Ogm angelica giorgino 3c

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BIOTECNOLOGIE:

DALLA PREISTORIA ALLA FANTASCIENZA

La definizione di biotecnologia è applicabile a pratiche vecchie quanto la

civiltà umana. Tuttavia il termine biotecnologia venne usato per la prima volta

all‟inizio del „900, quando, con la biologia molecolare, si cominciò ad

individuare tecniche adeguate a quella che venne definita ingegneria

genetica. Con il passar degli anni, vennero create tecniche di manipolazione

del Dna, e gli anni Ottanta videro la nascita dei cromosomi artificiali, della

PCR, dell‟impronta genetica e dei primi OGM

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OGM o ORGANISMI TRANSGENICI:

Organismi (piante e/o animali), che hanno un patrimonio genetico

artificiale, ottenuto in laboratorio. Ciò che è artificiale è infatti la

ricombinazione che, attraverso la tecnica del Dna ricombinante, mescola

due patrimoni genetici molto distinti tra loro ( esempio: trasferimento di

uno o più geni da una cellula batterica ad una cellula animale). L‟elemento

predominante di questa tecnica è il GENE.

I geni sono le unità di materiale ereditario che determina ciascuna

delle caratteristiche di un organismo. Forniscono alla cellula le

istruzioni per sintetizzare le proteine che, a loro volta,

permettono la sintesi di migliaia di molecole organiche. La

gamma di proteine segue uno schema prefissato, che è

caratteristico per ogni specie.

“La situazione è dunque paragonabile a quella di un‟orchestra.”

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Gli OGM sono oggi adottati in diversi settori: alimentazione,

agricoltura, medicina, ricerca e industria. L‟ambito in cui l‟utilizzo degli OGM

si è maggiormente sviluppato, destando grandi preoccupazioni, è quello

dell‟agricoltura.

In Europa è autorizzata la coltivazione e il commercio di 18 tipologie di

prodotti transgenici:

Il pomodoro, le cui caratteristiche principali sono:

dimensioni maggiori e conservazione

più lunga;

Il riso transgenico è privo di allergeni

e fabbrica vitamine, antivirali e vaccini;

Il mais, nella variante mais bt, è il più noto

alimento transgenico, molto più produttivo

rispetto al fratello “naturale”, grazie

alla capacità di resistere agli erbicidi;

soia viene arricchita di acidi grassi per

risolvere molte patologie cardiovascolari.

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OGM: PRO E CONTRO!

Si ottengono piante che crescono più in

fretta, più resistenti ai pesticidi, al

freddo, agli insetti.

Si potranno nutrire le popolazioni

affamate della terra.

Le paure non sono giustificate perché le

modificazioni apportate ai cibi con le

tecniche attuali non sono diverse da

quelle effettuate all'inizio del '900 con

altre procedure.

Dal punto di vista economico le colture,

essendo più resistenti ai parassiti o alla

siccità, richiedono minor manodopera e

producono di più.

I prodotti alimentari modificati

geneticamente possono essere tossici

per l'uomo.

Si rischia la creazione di piante resistenti

a qualunque erbicida o insetti resistenti

alle tossine.

Il suolo e l'acqua possono essere

inquinati.

Possono svilupparsi allergie agli alimenti

a base di OGM.

La biodiversità potrebbe scomparire se

all'evoluzione naturale venisse sostituita

una procreazione programmata.

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ETICA & OGM..

L‟utilizzazione delle biotecnologie in campo agroalimentare rappresenta una

rivoluzione così rilevante da poter essere paragonata all‟invenzione del fuoco

alle origini dell‟umanità, alla scoperta dell‟energia elettrica in epoca moderna o

dell‟energia atomica in età contemporanea; come tale, essa porta con sé una

grande quantità di questioni etiche sulle quali tutti, credenti o non credenti,

siamo chiamati ad interrogarci. E‟ in gioco infatti il futuro stesso della

comunità umana e del suo habitat. Tuttavia:

1. Si devono evitare, in questo campo, due opposte posizioni, egualmente

inaccettabili: l‟oscurantismo e il determinismo. Né l‟uno né l‟altro sarebbero

giustificabili: il primo, perché bloccherebbe il giusto avanzamento della ricerca

scientifica e del progresso tecnologico, e ciò non sarebbe né opportuno né

vantaggioso per il camino dell‟umanità e il suo futuro; il secondo non è valido

ed eticamente legittimo. L‟atteggiamento da ricercare, almeno dal punto di

vista del cattolico, è quello di una razionalità illuminata e di un saggio realismo,

non pregiudiziale o aprioristico, ma consapevole e responsabile dei rischi.

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…2. E‟ necessario muovere dal principio di una precisa distinzione tra l'indagine

scientifica e la sua applicazione:

L'indagine scientifica è fondamentale, a condizione che si attui con mezzi leciti e

sia indirizzata a fini umanistici, e sia quindi a servizio della vita e di una sua migliore

qualità, e mai contro. L’applicazione dei risultati esige invece di essere sottoposta

al vaglio critico delle scienze dello spirito, dalla filosofia della scienza all' etica e al

diritto e alla stessa politica, evitando ogni forma di fondamentalismo scientifico che

obbedisca a criteri di solo profitto, e prescinda quindi dal primato della persona,

dal rispetto dell'ambiente e dall‟attuazione di una effettiva democrazia economica .

E' sulle applicazioni che si gioca la questione decisiva. Non è corretto, sotto il

profilo etico, passare direttamente dalle scoperte scientifiche alle loro applicazioni

immediate, senza un' accertata verifica delle implicazioni che esse possono avere e

senza regole precise che ne garantiscano un uso corretto. Le applicazioni devono

sempre essere sottoposte al criterio più alto del bene comune, e non derivare da

ragioni legate unicamente ad interessi economici, a gruppi di potere o a ragioni di

mercato.

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3. Il campo delle applicazioni biomediche e farmaceutiche è infatti circoscritto

alla cura di determinate situazioni di malattia e può avere riscontri molto

positivi; il discorso delle agro biotecnologie innovative è invece indirizzato, di

fatto, ad intervenire sull‟ordine della natura, modificandola, e a cambiare in

radice il modo di produrre gli alimenti e la relazione tra le specie. Non si

devono confondere i due ambiti né dal punto di vista dell‟area di intervento né

dal punto di vista degli effetti previsti o prevedibili. Circoscritta entro questi

confini, le domande di fondo sono le seguenti : che cosa dire delle applicazioni

agro biotecnologiche avanzate sotto il profilo etico? Gli OGM sono accettabili? Quali

interrogativi pongono? Quali gli eventuali vantaggi e/o i costi di un loro eventuale

utilizzo sempre più esteso? Nessuno di noi, al momento, è in grado di dare delle

risposte assolutamente certe. I dubbi etici sembrano tuttavia maggiori rispetto

alle certezze e si tratta di dubbi gravi, tanto da far avvertire come inderogabile

l‟esigenza di una carta etica che fornisca norme puntuali e vincolanti per tutti,

se non si vuole che l‟uso delle nuove tecniche non si trasformi in scelte

pericolose per l‟oggi della terra e le generazioni che verranno dopo di noi.

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COSA DICE LA LEGGE?!

“In merito all‟utilizzo degli OGM nell‟agricoltura I‟Italia ha scelto la via della cautela. La legge consente la sperimentazione solo su terreni previamente autorizzati dal Ministero della Sanità. Ogni progetto deve indicare lo scopo i tempi i modi le precauzioni adottate e le interazioni con l‟ambiente. E‟ obbligatorio inoltre che vi sia una barriera tra il terreno sperimentale e quelli tradizionali oltre a lasciare un certo spazio di rispetto tra la coltura transgenica e le altre. E‟ vietato lasciare infiorescenze nelle piante OGM e occorre polverizzarle dopo ogni raccolto e interrarle in un campo che va lasciato appositamente incolto per circa due anni. E‟ da osservare come l‟Italia, in applicazione delle normative europee che hanno scelto la strada della tracciabilità a differenza degli Stati Uniti deve applicare I‟etichettatura sui prodotti OGM In Italia prosegue il programma di monitoraggio e di controllo sul mais e sulla soia indispensabile per garantire agli agricoltori sementi sicure e ai consumatori cibi genuini. Non ci sono invece certezze sulle farine di soia importate dall‟Italia per uso zoo tecnico sono più di 3 milioni le tonnellate all‟anno”.

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CATTOLICESIMO

"Io sono il Signore Dio tuo: non

introdurrai nella natura situazioni di

morte, tanto più se esse possono

diventare irreversibili, permanenti e

incontrollabili."

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Giovanni Paolo II ripeteva , in modo instancabile, che non si può fare della vita umana un oggetto di sperimentazioni, tanto più pericolose in quanto minacciano il valore stesso della vita e la sopravvivenza dell‟umanità. La vita non è un oggetto in nostro possesso, e ogni applicazione delle tecniche agrobiotecnologiche non è mai una questione unicamente scientifica; è sempre una questione etica. Perfino negli USA ci si sta interrogando in maniera sempre più critica, Barbara Boxer ha dichiarato di recente al Congresso degli Stati Uniti: "Non sappiamo se gli alimenti a base di OGM sono pericolosi o sicuri. Tuttavia, un numero sufficiente di scienziati ha sollevato dubbi, quali il rischio di allergie, il calo dei valori nutritivi, l’aumento della tossicità e della resistenza agli antibiotici. Inoltre, alcuni dei potenziali rischi ambientali includono la distruzione delle specie, l’impollinazione incrociata ed un aumento nell’uso dei pesticidi".

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Anche in ambito cattolico la questione degli OGM, che è una questione bioetica, fa molto discutere. Le questioni sollevate sono sostanzialmente le seguenti:

Gli OGM sono davvero utili per risolvere la fame nel mondo?

È giusto brevettarli?

Sono dannosi per la specie umana?

L‟atteggiamento che prevale fra i cattolici è di preoccupazione e diffidenza nei confronti di pratiche che sembrano più motivate dagli interessi economici che da quelli umani e sociali. La fame nel mondo, ad esempio, non viene risolta da un diverso utilizzo delle tecnologie poiché il vero problema è la cattiva distribuzione delle risorse di cibo sulla Terra. Inoltre la questione dei brevetti accresce questa posizione di scetticismo, poiché essi costano e i poveri del Terzo Mondo non hanno i soldi per acquistare le „nuove sementi‟ di cui le ricche multinaziona­li, attraverso i brevetti, si assicurano il possesso. Sui brevetti, inoltre, la coscienza cristiana solleva parecchie riserve perché gli esseri viventi non possono essere brevettati: la natura infatti è un do­no fatto da Dio a tutta l‟umanità in modo assolutamente gratuito, affinché tutti ne possano godere.

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È opportuno sottolineare alcuni principi di bioetica:

Il principio della benevolenza. Questo principio esige che un

determinato intervento sulla natura o sull'essere umano si giustifichi

per il bene che può fare o per il fatto di essere l'unica possibilità di

salvare vite o di combattere problemi cronici.

Il principio della giustizia sociale, nel caso di innovazioni tecnologiche di

massa e di alto impatto sociale, ci porta a interrogarci su chi sarà

beneficiato e su chi verrà danneggiato. Ora, nel caso concreto dei

transgenici, è un piccolo gruppo di grandi imprese che sarà

grandemente beneficiato, con grave danno per l'agricoltura familiare.

Il principio della trasparenza esige il massimo di informazioni alla

popolazione prima dell'introduzione di massa di tecnologie ad alto

impatto e meccanismi di decisione democratica rispetto ad esse. Le

grandi imprese usano un altro metodo: il fatto consumato. Oltre a

ciò, il consumatore ha diritto di scelta, per ragioni religiose,

filosofiche, culturali, etiche o per raccomandazione medica. Questo

esige l'etichettatura totale di alimenti transgenici…

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Il principio della precauzione, acquista speciale risalto e grande

autonomia nella questione dei transgenici, essendo già incorporato

alla legislazione di vari Paesi e nel diritto internazionale attraverso

il Protocollo di Cartagena. Questo principio implica:

l'onere della prova spetta al proponente dell'attività, cioè spetta

all'impresa che propone la liberazione del transgenico

nell'ambiente garantire sulla sicurezza alimentare ed ambientale

del prodotto che sta collocando sul mercato; la non evidenza

immediata di possibili danni non deve servire come motivo per

rimandare o non realizzare ricerche e test rigorosi di biosicurezza

…; nella valutazione di rischio, devono essere considerate e

confrontate un numero ragionevole di alternative prima di optare

per l'utilizzazione di massa di tecnologie a rischio; la decisione

deve essere democratica, trasparente, informata e cosciente con la

partecipazione di tutti gli interessati. Non può esserci imposizione

totalitaria di una impresa o di un unico settore della società..

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BUDDISMOIl buddhismo non si oppone alla ricerca scientifica, purché abbia come scopo il

raggiungimento di un valore positivo per gli esseri umani.

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INDUISMO

La riflessione dell‟induismo sono lontane dal dibattito sulle

moderne tecnologie. I contadini indiani, nei momenti di carestia

o di guerra, sono capaci di farsi morire di fame ma non toccano

mai la riserva delle sementi, custodita come un tesoro, una

reliquia: la vita che si tramanda alle generazioni future. Un

bell'insegnamento per le multinazionali che considerano la

risorsa genetica come un bene da accaparrarsi, da cui trarre

profitto...

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ISLAMISMO

L‟islam non mostra un atteggiamento di diffidenza nei confronti della ricerca

scientifica, purchè non entri in contrasto con i principi etici del Corano. Nel

caso de gli OGM non esistono particolari problema

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EBRAISMO

L‟approccio della tradizione ebraica alla ricerca scientifica è senz‟altro positivo e fin dall‟antichità numerosi rabbini si sono occupati di scienze naturali e di medicina. L‟Uomo è considerato un “partner” di Dio nella creazione del mondo, nel senso che egli ha il dovere di collaborare con Dio nella conservazione e nello sviluppo del mondo e della civiltà. La ricerca scientifica non è mai vista come qualcosa da contrastare, bensì da incoraggiare, soprattutto quando può portare dei benefici per l‟umanità, per la cura di malattie e in generale per la comprensione delle leggi che governano l‟universo e la vita. Il problema principale riguardo all‟utilizzazione degli Ogm non è una questione di principio, quanto piuttosto la valutazione di un‟eventuale pericolosità dei cibi transgenici. Secondo una precisa norma della Torà è vietato procurare un danno alla propria o altrui salute: se in base all‟opinione degli esperti alcuni Ogm fossero dannosi per la salute, allora tali cibi –a prescindere da qualsiasi considerazione sul loro essere specie ibride – sarebbero vietati proprio in quanto dannosi. In caso contrario, l‟ottimizzazione di colture e prodotti tramite le biotecnologie, al fine di apportare un maggiore livello di elementi nutritivi, minerali o vitamine, non solo sarebbe sicuramente un atto lecito ma verrebbe anche considerato come un adempimento a un precetto della Torà. Il fornire gli alimenti a chi è affamato, come è il caso degli abitanti dei paesi del terzo e quarto mondo che hanno problemi di sovrappopolazione e di carenza di cibo, è infatti considerato un dovere religioso e morale della massima importanza.

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ANGELICA GIORGINO III C