La convivenza giuliana bovino 3c

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LA CONVIVENZA.

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LA CONVIVENZA.

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…ORIGINE DEL NOME

Dal latino “more uxori”, indica due persone che vivono insieme, come se fossero marito e moglie senza però esser sposate.

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Accanto alla famiglia tradizionale, fondata sul matrimonio, si sono sviluppati negli ultimi trent'anni, soprattutto dopo l'approvazione della legge sul divorzio, altri modi di fare famiglia. Molte coppie decidono infatti di convivere, senza sposarsi, o per libera scelta o perché uno o entrambi i componenti vengono da un'esperienza matrimoniale precedente.

La convivenza prematrimoniale rappresenta una scelta alternativa al matrimonio e sempre più diffusa tra i giovani.Sono tanti coloro che ritengono questa forma di relazione conforme alla morale cristiana. E non pochi di questi sono cattolici e praticanti. Diffusasi inizialmente, come fase di transizione che si concludeva quasi sempre con il matrimonio, la convivenza si è trasformata in una scelta alternativa alle unioni legalizzate.Molti ritengono opportuno non legalizzare la propria unione perché non si ritiene giusto che la propria vita sia sottoposta a controllo giuridico.

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La convivenza non è un fenomeno nuovo. In passato, anche senon accettata da un punto di vista morale, era l’unica possibilità in diverse circostanze: • quando un matrimonio finiva; • nel caso in cui lui o lei della coppia fosse rimasto vedovo; • per le persone molto povere.

La convivenza da scelta di necessità è diventata una scelta consapevole fatta per affermare la libertà e l’autonomia individuali. Si decide di non legalizzare un’unione perché non si crede che l’amore possa durare.

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incrementa le chance di divorzio: le coppie che convivono prima di sposarsi hanno una maggiore probabilità (dal 50 al 100%) di divorziare rispetto a coloro che scelgono di aspettare a vivere insieme fino a dopo il matrimonio;

convivendo, gli innamorati scoprono la complessità e la difficoltà della vita insieme;

si salta poi in tal modo quella stagione bella e fondamentale: il fidanzamento, durante il quale i fidanzati sviluppano e approfondiscono il dialogo, il rispetto, la conoscenza reciproca, la conoscenza di se stessi, il sacrificio, l’impegno, l’attesa, la fedeltà, il senso di responsabilità;

impedisce ad un convivente di sentirsi davvero del tutto libero: vivendo insieme, i conviventi rischiano di ostacolarsi nella scoperta di ciò che desiderano veramente;

ai conviventi non è consentito adottare bambini.

ASPETTI NEGATIVI:

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POSIZIONE DELLA CHIESA

Chi si oppone alla convivenza è la Chiesa cattolica, che la considera una minaccia per la famiglia per la formazione per il mantenimento

Non vi è nessun riconoscimento per i conviventi né a livello governativo né a livello locale.Infatti ci sono stati parroci che si sono rifiutati di battezzare il figlio di una coppia di fatto!

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Sappiamo che la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna costituisce la cellula fondamentale della società, quella da cui dipende la stabilità, il benessere sociale ed economico di una società civile. Non va poi dimenticato come il matrimonio sia la condizione ideale per la crescita dei figli.E’ il matrimonio a consacrare il legame che unisce nell’amore l’uomo e la donna, a rendere visibile al mondo l’unità d’amore che lega Cristo alla sua Chiesa e nello stesso tempo esso diventa strumento di santificazione per gli sposi.

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POSIZIONI DELLE DIVERSE RELIGIONI NEI CONFRONTI DELLA CONVIVENZA

Il matrimonio è sacro e finalizzato alla crescita spirituale degli sposi e allaprocreazione. È l’unico luogo in cui può formarsi la famiglia.La possibilità della convivenza non è nemmeno presa in considerazione.

Per i buddhisti il matrimonio non è un’unione sacra, ma un impegno sociale epersonale. Pertanto qualsiasi attività sessuale al di fuori del matrimonio non èaccettabile.

Per il confucianesimo la famiglia coincide con il matrimonio, all’interno delquale è confinata la sessualità, almeno della donna.

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Il matrimonio è un segno d’amore profondo e un dovere religioso. Il celibato non è visto di buon occhio, la convivenza è pertanto condannata.

Ogni unione deve essere sancita dal matrimonio, che è il luogo dove la sessualità può essere controllata e indirizzata all’unione fra i coniugi e alla nascita dei figli.

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…E PER LE COPPIE OMOSESSUALI???

Le coppie gay e lesbiche soffrono, in Italia, della stessa mancanza di diritti delle coppie eterosessuali. Diverso è il caso delle coppie omosessuali per le quali non esistono alternative alla convivenza, non essendo previsto nessun riconoscimento giuridico per le loro unioni.

In realtà la richiesta di estendere i diritti previsti dal matrimonio anche alle convivenze è un’istanza che i governi si trovano sempre più spesso a dover affrontare, con la preoccupazione di non intaccare l’istituto della famiglia.Questa è la finalità con cui sono nati:

con una legge approvata in Francia il 15 aprile 1999, i PACS (Pact Civil de Solidarité), contratti per regolare rapporti di convivenza etero e omosessuali.

nel marzo 2005 è nata in Italia un’ associazione genitori omosessuali “Famiglie Arcobaleno”, che tra i suoi obiettivi include la promozione di un cambiamento culturale, sociale e politico, a favore di un allargamento del concetto di famiglia, che comprenda nuove realtà già esistenti, in un panorama di costante evoluzione.

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SECONDO LA LEGGEIn quasi tutte le nazioni europee la convivenza è sancita e garantita legalmente da molto tempo: ha iniziato l’Olanda, poi la Francia, il Belgio, la Germania e in infinelaSpagna.

In particolare il 16 marzo 2000 una risoluzione del Parlamento europeo chiedeva ai Paesi dell’Unione di porre fine agli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni.In Italia il testo di riferimento è l’articolo 29 della Costituzione che afferma: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.

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Eseguito dall’alunna

Bovino GiulianaClasse 3°C

Anno scolastico 2013 - 2014