GIULIANA FACCHINI€¦ · Veronese d’adozione, la scrittrice Giuliana Facchini si è affermata...

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a cura della classe terza I coordinamento prof. ssa Margaret Bigardi anno scolastico 2014-2015 INTERVISTA A GIULIANA FACCHINI AUTRICE DEL LIBRO mercoledì 10 dicembre 2014 ore 11 Scuola media V. Betteloni

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a cura della classe terza I

coordinamento prof. ssa

Margaret Bigardi

anno scolastico 2014-2015

INTERVISTA A

GIULIANA FACCHINI

AUTRICE DEL LIBRO

mercoledì 10 dicembre 2014

ore 11

Scuola media “V. Betteloni”

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LE DOMANDE DEI RAGAZZI (clicca sul numero e leggi la risposta)

1. Come ha tratto l’ispirazione per questo libro,

ambientato nella nostra città?

2. I fatti raccontati sono reali, verosimili o

totalmente inventati?

3. Si identifica in qualche personaggio del

racconto? Il nome della ragazza, Giulian, ha un

significato particolare per Lei?

4. Aveva già previsto il finale della storia quando

ha iniziato a scrivere il libro? Come mai Antonino

cade a terra se la pistola spara a salve?

5. Il vecchio mulino e la casa azzurra esistono

veramente?

6. Il nostro fiume Adige è veramente inquinato e

da chi? Leggendo il libro ci siamo un po’

preoccupati…

7. Quali valori voleva trasmettere con questo

racconto, sempre sospeso tra passato e

presente?

8. Come nasce la passione per la scrittura e

come può un ragazzo della nostra età accorgersi

di avere questa abilità e iniziare a coltivarla?

9. Quali studi consiglierebbe a un ragazzo che

vorrebbe provare a scrivere? A che età ha scritto

il suo primo libro?

10. Quanto tempo impiega per la stesura dei

suoi libri? Scrive di getto o c’è un periodo di

elaborazione, correzione, revisione dei suoi

testi?

11. Qual è il genere letterario che preferisce e

tra gli autori contemporanei chi le piace leggere?

12. C’è un luogo particolare dove trova

l’ispirazione per i suoi racconti e cosa traspare

della Sua personalità nei libri che scrive?

13. C’è qualche persona di sua fiducia a cui fa

leggere le bozze dei suoi testi prima che

vengano pubblicati?

14. Qual è il suo rapporto con le case editrici,

sceglie liberamente i soggetti dei racconti o le

vengono suggeriti?

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Veronese d’adozione, la scrittrice Giuliana Facchini si è affermata nel panorama editoriale

italiano della narrativa per ragazzi con alcuni libri di successo. Oltre a “La casa sul fiume”,

ha pubblicato per la casa editrice Loescher “I Malmessi. Sei ragazzi in cerca di guai”

ottenendo un grande riscontro da parte di alunni e docenti delle scuole secondarie, per

l’attualità delle tematiche affrontate, che spaziano dall’inquinamento dell’ambiente

all’amicizia e ai conflitti tipici dell’adolescenza che i suoi personaggi, affascinanti e

stravaganti, vivono tra avventura, romanticismo e… divertimento! Recentemente ha

pubblicato un coinvolgente racconto inserito nella raccolta “Chiamarlo amore non si può”,

che ha lo scopo di sensibilizzare giovani e adulti sul problema della violenza sulle donne.

Altri titoli interessanti come “Il mio domani arriva di corsa” e “Invisibile” ci raccontano

storie intense, che aiutano a superare paure e insicurezze attraverso i vissuti di ragazze e

ragazzi che stanno crescendo e imparando ad accettare se stessi e i propri cambiamenti.

Ha inizio la nostra intervista e la parola passa all’autrice. I ragazzi hanno trascritto i

messaggi trasmessi attraverso le risposte, a volte brevi, a volte più articolate, ma sempre

ricche di esperienza.

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1. L’autrice ha tratto l’ispirazione per scrivere questo romanzo mentre passeggiava con il suo

cagnolino sulle rive dell’Adige, appena fuori città. Fin da bambina era legata al ricordo di un ponticello

di ferro, che spesso veniva chiuso per il rischio di inondazioni. Sono spesso questi ‘flash’ della

memoria a suggerire l’ambientazione di una storia, che piano piano prende forma e unisce passato e

presente, come avviene nel libro. Ripensare alla vita che si svolgeva sul fiume equivale a immaginare

un’epoca ormai lontana, in cui altre storie e altre persone hanno animato gli stessi luoghi con i loro

vissuti. E’ il 1848, l’anno della battaglia di Pastrengo, a dare inizio al racconto… Leonardo Baldassari

2. Alcuni elementi del romanzo non sono del tutto inventati, ma si riferiscono a situazioni reali, a

presenze concrete nella vita di chi scrive. Giuliana ci mostra alcune fotografie scattate vicino al fiume

per testimoniare che i luoghi sono descritti con chiari riferimenti al paesaggio. Ci sono poi elementi

personali, ad esempio il gatto Santino che compare nella storia è un omaggio a un felino molto caro

all’autrice, una presenza familiare per ben diciotto anni, che le faceva compagnia anche mentre

studiava. In copertina, l’illustratore ha disegnato il musetto del gatto su alcuni fiori ‘con i baffi’, che

nascono dal terreno del giardino in cui Santino era stato seppellito dai ragazzini. Mi ha colpito anche

una frase che l’autrice ci ha riferito: “Nulla finisce per sempre...”. Martina Mariotti

3. “L’autore lascia qualcosa di sé in ogni personaggio…” dice Giuliana, spiegando che non sempre

avviene un’identificazione diretta con uno dei protagonisti, ma tutti i personaggi sono importanti

perché attraverso i loro rapporti si costruisce l’intera storia. Tuttavia Lei preferisce non caratterizzare

troppo i soggetti, soprattutto non vuole darne una descrizione fisica dettagliata, per permettere a

ciascun lettore di immaginare il personaggio come più gli piace. Il nome della protagonista femminile,

Giulian, non è autobiografico, come si potrebbe pensare. Sara Bonato

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4. Ho apprezzato molto che l’autrice nel suo libro abbia lasciato il finale aperto, perché, come ci ha

spiegato, pensa sia una buona cosa che il lettore possa lavorare con la fantasia. Anche la scena dello

sparo non è definita, infatti non si capisce se la pistola ritrovata fosse veramente carica. In ogni caso

quella pagina mi ha lasciato con il fiato in sospeso… in una specie di ‘terra di mezzo’, come se fosse

accaduto qualcosa di magico e straordinario. Fehd Pavoni

5. “E’ probabile”, dice Giuliana, “perché un tempo c’erano molti mulini protesi sul fiume, con pale che

li facevano ruotare grazie alla forza dell’acqua. Si sfruttava il corso del fiume anche per trasportare

merci sulle chiatte, che provenivano da nord e giungevano fino ai mercati del centro della città”.

Anche la casa azzurra è un’immagine verosimile, perché affacciate sul fiume vi erano all’epoca alcune

costruzioni che hanno le caratteristiche della colonia di gatti della maestra Lisetta, descritta nel libro.

Lisa Martinez

6. E’ possibile che anche il ‘nostro’ fiume sia inquinato da agenti chimici, soprattutto se aziende poco

responsabili riversano nell’acqua residui industriali o altre sostanze dannose. Tuttavia l’episodio di

Antonino, che scarica nel fiume le pesche avariate, è una provocazione. Si tratta di un modo per

sensibilizzare tutti noi a mantenere e preservare l’equilibrio nel rapporto con l’ambiente che ci

circonda, riflettendo sulle conseguenze che un atteggiamento superficiale o poco corretto può

provocare, peggiorando la qualità della vita e minacciando la nostra salute. Leonardo Doro 7. I valori che un racconto può trasmettere sono tanti, e non sempre vengono decisi dall’autore.

Infatti ciascuno, attraverso i propri sentimenti, può aggiungere diversi significati agli eventi e ai

comportamenti dei protagonisti. In questa operazione non si deve avere il timore di sbagliare, perché

ognuno di noi possiede una ricchezza interiore che il libro può aiutare a scoprire e a comprendere

meglio. Lisa Martinez

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8. Nella biografia dell’autrice leggiamo: “…innamorata della lettura e degli animali, ha sempre

narrato ai suoi figli storie avventurose. Col tempo quelle storie sono diventate romanzi per

ragazzi”. In questa frase sta la risposta alla nostra domanda: prima di iniziare a scrivere è

importante essere un buon lettore, perchè leggere è senza dubbio uno stimolo importante che

aiuta a costruire uno stile proprio e arricchisce il nostro linguaggio. Un buon consiglio: leggere ad

alta voce! Michele Etrari 9. Non è obbligatorio seguire percorsi scolastici specifici per diventare scrittori, è una passione che

si può coltivare passo dopo passo, sperimentando. “La scrittura”, dice, “è un modo di raccontare a

se stessi e agli altri”. Per questo quando scrive non segue una scaletta predefinita, ma si sente

libera di creare e non vuole essere costretta a rispettare una trama imposta o suggerita da altri.

Certo, bisogna conoscere bene le regole della sintassi e approfondire lo studio della grammatica,

come si insegna in ogni ordine di scuola. Leonardo Doro

10. Servono 6-7 mesi per scrivere un libro, altri 4 o 5 per rielaborarne il contenuto, trovando i

giusti equilibri tra le varie parti del racconto e raffinare il lessico (“…le parole sono importanti!”).

Tutti i personaggi hanno una funzione specifica e dalla loro empatia si sviluppano gli episodi che

compongono l’intera storia. Spesso poi accade che la casa editrice non sia disposta a pubblicare

immediatamente, perciò possono passare anche due anni prima che il romanzo sia disponibile al

pubblico. Kawtar Chafik

11. Giuliana non ama distinguere generi o categorie: “Se un libro ti piace, poco importa a quale

genere appartiene, lo leggi tutto d’un fiato, senza stancarti. Ogni libro è un’esperienza unica e

personale”. Il genere che ama di meno è il giallo (ma fu proprio un giallo il primo libro che scrisse,

quando era poco più che adolescente!) Attualmente si interessa a Marie-Aude Murail, una scrittrice

francese che ha ricevuto vari premi e menzioni d’onore, autrice di “Miss Charity” (2008) e di

“Cècile, il futuro è per tutti” (2010), testi che ci consiglia con entusiasmo.

Francesco Stabellini

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12. Giuliana Facchini non ha un luogo particolare dove trova ispirazione per scrivere i suoi

racconti. La motivazione, come abbiamo già ricordato, è nata dal desiderio di accontentare i suoi

bambini, quando erano piccoli. Ma quando c’è la voglia di scrivere, basta avere un computer (o

una penna!) a disposizione, e soprattutto tempo, tanto tempo per liberare la fantasia senza assilli

e preoccupazioni. Ovviamente l’intimità della casa e la scrivania del suo studio Le consentono di

creare un’atmosfera favorevole a lunghe sedute di… scrittura!

Mariana Cotofani

13. Anche per la revisione dei suoi testi si rivolge ai suoi figli, che ora sono degli studenti di

scuola superiore, molto attenti e critici sulla produzione della madre. E’ importante ascoltare il

parere di qualche persona fidata, anche se i commenti possono essere a volte un po’ sarcastici o

comici, a seconda del caso. Da cosa nasce cosa, e anche dal confronto possono emergere utili

spunti, magari per lavori futuri…

Lorenzo Mauro

14. Con le case editrici i rapporti sono di tipo professionale ed è normale che i testi vengano

sottoposti a terze persone per la correzione di eventuali sviste. E’ molto importante che il libro

venga riletto anche da un estraneo, che a mente fredda può notare errori o incongruenze sfuggite

all’autore nella foga della stesura. Talvolta può capitare che la casa editrice abbia altri testi in

corso di stampa e la bozza rimanga in attesa. In quel caso bisogna avere pazienza, se il lavoro è

valido arriverà anche il momento ideale per pubblicarlo. Tommaso Vassanelli

L’intervista è conclusa. Due ore sono volate, accompagnate da curiosità e simpatia.

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GRAZIE CARA GIULIANA, ARRIVEDERCI E… BUONA SCRITTURA!