sua carriera musicale èconsiderato tra i 100 più grandi chitarristi di tutti i tempi. Cresciuto nel Mississipi, dove viveva con la sua povera famiglia, comin-cia a cantare per un coro gospel, poi passa a suonare la chitarra per ilquartetto di San Giovanni. Fu così pian piano battezzato "The King of Blues".Nel 1964 pubblica "Live at the Regal", uno dei suoi album più vendutie, nel 1969, pubblica il suo più grande singolo di successo: "The Thrillis Gone". BB King si esibisce con nomi di grande successo come EricClapton, Van Morrison e Bo Diddley. Nel 1987 riceve un Grammy Awardalla carriera. Nel corso della sua vita adulta, il re ha lottato con il diabete di tipo 2. Almomento della diagnosi, il musicista lavorò per imparare tutto ciò chepoteva sulla malattia per cercare di bilanciarla alla sua vita “on theroad”. King riusciva a lavorare mantenendo alto il suo successo e unostile di vita sano attraverso il controllo costante e antidiabetici orali. È attualmente un membro attivo della comunità diabetica, per offrire unmodello di comportamento a chi si sente intrappolato dalla malattia. BBKing ha infatti partecipato a numerosi spot pubblicitari di prodotti perl’autocontrollo e farmaci antidiabetici orali.

BB King

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