Gli Orrori Della Guerra Nel no

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Benevento 1943: Cronaca di una città martoriata Lo scritto in esame vuole essere una ricostruzione dei difficili momenti che attraversò la cittadina beneventana nel 1943, distrutta e pugnalata nel suo punto vitale , il centro storico, dai tristi apparati metallici degli Alleati, che nella loro discesa non risparmiarono donne o bambini, giovani o anziani, tesori d’arte o vie di comunicazione, trascinando ogni cosa nelle fiamme della morte e della distruzione, ma non dell’oblio. Infatti come soleva ripetere Cicerone ‘’Memoria est thesaurus omnium rerum et custos’’ , la memoria è tesoro e custode di tutte le cose, e tale memoria deve essere esercitata nella speranza di non ripetere o subire eventi di tale tragicità.

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Benevento 1943: Cronaca di una citt martoriata

Lo scritto in esame vuole essere una ricostruzione dei difficili momenti che attravers la cittadina beneventana nel 1943, distrutta e pugnalata nel suo punto vitale , il centro storico, dai tristi apparati metallici degli Alleati, che nella loro discesa non risparmiarono donne o bambini, giovani o anziani, tesori darte o vie di comunicazione, trascinando ogni cosa nelle fiamme della morte e della distruzione, ma non delloblio. Infatti come soleva ripetere Cicerone Memoria est thesaurus omnium rerum et custos, la memoria tesoro e custode di tutte le cose, e tale memoria deve essere esercitata nella speranza di non ripetere o subire eventi di tale tragicit.

Mazzeo Emilio

Benevento 1943: Cronaca di una citt martoriata

La seconda guerra mondiale, il pi grande conflitto armato della storia, cost allumanit sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri per un totale di 55 milioni di morti. Le popolazioni civili si trovarono, infatti, direttamente coinvolte nel conflitto a causa dell'utilizzo di armi sempre pi potenti e distruttive, spesso deliberatamente indirizzate contro obiettivi non militari. L Italia, in particolare, dopo aver rafforzato i rapporti con la Germania di Hitler, mediante il Patto dacciaio del 22 maggio 1939, entr in guerra contro le forze dellAlleanza il 10 giugno 1940. Da allora numerose citt del nostro paese sperimentarono direttamente e a caro prezzo gli orrori del conflitto con tutte le sue nefaste conseguenze, che con un climax ascendente spaziano dalla povert, alla carestia, fino alla morte e alla totale distruzione.Duramente colpita e provata dagli orrori della guerra fu la citt di Benevento, sulla quale mia intenzione soffermarmi. Benevento, per la sua centralit nelle comunicazioni ferroviarie fra Roma e Puglia, fu scossa in maniera durissima dai bombardamenti angloamericani nel1943. Infatti il 21 agosto gli Alleati cominciarono a bombardarla per stanare i tedeschi e spingerli a risalire la Penisola: il primo obiettivo centrato fu la stazione ferroviaria. L'8 settembre 1943 fu firmato l'armistizio di Cassibile, ma per la citt non ci fu tregua: arriv un nuovo bombardamento degli angloamericani, questa volta nella zona intorno al Ponte Vanvitelli. I

bombardamenti continuarono nei giorni 11 e 12 settembre. Ilquindici fu il giorno pi funesto per la citt: cinque ondate di bombardamenti spianarono per intero Piazza Duomo e Piazza Orsini. Duemila morti tra la popolazione civile, l'apparato industriale della zona ferrovia quasi azzerato, 5.000 vani distrutti, quasi 4.000 fortemente danneggiati, fu il tragico bilancio delle incursioni aeree. Qualche settimana dopo, il 2 ottobre 1943, i tedeschi lasciarono la citt. Per il comportamento della cittadinanza in queste difficili circostanze, nel 1967 la citt sarebbe stata insignita della medaglia d'oro al valor civile. Esaurito il quadro storico, riporto le principali e pi rappresentative testimonianze, che possono assurgere a cronaca di una citt martoriata. Drammatico e carico di T XSW il resoconto di Ferdinando Grassi, inerente il bombardamento del 21 agosto 1943 e contenuto in Storia di Benevento e dintorni di Gianni Vergineo. - Ore 14:30, 21 Agosto 1943- Dense colonne di fumo si alzarono dalla stazione ferroviaria, era il primo bombardamento, era la guerra in casa, il terrore, nella citt scossa e svegliata dagli urli dallarme. Anchio vidi i feriti del primo bombardamento adagiati nei corridoi del vicino ospedale Fatebenefratelli. Larcivescovo Mancinelli presente, sono presenti le autorit, sono accorsi i medici e i sanitari. Una bimba di forse sette anni giace senza un lamento con le gambe asportate; accetta anche un confetto dai pietosi che la guardano piangendo. Otto giorni dopo il sabato 28 agosto, bersaglio sempre la stazione ferroviaria. Testimonianza ancor pi cruda e realistica lo scritto Benevento nel turbine della guerra di Salvatore de Lucia, che con minuzia di particolari descrive la situazione del capoluogo sannita dal 21 agosto all8 ottobre. Ivi i passi pi rilevanti. -Benevento, Sabato, 21 Agosto 1943 Ieri, da pochi minuti, ero tornato dal modesto desinare, quando, alle ore 13,40, son passati su Benevento, in formazione completa, non pochi quadrimotori. I forti e cupi rombi dei motori mi spingono verso il balcone, per semplice curiosit. I quadrimotori, in formazione di tre a quattro, a quota relativamente bassa e ben visibili, sorvolavano tranquilli e indisturbati. Io li stavo contando a voce un po alta, ed ero arrivato fino a 27interrompo gridando: cadono le bombe! Cadono le bombe ! Infatti, avevo notato un vero grappolo luccicante nel sole. Mi sembra che cadano nel campo di aviazione Ma, no, dalla stazione ferroviaria centrale, sebbene lontana, di rimpetto, per al mio balcone, si alzano dense colonne di fumo nerastro, mentre, gi nelle strade, gente in disordine che fugge urlando, da ogni parte, senza sapere dove andare. Calmatosi il primo panico, essendo io solo in casa, mi precipito nel Corso Vittorio Emanuele e mi affretto, sempre correndo, a raggiungere il piazzale della stazione ferroviaria. Pi oltre, per non si pu andare per le fiamme vorticose e per i continui scoppi che producono i vagoni e parte del fabbricato, colpiti in pieno.

Tra gli accorsi, terrorizzati e allibiti, i quali chiamano, a voce alta i loro cari che potevano trovarsi allinterno della stazione, scorsi lEcc.mo Arcivescovo Mons.A.Mancinelli, alcuni Fatebenefratelli, vestiti di candido camice e parecchi Fratelli delle scuole cristiane, pronti a prestar la loro opera di bene in quel tristissimo momento. Intanto, passano i primi feriti gravi su ambulanze primitive, allo scoperto sui camions e su le motociclette con traino. I soldati, cercano di stendere i cordoni presso il ponte sul Calore e attraverso il viale Principe di Napoli, ma inutilmente; la folla schiamazzando come pazza, rompe i cordoni, e passa. I primi feriti gravi vengono portati alla vicina casa di salute delSacro Cuore di Ges, e parte allospedale civile di S. Deodato. Mi reco anchio alla casa dei Fatebenefratelli, dove mi colpisce uno spettacolo raccapricciante e mai visto! I feriti, una cinquantina, giacciono sopra sacchi o materassi per terra, tutti in co ndizioni pietosissime e fasciati alla meglio. Due morti coperti da un lenzuolo stanno ancora l in mezzo, mentre quei frati e i sanitari Dott. Bozzi e Frascone si prodigano ad apprestare i primi soccorsi. Al collegio La Salle, trasformato allimprovviso in un vero Ospedale, vengono pi tardi, portate quattro donne e ventisette uomini. Data la grande confusione, non mi riuscito sapere il numero complessivo dei morti e dei feriti, la maggior parte di essi forestieri ripronti a partire per i loro paesi. La stazione semidistrutta ed incendiata. Ho passato la notte tutta insonne, avendo sempre dinanzi agli occhi lorrenda visione dellinfausto pomeriggio di ieri. Domenica, 22 Agosto Verso le dieci, mi reco allOspedale di S. Deodato per una breve visita a quei poveri feriti. A stento son riuscito a salire le scale per una folla enorme e compatta di uomini e donne; son quasi tutti parenti ed amici delle vittime. Ho ancora negli occhi, entrando nelle sale, lo spettacolo terrificante dei morti e dei feriti, tra cui la povera sig.na Ester Miraglia, che, quasi dimenticando lo stato pietosissimo nel quale si trovava e lo strazio che soffrivano le sue carni, chiamava il fratello Enrico, vicino a lei nel momento tragico. Sempre in questa tragica giornata De Lucia mette in risalto un episodio di grande filantropia e magnanimit: lavv. Cifaldi, rattristato per la penuria di medicinali, gir tutte le farmacie del centro, raccogliendo, a sue proprie spese, tutte le fiale di siero per ipodermoclisi disponibili e in tal modo qualche vita venne salvata. Venerd, 27 Agosto Ieri, verso limbrunire, successe un pandemonio, gi al Rione Triggio, il pi popoloso della citt, per la prepotenza di alcuni soldati tedeschi che pretendevano, chiss che cosa, da quei cittadini. Ma ne ebbero la peggio per le tante batoste che ricevettero sul groppone.

Sabato,28 Agosto A distanza di otto giorni, si rinnovato il bombardamento sulla nostra citt. Erano le ore 13,20 di ieri. Mi trovavo in mezzo al corso Garibaldi, quando avvertivo il caratteristico rumore degli aerei. Alzo gli occhi e scorgo una formazione di uccelloni bianchi e lucenti; quindi, unaltra squadriglia sulla stessa rotta, ed altre ed altre. Dopo pochi secondi, una detonazione orrenda e squarci di aria fanno tremare i fabbricati e tintinnare i vetri. Corro verso casa mia e mi fermo nel portoncino socchiuso, aspettando il cessare del bombardamento. Sento il gridare ed il piangere forte delle donne del vicinato, alcune delle quali vengono da me mentre io cerco di incoraggiarle dicendo che tutto era finito e che il bombardamento si era svolto lontano. Tornata la calma, sono uscito, di nuovo, recandomi al corso Vittorio Emanuele ed ho visto, di lontano, sul ponte Calore, un cordone di soldati che impediva il passaggio a chiunque. Mi sono rassegnato a non andare pi oltre. Per, dalle informazioni assunte dai vigili del fuoco, ho appreso che due erano i morti e quattro i feriti, qualche casa del rione delle abitazioni antisismiche crollata e la stazione centrale centrata in pieno dalle bombe pi numerose e potenti. Marted. 31 Agosto Benevento si va spopolando di giorno in giorno, anzi ora per ora. Io non ci penso neppure. Sar quello che sar Sar una fatalit? Non lo so Gli all armi sono, per lo meno, due al giorno e, spesso, anche tre. Uno mai manca. Quello cio, fra le 12 e le 13, con passaggio immancabile di apparecchi. I giornali rari. Losservatore Romano da quindici giorni non arriva. Lacqua non tornata ancora. Alla radio, i comunicati di guerra non parlano che di bombardamenti. Tutti i nodi ferroviari interrotti. Da Roma a Benevento quasi un giorno intero. I giorni dal 1 al 7 Settembre sono caratterizzati dall insorgere del mercato nero per lapprovvigionamento dei viveri e da una calma relativamente surreale, foriera di una prossima sciagura. Mercoled, 8 Settembre Dalle 21,30 alle 23,15 di ieri sera, furono tre ore tremende! E chi potrebbe descriverle? Sento, ancora, nelle orecchie quegli scrosci terribili che facevano scuotere dalle fondamenta la mia casa e tintinnare forte forte i vetri dei balconi. Verso le 21, il cielo di Benevento simbianca, dimprovviso, di luce vivissima, si distinguono palazzi, case, vie, tutto come di giorno. Sono i razzi luminosi degli Alleati, mentre le sirene continuano a dare lallarme. I primi scrosci delle bombe sensibilissimi. E gi a intermittenza Gli scrosci sinistri sempre pi aumentano, con gli urli della gente pazza dal terrore. Io sempre gi secondo il solito, nel mio

portone, dove conveniva parecchie gente del vicinato. Spenta la luce, spenti i razzi, sembra un finimondo Quando linferno cessa, risalgo le scale, e scorgo, verso la stazione, un grande incendio. E stato, forse, colpito il deposito delle macchine o qualche altra cosa dinfiammabile. Pi tardi, alcuni altri apparecchi che sganciano, e si allontanano. Mi si detto, stamane, che non vi furono vittime, solo pochi feriti. I danni, di nuovo, alla stazione, alla Aeronautica Sannita ed al palazzo dei ferrovieri. Mentre scrivo queste poche note, e sono le 20:40 , sento un gridio per il corso Garibaldi; mi affaccio al balcone, e veggo, qua e l, gruppi di cittadini, che parlano animatamente, mentre una folla enorme e compatta scende gi, forse, da piazza Roma, dove si raccolta, come per fare una dimostrazione. Domando la causa di tutto questo, e mi si dice che lItalia ha firmato larmistizio con le Nazioni Unite. Ha comunicato questa eclatante notizia la radio inglese delle 19,30 e la radio italiana delle 20,30. Quali saranno le conseguenze? La serata non passata in silenzio. Son continuati, fino a tardi le dimostrazioni di gioia, mentre spari di bombe-carta scoppiavano da per ogni dove, nella citt e nei sobborghi. Le conseguenze di cui parla De Lucia non tarderanno a presentarsi, infatti nei giorni seguenti i tedeschi cagioneranno al popolo beneventano non poche sofferenze, provocando risse e sparatorie di non lieve entit. Un avvenimento esemplificativo si verific il 9 settembre quando all altezza di via Capitano Rampone, uno degli automezzi tedeschi, che defluivano per il medesimo corso, apr improvvisamente il fuoco di mitragliatrici contro un piccolo reparto di militari del Distretto, che, al Comando del Ten. Fiorenzo Corrado, si recava a Porta Rufina, e nel conflitto perse la vita Raffa Adriano di S. Giorgio del Sannio. L 11 Settembre si verific un altro violento bombardamento; ecco le parole con cui lautore descrive le infauste conseguenze: La zona che va dal Duomo alla Madonna delle Grazie quasi tutta rasa al suolo. Anche la casa di mia propriet, in vico IV Bagni, distrutta Povero mio sacro patrimonio!... Chi sa se qualche mio inquilino sia stato colpito o morto!... Quasi tutti i palazzi del corso Vittorio Emanuele, a sinistra di chi scende al ponte sul Calore, sono interamente abbattuti. Intanto, si dice, che moltissimi abitanti di quel popoloso rione saranno rimasti sotto le macerie, non allontanatisi perch non si pensava che, dopo larmistizio, venivano sganciate ancora bombe sulla citt. Il giorno seguente alle ore 13,25 si verific una nuova incursione che colp gli edifici adiacenti al Duomo e distrusse in parte limponente edificio, simbolo di una citt indifesa e abbandonata. Marted, 14 Settembre Mentre i profughi affluiscono sulle strade ingombre di carri e di altri mezzi di trasporto, i villici, anche di paesi lontani, vengono nella citt per far bottino, come se ne avessero il diritto, in tutte le

case beneventane, tra un bombardamento e laltro. Alcuni di questi razziatori sono stati sorpresi dalle bombe, ed hanno pagato, con la vita, il fio. La maggior parte dei magazzini, lungo il corso Garibaldi, sono stati sul far dellalba completamente svaligiati, e diversi anche incendiati. Alle 10, un altro bombardamento ha causato ingenti danni in piazza Orsini e lungo la via Gaetano Rummo. Alle ore 22, alle ore 3 e alle ore 4 circa, del giorno 15,altri bombardamenti, causando rovine e distruzioni alla parte alta del Triggio. Tranne i razziatori, la citt letteralmente vuota. Solo pochissime famiglie ritardatarie, per impellenti necessit, sono, ora costrette a lasciare la casa, tutto, e andare, sotto la minaccia delle incursioni aeree, in cerca febbrilmente di uno scampo, di un riparo qualsiasi. Spesso, lo trovano soltanto a chilometri e chilometri lontano dalla cerchia delle loro conoscenze e tra gente che non ha nemmeno essa il necessario per vivere. Altre famiglie dormono alladdiaccio e con magre provviste. Che sar domani, quando si esaurir quel poco che hanno? . Parole, queste, che ben esprimono le tristi condizioni di vita e lincertezza per il domani dei beneventani, che si trovarono per giorni senza pane e acqua, costretti al razionamento. Ma proprio in tali deprecabili condizioni emerse lo spirito di socialit e condivisione dell indomito popolo sannita. Di seguito un episodio che ebbe per protagonista lo stesso De Lucia. -Venerd 17 Settembre- Uscendo dalle Pastene, son fatto segno di un gentilissimo episodio. Una signora ed una signorina, Gaetana ed Ines Pignataro, madre e figlia, mai viste ed avvicin a ate Benevento, e qui sfollate, mi vengono incontro, e , con modi cos affabili, mi tolgono di mano due piccoli fagotti, e mi pregano di accettare la loro compagnia per un tratto di strada. Tutto ci mi commuove, e ricorder sempre questo atto di squisita gentilezza. Nei giorni successivi dal 17 al 29 Settembre si susseguirono con cadenza matematica diverse incursioni che danneggiarono ulteriormente la povera cittadina, gi quasi del tutto distrutta. Gioved, 30 Settembre Stamane, mi son levato per tempo. Veggo dalla finestra del corridoio, Benevento e tutta la zona della valle del Sabato e del Calore affogata nella nebbia molto densa, da sembrare un vasto placido lago; solo qualche cima di colle, come unisola, appare qua e l. Indi a poco, cannonate e scoppi di mine frequenti. Verso le 11, in una stanza dellultimo piano del convento, il dott. A. Capozzi, con un suo collega, ha amputato il braccio destro ad un bel fanciullo, Bozzo Antonio di Gabriele, ferito con il padre e la madre alle ore 16 di ieri in un orto della contrada Palata, presso Benevento. Il padre ferito e portato all ospedale, mentre la madre morta sul colpo (in questa incursione e sul medesimo posto sono morte 7 persone appartenenti alle famiglie Tretola, Bozzo, Ievolella ed Intorcia ; anche qui rifugiate e parecchi feriti gravi). E un vero caso pietosissimo Il poverino ha trovato qui, nei figli di S. Alfonso, padre e madre che desidererebbe vedere attorno al suo letto di doloreMa, la mamma la rivedr nel Cielo e nei suoi sogni dorati di fanciullo!

Circa le ore 13, si inizia un altro bombardamento allamericana, si protrae fin verso le ore 14,30 ed a pi riprese. Sempre Benevento e strade limitrofe il bersaglio. Verso tardi, abbiamo saputo che il seminario Regionale stato colpito da quattro bombe, con limmancabile saccheggio degli sciacalli unni, e che gli Alleati sono a S. Giorgio del Sannio; e, fra poco, arriveranno presso Benevento. Cos potr chiudersi presto, per la nostra citt, la terribile tragedia. Intanto, i tedeschi continuano a far brillare mine sotto i ponti della ferrovia Benevento Avellino ( son ben 18), come hanno fatto gi crollare altri ponti sulla via di Napoli. [] . Luned, 4 Ottobre Ben presto, incominciato stamane, il feroce duello fra le due opposte artiglierie, i colpi ci fanno scuotere molto il sistema nervoso, gi alquanto depresso. Cannonate, cannonate, cannonate, in continuazione: una canzone abbastanza lunga, noiosa, e pericolosa. Pericolosa perch i tedeschi, allontanatisi di poco, tirano contro lartiglieria Alleata nascosta presso la via dei Maccabei, presso il viale degli Atlantici ed altrove. Nel pomeriggio, poi, una dolorosa, straziante notizia mi ha lacerato il cuore e mi ha fatto piangere come un bambino. Una giovinetta quindicenne, Tonina Ferrelli, figlia prediletta di mia cugina, Adula Voccola, un fiore di primavera fragrante di purezza, di intelligenza, di bont, ieriverso le 14, soggiacque reciso il capo da scheggia di granata tedesca tra il padre Umberto e lo zio Camillo, e sotto gli occhi esterrefatti della mamma sua, della sorella Isa e di altri parenti, in un podere della contrada di Cretarossa. Quale non fu la visione terrificante di quel tristissimo momento! Mi son ritirato nella mia stanzetta, dopo aver comunicato la fatale nuova a S. E. lArcivescovo, e non ne sono uscito per nulla tutto il resto della giornata, neanche per la cena. Mi si detto, pure, che la povera vittima ha avuto provvisoria sepoltura nel giardino della villa dello zio Del Donno.

Benevento, dopo una serie continua di bombardamenti che si protrassero per oltre un mese era ormai ridotta ad un cumulo di macerie, mentre solo pochissimi quartieri non erano stati colpiti dalla pioggia infernale di bombe. Ecco le parole di rammarico e amarezza di De Lucia, che rivelano limpotenza del singolo uomo di fronte ad un evento di tale portata. [] Dio mio! Dicevo tra me, dopo aver permesso la distruzione delle pi belle e storiche chiese, non pochi tesori darte di cui i beneventani andavano orgogliosi, le nostre case, i ricordi nostri pi cari. Voi avete afflitti, feriti, lacerati tanti cuori di padri, di madri, di sposi, di fratelli, di sorelle, di amici per tante vittime di questa guerra spaventosa, terribile, diabolica, maledetta nei secoli, e, fra queste, la povera innocente Tonina, mentre pregava e si stringeva al petto la sua Madonnina. [] Scendendo per il corso Garibaldi fino a piazza Duomo, di tanto in tanto, si veggono molti palazzi rovinati e non pochi abbattuti, fra cui la mia povera casa piena dei pi cari ricordi, e dove esalarono in pace il loro respiro i genitori miei. Ma, dalla torre campanaria al ponte sul Calore, una visione orribile, raccapricciante. Chi, superato il ponte, fatto saltare dai tedeschi, e rimarginato in questi giorni dagli Alleati con un ponte

solidissimo in ferro ed una passerella di tavole da un lato, e , dopo aver notato le rovine sul Viale Principe di Napoli, si volga indietro, pu vedere soltanto cumoli di macerie che impressiona in modo straordinario. Non si riesce a trovare le strade, non per transitarle, ma per ubicarle. Come pure del rione a sinistra del Duomo, cio via Dacomario S. Gaetano ecc. non esiste pi. Tutta la zona da piazza Duomo a Porta Rettore, distrutta. Il ponte di ferro della Benevento Avellino sembra un gigante abbattuto da una forza misteriosa, spezzato, rabbiosamente irto di punte, col ferro schiantato e contorto, sino al livello delle acque, come per dissetarsi in esse nellestrema agonia. La via Gaetano Rummo pi non si distingue. Buona met del convento delle Orsoline sparita. La parte alta del Triggio anche in rovina. Della chiesa metropolitana, del grandioso tempio, il pi splendido dellItalia meridionale, carico di storia, di gloria, di arte da tanti secoli non resta che la torre campanaria, qualche parte del portale, la porta di bronzo squinternata e mancante di diverse formelle [] . Il povero capoluogo sannita, quindi, fuprofondamente colpito dal conflitto, pur essendo pressoch indifeso e privo di obiettivi militari, ad eccezione del nodo ferroviario. Ma nonostante ci i bombardieri Alleati si accanirono sadicamente contro questa povera citt seminando rovine, morte e distruggendo tanti tesori darte che, da secoli, splendevano come fari luminosi di civilt e di progresso. La giustificazione addotta fu la necessit di impedire il passaggio ai tedeschi, ostruendo le vie per bloccarli nella stessa citt, ma in questo gli Alleati non riuscirono e i tedeschi passarono ugualmente. Come Augusto soleva ripetere, dopo lorrenda strage delle legioni romane nella foresta di Teutoburgo: Varo, rendimi le mie legioni!, cos, la Regina del Sannio, fasciata di lutto, additando le sue rovine, piangendo i suoi quasi tremila morti, sembrava che dicesse: crudeli, rendetemi ci che avete, senza scopo, sacrificato.

Piazza Orsini in una cartolina dei prima anni del secolo (ed. Campassi e Diena - Torino). Gli edifici sullo sfondo, molto caratteristici, furono distrutti durante i bombardamenti del 1943 e non pi ricostruiti.

Il Duomo di Benevento negli anni Venti; nella piazza antistante si notano le carrozzelle. Il palazzo sulla destra sar distrutto unitamente al Duomo durante i bombardamenti del settembre '43.

I DUOMO ( Foto Intorcia)

RESTI

INFORMI

DEL

La decapitata da una scheggia di granata tedesca

ragazza

beneventana

Piazzetta e Chiesa dellAbbazia di S. Lupo (Chiesa distrutta)

Bibliografia: Benevento nel turbine della guerra di Salvatore De Lucia, Storia di Benevento e dintorni di Gianni Vergineo. Quadro storico desunto da Dentro la storia: eventi, testimonianze e interpretazioni ( 3 volume) di Zeffiro Ciuffoletti, Umberto Baldocchi, Stefano Bucciarelli e Stefano Sodi.