DISTRETTO FORMATIVO ROBOTICA - Verona Convertitori Digitale/Analogico.
Gli azionamenti dei motori Per azionamento si intende, in generale, un insieme di apparecchiature,...
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Gli azionamenti dei motori
• Per azionamento si intende, in generale, un insieme di apparecchiature, gruppi convertitori, attuatori, organi di trasmissione, macchine operatrici, dispositivi di controllo.
azionamento
• la sua funzione è lo svolgimento di un certo numero di operazioni, quali cicli di lavorazione o movimenti di organi meccanici, con prestabilite leggi di moto (posizione e velocità).
I quadranti di un azionamento motore cc
Ve lo c ità
C o p p ia
Q 1w> 0C > 0P> 0
Q 2w> 0C < 0P< 0
Q 3w< 0C < 0P> 0
Q 4w< 0C > 0P< 0
motore
motore
Freno meccanico/generatore elettFreno meccanico/generatore elett.
Freno meccanico/generatore elettFreno meccanico/generatore elett.
Ve lo c ità
Te m p o
Le varie fasi del movimento possono essere riassunte dallo schema seguente
Caratteristica del mat al variare di s
Per gli azionamenti di motori funzionanti in corrente alternata si avranno :
• regolazione mediante reostato di avviamento e numero di poli ;
• regolazione tramite controllo dell’ampiezza della tensione ;
• regolazione tramite controllo della tensione e della frequenza.
Unità N° 1:Generalità sui dispositivi elettronici di potenza
• I moderni sistemi di controllo e comando delle macchine elettriche impiegano diffusamente dispositivi elettronici di potenza, grazie ai quali è possibile, ad esempio automatizzare e ottimizzare la regolazione della velocità
I dispositivi a semiconduttore sono utilizzati come interruttori
OFF I = 0
ON I > 0
I
I
V
Ordine di grandezza dei parametri elettrici
Applicazioni di potenza
Tensioni: kV
Correnti: A - kA
Potenze: kW - MW
Dispositivi elettronici di potenza
• DIODI
• SCR (Raddrizzatori Controllati al Si)*
• SWITCH CONTROLLATI:- BJT
- MOSFET
- IGBT- GTO* (Gate Turn-Off)
* SCR e GTO = TIRISTORI
IGBT
• Transistor IGBT (Insulated Gate Bipolar Transistor) sono transistor BJT con in tegrato uno stadio di comando a MOS. Sono pilotabili, quindi, in tensione. Hanno perdite di comando e frequenze operative intermedie tra MOSFET e BJT.
IGBT
G
C
E
CONFRONTO
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5[kA]
1 kHz
10 kHz
100 kHz
1 MHz
0
1
2
3
4
5
[kV]
tiristori
GTO
BJT
MCTIGBT
MOSFET
frequ
enza
Prestazioni limite dei vari componenti
sviluppo previsto
per l’MCT
Confronto tra dispositivi controllati
Proprietà relative degli switch controllati
dispositivo potenza pilotabile velocità di commutazione
BJT/MD
MOSFET
GTO
IGBT
MCT
Media
Bassa
Alta
Media
Media
Media
Alta
Bassa
Media
Media
Gli inverter
• Gli inverter• Negli inverter si riconoscono tre parti fondamentali:• il raddrizzatore detto anche convertitore CA-CC• il filtro • il convertitore CC-CA• Scopo del raddrizzatore è di trasformare la corrente
alternata monofase e trifase in c.c..• Spesso ha anche il compito di recuperare l’energia elettrica
durante la fase di frenatura.
INVERTER
M3 ~
Filtro C o nve rtito red c -a c
Inve rte r
Schema generale di un azionamento con motore elettrico
Rete di alimentazione AC
Convertitore AC/DC INVERTER
M
CONTROLLO
MOTORE
COMANDO
DUE CASI• Rete di alimentazione in corrente continua (es.
linee ferroviarie): solo INVERTERS (fig.2)• Rete di alimentazione in alternata:doppia
conversione per avere a monte del motore l’alternata a frequenza variabile (caso della pagina precedente - fig. 3)
M
DC/AC
Fig. 2
M
DC/ACAC/DC
Fig. 3
INVERTER
Raddrizzatore non controllato a ponte monofase
• Condensatore adeguato lato DC per filtraggio e accumulo energia
Raddrizzatore a ponte monofase
Analisi del raddrizzatore a ponte con induttanza non nulla lato AC
• Ip.: corrente d’uscita Id costanteA
B
Raddrizzamento
FILTRAGGIO
CONVERTITORI AC-DC TRIFASIL1
L2
L3
L
R
E
T1 T3 T5
T2T6T4
Impulsi ai gate
Per capire il funzionamento, si farà il caso semplice di un convertitore a ponte di SCR, con carico resistivo
vs
Vs = Vmax sin t
T1 T2
T3 T4
R
id
vd
FUNZIONAMENTO
Vs > 0: T1 e T4 sono polarizzati direttamente; si possono accendere con l’impulso di gate, mentre T3 e T4 sono polarizzati in inversaVs < 0: è il contrario del caso sopra!vd
t =
Ig1
Ig2
Ig3
Ig4
= angolo di innesco
<Vd> = valor medio della Vd
<Vd> = Vmax (1+cos )/
Variando l’angolo di innesco, la Vd si modifica e varia, di conseguenza, la tensione media sul carico (<Vd>).
• I valori medi dipendono da ;
• La conduzione è discontinua per compreso fra 0 e ;
• Conduzione discontinua = una coppia di SCR si spegne prima che si accende l’altra coppia di SCR.
<Vd> = Vmax (1+cos )/
Dimostrazione del valor medio
).cos1(]cos[
sin1
sin1
max0
max
0 max0 max
VV
dVdVT
Vt
medio
Principio di funzionamento di un INVERTER monofase
Vi R
VuVi
Vi
t
Vu
1
2A
B
t
T
Fig. 1
SIX STEPIl six-step, viene alimentato in corrente continua mediante raddrizzatore interposto tra il dispositivo stesso e la rete.
il six-step è composto da 6 contatti statici chiamati switch,
a seconda dell’ordine di chiusura e della loro frequenza generano onde quadre.
Ogni colonna di switch viene chiamata "gamba di inverter"
A seconda della sequenza di chiusura degli switch le tensioni UA, UB, UC, localizzate rispettivamente nei punti A, B, C, si posizioneranno sul "+" o sul "-" .
Schema a blocchi dell’INVERTER con controllo PWM
Oscillatore
Modulante
Oscillatore
Portante
Modulatore
PWM
Invertitore
Alimentatore
Vout
Vin
Oscillatore modulante: fornisce al modulatore il riferimento di tensione sinusoidale con frequenza pari a quella desiderata in uscita;
Portante: forma d’onda triangolare con fp >> fm;
Modulatore: confronta istante per istante i valori del s.le modulante e di quello portante e invia il comando di commutazione dell’invertitore;
Alimentatore: tensione costante.
PWM
t
t
t
f1 a 5 a 7 a 9 a 11 a3 a
armoniche
f1 a 5 a 7 a 9 a 11 a3 a
armoniche
f1 a 5 a 7 a 9 a 11 a3 a
armoniche
Gli inconvenienti presenti nel six-step vengono superati con gli inverter drive PWM.
PWM
PWM
• Schema a blocchi inverter PWM
CONTROLLO SCALARE DEL M.A.T.CONTROLLO DELLA VELOVITA’ VOLT/HERTZ A CATENA CHIUSA
V/Hz = il rapporto Vs/a, è costante.
Dove: Vs = tensione statorica; a = pulsazione di alimentazione
Cm a
a
Accelerazione
Decelerazione
Regolazione motori
• La regolazione della velocità dei motori elettrici può essere ottenuta o impiegando motori in corrente continua regolando la tensione di armatura o di eccitazione(PWM), oppure impiegando motori in corrente alternata regolando la frequenza di alimentazione
Numero poli
• Esistono dei motori asincroni che , per costruzione, possono funzionare a due diverse velocità. Questi motori hanno lo statore dotato di uno speciale avvolgimento che consente di eseguire il raddoppio del numero dei poli.
• Regolazione tramite controllo dell’ampiezza della tensione. Nel motore asincrono la coppia è legata al quadrato della tensione di alimentazione : per questo motivo la variazione della tensione modifica l’ordinata della caratteristica meccanica, ma non il suo andamento. Le variazioni di tensione non esercitano alcuna influenza sulla velocità a vuoto: le variazioni invece provocano un aumento dello scorrimento e una diminuzione della velocità quando il motore è sotto carico. Un tale sistema è quindi particolarmente adatto per ottenere delle piccole variazioni di velocità continue entro limiti dell’ordine del 10%.
• Regolazione tramite controllo della tensione e della frequenza. La seguente relazione n = 60f/p
• evidenzia la possibilità di variare la velocità agendo sulla frequenza f della tensione di alimentazione del motore. Per poter realizzare un buon azionamento occorre tener conto che :
• il flusso al traferro deve essere mantenuto costante al suo valore nominale per un ottimo sfruttamento della macchina che deve erogare coppia costante ;
• la corrente assorbita dalla macchina non deve superare il valore nominale per non incorrere a pericolosi surriscaldamenti
• Funzionamento a coppia costante (flusso costante).
• Ricordando che la coppia massima erogata dal motore è data dall’espressione :
• considerando che X2(1)=2L2=s1 L2=2f1sL2
• esprimibile anche come
2
2
122 2
1
4
3
Lf
V
ms
p
• inoltre, nelle condizioni di funzionamento poichè s rimane costante, tale espressione può essere ricondotta al rapporto fra tensione e frequenza, come di seguito riportato :
• TMax=k (U1N/f)2
• dove la costante vale
222 2
1
4
3
Lms
pk
U1
f
U1N
c o p p iac o sta nte
p o te nza c o sta nte
c o p p iac o p p ia
p o te nza
p o te nza d e c re sc e nte
Unità N° 4
Applicazioni
Climatizzatori
• Un INVERTER difficilmente può essere immaginato come parte integrante di un climatizzatore in quanto esso è già collegato alla normale rete di distribuzione dell'energia elettrica pertanto per comprendere bene lo scopo e le funzioni dei climatizzatori inverter è bene fare una piccola precisazione: nei climatizzatori in realtà il sistema "INVERTER" è composto da due componenti: un raddrizzatore di corrente e l'inverter vero e proprio.
• Il raddrizzatore si occupa di trasformare la corrente alternata della rete elettrica in corrente continua che poi viene nuovamente trasformata in corrente alternata dall'inverter.
• Paranco
• E’ un sistema montato su carrello scorrevole su rotaia in grado di sollevare carichi anche in modo continuativo: rotoli di carta, pezzi di utensili,…
M1 M2
• Il motore di spostamento M1 deve avere:
• Avvio progressivo per evitare dondolamenti del carico
• Avvicinamento a bassa velocità al punto di arresto
• Si può realizzare l’azionamento con:• Un m.a.t. associato ad un Controllo Di
Frequenza• Regolazione velocità con rampe di
accelerazione e decelerazione• Gamma di velocità 1:20• 2 sensi di marcia con frenatura• IP55 se all’aperto• Il motore di sollevamento M2
neccessita:• Progressione nel sollevamento per
evitare sovraccarichi• Avvicinamento a bassa velocità
M1 M2
Controllo vettoriale di flusso• In un azionamento scalare non è possibile ottenere coppia
nominale a bassissima velocità, vale a dire a 2 o 3Hz e in generale sono utilizzabili tra 5 e 50Hz.
• • I motori in corrente continua consentono invece di avere
coppie elevate anche a basse velocità, ciò è stato ottenuto, tramite un opportuno orientamento del collettore e spazzole in modo che le componenti di corrente che producono il flusso e la corrente attiva che produce la coppia siano sempre ortogonali.
• Ciò assicura che il controllo del motore in c.c. produca facilmente la coppia desiderata a qualunque velocità.
• La presenza dello stesso collettore e delle spazzole, richiedendo una costante manutenzione, ha reso svantaggioso l’uso dei motori in corrente continua a vantaggio degli asincroni e dei brushless.
•
• Nel brushless è il sensore che rileva la posizione del rotore e consente di avere l’ortogonalità tra il flusso rotorico r e quello statorico s.
• La risposta è stata il controllo vettoriale del flusso.
• Negli azionamenti vettoriali, la scheda di pilotaggio controlla le correnti che producono il flusso e la coppia in modo da ottimizzare il funzionamento e renderlo analogo al motore in corrente continua.
I
N
rs
r r
ss
La corrente totale (Is) è scomponibile in una componente (Id) magnetizzante o reattiva che produce il flusso e una componente (Iq) attiva che produce la coppia.
La componente magnetizzante deve mantenersi costante nelle diverse condizioni di carico ( flusso costante).
Modulazione vettoriale / orientamento di campo
• Nella modulazione vettoriale viene utilizzato un modello matematico del motore. La corrente presente nello statore del motore viene misurata e viene scomposta nei vettori corrente rotore e corrente reattiva, dove
• • la corrente rotore genera la coppia motrice• • la corrente reattiva genera il flusso della
macchina
• E’ possibile ottenere ciò in due modi. Il primo modo è il “Full Closed Vector Control “
• L’altro sistema è ad anello aperto, è più economico e soddisfa tutte quelle richieste di azionamento che non devono essere particolarmente sofisticate.
• la scheda di controllo non ha il sensore “sensorless” e desume i parametri di funzionamento (velocità coppia) indirettamente tramite la corrente assorbita dal motore. Tramite un modello matematico si ricostruisce un sistema virtuale ad anello chiuso
conclusione
• Con l'aiuto di entrambe queste componenti della corrente, è possibile intervenire in modo indipendente sia sulla coppia, sia sul flusso magnetico, ottenendo così una regolazione molto dinamica
Frenatura
• Il termine frenatura designa gli effetti prodotti dall’energia che il motore ritorna alla scheda pilota in alcune condizioni. Una produzione di energia da parte del motore,si ha quando un carico è decelerato rapidamente o fermato, o quando in un controllo di un moto verticale, il carico è abbassato.
frenatura
frenatura
• E’ possibile gestire questa energia in due modi
• Frenatura dinamica – probabilmente il metodo più comune di controllare la rigenerazione. Essenzialmente il metodo consiste nel predisporre un resistore che assorbe l’energia generata e la dissipa sotto forma di calore.
M3 ~
Filtro C o nve rtito red c -a c
Inve rte r
• Frenatura rigenerativa. – Un raddrizzatore controllato, usato in aggiunta a quello preesistente, consente di rigenerare l’energia prodotta recuperandola nella rete principale. La tecnica rigenerativa, dati gli alti costi, è realizzata solo in appicazioni particolari.
• Schema di inverter rigenerativo• L’azionamento funziona in tutti quadranti.
M
frenatura
Frenatura con iniezione di corrente continua: si rimanda a quanto già detto sugli avviatori.