glossario - Ellissi · deriva. Acta diurna ... con la rete telematica — sul tavolo del...

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AcquaforteSia il nome dell’acido nitrico usato

come mordente nell’incisione su lastra dirame, sia l’incisione e le riproduzioni a stam-pa eseguite con l’omonima tecnica. Questaconsiste nel sottoporre la lastra ad un pro-cedimento di levigatura, prepararla con unsottile strato di vernice e annerirla con il ne-rofumo. Con una punta di acciaio s’incide ildisegno rovesciato, in modo da rimuoverela vernice nei punti incisi. La lastra vienepoi immersa nell’acido, che penetra nei puntiin cui la vernice è stata asportata. L’acidocorrode il metallo e la profondità dell’inci-sione è determinata dal tempo d’immersio-ne della lastra nell’acido. La lastra viene poilavata, dopodiché è pronta per la stampa.AcquatintaSia la tecnica calcografica consistente in unperfezionamento → dell’acquaforte, secon-do la quale la lastra di rame viene ricopertacon una polvere di asfalto e quarzo, poi im-mersa nell’acido, che, penetrando tra i gra-nelli di polvere, corrode il metallo e ne ren-de ruvida la superficie; sia la stampa che nederiva.Acta diurnaFogli informativi di epoca romana, tra i pri-missimi esempi di «notiziari» → periodici,affissi nei luoghi pubblici per comunicaregli avvenimenti e gli esiti delle guerred’espansione.Agenda settingIpotesi massmediologica riguardante le re-lazioni tra la → stampa giornalistica e i suoi→ lettori e i rapporti di potere intercorrenti,secondo la quale la stampa, pur non avendoil potere di suggerire alle persone cosa pen-sare, presenta invece quello di offrire agliindividui temi e problemi intorno ai quali

pensare e discutere. La comprensione dellarealtà sociale verrebbe, quindi, in gran par-te, mutuata dai media e, in particolare, daigiornali. Questi ultimi non avrebbero sol-tanto il potere di porre all’attenzione pub-blica determinati temi, ma anche quello didare loro un ordine gerarchico. Il pubblicocostruirebbe, quindi, la propria agenda —l’insieme dei temi all’attenzione e la lorogerarchia di importanza — coerentementecon l’agenda costruita dai media. In questaipotesi, il rapporto fra i due ordini è chiaroed unidirezionale. La variabile indipenden-te è rappresentata dall’agenda dei media, alvariare della quale varierebbe anche quelladel pubblico. Se questo rapporto non appa-re nella realtà così lineare, la sua innegabileesistenza rende evidente l’importanza delprocesso di costruzione della notizia e dellesue modalità.Agente di vendita (o promotore)Componente della → direzione commercia-le di un’impresa editoriale «tipo», è il rap-presentante della → casa editrice. Moltospesso ha un contratto di collaborazioneesterna, agisce su un preciso territorio e inbase a quest’ambito promuove i testi dellacasa editrice recandosi dai librai per pren-derne gli ordini (e, in caso di edizioni sco-lastiche, contattando i docenti delle scuoleper promuovere l’adozione).Agenzia di stampaOrganizzazione giornalistica che raccoglieinformazioni relative all’accadimento dieventi da trasformare in → notizie da dira-mare agli utenti, previo pagamento di un ab-bonamento. Per un quotidiano le a. di s. rap-presentano una delle fonti principali d’infor-mazione. Esse si configurano come impresespecializzate, interne al sistema dell’informa-

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zione, che pre-selezionano gli eventi notizia-bili e pre-confezionano le notizie, facendolegiungere direttamente nelle redazioni — o,con la rete telematica — sul tavolo del gior-nalista. Secondo recenti stime, quasi la metàdelle notizie lette sui quotidiani provengonodalle agenzie e si calcola che in tutto il mon-do vengano battute dalle 600.000 alle 900.000notizie al giorno, che passano rapidamenteda un continente all’altro, spesso corredatedelle relative immagini fotografiche. Il lin-guaggio di lavoro delle a. è sintetico, teso apuntualizzare in poche frasi l’essenziale del-la notizia da trasmettere. La regola di stile èancora più rigida e in perfetta concordanzacon la funzione svolta dall’a. stessa: la noti-zia è uno strumento di lavoro per un altro →giornalista, non un prodotto finito, e non haquindi bisogno di colpire l’immaginario del→ lettore. La notizia d’a. viene detta anchedispaccio e la sua diffusione definita lancio.Sul videoterminale o sul → computer del-l’operatore (deskista o redattore) i testi dellenotizie (lanci o takes) appaiono in sequenzacontinua (rullo), con un criterio d’ordine ri-gorosamente costituito dall’orario di trasmis-sione delle notizie. Le informazioni possonoessere anche ricevute — sempre secondo l’or-dine cronologico — in modo tale da appariredistinte per argomenti e per fasce geografi-che (regionali, nazionali e internazionali). Perusufruire del servizio offerto dalle a., le te-state sottoscrivono un abbonamento con cuisi assicurano la comunicazione in tempo re-ale delle notizie. La maggiore concentrazio-ne di notizie avviene tra l’inizio del tardopomeriggio e la prima serata. Talvolta le a.forniscono i loro servizi anche a enti, partitie privati. All’inizio della loro storia per la tra-smissione delle informazioni utilizzano mezzirudimentali, come i piccioni viaggiatori del-la francese Haves. Lo sviluppo del telegrafo,del telefono e della telescrivente costituisco-no una vera e propria rivoluzione. La storia

delle a. di s. è legata a doppio filo alla na-scita del → giornalismo. A livello interna-zionale acquista grande rilievo la Reuter’sTelegram Company, più semplicemente notacome Reuter, fondata ad Aquisgrana, nel1849, dal giornalista P.J. Reuter, e trasferi-ta, nel 1851, a Londra. La prima a. italianaè la Stefani, che inizia il servizio nel 1851e, divenuta in seguito portavoce ufficiale delfascismo, ne segue le sorti. Il dopoguerravede la nascita, nel 1945, dell’Ansa – a tut-t’oggi la maggiore della a. di s. italiane –una società cooperativa tra i quotidiani ita-liani che, nel dopoguerra, riprendono o ini-ziano le pubblicazioni a seguito del ripristi-no della libertà di stampa. Il primo dispac-cio Ansa – tratto dalla Reuter – viene lan-ciato alle ore 08.55 del 15 gennaio (39 pa-role battute a macchina) e raggiunge le re-dazioni circa tre ore dopo, recapitato a manoda fattorini ciclisti. Nel 1950 si affaccia sul-la scena l’Agenzia Italia (Agi), in seguitopassata sotto il controllo dell’Eni, che si spe-cializza nell’ambito delle Partecipazioni Sta-tali e degli accordi tra democristiani e so-cialisti. Pochi anni dopo entra nel sistemainformativo italiano la Adn-Kronos, natadalla fusione di due a., legata all’ambientesocialista. Tutte le nazioni si sono fornite diproprie a. di s.: ad esempio in Francia la piùimportante è la France-Press, nata nel 1945.Agenzie di rilievo internazionale sono la rus-sa Tass, nata negli anni del leninismo, laNuova Cina, la giapponese Kyodo; ma ilprimato spetta alla statunitense AssociatedPress, nata nel 1948. Attualmente le a. di s.,a fronte di un canone di abbonamento, of-frono attraverso una linea «dedicata» i lorodispacci, visibili attraverso un terminale col-legato ad una telescrivente, sistema che, conl’innovazione tecnologica in corso, è in viadi superamento. La rete Internet offre, in-fatti, la possibilità di invio delle notizie adorari prestabiliti e per categorie preferite. Del

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resto anche il comune televideo fornisce ser-vizi d’informazioni on Demand, anche sein uno schema sequenziale alquanto rigido.I sistemi di videotext — come il franceseMinitel e il britannico Prestel — offrono,invece, la possibilità di ricevere informazio-ni con modalità maggiormente interattive.Infine, il News on Demand dà accesso adanaloghi contenuti informativi attraverso larete Internet e GSM.AldinePubblicazioni di testi classici date alle stam-pe dall’editore Aldo Manuzio, dal qualeprendono il nome, così dette per il formatoparticolarmente piccolo, consentito dall’uti-lizzo della scrittura corsiva. Le a., utilizzan-do meno → carta, hanno un prezzo accessi-bile: ciò ne assicura una diffusione capilla-re in tutta Europa — contribuendo, di fatto,alla grande diffusione della stampa — e lerende oggetto di numerose imitazioni.Aldino→ Carattere tipografico corsivo ispirato allagrafia della cancelleria di Roma, ideato daltipografo Aldo Manuzio.Aldus PagemakerNome del primo → software per → Desk-Top Publishing.Alette→ Risvolto.AlfabetoSistema di segni grafici, usati per rappre-sentare i suoni fondamentali di un linguag-gio articolato. Prende il nome da alfa e beta,le prime due lettere dell’a. greco.Allestimento→ Poststampa.AltezzaLa distanza tra il → piede e → l’occhio del→ carattere di stampa.Al trattoEspressione utilizzata per indicare un qual-siasi disegno a linee uniformemente bian-che o uniformemente nere, nel quale le va-

riazioni di tonalità — se ve ne sono — nonvengono rese da una gamma di grigi, bensìdal variare della distanza fra le linee stesse.AmanuensiScrivani addetti, prima dell’invenzione del-la → stampa a → caratteri mobili, alla co-piatura «a mano» dei → manoscritti (→scriptorium).Analizzatore a scansione→ Scanner.AntichaTipo di scrittura dei → manoscritti e degli→ incunaboli, caratterizzata dai → caratte-ri latini tondi e corsivi, in opposizione aquelli cosiddetti gotici, anche se entrambiderivano dall’alfabeto latino. Viene incisaper la prima volta nel 1467 a Strasburgo eperfezionato nel 1470 dal francese NicolasJenson, il quale presta la sua opera di artistadel disegno e di incisore a Venezia, pressol’editore Aldo Manuzio. La serie corsivadell’a., che ha per modello la scrittura uma-nistica corsiva, è adattata tipograficamentenel 1501 dal bolognese Francesco Griffo,ancora su commissione di Manuzio. Glistampati, infatti, in questo periodo, comin-ciano a tenere conto delle esigenze tecnicheed economiche dei processi di produzioneeditoriali. L’impiego dell’a. corsiva è unaconseguenza di queste esigenze: Manuziola utilizza poiché questa scrittura, conden-sata e inclinata, consente di comprimere iltesto in formati più piccoli. Corsivo e ton-do, infatti, nei testi dell’epoca non sono uti-lizzati complementarmente, come avvieneoggi, ma in alternativa.AperturaTermine italiano per → opening.Apprendista stampatoreIn genere un giovane di età compresa tra i 12e 25 anni, al grado inferiore della scala ge-rarchica dell’organizzazione pre-industrialedella stampa. Se aspira a diventare maestro,deve saper leggere, scrivere, conoscere l’or-

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tografia, il latino e il greco. Il periodo di ap-prendistato è regolato giuridicamente attra-verso un contratto stipulato, alla presenza diun notaio, tra i suoi parenti e il maestro. Que-st’ultimo s’impegna a trasmettergli i rudimen-ti del mestiere, a fornirgli vitto, alloggio eduna paga minima; il giovane apprendista, incambio, gli offre obbedienza e fedeltà. I suoicompiti sono la manutenzione dell’officina,la preparazione dell’inchiostro, il bagno deifogli prima della messa in macchina per lastampa. Spesso deve svolgere il lavoro deltorcoliere, ovvero manovrare il torchio perla pressatura e la stampa del foglio. Inoltre,può esercitarsi nella composizione aiutandoil compositore a disporre i caratteri. Dopol’apprendistato, che dura solitamente dai dueai cinque anni, il giovane diventa lavorante.Con questa qualifica può offrire sul mercatoi suoi servigi e diventare proto, ovvero capoofficina responsabile della direzione dei la-vori dei compositori e dei torcolieri, ammi-nistratore della loro paga, nonché, spesso,correttore delle bozze.Art directorResponsabile del settore grafico di un’azien-da editoriale, dirige, sovrintende e coordinail lavoro di tutti i grafici. Ha funzioni di tipocreativo sia per quanto riguarda le idea gui-da del progetto grafico sia per quanto riguar-da la redazione, l’elaborazione dei testi e delmateriale iconografico.Articolo→ Testo di genere giornalistico, di varia lun-ghezza e importanza, che appare su una pub-blicazione a cadenza quotidiana o periodi-ca. Nel quotidiano gli a. sono distribuiti al-l’interno del giornale a seconda del settoredi appartenenza. Ognuno di questi settori èregolato da una redazione. A seconda dellevalutazioni giornalistiche relative ai → va-lori notizia, ogni a. viene collocato nella pa-gina del giornale secondo un ordine di im-portanza: in → taglio alto (la parte alta del-

la pagina) sono sistemati l’a. di → apertura(che è quello collocato in alto a sinistra) equello di → spalla (dedicato, di solito, adun argomento di richiamo), collocato in altoa destra perché questo è considerato lo spa-zio dove, di solito, cade prima l’attenzionedel lettore. In → taglio medio (al centro dellapagina), è il → centro, collocato sotto il ti-tolo centrale, che è spesso quello dell’aper-tura, denominato → capocronaca nelle pa-gine di cronaca. In → taglio basso, cioè laparte inferiore della pagina, è collocato il→ piede. Tutte le notizie di minore rilevan-za vengono ospitate in piccoli spazi: la →breve, il gazzettino e i telex.Articolo di apertura→ Articolo di → taglio alto, collocato in altoa sinistra sulla → pagina del giornale.Articolo di spalla→ Articolo di → taglio alto dedicato, di so-lito, ad un argomento di richiamo, collocatoin alto a destra sulla → pagina del giornale.AsteI prolungamenti di ogni singolo → caratte-re tipografico. A. ascendenti sono presentiin lettere come b, d, t; a. discendenti sonopresenti in lettere come g, p, q.AuthoringFase produttiva dell’editoria → multimedia-le, consistente nell’assemblare i materialidigitalizzati, organizzare i contributi, studia-re l’interfaccia, ovvero l’aspetto relativo allemodalità di utilizzo del prodotto e alla crea-zione dei possibili percorsi preordinati difruizione. L’assemblaggio dei materiali con-siste nella messa in opera dei percorsi iper-testuali progettati nella fase di elaborazionedelle mappe concettuali. Esso può essererealizzato almeno secondo due modalità dif-ferenti. Nel primo caso si provvede allamessa a punto di tutti gli elementi chiave(cioè struttura e contenuti) in base ad un pia-no di lavoro precedentemente elaborato e siprocede al loro assemblaggio solo nel mo-

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mento in cui tutti gli elementi sono pronti.L’altro modo per assemblare i vari elementiè quello di unirli man mano che si procedecon il lavoro. Questo vuol dire ad esempioche, se ad un certo punto bisogna inserireun’immagine, solo in quel momento ci sipreoccuperà del suo trattamento. Nel casodi un laboratorio ipermediale, che permetteuna maggiore disponibilità di personale, èprobabile che il processo si svolga tutto incontemporanea, cioè che la preparazionedegli elementi e la loro unione avvenga inmaniera continua, per cui il processo è svoltoin modo sinergico. Procedendo in questomodo, si ha anche la possibilità di verifica-re continuamente come funziona il disposi-tivo che si sta creando e di tenere sotto con-trollo probabili errori o problemi. Il controllocostante degli errori è un’operazione moltoimportante: correggerli man mano significaprevenire i probabili errori all’interno deldocumento.AutoreIl creatore di un’opera dell’ingegno (→ scrit-tore). Nel ciclo produttivo iniziale della storiadella stampa la sua figura è pressoché assente,poiché i testi da stampare sono spesso classi-ci, scritti devozionali e stampati di caratterecommerciale di cui, spesso, l’a. è anonimo.AvvicinamentoLa distanza tra le facce laterali contigue didue → caratteri affiancati.

BandellaRisvolto della → copertina o della →

sovraccoperta del → libro.BiancaLa facciata di un → foglio di macchina stam-pata per prima, in contrapposizione alla →volta, che invece corrisponde alla facciataopposta.BianchiGli spazi vuoti – e, quindi, b. – interposti trale lettere (avvicinamento, spazieggiatura),

tra le parole (spaziatura), tra le linee (inter-lineatura), tra le pagine (marginatura) ecc.Nella → composizione in piombo manuale,si tratta di spazi liberamente componibilidurante l’operazione di giustificazione del-la linea, più bassi del carattere e di spessorelegato da un rapporto fisso al → quadrato-ne, cioè allo spazio di larghezza pari allaforza di corpo, ovvero alla grandezza del ca-rattere; di interlinee, ovvero lamine sottiliinterposte tra una linea di caratteri e l’altraper distanziarle e renderle più leggibili; dimargini usati per separare le pagine o perriempire in esse grandi spazi vuoti (ad esem-pio, le pagine iniziali). Nella composizionemeccanica e ancor più in quella digitale i b.sono realizzati automaticamente. Con la →linotype si utilizzano cunei che penetranopiù o meno profondamente nella linea dellematrici; con la → monotype, invece, si ri-corre a un conteggio matematico preventi-vo (basato sulla suddivisione del quadrato-ne in 18 unità) grazie al quale il tastierista, afine linea, stabilisce la regolazione dell’ap-posito dispositivo sulla fonditrice. La → fo-tocomposizione adotta per gli spazi il me-todo monotype, ma può introdurre spazi sot-tilissimi, impensabili con la tecnologia delpiombo, grazie alla possibilità di suddivi-dere il quadratone in un numero di unità as-sai più elevato e grazie al superamento deiproblemi legati alla fusione.BibliografiaSia la tecnica sistematica per la descrizionee la catalogazione dei → volumi a stampa,finalizzata a fornire informazioni sulla pro-duzione libraria sotto forma di repertori or-dinati con diversi criteri; sia un elenco dilibri scritti intorno ad un determinato argo-mento o pubblicati in un determinato perio-do, consultati per la compilazione di un nuo-vo volume. La stesura di una b. (e la relati-va citazione bibliografica) deve risponderea precisi requisiti: in primo luogo deve es-

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sere chiara, offrire quante più informazioniè possibile sull’opera in questione, rendereagevole la ricerca e l’eventuale reperimen-to della stessa. Le parti essenziali di cui sicompone una citazione bibliografica, sono:cognome e nome dell’autore, titolo dell’ope-ra, editore, luogo e anno di edizione.BibliotecaLuogo adibito alla raccolta, alla conserva-zione e alla consultazione di → libri.BicromiaProcesso che permette di ottenere una stam-pa a colori naturali con due sole → tirature.Eliminate le parti estreme dello spettro deicolori, si cerca di ottenere quante più tona-lità possibili con l’arancio e il blu-verde.BitAcronimo di binary digit (cifra binaria): èl’unità base del codice digitale dato dall’ar-ticolazione in sequenze di due sole cifre 0e 1, che rappresentano i segni della linguacon cui opera il computer. Il b. è l’unità dimisura fondamentale della capacità di me-moria del computer e corrisponde alla mi-nima quantità di informazione che può as-sumere solo due valori diversi: «vero» o«falso», cui vengono associate le cifre bi-narie 1 e 0. Tali valori indicano la presenzao meno di tensione all’interno di uno degliinnumerevoli circuiti presenti nel micro-processore, nella memoria o in qualsiasialtra componente hardware del computer.Un b. può essere utilizzato per rappresen-tare delle situazioni elementari, come adesempio la posizione di un interruttore ac-ceso o spento. Ovviamente per poter me-morizzare dati complessi è necessario uti-lizzare delle sequenze di b., proprio comeavviene nel codice della lingua, in cui l’al-fabeto contiene le lettere che formano poile parole. Nel codice digitale binario i mul-tipli dell’unità b. sono calcolati per poten-za della cifra 2, ad esempio 22 = 4, 23 = 8ecc. (ap, mm, dv)

BobinaNastro continuo di → carta utilizzato nella→ rotativa.BookBuilderMacchina digitale che permette di stamparele → pagine, ordinarle, rilegarle, incollarlealla → copertina e consegnare qualsiasi →libro in cinque minuti, messa a punto dallostatunitense Harvey Ross e presentata nel2000.BottelloSia l’etichetta incollata sul → dorso dei →libri per indicarne → il titolo e la → segna-tura; sia, in gergo, una o più pagine ricor-renti all’interno di un volume, recanti un →titolo o un breve → sommario, per intro-durre e differenziare graficamente le varieparti di cui si compone il → testo.BozzaProva di un certo numero di linee di →composizione, sulla quale si eseguono lecorrezioni necessarie a porre rimedio siaagli errori commessi dal → compositore e→ dall’impaginatore, sia alle sviste dell’au-tore. Le b. di un libro servono anche perparecchi altri usi, che vanno dalla compi-lazione degli → indici alla preparazione del→ menabò. Se ne distinguono due tipi:nelle b. in colonna il libro è suddiviso invarie componenti (→ testo, note, interca-lazioni, epigrafi, titoli ecc.) a seconda del→ corpo utilizzato per la composizione,senza rispetto alcuno per la successionelogica; nelle b. impaginate i vari elementisono disposti secondo l’ordine voluto e di-visi in → pagine in base alle consuete nor-me tipografiche, alle caratteristiche della→ collana a cui appartengono, alle usanzedella → casa editrice. Le prime sono disolito in colonna e vengono corrette per unconfronto con l’originale; le seconde, a lorovolta, vengono generalmente impaginate erichiedono il riscontro delle correzioni ese-guite sulle prime (cioè l’individuazione di

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eventuali refusi e il controllo delle lineerimaneggiate), con in più una lettura sem-plice finalizzata alla ricerca degli errorisfuggiti al correttore. Quest’ultimo indicala parola o la lettera da correggere con unsegno convenzionale, indicando sul mar-gine destro della bozza la forma esatta. Lenorme principali per la correzione delle b.sono elencate da specifiche tabelle. L’in-troduzione della fotocomposizione digita-le ha provocato notevoli cambiamenti neimetodi di verifica delle b. Oggi, infatti, èpossibile intervenire automaticamente sultesto da correggere per questioni di tipografico (cambio di corpo, → interlineatu-ra, → marginatura ecc.) o d’impaginazio-ne. Pertanto, la distinzione tra b. in colon-na e b. impaginata ha perso ogni valore,dal momento che le correzioni avvengonosulla pagina definitiva prodotta sullo scher-mo del computer o stampata con le comu-ni stampanti collegate al computer stesso.Ciò nulla toglie al fatto che resti comun-que valida la funzione della b. come mez-zo indispensabile per controllare la corret-tezza del testo composto.BrevePiccolo spazio della → pagina del → gior-nale in cui vengono ospitate → notizie diminore rilevanza.BrossuraSistema economico di → rilegatura degli →stampati, in cui una → copertina di carton-cino sostituisce la copertina di cartone rico-perto di tela.BulinoArnese di piccole dimensioni, costituitoda una sottile asta d’acciaio a sezione ret-tangolare terminante con un taglio obli-quo che ne rende affilata la punta, adope-rato per incidere la superficie di metalli epellami. (rv)

CalcografiaTecnica di stampa inventata dall’ora-

fo fiorentino Maso Finiguerra intorno al1450, il cui procedimento è inverso rispettoa quello della → xilografia, poiché l’inchio-stro si deposita negli incavi dell’incisione enon sulle parti a rilievo. Attraverso la pres-sione del torchio, l’inchiostro si riversa da-gli incavi della lastra di metallo incisa sulfoglio. La lastra può essere in vari metalli:rame, zinco, ottone, alluminio, ferro e ac-ciaio. L’incisione può essere praticata amano con il bulino e la punta secca; oppurecon sistemi chimici (→ acquaforte e acqua-tinta) che corrodono le parti disegnate. Èpossibile operare più tipi di interventi (adesempio, utilizzare sia il bulino sia la corro-sione con l’acquaforte) sulla medesima la-stra. Il metodo calcografico è stato utilizza-to nelle stampe d’arte di Albrecht Durer,Andrea Mantegna, Peter Paul Rubens.CalotipiaPrimo procedimento valido positivo-nega-tivo, messo a punto da William Henry FoxTalbot perfezionando la → talbotipia, tra il20 e il 21 settembre 1840. L’immagine vie-ne rivelata «negativa» su un foglio di cartada lettere di buona qualità, trattato, da unlato, con una soluzione di nitrato d’argento;successivamente asciugato, quindi immer-so per due o tre minuti in una soluzione diioduro di potassio allo scopo di ottenere laformazione di ioduro d’argento. Lavato easciugato, il foglio viene inumidito con unasoluzione di gallo-nitrato d’argento; quindiesposto, nello chassis dell’apparecchio, peruno o due minuti alla luce del sole. Un ba-gno di gallo-nitrato d’argento porta a svi-luppare l’immagine latente sul foglio, lava-to e fissato in un bagno finale di iposolfito.Per questo procedimento Talbot presenta ri-chiesta di brevetto l’8 febbraio 1841, otte-

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nendone la registrazione il successivo 17agosto; mentre adopera per la prima voltain forma ufficiale il nome che ha imposto alnuovo procedimento in una lettera indiriz-zata alla «Literary Gazette» e datata 19 feb-braio 1841. (rv)CanaleMezzo (onde acustiche, onde elettromagne-tiche ecc.) attraverso il quale sono trasmes-si i → messaggi in un processo comunicati-vo.CancellerescaTipo di → corsivo latino, appartenente allescritture d’ispirazione romana, così dettaperché usata dall’amministrazione papale eadottata dalle cancellerie di Firenze, Ferra-ra, Venezia, viene adattata all’uso tipografi-co intorno al 1520 dal calligrafo romanoLudovico Degli Arrighi e dallo stampatoreAntonio Blado.CapitoloUna delle parti in cui viene suddiviso un →testo letterario o, comunque, scritto. Il c. può,a sua volta, essere ulteriormente suddivisoin → paragrafi e → sottoparagrafi.CapocronacaDenominazione che assume → l’articolo dicentro nelle pagine di cronaca.Capopagina (o pagina iniziale)La prima → pagina di un capitolo, di unaparte, di una prefazione ecc. di un libro stam-pato, solitamente di altezza inferiore a quelladelle altre pagine e sovrastata da un → tito-lo.CaporedattoreNell’organizzazione dell’impresa giornali-stica della carta stampata, è colui che con-trolla e regola direttamente l’organizzazio-ne produttiva, svolgendo funzioni di colle-gamento e di mediazione tra → il direttoreresponsabile e la redazione e tra la redazio-ne e il centro di stampa. A lui sono affidatetutte le fasi fondamentali della produzionedel giornale e specialmente il → gatekee-

ping, la selezione degli eventi da trasforma-re in notizie, affidando i format per la stesu-ra degli articoli ai redattori interni, e degliarticoli che provengono dai → free-lance.Cura, inoltre, tutti gli aspetti utili a renderepiù efficaci le notizie riportate e, quindi,anche la ricerca delle fotografie e di illu-strazioni di vario genere. Oltre alle funzionidi organizzazione del lavoro è incaricato diallestire le pagine del giornale, dunque, ge-rarchizzare e tematizzare le notizie selezio-nate inserendole nel → menabò, osservan-do le linee guida della gabbia grafica e del→ layout che distinguono la testata. In so-stanza, le sue funzioni sono relative al con-trollo dei contenuti e dei formati degli arti-coli, degli aspetti iconici e grafici del gior-nale e all’organizzazione dei tempi.CaposervizioNell’organizzazione dell’impresa giornalisti-ca della carta stampata, è colui che organizzail lavoro relativo ai vari argomenti trattatinelle specifiche → pagine dei giornali. Nelle→ redazioni delle testate nazionali, ad esem-pio, esiste un c. deputato all’organizzazionedelle pagine di cronaca, uno per quelle dipolitica, uno per quelle culturali e così via.CarattereTermine adoperato, in generale, per inten-dere la forma grafica usata presso una de-terminata comunità linguistica allo scopo dirappresentare i suoni delle parole. In ambi-to tipografico indica, invece, il piccolo pa-rallelepipedo in lega tipografica, legno, pla-stica, di altezza rigorosamente costante (inItalia 62,7 punti Didot), su cui si incide arovescio una lettera o un segno. In ogni ca-rattere si distinguono cinque parti principa-li: → l’occhio, la forza di corpo, l’altezza,l’avvicinamento, la larghezza. Nel tempo,con la standardizzazione delle forme grafi-che, il termine è stato utilizzato per indicareuna forma grafica con caratteristiche analo-ghe di stile e di disegno. Circa la denomina-

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zione e la delimitazione degli stili, le varieclassificazioni in uso discordano. La piùsemplice e diffusa distingue i caratteri in:romani antichi e moderni (aste e grazie dispessore variabile); egiziani (aste e graziedi spessore uniforme); bastoni (aste di spes-sore uniforme con assenza di grazie); fan-tasie. Una classificazione più recente, inve-ce, li distingue in: lapidari; medievali; ve-neziani; transizionali; bodoniani; scritti; or-nati; egiziani; lineari; fantasie. Le ulteriorisuddivisioni sono invece accettate da tuttisecondo questo schema: per ogni stile si di-stinguono una o più famiglie (il nome veroe proprio del carattere: Granjon, Baskervil-le, Egizio, Times ecc.), che a loro volta com-prendono un complesso di serie (chiaro,neretto, nero, tondo oppure corsivo) di cuivengono fabbricati vari corpi comprendentimaiuscolo, minuscolo, maiuscoletto ecc. Ilcarattere digitale, usato per i programmi deicomputer, è detto → font e corrisponde alladescrizione matematica delle lettere e deisegni contenuti in un carattere tipografico.Le font, le più diffuse delle quali utilizzanoil linguaggio PostScript, contengono infor-mazioni relative alle varie possibilità di resadel carattere: → maiuscolo, → minuscolo,→ maiuscoletto; la famiglia di appartenen-za (Times, Arial ecc.); le varianti di stile (→tondo o bold, corsivo ecc.); lo spessore (→chiaro, neretto ecc.); il → corpo, ovvero lagrandezza del carattere (12, 14 ecc.).caratteri mobili, Stampa aTecnica per la riproduzione meccanica dilettere e segni, messa a punto a metà Quat-trocento dall’orefice e incisore tedescoJohann Gutenberg, il quale si serve delletecniche di incisione già note e di due stru-menti di origini antichissime: il → punzone(usato già in epoca preistorica per produrresegni e sigilli su materiali di vario genere,in seguito adoperato prevalentemente daifabbri e dagli orefici) e il → torchio (impie-

gato prevalentemente nella pigiatura del-l’uva e nell’attività casearia, per dare formaai formaggi), che trasforma in modo da uti-lizzarli sinergicamente e adeguarli al nuovocompito di riproduzione artificiale dei se-gni. La tecnica messa a punto da Gutenbergconsiste nel fondere i singoli caratteri deisegni da riprodurre in modo da rendere pos-sibile comporre una matrice in cui essi sia-no, appunto, «mobili», ovvero riposiziona-bili e riutilizzabili per praticare altre stam-pe. Tale procedimento prevede che, per ognilettera o segno, venga fabbricato un punzo-ne di metallo molto duro, recante all’estre-mità la lettera o il segno incisi a rilievo. Ilpunzone viene, poi, battuto sulla cosiddettapunzonatura: un supporto di metallo menoduro, dove il segno rimane impresso in unincavo, che costituisce la matrice. In essa— introdotta in un apposito apparecchio,detto staffa — vengono fusi i caratteri tipo-grafici nelle quantità necessarie. Questi ri-sultano, così, a rilievo, come il punzone dalquale traggono origine. I singoli caratteritipografici mobili vengono poi accostati arovescio, nella sequenza necessaria a forma-re parole e frasi e comporre la pagina, inuna forma, il → compositoio. Questo è uncontenitore allungato, inizialmente in legno,poi in metallo, che serve a comporre le ri-ghe del testo da stampare. La composizioneviene poi bagnata con un inchiostro abba-stanza liquido (quello usato da Gutenbergera composto da un pigmento macinato inuna vernice di olio di lino, una tecnica im-piegata in quel tempo dai pittori fiammin-ghi) tanto da non rimanere attaccato al sup-porto metallico, ma da poter essere impres-so sul foglio di carta con l’aiuto di un tipodi torchio fino a quel momento adoperatoper la spremitura dell’uva. Dopo il proces-so di stampa, la sequenza dei caratteri vienescomposta: i caratteri sono, così, pronti peressere riutilizzati. La tecnica della stampa

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di Gutenberg può essere ridotta sintetica-mente al sistema punzone-matrice-caratte-re-torchio, che si basa sull’uso di tre mate-riali essenziali: leghe metalliche per la co-struzione degli strumenti del sistema tipo-grafico, inchiostro grasso, carta. I punzonisono di ottone e di bronzo, metalli soggettia deteriorarsi dopo aver battuto le matriciche inizialmente sono di piombo e, dunque,soggette anch’esse ad una rapida usura perle continue colate. Sembra, però, che già l’al-lievo diretto di Gutenberg, Peter Schoeffer,sostituisca l’ottone e il bronzo con l’accia-io, introducendo inoltre le matrici di rame.Inizialmente i caratteri sono fabbricati instagno, poi, per una maggiore resa, in unalega di stagno e piombo, alla quale, in se-guito, viene aggiunto l’antimonio.CartaSostanza solida spianata in → fogli di variospessore ed usata come supporto tradizio-nale per la stampa, la scrittura, il disegno, ilrivestimento, l’imballaggio ecc., fabbricataper la prima volta in Cina nel I secolo d.C.Secondo una tradizione abbastanza attendi-bile il segreto della sua fabbricazione è tra-smesso da alcuni prigionieri cinesi agli ara-bi, che la adottano inizialmente nelle pro-vince asiatiche. Di lì, attraverso le vie caro-vaniere, giunge in Iraq, Siria ed Egitto. Dal-le coste dell’Africa settentrionale, attraver-so la Spagna, si diffonde in Europa solo nelXII secolo, per affermarsi definitivamentenel Trecento. Inizialmente la materia primaè una pasta ottenuta macerando in tini di le-gno gli stracci, le corde o anche le vecchiereti da pesca, che vengono battute a manocon dei pestelli, oppure da magli azionatidall’energia prodotta da mulini situati lun-go i corsi d’acqua. Con questo trattamentosi ottiene una poltiglia che viene immersain acqua e lisciva riscaldata, ovvero in unasoluzione di idrati e carbonati alcalini usatiper imbiancare i tessuti. Da quest’operazio-

ne risulta una pasta più o meno densa cheviene nuovamente immersa in un tino pie-no d’acqua riscaldata, in cui s’immerge unaforma, un telaio di legno fornito di un va-glio a fili di ottone che filtra l’acqua tratte-nendo la pasta. La forma deve essere conti-nuamente scossa manualmente, affinché lapasta si distribuisca in modo uniforme perottenere il foglio. Questo viene poi adagia-to sopra un feltro che assorbe l’acqua e, suc-cessivamente, steso su un telaio per asciu-gare all’aperto. I fogli asciutti vengono spal-mati con una colla per renderli lisci e perimpedire che l’inchiostro sia assorbito dallacarta. In seguito vengono satinati e lisciaticon una selce. Il processo di produzione siconclude con lo stoccaggio in pacchi da 25fogli e risme da 20 pacchi. La vendita è af-fidata ai mercanti, i cui depositi sono in quasitutti i grandi centri d’Europa, in particolarenelle città sedi delle fiere. L’Italia è il primoPaese europeo a impiantare cartiere: la pri-ma nasce a Fabriano, sul finire del 1200. Inseguito sorgono cartiere a Voltri, Padova,Treviso, Genova, nella Repubblica di Vene-zia e sul lago di Garda. I mercanti italianidiffondono questo nuovo materiale scritto-rio in tutta l’Europa, inizialmente provve-dendo al trasporto dalle cartiere italiane, inseguito, quando molti di loro si stabilisconoall’estero, chiamando a lavorare i tecnicicartai dall’Italia. In tal modo il mestiere dicartaio si diffonde in tutta l’Europa. Paral-lelamente alle industrie della fabbricazionedella carta si afferma il mestiere del cencia-iolo, ovvero il raccoglitore di stracci utilicome materia grezza da trattare. I cenciaiolisi riuniscono in corporazioni per aumentarei profitti della loro attività e, pertanto, du-rante il Trecento spesso i cartai si rivolgonoalle autorità dei luoghi di produzione perottenere privilegi per l’acquisto dei cenci.Al tempo dell’invenzione della stampa acaratteri mobili, la c. è ormai diffusa in Oc-

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cidente già da alcuni secoli, ma per la suascarsa resistenza viene considerata un ma-teriale da non utilizzare nelle scritture uffi-ciali e nel lavoro di copiatura dei testi. Gliamanuensi la considerano un materiale ina-datto e per lungo tempo ne viene avversatol’uso anche con disposizioni ufficiali da par-te dei regnanti. Federico II, ad esempio, vietaespressamente di usarla per i documenti uf-ficiali. Ciò nonostante, proprio per la suaduttilità, essa diventa il supporto indispen-sabile per facilitare l’operazione di pressa-tura svolta dal torchio della stampa per im-primere i caratteri. Il procedimento produt-tivo viene eseguito manualmente fino allafine del XVIII secolo. Nel 1798, nelle car-tiere dei dintorni di Parigi, viene sperimen-tata con successo la macchina continua, ingrado di trasformare la cellulosa in un na-stro continuo di carta e di aumentarne, quin-di, considerevolmente la produzione. Al-l’inizio del XIX secolo, nelle cartiere di Es-sonnes, vicino Parigi, la fabbricazione dellac. diviene meccanica e ciò acuisce un pro-blema da sempre presente e causa di graviperiodi di crisi: la scarsità della materia pri-ma — i cenci — a fronte di una domandasempre crescente. La questione si risolvesoltanto intorno alla prima metà dell’Otto-cento, con l’impiego della cellulosa comemateria prima. I tipi di carta attualmente piùdiffusi si distinguono per la lavorazione e lagrammatura, ovvero il peso in grammi del-la carta riferito ad un metro quadrato. Lacarta più leggera (da 10/12 gr a 45 gr) è det-ta carta pelure ed è usata per i moduli a ri-calco; la carta satinata (da 50 gr a 150 gr) èusata per i libri, gli opuscoli e le riviste; lacarta patinata (da 70 gr a 150 gr per la cartafino a 300 gr per il cartoncino) può esserelucida oppure opaca. Il suo tipico aspettoderiva dal fatto che viene trattata con com-posto a base di gesso, che conferisce allasuperficie una levigatura tale da permettere

una stampa in cui sono visibili anche i mi-nimi dettagli. Per questo viene solitamenteimpiegata per stampare illustrazioni in neroo a colori e stampati pubblicitari. La cartaper l’offset (da 70 gr a 150 gr) può essereliscia o ruvida ed è impiegata per qualsiasistampato; la carta per rotocalco (da 70 gr a130 gr) è impiegata per la stampa di riviste;il cartone e i cartoncini (da 150 gr a 500 gr)possono essere lisci o ruvidi e vengono usa-ti per le copertine dei libri, i depliants pub-blicitari, le confezioni.Cartapecora→ Pergamena.CartieraStabilimento per la fabbricazione della →carta. La presenza in Italia di importanti c.,è tra i motivi della diffusione della stampasul territorio nazionale. La c. di Fabriano,nelle Marche, attiva fin dal 1286, a tutt’og-gi produce carta che, per la sua altissimaqualità, è diffusa in tutta Europa. Il Seicen-to vede l’Italia perdere la leadership delmercato della carta e passare il testimonealla Francia. La vicinanza con le c. è da sti-molo a impiantare → stamperie, poiché lacarta è un materiale pesante da trasportarenelle grandi quantità richieste dal suo im-piego industriale. Pertanto, sempre più spes-so, si vedono sorgere centri di stampa ac-canto alle c. nei pressi dei fiumi e delle sor-genti d’acqua: risorse naturali utili per sfrut-tare l’energia idraulica atta ad azionare imulini delle cartiere e, allo stesso tempo,fungere da vie di trasporto per i prodottistampati o per le → risme.Casa editriceImpresa che fa capo ad un imprenditore oad una società, che stampa o fa stampare epubblica per la vendita → libri, periodici,quotidiani, ma anche testi musicali, dischi,musicassette, videocassette. In un «tipo idea-le» di grande impresa editoriale, si possonodistinguere diverse funzioni: amministrazio-

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ne; produzione; promozione; distribuzione-vendita. Queste funzioni vengono svolte dadiversi servizi. La → direzione amministra-tiva è a capo del settore amministrativo, che,come quello di qualsiasi grande azienda,gestisce la contabilità, l’ufficio finanziario,il personale, i rapporti con le banche e congli organi pubblici. Al settore produzionefanno capo principalmente la → direzioneeditoriale, con la → redazione, la → graficae impaginazione, la → direzione commer-ciale e l’ufficio → marketing. Ritroviamoancora il settore marketing, così come ladirezione commerciale e i suoi addetti, nel-le attività che fanno capo alla promozione enella → distribuzione-vendita.CassaCassetto suddiviso in vari scomparti, con-tenente i → caratteri per la composizionetipografica. La meccanizzazione della com-posizione in piombo con il sistema → li-notype ha trasformato la c. da contenitoredi caratteri in magazzino di matrici. Con ilsistema monotype viene introdotta la matri-ce unica per ciascun segno e la c. diventauno speciale telaio. La composizione foto-grafica, seguendo questa stessa strada, haadottato segni in → negativo su supporti fo-tografici diversi (dischi, strisce, segmentiecc.), purtroppo rinunciando — salvo qual-che eccezione — all’intercambiabilità deisegni, che era prerogativa del telaio → mo-notype. L’introduzione dei caratteri digitaliha trasformato la cassa in un disco flessibi-le (analogo a quelli fonografici), che, conrelativa facilità, consente di cambiare i se-gni già memorizzati e permette anche, conl’ausilio di una particolare macchina, di «di-segnare» e immettere ogni sorta di segnispeciali.CatalogazioneLa preparazione, attraverso particolari tec-niche e secondo determinati criteri, di unelenco (catalogo) di oggetti dello stresso

genere. All’interno di una → casa editricesi procede alla compilazione e all’aggior-namento dei c. dei → libri pubblicati.CatenaccioNella pagina del → giornale – del quotidia-no, in particolare – è la parte di titolazioneche trova spazio sotto al → sommario, con-traddistinta da un corpo più vistoso, infe-riore soltanto a quello del → titolo.CellulosaMateria prima usata per la fabbricazionedella → carta. È una sostanza vegetale com-posta da carbonio, idrogeno e ossigeno, chesi estrae dal legno degli alberi, in particola-re dal gelso e dalle conifere. L’uso di questimateriali legnosi comporta una fase di tri-turazione, disintegrazione e bollitura in unasoluzione solvente di idrato sodico o di idra-to di sodio con solfuro di sodio o di solfatodi calcio e anidride solforosa per eliminarele sostanze incrostanti. A seconda delle so-luzioni chimiche adoperate, si ottengonodiversi tipi di pasta di cellulosa che produ-cono vari tipi di carta. Il processo produtti-vo subisce, inoltre, una grande trasforma-zione con l’introduzione della macchina perla fabbricazione meccanica, che, in un ciclocontinuo, tratta il legno per estrarre la cellu-losa e restituisce il prodotto finito: la carta.La macchina in piano produce fogli, la mac-china in tondo trasforma la pasta di cellulo-sa in un nastro di carta continuo, che vieneavvolto in bobine. Ciò consente di accele-rare la produzione e di aumentare il volumedel prodotto. I cartai, al pari degli stampa-tori, fin dall’inizio firmano i loro prodotti.Il marchio di fabbrica che permette di rico-noscere il produttore della carta è la filigra-na, visibile guardando la carta in trasparen-za: nella produzione a mano si ottiene sal-dando al telaio un filo di ottone cui vienedata la forma del marchio. In tal modo sisottrae spessore alla pasta che, nel processodi essiccazione, resta impressa. Nella fab-

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bricazione meccanica questa operazione ècompiuta da un cilindro applicato al nastrosu cui scorre la pasta.CenciaioloRaccoglitore di cenci, utilizzabili come ma-teria grezza da trattare per la fabbricazionedella → carta.Centro→ Articolo giornalistico collocato sotto il→ titolo centrale, che è spesso quello del-l’apertura, denominato capocronaca nellepagine di cronaca.Chiaro→ Carattere tipografico di spessore norma-le, più sottile del nero.Cicero→ Riga tipografica.5WRegola giornalistica in cui la tradizione an-glosassone ha sintetizzato i criteri base daseguire nella stesura degli articoli. Who,What, Where, When, Why (chi, cosa, dove,quando, perché) sono le cinque domande allequali un buon articolo giornalistico deve ri-spondere, fin dalle prime righe: il → lead,che dovrebbe sempre riassumere gli elemen-ti essenziali di una notizia. La loro organiz-zazione e rilevanza nella selezione di unavvenimento e nella scrittura di un articoloè determinata dai principi guida della lineaeditoriale della testata e dalla natura stessadella notizia. Ad esempio, ci sono giornaliper cui l’importanza di un avvenimento sifonda nel coinvolgimento di un personag-gio pubblico. Il giornalista prende allora lemosse, nella costruzione del suo articolo,dalla domanda who. In un giornale locale enelle pagine di cronaca, invece, può assu-mere particolare importanza la domandawhere, il luogo dove avviene il fatto alla basedella notizia. Nello stesso modo, il luogo puòassumere importanza primaria se è impro-babile o inconsueto rispetto all’evento (adesempio, «furto alla stazione di polizia») e

il perché se sembra particolarmente signifi-cativo o capace di coinvolgere il lettore alivello emozionale (ad esempio, «ha rubatoper salvare la vita del figlio!»).Circuito del presta manoTipologia di consumo per cui un → libro,una volta acquistato, non viene letto da ununico → lettore, ma è fatto oggetto di piùletture da parte di persone diverse.CitazioneRipresa — esplicita o dissimulata — di unaparola o di una frase di un testo all’internodi un testo di un autore diverso. C. biblio-grafica l’indicazione di un elemento biblio-grafico (→ bibliografico), che può avvenirein nota.CivettaPiccolo riquadro nella → prima pagina diun → giornale, per attirare l’attenzione del→ lettore su un → articolo o un → servizioall’interno.Cliché (o stereotipo)Termine francese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare una → lastra in zinco,rame o materiale plastico, incisa con proce-dimenti fotochimici per la riproduzione ti-pografica di disegni e di fotografie. In sen-so figurativo indica, invece, un modello con-venzionale di riferimento. (rv)CoccodrilloFormato giornalistico consistente in un →articolo biografico di commiato, dedicato,in occasione della morte, a persone impor-tanti. Ogni → giornale prepara, archivia e— con una certa frequenza — aggiorna i c.quando i principali personaggi della scenanazionale e internazionale sono ancora invita, ma piuttosto avanti con l’età o in pre-carie condizioni di salute, per non farsi co-gliere impreparato in caso di improvvisa erapida scomparsa.CodiceInsieme di tavolette di legno ricoperte di cerautilizzate per la scrittura prima dell’intro-

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duzione del → papiro e della → pergame-na. Sostituito con quaderni composti da treo quattro membrane di pergamena, piegateuna o due volte, il c. scompare in seguitoall’introduzione della → carta e l’afferma-zione del → libro a stampa. In ambito co-municativo indica l’insieme di → segni e leregole di combinazione inerenti al loro si-stema, che permettono la produzione di un→ messaggio (codifica).CollanaSerie di → volumi che presentano contenu-ti affini per argomento o disciplina (esisto-no, ad esempio, c. di poesia, c. di psicologiaecc.) ed una medesima veste editoriale; sonocioè uguali per → formato ed hanno avutouna → progettazione grafica uniforme.ColophonAnnotazione posta, fino a tutto il Cinque-cento, a chiudere gli → incunaboli e i →manoscritti degli → amanuensi, in cui ven-gono riportati → il titolo dell’opera, il nomedell’autore, la data, il luogo dell’edizione odella copiatura, il nome del tipografo o — avolte — del copista. Successivamente so-stituito, in parte, dal frontespizio, oggi sus-siste nella breve dicitura — detta soscrizio-ne — in cui, per obbligo legale, vanno di-chiarati i nomi dello stampatore e dell’edi-tore, oltre alla data in cui è stata portata atermine la stampa tipografica.ColorazioneProcedimento tecnico attraverso il quale leimmagini, fotografiche o stampa, risultanoessere a colori. I procedimenti meccanici dic. si dividono in procedimenti additivi, incui si parte da alcune luci di colore diversoe, mescolandole una all’altra, si ottiene unaluce di altro colore; e procedimenti sottrat-tivi, in cui si parte dalla luce bianca, che è ilprodotto della mescolanza di tutti i coloridello spettro, e, sopprimendone alcuni, siottiene il colore desiderato. In genere nellamescolanza additiva vengono utilizzati

come colori fondamentali — o primari —la luce rossa, verde e azzurra. Le quali, me-scolate in varie proporzioni, producono pra-ticamente tutte le tonalità cromatiche; men-tre la somma dei tre colori primari produceil bianco. Nel procedimento sottrattivo icolori primari sono pigmenti — o coloranti— che assorbono rispettivamente le lun-ghezze d’onda rosse, verdi e blu; sottraen-dole, così, alla luce bianca. Tali pigmentisono il ciano (azzurro-verde), il magenta(rosa-viola) e il giallo: si tratta dei coloricomplementari ai tre primari del sistemaadditivo. Propriamente combinati tra loro itre colori primari sottrattivi assorbono tuttii colori della luce, producendo il nero; me-scolati in varie proporzioni producono, in-vece, quasi tutti i colori dello spettro. Il pro-cedimento sottrattivo si è rivelato d’impie-go più pratico rispetto a quello additivo —adoperato nei primi sistemi di fotografia acolori — e su di esso si basano le pellicolemoderne. I due procedimenti conducono adeffetti analoghi, in quanto l’occhio non nepercepisce la differenza. (rv)ColoreLo spessore delle → aste di un → carattere,in relazione all’area bianca circostante e allaforma del carattere stesso. Si avranno cosìcaratteri → chiari, neretti, neri, nerissimi;oppure caratteri chiari stretti, chiari larghiecc.Commenti/OpinioniPagina che non ha una collocazione precisaall’interno dei → giornali. È dedicata aglieditoriali, ai commenti e agli interventi deilettori, raccolti di solito nella rubrica dellaposta.CompositoioLamina di metallo a forma di L, chiusa daun lato da un tassello fisso, su cui scorre untassello mobile (bloccabile in ogni momen-to), mediante il quale si stabilisce la → giu-stezza. Serve a raccogliere i → caratteri che

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il compositore sceglie dalla → cassa per for-mare parole e linee. Un dispositivo aventefunzioni analoghe viene montato anche sul-le macchine → linotype e → monotype.CompositoreNelle prime fasi della storia tecnica dellastampa, è l’addetto all’allineamento dei →caratteri per la → composizione delle → ri-ghe della → pagina. Deve, perciò, saper leg-gere, scrivere, conoscere il latino e talvoltaanche il greco. La fase della composizioneè ben descritta da alcune xilografie che raf-figurano il compositore — prima seduto, poiin piedi per accelerare i ritmi di lavoro —davanti alla → cassa, un grande casellariodi legno, con all’interno tanti cassettini perraccogliere i caratteri. Il suo lavoro acqui-sta, nel tempo, maggiore velocità ed un cer-to automatismo con un processo fondato suuna razionalizzazione dei gesti da compie-re, in base alla disposizione dei caratteri nellacassa. Nella parte superiore vengono dispo-ste le due cassette con le lettere → maiu-scole e → maiuscolette, disposte in ordinealfabetico; nella parte inferiore, i caratteri→ minuscoli. Ovviamente la disposizionedelle lettere varia a seconda delle lingue incui sono scritti i testi da stampare. Quelladel c. è una figura professionale che sta ve-locemente scomparendo. In un passato ab-bastanza recente gli autori consegnavanodattiloscritti o addirittura manoscritti i pro-pri testi, detti, appunto, «originali». Oggi itesti da stampare nascono per lo più in for-mato digitale, pronti da travasare nell’im-pianto pre-impostato dal progettista grafi-co.Composizione tipograficaSia il complesso delle operazioni svolte dal→ compositore, consistenti nell’operazionedel comporre — cioè nell’accostare le varielettere per formare parole e frasi — sia il ri-sultato di tali operazioni. La c.t. può essereeseguita a mano o con apposite macchine. La

c. a mano è l’operazione manuale che con-sente di raggruppare i caratteri dalla cassa,accostarli sul compositoio e raccoglierli, poi,linea dopo linea, su un piano di zinco, in basealle direttive dell’originale. Un tempo si com-ponevano in questo modo tutti gli stampati,libri e giornali compresi; oggi si compongo-no a mano soltanto brevi titoli, diciture, in-serzioni pubblicitarie ecc. La c. meccanica èsostanzialmente uguale a quella a mano: vie-ne però eseguita partendo dalle matrici, in-vece che dai caratteri già fusi, e con mezzimeccanici. I principi cui si ispirano le mac-chine per comporre sono due: la meccaniz-zazione pura e semplice del sistema primiti-vo, che ha trovato la sua realizzazione nella→ monotype; la produzione rapida di elemen-ti-base già pronti, a sua volta valorizzata dal-la → linotype. A parte la differenza fonda-mentale, consistente nel fatto che il primosistema produce singoli caratteri, mentre colsecondo si ottengono linee intere, il sistemamonotype, sebbene più complicato, garanti-sce una precisione misurabile in centesimi dimillimetro e dà risultati di stampa migliori;quello linotype, invece, offre il vantaggio diuna maggiore maneggevolezza delle linee in-tere rispetto ai singoli caratteri e non richie-de uno stadio intermedio: in pochi secondi,infatti, si può avere una linea pronta, mentreil doppio passaggio tastiera-fonditrice del si-stema monotype richiede un intervallo di tem-po assai più lungo. Speciali macchine fondi-trici monolineari (cioè a linea intera, come lalinotype), azionate a mano, arrecano al siste-ma tradizionale alcuni vantaggi propri dellacomposizione meccanica (carattere semprenuovo, maneggevolezza ecc.) e, non a caso,vengono usate per gli stessi tipi di composi-zione normalmente realizzati a mano, conl’unica differenza che non si compongono piùcaratteri, bensì matrici. La c.t. è attualmentein disuso, rimpiazzata dalla → fotocomposi-zione.

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ComputerElaboratore elettronico, calcolatore, stru-mento di archiviazione, programmazione egestione di processi in ogni campo applica-tivo. Il termine c. compare per la prima vol-ta nell’acrostico ENIAC (Electronic Nume-rical Integrator and Computer), che designa-va il primo elaboratore elettronico del mon-do. (lg)Comunicato stampaDocumento realizzato da un → ufficio stam-pa per informare i → giornali su specificheiniziative.Comunicazione ostentataTipologia di consumo per cui all’acquistodi un → libro non corrisponde la sua → let-tura da parte di un lettore effettivo.ConceptNell’ambito → dell’editoria elettronica è laproposta di un’idea concetto, sviluppata da-gli autori e dal regista multimediale. Que-st’ultimo può esprimere, fin nelle fasi ini-ziali del lavoro, il suo parere sulla fattibilitàe sulle applicazioni multimediali da usareper sviluppare al meglio il c., che, con il re-lativo studio di fattibilità tecnica, viene pre-sentato all’editore per ottenere il finanzia-mento dell’opera. Sempre più spesso il c.deriva da una precisa richiesta di sviluppoda parte dell’editore. Il quale, attraverso unaprecedente ricerca di → marketing, ha indi-viduato la nicchia di mercato in cui posizio-nare il prodotto.ConcordanzaTipo di → indice che, sotto forma di elencoalfabetico, riporta tutte le → occorrenze —ovvero il numero di volte che una parola ri-corre nel testo — con il relativo riferimentoai passi in cui vengono adoperate.ConteggioOperazione consistente nel preventivare, apartire dall’originale, la lunghezza di un →libro o di un qualunque prodotto a stampa.Il c. si svolge in due fasi: la prima consiste

nella determinazione del numero di battute(lettere, segni, spazi ecc.) contenute nel dat-tiloscritto; nella seconda, conoscendo il nu-mero di battute per pagina della → collanacui apparterrà il libro, con una semplice di-visione si ottiene il numero di pagine. A talecifra andranno aggiunti i principi, gli → oc-chietti, le pagine finali, gli eventuali → in-dici e tutte le ulteriori integrazioni – di soli-to determinate dall’esperienza – concernentii → capi-pagina, le → pagine mozze ecc.CopertinaQualsiasi involucro di carta, tela o altromateriale, usato per ricoprire e tenere insie-me le → pagine di uno stampato. Nel librola c. è costituita dall’insieme di due cartonispeciali del formato dello stampato ricoper-ti (piatti), che, esternamente, possono esse-re di varia qualità (tela, pelle o simili) e uni-ti da una striscia intermedia dello stessomateriale (→ dorso). Viene applicata ripie-gando e incollando sull’interno dei piatti lagarza di rinforzo del dorso. Un quartino dicarta speciale bianca o colorata (→ sguar-die) verrà, poi, applicato al bordo della pri-ma e dell’ultima pagina e incollato sul piat-to al fine di ricoprire tela e cartone.Copertura giornalisticaL’assicurazione di uno o più → servizi, daparte di una → testata, su un determinatoavvenimento.CopisteriaSia l’attività commerciale basata sulla pre-parazione, per conto terzi, di copie dattilo-scritte di testi; sia il luogo in cui tale attivitàviene svolta.CopistiAddetti alla trascrizione dei → manoscrittiprima dell’introduzione della stampa tipo-grafica. Il loro lavoro, con modalità artigia-nali ma comunque con ritmi e procedure dilavoro già tipici di un processo razionale diproduzione in serie, dà vita ad un’attivitàeditoriale di un certo sviluppo.

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CopyrightDiritto di esclusiva sulle possibili utilizzazio-ni commerciali di un’opera letteraria, posse-duto, di solito, da un → editore. Una conven-zione internazionale stabilisce la durata e i ter-mini di tale esclusiva e gli editori dei Paesiche la riconoscono sono tenuti a dichiarare neiloro volumi, a fianco del simbolo ©, la datad’uscita del libro e il nome del possessore delc. Una regolamentazione speciale è previstain caso di traduzioni da altre lingue. Il contrat-to stipulato tra autore ed editore prevede —dietro pattuizione, a favore dell’autore, di unapercentuale sul prezzo di copertina chiamatadiritto d’autore o, con nome ufficiale, → ro-yalty (raro è il caso di vendita forfetaria) — iltrasferimento all’editore del diritto di pubbli-care e vendere l’opera, nonché del diritto dicederla in traduzione e, in genere, di sfruttarlacommercialmente, purché paghi all’autore, perciascuna di tali utilizzazioni collaterali, altret-tante corrispondenti royalties.CopywriterTermine inglese che definisce la competen-za professionale legata alla stesura di testi,soprattutto d’effetto. Caratteristica del mon-do della pubblicità, viene ormai richiestapresso molti studi grafici: a causa della ri-voluzione informatica, infatti, i tempi dellaproduzione a stampa si sono drasticamenteridotti, per cui è essenziale mandare in stam-pa prodotti finiti sia dal punto di vista este-tico sia contenutistico.CorantosFogli di notizie diffusi in Olanda nella pri-ma metà del XVI secolo, che costituisconoalcuni dei primi esempi di stampa periodi-ca. Presi in seguito a modello dai francesi edagli inglesi, contenenti informazioni di ca-rattere politico e commerciale, che giungo-no attraverso la rete della Compagnia delleIndie Orientali, particolarmente utili ai ban-chieri e ai mercanti olandesi per accrescereil volume dei loro affari.

CorpoMisura della grandezza di un → carattere,espresso in → punti tipografici.Correttore di bozzeAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,è colui al quale viene affidata la → corre-zione delle bozze.Correzione delle bozzeOperazione consistente nel trovare i refusiall’interno del testo e di omogeneizzare que-st’ultimo in base ai criteri redazionali pre-stabiliti, di tipo grafico e specificamente re-dazionale, effettuata utilizzando uno speci-fico codice per segnalare le parti corrette.In ambito giornalistico viene svolta in auto-matico dal programma di wordprocessingutilizzato per la composizione, contempo-raneamente alle fasi di scrittura e di editing.CorrispondenteNell’organizzazione dell’impresa giornali-stica è il → giornalista che, incaricato di rac-cogliere e comunicare informazioni da e suuna determinata area geografica, risieden-dovi abitualmente, svolge il suo lavoro al-l’esterno della → redazione. Il suo compitoconsiste nel fornire → servizi su tutti gli av-venimenti di rilievo che riguardano la cittào la regione sede del suo lavoro.CorsivoSia il → carattere latino con l’occhio incli-nato, di solito, verso destra rispetto all’alli-neamento ai piedi delle lettere, disegnato daFrancesco Griffo per Aldo Manuzio, che,ancor oggi, costituisce l’unica alternativa eil solo complemento della serie tonda fon-damentale; sia il formato giornalistico — cheda tale carattere tipografico prende il nome— consistente in un pezzo di costume, ca-ratterizzato da toni satirici o polemici, affi-dato di solito ad una grande firma del gior-nalismo o ad un esperto.CreativoTermine inglese che definisce la competen-za professionale legata alla produzione di

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idee per la realizzazione di un progetto gra-fico. Il c. è presente soprattutto nelle agen-zie pubblicitarie, dove, generalmente, è lapersona che definisce gli ambiti di interventodi una campagna pubblicitaria. In praticaproduce idee che altri dovranno trasforma-re in prodotti, siano essi pubblicitari, edito-riali o periodici. Il suo lavoro, che si tradu-ce in bozzetti schizzati a mano o elaboratial computer, deve essere integrato dalle pro-fessionalità del copywriter, dell’art directore, infine, dal progettista grafico.Criteri di notiziabilità→ Notiziabilità.CriticaSia la disciplina che analizza e giudica leopere d’arte o le altre realizzazioni d’in-gegno, sia il giudizio formulato a tal pro-posito. È uno dei due fattori — assiemealla pubblicità — che incide sul processocomunicativo editoriale, determinando ilsuccesso dell’opera sia dal punto di vistacommerciale sia dal punto di vista del pro-cesso di notorietà dell’autore e della suaopera. Pur essendo, nei fatti, esterna almeccanismo dell’impresa editoriale, la c.può, infatti, indubbiamente accreditaresuccessi o esprimere stroncature in gradodi influenzare il processo d’acquisto e dilettura di un libro.CromiaNell’ambito dei procedimenti di stampa èlo studio dei colori che permette di valuta-re, prima della stampa, la qualità della →selezione.CromistaPersona addetta a sovrintendere alla faseprecedente alla messa in stampa per effet-tuare, attraverso strumenti ad alta precisio-ne, correzioni o addirittura decidere il rifa-cimento della scansione dell’immagine.Questo permette il controllo di qualità dellavoro in → prestampa, evitando sprechi ederrori nel ciclo di produzione.

CronacaSia il resoconto di un avvenimento di attua-lità, sia la sezione del → quotidiano in cuivengono riferiti i fatti del giorno di maggiorinteresse.CronistaIn ambito giornalistico, è il → redattore ad-detto ai servizi di → cronaca.CucituraOperazione consistente nel cucire con filodi refe le varie → pagine che costituisconoun libro o uno stampato, in modo da forma-re un solido blocco cui verrà applicata la →copertina.

DagherrotipiaProcedimento messo a punto da

Louis-Jacques Mandé Daguerre nel 1835,annunciato ufficialmente il 27 settembre1835 sul «Journal des Artistes». Prevedel’impiego di una lastra di rame ricopertada uno strato di ioduro d’argento, accura-tamente levigata e sensibilizzata, dentroun’apposita cassetta, ai vapori di iodio;dopo l’esposizione nella camera oscura,la lastra viene sviluppata con i vaporiemessi dal mercurio riscaldato alla fiam-ma di una lampada a spirito. Daguerremette a punto in questo modo il procedi-mento fotografico «diretto», cioè senzal’impiego del negativo: l’immagine fina-le si materializza, infatti, direttamente sul-la lastra. Di conseguenza tale procedimen-to non permette di ricavare una o più co-pie se non rifotografando il soggetto ori-ginale, oppure il dagherrotipo ottenuto dauna precedente esposizione. L’immagineviene, infatti, rivelata «positiva» sulla la-stra: il dagherrotipo è un positivo diretto,che appare come l’immagine speculare delsoggetto rappresentato, non riproducibilee, per la sua «unicità», presenta la carat-teristica di esemplare: il dagherrotipo nonè una matrice. (rv)

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Day bookEspressione inglese per → scadenzario.DebuggingMomento finale della prima fase della pro-duzione editoriale multimediale, consisten-te nella verifica dell’efficacia del prodotto edella sua eventuale ottimizzazione. Il testfinale precede la stampa o la messa in rete→ dell’ipertesto. Il d. può essere diviso indue fasi: nella prima ci si occupa di verifi-care il funzionamento strutturale dell’iper-testo (i vari link, il posizionamento dellepagine ecc.); nella seconda ci si preoccupadi correggere eventuali errori (ad esempiogli errori di battitura o il funzionamentocomplessivo dei contenuti assemblati). Il testsul funzionamento strutturale di una presen-tazione Web deve essere effettuato con l’aiu-to dei browser grafici; il metodo migliore èquello di utilizzare molti browser diversi,anche nelle versioni meno recenti.DecodificaProcesso di assegnazione di significato adun messaggio prodotto secondo un determi-nato → codice, portato generalmente a ter-mine dal → ricevente in un processo comu-nicativo.DedicaBreve testo — collocato → nell’occhiello— con cui l’autore offre la propria opera aqualcuno.DeskTop Publishing (DTP)Sistema informatico introdotto a metà deglianni Ottanta — contestualmente allo svilup-po dell’industria informatica (componenti-stica e software house), periodo in cui siassiste all’introduzione di nuove tecnologienei processi produttivi dell’industria edito-riale e della stampa quotidiana e periodica— attraverso il quale la progettazione di unlavoro editoriale e la sua realizzazione, chefinora hanno costituito fasi separate del pro-cesso produttivo, vengono a integrarsi. Co-stituito da tre elementi (un computer, un pro-

gramma specifico e una stampante laser), ilDTP viene sviluppato per la prima volta nelsistema operativo messo a punto dall’azien-da statunitense Apple Computer. Quest’ul-tima aveva già incontrato il favore degliutenti con il suo facile sistema operativoMacintosh e con il modello d’interfacciadefinito «What you see is what you get» –WYSIWYG – ovvero «quello che vedi èquello che ottieni». Il WYSIWYG consenteun facile accesso al programma attraversol’uso integrato della tastiera e del mouse perspostare le icone, che riproducono gli stru-menti e gli elementi del processo di prepa-razione grafica di prestampa. Così, intuiti-vamente, l’utilizzatore di questa applicazio-ne gestisce il processo di prestampa diretta-mente sul tavolo, o meglio sullo schermo.Per la prima volta chi progetta uno stampa-to può lavorare direttamente su computer,senza il tramite di un operatore. L’interfac-cia WYSIWYG viene impiegata per suppor-tare uno specifico programma che consentel’applicazione del DTP, ovvero il metodo dicomposizione dei testi in forma professio-nale dal punto di vista estetico e grafico. Ilprimo software per il DTP è chiamato AldusPagemaker, che si potrebbe tradurre «Aldocostruttore di pagine», prodotto dalla soft-ware house Aldus. Sia il nome della societàsia quello del programma costituiscono untributo al veneziano Aldo Manuzio, grandeinnovatore della stampa. Il terzo elementodel sistema è la stampante laser, che si di-stingue dalle stampanti precedenti per l’uti-lizzo di un linguaggio di descrizione dellapagina (PDL, Page Description Language),denominato PostScript. Tale linguaggio fada tramite fra il computer e la stampante,permettendo di trasferire su supporto tuttociò che è visualizzato sullo schermo. Soloin seguito — visti i risultati qualitativamen-te insoddisfacenti — il computer viene col-legato con fotounità analoghe a quelle dei

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sistemi di fotocomposizione, in modo da ot-tenere pellicole da utilizzare nei vari pro-cessi di stampa. Gli ulteriori perfezionamentiapportati agli elaboratori e ai programmiconsentono di raggiungere risultati analoghie superiori a quelli ottenuti con i sistemi difotocomposizione, garantendo ai grafici unamaggiore libertà di progettazione. Di fatto,però, il DTP, più che creare nuovi modelliestetici per gli stampati, standardizza il for-mato, l’uso di alcune font e di altre caratte-ristiche grafiche della stampa tradizionale.Pertanto, il DTP si configura, più che altro,come un metodo di velocizzazione dei pro-cessi di prestampa e di diffusione massicciadi quelle regole che hanno fatto sì che lagrafica divenisse un linguaggio in grado diaccrescere il potenziale comunicativo dellascrittura.Destinatario→ Ricevente.DiaryTermine inglese per → scadenzario.DicituraScritta inserita — diversamente dalla → di-dascalia — direttamente nei grafici, nei dia-grammi ecc.DidascaliaBreve testo esplicativo posto sotto una ta-bella, un grafico o una figura per aiutare illettore a identificarne il soggetto, spiegan-done eventualmente il significato e il con-tenuto.DigitaleIndica la rappresentazione di una informa-zione attraverso elementi di → codice bina-rio → bit.Direttore commercialeA capo della → direzione commerciale diun’impresa editoriale «tipo», coopera con la→ direzione editoriale per definire i piani diuscita dei volumi e per la redazione del pia-no economico, cura i rapporti con la → di-stribuzione, con la rete di → agenti di vendi-

ta — che può dipendere da lui direttamente ofare capo alle agenzie di distribuzione — e sioccupa di fissare e conseguire gli obiettivi divendita del piano economico.Direttore editorialeA capo della → direzione editoriale, all’inter-no di un’impresa editoriale «tipo» ha una du-plice natura: è un intellettuale vicino agli au-tori, cerca le opere da pubblicare, progetta lecollane; ma, al tempo stesso, è un manager ingrado di stabilire il piano editoriale della casaeditrice e di collaborare alla redazione del pia-no economico. Presiede, inoltre, il comitatoeditoriale, che decide i titoli da pubblicare.Direttore responsabileHa la responsabilità del funzionamento edella sopravvivenza nel mercato della → te-stata giornalistica. In più, egli deve essere ilgarante del «prodotto» giornale: appartiene,dunque, alla categoria professionale dei →giornalisti ed è vincolato alla loro deonto-logia professionale. Stabilisce con → l’edi-tore la linea editoriale della → testata, dasottoporre all’assenso del comitato di reda-zione, coordina quest’ultima, stabilisce icompiti da affidare ad ogni singolo redatto-re, i tempi di lavoro, le assunzioni, i licen-ziamenti e le promozioni. Nelle grandi te-state, può essere affiancato da un condiret-tore, oppure da uno o più vicedirettori, i qualimolto spesso si occupano di particolari que-stioni o segmenti del processo informativoe della vita di redazione.Direzione amministrativaAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,è a capo del settore amministrativo, che,come quello di qualsiasi grande azienda,gestisce la contabilità, l’ufficio finanziario,il personale, i rapporti con le banche e congli organi pubblici.Direzione commercialeAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,tramite i propri addetti, segue — assiemeall’ufficio → marketing — tutte le fasi del

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processo produttivo e tutte le attività chefanno capo alla → promozione e alla → di-stribuzione-vendita.Direzione editorialeAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,vi fanno capo le figure professionali chedecidono la pubblicazione delle opere. Que-sti professionisti, stilando il cosiddetto pia-no editoriale, progettano la strategia edito-riale della casa editrice. Lavorano collabo-rando con la → direzione commerciale, in-sieme alla quale stabiliscono le date dipubblicazione, il numero dei titoli da pub-blicare, il budget e il calendario delle attivi-tà promozionali, i preventivi per ogni pub-blicazione.Disegno dei caratteriÈ l’aspetto della → grafica che riguarda laforma estetica dei segni riprodotti. Con ilcomplesso delle attività meccaniche cheportano alla realizzazione dei prodotti stam-pati, costituisce la caratteristica principaledelle cosiddette «arti grafiche». Verso lametà del XV secolo, contemporaneamentealla nascita dell’industria tipografica, i testivengono ancora copiati a mano in scritturemolto varie, a seconda delle regioni di pro-venienza, della loro destinazione e degli ar-gomenti trattati. Le scritture più diffuse sidistinguono per le caratteristiche stilistichedel disegno delle lettere, che, pur nella lorodiversità, possono ricondursi a due princi-pali filoni: le scritture gotiche e quelle cheprendono a modello le epigrafi romane.Durante il Cinquecento l’incisione dei ca-ratteri diventa la specialità di un ristrettogruppo d’incisori. La professionalizzazionedegli incisori porta a compimento il proces-so di standardizzazione della scrittura, chesarà seguito dal fiorire di varie serie di ca-ratteri. Alcuni disegnatori di caratteri —come Garamond e Granjon, attivi in Fran-cia — creano serie copiate e diffuse in tuttaEuropa. Via via che si moltiplicano le ma-

trici e i caratteri ottenuti con uno stesso pun-zone, si sviluppa il commercio dei caratteriche, nel XVII secolo, viene monopolizzatodalle più importanti stamperie, dalle qualigli stampatori acquistano le serie. Il Seicen-to è il secolo dei contrasti anche nell’artedella stampa. La veste grafica del libro ri-flette i motivi dell’arte barocca: una produ-zione appariscente, ricca di pagine esorna-tive, di frontespizi elaborati ma non priva diuna certa sciatteria nei caratteri. Nel Sette-cento, secolo in cui l’industria editorialeconosce un nuovo fervore, all’estetica dellibro è dedicata grande attenzione. In Inghil-terra prima William Caslon e poi JohnBaskerville, singolare figura di illuminista,creano nuovi caratteri di stampa con con-trasti più accentuati e raccordi più eleganti.In Italia Giambattista Bodoni, direttore del-la Stamperia Reale di Parma, influenzato dalgusto neoclassico del tempo, disegna carat-teri dal rigore classico in cui gli spazi e leparti composte si equilibrano.DistributoreFigura professionale che, all’interno del-l’impresa editoriale, può avere un ruolo va-riabile: a volte è un semplice intermedia-rio, che svolge la funzione di rifornitore;in altri casi è direttamente responsabile delprocesso di vendita; in altri ancora→ l’edi-tore è, al tempo stesso, d. e → libraio. Que-sta tendenza assume sempre più i tratti diuna caratteristica specifica dell’editoria peril diffondersi del commercio elettronico,che consente al lettore l’ordinazione deilibri e l’acquisto direttamente sulla reteInternet, abbattendo di molto le spese rela-tive alla distribuzione e alla vendita. Quan-do il d. svolge il ruolo d’intermediario puòessere un agente di selezione del prodottoeditoriale, al pari del libraio (mosso da ra-gioni commerciali) e del bibliotecario(mosso da ragioni più espressamente cul-turali).

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DistribuzioneNel sistema del libro è quel settore di attivi-tà economica composto dalle imprese chevendono ai consumatori i beni prodotti dal-le case editrici. La struttura della d. collegail produttore e il consumatore e le sue carat-teristiche (frammentazione, lunghezza delcircuito ecc.) influisce notevolmente suiprezzi al consumo. (ms)DocumentalistaFigura professionale introdotta recentemen-te nell’organizzazione dell’impresa giorna-listica, soprattutto negli organici delle gran-di → testate. Si occupa prevalentemente diarchiviare i materiali informativi e le infor-mazioni in entrata provenienti dalle variefonti, anche quelle che non passano la sele-zione di notiziabilità del → gatekeeper. Curaanche → l’emeroteca interna alla redazio-ne, archiviandovi i numeri dei giornali pub-blicati, costruendo così la memoria della te-stata. Pur non svolgendo una vera e propriaattività giornalistica, le sue mansioni stan-no diventando sempre più importanti. Legrandi testate, oltre al tradizionale lavoro diinformazione e a quello conseguente di for-mazione dell’opinione pubblica, sono infattidiventate imprese plurifunzionali, che, at-traverso aziende loro collegate, offrono ser-vizi di rassegna stampa, di formazione, dibrokeraggio informativo, ovvero venditad’informazioni mirate per le attività di ri-cerca e per le industrie.DorsoParte esterna della rilegatura di un → volu-me che copre la cucitura delle → segnature,nella quale sono inserite le principali infor-mazioni relative al libro (→ autore, titolo),in maniera da consentirne l’identificazioneanche quando esso è collocato negli scaffalidelle → librerie e delle → biblioteche.Driver→ Software che permette al → computer didialogare con una determinata → periferica.

DTPSigla per → DeskTop Publishing.Due pagine in una (principio delle)Norma di disegno grafico in base alla qualenon si deve mai studiare l’impostazione diuna → pagina senza tener conto di quellache le sarà a fronte; o, meglio ancora, in basealla quale si devono progettare due pagine afronte come se fossero una sola, in modo daprodurre un armonioso effetto di → opening(o apertura).

E-bookPiccolo → computer portatile lancia-

to contemporaneamente da ben tre aziendesul mercato statunitense alla fine del 1998,ricorda un volume tradizionale nelle dimen-sioni e nella forma squadrata. Abilitato nelfar scorrere sul suo schermo elettronico mi-gliaia di pagine, consultabili con appositiprogrammi di ricerca, sulle quali è possibi-le effettuare sottolineature e annotazioni amargine, consiste esclusivamente nell’invo-lucro del libro: un visore elettronico, all’in-terno del quale è possibile memorizzare qua-lunque testo. I contenuti verranno sostituitida economici e maneggevoli dischetti o sca-ricati direttamente da Internet, in collega-mento diretto da autore a lettore. Le cifrecosì risparmiate per la carta, la stampa e ladistribuzione potrebbero incidere molto po-sitivamente sui bilanci, consentendo alleaziende editoriali d’investire nella pubbli-cazione di titoli «difficili», destinati ad unnumero limitato di lettori e, di conseguen-za, poco remunerativi.EdicolaChiosco presso il quale viene effettuata lavendita di giornali e pubblicazioni periodi-che (ma anche di gadget, titoli di viaggio edoggettistica di poco prezzo). (rv)EdicolanteTitolare → dell’edicola. È anche sinonimodi → giornalaio.

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EditingNell’editoria tradizionale indica l’elabora-zione e la correzione redazionale di un testooriginale; → nell’editoria multimediale è lafase produttiva in cui il regista multimedia-le cura l’integrazione dei vari linguaggi deimedia.EditorComponente della → direzione editoriale,all’interno di un’impresa editoriale «tipo» èla figura professionale che media tra il →direttore editoriale e il responsabile dellaproduzione. È colui che sottopone al comi-tato editoriale la decisione della pubblica-zione di un testo se, dopo la prima selezio-ne svolta dal → lettore, il manoscritto è sta-to giudicato positivamente.EditoreÈ l’imprenditore che, impiantata una → casaeditrice, si adopera per la pubblicazione e ladiffusione di libri. Nell’organizzazione del-l’impresa giornalistica della carta stampata,è il proprietario della → testata, dunque ilmassimo vertice della gerarchia nell’orga-nizzazione dell’impresa giornalistica. Eglidecide gli investimenti, finanzia le campa-gne di lancio a sostegno della testata, deci-de l’affidamento della raccolta pubblicita-ria ad una concessionaria. Sempre più fre-quentemente il ruolo dell’editore è ricoper-to da una società finanziaria, che, attraver-so un consiglio d’amministrazione ed un suorappresentante, dialoga con il direttore re-sponsabile del giornale e con le direzionidelle aziende editoriali.Editore-stampatoreÈ → l’editore che, abitualmente o eccezio-nalmente, si prende cura anche di stamparetipograficamente i volumi.EditoriaSia l’industria che ha per oggetto la → pub-blicazione e la → distribuzione di → libri edi → periodici; sia l’insieme degli → edito-ri, delle → case editrici e la loro attività.

Editoria da tavoloEspressione italiana per → DeskTop Pub-lishing.Editoria elettronicaPuò essere così definita l’organizzazione diun processo produttivo editoriale il cui ri-sultato è un nuovo tipo di prodotto fruibiledallo schermo di un monitor o di un televi-sore, guidato dal → computer attraversoun’interazione agita con un mouse, un joy-stick, oppure mediante la digitazione di una→ tastiera. L’e.e. può essere di tipo esclusi-vamente testuale. In questo senso essa si puòdistinguere → dall’editoria multimediale,che, invece, implica l’utilizzo di immaginie di contributi audio e video. In Italia primiprodotti dell’e.e. risalgono alla seconda metàdegli anni Ottanta. Sono opere → interatti-ve ma non → multimediali, → ipertesti inlinguaggio verbale scritto, che del compu-ter utilizzano solo le capacità di memoriz-zazione e di calcolo. Si tratta soprattutto dienciclopedie, dizionari, raccolte di informa-zioni (ad esempio in campo legislativo).Sono proprio le opere di consultazione, in-fatti, a trarre i maggiori vantaggi dalla faci-lità di ricerca dei termini e degli argomentiofferta dalla nuova tecnologia. Le primepubblicazioni elettroniche, quindi, non sonoaltro che trasposizioni su Cd di testi nati perle edizioni a stampa. Ma non sono mancateesperienze di ipertesti narrativi in cui al let-tore utente veniva chiesto di operare scelteall’interno del percorso narrativo, attualiz-zando così una delle alternative possibilicontenute nella storia. Molti autori si sonocimentati in questa nuova forma di scrittu-ra. Soltanto in un secondo momento vengo-no realizzate opere concepite per il nuovomezzo e, in questo caso, si tratta di solito diopere multimediali. I prodotti dell’e.e. edell’editoria multimediale sono fruibili →on line e → off line: nel primo caso vengo-no eliminati il supporto e il processo di stam-

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pa; nel secondo — la cui commercializza-zione avviene attraverso la normale rete di-stributiva, o derivante dal download (scari-camento) del file — il supporto diventa ilCd-Rom o il Dvd.Editoria multimedialePuò essere così definita l’organizzazione diun processo produttivo editoriale che pro-duce complesse strutture testuali, program-mate digitalmente, che collegano tra lorovari contributi realizzati con vari linguaggiespressivi (scrittura, grafica, immagini, suo-ni, animazioni, audiovisivi) integrati insie-me nel linguaggio → multimediale. L’uten-te di un → ipertesto multimediale può acce-dere a ciascuno contributo come se si trat-tasse di parti diverse di uno stesso oggetto,costituito dall’assemblaggio dei vari testi.Il termine → ipermedia, ovvero un ambien-te in cui le informazioni sono organizzatein modo non sequenziale, esprime proprioquesta nuova modalità conoscitiva fondatasull’interattività tra l’utente e il prodottomediale, e sulla personalizzazione dei per-corsi di fruizione. I prodotti dell’editoriaelettronica presentano, quindi, tre fonda-mentali caratteristiche: → la multimediali-tà, l’ipertestualità e l’interattività.Editoriale (o fondo)Formato giornalistico detto anche fondo,poiché, un tempo, occupava le prime duecolonne della prima pagina. È un commen-to che, di norma, dovrebbe esprimere la li-nea «editoriale» su un determinato argomen-to. Tuttavia, negli ultimi anni, è sempre piùraro leggere e. scritti dallo stesso direttoredel giornale, mentre è invalsa l’abitudine dipubblicarne due o anche tre contemporanea-mente, affidandoli a diversi esperti — di opi-nione affine o anche contraria a quellaespressa dal giornale — competenti su unodegli aspetti — politico, economico, socio-logico — emergenti dall’ordine del giorno.In alcune occasioni, allo scopo di aprire un

dibattito, il giornale contrappone diversicommenti, garantendo nello stesso tempol’equilibrio fra punti di vista differenti.EdizioneSia la riproduzione di → un’opera a mezzo→ stampa, finalizzata a diffonderla in un nu-mero elevato di esemplari; sia l’insieme de-gli esemplari stampati da una stessa → com-posizione tipografica; sia, per estensione,ciascun esemplare (→ volume) della stam-pa di una stessa composizione tipografica.EliografiaSia il procedimento messo a punto da Ni-céphore Niépce nel 1822, sia l’immagine fo-tografica ottenuta mediante tale procedimen-to. Dopo aver sciolto il bitume in olio di la-vanda — un solvente usato nella preparazio-ne delle vernici — e averne steso uno stratosu una lastra di peltro, Niépce vi sovrapponeun disegno al tratto reso trasparente con unbagno oleoso; quindi espone la lastra e il di-segno alla luce del sole. Dopo un’esposizio-ne di circa tre ore, il bitume diventa duro neipunti attraversati dai raggi — corrispondentialle zone bianche — rimanendo, al contra-rio, molle sotto le zone scure dell’incisione.Tolto il disegno e lavata la lastra con olio dilavanda e trementina per asportare il bitumenon indurito dalla luce, ripulisce fino alla basedi peltro i punti della lastra corrispondenti aitratti neri del disegno e li bagna con un acidoche intacca il metallo: sul quale si produce lacopia dell’originale. La lastra è pronta peressere inchiostrata e, quindi, stampata con untorchio tipografico. (rv)ElzeviroFormato giornalistico che prende il nome dal→ carattere tipografico corsivo nel quale sistampava un tempo. Per tradizione è → l’ar-ticolo di taglio letterario. Oggi che i pezziletterari sono piuttosto rari, il termine indi-ca uno spazio — o una rubrica — delle pa-gine culturali, dedicato alla critica o alla let-teratura in genere.

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EmerotecaSia il luogo adibito alla raccolta di → gior-nali e di → periodici, sia la raccolta stessa.Le e. interne alle redazioni giornalistiche ar-chiviano i numeri pubblicati dalla testata,costruendone così la memoria storica.EmittenteNel processo comunicativo, indica colui cheusa un → codice verbale, scritto, iconico percomunicare intenzionalmente o meno un →messaggio che viene percepito, → decodi-ficato e interpretato da un → ricevente.EmulsioneLa parte della → pellicola sensibile alla luce,costituita solitamente da una sospensione disali d’argento in gelatina che, mediante trat-tamenti fotochimici, registra in forma posi-tiva o negativa, l’immagine passata attraver-so l’obiettivo della macchina fotografica.(rv)E-paperFoglio di carta elettronico, il cui prototipo èstato messo a punto allo scadere del Nove-cento presso i → Media Lab del → Mit diBoston e la Xerox di Palo Alto, formato damicrocapsule in plastica piene di una mi-scela di materiale bianco e nero: una legge-ra carica elettrica muove le particelle dei duecomposti, creando selettivamente caratterineri su sfondo bianco. Flessibile e sottile, ingrado di offrire caratteri leggibili e di man-tenerli impressi a tempo indeterminato sen-za bisogno di corrente elettrica, l’e-p. puòessere stampato e ristampato migliaia divolte senza mai richiedere l’intervento di unatradizionale macchina tipografica; può, inol-tre, essere riprogrammato, rimpiazzando,alla stregua di un monitor, un testo con unaltro in pochi secondi. Accessoriato con unmicrochip per scaricare informazioni dalcomputer di casa – o, magari, con un circui-to per la ricezione satellitare –potrebbe di-ventare una pagina di giornale continuamen-te aggiornata da notizie dell’ultim’ora, men-

tre una risma di e-p. potrebbe trasformarsiin un libro che cambia contenuto al tocco diun interruttore.EpigrafeSentenza, massima, citazione ecc. — in versio in prosa — posta dall’autore all’inizio dellibro, di un capitolo o di una sua parte.EsclusivaTermine utilizzato per designare → una no-tizia, un → servizio giornalistico o → un’in-tervista — per la quale si userà, appunto,l’espressione «rilasciata in e.» — comuni-cata da un unico giornale o da un unico no-tiziario, radiofonico o televisivo. (rv)

Fabbricazione dei caratteriProcedimento la cui fase iniziale

consiste nel disegno originale, eseguito amano su cartoncini separati per ciascunalettera o segno. I cartoncini vengono poimontati tutti insieme, muniti di appositi ri-ferimenti per l’allineamento e l’avvicina-mento e fotografati. Con varie copie foto-grafiche di ciascuna lettera si fanno delleprove di composizione, che permettono diapportare tutte le modifiche necessarie.Raggiunto il risultato voluto, si preparanoi disegni definitivi, su apposito cartoncinoleggero, calibrando alla perfezione lo spes-sore e la pendenza delle aste, la perpendi-colarità ecc. A partire dal disegno definiti-vo si traccia, su una lamina d’ottone, il con-torno di ciascun segno, riducendo oppor-tunamente le proporzioni per mezzo di unpantografo; si trafora poi la lamina secon-do la tracciatura e la si applica su una se-conda piastra d’ottone, in modo da ottene-re il pre-modello che servirà — nell’ope-razione successiva — a guidare il panto-grafo che incide la matrice. Terminata l’in-cisione ed eseguiti i necessari controlli, lamatrice viene inviata alle macchine fondi-trici, che iniziano la produzione dei singo-li caratteri. Tale procedimento vale per i ca-

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ratteri di fonderia. Per quel che riguardainvece i caratteri → linotype e → mo-notype, la lavorazione è praticamente ugua-le fino al pre-modello, dopodiché il panto-grafo verticale incide un punzone median-te il quale si produrranno le matrici con cuiil cliente fonderà egli stesso i caratteri. Lalavorazione completa richiede oltre sessan-ta operazioni. Non molto diversa, almenofino al disegno definitivo, la realizzazionedei caratteri per → fotocomposizione: oc-corre solo rilevare che se il carattere inpiombo, a livello di progettazione, richie-deva la correzione dei difetti ottici insitinella forma di varie lettere, quello per fo-tocomposizione richiede in più la correzio-ne dei difetti che saranno introdotti dai varipassaggi fotografici necessari per giunge-re al fotocomposto. Dai disegni definitivisi ottengono fotograficamente le strisce, idischi ecc., da montare sulle apparecchia-ture per fotocomposizione mediante con-gegni di grande precisione, accoppiando aogni lettera speciali segni di identificazio-ne e di comando per i dispositivi della fo-tocompositrice stessa. La realizzazione deicaratteri per le fotocompositrici a tubo ca-todico prevede la trasformazione del dise-gno definitivo in una sequenza di dati nu-merici registrati su disco che identificanoogni punto di una matrice matematica (xlinee per y colonne) come facente o nonfacente parte del grafismo (digitalizzazio-ne). La qualità del carattere viene così adipendere dal numero di linee e di colonnedella matrice (griglia) su cui viene digita-lizzato, nonché dall’abilità con cui il pro-gettista sa sfruttare al meglio, in funzionedel disegno, la rigidità della griglia. A que-sto aspetto negativo la digitalizzazione con-trappone peraltro il vantaggio di poter ma-nipolare elettronicamente sia la polizza, siail carattere (creazione di corsivi, negativiecc.), sia gli avvicinamenti.

FascettaStriscia di → carta, collocata trasversalmen-te rispetto alla → copertina del libro, recan-te, di solito, una fase pubblicitaria destinataa richiamare l’attenzione dei lettori.Feed-backAzione che consente a chi riceve un mes-saggio di restituire un messaggio «di ritor-no» a chi glielo ha trasmesso, così che que-st’ultimo possa detenere un controllo attivosulle modalità dell’atto comunicativo.FeltrinelliCasa editrice italiana. Fondata a Milano nel1954 da Giangiacomo F. — il quale, già nel1949, ha dato vita alla «Biblioteca Giangia-como Feltrinelli» per lo studio della storiacontemporanea e i movimenti sociali — sor-ge dalla Colip-Cooperativa del Libro Popo-lare, di cui rileva la prestigiosa collana «Uni-versale Economica». Negli ultimi potenziauna fitta rete di distribuzione e di punti ven-dita, facendone anche apprezzati centri dianimazione culturale.FilettoLamina sottile, in ottone o in lega tipografi-ca, di spessore (→ corpo) variabile e altez-za uguale a quella dei → caratteri, recantenella parte superiore linee semplici, ondu-late, tratteggiate, di colore variabile: chia-ro, neretto, nero ecc.FlanaturaOperazione con cui si modella la pagina inun cartoncino speciale per ottenere il → fla-no, fedele riproduzione in incavo della pa-gina stessa.FlanoFedele riproduzione in incavo della → pa-gina, ottenuta mediante → flanatura.FlessografiaSistema di stampa usato nel settore dell’im-ballaggio, sostanzialmente corrispondentead una variante della tipografia. Impiegaforme in rilievo realizzate con materialimorbidi (gomma o fotopolimeri) e inchio-

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stri fluidi per stampare, su materiali flessi-bili, pellicole di alluminio ecc., con macchi-ne da bobina a più colori, oppure su cartoneondulato o teso con macchine analoghe aquelle → offset da foglio.FocusLa parte centrale di una → notizia, riguar-dante la comprensione e l’interpretazione delfatto.Fogli di notizieEspressione utilizzata per indicare numero-se pubblicazioni → periodiche, più o menoregolari, apparse durante la prima metà delXVII secolo, che danno informazioni suitemi di attualità.FoglioPezzo rettangolare di → carta, le cui dimen-sioni e il cui aspetto variano a seconda degliusi ai quali è destinato. Per estensione, èanche sinonimo di → pagina.FoliazioneLa collocazione in un → pagina di giornale,accanto ai testi scritti, di altri elementi gra-fici, come gli avvisi pubblicitari.Fondo→ Editoriale.Font→ Carattere digitale, usato per i programmidei computer, che corrisponde alla descri-zione matematica delle lettere e dei segnicontenuti in un carattere tipografico. Le f.,le più diffuse delle quali utilizzano il lin-guaggio PostScript, contengono informazio-ni relative alle varie possibilità di resa delcarattere: → maiuscolo, minuscolo, maiu-scoletto; la famiglia di appartenenza (Times,Arial ecc.); le varianti di stile (tondo o bold,corsivo ecc.); lo spessore (chiaro, nerettoecc.); il corpo, ovvero la grandezza del ca-rattere (12, 14 ecc.).FormaSulle macchine da composizione è la cavità— racchiusa su quattro lati da pareti regola-bili e sul quinto dalla matrice o linea di ma-

trici, libera sul sesto lato per l’immissionedella lega fusa — in cui vengono prodotti il→ carattere o la linea di caratteri. Nella →stampa tipografica è il complesso di pagineordinate opportunamente nel telaio dellamacchina, che costituiscono una o più →segnature, pronte per la vera e propria ope-razione di stampa. Il termine f. viene usatoin questo senso, per estensione, anche in →offset.FormatoSia la dimensione di un → libro, derivantedalla dimensione dei → fogli di cui esso sicompone, sia la grandezza che deriva dalfoglio di carta disteso, così come esce dalla→ cartiera. Quando il foglio viene piegatoal centro si ha l’edizione in folio; poi, a se-conda del numero delle pieghe, si avrannoedizioni in quarto, in ottavo — f. partico-larmente diffusi al tempo di Manuzio, ope-re di grandi dimensioni da leggere sul leg-gio — e così via. Il grande f. — detto infolio — viene anticamente adottato per i te-sti scientifici e, in seguito, per le enciclope-die da consultare nelle biblioteche. I piccolif., invece, vengono riservati inizialmente alleopere a carattere devozionale, che devonoessere facilmente trasportabili (ad esempionelle chiese o, in caso di necessità, sui cam-pi di battaglia) e, in seguito, alla maggio-ranza dei libri. Il f. più comune è attualmen-te il sedicesimo, derivante da quattro piega-ture del foglio.FormaturaRealizzazione di una → matrice di stampa,di solito a partire da una matrice intermediaottenuta tramite uno dei procedimenti di →fotoriproduzione.Forza di corpoTecnicamente è la distanza fra il limite su-periore delle aste ascendenti e quello infe-riore delle aste discendenti delle varie lette-re, misurata in punti tipografici; di fatto,corrisponde alla grandezza del → carattere.

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FotocalcografiaProcedimento chimico con cui si ottengonole → matrici di stampa per i sistemi a →rotocalco. Attualmente l’incisione chimicarisulta sostituita da quella elettronica, che,oltre ad assicurare il controllo dell’incisio-ne, è anche collegabile alla memoria dei si-stemi digitali. Il prodotto finale del proce-dimento è il cilindro inciso, pronto per la →rotativa.FotocolorSia il procedimento fotografico a colori,basato sulla presenza → nell’emulsione ditre strati sensibili ai colori primari (blu, ver-de e rosso su pellicole positive o invertibili;i loro complementari sulle pellicole negati-ve) e sulla legge di composizione del colo-re; sia la → fotografia a colori, su carta o sudiapositiva. (rv)FotocompositriceUnità periferica d’uscita di un sistema di →fotocomposizione. La sua introduzione èlegata al bisogno di aumentare la produtti-vità e di ridurre i costi rispetto al metodo dicomposizione in piombo, bisogno ancor piùsentito dopo l’avvento → dell’offset, siste-ma con il quale non si stampa direttamentedai → caratteri mobili, ma da una lastra perla cui esecuzione è richiesto un positivo tra-sparente. Per raggiungere tali obiettivi, sipoteva aumentare la velocità pura della mac-china, oppure abbreviare e semplificare ilprocedimento per ottenere il positivo traspa-rente; l’optimum sarebbe stato ottenere en-trambe le cose. Le f. di prima generazione— semplici adattamenti della → linotype edella → monotype, in cui speciali apparec-chiature fotografiche, operanti con caratterinegativi su pellicola, sostituivano i comples-si di fondita — puntarono sulla seconda so-luzione, così da ottenere direttamente unpositivo trasparente e di qualità notevolmen-te superiore alla → velina, anche se a velo-cità sostanzialmente immutata, anche se con

grandi difficoltà ad eseguire su tale positivouna qualunque correzione. L’intervento sullavelocità imponeva invece il ricorso a nuovetecnologie che sostituissero i dispositivimeccanici giunti ormai al limite delle pre-stazioni possibili. La → tastiera pneumati-ca della monotype diventò così una tastieraelettronica, in grado di contare gli spessoridelle lettere, giustificare le linee e produrrein uscita un nastro perforato con cui coman-dare la f. Quest’ultima si trasformò inun’unità fotografica veloce, anch’essa elet-tronica, capace di assorbire il lavoro di moltetastiere. Si conservava così il vantaggio del-l’uscita in positivo trasparente, e ciò incide-va in modo concreto sulla velocità; ma talesistema non ebbe il successo commercialesperato, poiché non risolveva il problemadelle correzioni. La soluzione di quest’in-conveniente si ebbe con la messa a puntodel → videoterminale (VDT), una sorta ditelevisore dotato di memoria e capace dipresentare sullo schermo, in forma leggibi-le, il testo codificato nel nastro perforato, dimodificarlo secondo la volontà dell’opera-tore (tagli, aggiunte, sostituzioni) per mez-zo di comandi provenienti da una tastieracollegata al video, e di riperforarlo in unsecondo nastro con cui alimentare la f. Losviluppo dei calcolatori e della registrazio-ne magnetica (dischi, nastri, cassette) e laprogressiva riduzione del loro costo, reseropossibile la terza generazione di f., nellequali venne sostituito al nastro perforato ilnastro o disco magnetico, e alle matrici fo-tografiche negative un tubo a raggi catodicisu cui richiamare i caratteri digitalizzati ememorizzati nel calcolatore. Da una parteciò rappresentò un incremento enorme del-la velocità, dall’altra costituì la premessa perun grosso salto di qualità: la nascita dellafotocomposizione calcolatorizzata, nellaquale la f. assume il suo ruolo definitivo diapparecchiatura periferica in un più vasto

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complesso per il trattamento delle informa-zioni. Un ulteriore progresso delle macchi-ne f. (quarta generazione), ma a livello pu-ramente tecnico, è stato poi rappresentatodall’avvento del laser. Sul piano della fles-sibilità, la f. di seconda generazione è forte-mente limitata dalla sua polizza di caratterifissa e prestabilita, concretizzata — a secon-da delle diverse realizzazioni commerciali— in dischi, strisce, segmenti o simili, lad-dove solo su determinati modelli si posso-no introdurre altri caratteri sotto forma disingoli negativi. Maggiori sono invece lepossibilità delle macchine di terza e quartagenerazione, sia per quanto attiene ad unapiù ridotta limitazione del numero dei se-gni, sia per ciò che riguarda la possibilità dicambiare il segno registrato. La f. digitalepermette, inoltre, di produrre in uscita nonsolo caratteri ma anche grafici e fotografiea → mezzatinta, direttamente sulla lastra of-fset, utilizzando in ingresso anche dati pro-venienti via telefono o via satellite da uncalcolatore lontanissimo.FotocomposizioneTecnica introdotta nel 1970 — che determi-na il tramonto della stampa tipografica e ri-voluziona la stampa → offset – la f. nascedalla necessità di velocizzare la preparazio-ne della pellicola che nell’offset funge da→ matrice, ottenuta fino a quel momentostampando su supporto trasparente (detto →velina) una composizione in piombo. Le spe-rimentazioni ruotano intorno all’idea di eli-minare l’impiego del piombo e produrre di-rettamente — grazie anche all’apporto del-l’elettronica — i testi composti su un sup-porto fotosensibile. La f. può essere prodot-ta da più sistemi. Si distinguono: la f. otti-co-meccanica; la f. CTR (cathode ray tube)o a tubo a raggi catodici; la f. a raggio laser.In tutti i casi il prodotto ottenuto consiste inuna pellicola o in una carta fotografica, che,sviluppata in camera oscura, reca stampato

in positivo il testo composto. Sono differenti,tuttavia, i modi di produzione della pellico-la: nel caso della f. ottico-meccanica, lamatrice è costituita da un supporto che recale incisioni delle lettere in negativo; la cartao la pellicola vengono impressionate dallaluce che passa attraverso questa incisione.Nel caso della f. CTR e nel caso di quella araggio laser non esiste una vera e propriamatrice, ma è il raggio di luce programmatoper disegnare il carattere sulla pellicola osulla carta da impressionare producendo unaserie di linee o punti (1.000 per centimetro)tanto fitta da renderli indistinguibili l’unodall’altro. Le apparecchiature impiegate nelprocesso di f. sono: un calcolatore in gradodi archiviare i dati ed impartire istruzionirelative al processo di composizione; unaunità fotografica, dispositivo in grado dieseguire i comandi impartiti dall’unità cen-trale e di realizzare il prodotto finale (la com-posizione su carta fotografica o su pellico-la); una → tastiera, che consente all’opera-tore di dialogare con l’unità centrale; unmonitor di videoimpaginazione, che rendevisibile il testo e consente per questo di ap-portare le correzioni desiderate prima chela pagina sia memorizzata e stampata dal-l’unità fotografica. Tutte le operazioni perla f. sono memorizzate e l’eventuale corre-zione avviene richiamando il testo dallamemoria del calcolatore. L’introduzionedella f. comporta, quindi, notevoli vantag-gi, poiché consente non solo di conservaree memorizzare il testo composto ma anchedi poterlo correggere senza dover attuarecambiamenti sui supporti fisici. Nella stam-pa ad offset che impiega la f., i prodotti uti-lizzati come matrici per la stampa di illu-strazioni sono denominati → «impianti».Essi, di fatto, sostituiscono i cliché dellastampa tipografica. Nel caso della stampa acolori ogni pellicola riproduce i segni neicolori primari (giallo, magenta e ciano), più

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una per il nero. Man mano, con i progressi-vi veloci sviluppi dell’informatica, questoiniziale sistema si complessifica e vi ven-gono introdotte nuove apparecchiature chedanno vita ai cosiddetti «sistemi editorialiintegrati». Negli anni Ottanta, poi, con l’in-troduzione del pc e delle tecnologie infor-matiche avanzate, tutti questi dispositiviconvergono in un’unica macchina, cui sonoconnesse delle periferiche (stampante, scan-ner, plotter) gestite da appositi software. Sidiffondono, inoltre, sistemi digitali di pre-parazione delle lastre — computer to plate,ovvero dal computer alla lastra — che con-sentono di trasferire le pagine impostate infase di impaginazione direttamente sulle la-stre. Tali sistemi sono costituiti dal compu-ter, che ordina le pagine secondo la disposi-zione che dovranno avere sul foglio di mac-china e invia i dati alla cosiddetta unità diesposizione, che impressiona le lastre di al-luminio fotosensibile o di poliestere. A se-conda del tipo di lastra, può esserci poi unasviluppatrice che completa il processo. Inquesto modo viene eliminata la fase degliimpianti e del loro montaggio. F. calcolato-rizzata operazione di → composizione ana-loga alla composizione tipografica, ma ef-fettuata con mezzi elettronici e fotografici.I → caratteri sono costituiti da negativi fo-tografici che un raggio di luce attraversaandando a impressionare il materiale sensi-bile in uscita, oppure da informazioni nu-meriche memorizzate e richiamate ogni vol-ta sul tubo catodico della → fotocomposi-trice. Le loro larghezze, corpo per corpo,sono memorizzate nel calcolatore, cui è de-mandata la giustificazione delle linee. Ledimensioni del carattere in uscita (corpo)sono ottenute a partire da una o più matricifunzionali ad un sistema ottico regolabileentro un certo campo di variabilità, oppuresono memorizzate corpo per corpo insiemecon le larghezze. L’interlineatura è data dal-

l’avanzamento differenziato del materialesensibile in uscita; la giustezza da un certonumero (corrispondente ai millimetri indi-cati dal progettista dello stampato) di unitàdel corpo comunicato preventivamente alcalcolatore. Cuore del sistema è un’unitàcentrale di elaborazione, che svolge funzio-ni di memorizzazione a vari livelli, di ela-borazione dei dati e di governo del sistemastesso. Varie apparecchiature perifericheservono per l’ingresso, il trattamento el’uscita dei dati. Il loro ingresso può avve-nire direttamente, grazie ad un operatoreche li dattiloscrive su un videoterminaled’ingresso; oppure indirettamente, utiliz-zando uno dei vari metodi di teletrasmis-sione delle notizie diramate da agenzie distampa, uffici periferici, corrispondentiecc.; o ancora «leggendo» sul calcolatoresia dati registrati su supporti magnetici osu nastro perforato, sia dattiloscritti leggi-bili mediante speciali macchine program-mate per la ricognizione ottica dei caratte-ri (OCR). I testi memorizzati nel calcola-tore possono essere richiamati sul videoter-minale per essere corretti e modificati se-condo le diverse esigenze. Altri terminali piùgrandi e complessi consentono anche di pre-parare inserzioni pubblicitarie e annunci peri giornali, nonché il montaggio delle pagine(testi e illustrazioni) per libri, riviste e gior-nali. I testi definitivi memorizzati nel cal-colatore possono, infine, essere inviati ver-so un’apparecchiatura di uscita, che può es-sere una stampante, una fotocompositrice,o una memoria d’archivio. L’uscita su foto-compositrice presuppone la giustificazionedelle linee (automatica) e la divisione delleparole (automatica, con vari gradi di preci-sione a seconda delle lingue e della qualitàdel programma); in molti casi è anche pos-sibile ottenere, con un apposito programma,l’impaginazione automatica di testi sempli-ci. Ragioni economiche, specie nei piccoli

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impianti, possono suggerire a volte di rinun-ziare al calcolatore centrale on line; in talcaso, la funzione di memorizzazione è svoltada piccole memorie di cui vengono dotatele varie periferiche e l’«intelligenza» delcalcolatore centrale viene «distribuita» frale stesse periferiche, nella misura occorren-te a ciascuna di esse. Il materiale fotocom-posto può essere sia una bozza, sia un pro-dotto finito: nel primo caso, il ciclo di cor-rezione e revisione verrà ripetuto fino a ot-tenere il risultato voluto; nel secondo, potràtrattarsi di pellicole definitive utilizzabilicome matrici nelle lavorazioni successive,oppure di prodotti intermedi (prevalente-mente su carta) con i quali si realizzerannodei montaggi da cui prenderanno il via ulte-riori lavorazioni.FotografiaSia il procedimento chimico-fisico che, uti-lizzando un fenomeno ottico ed un fenome-no chimico, permette di registrare le imma-gini di soggetti illuminati su materiale foto-sensibile; sia l’immagine fotografica otte-nuta mediante tale procedimento. La nasci-ta della f., fissata per convenzione al 7 gen-naio 1839 — data della presentazione uffi-ciale della → dagherrotipia all’Accademiadelle Scienze di Parigi — scaturisce dal-l’unione di due distinte correnti di studi: laprima, attenta ai fenomeni ottici, conduceall’evoluzione della camera oscura; la se-conda alla messa a punto di sostanze chimi-che, modificabili se esposte alla luce. Louis-Jacques Mandé Daguerre, dal quale la da-gherrotipia prende il nome, non è, però,l’unico padre della f. Alla sua invenzioneapporta, infatti, un contributo determinante→ l’eliografia di Nicéphore Niépce. L’in-venzione del procedimento positivo-nega-tivo si deve, invece, a William Henry FoxTalbot; il quale perfeziona la → talbotipiain → calotipia grazie ai suggerimenti di JohnHerschel. Inventore, a sua volta, del proce-

dimento di fissaggio, nonché dei termini f.,positivo e negativo. (rv)FotoincisioneProcedimento di → formatura con cui si ot-tengono i → cliché per stampa tipografica.Il punto di partenza è un negativo a tratto omezzatinta, da cui si stampa un positivo suuna lastra sensibilizzata alla luce (traspor-to). Quindi, con vari mezzi fisico-chimici,si asportano dalla lastra tutte le zone nonstampanti (nere sul negativo) per le qualil’esposizione non ha potuto costituire una«riserva» (o protezione) sufficiente a pre-servarle dall’azione del bagno acido d’inci-sione. Per la fase della lavorazione concer-nente il negativo → fotoriproduzione.FotolitoProcedimento di → formatura, con cui si ot-tengono le lastre per il sistema offset. Puntodi partenza è un → positivo fotografico tra-sparente, che viene copiato su una lastra dialluminio o altro materiale, opportunamen-te sensibilizzata alla luce (trasporto). Effet-tuato il trasporto, si inverte il negativo otte-nuto sulla lastra creando l’affinità per l’ac-qua nelle zone non stampanti e quella per ilgrasso nelle zone stampanti. Un metodo dipiù recente introduzione, detto elettrofoto-grafico, parte da un originale opaco (adesempio, il montaggio dei testi e delle foto-grafie, stampati su carta, della pagina di ungiornale) ed utilizza la tecnica della copia-trice per ufficio: l’immagine viene trasferi-ta alla lastra sotto forma di cariche elettri-che, che attirano le particelle di un toner dicarica opposta; il toner viene poi fuso e fis-sato a caldo, mentre la parte non stampanteè trattata chimicamente per renderla igro-scopica. Questo metodo ha naturalmente deilimiti nella capacità di risoluzione, perchéle particelle del toner sono grandi rispettoai dettagli più fini dell’immagine. Utilizzan-do le possibilità offerte dal laser, è poi pos-sibile creare una lastra a partire da impulsi

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digitali provenienti sia da un laser di letturache esplora on line un originale opaco, siada una memoria, sia da un sistema di tele-trasmissione. Il laser di scrittura può inci-dere direttamente la lastra, oppure produrreun negativo utilizzabile con il metodo tra-dizionale.FotoriproduzioneProcesso di trasformazione di un originale(fotografia in bianco e nero o a colori, dia-positiva, disegno, dipinto ecc.) in matricefotografica intermedia, da utilizzarsi in unodei processi di → formatura (→ fotoinci-sione, fotolito, fotocalcografia). La f. tradi-zionale consiste nel fotografare l’originale(con o senza → retino, a seconda che si la-vori a → tratto o a → mezzatinta e, per tipo-grafi → offset, → rotocalco) una o più volte(quanti sono i colori con cui si esegue la ri-produzione), interponendo o meno (a secon-da che si lavori in bianco e nero o a colori) ifiltri necessari per la selezione del colore.Le pellicole di selezione così ottenute ven-gono corrette manualmente allo scopo dieliminare l’effetto delle radiazioni «paras-site» che oltrepassano il filtro e vanno adalterare la resa dei colori. Il procedimento,sia di ripresa sia di correzione, è lungo e diesito incerto e richiede personale altamentespecializzato, nonostante gli ausili elettro-nici oggi disponibili. La necessità di aumen-tare la produzione e di abbreviare i tempi,nonché di standardizzare il prodotto per sem-plificare le successive lavorazioni, ha por-tato alla nascita della f. elettronica. Il meto-do consiste nel misurare la densità di ognisingola microarea dell’originale a tono con-tinuo e nel trasformare il segnale così otte-nuto in un altro segnale capace di produrre,nella corrispondente microarea della ripro-duzione, la medesima densità o un punto diretino totalmente nero, ma di grandezza pro-porzionale alla densità rilevata sull’origina-le. La macchina in grado di effettuare que-

ste operazioni è il selezionatore elettronicodetto → scanner.FotounitàDispositivi di uscita per le → prove di stam-pa che, attraverso un raggio laser, impres-sionano la pellicola e possono essere utiliz-zate, secondo il loro grado di definizione,per realizzare pellicole in bianco e nero oimpianti in → quadricromia. La risoluzionedei dispositivi di uscita è data da una seriedi punti piccolissimi (dots) che concorronoa formare i vari segni del testo. A differenzadelle stampanti in bianco e nero, che hannouna risoluzione compresa tra 300 e 600 dpi,le f. arrivano fino a 3600 dpi.FrakturTradizionale → carattere gotico, tipico deilibri liturgici prodotti nella Germania dellaRiforma, che, intorno al 1520, assume for-ma definitiva nelle stamperie di Augusta edi Norimberga.Free-lanceEspressione inglese di accezione comune,letteralmente battitore libero. Nell’organiz-zazione dell’impresa giornalistica sono i →giornalisti professionisti o pubblicisti, maanche giovani che vogliono iniziare la car-riera, che, non essendo inseriti nella piantaorganica di una redazione giornalistica e nonavendo un contratto di esclusiva con un gior-nale, collaborano liberamente con varie te-state.Fregi→ Caratteri speciali in cui → l’occhio è co-stituito da disegni di vario genere, usati ascopo decorativo.FrontespizioLa → pagina dispari di un → libro, che, pernoi lettori moderni rappresenta lo «stato ci-vile» dell’opera, una sorta di carta d’identi-tà recante le informazioni relative all’appa-rato che l’ha prodotto: il produttore intel-lettuale (l’autore), il produttore commerciale(l’editore), il titolo dell’opera, ed eventual-

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mente, il luogo di edizione e la data di pub-blicazione. Negli → incunaboli, come nei→ manoscritti degli amanuensi, il f. è as-sente: esiste, di solito, solo una breve for-mula riprodotta sul → recto del primo fo-glio, che indica il soggetto dell’opera e ilnome dell’autore. Fino a tutto il Cinque-cento le altre informazioni sono contenutenel → colophon: annotazione posta alla finedel libro, che riporta il titolo dell’opera, ilnome dell’autore, la data, il luogo dell’edi-zione o della copiatura, il nome del tipo-grafo o — a volte — del copista. Poiché ilrecto del primo foglio tende sempre a spor-carsi, alcuni tipografi cominciano a stam-pare il suo → verso, lasciando sul recto unbreve titolo per consentire l’identificazionedell’opera. In seguito, sul recto del primofoglio vengono aggiunti elementi decorati-vi, di solito stampati con la tecnica xilogra-fica. La nascita del f. vero e proprio è col-locabile alla fine del Quattrocento. Il suoinventore è probabilmente Erhad Ratdolt,stampatore tedesco attivo anche a Venezia,che fa precedere la sua edizione di un ca-lendario astrologico e astronomico da unapagina contenente le informazioni relativeall’opera, seguite da una poesia di lode dellibro: una sorta di autopromozione. Questoprimo f. è racchiuso in una cornice decora-tiva xilografata, che distingue così questaprima pagina dal testo seguente. Il f., natoper motivi tecnici di protezione del testo,assume in seguito la forma di uno strumen-to di propaganda e di espressione dei gustiestetici del tempo. Con il consolidarsi delleprime imprese editoriali, tanto nel fronte-spizio quanto nel colophon vengono incisii marchi degli editori, che indicano la pro-venienza e l’autenticità dell’opera. Tra pri-mi marchi l’ancora e il delfino intrecciaticon la scritta Aldus, adottato dall’editore ve-neziano Aldo Manuzio, e l’albero di ulivodei francesi Estienne.

Gabbia graficaSchema che indica le possibilità e i

vincoli definiti dal → progettista grafico perla → composizione della pagina (→ proget-tazione grafica).GalvanotipiaSia il procedimento di ramatura e cromatu-ra dei cilindri per stampa a → rotocalco,mediante immersione del cilindro stesso inbagno galvanico; sia la sottile foglia di rame,ottenuta con procedimento analogo, ripro-ducente alla perfezione qualsiasi → carat-tere, marchio o disegno in rilievo. Riempitacon adeguata lega tipografica, tale foglia puòsopportare tirature assai maggiori rispetto alcomune carattere di fonderia.GatekeeperTermine inglese, letteralmente guardiano delcancello. È il → giornalista addetto a sele-zionare le informazioni da trasformare in →notizie da impaginare. Di solito è il capore-dattore, il quale decide anche il formato del-l’articolo, ovvero la sua lunghezza.GatekeepingL’insieme di tutte le attività decisionali cir-ca la selezione e la presentazione delle →notizie, operate dal gatekeeper ed orienta-te — oltre che da valutazioni sulla → noti-ziabilità — da un insieme di valori che in-cludono criteri tanto organizzativi quantoprofessionali, riferiti implicitamente oesplicitamente alle caratteristiche delle fon-ti, alle aspettative del pubblico e — soprat-tutto — del team di lavoro e della comuni-tà giornalistica nel suo insieme. Gli orien-tamenti e i valori della professione giorna-listica vengono, infatti, negoziati prevalen-temente con il clima d’opinione e le aspet-tative costituite dai colleghi e dai superio-ri: il giornalista, nella sua attività quotidia-na, si orienta molto più sul livello pragma-tico del gruppo redazionale, che non suquello astratto dei valori e degli ideali so-ciali e professionali.

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GazzettaPiccolo foglio informativo, dal formato di15 x 23 centimetri, stampato alla fine delCinquecento dal governo di Venezia e mes-so in vendita al prezzo di una g. (una mone-tina) — da molti ritenuta una prima formacompiuta di giornale periodico.Gazzette privilegiateTra i primi esempi di pubblicazioni a caden-za → periodica, cominciano a circolare nelSeicento al Nord Europa. Sono state cosìdefinite dallo storico della stampa giornali-stica Paolo Murialdi poiché sono una sortadi organo d’informazione governativo, il piùdelle volte opera di un unico compilatore,che le dà alle stampe presso le stamperiereali per informare i notabili dei fatti acca-duti nel regno e nel mondo.GazzettinoPiccolo spazio della → pagina del → gior-nale, in cui vengono ospitate → notizie diminor rilievo.GenereStretta correlazione tra determinati temi especifiche scelte formali (ad esempio: epi-ca, romanzo ecc.).GiornalaioAddetto alla vendita di → giornali e riviste.È anche sinonimo di → edicolante.GiornalePubblicazione → periodica, di solito a ca-denza quotidiana, che serve a diffonderenotizie, commenti, servizi speciali sugli av-venimenti di maggiore risonanza, inchie-ste sui problemi del momento e altre infor-mazioni culturali e commerciali. Il g., cosìcome il → libro, è un prodotto industrialeriprodotto in serie, inserito in un processodi produzione-distribuzione-consumo cheobbedisce a leggi economiche e, pertanto,extratestuali. Tra il g. e il libro ci sono ana-logie e differenze. Un’analogia potrebbeessere considerata la linea editoriale. Perentrambi i prodotti la filosofia e l’identità

della testata nel mercato, guidano l’attivi-tà delle persone che costituiscono gli ap-parati. Una rilevante differenza è, invece,relativa alla fase della scrittura: il giornaleè, infatti, il prodotto di una scrittura collet-tiva strettamente connessa al processo pro-duttivo. Le peculiarità che connotano unaqualsiasi → testata sono: la grandezza del-le pagine, la → foliazione e soprattutto, peril → layout grafico, il formato dei testi de-gli articoli. Il linguaggio della grafica se-gue un percorso di senso pari a quello del-la lingua scritta, usata per scrivere gli arti-coli. Il lettore opera una decodifica del lin-guaggio, oltre che dei contenuti, anche dellagrafica e delle immagini, che lo indirizza-no nella comprensione e nell’interpretazio-ne delle notizie. La stessa scelta di collo-cazione delle notizie all’interno dello stam-pato ne indica la natura e l’importanza.Tanto l’impostazione delle singole pagineche la loro successione rispondono, infat-ti, a precisi criteri, che il lettore impara pre-sto a riconoscere. L’avvento dei nuovi me-dia ha nettamente modificato la funzionedel g., che non è più di diffusione dellenotizie più recenti, ma di commento d’at-tualità. In pari tempo, l’avvento delle nuo-ve tecnologie (in particolare, la → fotocom-posizione calcolatorizzata) ha rivoluziona-to l’organizzazione di raccolta, elaborazio-ne e stampa degli articoli e delle inserzionipubblicitarie. Le notizie confluiscono oggiin un grande calcolatore dislocato pressola sede centrale del g. e provengono diret-tamente, per teletrasmissione, sia dallegrandi → agenzie internazionali, sia dai →corrispondenti e dagli → inviati (che pos-sono usare piccoli videoterminali predispo-sti per la trasmissione via telefono), siadalle redazioni periferiche distaccate nellelocalità di maggiore interesse per ogni te-stata. I redattori hanno accesso a questimateriali tramite videoterminali interattivi

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e, a diversi livelli di responsabilità, rileg-gono, rielaborano, fondono i dati in loropossesso, prima di immettere nel calcola-tore i testi definitivi. L’acquisizione delleinserzioni pubblicitarie avviene in manie-ra analoga, immettendo subito nel calcola-tore i piccoli annunci ricevuti direttamenteed elaborando, in un apposito reparto, gliavvisi che richiedono uno spazio maggiore,con memorizzazione finale all’interno delcomputer. Articoli, avvisi pubblicitari e fo-tografie (preventivamente digitalizzate)vengono richiamati per l’impaginazione sualtri terminali più complessi, dai quali ognipagina completa ritorna ancora una voltanel calcolatore, in attesa dell’ordine di →composizione. In pochi minuti esce alloradalla fotocompositrice una pagina comple-ta, che un apparecchio laser trasforma inlastra da stampa, o addirittura esce già unalastra pronta per la macchina da stampa.Tali operazioni possono essere eseguiteanche contemporaneamente in più stabili-menti lontani, grazie alla teletrasmissionedei dati memorizzati nel calcolatore cen-trale. I piccoli impianti, specie quelli deigiornali locali, rinunciano spesso → all’im-paginazione elettronica e, in tal caso, i te-sti definitivi vengono fotocomposti su car-ta e montati a mano sui tracciati delle pa-gine; questi montaggi passano poi agli ap-parecchi laser che incidono la lastra. Lastampa, che può essere in → quadricromia,viene effettuata su grandi rotative → off-set, collegate on line con le linee d’impac-chettamento e distribuzione del giornalestampato. G. in rete sistema di stampa di-gitale in cui il processo di raccolta, sele-zione, produzione delle notizie, nonché diimpaginazione, sono interamente informa-tici, così come del resto avviene nel gior-nale cartaceo. I files di dati possono essererichiamati telematicamente dall’utente efruiti sullo schermo. Da ciò l’eliminazione

del processo di stampa e del supporto car-taceo.GiornalismoL’insieme delle attività relative alla reda-zione e alla pubblicazione dei → giornali.L’editoria giornalistica si caratterizza comeprodotto di una scrittura collettiva, che ar-riva nelle → edicole con regolare periodi-cità, raggiungere un vasto pubblico e trat-ta, al suo interno, una grande varietà di ar-gomenti, dalla politica all’economia, maanche aneddoti e brevi opere letterarie.L’industria della comunicazione giornali-stica si incrementa a partire dalla fine delXVII secolo, seguendo la crescita del li-vello di alfabetizzazione, l’intensificarsi deitraffici commerciali e, in definitiva, l’af-fermazione della classe borghese nell’etàmoderna. L’invenzione della stampa e losviluppo delle reti commerciali e postalirappresentano le condizioni necessarie, manon per questo sufficienti, alla nascita delg. come forma di comunicazione sociale.Tra i fattori che determinano l’affermarsidella stampa periodica presso il grandepubblico, si possono annoverare la trasfor-mazione del contesto politico e sociale,l’urbanizzazione e, non ultima, l’istruzio-ne di massa. In seguito, il processo di af-fermazione della stampa giornalistica, maanche libraria, è favorito dalle trasforma-zioni sociali legate alla prima rivoluzioneindustriale, che rende «cittadini» masseenormi di individui provenienti dalle cam-pagne. Nel processo di urbanizzazione, esseperdono la loro originaria identità e il sen-so di appartenenza ad una comunità. Nellastampa cercano strumenti per acculturarsi,riconoscersi come classe, per elaborare unaloro cultura. Anche le masse operaie, chefanno pressione per ottenere il diritto divoto, entrano a far parte del pubblico deilettori. In questo complesso processo, in cuiogni fattore è, al tempo stesso, causa ed

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effetto di cambiamenti sociali, l’alfabetiz-zazione è da considerarsi tanto un effettodel massiccio diffondersi dei prodotti stam-pati quanto una causa dell’affermazionedella stampa e dei suoi prodotti. L’istitu-zione dei primi sistemi scolastici pubbliciè tra le condizioni che permettono la na-scita di quotidiani di massa. A questi cam-biamenti, di ordine storico e sociologico,bisogna aggiungere — soprattutto nella pri-ma metà dell’Ottocento — i progressi mec-canici della prima rivoluzione industriale,che aumentano sensibilmente i ritmi pro-duttivi dell’industria della informazione amezzo stampa e la produzione della carta edegli inchiostri, migliorando, inoltre, laqualità della stampa. A partire dagli anniVenti del Novecento, l’aumento della dif-fusione della vendita dei giornali comin-cia a calare e la comunicazione giornalisti-ca a mezzo stampa subisce un declino net-to e costante. Neppure gli ulteriori progressitecnologici — che rendono molto efficien-te la raccolta d’informazioni, la stampa ela distribuzione — e il crescente aumentodella scolarizzazione riescono ad invertirequesta tendenza negativa, in parte dovutaall’ampliarsi del sistema delle comunica-zioni di massa. La decelerazione della spin-ta espansiva può essere attribuita alla com-parsa di altri media, che soddisfano le stesseesigenze cui danno risposta i quotidiani.Negli anni Trenta si diffondono i settima-nali d’informazione, il cinema diventa unmezzo d’intrattenimento, la radio divieneprogressivamente un veicolo di informazio-ne sempre più seguito. Tra la fine degli anniQuaranta e l’inizio degli anni Cinquanta lasocietà americana prima, le europee poi,sono travolte dal fenomeno di massa dellatelevisione. Attualmente la comunicazionegiornalistica a mezzo stampa s’integra nelcomplesso e variegato sistema dei media,posizionandosi come mezzo di approfon-

dimento delle notizie trasmesse dalle edi-zioni dei radiogiornali e dei telegiornali chesi susseguono ad ogni ora e dai televideo acarattere nazionale e locale. Inoltre, le no-tizie sono comunicate dalle agenzie distampa che possono essere fruite attraver-so il computer collegato alla rete Interneto sul telefono cellulare. Sono state realiz-zate, poi, versioni elettroniche dei giornalistessi e allestiti siti Web che offrono noti-zie per essere più visitati dai navigatori.GiornalistaChi — per professione — scrive o svolgeattività redazionale per → un giornale, unarivista, un’agenzia d’informazione, un no-tiziario radiofonico o televisivo. (rv)GiustezzaLa lunghezza di una linea di composizione.GiustificazioneL’aggiunta al valore minimo dello spaziointercalato fra le parole in una linea di com-posizione, di consistenza tale che — rispet-tando le regole grammaticali di divisionedelle parole — la → giustezza venga col-mata perfettamente. Nella composizione amano, l’operazione si effettua per tentativi;in quella → linotype, per mezzo di cunei;nella → monotype e in quella fotografica,su basi matematiche con dati precalcolati.Per estensione, è detta g. anche l’operazio-ne consistente nel portare ad un’altezza esat-ta → le pagine di un libro, il carattere appe-na uscito dalla fonditrice ecc.Gotico antiquaTipo di scrittura derivante da un compro-messo tra la scrittura carolingia e quellagotica tardomedioevale.GraficaLa tecnica di produzione e di riproduzionedi opere grafiche. L’aspetto estetico dei pro-dotti a stampa risente degli stili e dei modiartistici delle varie epoche. Il linguaggiodella g. segue un percorso di senso pari aquello della lingua scritta. Il lettore opera

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una decodifica del linguaggio, oltre che deicontenuti, anche della g. e delle immagini,che lo indirizzano nella comprensione e nel-l’interpretazione.GraficoAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,è colui cui viene affidato il settore grafica eimpaginazione delle pubblicazioni: proget-ta la comunicazione visiva delle collane, ilpackaging (copertina, sovracopertina, im-ballaggio), la disposizione interna (impagi-nazione, stile, caratteri, illustrazioni ecc.),cura i processi di prestampa, i rapporti con ifotocompositori e i fotolitisti. Inoltre, neicasi di pubblicazioni particolarmente ricchedi immagini (fumetti, cataloghi di mostre,volumi fotografici, libri d’arte e così via),cura i rapporti con gli illustratori, i fotogra-fi, i disegnatori, i bozzettisti ecc. Nell’orga-nizzazione dell’impresa giornalistica, il g. èinvece addetto all’impostazione e alla rea-lizzazione grafica dell’intero giornale e dellesingole pagine. Egli crea le pagine — dopoaver ricevuto indicazioni dalla redazione —sistemandovi tutti gli elementi di testo e diimmagine. Con l’introduzione del DeskTopPublishing, che affida l’impaginazione di-rettamente ai giornalisti, ai g. è rimasto ilcompito di sovrintendere al procedimento edi risolvere eventuali problemi tecnici.GrafismoDal greco gráphein (scrivere, disegnare),indica l’insieme di segni su un supporto.Grassetto→ Neretto.GrazieI sottili tratti terminali che, con effetti orna-mentali, in alcuni → caratteri da stampasporgono dalle → aste.Grecs du royCelebri → caratteri greci così detti perchédisegnati, incisi e fusi da Claude Garamond(1499-1562) su commissione del re France-sco I.

Hard newsEspressione inglese, di accezione

comune (letteralmente notizie dure), utiliz-zata per indicare quelle notizie che — con-trariamente alle → soft news — rispondonoa criteri sostantivi di importanza (→ valorinotizia).HardwareTermine inglese utilizzato per indicare l’in-sieme delle componenti fisiche di un elabo-ratore.

ImpaginatoLa prima composizione di un testo da

stampare, diviso in pagine, con illustrazionie → didascalie già posizionate, che costitui-sce il punto di partenza per le successive cor-rezioni da effettuare nella fase di → prestam-pa.ImpaginatoreAddetto alla → impaginazione manuale.Nella stampa → offset, nella → fotocom-posizione e nel → rotocalco, le → veline,pronte per essere passate alla fase della la-stra, venivano poste sul tavolo luminoso suun foglio millimetrato, tagliate a mano eassemblate. La striscia del testo e la sele-zione delle immagini erano separate: pagi-na dopo pagina, secondo il progetto grafi-co, l’i. univa le pellicole. Il procedimentoviene oggi eseguito attraverso software chepermettono di ripetere tali operazioni inmodo virtuale (→ impaginazione).ImpaginazioneIn → tipografia è la fase di lavorazione im-mediatamente successiva alla → composi-zione, in cui si riproduce, con i vari elemen-ti composti separatamente, la disposizioneche essi avevano sull’originale, e consta didue operazioni separate: 1) l’inserzione neltesto → delle intercalazioni, delle note, deititoli, dei bianchi fissi ecc. al loro posto; 2)la divisione in pagine di una determinata al-tezza, con la loro conseguente → giustifi-

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cazione, l’inserimento dei numeri di paginaecc. In → fotocomposizione l’impaginazio-ne dei libri risulta semplificata, in quantointercalazioni, titoli, bianchi ecc. vengonoinseriti al momento stesso della battuta. Ilproblema delle note a piè di pagina può es-sere risolto con uno speciale programma delcalcolatore, in grado di eseguire anche lagiustificazione verticale e di inserire nume-ri di pagina e titoli correnti. Per le figure sipuò lasciar vuoto lo spazio occorrente (prov-vedendo a inserirle a mano successivamen-te) se la fotocompositrice è a tubo catodico,altrimenti le si può digitalizzare e inserireautomaticamente al momento giusto, uscen-do con una pellicola completa. I. più com-plesse — sia di libri, sia, in particolare, digiornali — vengono eseguite con specialivideoterminali, mediante i quali è possibilerichiamare dalla memoria i testi definitivi ecollocarli sulla pagina nella posizione pre-scelta; cambiare stile di carattere, corpo, giu-stezza, interlineatura; disegnare sagome cuiil testo debba conformarsi ecc. Per l’i. diperiodici, cataloghi e altri lavori a colori,esistono grandi sistemi integrati totalmenteelettronici, che, partendo da una selezioneeseguita normalmente con una delle variemacchine in commercio e da testi definitivimemorizzati in arrivo da un sistema di com-posizione con uscita digitale, eseguono lacorrezione delle → selezioni stesse mostran-done l’effetto su un video a colori ed evi-denziando, contemporaneamente, ogni ge-nere di operazione di dimensionamento,scontorno, sovrapposizione ecc., come pureil montaggio dei testi e delle illustrazionisecondo il → menabò. L’uscita avviene suuna memoria a disco, su una → fotocompo-sitrice o su un’apparecchiatura per la pro-duzione diretta di lastre → offset o cilindri→ rotocalco.Impianto→ Prestampa.

InchiestaFormato giornalistico nato nei → settima-nali, ma molto utilizzato anche nei → quo-tidiani, che può essere articolato in più pun-tate. L’i. mira alla ricerca e alla divulgazio-ne del maggior numero di → notizie utili adaccertare la vera natura e i vari aspetti di unfatto o ad appurare lo stato di una situazio-ne. L’i. conoscitiva cerca di mettere a fuo-co alcuni aspetti della società, leggendone ifenomeni o i mutamenti. L’i. investigativasi riferisce ad un fatto specifico, di solitoverità nascoste oppure occultate. Un’i. in-vestigativa celeberrima fu quella portataavanti dai giornalisti del «Washington Post»Carl Bernstein e Bob Woodward, da cui nac-que lo «scandalo Watergate», che, nel 1974,portò alle dimissioni del presidente degliStati Uniti Richard Nixon. In Italia il gene-re ha avuto grande successo negli anni Set-tanta, periodo in cui grandi inchieste gior-nalistiche hanno contribuito a mutare il voltodel Paese.InchiostroPreparato chimico adoperato per scriveree per stampare, costituito da un pigmentocolorato, da una resina che funge da legan-te, da un solvente e da un essiccante (so-stanza che favorisce l’essiccamento del le-gante in cui è disperso il pigmento). Le pro-prietà e la costituzione di un i. variano aseconda del sistema di → stampa, del tipodi essiccamento (ossidazione, evaporazio-ne, penetrazione, precipitazione, polimeriz-zazione ecc.), dell’uso per cui è stato for-mulato.IncipitVoce verbale latina premessa, negli antichimanoscritti e stampati, al titolo di un’opera,oggi comunemente utilizzata per indicare laparola, la formula o il verso con cui iniziaun → testo.Incunaboli→ Incunabuli.

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IncunabulaTermine latino per → incunabuli.IncunabuliDal latino incunabula, utilizzato per indi-care letteralmente le fasce che avvolgevanoi neonati. Libri stampati fra il 1450 circa(periodo cui risale l’invenzione della stam-pa a caratteri mobili) e il 1500 (secondo al-cuni, 1520), cioè nel primissimo periododell’arte della stampa, assai simili ai mano-scritti degli amanuensi.IndiceParte del libro che reca l’elenco, ordinatosecondo un certo criterio (prevalentementealfabetico, ma anche cronologico, sequen-ziale, per argomenti ecc.), di elementi co-stitutivi di un → libro, nel quale segue, aogni voce, il numero della → pagina in cuiessa compare. L’i. può essere: generale,elenco delle parti in cui è suddiviso il libro,con il titolo di riferimento e l’indicazionedella pagina; analitico, elenco alfabetico ditutti gli argomenti trattati nel libro, con larelativa pagina di riferimento; dei nomi,elenco alfabetico dei nomi propri citati nellibro e relativa pagina di riferimento; delleillustrazioni, elenco di tutte le illustrazio-ni, i diagrammi, gli schemi, le cartine pre-senti nell’opera, con relative pagine di rife-rimento. Un particolare tipo di indice è la→ concordanza.InterattivitàTermine utilizzato per intendere comune-mente l’imitazione dell’interazione comu-nicativa tra individui da parte di un sistemameccanico o elettronico. Tale i. ha comescopo la funzione di comunicazione del si-stema con un utente o di utenti fra loro. Loscambio interattivo è caratterizzato dallapossibilità di ognuno dei partecipanti di in-terrompere l’altro e dall’imprevedibilità del-l’esito finale dello scambio. Altra caratteri-stica è la rapidità: l’i. ha luogo in temporeale (non più di due secondi di intervallo).

In una comunicazione realmente interattivaemittente e ricevente procedono come in unaconversazione: si scambiano i ruoli. Ciò nonaccade in nessuna delle forme di comunica-zione interattiva fra uomo e macchina: nonaccade nella consultazione di una → pre-sentazione Web, o di un prodotto multime-diale (→ multimedialità, → editoria elet-tronica, → editoria multimediale). Le tec-nologie → digitali e interattive rendonocomunque possibile una fruizione non pas-siva dei contenuti, offrendo all’utente stru-menti per intervenire in modi diversi e congradi più o meno accentuati di i. Il grado dii. consentito è più o meno alto, non soltantoin relazione alle possibilità tecniche. In al-tre parole, non basta che sia tecnicamentepossibile realizzare uno scambio interattivoperché questo avvenga. Bisogna, infatti,distinguere tra una i. funzionale e una in-tenzionale. La prima è quella che gestisce ilprotocollo di comunicazione tra utente emacchina — che definisce cioè le possibi-lità di intervento offerte all’utente dalla tec-nologia che sta utilizzando (in un continu-um che può andare dall’accendere/spegne-re un dispositivo ipersemplificato, alle pos-sibilità offerte dal computer). La seconda,l’i. intenzionale, si gioca fra l’utente e l’au-tore del → software (nel caso di un pro-gramma, o di una applicazione multimedia-le, o di una → presentazione Web). Essariguarda, cioè, le intenzioni → dell’emit-tente relative alle possibilità da offrire al-l’utente. Una macchina con un alto grado dii. funzionale, come il computer, può nonpermettere una buona qualità di interazio-ne, se il software non è stato concepito conuna buona i. intenzionale.Intercalazioni→ Citazioni da altri testi inframmezzate al-l’esposizione dell’autore, rispetto alla qua-le vengono composte in → corpo più picco-lo e staccate con un piccolo spazio.

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InterlineaturaSpazio bianco intercalato fra le linee checostituiscono la → pagina, allo scopo di mi-gliorare la leggibilità del testo.InternetParticolare dispositivo telematico che con-sente di collegare tra loro una serie di retianche molto diverse tra loro, ad esempio retilocali o cittadine. Con il termine I., però, siindica soprattutto il complesso sistema pla-netario di reti telematiche che si è sviluppa-to a partire dall’inizio della guerra fredda.E, per estensione, la rete stessa. Dagli anniOttanta, comunque, tale sistema ha iniziatoa svilupparsi non più solo in relazione a sco-pi bellici o esclusivamente specialistici, maanche come un rivoluzionario strumento perla comunicazione interpersonale. Oggi l’I.ha raggiunto molti Paesi e collega milionidi utenti, sempre più attratti dalle sue stra-ordinarie potenzialità. Come il World WideWeb, che, tra l’altro, consente di trasmette-re tra i vari → computer collegati non soloparole scritte ma anche immagini e suoni.(lg)IntertestoBreve → testo inserito all’interno di un al-tro testo con evidente distinzione tipografi-ca (→ riquadro, interlineatura, differenza dicarattere o di corpo, intercalazioni). In se-miologia, testo presente all’interno di unaltro testo sotto qualsiasi forma (→ interte-stualità). (ms)IntertestualitàRelazione esistente tra → testi presenti l’unonell’altro sotto forma di citazione, rifacimen-to, plagio, o come modello letterario impli-cito o esplicito. Tale relazione può esserenel testo e voluta → dall’autore, ma può an-che essere stabilita dal → lettore per liberaassociazione tra testi diversi. (ms)Intervista giornalistica→ Articolo che riassume — sotto forma diun’alternanza di domande e risposte — il

dialogo tra un → giornalista ed un perso-naggio pubblico o un testimone di un avve-nimento. (ms)InversioneProcedimento fotografico che permette diottenere un’immagine → positiva diretta-mente dalla pellicola impiegata per la ripre-sa, normalmente applicato alle pellicole in-vertibili; ma possibile, per il bianco e nero,anche con le normali pellicole → negative.(rv)InviatoNell’organizzazione dell’impresa giornali-stica è il → redattore inviato dal → diretto-re sul luogo dov’è avvenuto o si prevede av-venga un evento di rilievo. All’i. speciale èassegnato un incarico di prestigio, in occa-sione di avvenimenti particolarmente rile-vanti o da punti di osservazione privilegia-ti.IpermediaDocumenti in cui le informazioni sono or-ganizzate in modo da utilizzare i linguaggidei diversi mezzi di comunicazione secon-do una struttura non sequenziale (→ iperte-sto).IpertestoDocumento organizzato in modo non linea-re, in cui le relazioni tra le parti (nuclei dicontenuto detti nodi) si concretizzano in unaserie di legami (→ link) più o meno vastaattraverso la quale chi legge può consultareil testo sfuggendo alla logica unilaterale del-l’impaginazione per seguire percorsi asso-ciativi meno rigidi e più personali. In taletesto espanso il prefisso «iper» sta ad indi-care un accrescimento del testo in una serieinnumerevole di possibili fruizioni.IpertestualeRiferito ad → ipertesto.IpertestualitàInsieme delle relazioni che rapportano levarie parti di un → ipertesto. Nel Web talirelazioni possono collegare documenti di-

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versi, di autori differenti e gestiti da → com-puter (→ sito, sito Web) differenti.

LastraFoglio di alluminio o di altri metalli,

ruvido in superficie, utilizzato per realizza-re la matrice di stampa per → l’offset. L’im-magine da stampare viene formata fotogra-ficamente esponendo ad una forte sorgentedi luce il positivo trasparente dell’immagi-ne stessa, posto a contatto con la superficiedella lastra sensibilizzata alla luce. Succes-sivi trattamenti chimici differenziano le partinon stampanti (affini all’acqua) da quellestampanti (affini all’inchiostro grasso), rin-forzando eventualmente queste ultime quan-do le → tirature da eseguire sono partico-larmente lunghe. Esistono anche l. adatte al-l’impiego di un negativo e lastre su cui sipuò trasportare l’immagine (da un positivonon trasparente) per via elettrostatica o permezzo di un laser. Sono chiamate l., per illoro aspetto esteriore in parte simile a quel-lo delle l. offset, anche le matrici cosiddettepolimeriche, ottenute innescando, conl’esposizione alla luce attraverso un negati-vo, la polimerizzazione di un monomeroadatto e facendo proseguire la polimerizza-zione stessa fino a ottenere elementi stam-panti di notevole solidità. Il monomero nonesposto viene eliminato con un lavaggio inacqua o solvente (spoglio) e la matrice tipo-grafica che ne risulta è pronta per la stam-pa. Queste l. vengono usate, in particolare,in → flessografia e dai giornali stampati an-cora con il sistema tipografico.LaterzaCasa editrice italiana, fondata a Bari nel 1901.Nei primi cinquant’anni si afferma pubbli-cando opere filosofiche, storiche e letterarie,anche grazie all’autorevole collaborazione diBenedetto Croce. A partire dagli anni Ses-santa la casa rinnova e amplia profondamen-te la propria linea editoriale, aprendosi alle

più diverse correnti di pensiero, sviluppandonuove aree tematiche (politica, economia,psicologia, linguistica, architettura, urbanisti-ca), nuovi settori di attività, promuovendoedizioni tascabili, scolastiche ed una nuovalinea di editoria elettronica.Lavoratori di coscienzaNell’organizzazione pre-industriale della →stamperia, addetti alle forniture dei mate-riali (→ carta, inchiostro e caratteri) capacidi eseguire i lavori più complessi.LayoutIl bozzetto di un qualsiasi testo scritto (unlibro, un articolo, un annuncio pubblicita-rio), in cui le illustrazioni e il testo vanno adassumere la loro definitiva disposizione.LeadLe righe iniziali di un → articolo giornali-stico, destinate a catturare l’interesse del →lettore, che devono rispondere alle doman-de poste dalla «regola» delle → 5 W.Lega tipograficaLega ternaria di piombo, antimonio e sta-gno, con cui vengono fabbricati i → carat-teri da stampa. Il piombo costituisce il cor-po della l.t., grazie alla sua malleabilità eplasmabilità; la percentuale di stagno serveinvece a conferirle anzitutto resistenza e flui-dità, ma anche maggior durezza; mentre lapercentuale di antimonio le conferisce laproprietà di non contrarsi al momento dellasolidificazione, oltre a renderla più dura.Esistono l. diverse, per diversi usi: la l. →linotype è di solito costituita dall’11% diantimonio, dal 3-4% di stagno e dall’85-86%di piombo; quella per → monotype, invece,varia maggiormente a seconda dei risultatiche si vogliono ottenere al momento dellastampa (un’ottima l. è quella contenente il10% di stagno, il 16% di antimonio, il 74%di piombo).LegatoriaSia l’arte sia la pratica di realizzare → rile-gature per → libri e, per estensione anche il

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laboratorio, lo stabilimento o il reparto dovele rilegature vengono effettuate. (ms)LegaturaCiclo di lavorazione consistente nel piegarei → fogli stampati, raccogliere nell’ordinedovuto le → segnature, cucirle, fabbricare eapplicare la → copertina. A seconda del si-stema usato per unire le varie segnature, sihanno la l. normale (o cucita) e la l. a col-la, in cui le segnature vengono fresate dallato del → dorso e incollate le une alle altre,anziché essere cucite. A seconda del tipo dicopertina, si hanno la → brossura e la l. invari materiali (cartoncino, tela, pelle ecc.).LegendaL’insieme delle spiegazioni dei simboli o deisegni convenzionali adottati in un testo o inuna figura, raccolte in calce o di fianco adessi sotto forma di tabellina.LetteraCiascuno dei segni → dell’alfabeto.LettoreAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,è colui che legge per primo le opere inviatedagli autori. In genere è un free-lance, ov-vero un collaboratore esterno, al quale, perla sua esperienza in materia, viene affidatoil compito di verificare la qualità del testo edi operare la prima selezione cui vengonosottoposti i testi per deciderne la pubblica-zione.LetturaL’insieme delle attività connesse al leggere.LibraioTitolare della → libreria.LibreriaAttività commerciale preposta alla venditadi → libri.Libro (o volume)Sia l’insieme di → fogli di carta di varioformato sui quali è stampato un → testo,piegati, cuciti o incollati insieme, inseritoin un involucro di cartoncino o cartone ri-coperto di tela cui è solidamente ancorato

(più precisamente detto volume); siaun’opera letteraria, scientifica, documen-taria ecc. stampata e raccolta in volume;sia la suddivisione interna di un’opera,comprendente, a sua volta, un certo nume-ro di parti e capitoli. Le parti che, attual-mente, connotano un volume a stampasono: la → copertina, che ne costituiscel’involucro, comunemente in cartone; il →dorso, che copre la cucitura delle segnatu-re; la sovraccoperta, il foglio di protezio-ne che ricopre la copertina, di solito stam-pata a colori; la bandella, il risvolto dellacopertina o della sovraccoperta su cui, ge-neralmente, vengono riportate informazionisull’argomento del libro, sul suo autore edeventualmente sulla collana di cui il librofa parte; la sguardia, il foglio bianco cheserve ad unire la copertina alle segnaturedel libro, applicato all’interno della coper-tina e alla prima e all’ultima segnatura delvolume già cucito; l’occhiello, di solito lapagina di destra, inserita prima del fronte-spizio, che contiene il titolo del volume,composto in un carattere più piccolo; il →frontespizio, la pagina posta all’inizio delvolume, contenente il titolo, il nome del-l’autore e l’editore; il → colophon: la for-mula posta alla fine del libro, che riportale informazioni relative alla stampa e ilnome dello stampatore. A questi elementibisogna aggiungere la numerazione dellepagine e i vari tipi di indice.Libro elettronicoEspressione italiana per → e-book.Licensing ActDocumento con il quale, nel 1695, dopo larivoluzione e la dittatura di OliverCromwell, in Inghilterra la nuova monarchiacostituzionale abolisce la censura preventi-va sulla stampa, anticipando di fatto i prin-cipi in seguito espressi nella Carta dei Di-ritti dell’Uomo della Rivoluzione Francesee nella Costituzione Americana.

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LinkTermine inglese (letteralmente legame) cheindica una funzionalità presente in un →ipertesto che consente di accedere a unaparte diversa di uno stesso ipertesto o — nel→ World Wide Web — di un ipertesto di-verso. Può essere costituito da una parola(convenzionalmente sottolineata o colora-ta, detta «parola calda»), ma anche da unaimmagine. Cliccandovi sopra con il mouse,l’utente si collega a un nodo di contenutorelativo alla parola o all’immagine.LinotronicMacchina compositrice costituita da una →tastiera, un calcolatore con un dispositivodi memorizzazione e la relativa uscita foto-grafica (fotounità) che consente di effettua-re la → fotocomposizione, introdotta nelprocesso di stampa negli anni Settanta delNovecento.LinotypeAbbreviazione di line of type. È la primamacchina per comporre, fabbricata nel 1885da Ottmar Mergenthaler, orologiaio tedescoemigrato in America, utilizzata per la primavolta nel 1886 al «New York Tribune». Co-stituita da più elementi (un «magazzino»,una tastiera ed una caldaia), la l. compone efonde meccanicamente le righe tipografiche,permettendo così di ridurre la → composi-zione manuale ai soli titoli o ai testi compo-sti con caratteri di una certa dimensione. Nelmagazzino sono depositate le matrici checon un meccanismo, attivato dalla tastiera,sono prese e disposte nella sequenza del →compositoio; la caldaia contiene il piombofuso da far colare sulle matrici in modo dafondere a rilievo le linee dei → caratteri. Unulteriore elemento è costituito da meccani-smi che riposizionano le matrici nel magaz-zino. Tra i vantaggi offerti dalla l. — oltre aquello di risolvere automaticamente e a gran-de velocità i problemi di composizione, fu-sione della riga e scomposizione delle ma-

trici — c’è sicuramente un meccanismo cheassegna automaticamente la → giustifica-zione e la → spaziatura del testo.LitografiaSistema di → stampa basato sul principiodella repulsione fra l’acqua e le sostanzegrasse e dell’affinità di certi sali per l’ac-qua stessa, che utilizza una → matrice pia-na, senza parti a rilievo o a incavi, inventa-to nel 1796 dal tedesco Aloys Senefelder.Nei primi tempi tale sistema viene anchechiamato «stampa chimica su pietra», per-ché si basa su un procedimento chimico chesi integra ai procedimenti meccanici. Lapietra, che funge da matrice, viene oppor-tunamente levigata, in modo da offrire unasuperficie sulla quale disegnare con unamatita grassa, e poi umidificata. Le partidisegnate, per effetto del grasso, sono idro-repellenti e si impregnano → d’inchiostro;viceversa, le parti umide respingono l’in-chiostro. Il foglio di carta, passato sotto il→ torchio, risulta impresso solo dalle par-ti disegnate e inchiostrate. La pietra vienein seguito sostituita da lastre di zinco e ilprocedimento diventa d’uso industriale.Spesso la stampa → offset viene chiamataimpropriamente l., perché si basa sullo stes-so principio chimico-meccanico: la repul-sione tra acqua e grasso.

Macchina a platinaMacchina per la → stampa tipogra-

fica, molto simile al → torchio, introdottanel Settecento. Agisce con il sistema dellapressatura, per cui la pressione per la stam-pa di un singolo → foglio avviene attraver-so l’azione di accostamento di due piani.Macchina continuaApparecchiatura in grado di trasformare la→ cellulosa in un nastro continuo di → car-ta e di aumentarne, quindi, considerevol-mente la produzione, sperimentata con suc-cesso nel 1798 nelle → cartiere dei dintorni

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di Parigi. La sua introduzione segna il terzoperiodo della storia della → stampa, checoincide con la fase matura della rivoluzio-ne industriale, in cui vengono meccanizza-te pressoché tutte le lavorazioni eseguitemanualmente fino a quel momento.Macchina da scrivereDispositivo meccanico per la scrittura su →fogli di → carta.Macchina da stampaApparecchiatura con la quale si trasferisce→ l’inchiostro da una → matrice ad un →supporto destinato all’uso finale (di solitocarta o materiali plastici). Ne esistono diquattro categorie principali, suddivise a lorovolta in vari tipi. M. tipografiche → a pres-sione piana (torchio, platina), pianocilindri-che, rotative (a foglio o a bobina). M. lito-grafiche piane (analoghe alle pianocilindri-che tipografiche), rotative (a foglio o a bo-bina). M. rotocalcografiche rotative (a fo-glio o a bobina). M. serigrafiche telai mec-canizzati che depositano l’inchiostro attra-verso le maglie della seta su cui è montatala matrice; rotative di concezione particola-re. Il concetto di m. da s. ha subìto nel tem-po una grande evoluzione: oggi questo tipodi macchinario produce sempre meno i se-milavorati tipici del passato (anche recente)e sempre più un prodotto finito pronto perla legatoria o per la trasformazione, se nonaddirittura per la vendita. Questa tendenza— già rilevabile nelle macchine a foglio, chein un solo passaggio consegnano sia stam-pati in bianca e volta sia quadricromie fini-te, eseguendo eventualmente anche qualcheoperazione un tempo tipica della → legato-ria o della trasformazione — è particolar-mente evidente nelle macchine da bobina,che sono in grado di uscire con un prodottofinito pronto per la commercializzazione(periodici, cataloghi ecc. già piegati e cucitia punto metallico), ovvero di alimentare concontinuità una catena di → brossura. In que-

sti casi non si tratta soltanto di una macchi-na che trasferisce inchiostro, ma di un im-pianto complesso, nel quale sofisticate ap-parecchiature elettroniche guidano il movi-mento della carta dallo sbobinatore alla →piegatrice e regolano in anticipo l’inchio-strazione sulla base delle pellicole di → se-lezione, mantenendola poi costante per tut-ta la durata della → tiratura. Speciali dispo-sitivi essiccano l’inchiostro sul nastro dicarta in corsa e prelevano le copie stampatein uscita dalla piegatrice; telecomandi e mo-nitor consentono agli operatori di lavorarein ambienti almeno parzialmente insonoriz-zati; mentre l’amministrazione dello stabi-limento viene informata automaticamente,e in tempo reale, su tutte le prestazioni del-l’impianto, sia a fini statistici sia per la fat-turazione di ogni lavoro.Macchina pianaMacchina da stampa per la litografia in tut-to simile alle → pianocilindriche per la ti-pografia, salvo l’aggiunta di un complessodi bagnatura per fornire l’acqua necessariaal sistema di stampa.Macchina piano-cilindricaMacchina per la → stampa tipografica cheagisce con il sistema della pressatura, in cuila pressione su ogni singolo → foglio vieneesercitata da un cilindro.MacintoshPersonal → computer — che prende il nomeda una delle migliori e più famose varietà dimele californiane — realizzato nel 1984 dal-la Apple Computer di Steve Jobs e SteveWozniak. Il sistema M. persegue una stradala cui cifra distintiva sta nella semplifica-zione della modalità d’uso della macchina.Il sistema operativo — ovvero l’insieme diprogrammi (→ software) che costituisconol’interfaccia tra l’utente e → l’hardware eche agisce come una sorta di filtro tra l’uten-te e la macchina — di Macintosh (MacOS),consente di dialogare con la macchina at-

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traverso un’interfaccia grafica di tipo «userfriendly» (ovvero «amichevole») che rap-presenta sullo schermo del computer unascrivania virtuale. La metafora della scriva-nia rende l’utilizzo del calcolatore molto piùintuitivo e agevole per gli utenti. Nella scri-vania virtuale — che potrebbe essere consi-derata un tentativo di «analogizzare» il lin-guaggio digitale usato per il dialogo uomo-macchina — gli oggetti (file, cartelle) e icomandi acquistano sembianze, sotto formadi icone, che richiamano le funzionalità rap-presentate; ad esempio: il cestino indica lacancellazione di un oggetto, le forbici il ta-glio di parti dei documenti ecc. La semplifi-cazione delle modalità d’uso della macchi-na, è resa in gran parte possibile dalla diffu-sione presso il grande pubblico di un dispo-sitivo: il mouse, letteralmente «topo», perla sua forma di oggetto bombato, che hacome «coda» il filo che lo collega alla portadella macchina. Questa periferica, inventa-ta già nel 1968, integra le sue funzionalitàcon quelle della → tastiera e consente inparte di sostituirla nell’immissione dei co-mandi per l’interazione con la macchina. Leicone possono essere facilmente manovratecon il mouse, che lancia i programmi, spo-sta gli oggetti sulla scrivania virtuale, posi-ziona il cursore sul monitor. Il computer di-venta, così, sempre più utilizzabile anche dautenti non specialisti. Il sistema Macintosh,con le sue icone, si diffonde in particolarenel settore della grafica e dell’editoria, finoa diventare il primo, validissimo sostitutodella tradizionale → macchina da scrivere.MagazineTermine inglese per → rivista, in italianoutilizzato soprattutto per indicare l’insertosettimanale di un → quotidiano.Maiuscoletto→ Carattere maiuscolo — ma di altezza in-feriore a quella del maiuscolo normale del→ corpo — alto, di solito, quanto → l’oc-

chio del → minuscolo o poco più, fermo re-stando l’allineamento (esempio: MAIUSCOLET-TO).Maiuscolo→ Carattere alto quanto → l’occhio del ca-rattere più → l’asta ascendente (esempio:MAIUSCOLO).Manoscritto→ Testo scritto a mano.Marchio editorialePiccolo simbolo adottato dal → tipografo odalla → casa editrice, impresso sui → fron-tespizi o sulle → copertine dei libri per in-dicarne la provenienza e l’autenticità. Traprimi m.e. l’ancora e il delfino intrecciaticon la scritta Aldus, adottato dall’editore ve-neziano Aldo Manuzio, e l’albero di ulivodei francesi Estienne. Registrati a norma dilegge, i m.e. sono protetti da convenzioniinternazionali.MarginaturaLo spazio bianco che separa le varie → pa-gine sul → foglio di macchina. Normalmen-te, si danno la m. di → testa e quella di →cucitura.MargineNei → fogli scritti o nelle immagini stam-pate, lo spazio bianco che si lascia sui quat-tro lati. Nella → composizione a caldo, lin-gotto di piombo usato per la → marginatu-ra. (ms)MarketingAttività dell’impresa volta ad utilizzare lecaratteristiche del prodotto (qualità, prezzo,rarità ecc.) in combinazione ad altri fattori— come campagne promozionali o pubbli-citarie o le caratteristiche della → distribu-zione — per la migliore commercializzazio-ne dei beni o dei servizi prodotti. All’inter-no di una → casa editrice, svolge diversefunzioni: fornisce informazioni in entrata,ovvero relative al mercato editoriale (anali-si del mercato editoriale per verificare labuona riuscita della pubblicazione e le esi-

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genze del → pubblico, per suggerire ideeper nuove → collane o per «riposizionare»i titoli già pubblicati); collabora alla realiz-zazione del prodotto (fornendo suggerimentisugli argomenti richiesti dal mercato e suigusti grafici), realizza il piano di marketing,definendo il posizionamento del prodotto sulmercato, il prezzo di vendita (in relazionealla concorrenza e al potenziale acquirente-lettore); infine, produce informazioni inuscita, coordinando la → promozione, ov-vero tutte le attività relative a posizionarerealmente il prodotto pubblicato. Le attivitàdi promotion sono di tipo pubblicitario, at-traverso i media o attività di promozionediretta: presentazioni ufficiali presso → li-brerie, convegni, conferenze, incontri conl’autore ecc. Questa attività, di solito, av-viene in stretta collaborazione con → l’uf-ficio stampa, che cura la redazione dei →comunicati stampa e l’organizzazione delle→ conferenze stampa.MascheraturaIn → fotoriproduzione è la tecnica di corre-zione del colore consistente nell’intercetta-re, con una maschera fotografica, le radia-zioni luminose che i filtri, a causa dell’im-perfezione dei coloranti disponibili, non riu-scirebbero ad arrestare. Con lo stesso meto-do è possibile anche correggere il contrastodegli originali e comprimere la gamma ditoni dei → fotocolor, molto estesa, nei limi-ti in cui i procedimenti di → stampa sono ingrado di riprodurla.MatriceIn gergo tipografico è il blocchetto metalli-co in ottone o in altro materiale, recante l’im-pronta incavata di una → lettera o di un se-gno. Collocando la m. nella → forma e ro-vesciandovi dentro una certa quantità di →lega tipografica, si ottiene un → carattererecante sulla faccia superiore, in rilievo erovesciata, la lettera stessa.

Media LabAbbreviazione di Media Laboratory, il cen-tro di ricerca e sviluppo tecnologico internoal → Mit (Massachusetts Institute of Tech-nology), creato nel 1985 da Nicholas Ne-groponte per esplorare i confini e le conta-minazioni possibili fra informatica e media.È finanziato in gran parte dall’industria pri-vata per elaborare progetti nei settori del-l’intelligenza artificiale e nello studio delleinterfacce uomo-computer. (ap, mm, dv)MenabòSia lo schizzo → dell’impaginazione di unostampato, che serve come guida di massimaper → l’impaginatore; sia la realizzazionepreventiva dello stampato stesso, con testi efigure incollati, → copertina ecc. per con-trollare l’effetto finale prima dell’esecuzio-ne della → stampa vera e propria. Il m. diuna rivista sarà, quindi, il fascicolo realiz-zato con fogli della stessa → carta e del me-desimo → formato, cui siano state applica-te le → bozze del testo, le prove delle illu-strazioni, la pubblicità ecc.; il m. di un librosarà, invece, il libro di quel preciso formatoe numero di pagine, corredato delle provedella copertina e della → sopracoperta, rea-lizzato con carta bianca o con testi e figure,a seconda dello scopo per cui viene esegui-to.Mensile→ Periodico pubblicato a cadenza, appun-to, mensile.MessaggioSequenza di segni costruita secondo le pre-cise regole combinatorie di un → codice cheun → emittente invia a un → ricevente (odestinatario), attraverso un → canale.Messa in macchinaIn gergo tipografico è l’operazione consi-stente nel posizionare le → pagine sul →telaio e nel «marginare» la → forma, vale adire: disporre i → margini intorno alle varie

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pagine in modo che risultino separate da uncerto bianco (→ marginatura); curare il →registro dei vari elementi; serrare strettamen-te il tutto per mezzo di appositi congegni aespansione; collocare il telaio sul piano por-taforma della macchina. Più genericamen-te, si tratta di disporre le pagine sulla → mac-china da stampa (in relazione al tipo e alformato della macchina, al numero di pagi-ne e al formato del → libro, alla → tiraturaecc.) per sfruttare al meglio il formato della→ carta, il formato e la velocità della mac-china, l’orario di lavoro degli operai ecc. La→ segnatura preferita è di solito il sedicesi-mo o il trentaduesimo, mentre si ricorre aottavo e quartino se il numero di pagine nonè divisibile per 16, così come si riunisconopiù sedicesimi nella stessa forma se il for-mato della macchina lo permette. Sulle →rotative a foglio si adotta di solito il mede-simo principio, mentre su quelle a → bobi-na entra in gioco la → piegatrice. General-mente si usa piegare il nastro ad angolo ret-to rispetto alla direzione di marcia, ma esi-stono anche piegatrici che agiscono paral-lelamente a tale direzione. Nel primo casola lunghezza della segnatura dipende dal ta-glio, mentre la larghezza è quella della bo-bina; nel secondo, la lunghezza è ancoradeterminata da un taglio, ma la larghezzadipende dal numero di nastri in cui vienedivisa la bobina. Nel caso delle macchine afoglio, la tiratura può avere una certa in-fluenza sulla vera e propria operazione distampa, perché invece di stampare primatutte le pagine di → bianca e poi tutte quelledi → volta, si possono stampare contempo-raneamente tutte le pagine della segnaturain bianca, voltare, ripetere esattamente lastessa operazione e poi tagliare, ottenendodue segnature uguali invece di una.MezzatintaSia la sfumatura intermedia di un colore; siala tecnica di riproduzione → fotomeccani-

ca delle mezze tinte di una → fotografia,consistente nell’impiegare una lastra di ve-tro reticolata (→ retino) in maniera da sud-dividere l’immagine in una miriade di pun-ti: alcuni minuscoli, altri di dimensioni mag-giori. (rv)MinuscoloTipo di carattere (esempio: minuscolo).MitSigla del Massachusetts Institute of Tech-nology, istituto di ricerca informatica inter-nazionale, con sede a Boston (Usa).MondadoriCasa editrice italiana fondata a Verona nel1912 da Arnoldo M., che si serve dei mar-chi «La tipografia sociale» e «La lampada»(quest’ultimo destinato alle pubblicazioniper ragazzi). Oltre che per vari periodici,l’attività dei primi anni è ricordata per unaserie di collane: particolarmente celebre«Medusa», che, a partire dagli anni Trenta,fa conoscere agli italiani i grandi scrittoristranieri (è per questa collana che vengonotradotte le opere di Ernest Hemingway).Grazie al consenso ottenuto «Medusa» rad-doppia, inaugurando una collana destinataai grandi narratori italiani. Negli anni Ses-santa lancia la collana degli Oscar: edizionieconomiche in formato tascabile, vendutenelle edicole, di grandi opere di autori ita-liani e stranieri.MonotypeSia il sistema di → composizione meccani-ca a → caratteri singoli che rappresenta lavera e propria meccanizzazione del princi-pio della composizione a mano, in quantoproduce il carattere e lo accosta ai prece-denti su un → compositoio analogo a quel-lo impiegato nel sistema manuale, permet-tendo di raggiungere una precisione dell’or-dine del centesimo di millimetro sia nella→ giustificazione delle linee sia nell’altez-za del carattere; sia la macchina impiegataper tale composizione o, meglio, le due

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macchine da cui è costituito il sistema: la→ tastiera (che produce un nastro perfora-to secondo un determinato codice, contenen-te tutte le informazioni necessarie alla fon-ditrice per fondere i diversi caratteri e spa-zi) e la fonditrice (che «legge» meccanica-mente il nastro perforato, sposta il telaiettocontenente le → matrici in modo da portarequella voluta in corrispondenza dell’orifi-zio della → forma, avanza e retrocede i cu-nei che determinano la → larghezza dellalettera da fondere, inietta la lega fusa nellaforma e, infine, espelle il carattere allinean-dolo sul compositoio). La giustificazionedelle linee avviene su basi matematiche edè determinata dal «tastierista». Esiste, infatti,un dispositivo che somma, a ogni battuta,lo spessore del segno: quando la linea è quasiterminata, l’operatore legge su un’appositascala il valore che dovranno avere gli spaziper colmare esattamente la → giustezza epreme i tasti corrispondenti. Sulla fonditri-ce tali perforazioni determineranno, all’ini-zio di ciascuna linea, la larghezza degli spa-zi per quella stessa linea. Nel carattere m. la→ forza di corpo è espressa in punti tipo-grafici, mentre l’avvicinamento delle varielettere è basato su un sistema di unità di spes-sore (set) espresse in decimillesimi di polli-ce, da cui dipende anche la giustificazione.MorsuraNella preparazione di → matrici per la →stampa e nella realizzazione di → acque-forti, è sia l’applicazione sia l’azione delmordente su una lastra metallica.Mr. GatesLetteralmente «Signor Cancello», è un →gatekeeper. La sua figura è stata individua-ta nel 1950, durante uno studio su un casoconcreto finalizzato a comprendere lo svi-luppo del flusso di notizie entro i canali or-ganizzativi degli apparati di informazione ead individuare i punti in cui avviene la sele-zione delle notizie: ha venticinque anni di

esperienza, opera in una cittadina del Mid-west con 100.000 abitanti e ha il compito diselezionare, dalla grande quantità di dispaccidi agenzia che arriva ogni giorno, le notizieda pubblicare. Dall’osservazione delle sueazioni quotidiane si è giunti a individuare lefasi, ma soprattutto i criteri professionali edorganizzativi, di selezione del → gatekee-ping.MultimedialitàPresentazione integrata di testi, immaginifisse e in movimento e suoni → digitali inun unico dispositivo informatico-telemati-co.

NegativoTipo di → pellicola che funge da sup-

porto all’immagine, ottenuta esponendo una→ emulsione fotografica, sulla quale i co-lori e i relativi toni dell’immagine appaionorovesciati. Dal n. possono essere ricavate piùcopie e, per procedimento di stampa, il →positivo. (rv)Neretto (o grassetto)→ Carattere tipografico ad asta grossa, im-piegato nella composizione dei → titoli odelle parti del testo da porre in evidenza. Inambito giornalistico il termine viene utiliz-zato per indicare un breve → articolo oun’inserzione pubblicitaria, composti in n.per attirare l’attenzione del → lettore.Nero→ Carattere tipografico di spessore inter-medio tra il → chiaro e il → neretto. (ms)NewsTermine inglese, di accezione comune —letteralmente → notizie — utilizzato comesinonimo di notiziario.NewsmakingProcesso di produzione e trattamento delleinformazioni relative a fatti o eventi da tra-sformare in → notizie secondo determinaticriteri di → notiziabilità, stabiliti dalla pra-tica giornalistica.

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News valuesEspressione inglese per → valori notizia.NotaBreve annotazione di carattere bibliografi-co ed esplicativo, oppure aggiunta di carat-tere marginale rispetto al filo logico dellatrattazione, collocata solitamente a piè dipagina. Le n. — che vengono composte sem-pre in → corpo piccolo, inferiore anche aquello delle → intercalazioni — possono es-sere numerate progressivamente per → pa-gina, per parte o anche per tutto il → libro,oppure possono essere raccolte in fondo conrimando alla pagina e alla linea cui si riferi-scono, senza alcuna numerazione.NotiziaRapporto su un avvenimento, imprevisto oprevedibile, che deve interessare un pubbli-co potenziale di lettori. Una n. può essereconsiderata solo in parte l’oggettiva descri-zione e ricostruzione di un fatto realmenteaccaduto, bensì un resoconto a partire da unparticolare punto di vista collettivo e condi-viso: quello del → giornalista, figura pro-fessionale ben inserita in un determinato ap-parato produttivo. Uno dei primi compitidell’apparato dell’informazione nel suocomplesso è, quindi, quello di selezionaren. da un numero imprevedibile e indefinitodi accadimenti. Ciò significa riconoscere tragli avvenimenti — di cui è ricca la vita quo-tidiana — quelli → «notiziabili», cioè adat-ti a diventare n., ed estrarne una quantità fi-nita e tendenzialmente stabile.NotiziabileRelativo alla → notiziabilità.NotiziabilitàL’insieme dei criteri alla base della profes-sione giornalistica — non solo a mezzostampa — dei quali si serve, in una primafase, il → redattore per valutare se un deter-minato avvenimento può o deve essere trat-tato per essere trasformato in → notizia. Lan. è, quindi, costituita da un complesso di

requisiti che si richiedono agli avvenimenti— dal punto di vista dell’organizzazione dellavoro negli apparati e dal punto di vistadella professionalità dei → giornalisti —perché ad essi possa essere conferita un’esi-stenza pubblica in qualità di «notizie». Tut-ti i criteri generali di n. vengono adattati earmonizzati alla linea editoriale, alle carat-teristiche del → giornale, del → lettore cuisi rivolge, del genere dell’informazione datrattare, della rilevanza degli altri avveni-menti del giorno, e alle caratteristiche spe-cifiche del sistema dell’informazione in undato luogo geografico e in un determinatomomento storico.Numerazione delle pagineIntrodotta, a quanto pare, per motivi tecnici— inizialmente, infatti, i numeri delle → pa-gine costituiscono una guida per il rilegato-re — l’uso di numerare le pagine, rendendopossibile la redazione di indici, ha facilitatola consultazione dei prodotti stampati daparte del lettore. La prima n. delle p. risale,probabilmente, ad un’edizione di Aldo Ma-nuzio del 1499.Nuova edizione (o riedizione)Nuova → tiratura dell’edizione ormai esau-rita di un testo sottoposto, per l’occasione,a sostanziali correzioni.

OccasionnelsLibelli di piccole dimensioni pubbli-

cati con cadenza irregolare nella Francia delCinquecento, sconvolta dalle guerre di reli-gione. Dalle 8 alle 10 pagine, costituisconoi primi esempi di stampa periodica. Conte-nevano messaggi propagandistici e invetti-ve contro i nemici politici.Occhiello (o occhietto)All’interno di un → volume a stampa è il →titolo, una → dedica o un’altra breve dicitu-ra, collocati in una → pagina a sé stante eimmediatamente seguiti da una pagina bian-ca e da un → capo-pagina. All’interno della

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pagina di un → giornale è una breve frasedi lunghezza e → corpo tipografico più pic-coli rispetto al titolo (cui è preposta), nor-malmente utilizzata per introdurre l’argo-mento → dell’articolo.Occhietto→ Occhiello.Occhio→ Lettera (o segno) incisa a rovescio e inrilievo sulla superficie superiore del fustodel → carattere mobile, o anche il puro esemplice → grafismo. L’o. medio è lo spa-zio occupato in altezza dalle lettere prive diprolungamenti (→ aste) verso l’alto o versoil basso (come a, x, z). O. non è sinonimo di→ corpo, poiché può dilatarsi comprimen-do le aste e risultare quindi più grande diquello del medesimo corpo di un altro ca-rattere che abbia aste più pronunciate.OccorrenzeIl numero di volte che una parola ricorre al-l’interno di un testo stampato, riportato dal-la → concordanza.Off lineEspressione inglese, di accezione comune,traducibile come non collegato in → rete.→ Nell’editoria elettronica e → nell’edito-ria multimediale indica prodotti su Cd-Rom,per distinguerli da quelli → on line.Offset (o stampa indiretta)

Tecnica di → stampa consistente in una mo-derna versione commerciale della → lito-grafia: anziché dal contatto del foglio conuna pietra o con una → lastra metallica, lastampa avviene mediante l’impiego mecca-nico di tre cilindri a contatto tra loro. Il pri-mo cilindro porta avvolta la lastra, che vie-ne bagnata dai rulli umidificatori e inchio-strata tramite i rulli inchiostratori. Il secon-do cilindro, in caucciù, riceve la stampa e lariporta sul foglio. Quest’ultimo viene fattogirare dal terzo cilindro, che, a sua volta,esercita la pressione. Per riportare i → ca-ratteri e le illustrazioni da stampare sulla la-

stra, il metallo di quest’ultima è reso sensi-bile alla luce attraverso speciali trattamentichimici. La lastra viene, quindi, impressio-nata secondo il procedimento fotograficoalla base del → cliché: sovrapponendole unapellicola in → positivo. Le parti della lastrada impressionare (corrispondenti alle partibianche della pellicola) sono recettive all’ac-qua e repellenti all’inchiostro; le parti da nonimpressionare (corrispondenti al testo e alleillustrazioni), respingono l’acqua e tratten-gono l’inchiostro. Pertanto, quando i rulliumidificatori portano l’acqua sulla lastra,essa si deposita solo sulle parti non stam-panti, mentre i rulli inchiostranti deposita-no l’inchiostro sulle parti da stampare. Que-ste s’imprimono sul cilindro di caucciù e,infine, sul foglio. Le macchine o. sono rota-tive a stampa indiretta che utilizzano come→ forma lastre metalliche, preparate consemplici procedimenti fotografici, oppure,in tempi a noi più vicini, con l’utilizzo diwork station per computer grafica, che ven-gono prima bagnate e poi stampate. Il siste-ma o. consente un’elevata produttività, ol-tre alla possibilità di ottenere prodotti di altaqualità. Fra i diversi modelli di → macchi-ne per la stampa o., il più diffuso è la →rotativa a foglio, in grado di stampare sudiversi formati di carta. In questa macchinail foglio è inserito da aspiratori che lo solle-vano, staccandolo dagli altri fogli, e lo pon-gono su un piano di scorrimento, dove vie-ne automaticamente sistemato e agganciatoda pinze per assicurare il → registro: cheper tutti i fogli da stampare, cioè, siano ri-spettati gli stessi → margini. Queste mac-chine consentono velocità di tiratura chevanno dalle seimila copie l’ora per i grandiformati, alle dodicimila per i piccoli.On lineEspressione inglese, di accezione comune,traducibile come collegato, connesso alla →rete (→ off line).

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Opening (o apertura)L’effetto ottico prodotto, quando si apre un→ libro, da due → pagine a fronte osserva-te contemporaneamente (→ due pagine inuna).Operatore alle bozze coloreAddetto alla → prova colore, deve garanti-re che il risultato finale in → stampa sia iden-tico a quello prodotto nella fase di → pre-stampa.OpinionistaNell’organizzazione dell’impresa giornali-stica è chi, contrariamente al → giornalista,è autorizzato a esprimere opinioni in un →articolo di → giornale. Tale ruolo è riserva-to a grandi giornalisti o, più frequentemen-te, a intellettuali ed esperti.OriginaleIl → testo dattiloscritto, manoscritto o an-che stampato (nel caso di → ristampa), cheil → compositore e → l’impaginatore de-vono riprodurre con i mezzi a loro disposi-zione e che il → correttore deve controllareaccuratamente durante la lettura delle →bozze. Su di esso vengono indicate dai revi-sori le norme principali cui ci si dovrà atte-nere nelle successive fasi della lavorazione.Per estensione, qualsiasi documento da ri-produrre (→ fotografie, disegni, fotocolorecc.).Out put in pellicolaProcedimento che presuppone l’organizza-zione informatizzata delle → pagine con uncriterio detto → segnatura. Le pagine ven-gono organizzate in modo da poter esserestampate su grandi → fogli di carta, del →formato 70 x 100. A seconda di quello chesarà il formato del → libro o dello stampato(quartino, ottavo, sedicesimo, trentaduesi-mo), il foglio conterrà 4, 8, 16, 32 pagine ditesto. Esse saranno disposte in ordine nonsequenziale, ma corrispondente alla logica,appunto, della segnatura e cioè dalla piega-tura che il foglio subirà prima di essere ta-

gliato, cucito e rifilato. Nel caso del sedice-simo — uno dei formati più comuni — visaranno perciò 16 pagine del formato di 17,5x 25 (misure che, con la rifilatura, diverran-no 17 x 24). Questo tipo di montaggio vie-ne effettuato con → software specifici, pri-ma dell’uscita della pellicola dal fotoplot-ter. Se lo stampato è composto di solo testo,la pellicola sarà una sola: il nero. Nel casodel colore avremo invece 4 pellicole (unaper ogni colore primario più il nero), ognu-na delle quali conterrà una parte del coloredi → quadricromia.

PaginaCiascuna delle due facce di ognuno

dei → fogli che costituiscono → un libro,un giornale, una rivista, un quaderno ecc.Per estensione, è anche sinonimo di → fo-glio.Pagina iniziale→ Capopagina.Pagina WebNucleo di contenuti (nodo), collegato tra-mite → link ad altri componenti una → pre-sentazione Web.PantografoStrumento che permette, partendo da un →originale, di disegnare e incidere in variegrandezze le → matrici dei → caratteri distampa.PapiroMateriale ottenuto da una pianta semprever-de dal fusto sottile (Papirus Cyperus). Tra iprimi supporti — assieme alla → pergamena— della scrittura nell’antichità, prima dell’in-troduzione della carta. Il p. poteva essere divarie misure, la più comune delle quali era dicirca 25 cm di larghezza. I → manoscritti sup., detti volumina, erano lunghi rotoli di fo-gli incollati l’un l’altro lungo il lato più bre-ve e venivano conservati in piccole celle cir-colari. Un’asticella faceva da anima al roto-lo: su di essa era scritto → l’incipit dell’ope-

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ra, ovvero la sequenza delle parole inizialiche consentiva d’indentificarla.ParagrafoCiascuna delle parti in cui è suddiviso un→ capitolo di un → testo.PastoneFormato giornalistico consistente in un →articolo che riassume le principali → noti-zie politiche della giornata. Per estensio-ne, un articolo che mette assieme diversiinterventi ed opinioni su un medesimo ar-gomento.PellicolaSupporto, flessibile e trasparente, per laregistrazione delle immagini fotografiche.È composta da una striscia in celluloide o inacetato di cellulosa, le cui componenti fon-damentali sono costituite da una «base»o «supporto»; un sottilissimo «substrato ade-sivo» in gelatina; una «emulsione» sensibi-le alla luce, legata alla base mediante il sub-strato adesivo e costituita solitamente da unasospensione di sali d’argento in gelatina, ri-conoscibile come il lato opaco. Le modernep. fotografiche vengono generalmente sud-divise in due grandi categorie: in bianco enero o a colori; oppure, a seconda del loroimpiego: per ripresa, per elaborazioni incamera oscura, per arti grafiche e così via.Le p. in bianco e nero possono essere orto-cromatiche (cioè sensibili a tutti i colori,escluso il rosso), pancromatiche (sensibilianche al rosso), UV (sensibili alle radiazio-ni ultraviolette). Oltre ai negativi, da quasitutte le p. in bianco e nero è possibile otte-nere diapositive mediante un procedimentodi inversione. Le p. a colori sono costituiteda tre strati sovrapposti di emulsione. Lostrato esterno è sensibile al blu, quello in-termedio al blu e al verde, il terzo al blu e alrosso. Un filtro giallo posto sotto al primostrato, blocca la luce blu: i due strati sotto-stanti vengono quindi impressionati soltan-to dalla luce verde e da quella rossa. Le p.

invertibili a colori, che registrano fedel-mente la differenza di colore esistente traluce naturale e artificiale, sono prodotte indue tipi diversi: per la luce naturale e per laluce artificiale, notevolmente gialla, dellelampade a incandescenza. Le p. per lavoriin camera oscura vengono utilizzate perottenere duplicati di diapositive, negativi dadiapositive e viceversa, oppure per specialielaborazioni in bianco e nero o a colori. Lep. per arti grafiche, dotate di scarsa sensi-bilità e forte contrasto, vengono utilizzateper la stampa di giornali e riviste. P. piana:p. confezionata in fogli — anziché in rulli,caricatori, cartucce o a metraggio — ado-perata nella macchine da studio di grandeformato, per l’esecuzione di lavori industria-li o per elaborazioni in camera oscura. (rv)Penny paper (o penny press)Espressione utilizzata nei Paesi anglosassoniper indicare il → giornale di massa ottocen-tesco, il cui prototipo è il «Sun» (1833).Destinato alle larghe masse appena alfabe-tizzate, dedica molto spazio alla → cronacaspicciola e ai → servizi sensazionalistici.L’espressione trae origine dal prezzo di ven-dita del giornale, appunto un penny.Penny press→ Penny paper.Pergamena (o cartapecora)Materiale ricavato dalla conciatura dellepelli di animali (pecora, montone, capra,agnello) macerate nella calce, poi raschia-te, fatte essiccare, quindi levigate con pie-tra pomice, così da poter essere usate suentrambe le facce, tra i primi supporti —assieme al → papiro — della scrittura nel-l’antichità, prima dell’introduzione della →carta. Pare sia stata fabbricata per la primavolta nel regno di Pergamo (da cui prendeil nome) come alternativa al papiro, a cau-sa delle ostilità intercorse tra questo regnoe l’Egitto. Ma all’origine della sua diffu-sione ci sono anche altre ragioni, oltre quel-

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le di natura politica: di fatto il papiro siconserva bene solo nel clima caldo asciut-to tipico dell’Africa Sahariana. Teorica-mente più costosa del papiro, praticandole civiltà mediterranee l’allevamento degliovini, la materia prima da trattare per otte-nere la p. è stata sempre relativamente ab-bondante. Nel IV e V secolo essa ebbeampia diffusione — specialmente nei Pae-si del nord, il cui clima non consentiva laconservazione dei papiri — anche grazieall’opera dei monasteri cristiani. Inoltre, lachiusura dei traffici marittimi nel Mediter-raneo — determinata dall’invasione arabadell’Africa settentrionale — rese difficilel’approvvigionamento del papiro. Alla p.veniva data la forma del → «codice» (cheè quella del nostro libro). I codici perga-menacei sostituirono, a partire dal IV se-colo d.C. gli antichi volumina di papiro.PerifericaTermine utilizzato per indicare sia un dispo-sitivo → hardware collegato al → compu-ter (scanner, Cd-Rom, monitor ecc.); sia tut-to ciò che sta al di fuori del processore, ov-vero quella parte del computer che coman-da l’intera macchina e ha materialmente ilcompito di eseguire le istruzioni e i program-mi.Periodico→ Giornale pubblicato non quotidianamen-te, ma a cadenza settimanale, mensile ecc.Secondo alcuni studiosi, il primo periodi-co a regolare pubblicazione settimanaleviene stampato nel 1597 a Praga: il «No-viny Parodnè Celeho Mesice Zan Leta». Laperiodicità dei giornali si fa più serrata nelcorso del Settecento, quando, sulla spintadegli ideali illuministi, nascono bisettima-nali, trisettimanali, quotidiani. Gli appara-ti organizzativi cominciano a strutturarsicon le funzioni e le figure professionalirelative — direttore, redattori, collabora-tori — mentre iniziano a configurarsi le

caratteristiche estetiche e formali del gior-nale in quanto testo e si codifica, in parti-colare, il giornale «politico» nel senso piùampio del termine.PezzoIn gergo giornalistico è sinonimo di → arti-colo.Piano-cilindrica (macchina)→ Macchina da stampa tipografica in cuila forma è collocata su un piano orizzonta-le mobile (carro) e la pressione è esercitatada un cilindro ruotante intorno al proprioasse in sincronia con il movimento del pia-no portaforma. Tale accoppiamento ha datoluogo a varie soluzioni meccaniche, costi-tuite da: macchine ad arresto, nelle qualiil cilindro di pressione compie una rotazio-ne stampando il foglio e poi si arresta, perdar modo a un altro dispositivo di trasferi-re il foglio sulla tavola d’uscita e al pianoportaforma di ritornare al punto di parten-za; macchine ad arresto ridotto, analoghealle precedenti, ma con uno speciale dispo-sitivo che riduce il tempo d’arresto, elimi-nando in parte il grande difetto delle mac-chine ad arresto: l’inerzia al momento del-la successiva fase di stampa; macchine adoppio giro, nelle quali il cilindro compiedue rotazioni per ogni fase di stampa: du-rante la prima avviene la stampa e durantela seconda (quando il cilindro è sollevato)l’uscita del foglio e il ritorno del piano por-taforma; macchine a giro continuo (prati-camente originate dalla fusione dei siste-mi che sono alla base del funzionamentodelle macchine ad arresto e di quelle a dop-pio giro), nelle quali il cilindro compie unasola rotazione per ogni fase di stampa, sen-za mai fermarsi. Da notare che, oltre ai di-spositivi sopra elencati, ogni p. è dotata diun complesso mettifogli, di uno levafoglie di un gruppo di macinazione e inchio-strazione. In litografia, poi, la p. è detta piùpropriamente → macchina piana.

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Piano-cilindrico (sistema distampa)Sistema di → stampa brevettato ai primi del-l’Ottocento da Friedrich Koenig, in cui ilpiano di pressione è costituito da un cilin-dro e la → forma viene fatta correre sotto ilcilindro stesso.Pica→ Riga tipografica.Pied de roi→ Riga tipografica.PiedeLa base inferiore di un → carattere tipogra-fico, ma anche la parte inferiore di una →pagina. E, per estensione, → l’articolo di →taglio basso, collocato, appunto, nella parteinferiore della pagina del → giornale.PiegatriceNella → rotativa è il dispositivo posto al ter-mine del percorso del nastro di → carta perpiegare e tagliare opportunamente il nastrostesso in → segnature. In → legatoria è, in-vece, la macchina per piegare i → fogli stam-pati: le pieghe possono essere parallele, in-crociate, alternate ecc., in modo da permet-tere l’esecuzione di vari tipi di stampati: li-bri, album, pieghevoli ecc. (→ poststampa).Platina→ Macchina da stampa tipografica in cui ilpiano portaforma, fisso, è verticale, mentreil piano di pressione o platina (mobile) vie-ne avvicinato al primo con un sistema a cer-niera oppure a grifo. Il principio costruttivoè, in sostanza, una meccanizzazione del →torchio primitivo.PoDSigla di → Print on Demand.PolitipoSia il → carattere su cui sono fuse contem-poraneamente più lettere; sia il gruppo di dueo più lettere che, al fine di migliorare l’effet-to ottico, vengono unite in un unico caratteree, pertanto, ridisegnate come se si trattassedi una lettera completamente nuova.

PositivoImmagine su pellicola fotografica in gradodi essere proiettata, ottenuta, per procedi-mento di stampa, dal → negativo. (rv)PostillaBreve → nota in margine ad un testo scrit-to, contenente osservazioni o precisazioniriguardo al suo contenuto.Poststampa (o allestimento)È la parte finale del procedimento grafico, incui si compie l’assemblaggio delle varie partidi quello che sarà il prodotto finito: la piega-tura del foglio, la raccolta dei fogli, la cuci-tura, la copertinatura, il taglio. Alcune stam-perie comprendono anche questo settore, ma,in genere, tale operazione è affidata ad azien-de specializzate, che dispongono di attrez-zature e di operatori qualificati per questotipo di lavorazioni. Il procedimento inizianon appena la carta esce dalla macchina dastampa; la carta viene sottoposta ad un pri-mo taglio, in modo da essere compatibilecon il formato richiesto dalle macchine →piegatrici. Queste ultime svolgono il compi-to di piegatura del foglio grazie ad un mec-canismo costituito da rulli, che curvano ilfoglio e lo piegano. Le macchine possonopiegare a quartino (una sola piega), a ottavo(due pieghe), a sedicesimo (tre pieghe) e atrentaduesimo (quattro pieghe). I fogli pie-gati, destinati a far parte di un libro, sonodetti → segnature. Per rendere più facile ilsuccessivo controllo delle segnature, ordi-nate secondo l’andamento del testo, vienegeneralmente stampata all’esterno della pie-ga una tacca di altezza progressiva. Tale si-stema consente di verificare, attraverso lavisione delle tacche a scaletta costante, l’esat-to ordine delle pagine. Una ulteriore fase dellapoststampa è quella della → cucitura dellevarie parti che comporranno lo stampato. Puòessere fatta in due modi: a punto metallico oa filo di refe. La cucitura a punto metallicoè utilizzata per fascicoli di poche pagine e

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per i settimanali. Dopo questo intervento ilfascicolo viene raffilato, operazione checonsiste nel tagliare contemporaneamente itre lati dello stampato con la taglierina a ta-glio frontale o con la macchina triangolare.Nel caso di stampati più corposi, si preferi-sce ordinare le segnature in successione elegarle tra loro con la macchina cucitrice afilo di refe. Alle segnature cucite viene incol-lata, sul dorso, una → copertina, in genere dicartoncino. Tale operazione è definita lega-tura in → brossura o rustica; sul dorso ven-gono, poi, riportati tutti i dati essenziali alriconoscimento del libro. La legatura in bros-sura può essere realizzata anche fresando ildorso e incollando a pressione la copertina.La copertina, generalmente in cartone, puòessere provvista di due risvolti, detti bandel-le, su cui spesso sono inserite informazionirelative alla biografia dell’autore o all’ope-ra. In alcuni casi è presente anche una so-vraccoperta, ovvero una copertura cartaceache sormonta la legatura cartonata più pre-ziosa. La legatura in brossura, che presentail vantaggio della economicità, consente ladiffusione delle edizioni tascabili ad alta ti-ratura. Per le pubblicazioni più pregiate,destinate ad un mercato di non largo consu-mo, viene invece scelta la → rilegatura. Taleoperazione si può schematizzare come se-gue: una volta cuciti, i volumi vengono raf-filati sui tre lati; il → dorso viene arrotonda-to e rivestito con una garza, che ha il compitodi rinforzare la legatura, dopodiché vengonoapplicati i capitelli. La copertina, costituitada un’anima, detta fondello, da due quadran-ti di cartone, rivestiti di materiale flessibile,decorata a seconda dei casi, confezionata aparte, viene unita al volume. L’operazione diunione, detta incassatura, viene effettuataincollando le sguardie, fogli bianchi cheservono ad unire la copertina alle segnaturedel libro, all’interno della copertina e allaprima e all’ultima segnatura del volume già

cucito. I dorsi del volume e della copertinanon vengono uniti, per cui la carta delle sguar-die è in genere molto robusta.

Presentazione Web→ Ipertesto, solitamente multimediale (→multimedialità) consultabile in → rete, chestabilisce solitamente collegamenti (→ link)con altri ipertesti.PrestampaIl complesso delle operazioni che, dal →manoscritto originale, porta ad ottenere la→ forma di stampa. L’originale — ossia ildocumento da riprodurre — ne è il punto dipartenza, mentre la forma (→ cliché o →impianto) ne segna il punto di arrivo. La p.è un’attività complessa che comprende alsuo interno varie operazioni, che vanno dallarevisione e correzione del testo, alla suaomogeneizzazione ai criteri redazionali pre-stabiliti — uso delle sigle, abbreviazioni, co-erenza della punteggiatura, uso dei → cor-sivi, dei → neretti, dei → maiuscoletti ecc.— che variano da editore a editore. Una pri-ma correzione delle → bozze, di solito, vie-ne effettuata sul testo disposto su una co-lonna, di modo che il correttore possa ap-porre modifiche e segnalazioni; questa pri-ma revisione del testo serve a creare il →menabò. Questo primo → impaginato di-venta il punto di partenza per le successivecorrezioni. Le attività di prestampa si con-cludono con la prova di stampa e la → pro-va di colore, se il testo è a colori; la primaserve a verificare la leggibilità del testo e lasua chiarezza, oltre che a quantificare il nu-mero delle pagine, utile a calcolare i costiproduttivi; la seconda a verificare la qualitàdella stampa a colori. Il processo di stampaattualmente può essere → offset o anche →digitale, sempre più raramente tipografico.Prima paginaÈ, letteralmente, la prima → pagina del→ quotidiano, di cui costituisce una sorta

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di grande sommario. Contiene i titoli prin-cipali e i richiami ai vari → servizi all’in-terno del giornale. La sua realizzazione èguidata dal → direttore di testata o dal suovice e da alcuni dei → giornalisti piùesperti.Primo pianoLe pagine del → quotidiano dedicate agliargomenti di maggior rilievo.Print on Demand (PoD)Letteralmente stampa a richiesta, è un si-stema di → stampa digitale che costituisceun’applicazione del principio del «just intime» alla tecnica della stampa. Gli stampa-ti possono essere prodotti con il minimo pre-avviso, esattamente quando sono richiesti enel numero di copie necessario. Le fasi pro-duttive sono, quindi, ridotte alla fase creati-va della → prestampa e alle due fasi esecu-tive della stampa e della → rilegatura. Que-ste ultime due sono effettuate l’una dal com-puter server connesso telematicamente alle→ stampanti digitali, l’altra da macchine perla rilegatura. Il processo di prestampa, ri-spetto a quelli di stampa e rilegatura, avvie-ne in remoto e può essere temporalmenteanche molto dilazionato. Un libro o un do-cumento possono essere prestampati anniprima dell’effettiva richiesta di stampa, fer-mo restando che il PoD consente di appor-tare cambiamenti significativi ai testi e, quin-di, di aggiornarli, cosa molto importantesoprattutto per la manualistica, in particola-re quella tecnica. Il server di stampa puòessere localizzato anche molto lontano dal-la stampante e dalla rilegatrice: dov’è la ri-chiesta, lì avverrà la consegna. Questo com-plesso sistema agisce come una sorta di «bi-blioteca virtuale», capace di inviare un li-bro a comando.Progettazione graficaFase di → prestampa da cui dipendono ladecisione del numero di colonne che avràil testo, la posizione delle immagini a se-

conda della → giustezza (larghezza) dellapagina, il tipo di → carattere da usare, ilposizionamento del → numero di paginaall’interno della pagina stessa, l’eventualeinserimento di testatine fisse che richiama-no visivamente l’argomento trattato nel ca-pitolo. Oggi la p.g. è quasi esclusivamenteprodotta su pc, in formati informatici dettiMaster. Questi vengono distribuiti elettro-nicamente ai vari settori che compongonoil ciclo di produzione della prestampa, cheli utilizzano come guida e strumento di la-voro.Progettista graficoÈ il responsabile della programmazione este-tica, tecnica ed economica dello stampatoin forma sistematica, dalla scelta del → for-mato fino alla → gabbia che avrà la paginadove verranno inseriti, con rigide regole gra-fiche, il testo, le immagini e i segni che com-porranno insieme la pagina stampata (→progettazione grafica).Promotore→ Agente di vendita.PromozioneFase successiva alla → stampa delle copiedi un → libro, consistente in una campagnapromozionale messa in atto dalla → dire-zione commerciale e dalla divisione →marketing della → casa editrice. → L’uffi-cio stampa di quest’ultima rende pubblichele notizie relative all’opera e attiva il circui-to di promozione pubblicitaria del libro al-l’esterno.ProtoMaestro tipografo a capo, tra il XVI e il XIXsecolo, dell’organico della stamperia — dicui, molto spesso, è anche padrone.Prototipografi→ Tipografi delle origini — tra i primi ad

adottare la tecnica di riproduzione dei testiscritti — che, talvolta, fabbricano in proprioanche i materiali e i macchinari che adope-rano.

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Prova coloreOperazione consistente nella produzione diuna copia a colori, partendo dalle quattromatrici retinate (ciano, magenta, giallo,nero) ottenuti nella fase di → selezione, op-pure direttamente dal → computer alla stam-pa colore fotografica. Questa prova deveavere la caratteristica di simulare il più fe-delmente possibile il risultato che si avrà instampa, anche su diversi → supporti di car-ta e con diversi → inchiostri (→ prove distampa).Prove a torchio→ Prove di stampa.Prove chimiche→ Prove di stampa.Prove di stampaEffettuate allo scopo di controllare il coloreprima della → stampa definitiva di un testo,le p. di s. possono essere prove di torchio,prove chimiche o prove colore digitale. Perle p. a torchio si utilizza un → torchio lito-grafico più piccolo di quello usato per l’in-tera tiratura e si stampa un numero ridottodi copie. Questo procedimento ha un costoelevato, ma rimane il più sicuro per control-lare il risultato finale e viene usato per lopiù nella stampa artistica. Le p. chimicheconsistono nell’esposizione di speciali pel-licole (una per colore) e nel sovrapporle a→ registro, simulando una stampa. Questosistema è meno costoso, ma la simulazionespesso dà un risultato falsato. Il sistema oggipiù diffuso è quello della stampa digitalediretta, basata su un principio simile a quel-lo della stampa → offset, che permette direalizzare tirature limitate stampando diret-tamente dai file → dell’impaginato, senzaallestire né → lastre né → impianti.PubblicazioneL’atto del rendere pubblico uno scritto. Pre-suppone l’attività di un → editore e di una→ casa editrice. È anche sinonimo di → li-bro o volume.

PubblicistaChi, pur non essendo → giornalista di pro-fessione, collabora saltuariamente ad una opiù → testate. (rv)PubblicoL’insieme di coloro — → lettori o spettatori— che leggono libri o giornali o assistono aspettacoli teatrali, cinematografici o televisi-vi o ascoltano la radio. Si tratta di una forma-zione sociale tipicamente moderna, che si ca-ratterizza per essere grande, dispersa e stabi-le; esso, cioè, ad una rilevante consistenzanumerica aggiunge una altrettanto rilevantedispersione territoriale, in compenso, unagrande coesione ed una certa stabilità. Il pub-blico si forma attorno ad una causa, un’opi-nione, un’esigenza, un problema, e costitui-sce un elemento di sostegno o di ostacolo diun interesse, un’idea, un cambiamento poli-tico. È, quindi, un elemento essenziale dellademocrazia e, spesso, comprende la parte piùinformata e attiva della popolazione. La na-scita del pubblico è legata alle moderne de-mocrazie liberali ed è il presupposto e, insie-me, l’effetto della nascita dei → giornali «bor-ghesi» o di partito. (ms)PuntaseccaStrumento per incidere costituito da un agod’acciaio molto appuntito, usato dall’inci-sore come una matita.Punto tipograficoSottomultiplo della → riga tipografica, dicui vale un dodicesimo, ovvero mm 0,376nel sistema Didot.PunzoneBlocchetto di acciaio, una delle cui estre-mità — sagomata a tronco di piramide —reca in rilievo una → lettera o un segno. Coni p. si «battono» (→ si imprime, cioè, la let-tera in incavo) le → matrici per la → com-posizione meccanica.PunzonistaTecnico specializzato nell’uso del → pun-zone.

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QuadricromiaProcedimento utilizzato per ottenere

riproduzioni a → stampa nelle tinte origi-nali di soggetti a colori, basato sulla scom-posizione delle tinte dell’originale in quat-tro colori semplici, che, stampati uno sul-l’altro, lo riproducono per sintesi sottrattiva(→ selezione del colore). Tali colori corri-spondono ai tre colori complementari (gial-lo, magenta, blu-verde) più il nero.QuotidianoPubblicazione giornalistica a cadenza, ap-punto, quotidiana. Si compone della → pri-ma pagina, dominata dalla testata, cui se-gue solitamente la sezione di → cronaca —politica, estera e nazionale — quindi quelladedicata alla cultura (sezione che, dal 1901,mantiene anche la denominazione di → ter-za pagina). C’è poi la sezione dedicata aglispettacoli, quella economica, cui segue disolito quella sportiva. Infine c’è la cronacalocale, che le testate nazionali differenzia-no a volte a seconda della regione in cui esceil giornale. Ogni → testata, secondo la pro-pria diffusione e la linea editoriale, può ope-rare variazioni, ma, in generale, la strutturaformale del giornale rimane invariata. Se-condo alcuni il primo quotidiano sarebbestato il «Leipziger Zeitung», fondato a Lip-sia nel 1660, il cui sottotitolo era: «notiziefresche degli affari della guerra e dal mon-do».

RaclaLama d’acciaio che, nel procedimen-

to di → stampa a → rotocalco, passa sullasuperficie del cilindro lasciando → l’inchio-stro nelle parti ad incavo e asportandolo dalleparti levigate.ReadingFase produttiva → dell’editoria multimedia-le — alla quale si passa dopo aver ottenuto ifinanziamenti necessari per la produzione —in cui si definiscono gli obiettivi e si elabo-

ra concettualmente il prodotto. Gli autori,insieme al regista multimediale, redigono ilcosiddetto «storyboard dinamico» — che èil risultato di una operazione di preparazio-ne che avviene attraverso la costruzione del-le mappe concettuali — poi sottoposto al pa-rere dei responsabili delle aree di azionedella → casa editrice, che hanno il compitodi individuare gli esperti della materia datrattare, i quali, nel caso di opere ad alto con-tenuto culturale, svolgono il ruolo di respon-sabili scientifici che garantiscono la validi-tà dei contenuti dell’opera. Inizia quindi laseconda fase «reading», consistente nellaricerca delle risorse e dei materiali da uti-lizzare.RectoParte anteriore di un → foglio (ma anche diuna moneta o di una medaglia), contrappo-sta al rovescio o → verso. (ms)RedattoreAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,è il componente della → redazione. È coluial quale viene affidata la revisione del ma-noscritto, di cui segue l’iter di pubblicazio-ne nel corso di tutta la fase di → prestampa,fino all’ultima revisione, che comprende laverifica delle → prove di stampa. Cura →l’editing, a volte intervenendo o inserendoulteriori informazioni, rendendo la scritturapiù facile da leggere. Coordina, poi, il lavo-ro dei correttori di → bozze e collabora conil → grafico. Ma può anche eseguire in pri-ma persona la correzione delle bozze. Nel-l’organizzazione dell’impresa giornalisticadella carta stampata è, invece, il → giorna-lista comunemente inteso, cioè colui chescrive gli → articoli nella redazione del →giornale. Di solito riceve dal → caporedat-tore o dal → caposervizio la → notizia conle indicazioni relative al formato cui atte-nersi per costruire l’articolo; ma, in alcunicasi, può anche liberamente decidere di scri-vere un articolo. Questo però, deve comun-

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que essere sottoposto al vaglio del caposer-vizio o del caporedattore, cui spetta decide-re se inserirlo o meno nella pagina del gior-nale relativa all’argomento della notizia.RedazioneSia all’interno di un’impresa editoriale«tipo» sia nell’organizzazione dell’impresagiornalistica della carta stampata, il termi-ne r. viene utilizzato per indicare tanto illuogo in cui si svolge il lavoro dei → redat-tori quanto questi ultimi nel loro insieme.RegistroLa perfetta concordanza di posizione di dueelementi costituenti un unico insieme, mastampati in tempi diversi. È, ad esempio, ilcaso della perfetta sovrapposizione dei quat-tro colori fondamentali nella stampa per →quadricromia.Regola delle 5W→ 5W.Reportage→ Servizio giornalistico consistente in un→ articolo lungo, impostato come una sor-ta di indagine su un fatto o — più spesso —su un luogo. L’esempio classico di reporta-ge è quello relativo ai viaggi, ma si possonoeffettuare reportage anche descrivendo dal-l’interno un’azienda o un partito.Resoconto→ Servizio giornalistico consistente nellacronaca fedele di un avvenimento seguitonel suo svolgersi.Rete→ Internet.RetinoComplesso costituito da due vetri ottici in-collati in modo che delle linee nere continuee parallele s’intersechino ad angolo retto, for-mando finestrelle quadrangolari trasparenti.Facendo passare la luce proveniente da unoriginale a tono continuo attraverso questefinestrelle e intercettando i raggi luminosiemergenti, secondo particolari modalità, siottiene un’immagine costituita da punti di

diametro proporzionale alla tonalità dell’ori-ginale nella zona corrispondente. Questi puntivengono stampati in → tipografia o in →offset come se fossero elementi di un dise-gno a tratto: l’effetto ottico finale è quello diun’immagine fedele a quella di partenza intutte le sue sfumature di grigio. La qualitàdella riproduzione è direttamente proporzio-nale alla finezza del r., cioè al numero di li-nee nere per centimetro. Se invece di stam-pare in nero si sovrappongono opportuna-mente quattro immagini colorate (→ selezio-ne del colore) secondo i principi della → qua-dricromia, si ottiene una perfetta riproduzio-ne in colori naturali. Nel → rotocalco con-venzionale il r. ha le finestrelle nere e le lineetrasparenti, poiché la sua funzione consistenel creare un supporto continuo e uniformealla → racla e non differenziare i toni, com-pito al quale provvede invece la diversa pro-fondità delle cellette. Il r. di cristallo è oggi,prevalentemente, un retino-matrice da cui siricavano i cosiddetti r. pellicolari a contatto,cioè r. su pellicola di colore grigio o magentache si usano a contatto della → pellicola daimpressionare e sono costituiti da punti sfu-mati i quali possono assumere diverse forme(r. a punto quadrato, ellittico, rotondo) e va-riare in densità, gradazione ecc. per ottenereuna resa migliore in stampa e adattarsi allevarie macchine e ai vari procedimenti. Conil progressivo affermarsi dello → scanner hatrovato sempre maggiore applicazione la ge-nerazione elettronica automatica del punto dir. durante la fase di scrittura.Ricevente (o destinatario)Colui al quale → l’emittente rivolge il →messaggio destinato ad essere → decodifi-cato e interpretato in base al → codice co-mune utilizzato.RichiamiTitoletti posti in → prima pagina per attira-re l’attenzione del lettore ai vari → serviziall’interno del giornale.

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Riedizione→ Nuova edizione.Riga angloamericana→ Riga tipografica.Riga Didot→ Riga tipografica.Riga tipograficaL’unità di misura tipografica che ha comesottomultiplo il punto, corrispondente a 1/12 di riga. Il sistema di misura usato in tipo-grafia è, quindi, duodecimale. La r.t. non haperò un valore fisso in tutto il mondo: adesempio, la r. angloamericana (o pica), vale4,217 mm, mentre la r. Didot (o cicero),comunemente usata in Italia – così detta dalnome dello stampatore francese che unifor-mò, intorno al 1760, le varie misure allorain uso al pied de roi, misura legale dell’epo-ca – vale 4,512 mm.RilegaturaSia la tecnica sia il materiale con cui è rile-gato un → libro (→ poststampa).RismaUnità di misura convenzionale per → foglidi → carta. Una r. da stampa comprende 500fogli, una r. da cancelleria ne comprende400.RistampaNuova → tiratura, assolutamente identicaalla precedente, dell’edizione ormai esauri-ta di un testo. Nel caso in cui il testo in que-stione sia stato sottoposto, invece, a corre-zioni sostanziali, si tratta di una → nuovaedizione (o riedizione).Risvolto (o alette)La parte della → sovraccoperta di un libroche viene ripiegata tra le → sguardie.RivistaPubblicazione → periodica, più o meno spe-cializzata in un determinato argomento.RizzoliCasa editrice italiana. Angelo R. impianta aMilano nel 1909 una tipografia che s’ingran-disce mano a mano, diventando nel 1920 una

casa editrice di riviste: «Novella», «Il Se-colo Illustrato», «La Donna» e «Comme-dia». Di lì a poco lancia il settimanale «Om-nibus», diretto da Leo Longanesi, conside-rato il primo rotocalco italiano di attualità.Nel 1945 lancia «Oggi», settimanale anco-ra popolarissimo. Dal 1974 la R. stampa il«Corriere della Sera», quindi punta sul mer-cato dei quotidiani, acquistando il «Piccolodi Trieste» e l’ «Alto Adige» di Bolzano, as-sumendo la gestione della «Gazzetta delloSport». Nel 1984, in seguito ad una profon-da crisi, il gruppo viene rilevato da una cor-data di aziende guidate dalla finanziariaGemina. Nel 1987 acquisisce la casa editri-ce Sansoni nel 1987, il gruppo Fabbri/Bom-piani/Sonzogno/Etas tra il 1990 e il 1992,oltre ad entrare nel settore cinematograficoe nell’editoria multimediale. L’espansioneaziendale — con la conseguente diversifi-cazione della produzione — ha comportatola trasformazione della compagine societa-ria in una società per azioni, la HdP, Hol-ding di Partecipazioni Industriali, che attual-mente fa capo ad una finanziaria quotata inBorsa.Rotativa→ Macchina per la stampa tipografica costi-tuita essenzialmente da due cilindri rotanti:uno per la → forma, uno per il nastro conti-nuo della carta (o → bobina). La pressione èesercitata attraverso uno dei cilindri che famuovere l’altro, dov’è montata la → matri-ce, che — per aderirvi — si curva attraversoil processo di → flanatura. Il sistema vieneimpiegato inizialmente — e per lungo perio-do — per la stampa dei → giornali quotidia-ni. Si tratta quasi sempre di una macchina dabobina, eventualmente con uscita a foglio, edè costituita da tre elementi principali: porta-bobine con cambio automatico (speciale sup-porto che può contenere due o tre bobine dicarta ed evitare che la macchina s’arrestiquando una si esaurisce), gruppo di stampa

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(cilindro portaforma, cilindro di pressione,gruppo inchiostratore), → piegatrice. La r.in offset è una macchina a foglio ad uno opiù colori, costituita dai dispositivi di immis-sione e levata del foglio, da uno o più gruppidi stampa (costituiti da un cilindro portafor-ma, un cilindro portacaucciù e un cilindro dipressione disposti a L, a T, a V ecc. ), da ungruppo inchiostratore e da un complesso dibagnatura. La versione da bobina (rotooffset)è un impianto assai sofisticato (→ macchinada stampa), composto da un complesso perl’immissione della carta (portabobine concambio automatico e apparecchiatura elettro-nica per il controllo dell’alimentazione); unoo più gruppi di stampa in bianca e volta concilindro portalastra, cilindro portacaucciú ecilindro di pressione (non sempre necessa-rio), disposti in varie configurazioni o in li-nea; un gruppo inchiostratore ed uno bagna-tore per ogni portalastra; forno essiccatore;piegatrice; controlli elettronici del registro cir-conferenziale e laterale, del registro di taglio,dell’inchiostrazione e della bagnatura. La r.→ rotocalco da bobina (esistono anchemacchine a foglio, ma sono relativamentepoco usate) è schematicamente analoga aquella offset in linea ed è dotata di un essic-catore per ciascun gruppo stampa, delle me-desime apparecchiature d’immissione e dicontrollo.RotocalcoSistema di → stampa in cui gli elementistampanti sono incisi in incavo e vengonodi solito riempiti → d’inchiostro per immer-sione del cilindro-matrice in una vaschettad’inchiostro liquido. Una → racla eliminapoi l’inchiostro superfluo dalla superficie delcilindro e la → carta assorbe quel che rima-ne negli incavi. Il sistema è solo rotativo, afoglio (con cui si possono ottenere risultatisorprendentemente positivi) o a → bobina.Il risultato è una stampa con caratteristichedi brillantezza molto superiori a quelle ot-

tenute con gli impianti tipografici o litogra-fici → offset e con un’elevata qualità di ri-produzione delle immagini. Il sistema roto-calcografico è, infatti, largamente usato peri periodici a grande diffusione, tanto che «ro-tocalchi» sono comunemente definiti i →giornali illustrati realizzati con questa tec-nica. L’invenzione della stampa a r. risalealla fine dell’Ottocento, in seguito allo svi-luppo della → fotografia: nel 1890 appaio-no in Olanda e in Boemia le prime → rota-tive che sostituiscono al cilindro con matri-ce a rilievo un cilindro con matrice a inca-vo, ottenuto con procedimenti fotomecca-nici. Nel 1910 esce il primo periodico illu-strato con questo sistema, il «FreiburgerZeitung». In Italia, attualmente, si stampa-no in r. quasi tutte le riviste illustrate.RoyaltyIl compenso corrisposto → all’autore diun’opera dell’ingegno per il diritto al suosfruttamento commerciale.

Scadenzario (detto anchediary o day book)

In ambito giornalistico è l’agenda quotidia-na degli eventi previsti, dei quali si dà quasiper scontata la → notiziabilità, che consen-te di organizzare anticipatamente la → co-pertura giornalistica di un evento. Alla suaorganizzazione, infatti, sono strettamenteconnesse le valutazioni sulla rilevanza deifatti previsti e le considerazioni logistiche,organizzative e tecniche relative alla loro co-pertura. Lo s. fornisce, quindi, la possibilitàdi pianificare il lavoro — dislocando oppor-tunamente le risorse — e costituisce, inol-tre, una garanzia per riuscire a raccogliereun numero di → notizie sufficiente a confe-zionare il giornale. Alcune → agenzie distampa tengono uno s., che passano quoti-dianamente agli abbonati, in cui è elencatociò che, giorno per giorno, potrebbe acca-dere, in modo che le testate possano decide-

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re se coprire l’avvenimento con i loro mez-zi oppure se usare le fonti d’agenzia.Scanner (o analizzatore a scan-sione)Apparecchio consistente in una → perifericadi input che analizza un’immagine punto perpunto, trasformandola in una serie continuadi segnali elettrici di tipo → digitale e li in-via ad un → computer per una successiva ela-borazione oppure ad una teletrasmittente perl’invio a distanza. È detto s. anche un appa-recchio complesso comprendente un deco-dificatore dei segnali collegato con una stam-pante su carta comune, con una stampante sucarta o su pellicola fotosensibile, con un mo-nitor. L’elemento base del tipo di s. più co-mune — utilizzato per la riproduzione di im-magini fotografiche, ma anche di testi e dise-gni — è un carrello mobile, recante un sen-sore ottico ed una sorgente luminosa che sisposta su un telaio a contatto con l’immagi-ne. Il sensore ottico capta la luce riflessa dal-l’immagine e la trasforma in segnale elettri-co proporzionale all’intensità della luce stes-sa. L’immagine viene suddivisa in una ma-trice bidimensionale composta di piccoli pun-ti (pixel): per ogni posizione del carrello, ilsensore ottico esplora una riga dell’immagi-ne (scansione principale); quindi, il carrellosi sposta alla riga successiva (scansione se-condaria) e ad ogni pixel viene fatta corri-spondere un’informazione in codice binarioottenuta da un convertitore analogico-digita-le. Dal numero di → bit del convertitore di-pendono le sfumature di colore che uno s.può riprodurre: lo s. monocromatico asso-cia ad ogni pixel una determinata sfumaturadi grigio; lo s. a colori esegue la lettura del-l’immagine associando ad ogni pixel una de-terminata sfumatura di ciascuno dei tre colo-ri fondamentali (rosso, verde e blu). (rv)Scannerista (o scansionista)Addetto alla scansione delle immagini at-traverso lo strumento, lo → scanner, da cui

prende il nome. Le immagini — fotografieo diapositive — potranno essere elaboratedallo s. per correggerne eventuali errori cro-matici.Scansionista→ Scannerista.ScoopTermine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare una → notizia → esclu-siva oppure offerta in anteprima.ScriptoriumLa sala in cui gli → amanuensi si riunivanoper eseguire lavori di scrittura.Scrittore→ Autore di opere letterarie o, comunque,di scrittura. Nel sistema della comunicazio-ne editoriale e giornalistica è il punto di par-tenza del processo della comunicazionescritta, in quanto fornisce la materia prima,che, prima di essere affidata al meccanismodi fabbricazione — cioè alla → stampa —subisce un rigoroso trattamento (→ editing).Scrittura (supporti antichi di)Il procedimento meccanico di s. dei segniha un’origine antichissima, che si può farerisalire alle prime incisioni praticate circa4.500 anni a.C. dai Sumeri sulle tavoletted’argilla. La s. veniva tracciata, quando l’ar-gilla era ancora molle, con una canna ap-puntita: i segni che ne risultavano avevanola forma di piccoli cunei, da cui la defini-zione s. cuneiforme dato ai segni ritrovatisulle tavolette. Gli antichi popoli del Medi-terraneo usavano anche gli ostraka, coccidi terracotta sui quali si scriveva a sgraffio.Sia i greci sia i latini utilizzavano, comesupporto, tavolette di legno che potevanoessere imbiancate o cerate. Su quelle di cera,le cosiddette tabulae rasae, la s. poteva es-sere cancellata per poterle utilizza re nuo-vamente. Spesso due o più tavolette veni-vano unite insieme a formare il codice (cau-dex): due tavolette costituivano il dipticus,tre il tripticus, mentre veniva chiamato po-

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lipticus il codice formato da più di tre tavo-le. Le tavolette di cera sopravvissero perlungo tempo, limitatamente ad alcuni usi,anche quando vennero adottati il → papiroe la → pergamena.SegnalibroStriscia in cartoncino, tela, plastica, legnoecc., che, posta tra due pagine di un → li-bro, permette al lettore di ritrovare agevol-mente il passo desiderato. (rv)SegnaturaSia il numero stampato sulla prima paginadi ciascun sedicesimo, ottavo, quartino ecc.,per contraddistinguerne l’ordine progressi-vo nel → libro; sia il foglio di macchina,tagliato e piegato, contenente uno dei nu-meri di pagine convenzionali: 16 (sedicesi-mo), 8 (ottavo), 4 (quartino), 32 (trentadue-simo) ecc.SegnoElemento di un → codice che può esserecombinato con altri elementi dello stessocodice in base a precise regole, assumendosignificati diversi in relazione alle modalitàcombinatorie utilizzate.Segreteria di redazioneNell’organizzazione dell’impresa giornali-stica, ricopre una funzione fondamentale peril buon funzionamento dell’organizzazionedella → testata. È in genere affidata ad uncaporedattore, che armonizza il lavoro svol-to dai vari servizi e dai settori tecnici e che,inoltre, si occupa dei rapporti con la dire-zione e con l’esterno.Selezione del coloreOperazione consistente nel separare fotogra-ficamente i tre colori complementari per ot-tenere, con uno dei procedimenti di → stam-pa, una riproduzione cromatica fedele al-l’originale. Basata sulla teoria del colore esul principio dei filtri colorati, consiste nel-l’esecuzione di tre riproduzioni da ciascunadelle quali sia stato eliminato uno dei coloriprimari (ad esempio: fotografando attraver-

so un filtro blu, si otterrà un negativo im-pressionato dal solo blu, e quindi un positi-vo in cui il blu manchi del tutto. Sarà questala lastra del giallo, costituito da verde piùrosso, formando quindi un complementare.La lastra del nero viene invece ottenuta conaltre procedure più complesse). Lo → scan-ner opera in modo analogo, con il vantag-gio di poter essere pre-regolato per ottenereun risultato finale che non richieda corre-zioni di rilievo, come invece avviene nelprocedimento fotografico tradizionale. Se idati in uscita dallo scanner vengono regi-strati su una memoria magnetica invece diessere inviati a impressionare una pellicolafotografica, diventa possibile la manipola-zione del colore per via elettronica, con pos-sibilità di interventi di ogni tipo.SerigrafiaSia l’antichissimo procedimento di → stam-pa consistente nel produrre singolari com-binazioni di immagini a schema astratto,introdotto dall’Estremo Oriente in Europanel Cinquecento per la decorazione dei tes-suti; sia l’immagine ottenuta mediante taleprocedimento. Nella tecnica serigrafica lamatrice è costituita da un telaio su cui èmontata una maglia di seta o di nylon, chepermette il passaggio → dell’inchiostro sul→ supporto. Per riprodurre l’immagine, sipone sulla stoffa — ricoperta da una sostanzafotosensibile — una mascherina che riportain positivo l’immagine stessa. L’esposizio-ne alla luce fa indurire le parti non copertedalla mascherina, che, quindi, non permet-tono il passaggio dell’inchiostro, che inve-ce passa laddove la trama della stoffa lo con-sente.ServizioFormato giornalistico che offre descrizioni,ipotesi e informazioni che restano esclusedalla semplice → notizia. Con il termine s.si indicano → articoli mediamente superio-ri alle 20-30 righe, che contengono un mi-

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nimo di elaborazione e sono strutturati inmodo da offrire al → lettore dettagli e ap-profondimenti. Il s. comprende anche le for-mule del → reportage e del → resoconto.SettimanalePeriodico pubblicato a cadenza, appunto,settimanale.Il primo settimanale italiano nasce a Geno-va, nel 1639, seguito nel 1664 dalla «Gaz-zetta di Mantova» e a Venezia nel 1765 dal«Diario veneto».Settore produzioneAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,vi fanno capo principalmente → la direzio-ne editoriale, con la redazione, la grafica eimpaginazione, la direzione commerciale el’ufficio marketing.SguardiaFoglio di → carta — bianca o colorata —applicato, da una parte, ai piatti della → co-pertina e, dall’altra, alla prima e all’ultima→ segnatura del → volume, la cui funzioneè quella di unire esteticamente la copertinaal volume vero e proprio.SilografiaSia la tavoletta in legno in cui viene incisoun disegno rovesciato (destra e sinistra in-vertite), asportando con mezzi fisici unaparte della tavoletta stessa nelle zone estra-nee alla figura; sia l’arte di eseguire tali in-cisioni.Sistemi di stampaI procedimenti attraverso i quali è possibileriprodurre con metodi industriali uno scrit-to o un’immagine in un numero illimitatodi copie a partire da un’unica → matrice —che è l’elemento differenziante principale —avvalendosi di determinate tecniche, mac-chine, materiali. Il primo e più antico di talisistemi è quello tipografico, diventato, conl’invenzione dei caratteri mobili, uno deglielementi-chiave della storia dell’umanità. La→ calcografia (oggi solo rotocalco) e la →litografia (oggi esclusivamente → offset)

sono i due sistemi più tardi, il cui sviluppoin senso industriale — propiziato dall’av-vento della → fotografia — non sembra an-cora del tutto terminato. L’offset ha tuttaviaquasi del tutto soppiantato la tipografia perquanto riguarda la fase di stampa vera e pro-pria, mentre sono da tempo dominio esclu-sivo del → rotocalco le lunghe → tirature.Entrambi utilizzano però la → composizio-ne tipografica, che, in parecchi settori, nonrisulta ancora superata dalla → fotocompo-sizione calcolatorizzata. La → serigrafia —affermatasi a livello industriale soltantodopo la seconda guerra mondiale — costi-tuisce il cosiddetto «quarto sistema»; la →flessografia, invece, è una variante della ti-pografia adatta per stampati (essenzialmen-te imballaggi) di modeste esigenze qualita-tive. A livello artistico, oggi, tali sistemivengono praticati nell’ambito di quelle par-ticolari tecniche, che — come → la silogra-fia e l’acquaforte — non praticate secondometodi industriali.SitoTermine riferito in maniera costante almondo → Internet per indicare un → com-puter collegato alla rete. Spesso vieneimpropriamente utilizzato per tutte le re-alizzazioni presenti nel → Web. In realtàcon il termine s. si può indicare solo ilcomputer che ospita una o più presenta-zioni Web. Questo vuol dire che su unostesso s. (cioè su uno stesso computer)possono essere ospitate anche molte pre-sentazioni. (lg)Sito Web(→ Sito). Corrisponde materialmente alcomputer sulle quali sono memorizzate leinformazioni di una → presentazione Web.Uno stesso s.W. può, talvolta, ospitare an-che più di una → presentazione Web.L’espressione viene comunemente usatoanche come sinonimo di presentazioneWeb.

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Soft newsEspressione inglese, di accezione comune(letteralmente notizie leggere), utilizzata perindicare quelle notizie che — contrariamentealle → hard news — non rispondono a cri-teri sostantivi di importanza, ma al criteriodell’interesse, e tendono a non opprimere illettore.SoftwareTermine inglese, utilizzato genericamenteper indicare un programma informatico checonsente il funzionamento di un computer.Si contrappone ad hardware, che designa lamacchina in sé.Sommario (o sottotitolo)Breve riassunto degli argomenti trattati po-sto all’inizio di un → capitolo, di una parteo di un → articolo giornalistico. Può ancheessere scisso e frazionato, all’interno di uncapitolo, in forma di → postille. Nel → ti-tolo di un articolo giornalistico — di cui èparte integrante — sta sotto la riga di mag-gior rilievo (il titolo), composta in caratteridi corpo inferiore a quelli del titolo, ma su-periori a quelli → dell’occhiello.Soscrizione→ Colophon.SottolineatoTipo di → carattere contraddistinto da una→ linea tracciata al di sotto di una parola, odi una frase, per evidenziarla o per darle unaconnotazione particolare.SottoparagrafoCiascuna delle parti in cui è suddiviso il →paragrafo di un → capitolo di un testo.Sottotitolo→ Sommario.Sovraccoperta→ Foglio di carta avvolto attorno ad un →libro per proteggerne la → copertina. Soli-tamente utilizzata a fini pubblicitari, la s.reca spesso disegni e fotografie destinati adattrarre l’attenzione dei potenziali acquirenti,estratti di recensioni o slogan pubblicitari,

nonché, sulle → alette (la parte che vieneripiegata tra le → sguardie, perciò detta an-che risvolto) la presentazione dell’opera fat-ta → dall’editore.SpaziaturaIntroduzione di uno stacco in una linea di→ composizione per separare parola da pa-rola, lettera da lettera ecc. La s. tra linea elinea funge da «interpunzione» nello svol-gersi di una narrazione o nell’esposizionedi una tesi e può essere, inoltre, utilizzataper dare evidenza ai → titoli o ad altri ele-menti. In tipografia, è anche il nome collet-tivo utilizzato per indicare gli spazi → bian-chi.SpazieggiaturaOperazione consistente nel distanziare lelettere che costituiscono una parola per met-tere in evidenza la parola stessa. La s., oggi,è in declino, poiché autori, artisti grafici elettori preferiscono le varie forme di virgo-lette oppure il corsivo.StampaSia la specifica tecnica di riproduzione di un→ testo scritto, un disegno o di qualsiasi al-tro tipo di segno, in un numero illimitato dicopie uguali, partendo da una sola originale→, matrice; sia i prodotti di tale operazionetecnica. Con il passare del tempo e l’uso sem-pre più massiccio di questa tecnologia di ri-produzione dei segni, il significato del ter-mine s. si è esteso fino ad indicare un canaledi trasmissione e a diventare sinonimo di unaparticolare applicazione, ovvero di un setto-re della comunicazione giornalistica e del-l’apparato organizzativo che la produce inmodo industriale: la s. quotidiana e periodi-ca. Tutti i processi di s. hanno in comune iseguenti elementi: → originale, → forma distampa, → supporto di stampa, → inchiostro,→ macchina da stampa.Stampa digitaleNella s.d., nel corso dell’intero processo,dalla fase di → prestampa fino alla pagi-

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na stampata, i dati restano sempre in for-ma → digitale. In tal modo vengono eli-minati alcuni passaggi lunghi e costosi,come la realizzazione delle pellicole, l’in-cisione e il montaggio delle lastre. Il pro-cedimento consiste nella fase di prestam-pa in cui sono trattati i file di testo e diimmagini, che possono provenire da fontidiverse, quali scanner, fotocamere digita-li o altri supporti digitali. Questo mate-riale è assemblato nella sua forma finalesulla stazione di impaginazione (layout).Successivamente il driver converte i datigenerati da diverse piattaforme in file Po-stScript, linguaggi di descrizione dellapagina, ovvero di programmazione dellestampanti digitali (i più diffusi sono il Po-stScript della Adobe e PCL di HP). I fileche insieme ai dati di testo e alle immagi-ni contengono anche le informazioni re-lative all’impaginazione sono, poi, trasfe-riti al print server per la stampa.Stampa digitale diretta→ Prove di stampa.Stampa indiretta→ Offset.StampanteApparecchiatura → periferica di un sistemadi → composizione che consente di dattilo-scrivere per scopi di controllo, di revisioneecc., in parte o in tutto, il contenuto dellamemoria. Ne esistono molti tipi, che sfrut-tano diverse soluzioni meccaniche basate sulprincipio dell’impatto di una → matrice con-tro un foglio di carta. Soluzioni tecnologi-camente più avanzate, la cui velocità me-glio approssima quella del calcolatore da cuiprovengono i dati da materializzare, sono isistemi elettrostatici e quelli a getto d’inchio-stro. Le s. per i sistemi → DTP (DeskTopPublishing) possono essere di diversi tipi: agetto d’inchiostro, utili soprattutto nellastampa a colori per ottenere una miglioreresa delle immagini; a laser, più costose, ma

preferibili per stampare un alto numero dicopie e per produrre → bozze di testo.StampatoUn qualsiasi prodotto (→ libri, giornali, fo-gli ecc.) ottenuto dall’applicazione dei →sistemi di stampa e tramite il compimentodi una serie di operazioni, sintetizzabili nel-le fasi di: → composizione del testo/produ-zione della → matrice per l’illustrazione(operazioni di → prestampa); operazioneatta ad imprimere sulla carta o altro mate-riale (operazioni di → stampa); confezionedello stampato (operazioni di → poststam-pa).StampatoreSia il titolare, sia l’operaio addetto al fun-zionamento delle → macchine da stampa diuna → tipografia. Nelle prime due fasi del-la storia tecnica della stampa, lo s. è, nel con-tempo, → editore, → disegnatore dei carat-teri, → fonditore, → incisore, → torcoliere,→ xilografo, correttore di → bozze e anche→ libraio.StamperiaOfficina in cui si eseguono lavori di stam-pa. Ai primordi della stampa, per far fun-zionare un → torchio a pieno regime occor-reva una squadra di circa cinque persone:due → compositori, due → torcolieri, un ap-prendista per i lavori minuti. Alle figure pro-fessionali elencate, nelle imprese maggiorisi aggiungono i cosiddetti → «lavoratori dicoscienza», addetti alle forniture dei mate-riali, carta, inchiostro e caratteri, capaci dieseguire i lavori più complessi.StereotipiaSia il procedimento che permette di «con-servare» la → composizione di un → libro,ovvero di ottenere superfici di stampa cur-ve per le rotate tipografiche; sia la lastra ot-tenuta mediante tale procedimento. Que-st’ultimo consta di due fasi principali: la →flanatura, corrispondente all’operazione concui si modella la pagina in un cartoncino

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speciale per ottenere il → flano, fedele ri-produzione in incavo della pagina stessa; lafusione della stereotipia per rovesciamentodi → lega tipografica fusa in una → forma,eventualmente curva, sul cui fondo si trovail flano. Nell’editoria libraria la funzione di«conservare» le pagine per successivi uti-lizzi è svolta oggi dalle → veline o dalle →pellicole fotografiche, ovvero da nastri edischi magnetici. Molti giornali, invece,sono ancora stampati in tipografia, ma nonpiù usando stereotipie curve in piombo, ben-sì lastre flessibili fotopolimeriche ottenibilia partire dalle pellicole fornite da un siste-ma di composizione calcolatorizzato.Stereotipo→ Cliché.Supporto di stampaNella → stampa è il materiale in grado diricevere e trattenere il → grafismo ricevutodalle → forme di stampa, che trasferisce sudi esso un elemento di contrasto (di solito→ inchiostro). Può essere un tessuto o unmateriale plastico, ma più frequentementeè la → carta. (ms)

TabloidTermine inglese, nell’accezione origi-

naria indica un → giornale popolare in →formato ridotto, dallo stile semplice e con-ciso, specializzato in scoop scandalistici; initaliano viene, invece, comunemente riferi-to al formato di dimensioni ridotte — ispi-rato a quello della stampa anglosassone —di → quotidiani e → riviste. (rv)TaglioSia il lato destro di un → libro, adiacente aquello di → testa e di → piede, opposto alla→ cucitura; sia l’operazione di rifilo delle→ segnature, finalizzata a rendere liberi ivari foglietti, di solito eseguita con specialitagliacarte a ghigliottina detti «trilaterali»,che rifilano contemporaneamente i tre lati(testa, piede, taglio).

Taglio altoDefinizione data alla parte alta della paginadel → giornale, dove sono sistemati → l’ar-ticolo di apertura (che è quello collocato inalto a sinistra) e quello di spalla (articolo,di solito, dedicato ad un argomento di ri-chiamo), collocato in alto a destra perchéquesto è considerato lo spazio dove, di soli-to, cade prima l’attenzione del lettore.Taglio bassoDefinizione data alla parte inferiore dellapagina del → giornale, dov’è collocato →l’articolo detto piede.Taglio medioDefinizione data alla parte centrale dellapagina del → giornale, dove trova spazioun → articolo collocato sotto il → titolocentrale, detto centro, che è spesso quellodell’apertura, denominato → capocronacanelle pagine di cronaca.TalbotipiaProcedimento fotografico negativo-positivomesso a punto da William Henry Fox Tal-bot grazie ai suggerimenti di John Herschel,che, perfezionato alla fine del 1840, prendeil nome di → calotipia. (rv)TascabileTermine riferito al → formato ridotto, taleda consentire di tenere in una tasca libri eriviste.TastieraApparecchiatura meccanica, pneumatica,elettrica o elettronica, attraverso la quale èpossibile trasmettere comandi ad una mac-china. La pressione esercitata dall’operato-re su uno o più tasti di selezione innesca unacatena di operazioni predisposte in antece-denza, che, nel loro automatico svolgimen-to, portano la macchina ad eseguire quantorichiesto dall’operatore. La t. più nota —quella della → macchina da scrivere, mec-canica o elettrica — provoca la stampa diuna lettera ogni volta che si preme il tastocorrispondente a quella lettera. La t. mec-

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canica della → linotype fa cadere una ma-trice nel compositoio; quella pneumaticadella → monotype provoca la perforazionein codice di un nastro di carta e l’addizionedel valore di spessore delle lettere nel mec-canismo di conteggio della giustezza. Le t.dei moderni complessi di → fotocomposi-zione calcolatorizzata provocano sia la re-gistrazione magnetica in codice della lette-ra corrispondente al tasto premuto, sia la vi-sualizzazione su uno schermo video del ca-rattere stesso, sia il conteggio dello spesso-re se sono t. giustificanti (che forniscono,cioè, linee di lunghezza definita). Al di làdel suo impiego classico nelle macchine perscrivere, la t. è elemento essenziale di nu-merosi altri apparecchi, dal → videotermi-nale di redazione (dove serve anche per farscorrere il testo avanti e indietro, sostituireparole o frasi, cambiare di posizione interi→ paragrafi ecc.) alle console di governodei sistemi → d’impaginazione, di correzio-ne del colore, di gestione delle → rotative.TastieristaAddetto al funzionamento della → tastieradella → monotype.TelaioNella → composizione tipografica a → ca-ratteri o a → righe di piombo, riquadro inacciaio destinato a racchiudere la → forma.TematizzazioneOperazione svolta in ambito giornalistico dal→ caporedattore centrale, il quale assemblagli → articoli nelle categorie tematiche checompongono il → giornale e che hanno illoro corrispettivo in pagine ben precise ebada alla collocazione e gerarchizzazionedegli articoli all’interno delle diverse pagi-ne del giornale. Questa disposizione delle→ notizie all’interno del formato del gior-nale — oltre ad assegnare loro una rilevan-za ed una significatività e a far emergere iparametri specifici attraverso i quali si ef-fettuano le scelte giornalistiche — dà vita

al contesto all’interno del quale le notizieverranno percepite e, in definitiva, stabili-sce l’importanza e la significatività che esseavranno per il lettore. Inoltre, l’accostamen-to di due o più notizie fra loro e l’ordine incui esse sono disposte influenza il processodi lettura e di attribuzione di significato,modificando in parte anche i contenuti del-le notizie.Terza paginaSezione del → quotidiano dedicata alla cul-tura. Tale denominazione nasce nel 1901,quando Alberto Bergamini, direttore del«Giornale d’Italia», dedica l’intera terza pa-gina — ed uno staff di quattro giornalisti:un critico teatrale, un critico musicale, uncritico d’arte (per le scenografie), un croni-sta mondano — alla prima della Francescada Rimini di Gabriele D’Annunzio, interpre-tata da Eleonora Duse. Da allora lo spaziodedicato ai temi culturali è mutato, nellasostanza e nella forma: oggi la «terza pagi-na» può essere costituita anche da quattro ocinque pagine, collocate generalmente alcentro del → giornale.TestaIl lato superiore di un → libro, di una →rivista o di un qualunque → stampato. Conla → cucitura è il lato più importante, per-ché in macchina determina il → registrofrontale.TestataSia lo spazio «in testa» alla → prima pagi-na, dove trova spazio il nome del → giorna-le; sia, per estensione, il giornale stesso.TestoQualunque messaggio compiuto, scritto,orale o iconico.TipografiaIl più antico dei sistemi di → stampa, basa-to sul principio della deformazione subitada un corpo compresso fra altri due di du-rezza maggiore, nel quale gli elementi stam-panti (caratteri, filetti, fregi, illustrazioni

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ecc.) sono in rilievo. Per estensione designaanche il locale in cui si svolge il ciclo dilavoro per la produzione di uno → stampa-to con tale sistema.TipografoSia il titolare, sia l’operaio che lavora in una→ tipografia.TiraturaIl numero di esemplari di un → libro stam-pato in ciascuna → edizione. In tipografiaè, più propriamente, il numero dei fogli im-pressi con la medesima → forma.TitolazioneFase di elaborazione e di inserimento dei →titoli nella pagina del → giornale. La t. èproporzionata all’importanza della → noti-zia e, di conseguenza, alla collocazione →dell’articolo nella pagina.TitoloUna o più parole, oppure una → frase —possibilmente breve e ad effetto — con lafunzione di condensare il contenuto di un→ libro, di una sua parte o → capitolo, op-pure di un → articolo, di un saggio ecc. Ilt. viene utilizzato, insieme al nome → del-l’autore, per identificare il libro stesso nel-l’ambito della sua → catalogazione, com-mercializzazione ecc. Il t. di un articologiornalistico si compone di varie parti. Il t.vero e proprio sta in mezzo, evidenziato daun → corpo tipografico più grande. Più inalto, in un corpo più piccolo, → l’occhiel-lo (o occhietto). Il → sommario, posto sot-to il t., ha un corpo più grande dell’oc-chiello, ma più piccolo di quello del →catenaccio, che, talvolta, si trova sotto diesso. Di norma il lettore legge innanzitut-to il t., passa quindi al sommario, poi al-l’eventuale catenaccio e solo per ultimolegge l’occhiello. Quest’ultimo, quindi, èdestinato a contenere informazioni ag-giuntive rispetto a quelle — essenziali —fornite dagli altri tre elementi della → ti-tolazione.

Tondo→ Carattere latino con → occhio diritto ispi-rato alla minuscola carolina e alle epigrafiromane, derivante dalla → lettera → anti-cha.TorchioApparecchio tipografico per la → stampa,azionato a mano — risalente, nel suo prin-cipio costruttivo, a Gutenberg — costituitoessenzialmente da due piani: un primo sucui si posa la → forma (detto piano porta-forma) ed un secondo (detto piano di pres-sione) che viene abbassato sul primo permezzo di un accoppiamento meccanico leva-vite. Oggi viene usato ancora, sebbene sem-pre più di rado, per la tiratura delle → boz-ze. Il t. litografico (→ litografia) — comu-nemente detto a stella — è costituito da unpiano mobile su cui si posa la pietra e da uncoltello (segmento di legno rivestito di cuo-io), che esercita la pressione. Per stamparesi fa scorrere il piano portaforma sotto ilcoltello per mezzo di una grande ruota mu-nita di parecchi bracci di leva. Originaria-mente, per far funzionare un t. di stampa apieno regime occorre una squadra di lavo-ranti di circa cinque persone: due composi-tori, due torcolieri, un apprendista per i la-vori minuti; oltre ai cosiddetti → lavoratoridi coscienza, addetti alle forniture dei ma-teriali. Già nel Settecento il t. tipograficoviene, in parte, superato dall’introduzionedella → macchina a platina, in cui la pres-sione sulla forma viene esercitata attraver-so l’uso di un piano. Intorno al 1810 Frie-drich Koenig fa azionare il proprio t. dalvapore, che quadruplica la velocità di pro-duzione portandola da 300 a 1200 copie al-l’ora. Qualche anno dopo lo stesso Koenigbrevetta il sistema di stampa → piano-cilin-drico, in cui il piano di pressione è costitui-to da un cilindro e la forma viene fatta cor-rere sotto il cilindro stesso. La produzionedel nastro continuo di carta e la matrice ti-

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pografica favoriscono, poi, la sperimenta-zione della → rotativa tipografica, impie-gata industrialmente per la prima volta nel1870 nella produzione del giornale londi-nese «Times».TorcoliereAlle origini della → stampa, è l’addetto allapressione del → torchio sulla → forma. Pri-vo di conoscenze e competenze definite, disolito è un giovane apprendista o un mano-vale. Il suo lavoro al torchio è estremamen-te faticoso, soprattutto prima dell’introdu-zione della leva, e consiste nel far muovereuna vite senza fine alla cui estremità è fissa-to un piano orizzontale che, con la pressatu-ra, s’imprime sulla piattaforma.TraduttoreAll’interno di un’impresa editoriale «tipo»,è un collaboratore esterno della → redazio-ne. Di solito, è un libero professionista o uncollaboratore di società di traduzioni. Deveessere esperto non solo della lingua stranie-ra da tradurre, ma anche dell’argomento trat-tato dal testo che gli viene affidato.TricromiaProcedimento che consente di ottenere ri-produzioni a stampa di soggetti a colori nelletinte originali. È basato sulla scomposizio-ne delle tinte dell’originale in tre colori sem-plici, che, stampati uno sull’altro, lo ripro-ducono la → colorazione per sintesi sottrat-tiva. I tre colori semplici sono, naturalmen-te, i tre complementari (giallo, magenta, blu-verde).

Ufficio stampaStruttura preposta a diffondere →

notizie agli organi d’informazione. Gli u.s.delle fonti istituzionali, tendono, solita-mente a fornire alle → redazioni dei →giornali materiale informativo in parte giàpreconfezionato e, quindi, facilmente in-seribile nelle procedure produttive reda-zionali.

Valori/notizia (o news values)Componente fondamentale dei crite-

ri di → notiziabilità, i v./n. derivano da con-siderazioni relative ai caratteri sostantividelle notizie (il loro contenuto) e alla qua-lità del materiale notiziabile in relazione alprodotto, al pubblico e alla concorrenza. Infase di selezione delle → notizie, essi fun-zionano congiuntamente: i rapporti e le com-binazioni che si determinano fra i valorinotizia raccomandano o rendono addirittu-ra obbligatoria la selezione di un avveni-mento. I v./n. operano lungo tutto il proces-so produttivo, dalla selezione delle notizie→ all’impaginazione del → giornale. Fun-gono da linee guida durante il processo discrittura, determinano la lunghezza e quin-di lo spazio occupato dagli → articoli e laloro posizione nella pagina. L’importanza el’interesse di un avvenimento sono i duecriteri sostantivi di selezione. L’importan-za degli avvenimenti — che determina ob-bligatoriamente la loro selezione — è rela-tiva a quattro variabili: grado e livello ge-rarchico dei soggetti coinvolti nell’avveni-mento; impatto sulla nazione e sull’interes-se nazionale. L’evento deve essere signifi-cativo, cioè interpretabile nel contesto cul-turale del lettore e rilevante rispetto al si-stema di valori ideologici e agli interessidel Paese; prossimità, intesa sia come vici-nanza geografica sia come vicinanza cultu-rale tra l’area di diffusione del giornale e illuogo dell’avvenimento; quantità di perso-ne coinvolte (di fatto o potenzialmente)nell’evento. Tale valore si raccorda al pre-cedente perché un evento prossimo è rile-vante anche se coinvolge un numero relati-vamente basso di persone, mentre un even-to lontano deve coinvolgere un numero al-tissimo di persone per diventare notiziabi-le; rilevanza e significatività dell’eventoriguardo agli sviluppi futuri di una situa-zione. L’elemento dell’interesse è determi-

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glossario

nato da una valutazione più composita esoggettiva. L’interesse di una notizia non ènecessariamente connesso alla sua impor-tanza, ma piuttosto alla sua capacità di in-trattenimento. Gli elementi di interesse sipossono codificare e identificare nel modoseguente: rovesciamento dei ruoli (il classi-co «uomo che morde il cane»); interesseumano della storia; eccezionalità dell’av-venimento o eroicità dell’impresa; coinvol-gimento di personaggi in situazioni per loroinsolite (la persona comune nell’avvenimen-to eccezionale, l’uomo pubblico nella vitaprivata). I criteri strutturali in relazione alprodotto giornalistico riguardano la dispo-nibilità del materiale e i caratteri specificidel prodotto. Circa la disponibilità di mate-riale abbiamo: accessibilità per i giornali-sti; trattabilità dell’evento nelle forme gior-nalistiche consuete; disponibilità dei mezzinecessari a coprirlo. I criteri relativi al pro-dotto si spiegano in termini di possibilitàdella trattazione dell’evento relativamentealle procedure produttive e alle possibilitàtecniche e organizzative, di compatibilità conle restrizioni realizzative e con i limiti propridel mezzo. Questi si possono delineare in:novità o attualità dell’evento (le news de-vono essere, tautologicamente, nuove, ocomunque attuali); completezza delle infor-mazioni, che va coniugata con i limiti delmezzo (appare evidente come una → softnews che abbia assolutamente bisogno diun supporto audio (ad esempio, la stecca diun grande tenore) sia molto più interessan-te per una → testata radiofonica o televisi-va che per la carta stampata; appare altret-tanto evidente che se la testata non disponedell’audio o del video non può trattarel’evento; ora in cui giunge in → redazioneuna notizia); spazio a disposizione; bilan-ciamento delle notizie (un giornale deveriportare, ad esempio, dosi di → hard news,ovvero notizie che rispondono al criterio

sostantivo di importanza; e soft news, ov-vero notizie che rispondono al criterio del-l’interesse). I criteri relativi al pubblico fan-no preferire avvenimenti che: consentonol’identificazione del lettore con il protago-nista della vicenda; forniscono informazio-ni di pubblica utilità (le cosiddette notizie-servizio); non opprimono il lettore (le co-siddette notizie leggere); non recano traumio ansie e non urtano la sensibilità, i valori oil gusto. La competizione delle testate traloro e la concorrenza del giornale con altreforme d’informazione mediata, si traduco-no in criteri relativi a: aspettative recipro-che, per cui una notizia viene selezionataquando ci si aspetta che anche i concorrentilo facciano; competizione, che si concretiz-za nei tentativi di fare i cosiddetti → «sco-op» (ovvero offrire notizie in anteprima),nell’ottenimento di → «esclusive», nell’in-venzione di nuovi argomenti notiziabili.VDTSigla per → videoterminale.VelinaIn gergo tipografico è il supporto plasticotrasparente su cui viene stampata una →composizione in piombo, che costituisce il→ positivo trasparente necessario per lastampa in → offset e in → rotocalco. In ger-go giornalistico, per estensione, è la comu-nicazione inviata agli organi di stampa daun centro di potere (il governo, un partitopolitico, un ente pubblico ecc.) per suggeri-re la maniera di porgere una → notizia o dicommentare un avvenimento. (rv)VersoIl rovescio di un → foglio, contrapposto al→ recto.Via alla stampaEspressione utilizzata per indicare il mo-mento in cui un → testo, una volta raggiun-ta la forma definitiva nella sua estetica enei suoi contenuti, può essere riprodotto inserie.

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strumenti

Videoterminale (VDT)Componente di un sistema di elaborazionedati grazie al quale è possibile sia immette-re testi nel sistema, sia richiamarli dal siste-ma per revisionarli, controllarli, impaginar-li ecc. Si compone di uno schermo videoanalogo a quello di un comune televisore,di una → tastiera dattilografica arricchita deitasti di funzione per l’esecuzione delle va-rie operazioni, dei circuiti e delle memorieelettroniche occorrenti per ciascun impiegodell’apparecchiatura.VoltaIn un foglio di macchina è la facciata stam-pata per seconda, in contrapposizione alla→ bianca, che viene di solito stampata perprima. In una → segnatura indica invece,un determinato gruppo di pagine: in un se-dicesimo, le pp. 2-3, 6-7, 10-11, 14-15 (lealtre sono in bianca); in un ottavo, le pp. 2-3 e 6-7; in un quartino, le pp. 2-3.Volume→ Libro.VoluminaManoscritti su → papiro.

Web→ World Wide Web.

World Wide WebLa più famosa delle applicazioni → In-ternet, che, strutturalmente, consiste inun grande serbatoio di notizie, informa-zioni e dati organizzati in maniera deltutto nuova rispetto a sistemi di tipo tra-dizionale. Si tratta di un’applicazioneche, grazie all’uso di un particolare pro-tocollo (HTTP), permette di gestire stru-menti ipertestuali (→ ipertestualità) o,nella maggior parte dei casi, multimediali(→ multimedialità). (lg)WYSIWYG→ DeskTop Publishing.

XilografiaLa più antica delle tecniche di → stam-

pa, nata probabilmente in Estremo Oriente,in Cina, ed ancora oggi in uso per la stampaartistica. La tradizione, non confermata da do-cumenti, fa risalire la sua invenzione al 594d.C. Esportata in Occidente attraverso le viecarovaniere soltanto nel XIII secolo, in Eu-ropa viene utilizzata soprattutto per la stam-pa dei tessuti e per riprodurre su carta e car-toni immagini devozionali, carte da gioco eillustrazioni. Con il metodo xilografico ven-gono prodotti libri ricchi d’immagini, in par-ticolare quelli dell’Apocalisse, le cosiddette«Bibbie dei poveri», che raccontano le storiesacre agli analfabeti attraverso l’uso delle il-lustrazioni, quindi testi agiografici, storiedella Vergine, vite dei Santi, ma anche tuttauna letteratura popolare che racconta attra-verso le incisioni storie leggendarie d’argo-mento secolare. Favorisce, così, una lettera-tura per illustrazioni, diffusa da ambulanti intutta Europa, che viene acquistata dal popoloancora analfabeta e rappresenta un potentestrumento di acculturazione, di intrattenimen-to e di diffusione di opere religiose, fantasti-che e storiche. La x. sopravvive per correda-re di illustrazioni i testi anche quando, allafine del Quattrocento, le sperimentazioni con-dotte contemporaneamente in più centri eu-ropei giungono a compimento, offrendo unanuova possibilità di stampare avvalendosidella stampa a caratteri mobili. La tecnica xi-lografica utilizza una tavoletta incisa a rove-scio con bulino o sgorbie. Inizialmente di le-gno, poi — per una migliore resa — sostitu-ita con una lastra di rame, la tavoletta fungeda → matrice: inchiostrata nelle parti a rilie-vo, essa è lo strumento necessario per ripro-durre l’immagine — attraverso l’operazionedi pressatura — su vari supporti: foglie di pa-piro, pergamena, tessuti e carta.