Gli Otto Qualità del Riformatore Secondo Sant’Antonio Maria Zaccaria

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  • 8/14/2019 Gli Otto Qualit del Riformatore Secondo SantAntonio Maria Zaccaria

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    Gli Otto Qualit del Riformatoresecondo Sant ntonioMaria Zaccaria

    1.N [troppo] precipitoso, n troppo tardo, il riformatoredeve studiare anzitutto 1' opportunit, il luogo, il tempo eIe altre cose che si ricercano nel voler riformare, nonchi compagni con cui lanciare il suo programma dirinnovamento. In lui deve rifulgere la virtu didiscrezione, che lo renda pieno di occhi davanti e didietro.

    2.Consapevole dei tanti e tanti contrari, delle olteavversit che si sarebbero frapposte all'impresa, il

    riformatore deve essere di cuore e animo grandi.L'opposizione pi insidiosa nasce dai diavolivisibili, cio i tiepidi. Lo Zaccaria accenna a questopunto alle autorit civili e a quelle ecclesiastiche. Ipotenti, laici o religiosi che fossero, boicottano la riforma. Essa urta troppopalesemente contro il loro prestigio e le loro sicurezze; risulta troppo provocante al loroperbenismo e alla loro ipocrisia. Ci nonostante il riformatore deve accettare i contrasti e nondisarmare: infatti la virt senza contrari di nessuno o di piccolo memento.

    3. Non per sufficiente che il riformatore sia di larghissimo cuore, occorre anche che siaperseverante nella sua impresa. Successi e insuccessi non devono compromettere l'impegno di

    riforma, dal momento che dispiacciono molto a Dio i cuori mutabili, perch sono generati enutriti dall'infedelit: Vedrai il tutto rivoltarsi contro, non ti contristare, ma con piedecontinuato (= con costanza) cammina il tuo viaggio, perch perverrai alla fine.

    4. richiesta al riformatore anche una grandemente bassa umilt. Che non soltanto assenzadi superbia e presunzione o capacit di incassare, ma soprattutto disposizione d'animo allacompassione, alla tolleranza particolarmente all'affabilit: il vero umile affabile, a tutti grato, perci grandemente adatto all'opera di riformatore.

    Arduo l'equilibrio tra l'impeto riformistico e l'atteggiamento accondiscendente che devonocaratterizzare il riformatore, perch possa essere di aiuto agli imperti, che per vogliono

    progredire, precisa immediatamente lo Zaccaria, con il consueto piglio volontaristico.

    5. Ancora, il riformatore deve vivere in un constante clima di preghiera, o come dice il Santo cheapplic al suo personaggio quanto Gregorio Magno scrisse nella Regola pastorale, un testofrequentatissimo dalle famiglie paoline, dev'essere per la molta meditazione e orazione sempresospeso. Tale modo di vivere la preghiera non permette di sbagliare e offre il lumenecessario a muoversi con cognizione di causa, e la forza per assicurare successo allimpresa:La meditazione e l'orazione tengono l'uomo forte innanzi al trono di Dio, per questo [ilriformatore] conosce che cosa espedisca (= convenga) fare e cosa lasciare.

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    6. L'esigenza del lume spinge Antonio Maria a prescrivere una grandemente buona e dirittaintenzione in chi si accinge alla riforma. Su tale requisite egli si sofferma con una certaampiezza.

    Lo Zaccaria accenna a vari tentativi di riforma che ebbero esito negativo dal momento cos

    precisa - che il loro intento era di non sottostare ad altri, di vivere in buona compagnia, di poteraccondiscendere ai loro desideri, di fare cose grandiose. Mancava, in poche parole, quellasommamente buona e compita intenzione, senza la quale molti si affaticarono, rna invano.La retta intenzione, all' opposto, ha esclusivamente di mira il puro onore di Dio, lutilita delprossimo, il disprezzo di se stessi.

    Se vogliamo rileggere secondo la nostrasensibilit questo programma chericorre spesso sotto la penna dellaZaccaria, diremo che il vero intentodella riforma la causa del Regno di

    Dio, la quale comporta la salvezza degliuomini, cui ci si dona interamente inattitudine di totale distacco da se stessie di servizio pieno e disinteressato.Posta su queste basi, la riforma potradurare almeno per alcuni secoli,afferma Antonio Maria.

    Perch poi le congregazioni religiosesubiscano delle crisi, che qui lo Zaccaria riassume nello scontro frontale fra tiepidi e ferventi,non ufficio della presente considerazione dichiararlo, osserva il Santo. Una cosa certa, chein tale circostanza Dio vuole coronare diversi capitani. E qui sembra emergere discreta laconsapevolezza, da parte di Antonio Maria, di appartenere alla lora schiera.

    7.Ci che caratterizza tali uomini la tenacia con cui passano pi avanti e in cose pi perfette. il loro dinamismo spirituale: Cerca sempre di aumentare quello che hai incominciato e in te enegli altri, perche la sommit della perfezione infinita. Il Santo precisa che chi di dentroresta sempre quello che era [ ... ] non potrebbe riformare i buoni costumi; che anzi occorretrasferire nella riforma dei costumi la stessa tensione che caratterizza lascesi personale: pocoil riformare buoni [costume], se non ti sforzi di condurli al colmo, perch cos facendo saraibuon riformatore di costumi.

    8.L' ultima qualit che deve distinguere il riformatore condensata in una frase scultoria: Lecose divine non si pertrattino (= non siano esercitate) se non dai divini.

    Quello della riforma considerato alla stregua di una missione divina, un piano che ha in Dio lesue arcane ragioni e il suo provvidenziale successo. Non lo pu realizzare se non chi divino esanto, chi ha sviluppato nella propria esistenza la dimensione cristiana al punto da renderladominante, caratterizzante. Egli deve sperimentare per esperienza, in se stesso e molte volte, cheDio non gli mai mancato nelle sue necessit e nelle sue buone volont.

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    Il riformatore: SantAntonio Maria Zaccaria (1502-1539). Andrea M. Erba and Antonio, M. Gentili, Ancora 2001.